Volume 6, numero 12
Sommario
27.03.2011
Editoriale
Odyssey Sunset
Informazione
20.03.2011
Economia
Europa senza paracadute
Energia
Referendum nucleare europeo
I bambini di Chernobyl
Informazione
Odyssey Sunset
L'Italia tradisce sempre
Sarkozy il Bombardiere
Intervista a Gino Strada
Minipost
Il Nucleare della Sera
No Fly Zone
Acqua nucleare
Acqua radioattiva a Tokyo
La Libia è più connessa dell'Italia
Noi non molleremo mai!
La douce France nucléaire
Muro del pianto
La nube buona
Ai pesci di aprile non ci crede più
nessuno, nel senso che se non sono
veri, lo diventano. Il pesce di un tempo ti
atterriva, ti terrorizzava, ma in fondo era
una balla. “La tua casa è stata requisita
dalla banca”. “Sei stato licenziato”. “E’
arrivata la Finanza in ufficio”. Ti cagavi
sotto, ma dopo aver guardato il
calendario ti sentivi come quando ci si
sveglia da un incubo e si è contenti di
rivedere il lampadario sul soffitto della
propria camera. Il cuore ritornava al suo
battito normale. La luce che filtrava dalla
tapparella assumeva una luce mistica.
Oggi ti svegli e l’incubo non scompare.
Sono pesci tutto l’anno. Pesci veri di
dimensioni di un tonno o di una cernia. Il
primo di aprile, qualunque sia il pesce
che ti hanno confezionato, è solo
questione di ore. Se è falso, sarà vero.
1
foto da Official U.S. Navy Imagery
Cari politici e giornalisti, fatemi un
favore, non prendete per il culo gli
italiani, queste non sono azioni
umanitarie, ma azioni di guerra. Una
guerra sporca, per l'energia, per il
petrolio, il gas. La Francia, che non ha
più, dopo Fukushima, un futuro nucleare,
ha bisogno di gas e petrolio. E' almeno
dai tempi di Ustica che Francia e Italia
combattono per il controllo del petrolio
libico, quando i nostri cieli diventarono
un teatro di guerra con aerei francesi e
italiani e Gheddafi, che era presente, si
salvò a stento. Gheddafi è stato
appoggiato da noi quando si insediò,
dagli anni '70, armato da noi, parte delle
sue forze militari sono state addestrate in
Italia in cambio di un rapporto privilegiato
per il gas e il petrolio.
Questa è una guerra folle che gli europei
non vogliono. Di cui sono stati informati
come se fosse una notizia qualsiasi, un
evento sportivo. Cina e Russia sono
contrarie, la Germania si è astenuta nel
Consiglio di sicurezza e il comitato
dell'Unione africana sulla Libia ha
rifiutato "ogni intervento militare straniero
in Libia, quale che sia la forma ". Lo ha
dichiarato il presidente mauritano Abdel
Aziz, "la gravissima crisi che sta
attraversando questo Paese fratello
esige una soluzione africana". Il
presidente Aziz ha precisato che
"nessun
rappresentante
dell'Unione
africana ha partecipato al vertice
internazionale di Parigi sulla crisi libica".
L'ONU aveva deliberato per una "No fly
zone", non per bombardamenti a tappeto
della Libia. Centinaia di missili lanciati da
americani e inglesi verso "obiettivi"in
un'operazione ribattezzata "Odyssey
Dawn", Odissea all'alba. Un linguaggio
da playstation. Più che un Alba
assomiglia al Tramonto dell'ONU, a un '
"Odyssey Sunset". Sono morti più civili a
Tripoli per mano di Obama, Cameron,
Sarkozy o a Bengasi per mano di
Gheddafi? Quelli per mano libica
valgono forse il doppio? L'articolo 11
della Costituzione dice che "L'Italia
ripudia la guerra come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali...". Dove sono
i partiti con la Costituzione in mano che
"scendevano" in piazza?
Stiamo bombardando una nazione
africana e musulmana, ma non una sola
nazione africana o musulmana ha
partecipato all'attacco insieme alle
potenze occidentali, ai "crociati", come li
chiama Gheddafi. L'Arabia Saudita ha
invaso il Bahrain sconvolto dalle
proteste, quando l'attacco agli sceicchi?
Gaza fu trasformata in un camposanto,
ma nessuno intervenne. L'Italia è una
portaerei con navi canadesi, americane,
inglesi che vanno e vengono dai nostri
porti. Con che diritto? Siamo una
nazione a sovranità limitata, ma questo è
troppo. Fuori le basi americane dall'Italia
e fuori, prima che sia troppo tardi, l'Italia
dalla guerra. Non sappiamo nulla degli
insorti di Bengasi, se si oppongono per
ragioni
democratiche,
tribali,
economiche, religiose. Nulla di nulla. Chi
è senza petrolio scagli il primo
Tomahawk. Gli Stati Uniti ne hanno
lanciati già 110 per portarsi avanti con il
lavoro.
ULTIM'ORA: Napolitano ha detto: "Non
siamo in guerra, ma all'interno di
un'azione dell'Onu". Ora posso andare a
dormire più tranquillo. Grazie Giorgio.
Il Nucleare della Sera
L'Italia tradisce sempre
Minipost
20.03.2011
Informazione
21.03.2011
Lo tsunami è avvenuto l'11 marzo 2011,
l'allarme nucleare è scoppiato due giorni
dopo, il 13 marzo. Il 19 marzo, solo SEI
giorni dopo, il più disastroso incidente
nucleare della Storia è stato sepolto dal
Corriere della Sera (Nucleare della Sera
ad honorem). Sabato 19 marzo solo due
righe (di numero) in prima pagina sotto la
vignetta di Giannelli. Grande rilievo
invece nel paginone di apertura, oltre
alla Libia, a "L'Europa assolve il
crocefisso in aula", "Schiaffi e minacce.
Maestre arrestate", "Un argine alle
scalate francesi". Uno spazio più
importante di Fukushima è stato persino
dato a: "Tedeschi per l'Inter. Evitate Real
e Barcellona" e all'importantissimo "Per
eredità e affitti conciliazione sui litigi". Il
lettore, rassicurato sul plutonio che
rischia di sterminare i giapponesi e sul
nucleare di ultimissima generazione
(quello di Fini e della Prestigiacomo), ha
potuto informarsi solo a pagina 18 sul
Giappone. Per dire, a pagina 17, ben più
importante era il "Video di minacce a
Scilipoti. Tensioni tra u Responsabili" e a
pagina 16 la lettera di Rutelli "Il 17 marzo
sia sempre festa". Che SCHIFO!
Ps:
Le
"Facce
da
nucleare"
dell'opposizione che si sono assentate
alla votazione per l'accorpamento del
referendum
con
le
elezioni
amministrative sono: Capano, Cimadoro,
Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi,
Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino,
Samperi. - Scarica il volantino delle
"Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il
referendum su FB
2
Testo: Buongiorno a tutti, non sono un
esperto di guerre, né di strategie, né di
politica estera, quindi è inutile che mi
metta a parlare con voi di quello che sta
succedendo e di quello che potrebbe
succedere di seguito alla guerra in Libia.
La guerra degli altri
E' una guerra alla quale gli italiani alla
solita maniera, ma alla fine aggregandosi
all’ultimo momento hanno deciso di
partecipare anche direttamente con i
nostri caccia militari, vedremo.Non c’è
grande fiducia negli esperti che in questi
anni, le hanno sbagliate tutte, dal
Kosovo, alla Serbia, alla Somalia,
all’Afghanistan, all’Iraq, a tutti i luoghi
dove non siamo andati, anche se le
ragioni che ci hanno spinti a andare
altrove, ci avrebbero dovuti spingere a
andare pure lì, mi riferisco per esempio
al Rwanda e al Darfur, ma queste cose
le lasciamo agli esperti e così li lasciamo
sbagliare in pace, l’unica cosa che
sappiamo è che non sappiamo niente,
non possiamo prevedere niente, non
possiamo prevedere innanzitutto quanto
durerà e soprattutto non possiamo
prevedere cosa succederà dopo, tanto
più oggi dove siamo di fronte a una
strana faccenda che non si riesce bene a
distinguere tra guerra civile, rivolta per la
libertà, rivoluzione, non si sa neanche
come chiamarla, visto che manca una
leadership, manca un’analisi seria sulla
natura, sui componenti di questa
ribellione che è in parte tribale, in parte
sicuramente aspira a più libertà, in parte
è islamica, non sappiamo quanto
fondamentalista islamica e soprattutto
non sappiamo quali saranno le possibili
ritorsioni che ha in animo Gheddafi e che
può permettersi Gheddafi nei confronti di
chi lo ha attaccato, quando sento dire dal
nostro governo che Gheddafi non è in
grado di colpirci mi vengono i sudori
freddi a ricordare tutte le dichiarazioni
trionfalistiche che sono state fatte negli
ultimi anni sulla grande vittoria in Iraq,
sulla grande vittoria in Afghanistan, per
fare un esempio, visto che c’è chi non
impara mai, ma insegna sempre,
Giuliano Ferrara su Il Giornale di
Berlusconi di ieri, sostenendo che il
problema naturalmente è l’umanitarismo
che quindi i governi devono fare le
guerre senza aspettare assolutamente il
consenso dell’O.N.U., anzi l’O.N.U. è
una cosa brutta, bisogna fare le guerre
quando si vuole così si parte e
buonanotte, rimpiange George Bush,
pensate è rimasta una persona al mondo
a rimpiangere George Bush, non è
americana naturalmente, è Giuliano
Ferrara, il quale scrive “con il
“guerrafondaio” Bush a un mese dall’11
settembre 2001, il regime talebano,
protettore di Osama Bin Laden non
esisteva più” Ferrara è convinto che Bin
Laden fosse un’espressione del regime
talebano, ignora, i talebani non hanno
nulla a che vedere con Bin Laden,
quest’ultimo è figlio degli sceicchi sauditi,
non dei talebani, lasciamo perdere,
Ferrara è molto intelligente, quindi può
dire tutte le cazzate che vuole. A un
mese dall’11 settembre il regime
talebano protettore di Osama Bin Laden
non esisteva più e il capo del terrorismo
nazionale aveva trovato rifugio in una
caserma, da cui 10 anni dopo non è
ancora
uscito,
invece
Obama,
l’umanitario a quasi 3 mesi dall’inizio del
sommovimento
in
Medio
Oriente
l’Occidente brancola nel buio, quindi
meglio Bush che ci ha liberati
immediatamente dal Al Qaeda , in realtà
forse Giuliano Ferrara sfugge che se nel
2001
i
talebani
per
dominare
sull’Afghanistan erano costretti a un
regime del terrore perché avevano il
consenso di una minuscola parte della
popolazione afgana, avevano più nemici
che amici anche in casa, adesso sono
popolarissimi e quindi quando gli
americani
e
le
truppe
alleate
scapperanno dall’Afghanistan come
sono già scappate dall’Iraq, i talebani
riprenderanno il potere e questa volta
non ci sarà quasi più nessuno a
contestarli, perché per 10 anni, checché
ne dica Giuliano Ferrara hanno resistito
a una coalizione infinitamente superiore,
e uno dei rischi che noi corriamo è che
se Gheddafi non viene spazzato via
subito, visto che ha tutto il mondo contro,
persino la Lega Araba è favorevole
almeno alla no fly zone se non al
bombardamento, che comunque tollera,
Gheddafi diventi il martire non solo agli
occhi della sua tribù e delle tribù alleate,
ma agli occhi di quel mondo islamico che
lo ha sempre detestato o tollerato perché
lui non ha mai avuto nulla a che fare con
il mondo islamico organizzato né tanto
meno con il fondamentalismo anche se
poi utilizzava
di volta in volta,
finanziandoli,
gruppi
terroristici
e
islamisti.
Quindi se gli esperti sono
Giuliano Ferrara stiamo freschi e quindi
forse è meglio commentare i commenti
alla guerra, anziché la guerra sulla quale
nessuno in questo momento, se è una
persona seria, può dire qualcosa,
neanche gli esperti, quindi figuriamoci
noi che non siamo esperti. La cosa
interessante è la prima, perché noi
abbiamo celebrato i 150 anni dell’unità
d’Italia con grande sfoggio di retorica,
trombe, trombette, grancasse, tamburi e
tromboni, molti tromboni e non si è
capito bene tra l’altro cosa ci fosse da
festeggiare, bastava vedere questi palchi
reali con Berlusconi, Schifani etc., uno
indagato per quasi tutti i reati previsti dal
Codice Penale e l’altro indagato per
mafia per rendersi conto di quanto
dovremmo provare vergogna di essere
arrivati a 150 anni dell’unità d’Italia con
una classe politica così!
E ci siamo
dimenticati che in realtà quest’anno cade
un’altra ricorrenza, il centenario della
spedizione italiana in Libia, 1911, il
Governo Giolitti, a 100 anni dalla
spedizione
italiana
in
Libia
ci
riaffacciamo in armi sulla Libia, si dirà: è
una cosa diversa, certo che è una cosa
diversa, quella era una spedizione
coloniale, arrivava tra l’altro ben oltre il
secolo dell’apoteosi del colonialismo,
dell’‘800, eravamo già un po’ fuori
tempo, anche se poi gli anni 30 ci
affacciamo anche nel corno d’Africa e
fummo impegnati ancora in Libia, quindi
il fatto che gli italiani tornino in armi in
Libia, non è la stessa cosa dei francesi
che vanno in armi in Libia, degli inglesi
che vanno in armi in Libia, degli
americani che vanno in armi in Libia o
dei tedeschi che non vanno in armi in
Libia, il ritorno degli italiani è ovvio che
espone l’Italia non soltanto perché l’Italia
è il paese più vicino alla Libia, ma anche
perché l’Italia diventa in qualche modo
recidiva, e certi ricordi a soli 100 anni si
mantengono, in Libia ci sono ancora vivi
figli e nipoti di quelli che hanno visto la
prima missione armata italiana in Libia.
Non è che mantengano tutti dei pessimi
ricordi, perché gli italiani sappiamo
benissimo che hanno costruito anche un
bel pezzo delle infrastrutture della Libia
le strade etc., però il ritorno dell’Italia in
armi in Libia è un’altra cosa rispetto alla
partecipazione di altri paesi a questa
missione, è chiaro che all’epoca ci
conveniva nell’ambito della presenza
dell’Europa, ciascun paese europeo
rivendicava protettorati e coloni in Africa,
questa volta ci conviene per altri motivi,
ci conviene per motivi energetici e da
questo punto di vista quello che sta
accadendo in Libia fa il paio con quello
che sta accadendo in Giappone, il
comune denominatore tra il disastro del
Giappone e la guerra in Libia è l’energia,
e i contraccolpi che arrivano dal
Giappone e dalla Libia sull’Italia a
proposito dell’energia denotano, sono
una bellissima metafora della nullità della
nostra classe politica che da decenni
non ha mai messo mano a un piano
energetico nazionale serio, soprattutto
non lo ha attuato, per evitare che il
nostro paese sia così ricattabile da stati
come la Libia, da regimi come quello
libico e l’unico modo per non farsi
ricattare da questi regimi è quello di
rendersi meno dipendenti e un po’ più
autosufficienti di quanto non siamo oggi,
invece noi non abbiamo sviluppato
nessuna energia alternativa, a differenza
di altri paesi, né sul fronte del nucleare
per fortuna grazie al referendum al 1987,
né sul fronte delle altre energie ma
anche qui non voglio insegnare ai gatti a
arrampicarsi, siamo sul blog di Beppe
Grillo e sulle potenzialità energetiche
alternative italiane, chi frequenta questo
sito ne sa molto più di me. E’ chiaro che
questa guerra di umanità non ha nulla,
non sto dicendo che è buona o è cattiva,
sto dicendo che se la Libia non avesse il
petrolio e il gas, nessuno si sarebbe
mosso in armi contro la Libia, in Darfur e
in Rwanda non ci sono petrolio e gas e
nessuno si è mosso e sono state
massacrate centinaia di migliaia di
persone, molte più di quelle che ha
massacrato Gheddafi in tutta la sua
feroce dittatura che ormai ha superato
ampiamente i 40 anni, compie 42 anni
essendo il suo colpo di stato risalente al
1969, e in Darfur e in Rwanda sono
molte più persone di quelle che Gheddafi
è in grado di ammazzare di qua in avanti
con o senza l’intervento dell’Occidente
per reprimere altri Gheddafi, dicono, la
rivolta a Misurata e a Bengasi.
Metafora, si capisce benissimo che
l’Italia essendo così vicina alla Libia,
essendo proprio il cuneo puntato
dell’Europa sul nord – Africa, abbia
coltivato in questi anni rapporti di buon
vicinato con i governi che vi si
succedevano, che abbia influenzato i
governi che vi si succedevano, Ben Ali fu
messo in piedi dopo la caduta di
Bourguiba, la scomparsa di Bourguiba in
Tunisia da un colpo di stato pilotato dai
3
nostri servizi segreti e questo è venuto
fuori dalle carte riservate e pubblicate
negli ultimi anni. Infatti la Tunisia diede
ospitalità a Craxi, perché era stato Craxi
a cooperare a mettere al potere in
Tunisia Ben Ali, è stato cacciato dal suo
popolo, Mubarak sappiamo benissimo di
quali colpe si fosse macchiato,
addirittura pare che gli attentati di
qualche anno fa sul Mar Rosso,
costarono la vita a parecchia gente,
anche turisti, avessero dietro il regime di
Mubarak , li chiamavamo i paesi arabi
moderati semplicemente perché erano
vicino ai nostri, facevano quello che
volevamo noi.Gheddafi, figlio nostro
Idem con Gheddafi, nessuno se lo
ricorda, ma Gheddafi dopo avere
mandato suoi terroristi libici a abbattere
l’aereo di linea di Lockerbie sui cieli della
Scozia e dopo avere avuto un ruolo con i
suoi terroristi nell’attentato del 1986 alla
Birreria La Belle di Berlino dove morirono
molti soldati americani, subì una
rappresaglia da parte degli Stati
Uniti.Credo fosse, se non erro, il 15
aprile 1986, quando Ronald Reagan
decise di colpirlo e di farlo fuori, non di
fare la guerra alla Libia, di far fuori
Gheddafi,
era
un’operazione
naturalmente piratesca, non aveva
nessuna legittimità internazionale, ma
era un’operazione chirurgica, un blitz per
colpirlo nel luogo dove risiedeva quella
notte,
naturalmente
gli
americani
chiesero l’uso delle basi e il diritto di
sorvolo al loro alleato italiano, Craxi che
governava, negò l’autorizzazione e allora
gli americani passarono da un’altra
parte, il bello è che Craxi, Presidente del
Consiglio e Andreotti, Ministro degli
Esteri
avvertirono
immediatamente
Gheddafi del fatto che stavano arrivando
i caccia di Reagan, così Gheddafi si
mise in salvo, non fece in tempo a
mettersi in salvo la sua figlia adottiva che
ci lasciò le penne nelle a altri morti, ma
Gheddafi si salvò, l’abbiamo salvato noi!
Il governo Craxi e il Ministro degli Esteri
Andreotti, l’ha raccontato l’ambasciatore
libico in Italia Mohammed Abdel Raman
Shalgam subito dopo che l’Italia ha
firmato il patto di amicizia con la Libia
nell’ottobre 2008, sotto questo governo
Berlusconi
terzo,
è
arrivato
l’ambasciatore, ci sono state varie
cerimonie, l’ambasciatore libico in Italia
Shalgam, dichiarò il 30 ottobre 2008 che
il 15 aprile 1986, 45 aerei americani
avevano sganciato 232 bombe e 48
missili contro sei diversi obiettivi, morti
una decina di civili tra i quali una figlia
adottiva di Gheddafi, ma il leader
avvertito dagli italiani, era riuscito a
salvarsi, non credo di svelare un segreto
se annuncio che il 14 aprile 1986 l’Italia
ci informò che ci sarebbe stata
un’aggressione americana contro la
Libia.
Le dichiarazioni di questo
Ambasciatore libico sono state poi
confermate da Bobo Craxi il quale dice
che Craxi era stato avvertito dagli
spagnoli che gli americani erano partiti,
perché naturalmente non potendo
passare
dall’Italia,
gli
americani
passarono dalla Spagna, Cossiga ha
tempo: in tempo reale il nostro servizio
segreto informò il governo libico
dell’imminente attacco e anche Andreotti
ha
confermato
che
ci
fu
quell’avvertimento. Quindi Gheddafi è
figlio nostro, era il 1986, siamo nel 2011,
per 25 anni Gheddafi ha potuto
schiacciare il suo paese, violare i diritti
umani, seminare prima terrorismo, poi
profughi, poi minacce, poi ricatti al
mondo intero, grazie al fatto che
Andreotti e Craxi l’hanno salvato, questo
è il contributo che ha dato l’Italia alla
libertà e alla democrazia in Libia, questo
è il pedigree, quel Gheddafi che oggi
stiamo bombardando, poteva essere
morto nel 1986, 25 anni fa! Dato che è al
potere dal 1969, anziché 42 anni,
avrebbe potuto governarne 15 o 16 e
basta che è una bella differenza, ma
grazie a noi è lì da 42, dopo avere
cacciato gli italiani, avere loro confiscato
i beni per 3 miliardi di Euro di oggi, dal
1986 sono cambiati molti governi
naturalmente, ci sono stati i governi della
prima repubblica, il pentapartito, poi i
governi della seconda, Berlusconi, Prodi,
Berlusconi, Prodi, D’Alema, Amato,
Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Dini in
mezzo me lo sono dimenticato.
Tutti
questi governi ovviamente hanno dovuto
fare i conti con il fatto che al di là del
Mediterraneo c’era Gheddafi, alcuni con
una certa dignità, altri con lo sbraco
totale, nel frattempo le nostre imprese si
servivano di Gheddafi come se fosse un
Bancomat, cominciò la FIAT mettendosi
in società con Gheddafi negli anni in cui
aveva le pezze al culo, in cui Romiti era
amministratore
delegato,
adesso
abbiamo società come la Juventus, di
nuovo la FIAT, Eni, Finmeccanica,
Unicredit, che hanno interessi o che
hanno i soldi libici dentro, in pancia, era
proprio necessario trovare soci libici?
Siamo sicuri che senza soci libici queste
società sarebbero defunte? Non credo! I
rapporti tra Italia e Libia sono anche una
bella metafora della nostra classe
politica perché di Craxi e Andreotti
abbiamo detto, Prodi ha dichiarato
chiaramente, ha detto: noi non potevamo
essere in rapporti ostili o non avere
rapporti con la Libia, ma rivendica,
quando c’ero io, non abbiamo sbracato e
devo dire non si è mai visto Prodi
baciare le mani o gli anelli a Gheddafi,
né allestire sceneggiate come quella che
è andata in onda ancora qualche mese
fa con i cavalli berberi, i dromedari e i
cammelli in omaggio, le Gheddafi girl
prese in affitto per far finta di convertirsi
dopo un discorso delirante di questo
pazzo e le dichiarazioni di amicizia
personale che Berlusconi, si diceva
amico personale di Gheddafi, di Ben Ali
e di Mubarak, ne avesse mancato uno!
E poi naturalmente Putin, Lukashenko,
c’è tutto il meglio, amici personali, quindi
Prodi mantenne rapporti di buon vicinato
tra l’Italia e la Libia, D’Alema esagerò un
po’, molto, Berlusconi sbracò, Berlusconi
sbracò esaltando Gheddafi come leader
di libertà, dicendosi felice di partecipare
al
quarantennale
della
grande
rivoluzione, non c’è stata nessuna
rivoluzione in Libia, c’è stato un colpo di
stato militare che nel 1969 ha deposto il
vecchio rais Idris e ha portato al
governo, al potere Gheddafi e la sua
cricca, non c’è stata nessuna rivoluzione!
La grande rivoluzione e poi baci,
abbracci, pacche, toccatine, Bunga,
Bunga Berlusconi ha anche spiegato che
è stato Gheddafi a insegnargli questo rito
per il quale il Cavaliere sarà
prossimamente su questi schermi
imputato. Ho qui qualche articolo che
ho ritagliato, prevedendo questo devo
dire non capisco nulla di politica
internazionale ma un po’ di naso su
quello che sarebbe successo mi è
rimasto, quindi sono anni che accumulo
ritagli in una cartellina intitolata
“Gheddafi” 16 settembre 2010 “da
Maroni a D’Alema tutti al ricevimento
libico,
festa
all’ambasciata.”
“al
ricevimento e all’ambasciata libica per
l’anniversario della rivoluzione primo
settembre 1969 il Ministro dell’Interno
Maroni, l’Ambasciatore libico Gaddur, si
appartano, parlano, toni conviviali, nei
giardini della sede diplomatica ci sono
Alba Parietti e Vittorio Sgarbi, si affaccia
il Presidente del Copasir, Massimo
D’Alema e il Sen. Nicola La Torre
conversa
con
l’amministratore
di
Finmeccanica
Pierfrancesco
Guarguaglini, il Presidente dell’Antimafia
Pisanu spiega le ragioni della sua
opposizione alle elezioni anticipate,
mentre si avvicina l’Ing. Ligresti”. Primo
aprile 2009 l’anno prima “6 mesi fa erano
tutti a Tripoli, al Palazzo dei Congressi a
farsi premiare con la medaglia di
benemerito della rivoluzione cioè di
migliori amici del Colonnello Gheddafi
c’era Andreotti a ritirare il suo attestato,
l’ex Ministro dell’Interno Pisanu con loro
Lamberto Dini, Nicola La Torre (il braccio
destro di D’Alema) e Vittorio Sgarbi, oggi
sono attoniti, dispiaciuti e colpiti
dall’ennesima
tragedia
del
mare,
dall’ennesimo barcone che si è
trasformato in bara nelle acque del
Mediterraneo”, ma sulla causa si
dividono, perché? Perché non può
essere colpa di Gheddafi, gli ha dato
l’onorificenza! Non credo ci siano
responsabilità di Gheddafi nella tragedia
di queste ore, dice Dini, Gheddafi dà
molta importanza al rapporto di amicizia
privilegiata con l’Italia, ha preso un
impegno solenne, bisogna pazientare,
sarà efficace, anche La Torre non crede
a responsabilità di Gheddafi, mandato
appositamente da D’Alema al cospetto di
Gheddafi 6 mesi fa, prima di dare giudizi
politici bisogna acquisire elementi
precisi, si sa che la Libia è zona di
passaggio per moltissimi immigrati.
Intanto su L’Espresso, un grande
giornalista
come
Fabrizio
Gatti
documentava lo sterminio nel deserto
libico dei profughi che venivano
segregati, lasciati morire di fame, di sete,
di stenti per rispettare quell’accordo
feroce che aveva stipulato con l’Italia, a
noi bastava che non ci mandasse gli
immigrati, se poi crepavano nel deserto
chi se ne importa, lontano dagli occhi,
lontano dal cuore questo era il titolo vero
del nostro accordo.
Abbiamo Gianni
Letta insignito addirittura del titolo di sua
altezza reale da Gheddafi, tanto
distribuiva così le patacche, poi abbiamo
la visita con la tenda a Villa Doria Panfili
che fu restaurata per 100 mila Euro di
spesa, poi si scoprì che Gheddafi
dormiva fuori, quindi avevano buttato via
pure i soldi, con gli incontri con gli
imprenditori e tutti questi imprenditori
che cinguettavano con questo gaglioffo,
con queste amazzoni al seguito, la
Marcegaglia mano nella mano e lui che
parlava di rivoluzione femminile, lui che
nel libretto verde tratta le donne come
poco più che bestie! E tutto lo stato
maggiore Moretti delle Ferrovie, Profumo
di Unicredit, Conti dell’Eni, Bombassei
della Confindustria, Scaroni nell’Enel
siamo a una svolta disse la Marcegaglia
mano nella mano, il superamento delle
condizioni
storiche
che
hanno
condizionato il passato apre la strada a
una svolta che ci condurrà a un’intensa e
strutturata collaborazione bilaterale,
erano tutti innamorati, Santanché, la
Prestigiacomo,
la
Carfagna,
tutte
entusiaste di questo discorso di
Gheddafi sulla rivoluzione femminile,
questo capofila del femminismo che
4
aveva appena affittato centinaia di
ragazze
per
inscenare
la
finta
conversione al suo islam privato.
Questo succedeva non anni luce fa,
succedeva pochi mesi fa! 13 giugno
2009 e poi l’ultima visita nel 2010,
ancora 6 mesi fa, c’è l’ultimo bacio di
Berlusconi a Gheddafi, poi sono iniziate
le rivolte nel nord Africa, quando si è
ribellata la Tunisia Frattini ha indicato
come modello Mubarak, infatti è
immediatamente caduto Mubarak, allora
Frattini ha indicato come modello
Gheddafi e quando è iniziata la rivolta
non è che la nostra classe politica ha
chiesto scusa per avere tenuto in piedi
questi regimi per decenni, no, ha
invocato la sopravvivenza di questi
regimi, la stabilità, non è vero che la
nostra classe politica si è schierata dalla
parte
delle
popolazioni
che
si
ribellavano, soltanto quando loro hanno
cacciato i tiranni ci siamo affrettati a
mettere il cappello su quelle rivolte, ma
sia Berlusconi, sia Frattini, sia D’Alema
non hanno detto che doveva essere
cacciato Gheddafi, quando già erano
stati cacciati Ben Ali e Mubarak, no,
D’Alema ha detto che bisognava invitare
Gheddafi a fare le riforme, magari a fare
una bicamerale pure in Libia!
Il trattato di amicizia con il "leader di
libertà"
Frattini ha detto che bisognava prenderlo
a modello per un percorso di apertura
alla democrazia nel nord – Africa e
Berlusconi mentre Gheddafi cominciava
a bombardare le popolazioni ribelli ha
detto “non gli telefono perché non voglio
disturbarlo” ma non è successo anni fa,
è successo tra gennaio e febbraio, cioè
l’altro ieri!Immettetevi adesso nei panni
di Gheddafi che si vede bombardare da
noi, vede i nostri caccia sulla sua testa
che cercano di fargli la pelle nell’ambito
della coalizione alla quale ci siamo
aggregati all’ultimo momento, facendo
finta di stare ovviamente da una parte e
dall’altra, armiamoci e partite questo è
stato il tentativo di Berlusconi all’inizio,
noi siamo sempre così, provate a
ricordarvi quando Mussolini è entrato in
guerra, è entrato in guerra quando ormai
pensava che la guerra fosse finita, infatti
noi andammo a dare la pugnalata alla
schiena alla Francia, quando il lavoro
sporco l’avevano già fatto i tedeschi!
Poi noi finiamo le guerre sempre dalla
parte opposta rispetto a quella dove le
avevamo cominciate le guerre, questa
volta siamo addirittura migliorati, perché
noi stiamo facendo una guerra a un
regime con il quale abbiamo un trattato
di amicizia, di alleanza e di mutua
assistenza anche militare che non è mai
stato disdettato e non è un trattato che
risale all’‘800 , è un trattato che risale a 3
anni fa che è stato ratificato dal
Parlamento due anni fa, si intitola
“Trattato di amicizia partnerariato e
cooperazione, l’hanno firmato il 30
agosto del 2008 Silvio Berlusconi e
Gheddafi” dove? A Bengasi. L’Italia si
impegna a versare 5 miliardi di dollari in
25 anni, a compensazione dei danni
inflitti alla Libia da parte dell’Italia
durante il periodo coloniale, il fatto che
Gheddafi abbia fregato 3 miliardi di Euro
ai nostri concittadini prima di cacciarli
dalla Libia quando ha preso il potere,
evidentemente non è contemplato. Il
governo
di
centro-sinistra
aveva
promesso 3 miliardi di dollari, Berlusconi
ha abbondato, 5! Siamo generosi! E poi
Gheddafi viene chiamato leader della
rivoluzione, non c’è ovviamente nessun
accenno alle incredibili violazioni dei
diritti umani che tutte le grandi agenzie
internazionali da Amnesty International
alla Human Rights Watch denunciano da
anni contro gli oppositori, Art. 2 titolo
“Uguaglianza sovrana, le parti rispettano
reciprocamente la loro uguaglianza
sovrana, nonché tutti i diritti a essa
inerenti, compreso in particolare il diritto
alla libertà e all’indipendenza politica,
esse rispettano altresì il diritto di
ciascuna delle parti di scegliere,
sviluppare liberamente il proprio sistema
politico, sociale, economico e culturale”
diciamo a Gheddafi “fai come cazzo ti
pare!” al tuo interno. Art. 4 “le parti si
astengono da qualunque forma di
ingerenza diretta o indiretta degli affari
interni o esterni che rientrino nella
giurisdizione dell’altra parte, tenendosi
allo spirito del buon vicinato” pensate a
Gheddafi che ha firmato questa roba,
che si vede bombardare da Berlusconi
che ha firmato questa roba, si è
impegnato a astenersi da ogni forma di
ingerenza diretta o indiretta, bombardare
secondo voi è un’ingerenza diretta o
indiretta? Attenendosi allo spirito di buon
vicinato.
Art. 4 spiega bene questo
spirito “nel rispetto dei principi della
legalità internazionale, l’Italia non userà
né permetterà l’uso dei propri territori in
qualsiasi atto ostile contro la Libia e la
Libia non userà, né permetterà l’uso dei
propri territori in qualunque atto ostile
contro l’Italia”, questa è fantastica, noi
membri della Nato ci impegnavamo a
non dare il nostro territorio a chiunque,
Nato compresa, volesse compiere degli
atti ostili contro la Libia, adesso noi
stiamo prestando non solo il nostro
territorio, ma stiamo pure usando i nostri
aerei per atti ostili contro il regime libico
che ci eravamo impegnati a lasciare fare
come cazzo gli pareva, immaginate
Gheddafi! Naturalmente il governo libico
si impegnava a fermare gli sbarchi e gli
sbarchi non si sono mai fermati e ogni
volta che arrivavano gli sbarchi, lui
faceva sapere che non gli bastavano
quei 5 miliardi di dollari che già gli
avevamo promesso e cominciato a
pagare, che voleva anche un’autostrada,
che voleva questo, che voleva quell’altro,
che voleva dei soldi anche dall’Europa,
continuava a ricattarci, pattugliamenti
congiunti, fornitura di motovedette da
parte della Guardia di Finanza italiana
alla Libia.
Furio Colombo… chi ha
votato questa roba? Lega, Pdl all’epoca
ancora unito, Partito Democratico con
due eccezioni Furio Colombo e i Radicali
e Andrea Sarubbi i due del PD che
hanno votato contro in tutto il Parlamento
sono stati Andrea Sarubbi e Furio
Colombo poi i Radicali eletti nel PD che
poi una giusta l’hanno fatta, poi l’Italia
dei Valori tutta contraria e l’Udc adesso
Casini tutta contraria, quindi due soli
gruppi parlamentari hanno votato contro
il trattato di amicizia e partnerariato italo
– libico Italia dei Valori e Udc più i
Radicali eletti nel PD più Colombo e
Sarubbi. Non se ne è parlato nel paese,
nessuno praticamente sapeva che noi ci
stavamo alleando con la Libia, perché
questo trattato prevedeva azioni militari,
manovre
congiunte,
scambi
di
informazioni
militari
e
tecnologie
avanzate, l’impegno a non usare basi
militari italiane o Nato contro la Libia in
nessun caso, qualunque sia l’evento,
pattugliamento congiunto, soldati italiani
e soldati libici al confine Libia – Ciad,
confine immenso ovviamente, società
italiane non citate, organizzeranno un
monitoraggio elettronico al confine Ciad
- Libia, il famoso muro elettronico per
acchiappare i profughi, la forza
congiunta italo – Libica non doveva
colpire i mercanti di schiavi e di profughi
che organizzano la tratta di questi
disperati, ma direttamente i profughi che
possono essere fermati anche in mare,
molto prima che si avvicinano alle nostre
coste e che si possa verificare se sono
profughi politici, religiosi, se scappano da
terre di guerra o se invece sono
semplicemente persone disperate che
clandestinamente tentano di introdursi
nel nostro paese, sapete che un profugo
non può essere respinto, se scappa da
una dittatura o da una persecuzione
religiosa o politica o ideologica o da una
guerra. Il trattato con la Libia scrisse
Furio Colombo due anni fa “è fuori dalla
Costituzione
italiana,
fuori
dalla
convenzione di Ginevra, fuori dalla carta
dei
diritti
dell’uomo,
fuori
dalle
prescrizioni delle Nazioni Unite sui diritti
dei rifugiati perché rende impossibile, per
esempio, ogni tentativo di rispettare il
diritto di asilo dei profughi intercettati”.
Questi sono i precedenti della guerra alla
Libia che stiamo facendo, a questo punto
non saprei se è una guerra giusta o
ingiusta, se servirà, se non servirà, se
migliorerà le cose, se le peggiorerà, se
tutelerà i nostri interessi, almeno lì
abbiamo degli interessi, in Afghanistan e
in Iraq non si è mai capito che interessi
avevamo noi, gli avevano gli americani,
noi no, eravamo gli ascari, qua almeno
degli interessi li abbiamo, bisogna capire
se questa guerra almeno quelli li tutela
oppure no, perché state tranquilli che i
bombardamenti che stiamo facendo non
è che sono teleguidati su obiettivi
gheddafiani, vanno a colpire ovviamente
“do coio, coio”, hanno già preso
sicuramente dei civili e bombardare
anche civili per evitare che Gheddafi
bombardi i civili, speriamo che non sia
un’altra delle tragiche contraddizioni di
questa guerra
L’unica cosa che dobbiamo sapere è che
se Gheddafi è ancora lì con il botulino, i
capelli finti e il trucco che gli ha prestato
il nostro e le mignotte intorno, non è
perché è forte lui è perché per almeno
30 anni l’abbiamo tenuto in piedi noi e
noi siamo abilissimi a tenere in piedi
qualcuno e poi a un certo punto a
scoprire, ops che non andava bene,
c’erano tutti gli elementi per saperlo
prima chi era Gheddafi e adesso
naturalmente la storia come sempre
accade, magari tardi, ma ci presenta il
conto, passate parola!
5
No Fly Zone
Minipost
21.03.2011
"No Fly Zone" in italiano vuol dire una
zona in cui non si può volare. La
risoluzione 1973 dell'ONU si riferisce a
questo. La sua applicazione in Libia è
per lo meno estesa, presa un po' alla
larga. Il primo intervento francese infatti
ha colpito dei carri armati volanti vicino a
Bengasi. Il carro armato volante è
un'invenzione libica, la solita arma
segreta dei dittatori, come la V2 di Hitler,
il primo missile a distanza. Sarkozy non
si è fatto sorprendere. Gli americani e gli
inglesi hanno poi bombardato raso terra
Tripoli e Sirte, in particolare si sono
concentrati sul bunker volante di
Gheddafi. Un'applicazione rigorosa della
"No Fly Zone". Khamis, un figlio di
Gheddafi, sarebbe stato ucciso a Tripoli.
Testimoni oculari lo hanno visto mentre
volava come Icaro nei cieli della
Tripolitania a dispetto delle indicazioni
delle Nazioni Unite. Se un ospedale si
alzerà in volo, un missile tomahawk
colpirà implacabile.
Sarkozy il Bombardiere
Intervista a Gino Strada
Informazione
22.03.2011
Intervista a Gino Strada di Emergency:
"Sono Gino Strada di Emergency, era
necessario attaccare la Libia? Io credo
proprio di no, io credo che la scelta della
guerra avvenga casualmente e non
credo che la guerra sia una necessità,
non lo è mai, è sempre una scelta per
tanti ragioni che possono essere anche
diverse."
La guerra è sempre una scelta
"La guerra è sempre una scelta, questa
in particolare, bastava avere voglia di
evitarla, ma insomma c’era già chi si era
abbondantemente preparato. Il triste è
che si continua a pensare a questo
strumento come risoluzione dei problemi
e questo è tipico di cervelli meno che
mediocri tra i politici e i militari
governanti.I
danni
dell’intervento
saranno dei danni umani e dei danni
politici. Il danno umano sarà un carico
presumibilmente ancora una volta
enorme
di
sofferenze
per
una
popolazione, al di là di quale sia
l’appartenenza tribale o le connessioni
politiche, le preferenze, sarà il popolo
della Libia che pagherà un carico di
sofferenze disastroso. Sul piano politico,
io qui non sono un esperto, però mi pare
che questa esportazione continua e
riproposizione
della
guerra
come
strumento unico e lecito ormai, insomma
se poi non è lecito non fa niente la si fa
lo stesso, sia politicamente pericoloso
perché riesce ad innescare poi dei rischi
a catena. La risoluzione del 1973 che, se
non sbaglio è del 18 febbraio, dice una
cosa estremamente interessante proprio
all’inizio: che il Consiglio di sicurezza
sottolinea la necessità di fare tutti gli
sforzi per arrivare a una soluzione della
crisi che non comprenda l’uso della
forza. Non gli si è neanche dato il tempo
di finire di scriverla questa risoluzione
che già questi hanno detto “Allora
attacchiamo, siamo pronti”. Ma quelli
parlavano di No-fly zone parlavano nel
contempo di fare sforzi, cosa vuole dire
fare sforzi? Voleva dire per esempio
mandare ispettori, ispettori dell’O.N.U.,
ispettori della Lega Araba, gente che
andasse là con lo scopo di dire "Ragazzi
giù le mani dai grilletti, è il momento di
parlare, di dialogare". Nulla è stato fatto:
nulla. Dentro tutti e ovviamente il nostro
Paese siccome è retto da una classe
politica che non sono solo dei delinquenti
politici perché delinquono contro la
Costituzione, che è anche nostra di
cittadini non è solo loro, sono anche dei
cervelli molto molto mediocri. E la
mescolanza di questi due elementi dei
delinquenti politici e dei cervelli mediocri
è insomma potenzialmente esplosiva. Il
balletto italiano
Ma questo non lo so perché il governo
italiano continui a cambiare posizione,
non lo so. A leggere le dichiarazioni mi
viene più spesso da ridere per la
drammatica stupidità e quindi cambia poi
di giorno in giorno no. Il ministro degli
Esteri dichiara “Il colonnello non si può
cacciare”, ma cosa vuole dire?Che non è
possibile cacciarlo o che non si deve
cacciare?
Quelli
che
tornavano
dall’Unione Sovietica molti anni fa, molti
decenni fa quando gli chiedevano “Allora
come si sta in Russia? - perché la gente
la chiamava la Russia – e la risposta era
“non ci si può lamentare”, quindi non si
capiva se non ce n’era motivo o se fosse
vietato. Ecco mi sembrano risposte
analoghe.
La Francia è stata sorprendentemente,
per alcuni aspetti e poi magari a qualche
analista politico la cosa non sorprende,
la prima che ha dichiarato noi siamo
pronti a bombardare, questo una
settimana
prima
addirittura
della
risoluzione del Consiglio di Sicurezza,
queste cose Sarkozy le dice il giorno 10,
lui è un precursore e la Francia avrà i
suoi interessi o Sarkozy avrà anche i
suoi interessi personali politici di
immagine,
che
ne
so
avranno
ovviamente ambizioni su contratti
petroliferi etc. etc.. Queste sono cose
che ovviamente io non posso sapere, noi
cittadini direi non possiamo sapere,
possiamo soltanto presumere, però da
notarsi questo atteggiamento che è
esattamente
nello
spirito
della
collaborazione e della fratellanza tra i
popoli, cioè ancora prima che il Consiglio
di Sicurezza si sia riunito questo ha già
deciso "Io bombardo”. Eh va beh fa parte
anche lui della grande bassezza di
questa classe politica europea."
6
Acqua nucleare
Minipost
22.03.2011
Il referendum sul nucleare fa paura ai
partiti. Seppellirà insieme al nucleare
anche la privatizzazione dell'acqua che
ne è la sorella siamese. Il nucleare,
infatti, non può esistere senza l'uso di
enormi quantità di acqua che sono
sottratte in prevalenza all'agricoltura. E
l'acqua non può essere sottratta ai
cittadini se è pubblica. In Francia il 40%
di tutta l'acqua consumata è usata nelle
centrali nucleari. Tutto si tiene, anche la
mossa del governo per bocca di Romani,
il ministro del Sottosviluppo che vuole
uccidere il fotovoltaico, di una moratoria
sul nucleare di un anno con l'obiettivo di
"depotenziare" il referendum, di fare
scendere la tensione. Col cazzo. La
moratoria sarà per sempre dopo il voto
del 12 e 13 giugno. Loro non si
arrenderanno mai (ma gli conviene?).
Noi neppure.
Ps:
Le
"Facce
da
nucleare"
dell'opposizione che si sono assentate
alla votazione per l'accorpamento del
referendum
con
le
elezioni
amministrative sono: Capano, Cimadoro,
Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi,
Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino,
Samperi. - Scarica il volantino delle
"Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il
referendum su FB
La nube buona
Muro del pianto
23.03.2011
poco radioattiva... "Meno pericolosa di
una Tac" secondo Giuseppe Remuzzi
primario dell'unità operativa di nefrologia
e dialisi degli Ospedali Riuniti di
Bergamo. Non vedo l'ora che arrivi la
prossima nuvola per farmi un'aerosol.
Immagine: Il babau di Dino Buzzati
La nuvola nucleare di passaggio
sull'Italia, prevista tra questa notte e
nelle prime ore di domani, giovedì 24
marzo 2011, è buona. Lo ha detto Fazio,
il ministro della salute "L’Italia è a rischio
zero. Non c’è pericolo per la salute e la
contaminazione degli alimenti". La nube
è tenuta sotto controllo da una rete
capillare formata dall'ARPA, dalla rete
del ministero degli Interni, da quella del
ministero dell'Ambiente e di reti varie di
sorveglianza distribuite dalle Alpi a Capo
Passero. La Prestigiacomo e Maroni
garantiscono.
Sarà una radioattività tranquilla, che
passa e non lascia tracce. La nube che
sta inquietando tutte le mamme italiane:
"Domani a scuola lo porto oppure no?"
viene descritta con un linguaggio tra il
curiale e l'encomiastico: "Secondo
l'agenzia francese per la sicurezza
nucleare
alcune
masse
d'aria
debolmente contaminate da materiale
radioattivo rilasciato a Fukushima
dovrebbero passare oggi sulla Francia e
proseguire per l'Italia, che dovrebbe
essere sorvolata fra oggi e domani.
L'ASN precisa che il livello di radiazioni
potrebbe essere addirittura più basso del
limite registrato dagli strumenti". In una
sola nota di agenzia ci sono l'attribuzione
della notizia a terzi (l'agenzia francese)
se succede qualcosa la colpa è loro...,
due minimizzazioni "alcune masse
d'aria", "debolmente contaminate", tre
condizionali ("dovrebbero", "dovrebbe",
"potrebbe essere") e una malcelata
soddisfazione per un "livello più basso
del limite registrato dagli strumenti". Noi,
quindi, siamo già più radioattivi dei
giapponesi. La nube insomma non fa
bene, ma quasi. Ce ne vorrebbero di più
di nubi così riservate, educate, in fondo
sono giapponesi, in transito nei nostri
cieli.
Giancarlo
Torri,
responsabile
del
Servizio misure radiometriche del
Dipartimento nucleare dell’Ispra ha
dichiarato: "L’eventuale esposizione
sarebbe molto rapida". E' ottimista, ha
usato in una sola frase soltanto
un'ipotesi e un condizionale. Giorgio
Mattassi, direttore tecnico scientifico
dell'Arpa del Friuli Venezia Giulia,
rassicura: ''Nessun rischio per la salute.
Non mi aspetto nessuna conseguenza
confrontabile con quella provocata da
Chernobyl, dove si ebbe la fusione del
nucleo. Prima di tutto la nube si mescola
ad altra aria non contaminata. Poi
bisogna vedere se e dove pioverà.
Comunque quella pioggia non avrà
origine giapponese''.
Belin, mi sento come Attilio Regolo in
una botte di ferro contaminata. Non è
Chernobyl (che culo!) e la pioggia non è
giapponese,
forse
è
addirittura
altoatesina. Aria altissima, purissima e
Acqua radioattiva a Tokyo
Minipost
23.03.2011
L'acqua di Tokyo è contaminata. Per ora
è stata vietata ai bambini. E' arrivata a
210 becquerel di iodio radioattivo,
rispetto al limite massimo di assunzione
di 100 becquerel per i neonati. Se
raggiungerà quota 300 l'acqua del
rubinetto sarà proibita anche agli adulti.
La popolazione di Tokyo è di 13 milioni
di abitanti e se si considerano i
sobborghi arriva a 25 milioni. A Tokyo si
fanno scorte di acqua minerale. I
bambini potranno bere solo acqua in
bottiglia, ma non credo che un solo
adulto berrà l'acqua radioattiva, né che si
farà una doccia, anche se il divieto non
lo riguarda. Voi lo fareste?
Ps:
Le
"Facce
da
nucleare"
dell'opposizione che si sono assentate
alla votazione per l'accorpamento del
referendum
con
le
elezioni
amministrative sono: Capano, Cimadoro,
Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi,
Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino,
Samperi. - Scarica il volantino delle
"Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il
referendum su FB
7
Referendum nucleare
europeo
Energia
24.03.2011
La Merkel ha dichiarato che "Più presto
la Germania uscirà dal nucleare meglio
sarà". La Germania ha 17 reattori che
saranno spenti con un anticipo di nove
anni, nel 2026 e non più nel 2035 come
previsto prima di Fukushima. Nei
prossimi tre mesi tutte le centrali
tedesche saranno controllate con uno
"stress test" e sette reattori saranno
spenti per manutenzione e uno
definitivamente., altri cinque saranno
disattivati in maggio per controlli. Se la
matematica non è un'opinione, come
vorrebbero i nuclearisti (a proposito
qualcuno sta ancora blaterando sul
nucleare
sicuro
di
"nuovissima"
generazione?), la Germania entro
l'estate,
una
potenza
economica
mondiale, disporrà solo di 4 reattori (17 8 - 5 = 4). Come potrà sopravvivere?
Con lo sviluppo delle energie rinnovabili
che valgono già oggi il 17% dell'elettricità
prodotta (il nucleare è al 22%). I reattori
nucleari in Europa sono centinaia. La
Francia è la prima nazione nucleare. La
Francia dispone di 19 centrali con 58
reattori, nel 2009 l'energia nucleare ha
generato il 75.17% del suo fabbisogno di
energia elettrica, la prima al mondo, le
altre nazioni arrivano al massimo al 30%.
Un reattore EPR è in costruzione in
Normandia, il secondo dopo quello
finlandese di Olkiluoto che ha come
partner l'Enel al 12,5% degli investimenti
e che ha già raddoppiato i costi e i tempi
di costruzione. La Francia ha un modello
di sviluppo basato sull'energia nucleare,
sul
nucleare
bellico
strettamente
connesso a quello civile, un modello
mantenuto in vita grazie alle tasse dei
francesi
e
all'approvvigionamento
dell'uranio dal Niger da parte della
società statale Areva (vedi Greenpeace
"L'uranio di Areva sta uccidendo il
Niger"). La Francia, dopo Fukushima, è
rimasta con il cerino nucleare in mano e
con la Francia anche l'Europa. Due
modelli di sviluppo inconciliabili sono
davanti a noi, uno legato alle rinnovabili
e al risparmio energetico, rappresentato
dalla Germania, e un'altro nucleare, della
Francia. Su questo tema l'Europa deve
pronunciarsi attraverso un referendum
collettivo. Gli europei devono decidere
della politica energetica dell'Europa e del
loro futuro, non soltanto i singoli governi.
Alle frontiere occidentali dell'Italia sono
schierate 7 centrali nucleari francesi, da
Super Phénix a Marcoule. Qualcuno ci
ha chiesto il permesso? Se un aereo di
linea, come è successo l'11 settembre,
fosse dirottato su una centrale, parte
della Francia e dell'Italia diventerebbero
un deserto radioattivo.
Il Giappone, quando si sarà ripreso,
abbandonerà l'energia nucleare. Le
borse mondiali lo hanno già fatto, le
industrie del nucleare sono andate a
picco. Le lobby non si faranno mettere
da parte così facilmente, controllano i
media che hanno seppellito Fukushima
con il corpo ancora caldo. L'Europa ha
bisogno di statisti, non di affaristi alla
Sarkozy o alla Berlusconi. Siamo in
guerra e la vinceremo.
Ps:
Le
"Facce
da
nucleare"
dell'opposizione che si sono assentate
alla votazione per l'accorpamento del
referendum
con
le
elezioni
amministrative sono: Capano, Cimadoro,
Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi,
Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino,
Samperi. - Scarica il volantino delle
"Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il
referendum su FB
La Libia è più connessa
dell'Italia
Minipost
24.03.2011
Perché in Libia c'è la rivoluzione e in
Italia no? La ragione è che i libici si
informano in Rete e noi con la
televisione.
"Sono un ragazzo di 18 anni, e ne farò
19 a inizio aprile. La settimana scorsa ho
notato che il sito che uso da sempre per i
test di velocità di connessione,
www.speedtest.net, il più utilizzato a
livello mondiale, ha introdotto un nuovo
servizio: http://netindex.com/. Mentre
scrivevo sono andato a riguardare
l'elenco e adesso devo tenermi alla
scrivania per evitare di iniziare a ruotare
sulla mia sedia assieme ai miei testicoli:
dal 41esimo posto dove eravamo la
settimana scorsa, questa sera siamo al
71esimo. Sotto il Kazakistan, la Libia, il
Cile, Trinidad e Tobago. È una cosa
allucinante. Un mio compagno che vive a
Bevera, piccola frazione brianzola, non
ha nemmeno l'ADSL. Ma ok, vive in una
viottola quasi immersa in un bosco, lo
posso anche capire. Ma a Desio non lo
posso accettare. Non posso accettare
che nel 2011, in Italia abbiamo una
connessione di cinque volte inferiore a
quella della Romania. Siamo ben dopo
IL GHANA! Ci rendiamo conto del fatto
che hanno speso miliardi in opere inutili,
con i quali avrebbero potuto mettere la
fibra ottica in tutto il paese? Altro che V
day, ci vorrebbe il linciaggio pubblico.
Viviamo in un paese che cade a pezzi. I
monumenti cadono a pezzi, le statue, gli
edifici storici. La Villa di Monza, la reggia
di Caserta, sono solo due esempi. Mi
son rotto i coglioni di un Paese che
ostacola la comunicazione. Sembra di
vivere nel chewingum a nessuno frega
un cazzo di nulla, nessuno è disposto a
fare nulla, perché tutti i media
minimizzano. Parlando di queste ed altre
cose in classe durante l'ora di storia,
l'altro giorno un mio compagno, a fine
discorso, calato il silenzio, ha sintetizzato
la nostra situazione esordendo con
"Bellammerda, l'Italia!". Flaviano G.
8
Noi non molleremo mai!
I bambini di Chernobyl
Minipost
25.03.2011
Energia
25.03.2011
Questi partiti, nessuno escluso, pur di
non mettere all'ordine del giorno al
Senato la proposta di legge popolare
"Parlamento Pulito" scioglierebbero le
Camere. Dov'è la voce del Presidente
della Repubblica così attento alle forme
della democrazia?
"Caro Beppe, ricordi le 350.000 firme di
Parlamento Pulito? Quelle che dal 14
dicembre 2007 giacciono nel cassetto
della Commissione Affari Costituzionali
del Senato? Quelle che se non verranno
prese in considerazione in questa
traballante legislatura andranno al
macero senza neanche essere riciclate?
Quelle di 350.000 cittadini che in un
magnifico 8 settembre 2007 hanno
riempito per tutta la giornata le piazze
d’Italia facendo la fila per ore pur di poter
mettere la firma a supporto della
proposta di legge d'iniziativa popolare
che vuole mandare via i condannati dal
Parlamento, mettere il limite di due
legislature e reintrodurre il voto di
preferenza? Noi vogliamo ricordarci di
quelle firme avendole raccolte con
passione e certificate per il deposito in
Cassazione. Per noi rappresentano la
massima espressione di partecipazione
popolare democratica di questo Paese
insieme allo strumento del referendum.
Gli strumenti di iniziativa popolare non
devono essere ignorati dai nostri
dipendenti. Ecco perché il 16 aprile, a
Roma ed in tante piazze d’Italia, noi
semplici cittadini e/o aderenti al
Movimento 5 Stelle torneremo di nuovo
in piazza per difenderle, quelle firme, dal
menefreghismo della casta politica e
dalla lenta ma incalzante deriva civica
che la stessa vuol far prendere a questo
Paese. Ci vediamo in piazza? Loro non
si arrenderanno mai (ma gli conviene?).
Noi neppure." Gli Amici di Beppe Grillo di
Roma - MoVimento 5 Stelle
L'orologio dell'apocalisse fu messo in
carica nel dopoguerra alle ore 23.53. A
mezzanotte in punto il mondo sarebbe
finito a causa di una guerra nucleare. Al
contrario di un comune orologio, le cui
lancette vanno solo avanti, le sue sono
andate sia avanti che indietro. Il tempo
comune non esiste per la distruzione
dell'umanità. Oggi l'orologio segna le
23.54, sei minuti a mezzanotte. In un
solo caso arrivò a un minuto dagli ultimi
rintocchi, durante i missili di Cuba del
1962, ma la soluzione della crisi fu così
veloce che l'orologiaio non fece in tempo
a spostare la lancetta in avanti.
Dal 1945 ad Alamogordo, nel New
Mexico, dove avvenne il primo test
nucleare sono state fatte esplodere più
di duemila testate nucleari nel mondo. Le
prime due, "Little Boy" (Piccolo ragazzo)
e "Fat Man" (Uomo grasso) hanno
precorso i moderni aiuti umanitari in Iraq
e in Afghanistan. La Storia ci ha infatti
insegnato che Hiroshima e Nagasaki con
le loro centinaia di migliaia di vittime civili
(soprattutto donne e bambini) servirono
per evitare un numero più alto di caduti
tra i militari americani per la conquista
del Giappone. Un sacrificio necessario.
Le testate nucleari sono come le
caramelle e i "test" sono proseguiti un
po' ovunque dalle isole del Pacifico,
predilette da Francia e Stati Uniti, alle
regioni interne dell'Asia, mete nucleari
della Cina e dell'Urss, ma anche dalla
Gran Bretagna che ha nuclearizzato
alcune remote regioni australiane. Nel
dopoguerra i terrestri si sono bombardati
da soli, senza riuscire a distruggersi.
Visti da qualche civiltà aliena sembriamo
lemming tenaci che si buttano a
ripetizione in un precipizio. Siamo
sopravvissuti alle bombe atomiche, ma
l'orologio dell'apocalisse non poteva
prevedere che la fine dell'umanità
potesse avvenire per il nucleare civile, il
cosiddetto "nucleare buono". Ci sono
circa 500 centrali nel mondo. Gli incidenti
sono stati migliaia, i più importanti Three
Mile Island, Chernobyl e Fukushima.
Con l'aumento delle centrali aumenta il
numero di incidenti per un semplice
calcolo delle probabilità. Il prossimo
incidente potrebbe essere l'ultimo. Ogni
centrale sposta la lancetta in avanti di
qualche
secondo.
Ogni
tensione
internazionale aumenta le possibilità di
atti terroristici contro gli impianti nucleari.
Durante l'ultima guerra mondiale non
esistevano centrali nucleari, altrimenti
non saremmo qui. Chi proteggerà le
centrali in caso di conflitto?
L'orologio dell'apocalisse va fermato.
Quando una guerra finisce, si può
ricominciare, ma dopo Chernobyl la vita
per un territorio immenso è finita per
sempre.
Esiste un'associazione, La
Rondine (email: [email protected]), che
aiuta i bambini che vivono in Bielorussia
9
a sfuggire almeno per qualche mese
all'anno alle radiazioni che persistono
dopo 25 anni anche all'esterno dell'area
vietata di 30 km di diametro. I bambini
possono essere ospitati da una famiglia
italiana durante l'estate. E', come
descritto nel video da Sergio Bollini,
un'esperienza che ti cambia la vita.
Europa senza paracadute
Economia
26.03.2011
indebitato a sua volta. In attesa del suo
bail out. Avverrà come in alcune cene in
cui tutti, tranne uno, si sono dimenticati il
portafoglio a casa. E quell'unico, la
Germania, pagherà per tutti.
ULTIM'ORA: Tremorti per non essere
buttato fuori dall'Europa, dopo aver
equiparato il debito pubblico al risparmio
privato
(concetto
inesistente
in
un'Europa con la libera circolazione dei
capitali) si è inventato il "debito atomico"
che l'Italia non ha e gli altri Stati sì
perchè devono smantellare le centrali
nucleari. Ma il nucleare non era, fino a
ieri, il futuro della nostra economia?
E' l'Europa del bail out, che significa
salvataggio, ma anche lanciarsi con il
paracadute. Ora è il turno del Portogallo,
prima sono state buttate di sotto Grecia
e Irlanda. Bail out ha un suono che
ricorda una caramella mou e un
cucchiaino di miele, un plum cake, una
zuppa inglese, ma nessuno lo vuole
deglutire fino all'ultimo momento. Il
retrogusto è infatti di olio di fegato di
merluzzo. Bail out vuol dire che l'Europa
ti presta i soldi per evitare il default e
l'uscita
dall'euro
e,
contemporaneamente,
ti
toglie
la
sovranità economica dopo quella
monetaria. Il ministero dell'Economia
diventa una succursale della BCE
Il Portogallo è senza governo dopo le
dimissioni di Socrates, i suoi titoli
pubblici per essere venduti hanno
bisogno di alzare gli interessi, da
gennaio sono passati da 6,4 a 7,66%.
Un cappio al collo che si stringe sempre
più. Con l'aumento degli interessi
aumenta il debito sino al momento in cui
non riesci a pagare gli interessi. Un
tempo se ne usciva con l'inflazione,
stampando moneta nazionale, oggi con il
bail out. Il Portogallo ha annunciato
misure anti crisi da tempi bui come una
tassa sulle pensioni, il blocco delle
grandi infrastrutture tra cui i treni ad alta
velocità e un forte aumento dell'IVA. Gli
occorrono almeno 80 miliardi di euro per
non fallire che verranno da Bruxelles. Il
Portogallo per il momento dice no all'olio
di fegato di merluzzo, ma domani dirà sì
al Fondo anticrisi europeo. Questo
salvadanaio di 700 miliardi è un'illusione
ottica, chi ci mette i soldi, a parte la
Germania e alcuni Stati del Nord Europa,
è indebitato come o peggio del
Portogallo. Soldi virtuali. L'Italia dalle
pezze al culo partecipa al fondo con
125,96 miliardi di euro. E' la stessa Italia
che ha raggiunto il record di 1.879,9
miliardi
di
debito,
con
una
disoccupazione reale intorno al 20%, con
un deficit pubblico previsto nel 2011 del
4,3% (il Portogallo è al 4,9%) e un
indebitamento sul PIL al 116% (superato
in Europa solo dalla Grecia). Dove trova i
soldi per aiutare gli altri se sta andando a
fondo? Se la UE gli sta chiedendo un
risanamento di 40 miliardi all'anno? Lo
stesso discorso vale per la Spagna che
sarà la prossima a entrare in crisi.
L'Europa ricorda il dipinto di Bruegel il
Vecchio "La parabola dei ciechi", dal
sottotitolo "Così va il mondo," nel quale
dei ciechi si tengono uno all'altro in fila
indiana mentre camminano. Il primo
cade in una fossa e gli altri lo seguono.
Se uno Stato si indebita e non riesce a
pagare il suo debito, la soluzione
europea per mantenerlo nell'euro è di
indebitarlo ancora di più con il bail out.
Fantastico. Chi presta i soldi al
Portogallo è, come la Spagna e l'Italia,
La douce France nucléaire
Minipost
26.03.2011
La Francia è la vera malata d'Europa.
L'uscita dal nucleare sarà catastrofica
per i francesi. Devono riconvertire
completamente la loro economia. Quasi
l'80% dell'elettricità francese è generata
dalle centrali nucleari, pari a un terzo di
tutte le centrali europee, che danno
lavoro a 200.000 persone. La Francia
vende centrali nucleari. Il PIL francese,
secondo la Società Francese per
l'Energia Nucleare, non può fare a meno
del business nucleare che produce dai
20 ai 28 miliardi di euro all'anno. La fine
del nucleare vorrebbe dire la chiusura di
tutte le centrali nel tempo, con costi di
qualche miliardo (per difetto) per ognuna
e la riconversione completa dei sistemi di
produzione di energia. Adieu douce
France nucléaire.
Ps:
Le
"Facce
da
nucleare"
dell'opposizione che si sono assentate
alla votazione per l'accorpamento del
referendum
con
le
elezioni
amministrative sono: Capano, Cimadoro,
Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi,
Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino,
Samperi. - Scarica il volantino delle
"Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il
referendum su FB
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Editoriale Odyssey Sunset