La chiesa della
“Madonna della Libera” di Aquino
pubblicazione realizzata da
Francesco Patini e Sergio Ricciuti per
“I club del 2080 raccontano……
cattedrali, santi, tradizioni”
Il tema proposto questo anno per la pubblicazione 2014-15 “I club del 2080
raccontano…….Cattedrali, Santi Patroni e Tradizioni” pone molta attenzione a
“particolarità interessanti del patrimonio storico, artistico e monumentale del
territorio”.
Abbiamo così la possibilità di riprendere la nostra passeggiata lungo la via Latina in
direzione Roma. Lasciamo alle spalle l’Area archeologica di Cassino, di cui abbiamo
parlato in occasione della precedente pubblicazione, e risaliamo il selciato ideale di
questa importante via romana. Siamo ad Aquino e, proprio a pochi metri dal Museo
Archeologico e dall’Area Archeologica di questa che fu una importante città romana,
la nostra attenzione è catturata dalle forme eleganti e raffinate della Chiesa della
“Madonna della Libera”, che domina, dall’alto della sua posizione, la vallata.
Faremo questo viaggio nella sua storia con le parole di Francesco Patini e le
immagini della Chiesa.
Sergio Ricciuti
A chi ama percorsi di viaggio meno conosciuti, ma non meno stimolanti, proponiamo la
visita di uno dei monumenti più insigni del territorio Cassinate: la chiesa della Madonna
della Libera di Aquino, la quale ha in gran parte resistito non solo all’oltraggio del tempo,
ma anche alla devastazione degli eventi della seconda guerra mondiale e per questo ha
un’importanza storica che va ben oltre il suo valore intrinseco che pure è notevole.
Aquino, cittadina posta poco a nord di Cassino, si trova sulla direttrice nord sud fra Roma
e Napoli e fin dall’epoca preromana ha rivestito una grande importanza per la sua
posizione strategica, come gli altri centri della zona quali Fregellae, Interamna Lirenas e
Casinum, importanti città romane.
La chiesa rappresenta un bell’esempio di architettura romanico-benedettina il cui modello
fu certamente la chiesa abbaziale di Montecassino fatta erigere dall’abate Desiderio nel
periodo più fulgido della storia dell’Abbazia.
La sua edificazione è generalmente collocata tra la fine dell’anno 1000 e l’inizio del 1100
ad opera, oltre che di maestranze locali, anche di maestri cistercensi che avevano lavorato
nel cantiere di Montecassino.
La facciata1 è dominata sulla sinistra da una possente torre campanaria quadrata2, mentre
il maestoso portico a tre arcate3 risale al 1874, data del VI centenario della morte di San
Tommaso e l’ampia scalinata di accesso, molto più tarda, fu costruita nel 1955.
Il materiale usato è il tipico travertino locale, ma abbondantissimo è l’uso di materiale di
spoglio proveniente da edifici della contigua Aquinum romana; infatti grandi frammenti
marmorei, epigrafi, metope, cornici, rilievi tombali, capitelli arricchiscono la costruzione,
conferendole una suggestione rievocativa tutta particolare4.
L’edificio sorge in cima ad un’altura e domina la verde campagna circostante che,
all’epoca della costruzione era praticamente disabitata e segnava come il confine tra la
città romana e quella medievale che andava nascendo. Ancora oggi, seppure circondata
da edifici moderni, non ha perso la sua maestosità e imponenza.
Vi si accede attraverso l’ampia scalinata, già citata, ed il piano di ingresso è formato da
pietre con incise “tabulae lusoriae” che erano un gioco in voga tra gli antichi romani.
Superato il portico ottocentesco, sapientemente inserito nel contesto, si entra all’interno
attraverso un portale con un arco marmoreo al cui interno si ammira un prezioso mosaico
di stile bizantino5 che rappresenta la Vergine con il Bambino e due volti femminili
identificati in Ottolina6 e Maria dei conti di Aquino7.
L’interno8 è a tre navate absidate ed è completamente spoglio, perché le sfortunate
vicende della chiesa hanno cancellato l’apparato decorativo di cui restano solo alcuni
frammenti di affreschi di pregevole fattura.
Il transetto9 è introdotto da un imponente arco trionfale, arricchito da reperti romani, al cui
centro è l’altare maggiore10 costituito da un sarcofago romano in marmo.
L’importanza del sito ha suggerito all’amministrazione comunale di Aquino di realizzare il
restauro e la sistemazione dell’area, compreso il museo archeologico antistante la chiesa,
rendendo così tutto il complesso idoneo alla fruibilità di un pubblico sempre più ampio e
più vario. A testimoniare l’interesse che il sito riveste è significativo ricordare che durante
lavori di restauro nel 1991 venne trafugato un famoso sarcofago denominato delle
“Quadrighe”11, testimonianza rilevantissima della grandiosità dell’arte funeraria romana di
età imperiale.
Questa azione delittuosa ebbe però l’effetto di risvegliare in molti la coscienza del valore di
un patrimonio piuttosto trascurato dai più; quando fortunatamente, dopo più di venti anni, i
militari del Comando della guardia di finanza di Roma hanno ritrovato l’opera presso un
antiquario inglese, tutta Aquino l’ha accolta con grande entusiasmo e partecipazione ed
ora il sarcofago impreziosisce il locale Museo Archeologico, tra l’altro, gradevolmente
rinnovato nel suo allestimento.
Il monumento che vi è stato brevemente illustrato merita una visita. Vi assicuriamo che
non ne sarete delusi anche per l’amenità dei luoghi e la ricchezza delle testimonianze
archeologiche portate alla luce da recenti scavi ancora in corso.
Francesco Patini
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