Spulcio la posta ammucchiata sulla scrivania: con la
mano spingo le tante buste
che deduco contengano
bollette e fatture da pagare
e le faccio scivolare di lato,
senza degnarle di particolare attenzione, mentre trattengo invece nell’altra mano quelle che sembrano
contenere altre comunicazioni.
Nel mio immaginario ho
sempre invidiato chi riceve
tanta posta, come il mio
vecchio parroco che ogni
giorno dopo pranzo si metteva sul divano in un vero e
proprio rito dell’apertura di
buste e lettere, come Padre Pio, che riempì di lettere gli scaffali della sua cella;
mai avrei pensato che oggi
ne avrei persino provato
noia e pesantezza. Chissà,
forse il motivo sta nel fatto
che non vi trovo mai sor-
prese, ma sempre e solo soldi da pagare.
In mano dopo lo spoglio mi rimangono solo una lettera di quelle leggere di posta aerea e un bigliettino bianco: la
prima viene dal dispensario di Nyaururu, il cartoncino invece porta l’indicazione del Comune di Padova, Settore
Provveditorato. «Finalmente qualche cosa di curioso! Che sarà mai questo Provveditorato?». Lo volto dall’altro
lato e la data è del 4 gennaio 2010; seguono poche righe: «La S.V. è invitata a presentarsi a questo ufficio nei
giorni sotto indicati per ritirare, previo pagamento dei diritti dovuti - €1 - oggetti e documenti rinvenuti.»
Istantaneo è l’andare nella mia memoria all’ennesimo furto del portafoglio occorsomi qualche giorno prima di
Natale. Ormai, in un intero pomeriggio piovoso, avevo già fatto quello che dovevo fare: la denuncia ai carabinieri
di Prato della Valle, il blocco del bancomat, della carta di credito e del libretto degli assegni, quattro foto tessera
per la richiesta del duplicato della patente di guida, che mi era già arrivato.
C’è un aspetto di quella comunicazione però che ha la capacità di rendermi ancora felice, che fa di quel cartoncino una bella sorpresa, ma per spiegarmi bene devo raccontare un’altra storia.
Comunità Cristiana di San Martino
Settimana dal 17 al 24 gennaio 2010
Via San Martino 26 - 35142 Padova - Telefono e fax 049 680874 e-mail: [email protected] - www.voltabrusegana.too.it
Dovete sapere che il mio momento preferito di
“ricreazione” durante la settimana è andare a cena la
domenica sera con qualche amico in ristoranti o agriturismi. Mi piace assaggiare le specialità, fare dei giudizi
sul vino, comparare i prezzi. Nei locali che mi soddisfano sono solito prendere il bigliettino da visita che ripongo gelosamente proprio nella taschina del mio portafoglio.
In questi anni mi sono fatto una vera e propria
“raccolta”, alla quale ho aggiunto anche ristoranti e
alberghi che girando per l’Italia ho incontrato.
Questi biglietti da visita acquistano la loro importanza
quando qualcuno mi chiede dove poter andare a mangiare qualcosa di particolare, chessò del buon lesso o
del baccalà, ma soprattutto mentre aspetto la domenica sera, perché a seconda delle varie “voglie” che ci
prendono, li estraggo e prenoto il posto giusto.
Ultimamente, da quando non ho più quei bigliettini, la
storia delle mie domeniche sera è un po’ cambiata: vado così a naso e in posti dove la prenotazione non serve… Insieme al mio portafoglio mi è stato rubato anche
il mordente di quell’unico momento di ricreazione che
mi restava.
L’apoteosi è capitata domenica scorsa. Avevo accettato
l’invito a pranzo di Alessandra e Massimo che non si
sono sicuramente risparmiati in fantasia e in quantità:
un sacco di antipasti, con crostini e salsette strane; ben
due primi: pasticcio e pasta alle arance e alici; poi i secondi: cotechino con il cren, che adoro; poi i dolci: crostoli e frittelle. Non mi sono tirato indietro su nulla ed
era tutto squisito. Se fosse stato un ristorante però non
avrei ritirato il biglietto di visita, perché faceva freddo:
nonostante fossero tutti tranquilli e addirittura Massimo viaggiasse con la sola camicia con le maniche arrotolate, io avevo freddo. Ogni tanto buttavo l’occhio sul
dispositivo digitale del riscaldamento che era fermo a
19 gradi e compresi che non avrei avuto alcuna speranza di un miglioramento climatico. Alessandra lo portò
solo a venti dopo che ebbi il coraggio di esprimere il
desiderio di avere un plaid per le gambe, che con gioia
condivisi con Fabio, che tra le risate di tutti mi aiutò a
far capire che il freddo ha dell’oggettivo quanto il caldo.
Una volta a casa mi ripresi dal punto di vista termico,
ma non della digestione, sentendomi ormai prossimo
alla tracimazione. Celebrai la messa e quando si presentarono gli amici per andare a cena fuori, presi tempo. Li invitai in canonica, ci sedemmo e iniziai un dialogo poco convinto: «Dove andiamo? Mah… Si potrebbe… Ma non ho tanta fame…» che ben presto sfociò in
un più sincero: «Cosa dite se mangiamo qualche cosa
qui in canonica?»
Siccome, da parte mia, non c’era tanta voglia di stare
sui fornelli, mi sembrò illuminante la proposta di met2
tere in pentola a pressione un po’ di carne da lesso e di
farci due tortellini in brodo.
Mentre ascoltavamo lo sbuffare del vapore dalla valvola della pentola, pensai di coprire l’attesa con una fetta
di salame che mi era stato regalato proprio domenica e
una bottiglietta di vinello come aperitivo. Quando servii
i tortellini in brodo non avevo più fame, sporcai appena
il piatto, tanto per non lasciar mangiare i miei ospiti da
soli. La carne lessa rimase intonsa, nello stesso posto in
cui l’avevo appoggiata al centro del tavolo. Quando i
miei amici se ne andarono, quella serata sembrò cancellarsi… Come se non ci fosse mai stata.
Attenti a quello che vi sto scrivendo: se avessi avuto il
mio portafoglio con i miei bigliettini da visita, la storia
sarebbe stata decisamente diversa, sarei andato ugualmente a pranzo, ma avrei inventato mille scuse per non
mangiare tutto, non avrei preso sicuramente né gli antipasti né tanto meno i dolci. Più leggero, la sera sarei
corso fuori dalla chiesa, avrei telefonato ad un numero
impresso su uno di quei bigliettini e con la mia attesa
avrei come il solito contagiato anche i miei amici e saremmo partiti senza indecisioni.
Tutti i momenti che viviamo possono essere diversi anche a seconda del come ci siamo preparati ad essi; se
nell’attesa avremo saputo ritagliare un posto in questa
vita che ci piove addosso senza alcun ordine, allora avranno lo spazio per espandersi, per essere gustati, per
mostrare tutte le loro potenzialità; altrimenti se ne staranno stretti stretti, tra corse e ansie e non potranno
che passare senza lasciar traccia.
Questo è molto importante per quei momenti che riteniamo ci portino un po’ di serenità e che possono ricrearci. Non basta programmarli genericamente nel
nostro futuro: hanno bisogno di spazio anche prima,
così come non c’è di meglio che aspettare la cena della
domenica sera con un po’ di digiuno.
Forse per questo la chiesa consiglia prima di celebrare
la liturgia un digiuno di un’ora, come per ricordarci che
se vogliamo che quella celebrazione comunitaria lasci
un buon segno dentro di noi, è chiaro che non può piovere tra una corsa e l’altra, tra un boccone e l’altro,
incastrarsi come tanti tetramini di un Tetris esistenziale.
In quello che vi ho raccontato ho capito che anche il
vuoto ha un suo valore quando viene scelto per precedere e preparare a qualche cosa di bello; in questo caso
non è solo vuoto, ma è l’anticipo di quel gusto che sentiremo meglio dopo.
Non mi sono ancora recato in ufficio Provveditorato,
ma spero vivamente che mi restituisca i miei biglietti da
visita, insieme al gusto di digiunare per vivere un po’ di
ricreazione con i miei amici.
Nell’ultimo Consiglio Pastorale Parrocchiale è emerso come sia indispensabile dare non solo delle
spiegazioni alla proposta di creare una Prima Accoglienza piuttosto operare affinché sia una scelta di
tutta la comunità, perché sgorghi da una carità autentica. Non si tratta primariamente, infatti, di rispondere a dei bisogni del nostro mondo perché
quattro letti in più non farebbero sicuramente la
differenza, ma di cogliere l’occasione per fare insieme un cammino che porti ciascuno di noi a scoprire il senso evangelico della carità e della giustizia. È indispensabile, perciò, darci prima di tutto
del tempo per mettere insieme le opinioni, le paure e le idealità: potremo condividere pienamente
con altri solo nel momento in cui saremo stati capaci di condividere tra noi.
Questo progetto è una occasione “forte” prima di
tutto per noi per educarci alla Carità, quella del
Vangelo … e anche se alla fine di questo periodo
non riusciremo a prendere delle scelte concrete,
questo tempo non sarà stato sicuramente vano.
È da prendere come essenziale, in questo percorso, l’esortazione che Paolo VI fece in un discorso
alle Caritas: «Tutto ciò, naturalmente, suppone
uno sforzo da parte vostra per creare armonia e
unione nell'esercizio della carità …» Se nascerà
qualcosa di significativo per la nostra comunità
parrocchiale e per il territorio lo sarà solo se saranno rispettate queste condizioni: rispetto dell’armonia e dell’unione.
Prima del progetto è molto meglio che ci creiamo
degli spazi di riflessione personali e di comunità.
Personali perché chi è convinto del valore della
proposta come chi ha opinioni opposte sia disposto ad ascoltare, ad accogliere prima di giudicare.
Per facilitare un tale clima sarà meglio partire da
questo presupposto: non è stato ancora deciso
nulla e tutto quello che si deciderà lo si farà insieme, non è stato ancora valutato nulla e il valore di
ciò che faremo lo daremo solo insieme.
Poi spazi comunitari: ci dovremo muovere per creare momenti di incontro, di informazione. Una volta colti paure e desideri dovremo trovarci insieme
per analizzarli, per capirli bene.
La logica dell’accoglienza ci interpella molto prima
che la destinazione di uno spazio per l’accoglienza.
Questa logica ci è proposta in ogni celebrazione
eucaristica domenicale, dove ci è offerto uno stile
di vita non solo tollerante, ma capace di rispettare
ed accogliere idee che non condividiamo in uno
stile di fraternità ecclesiale.
Una regola vale per tutti: accogliere l’altro significa
evitare di pensare di essere portatori della verità e
dell’ordine perfetto delle cose. Accogliere, in fondo, significa proporre nuove occasioni di vita, inventare strade nuove.
Sarà un bel cammino quello che avremo davanti,
dovunque ci porti. Fidatevi!
EMERGENZA TERREMOTO HAITI
CARITAS
ITALIANA
La Chiesa italiana ha espresso la propria vicinanza alla popolazione e ha invitato le comunità ecclesiali «a pregare per quanti sono stati colpiti dal tragico evento e a sostenere le iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas italiana con
l’obiettivo di alleviare le sofferenze di quella popolazione. La Presidenza della
CEI, per far fronte alle prime emergenze e ai bisogni essenziali delle persone colpite dal terremoto, ha stanziato due milioni di euro dai fondi derivanti dall’otto
per mille».
3
Domenica 17
gennaio
DOMENICA 17 GENNAIO
Ore 10.15
Consegna della missionarietà
Questa volta sono i ragazzi del gruppo Emmaus
che faranno un altro passetto nel loro inserimento nella comunità cristiana scoprendo che
il Vangelo porta anche fuori dalle proprie case
e comunità con la spinta di quell’amore che
non può essere contenuto da nessun confine.
I ragazzi si sono preparati con un incontro aperto a tutti, SABATO 16 GENNAIO, in sala polivalente dove hanno invitato DON ALBINO BIZZOTTO a raccontare loro la sua esperienza di
fondatore dell’associazione BEATI I COSTRUTTORI DI PACE.
LUNEDI’ 18 GENNAIO
Ore 21.00
CONSIGLIO CIRCOLO SAN MARTINO
Ordine del giorno:
- Stesura di tutte le attività / feste parrocchiali 2010
- Formalizzazione tesseramento 2010 e incarichi
(segretario - tesoriere - responsabile sport)
- Ringraziamento alla parrocchia per il 5X1000
- Decidere data dell'assemblea dei soci per approvazione bilancio 2009
- Formalizzare la formula dei bilanci trimestrali per i
vari gruppi anche se non ci sono attività
- Discussione sulla possibilità di fare una cena per i
lavoratori (Sagra / Lavori ordinari in parrocchia)
- Trovare un modo per la sensibilizzazione per inserire nuovi turnisti
- Bilancio delle feste principali 2008 (festa del pesce - festa della birra - sagra)
- Varie ed eventuali
Ore 21.00 SANT’AGOSTINO
COORDINAMENTO VICARIALE
MARTEDI’ 19 GENNAIO
Ore 21.00
INCONTRO CON I CATECHISTI
SABATO 23 GENNAIO
Ore 21.00 in patronato
CORSO PER FIDANZATI
“LA RICETTA DELL’AMORE”
4
Prossima date :
30 gennaio, 6 febbraio
dalle 21.00 alle 22.30
8.00 Rita e Giuseppe
10.15 per la comunità
11.30 per la comunità
18.30 per la comunità
18.00 Silvana Zangrande
Lunedì 18
gennaio
16.00 per la comunità
Martedì 19
gennaio
Mercoledì 20 16.00 Danilo Orteschi
(anniversario)
gennaio
Giovedì 21
gennaio
9.00 per la comunità
Venerdì 22
gennaio
16.00 per la comunità
18.30 Cipriani Palmira, Molinari Armando, Antonio Cocchio
Sabato 23
gennaio
Domenica 24
gennaio
8.00 per la comunità
10.15 per la comunità
11.30 per la comunità
18.30 per la comunità
18-25 gennaio 2010
SETTIMANA DI
PREGHIERA PER
L’UNITA’ DEI
CRISTIANI
Quest’anno il tema è:
VOI SARETE TESTIMONI DI TUTTO CIO’.
La prima testimonianza
che diamo come cristiani non è fatta dalle
chiese o dai patronati
che costruiamo ma
dall’unità,
dall’accoglienza che viviamo, dalla nostra capacità
di comunione.
Quindi oltre alla preghiera, in questa settimana, ci
impegniamo nei diversi gruppi di pesare il nostro
grado di unità, le nostre aperture e le nostre chiusure.
Da Battesimo
Pasta delle Nonne
GRAZIE A
€ 100,00
€ 2.000,00
Scarica

Settimana dal 17 al 24 gennaio 2010 Comunità Cristiana di