Chi? Dove? Quando? Alla «Cena del Signore» fin dai primi tempi del Cristianesimo vi si radunava tutta la comunità dei cristiani allo scopo di “rendere grazie” a Dio per il dono della salvezza. Gesù presiedette l’ultima cena. L’organizzazione delle successive cene eucaristiche fu affidata prima agli apostoli e quindi al capo della comunità, chiamato episcopo (sovrintendente) o presbitero (anziano). Dopo l’editto dell’imperatore Teodosio (380) l’assemblea eucaristica fu considerata un atto di culto ufficiale dello Stato e venne presieduta dai sacerdoti, chiamati anche pontefici. Per poter presiedere e celebrare l’eucaristia occorre aver ricevuto il sacramento dell’ordine, occorre cioè essere sacerdote o vescovo. Durante la celebrazione eucaristica il celebrante indossa abiti speciali e si serve di oggetti che vengono consacrati, cioè riservati al culto divino. Nei primi quattrocento anni i cristiani non hanno chiese o edifici riservati solo al culto. La vera Chiesa è quella costruita con le pietre vive dei cristiani e che ha come fondamento Gesù. Nel primo e nel secondo secolo ci si riunisce nelle case private, anche di nascosto in tempi di persecuzione. Talvolta, sulle tombe dei martiri, a Roma nelle catacombe. Terminate le letture e l’omelia, oggi detta anche “predica” si portava al centro dell’assemblea un tavolo con il pane e il vino. Dopo l’Editto di Costantino (313) si costruiscono i primi luoghi di assemblea cristiani, cioè le prime chiese, secondo il modello della basilica (grande aula rettangolare). In Oriente si hanno anche edifici, chiamati “case-chiese”, cioè luoghi di culto sul modello delle abitazioni private. Nel corso dei secoli si costruiscono «chiese» secondo stili diversi e di diverse forme: La celebrazione eucaristica, tuttavia, può essere celebrata in qualunque luogo: in ospedale, in fabbrica, in campeggio, in prigione, dovunque… Nei primi tempi la liturgia eucaristica veniva celebrata dopo il tramonto secondo l’uso ebraico, ma già nel II secolo iniziò l’uso di celebrare al mattino.