Misericordiosi come il Padre Ottobre 2015 Altopiano di Seveso Parrocchia San Carlo 2015 Sito internet: www.parrocchieseveso.it è possibile seguire le Celebrazioni dalla chiesa Prepositurale in video-streaming Pagina Facebook: Parrocchie Seveso Ogni mattina il commento al Vangelo del giorno e notizie sugli avvenimenti parrocchiali Applicazione: Parrocchie Seveso Installabile su smartphone e tablet per ricevere gli aggiornamenti e guardare le Celebrazioni dalla chiesa Prepositurale (scaricabile da Google Play) Posta Elettronica: Indirizzi parrocchiali: [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] Il parroco don Carlo Pirotta tel. 0362.501623 Piazza Sant’Ambrogio, 2 20822 Altopiano di Seveso Le Celebrazioni Eucaristiche Lunedì ore 20.45 (Primo lunedì per i defunti del mese precedente, gli altri lunedì del mese Plurintenzionata) Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato e prefestivi Domenica e festivi ore 8.30 ore 8.30 ore 8.30 ore 8.30 ore 18.30 ore 9.00 ore 11.00 vicario parrocchiale don Donato Vicini tel. 0362.502818 Segreteria Tel. 0362.553522 (per informazioni e iscrizioni alle attività parrocchiali e della Comunità San Pietro da Verona) Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì 9:30-11:00 9:30-11:00 9:30-11:00 9:30-11:00 Stampato in proprio presso la casa parrocchiale di Seveso il 17 Ottobre 2015 15:30-17:30 15:30-17:30 15:30-17:30 15:30-17:30 15:30-17:30 2015 Un anno di misericordia Sta iniziando un nuovo anno pastorale, sarà ricco di impegni e di iniziative, vedrà le nostre Parrocchie ancora sollecitate da mille attività ma questo sarà un anno caratterizzato da due eventi straordinari che ci interpelleranno su ciò che stiamo facendo e su come lo stiamo realizzando. Innanzitutto il V convegno ecclesiale che si terrà a Firenze dal 9 al 13 novembre e che avrà come titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Il 5° Convegno affronterà il trapasso culturale e sociale che caratterizza il nostro tempo e che incide sempre più nella mentalità e nel costume delle persone, sradicando a volte principi e valori fondamentali per l’esistenza personale, familiare e sociale. L’atteggiamento che deve ispirare la riflessione è quello a cui richiama quotidianamente papa Francesco: leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell’amore che Gesù ci ha insegnato. Solo una Chiesa che si rende vicina alle persone e alla loro vita reale, infatti, pone le condizioni per l’annuncio e la comunicazione della fede. Al tema del Convegno si ispireranno la lettera pastorale del nostro Arcivescovo di quest’anno e tutti i percorsi educativi per le varie fasce d’età. Tutto questo avverrà alla vigilia dell’apertura di un Anno Santo straordinario, voluto da Papa Francesco, che vorrebbe riportarci al centro della proposta cristiana. Scrive Papa Francesco nella Bolla di indizione dell’Anno Santo, intitolata “Misericordiae Vultus”: “Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”. Potrebbe, davanti ad un evento così straordinario, scattare in noi il desiderio “di fare qualcosa”: di organizzare pellegrinaggi, eventi straordinari, ecc. ma facendo così tradiremmo il desiderio del Santo Padre che vuole non l’affastellamento di tante azioni pastorali, ma il cambiamento dello stile delle nostre proposte. Sono, infatti, il nostro linguaggio e i nostri gesti che devono diventare capaci di trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre. Regola importante per vivere la misericordia è iniziare a costruire la nostra vita 3 sulle beatitudini. Se non siamo poveri in spirito, se cioè la nostra vita non è consegnata a Dio, perché Lui la renda strumento della sua carità e misericordia, ameremo con il nostro cuore, mai con il cuore di Dio, di Cristo, nella comunione dello Spirito Santo. Anche se siamo nei comandamenti, viviamo di misericordia ammalata, non pienamente sana, perché le manca la perfezione della verità e della carità. Non è l’uomo che deve amare. È il Padre celeste che deve amare attraverso 2015 ogni uomo, così come ha amato attraverso Gesù. Per questo urge la povertà in spirito che è consegna a Dio della propria vita. Dio, dall’eternità, ha stabilito cosa Lui vuole realizzare attraverso ogni vita. Se la vita è nelle sue mani, Lui può realizzare il suo progetto di amore. Se è nelle nostre mani, mai potrà compiere un solo gesto del suo purissimo amore Papa Francesco ci dà anche delle indicazioni preziose su come tentare di vivere questo “stile di misericordia”, al numero 15 della stessa Bolla Egli ci scrive: “… È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.” Sicuramente avremo bisogno di rivedere il modo con cui noi “giudichiamo” le persone e le situazioni che incontriamo nel nostro vivere perché spesso siamo giudici senza misericordia, capaci di scovare l’errore e la negatività ovunque intorno a noi. Occorre che purifichiamo i nostri occhi e il nostro cuore rendendoli capaci della stessa tenerezza che è in Dio. Questo potrebbe essere il miglior frutto del prossimo Anno Santo. Buon Anno Pastorale nel Signore. Maria Madre della Misericordia 4 Il logo del Giubileo della Misericordia (immagine di copertina) 2015 Il logo, opera del gesuita Padre Marko I. Rupnik, si presenta come una piccola summa teologica del tema della misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito, recuperando un’immagine molto cara alla Chiesa antica, perché indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale da fare emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo, e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può sfuggire: il Buon Pastore con estrema misericordia carica su di sé l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Cristo. Ogni uomo scopre così in Cristo, nuovo Adamo, la propria umanità e il futuro che lo attende, contemplando nel Suo sguardo l’amore del Padre. La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara all’iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiari verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. D’altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto perdona. 5 Vita della Parrocchia attività, eventi ed avvenimenti 2015 Gruppo Santa Marta È solo grazie ad un gruppo di generose e disponibili signore che la nostra Parrocchia può accogliere ogni giorno le persone per la preghiera personale e la celebrazione dei Sacramenti, soprattutto per la Celebrazione Eucaristica. È proprio così! Infatti sono loro che aiutano a rendere bella e accogliente la casa del Signore. Mercoledì 29 Luglio 2015, nella memoria di santa Marta di Betania, è stato costituito nella nostra Parrocchia il “Gruppo Santa Marta” cioè si è data visibilità a tutte quelle donne che ogni settimana puliscono ed accudiscono la nostra amata chiesa parrocchiale. Sull’esempio di santa Marta anche loro preparano la casa del Signore per accogliere Lui, che vi abita nel santissimo Sacramento, e tutti i suoi fratelli che ogni Domenica o ogni giorno celebrano l’Eucaristia. Durante la Celebrazione Eucaristica delle ore 8:30 don Donato ha invitato le donne presenti che puliscono la chiesa a scambiare con lui il segno della pace; ha quindi affidato a ciascuna di esse un sussidio che accompagna il loro servizio attivo anche con la preghiera perché non sentano il rimprovero di Gesù: «Marta, Marta tu ti agiti e ti affanni per molte cose»; al contrario, mettano al primo posto sempre e solo la preghiera e la fede e da queste possano muovere la carità nel pulire, custodire, accudire e curare la nostra amata chiesa parrocchiale. Mentre ringraziamo di cuore Angelo, Anna, Anna Maria, Barbara, Bruna, Diana, Dina, Franca, Giuseppina, Lina, Mariuccia, Mirella, Mirella, Paola, Sandra, Silvia e Teresina, chiediamo al Signore che possa giungere al “Gruppo Santa Marta” tanti volontari (uomini e donne!) che con pazienza, umiltà e nascondimento custodiscono con amore la casa del Signore. Il Gruppo Santa Marta è composto da persone che curano la pulizia della chiesa. Si riuniscono tutte le settimane e, nel silenzio e con sacrificio, rendono più accogliente la nostra chiesa. Si prodigano perché tutto ciò che occorre per le varie celebrazioni sia in ordine, pulito e decoroso. Il gruppo è formato da signore, alcune presenti ormai da vari anni, altre che si aggiungono di volta in volta, che offrono il loro prezioso servizio per la pulizia e il decoro della chiesa parrocchiale San Carlo. 6 Affidamento dei Ministri straordinari della Comunione Eucaristica Martedì 14 Luglio 2015, nella memoria di san Camillo de Lellis, i ministri straordinari della Comunione Eucaristica hanno consegnato nuovamente al Signore il loro mandato e soprattutto hanno compiuto il gesto simbolico di affidare al Signore i malati che visitano portando l’Eucaristia, il loro affetto e la preghiera di tutta la nostra comunità pastorale. Durante la Celebrazione Eucaristica delle ore 8:30, dopo l’omelia, i ministri straordinari presenti hanno letto una preghiera di affidamento al Signore, per intercessione di san Camillo de Lellis, Patrono degli infermieri, degli ospedali, dei malati e di coloro che si occupano degli infermi. Dopo la preghiera dei fedeli don Donato ha invocato sui ministri straordinari della nostra Parrocchia la benedizione della santissima Trinità perché anche nel nuovo anno pastorale potessero continuare il loro prezioso è indispensabile servizio a favore dei malati, degli anziani e delle persone sole. I ministri hanno portato all’Altare un foglio con i nomi dei malati che visitano e una preghiera scritta da loro. Il tutto si è concluso con lo scambio della pace tra don Donato ed ogni singolo ministro ad indicare come sia importante la comunione di fede e di amore tra chi invia e chi è inviato. 2015 Ringraziamo di cuore Daniela, Elide, Giovanni, Lidiana, Mariuccia, Sara e Virginia; sosteniamoli con la nostra preghiera e la nostra stima e chiediamo al Signore che altri uomini e donne di buona volontà si aggiungano a loro per il servizio al tesoro della nostra Chiesa: i poveri e malati. Ministro straordinario della santa Comunione Eucaristica può essere sia un uomo quanto una donna. La possibilità di questo servizio è un gesto di squisita carità della Chiesa “perché non restino privi della luce e del conforto di questo Sacramento i fedeli che desiderano partecipare al Banchetto Eucaristico” e ai frutti del Sacrificio di Cristo (Immensae Caritatis, Introduzione). La scelta delle persone da proporre per questo ministero deve tener conto di una buona formazione cristiana; di una loro piena comunione ecclesiale; di una loro assidua pietà eucaristica; di una loro effettiva capacità di incontro, dialogo, servizio con i malati e gli anziani; di eventuali esperienze di volontariato; di impegni già svolti in qualche specifico settore pastorale. Nessuno sia scelto a tale ministero, qualora la sua designazione possa dare motivo di stupore agli altri fedeli (Immensae Caritatis, 1,VI). Possono essere preposte per questo ministero persone che abbiano compiuto i 25 anni, in analogia con quanto deliberato dalla CEI per i ministri istituiti del Lettorato e Accolitato (Decreto del 18 Aprile 1985. Delibera n. 21). Come per ogni ministero nella Chiesa, anche per i ministri straordinari della santa Comunione “sono tenuti all’obbligo di acquisire la adeguata formazione richiesta per adempiere nel modo dovuto il proprio incarico e per esercitarlo consapevolmente, assiduamente e diligentemente” (can. 231 § 1). Per maggiori informazioni rivolgersi al Parroco don Carlo o a don Donato. Grazie di cuore. 7 III Domenica dopo Pentecoste: Anniversari di Matrimonio Domenica 14 Giugno 2015 nove coppie di sposi hanno scelto di ricordare all’Altare del Signore, durante la Celebrazione Eucaristica delle ore 11:00 presieduta da don Luca Rosania, un loro particolare anniversario di Matrimonio. Le coppie sono entrate in chiesa tenendosi per mano, contente e un po’ commosse con tanti ricordi che affioravano alla loro mente, tante gioie, ma anche 2015 dolori e preoccupazioni (per i meno giovani) accumulate durante il corso degli anni. Sul viso di tutti traspariva serenità e amore, quell’amore che col trascorrere del tempo si è sempre più fortificato ed è diventato un legame fatto di intimità, fedeltà, fecondità, gioia, condivisione, sacrificio fino al dono della vita per l’altro come invitava a fare la Liturgia della Parola, di quella III Domenica dopo Pentecoste. Una Parola tagliente più di ogni spada a doppio taglio, sottolineava l’indissolubilità del Matrimonio. In una società in cui la vita dell’uomo e della donna è scesa in una condizione preoccupante per il crollo di molti valori, queste nove coppie hanno compiuto un gesto molto significativo e toccante: la testimonianza di un atto di fede che si dischiude nel rito sacramentale e poi nella vita. Dopo l’omelia, hanno rinnovato le promesse matrimoniali e poi, tenendosi per mano, si sono avvicinate all’Altare per la benedizione delle fedi nuziali. Al termine, don Luca ha invitato queste coppie e tutti i presenti a vivere fedelmente la propria vocazione e a incarnare la Parola di Dio proclamata durante la Celebrazione Eucaristica. Infine ha augurato di continuare ad essere testimoni dell’amore del Signore per rendere presente in famiglia il mistero di Cristo e della Chiesa e di pregare per quelle coppie che stanno vivendo momenti di crisi. Antonietta Zugni Madonna del Carmelo 8 Quest’anno per la prima volta è stato organizzato il Triduo in preparazione alla solennità della Madonna del Monte Carmelo che è rappresentata nella bella statua conservata nella nostra chiesa parrocchiale. Ovviamente tutto è stato una novità! Per due giorni, alle ore 17:30, si è recitato il santo Rosario: Lunedì 13 Luglio 2015 per tutti i defunti ricordando la promessa fatta dalla Vergine del Carmelo di andare a liberare dal Purgatorio il Sabato successivo alla loro morte quanti fossero stati a lei devoti e avessero indossato il santo Scapolare. Martedì 14 Luglio 2015, nella memoria di san Camlillo de Lellis, durante la Celebrazione Eucaristica delle ore 8:30 si è svolto l’affidamento dei malati e dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica alla Vergine del Carmelo e alle ore 17:30, si è recitato il santo Rosario per tutti i malati. Mercoledì 15 Luglio 2015, vigilia della festa, alle ore 17:30 si è svolta la Celebrazione per l’imposizione del santo Scapolare del Carmelo a cinque persone della nostra Parrocchia che lo hanno chiesto. Ed infine, Giovedì 16 Luglio 2015, solennità della Beata Vergine del Monte Carmelo, alle ore 10:00, don Donato ha presieduto una solenne Celebrazione Eucaristica. Speriamo che questa nuova tradizione prenda sempre più piede perché la nostra Parrocchia possa diventare luogo di crescita nella fede e nella speranza. Solennità dell’Assunzione al Cielo in anima e corpo della Beate Vergine Maria Quando Papa Pio XII, nel 1950, proclamò il dogma dell’Assunzione di Maria in anima e corpo al Cielo, usò parole che, a parte qualche ridondanza lessicale, potrebbero essere state scritte ieri: «Vi è da sperare che tutti i cristiani siano stimolati da una maggiore devozione verso la Madre celeste….. e che tutti coloro che mediteranno i gloriosi esempi di Maria abbiano a persuadersi sempre meglio 2015 del valore della vita umana se è dedita totalmente all’esercizio della volontà del Padre e al bene degli altri». Per sottolineare questa solennità don Donato ha preparato nei pressi della Mensa Eucaristica una colonnina con la statua della Madonna Assunta, prestata da una famiglia dell’Altopiano, e il Cero Pasquale. Lo stesso don Donato, nella sua omelia, ha spiegato in tutte le Celebrazioni Eucaristiche il significato di questi segni: «A Pasqua ci siamo rallegrati per la Risurrezione di Gesù Cristo e abbiamo creduto alla sua promessa che anche noi risorgeremo con Lui. Oggi contempliamo la prima realizzazione di questa promessa. Dio stesso ci ha rivelato che la Vergine Maria, Madre sua e Madre nostra, è stata sottratta alla corruzione del sepolcro e Assunta in Paradiso con il suo corpo glorificato. Per questo, accanto alla statua della Madonna Assunta, abbiamo voluto porre il Cero Pasquale, quella grande candela accesa durante la solenne Veglia di Pasqua e che viene posta accanto alla bara nella Celebrazione Eucaristica esequiale a ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo che un giorno tutti condivideremo, così come già ora la condivide la sua santissima Madre Maria». Inoltre la sera del 15 Agosto 2015 la nostra Comunità Pastorale San Pietro da Verona si è riunita nella chiesa parrocchiale di San Carlo (l’incontro era stato fissato presso la cappellina della Regina della pace in via Cacciatori delle Alpi, ma le condizioni del tempo non l’hanno permesso) per pregare per l’incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Philadelphia dal 22 al 25 Settembre 2015 e per il prossimo Sinodo dei Vescovi che sarà sulla famiglia, attraverso la recita del santo Rosario. L’incontro di preghiera, presentato dal nostro Parroco don Carlo e guidato da don Donato, ha visto la partecipazione di un buon numero di persone. A queste e a tutti i parrocchiani, Maria santissima rivolga i suoi occhi misericordiosi, rischiari la strada, indichi la meta, mostri dopo questo esilio Gesù, il Frutto benedetto del suo seno, lei che è la clemente, la pia, la dolce Vergine Maria Assunta in Cielo in anima e corpo! Antonietta Zugni 9 Per un’esatta comprensione dei tempi e simboli liturgici “La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia” (Eg. 24) 2015 Apologia del galateo liturgico Perché celebrare l’Eucarestia non è come andare al cinema! Sulla sigla dei film e i fedeli ritardatari Nella Parrocchia ideale di una Diocesi ideale di un mondo ideale che esiste solo nei sogni dei Parroci, i fedeli arrivano in chiesa almeno 10 minuti prima dell’inizio della Celebrazione Eucaristica, si inginocchiano devotamente in silenziosa adorazione, preparandosi in questo modo alla celebrazione. Ma nella Parrocchia reale di una Diocesi reale di questo realissimo mondo contemporaneo i fedeli arrivano trafelati e ansimanti allo scoccar della campana, quando va bene... perché molti tendono ad arrivare sistematicamente in ritardo, durante la proclamazione delle letture o – già che ci siamo – dopo l’omelia. Come si spiegano questi ritardi? Con l’equazione chiesa = cinema. Diciamo la verità: chi di noi ha mai provato qualche interesse per la sigla di un film o per i titoli di coda? Alle volte si ha l’impressione che la Parola di Dio sia percepita un po’ come la sigla di un film: una rassegna monotona e inutile di tutti i protagonisti e di coloro che hanno preso parte alla realizzazione dello spettacolo, dal costumista al tecnico di regia. Bisogna nominarli, per correttezza, ma quello che conta arriva dopo... E come se non bastasse, il ritardatario passa gran parte del tempo delle letture a guardarsi attorno per scegliere il posto ideale, quasi dovesse trascorrervi il resto della sua esistenza: non troppo vicino all’Altare per non passare per bigotto, sufficientemente vicino all’uscita per accelerare le operazioni di sbarco come in aereo, possibilmente vicino a qualche amico, per non correre il rischio di dover scambiare la pace con uno sconosciuto o, peggio, per rompere la monotonia della celebrazione con qualche commento. Il grado di attenzione aumenta sensibilmente al momento del Vangelo, ma per la lettura dell’Antico Testamento e per l’Epistola gli ascolti crollano a picco. Per fortuna nessuno ha ancora pensato a legare le letture della Parola di Dio allo share, altrimenti saremmo costretti a tagliare le prime due letture. 10 Signor Rossi ... “presente!” Prima dell’inizio della Celebrazione Eucaristica dovremmo introdurre l’appello nominale dei fedeli, come a scuola, ma per un motivo completamente diverso, non disciplinare e burocratico, ma teologico. Molte delle persone che arrivano sistematicamente in ritardo, o che fanno turismo religioso, cambiando sempre Celebrazione Eucaristica, rivelano un’idea del tutto distorta della Liturgia Eucaristica: che io ci sia o che non ci sia, la 2015 Celebrazione Eucaristica inizia lo stesso e nessuno se ne accorge; come del resto uno spettacolo teatrale inizia anche se manca qualcuno di coloro che hanno comprato il biglietto. Dal punto di vista della realtà visibile, questo avviene anche per la Celebrazione Eucaristica: il Parroco non aspetta certo me; ma dal punto di vista teologico, se guardiamo al mistero che sta sotto, le cose sono molto diverse. Io non sono un individuo anonimo e sconosciuto che si presenta a un appuntamento nel quale rimarrà isolato nella sua anonima individualità, ma sono membro di un Corpo ecclesiale che si ricompone nella Celebrazione Eucaristica e in essa si edifica: che io ci sia o non ci sia, cambia tutto! Senza di me il Corpo ecclesiale inizia la Celebrazione monco, perché l’Eucaristia è per eccellenza il Sacramento di comunione, il Sacramento del Corpo di Cristo: nutrendoci del Corpo di Cristo siamo edificati e riedificati nella Comunione del Corpo mistico di Cristo. Questo è anche il motivo per il quale una grave frattura sul piano orizzontale della comunione ecclesiale rende la mia Comunione eucaristica un atto profondamente contraddittorio. Dovremmo allora cercare di superare la nostra concezione individualistica della Liturgia e metterci in testa che arrivare puntuale e partecipare alla Celebrazione Eucaristica nella mia comunità parrocchiale o di riferimento e non dove capita, non è un atto di cortesia e di galateo clericale, ma è costitutivo all’interno della verità stessa di quello che celebro. Corridoio o finestrino? Avete mai provato a osservare la gente che entra in chiesa? La scelta dei posti è uno spettacolo sempre molto istruttivo. I giovani e gli adolescenti si mettono assieme tutti da una parte: guai sedersi vicino a un anziano o mischiarsi con gli altri; piuttosto stanno in piedi. Alcuni anziani hanno il posto fisso e se qualche malcapitato pellegrino ha avuto la ventura di sedersi al loro posto, viene squadrato in modo torvo. Molti stanno in piedi, a braccia conserte, nei pressi della porta, anche se c’è posto nelle panche, quasi in prestito, quasi a voler dire: «Non pensate mica che io sia venuto alla Celebrazione Eucaristica: sono qui solo di passaggio!». Le panche, poi, si riempiono inesorabilmente a partire dal fondo, e rimangono vuote quelle vicino all’Altare, come a scuola. A scuola, tuttavia, la cosa ha una sua logica: in fondo è più facile leggere i fumetti sotto banco e sfuggire alle interrogazioni. In chiesa questo comportamento ha dell’irrazionale, dal momento che difficilmente il sacerdote interroga i fedeli, e – per grazia di Dio – non mi è ancora capitato nessun fedele che legga i fumetti durante la Celebrazione Eucaristica. 11 Questo stile apparentemente irrazionale rivela, al contrario, non solo dei fattori psicologici e sociologici (come, ad esempio, la difficoltà delle nuove generazioni a integrarsi e convivere con gli adulti, e l’abitudinarietà degli anziani), ma soprattutto dei fraintendimenti teologici: si fatica a percepire la dimensione fortemente “corporativa” e solidale della Liturgia Eucaristica, cioè il fatto che nella Celebrazione Eucaristica non agiamo come una somma di individui impermeabili 2015 l’uno all’altro, o come spettatori di un rito che non ci appartiene e non ci coinvolge, ma esprimiamo, e siamo costituiti come un unico Corpo, unito al suo Capo, che presenta al Padre, per mezzo del Figlio, nell’unità costituita dallo Spirito Santo, l’unico ed eterno Sacrificio. Stare sulla porta, cercare il conforto di un gruppo sociologicamente caratterizzato, sono i segni di uno scollamento fra ciò che la Liturgia esprime e realizza in sé, e ciò che molti fedeli percepiscono di essa. La Celebrazione Eucaristica è finita potete fare confusione Non compare fra le formule di congedo del Diacono, ma sembra rispecchiare molto bene quello che sento in giro. Qualche tempo fa mi sono recato in una chiesa della bassa padana per provare con i ministranti una celebrazione importante. Era un pomeriggio feriale, la chiesa era vuota, i ministranti non meno di venti, di età compresa fra i 10 e i 20 anni. Ebbene, entrando in quella chiesa sono rimasto colpito, quasi shoccato. Il lettore sarà curioso di sapere quale abominio avessero visto i miei occhi o udito le mie orecchie. È presto detto: tutti parlavano sotto voce, limitando le parole allo stretto necessario per svolgere le loro prove. Ripeto: la chiesa era vuota e non vi era il rischio di turbare la preghiera di nessuno. Forse per il lettore tutto ciò sarà normale: per me fu una rivelazione. Non mi era mai capitato in nessuna altra chiesa, soprattutto da parte di bambini e adolescenti. Se quei ragazzi parlavano sottovoce (e il parlare era giustificato dalle prove) senza che nessuno li richiamasse a questo, il motivo era chiaro: essi erano stati educati al senso del sacro. Fatto tanto mirabile quanto inusitato. Quando va bene, infatti, c’è silenzio durante la celebrazione: prima e dopo è come un festival. Fa piacere vedere tanta gente esplodere di allegria dopo la Celebrazione Eucaristica, ma fuori dalla chiesa, non dentro; perché dobbiamo cercare di mantenere quel senso di sacro timore e tremore davanti alla presenza terribile dell’Altissimo; terribile non nel senso di ostile e annientante, ma perché travalica enormemente la nostra piccolezza e il nostro peccato con la sua grandezza e la sua santità: «Mosè, non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!» (Es 3,5). La chiesa non è un salone dove periodicamente si compiono degli atti sacri, ma è un luogo sacro già in se stesso, per la presenza del Santissimo e per l’unzione che ne ha consacrato l’Altare e le pareti. Urge una rieducazione, prima di tutto di noi preti... In chiesa si deve far silenzio anche quando si fanno le pulizie. don Riccardo Pane, maestro delle celebrazioni liturgiche dell’Arcivescovo di Bologna 12 dal dal 9 Maggio al 11 Ottobre 2015 2015 Sono rinati al sacro Fonte Castaldo Manuel Corbetta Eleonora Cornacchia Riccardo Dalla Villa Alessandro Daviddi Sveva Dell’Edera Geremia Fagnani Enea Ferri Letizia Meleri Elio Resenterra Emily Rosia Emma Enza Rosia Matilde Silvana Vario Nicole Matrimoni Paoli Arianna Lucia e Borghi Claudio Mastroeni Luna e Cerrone Giovanni Balzarotti Chiara e Barbieri Alessio Sono tornati alla Casa del Padre Aguggeri Maria Brivio Giulio Castroflorio Antonio Cavalli Irma Dall’Angelo Giuseppe Formenti Sergio Lazzarini Maria Pia Maffi Luigi Martone Mario Menna Vincenzo Ravera Franceschino Scalco Caterina Scarabottolo Luigi Secchi Luigia Vendramini Maria Zanon Dino 13 2015 Gruppo OFTAL Seveso In pellegrinaggio a Lourdes con la cooperativa Oasi 2 Noi ragazzi della Cooperativa Oasi 2 di Barlassina con le nostre educatrici, al ritorno dal nostro primo pellegrinaggio a Lourdes con il gruppo OFTAL di Seveso, volevamo provare a raccontarvi e condividere la gioia, il senso di pace e serenità che portiamo nel cuore. Nonostante la fatica del lungo viaggio in treno e la sveglia presto al mattino, il pellegrinaggio è stato ricco di esperienze importanti e indimenticabili vissute insieme a tanti nuovi amici. Grazie al gruppo “Piedi e Rotelle”, coordinato dalla carismatica dama Cristina, non ci siamo sentiti soli e insieme a loro abbiamo trascorso tanti bei momenti. Ricordiamo con gioia la serata in gelateria, le partite a carte, le varie funzioni religiose animate dai canti e dai colorati palloncini realizzati insieme nei momenti di svago grazie alla passione di Massimo e il pomeriggio trascorso visitando i luoghi dove ha vissuto Bernadette. Prima della partenza pensavamo di dover pregare tutto il giorno, invece grazie alle dame e ai barellieri del nostro reparto, conosciuti da subito grazie alla dama Mariarosa, abbiamo vissuto tanti momenti di gioco, di festa e di gioia e anche la preghiera è stata piacevole e ci ha dato tanta speranza. Ricorderemo Mimma, Laura, Lorena, Cristina, Letizia, Angela, Nicoletta, Gianni, Edoardo, Francesco, 14 Mario, Paolo, Marco, Andreone e Riccardo per la loro bravura, sensibilità, generosità, per i loro sorrisi e per il tempo che ci hanno dedicato. Siamo certi che la bella amicizia nata con loro durerà per sempre. Davanti alla grotta della Madonna abbiamo pregato per tutti i nostri amici della Cooperativa Oasi 2, per le nostre famiglie e i nostri cari. Alcuni di noi hanno fatto il bagno in piscina provando sensazioni di tranquillità 2015 e pace e ci siamo anche commossi. Un’altra esperienza che ci è piaciuta è stata la processione con i flambeaux: è stato emozionante essere in prima fila e condividere il momento di preghiera con tantissime persone di diverse nazionalità. Siamo stati felici di conoscere anche tutte le dame e i barellieri giovani che ci servivano i pranzi e le cene e a volte ci spingevano quando eravamo sulle carrozzine; hanno anche organizzato una festa alla fine del pellegrinaggio per tutti noi: ci siamo divertiti ballando e cantando insieme! È stata un’esperienza indimenticabile, unica che ancora oggi raccontiamo con entusiasmo! Speriamo di rivederci il prossimo anno per condividere altri momenti di preghiera e festa insieme a tanti amici! Samuel, Massimiliano, Claudio, Daniele, Anna, Maria con Barbara e Francesca 15 Sport in Oratorio ASD Altopiano 2015 Esiste un luogo dove i piccoli imparano a giocare con un pallone... Esiste un luogo dove i piccoli imparano a stare insieme... Esiste un luogo dove i piccoli imparano a diventare un gruppo di amici... Esiste un luogo dove i piccoli imparano a diventare uomini... L’Associazione Sportiva Dilettantistica Altopiano che promuove lo sport in accordo alle direttive del Centro Sportivo CSI ha aperto le iscrizioni per l’anno sportivo 2015-2016 per i settori Calcio e Volley Info Calcio: Massimiliano 347.8278690 Info Volley: Laura 347.6938249 16 Dalle Missioni ci dicono... 2015 Cicerone con libretto turistico (di don Antonio Colombo) Sembra che non abbia niente da fare perché ho scritto e pubblicato un elegante libretto di 20 pagine dal titolo: “Arte y Fe” nella Cattedrale San Bartolomè. Con occhio vigile in questi anni ho visto la Cattedrale riempirsi di mille cose nuove, tutte belle e artistiche. Notavo che tanti entravano in Chiesa spinti dalla fede e dalla bellezza degli altari intagliati in prezioso legname e con rifiniture dorate, dei quadri ricchi di colori e sfumature, di vetrate splendenti al sole del tramonto, completati dai tre campanili stile coloniale spagnolo, senza dimenticare le colonne con capitelli a stucco. Nei ritagli di tempo e dopo vari tentativi falliti di coinvolgere dei collaboratori, sono andato avanti, annotando tutto minuziosamente, misurando qui e là, chiedendo consigli soprattutto sui termini tecnici ecclesiali e artistici della lingua spagnola. Ho avuto l’imprimatur del Vescovo e, incredibilmente, l’appoggio finanziario del Municipio che ha visto il valore “turistico” del libretto tanto da farne stampare mille copie. Proprio grazie all’ufficio turistico comunale ho fatto il “Cicerone” per più di due ore a trenta studenti della facoltà di turismo di due università. Ho utilizzato un video di 15 minuti, ma soprattutto ho camminato con loro fino agli angeli delle torri, sono sceso nella cripta, li ho condotti ad osservare nomi e storie di ogni santo degli altari per concludere alla scoperta dei pezzi antichi sopravvissuti al terremoto del 1966: un battistero in bronzo massiccio, due campane immense e due angioletti in marmo macchiato che continuano a vegliare su di noi. Gli studenti erano stanchi ma felici, sognando di poter approfondire il tema e diventare guide turistiche della cattedrale, con tanto di riconoscimento civile e religioso. Il responsabile comunale ha dato loro un compito dividendoli a gruppetti di tre, affidando la ricerca su un singolo altare. Non so che voto hanno preso. Sullo slancio, una giovane troupe è venuta a filmare e fotografare la Cattedrale, impiegando tre ore, per produrre un documentario di qualità. Naturalmente la giornalista al seguito ha dovuto fare una breve intervista anche a me. Sono curioso di vedere il prodotto finito, dopo il lungo lavoro di montaggio che devono fare. 17 Radio Mater la radio della Maternità di Maria 2015 «La radio che porta la Chiesa in casa e che tutti riunisce nell’amore come una sola famiglia»: è in questo jingle che si racchiude la “mission” di Radio Mater, la seconda emittente nazionale fondata da don Mario Galbiati. La vita di don Mario è stata – ed è – impregnata della devozione filiale a Maria santissima. Da sempre ripete che “la mia devozione alla Mamma affonda le radici nella famiglia”, come la sua vocazione sacerdotale: «Fra le mura domestiche noi figli respiravamo una vita semplice di preghiera, di carità e di amore per Gesù e per la Mamma». Una spiritualità intensa appresa dai propri genitori che poi si riverserà nel suo ministero sacerdotale prima come Coadiutore per 13 anni ad Albavilla, poi come Parroco per 26 anni ad Arcellasco di Erba (Como). Ed è proprio sul campanile della sua chiesa parrocchiale che fa installare nel febbraio del 1983 un’antenna per irradiare nella città le celebrazioni religiose. «Nella primavera di quell’anno – racconta don Mario – era in programma a Erba la “Missione cittadina”. E mi sono chiesto: perché non preparare per questo avvenimento una radio che porti nei cuori la preghiera e la Parola di Dio per un rinnovamento della vita cristiana?». Il 19 Febbraio 1983 nella chiesa parrocchiale di Arcellasco, il Prevosto di Erba, don Aldo Pozzi, dopo la Celebrazione Eucaristica delle ore 10:30, inaugurava ufficialmente “Radio Maria”, “una voce cristiana nella tua casa” (jingle che ancora oggi la contraddistingue) e per don Mario iniziava un nuovo cammino di apostolato radiofonico. Dopo la Missione Cittadina, gli stessi padri missionari riconoscono il “tanto bene” fatto da Radio Maria in quei quindici giorni. Don Mario, allora, decide “di proseguire in questo meraviglioso progetto – così si legge in un avviso parrocchiale dell’epoca – La chiameremo “Radio Maria” perché l’affidiamo alla Madonna affinché faccia ascoltare da tutti la voce di Dio e la radio diventi mezzo prezioso di unione con la Parrocchia e di comunione tra di noi”. Era il 26 Aprile 1983. Quello di don Mario, trent’anni fa, fu un modo tutto nuovo di fare comunicazione nel mondo cattolico: niente pubblicità e solo fiducia e abbandono nella Divina Provvidenza, nessun riferimento a dati auditel, volontariato, tanta preghiera (Liturgia delle Ore, tre Celebrazioni Eucaristiche e sei Rosari ogni giorno), tante catechesi, e testimonianze di fede vissuta. Un modo che sarà la peculiarità delle due radio di don Mario: Radio Maria e Radio Mater, ma che non sarà inizialmente condiviso, anzi, spesso, ridicolizzato. E invece i fatti e gli ascolti gli hanno dato ragione. «I media cattolici – dice oggi don Mario – devono trasmettere innanzitutto i valori che si vivono, testimoniando anche attraverso i microfoni, che una vita senza Dio non ha significato. Questo porta a non perseguire soltanto l’audience e il guadagno, strumentalizzando a volte l’ascoltatore, ma richiamando se stessi e gli altri ad accogliere e testimoniare la bellezza di una vita “vera” e “responsabile” per ritornare insieme a sperare e ad impegnarci per un mondo migliore». Ora a 85 anni, cagionevole di salute, don Mario Galbiati è pronto ad un’altra sfida: dal 7 Settembre 2013 ha fondato ad Albavilla (Como) la nuova Casa di Maria, in cui 18 far risiedere Radio Mater, la Comunità di Maria e la Cappellina, cuore di Radio Mater: nella Cappellina, infatti, si prega in diretta radio di giorno e di notte. La Casa di Maria è stato il “sogno” di don Mario da sempre. Un sogno che già nel 1989 aveva visto, grazie ai sacrifici di tanti ascoltatori, l’inizio nell’acquisto della Villa Vaccari di Erba, sette anni dopo aver fondato Radio Maria. Ma “un temporale umano”, come suole ripetere, glielo ha impedito e lo ha estromesso anche dall’emittente da lui fondata. Al termine di un pellegrinaggio vissuto a Lourdes per offrire alla Madonna una grande e misteriosa sofferenza e trovare conforto e sostegno spirituale, tornato a Erba, viene invitato da un rappresentante della Chiesa ad aprire un’altra radio. Obbedisce – per don Mario l’obbedienza alla Chiesa è sempre stata la sua peculiarità - e nasce così Radio Mater. Ai primi di Febbraio del 1994, una missiva del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni di allora autorizzava l’accensione dei ripetitori della nuova radio proprio il giorno in cui la Chiesa ricorda la prima apparizione della Madonna a Lourdes: l’11 Febbraio. Per don Mario e per i suoi più diretti collaboratori questa “coincidenza” venne interpretata come “segno provvidenziale e materno di Maria” e fu uno stimolo ulteriore a percorrere un nuovo cammino nel mondo dell’etere. 2015 Nel febbraio del 2013 don Mario ha ricordato i trent’anni di apostolato radiofonico; nel giugno sempre del 2013 ha festeggiato i 60 anni di sacerdozio (ordinato sacerdote il 28 Giugno 1953 dal beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster); il 7 settembre 2013 ha inaugurato la nuova Casa di Maria in Albavilla (Como); l’11 febbraio 2014 ha festeggiato i 20 anni di fondazione di Radio Mater. Per la ricorrenza don Mario ha potuto concelebrare l’Eucarestia con il Santo Padre in Santa Marta e il 19 Febbraio – a 31 anni esatti dall’inaugurazione ufficiale della sua prima “figlia”, Radio Maria – Papa Francesco, come avevano fatto in precedenza san Giovanni Paolo II e il Papa Benedetto XVI, benediceva in piazza San Pietro la statua della Madonna della Cappellina portata a Roma da oltre un centinaio di collaboratori e amici di Radio Mater. Enrico Viganò, responsabile della comunicazione di Radio Mater I programmi di Radio Mater sono giornalmente pubblicati sul quotidiano Avvenire con tiratura nazionale. Radio Mater è diffusa in quasi tutta Italia in modulazione di frequenza (a Seveso è 95.300), in tutta Europa via satellite e in tutto il mondo via internet (www.radiomater.org). Don Donato Vicini collabora gratuitamente con Radio Mater tenendo il programma: «Cuore a cuore: dialoghi nella fede» la quarta (e la quinta, quando c’è) domenica del mese, dalle ore 14:00 alle ore 15:30. Invitiamo tutti, soprattutto gli anziani, i malati, le persone sole ad ascoltare questa radio della maternità di Maria, “la Radio che porta la Chiesa in casa e che tutti unisce nell’amore come una sola famiglia”. 19 2015 Desideriamo proporvi un modo diverso di vivere la vigilia di tutti i Santi, una ricorrenza ormai monopolizzata dall’onnipresente zucca di Halloween. «Si tratta – ha precisato don Andrea Brugnoli – di riproporre alla nostra Italia la bellezza dei volti dei Santi, che sono la parte più bella della nostra Penisola. Questa manifestazione non è contro nessuno e niente: lasciamo agli altri festeggiare le zucche vuote. Noi cristiani abbiamo questi volti». L’invito ha già riscosso un sempre più crescente interesse da parte di scuole, ospedali, chiese, normali case private. È possibile stamparsi in proprio delle grandi immagini di Santi e appenderle sulle porte delle case, delle Parrocchie, alle finestre e ai balconi dalla sera del 31 Ottobre a tutta la giornata del 1° Novembre possibilmente con una luce o un piccolo cero acceso, in modo da tappezzare le nostre città di questi magnifici volti, di persone come noi, ma che hanno illuminato le nostre strade con la luce della santità. Gli scorsi anni HOLYween è stato organizzato da centinaia di parrocchie, scuole, ospedali in tutta Italia: anche la nostra Scuola San Pietro ha aderito a questa luminosa iniziativa. Dalle ore 20 alle ore 22 circa aspettiamo tutti i bambini dai 3 ai 13 anni all’Oratorio all’Altopiano di Seveso Ci saranno giochi e intrattenimento per tutti Porta anche i tuoi genitori e i tuoi amici! O ti vesti da Santo, o ti vesti di bianco (no ai fantasmi!) Scegli il tuo Santo o la tua Santa preferiti e “vestiti” come lui o lei. Sulla pagina Facebook delle Parrocchie di Seveso puoi trovare altre fotografie di bambini ed adulti vestiti da Santi che puoi imitare fatti aiutare da genitori e nonni a confezionare il tuo santo abito Un PREMIO al vestito da Santo migliore Passaparola, vi aspettiamo numerosi! Come vedi il Paradiso? DILLO CON UNA TORT A La torta migliore sarà premiata 20