Volume 6, numero 12 Sommario 27.03.2011 Editoriale Odyssey Sunset Informazione 20.03.2011 Economia Europa senza paracadute Energia Referendum nucleare europeo I bambini di Chernobyl Informazione Odyssey Sunset L'Italia tradisce sempre Sarkozy il Bombardiere Intervista a Gino Strada Minipost Il Nucleare della Sera No Fly Zone Acqua nucleare Acqua radioattiva a Tokyo La Libia è più connessa dell'Italia Noi non molleremo mai! La douce France nucléaire Muro del pianto La nube buona Ai pesci di aprile non ci crede più nessuno, nel senso che se non sono veri, lo diventano. Il pesce di un tempo ti atterriva, ti terrorizzava, ma in fondo era una balla. “La tua casa è stata requisita dalla banca”. “Sei stato licenziato”. “E’ arrivata la Finanza in ufficio”. Ti cagavi sotto, ma dopo aver guardato il calendario ti sentivi come quando ci si sveglia da un incubo e si è contenti di rivedere il lampadario sul soffitto della propria camera. Il cuore ritornava al suo battito normale. La luce che filtrava dalla tapparella assumeva una luce mistica. Oggi ti svegli e l’incubo non scompare. Sono pesci tutto l’anno. Pesci veri di dimensioni di un tonno o di una cernia. Il primo di aprile, qualunque sia il pesce che ti hanno confezionato, è solo questione di ore. Se è falso, sarà vero. 1 foto da Official U.S. Navy Imagery Cari politici e giornalisti, fatemi un favore, non prendete per il culo gli italiani, queste non sono azioni umanitarie, ma azioni di guerra. Una guerra sporca, per l'energia, per il petrolio, il gas. La Francia, che non ha più, dopo Fukushima, un futuro nucleare, ha bisogno di gas e petrolio. E' almeno dai tempi di Ustica che Francia e Italia combattono per il controllo del petrolio libico, quando i nostri cieli diventarono un teatro di guerra con aerei francesi e italiani e Gheddafi, che era presente, si salvò a stento. Gheddafi è stato appoggiato da noi quando si insediò, dagli anni '70, armato da noi, parte delle sue forze militari sono state addestrate in Italia in cambio di un rapporto privilegiato per il gas e il petrolio. Questa è una guerra folle che gli europei non vogliono. Di cui sono stati informati come se fosse una notizia qualsiasi, un evento sportivo. Cina e Russia sono contrarie, la Germania si è astenuta nel Consiglio di sicurezza e il comitato dell'Unione africana sulla Libia ha rifiutato "ogni intervento militare straniero in Libia, quale che sia la forma ". Lo ha dichiarato il presidente mauritano Abdel Aziz, "la gravissima crisi che sta attraversando questo Paese fratello esige una soluzione africana". Il presidente Aziz ha precisato che "nessun rappresentante dell'Unione africana ha partecipato al vertice internazionale di Parigi sulla crisi libica". L'ONU aveva deliberato per una "No fly zone", non per bombardamenti a tappeto della Libia. Centinaia di missili lanciati da americani e inglesi verso "obiettivi"in un'operazione ribattezzata "Odyssey Dawn", Odissea all'alba. Un linguaggio da playstation. Più che un Alba assomiglia al Tramonto dell'ONU, a un ' "Odyssey Sunset". Sono morti più civili a Tripoli per mano di Obama, Cameron, Sarkozy o a Bengasi per mano di Gheddafi? Quelli per mano libica valgono forse il doppio? L'articolo 11 della Costituzione dice che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali...". Dove sono i partiti con la Costituzione in mano che "scendevano" in piazza? Stiamo bombardando una nazione africana e musulmana, ma non una sola nazione africana o musulmana ha partecipato all'attacco insieme alle potenze occidentali, ai "crociati", come li chiama Gheddafi. L'Arabia Saudita ha invaso il Bahrain sconvolto dalle proteste, quando l'attacco agli sceicchi? Gaza fu trasformata in un camposanto, ma nessuno intervenne. L'Italia è una portaerei con navi canadesi, americane, inglesi che vanno e vengono dai nostri porti. Con che diritto? Siamo una nazione a sovranità limitata, ma questo è troppo. Fuori le basi americane dall'Italia e fuori, prima che sia troppo tardi, l'Italia dalla guerra. Non sappiamo nulla degli insorti di Bengasi, se si oppongono per ragioni democratiche, tribali, economiche, religiose. Nulla di nulla. Chi è senza petrolio scagli il primo Tomahawk. Gli Stati Uniti ne hanno lanciati già 110 per portarsi avanti con il lavoro. ULTIM'ORA: Napolitano ha detto: "Non siamo in guerra, ma all'interno di un'azione dell'Onu". Ora posso andare a dormire più tranquillo. Grazie Giorgio. Il Nucleare della Sera L'Italia tradisce sempre Minipost 20.03.2011 Informazione 21.03.2011 Lo tsunami è avvenuto l'11 marzo 2011, l'allarme nucleare è scoppiato due giorni dopo, il 13 marzo. Il 19 marzo, solo SEI giorni dopo, il più disastroso incidente nucleare della Storia è stato sepolto dal Corriere della Sera (Nucleare della Sera ad honorem). Sabato 19 marzo solo due righe (di numero) in prima pagina sotto la vignetta di Giannelli. Grande rilievo invece nel paginone di apertura, oltre alla Libia, a "L'Europa assolve il crocefisso in aula", "Schiaffi e minacce. Maestre arrestate", "Un argine alle scalate francesi". Uno spazio più importante di Fukushima è stato persino dato a: "Tedeschi per l'Inter. Evitate Real e Barcellona" e all'importantissimo "Per eredità e affitti conciliazione sui litigi". Il lettore, rassicurato sul plutonio che rischia di sterminare i giapponesi e sul nucleare di ultimissima generazione (quello di Fini e della Prestigiacomo), ha potuto informarsi solo a pagina 18 sul Giappone. Per dire, a pagina 17, ben più importante era il "Video di minacce a Scilipoti. Tensioni tra u Responsabili" e a pagina 16 la lettera di Rutelli "Il 17 marzo sia sempre festa". Che SCHIFO! Ps: Le "Facce da nucleare" dell'opposizione che si sono assentate alla votazione per l'accorpamento del referendum con le elezioni amministrative sono: Capano, Cimadoro, Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi, Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino, Samperi. - Scarica il volantino delle "Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il referendum su FB 2 Testo: Buongiorno a tutti, non sono un esperto di guerre, né di strategie, né di politica estera, quindi è inutile che mi metta a parlare con voi di quello che sta succedendo e di quello che potrebbe succedere di seguito alla guerra in Libia. La guerra degli altri E' una guerra alla quale gli italiani alla solita maniera, ma alla fine aggregandosi all’ultimo momento hanno deciso di partecipare anche direttamente con i nostri caccia militari, vedremo.Non c’è grande fiducia negli esperti che in questi anni, le hanno sbagliate tutte, dal Kosovo, alla Serbia, alla Somalia, all’Afghanistan, all’Iraq, a tutti i luoghi dove non siamo andati, anche se le ragioni che ci hanno spinti a andare altrove, ci avrebbero dovuti spingere a andare pure lì, mi riferisco per esempio al Rwanda e al Darfur, ma queste cose le lasciamo agli esperti e così li lasciamo sbagliare in pace, l’unica cosa che sappiamo è che non sappiamo niente, non possiamo prevedere niente, non possiamo prevedere innanzitutto quanto durerà e soprattutto non possiamo prevedere cosa succederà dopo, tanto più oggi dove siamo di fronte a una strana faccenda che non si riesce bene a distinguere tra guerra civile, rivolta per la libertà, rivoluzione, non si sa neanche come chiamarla, visto che manca una leadership, manca un’analisi seria sulla natura, sui componenti di questa ribellione che è in parte tribale, in parte sicuramente aspira a più libertà, in parte è islamica, non sappiamo quanto fondamentalista islamica e soprattutto non sappiamo quali saranno le possibili ritorsioni che ha in animo Gheddafi e che può permettersi Gheddafi nei confronti di chi lo ha attaccato, quando sento dire dal nostro governo che Gheddafi non è in grado di colpirci mi vengono i sudori freddi a ricordare tutte le dichiarazioni trionfalistiche che sono state fatte negli ultimi anni sulla grande vittoria in Iraq, sulla grande vittoria in Afghanistan, per fare un esempio, visto che c’è chi non impara mai, ma insegna sempre, Giuliano Ferrara su Il Giornale di Berlusconi di ieri, sostenendo che il problema naturalmente è l’umanitarismo che quindi i governi devono fare le guerre senza aspettare assolutamente il consenso dell’O.N.U., anzi l’O.N.U. è una cosa brutta, bisogna fare le guerre quando si vuole così si parte e buonanotte, rimpiange George Bush, pensate è rimasta una persona al mondo a rimpiangere George Bush, non è americana naturalmente, è Giuliano Ferrara, il quale scrive “con il “guerrafondaio” Bush a un mese dall’11 settembre 2001, il regime talebano, protettore di Osama Bin Laden non esisteva più” Ferrara è convinto che Bin Laden fosse un’espressione del regime talebano, ignora, i talebani non hanno nulla a che vedere con Bin Laden, quest’ultimo è figlio degli sceicchi sauditi, non dei talebani, lasciamo perdere, Ferrara è molto intelligente, quindi può dire tutte le cazzate che vuole. A un mese dall’11 settembre il regime talebano protettore di Osama Bin Laden non esisteva più e il capo del terrorismo nazionale aveva trovato rifugio in una caserma, da cui 10 anni dopo non è ancora uscito, invece Obama, l’umanitario a quasi 3 mesi dall’inizio del sommovimento in Medio Oriente l’Occidente brancola nel buio, quindi meglio Bush che ci ha liberati immediatamente dal Al Qaeda , in realtà forse Giuliano Ferrara sfugge che se nel 2001 i talebani per dominare sull’Afghanistan erano costretti a un regime del terrore perché avevano il consenso di una minuscola parte della popolazione afgana, avevano più nemici che amici anche in casa, adesso sono popolarissimi e quindi quando gli americani e le truppe alleate scapperanno dall’Afghanistan come sono già scappate dall’Iraq, i talebani riprenderanno il potere e questa volta non ci sarà quasi più nessuno a contestarli, perché per 10 anni, checché ne dica Giuliano Ferrara hanno resistito a una coalizione infinitamente superiore, e uno dei rischi che noi corriamo è che se Gheddafi non viene spazzato via subito, visto che ha tutto il mondo contro, persino la Lega Araba è favorevole almeno alla no fly zone se non al bombardamento, che comunque tollera, Gheddafi diventi il martire non solo agli occhi della sua tribù e delle tribù alleate, ma agli occhi di quel mondo islamico che lo ha sempre detestato o tollerato perché lui non ha mai avuto nulla a che fare con il mondo islamico organizzato né tanto meno con il fondamentalismo anche se poi utilizzava di volta in volta, finanziandoli, gruppi terroristici e islamisti. Quindi se gli esperti sono Giuliano Ferrara stiamo freschi e quindi forse è meglio commentare i commenti alla guerra, anziché la guerra sulla quale nessuno in questo momento, se è una persona seria, può dire qualcosa, neanche gli esperti, quindi figuriamoci noi che non siamo esperti. La cosa interessante è la prima, perché noi abbiamo celebrato i 150 anni dell’unità d’Italia con grande sfoggio di retorica, trombe, trombette, grancasse, tamburi e tromboni, molti tromboni e non si è capito bene tra l’altro cosa ci fosse da festeggiare, bastava vedere questi palchi reali con Berlusconi, Schifani etc., uno indagato per quasi tutti i reati previsti dal Codice Penale e l’altro indagato per mafia per rendersi conto di quanto dovremmo provare vergogna di essere arrivati a 150 anni dell’unità d’Italia con una classe politica così! E ci siamo dimenticati che in realtà quest’anno cade un’altra ricorrenza, il centenario della spedizione italiana in Libia, 1911, il Governo Giolitti, a 100 anni dalla spedizione italiana in Libia ci riaffacciamo in armi sulla Libia, si dirà: è una cosa diversa, certo che è una cosa diversa, quella era una spedizione coloniale, arrivava tra l’altro ben oltre il secolo dell’apoteosi del colonialismo, dell’‘800, eravamo già un po’ fuori tempo, anche se poi gli anni 30 ci affacciamo anche nel corno d’Africa e fummo impegnati ancora in Libia, quindi il fatto che gli italiani tornino in armi in Libia, non è la stessa cosa dei francesi che vanno in armi in Libia, degli inglesi che vanno in armi in Libia, degli americani che vanno in armi in Libia o dei tedeschi che non vanno in armi in Libia, il ritorno degli italiani è ovvio che espone l’Italia non soltanto perché l’Italia è il paese più vicino alla Libia, ma anche perché l’Italia diventa in qualche modo recidiva, e certi ricordi a soli 100 anni si mantengono, in Libia ci sono ancora vivi figli e nipoti di quelli che hanno visto la prima missione armata italiana in Libia. Non è che mantengano tutti dei pessimi ricordi, perché gli italiani sappiamo benissimo che hanno costruito anche un bel pezzo delle infrastrutture della Libia le strade etc., però il ritorno dell’Italia in armi in Libia è un’altra cosa rispetto alla partecipazione di altri paesi a questa missione, è chiaro che all’epoca ci conveniva nell’ambito della presenza dell’Europa, ciascun paese europeo rivendicava protettorati e coloni in Africa, questa volta ci conviene per altri motivi, ci conviene per motivi energetici e da questo punto di vista quello che sta accadendo in Libia fa il paio con quello che sta accadendo in Giappone, il comune denominatore tra il disastro del Giappone e la guerra in Libia è l’energia, e i contraccolpi che arrivano dal Giappone e dalla Libia sull’Italia a proposito dell’energia denotano, sono una bellissima metafora della nullità della nostra classe politica che da decenni non ha mai messo mano a un piano energetico nazionale serio, soprattutto non lo ha attuato, per evitare che il nostro paese sia così ricattabile da stati come la Libia, da regimi come quello libico e l’unico modo per non farsi ricattare da questi regimi è quello di rendersi meno dipendenti e un po’ più autosufficienti di quanto non siamo oggi, invece noi non abbiamo sviluppato nessuna energia alternativa, a differenza di altri paesi, né sul fronte del nucleare per fortuna grazie al referendum al 1987, né sul fronte delle altre energie ma anche qui non voglio insegnare ai gatti a arrampicarsi, siamo sul blog di Beppe Grillo e sulle potenzialità energetiche alternative italiane, chi frequenta questo sito ne sa molto più di me. E’ chiaro che questa guerra di umanità non ha nulla, non sto dicendo che è buona o è cattiva, sto dicendo che se la Libia non avesse il petrolio e il gas, nessuno si sarebbe mosso in armi contro la Libia, in Darfur e in Rwanda non ci sono petrolio e gas e nessuno si è mosso e sono state massacrate centinaia di migliaia di persone, molte più di quelle che ha massacrato Gheddafi in tutta la sua feroce dittatura che ormai ha superato ampiamente i 40 anni, compie 42 anni essendo il suo colpo di stato risalente al 1969, e in Darfur e in Rwanda sono molte più persone di quelle che Gheddafi è in grado di ammazzare di qua in avanti con o senza l’intervento dell’Occidente per reprimere altri Gheddafi, dicono, la rivolta a Misurata e a Bengasi. Metafora, si capisce benissimo che l’Italia essendo così vicina alla Libia, essendo proprio il cuneo puntato dell’Europa sul nord – Africa, abbia coltivato in questi anni rapporti di buon vicinato con i governi che vi si succedevano, che abbia influenzato i governi che vi si succedevano, Ben Ali fu messo in piedi dopo la caduta di Bourguiba, la scomparsa di Bourguiba in Tunisia da un colpo di stato pilotato dai 3 nostri servizi segreti e questo è venuto fuori dalle carte riservate e pubblicate negli ultimi anni. Infatti la Tunisia diede ospitalità a Craxi, perché era stato Craxi a cooperare a mettere al potere in Tunisia Ben Ali, è stato cacciato dal suo popolo, Mubarak sappiamo benissimo di quali colpe si fosse macchiato, addirittura pare che gli attentati di qualche anno fa sul Mar Rosso, costarono la vita a parecchia gente, anche turisti, avessero dietro il regime di Mubarak , li chiamavamo i paesi arabi moderati semplicemente perché erano vicino ai nostri, facevano quello che volevamo noi.Gheddafi, figlio nostro Idem con Gheddafi, nessuno se lo ricorda, ma Gheddafi dopo avere mandato suoi terroristi libici a abbattere l’aereo di linea di Lockerbie sui cieli della Scozia e dopo avere avuto un ruolo con i suoi terroristi nell’attentato del 1986 alla Birreria La Belle di Berlino dove morirono molti soldati americani, subì una rappresaglia da parte degli Stati Uniti.Credo fosse, se non erro, il 15 aprile 1986, quando Ronald Reagan decise di colpirlo e di farlo fuori, non di fare la guerra alla Libia, di far fuori Gheddafi, era un’operazione naturalmente piratesca, non aveva nessuna legittimità internazionale, ma era un’operazione chirurgica, un blitz per colpirlo nel luogo dove risiedeva quella notte, naturalmente gli americani chiesero l’uso delle basi e il diritto di sorvolo al loro alleato italiano, Craxi che governava, negò l’autorizzazione e allora gli americani passarono da un’altra parte, il bello è che Craxi, Presidente del Consiglio e Andreotti, Ministro degli Esteri avvertirono immediatamente Gheddafi del fatto che stavano arrivando i caccia di Reagan, così Gheddafi si mise in salvo, non fece in tempo a mettersi in salvo la sua figlia adottiva che ci lasciò le penne nelle a altri morti, ma Gheddafi si salvò, l’abbiamo salvato noi! Il governo Craxi e il Ministro degli Esteri Andreotti, l’ha raccontato l’ambasciatore libico in Italia Mohammed Abdel Raman Shalgam subito dopo che l’Italia ha firmato il patto di amicizia con la Libia nell’ottobre 2008, sotto questo governo Berlusconi terzo, è arrivato l’ambasciatore, ci sono state varie cerimonie, l’ambasciatore libico in Italia Shalgam, dichiarò il 30 ottobre 2008 che il 15 aprile 1986, 45 aerei americani avevano sganciato 232 bombe e 48 missili contro sei diversi obiettivi, morti una decina di civili tra i quali una figlia adottiva di Gheddafi, ma il leader avvertito dagli italiani, era riuscito a salvarsi, non credo di svelare un segreto se annuncio che il 14 aprile 1986 l’Italia ci informò che ci sarebbe stata un’aggressione americana contro la Libia. Le dichiarazioni di questo Ambasciatore libico sono state poi confermate da Bobo Craxi il quale dice che Craxi era stato avvertito dagli spagnoli che gli americani erano partiti, perché naturalmente non potendo passare dall’Italia, gli americani passarono dalla Spagna, Cossiga ha tempo: in tempo reale il nostro servizio segreto informò il governo libico dell’imminente attacco e anche Andreotti ha confermato che ci fu quell’avvertimento. Quindi Gheddafi è figlio nostro, era il 1986, siamo nel 2011, per 25 anni Gheddafi ha potuto schiacciare il suo paese, violare i diritti umani, seminare prima terrorismo, poi profughi, poi minacce, poi ricatti al mondo intero, grazie al fatto che Andreotti e Craxi l’hanno salvato, questo è il contributo che ha dato l’Italia alla libertà e alla democrazia in Libia, questo è il pedigree, quel Gheddafi che oggi stiamo bombardando, poteva essere morto nel 1986, 25 anni fa! Dato che è al potere dal 1969, anziché 42 anni, avrebbe potuto governarne 15 o 16 e basta che è una bella differenza, ma grazie a noi è lì da 42, dopo avere cacciato gli italiani, avere loro confiscato i beni per 3 miliardi di Euro di oggi, dal 1986 sono cambiati molti governi naturalmente, ci sono stati i governi della prima repubblica, il pentapartito, poi i governi della seconda, Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Prodi, D’Alema, Amato, Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Dini in mezzo me lo sono dimenticato. Tutti questi governi ovviamente hanno dovuto fare i conti con il fatto che al di là del Mediterraneo c’era Gheddafi, alcuni con una certa dignità, altri con lo sbraco totale, nel frattempo le nostre imprese si servivano di Gheddafi come se fosse un Bancomat, cominciò la FIAT mettendosi in società con Gheddafi negli anni in cui aveva le pezze al culo, in cui Romiti era amministratore delegato, adesso abbiamo società come la Juventus, di nuovo la FIAT, Eni, Finmeccanica, Unicredit, che hanno interessi o che hanno i soldi libici dentro, in pancia, era proprio necessario trovare soci libici? Siamo sicuri che senza soci libici queste società sarebbero defunte? Non credo! I rapporti tra Italia e Libia sono anche una bella metafora della nostra classe politica perché di Craxi e Andreotti abbiamo detto, Prodi ha dichiarato chiaramente, ha detto: noi non potevamo essere in rapporti ostili o non avere rapporti con la Libia, ma rivendica, quando c’ero io, non abbiamo sbracato e devo dire non si è mai visto Prodi baciare le mani o gli anelli a Gheddafi, né allestire sceneggiate come quella che è andata in onda ancora qualche mese fa con i cavalli berberi, i dromedari e i cammelli in omaggio, le Gheddafi girl prese in affitto per far finta di convertirsi dopo un discorso delirante di questo pazzo e le dichiarazioni di amicizia personale che Berlusconi, si diceva amico personale di Gheddafi, di Ben Ali e di Mubarak, ne avesse mancato uno! E poi naturalmente Putin, Lukashenko, c’è tutto il meglio, amici personali, quindi Prodi mantenne rapporti di buon vicinato tra l’Italia e la Libia, D’Alema esagerò un po’, molto, Berlusconi sbracò, Berlusconi sbracò esaltando Gheddafi come leader di libertà, dicendosi felice di partecipare al quarantennale della grande rivoluzione, non c’è stata nessuna rivoluzione in Libia, c’è stato un colpo di stato militare che nel 1969 ha deposto il vecchio rais Idris e ha portato al governo, al potere Gheddafi e la sua cricca, non c’è stata nessuna rivoluzione! La grande rivoluzione e poi baci, abbracci, pacche, toccatine, Bunga, Bunga Berlusconi ha anche spiegato che è stato Gheddafi a insegnargli questo rito per il quale il Cavaliere sarà prossimamente su questi schermi imputato. Ho qui qualche articolo che ho ritagliato, prevedendo questo devo dire non capisco nulla di politica internazionale ma un po’ di naso su quello che sarebbe successo mi è rimasto, quindi sono anni che accumulo ritagli in una cartellina intitolata “Gheddafi” 16 settembre 2010 “da Maroni a D’Alema tutti al ricevimento libico, festa all’ambasciata.” “al ricevimento e all’ambasciata libica per l’anniversario della rivoluzione primo settembre 1969 il Ministro dell’Interno Maroni, l’Ambasciatore libico Gaddur, si appartano, parlano, toni conviviali, nei giardini della sede diplomatica ci sono Alba Parietti e Vittorio Sgarbi, si affaccia il Presidente del Copasir, Massimo D’Alema e il Sen. Nicola La Torre conversa con l’amministratore di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, il Presidente dell’Antimafia Pisanu spiega le ragioni della sua opposizione alle elezioni anticipate, mentre si avvicina l’Ing. Ligresti”. Primo aprile 2009 l’anno prima “6 mesi fa erano tutti a Tripoli, al Palazzo dei Congressi a farsi premiare con la medaglia di benemerito della rivoluzione cioè di migliori amici del Colonnello Gheddafi c’era Andreotti a ritirare il suo attestato, l’ex Ministro dell’Interno Pisanu con loro Lamberto Dini, Nicola La Torre (il braccio destro di D’Alema) e Vittorio Sgarbi, oggi sono attoniti, dispiaciuti e colpiti dall’ennesima tragedia del mare, dall’ennesimo barcone che si è trasformato in bara nelle acque del Mediterraneo”, ma sulla causa si dividono, perché? Perché non può essere colpa di Gheddafi, gli ha dato l’onorificenza! Non credo ci siano responsabilità di Gheddafi nella tragedia di queste ore, dice Dini, Gheddafi dà molta importanza al rapporto di amicizia privilegiata con l’Italia, ha preso un impegno solenne, bisogna pazientare, sarà efficace, anche La Torre non crede a responsabilità di Gheddafi, mandato appositamente da D’Alema al cospetto di Gheddafi 6 mesi fa, prima di dare giudizi politici bisogna acquisire elementi precisi, si sa che la Libia è zona di passaggio per moltissimi immigrati. Intanto su L’Espresso, un grande giornalista come Fabrizio Gatti documentava lo sterminio nel deserto libico dei profughi che venivano segregati, lasciati morire di fame, di sete, di stenti per rispettare quell’accordo feroce che aveva stipulato con l’Italia, a noi bastava che non ci mandasse gli immigrati, se poi crepavano nel deserto chi se ne importa, lontano dagli occhi, lontano dal cuore questo era il titolo vero del nostro accordo. Abbiamo Gianni Letta insignito addirittura del titolo di sua altezza reale da Gheddafi, tanto distribuiva così le patacche, poi abbiamo la visita con la tenda a Villa Doria Panfili che fu restaurata per 100 mila Euro di spesa, poi si scoprì che Gheddafi dormiva fuori, quindi avevano buttato via pure i soldi, con gli incontri con gli imprenditori e tutti questi imprenditori che cinguettavano con questo gaglioffo, con queste amazzoni al seguito, la Marcegaglia mano nella mano e lui che parlava di rivoluzione femminile, lui che nel libretto verde tratta le donne come poco più che bestie! E tutto lo stato maggiore Moretti delle Ferrovie, Profumo di Unicredit, Conti dell’Eni, Bombassei della Confindustria, Scaroni nell’Enel siamo a una svolta disse la Marcegaglia mano nella mano, il superamento delle condizioni storiche che hanno condizionato il passato apre la strada a una svolta che ci condurrà a un’intensa e strutturata collaborazione bilaterale, erano tutti innamorati, Santanché, la Prestigiacomo, la Carfagna, tutte entusiaste di questo discorso di Gheddafi sulla rivoluzione femminile, questo capofila del femminismo che 4 aveva appena affittato centinaia di ragazze per inscenare la finta conversione al suo islam privato. Questo succedeva non anni luce fa, succedeva pochi mesi fa! 13 giugno 2009 e poi l’ultima visita nel 2010, ancora 6 mesi fa, c’è l’ultimo bacio di Berlusconi a Gheddafi, poi sono iniziate le rivolte nel nord Africa, quando si è ribellata la Tunisia Frattini ha indicato come modello Mubarak, infatti è immediatamente caduto Mubarak, allora Frattini ha indicato come modello Gheddafi e quando è iniziata la rivolta non è che la nostra classe politica ha chiesto scusa per avere tenuto in piedi questi regimi per decenni, no, ha invocato la sopravvivenza di questi regimi, la stabilità, non è vero che la nostra classe politica si è schierata dalla parte delle popolazioni che si ribellavano, soltanto quando loro hanno cacciato i tiranni ci siamo affrettati a mettere il cappello su quelle rivolte, ma sia Berlusconi, sia Frattini, sia D’Alema non hanno detto che doveva essere cacciato Gheddafi, quando già erano stati cacciati Ben Ali e Mubarak, no, D’Alema ha detto che bisognava invitare Gheddafi a fare le riforme, magari a fare una bicamerale pure in Libia! Il trattato di amicizia con il "leader di libertà" Frattini ha detto che bisognava prenderlo a modello per un percorso di apertura alla democrazia nel nord – Africa e Berlusconi mentre Gheddafi cominciava a bombardare le popolazioni ribelli ha detto “non gli telefono perché non voglio disturbarlo” ma non è successo anni fa, è successo tra gennaio e febbraio, cioè l’altro ieri!Immettetevi adesso nei panni di Gheddafi che si vede bombardare da noi, vede i nostri caccia sulla sua testa che cercano di fargli la pelle nell’ambito della coalizione alla quale ci siamo aggregati all’ultimo momento, facendo finta di stare ovviamente da una parte e dall’altra, armiamoci e partite questo è stato il tentativo di Berlusconi all’inizio, noi siamo sempre così, provate a ricordarvi quando Mussolini è entrato in guerra, è entrato in guerra quando ormai pensava che la guerra fosse finita, infatti noi andammo a dare la pugnalata alla schiena alla Francia, quando il lavoro sporco l’avevano già fatto i tedeschi! Poi noi finiamo le guerre sempre dalla parte opposta rispetto a quella dove le avevamo cominciate le guerre, questa volta siamo addirittura migliorati, perché noi stiamo facendo una guerra a un regime con il quale abbiamo un trattato di amicizia, di alleanza e di mutua assistenza anche militare che non è mai stato disdettato e non è un trattato che risale all’‘800 , è un trattato che risale a 3 anni fa che è stato ratificato dal Parlamento due anni fa, si intitola “Trattato di amicizia partnerariato e cooperazione, l’hanno firmato il 30 agosto del 2008 Silvio Berlusconi e Gheddafi” dove? A Bengasi. L’Italia si impegna a versare 5 miliardi di dollari in 25 anni, a compensazione dei danni inflitti alla Libia da parte dell’Italia durante il periodo coloniale, il fatto che Gheddafi abbia fregato 3 miliardi di Euro ai nostri concittadini prima di cacciarli dalla Libia quando ha preso il potere, evidentemente non è contemplato. Il governo di centro-sinistra aveva promesso 3 miliardi di dollari, Berlusconi ha abbondato, 5! Siamo generosi! E poi Gheddafi viene chiamato leader della rivoluzione, non c’è ovviamente nessun accenno alle incredibili violazioni dei diritti umani che tutte le grandi agenzie internazionali da Amnesty International alla Human Rights Watch denunciano da anni contro gli oppositori, Art. 2 titolo “Uguaglianza sovrana, le parti rispettano reciprocamente la loro uguaglianza sovrana, nonché tutti i diritti a essa inerenti, compreso in particolare il diritto alla libertà e all’indipendenza politica, esse rispettano altresì il diritto di ciascuna delle parti di scegliere, sviluppare liberamente il proprio sistema politico, sociale, economico e culturale” diciamo a Gheddafi “fai come cazzo ti pare!” al tuo interno. Art. 4 “le parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta degli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell’altra parte, tenendosi allo spirito del buon vicinato” pensate a Gheddafi che ha firmato questa roba, che si vede bombardare da Berlusconi che ha firmato questa roba, si è impegnato a astenersi da ogni forma di ingerenza diretta o indiretta, bombardare secondo voi è un’ingerenza diretta o indiretta? Attenendosi allo spirito di buon vicinato. Art. 4 spiega bene questo spirito “nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l’Italia non userà né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà l’uso dei propri territori in qualunque atto ostile contro l’Italia”, questa è fantastica, noi membri della Nato ci impegnavamo a non dare il nostro territorio a chiunque, Nato compresa, volesse compiere degli atti ostili contro la Libia, adesso noi stiamo prestando non solo il nostro territorio, ma stiamo pure usando i nostri aerei per atti ostili contro il regime libico che ci eravamo impegnati a lasciare fare come cazzo gli pareva, immaginate Gheddafi! Naturalmente il governo libico si impegnava a fermare gli sbarchi e gli sbarchi non si sono mai fermati e ogni volta che arrivavano gli sbarchi, lui faceva sapere che non gli bastavano quei 5 miliardi di dollari che già gli avevamo promesso e cominciato a pagare, che voleva anche un’autostrada, che voleva questo, che voleva quell’altro, che voleva dei soldi anche dall’Europa, continuava a ricattarci, pattugliamenti congiunti, fornitura di motovedette da parte della Guardia di Finanza italiana alla Libia. Furio Colombo… chi ha votato questa roba? Lega, Pdl all’epoca ancora unito, Partito Democratico con due eccezioni Furio Colombo e i Radicali e Andrea Sarubbi i due del PD che hanno votato contro in tutto il Parlamento sono stati Andrea Sarubbi e Furio Colombo poi i Radicali eletti nel PD che poi una giusta l’hanno fatta, poi l’Italia dei Valori tutta contraria e l’Udc adesso Casini tutta contraria, quindi due soli gruppi parlamentari hanno votato contro il trattato di amicizia e partnerariato italo – libico Italia dei Valori e Udc più i Radicali eletti nel PD più Colombo e Sarubbi. Non se ne è parlato nel paese, nessuno praticamente sapeva che noi ci stavamo alleando con la Libia, perché questo trattato prevedeva azioni militari, manovre congiunte, scambi di informazioni militari e tecnologie avanzate, l’impegno a non usare basi militari italiane o Nato contro la Libia in nessun caso, qualunque sia l’evento, pattugliamento congiunto, soldati italiani e soldati libici al confine Libia – Ciad, confine immenso ovviamente, società italiane non citate, organizzeranno un monitoraggio elettronico al confine Ciad - Libia, il famoso muro elettronico per acchiappare i profughi, la forza congiunta italo – Libica non doveva colpire i mercanti di schiavi e di profughi che organizzano la tratta di questi disperati, ma direttamente i profughi che possono essere fermati anche in mare, molto prima che si avvicinano alle nostre coste e che si possa verificare se sono profughi politici, religiosi, se scappano da terre di guerra o se invece sono semplicemente persone disperate che clandestinamente tentano di introdursi nel nostro paese, sapete che un profugo non può essere respinto, se scappa da una dittatura o da una persecuzione religiosa o politica o ideologica o da una guerra. Il trattato con la Libia scrisse Furio Colombo due anni fa “è fuori dalla Costituzione italiana, fuori dalla convenzione di Ginevra, fuori dalla carta dei diritti dell’uomo, fuori dalle prescrizioni delle Nazioni Unite sui diritti dei rifugiati perché rende impossibile, per esempio, ogni tentativo di rispettare il diritto di asilo dei profughi intercettati”. Questi sono i precedenti della guerra alla Libia che stiamo facendo, a questo punto non saprei se è una guerra giusta o ingiusta, se servirà, se non servirà, se migliorerà le cose, se le peggiorerà, se tutelerà i nostri interessi, almeno lì abbiamo degli interessi, in Afghanistan e in Iraq non si è mai capito che interessi avevamo noi, gli avevano gli americani, noi no, eravamo gli ascari, qua almeno degli interessi li abbiamo, bisogna capire se questa guerra almeno quelli li tutela oppure no, perché state tranquilli che i bombardamenti che stiamo facendo non è che sono teleguidati su obiettivi gheddafiani, vanno a colpire ovviamente “do coio, coio”, hanno già preso sicuramente dei civili e bombardare anche civili per evitare che Gheddafi bombardi i civili, speriamo che non sia un’altra delle tragiche contraddizioni di questa guerra L’unica cosa che dobbiamo sapere è che se Gheddafi è ancora lì con il botulino, i capelli finti e il trucco che gli ha prestato il nostro e le mignotte intorno, non è perché è forte lui è perché per almeno 30 anni l’abbiamo tenuto in piedi noi e noi siamo abilissimi a tenere in piedi qualcuno e poi a un certo punto a scoprire, ops che non andava bene, c’erano tutti gli elementi per saperlo prima chi era Gheddafi e adesso naturalmente la storia come sempre accade, magari tardi, ma ci presenta il conto, passate parola! 5 No Fly Zone Minipost 21.03.2011 "No Fly Zone" in italiano vuol dire una zona in cui non si può volare. La risoluzione 1973 dell'ONU si riferisce a questo. La sua applicazione in Libia è per lo meno estesa, presa un po' alla larga. Il primo intervento francese infatti ha colpito dei carri armati volanti vicino a Bengasi. Il carro armato volante è un'invenzione libica, la solita arma segreta dei dittatori, come la V2 di Hitler, il primo missile a distanza. Sarkozy non si è fatto sorprendere. Gli americani e gli inglesi hanno poi bombardato raso terra Tripoli e Sirte, in particolare si sono concentrati sul bunker volante di Gheddafi. Un'applicazione rigorosa della "No Fly Zone". Khamis, un figlio di Gheddafi, sarebbe stato ucciso a Tripoli. Testimoni oculari lo hanno visto mentre volava come Icaro nei cieli della Tripolitania a dispetto delle indicazioni delle Nazioni Unite. Se un ospedale si alzerà in volo, un missile tomahawk colpirà implacabile. Sarkozy il Bombardiere Intervista a Gino Strada Informazione 22.03.2011 Intervista a Gino Strada di Emergency: "Sono Gino Strada di Emergency, era necessario attaccare la Libia? Io credo proprio di no, io credo che la scelta della guerra avvenga casualmente e non credo che la guerra sia una necessità, non lo è mai, è sempre una scelta per tanti ragioni che possono essere anche diverse." La guerra è sempre una scelta "La guerra è sempre una scelta, questa in particolare, bastava avere voglia di evitarla, ma insomma c’era già chi si era abbondantemente preparato. Il triste è che si continua a pensare a questo strumento come risoluzione dei problemi e questo è tipico di cervelli meno che mediocri tra i politici e i militari governanti.I danni dell’intervento saranno dei danni umani e dei danni politici. Il danno umano sarà un carico presumibilmente ancora una volta enorme di sofferenze per una popolazione, al di là di quale sia l’appartenenza tribale o le connessioni politiche, le preferenze, sarà il popolo della Libia che pagherà un carico di sofferenze disastroso. Sul piano politico, io qui non sono un esperto, però mi pare che questa esportazione continua e riproposizione della guerra come strumento unico e lecito ormai, insomma se poi non è lecito non fa niente la si fa lo stesso, sia politicamente pericoloso perché riesce ad innescare poi dei rischi a catena. La risoluzione del 1973 che, se non sbaglio è del 18 febbraio, dice una cosa estremamente interessante proprio all’inizio: che il Consiglio di sicurezza sottolinea la necessità di fare tutti gli sforzi per arrivare a una soluzione della crisi che non comprenda l’uso della forza. Non gli si è neanche dato il tempo di finire di scriverla questa risoluzione che già questi hanno detto “Allora attacchiamo, siamo pronti”. Ma quelli parlavano di No-fly zone parlavano nel contempo di fare sforzi, cosa vuole dire fare sforzi? Voleva dire per esempio mandare ispettori, ispettori dell’O.N.U., ispettori della Lega Araba, gente che andasse là con lo scopo di dire "Ragazzi giù le mani dai grilletti, è il momento di parlare, di dialogare". Nulla è stato fatto: nulla. Dentro tutti e ovviamente il nostro Paese siccome è retto da una classe politica che non sono solo dei delinquenti politici perché delinquono contro la Costituzione, che è anche nostra di cittadini non è solo loro, sono anche dei cervelli molto molto mediocri. E la mescolanza di questi due elementi dei delinquenti politici e dei cervelli mediocri è insomma potenzialmente esplosiva. Il balletto italiano Ma questo non lo so perché il governo italiano continui a cambiare posizione, non lo so. A leggere le dichiarazioni mi viene più spesso da ridere per la drammatica stupidità e quindi cambia poi di giorno in giorno no. Il ministro degli Esteri dichiara “Il colonnello non si può cacciare”, ma cosa vuole dire?Che non è possibile cacciarlo o che non si deve cacciare? Quelli che tornavano dall’Unione Sovietica molti anni fa, molti decenni fa quando gli chiedevano “Allora come si sta in Russia? - perché la gente la chiamava la Russia – e la risposta era “non ci si può lamentare”, quindi non si capiva se non ce n’era motivo o se fosse vietato. Ecco mi sembrano risposte analoghe. La Francia è stata sorprendentemente, per alcuni aspetti e poi magari a qualche analista politico la cosa non sorprende, la prima che ha dichiarato noi siamo pronti a bombardare, questo una settimana prima addirittura della risoluzione del Consiglio di Sicurezza, queste cose Sarkozy le dice il giorno 10, lui è un precursore e la Francia avrà i suoi interessi o Sarkozy avrà anche i suoi interessi personali politici di immagine, che ne so avranno ovviamente ambizioni su contratti petroliferi etc. etc.. Queste sono cose che ovviamente io non posso sapere, noi cittadini direi non possiamo sapere, possiamo soltanto presumere, però da notarsi questo atteggiamento che è esattamente nello spirito della collaborazione e della fratellanza tra i popoli, cioè ancora prima che il Consiglio di Sicurezza si sia riunito questo ha già deciso "Io bombardo”. Eh va beh fa parte anche lui della grande bassezza di questa classe politica europea." 6 Acqua nucleare Minipost 22.03.2011 Il referendum sul nucleare fa paura ai partiti. Seppellirà insieme al nucleare anche la privatizzazione dell'acqua che ne è la sorella siamese. Il nucleare, infatti, non può esistere senza l'uso di enormi quantità di acqua che sono sottratte in prevalenza all'agricoltura. E l'acqua non può essere sottratta ai cittadini se è pubblica. In Francia il 40% di tutta l'acqua consumata è usata nelle centrali nucleari. Tutto si tiene, anche la mossa del governo per bocca di Romani, il ministro del Sottosviluppo che vuole uccidere il fotovoltaico, di una moratoria sul nucleare di un anno con l'obiettivo di "depotenziare" il referendum, di fare scendere la tensione. Col cazzo. La moratoria sarà per sempre dopo il voto del 12 e 13 giugno. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Ps: Le "Facce da nucleare" dell'opposizione che si sono assentate alla votazione per l'accorpamento del referendum con le elezioni amministrative sono: Capano, Cimadoro, Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi, Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino, Samperi. - Scarica il volantino delle "Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il referendum su FB La nube buona Muro del pianto 23.03.2011 poco radioattiva... "Meno pericolosa di una Tac" secondo Giuseppe Remuzzi primario dell'unità operativa di nefrologia e dialisi degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Non vedo l'ora che arrivi la prossima nuvola per farmi un'aerosol. Immagine: Il babau di Dino Buzzati La nuvola nucleare di passaggio sull'Italia, prevista tra questa notte e nelle prime ore di domani, giovedì 24 marzo 2011, è buona. Lo ha detto Fazio, il ministro della salute "L’Italia è a rischio zero. Non c’è pericolo per la salute e la contaminazione degli alimenti". La nube è tenuta sotto controllo da una rete capillare formata dall'ARPA, dalla rete del ministero degli Interni, da quella del ministero dell'Ambiente e di reti varie di sorveglianza distribuite dalle Alpi a Capo Passero. La Prestigiacomo e Maroni garantiscono. Sarà una radioattività tranquilla, che passa e non lascia tracce. La nube che sta inquietando tutte le mamme italiane: "Domani a scuola lo porto oppure no?" viene descritta con un linguaggio tra il curiale e l'encomiastico: "Secondo l'agenzia francese per la sicurezza nucleare alcune masse d'aria debolmente contaminate da materiale radioattivo rilasciato a Fukushima dovrebbero passare oggi sulla Francia e proseguire per l'Italia, che dovrebbe essere sorvolata fra oggi e domani. L'ASN precisa che il livello di radiazioni potrebbe essere addirittura più basso del limite registrato dagli strumenti". In una sola nota di agenzia ci sono l'attribuzione della notizia a terzi (l'agenzia francese) se succede qualcosa la colpa è loro..., due minimizzazioni "alcune masse d'aria", "debolmente contaminate", tre condizionali ("dovrebbero", "dovrebbe", "potrebbe essere") e una malcelata soddisfazione per un "livello più basso del limite registrato dagli strumenti". Noi, quindi, siamo già più radioattivi dei giapponesi. La nube insomma non fa bene, ma quasi. Ce ne vorrebbero di più di nubi così riservate, educate, in fondo sono giapponesi, in transito nei nostri cieli. Giancarlo Torri, responsabile del Servizio misure radiometriche del Dipartimento nucleare dell’Ispra ha dichiarato: "L’eventuale esposizione sarebbe molto rapida". E' ottimista, ha usato in una sola frase soltanto un'ipotesi e un condizionale. Giorgio Mattassi, direttore tecnico scientifico dell'Arpa del Friuli Venezia Giulia, rassicura: ''Nessun rischio per la salute. Non mi aspetto nessuna conseguenza confrontabile con quella provocata da Chernobyl, dove si ebbe la fusione del nucleo. Prima di tutto la nube si mescola ad altra aria non contaminata. Poi bisogna vedere se e dove pioverà. Comunque quella pioggia non avrà origine giapponese''. Belin, mi sento come Attilio Regolo in una botte di ferro contaminata. Non è Chernobyl (che culo!) e la pioggia non è giapponese, forse è addirittura altoatesina. Aria altissima, purissima e Acqua radioattiva a Tokyo Minipost 23.03.2011 L'acqua di Tokyo è contaminata. Per ora è stata vietata ai bambini. E' arrivata a 210 becquerel di iodio radioattivo, rispetto al limite massimo di assunzione di 100 becquerel per i neonati. Se raggiungerà quota 300 l'acqua del rubinetto sarà proibita anche agli adulti. La popolazione di Tokyo è di 13 milioni di abitanti e se si considerano i sobborghi arriva a 25 milioni. A Tokyo si fanno scorte di acqua minerale. I bambini potranno bere solo acqua in bottiglia, ma non credo che un solo adulto berrà l'acqua radioattiva, né che si farà una doccia, anche se il divieto non lo riguarda. Voi lo fareste? Ps: Le "Facce da nucleare" dell'opposizione che si sono assentate alla votazione per l'accorpamento del referendum con le elezioni amministrative sono: Capano, Cimadoro, Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi, Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino, Samperi. - Scarica il volantino delle "Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il referendum su FB 7 Referendum nucleare europeo Energia 24.03.2011 La Merkel ha dichiarato che "Più presto la Germania uscirà dal nucleare meglio sarà". La Germania ha 17 reattori che saranno spenti con un anticipo di nove anni, nel 2026 e non più nel 2035 come previsto prima di Fukushima. Nei prossimi tre mesi tutte le centrali tedesche saranno controllate con uno "stress test" e sette reattori saranno spenti per manutenzione e uno definitivamente., altri cinque saranno disattivati in maggio per controlli. Se la matematica non è un'opinione, come vorrebbero i nuclearisti (a proposito qualcuno sta ancora blaterando sul nucleare sicuro di "nuovissima" generazione?), la Germania entro l'estate, una potenza economica mondiale, disporrà solo di 4 reattori (17 8 - 5 = 4). Come potrà sopravvivere? Con lo sviluppo delle energie rinnovabili che valgono già oggi il 17% dell'elettricità prodotta (il nucleare è al 22%). I reattori nucleari in Europa sono centinaia. La Francia è la prima nazione nucleare. La Francia dispone di 19 centrali con 58 reattori, nel 2009 l'energia nucleare ha generato il 75.17% del suo fabbisogno di energia elettrica, la prima al mondo, le altre nazioni arrivano al massimo al 30%. Un reattore EPR è in costruzione in Normandia, il secondo dopo quello finlandese di Olkiluoto che ha come partner l'Enel al 12,5% degli investimenti e che ha già raddoppiato i costi e i tempi di costruzione. La Francia ha un modello di sviluppo basato sull'energia nucleare, sul nucleare bellico strettamente connesso a quello civile, un modello mantenuto in vita grazie alle tasse dei francesi e all'approvvigionamento dell'uranio dal Niger da parte della società statale Areva (vedi Greenpeace "L'uranio di Areva sta uccidendo il Niger"). La Francia, dopo Fukushima, è rimasta con il cerino nucleare in mano e con la Francia anche l'Europa. Due modelli di sviluppo inconciliabili sono davanti a noi, uno legato alle rinnovabili e al risparmio energetico, rappresentato dalla Germania, e un'altro nucleare, della Francia. Su questo tema l'Europa deve pronunciarsi attraverso un referendum collettivo. Gli europei devono decidere della politica energetica dell'Europa e del loro futuro, non soltanto i singoli governi. Alle frontiere occidentali dell'Italia sono schierate 7 centrali nucleari francesi, da Super Phénix a Marcoule. Qualcuno ci ha chiesto il permesso? Se un aereo di linea, come è successo l'11 settembre, fosse dirottato su una centrale, parte della Francia e dell'Italia diventerebbero un deserto radioattivo. Il Giappone, quando si sarà ripreso, abbandonerà l'energia nucleare. Le borse mondiali lo hanno già fatto, le industrie del nucleare sono andate a picco. Le lobby non si faranno mettere da parte così facilmente, controllano i media che hanno seppellito Fukushima con il corpo ancora caldo. L'Europa ha bisogno di statisti, non di affaristi alla Sarkozy o alla Berlusconi. Siamo in guerra e la vinceremo. Ps: Le "Facce da nucleare" dell'opposizione che si sono assentate alla votazione per l'accorpamento del referendum con le elezioni amministrative sono: Capano, Cimadoro, Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi, Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino, Samperi. - Scarica il volantino delle "Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il referendum su FB La Libia è più connessa dell'Italia Minipost 24.03.2011 Perché in Libia c'è la rivoluzione e in Italia no? La ragione è che i libici si informano in Rete e noi con la televisione. "Sono un ragazzo di 18 anni, e ne farò 19 a inizio aprile. La settimana scorsa ho notato che il sito che uso da sempre per i test di velocità di connessione, www.speedtest.net, il più utilizzato a livello mondiale, ha introdotto un nuovo servizio: http://netindex.com/. Mentre scrivevo sono andato a riguardare l'elenco e adesso devo tenermi alla scrivania per evitare di iniziare a ruotare sulla mia sedia assieme ai miei testicoli: dal 41esimo posto dove eravamo la settimana scorsa, questa sera siamo al 71esimo. Sotto il Kazakistan, la Libia, il Cile, Trinidad e Tobago. È una cosa allucinante. Un mio compagno che vive a Bevera, piccola frazione brianzola, non ha nemmeno l'ADSL. Ma ok, vive in una viottola quasi immersa in un bosco, lo posso anche capire. Ma a Desio non lo posso accettare. Non posso accettare che nel 2011, in Italia abbiamo una connessione di cinque volte inferiore a quella della Romania. Siamo ben dopo IL GHANA! Ci rendiamo conto del fatto che hanno speso miliardi in opere inutili, con i quali avrebbero potuto mettere la fibra ottica in tutto il paese? Altro che V day, ci vorrebbe il linciaggio pubblico. Viviamo in un paese che cade a pezzi. I monumenti cadono a pezzi, le statue, gli edifici storici. La Villa di Monza, la reggia di Caserta, sono solo due esempi. Mi son rotto i coglioni di un Paese che ostacola la comunicazione. Sembra di vivere nel chewingum a nessuno frega un cazzo di nulla, nessuno è disposto a fare nulla, perché tutti i media minimizzano. Parlando di queste ed altre cose in classe durante l'ora di storia, l'altro giorno un mio compagno, a fine discorso, calato il silenzio, ha sintetizzato la nostra situazione esordendo con "Bellammerda, l'Italia!". Flaviano G. 8 Noi non molleremo mai! I bambini di Chernobyl Minipost 25.03.2011 Energia 25.03.2011 Questi partiti, nessuno escluso, pur di non mettere all'ordine del giorno al Senato la proposta di legge popolare "Parlamento Pulito" scioglierebbero le Camere. Dov'è la voce del Presidente della Repubblica così attento alle forme della democrazia? "Caro Beppe, ricordi le 350.000 firme di Parlamento Pulito? Quelle che dal 14 dicembre 2007 giacciono nel cassetto della Commissione Affari Costituzionali del Senato? Quelle che se non verranno prese in considerazione in questa traballante legislatura andranno al macero senza neanche essere riciclate? Quelle di 350.000 cittadini che in un magnifico 8 settembre 2007 hanno riempito per tutta la giornata le piazze d’Italia facendo la fila per ore pur di poter mettere la firma a supporto della proposta di legge d'iniziativa popolare che vuole mandare via i condannati dal Parlamento, mettere il limite di due legislature e reintrodurre il voto di preferenza? Noi vogliamo ricordarci di quelle firme avendole raccolte con passione e certificate per il deposito in Cassazione. Per noi rappresentano la massima espressione di partecipazione popolare democratica di questo Paese insieme allo strumento del referendum. Gli strumenti di iniziativa popolare non devono essere ignorati dai nostri dipendenti. Ecco perché il 16 aprile, a Roma ed in tante piazze d’Italia, noi semplici cittadini e/o aderenti al Movimento 5 Stelle torneremo di nuovo in piazza per difenderle, quelle firme, dal menefreghismo della casta politica e dalla lenta ma incalzante deriva civica che la stessa vuol far prendere a questo Paese. Ci vediamo in piazza? Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure." Gli Amici di Beppe Grillo di Roma - MoVimento 5 Stelle L'orologio dell'apocalisse fu messo in carica nel dopoguerra alle ore 23.53. A mezzanotte in punto il mondo sarebbe finito a causa di una guerra nucleare. Al contrario di un comune orologio, le cui lancette vanno solo avanti, le sue sono andate sia avanti che indietro. Il tempo comune non esiste per la distruzione dell'umanità. Oggi l'orologio segna le 23.54, sei minuti a mezzanotte. In un solo caso arrivò a un minuto dagli ultimi rintocchi, durante i missili di Cuba del 1962, ma la soluzione della crisi fu così veloce che l'orologiaio non fece in tempo a spostare la lancetta in avanti. Dal 1945 ad Alamogordo, nel New Mexico, dove avvenne il primo test nucleare sono state fatte esplodere più di duemila testate nucleari nel mondo. Le prime due, "Little Boy" (Piccolo ragazzo) e "Fat Man" (Uomo grasso) hanno precorso i moderni aiuti umanitari in Iraq e in Afghanistan. La Storia ci ha infatti insegnato che Hiroshima e Nagasaki con le loro centinaia di migliaia di vittime civili (soprattutto donne e bambini) servirono per evitare un numero più alto di caduti tra i militari americani per la conquista del Giappone. Un sacrificio necessario. Le testate nucleari sono come le caramelle e i "test" sono proseguiti un po' ovunque dalle isole del Pacifico, predilette da Francia e Stati Uniti, alle regioni interne dell'Asia, mete nucleari della Cina e dell'Urss, ma anche dalla Gran Bretagna che ha nuclearizzato alcune remote regioni australiane. Nel dopoguerra i terrestri si sono bombardati da soli, senza riuscire a distruggersi. Visti da qualche civiltà aliena sembriamo lemming tenaci che si buttano a ripetizione in un precipizio. Siamo sopravvissuti alle bombe atomiche, ma l'orologio dell'apocalisse non poteva prevedere che la fine dell'umanità potesse avvenire per il nucleare civile, il cosiddetto "nucleare buono". Ci sono circa 500 centrali nel mondo. Gli incidenti sono stati migliaia, i più importanti Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima. Con l'aumento delle centrali aumenta il numero di incidenti per un semplice calcolo delle probabilità. Il prossimo incidente potrebbe essere l'ultimo. Ogni centrale sposta la lancetta in avanti di qualche secondo. Ogni tensione internazionale aumenta le possibilità di atti terroristici contro gli impianti nucleari. Durante l'ultima guerra mondiale non esistevano centrali nucleari, altrimenti non saremmo qui. Chi proteggerà le centrali in caso di conflitto? L'orologio dell'apocalisse va fermato. Quando una guerra finisce, si può ricominciare, ma dopo Chernobyl la vita per un territorio immenso è finita per sempre. Esiste un'associazione, La Rondine (email: [email protected]), che aiuta i bambini che vivono in Bielorussia 9 a sfuggire almeno per qualche mese all'anno alle radiazioni che persistono dopo 25 anni anche all'esterno dell'area vietata di 30 km di diametro. I bambini possono essere ospitati da una famiglia italiana durante l'estate. E', come descritto nel video da Sergio Bollini, un'esperienza che ti cambia la vita. Europa senza paracadute Economia 26.03.2011 indebitato a sua volta. In attesa del suo bail out. Avverrà come in alcune cene in cui tutti, tranne uno, si sono dimenticati il portafoglio a casa. E quell'unico, la Germania, pagherà per tutti. ULTIM'ORA: Tremorti per non essere buttato fuori dall'Europa, dopo aver equiparato il debito pubblico al risparmio privato (concetto inesistente in un'Europa con la libera circolazione dei capitali) si è inventato il "debito atomico" che l'Italia non ha e gli altri Stati sì perchè devono smantellare le centrali nucleari. Ma il nucleare non era, fino a ieri, il futuro della nostra economia? E' l'Europa del bail out, che significa salvataggio, ma anche lanciarsi con il paracadute. Ora è il turno del Portogallo, prima sono state buttate di sotto Grecia e Irlanda. Bail out ha un suono che ricorda una caramella mou e un cucchiaino di miele, un plum cake, una zuppa inglese, ma nessuno lo vuole deglutire fino all'ultimo momento. Il retrogusto è infatti di olio di fegato di merluzzo. Bail out vuol dire che l'Europa ti presta i soldi per evitare il default e l'uscita dall'euro e, contemporaneamente, ti toglie la sovranità economica dopo quella monetaria. Il ministero dell'Economia diventa una succursale della BCE Il Portogallo è senza governo dopo le dimissioni di Socrates, i suoi titoli pubblici per essere venduti hanno bisogno di alzare gli interessi, da gennaio sono passati da 6,4 a 7,66%. Un cappio al collo che si stringe sempre più. Con l'aumento degli interessi aumenta il debito sino al momento in cui non riesci a pagare gli interessi. Un tempo se ne usciva con l'inflazione, stampando moneta nazionale, oggi con il bail out. Il Portogallo ha annunciato misure anti crisi da tempi bui come una tassa sulle pensioni, il blocco delle grandi infrastrutture tra cui i treni ad alta velocità e un forte aumento dell'IVA. Gli occorrono almeno 80 miliardi di euro per non fallire che verranno da Bruxelles. Il Portogallo per il momento dice no all'olio di fegato di merluzzo, ma domani dirà sì al Fondo anticrisi europeo. Questo salvadanaio di 700 miliardi è un'illusione ottica, chi ci mette i soldi, a parte la Germania e alcuni Stati del Nord Europa, è indebitato come o peggio del Portogallo. Soldi virtuali. L'Italia dalle pezze al culo partecipa al fondo con 125,96 miliardi di euro. E' la stessa Italia che ha raggiunto il record di 1.879,9 miliardi di debito, con una disoccupazione reale intorno al 20%, con un deficit pubblico previsto nel 2011 del 4,3% (il Portogallo è al 4,9%) e un indebitamento sul PIL al 116% (superato in Europa solo dalla Grecia). Dove trova i soldi per aiutare gli altri se sta andando a fondo? Se la UE gli sta chiedendo un risanamento di 40 miliardi all'anno? Lo stesso discorso vale per la Spagna che sarà la prossima a entrare in crisi. L'Europa ricorda il dipinto di Bruegel il Vecchio "La parabola dei ciechi", dal sottotitolo "Così va il mondo," nel quale dei ciechi si tengono uno all'altro in fila indiana mentre camminano. Il primo cade in una fossa e gli altri lo seguono. Se uno Stato si indebita e non riesce a pagare il suo debito, la soluzione europea per mantenerlo nell'euro è di indebitarlo ancora di più con il bail out. Fantastico. Chi presta i soldi al Portogallo è, come la Spagna e l'Italia, La douce France nucléaire Minipost 26.03.2011 La Francia è la vera malata d'Europa. L'uscita dal nucleare sarà catastrofica per i francesi. Devono riconvertire completamente la loro economia. Quasi l'80% dell'elettricità francese è generata dalle centrali nucleari, pari a un terzo di tutte le centrali europee, che danno lavoro a 200.000 persone. La Francia vende centrali nucleari. Il PIL francese, secondo la Società Francese per l'Energia Nucleare, non può fare a meno del business nucleare che produce dai 20 ai 28 miliardi di euro all'anno. La fine del nucleare vorrebbe dire la chiusura di tutte le centrali nel tempo, con costi di qualche miliardo (per difetto) per ognuna e la riconversione completa dei sistemi di produzione di energia. Adieu douce France nucléaire. Ps: Le "Facce da nucleare" dell'opposizione che si sono assentate alla votazione per l'accorpamento del referendum con le elezioni amministrative sono: Capano, Cimadoro, Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi, Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino, Samperi. - Scarica il volantino delle "Facce da nucleare" e diffondilo Partecipa a "Spegni il nucleare" con il referendum su FB 10