omaGGio a GIORGIO GABER Io mi chiamo G... Io mi chiamo G... LO SPETTACOLO L’associazione culturale “Lo scoiattolo” ha allestito uno spettacolo che ripercorre il cammino artistico di Giorgio Gaber attraverso alcune delle sue canzoni e dei suoi monologhi più significativi i PROTAGONISTI Osvaldo Ardenghi voce solista, cori e monologhi Cristina Gambalonga voce solista e cori Stefano Bertoli batteria e percussioni Alfredo Savoldelli contrabbasso e basso elettrico Paolo Manzolini chitarra elettrica e acustica Carlo Magni pianoforte elettrico e tastiere Marino Remigi sassofoni, clarinetto e arrangiamenti Damiano Nembrini illustrazioni per un commento vignettistico a canzoni e monologhi su questo libretto e in presa diretta durante lo spettacolo Fabio Gualandris coordinamento artistico e regia 2 PRESENTAZIONE Quante volte ascoltando una canzone di Giorgio Gaber accompagnando l’ascolto con la lettura del testo, ho provato emozione e condiviso di lui pensiero, ironia, profondità dei messaggi, arrabbiature, ma soprattutto ho ammirato il suo sapersi mettere in discussione senza accampare scuse e scaricare responsabilità. È nato così il desiderio per questo tentativo di rivisitazione del cammino artistico di Giorgio Gaber. Il suo è stato un percorso mai banale e ripetitivo, sempre rivolto alla ricerca della verità, lasciando sempre spazio alla speranza anche nelle “arrabbiature” testimoni dei momenti di sconforto. Il saggio Bayazid diceva: «Quand’ero giovane ero un rivoluzionario e tutte le mie preghiere a Dio erano: “Signore, dammi la forza di cambiare il mondo”. Quand’ero ormai vicino alla mezza età e mi resi conto che metà della mia vita era passata senza che avessi cambiato nulla, mutai la mia preghiera in: “Signore, dammi la grazia di cambiare tutti quelli che sono in contatto con me. Solo la mia famiglia e i miei amici, e sarò contento". Ora che sono vecchio e miei giorni sono contati, comincio a capire quanto sono stato sciocco. La mia sola preghiera ora è: “Signore, fammi la grazia di cambiare me stesso”. Se avessi pregato così fin dall’inizio non avrei sprecato la mia vita». Se ognuno pensasse a cambiare se stesso, tutto il mondo cambierebbe. Per questo ammiro Giorgio Gaber. Fabio Gualandris 3 Giuoco di bambini: IO MI CHIAMO G È nato in un prato un fiore delicato, è nato in un prato un fiore delicato. È nato, è nato… Il mio papà è forte, sano e intelligente. Il mio papà è debole, malaticcio e un po’ scemo. La mia mamma è molto bella assomiglia a Brigitte Bardot. La mia mamma è brutta, bruttissima, la mia mamma assomiglia a… la mia mamma non assomiglia! Io sono figlio unico e vivo in una grande casa con diciotto locali spaziosi. Io vivo in una casa piccola, praticamente un locale, però c’ho diciotto fratelli. È nato in un prato un fiore colorato, è nato in un prato un fiore già appassito, il fiore colorato è stato concimato, il fiore già appassito è stato trascurato. Orbene affinché nel confronto quel fiore non ci perda diamogli un po’ di merda! Da “Il signor G” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagioni teatrali 1970/1971 e 1971/1972 1970 Carosello Records & Tapes 4 LA LIBERTÀ La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione. 5 Da “Dialogo tra un impegnato e un non so” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1972/1973 1972 Carosello Records & Tapes COSA MI SONO PERSO Ma ti rendi conto, essere a casa e pensare... ... questa sera mi sono perso il Macbeth: che colpo ragazzi! Venerdì mi perdo La tempesta: sono già tutto eccitato! Sabato invece sono a posto, non vado al dibattito sul nucleare: e anche lì me la godo! Io prima non andavo e basta... e invece di più, molto di più; non riuscivo a gustarmi così l’idea di non esserci. Da “Io se fossi Gaber” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1984/1985 1985 Carosello Records & Tapes 6 C’È UN’ARIA Lasciateci aprire le finestre lasciateci alle cose veramente nostre e fateci pregustare l’insolita letizia di stare per almeno dieci anni senza una notizia. 7 Da “Io non mi sento italiano” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini CGD East West s.r.l. - 2003 Warner Music Italy LA SEDIA DA SPOSTARE Secondo me quella sedia lì va spostata. Anche secondo me quella sedia lì va spostata. Facile dirlo quando l’han detto gli altri. Se è per questo sono anni che lo dico e nessuno mi ascolta. ... E allora non c’è scelta: elezioni anticipate. No, le elezioni oggi no. Sarebbe troppo grave per il Paese. Forse domani. Rimane il problema urgente della sedia da spostare. Su questo sono d’accordo. Può essere un punto d’incontro. Parliamone. Parliamone. Da “E pensare che c’era il pensiero” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1995/1996 1995 Carosello Records & Tapes 8 DESTRA-SINISTRA L’ideologia, l’ideologia malgrado tutto credo ancora che ci sia è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché con la scusa di un contrasto che non c’è se c’è chissà dov’è. Ma cos’è la destra cos’è la sinistra... Tutti noi ce la prendiamo con la storia ma io dico che la colpa è nostra è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. 9 Da “La mia generazione ha perso” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini 2001 CGD East West s.r.l. IO NON MI SENTO ITALIANO Questo bel Paese pieno di poesia ha tante pretese ma nel nostro mondo occidentale è la periferia. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Questo bel Paese forse è poco saggio ha le idee confuse ma se fossi nato in altri luoghi poteva andarmi peggio. Da “Io non mi sento italiano” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini CGD East West s.r.l. - 2003 Warner Music Italy 10 ANGELERI GIUSEPPE Buongiorno ragazzi. Anzi ciao! Sì, sì va bene mi piace, fate pure, parlate, parlate, sì capisco, e sì sì certo… Io sono Alberto, Alberto Vannucchi, il vostro nuovo maestro. Vi accorgerete subito che con me è tutto diverso. Niente autoritarismo, sono qui per lavorare su richiesta anzi per imparare, sì per imparare con voi. Tra di noi ci sarà un rapporto di lavoro collettivo e di amicizia. Scusate se faccio l’appello, so che sono cose superate ma è per loro, sì, è per loro, non si può fare a meno di una certa prassi. Non si può fare a meno di una certa prassi anche se tutti sappiamo che è una formalità eh! Dunque allora cominciamo eh: Angeleri Giuseppe. Tutti i bambini: Presente! Uhm, uhm, uhm… No, adesso non so cosa fare sì. Voglio dire ho capito siamo tutti uguali, giusto, giusto, oppure non sappiamo bene chi siamo, meglio, sì sì infatti… 11 Da “Anche per oggi non si vola” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1974/1975 1974 Carosello Records & Tapes IL DILEMMA Questa voglia di non lasciarsi è difficile da giudicare, non si sa se è una cosa vecchia o se fa piacere, ai momenti di abbandono alternavano le fatiche con la gran tenacia che è propria delle cose antiche. Il loro amore moriva, come quello di tutti, non per una cosa astratta come la famiglia, loro scelsero la morte per una cosa vera come la famiglia. Da “Il teatro canzone” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1991/1992 1992 Carosello Records & Tapes 12 GOGANGA Buon giorno dottore, come vede sono affetto da questo grave difetto, questo fischio non m’abbandona e le donne ridono di me. O o o caro signore per i malati di fischietto, ho brevettato questo apparecchietto, permette glielo applico e vedrà lei guarirà. 13 “Goganga” di M. Rapetti - G. Gaber - R. Angiolini 1963 BMG Ricordi S.p.A. LA PAURA Eccolo, è a cinque metri, è finita! ...quattro, tre, due, uno... ... Niente. Era soltanto un uomo: un uomo che senza il minimo sospetto mi ha sorriso, come fossimo due persone. Che strano, ho avuto paura di un’ombra della notte, ho pensato di tutto! L’unica cosa che non ho pensato è che poteva essere semplicemente una persona. Da “Il teatro canzone” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1991/1992 1992 Carosello Records & Tapes 14 GILDO “Gildo, mi dispiace, son guarito, devo andare...” e Gildo che naturalmente mai più nella mia vita ci avrò il gusto di incontrare nasconde, questa volta con vergogna, il suo dolore. Il cielo azzurro e teso e le mie gambe strane, senza peso attraversavo il giardino tremante come in un sogno riposante. Gli occhi delle nuove madri luccicavano e i grossi seni sotto le vestaglie biancheggiavano, solitario avvertivo quel candore, quell’aria di purezza e il cielo era azzurrino e c’era un po’ di brezza e stranamente un senso d’amore che non so dire... 15 Da “Anni affollati” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1981/1982 1982 Carosello Records & Tapes L’ODORE Il puzzo sovrasta, ce l’ho nella pelle, che schifo mi faccio, che corpo ignorante così puzzolente! Come faccio con tutta la gente che mi ama e mi stima, come faccio? Non c’è niente da fare la puzza è più forte di prima, che schifo! Io che c’avevo tanti amici, sono uno che lavora, mi son fatto una carriera, non è giusto che la perda, mi son fatto tutto da me! Io che conosco tanta gente, son venuto sù dal niente, c’ho una bella posizione, non è giusto che la perda, mi son fatto tutto da me, mi son fatto tutto da me... Mi son fatto tutto di merda! Da “Il teatro canzone” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1991/1992 1992 Carosello Records & Tapes 16 ALGEBRA La visita non gradita di un conoscente... ... un incontro formale tra gente “educata” che innalza barriere costruite con complicati calcoli e piccole menzogne a difesa dell’immagine personale 17 “Far finta di essere sani” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1973/1974 2002 Carosello Records & Tapes L’ILLOGICA ALLEGRIA Da solo lungo l’autostrada alle prime luci del mattino... a volte spengo anche la radio e lascio il mio cuore incollato al finestrino... È come un’illogica allegria di cui non so il motivo, non so che cosa sia... È come se improvvisamente mi fossi preso il diritto di vivere il presente... Da “Il teatro canzone” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1991/1992 1992 Carosello Records & Tapes 18 L’INGRANAGGIO ... devo andare sempre avanti senza smettere un momento, devo andare sempre avanti e lavorare, lavorare, lavorare, e continuare a lavorare, lavorare, lavorare, e non fermarsi mai. ... avere dentro il senso che non sei più vivo e faticare tanto, trovarsi con un vecchio amico e non saper che dire. Capire che non ho più tempo per il riso e il pianto, saperlo e non aver la forza di ricominciare. Non è che mi manchi la voglia o mi manchi il coraggio, è che ormai son dentro nell’ingranaggio. 19 Da “Dialogo tra un impegnato e un non so” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1972/1973 1972 Carosello Records & Tapes LA NAVE Una nave una nave grande, enorme una nave che va non si sa dove va non si sa da dove è partita... ... e sopra molti, praticamente tutti. La nave è la vita Per tutti c’è un buon trattamento ognuno ha il suo posto nel proprio recinto mi sembra anche giusto. Il mare com’è strano il mare, non è che non senta la sua poesia ma mi fa vomitare. Avanti, avanti, avanti, si può spingere di più insieme nella vita a testa in su. Da “Anche per oggi non si vola” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1974/1975 1974 Carosello Records & Tapes 20 FAR FINTA DI ESSERE SANI Vivere, non riesco a vivere, ma la mente mi autorizza a credere che una storia mia, positiva o no, è qualcosa che sta dentro la realtà. Nel dubbio mi compro una moto... Liberi, sentirsi liberi forse per un’attimo è possibile ma che senso ha, se è cosciente in me la misura della mia inutilità. Per ora rimando il suicidio e faccio un gruppo di studio... 21 Da “Far finta di essere sani” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1973/1974 2002 Carosello Records & Tapes NON INSEGNATE AI BAMBINI Non insegnate ai bambini ma coltivate voi stessi il cuore e la mente stategli sempre vicini date fiducia all’amore il resto è niente. Giro giro tondo cambia il mondo. Giro giro tondo cambia il mondo. Da “Io non mi sento italiano” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini CGD East West s.r.l. - 2003 Warner Music Italy 22 LO SHAMPOO Una brutta giornata, chiuso in casa a pensare, una vita sprecata, non c’è niente da fare, non c’è via di scampo, quasi quasi mi faccio uno shampoo. Una strana giornata, non si muove una foglia, ho la testa ovattata, non ho neanche una voglia, non c’è via di scampo: sì, devo farmi per forza uno shampoo. 23 Da “Dialogo tra un impegnato e un non so” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini Stagione teatrale 1972/1973 1972 Carosello Records & Tapes Io se fossi Gaber... ... avrei incontrato Dio Io se fossi Gaber... ... avrei trovato le risposte a tutte le mie domande Io se fossi Dio avrei detto: “Grazie signor G!... ... perché hai parlato dell’uomo e delle sue contraddizioni ... perché hai cercato il senso della vita ... perché hai trovato che la risposta a tutte le domande è l’Amore.” ideazione e organizzazione info Associazione culturale “Lo Scoiattolo” via S. Anna, 4 24021 ALBINO (BG) Tel. e fax: 035.754707 e-mail: [email protected] web: www.microfonoaperto.it produzione esecutiva “Grazie signor G” • 2003 numero unico in distribuzione gratuita fuori commercio riproduzione delle illustrazioni consentita, citando la fonte in didascalia: “Grazie signor G, 2003, Fantagrafia Albino (BG)” © FANTAGRAFIA pubblicità - Albino (BG) con il patrocinio di