CRAFT
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EDITORIALE
Matrimoni stabili
e separazioni civili:
l’unica speranza
per un futuro migliore
Quando una coppia, affronta dei problemi di qual
si voglia natura, la loro vita viene scossa, da quelle
piccole differenze che non si vogliono più sopportare o
dalle ripetitive discussioni che si cercano di evitare, con
l’andare avanti vedendo quella coppia che ormai sorride
e si scambia abbracci solo nelle vecchie foto di famiglia,
viene da chiedere perché stanno insieme.
Ma chi è ci soffre per davvero in tutto questo? I figli;
i bambini vengono gravemente scossi nei litigi e
nelle separazioni in maniera in cui né loro né noi
ci rendiamo conto. Noi per natura siamo portati ad
accettare la realtà come ci viene presentata, un bambino
che vede suo padre andarsene di casa non sviluppa
ambizioni genitoriali per il futuro, ancora peggio un
figlio che è costretto per egoismo dei genitori a vivere in
un contesto familiare opprimente, si isola assumendo
spesso un carattere introverso e diventando facilmente
influenzabile dai suoi coetanei che non lo indirizzano
bene in quel momento di debolezza, per questo motivo,
le separazione sono una vera e propria condanna per
i ragazzi, che non solo devono fare i conti
con l’adolescenza, ma anche con i proprio genitori.
I cambiamenti indotti da questi veri e propri traumi,
li plasmano redendoli ciò che diventeranno, ed essendo
l’adolescenza il periodo dove si infliggono maggiori
danni, raccomando ai genitori di tenere sempre in
primo piano i figli, di dargli tutto l’amore che solo
loro possono dargli e di non preoccuparsi se a volte si
sentiranno rifiutati. Raccomando di separare quelli che
sono i problemi con il partner e quello che è il vostro
amore i figli; matrimoni stabili e separazioni civili sono
l’unica speranza per un futuro migliore. •
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IL DIRITTO
15 DUE CUORI E UNA CAPANNA
Il matrimonio è un negozio giuridico
21 ARTICOLO 143
Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano
gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri
27 FINCHÈ MORTE NON CI SEPARI
L’unione non sempre è vissuta secondo il giuramento
33 SOLIDARIETÀ TRA CONIUGI
La scelta patrimoniale può divenire una garanzia
per la famiglia futura
39 IO PRENDO TE
Nel matrimonio con rito concordatario la cerimonia
viene celebrata in Chiesa
45 L’INTERVISTA: ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE
Come occorre prendere la patente per guidare
un’automobile, bisognerebbe prendere una patente
per diventare genitori
49 PARITÀ FRA CONIUGI?
Con la riforma del diritto di famiglia, avvenuta nel ’75,
la condizione della donna è cambiata
FAMIGLIA
51 NUOVA GENITORIALITÀ
Il passaggio da coppia a famiglia: quando si è pronti
e come fare a capirlo
58 RAGAZZO PADRE
L’ultima ricerca dell’Istituto per lo sviluppo della
formazione professionale dei lavoratori
65 IN TRE ALL’ALTARE
Quando il matrimonio coincide anche con la nascita
di un figlio
125 OSSERVATORIO FAMILIARE ITALIANO
Forum della famiglia
129 GENITORI E FIGLI
La responsabilità, i doveri dei genitori ed i diritti dei figli
WELLBEING
77 NO-STRESS
L’ideale sarebbe regalarsi almeno una settimana
di coccole e remise en forme
94 DIETA ALLA FRANCESE
Perdere peso e tonificare in maniera naturale
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TIPS
84 IN CHIESA
La cattedrale solenne, la chiesetta sul mare
o la piccola pieve di campagna
107 A TAVOLA!
L’organizzazione della tavola ha le sue regole
113 WHAT’S UP
Si sente spesso parlare di finger food,
piatti al cucchiaio e cucina molecolare
116 DOVE
La cornice per festeggiare il proprio matrimonio
deve corrispondere ai propri sogni e al proprio stile
121 BON TON
Il tavolo degli sposi è certamente il più importante
e dovrà quindi essere collocato al centro della sala
141 IN MUNICIPIO
Gli sposi dovranno compilare un modulo
prestampato nel quale dichiarano la volontà
di sposarsi
INTERIOR DESIGN
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Nella sua classicità, il bianco e nero non ha regole
né schemi fissi
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Anno 7 n° 01 - 2011
Pubblicazione registrata
al tribunale di Napoli
n° 104 del 25 novembre 2004
DIRETTORE EDITORIALE
Martina Ferrara
COORDINAMENTO REDAZIONALE
Mariagrazia Laganà
DIRETTORE RESPONSABILE
Gianluigi Noviello
IN REDAZIONE
Valentina Amore, Manuela Baselice,
Donatella Bernabò Silorata,
Claudia Colella, Anna Cuomo,
Daniela Martellotta,
Marina Martino
GRAPHIC DESIGN
Giuliana Tizzano
FOTO DI COPERTINA
Michele Attanasio
HANNO COLLABORATO
Ciro Florio (make up)
Ferdinando Voluttuoso (hair designer)
STAMPA
SAMA - Quarto (Na)
REDAZIONE
Via Orazio, 86, 80122, Napoli - tel. 081 5757104
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Concessionaria esclusiva per la pubblicità
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CRAFT
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IL DIRITTO
DUE CUORI E
UNA CAPANNA
di Tiziana Ruggiero
L’indirizzo della vita familiare e la residenza della famiglia:
il Codice civile, tramite l’articolo 144 chiarisce ai coniugi
dove abiteranno. “Secondo le esigenze di entrambi”.
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IL DIRITTO
L’art. 144 c.c. così recita: “I coniugi concordano tra loro l’indirizzo della vita
familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi
e quelle preminenti della famiglia stessa.
A ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato”.
I principi sanciti dalla Costituzione Italiana di uguaglianza morale e giuridica
dei coniugi si riflettono anche nella regolamentazione e nello svolgimento
concreto della vita familiare.
L’accordo nel governo della famiglia va inteso come necessità di considerare
gli interessi e i bisogni di tutti i componenti della stessa al fine di contemperarli
e di realizzare il loro soddisfacimento.
In particolare, devono essere concordate le decisioni che incidono sulla
convivenza, sul tipo e sul tenore di vita, nonché sul luogo di residenza comune.
La scelta di quest’ultima è rimessa all’accordo dei coniugi e deve salvaguardare
le esigenze di entrambi, specialmente quelle che concorrono alla serenità della
famiglia (Cass. 3.10.2008 n. 24574).
L’evoluzione del diritto di famiglia ha fatto emergere la tendenza a riconoscere
alla volontà e all’accordo tra i coniugi la principale fonte regolatrice della
loro vita rispetto a quanto stabilito dalla legge. L’unico elemento invalicabile è
rappresentato dal nucleo essenziale dei diritti e doveri scaturenti dal matrimonio.
È opportuno precisare che vanno necessariamente concordate le scelte di fondo,
mentre non necessitano di accordo preventivo le decisioni che non determinano
conseguenze rilevanti e che non inficiano il rapporto di coppia.
Sebbene il principio d’intesa sia stato previsto per le questioni essenziali, l’analisi
della realtà sociale mostra come anche altre scelte, non essenziali,
ma comunque rilevanti per la vita familiare, siano di fatto sottoposte alla regola
dell’accordo (acquisto di mobili, periodi feriali …).
Occorrerà valutare caso per caso, ma è evidente che alcune decisioni possono
essere prese anche senza il consenso del coniuge (coltivare un hobby, coltivare
le proprie amicizie, andare frequentemente dal parrucchiere).
Potrebbe però accadere che i suddetti comportamenti avvengano secondo
modalità che incidono negativamente sul menage familiare (si pensi all’acquisto
di opere d’arte).
L’accordo può riguardare anche i rapporti sessuali (modalità e frequenza) e le
intese raggiunte in materia sono incoercibili. Si ritiene che con detti accordi sia
altresì possibile derogare all’obbligo di esclusiva sessuale. I coniugi possono
convenire sul modo in cui intendono vivere la fedeltà in base alla loro sensibilità,
cultura ed individualità.
In tale accordo sono pure contemplati aspetti di carattere economico relativi,
cioè, al dovere di contribuzione.
La regola dell’intesa deve essere coordinata al principio della libertà
della persona che non può subire alcuna limitazione se non nel rispetto dei doveri
coniugali e nel soddisfacimento dei bisogni della famiglia. Il matrimonio, tra l’altro,
non deve sopprimere le libertà fondamentali in campo morale, religioso e politico.
Il comma II riconosce a ciascun coniuge un “potere disgiunto” nell’attuare
l’indirizzo concordato. Si concede, in tal modo, sia all’uno che all’altro un margine
di discrezionalità e, soprattutto, la possibilità di effettuare scelte autonome
e concrete, purché nell’ambito di quanto stabilito.
Nei rapporti con i terzi è legittima la pretesa di questi ultimi nei confronti di un
coniuge per l’adempimento delle obbligazioni assunte dall’altro in base
a decisioni familiari prestabilite. A tal proposito, è fiorito un ampio dibattito in
dottrina rispetto alla responsabilità solidale di entrambi ed alla natura del potere
rappresentativo di ciascuno. •
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Il matrimonio
è un negozio
giuridico
e la legge prevede
che i coniugi
concordino tutte
le decisioni che
incidono sulla
convivenza,
sul tipo e sul tenore
di vita e sul luogo
di residenza comune.
IL DIRITTO
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IL DIRITTO
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IL DIRITTO
ARTICOLO
143
di Anna Cuomo
Diritti e doveri degli sposi:
il matrimonio secondo la costituzione italiana.
Sapevate cosa dice l’articolo 143
del nostro codice civile?
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IL DIRITTO
Il matrimonio non è solo la festa, non è il sogno dell’abito bianco. È un passo
importante, “il grande passo” si dice spesso. Ebbene, forse vale la pena
rispolverare il senso giuridico di questo grande evento. Con il matrimonio il
marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e
materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze
e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai
bisogni della famiglia. Il principio della parità e della reciprocità nell’ambito
dei rapporti tra i coniugi, prevista dall’art. 143 del Codice Civile è una delle
pietre miliari della riforma del diritto di famiglia avvenuta nel 1975. Fino a
meno di 40 anni fa, la legge imponeva una condizione subordinata per la
moglie rispetto al marito nell’ambito della famiglia. In particolare, il marito era
anche il capofamiglia ed aveva maggiore potere decisionale ed esercitava
la patria potestà nei confronti dei figli e la potestà maritale nei confronti della
moglie. La patria potestà e la potestà maritale risalivano al diritto romano
e, malgrado tutti i cambiamenti avvenuti nella società nel corso del XX
secolo, la famiglia patriarcale era il modello previsto dall’ordinamento italiano.
Sicuramente il processo di emancipazione della donna e l’affermazione delle
istanze femministe hanno determinato le premesse per una riforma globale
della normativa in materia di diritto familiare in linea con i mutamenti sociali.
L’art. 143 c.c. stabilisce, quindi, che i coniugi con il matrimonio acquisiscono
“medesimi diritti e assumono medesimi doveri”. La parità non va intesa come
uguaglianza, fermo restando la differenza e la complementarietà dei ruoli, ma
va intesa, soprattutto, come pari dignità. All’epoca si trattò di una conquista
importantissima, specie se si considera che grazie alla riforma del diritto di
famiglia, dopo qualche anno fu abolito anche il cosiddetto delitto d’onore
che vedeva quasi sempre come vittime proprio le donne. La legge, infatti
riconosceva il movente dell’onore quale attenuante ai fini della riduzione della
pena. Oggi le cose per fortuna, sono cambiate e i coniugi possono essere
considerati entrambi come le colonne portanti della famiglia, all’insegna di
un clima di comunione e di rispetto. Il matrimonio è un negozio giuridico,
tutelato dall’ordinamento e può essere considerato come un vero e proprio
patto tra i coniugi. Pur se gli effetti civili del matrimonio, in qualche modo si
sovrappongono ad alcuni effetti del matrimonio religiosi, specie nel caso di
matrimonio concordatario, in tale sede, si fa riferimento esclusivamente, alle
norme giuridiche che regolano i rapporti tra coniugi.
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“Con il matrimonio
il marito e la moglie
acquistano gli stessi
diritti e assumono
i medesimi doveri.
Dal matrimonio
deriva l’obbligo
reciproco alla
fedeltà, all’assistenza
morale e materiale,
alla collaborazione
nell’interesse della
famiglia e alla
coabitazione”
Art. 143 del codice
civile.
IL DIRITTO
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IL DIRITTO
Gli obblighi principali sono:
Fedeltà
Nel matrimonio la fedeltà è un obbligo per entrambi i coniugi. La relazione
extraconiugale, che incide in maniera rilevante nel rapporto di fiducia e stima
reciproca tra gli sposi, è considerata violazione a tale obbligo. L’adulterio non
è più un reato punibile con il carcere dal 1968, quando le donne fedifraghe
venivano condannate e gli uomini puniti con il carcere per concubinaggio.
Oggi è solo un motivo per la richiesta di separazione e suo addebito,
regolato dal Codice Civile.
Vivere sotto lo stesso tetto
I coniugi devono scegliere insieme l’abitazione dove andranno a vivere.
L’abitazione rappresenta il luogo entro cui si svolge la maggior parte della
comune vita familiare. L’allontanamento dal tetto coniugale senza “giusta
causa” fa decadere il dovere di coabitazione che è collegato anche agli
obblighi di assistenza e collaborazione familiare. Chi viola questo principio
e si allontana di casa in modo definitivo, smettendo di prestare assistenza
morale, materiale ed economica dovuta al coniuge o ai figli minori può essere
soggetto ad una multa o anche al carcere.
Condivisione dei bisogni familiari
Entrambi gli sposi sono tenuti a contribuire alle necessità del nucleo familiare,
in base alle risorse e alla capacità di lavoro, anche domestico, di ciascuno.
Chi non tiene fede a questa promessa può rischiare anche la reclusione.
Infatti, quando ci si separa o si divorzia, questo dovere non decade, ma
va rispettato nei confronti di moglie e figli a carico. Ogni caso specifico è
sottoposto all’autorità del giudice.
Scelte di vita
Marito e moglie devono scegliere di comune accordo i principi di vita e i valori
sui quali sviluppare la propria famiglia, pur conservando la propria autonomia,
per quanto riguarda le scelte di vita individuale. Se uno dei due sposi non è
d’accordo su una decisione importante, ci si può rivolgere al giudice tutelare,
che aiuterà a trovare un compromesso o a scegliere la decisione più adeguata
per il bene della famiglia.
Doveri verso i figli
Entrambi i genitori hanno l’obbligo di mantenere, istruire ed educare i
propri figli in base alla volontà di questi, alle loro inclinazioni e attitudini. Il
mantenimento dei figli e del coniuge a carico, come detto, è importante e va
rispettato per non incorrere anche in sanzioni di tipo penale. •
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Marito e moglie
devono scegliere di
comune accordo i
principi di vita e
i valori sui quali
sviluppare la
propria famiglia,
pur conservando la
propria autonomia,
per quanto riguarda
le scelte di vita
individuale.
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IL DIRITTO
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IL DIRITTO
FINCHÈ MORTE
NON CI SEPARI
di Tiziana Ruggiero
“…fino a che morte
non ci separi”:
un’utopia? No, se
si conoscono le
cause più frequenti
di separazione.
Ce le illustra la
matrimonialista
Tiziana Ruggiero
spiegandoci
come proteggere
il matrimonio.
La coppia e la famiglia sono viste non più come simbolo di unione forte, ma come dinamiche mutevoli,
a rischio di frattura e dissoluzione. A tutt’oggi, gli aspetti che concorrono a determinare la stabilità o,
al contrario, la disgregazione del nucleo familiare sono molteplici e complessi. Vi sono unioni che falliscono
malgrado le ottime premesse e le solide basi (economiche, psicologiche e sociali) su cui poggiano, mentre esistono
matrimoni che “tengono nonostante i conflitti e le numerose crisi”. Sicuramente si è trasformato il contesto, l’idea di
coppia, ma i desideri individuali più profondi sono sempre gli stessi.L’unione non sempre è vissuta secondo il giuramento
che recita: fino a che morte non ci separi, ma secondo la formula: finché dura. La cultura italiana è cambiata: oggi
la donna cerca di trovare un suo equilibrio come moglie, madre, lavoratrice nonché come persona. Si assiste ad un
abbandono tardivo del nucleo familiare di origine e, forse, c’è una minore fiducia nella “ riuscita” del rapporto di coppia.
Fino a qualche tempo fa, invece, si cresceva con l’idea del matrimonio come sacrificio, si rimaneva comunque insieme,
anche se c’erano tradimenti e sofferenze e se l’amore e i rapporti erano venuti meno.
Attualmente si sceglie la via più semplice (o almeno così appare inizialmente) non si tenta di capire, di trovare un punto
di incontro, ma si tronca la relazione. Quello che sembra mancare non è la capacità di innamorarsi o di amare, bensì
la volontà di comunicare e di crescere nel rispetto degli obiettivi, delle aspettative e dell’impegno profuso da ciascuno
nella realizzazione di sé. Il rapporto di coppia non è più finalizzato solo alla procreazione, ma è fortemente connotato
dall’affettività, dal desiderio e dall’intenzione di renderlo duraturo.
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IL DIRITTO
Proteggere il proprio matrimonio significa crescere insieme, confrontarsi attraverso
un dialogo sincero e costruttivo, essere in grado di scambiarsi i ruoli, di condividere
interessi, progetti, sogni e passioni. Bisogna, pertanto, coltivare costantemente il
rapporto per evitare che si deteriori.
Una vita a due è un continuo banco di prova: è necessario seguire i cambiamenti
che man mano si presentano ed adattarsi ad essi al fine di un arricchimento
reciproco. Vivere insieme non vuol dire fare le stesse cose, condividere
necessariamente tutto (studio, lavoro, svago…) piuttosto significa percorrere la
stessa strada conservando la propria individualità, non condurre l’esistenza l’uno
in funzione dell’altro, ma mantenere i propri spazi vitali. Diversamente la relazione è
destinata ad incrinarsi.
L’assenza di colloquio, di momenti e gesti di affetto può portare a ricercare un
appagamento sentimentale extra coniugale. Una delle principali cause di crisi del
rapporto tra i coniugi è rappresentata proprio dal tradimento.
L’infedeltà sottende il mancato rispetto della promessa di amore esclusivo verso il
partner. Questi viene offeso nella dignità e nell’autostima annullando la fiducia su
cui poggia il vincolo. Secondo la più antica e tradizionale giurisprudenza, il dovere
di fedeltà doveva intendersi come l’obbligo reciproco di astenersi dall’intrattenere
rapporti sessuali con terzi. L’orientamento giurisprudenziale recente ritiene, invece,
che la fedeltà è posta a tutela della comunione di vita tra i coniugi, intesa quale
impegno globale di devozione, estensibile a tutti gli aspetti della vita familiare.
Fedeltà significa, dunque, lealtà e rispetto della personalità umana nell’ambito della
famiglia. Sulla scorta di una così ampia nozione di fedeltà si è, quindi, delineato
il pensiero della giurisprudenza secondo cui l’adulterio platonico è altrettanto
mortificante per il partner, anche quando si tratti di una semplice infatuazione per
una persona diversa con la quale non ci siano stati rapporti fisici.
Un’altra causa di crisi è la violazione del dovere di coabitazione. La residenza
familiare è il luogo in cui si realizza la comunione di vita e di affetti della famiglia.
È possibile che i coniugi fissino la rispettiva residenza in luoghi distinti per ragioni di
lavoro, di salute, per esigenze di studio, per la necessità di assistenza temporanea
a terze persone senza che ciò debba compromettere l’unione della famiglia. Di
contro, si determinano crisi coniugale e violazione del suddetto dovere allorché
l’uno o l’altro assume un comportamento ingiustificato e reiterato di non volere
fissare la residenza comune. La medesima conseguenza si determina anche
in caso di allontanamento dall’abitazione coniugale senza alcuna motivazione
plausibile, all’improvviso e senza concordarlo previamente con l’altro, magari al
fine di vivere in piena libertà la propria relazione adulterina con un’altra donna (o
un altro uomo). È inoltre capitato che donne in stato gravidico, allontanandosi
repentinamente ed autonomamente, “senza chiedere il previo consenso dell’altro”,
si siano rifiutate di fare ritorno al tetto coniugale per estromettere la figura paterna
dalla vita del figlio.
Ulteriori cause di rottura sono state individuate nel mancato rispetto della
personalità dell’altro, della sua cultura e del suo temperamento; nel sottrarsi
all’obbligo di comunicare notizie e circostanze relative alla propria sfera personale
che possano incidere sulla vita familiare e sul suo indirizzo. Va ancora segnalata
la carenza di attenzioni e conforto morale, di aiuto e sostegno anche di carattere
economico nei confronti del coniuge, non solo in caso di difficoltà (come nell’ipotesi
di malattia) ma pure nello svolgimento delle quotidiane incombenze familiari e
lavorative. Infine, si rileva anche il disinteresse per la cura e l’educazione dei figli,
ad esempio quando si tralascia completamente di condurli a scuola, a pratiche
sportive e/o a relazioni amicali, prove evidenti, queste, di irresponsabilità ed
inaffidabilità negli affetti familiari. •
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IL DIRITTO
SOLIDARIETÀ
TRA CONIUGI
di Rosa Frullone
Separazione o comunione dei beni? L’avvocato consiglia.
Cosa dice la legge italiana e come scegliere prima
del sì o anche dopo il sì. Ma davanti ad un notaio.
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IL DIRITTO
Lui si inginocchia, le porge l’anello e le chiede: “vuoi sposarmi?” Lei, con occhi
lucidi e sorriso sognante, lo abbraccia forte e gli risponde “sì”…
In un’atmosfera come questa, in cui i futuri sposi attendono con gioia di unire le loro
vite e condividere tutto, sembra una profanazione parlare di scelta patrimoniale;
eppure, a volte, questa scelta può divenire una garanzia per la famiglia futura.
Quando ad esempio, uno dei coniugi svolga un lavoro che possa comportare
grandi rischi economici potrebbe essere molto saggio chiedere che i beni
del marito e della moglie restino separati. Per farlo bisognerà semplicemente
dichiararlo. Basterà che i futuri coniugi, al momento delle pubblicazioni, o in sede
di celebrazione del matrimonio, riferiscano all’officiante (Ufficiale di Stato Civile o
Sacerdote, che annoterà la scelta nell’Atto di matrimonio) di voler scegliere il regime
di separazione patrimoniale, con cui ognuno manterrà la titolarità esclusiva anche
sui beni acquisiti anche durante il matrimonio.
Tale decisione potrà, comunque, esser assunta anche successivamente alla
celebrazione del matrimonio, con atto avente la forma di atto pubblico (redatto cioè
dinanzi ad un notaio).
La scelta della separazione dei beni tra i coniugi richiede necessariamente
un’espressa dichiarazione perché in virtù della legge n.151 del 19 maggio 1975
ad ogni coppia che si unisce in matrimonio viene applicato automaticamente
il regime patrimoniale della comunione dei beni.
Nell’Italia del 1975 la società era composta prevalentemente da famiglie in cui
il marito aveva un reddito da lavoro, mentre la moglie ne era priva, svolgendo
il proprio lavoro all’interno della famiglia. In quel periodo vigeva il regime di
separazione dei beni che di fatto poneva la moglie in uno stato di assoluta
dipendenza economica dal marito, con mancato riconoscimento del valore del
lavoro casalingo e materiale impossibilità di acquistare beni; peraltro anche dopo
la morte del marito i beni venivano ereditati dai figli spettando al coniuge superstite
solo l’usufrutto.
Con la legge n.151/75 si volle dunque tutelare il coniuge ritenuto più debole,
statuendo come tutti i beni acquistati dai coniugi entrassero automaticamente
a far parte di un unico patrimonio comune di cui entrambi i coniugi risultassero
proprietari al 50%, indipendentemente dall’apporto reale di ognuno.
Specificamente, ricadono in comunione:
• i beni acquistati congiuntamente o separatamente dai coniugi dopo il matrimonio;
• le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio;
• gli utili ed incrementi di azienda di proprietà di uno solo dei coniugi anteriormente al matrimonio, ma gestita da entrambi;
• i risparmi dei coniugi;
• tutti i debiti contratti dai coniugi sia congiuntamente che separatamente.
In virtù degli art. 177-178-179 dei codice civile (a cui si rimanda per l’elencazione
specifica), alcuni beni sono espressamente esclusi dalla comunione come i beni di
cui ciascun coniuge fosse titolare prima del matrimonio o quelli acquistati da uno
dei coniugi per successione o donazione (salvo non sia espressamente dichiarato
che sono attribuiti alla comunione).
Infine in merito allo scioglimento della comunione dei beni, esso può avvenire oltre
che per espressa volontà dei coniugi, anche per specifici eventi patologici relativi
ad uno dei coniugi o al rapporto coniugale (morte di uno dei coniugi, annullamento
del matrimonio, separazione personale, divorzio, accordo dei coniugi che decidono
di cambiare regime, fallimento di uno dei coniugi, separazione giudiziale dei
beni). Appare evidente come la scelta del regime patrimoniale sia una decisione
importante per i coniugi ed è perciò fondamentale che anche su tali aspetti,
squisitamente pratici, la coppia si confronti ed attraverso un dialogo costruttivo
possa porre le basi per una solida convivenza futura. •
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La scelta
patrimoniale può
divenire una
garanzia per la
famiglia futura.
Con la legge
n.151/75 si tutela
il coniuge ritenuto
più debole e si
stabilisce che tutti i
beni acquistati dai
coniugi entrano a
far parte di un unico
patrimonio comune
di cui entrambi i coniugi risultano
proprietari al 50%.
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IL DIRITTO
IO PRENDO TE
di Daniela Martellotta
Il matrimonio secondo il rito
concordatario. Ovvero il sì degli
sposi davanti alla Chiesa e allo
Stato italiano. Cosa significa e
quali documenti sono necessari
per celebrarlo.
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IL DIRITTO
In Italia il maggior numero di matrimoni viene celebrato con il rito concordatario,
nato dall’accordo tra Stato e Chiesa ed in virtù del quale gli sposi si impegnano
sia davanti a Dio che davanti allo Stato. Quali documenti, i tempi e tutto ciò che
c’è da sapere se scegliete di unirvi con questo tipo di rito.
“…Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e
nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.” Questa formula
letta dagli sposi prima dello scambio degli anelli è ritenuta da molti promessa
fondamentale di ogni matrimonio, - ci spiega l’Avvocato matrimonialista Rosa
Frullone - è invece una formula che contiene la volontà di impegnarsi, davanti a
Dio, ad un legame indissolubile, ed è, perciò, pronunciata esclusivamente nelle
cerimonie celebrate in Chiesa. Infatti quando il matrimonio si svolge in Municipio
alla voce degli sposi si sostituisce quella dell’autorità comunale che dichiara
“Ho letto agli sposi gli articoli 143, 144, 147 del Codice Civile e quindi ho domandato allo sposo se intende prendere in moglie la qui presente … ed alla sposa
se intende prendere in marito il qui presente … ed avendomi ciascuno risposto
affermativamente a piena intelligenza anche dei testimoni sotto indicati, ho pronunziato in nome della legge che i medesimi sono uniti in matrimonio”.
“Siamo dunque in presenza di due diversi riti, - continua l’avvocato Frullone il primo quello religioso, durante il quale gli sposi confermano davanti a Dio la
propria volontà di unirsi in matrimonio e nel secondo, il rito civile in cui i nubendi
vengono uniti in nome della legge, impegnandosi innanzi allo Stato.
Tuttavia il rito più celebrato in Italia è il cosiddetto r ito concordatario. Nel
matrimonio con rito concordatario la cerimonia viene celebrata in Chiesa, ma
affinché gli sposi siano ben consapevoli degli impegni che con tale rito assumono anche verso lo Stato italiano, l’officiante, dopo aver celebrato la funzione religiosa, procede alla lettura degli articoli del codice civile” – conclude l’avvocato.
Il matrimonio religioso cattolico concordatario, che può essere scelto solo se
entrambi gli sposi sono di fede cattolica, richiede almeno 6 mesi per preparare
i documenti e frequentare il corso prematrimoniale e prevede un giuramento da
effettuare davanti al sacerdote 90 giorni prima della data delle nozze. Per prima
cosa i futuri sposi dovranno recarsi dal parroco della Chiesa dove hanno deciso
di sposarsi e fissare una data. Nel momento in cui questa sarà stata concordata
bisognerà provvedere a reperire tutti i documenti necessari.
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Nel matrimonio con
rito concordatario
la cerimonia viene
celebrata in Chiesa, ma
affinché gli sposi siano
ben consapevoli degli
impegni che con tale
rito assumono anche
verso lo Stato italiano,
l’officiante, dopo aver
celebrato la funzione
religiosa, procede alla
lettura degli articoli del
codice civile.
IL DIRITTO
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IL DIRITTO
I documenti che andranno presentati al parroco della chiesa di residenza di uno
dei due coniugi sono:
Certificato Contestuale di battesimo e di cresima ad uso matrimonio, entrambi
vengono rilasciati dalla parrocchia dove gli sposi hanno ricevuto questi
sacramenti.
Attestato di partecipazione al corso prematrimoniale che viene rilasciato dal
parroco stesso al termine del corso.
Se uno dei due coniugi ha vissuto in più parrocchie dopo i 16 anni, dovrà
farsi rilasciare da ognuna di questa parrocchie l’attestato di stato libero
ecclesiastico.
Una volta consegnati i documenti al parroco questo diventerà il responsabile
della Pratica di Matrimonio e procederà durante un incontro a verificare la
ferma e libera volontà dei nubendi di contrarre il Sacramento del Matrimonio
(Consenso religioso). Dopo il giuramento il sacerdote preparerà le pubblicazioni
religiose che verranno affisse per otto giorni nelle parrocchie di appartenenza
degli sposi e consegnerà loro il modulo necessario per effettuare il giuramento
e le pubblicazioni presso il Comune. A questo punto gli sposi dovranno
recarsi al Comune di residenza di uno dei due dove, muniti della Lettera e dei
documenti di riconoscimento, sottoscriveranno “la Promessa di matrimonio
civile” ovvero firmeranno una dichiarazione dove comunicano al Municipio
l’intenzione di sposarsi in Chiesa. Riceveranno, così, il documento di Nulla Osta
da riportare al Parroco e si faranno anche rilasciare il Certificato Contestuale (un
certificato che riporta l’estratto dell’atto di nascita, la residenza, e la cittadinanza
che va consegnato sempre al parroco unitamente agli altri documenti). Il
comune, nel frattempo procederà con l’affissione delle pubblicazioni civili che
rimarranno affisse per 8 giorni (nei comuni di residenza di entrambi gli sposi);
nell’atto vengono indicate le complete generalità degli sposi ed il luogo dove
verranno uniti in matrimonio. Alla fine degli otto giorni necessari le pubblicazioni
verranno consegnate al sacerdote che rilascerà, finalmente agli sposi la pratica
matrimoniale. La pratica va approvata dal Vicariato qualora il matrimonio avrà
luogo in una Chiesa differente da quella di residenza e va poi consegnata al
parroco che celebrerà le nozze. Una volta ricevuta tutta la pratica il parroco
della chiesa prescelta per il matrimonio potrà rilasciare il suo ‘consenso
religioso’, che conferma la data delle nozze. •
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Una volta consegnati
i documenti
al parroco questo
diventerà il
responsabile della
Pratica
di Matrimonio
e procederà, durante
un incontro,
a verificare la ferma
e libera volontà dei
nubendi di contrarre
il Sacramento
del Matrimonio
(Consenso religioso).
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?
IL DIRITTO
L’INTERVISTA
Prepararsi al
matrimonio
anche conoscendo
il diritto
italiano è un
dovere per tutti
gli sposi.
Il parere della
più nota
matrimonialista
d’Italia,
Annamaria
Bernardini de Pace.
di Donatella Bernabò Silorata
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IL DIRITTO
L’abito bianco, la festa, il fotografo migliore e le bomboniere. Si pensa a tutto quando si decide di
sposarsi. Ma non a quello che conta di più: che cos’è il matrimonio e cosa significa sposarsi? Sono gli
sposi consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri soprattutto riguardo ai figli che verranno?
Lo abbiamo chiesto all’avvocato Annamaria Bernardini De Pace, tra le più note matrimonialiste d’Italia,
autrice di numerosi libri e saggi, specializzata nel diritto della persona e della famiglia.
Avvocato Bernadini de Pace nella sua lunga esperienza di matrimonialista, può dirci quanto
sono preparare oggi le coppie che vanno a contrarre matrimonio?
Purtroppo pochissimo. Nella maggioranza dei casi sono del tutto impreparate sull’argomento. I giovani si
sposano senza sapere cos’è il matrimonio e cos’è la genitorialità. Non conoscono gli articoli del codice
civile né tantomeno gli obblighi nei riguardi dei figli.
Oggi si parla tanto di bi-genitorialità, di diritto dei figli. Cosa dovrebbe sapere una coppia di
futuri sposi e genitori?
Dico spesso nelle mie conferenze che, così come occorre prendere la patente per guidare un’automobile,
bisognerebbe prendere una patente per diventare genitori. I figli non sono “pezz’ e core”, sono soggetti
giuridici con precisi diritti che spesso i genitori ignorano. Hanno diritto alla bi-genitorialità ovvero ad avere
un padre ed una madre. Dal canto loro, i genitori hanno il dovere, l’obbligo, di educarli, formarli secondo
le loro inclinazioni, sino a renderli autonomi. In parole semplici un padre ha gli stessi doveri di una madre,
anche alzarsi di notte per dare un biberon. E una madre deve imparare a separarsi da un figlio, solo così lo
renderà autonomo.
Vuol dire che è necessario un corso prematrimoniale di taglio giuridico?
Ne sono convinta e tante volte mi sono resa disponibile, anche nella mia parrocchia, ma senza incontrare
il favore del parroco. Oggi è obbligatorio il corso prematrimoniale in chiesa che in realtà serve a poco
perché affronta solo il matrimonio come sacramento e giuramento davanti a Dio, tralasciando tutta la parte
giuridica che è importantissima. Purtroppo mi capita di intervenire nelle coppie ormai in fase patologica,
quando ormai è tardi. Ma sono convinta che una adeguata preparazione in fase prematrimoniale potrebbe
scongiurare molte separazioni oggi.
Cosa suggerirebbe oggi ad una coppia che ha deciso di sposarsi e fissato la data delle nozze?
Innanzitutto di leggere, di informarsi. Non esistono corsi giuridici prematrimoniali, ma attraverso internet, i
giornali e una buona televisione si possono acquisire tante informazioni. Esistono saggi e libri molto utili e
inviterei la coppia a spendere qualche soldo in meno per il ricevimento e qualche soldo in più per la loro
preparazione. Ne guadagnerà il futuro della coppia e della famiglia. •
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IL DIRITTO
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50
IL DIRITTO
PARITÀ
FRA CONIUGI?
di Titti Troianiello
La parità tra i coniugi costituisce
un argomento in cui la discussione
è ancora molto aperta, nonostante
i numerosi interventi legislativi
che si sono avvicendati sul punto.
Nella famiglia il rapporto di parità tra i coniugi è un discorso delicato, in quanto investe i legami affettivi tra gli stessi.
Con la riforma del diritto di famiglia, avvenuta nel ’75, la condizione della donna è radicalmente cambiata: è stata abolita
la figura del capo famiglia, che rimane solo ai fini anagrafici, e la donna e l’uomo hanno pari diritti e doveri, ma la famiglia
resta uno dei luoghi in cui è più difficile far valere i propri diritti. Si è percorsa molta strada verso la parità tra i coniugi:
la residenza è scelta di comune accordo tra gli sposi, entrambi i genitori esercitano la potestà sui figli, entrambi devono
provvedere al mantenimento della famiglia. Ma tanto non basta; esistono ancora vistose discriminazioni di cui due
sono sicuramente emblematiche: il cognome materno e il lavoro casalingo. Abbiamo una sentenza abbastanza recente
della Corte Costituzionale del 2006, che, pur definendo l’attuale sistema di attribuzione del cognome retaggio di una
concezione patriarcale della famiglia e di una tormentata potestà maritale, ha rigettato la possibilità di attribuire il solo
cognome materno al figlio, benché, nel caso specifico la richiesta fosse stata formulata da entrambi i coniugi. Quanto al
lavoro casalingo, un’interessantissima sentenza del 30 settembre 2010 della Corte di Cassazione non ha riconosciuto
un valore specifico al lavoro casalingo svolto da una moglie ai fini della ripetizione della metà del controvalore in danaro
di un immobile costruito sul suolo del marito in regime di comunione dei beni.
È evidente che le riforme non sono sufficienti, in quanto i magistrati, al di là delle ovvie considerazioni sulla vetustà di
certi istituti, non possono andare oltre il dettato normativo. Sono necessarie nuove leggi, che, rimuovendo ostacoli
obsoleti, determinino una parità sostanziale e non solo formale. •
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FAMIGLIA
NUOVA GENITORIALITÀ
di Daniela Martellotta
Il passaggio da coppia a famiglia: quando si è pronti e
come fare a capirlo. Non esiste un libretto di istruzioni,
piuttosto poche basilari domande da porsi. E il consiglio
di un esperto che ci parla di “bi-genitorialità”.
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FAMIGLIA
Congratulazioni e figli maschi …. questo l’augurio più diffuso durante i festeggiamenti del matrimonio. Ed è la
procreazione la naturale evoluzione di una coppia: incontrarsi, amarsi, sposarsi, diventare genitori. La nascita di un figlio è
un evento importante, un momento unico nella vita di una coppia, talmente unico che spesso provoca grosse turbolenze
poiché in ballo ci sono grandi cambiamenti e la perdita di equilibri da tempo consolidati. La notizia di aspettare un figlio,
anche nel caso questo sia stato fortemente voluto, porta con sé una serie immensa di emozioni fortissime: gioia infinita
ma anche grande paura, ansia e timore di non essere all’altezza. “Come sarò come genitore?”, “Riuscirò ad amarlo come
necessita?”, “Come sarà questo bambino?”, “Che ne sarà della vita di coppia?”. Nessun genitore nasce con il libretto
d’istruzioni, ecco perché non si sa mai davvero a cosa si va incontro. Non tutti hanno la percezione che per la prima volta
nella vita di un individuo non si è più soli e che la propria esistenza è legata per sempre a quella di un altro. Siamo certi
che diventare genitore sia qualcosa alla portata di tutti? Pensiamo di sì ma pensiamo anche che sia molto importante
prepararsi all’evento e sapere a cosa si va incontro. E qual è il momento migliore per diventare genitori? Intanto dal punto
di vista fisico il periodo migliore per la procreazione per la donna è prima dei 30 anni. In quel momento la donna è
all’apice della fertilità, mentre dopo i 30 anni la gravidanza diventa più difficile. Secondo alcuni studiosi intorno ai 30-35
anni la donna può rimanere incinta ma ci mette due mesi in più. Per quanto riguarda gli uomini invece la soglia di fertilità
rimane compresa fra i 35-40 anni. E’ quanto emerge dalla ricerca pubblicata sull’autorevole rivista Human Reproduction,
e condotta in collaborazione tra il National Institute of Environmental Health Sciences del North Carolina e l’università di
Padova. Questo fisicamente, ma quando una coppia può dirsi pronta ad accogliere un figlio?
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FAMIGLIA
Secondo gli psicologi siamo adatti a diventare genitori quando abbiamo raggiunto una piena consapevolezza di noi
stessi e quando abbiamo imparato davvero ad amarci e ad accettarci per quello che siamo. Questo rappresenta il punto
fondamentale da cui partire prima di decidere di mettere al mondo un figlio. Bisogna, poi, essere capaci di fare delle
rinunzie perché quando arriverà in casa un cucciolo di rinunzie ce ne saranno tante da fare, essere in grado di mettere
in secondo piano i propri bisogni e le proprie ambizioni per dedicarsi ai bisogni dei figli. E poi ci deve essere una grande
stabilità della coppia, una stima reciproca e una reciproca divisione dei compiti. Il fatto che uno dei due coniugi non è
realmente pronto a diventare genitore diventa motivo di forti crisi che scaturiscono, spesso, nella separazione di fatto.
“Oggi è fondamentale il criterio di Bi-Genitorialità tanto che a livello giuridico ormai questo è fuori discussione” – ci spiega
l’Avvocato matrimonialista Rosa Frullone. “Nelle cause di separazione ormai la formula vincente è l’affido congiunto
perché il figlio ha bisogno di entrambi i genitori sempre e comunque. Questo perché quando si diventa genitori si
assume un dovere fondamentale ed irrinunciabile di protezione dei figli, al di sopra di tutto. Le separazioni oggi - continua
l’Avvocato - derivano proprio dal fatto che uno dei due genitori non è cresciuto, non è in grado di assumersi le proprie
responsabilità, non è in grado di educare i figli, diventando quindi un peso e non un aiuto per l’altro coniuge che dovrà
così farsi carico di tutto nel difficile compito di allevare ed educare la prole”. Prima di mettere al mondo un bambino,
dunque, bisogna essere certi di poter confidare nel partner perché per fare i genitori bisogna essere in due. Fatevi delle
piccole domande, provate a chiedervi se siete disposti a rinunciare a tutto per un figlio. Se la vostra risposta è sì e anche
quella del vostro partner allora è deciso: CONGRATULAZIONE e figli maschi! •
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CRAFT
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CRAFT
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CRAFT
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FAMIGLIA
RAGAZZO PADRE
di Claudia Colella
Quando è il papà a fare l’acrobata. Tra impegni
di lavoro, doveri familiari e voglia di stare con
i figli. Non solo necessità, ma piacere nel sentirsi
protagonisti della vita dei propri bambini.
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FAMIGLIA
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FAMIGLIA
Il ruolo dell’uomo è cambiato e con esso si è trasformato il rapporto con i figli.
Non solo capofamiglia, manager, avulso dal contesto familiare, ma sempre più
spesso papà a tempo pieno. La conferma viene dall’ultima ricerca dell’Istituto
per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), che registra
in Italia oltre 30.000 “padri casalinghi” ufficialmente registrati alle associazioni di
pertinenza. Anche Assofamiglia conferma: c’è un grosso cambiamento culturale
in atto, una nuova cultura della paternità. Insomma cosa sta accadendo? I papà
riscoprono l’importanza e il piacere di essere genitori, di occuparsi dei figli, già
dalla nascita. Se infatti un tempo il ruolo di allevare un bebè era appannaggio
femminile, ora i tempi, la parità dei sessi e le donne sempre più impegnate
lavorativamente hanno catapultato i papà al centro dell’arena: pannolini, pappine,
accompagnamenti a scuola e in palestra sono ormai diventate attività ricorrenti
nelle agende degli uomini che partecipano anche volentieri all’organizzazione
della vita familiare. Il fenomeno è molto più evidente nelle coppie giovani dove è
molto sentita la nuova cultura di paternità: la cura dei figli è dunque ormai estesa
anche a molti padri, che sempre più ne vogliono condividere la fatica ma anche le
emozioni e le soddisfazioni. Ecco allora padri che sanno cavarsela tra biberon e
pannolini ma anche padri che vanno ai colloqui con gli insegnanti, seguono i figli
nei compiti, curano la loro alimentazione, li accompagnano a fare compere o alla
partita… I tempi insomma cambiano e anche i ruoli di genitori. Se parliamo con
uomini che hanno vissuto la paternità almeno venti, trenta anni fa, ascolteremo
testimonianze di persone che non hanno mai cambiato un pannolino, che non
hanno idea di cosa voglia dire scaldare un biberon o dare una pappina. Infatti,
fino a qualche anno fa, la figura dell’uomo era rilegata ai margini della famiglia e
delle attività che ruotavano intorno alla vita di un bimbo: il papà rientrava tardi la
sera dal lavoro e, nel tempo libero, era probabilmente impegnato in raduni “tra
maschi” o lavori extra per far quadrare i conti e le spese a fine mese.
La mamma, pertanto, era l’unica e sola responsabile della casa e della famiglia.
Oggi la donna ha un suo impegno nella società e nel lavoro; ha una sua identità
professionale che la colloca allo stesso livello dell’uomo in tutto e per tutto. Gli
stipendi in casa (almeno nell’80% dei casi) sono due e si è quindi in due ad
organizzarsi per le faccende domestiche e per la quotidianità dei figli. Se il papà
porta a scuola i bimbi la mattina, sarà poi la mamma ad andarli a prendere,
magari nella pausa pranzo, per poi portarli a fare l’attività sportiva dove il
padre li prenderà, a fine giornata, per riportarli a casa dove tutto il nucleo
si riunirà. che si riflette all’interno della coppia. La realizzazione di una più
equilibrata distribuzione delle responsabilità familiari all’interno della coppia è
un’importante frontiera per l’armonizzazione del rapporto tra la professione e la
vita familiare di uomini e donne. La direttiva europea sui congedi, le leggi statali
e regionali vanno nella direzione di rendere più facile la partecipazione al lavoro
di chi ha figli piccoli, assicurando nel contempo continuità e qualità di cura ai
bambini e armonia di coppia. •
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L’ultima ricerca
dell’Istituto per
lo sviluppo della
formazione
professionale dei
lavoratori (Isfol)
registra in Italia
oltre 30.000
“padri casalinghi”: pannolini, pappine,
accompagnamenti
a scuola sono
diventate attività
ricorrenti nelle
agende degli uomini
che partecipano
all’organizzazione
della vita familiare.
GENITORI E FIGLI
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CRAFT
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CRAFT
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CRAFT
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FAMIGLIA
IN TRE ALL’ALTARE
di Daniela Martellotta
Quando il matrimonio coincide con la nascita di un
figlio. Equilibri in riassetto, ormoni impazziti, ansie e
paure. Due rivoluzioni in atto nello stesso momento!
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FAMIGLIA
“Ci sposiamo e diventeremo genitori!”. Un annuncio
davvero importante che lascerà parenti ed amici a
bocca aperta, ma sono sempre di più le coppie che
vivono contemporaneamente i due eventi più importanti:
il matrimonio e la nascita di un figlio. Un tempo c’era il
cosiddetto “Matrimonio riparatore”, quando si scopriva di
aspettare un bambino prima del matrimonio e subito si
correva al riparo organizzando le nozze in un baleno. Oggi,
ovviamente, non c’è più questa necessità. Quello che si
verifica è una situazione opposta dato che spesso la coppia
indugia a concretizzare la propria unione e a mettere su
famiglia: “prima mi devo laureare, poi devo pensare alla
carriera, poi godiamoci la libertà, poi non mi sento pronto
ad assumermi maggiori responsabilità”. Ecco che il tempo
passa, l’orologio biologico avanza e ci si ritrova ormai grandi
e con poco tempo a disposizione per diventare genitori.
Il problema è avvertito soprattutto dalle donne. A questo
punto si vuole tutto e subito, non c’è più tempo, e allora
molte coppie si ritrovano ad organizzare matrimonio e
lieto evento in men che non si dica. Si tratta di due vere e
proprie rivoluzioni che porteranno scompiglio nella coppia
all’ennesima potenza, ma anche gioia immensa ed emozioni
di ogni tipo. Due individui distinti e separati improvvisamente
si ritrovano uniti in matrimonio e genitori. “Entrambe le
situazioni possono essere definite transizioni e come tali
costituiscono il passaggio da una condizione conosciuta
e assodata ad una situazione ignota che crea timori di
ogni genere”, ci spiega la dott.ssa Maria Cristina Magni,
psicologa e psicoterapeuta della Gestalt. “Per la donna
la vita comincia a cambiare già durante il periodo della
gestazione perché ha la percezione della trasformazione
in atto guardando il suo corpo che cambia durante i nove
mesi dell’attesa. La donna si prepara così a diventare
mamma e ad avere un approccio diverso con sé stessa,
con il partner e con il mondo. Sbalzi ormonali, mille paure,
emotività alle stelle per l’anticamera del terremoto che di
lì a poco avverrà nella sua vita e in quella del compagno”. “Non solo, - continua la dott.ssa Magni - la mamma è la
prima figura importante nella vita di un bambino e il suo
ruolo è duplice, all’inizio ne deve garantire la sopravvivenza,
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FAMIGLIA
Quando il
matrimonio
coincide anche
con la nascita di
un figlio allora
è una doppia
rivoluzione per la
donna e la coppia.
È bene prepararsi
e non sottovalutare
i cambiamenti
emotivi e
l’organizzazione
pratica.
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feto e neonato dipendono in tutto e per tutto dalla figura
materna e in seguito deve aiutare il piccolo a raggiungere la
sua autonomia, a diventare indipendente e a distaccarsi da
lei. Ciò è una situazione non sempre facile da accogliere.
Durante la gravidanza la donna deve ricevere un aiuto
importante da chi le sta accanto in particolare dal partner
che condivide con lei questo momento e, se è possibile,
dalla mamma che può aiutarla a comprendere, grazie alla
sua esperienza, cosa le sta accadendo intorno e cosa
l’aspetta. Nell’uomo il processo per il raggiungimento della
piena consapevolezza di essere padre è qualcosa di più
lungo e lento, ma la sua presenza è fondamentale per la
futura mamma, che non deve sentirsi sola e deve avvertire
il suo sostegno in tutte le fasi della gravidanza”. Secondo la
psicologa, dunque, bisogna lavorare per trovare un’intesa
e un riassetto all’interno della coppia e per affrontare
nel migliore dei modi i due eventi. Ogni cambiamento è
accompagnato da idee e aspettative che spesso vengono
disattese: il matrimonio lo si vede come una liberazione
e come il raggiungimento di un’autonomia dalla famiglia
d’origine, il raggiungimento di una certa intimità di coppia, la
condivisione di progetti e valori comuni. Si è spesso convinti
che il matrimonio e la nascita di un figlio siano due momenti
felici che non potranno mai scalfire l’intesa con il partner,
che l’istinto di genitore nasca in automatico con l’arrivo
del cucciolo. Tutte queste idee non sempre si realizzano
ed ecco che nascono le prime incomprensioni e le prime
frustrazioni. Come vivere, dunque, questi due momenti al
meglio, come ritrovare gli equilibri perduti, come raggiungere
una nuova dimensione di coppia e di famiglia? Bisogna
lavorare insieme, spiega la psicologa, bisogna stabilire delle
nuove regole di coppia e procedere in contemporanea
verso nuove consapevolezze per trasformare la coppia
da un punto di vista coniugale e genitoriale: dialogare,
confrontarsi e far capire all’altro di cosa si ha bisogno,
quello che ci aspettiamo e come intendiamo impostare la
vita familiare e coniugale. Non bisogna fare l’errore di dare
tutto per scontato, di aspettarsi che la moglie o il marito
comprenda da solo cosa vorremmo, evitiamo i silenzi che si
tramutano spesso in rancori nascosti. Solo così metteremo
solide basi su cui costruire un rapporto stabile e duraturo.•
CRAFT
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CRAFT
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CRAFT
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CRAFT
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WELLBEING
NO-STRESS
di Daniela Martellotta
Disintossicarsi e ritrovare bellezza ed energia: questo il diktat prima
delle nozze. Via libera dunque a scrub, sauna e massaggi.
Dove? Ecco tre indirizzi da non perdere in Campania
per una pausa di autentico relax.
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WELLBEING
LE SPA /
La luxury SPA del Romeo hotel
No-stress, è questa la parola d’ordine a pochi giorni dal sì. Rilassarsi prima del grande evento è importante.
Fa bene allo spirito e al corpo, riattiva l’energia vitale che è in noi e ci rende più belle. L’ideale sarebbe regalarsi almeno
una settimana di coccole e remise en forme, e non è necessario partire ed andare lontano. In città e negli immediati
dintorni le offerte sono tante e molte sono confezionate ad hoc per i futuri sposi, sia per lei che per lui. Dalla formula
Day-spa al weekend di bellezza (anche come idea per un originale addio al nubilato). L’ultima novità in fatto di benessere
è senza dubbio la Dogana del Sale, la luxury spa di Romeo hotel, esclusivo cinque stelle di design di Napoli. La spa
si articola su una superficie di mille metri quadrati di puro design e tecnologia all’avanguardia con luci che cambiano
intensità e colore, pareti d’acqua e materiali tattili. I trattamenti personalizzati rilassanti e detossinanti sono tanti e sono
da abbinare al percorso benessere nella “zona umida” composta da sauna finlandese, bagno turco, thepidarium con
pareti di sale rosa dell’Himalaya, frigidarium a cascata di neve, percorso Kneipp, tre mini pool idromassaggio con fondo in
mosaico di oro bianco. Un toccasana è la Stanza del sale, uno spazio interamente rivestito di sale bianco dove si respira
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CRAFT
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WELLBEING
LE SPA /
Un trattamento presso la SPA dell’hotel Raito.
sale micronizzato allo stato puro con effetti drenanti e decongestionanti (www.doganadelsale.it). Il consiglio è di iniziare
la propria giornata di remise en forme sempre con uno scrub per rimuovere le cellule morte e le tossine, poi una sauna o
un bagno turco, una pausa di relax con tisana o centrifuga di frutta e quindi un meraviglioso massaggio agli olii essenziali.
Per un trattamento di coppia da sogno l’Hotel Raito è un indirizzo speciale nell’incanto della Costa d’Amalfi, a pochi
chilometri dalla bella Vietri sul Mare (www.hotelraito.it). Qui ci si lascia coccolare con i trattamenti dell’esclusiva ExPure
SPA: trattamento viso personalizzato, trattamento esfoliante corpo, epilazione, maschera nutriente mani, manicure SPA,
pedicure SPA, scrub piedi, massaggio Total Body, massaggi antistress e 2 ingressi con percorso benessere (piscina
interna riscaldata con idromassaggio, doccia emozionale cromo-terapica, sauna, bagno turco, solarium, relax con tisana).
Altro indirizzo per ritrovare bellezza e benessere è il Savoy Beach hotel di Paestum dove potrete immergervi nella piscina
coperta riscaldata a 37 gradi con idromassaggio o provare il bagno turco energizzante, qui tutto è stato studiato per una
vacanza ritemprante, per un piacere multisensoriale e per cacciare via lo stress di tutti i giorni (www.savoybeachhotel.it). •
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CRAFT
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CRAFT
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TIPS
Ischia
Chiesa di Santa Maria
del Soccorso.
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TIPS
IN CHIESA
di Daniela Martellotta
A picco sul mare o in
pieno centro, stile gotico
o marinaro: da Capri
a Procida, passando
per il duomo di Napoli
e la Costa d’Amalfi,
ecco le Chiese più
belle e suggestive della
Campania. Dove il sì
diventa speciale.
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TIPS
DUOMO DI NAPOLI /Cappella di San Gennaro, Cupola del Lanfranco
Secondo le ultime statistiche i matrimoni con rito civile sono più diffusi rispetto a quelli religiosi. Questo per tre motivi
principali: un iter burocratico molto più veloce, un costo più contenuto e, non ultimo, la mancanza di fede da parte di uno dei
coniugi.
Ciononostante sono ancora tante le coppie che vogliono solennizzare il loro sì al cospetto di Dio tra gli affreschi e le
sculture di una bella chiesa di città o tra le vetrate e le volte di una piccola chiesa di campagna. In Campania sono
tante, anzi tantissime le chiese tra le quali scegliere per celebrare la cerimonia: cattedrali maestose, piccole chiese in
costiera o romantiche chiesette a picco sul mare, tutto dipende dallo stile prescelto per le nozze, dal numero di invitati
che interverranno e dal gusto dei promessi sposi. Se desiderate unirvi in matrimonio a Napoli il Duomo della città è una
chiesa imponente e dal forte valore evocativo: qui sono custodite le reliquie di San Gennaro, il Santo Patrono della città.
Mix straordinario di stili e decorazioni – dal gotico al barocco - il Duomo sorge in un semplice slargo dell’omonima via e
rappresenta una delle costruzioni religiose più importanti della città.
Sempre a Napoli potrete scegliere di sposarvi nella bellissima basilica di Santa Chiara – il monastero decantato anche
in una bella e antica canzone napoletana - che risale al 1300 e che fu edificata per volere di Roberto D’Angiò. Inizialmente
eretta in stile gotico, Santa Chiara ha subito una serie di trasformazioni e restauri di chiaro stampo barocco. Alla chiesa
si accede da un bellissimo portale gotico del Trecento, mentre l’interno è costituito da un’unica navata centrale con dieci
cappelle per lato dove vengono conservate le reliquie e le tombe di nobili famiglie napoletane. Il pavimento della basilica è
spettacolare ed è stato disegnato da Ferdinando Fuga. Il famoso chiostro delle clarisse, decorato da preziose e bellissime
maioliche, sarà una memorabile location dove potersi intrattenere subito dopo la cerimonia nuziale.
Se amate il mare e le isole potrete scegliere di celebrare le nozze nella splendida Chiesa della Madonna del Soccorso,
anche detta S. Maria della Neve, che sorge a Forio d’Ischia. Si tratta di un vecchio convento di frati Eremitani che risale
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TIPS
CHIESA DI
SANTA CHIARA /
Napoli. Il chiostro della
chiesa, di matrice gotica,
fu del tutto ristrutturato
da Domenico Antonio
Vaccaro nel 1742 che
ne rivestì la struttura
con preziose “riggiole”
maiolicate
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TIPS
CAPRI /Chiesa di Santa Sofia
alla metà del trecento. E’ una chiesetta molto romantica e suggestiva mix perfetto tra stile greco-bizantino e mediterraneo,
senza fronzoli e decori eccessivi, sulle colonne e alle pareti modellini di navi ed ex voto lasciati da marinai, pescatori e fedeli
molto devoti alla Madonna del Soccorso. La chiesa si erge su una roccia a picco sul mare e offre, quindi, un panorama
spettacolare. Nei giorni più limpidi si può vedere in lontananza anche l’isola di Ventotene. A Capri, invece, c’è la Chiesa
di Santa Sofia che fu eretta nel ‘500 e che si affaccia solenne sulla piazzetta di Anacapri. La bellissima facciata si staglia
decisa nel blu del cielo caprese ed è in perfetto stile barocco.
Altra isola di Napoli, altra bellissima chiesa: la Chiesa della Madonna delle Grazie a Procida. Risalente al Seicento questa è
una tipica chiesa barocca con pianta a croce greca con un braccio trasversale più ampio e custodisce al suo interno una
preziosissima tela del XVIII secolo che raffigura l’Immacolata con Santa Lucia e San Gaetano da Tiene.
E infine in costiera sono tante le chiese che si affacciano sul mare e che donano un’atmosfera suggestiva e romantica
alla funzione, già di per sé carica di emozioni. Il Duomo di Amalfi è rinomato nel mondo e viene scelto spesso da sposi
d’oltreoceano che pur di dire sì nell’incanto della nostra regione non badano a spese e offrono il viaggio e la sistemazione in
albergo a tutti gli invitati. Il Duomo costituisce il monumento principale di Amalfi e vi si accede tramite un’ampia e suggestiva
scalinata. Fu eretto nel IX secolo, ma è stato più volte restaurato e ricostruito tanto che conserva della struttura originaria
solo il campanile e il chiostro del Paradiso con portico arabeggiante. L’interno a tre navate è stato ricostruito in stile barocco
e sull’altare maggiore si impone una grande tela raffigurante Sant’Andrea Apostolo, patrono di Amalfi, dei pescatori e dei
marinai. Bellissimo, infine, è il prezioso portone in bronzo realizzato a Costantinopoli intorno al 1066.
Qualsiasi sia la chiesa o la basilica o il monastero che farà da location al vostro matrimonio, ricordate che è sempre
bene lasciare un’offerta libera che serve a coprire le spese per la cerimonia (luci, addobbi, riscaldamento ed altro) con
l’esclusione dei fiori che sono a carico degli sposi. E’ probabile che le chiese di maggiore interesse siano oberate di
prenotazioni per cui varrà la pena prenotarsi molto in anticipo per evitare di dover rinunciare alla chiesa dei sogni o alla data
stabilita. •
90
TIPS
CHIESA DELLA
MADONNA
DELLE GRAZIE /
Procida. Alle pendici
della Terra Murata la
chiesa risale al 1679
è un edificio tipico
dell’età barocca.
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CRAFT
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CRAFT
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CRAFT
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WELLBEING
DIETA ALLA FRANCESE
di Daniela Martellotta
Il dilemma è perdere i chili di troppo
senza perdere tono. Si chiama
“Protal” ed è la dieta inventata dal
francese Pierre Dukan: è la dieta più
in voga del momento, quella scelta
anche dalla bella Kate per arrivare
in forma al sì reale.
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WELLBEING
I 100 alimenti della Dieta Dukan
Carni e Frattaglie
1. Bistecca di manzo 2. Filetto di
manzo 3. Lombata 4. Roast beef
5. Bistecca di girello 6. Lingua 7.
Bresaola 8. Scaloppa di vitello
9. Braciola di vitello 10. Rene
11. Fegato di vitello 12. Fette di
prosciutto precotte 13. Fette di
pollo e tacchino precotte 14.
Pancetta magra 15. Cacciagione
16. Coniglio o lepre.
Pesce
17. Spigola 18. Merluzzo
19. Granchio o bastoncini di polpa
di granchio 20. Sogliola limanda 21.
Sogliola 22. Muggine grigio
23. Eglefino 24. Nasello 25. Halibut
26. Aringa 27. Sgombro 28. Coda
di rospo 29. Passera di mare
30. Merluzzo giallo o merluzzo
carbonaro 31. Trota arcobaleno
/ trota salmonata 32. Triglia 33.
Salmone 34. Salmone affumicato
35. Sardine 36. Orata 37. Pesce
skate 38. Pesce spada 39. Tonno,
40. Rombo 41. Merlango 42. Uova
di pesce.
Frutti di mare
43. Calamari 44. Molluschi 45.
Vongole 46. Granchio 47. Aragoste
48. Gamberi della Baia di Dublino
49. Astice 50. Gamberi del
mediterraneo 51. Cozze 52. ostriche
53. Gamberi 54. Mazzancolle 55.
Scampi 56. Lumache di mare.
Pollame e uova
57. Pollo 58. Pulcini 59. Fegato di
pollo 60. Faraona 61. Struzzo 62.
piccione 63. Quaglia 64. Tacchino
65. Uova di gallina 66. Uova di
quaglia.
Prodotti caseari non grassi
67. Ricotta magra 68. Formaggio
fresco non grasso 69. Yogurt greco
non grasso 70. Formaggio quark
magro 71. Latte scremato
72. Tofu 73. Carciofi 74. Asparagi,
75. melanzane 76. Barbabietola
rossa 77. Broccoli/broccoli viola 78.
Cavoli 79. Carote 80. Sedano 81.
Cicoria 82. Zucchine 83. Cetrioli 84.
Finocchio 85. Fagiolini 86. Porro 87.
Funghi 88. Cipolla 89. Palmito, 90.
Peperoni 91. Zucca, 92. Ravanello
93. Rabarbaro 94. Foglie di insalata
95. Semi di soia 96. Spinaci 97.
Rutabaga 98. Bietole 99. Pomodori
100. Rape
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WELLBEING
Ormai manca poco, la data importante si avvicina e avete pensato a tutto,
bomboniere, partecipazioni, inviti, fotografie, ricevimento e musica, ma avete
tralasciato un particolare importante: voi stesse. Lo stress dell’organizzazione,
le fatiche e l’ansia del grande giorno, forse avete esagerato un po’ con il cibo
e ora c’è qualche chilo che appesantisce la vostra silhouette e la tensione
fisica vi si legge in faccia …. non va bene! Occorre perdere peso, senza
però perdere tono. Un metodo c’è e si chiama Dukan. È la dieta più in voga
al momento e prende il nome dal suo inventore, il dottore Pierre Dukan,
specialista in comportamento alimentare e autore di numerosi libri di dietetica.
E’ la dieta seguita dalla bellissima principessa Kate prima del sì reale che
ha tenuto incollati alla tv migliaia di telespettatori. Non solo la principessa
ma anche la mamma e l’ormai famosa sorella Pippa hanno seguito il regime
alimentare del Dottor Dukan e gli effetti li abbiamo visti tutti: una silhouette
perfetta per la sposina, per la suocera del principe e per la bella cognatina
strizzata in un seducente vestito bianco che, al momento dell’ingresso in
chiesa, ha mostrato al mondo il suo lato b.
In che consiste la dieta Dukan? Perdere peso e tonificare in maniera naturale
facendo incetta di alimenti base della nostra alimentazione come carne e
verdure ma, e qui sta la novità, in ABBONDANZA. La dieta è suddivisa in 4
fasi: la prima fase, definita di “attacco” che promette risultati immediati e
la perdita di due o tre chili. Durante questa fase la dieta è composta da 72
alimenti tutti a base di proteine pure. La seconda fase, detta di “crociera”, è
la fase che vi traghetterà al peso ideale e prevede l’alternanza di pure proteine
(giornate PP) e giornate dove le proteine vengono affiancate da 28 tipi di
verdure (giornate PV). E’ la fase più lenta e in media si perdono 1,2 chili a
settimana. Segue la fase di “consolidamento”, fondamentale per non buttare
al vento mesi di duro lavoro, segna il ritorno verso un’alimentazione equilibrata
che ha lo scopo di consolidare il peso ottenuto. Durante questa periodo
vengono reintegrati alcuni alimenti di piacere, come pane, formaggi, frutta e
farinacei da consumare solo per due pasti a settimana, i pasti di gala, come li
definisce il famoso dietologo. Infine la quarta fase, detta di “stabilizzazione”,
che si dovrà seguire a vita. Durante la fase di stabilizzazione si potrà mangiare
ciò che si vuole a patto che un giorno a settimana si mangino solo cibi proteici.
Inoltre bisogna abbinare un po’ di attività fisica. Da Jennifer Lopez a Giselle
Bundechen, sono tanti i vip e le persone comuni che hanno seguito questa
dieta e che ne sono rimasti soddisfatti, ma ci sono anche critiche ed esperti
che giurano che questo tipo di regime alimentare alla lunga può portare
problemi di salute, come l’aumento del colesterolo. La cosa migliore è di
affidarsi alle cure di un buon nutrizionista e non ridursi all’ultimo momento con
il rischio di effettuare diete troppo drastiche e pericolose. Fondamentale, poi,
è bere tanto, almeno due litri di acqua al giorno, su questo sono concordi tutti
i medici, vi aiuterà ad eliminare i liquidi in eccesso e arrivare, così, al grande
giorno asciutte e in forma smagliante. •
98
Perdere peso
e tonificare in
maniera naturale
facendo incetta
di alimenti base
della nostra
alimentazione
come carne e
verdure.
La dieta prevede
4 fasi: la prima
di “attacco”,
la seconda di
“crociera”,
quindi la fase di
“consolidamento”
e l’ultima di
“stabilizzazione”.
WELLBEING
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CRAFT
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CRAFT
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INTERIOR DESIGN
HOMEMOOD
di Donatella Bernabò Silorata
Nella sua classicità, il bianco e nero non ha regole né schemi fissi.
Può essere sobrio ed eccentrico al tempo stesso. Il giallo è un inno
alla gioia e rivela personalità attente alle nuove tendenze.
INTERNI / Fotografia di
Roberto Pierucci, tratta dal
libro “Le Case di Napoli 2”
Iredon Edizioni.
BLACK AND WHITE
Il bianco e nero è un classico senza tempo che si può declinare in infinite combinazioni assecondando mood e stili diversi. Il bianco
dilata, è luce e spazio; il nero è profondità e mistero. Ci si può divertire in composizioni optical, tra rigore e fantasia, alternando arredi
black su pareti bianche e viceversa. Oppure giocare tra simmetrie e rimandi aggiornando salotti bon ton tra spunti neoclassici e
variazioni sul tema, eleganti boiserie o più ardite soluzioni con opere d’arte contemporanea. Nella sua classicità, il bianco e nero non
ha regole né schemi fissi. Può essere sobrio ed eccentrico al tempo stesso. Mai borghese, sempre sintomo di un carattere che ama
la precisione e la determinazione. Certo il design è fondamentale e si possono scegliere alcuni pezzi cult come le Barcelona di Mies
Van der Rohe – sia le poltrone che la panca - o la mitica chaise longue di Le Corbusier. Bastano pezzi così per far parlare una stanza:
presenze totemiche a cui basta poco intorno. Guai ad esagerare! Il bianco e nero è armonia di pieni e vuoti.
102
INTERIOR DESIGN
DO-LO-REZ / Nasce dal pixel, principio
vitale del mondo virtuale e diventa il
modulo base attraverso il quale Ron Arad
costruisce il suo sofa.
CHAISE LONGUE /
Celebre seduta disegnata
da Le Corbusier nel 1928
PANTON CHAIR / Disegnata da Verner
Panton, designer danese, alla fine degli
anni ‘50, ma prodotta solamente nel 1967
grazie a Vitra. La particolarità di questa
sedia è che è stampata a iniezione da un
unico blocco.
MASTERS / Disegnata da Philip
Starck e Eugeni Quitllet è un omaggio
a tre icone del design contemporaneo:
la Serie 7 di Arne Jacobsen, la Tulip
Armchair di Eero Saarinen e la Eiffel
Chair di Charles Eams. I tre inconfondibili
profili si intrecciano in un gioco di pieni e
vuoti e confluiscono nella seduta ampia
e comoda.
KARTEL / Si chiama Infinity il
portabottiglie disegnato da Ron Arad per
Kartel. È disponibile in una confezione
regalo da 16 pezzi e può essere composto
liberamente in un gioco di incastri senza
fine. É disponibile in più colori.
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INTERIOR DESIGN
YELLOW
Think yellow! Pensa ed arreda col giallo: è allegro, sofisticato e maledettamente di moda. Per spiriti liberi e decisamente up to date.
Pieno, lucido, vivace: il giallo nella sua intensità più shock è stato il colore del 2011. Dalla moda all’estetica, dall’interior design alla
grafica. In casa è un inno alla gioia, è un omaggio al gusto pieno della vita e senza dubbio rivela personalità attente alle nuove
tendenze. Tinteggiate almeno una stanza di giallo: la cucina ad esempio o un bagno se non volete profanare il salone (dove tuttavia
un divano in velluto strong yellow è divino!). Ma attenzione, scegliete una vernice lucida per un effetto davvero piacevole. Disseminate
pezzi giallo limone per la casa: sedie, cuscini, oggetti. Il giallo si combina con il grigio in maniera sublime, anche con il bianco o il nero.
Meglio usarlo assoluto per enfatizzarne il fascino e la carica di energia. Non va confuso con altre tinte shock, ma abbinato a colori
basici e neutri. Perfetto in case minimal con pavimenti di resina o cemento, ma anche in appartamenti metropolitani che strizzano
l’occhio al new living.
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INTERIOR DESIGN
BRIONVEGA TS 522 / Progetto di
Marco Zanuso e Richard Sapper, una
delle più straordinarie avventure
dell’innovazione e del design dell’italia
del dopoguerra. Un vero pezzo cult.
PHILIP STARCK / Bohème, un
progetto rivoluzionario ed affascinante
nato con Kartel. Una collezione di sgabelli
che rievocano la forma di preziose anfore.
PACO CHAIR / Semplice ed elegante
il progetto di Gerard Vollenbrock per
Artifort. Seduta comoda e confortevole
linee forti ed essenziali queste le
caratteristiche della Paco Chair.
TWIGGY / Risultato della
collaborazione tra Marc Sadler e
Foscarini, la lampada da lettura Twiggy
è caratterizata da eleganza formale
e leggerezza. Le linee essenziali del
paralume sottolineano la qualità del
materiale utilizzato: un composito
estremamente moderno dalla
superficie striata.
EGG CHAIR / Di Arne Jacobsen
con seduta e schienale in fibra di vetro
rinforzata con poliuretano e rivestita di
tessuto imbottito di schiuma di lattice,
base girevole con piede centrale.
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TIPS
A TAVOLA!
di Manuela Baselice
Quanti bicchieri? E quali posate? Per apparecchiare
la tavola esistono poche regole basilari: conoscerle
significa evitare brutte figure. Un vademecum:
dal sottopiatto al tovagliolo.
109
TIPS
Una tavola ben apparecchiata è indice di raffinatezza e di buona educazione,
dimostra inoltre l’attenzione e la cura che i padroni di casa hanno verso il più
piccolo dettaglio. Gli invitati a un banchetto cominceranno a farsi un’idea su
quello che li aspetta, proprio osservando come sono stati imbanditi i tavoli.
Conoscere i segreti del bon ton, vi metterà dunque al riparo da eventuali
critiche e dimenticanze. Per il decoro e le composizioni floreali ai tavoli
potete dare libero sfogo alla vostra fantasia, ma tenete sempre presente che
mantenere un tema o un accostamento di colori è fondamentale per creare
un insieme armonico. Ecco alcune norme su come scegliere e disporre ogni
accessorio nella maniera più adeguata. Iniziamo dalla tovaglia. Il colore e il
tessuto dovrebbero essere scelti in base al contesto. In generale non si sbaglia
preferendo colori tenui come il bianco o l’avorio.. Il rosso è consentito solo nel
periodo prenatalizio, ma va smorzato con una composizione floreale sobria. E
veniamo alle posate, spesso l’argomento più arduo. Il numero varia a seconda
delle portate del menu. Alla sinistra del piatto le forchette, a destra i coltelli con
le lame rivolte verso il piatto, a seguire il cucchiaio da minestra, quando prevista.
Sopra il piatto vanno le posate da frutta o da dessert. Se il menu è molto ricco
di portate, aggiungete solo in seguito le posate mancanti, in questo modo
non metterete a disagio l’ospite e la tavola avrà sempre un aspetto essenziale
e pulito. Durante il banchetto, se siete in dubbio su quale sia la posata da
abbinare a ogni portata, utilizzate sempre per prime quelle più esterne al piatto
e scalate fino a quella più interna. Data l’occasione, se disponibili, usate posate
d’argento, daranno un tocco di eleganza a tutto l’insieme. Il sottopiatto è un
altro argomento: in argento o silver per una tavola elegante, in porcellana, vetro
o peltro per una tavola informale. Per tutta la durata del pranzo non sarà mai
tolto. Sul sottopiatto poggeranno il piatto piano per il secondo, un altro piatto
piano per il primo o il piatto fondo se nel menu è prevista una zuppa o una
minestra con brodo. Quando ci sono i camerieri a provvedere al servizio al
tavolo è d’obbligo apparecchiare un solo piatto per volta.
E il tovagliolo? Secondo la tradizione aristocratica va a sinistra del piatto, in
alternativa l’usanza borghese lo vede a destra. Il tovagliolo deve essere piegato
a triangolo o a rettangolo, no a forme di fantasia tipo cigno o fiore, e mai e poi
mai sul piatto. Non va introdotto nel gilet, e ancor meno legato intorno al collo.
Una volta accomodati a tavola, si piega parzialmente, ottenendo una striscia
lunga e si appoggia sulle ginocchia. Per le signore: è buona norma fare in modo
da non “stampare” il rossetto sul tovagliolo. A fine pranzo, al momento di alzarsi,
riporlo alla sinistra del piatto senza piegarlo. I bicchieri come le posate possono
creare imbarazzo. La regola vuole che si mettano tanti bicchieri quanti sono
i vini che saranno serviti durante il banchetto. Il primo a sinistra per l’acqua,
a seguire quello del vino rosso, poi quello del vino bianco e ultimo il flûte per lo
champagne. Le buone maniere vi suggeriscono di non riempire mai il bicchiere
del vino fino all’orlo, di bere a piccoli sorsi badando a non lasciare sbavature di
rossetto sui bordi (per le signore), e soprattutto mai arricciare il mignolo. Non
si alza mai il bicchiere verso chi ci sta versando da bere, né lo si copre con la
mano per rifiutare. Un ultimo dettaglio infine: il piattino del pane. Si trova in alto
a sinistra, sopra le forchette: accoglie il pane per tutta la durata del pranzo
o della cena. •
110
L’organizzazione
della tavola ha le sue
regole. Potete dare
libero sfogo alla vostra
fantasia, ma occorre
tener presente che
mantenere un tema
o un accostamento di
colori è fondamentale
per creare un insieme
armonico.
CRAFT
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TIPS
WHAT’S UP
di Claudia Colella
Finger food e Gelatine al cucchiaio, Candy Table,
Barman acrobatici e tante altre soluzioni per stupire
amici e parenti nel vostro giorno più importante. Un
matrimonio non può e non deve passare inosservato.
Ecco come!
Il giorno del matrimonio è un giorno speciale per gli sposi e per tutte le persone sentimentalmente legate alla coppia. È un giorno unico e come tale va organizzato al meglio curando ogni più piccolo dettaglio: vestito – di lei e di
lui – addobbi floreali, lista degli invitati e tutto quello che comporrà il wedding day! Ma per far sì che quel giorno resti
davvero impresso nel ricordo di tutti, dovete dar spazio alla fantasia e cogliere le ultime novità in fatto di allestimento
e banchetto. Le news arrivano anche dal web e dal cinema, basta essere attenti e curiosi. Dall’America, sempre
anticipatrice di mode, arriva ad esempio il Wedding Candy Table: simpatiche decorazioni fatte con caramelle, lec-
115
TIPS
calecca, golose marshmallow e dolcetti vari che rallegrano le tavole degli ospiti oltre ad essere molto gradite ai più
piccoli. Anche i segnaposto avranno la forma di ciliegie, bonbon e ghiottonerie disposti in colori diversi a seconda
del sesso. E se la sposa è golosa può sempre osare con un bouquet composto di caramelle. Altra tendenza che va
per la maggiore riguarda il catering, o meglio la nuova concezione di catering che prevede piatti piccoli e veloci da
gustare e da servire. Si sente spesso parlare di finger food, piatti al cucchiaio e cucina molecolare: ebbene si tratta
di micro porzioni di primi o bocconcini di carne, pesce o latticini serviti in vaschette e piattini mignon, facili e veloci da
mangiare e senza l’utilizzo di scomode posate. Anche per il dolce ci sono simpatiche idee come le gelatine al cucchiaio molto semplici da realizzare ma anche belle da vedere. Immaginate, a fine buffet, un grande tavolo dai mille
colori con tante piccole gelatine sistemate su cucchiai bianchi … Spettacolo per occhi e palato! Se siete, infine, una
116
TIPS
coppia che vuole osare stupendo proprio tutti, anche gli ospiti più avvezzi a critiche da matrimonio, organizzate un
dopo cena in stile free bar: alcolici per tutti – i maggiorenni ovviamente – e con esperti barman acrobatici. Un’idea
nuova e frizzante infine che dona un guizzo di originalità e vivacità al matrimonio: dopo cena o pranzo che sia, i
barman o le barladies si esibiranno in coinvolgenti esibizioni di free-style con preparazioni di cocktail e long-drink,
tra volteggi di bottiglie e bicchieri con cannucce, ombrellini e ghiaccioli colorati. Per organizzare il tutto in modo
non improvvisato sarà opportuno contattare l’Aibes, l’associazione italiana barmen, oppure richiedere il servizio
alla società di catering o alla struttura che ospita il ricevimento. Anche l’angolo bar dovrà essere ben curato: in
caribbean style con piccole palme, frutta esotica colorata e noci di cocco o in veste minimal design, tra specchi
e vassoi di cristallo, luci e motivi contemporanei. •
117
TIPS
118
TIPS
DOVE
di Daniela Martellotta
In città o a picco sul mare, classica o di tendenza,
la cornice per festeggiare il proprio matrimonio deve
corrispondere ai propri sogni e al proprio stile.
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TIPS
SAMNIUM RESORT ET SUITES /Nel cuore del Sannio Beneventano per un evento in stile royal wedding
Hotel di lusso tra arte e design, ville antiche in luoghi suggestivi, casali di campagna e castelli da fiaba, ristoranti sul
mare e chi più ne ha più ne metta. La cornice per festeggiare il proprio matrimonio deve corrispondere ai propri sogni
e al proprio stile. Che sia elegante, informale, eccentrica o di design, metropolitana o country, la location è una scelta
importante quanto l’abito da indossare. Ne abbiamo scelto quattro, una per ogni categoria cercando di stigmatizzare
quattro stili e modi di ricevere. Se il sì deve essere classico e solenne, stile royal wedding, con tanto di saloni affrescati,
suoni di orchestra e una mise en place preziosa un indirizzo da favola è il Samnium Resort et Suites, immerso nel
verde nel cuore del Sannio beneventano. Qui il plus è la coreografia firmata da Angelo Garini, esperto scenografo
e wedding designer. L’alternativa è puntare al design più innovativo e scegliere ambienti inediti come il Beluga del
Romeo hotel: è la nuova sala dedicata agli eventi, al nono piano del cinque stelle partenopeo, con vista sulla baia di
Napoli. Qui il lusso incontra il design, il total black e le opere d’arte in allestimenti sempre diversi, studiati su misura.
Gli ambienti raffinati sono perfetti per ospitare un ricevimento fuori dal comune: arte ovunque, luci d’impatto, giochi
d’acqua e ambienti esclusivi dove predomina il nero Marquinia, l’onice bianco e un sistema di tecno illuminazione
di ultima generazione. L’albergo offre anche una formula di Japanese wedding ovvero un matrimonio in puro stile
nipponico con geishe in kimono, menu japan, allestimento floreale coordinato e musiche a tema in sottofondo. Un sì
romantico non può che essere a picco sul mare e la Costa d’Amalfi regala emozioni uniche: un posto perfetto è l’hotel
Raito, a pochi passi dalla caratteristica Vietri sul Mare.
120
TIPS
HOTEL RAITO /Costiera amalfitana, sospeso tra cielo e mare, raffinatezza e cura del dettaglio
Una cornice incantata che sembra sospesa tra cielo e mare e che coniuga ambienti raffinati e cura di ogni dettaglio: qui
l’organizzazione viene affidata ad un consulente che segue gli sposi passo passo, dai fiori alla mise en place, dal menu alla
musica fino alla torta nuziale. L’hotel propone inoltre ai futuri sposi una serie di trattamenti benessere pre matrimoniali, tra
massaggi e trattamenti rigeneranti nella lussuosa spa. A chi ama la natura, la semplicità rassicurante della campagna, le
nozze in stile country sono sempre belle, specie in versione chic con tovaglie di fiandra e allestimenti floreali. Occhio al menu,
in campagna non si addicono ostriche, salmoni o peggio sushi. Tutto deve essere espressione del territorio, meglio ancora
se a chilometro zero. La location perfetta per questo tipo di cerimonia è, senza dubbio, l’antico casale dei Mascioni a Squille
di Castelcampagnano in provincia di Caserta, un luogo rustico e raffinato al tempo stesso, immerso in un parco spettacolare
tra ulivi e querce, pioppi, lecci, carrubi e piante e fiori di ogni specie. La terrazza del casale affaccia sulla valle del Volturno e
sul profilo della Dea Dormiente ovvero il monte Taburno. Qui il tempo sembra essersi fermato e l’atmosfera è quella genuina di
un tempo. Il casale, nucleo centrale della location, è una costruzione in tufo ben restaurata al cui interno si aprono ampi saloni
con travi a vista, tessuti pregiati, telai antichi e una bellissima collezione d’arte. Il porticato esterno, elegante e suggestivo, si
offre a indimenticabili aperitivi e buffet all’aperto. Il menu offerto è territoriale a chilometri zero: prodotti rigorosamente derivati
dalla terra che ospita la cerimonia, sapientemente mescolati, piatti tipici della tradizione contadina rivisitati in chiave moderna
dagli chef. Antichi sapori, accoglienza preziosa, luoghi depositari di antiche tradizioni, tutto ciò renderà il vostro giorno più bello
indimenticabile e carico di emozioni. •
121
CRAFT
122
TIPS
BON TON
di Manuela Baselice
Prima del banchetto di nozze ecco un utile
vademecum su come sistemare gli ospiti a tavola
e come comportarsi tra brindisi, accoglienza e
taglio della torta. Ogni mossa secondo il galateo.
123
TIPS
Uno degli aspetti più difficili da organizzare in un banchetto di nozze è
l’assegnazione dei posti a tavola. Sistemare un ospite a un tavolo piuttosto che a
un altro è come muoversi in un campo minato. Per evitare incidenti diplomatici e
trovare il tavolo migliore a ognuno dei vostri invitati bisogna innanzitutto informarsi
sulle amicizie e sulle inimicizie, sulle nuove coppie e su quelle che si sono separate.
Abbinare gli ospiti per età, affinità e interessi comuni. Alternare sempre un uomo e
una donna. Unire le famiglie con bambini, le coppie alle altre coppie e i single con
altri single. Agite con savoir fair e non fatevi influenzare dalle eventuali pressioni
esercitate su di voi per l’assegnazione dei posti, fate affidamento soprattutto sulla
vostra sensibilità.
Il tavolo degli sposi è certamente il più importante, e dovrà quindi essere collocato
al centro della sala, in una posizione ben visibile a tutti. La disposizione dei
commensali a questo tavolo non cambia sia che si scelgano tavoli rotondi sia che
si opti per un unico tavolo lungo o a ferro di cavallo. Il tavolo rotondo ha il vantaggio
di favorire una migliore interazione tra i commensali e può essere da 6, 8, 10 o
12 persone al massimo. La tradizione vorrebbe i genitori degli sposi, i testimoni
ed eventualmente il prete o chi ha officiato la cerimonia, seduti a questo tavolo,
secondo gli schemi che potete osservare in queste pagine.
Tuttavia, al giorno d’oggi, molti genitori sono divorziati o separati e questo può
rendere l’organizzazione del tavolo degli sposi di difficile gestione. I genitori degli
sposi possono in alternativa presiedere un secondo e un terzo tavolo d’onore,
dove si sistemeranno gli ospiti di riguardo. Per una soluzione più moderna, gli sposi
siederanno con i testimoni e gli amici più stretti. Un altro espediente potrebbe essere
romantico tavolo per due, che gli americani chiamano “sweetheart”. In questo modo
i novelli sposi ne guadagneranno in intimità, non scontenteranno nessuno e quando
si alzeranno per il rituale giro ai tavoli, non lasceranno due posti vuoti.
Per quanto le tradizioni mutino, seguendo esigenze pratiche e cambi di costume,
devono sempre essere rispettate alcune fondamentali norme comportamentali e di
buon gusto:
L’accoglienza. Il galateo vorrebbe la madre della sposa nel ruolo di padrona di
casa, è lei che riceve, assieme agli sposi, gli ospiti all’ingresso del ricevimento,
124
Il tavolo degli sposi
è certamente
il più importante
e dovrà quindi essere
collocato al centro
della sala, in una
posizione ben visibile
a tutti.
TIPS
Gli addobbi
floreali saranno
proporzionati
alla grandezza
del tavolo stesso,
non dovranno
intralciare la
conversazione
né impedire
il fluido
svolgimento del
pranzo.
procedendo alle presentazioni e sovraintendendo alla sistemazione degli ospiti.
L’uso del tableau mariage ha certamente semplificato questo compito: all’ingresso
del ricevimento, solitamente poggiato su un cavalletto, si predispone un cartellone
con la mappa dei tavoli e i nomi degli invitati, così da togliere l’ospite dall’imbarazzo
di non sapere dove accomodarsi. Quando tutti gli ospiti saranno stati ricevuti, la
sposa e lo sposo potranno prendere posto al tavolo nunziale.
Addobbi. Gli addobbi floreali saranno proporzionati alla grandezza del tavolo
stesso, non dovranno intralciare la conversazione né impedire il fluido svolgimento
del pranzo. Candele e candelabri d’argento creano atmosfera e rendono la tavola
elegante, ma non devono essere l’unica fonte di luce. L’addobbo del tavolo degli
sposi si distinguerà anche solo per un particolare, così da renderlo riconoscibile.
Il menu. Per la scelta del menu è cortesia informarsi su eventuali allergie e
intolleranze, prevedere sempre un’alternativa vegetariana ed evitare cibi complicati
da mangiare come carciofi, asparagi, crostacei ecc.
Brindisi. E’ tradizione che il primo brindisi agli sposi spetti a uno dei testimoni, il più
vicino alla coppia. A seguire gli sposi si alzeranno in piedi e ringrazieranno tutti gli
ospiti per essere intervenuti al loro giorno più importante.
Giro ai tavoli. Durante il banchetto gli sposi dovranno intrattenersi ai diversi tavoli
con tutti gli ospiti ed eventualmente brindare con loro, anche solo poggiando le
labbra al bicchiere. Se le portate sono servite al tavolo, il momento propizio per il
giro ai tavoli ed eventuali fotografie, è la pausa tra la prima e la seconda portata. Gli
sposi torneranno al loro tavolo e lo lasceranno definitivamente solo al momento del
taglio della torta, consentendo agli ospiti di fare lo stesso.
Il taglio della torta. E’ il momento più atteso e fotografato di un banchetto di
nozze. Il gâteaux de mariage sarà esibito a fine cena su di un tavolo allestito per
l’occasione in un punto ben visibile della sala o in una zona dedicata. Il taglio
della torta nunziale segue un rituale simbolico ben preciso: è la mano dello sposo
a impugnare il coltello, la mano della sposa poggia su quella del consorte. La
prima fetta sarà offerta dalla sposa al marito, la seconda alla suocera, la terza alla
mamma, poi al suocero, al padre e ai testimoni.
Il resto della torta sarà porzionato e
distribuito agli invitati dai camerieri.
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CRAFT
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FAMIGLIA
FORUM/L’avvocato Annamaria Bernardini De Pace con Martina Ferrara presidente Osservatorio Familiare Italiano
FORUM DELLA FAMIGLIA
di Anna Cuomo
L’O.F.I., Osservatorio Familiare Italiano, promuove
all’interno della fiera tuttoSposi gli appuntamenti del
Forum della Famiglia sulla legalità del matrimonio
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FAMIGLIA
Il professore Federico Alvino,
Preside della Facoltà di
Giurisprudenza dell’Università
di Napoli Parthenope.
Il Consigliere dell’Ordine
degli Avvocati, l’avvocato
Immacolata Troianiello insieme
con Martina Ferrara Presidente
dell’Osservatorio Familiare Italiano.
Il Senatore Carlo Giovanardi
con il Presidente della
Mostra d’Oltremare Nando Morra
e Martina Ferrara.
Il matrimonio non si basa solo sull’amore astratto, ma pone le sue fondamenta su diritti e doveri ben
precisi che riguardano sia la coppia che la famiglia.
È proprio per preparare le coppie che si affacciano alla vita matrimoniale e per dare loro delle risposte
precise, che nasce l’O.F.I., Osservatorio Familiare Italiano.
Ideato da un gruppo di giovani, studenti universitari e cittadini, l’O.F.I. non ha l’intento di spiegare le cose
da fare per il matrimonio, ma cosa fare del matrimonio, grazie ad un’attenta analisi degli obblighi
e dei doveri della vita coniugale. La manifestazione tuttoSposi, giunta alla XXIII edizione, ospiterà l’O.F.I.
nella realizzazione dei Forum della Famiglia. L’associazione, presieduta dalla giovane Martina Ferrara,
per analizzare e illustrare l’evoluzione dei percorsi giuridici del matrimonio si avvarrà, nel corso degli
incontri dei Forum della Famiglia, della prestigiosa collaborazione dell’Ordine degli Avvocati di Napoli,
con la Commissione Pari opportunità e della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Parthenope di
Napoli, oltre che del patrocinio degli Ordini professionali degli Psicologi e degli Assistenti Sociali.
Famiglia, pari opportunità della coppia, valore della fedeltà e privacy: queste e tante altre le importanti
tematiche che verranno illustrate durante gli appuntamenti dei Forum della Famiglia che, inoltre, hanno
valore di crediti formativi per avvocati e studenti universitari. La famiglia è il perno su cui si basa l’intero
sistema sociale italiano ed è per questo motivo che l’O.F.I. dedica massima attenzione ai diritti e ai
doveri legati alla dimensione del nucleo familiare.
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FAMIGLIA
FORUM/Paolo Crepet, psicologo, psichiatra e scrittore insieme a Martina Ferrara.
Questi gli appuntamenti del Forum della Famiglia che si terrà alla
Mostra d’Oltremare di Napoli dal 14 al 22 gennaio:
Sabato 14 gennaio ore 18.00
Presentazione convegno e saluti autorità
Domenica 15 gennaio ore 17.30-19.30
Il percorso giuridico prematrimoniale secondo gli
articoli art. 143-144 del codice civile
Lunedì 16 gennaio ore 17.30-19.30
Evoluzione del diritto matrimoniale, dalla storia del
diritto romano fino all’ultima riforma
Mercoledì 18 gennaio ore 19.30-20.30
La conciliazione dei tempi: tutela del proprio
progetto di vita e spazi per la famiglia (l. 53/2000)
Sabato 21 gennaio ore 19.30-20.30
Presentazione libri e discussione
Domenica 22 gennaio ore 17.30-19.30
Le frontiere della genitorialità: i nuovi genitori.
Il dibattito si svolgerà alla presenza di Martina Ferrara, Presidente
Osservatorio Familiare Italiano, Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli, degli
Onorevoli Stefano Caldoro e Luigi Cesaro, e di rinomate personalità nel
campo della giurisprudenza e della psicologia.
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CRAFT
FAMIGLIA
GENITORI
E FIGLI
di Tiziana Ruggiero
Le responsabilità,
i doveri dei genitori
ed i diritti dei figli.
Tra educazione e
sostentamento economico.
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FAMIGLIA
Per quanto riguarda gli aspetti fisiologici dei rapporti genitori – figli vanno considerate le seguenti norme:
l’art. 30 della Costituzione, l’articolo 147 e l’articolo 148 del Codice civile. Iniziamo dal primo. L’articolo 30
comma I della Costituzione recita: “è dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli, anche
se nati fuori dal matrimonio”. Detto articolo riveste un’importanza fondamentale nella disciplina del rapporto
genitori figli. Impone il dovere, ma riconosce anche il diritto del sostentamento economico, dell’istruzione
e dell’indirizzo educativo della prole. Tale responsabilità viene attribuita al genitore per il mero fatto della
procreazione. Occorre trasmettere al minore, con l’educazione e l’istruzione, i valori necessari per fargli
progressivamente acquistare capacità e posizioni proprie di ogni membro della collettività. È indispensabile
provvedere finanziariamente al soddisfacimento dei bisogni del minore ed alle sue esigenze di crescita. Il
suddetto articolo contempla il “dovere e diritto” di ciascun genitore che assume così una posizione del tutto
paritaria nei confronti dei figli. Il diritto di educare non può essere limitato nei suoi contenuti, ad eccezione
di un limite invalicabile: il rispetto della personalità del minore e dei suoi diritti fondamentali. Al dovere del
genitore corrisponde il diritto del figlio ad essere educato e, cioè, ad uno sviluppo compiuto ed armonico
della sua personalità in un ambiente idoneo.
Ai sensi dell’ art. 147 c.c.: “Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire ed
educare la prole tenendo conto della capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli”. Assai
significativa per l’esatta individuazione del rapporto in esame, appare la norma sopra citata. Tale disposizione
si richiama espressamente ai principi costituzionali. Si tratta, per i genitori, di un compito estremamente
complesso ed articolato che va ben oltre la sola prestazione di cure. Con la riforma del diritto di famiglia del
1975 il limite del dovere – potere genitoriale è stato ravvisato nell’esigenza di tenere conto delle capacità,
inclinazioni naturali e aspirazioni dei figli, ovvero delle singole “personalità”. Si rileva che all’obbligo dei genitori
corrisponde un preciso diritto del minore all’“educazione” negando così la possibilità ai primi di affidare il figlio
a terzi, anche se questi ultimi fossero in grado di assisterlo convenientemente determinando una più incisiva
tutela del fanciullo. L’inosservanza degli obblighi anzidetti può dare luogo a conseguenze notevoli quali la
limitazione della potestà o la sua decadenza e, in casi ancor più gravi, (ove si dia luogo ad una totale mancanza
di assistenza materiale e morale) a dichiarazione di adottabilità e pronuncia di adozione, con il conseguente
scioglimento di ogni legame tra i genitori di origine ed il minore che viene inserito in una nuova famiglia.
Dalla carenza dell’opera educativa dei genitori deriva il fondamento della loro responsabilità per gli atti illeciti
compiuti dai figli (cfr. Cass. N.9556/2009). L’art. 148 c.c. indica le modalità di prestazione e la ripartizione
degli oneri tra i genitori per l’adempimento dei doveri di cui all’art. 147 c.c. In particolare, il dovere di
mantenimento implica la somministrazione dei mezzi sufficienti a soddisfare le normali esigenze di vita
del figlio, in conformità alle condizioni patrimoniali della famiglia, da valutare sia in relazione alle sostanze,
sia in relazione alla capacità di lavoro, professionale o casalingo, di ciascun coniuge. Il contenuto di detto
obbligo non è limitato al soddisfacimento dei bisogni elementari di vita, ma comprende ogni altra spesa
necessaria per sviluppare ed arricchire la personalità dei figli. L’assegno è proporzionato ai redditi e alle
sostanze dell’obbligato. In merito al concetto di “sostanze” si evidenzia che la giurisprudenza ritiene che esse
comprendano tutte le risorse economiche dell’obbligato. I coniugi devono provvedere congiuntamente a tutte
le spese di mantenimento; pertanto, se uno dei due non è in grado di contribuirvi, anche solo parzialmente,
l’obbligo si trasmette all’altro. L’obbligo del mantenimento non cessa con il raggiungimento della maggiore
età del figlio, ma dura finchè non si sia completato il processo formativo che gli consente l’autosufficienza
economica, salvo il rifiuto ingiustificato del figliolo stesso di lavorare ( cfr. sul punto Cass. 24.09.2008 n.24018;
Cass. 20.05.2006 n.11891). Qualora i genitori non abbiano i mezzi sufficienti per adempiervi, viene individuata
negli altri ascendenti, legittimi o naturali, i soggetti tenuti a fornire ai genitori stessi quanto necessario per
assolvere i loro doveri verso i figli.
In caso di inadempimento il comma II prevede la possibilità di richiedere al Tribunale di ordinare che una
quota dei redditi dell’obbligato sia versata direttamente all’altro coniuge o a chi sopporti le spese. •
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FAMIGLIA
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L’ho fatto per soldi
CRAFT
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CRAFT
ma non lo faccio più
TIPS
IN MUNICIPIO
di Claudia Colella
Cosa fare, quali documenti
preparare e come organizzare
il matrimonio civile.
Che ha il suo particolare iter
burocratico e i suoi tempi.
Da non sbagliare!
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TIPS
Il matrimonio in Municipio è una scelta, talvolta l’unica soluzione se si è alle
seconde nozze. È bene dunque conoscere tutti gli aspetti organizzativi, i
documenti da presentare e l’iter burocratico da seguire. La Legge Bassanini
del 13/5/97 n. 127 sull’autocertificazione, ha decisamente agevolato il
reperimento della documentazione dei futuri sposi in quanto oramai è
l’Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza di uno dei due sposi,
ad acquisirli d’ufficio. Quindi basterà semplicemente che i futuri coniugi
si presentino, muniti di carta d’identità, presso l’Ufficio di Stato Civile del
Comune nel quale desiderano sposarsi; questo consentirà l’immediata
apertura della pratica.
Gli sposi dovranno poi compilare un modulo prestampato nel quale
dichiarano la volontà di sposarsi. Passaggio successivo, da parte del
Comune di appartenenza, è l’affissione delle pubblicazioni per otto giorni,
comprendenti due domeniche successive e tre giorni di deposito, nel
comune di residenza di entrambi gli sposi e nei comuni dove hanno abitato
nell’ultimo anno.
Terminato il periodo, gli sposi potranno ritirare il certificato di nullaosta.
Entro tre mesi dalle pubblicazioni, il matrimonio dovrà essere celebrato. In
caso contrario bisognerà ripetere tutta la pratica. In caso di divorziati – uno
solo o entrambi – sarà necessario presentare l’atto civile del precedente
matrimonio nel quale è annotato lo scioglimento del precedente vincolo
matrimoniale, completo anche di una fotocopia. Tale documento può
essere richiesto al Comune di appartenenza della Chiesa o Municipio
dove si sono svolte le prime nozze. Una volta seguiti tutti questi passaggi,
più facili a farsi che a dirsi, gli sposi potranno recarsi in Municipio il giorno
prestabilito delle nozze dove un Ufficiale di Stato Civile – o in alcuni casi
il Sindaco – procederà in un rito breve ed essenziale. Il tutto si svolgerà
in un tempo massimo di trenta minuti durante i quali gli sposi, i testimoni
e gli invitati potranno ascoltare gli articoli 143-144-147 del Codice Civile
letti dall’Ufficiale incaricato. A seguire verrà rivolta la tradizionale domanda
“Vuoi tu...” ad entrambi gli sposi con lo scambio delle fedi. La cerimonia si
conclude con le firme di sposi e testimoni (uno per parte) e con un sonoro
applauso di amici e parenti.
Poi tutti a festeggiare: o in un locale esterno o stesso in Municipio visto che,
diffusasi la tendenza dei matrimoni civili, sono oramai numerosi gli edifici
pubblici che hanno aperto le porte alle sale più belle. •
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Gli sposi dovranno
compilare
un modulo
prestampato nel
quale dichiarano
la volontà di
sposarsi. Passaggio
successivo, da
parte del Comune
di appartenenza,
è l’affissione delle
pubblicazioni per
otto giorni e subito
dopo gli sposi
potranno ritirare
il certificato
di nullaosta e
sposarsi entro
tre mesi dalle
pubblicazioni.
GENITORI E FIGLI
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Afef
Francesco Arca
Manuela Arcuri
Ramona Badescu
Renato Balestra
Rocco Barocco
Pippo Baudo
Eduardo Bennato
Stefano Bettarini
Nancy Brilli
Nathalie Caldonazzo
Carmela e George
Cristina Chiabotto
Barbara Chiappini
Martina Colombari
Luisa Corna
Fabrizio Corona
Costantino
Michele Cucuzza
Gigi D’Alessio
Cristina Del Basso
Lory Del Santo
Barbara Di Palma
Barbara D’Urso
Natalia Estrada
Anna Falchi
Maria Pia Fanfani
Francesca Fioretti
Emanuela Folliero
Claudia Galanti
Gattinoni
Claudia Gerini
Elisabetta Gregoraci
Karim
Loredana Lecciso
Francesca Lodo
Valeria Marini
Alviero Martini
Marta Marzotto
Leopoldo Mastelloni
Gai Mattiolo
Yuliya Mayarchuck
Don Antonio Mazzi
Angela Melillo
Denny Mendez
Alessia Merz
Cardinale Milingo
Annalisa Minetti
Giulia Montanarini
Nina Moric
Giampiero Mughini
Alessandra Mussolini
Platinette
Francesca Rettondini
Katia Ricciarelli
Patrizio Rispo
Eva Robins
Rossano Rubicondi
Linda Santaguida
Elena Santarelli
Alena Seredova
Fausto Sarli
Jo Squillo
Marina Suma
Melita Toniolo
Laura Torrisi
Mara Venier
Simona Ventura
Aida Yespica
Youma
Antonio Zequila
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TUTTOSPOSI
STARS
di Claudia Colella
Ogni anno tuttoSposi porta a Napoli le più belle donne
dello Star Sytem, tutte rigorosamente in abito bianco:
hanno sfilato sul White carpet da Afef
ad Elisabetta Gregoraci, da Valeria Marini a Luisa Corna.
E quest’anno è la volta della bellissima Nina Senicar
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TUTTOSPOSI
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TUTTOSPOSI
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TUTTOSPOSI
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TUTTOSPOSI
Dalla bellissima Afef ad Elisabetta Gregoraci, da Valeria Marini
alla divina Katia Ricciarelli, sono tantissime le star che in oltre
vent’anni di tutto Sposi hanno calcato il white carpet della
fiera, tra i flash impazziti del pubblico e l’eco dei media. Una
carrellata di attrici, modelle e personaggi dello star System
del momento come il discusso Monsignor Milingo, Platinette,
Eva Robbins ed ancora nuovi divi della Tv come Costantino e
Francesco Arca. tuttoSposi da sempre è un grande wedding
show che appassiona il grande pubblico e chiama a raccolta
i paparazzi di mezza Italia. Ogni anno una bellissima indossa
l’abito da sposa dell’anno: come dimenticare la ex miss Italia
Cristina Chiabotto in uno splendido abito tempestato di cristalli
Swarovski o la procace Elisabetta Gregoraci con diadema
e vertiginosa scollatura firmata da Bruno Caruso, e poi la
Lecciso, Natalie Caldonazzo, Laura Torrisi. Tra le altre anche
Alena Seredova, Cristina dal Basso, Luisa Corna, Francesca
Fioretti, tutte sempre vestite di bianco, madrine d’eccezione
e testimonial acclamate dell’evento in abiti che hanno fatto
sognare. Quest’anno lo scettro tocca alla bellissima Nina
Senicar: fans e giornalisti sono già in prima fila! •
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TUTTOSPOSI / 1989-2012
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