ETICA PUBBLICA e CULTURA DELLA LEGALITA' Bologna, autunno 2015 Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 54 Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge. www.comune.bologna.it www.avvisopubblico.it Corruzione e Mafie: quale ruolo di prevenzione per gli Enti Locali? ALBERTO VANNUCCI Il testo completo sarà reperibile nell'area riservata del sito di Avviso Pubblico Nell’ultimo decennio in Italia la corruzione politico-amministrativa ha manifestato, secondo le stime convergenti di diversi indicatori, connotazioni sistemiche e dinamiche. A titolo di esempio si pensi che un sondaggio condotto su base regionale dal Quality of Government Institute (QoG) mostra che tra 2010 e 2013 c'è stato un drastico incremento dei cittadini che hanno vissuto esperienze dirette di corruzione (in alcune regioni più del 20 per cento), mentre il perception index di Trasparency International, basato sulle percezioni di osservatori privilegiati, nel 2014 colloca l'Italia all'ultima posizione tra i paesi UE, assieme a Bulgaria, Grecia e Romania. Corruzione e radicamento delle organizzazioni mafiose. Corruzione e mafie sono fenomeni criminali distinti, ciascuno dei quali può manifestarsi e svilupparsi indipendentemente dall'altro. I due fenomeni, tuttavia, rappresentano “poli di attrazione” l’uno per l’altro e tendono a costruire un legame simbiotico che favorisce sia lo sviluppo di un esteso mercato della corruzione, che il successo delle attività criminali. Lo sviluppo di mafie e corruzione, del resto, è favorito dai medesimi fattori: entrambe traggono alimento dalla debolezza dei legami di fiducia interpersonale e dal pessimismo dei cittadini sulla capacità dello Stato e dei suoi funzionari di tutelare diritti ed erogare imparzialmente servizi ai cittadini. In questa prospettiva, il legame tra attori pubblici corrotti e mafiosi discende dalla domanda di servizi e prestazioni che gli uni possono fornire agli altri, aumentando i profitti attesi e riducendo reciprocamente incertezza e “rischi professionali” delle rispettive attività, sia quelle lecite che quelle illegali. La corruzione, inoltre, è preferibile per le mafie al ricorso alla violenza ed all’intimidazione, poiché lo scambio illegale determina una situazione asimmetrica di ricattabilità, con conseguenze di lungo periodo. Un funzionario, un magistrato o un politico, infatti, una volta entrati in un rapporto di scambio occulto con soggetti criminali, sono legati ad essi in modo permanente, esposti alla minaccia e al ricatto. Anche gli imprenditori-corruttori sono consumatori di protezione mafiosa nelle loro relazioni con la pubblica amministrazione (appalti, licenze, contratti, concessioni, ricorsi, controlli, etc...). Qualcosa di simile a un contratto di assicurazione li lega alla famiglia mafiosa. Così un collaboratore di giustizia descrive le relazioni tra mafia e impresa: “Posso, con assoluta certezza, dire che si tratta di un’impresa ‘amica’...in quanto, sia la R., sia le altre imprese sfruttavano la forza di intimidazione della nostra organizzazione per dissuadere eventuali concorrenti in gare di appalto, sfruttavano le nostre conoscenze presso politici o pubblici amministratori per aggiudicarsi le gare (…), beneficiavano della nostra protezione e delle imprese legate alla ‘famiglia’, che potevano eseguire lavori in subappalto”. Assicurando protezione privata ai soggetti operanti nell’area grigia – politici, funzionari, imprenditori, professionisti, intermediari – le organizzazioni mafiose creano una base di consenso per il loro radicamento anche in territori di nuova colonizzazione. Corruzione e amministrazioni comunali: le aree sensibili In questo quadro ogni settore di attività nelle amministrazioni comunali che possa condurre alla creazione di posizioni di rendita a vantaggio di privati, è vulnerabile alla corruzione, alla realizzazione di scambi corrotti e tangenti. In particolare appaino a rischio: le procedure di appalto (in ogni loro fase: dalla definizione dei bisogni pubblici da soddisfare, allo stanziamento dei fondi, sino alla costruzione di bando, capitolato, e contratto); il governo del territorio (dall’approvazione del Piano Regolatore e delle sue varianti; sino all'approvazione dei regolamenti in materia edilizia ed alla gestione delle pratiche edilizie), ed il sistema di controlli (sia per le procedure di individuazione e denuncia di condotte “a rischio”; sia per l’individuazione e l'applicazione di sanzioni). L’attuazione delle politiche anticorruzione a livello locale: ritardi e difficoltà La legge n. 190/2012 ha disegnato un sistema articolato di prevenzione della corruzione, fondato su una pluralità di strumenti – in particolare trasparenza, formazione, codici di comportamento e analisi del rischio – e su una molteplicità di attori coinvolti nella sua attuazione. Le difficoltà che l'applicazione della normativa sta riscontrando sono molteplici, basti pensare che al 30 novembre 2013 ben il 66 per cento delle amministrazioni comunali dovevano ancora approvare il proprio piano, e nell’80 per cento dei casi i Comuni adempienti hanno utilizzata una semplice ordinanza del sindaco. Diverse sono le criticità emerse. In particolare hanno pesato: la complessità delle procedure e dei meccanismi di attuazione richiesti; il rifugiarsi da chi è chiamato a mettere in atto le norme nella “cultura dell’adempimento”; la debolezza e l’ambiguità degli strumenti di analisi del rischio corruzione messi a disposizione delle diverse amministrazioni; il ruolo del RPC, centrale ma non ancora dotato di sufficienti strumenti e protezioni da condizionamenti esterni; la debolezza degli interventi nel campo della formazione; il “disimpegno” del livello politico, che è escluso dall’applicazione delle misure di prevenzione e controllo anticorruzione. La corruzione come problema sociale Il quadro degli elementi di difficoltà non deve deresponsabilizzare, tuttavia, rispetto le potenzialità dello strumento i cui meriti sono importanti e deve anzi rappresentare il punto di partenza su cui costruire i necessari miglioramenti. Fra questi, un nodo centrale potrebbe esser rappresentato dal rafforzamento delle strategie di dialogo, collaborazione e confronto fra i diversi Enti pubblici chiamati ad applicare la normativa anticorruzione e la società civile nella sua complessità (cittadini, professionisti, imprese, singoli o associati...). Questo permetterebbe che Il modello di “pianificazione a cascata” della legge anticorruzione (anticorruzione dall'alto) possa essere vivificato attivando un flusso inverso, dal basso verso l'alto, valorizzando tanto le buone prassi istituzionali quanto quelle sociali, rafforzando i meccanismi attivi di controllo diffuso e responsabilizzando gli amministratori pubblici. Programma della formazione con i dipendenti Giovedì ottobre 29 Orari Destinatari Temi Relatori Martedì novembre 3 Orari Destinatari Temi Relatori Giovedì 19 novembre Orari Destinatari Temi Relatori 10-14.30 Dipendenti del Comune di Bologna Il fenomeno corruzione Evoluzione e sviluppo in rapporto agli enti locali. Le misure e gli strumenti di mitigazione del rischio Affidamenti di lavori, servizi e forniture Daniele Senzani, Università di Bologna Alberto Vannucci, Università di Pisa 10 – 14.30 Dipendenti del Comune di Bologna Il rischio corruzione Individuazione ed approfondimento delle figure e dei ruoli maggiormente esposti al rischio corruzione I provvedimenti con o privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario Luca Uguccioni, Comune di Bologna Alberto Vannucci, Università di Pisa 10 - 14 Dipendenti del Comune di Bologna Valori ed etica pubblica I Codici di Comportamento, il Piano per la Trasparenza e la Carta dei Valori del Comune di Bologna Mariagrazia Bonzagni, Comune di Bologna Santo Fabiano, Università di Roma Tre Anna Rita Iannucci, Comune di Bologna Francesco Verbaro, Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Luca Uguccioni, Comune di Bologna Relatori ESTERNI INTERNI Santo Fabiano Formatore, già professore di diritto degli Enti Locali presso l'Università Roma Tre e già consulente presso la Camera dei deputati sui temi della programmazione, pianificazione e controllo di risultato. Coordina il sito www.governolocale.net, componente del comitato scientifico dell’OPCO, osservatorio per la prevenzione del crimine organizzato presso la regione Sicilia e presidente dell’associazione degli Auditors delle Pubbliche Amministrazioni che, ancor prima delle norma anticorruzione, definisce un “protocollo” sulla trasparenza e legalità negli Enti Locali. Daniele Senzani Professore associato di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l'Università di Bologna. Titolare dei corsi di Istituzioni di Diritto Pubblico; Regolazione e Diritto dei Mercati; Diritto degli Appalti Pubblici e della Concorrenza; Diritto delle Telecomunicazioni; Law of New Media (Double Degree Università di Bologna e Carnegie Mellon University, Pittsburgh, PA, USA). È docente presso il Corso “Appalti di lavori pubblici” (Spisa - Università di Bologna). Alberto Vannucci Docente di Scienza Politica presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa; dal 2010 coordina il Master universitario in “Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione”. Presidente dell'Associazione Libertà e Giustizia. E' stato il coordinatore del gruppo di esperti (politologi, giuristi, funzionari pubblici, rappresentanti di associazioni) e amministratori locali, che ha redatto la Carta di Avviso Pubblico, codice etico di comportamento rivolto agli Amministratori Pubblici. Mariagrazia Bonzagni Capo Area Personale e Organizzazione del Comune di Bologna Anna Rita Iannucci Luca Uguccioni Capo Area Affari Istituzionali e Quartieri del Comune di Bologna Segretario Generale del Comune di Bologna Bologna incontra Raffaele Cantone Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione 15 dicembre Ore 17.30, Cappella Farnese, Piazza Maggiore, 6 Bologna Evento pubblico in tema di “Infiltrazioni mafiose e corruzione al nord. Il ruolo di prevenzione degli Enti Locali” Alla presenza di: Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Virginio Merola, Sindaco di Bologna Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico Invitati in attesa di conferma: Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia-Romagna Ennio Maria Sodano, Prefetto di Bologna Modera: Andrea Cangini , Direttore Qn - Il Resto del Carlino Introduce: Nadia Monti, Assessore alla Legalità Comune di Bologna, Coordinatrice Regionale Avviso Pubblico Aperto a cittadini, dipendenti, amministratori Etica pubblica e cultura della legalita' Bologna, Autunno 2015 www.comune.bologna.it www.avvisopubblico.it