Anno 7 - n° 252 W W W. G I U S T I Z I A - e - L I B E RTA . C O M 27 luglio 2008 G iustizia e L ibertà Distribuzione telematica Giudicefobia Giudicefobia di Ferdinand di Ferdinand (a pagina 2 - 3) Enlarge your penis di Enrico Deaglio (a pagina 4 - 5) Periodico Politico Indipendente Copia gratuita Ad Atene noi facciamo così Pericle, citato da Tucidide in "La guerra del Peloponneso II, 37-41" Questo è il testo di Pericle censurato da "Domenica In" a Paolo Rossi, stilato circa 2400 anni fa e quanto mai attuale. La Carfagna ... Il comico l'ha recitato dal 16 al 30.11.03 all'Ambra Jovinelli di di Francesco Merlo (a pagina 9 ) Roma. La Costituzione Costituzione Oggi, ci sembra, che sia più che necessario diffonderlo e pubLa la democrazia.. democrazia.. blicizzarlo ancor più di quanto non lo fosse nel 2003. eedi la Gustavo Zagreblsky L’ossessione di ... di Alexander Stille (a pagina 6 - 8 ) di Gustavo Zagreblsky (a pagina pagina 10 10 -- 12) 12) (a La spazzatura di Napoli e di governo di Eugenio Scalfari (a pagina 12 - 14) … lettere lettere ... ... … di Corrado Augias di Corrado Augias (a (a pagina pagina 15) 15) Fotovoltaico ed ed Fotovoltaico Eolico battono battono Eolico nucleare 4-0 4-0 ilil nucleare da Mitch8500 da Mitch8500 (a pagina pagina 16) 16) (a Silvio horror horror ... ... Silvio di Beppe Grillo di Beppe Grillo (a (a pagina pagina 17) 17) Come cambiano cambiano Come giornali ii giornali GiorgioBocca Bocca didiGiorgio (a (a pagina pagina 18) 18) Lezioni di dilegalilegaLezioni lità Albania tà inin Albania (a pagina 19 - 22) (a pagina 19 - 22) Buonanotte … … Buonanotte di Marco Travaglio di Marco Travaglio (a pagina pagina 22) 22) (a Quattro braccia Quattro ai VV.UU. VV.UU. ai di Michele Serra di Michele Serra (a (a pagina pagina 23) 23) Per quale quale Per Repubblica Repubblica ?? da Comitato per la Costituzione da Comitato per la Costituzione (a (a pagina pagina 24) 24) AliTaglia AliTaglia di Paolo Di Roberto di Paolo Di Roberto (a (a pagina pagina 25) 25) Università e Finanziaria di AA . VV. (a pagina 26 - 30) «Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo è detto democrazia. Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell'eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se preferisce vivere a suo modo. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevano offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero. Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private. Un uomo che non si inte(Continua a pagina 2) Staino, L’Unità 23.05.2008 2 INTERNI Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 GIUDICEFOBIA di Ferdinand Ci sarà pure un giudice a Berlino !” sbottò il mugnaio che vedendo i propri diritti calpestati dall’arrogante strapotere del Re di Prus sia, intendeva ricordare ai pre senti che comunque ci sarebbe sempre stato un giudice cui ricorrere per il torto subìto, fosse anche dal primo uomo del regno. Che anche i più potenti della terra , in ogni luogo e tempo vedi da ultimo qualche presidente USA- siano, come comuni mortali, assoggettabili a giudizio, pare nel corso dei secoli non vi fosse mai stato dubbio. Ma un’eccezione c’è ed abbiamo la curiosa sorte di averla tra noi. Silvio I°, ha chiarito una volta per tutte che la sua persona è al di fuori del comune principio “la legge è uguale per tutti” e quindi ogni giudice che intendesse sottoporle a giudizio per il suo operato, è da intendersi come pericoloso sovversivo. Anzi, dopo averli chiamati in passato malati di mente, ha oggi definito i procuratori che zione dal giudizio per il capo indagano, “metastasi della so- del governo, ecc.ecc. garantiscietà”. sero di fatto la sua impunità presente, passata e futura, conA giustificazione dell’assunto - figurando di fatto il signore riessere la sua persona al di fuori nascimentale “ legibus soludelle verifiche di legge- il no- tus”. stro ha ricordato che poiché la Poiché nessuno nell’opposiziolegge si applica in nome del ne ha avuto tempo e modo di popolo ed avendo il popolo so- sollevare alcune obiezioni , vavrano provveduto ad eleggerlo le forse la pena ricordare: comandante in capo della na1. Se è vero che la CdL ha vinzione, ergo nessun giudice si può o si deve permettere di sottoporre a giudizio il suo operato. E, in tal senso, negli ultimi dieci anni la sua preoccupazione massima è stata quella di sfornare una legge dopo l’altra che, tra sospensioni di giudizio, abbreviazione dei termini di prescrizione, eliminazione di figure di reato, esen- «Ad Atene noi facciamo così» (Continua da pagina 1) ressa dello Stato non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la di scussione come un ostacolo sulla strada dell'azione politica. Crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la prontezza a fronteggiare le situazioni e la fiducia in se stesso.» Pericle citato da Tucidide in "La guerra del Peloponneso II, 37-41" to le elezioni non è altrettanto vero che vi sia stato un plebiscito per Silvio I°, visto che in quella coalizione il vero aumento di voti l’ha avuto la LEGA mentre FI ha visto addirittura diminuire i propri consensi. Se ne deduce che senza i voti portatigli dalla Lega, Silvio sarebbe rimasto a casa. Quindi far passare la sommatoria dei voti di FI, AN e LEGA per una sua apoteosi è una delle sue tante bufale. E voler interpretare il mandato elettorale come incoronazione del “dictator” , una tragicommedia. 2. Il motivo fondamentale della vittoria elettorale della (Continua a pagina 3) 27 luglio 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 3 GIUDICEFOBIA (Continua da pagina 2) destra è connesso alla richiesta di maggior sicurezza da parte dei cittadini. Senonchè mentre a parole (disegni di legge, decreti legge, ecc.) e sceneggiate di facciata (i soldati nelle strade) si vuole dimostrare che il problema è sotto controllo, di fatto, contando sull’ignoranza popolare e sulla calura estiva , si è andati in direzione opposta. Grazie infatti alle varie norme di legge messe su dal vero ministro della giustizia quel Ghedini avvocato personale di Silvio che da anni ha il solo inderogabile mandato di salvare il suo boss dalle grinfie dei giudici- oltre a Silvio, potrebbe fararla franca, uscendo di prigione, o rinviando i processi o evitandoli del tutto, ecc. una miriade di lestofanti. E un’altra miriade non sarà neanche indagata grazie all’abolizione delle in-tercettazioni telefoniche ammesse,come noto, solo per pochissimi reati. Insomma tanta gente che dovrebbe veramente fare una statua a Silvio I°. Altro che attenzione al tema sicurezza. In realtà mai come in questo momento la nazione è stata così terreno franco per chi è intenzionato a commettere reati. Gli unici presi di mira gravemente, essendo gli immigrati clandestini. Che dire ? Hanno ragione coloro che, da più parti, giudicavano il male minore una norma unica ad hoc che costituisse un salvacondotto definitivo e totale per Silvio I°, affetto da giudiucefobia. Meglio uno solo libero per sempre e con l’assicurazione di farla franca comunque e dovunque piuttosto che migliaia di criminali piccoli e grandi liberi per le strade, negli uffici, nelle aziende. Occorreranno anni per valutare quanto è costato alla nazione Silvio I° al potere. Ferdinand 4 INTERNI Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 Al passo con i tempi Enlarge Your penis Pornopolitica, malattia senile del berlusconismo di Enrico Deaglio (Diario, n° 12 del 2008) Un comune denominatore unisce ormai la politica, le piazze, gli spam elettronici, le intercettazioni telefoniche: le abituidini sessuali dei maschi. In Italia si discute sulle sfumature tra «magniaccia» e «statista». Un buon argomento per l'estate L' agenda Agenda è ormai una pa rola importantissima nella politica: il governo ha una sua agenda (che è poi quello che una volta era il programma), «impone» la sua agenda, «comunica» la sua agenda eccetera. Di converso, l'opposizione non deve «farsi dettare l'agenda» eccetera. Nell'agenda italiana del 2008, le parole chiave dell'agenda governativa sono: esercito, impronte digitali, pornopolitica, immunità e bordello. Per l'opposizione invece, si assiste a una frattura: il Pd inalbera sempre la parola «dialogo», mentre Di Pietro scrive magnaccia» e «mafioso». Questo è tutto ciò che regala l'estate italiana. Non c'è che da rallegrarsi per l'ulteriore giro compiuto dalla vite, un'altra spirale verso l'abisso l'abbiamo appena tracciata. Ci si potrà solo divertire a immaginare le possibili convergenze o interferenze tra le varie «agende»: dialogo con il magnaccia? Impronte digitali nei bordelli ? Esercito per garantire il dialogo ? E tutte le altre combinazioni possibili. §§§ Come sapete, l'agenda attuale è recente, da quando si è sparsa la voce dell'esistenza di grevi intercettazioni telefoniche in cui il nostro anziano primo ministro confida agli amici le sue avvilenti prestazioni sessuali e coinvolge figure pubbliche e ministre. Non è Boccaccio, perché non ne ha la genialità e l'ironia, è piuttosto lo squallore senile di un potere che non riesce a rendersi attraente. Roba da far cadere un governo ? Macché, l'Italia ha lo stomaco forte, l'età si è allungata e la comprensione nei confronti degli anziani è uno dei tratti buoni del nostro Paese. Ma roba per imbastire ricatti, certamente sì. E la gestione politicoeconomica dello scandalo sessuale nel Paese cattolico fa parte della nostra Storia. Poche settimane fa si è scoperto, per esempio, che nelle pieghe del decreto sicurezza era anche contemplato che nel caso di accuse a un prete, la magistratura dovesse in- formare, in via riservata, il vescovo. E poi abbiamo assistito alla richiesta pubblica di Silvio Berlusconi di un cambiamento delle regole della Santa Chiesa per far sì che anche separati e divorziati possano prendere la Santa Comunione. uno dei pochissimi riferimenti (segnalatomi dallo storico Bruno Bongiovanni) è dell'indimenticato Danilo Dolci che, in uno splendido racconto contenuto nell’ Inchiesta a Palermo del 1957, descrive una scena nella capitale siciliana durante l'occupazione americana, alla fine della Seconda Infine sono arrivate le guerra mondiale: allusioni in Parlamento «Clinton non ha nomi- «I magnacci... Ognunato ministro la Le- no protegge le sue winsky») e, infine, il fe- donne: appartiene a rale «magnaccia», rivol- mia, è la mia femmito al Berlusconi IV, che na... Certi di questi invece ormai ambirebbe magnacci sono spie a passare alla Storia co- della Questura: vedome «statista», forte del- no di notte quello che l'età, dell'esperienza, del peso internaziona-le e del succede e glielo dicoconsenso fragoroso di cui no. Tra le donne c'è gelosia dei loro magode in Italia. §§§ Terreno difficile, come ben si capisce. Perché nella storia della politica il termine «magnaccia» viene in genere applicato al nemico sconfitto e non allo statista in carica. Nella storia romana Cicerone fece un accenno a un politico «lenone», ma la cosa finì lì (e anni dopo, con la sua testa). Nella storia del capitalismo, il Meckie Messer di Bertolt Brecht è un vero magnaccia, ma non è un politico di professione. E nella letteratura politica italiana gnacci. Una donna, per tutto l'oro del mondo non si dà al magnaccio dell'altra: sarebbe un'offesa all'altra e, quando capita, certe volte c'è di mezzo lo sfregio, una tagliatina di faccia o una coltellata. E certe volte lui, se di accorge che lei l'ha tradito, l'incula per sfregio e poi lo dice a tutti perché sia disprezzata... Il magnaccio non si piglia percentuale, vive sulla donna. Va vestito elegantone, anelli alle dita, brillante al dito, collanina al collo. . . Centinaia sono a Palermo questi magnacci... Quando arrivano le navi americane non (Continua a pagina 5) 27 luglio 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 5 Enlarge your penis (Continua da pagina 4) lasciando il giudizio ai nelle sue umane debo- leader. c'è prezzo: gli americani po-steri: e dire che quel- lezze, difenderlo dalle Quella di Berlusconi era lo era mafioso, mica cattiverie e sostenerlo a dir poco insultante. li buttano i soldi. » Non gli arrivavano a dire «magnaccia», ma poco ci mancava. La brochure era stata compilata dagli americani. Che poi si sono ufficial§§§ mente scusati. George §§§ Bush stesso ha conferRiferimenti allo sfruttamento mato a Silvio Berluscodi donne si trovano però nel- Naturalmente, la queni i sensi della sua masla storia recente dell'America stione contigente che sima stima. Latina. riguarda l'attuale Quando glielo hanno I generali che deposero Juan premier può essere ridetto, Berlusconi ha caDomingo Peron usarono l'ar- solta con saggezza e pito che il suo gomento dopo il colpo di Sta- «IL premier italiano è stato uno dei più controversi problema non to e relaziona- leader nella Storia di un Paese conosciuto per corruzione era Di Pietro, non era Velrono il popolo troni, non era argentino sulle governativa e vizio.» moglie, sue tremule Dalla biografia di Berlusconi, pubblicata nella cartella stampa sua non era la sua attività sessuali e sui privile- che la Casa Bianca ha distribuito ai giornalisti in viaggio sull’ vita privata, non era Vittogi che aveva Air Force One verso il G8 in Giappone. rio Mangano, concesso alle emule di Evita; lo stesso si moder-nità: le intercet- Vittorio Mangano come non era Bossi, non era fece per Trujillo nella Re- tazioni non saranno di- l'ombra di Banquo, il Nicoletta Gandus. pubblica Dominicana; e (un vulgate, anzi saran no secondo tradimento del- Era qualcosa di più. . po') si osò dire anche del ge- mandate al macero la Lega come incubo, nerale Stroessner in Para- (come si promise qua- una clinica per Sexual guay quando andò in esilio e rant'anni fa per i faldoni Addicts come prossimo P.S. Dicono i bene informati quindi faceva meno paura. del Sifar sulle preferen- indirizzo. che la grande strategia Ma tutto questo si svolgeva ze sessuali dei politici Il dovere patriottico è del Pd sia quella di stacdemocristiani) e in comquello di non fargli sain lande lontane e in tempi penso il presidente del pere a che punto è arri- care la Lega da Berluormai lontani. sconi, come avvenne 12 In realtà che un uomo politi- Consiglio e i suoi avvo- vato, di fargli credere anni fa. co potesse trovare diretto pro cati si sono dichiarati che tutti ancora lo ama- Il leader della Lega è fitto dallo sfruttamento delle pronti a smussare le par- no. molto malato, l'interlodonne, nessuno aveva mai ti più sgradevoli da dicutore è Roberto Maro§ § § gerire al Pd sui cambiaosato supporlo. ni, ministro dell'Interno, menti costituzionali. E quindi l'accostamento staIl Presidente, dieci gior- l'unico leghista che abtista-magnaccia pronunciato Si sancisce quindi, con ni fa, era molto preoc- bia una faccia triste. da Antonio Di Pietro ha il pregiudizio favorevole, cupato per la possibile Il ministro triste vuole sapore della novità politica: che il nostro premier, pubblicazione delle sue prendere le impronte dei l'Italia è pur sempre stato un ufficialmente, non è un avvilenti telefonate pri- bambini rom dall' età di «magnaccia». laboratorio politico. vate. sei anni. Un laboratorio politico che la È uno statista che vive, Pensava che lo avrebbe- Perché solo a sei anni ? classe dirigente italiana nel con invidiabile irruenza ro potuto portare alla Tutti sanno che le im2008 affronta con sapienza giovanile e grande ge- fine: con sua moglie e pronte digitali si formanerosità, la sua vita pri- con il Paese. ed esperienza. vata, senza che questa Ha ottenuto la dila- no nel feto all' età di sei mesi e tali rimangono Alla domanda «Può essere interferisca minimauno statista un magnac- mente con le sue pubbli- zione più antipatica, per tutta la vita. quella di chi è sotto ri- Perché quindi non prencia ?» oppure «Può un ma- che responsabilità. derle direttamente alla gnaccia essere uno stati- Si sancisce quindi che la catto. sta ?», la nostra cultura giu- sua vita privata, così Ha convocato una con- nascita, in sala parto ? ridica si presenta molto pre- come quella pubblica, ferenza stampa in cui, Non sarebbe questo un parata: si osserva, per esem- così come quella im- con volto terreo, si è buon terreno di discuspio, che magnaccia è sempre prenditoriale -passata, detto molto fiducioso su sione tra il Pd e la factutto. cia triste del nazismo meglio di mafioso. presente e futura- non Si osserva che l'assoluta li- può essere messa sotto È poi partito per il G8 in italiano ? bertà garantita alla nostra giudizio per quanto ri- Giappone. cultura cinematografica ha guarda il passato, il pre- Sull'aereo che trasporta- Enrico Deaglio va i giornalisti, è stata potuto produrre un capola- sente e il futuro. loro distribuita una bro- Diario voro come Il Divo che situa, nel giusto contesto, le azioni Sarà quindi nostro do- chure ufficiale sul sum- n. 12, 2008 politiche di Giulio Andreotti vere patriottico aiutarlo mit, con le biografie dei Ma nessuno di questi «magnacci» avrebbe aspirato alla carica di presidente del Consiglio e di futuro presidente della Repubblica. magnaccia, per cui, in un certo senso, abbiamo fatto passi avanti, perlomeno in fatto di minore spargimento di sangue e orripilazione dell' opinione pubblica. da quanti speculano sulla sua vecchiezza, su quegli oscuri presentimenti di morte e di tradimento che da sempre lo accompagnano e che ora sono sempre più visibili: capelli morti in testa, camicia nera come Italian Fashion, «enlarge your penis» come ossessione, «metastasi» come metafora preferita, il fattore-eroe 6 INTERNI Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 L' ossessione di Luigi XIV di ALEXANDER STILLE (La Repubblica, 14 luglio 2008) Che peso dare all' ultima tornata di scandali, un turbine di intercettazioni, voci, pettegolezzi piccanti ? Sarebbe facile liquidarli come giornalismo scandalistico, sensazionalismo o una questione di stile e buon gusto: Sabina Guzzanti ha esagerato con quell' appellativo ri- Ma anche gli infiniti conflitti di interesse creati dalla presenza di Berlusconi in politica, e il quadro della vita politica nazionale di un grande paese ridotta ad estensione del potere personale di un singolo individuo. Rai Fiction e Berlusconi nel suo ruolo di proprietario di Mediaset, principale concorrente della Rai. Saccà è stato indagato sulla base di prove indicanti che sfruttava la sua posizione in Rai per creare una società di produzione indipendente, In un editoriale strana- che sperava di promuovemente rivelatore, Vittorio re garantendo favori a Feltri, diret- Berlusconi. tore di Libe- In realtà Saccà corteggiaro, ha scrit- va Mediaset sia come to: «Silvio possibile investitore per non aver la sua nuova società che paura, an- come fonte di redditizi che il duce contratti cinematografici. ci dava con Berlusconi, da parte sua le donne, sollecita a Saccà favori di a b b i a m o ogni genere. bisogno di In un caso Berlusconi un premier, chiede esplicitamente che non di un Saccà ingaggi un'attrice frate». in rapporti sentimentali In realtà le con un senatore del centroppo gene- trosinistra per conquistarrose elargi- ne l'appoggio e far cadere zioni in po- il governo Prodi. tere e in de- Il fatto che il governo naro alla Prodi sia poi caduto per famiglia di altri motivi è ininfluente. Claretta Pe- Ringraziando Saccà per i tacci preoc- numerosi piaceri, Berluc u p a r o n o sconi, stando a quanto molti fascisti riportato, ha detto: «Ti e non venne- contraccambierò quanro rese pub- do sarai libero imprenbliche, e- ditore». sempio per- Questo è l' esempio perfetto dell'arbitrarietà e fetto di quel conflitto di ferito alla Carfagna ? Per Berlusconi non è che della assenza di respon- interesse che molti di noi gossip e spazzatura. Però sabilità vigenti sotto una paventarono nel momenspulciando con attenzione dittatura personale. to in cui Berlusconi entrò il caos di rivelazioni e in politica: l' uso del frammenti di informazio- Tanto per cominciare le grande potere che gli deni e intercettazioni, si intercettazioni, comprese riva dalla ricchezza per scopre tutta una serie di quelle "piccanti" di cui distorcere la funzione di problematiche fondamen- non si fa che parlare, na- governo, per corrompere tali. identificative dell' scono da un fatto di e- un funzionario pubblico Italia di oggi, che riguar- strema gravità: i rapporti affinché si presti ai suoi dano lo stato di diritto, la scorretti tra Agostino fini invece di fare il proresponsabilità del potere. Saccà, responsabile di prio dovere. L'ammissione da parte di Berlusconi che il fine era far cadere un governo con mezzi impropri basterebbe da sola, in un paese normale, a escludere Berlusconi dalle cariche pubbliche, ma gli italiani, sordi al problema del conflitto di interessi, ancora una volta si sono fidati, fiduciosi che avrebbe anteposto il progresso del paese agli interessi personali, fiducia che alla luce di una serie di leggi ad personam e dell' attuale pasticcio si è dimostrata per l' ennesima volta illusoria. Eppure l'incapacità di Berlusconi di distinguere il confine tra le sue aspirazioni personali e il bene del paese è elemento fondamentale della sua identità, il codice alla base del suo Dna politico. Torniamo un attimo alle origini della soap opera che ha per protagonista Mara Carfagna: Berlusconi in Tv dichiara esplicitamente il suo interesse sessuale per lei: «Se non fossi già sposato, la sposerei subito». In ultima analisi non è importante se Berlusconi sia riuscito nei suoi intenti, e se la Carfagna sia una delle donne delle intercettazioni. In una democrazia normale, ci si aspetta che l' incarico di parlamentare o di ministro sia assegnato a persone di grandi qualità (non direi le più qualificate, la politica è politica ovunque), ma è (Continua a pagina 7) 27 luglio 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 7 L' ossessione di Luigi XIV Fa battute sull' avvenente logico attendersi un altis- premier danese e la mosimo livello di professio- glie Veronica. Si vanta con la stampa nalità. francese delle sue amanti Candidare al Parlamento d' oltralpe. e assegnare un ministero Dice di essersi sacrificato ad una trentaduenne ex a fare il dongiovanni con pin-up la cui principale il primo ministro finlanqualifica è chiaramente l' dese, una donna bruttina. attrazione sessuale del Parla con gli investitori a premier nei suoi confronti Wall Street delle "belle significa farsi beffe del segretarie". concetto di governo rap- Nell' ultima campagna presentativo. sbandierava la maggiore Per la parlamentare accet- avvenenza delle donne tare un ruolo di potere del Popolo della Libertà dopo esser stata corteg- rispetto a quelle del cengiata apertamente in tele- trosinistra. visione significa sacrifi- E commentando la percare ogni diritto alla centuale di donne presenprivacy. ti in lista nella sua coaliIntrodurre la propria vita zione non ha potuto evisessuale nella sfera pub- tare di sottolineare che blica è una caratteristica «Portiamo in Parlamensaliente del politico Ber- to il 30 per cento di lusconi. donne e si scatena la «Ho avuto una fidanza- corsa a dire che sono ta turca», dice di fronte fidanzate mie e di Gianad una delegazione turca. franco. Siamo super(Continua da pagina 6) man, ma certi traguardi goda di vasto rispetto sono impegnativi anche oltreoceano, quando invece è considerato presper noi». Intenzionalmente portava soché universalmente un a pensare che sì, con buffone. qualcuna forse era andato a letto, ma non con tutte. Fa scalpore per un attimo che nel press kit della Casa Bianca, anche sotto l' amica amministrazione Bush, ci si riferisca a Berlusconi poco rispettosamente come a un "politico dilettante" in un "paese noto per la corruzione". Ma è segno della profonda mediocrità e del provincialismo dell' Italia di Berlusconi in cui grazie a una stampa ampiamente controllata e accomodante le gaffe del premier vengono minimizzate, o celate o non mostrate in Tv, che la maggior parte degli italiani vive nell' illusione che Berlusconi Non è semplicemente una questione di stile. Il profondo sessismo e la misoginia sono entrambi specchio di una società in cui le donne hanno pochissimo potere, e l' Italia è agli ultimi posti quanto a presenza delle donne in politica e nella forza lavoro. Il basso livello di partecipazione alla forza lavoro è considerato un fattore importante nella scarsa performance economica italiana degli ultimi anni, non si tratta quindi solo di equità, e lo squilibrio tra uomini e donne è stato posto in relazione con il bassissimo tasso di natalità in Italia, un tema (Continua a pagina 8) 8 INTERNI Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 L' ossessione di Luigi XIV (Continua da pagina 7) teoricamente caro al centrodestra. Ma al di là del sessismo e della misoginia, sessualizzando e personalizzando la sfera politica Berlusconi procede nel cambiare la natura fondamentale della democrazia in Italia. Parlare delle 'mie fanciullè e delle 'mie bambinè , rientra nello stile di governo patrimoniale di Berlusconi, in cui il Parlamento e il governo sono semplicemente un'estensione del suo potere personale e del suo impero finanziario. Berlusconi ha cambiato la legge elettorale italiana, contro la volontà degli italiani espressa in un referendum, per tornare ad un sistema proporzionale imponendo il potere quasi assoluto dei segretari di partito sui candidati al Parlamento. Non era solo la maniera perfetta per perpetuare il sistema delle "caste" in Italia, ma dava a Berlusconi la facoltà di mettere in Parlamento chi volesse, riducendo il ruolo del parlamentare a quello di un mero dipendente. Il risultato è una Deborah Bergamini, ex assistente personale di Berlusconi cacciata dalla Rai perché nell' esercizio delle sue funzioni pubbliche eseguiva gli ordini del suo ex capo. La punizione ? Una liquidazione di più di 350.000 euro e un seggio in Parlamento. L' Italia è in teoria una democrazia parlamentare, ma sotto Berlusconi il Parlamento è stato svuo- tato di ogni reale significato. Non è che un timbro di gomma per avallare le decisioni del capo. In questo senso l' ultimo scandalo, quello delle 'bambinè , è pregnante. Prendiamo ad esempio un siparietto che ha ricevuto molta meno attenzione del dovuto. Durante una seduta del Parlamento Berlusconi ha inviato un "affettuoso" bigliettino a due giovani parlamentari, Gabriella Giammanco e Nunzia de Girolamo, due delle tante onorevoli la cui unica qualifica è un bel faccino e il fascino che esercitano su Berlusconi. Il biglietto diceva: Gabri, Nunzia, state molto bene insieme! Grazie per restare qui, ma non è necessario. Se avete qualche invito galante per colazione, Vi autorizzo (sottolineato) ad andarvene! Molti baci a tutte e due! !! Il "Vostro" presidente». In realtà il riferimento all' aspetto fisico e all' "invito galante" etichettano le due donne come null'altro che oggetti sessuali che non devono curarsi dei lavori parlamentari, sono solo decorative. Questa totale confusione tra pubblico e privato rispecchia la visione berlusconiana dello "stato patrimoniale", come lo definì Giuliano Ferrara, in cui tutto e tutti appartengono a Berlusconi. vestizione e a molte funzioni corporali del sovrano. Ma il motto di Luigi XIV "L' etat c' est moi" era in realtà un passo avanti rispetto all' anarchia feudale e implicava pur sempre un concetto di Stato. Quello di Berlusconi è ancor più primitivo, più vicino alla frase "È tutta roba mia". Ragione di più perché le intercettazioni siano pubblicate e analizzate in tutte le loro implicazioni. Chi decide quali nastri siano 'irrilevantì e meramente personali quando il meramente personale e il politico sono inesorabilmente interconnessi ? Ai tempi di Luigi XIV, non c' era distinzione tra ALEXANDER STILLE pubblico e privato. La Repubblica La corte assisteva nella 14 luglio 2008 stanza da letto del re alla INTERNI 27 luglio 2008 Giustizia e Libertà 9 La Carfagna chieda un giurì di Franceso Merlo (La Repubblica, 11.07.2008) Stiamo assistendo al tracciato di un destino drammatico che ci piacerebbe interrompere, un destino inedito in Italia. Al ristorante, in un museo, in qualsiasi occasione pubblica, nel bel mezzo di una cerimonia istituzionale, all'estero, nel fuoco di una polemica, in ogni sguardo distratto, e anche nell'intimità dei suoi affetti, il ministro Mara Carfagna sarà sempre e comunque minacciata dalla calunnia che lei stessa ha giustamente definito "la schifezza"; inchiodata a quelle chiacchierate intercettazioni dove ormai fermenta la verità. Una ministra della Repubblica italiana ha il diritto di essere bella, di non essere spiata attraverso il buco della serratura, di avere una vita privata articolata, tormentata e trasgressiva anche con chi non piace a noi. Sicuramente non bisognerebbe permettere che venga insultata da tutta l'Italia, anche da destra, visto che persino i suoi compagni di partito la "elevano" -con sordidezza improvvida, goffa e, speriamo, non voluta- a prima cortigiana del Reame. Nulla infatti è più squallido dell'offesa orientata sessualmente, delle metafore di genere, ma soprattutto della trivialità dei sorrisetti e degli ammiccamenti degli amici dai quali "ci guardi Dio". Valuti, per esempio, il ministro Mara Carfagna, le esternazioni "solidali" delle sue colleghe di area (una per tutte: "un po' di castità in più di questi tempi non guasterebbe"). E legga gli articoli che i fedeli giornali della de- stra le stanno dedicando per difendere in lei citiamo testualmente- "il regime della seduzione fondato sulla gnoccherria" "la fell... al potere", "l'uso del Viagra e il disuso di Habermas". E invece oggi la si accusa -e la si difende sino alla teorizzazione di una nuova era politico istituzionale- di Impari Opportunità, di oltraggio oltre che alla Repubblica all'idea stessa di Pari Opportunità, di cicisbeismo Chiunque capisce che, femminile, di essere stata indipendentemente dai appunto scelta perché è fatti ormai documentabili la Favorita di talamo. solo nelle famose intercettazioni, è proprio qui Diciamo la verità: quel che si dà per certo, esal- che ci si aspetta è che sia tandolo come modernità lei a svincolarsi dalla e addirittura "come civil- morbosità dei guardoni tà marcusiana", che d'Italia e dunque a libe"Berlusconi è un ap- rarsi per liberarci tutti: i prezzatore, seppure set- viziosi sessuomani, gli tantatreenne, dei piace- amici-nemici, i nemiciri di una magnifica ra- amici, le invidiose, le gazza che fa parte del la santarelline, i lapidatori, i professionisti dell'indisquadra di governo". Eccola dunque finita -"la gnazione... magnifica ragazza"- tra i due fuochi, il nemico Dunque la Carfagna que(scontato) e l'amico reli pure, se le pare giu(imprevisto), che sempre sto. convergono quando un E si batta contro la violaintero paese si accanisce zione della privacy. E contro una donna della stia in prima linea contro quale si sospetta e si de- l'uso canagliesco e ricatnuncia il possesso di una tatorio delle intercettasola virtù, quella estetico- zioni. sessuale che la degrade- Ma, su un punto, se ama rebbe a Favorita, ministro se stessa, se ama l'Italia, per meriti sessuali, mini- se ama le Istituzioni delle stro in cambio di presta- quali ormai fa parte, il ministro Mara Carfagna zioni sessuali. non può più transigere: Non c'è dubbio che il mi- deve essere lei a battere i nistro Carfagna è bella, pugni in Consiglio dei di una bellezza moderna ministri, in televisione, e dunque, fra i tanti pe- sui giornali, per chiedere santissimi scandali del la pubblicazione di quelle governo Berlusconi, non parti delle intercettazioni ci sembrò uno scandalo che la riguardano. che la sua bellezza fosse Solo la divulgazione di riconosciuta e premiata quegli ‘aforismì telefocome valore. nici’ può smontare l'infaOvviamente sapevamo di mia della quale si dice non essere in presenza di vittima. una nuova Nilde Jotti o di una Levi Montalcini o La nostra lunga "spystoria" ha convinto gli di una Yourcenar. Ma fra tanti brutti ceffi di italiani che siamo il paestallieri spacciati per mi- se nel quale si distruggonistri competenti ci met- no solo le prove. teva di buonumore l'idea che un soffio di grazia D'altra parte il nulla non potesse alimentare le Pari si annulla. E una cosa è essere assolOpportunità. ti per insufficienza di prove e un'altra cosa è essere assolti per distruzione di prove. Perciò in Italia, alla fine, più si distrugge e più si costruisce la prova. Ecco perché, al punto in cui siamo, alla Carfagna non rimane che porre appunto l'esibizione della prova come condizione della propria permanenza al governo. Siamo tutti felicemente circondati da sorelle, figlie, amiche, colleghe, insomma da donne che hanno (e praticano) la loro sessualità. Nessuna persona normale, incontrandole al lavoro o davanti al frigorifero di casa, al bar o sul treno, le associa alle loro pratiche sessuali, presenti, passate e future. Per questa "magnifica ragazza" sarà invece normale venire inchiodata al presunto, preprovato sudiciume istituzionale che è la sola cosa che scandalizza anche noi, la sola vergogna che ci parrebbe irredimibile, l'avere cioè ottenuto un ministero come 'dono del mattino', come il "Morgensgabe" del signorotto medievale: tu mi dai in dote la tua avvenenza e io in controdote, al risveglio, ti faccio scegliere nel mazzo dei ministeri, ti do un pezzo della Repubblica Italiana. La ministra Carfagna chieda dunque un Giurì che esamini quei nastri. Sia irremovibile nel pretendere che sia pubblicato l'impubblicabile. ♣ 10 Giustizia e Libertà INTERNI 27 luglio 2008 La Costituzione ai tempi della democrazia autoritaria di Gustavo Zagrebelsky (La Repubblica, 22 luglio 2008) La Costituzione fatica nel compito di creare concordia. Quando una Costituzione genera discordia, è segno di qualcosa di nuovo e profondo che ha creato uno scarto. E il momento in cui le strade della legittimità e della legalità (la prima, adeguatezza ad aspettative concrete; la seconda, conformità a norme astratte) si divaricano. Di legalità si vive, quando corrisponde alla legittimità. Ma, altrimenti, si può anche morire. Alla fine è pur sempre la legittimità a prevalere su una legalità ridotta a fantasma senz’anima. La difesa della Costituzione non può perciò limitarsi alla pur necessaria denuncia delle violazioni e dei tentativi di modificarla stravolgendola. Una cosa è l’incostituzionalità, contrastabile richiamandosi alla legalità costituzionale. Ma, cosa diversa è l’anticostituzionalità, cioè il tentativo di passare da una Costituzione a un’altra. Contro l’anticostituzionalità, il richiamo alla legalità è uno strumento spuntato, perché proprio la legalità è messa in questione. Che cos’è, dunque, la controversia sulla Costituzione: una questione di legalità o di legittimità ? Dobbiamo poter rispondere, per metterci sul giusto terreno ed evitare vacue parole. Per farlo, occorre guardare alla psicologia sociale e alle sue aspettative costituzionali. Questa è un’epoca in cui, manifestamente, le relazioni tra le persone si fanno incerte e il primo moto è di diffidenza, difesa, chiusura. Questo è un dato. Alla politica, che pur si disprezza, si chiede attenzione ai propri interessi, alla propria identità, alla propria sicurezza, alla propria privata libertà. L’ossessione per "il proprio" ha, come corrispettivo, l’indifferenza e, dove occorre, l’ostilità per "l’altrui". In termini morali, quest’atteggiamento implica una pretesa di plusvalenza. In termini politici, comporta la semplificazione dei problemi, che si guardano da un lato solo, il nostro. In termini costituzionali, si traduce in privilegi e discriminazioni. sociali ed economiche e, per quanto eccede, ne facciamo dei "clandestini", trattandoli da delinquenti. Non pensiamo che anche noi, gli "aventi diritto", portiamo una responsabilità delle persone che muoiono in mare o nascoste nelle stive, in dotte da questa nostra legislazione ad agire,per l’appunto, da clandestini. La criminalità si annida nelle comunità che vivono ai margini della nostra società (oggi,i rom e i sinti; domani, chissà). Allora, spianiamo per intanto i campi dove vivono e pigiamone i pollici, grandi e piccoli, perché lascino un’impronta. Basta non guardare la loro sofferenza e la loro dignità. Certo, i mendicanti seduti o sdraiati sui marciapiedi ostacolano il passaggio. Noi, che non abbiamo bisogno di elemosinare, vietiamo loro di farsi vedere in giro. Esempi ? Basta non pensare alla "A casa nostra" vo- vergogna che aggiungliamo comandare noi: giamo al bisogno. espressione pregnante, che sottintende un titolo L’indigenza si diffonde di proprietà tutt’altro Istituiamo l’elemosina che ovvio. di Stato. Detto diversamente: ci Si crea così una frattura sono persone che, pur sociale, tipo Ancien Révivendo accanto a noi, gime ? sono come "in casa al- Basta non accorgersene. trui", nella diaspora, I diritti si rovesciano in senza diritti ma solo con strumenti di esclusione concessioni, revocabili quando, per garantire i secondo convenienza. nostri, non guardiamo il lato che riguarda gli alGli immigrati pongono tri. problemi ? In una società di uguali, Li risolviamo con quote il lato sarebbe uno solo: d’ingresso determinate il mio è anche il tuo. dalle nostre esigenze Ma in una società di di- suguali, l’unilateralità è la premessa dell’ingiustizia, della discriminazione, dell’altrui disumanizzazione. Quando si prende questa china, non si sa dove si finisce. Perfino a teorizzare la tortura, in nome della sicurezza. Ma questa è anche un’epoca di restrizione delle cerchie della socievolezza. Il nostro benessere è insidiato dagli altri: dunque rifugiamoci tra di noi, amici nella condivisione dei medesimi interessi. Al riparo dalle insidie del mondo, pensiamo di trovare la nostra sicurezza. L’esistenza in grande appare insensata, anzi insidiosa: la parola umanità suona vuota, le unità politiche create dalla storia dei popoli si disgregano in piccole comunità sospettose l’una verso l’altra; l’Europa segna il passo. Le riduzioni di scala della socievolezza riguardano ogni ambito della vita di relazione e, a mano a mano che procedono, creano nuove inimicizie in una spirale che distrugge l’interesse generale e i suoi postulati di legalità, imparzialità, disinteresse personale. La legge uguale per tutti è sostituita dalla ricerca di immunità e impunità. Ciò che denominiamo “familismo” crea cricche politiche e partitiche, economiche e finanziarie, culturali e accademiche, spesso intrecciate tra loro, dove (Continua a pagina 11) 27 luglio 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 11 La Costituzione ai tempi della democrazia autoritaria (Continua da pagina 10) si organizzano e si chiudono relazioni sociali e di potere protette, per trasmetterle da padri a figli e nipoti, da boss a boss, da amico ad amico e ad amico dell’amico, secondo la legge dell’affiliazione. Sul piano morale, quest’atteggiamento valorizza come virtù l’appartenenza e l’affidabilità, a scapito della libertà. Sul piano politico, si traduce in distruzione dello spirito pubblico e nella sostituzione degli interessi generali con accordi opachi tra "famiglie". Sul piano costituzionale, si risolve nella distruzione della repubblica di cui parla l’art. i della Costituzione, da intendersi nel senso ciceroniano di una comunione basata sul legittimo consenso circa l’utilità comune. Della diffidenza e della chiusura, conseguenza naturale è la perdita di futuro, come bene collettivo. Si procede alla cieca e, non sapendoci dare una meta che meriti sacrifici, cresciamo in particolarismi e aggressività. Le visioni del futuro, che una volta assumevano le vesti di ideologie, sono state distrutte e, con esse, sono andati perduti anche gli ideali che contenevano. Sono stati sostituiti da mere forze divenute fini a se stesse, come la tecnica alleata all’economia di mercato, mossa dai bilanci delle imprese: forze paragonate al carro di Dschagannath che, secondo una tradizione hindu, trasporta la figura del dio Krishna e, muovendosi da sé senza meta, travolge la gente che, in preda a terrore, cerca inutilmente di guidarlo, rallentarlo, arrestarlo. In termini morali, la perdita di futuro contiene un’autorizzazione in bianco alla consumazione nell’immediato di tutte le possibilità, senza accantonamenti per l’avvenire. In termini politici, comporta una concezione dell’azione pubblica come sequenza di misure emergenziali. Intermini costituzionali, distrugge ciò che, propriamente, è politica e la sostituisce con una gestione d’affari a rendita immediata. Tutto ciò, invero, è un insieme di constatazioni piuttosto banali che, oltretutto, non rispecchiano l’intera realtà costituzionale, per nostra fortuna fatta anche d’altro. Ma, per quanto in queste constatazioni c’è di vero, non sarà altrettanto banale collegarlo con la Costituzione e le sue difficoltà. Quelle tre nevrosi da insicurezza -visione parziale delle cose; disgregazione degli ambiti di vita comune; assenza di futuro- hanno un unico significato: la corrosione del legame sociale. Non siamo solo noi a trovarci alle prese con questa difficoltà, ma noi specialmente. Una domanda classica nella sociologia politica è: che cosa tiene insieme la società ? Oggi la domanda si è spostata, e ci si chiede addirittura se di società, cioè di relazioni primarie spontanee, non imposte forzosamente, si possa ancora parlare. In effetti, poiché convivere pur bisogna, vale una relazione inversa: a le- game sociale calante, consenso rende nulla la costrizione crescente. forza del diritto; chi obbietta in nome della CoNon è forse questa la stituzione è un patetico nostra china costituzio- azzeccagarbugli che con nale ? codici e codicilli crede Una china su cui trovia- di fermare la marcia mo, da un lato, per e- della nuova legittimità sempio, indifferenza per costituzionale. l’universalità dei diritti, per la separazione dei La Costituzione non poteri, per il rispetto del ammette questo modo di le procedure e dei tempi ragionare. delle decisioni, per i Non c’è consenso che controlli, per la dialetti- possa giustificare la vioca parlamentare, per la lazione delle "forme" e legalità, per l’indipen- dei "limiti" ch’essa stadenza della funzione bilisce (art. 1). giudiziaria: indifferen- Ma questa è legalità coza, in breve, per ciò stituzionale. qualifica come liberale" una democrazia; so- Pensare di sostenere una stegno, dall’altro, alle legalità traballante nella misure energiche, alla sua legittimità, invocanconcentrazione e alla do soltanto la legalità, è personalizzazione del come volersi trarre dalle potere, alla democrazia sabbie mobili aggrapd’investitura, all’anti- pandosi ai propri capelparlamentarismo, al fare li. per il fare, al decidere Chi vuol difendere la per il decidere: in breve, Costituzione deve acceta ciò che qualifica inve- tare la sfida della legittice come "autoritaria" mità e saper mostrare, la democrazia. anche attraverso i propri comportamenti, che la La sintesi potrebbe esse- Costituzione non è un re la frase pronunciata involucro ormai privo di da un deputato sociali- valida sostanza, non è sta, all’epoca delle na- l’espressione o la coperzionalizzazioni decise tura di un mondo senza dal governo Mitterrand futuro. e osteggiate dall’opposi- Occorre far breccia in zione di destra, che ave- convinzioni collettive,là va promosso un ricorso dove domina indifferenal Conseil constitution- za, sfiducia, rassegnanel (più o meno, la no- zione: isentimenti quastra Corte costituziona- lunquistici, naturalmenle): «Voi avete giuridi- te orientati a esiti autoricamente torto, perché tari, di cui s’è detto. Se noi abbiamo politica- la crisi costituzionale è innanzitutto crisi di mente ragione». In altri termini, il vostro disfacimento sociale, è richiamo alla Costitu- da qui che occorre riparzione vale nulla, perché tire. noi abbiamo i voti. Si difende la CostituzioQuella frase fece ne anche, e soprattutto, grande scandalo, chi l’a- con politiche rivolte a veva pronunciata dovet- promuovere solidarietà te rimangiarsela. e sicurezza, legalità e Ma si esprime lo stesso trasparenza, istruzione e concetto dicendo: la cultura, fiducia e progente ha votato, ben sa- getto: in una parola, lependo chi votava, e que- game sociale. Se non sto basta; la forza del (Continua a pagina 12) INTERNI 12 Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 La spazzatura di Napoli e quella del governo di Eugenio Scalfari (La Repubblica, EUGENIO SCALFARI NAPOLI restituita all'Occidente è uno slogan enfatico che Berlusconi ha usato per celebrare lo sgombero dei rifiuti dopo 56 giorni dall'inizio dell'operazione. Un po' enfatico ma tuttavia adatto alla circostanza. Erano infatti sette od otto anni che il problema dei rifiuti, con alti e bassi, affliggeva la città e la provincia. I responsabili sono molti: il governo di centrodestra 20012006, il governo Prodi 2006-2008, il sindaco Russo Jervolino, il presidente della Regione Bassolino, la società Impregilo, alcuni dei commissari che si sono succeduti, Pecoraro Scanio ministro del- La Costituzione ai tempi della democrazia autoritaria (Continua da pagina 11) andiamo alla radice, per colmarlo, dello scarto tra legalità e legittimità, ci possiamo attendere uno svolgimento tragico del conflitto tra una legalità illegittima e una legittimità illegale: tragico nel senso più proprio e classico della parola. Ci si dovrà ritornare. Gustavo Zagrebelsky La Repubblica 22 luglio 2008 l'Ambiente. E soprattutto la camorra. Ma il culmine del disastro è avvenuto nel biennio prodiano e il centrosinistra ne porta la responsabilità. Berlusconi da quel grande comunicatore che è l'ha capito al volo, ci ha impostato la campagna elettorale e poi i primi atti del suo governo. Dopo due mesi ha risolto il problema. Non era poi così difficile ma segna la linea di confine tra chi privilegia il fare sul mediare, tra chi ha carisma e chi non ce l'ha. Dopodiché Berlusconi resta quello che è, un venditore al quale il successo ha dato alla testa, un egocentrico, un populista, un demagogo. Ma se non gli riconosciamo i pochi meriti che ha e soprattutto i demeriti dei suoi avversari su questo specifico tema diventa difficile criticarlo come merita di esserlo e con la durezza che la situazione richiede. presidente del Consi- quella di filmare, fotoglio su come dovrebbe grafare, raccontare algovernare è tempo per- cuni passaggi significativi dei d u e "statisti" con l'intento di risvegliare la pubblica opinione; tentativo che ha già avuto qualche successo se è vero che i più recenti sondaggi registrano un calo di dieci punti nei consensi del capo del governo tra giugno e luglio. Per quanto riguarda il pro-dittatore dell'ecoso: lui, come scrisse nomia non si hanno Montanelli quando la- ancora dati ma il musciò la direzione del gugno cresce e si dif"Giornale", si ritiene fonde. La polizia di un incrocio tra Chur- Stato scende in piazza, chill e De Gaulle. Dare famiglie e lavoratori consigli a Tremonti è sono sempre più incataddirittura patetico: il tiviti, tra gli imprendipro-dittatore della no- tori grandi e piccoli stra economia pensa e preoccupazione e maldice che Berlusconi gli contento si tagliano a è spesso d'impaccio. fette, i leghisti scalpitaTra i due s'è aperta ne- no, Regioni e Comuni gli ultimi tempi una sono sul piede di guergara di megalomania ra. di dimensioni patologi- Non è propriamente un che che dovrebbe se- bel clima e molti seriamente preoccupare i gnali dicono che pegloro collaboratori, i lo- giorerà. ro alleati e soprattutto i cittadini da loro sgo**** ***** vernati. Quanto a tutto il resto, Personalmente credo La fotografia più tragidare consigli al nostro che la cosa più utile sia (Continua a pagina 13) 27 luglio 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 13 La spazzatura di Napoli e quella del governo (Continua da pagina 12) ca di Berlusconi (tragica per il Paese da lui rappresentato) ci è arrivata dal G8 di Tokyo. Terminate le riunioni di quell'ormai inutile convegno di impotenti, il nostro "premier" ha dato pubblicamente le pagelle agli altri sette protagonisti come fanno i giornali sportivi dopo le partite di Coppa e di Campionato. Con i voti e le motivazioni. Il nostro ha dato le pagelle sul serio. Poi, con appena un pizzico di ironia, l'ha data anche a se stesso concludendo che il migliore era lui. Tre giorni dopo, parlando ai parlamentari del suo partito, ha ricordato che quello di Tokyo era il terzo G8 cui partecipava e saranno quattro l'anno prossimo. "Non merito un applauso ?" ha detto ai suoi deputati. Naturalmente l'ha avuto. Come si fa a giudicare un uomo così, che arriva al punto di tirare in ballo Maria Goretti quando parla della Carfagna ? Che ha immobilizzato la politica per sfuggire ad un suo processo ? Che per bloccare il prezzo del petrolio propone una riunione dei paesi consumatori per determinarne il livello massimo ? Che accusa di disfattismo tutti quelli sono pessimisti sull'andamento dell'economia internazionale e italiana ? E il pessimismo di Tremonti allora ? Non è il suo superministro dell'economia ? Siamo nel più esilaran- te e tragico farnetico. **** Di Giulio Tremonti, tanto per cominciare, voglio ricordare tre recentissimi passaggi. Il primo riguarda i con- della cosiddetta finanza creativa. La ragione di questa bizzarra e bislacca strategia fu quella di invogliare i contribuenti disonesti a patteggiare su una base minimale che procurasse tuttavia entrate capaci di far cassa fino al mutamento congiunturale che Tremonti dava per imminente. Ma poiché quel mutamento tardava, l'evasione aumentava e il debito pubblico anche, il risultato fu che nel 2006 Tremonti consegnò a Padoa-Schioppa un'economia a crescita zero, un deficit del 4,6 del Pil, l'Italia sotto inchiesta europea per infrazione degli accordi di stabilità e l'avanzo primario tra spese e entrate annullato. Spettò a Padoa-Schioppa e a Visco di raddrizzare quella catastrofe, cosa che riuscirono a fare in meno di un biennio senza imporre alcuna nuova tassa né aumentare alcuna aliquota ed anzi abbassando di 5 punti le imposte sulle imprese e sul lavoro. Messaggio ricevuto, dice oggi Tremonti. Il quale ovviamente sapeva di violare con i suoi condoni le regole della Comunità europea e di fare contemporaneamente un enorme favore agli evasori. doni da lui effettuati durante la legislatura 2001-2006. Qualche giorno fa la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha condannato l'Italia per il condono sull'Iva del 2002 e per il condono "tombale" del 2004. La motivazione è durissima: "Richiedendo il pagamento di un'imposta assai modesto rispetto a quello effettivamente dovuto, la misura in questione ha consentito ai soggetti interessati di sottrarsi agli obblighi ad essi incombenti. Ciò rimette in discussone la responsabilità che grava su ogni Stato membro di garantire l'esatta riscossione dell'imposta. Per questa ragione la Corte dichiara che la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti ai sensi degli articoli..." eccetera eccetera. Stupefacente il commento di Tremonti con una nota ufficiale del suo ministero: "Messaggio ricevuto. Per il futuro c'è un esplicito impegno del governo ad evitare Secondo passaggio. Tremonti ha presentato nuovi condoni". lo sgravio dell'Ici indicando una copertura di Bene. miliardi. I lettori ricorderanno 2.600 Successive analisi delche in tutto quel quin- la Commissione quennio la politica eco- cio e del serviziobilannomica di Tremonti del Senato hannostudi fece dei condoni lo certato che il costo acdi strumento principale quella misura era di un insieme ad altri trucchi miliardo e mezzo in più. Un ministro-statista del calibro di Tremonti non dovrebbe presentare provvedimenti scoperti per oltre un terzo. Adesso comunque la copertura è saltata fuori. Da dove non è chiaro. Perciò domando: da dove ? Mi si dice: nelle pieghe del bilancio c'è sempre qualche riserva. Qualche tesoretto ? O che cosa ? Terzo passaggio. Polizia e Carabinieri stanno facendo il diavolo a quattro per i tagli al ministero dell'Interno e della Difesa. Hanno ragione. Anche Berlusconi, anche Maroni, anche La Russa stanno strepitando. Ed ecco la brillante idea: ci sono caserme e immobili del demanio da vendere. Vendiamole e col ricavato diamo un po' di soldi alla Polizia e ai Carabinieri. In realtà quando si vende un bene del demanio, cioè del patrimonio dello Stato, il ricavato dovrebbe andare a diminuzione del debito pubblico. Non è così, onorevole ministro ? Non a spese correnti, tanto più che i ricavi di una vendita sono "una tantum" e allora ? Tre passaggi, tre fotogrammi, un personaggio. Un po' bugiardino. Con poca coerenza e molta "volagerie" negli atti e nelle opinioni. A lui sono affidati i nostri destini economi(Continua a pagina 14) INTERNI 14 Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 La spazzatura di Napoli e quella del governo Dice che fu il solo ad ci, mi viene la pelle averlo capito fin dal d'oca al solo pensiero. giugno 2007. Veramente in quegli stessi giorni lo scrisse **** Stiglitz, premio Tralascerei il capitolo anche Nobel per l'economia, che i giornali hanno lo scrisse anche Nouintitolato: "Brunetta e i riel Roubini, docente fannulloni". Se non per a l l a N e w York dire che gran parte del- University e, assai le regole sulle visite modestamente, anchepiù il fiscali e le sanzioni sottoscritto. contro gli assenteisti risalgono al 1998. Non Comunque Tremonti furono applicate perché capì e me ne rallegrai a per effettuare seria- suo tempo con lui. mente i controlli previ- Ma visto che aveva casti ci voleva (e ci vor- pito, sapeva fin da allorà) un apparato orga- ra che soldi da buttar nizzativo più costoso via non ci sarebbero dei vantaggi di effi- stati. cienza da conseguire. Perciò avrebbe dovuto la mano di Brunetta però ha ragio- fermare Berlusconi quando prone: lo sconcio dell'as- mise in campagna senteismo e ancor più torale l'abolizione eletdel doppio lavoro do- l'Ici e l'effettuò nel delvrebbe esser represso. primo Consiglio suo dei Ma la faccia feroce ser- ministri. ve a poco. risparmiato 4 Ci vuole un approccio Avrebbe miliardi di euro, un veappropriato. ro tesoretto da destinaPer esempio la respon- re alla detassazione dei sabilità dei dirigenti. salari. Basterebbe controllarli Invece non l'ha fatto. da vicino e stabilire per loro premi o sanzioni Quattro miliardi buttati sulla base dei risultati. al vento. va bene, onorevoQuanto all'idea di azze- Non le Tremonti. rare i premi esistenti So che lei ha in mente incorporati negli sti- di utilizzare la Cassa pendi, tutto si può fare depositi e prestiti, il salvo schierare un mi- risparmio postale e le nistro contro al catego- Fondazioni bancarie ria da lui amministrata. per finanziare le infraSi finisce con lo sbat- strutture. terci il muso e farsi E' un progetto ardito, male. soprattutto ardito usare il risparmio postale. (Continua da pagina 13) **** Scusatemi se torno su Tremonti ma il personaggio merita attenzione. Dice che quella che stiamo attraversando è la crisi internazionale più grave dal 1929 e forse peggio di allora. Comunque, di quali infrastrutture si parla ? Quelle disegnate col gesso da Berlusconi nel 2001 sulla lavagna di Vespa e rimaste al palo ? Vorremmo un elenco, le priorità, il rendimen- to e l'ammontare delle risorse. Si tratta comunque di progetti ad almeno tre anni. Nel frattempo dovranno intervenire le banche. Sempre le banche. Per Alitalia, per le infrastrutture, per gli “swap”, per i mutui immobiliari. Intanto i tassi salgono, gli oneri per il Tesoro aumentano, la pressione fiscale non diminuirà. La sua Finanziaria è piena di buchi e dove non ci sono buchi ci sono errori di strategia. Lei ha gratificato D'Alema con l'appellativo di statista. D'Alema se lo merita immagino l'avrà ringraziata. Ma non s'illuda con questo di averne fatto un suo "supporter". D'Alema è amabile ma molto mobile, cambia spesso scenario. E poi, se lei ha bisogno dell'opposizione per discutere di federalismo fiscale, non le basterà D'Alema. Ci vorrà tutto il Partito democratico, ci vorranno le Regioni e Comuni, ci vorranno le parti sociali. Non credo che il vostro federalismo diventerà legge in nove minuti e mezzo. **** Racconta di un "magnaccia" che ne fa di tutti i colori fino al punto di rubare la catenina d'oro dal collo di suo figlio, un bambinetto di quattro anni, per sedurre una ragazza e poi avviarla sulla strada della prostituzione. Il tutto sullo sfondo delle baraccopoli della Roma degli anni Cinquanta, una desolazione e un degrado senza limiti tornato oggi di tremenda attualità, campi nomadi e povertà straniera e nostrana. Il ministro Maroni dovrebbe vederlo quel film, ne trarrebbe grande profitto. Fa bene a preoccuparsi dei bambini "rom", che rappresentano tuttavia una goccia nel mare delle violenze contro bambini e donne all'interno delle famiglie. Delle famiglie italiane, quelle degradate ma anche quelle apparentemente non degradate. Comunque, prendere impronte a bambini è violenza. Magari a fin di bene ma sempre violenza. Uno stupro dell'innocenza. Maroni l'ha promesso ai suoi elettori ma questo non lo assolve perché uno stupro è pur sempre uno stupro. Stuprare l'innocenza d'un bambino è un fatto gravissimo. Questo sì, è un tema che vale una piazza, cento piazze, mille piazze. Giorni fa ho rivisto dopo cinquant'anni sulla tv "La7" il film "Accattone" di Pier Paolo Pasolini che fu presentato a Venezia suscitando allora vivaci discussioni. E' un film di un'attuali- Eugenio Scalfari tà sorprendente e scon- La Repubblica 20 luglio 2008 certante. 27 luglio 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 15 ...lettere da La Repubblica, 18, 25 luglio 2008 (rubrica di Corrado Augias) Augias addio belpaese tra corruzione e populismo Gentile Corrado Augias, il contrasto tra alcuni rappresentanti del governo e una parte della magistratura è interpretato dai primi come un eccessivo interventismo dei secondi. Propongo un'interpretazio ne alternativa. I principi di onestà e correttezza si sono modificati e aggiornati, in tempi recenti, così come è accaduto per il gusto e i costumi sessuali, argomenti trattati anche da Repubblica. Per la mia generazione i calzoncini che mostrano il solco tra le natiche avrebbero comportato l' arresto per offesa al pudore, ora siamo quasi all' opposto. Analogamente frodare il fisco, truffare la sanità, corrompere i magistrati e comprare gli avversari politici è "percepito" oggi come quasi normale; giustizialista e forcaiolo è chi cerca di reprimere certi comportamenti mentre prima sembrava già disdicevole parcheggiare in divieto di sosta. Questo aggiornamento degli standard morali è diffuso e consolidato nella maggioranza degli italiani, che consapevolmente e con un tocco di manipolazione mediatica, scelgono i propri rappresentanti sulla base di questi principi aggiornati. Franco Ajmar Genova L' ultimo rapporto di Transparency International (opera come fa Amnesty International per i diritti umani) sulla corruzione nel mondo colloca l' Italia al 42° posto su 179. Spagna 25° (6,7). Dietro di noi la Grecia: 56° (4,6). Queste classifiche valgono ciò che valgono però un' idea la danno. Del resto che la situazione sia pessima è ogni giorno sotto gli occhi di tutti e non c' è bisogno di nessuna classifica per capirlo. Aiutano parecchio invece le opinioni di osservatori attenti che però vivono fuori dal nostro paese e hanno dunque lo sguardo dello “straniero” che gode di una percezione più acuta della cose. Ultimamente Repubblica ha ospitato le opinioni di Peter Schneider e di Alexander Stille. Entrambi constatavano con amarezza che probabilmente il mondo dovrà abituarsi al fatto che l' emblema del Bel Paese non sono più Michelangelo, Leonardo da Vinci, Verdi e Puccini, bensì la cultura del calcio, la corruzione e il populismo andati al potere con Berlusconi. Da presidente di una società calcistica, scriveva Schneider, si è sbarazzato di tutte le norme che ostacolavano la commercializzazione del calcio. In politica il suo principio è stato distruggere i meccanismi di controllo della democrazia cioè la giustizia e i media acquistandosi, notava Stille, la fama di uomo fatuo di scarso peso politico. La lezione dimentica di Stuart Mill Caro Augias, è andata. Siamo in una Repubblica dove "4cittadini'' sono più uguali degli altri. In 25 giorni è stata varata una norma che "protegge" e "copre", quindi li rende diversi davanti alla legge. C'è stata sostanziale acquiescenza, nessun ostruzionismo parlamentare alla norma sull’immunità. Quasi fosse ineluttabile che la norma dovesse passare. Allo stesso modo non è successo niente sulle dichiarazioni di Cossiga, riportate da Repubblìca il 4 luglio, dove il presidente emerito istigava i militari ad "oliare le armi" ed incitava alla rivolta affermando che "può venire il momento in cui insorgere potrà essere non un diritto ma un dovere". Comunque il resoconto della votazione svoltasi al Senato è una fotografia eloquente della condizione del Paese. Significa che va bene così. Probabilmente siamo stati distratti per la vicenda Telecom o per la vicenda Bossi-Inno nazionale. L’inno potrà piacere o meno, come i colori della bandiera. Ma la bandiera nazionale, e l’inno, sono quelli che sono e finché sono quelli, su di loro non si deve neanche scherzare ! Meno che mai un Ministro della Repubblica. E intanto, ridendo e scherzando, ci è passata sotto il naso questa bella norma che rende 4 cittadini più uguali degli altri. Questa sciagura si è abbattuta su un paese nel quale il senso civico non è mai stato molto forte. È come se quest' uomo avesse proclamato con le parole e con l' esempio: «Smettetela di vergognarvi. Il vostro lato peggiore è in realtà il vostro maggior pregio». Concludeva Schneider: ad un amante dell' Italia come me riesce difficile con- Antonio Corvaia statare che il Bel Paese è Ferentino sull' orlo di un baratro. Figurarsi quanto lo è per Ai primi posti (meno cor- noi. Chi sa che avrà pensato rotti) Danimarca, Finlanil premier maltese dopo dia e Nuova Zelanda, inaver ascoltato lo sfogo di dice 9,4. Germania 16° ♣ Berlusconi nel corso ha (7,8); Francia 19° (7,3); detto: «In Italia una parte della magistratura si è data come compito di sovvertire il voto degli italiani, mi sembra che il Lodo Alfano sia il minimo per tutelare la libertà propria». Parole inconsuete durante una conferenza stampa internazionale, altrove impensabili. Sto leggendo un libro dove viene adombrata una spiegazione di tipo storico per la situazione nella quale siamo piombati. Un colloquio tra il giornalista Saverio Lodato e Roberto Scarpinato, procuratore dell’Antimafia di Palermo (“Il ritorno del Principe”, Chiarelettere Ed.). La tesi di fondo è che il nostro paese non è mai veramente arrivato ad essere un a democrazia liberale. “La democrazia, si legge, è un insieme di regole che includono tra i propri obiettivi quello di limitare il potere della maggioranza”. E’ il principio che già Stuart Mill aveva enunciato nel suo celebra saggio “Sulla Libertà”. La maggioranza aritmetica è un’impostura semplicistica della sovranità popolare tanto più se il Parlamento viene formato (senza escludere i pregiudicati) con personaggi scelti uno per uno dall’alto e non selezionati dal voto popolare. Non posso dilungarmi per motivi di spazio e mi dispiace perché la tesi di Scarpinato, pur con qualche forzatura per eccessivo amore di logica, contiene un profondo nucleo di verità: spiega la sostanziale indifferenza di molti italiani nei confronti dell’arroganza, dei comportamenti così spesso amorali della “casta”. «La piduizzazione del potere, leggo, rischia di diventare progressivamente realtà di sistema rendendo evanescente il confine tra legale ed illegale». ♣ INTERNI 16 Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 Fotovoltaico ed eolico battono nucleare quatro a zero da Mitch8500 Riceviamo e Pubblichiamo From: Mitch8500 Sent: July 25, 2008 Subject: Energie Alternative Vs Nucleare 4-0 Nel periodo 2008-12 la produzione addizionale di elettricità solare ed eolica sarà almeno 4 volte superiore rispetto al contributo aggiuntivo netto del nucleare, considerando cioè anche le chiusure di vecchie centrali. Un dato importante per indirizzare le politiche energetiche dei prossimi anni. “Nel periodo 2008-12 la produzione addizionale di elettricità solare ed eolica mondiale, e quindi il contributo alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti di queste tecnologie verdi, dovrebbe essere almeno 4 volte superiore rispetto al contributo aggiuntivo netto del nucleare, considerando anche la chiusure delle vecchie centrali”. Il dato lo ha elaborato il direttore scientifico del Kyoto Club, Gianni Silvestrini, e pubblicato nel suo editoriale sulla newsletter mensile dell’associazione KyotoClubNews uscita il 9 aprile. Secondo Silvestrini questi dati ci dovrebbero spingere ad analizzare in maniera più razionale l’attuale dibattito sull’opportunità dell’opzione nucleare, valutando tutte le implicazioni connesse con il rilancio di questa filiera tecnologica. Negli ultimi anni la potenza nucleare si è sostanzialmente stabilizzata, mentre le fonti rinnovabili, solare ed eolico in testa, hanno registrato tassi di crescita elevatissimi. “Considerando le tendenze dei prossimi anni – afferma Silvestrini - si evidenzia come, in valori assoluti, vento e sole supereranno la nuova potenza nucleare installata” (vedi grafico). Questo calcolo, tra l’altro, non prende in considerazione la potenza nucleare obsoleta progressivamente abbandonata. Il Direttore scientifico del Kyoto Club analizza i dati anche dal punto di vista della produzione di elettricità. “Nel periodo 20- 08-12, il ‘nuovo eolico’ dovrebbe generare una quantità di energia elettrica pari a due volte e mezzo quella del nuovo nucleare, mentre l’elettricità del fotovoltaico dovrebbe raggiungere un quarto di quella prodotta dalle nuove centrali atomiche”. Ma c’è un altro elemento che viene preso in considerazione e cioè la chiusura di 11 centrali nucleari per una potenza di 7.229 MW nel periodo 2008-2009 (i dati per gli anni successivi non sono ancora disponibili). “Alla luce di questi dati, conclude Silvestrini, il contributo del fotovoltaico potrebbe crescere considerevolmente e sfiorare nel quinquennio di Kyoto (2008-12) una quota pari al 40% del contributo netto nucleare. Conteggiando anche il solare termodinamico il valore della produzione solare risulterà anche maggiore”. Articolo Completo di Silvestrini: Il nucleare, la scelta sbagliata Altri link: Nucleare: alcuni argomenti cancellati dal dibattito in Italia 27 luglio 2008 INTERNI Giustizia e Libertà 17 Silvio Horror Picture Show www.beppegrillo.it (26 giugno 2008) È in onda su tutti gli schermi italiani il “Silvio Horror Picture Show”. Siamo ormai alla centesima replica e la gente non ne può più. Un pò per il caldo, i tacchi, il cerone, la testa d’asfalto. Passa ogni sabato mattina con i suoi legali per proteggersi dai magistrati. 798 tra pm e magistrati si sono occupati di lui dal 1994 al 2006 . Tutti ideologizzati, metastasi della democrazia, tutti comunisti. La gente il sabato mattina lo passa invece a stringere la cinghia e a leggere sui giornali dei processi all’imputato Silvio Berlusconi. La gente ha altri pensieri. Il lavoro, la sicurezza, la casa, i debiti. Ma dal 1994 deve preoccuparsi senza sosta di un tizio che ha problemi con la legge, che è stato iscritto alla P2, che ha occupato l’informazione Ma l’ultima prova di grazie al latitante Craxi. governo di Berlusconi assomiglia già a un alLa gente si chiede: “Se tro film dell’orrore. fosse un privato cittadino sarebbe già in ga- Ancora una volta, il settantunenne primo lera ?”. E anche: “Il presidente ministro sta spendendel Consiglio è pagato do molta della sua eper risolvere i proble- nergia politica per fare mi del Paese, o solo i leggi che lo proteggano suoi ?” dai pubblici ministeri italiani. Il Financial Times Vuole fare approvare di oggi scrive: una legge che sospenderebbe per un anno “Oh no, non ancora. molti processi per i Ancora una volta il fo- quali è prevista una cus di condanna inferiore ai Berlu- 10 anni. sconi è sé Se la legge sarà approstesso vata verrà affondato il e non processo previsto per gli ita- l’inizio del mese prossimo nel quale Berluliani. Silvio sconi è accusato di aBerlu- ver pagato 600.000 s c o n i dollari al suo avvocato è in inglese, David Mills. carica L’opposizione ha soin Ita- prannominato la leglia da ge: “salva premier”. 5 0 giorni. Berlusconi non si ferGuar- ma qui. dare il Sta anche cercando di s u o introdurre una legge nuovo che garantirebbe l’im gover- munità dai processi al no in le principali cariche azione dello Stato, inclusa la è un sua. pò come mettersi a se- Una tale legge sarebbe dere per guardare un impensabile nella magcattivo vecchio film gior parte degli Stati ancora una volta. occidentali ed è stata giudicata incostituzioQuando il leader di nale dalla Corte costiForza Italia governò tuzionale quando Berl’Italia dal 2001 al 200- lusconi cercò di intro6, spese troppo tempo durla nel 2004. a legiferare per pro- Ora che è ritornato, teggere sé stesso dai Berlusconi ci prova uprocedimenti giudizia- n’altra volta. ri e troppo poco per riformare l’economia Tutto questo sarebbe italiana. di modesto interesse se È presto per dare giu- Berlusconi spendesse dizi definitivi, natural- la stessa quantità di energia per riformare mente. la declinante economia italiana. Ma anche qui le paure stanno crescendo. L’ultima volta che ebbe il potere, uno de peggiori errori di Berlusconi fu di lasciare fuori controllo il deficit italiano e la spirale dei debiti. Ci si interroga se stiamo per rivedere la stessa situazione. Il governo Berlusconi ha introdotto una previsione finanziaria con una crescita del deficit pubblico dall’1,9% del prodotto interno lordo del 2007 al 2,5% del 2008. La crescita può essere giustificata dalla bassa crescita economica; ma non si sono ancora segnali che questo governo stia mantenendo una stretta presa sulla spesa pubblica. Per la salute dell’Italia, le cose devono migliorare da qui. Il Paese ha una delle crescite più basse nell’area dell’euro. C’è bisogno di un governo serio e responsabile per invertire il processo economico. Ieri Berlusconi ha detto che i pubblici ministeri italiani lo hanno costretto a un “Calvario” senza fine. Ma l’unico “Calvario” sofferto in questa storia è quello sopportato dall’Italia, che ha bisogno di una drammatica inversione di tendenza delle sue fortune politiche ed economiche.” ♣ 18 INTERNI Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 Giorgio Bocca - L’ANTITALIANO Come cambiano i giornali (L’Espresso, 31 luglio 2008) Mi scrivono dei giovani che vogliono fare il giornalista, mi chiedono consigli. Se fossi sincero gli direi: ringrazio il cielo di aver chiuso la professione prima che fosse morta suicida. Per fare, non dico un giornale eccellente, un giornale da classe dirigente, ma un giornale leggibile, occorre la materia prima indispensabile, un linguaggio corretto, scolarizzato, del tipo appunto imparato sui banchi di scuola adatto a un lettore di media cultura -sopra il livello di povertà, se no che gli serve leggerlo ?- cui il giornale serve come informazione su quel che accade al mondo e per dare aria nuova al cervello. Questo linguaggio scolastico è quasi scomparso, seppellito dai gerghi, dalle sigle, dalle abbreviazioni, dalle allusioni, dalle mutazioni conti. nue degli argomenti, delle mode inventate giorno per giorno, inzeppate di parole straniere, specialistiche, professionali, da segnali grafici che messi assieme, più che a un nuov6 linguaggio, assomigliano a un sistema confuso d'indicazioni stradali, in,una metropoli in cui non sai bene come muoverti, dove andare. I vecchi lettori del secolo borghese forse esageravano con i loro giornali di classe scritti solo per gli elettori che il censo auto-rizzava al voto. Ma in casa mia e dei miei amici c'erano degli abbonati ai grandi giornali, alla “Stampa”, alla “Gazzetta del Popolo”, al “Cortie-re della Sera” che li compravano ogni giorno, ma che, non facendo in tempo a leggerli, li conservavano a pile nel salotto e con calma, pian piano, li recuperavano per così dire senza sprecare un titolo, un corsivo. In quei giornali c'era la cultura me-dia comune della borghesia al potere e del socialismo nascente. Non. c'era politico conservatore o rivoluzionario che non pensasse subi-to a un giornale come strumento indispensabile per la politica come per l'economia. Gramsci e Mussolini erano inconcepibili senza l'Ordine Nuovo o il Popolo d'Italia, gli imprenditori senza i magniorgani “indipendenti”, cioè alle lo-ro dipendenze, il Fascismo senza la stam-pa di regime. Che cosa è cambiato profondamente nella stampa ? È cambiato l'editore che non è più un politico o un imprenditore, ma il mercato, e precisamente quel suo braccio armato che è la pubblicità, la creatrice irresistibile di desideri e di con-sumi, la potentissima locomotiva che trascina il genere umano verso nuovi sprechi e forse nuove guerre. L'informazione adatta alla pubblicità deve sempre essere un pugno allo stomaco, de-ve stupire, impressionare, lasciare il segno sul lettore. Per questo oscilla fra catastro-fismo e ottimismo, fra paure immaginarie e promesse esagerate. In questa eccitazio-ne continua si passa da un eccesso all' altro. Negli anni della mia gioventù tutti i gior-nali descrivevano i pregi dell’amianto e ora tutti lo ac- cusano di essere cancerogeno. Le statistiche dicono che i delitti “antichi”, omicidi e rapine, stanno decrescendo, ma la paura cresce fra la gente e può decidere un'elezione. Il massacro dell'automobile continua: tra Europa e Stati Uniti uccide più di cento mila persone l'anno e ne feri-sce più di un milione, ma il mercato fa fin-ta di non accorgersene. Il catastrofismo si mescola all'ottimismo, entrambi esagerati, si procede fra filantro-pia e ferocia, magari resuscitando le vec-chie persecuzioni; ai piromani colpevoli di tutti gli incendi come gli untori della peste. Il commissario alla protezione civile Bertolaso, seguendo l'immaginazione po-polare, li ha definiti «uomini malvagi che vogliono rovinare l'Italia», mentre sono italiani normali che ritengono normali i loro piccoli, abituali delitti. ♣ INTERNI 27 luglio 2008 Giustizia e Libertà 19 Trascrizione della diretta video di Marco Travaglio Lezioni di legalità dall’Albania Postato da Beppe Grillo il 21.07.08 12:32 (www.beppegrillo.it) Romano che, visto che ha fatto l'ambasciatore dovrebbe essere uno che ha girato il mondo. Si vede che l'ha girato ma non si è accorto di nulla perché ci spiega che c'è un problema in tutto il mondo ed è l'invadenza della magistratura. La magistratura che invade, che si impiccia. Dice: "Chiedete ad Aznar, Chirac, Kohl, Bush, Kissinger, Olmert, o -se fosse in grado di risponderviSharon che cosa pensino dei loro magistrati o di quelli che cercano di incriminarli di fronte al tribunale di un altro Paese. Vi diranno, privatamente, risposte non troppo diverse dalle parole con cui Berlusconi ha polemizzato in questi anni con la magistratura italiana". Perché c'è una guerra della giustizia contro la politica. Buongiorno a tutti. Intanto, buone vacanze: oggi è l'ultimo appuntamento di Passaparola prima di un periodo di ferie che durerà fino al primo settembre, quando ci rivedremo per fare il punto su questa estate che, nel frattempo, ci avrà regalato altre vergogne. Abbiamo alle viste, domani, il lodo dell'impunità; abbiamo già annunciata per settembre una super riforma talmente super che dovrà impedire addirittura l'arresto di presidenti di Regione che prenda-no le tangenti. Sarà veramente una cosa poderosa. Per fortuna, dopo le volgarità e le trivialità di Piazza Navona, è tornata l'eleganza: ieri Lord Brummel, al secolo Ecco, può darsi che queste Umberto Bossi, ha dato un persone in privato dicano grande segno di civiltà e di delle cosacce sui magistrati, civismo, proprio, inneggiando all'Inno nazionale con il dito sollevato. Poi gli hanno pure bocciato il figlio alla maturità, quindi è colpa dei professori terroni, ma adesso facciamo eleggere i giudici e i professori in Padania, così finalmente promuoveranno il somarello. Purtroppo siamo costretti ancora a parlare di giustizia perché, insomma, domani siamo a una violenza che non avevamo mai subito: una legge che renderà quattro persone immuni da qualsiasi conseguenza per gli eventuali reati che commetteranno. Quella che Beppe Grillo, a cui facciamo gli auguri perché credo oggi compia sessant'anni, chiama "La banda dei quattro". Interessa partire da un articolo del Corriere della Sera dell'ambasciatore Sergio il fatto è che non le dicono mai in pubblico e soprattutto, quando hanno un processo, lo subiscono, a volte si dimettono, mai attaccano i loro giudici e mai cambiano le leggi per immunizzarsi dal loro processo. La differenza è questa ma l'ambasciatore Romano non la coglie, è troppo raffinato nel suo modo di ragionare per accorgersi di questa banalissima differenza. Tant'è che un altro personaggio che ha girato il mondo, ma a differenza di Romano lo ha capito, e cioè Furio Colombo, ieri scriveva: "Nella campagna elettorale degli Stati Uniti, espressioni come 'guerra fra politica e giustizià insomma le stupidaggini che scrivono i Panebianco, i Sergio Romano, gli Ostellino, i Galli Della Loggia, i Pierluigi Battisti, il plotone anti toghe del Corriere della Sera - sono intraducibili. Sul New York Times non si riuscirebbe nemmeno a tradurli in lingua inglese." Infatti i due candidati dei grandi partiti americani che si fronteggiano alle elezioni non hanno alcuna posizione sulla giustizia, salvo le garanzie e i diritti umani e civili di tutti i cittadini. "Non l'hanno e non devono averla perché tutto è già stabilito dalla Costituzione americana e, inoltre, perché i candidati delle elezioni americane sono in corsa per ottenere il potere esecutivo, non il potere giudiziario. Quando il presidente e la signora Clinton sono finiti sotto inchiesta per bancarotta -su una piccola proprietà dell'Arkansas gestita insieme con soci infidi- l'America non si è fermata un istante. Non c'è stato alcun convegno. Il Presidente ha fatto la spola tra la Casa Bianca e il Gran Giurì -l'organo istruttorio (Continua a pagina 20) INTERNI 20 Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 Lezioni di legalità dall’Albania (Continua da pagina 19) dove doveva essere interrogato- e ci è anche andato di corsa -altrimenti sarebbe scattato l'impeachment, se avesse ritardato l'audizione davanti ai magistrati- e alla fine si è ben guardato dal denunciare persecuzioni". Eppure il procuratore che lo aveva convocato era Kenneth Starr, un esponente del partito Repubblicano a lui avverso. "Quando i Clinton sono poi stati assolti, nessuno ha parlato di teorema svuotato come una bolla di sapone -come dice il portavoce di Berlusconi, Bonaiuti, a proposito dei processi di Berlusconi che tra l'altro non si sono mai svuotati come bolle di sapone- hanno semplicemente detto - i Clinton - 'è finita benè". Hanno ricominciato e sono stati poi sottoposti ad altre sette inchieste. Allora, io e tre colleghi, Pino Corrias, Peter Gomez e Marco Lillo, abbiamo preparato questo libretto che esce oggi che si chiama "Bavaglio" e che presentiamo questa sera. Ve lo dico perché i giornali, purtroppo, hanno nascosto la nostra presentazione, quindi fa parte del nostro stile di passare parola: se qualcuno vuole sentir parlare di queste cose, stasera lo presentiamo a Milano alla Camera del Lavoro in Corso di Porta Vittoria 43 davanti al Tribunale. Perché ve lo cito ? Perché vi voglio dare una piccola anticipazione. Noi ci siamo andati a studiare i sistemi stranieri perché quello che sta succedendo in Italia è talmente grave da richiedere un surplus di menzogna rispetto a quelle che ci vengono somministrate quotidianamente. Quindi ci stanno martellando sul fatto che in tutto il mondo c'è l'emergenza della guerra della magistratura contro la politica, e all'este- ro i politici si mettono al riparo perché in tutto il mondo -ci dicono- ci sono il Lodo Alfano, il Lodo Schifani. Naturalmente, se voi passate qualunque frontiera e chiedete del Lodo Alfano e del Lodo Schifani vi guardano stupiti perché non sanno, per fortuna loro, chi siano questi soggetti. In ogni caso, non sanno proprio di che si sta parlando, nel senso che non c'è Paese al mondo che conosca sistema di immunità che ci stanno per regalare a rate, prima per le quattro cariche -per le faccende urgenti- poi per tutti gli altri parlamentari come si vuole prevedere per la ripresa autunnale. Cominciamo a vedere alcuni flash tratti dal libro. Il Parlamento Europeo dovrebbe essere il nostro punto di riferimento: al Parlamento Europeo c'è una norma, approvata l'anno scorso, una brutta norma che prevede che il Parlamento possa chiedere di sospendere qualche procedimento a carico di un europarlamentare. Questo non significa, però, che i processi ai parlamentari si bloccano autonomamente: deve intervenire il Parlamento per bloccarne uno. E quando lo può bloccare ? Lo può bloccare, spiega il socialista tedesco Rothley che ha fatto da relatore a questa norma, quando ci siano, dietro l'indagine sul parlamentare, azioni repressive arbitrarie e ostacoli frapposti dal potere esecutivo sul libero esercizio del mandato elettivo. Cosa vuol dire ? Che se c'è una magistratura collegata a un governo che vuole perseguitare un oppositore, allora il Parlamento Europeo lo deve proteggere. Questo per quali Paesi vale ? Vale per quei Paesi in cui la magistratura è il braccio operativo del governo, le procure sono dipendenti dal ministro della giustizia e quindi può capitare che qualche giudice particolarmente servile e zelante voglia addirittura colpire qualcuno soltanto perché si oppone al governo a cui lui è legato e nel quale vuole, magari, fare carriera. Non è il nostro caso, perché noi siamo l'unico Paese al mondo che può vantare, e mai lo fa a sufficienza, una magistratura che non è collegata al governo. Tant'è che qui sono spessissimo membri del governo che chiedono protezione contro le indagini fatte dalla magistratura. Quindi accusano la magistratura di essere troppo indipendente dal governo, il sogno di tutti gli altri Paesi democratici. L'immunità europea col sistema italiano non c'entra e mai potrà capitare che un governo usi un magistrato per colpire un oppositore perché, per fortuna, in Italia i governi non possono dare ordini alla magistratura. Il fatto che poi ci sia qualche magistrato che fa dei favori ai governi è un altro paio di maniche, ma non c'è nessun nesso fra le due cose. Tant'è che il Parlamento Europeo ha addirittura autorizzato l'arresto di un suo membro, Bernard Tapie vecchio presidente dell'Olimpique Marsiglia, europarlamentare, era amico di Mitterrand, fu condannato a due anni per tasse non pagate per trenta miliardi di vecchie lire. L'europarlamento gli ha tolto l'immunità e lui è andato in carcere. Hanno autorizzato l'arresto di un membro del Parlamento Europeo. Perché ? Perché erano delitti comuni, mica delitti di opinione: era evasione fiscale... Jean Marie Le Pen e Mario Borghezio hanno avuto dei processi, il Parlamento li ha immediatamente revocato l'immunità autorizzando i processi. Europea. Arrivò Prodi alla presidenza della Commissione Europea al posto della Commissione Santer, crollata per uno scandalo. Cos'era successo ? Che la commissaria francese Edith Cresson, una delle ministre europee di quel periodo, era stata incriminata dai giudici belgi per un fatto veramente orrendo: aveva assunto come consulente della Commissione Europea un dentista suo amico. Una cosa che da noi sarebbe normale, lì ha provocato uno scandalo enorme, un'indagine della magistratura belga, il crollo della Commissione Europa - cioè del governo dell'Europa. Si sono dimenticati di fare come si farebbe in Italia: una norma per mettere al riparo la Commissione Europea. Il governo europeo è stato affondato da un'indagine della magistratura belga. Vediamo un pò cosa succede in alcuni Paesi europei non tutti- gli altri dettagli li troverete nel "Bavaglio". La Francia: dal '95 non c'è più l'autorizzazione a procedere per indagare sui parlamentari, un pò come da noi dal '93. A parte le loro opinioni: in quasi tutti i Paesi d'Europa il Parlamentare non può essere processato per le sue opinioni se sono collegate con la carica. Se uno va in giro a insultare la gente, quelle non sono opinioni; ma per le opinioni espresse in Parlamento o collegate all'attività parlamentare e per i voti che uno da in qualità di parlamentare non può essere incriminato e questo è giusto. A parte questo, in Francia il parlamentare è un cittadino come un altro. Non c'è più l'autorizzazione a procedere, tant'è che hanno condannato, processato, arrestato ministri ed ex miEd è addirittura, nel '99, nistri. (Continua a pagina 21) crollata la Commissione INTERNI 27 luglio 2008 Giustizia e Libertà 21 Lezioni di legalità dall’Albania (Continua da pagina 20) Perché ministri ? Perché in Francia i ministri non possono essere parlamentari. Devi scegliere: o fai il deputato o fai il ministro. Anche il premier. Anche il primo ministro francese non può essere un parlamentare, quindi non ha nemmeno l'immunità dall'arresto -mentre il parlamentare, almeno per arrestarlo, ci vuole l'autorizzazione del Parlamento, come in Italia. Il ministro può essere arrestato in qualunque momento, anche il primo ministro. Figuratevi, il primo ministro in Francia ha ancora meno immunità rispetto ai parlamentari: il contrario dell'Italia da domani, quando il primo ministro avrà immunità assoluta anche su indagini e sui processi già iniziati. Ci sono precedenti illustrissimi, addirittura di Roland Dumas coinvolto nello scandalo ELF che si dovette dimettere da presidente dell'assemblea Costituzionale un pò la nostra Corte Costituzionale- e che col lodo Schifani, fosse stato in Italia, sarebbe stato immune e, invece, in Francia fu incriminato. Si dimise da Presidente dell'Assemblea Costituzionale e al processo fu assolto, ma invece di andare a fare il pianto greco per la persecuzione, il teorema ecc. si ritirò dalla vita politica. L'unico tutelato è il Capo dello Stato, come sappiamo in base a un'interpretazione anche un pò cervellotica, il che ha consentito a Chirac di non avere il processo durante la sua presidenza, ma appena uscito. Infatti è sotto processo, tra l'altro per una sciocchezzuola, per aver fatto assumere, quando era sindaco di Parigi, alcuni impiegati che in realtà erano attivisti del suo partito. In pratica li pagava il comune ma lavoravano per il partito. Una cosa che accade in Italia comunemente, con sindacalisti e portaborse di politi- ci. Spagna: spesso si sente dire "in Spagna c'è un sistema interessante di immunità". Non c'è nessun sistema di immunità, salvo il fatto che il parlamentare può essere perseguibile in qualunque momento e allo stesso modo un ministro per i suoi reati ma, al momento di rinviarli a giudizio, il magistrato deve chiedere il permesso al Parlamento. Parlo dei deputati, non dei ministri, che non sempre sono deputati. Il Parlamento come risponde quando chiedono l'okay per il rinvio a giudizio ? Risponde regolarmente di sì: in trent'anni di democrazia spagnola non c'è mai stato un solo caso in cui le Cortes abbiano negato il rinvio a giudizio di un proprio membro. Salvo un caso: c'era un ex magistrato che poi è entrato in politica che, per errore, quando era giudice, aveva diffuso ai giornali la foto del fratello di un latitante al posto della foto del latitante vero. Per questo errore materiale lo volevano processare e per questo lo hanno protetto. Altrimenti mai è accaduto che le Cortes proteggessero un proprio membro da una richiesta della magistratura. I membri del governo possono essere chiamati a rispondere dei loro reati in qualunque momento. Se vengono processati, devono essere processati dalla Corte Suprema, come se fosse la nostra Corte di Cassazione, cioè da un giudice togato, come tutti gli altri. Portogallo: il parlamentare è sempre processabile per i suoi reati se questi sono tali da superare una pena di tre anni. Per quelli minori ci vuole il consenso del Parlamento che non lo nega quasi mai. Di fatto, anche lì, tutti i parlamentari sono perseguibili. Idem per quanto riguarda i ministri che possono addirittura essere arrestati se colti in flagrante o se sospettati di reati con pena superiore ai tre anni. Solo il Presidente della Repubblica ha un'immunità temporanea e viene processato alla fine del mandato, come in Francia. Gran Bretagna: tutti i parlamentari e i ministri vengono trattati esattamente come gli altri cittadini, in cause civili e in cause penali. Lo stesso non vale soltanto per la Regina, l'unica immune. Pensate che l'astro nascente del partito conservatore nel 2001, che si chiama Jonathan Hedkin ed era stato appena ministro nel governo Major, finì addirittura in galera per sei mesi per spergiuro e ostruzione alla giustizia. Aveva fatto quello che i nostri fanno nei ritagli di tempo: aveva mentito su un conto di albergo. Sei mesi di galera, stroncata definitivamente la carriera. Nessuna immunità di nessun genere, quindi lì il problema è la corruzione, non la magistratura o le forze di Polizia. Germania: nessuna protezione per il premier e i suoi ministri. C'è, anche lì come in Spagna e come in Spagna viene sempre concessa, l'autorizzazione a procedere del Parlamento per processare gli eletti. C'è però anche una prassi che stabilisce che all'inizio della legislatura autorizza ex-post, preventivamente, tutte le richieste che verranno dalla magistratura. Quindi prima ancora di iniziare l'attività parlamentare già si fa sapere alla magistratura che tutte le richieste che verranno fatte per indagare i propri membri, il Parlamento le accetta una volta per tutte in via preventiva. Tant'è che, addirittura, i parlamentari e i ministri temono di finire in galera, cosa che in Italia non potrebbe mai accadere perché il Parlamento respinge sempre. Lo dimostra il fatto che, nel 2003, si è suicidato un deputato liberale, Jurgen Molleman, che temeva, dopo aver subito una perquisizione -pensate hanno perquisito un parlamentare- che lo arrestassero, quindi si è suicidato. Ed era indagato per evasione fiscale, mica per mafia o corruzione di giudici o di testimoni. In Belgio l'autorizzazione a procedere è stata abrogata nel '97 quindi non c'è più. In Olanda non c'è nessuna autorizzazione a procedere e, anzi, i ministri non essendo parlamentari possono essere perseguiti persino per le loro opinioni e possono essere arrestati per i loro reati. In Svezia, anche: i parlamentari e i ministri possono finire in galera purché il reato superi la pena di due anni, quindi per quasi tutti i reati seri. Infine, negli Stati Uniti come abbiamo visto non c'è nessuna immunità di nessun genere, né per i parlamentari né addirittura per l'uomo più potente della Terra, il Presidente, che può essere indagato sia per cose fatte prima sia fatte durante. Vorrei concludere con un Paese che sta diventando veramente un faro di legalità e di eguaglianza dal quale prima o poi dovremo prendere lezioni anche noi: l'Albania. Nella Costituzione albanese, me l'ha mandata un amico, all'articolo 72 si legge: "Il mandato del deputato termina o è invalido..." e c'è una serie di casi in cui il parlamentare decade dal suo mandato. A, B, C, D, E... assenze, indennità varie, conflitti di interesse -ci (Continua a pagina 22) INTERNI 22 Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 Lezioni di legalità dall’Albania (Continua da pagina 21) sono persino i conflitti di interesse, puniti in Albania !- e alla lettera F si dice che il deputato decade dal mandato "quando è condannato da una sentenza di una Corte di ultima istanza per aver commesso un reato". Ohibò ! Il deputato che viene condannato definitivamente, vuol dire intanto che non c'è nessuna im- munità, se no come lo condannano. Secondo, la condanna del deputato lo fa decadere all'istante dal suo mandato. In Albania. Speriamo che gli albanesi vengano presto a civilizzarci e a spiegarci l'articolo 3 della nostra Costituzione che stabilisce che tutti i cittadini sono uguali ze non rimanete con le mani in mano e continuate Ci vediamo, per chi vuole, a passare parola! stasera alla presentazione di "Bavaglio" alla Came- Marco Travaglio ra del Lavoro di Milano in Trascrizione della Corso di Porta Vittoria 43, diretta noi con Passaparola ci vediamo lunedì primo set- Postato da Beppe Grillo tembre. di fronte alla legge. 21.07.08 12:32 Buone vacanze ancora, però durante queste vacan- Buonanotte Ostellino di Marco Travaglio (L’Espresso, 31 luglio 2008) Bisogna assolutamente fare qualcosa per Piero Ostellino. camorra, invece di passare il tempo a intercettare raccomandazioni di qualche velina». Qualche settimana fa, sotto choc per la perdita del suo cane Nicevò (della cui improvvisa scomparsa ragguagliò la Nazione nella sua rubrica sul "Corriere della Sera"), se la prende col Csm che pretende di dare un parere «non richiesto», dunque «il legittimo», sulla legge blocca-processi instaurando «il governo delle toghe al posto di quello delle leggi». Per lui le telefonate Saccà-Berlusconi, in cui il premier promette soldi in cambio di favori e acquista senatori, non contengono che «indiscrezioni sulle imprese erotiche» del Cavaliere. già rinviato a giudizio i presunti responsabili dello scandalo monnezza, da Bassolino ai vertici della Fibe-Impregilo. Quanto alla camorra, qualche giorno prima la Corte d'appello di Napoli ha decapitato il clan dei Casalesi. Togliatti, giù giù fino a Berlinguer, Fassino e Di Pietro. Alla fine l'eventuale lettore, stremato e curioso di sapere che diavolo c'entri la Terza Internazionale con i giudici di Pescara che arrestano alcuni politici per mazzette sulla sanità, resta deluso. C'è da attendersi, a quel punto, che l'insigne pen- Nessuna risposta. E poi, suvvia, «ogni ra- satore liberale venga digazza sa bene di essere rottato su argomenti me- Solo una struggente lamentazione per «la tiepi"seduta sulla propria no ostici. da reazione del Pd all'offortuna" e di poterne Macché. fensiva giudiziaria condisporre come crede». tro Del Turco», retaggio Se leggesse almeno il Il 16 luglio si conquista dell'antica «continuità giornale su cui scrive, la prima pagina del antisocialista» e «disconForse ignora che i pare- Ostellino saprebbe che i "Corriere" per com- tinuità riformista» dei ri del Csm, richiesti o giudici napoletani hanno mentare l'arresto di Otta- comunisti «da Tangentomeno, sono previsti viano Del poli a oggi». proprio da una legge, Turco: la n.195 del 24.3.1958: non una Impermeabile ai fatti per p a r o l a non disturbare le sue opi«Il Csm dà pareri sulle cen- nioni, Ostellino ignora che al ministro su ditinaia di Tangentopoli falcidiò pure p a g i n e il Pci-Pds milanese e che, segni di legge condell'ordi- con Del Turco, sono indacernenti l'ordinananza del gati pure tre assessori ex mento giudiziario, gip, ma Ds (D'Amico, Verticelli e l'amministrazione ampi rife- Caramanico). della giustizia e rimenti ogni altro oggetto s t o r i c i Insomma, non lo sfiora all'annosa neppure l'idea che la pruattinente alle preo s t i l i t à denza del Pd dipenda da dette materie». fra socia- qualcosa di più antico del listi e co- Congresso di Livorno: il La settimana dopo Om u n i s t i , SETTIMO stellino invita i magida Marx, COMANDAMENTO. strati napoletani a ocStalin, cuparsi di «Napoli L e n i n , Marco Travaglio sommersa dalla monKautsky, Espresso nezza», «rinviarne a T r o t z k y , 31 luglio 2008 giudizio i responsabiPiero Ostellino Gramsci, li» e «combattere la INTERNI 27 luglio 2008 Giustizia e Libertà 23 Satira preventiva Quattro braccia ai Vigili Urbani di Michele Serra (L’Espresso, 31 luglio 2008) Il pugno duro di Renato Brunetta contro gli statali è solo il primo passo di una profonda riforma del settore. La riforma, battuta a macchina dallo stesso Brunetta perché gli impiegati del suo ministero erano appena stati licenziati, è stata presentata ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa molto austera: lo stesso ministro, per evitare sprechi, ha servito il rinfresco preparato con le sue mani durante la notte. La curiosa giacca a pois gialli con la quale si è presentato alla stampa era dovuta alle macchie di maionese. Vediamo i punti principali del piano Brunetta. Poste Molte lettere sono del tutto inutili. Si tratta di fesserie e sdolcinatezze tra privati che non hanno alcuna utilità ai fini dell'economia nazionale. In ogni ufficio postale un impiegato addetto le apri- rà 'e le leggerà al telefono al destinatario, saltando i passaggi meno significativi e caricando il prezzo della telefonata sulla bolletta dell'utente. Per le cartoline, è prevista una descrizione sommaria del paesaggio raffigurato. Con un piccolo sovrapprezzo, verrà descritto anche il francobollo. Furgoni e camion consumano troppa benzina, e dunque il servizio di consegna della posta residua sarà effettuato dai soli portalettere a piedi o in motorino, col portapacchi rinforzato per reggere le enormi pile di posta. Per trasportare i pacchi più voluminosi, il motorino sarà munito di sidecar. Per evitare lo spettacolo penoso degli sportelli chiusi, i vetri verranno murati e rimarrà aperto un solo sportello, dietro il quale gli impiegati, grazie al nuovo spirito competitivo faranno a gara per servire i clienti cercando di sopraffarsi a vicenda e afferrare i bollettini, denunciando come fannulloni i colleghi anziani che stramazzano a terra. Ministeri L'usciere con la giacca stazzonata, stravaccato su una sedia, che borbotta ininterrottamente «terzo piano in fondo» anche se non c'è nessuno, verrà licenziato. Lo sostituirà un indicatore elettronico, sempre con la giacca stazzonata: premendo i bottoni della giacca una voce metallica dirà «terzo piano in fondo». Un nuovo software, in via di sperimentazione, sarà in grado di dire anche «secondo piano a destra». Tutti i primi piani saranno aboliti per ridurre i costi e migliorare le prestazioni: pare che gli impiegati del primo piano siano più soggetti a stare tutto il giorno alla finestra conversando con la sorella che sta andando a fare la spesa. Scuola vederà a insegnare latino, matematica, diritto, scienze, geografia; fisica, ginnastica, francese, inglese, tedesco, trigonometria, algebra, greco e disegno: contemporaneamente per ottimizzare i risultati. Il suo stipendio verrà congelato, ma potrà arrotondarlo con le mance degli studenti impietositi dai vestiti laceri. La figura del preside verrà rimpiazzata da una fotografia del ministro della Pubblica istruzione che regge nella mano destra il regolamento scolastico. Vigili urbani Il ministro ha mostrato con orgoglio il vigile urbano a quattro braccia (le due normali più due braccia meccaniche montate sotto le ascelle). Il vigile quadrumane sarà in grado di dirigere il traffico indicando ben quattro direzioni diverse, oppure indicandone solo due ma con il terzo braccio scrivendo le multe e con il quarto acciuffando uno scippatore. Basterà un vigile per ogni città. Il personale in eccesso verrà destinato alla manutenzione delle braccia meccaniche del collega. Un solo bidello per istituto, incaricato di gridare ai ragazzi «piantala di fare lo scemo», basta e avanza. Alla pulizia dei pavimenti provvedono direttamente gli studenti strusciando per terra i pantaloni a vita bassa. Michele Serra I docenti in esubero L’Espresso verranno rinchiusi nel- 31 luglio 2008 l'aula di chimica e usati per gli esprimenti. Un solo docente altamente qualificato prov- INTERNI 24 Giustizia e Libertà 27 luglio 2008 Comunicato Stampa Falcone e Borsellino Per quale Repubblica ? Non per questa Per quale Repubblica Falcone e Borsellino hanno sacrificato vita, affetti, figli, futuro Comitato in Difesa della Costituzione, Ravenna Comitato per la Legalità e la Democrazia, Ravenna (22 luglio 2008) Riceviamo e Pubblichiamo In questi giorni di commemorazioni di chi, per la Repubblica, ha sacrificato tutto, la lontananza dell’esempio di Falcone e Borsellino dalla Repubblica reale emerge con drammatica evidenza. Il loro Olocausto non è stato per la Repubblica che abbiamo sotto gli occhi. Anche noi, come hanno recentemente dichiarato i magistrati di Palermo, abbiamo un compito, non scelto volentieri, ma necessario: RESISTENZA COSTITUZIONALE. Mai, neppure nei momenti peggiori degli ultimi venti anni, abbiamo visto la Costituzione così violata e offesa e, con lei, chi, per difenderla, ha sacrificato la vita, come Falcone e Borsellino, ricordati con retorica nelle orazioni ufficiali, ma non onorati nelle politiche quotidiane, nel rispetto della legalità e della Costituzione. Dei tre poteri sanciti dalla Costituzione del 1948, l’Esecutivo, il Governo, attacca con parole inaudite l’’Ordine Giudiziario (“CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA CLOACA”), che ha autonomia nell’interpretare ed applicare la legge, dice la Costituzione, ma che l’Esecutivo offende come si fa con un subordinato infedele. Anche i sovrani assoluti, un tempo, avevano maggiore attenzione all’uso delle parole. L’Esecutivo intende promulgare, inoltre, leggi che si allontanano dai principi costituzionali, come i vari tentativi di rendere non obbligatoria l’ azione penale; e la legge sull’immunità, già approvata alla Camera, lo sarà oggi al Senato. Si torna ad una concezione arcaica ed arbitraria della legge, che separa i potenti dai subordinati, e li circonda di privilegio e disuguaglianza. L’altro ordine, il Legislativo, risulta, in questi giorni, mortificato da una maggioranza che detta legge, che svilisce il ruolo di confronto del Parlamento, che i Costituenti concepirono come palestra civile di confronto e di alta competizione fra idee, che viene così ridotto a semplice cassa di risonanza di una maggioranza resa sovrabbondante da una legge elettorale liberticida, anch’essa fuori dalla Costituzione. Maurizio Viroli, due anni fa, in un dibattito, a Ravenna, propose che tutti, cittadine/i, parlamentari, governanti, rileggessero i dibattiti della Costituente, per toccare con mano l’altezza morale e intellettuale di chi, allora, abitava le aule parlamentari. E ‘ PROPOSTA CHE CONDIVIDIAMO E CHE VORREMMO RILANCIARE ALLA NOSTRA COMUNITA’, NAZIONALE E LOCALE. Dovremo di nuovo sentire un Presidente del Consiglio che parla con disprezzo dell’ “aula sorda e grigia”? Che ritiene sia perdita di tempo la discussione parlamentare, e che l’unico potere che conta è l’investitura che il capo riceve direttamente dal popolo ? Che auspica un rafforzamento dei propri poteri ? Ancora di più ? Un’altra circostanza ci preoccupa, MOLTISSIMO. Vediamo un Parlamento indebolito nelle sue prerogative perché fatichiamo a “sentire” la voce della opposizione. E senza una opposizione che faccia sentire con forza le proprie ragioni, DIVERSE da quelle della maggioranza, soprattutto nella difesa della COSTITUZIONE, LA DEMOCRAZIA DIVENTA PURO NOME. E’ NECESSARIA una opposizione forte e determinata, più attenta alle ragioni della RESISTENZA COSTITUZIONALE che è COSCIENZA presente e diffusa in tutto il territorio nazionale. E non è una resistenza conservatrice, a meno che “conservare” non significhi l’intransigente difesa delle funzioni dei TRE POTERI e DEI LORO EQUILIBRI, oltre che dell’indispensabile ruolo del Presidente della Repubblica, a cui la Costituzione affida anche il compito di SOSPENDERE ITER LEGISLATIVI CON RICHIESTA DI CHIARIMENTI. Abbiamo fiducia nel presidente Giorgio Napolitano, uomo che in più di una occasione, nella storia della Repubblica, ha avuto coraggio e lungimiranza. Sta svolgendo la sua funzione in condizioni di estrema difficoltà. MA SAPRA’ DIFENDERE LA COSTITUZONE, QUESTA COSTITUZIONE, SENZA LA QUALE LA SOVRANITA’ DEL POPOLO SAREBBE RICACCIATA INDIETRO NEL TEMPO, O GETTATA IN UN FUTURO OSCURO. Alle forze politiche di opposizione, in Parlamento e nella società, chiediamo parole chiare e azioni politiche conseguenti. ♣ 27 luglio 2008 ECONOMIA Giustizia e Libertà 25 AliTaglia di Paolo di Roberto Dunque la soluzione agli annosi problemi di Alitalia sembra giunta finalmente in dirittura d’arrivo. Grazie all’impegno del governo Berlusconi anche uno dei nodi cruciali, che da anni non trovano soluzione, sembrano venir risolti. Certo, i medesimi problemi avrebbero potuto benissimo venir risolti anche qualche anno fa, sempre durante il suo governo, ma poco male, anche se con un po’ di ritardo, l’importante è che giungiamo ad una soluzione. Quindi viva Berlusconi, dovremmo dire. A noi non pare. Berlusconi potrà anche ingannare la classica casalinga di Voghera, facendole credere che grazie a lui si è posto fine ad un’annosa questione, ma non noi. E questo perché probabilmente la casalinga di Voghera non ha mai approfondito il diritto e l’economia e, probabilmente, troppo indaffarata a seguire i figli e ad occuparsi della spesa, non segue con adeguata attenzione il telegiornale (per quanto anche chi invece comprende bene sia il diritto che l’economia talvolta ha difficoltà a comprendere le notizie come vengono fornite dai telegiornali, date a pezzi e bocconi, poiché si limitano ai fatti del giorno, o arrivano addirittura a “condizionarli” secondo il volere del Premier). Se la casalinga di Voghera seguisse con maggiore attenzione, saprebbe per esempio che i punti cardine della soluzione di Alitalia sono due: il primo riguarda il taglio di circa 5.000 posti di lavoro, attraverso prepensionamenti e mobilità o ricorso ad ammortizzatori sociali (es. la cassa integrazione); il secondo prevede il fallimento di Alitalia e la costituzione di una nuova società, "Alitalia 2", su cui si incentrerebbero gli inve- stimenti di una decina tra banche e imprenditori italiani. A margine vogliamo aggiungere che per quello che se ne sa, fino ad ora, il capitale sociale della nuova compagni, gli investimenti previsti, per intenderci, ammonterebbero a 700 milioni di euro. Ma probabilmente anche così la casalinga di Voghera non si preoccuperebbe molto. Non conoscendo l’impatto che queste due soluzioni avrebbero sull’economia nazionale e sui dipendenti dell’Alitalia, ella le giudicherebbe positive, purché si giunga ad una soluzione. Eppure il primo dei due punti, il taglio di circa 5000 posti, costituisce il doppio, ricordiamolo e sottolineiamolo, della soluzione proposta da Air France durante le trattative con il governo Prodi. Air France aveva previsto, infatti, nel suo piano solo 2500 esuberi, tra prepensionamenti e licenziamenti. Mancano quindi all'appello 2500 posti di lavoro. A questo vogliamo anche aggiungere che gli investimenti previsti da Air France assommavano a due miliardi di euro, uno per il ripiano dei debiti l'altro di investimenti veri e propri. denaro per poter sopravvivere fino ad oggi. Che fine fanno i creditori? Un'azienda di cui viene dichiarato fallimento, viene posta in liquidazione: tutti i suoi beni vengono venduti e il ricavato diviene loro proprietà. Presumibilmente parte di questi beni saranno acquistati proprio dalla nuova società in corso di costituzione, "Alitalia 2". Ma, e questo è il punto, se gli investimenti di "Alitalia 2" saranno di soli 700 milioni di euro, questi non saranno mai sufficienti a ripianare TUTTI I DEBITI, ossia ci sarà qualcuno che ci rimetterà, e ci rimetterà anche cifre enormi. Tra questi, sicuramente molti piccoli risparmiatori che hanno investito parte dei loro soldi nell'acquisto delle azioni che tra pochi giorni saranno carta straccia. Magari tra questi ci sono molti risparmiatori attirati proprio dagli annunci di una prossima soluzione, che si sono fidati di Berlusconi. Per la cronaca, il titolo è sospeso in borsa dallo scorso 3 giugno, altrimenti le notizie di questi giorni avrebbero provocato il panico sul titolo. A meno che… a meno che non si trovi una soluzione "politica" C'è poi il secondo punto, an- alla questione. ch'esso particolarmente impor- Ma soluzione politica significherebbe, quasi certamente, che lo tante. Il fallimento dell'attuale compa- stato ci metta i soldi. gnia e la costituzione di una nuoOssia che, come accade sovente va società. La prima e più evidente conse- in tali questioni, a pagare sia guenza del fallimento di un'a- sempre il cittadino italiano. zienda, lasciando da parte la perdita dei posti di lavoro, riguarda ♦ i debiti. Alitalia è un'azienda che ha un mucchio di debiti, il che significa che qualcuno gli ha prestato il 26 Giustizia e Libertà UNIVERSITA’ 27 luglio 2008 Università e Finanziaria La Finanziaria spacca il mondo universitario di Benedetta P. Pacelli (ItaliaOggi, 22 luglio 2008) C'è la mannaia della Finanziaria da una parte, il mondo accademico dall'altra e quello universitario, delle istituzioni, da un'altra ancora. di rappresentanza e di autogoverno valido in grado di contrastare gli attacchi che da anni stanno subendo le università". si preparano a una mobilitazione a oltranza, mentre si allunga l'elenco dei professori che minacciano di attuare il blocco totale degli esami. La manovra economica che prevede tagli per circa 1,4 miliardi al Fondo di funzionamento ordinario per i prossimi cinque anni ha non solo fatto alzare le barricate in tutti gli atenei italiani ma, anche spaccato il mondo accademico. Che, con la tregua stabilita da Cun e Crui dopo l'annuncio di un tavolo di consultazione tra gli organi competenti e la promessa del ministro dell'istruzione Maria Stella Gelmini di qualche spicciolo in più nella prossima finanziaria, puntano il dito proprio contro i due organi consultivi accusati di avere ceduto alle lusinghe senza troppo combattere. Gli fa eco Marco Merafina coordinatore nazionale dei docenti universitari che accusa il Cun e la Crui "di aver ceduto alle promesse in maniera troppo ingenua. Questa manovra porta via soldi senza restituirli e soprattutto senza reinvestirli nel settore. In questo modo o le università annunciano bancarotta o dovranno aumentare le tasse degli studenti". Si mobilita La Sapienza di Roma che, in un comunicato, addirittura annuncia che "in queste condizioni non sarà possibile dare inizio al prossimo anno accademico". Vota una mozione durissima il senato accademico di Firenze che insieme ad altri atenei toscani chiede lo stralcio dal decreto delle norme che si riferiscono alle università, in vista di una discussione più approfondita. Interviene anche Aquis, l'Associazione per la qualità delle università italiane statali, che sottolinea come ogni intervento sulle università dovrà puntare "a una riqualificazione della spesa degli atenei, ma non a fare cassa per il bilancio dello stato a spese dei bilanci delle università. Si dovrebbe piutto- sto avviare un processo di riqualificazione della spesa non tagliando i finanziamenti, ma dettando regole per comportamenti virtuosi". Riuniti, poi, ieri per la prima volta anche gli stati maggiori di tutti gli atenei dell'Emilia Romagna che oltre a stigmatizzare la manovra che “mortifica l'intero insieme delle professionalità e competenze”, bocciano anche la via d'uscita proposta dal governo, cioè la trasformazione delle università pubbliche in fondazioni: "Un provvedimento ancora confuso e inadeguato nel suo articolato che non motiva in nessun modo la convenienza a muoversi verso tale trasformazione". A nulla è servito, quindi, per calmierare gli animi l'ordine del giorno annunciato dalla Gelmini che promette di restituire agli Si ribellano infine comatenei quei finanziamenti patte le università del sottratti perché, è la proFriuli-Venezia Giulia testa, "il ministro fa contro "il disimpegno E, tra il silenzio del mini- promesse senza avere dello stato" dall'universtro che, nella giornata di nessuna carta in mano". sità." ieri non ha voluto rilasciare dichiarazioni in E nel frattempo da settimerito, promettono inve- mane proseguono le pro♦ ce battaglia. "Non é un teste negli atenei: alcuni tavolino che può risolvere problemi epocali", ha dichiarato Nunzio Miraglia presidente dell'Andu, che parteciperà oggi insieme a tutte le rappredi Alberto Burgio, (Il Manifesto, 22 luglio 2008) sentanze universitarie all'assemblea nazionale a La destra attacca a testa nam come a bei vecchi p o v e r i già superRoma. bassa. tempi; attacco contro indebitati. "Quello che è chiaro da La sceneggiatura inven- quanto resta dell'unità Difficile dire che succetempo che a decidere tata qualche mese da sociale e istituzionale del derà alla ripresa autunnasull'università è il mini- Walter Veltroni per apri- paese; guerra senza quar- le. stro dell'economia per- re la crisi di governo non tiere contro il lavoro pub- C'è da augurarsi che, inblico e privato, e una po- calzata dalla sinistra sinché quello dell'universi- lo prevedeva. Fantasticava di una delitica economica fatta di dacale, la Cgil dia finaltà, la Gelmini ora, non stra ormai civilizzata. frodi sull'inflazione reale mente segnali di resipiha nessun potere in meCome stessero in realtà e di tagli alla spesa e alle scenza, ma dovrà vederrito. Il sistema nazionale cose è oggi sotto gli retribuzioni. Come sem- sela con le altre confedele" ha tuonato ancora, occhi di tutti: razzismo pre. Solo che adesso si razioni, tentate da una "non ha un vero organo di stato; leggi ad perso- infierisce su un popolo di (Continua a pagina 27) "Vacanza universitaria" UNIVERSITA’ 27 luglio 2008 Giustizia e Libertà 27 Università e finanziaria (Continua da pagina 26) replica in pejus del famigerato Patto per l'Italia. Per parte sua, il Partito democratico si interroga se perseverare nella ricerca del dialogo o impegnarsi nell'opposizione, naturalmente costruttiva". Intanto vengono giù interi pezzi della Costituzione materiale e formale della Repubblica, trascinando con sé le sorti della nostra democrazia. Un'ennesima picconata la dà in questi giorni il decreto legge 112, la "lenzuolata" scritta da Tremonti in combutta con Sacconi e Brunetta sulla quale il governo ha posto la fiducia temendo di non ottenerne, altrimenti, la conversione in legge entro il 24 agosto. Tra privatizzazioni, tagli alla spesa e agli organici pubblici, nuove misure precarizzanti e ricatti contro i "fannulloni" del pubblico impiego, il prov vedimento contiene misure devastanti in materia di scuola e di università. Il manifesto ha già messo in evidenza i pericoli che incombono sul sistema scolastico, già stremato da una politica di lesina che da anni colloca l'Italia agli ultimi posti in Europa quanto a spesa per l'istruzione pubblica. Sarà ulteriormente ridotto l'organico docente e ausiliario e si ridurrà il tempo pieno. Al contempo si riprenderà il progetto morattiano del doppio binario (scelta tra istruzione e formazione professionale già a 14 anni) teso a reintrodurre la logica classista dell'"avviamento" cancellata nei primi anni Sessanta con l'istituzione della scuola media unica. Dopotutto, non aveva detto chiaramente Berlusconi che non sta né in cielo né in terra che il figlio dell'operaio possa avere le stesse ambizioni di quello dell'imprendito- sempre più salate in camre o del professionista ? bio di un sapere sempre più parcellizzato e disorL'università non è messa ganico. Il progetto del meglio. governo ha un respiro Le Disposizioni per lo ben più complessivo, una sviluppo economico portata in senso proprio (questo il titolo del dl costituente. nella beffarda neolingua Ridurre al minimo il regovernativa) prevedono clutamento di nuovi ritagli alle già misere retri- cercatori significa precabuzioni del personale do- rietà a vita per quasi tutti cente e amministrativo; coloro che ancora attentagli agli stanziamenti (in dono di entrare in ruolo aggiunta ai 500 milioni ed esasperazione delle già decurtati nello scorso logiche oligarchiche e triennio); limiti al turn baronali. over (nella misura massi- Privatizzare il patrimonio ma del 20% dei pensio- degli atenei significa namenti per il trienno consolidare le propensio2009-2011); massicci ni e le pratiche neofeudatrasferimenti a favore di li di ristretti gruppi di pretesi "centri di eccel- potere, sempre più insoflenza" (a cominciare dal- ferenti al controllo demol'Istituto Italiano di Tec- cratico. nologia, guarda caso pre- E significa accrescere il sieduto dal Direttore ge- potere di condizionamennerale del Ministero del- to del capitale privato l'Economia) e, dulcis in (impresa e credito) sui fundo, la possibilità che percorsi di ricerca e sulla le università pubbliche si stessa didattica. trasformino in fondazio- Destinare risorse crescenni, spianando anche di ti ai sedicenti centri di diritto la strada a un pro- eccellenza significa processo di privatizzazione muovere un sistema di dell'università italiana università di serie A (per che da anni -grazie alle chi potrà permettersele) e sciagurate riforme ulivi- di serie B (per tutti gli ste- marcia già spedita- altri), secondo il pessimo modello castale degli mente di fatto. Si presti molta attenzio- Stati Uniti. Per l'ennesima volta la ne. nostra "classe dirigente" Quest'attacco brutale non conferma la propria levacolpisce soltanto chi la- tura strapaesana, non esivora nell'università né tando a sacrificare le prosolo chi vi trascorre alcu- spettive di sviluppo del ni anni della propria vita, paese all'interesse di chi peraltro pagando tasse gode di posizioni privile- giate. Ma in questo caso l'attacco colpisce un fondamento della cittadinanza democratica. La scuola, l'istruzione, la cultura e la critica sono strumenti essenziali di partecipazione e di mobilità sociale. Per questo la Costituzione ne preserva libertà e pubblicità. E per questo la destra al governo intende cancellarne il carattere di massa. Viene insomma al pettine uno dei nodi della primavera vissuta anche in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta. C'è chi, per fortuna, se n'è accorto in tempo. Nelle università si moltiplicano in questi giorni agitazioni, appelli alla mobilitazione e assemblee di studenti, docenti e precari. Ma non è ancora abbastanza. Occorre saldare al più presto un fronte ampio che coinvolga massicciamente il corpo docente e tutti i dipendenti del sistema universitario pubblico. Questa controriforma non deve passare: dov'è scritto che agosto non possa essere tempo di lotta?" Alberto Bugio Manifesto 22 luglio 2008 Diario di un povero prof. di Giulio Ferrosi (L’Unità, 23 luglio 2008) Davvero subdolo l'attacco all'università portato dal decreto 112: sotto il paravento dei tagli di spesa si mette in moto un processo che tende a indebolire l'università pubblica, muovendo verso forme di privatizzazione il cui esito non può essere che distruttivo: la quasi totale riduzione del turn over rende praticamente impossibile la già difficoltosa possibilità di arruolamento delle giovani generazioni; la decurtazione dei fondi per il funzionamento e per la ricerca blocca l'esercizio di molte delle attività programmate; la trasformazione delle università in Fondazioni conduce all'ingresso in esse (dentro quelle che ci riusciranno) dei privati, con ruoli sempre più determinanti. Un punto relativamente marginale ma fortemente punitivo verso la classe docente è costituito poi dal rallentamento degli scatti biennali di carriera, (Continua a pagina 28) 28 Giustizia e Libertà UNIVERSITA’ 27 luglio 2008 Università e finanziaria gno da molti anni, e vedo certamente alcune sacche di privilegio, personaggi che riescono a muoversi dentro l'istituzione accademica con una presenza evanescente e poco incisiva. La grande maggioranza dei docenti, però è lì, pronta a confrontarsi quotidianamente con una serie di incombenze che vanno molto al di là delle lezioni, degli esami Proprio il berlusconiano e dei colloqui con gli stu"Giornale" è partito in denti. quarta qualificando i professori universitari in Il carico didattico si è blocco come fannulloni, amplificato notevolmente che intascano una barca negli ultimi anni: i nuovi di soldi (all'incirca 10 ordinamenti introdotti mila euro al mese) lavo- dalla riforma Berlinguerrando solo 3 ore al gior- Zecchino hanno portato no: e fa i conti nel porta- alla moltiplicazione dei foglio dei professori or- corsi e delle funzioni di dinari e di alcuni magni- tutoraggio; le difficoltà fici rettori, usando artata- organizzative delle strutmente le cifre (senza te- ture universitarie (dovute ner conto delle detrazioni proprio alla scarsità di fiscali e previdenziali: e risorse) costringono molti in effetti, tenuto conto di di noi ad intervenire antutto, un professore alla che su campi che sono fine della carriera guada- lontanissimi dalle loro gna meno della metà del- qualifiche scientifiche e la cifra indicata dal disciplinari. "Giornale"). La gestione della vita accademica e gli svariati Ma è proprio vero che i compiti istituzionali riprofessori lavorano così chiedono continue riuniopoco ? ni di organi collegiali, E cosa significa questo che portano via intere populistico esporli al giornate, pubblico ludibrio ? Ci sono poi i seminari, i Io mi guardo intorno, corsi di dottorato di ricernell'università dove inse- ca, le iniziative scientifi(Continua da pagina 27) che tra l'altro penalizza in primo luogo proprio i giovani ricercatori da poco assunti, i cui stipendi sono peraltro molto bassi. Ma proprio la questione degli stipendi viene presa come punto di attacco e di propaganda a sostegno del disegno di privatizzazione. che e culturali, gli scambi internazionali, ecc. Molte sono le giornate in cui si sta in Facoltà dal mattino alla sera, tra incombenze di ogni sorta, spesso in spazi ridottissimi, appena vivibili. Non bisogna poi sottovalutare (come invece fanno allegramente i compilatori del "Giornale") l'impegno della ricerca, che nelle Facoltà scientifiche richiede spesso una presenza in laboratorio per tutti i giorni della settimana e che per tutti comunque impone un lungo lavoro di organizzazione, di progettazione, di studio e verifica. Anzi, nella situazione attuale sono proprio le molteplici incombenze istituzionali a sottrarre tempo alla ricerca. Se si invece vuole mantenere la didattica universitaria ad un livello "superiore", è tanto più essenziale che essa (anche quella di primo livello, solo in apparenza più semplice e ripetitiva) scaturisca da un fecondo e diretto rapporto con la ricerca, una ricerca che deve per giunta essere sostenuta da uno scambio con i più alti livelli internazionali della cultura, della scienza, della tecnologia. Per fare tutto ciò, in un questo quadro ←Università La Sapinza, Roma i n t e r n a zionale ↓Università Federico 2°, Napoli da cui è m i o p e prescindere, non basta la giornata piena. M o l t i professori sono in realtà assillati dall ' i n s u fficienza del tempo a disposizione, d a l l a scarsità di spazio che rimane per portare a compimento i lavori di ricerca (quasi sempre, del resto, aspettiamo il tempo delle vacanze per poterci dedicare a tempo pieno proprio a certi lavori che non si riescono ad espletare nel corso dell'anno, ma il cui effetto positivo ricade poi sul successivo lavoro didattico). In definitiva questi attacchi populisti ai professori universitari sembrano tendere anche a colpire il prestigio sociale dell'università, a limitare lo spazio di libertà dei docenti, ad approfondire la divaricazione tra ricerca e didattica, sottraendo definitivamente all'università pubblica la funzione di punta avanzata della scienza e della cultura del paese. È vero peraltro che l'università è in crisi, come gran parte delle strutture portanti di questo paese; ma il disegno attuale mira ad approfittare di questa crisi per trasferire nell'ambito del privato (e di coloro che sono in grado di sostenere i costi imposti dal privato) i livelli di eccellenza, trasformando quanto rimarrebbe dell'università pubblica in agenzia subalterna, parcheggio per gioventù destinata a funzioni di secondo piano, per un popolo di consumatori esclusi dal controllo dei vertici della conoscenza e dalla coscienza critica. Questa è la posta oggi in gioco: tanto più occorrono risposte forti e rigorose, non semplici difese dello status quo, ma attivi interventi per una rifondazione e un rilanciodell'istituzione universitaria, come motore centrale della vita democratica del paese. Giulio Ferrosi L’Unità 23 luglio 2008 UNIVERSITA’ 27 luglio 2008 Giustizia e Libertà 29 "La mpustuma del leone Ciccio Intervento di Francesco Muracchia (Andu, 23.07.2008) Alla fine degli anni sessanta, a Palermo, una protesta studentesca sfociata nell'occupazione di alcune facoltà universitarie determinò la sospensione degli esami di profitto. Alla fine dell'occupazione, il Preside di una di queste facoltà preparò un comunicato stampa per informare gli studenti sparsi nelle varie parti della Sicilia che gli esami sarebbero ripresi a partire dal _____. Il comunicato non fu pubblicato per "mancanza di spazio". L'attenzione e le emozioni dei palermitani erano allora focalizzate sulla salute di "Ciccio", un vecchio leone ospitato nel minizoo di Villa Giulia, una bella villa pubblica di Palermo prospiciente il mare. Ciccio era affetto da una infezione le cui evoluzioni erano incerte e tenevano i cittadini con il fiato sospeso. La stampa, sensibile e partecipe di questo stato d'animo, destinava ogni giorno una intera pagina tra bollettini veterinari e interventi vari, in gran parte di bambini, allo stato di salute del povero Ciccio. Quel preside a cui non mancavano certo arguzia e spiccato senso dell'hu- mor commentò sorridendo amaramente: "per la mpustuma (infezione) di Ciccio si trova una pagina sana (intera), per 500 studenti non si trovano 3 righe." Non chiedeva di astenersi dallo scrivere di Ciccio, ma soltanto di sottrarre 3 righe ad una intera pagina. Dopo 40 anni sembra esser cambiato poco o nulla. L'università è in stato di agitazione per effetto di un provvedimento governativo che rischia di darle il colpo fatale, e la stampa, oggi come allora, trova spazio per raccontarci gli amorazzi estivi dei vip, le ultime stramberie di Naomi Campbell e Paris Hilton, ma tace massicciamente sul fatto che il nostro sistema formativo -la sottrazione di risorse non riguarda solo l'Università- vada a carte quarantotto, mettendo a rischio lo stesso futuro del Paese. Più che criticare mi sembra prioritario provare a capire. Se oggi, nell'opinione pubblica, l'immagine dell'Università è deteriorata anche a causa di un lassismo etico che l'ha distinta in questi ultimi tempi, così non era di certo 40 anni fa. E quindi, la spiegazione che l'indifferenza e l'insofferenza verso le cose universitarie sia da ascrivere ad alcune forme di degrado interno, è francamente insufficiente. Ciò non toglie che l'Università abbia il dovere di fare una forte e approfondita riflessione e autocritica su se stessa. Una riflessione e autocritica dalla quale nessuno di noi si tiri fuori dal mucchio, ricordando a se stesso e magari anche agli altri quante volte ha taciuto mentre avrebbe potuto e dovuto parlare o non ha fatto quando avrebbe potuto e dovuto fare. Come ho avuto modo di accennare in occasione di qualche recente conversazione privata o pubblica assemblea, c'è un male più nascosto che dobbiamo provare a scovare. Se non lo individuiamo e troviamo il modo di combatterlo, i prossimi anni ripeteranno l'attuale e i precedenti. rimarranno sempre allo stesso punto. Mi vado convincendo sempre di più che l'Università, non per sua esclusiva responsabilità, sia percepita come un corpo separato dalla società in primo luogo per il diffuso convincimento che ai fini del successo e dell'affermazione individuale facciano più premio le buone relazioni di famiglia piuttosto che l'iniziativa e la capacità di fare di ciascuno di noi. Ma anche questo mi sembra insufficiente. Ci sono troppe altre domande, per me ancora senza risposta. Perchè tante volte ci si fida più del muratore piuttosto che dell'ingegnere o ancora dell'infermiere piuttosto che del medico? In quanti e quali altri Paesi del mondo esiste l'equivalente del CEPU e, se esiste, in quali di questi le sue attività sono fiorenti come da noi ? Nella famosa "turris eburnea", l'Università si è autocollocata, oppure vi è Continueremo a pianger- stata collocata da altri ? ci addosso, cercheremo qualche padrino politico La risposta a qualcuna di una volta a destra, un'al- queste domande potrà tra volta a sinistra che ci aiutare a capire meglio, dia conforto illudendoci oppure sono andato fuodi sposare la nostra ri tema"? (come se fosse solo la nostra) causa, ma le cose ♣ DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DELL'UNIVERSITÀ indetta da ADI, ADU, ANDU, APU, CISAL-UNIVERSITÀ, CNRU, CNU, CONFSAL FED. SNALS-CISAPUNI, FEDERAZIONE CISL-UNIVERSITÀ, FLCCGIL, RNRP, SUN, UDU e UILPA-URAFAM Roma, 22 luglio 2008 L'Assemblea nazionale, tenutasi il 22 luglio 2008 nell'Aula Magna dell'Università La Sapienza di Roma, indetta dalle Organizzazioni e Associazioni della Docenza e degli Studenti, ha discusso la gravissima situa(Continua a pagina 30) 30 Giustizia e Libertà UNIVERSITA’ 27 luglio 2008 (Continua da pagina 29) zione venutasi a determinare a seguito dell'emanazione del D.L. 112 e dei provvedimenti governativi in materia finanziaria e di pubblico impiego. L'Assemblea nazionale assume il documento di denuncia e di protesta delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni del 10 luglio 2008 e condivide i contenuti delle numerosissime prese di posizione degli Organi accademici, che in questi giorni si sono espressi duramente, protestando contro la linea governativa di strangolamento dell'Università pubblica. L'opinione pubblica deve sapere che, attraverso la riduzione dei finanziamenti, il blocco del turn over, gli espliciti intenti di privatizzazione, l'attacco ai diritti degli studenti, dei docenti e dei tecnico-amministrativi (senza contratto da oltre 31 mesi e con retribuzioni insufficienti), produrrà il progressivo svuotamento degli Atenei, l'impossibilità per un'intera generazione di giovani e di precari di entrare nei ruoli dell'Università, difficoltà per gli studenti di accedere alla formazione universitaria a causa dell'aumento delle tasse e delle crescenti barriere formali e sostanziali, la possibile alienazione del patrimonio delle Università come scelta imposta per far fronte alla mancanza di finanziamenti, la diminuzione dei servizi agli studenti e il rischio della perdita dell'autonomia, la penalizzazione, in particolare, degli Atenei del Mezzogiorno, già oggetto di pesanti tagli. In una parola, scomparirà l'Università italiana come luogo pubblico di ricerca, di creazione e di trasmissione della conoscenza come bene comune. Sarà cancellato il ruolo dello Stato nell'alta formazione, sancito e garantito dal titolo V della Costituzione. Gli interventi governativi non sono un fatto casuale e congiunturale: essi disegnano un modello che si dispiegherà nel lungo periodo attraverso ulteriori interventi legislativi destinati a colpire e a ridimensionare lo Stato sociale nel suo complesso. Inoltre, un ulteriore impoverimento del sistema-paese deriverebbe dal fatto che, mancando i concorsi per i giovani, gli aspiranti ricercatori saranno costretti a migrare verso altri Paesi più ricettivi, contribuendo così paradossalmente a renderli più competitivi rispetto al nostro. Contro questo disegno l'Assemblea nazionale protesta decisamente, denunciando i guasti che deriverebbero all'intera comunità nazionale dalla sua attuazione. La classe politica deve ascoltare la nostra protesta e prendere atto che essa è fortemente congiunta alla volontà di cambiamento delle Università. Occorre offrire soluzioni credibili per far crescere e migliorare il sistema pubblico della formazione. Pertanto, l'Assemblea nazionale: - chiede al Governo l'immediato stralcio di tutte le norme sull'Università contenute nei provvedimenti governativi; - chiede al Governo che si inverta la manovra economica, destinando alle Università nuove risorse economiche anche al fine di bandire concorsi per giovani, avviando così la soluzione del grave problema del precariato; - invita gli Atenei a sospendere l'avvio del prossimo anno accademico, informando e discutendo con gli studenti e con il personale tutto adeguate forme di mobilitazione; - invita le Università a non approvare i propri bilanci preventivi in mancanza delle adeguate risorse economiche; - chiede alla CRUI, al CUN, al CNAM e al Consiglio nazionale degli studenti una presa di posizione forte ed esplicita per l'apertura di un confronto inteso a promuovere i veri interessi della comunità universitaria; Giustizia e Libertà - preannuncia, a partire da settembre, un calendario di iniziative di mobilitazione nazionali e locali, per Periodico Politico Indipendente preparare una seconda manifestazione nazionale e Autorizzazione Tribunale di Roma arrivare, se necessario, allo sciopero di tutte le n° 540/2002 del 18.09.2002 componenti universitarie e alla sospensione di ogni Proprietà: L. Barbato attività didattica; Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138- Roma - invita tutti i lavoratori e gli studenti delle Università E-Mail: [email protected] a mobilitarsi congiuntamente, nella consapevolezza Fax: (+39) 06.6227.6293 della gravità della situazione attuale e delle pro- Direttore Responsabile: Luigi Barbato spettive future. Vice Direttore: Paolo Di Roberto