REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA Ufficio garante per l’infanzia e l’adolescenza LA VALENZA EDUCATIVA DEI CONSIGLI COMUNALI DEI RAGAZZI Un percorso di riflessione pedagogica (Secondo incontro) (Franco Santamaria) Udine, 4 giugno 2013 GLI OBIETTIVI DEL PERCORSO 1. Mettere in evidenza gli aspetti educativi dei CCR 2. Approfondire alcune tematiche importanti IL PUNTO DI VISTA DA CUI CI PONIAMO: QUELLO PEDAGOGICO Propone uno sguardo positivo sulle giovani generazioni (in questo caso i preadolescenti) Mette in evidenza la categoria fondamentale della “soggettività” Ritiene necessario l’apporto di più punti di vista per comprendere la situazione di un ragazzo o di un gruppo Guarda all’educazione come a un diritto dei preadolescenti e a una responsabilità del mondo adulto Tre tematiche che attraversano il percorso (e che non possiamo affrontare) I preadolescenti (Quali sono le chiavi di lettura dell’età preadolescenziale? Quali i mutamenti intervenuti e in atto? Cosa sta cambiando nei processi di apprendimento dei ragazzi?......Cfr. A. Augelli, Erranze. Attraversare la preadolescenza, FrancoAngeli, Milano 2011) L’educazione (smarrimento diffuso del copione educativo, tradimenti, svilimenti, abdicazioni, perdita della capacità profetica, ma nuove consapevolezze e nuove opportunità) I cambiamenti socioculturali Dalla società della disciplina alla società senza limiti (potenzialità e rischi: la “società drogata” di Bauman) Dalle certezze dogmatiche alla società dell’incertezza (potenzialità e rischi: il dubbio come atteggiamento non solo cognitivo ma esistenziale, la crisi delle identità) Dalla famiglia etica alla famiglia affettiva (potenzialità e rischi: atteggiamenti deleteri come la compiacenza, l’arrendevolezza, l’amicizia) Dalla società monoculturale alla società multiculturale (potenzialità e rischi) Dalla società “coesa” alla società frammentata (potenzialità e rischi: mettersi, insieme, alla ricerca di una direzione, del senso dell’essere comunità) “Professore, in cosa possiamo credere noi giovani?” (a.a. 2008-2009) L’ITINERARIO DI OGGI 1)Uno sguardo al lavoro svolto 2)Approfondimento di alcuni degli aspetti educativi del CCR 3)Individuazione di piste di lavoro (da restituire alla Regione come ipotesi per un eventuale prosieguo dell’attività formativa) IL PERCORSO FATTO Sguardo della complessità (tanti elementi, fenomeni, soggetti intrecciati insieme) Utilizzo della categoria pedagogica della “domanda educativa” (G. Milanesi, I giovani nella società complessa. Una lettura educativa della condizione giovanile, ELLE DI CI, Torino 1989) Esercizio di ricerca e di apprendimento collettivo (C. Kaneklin, Il gruppo in teoria e in pratica. L’intersoggettività come forza produttiva, Cortina, Milano, 2010) Esercizio di apprendimento dall’esperienza (L. Mortari, Apprendere dall’esperienza . Il pensare riflessivo nella formazione, Carocci, Roma 2003) Tracce di coniugazione fra approcci disciplinari diversi armi pari. La pedagogia a confronto con le altre scienze sociali, UTET, Torino 2005) (P. Bertolini, Ad ALCUNE “DOMANDE” EMERSE Cosa cercano i nostri bambini e nostri ragazzi? Relazioni significative con i coetanei e con gli adulti (essere ascoltati) Esperienze gruppali Esperienze coinvolgenti (il “linguaggio delle cose concrete”) Svolgere ruoli attivi in tutti gli ambiti di vita, partecipare effettivamente e sentirsi utili Ricomporre i tanti pezzetti dell’esistenza e trovare una direzione per sè Adulti autorevoli, autoritari, responsabili, fiduciosi Nota - Sono molto esigenti (cercano adulti competenti, rigorosi e non amici o compiacenti). Per favore, fate gli adulti……! GLI ASPETTI EDUCATIVI DEL CCR 1^ area - Il rapporto con i ragazzi Accettazione e accoglienza incondizionata Ascolto Riconoscimento delle soggettività 2^ area – I rapporti fra i ragazzi Esperienza di gruppo 3^ area - Le competenze e le funzioni degli adulti Educatore Insegnante Altre figure professionali Istituzioni 4^ area - I processi di lavoro I processi di apprendimento come processi di ri-significazione L’educazione alla partecipazione e alla cittadinanza Il divertimento, il gioco Il metodo 5^ area – Fattore indiretti: il posizionamento strategico del CCR Il suo rapporto con la Scuola e con gli altri attori educativi del territorio La sua capacità di incidere nelle politiche locali 6^ area – Fattore indiretto: le politiche per l’infanzia e l’adolescenza Le linee di indirizzo e le priorità a livello politico: Comune, Piano di Zona, Regione ALCUNI APPROFONDIMENTI (Nota - Tutto quanto emerso potrebbe/dovrebbe essere oggetto di approfondimento) La relazione educativa Il linguaggio delle cose concrete Apprendere dall’esperienza Partecipare, essere protagonisti Giocare Essere adulti-educatori Un villaggio che educa ABITARE LA RELAZIONE EDUCATIVA (per un bambino/ragazzo la relazione si rivela educativa quando……) ABITARE LA RELAZIONE EDUCATIVA (è una relazione che fa crescere e che parla molti linguaggi) Alcune consapevolezze E’ come la tela di Penelope (richiede un accudimento permanente) Rappresenta un aspetto centrale, decisivo del lavoro con bambini e con preadolescenti: è uno strumento fondamentale Senza una relazione significativa, non transita nulla (valori, regole, apprendimenti) Per un bambino/ragazzo la relazione si rivela educativa quando… - E’ accolto in modo incondizionato (accettato com’è) E’ ascoltato e accudito Fa esperienza di assunzione di responsabilità Vive un rapporto di reciprocità con l’adulto (nessuno educa nessuno…) Sperimenta la fiducia nei suoi confronti Acquisisce una maggiore conoscenza e consapevolezza di sé, delle relazioni con gli altri, del contesto in cui è inserito (D. Demetrio, Costruire processi educativi: alfabeti per capire, criteri per operare, strumenti per valutare, in R. Maurizio, a cura di, Adolescenti. Educazione e aggregazione, Fondazione “E. Zancan”, Padova 1994). Nel nostro caso il bambino/ragazzo ha potuto conoscere e comprendere più a fondo – coerentemente alla sua età – il senso e i percorsi della partecipazione, il significato e i percorsi di cittadinanza ecc. Acquisisce spirito critico (P. Mottana, Piccolo manuale di controeducazione, Mimesis, Milano-Udine, 2011) Acquisisce apertura al mondo (E. Morin, Educare per l’era planetaria. Il pensiero complesso come metodo di apprendimento, Armando, Roma 2004) N.B.B. La dimensione affettiva nella relazione educativa è fondamentale, ma non è l’obiettivo della relazione stessa: l’obiettivo sul piano educativo è prettamente cognitivo, così come il lavoro dell’adulto educatore. Come costruire processi di apprendimento a partire da tali premesse? IL LINGUAGGIO DELLE COSE CONCRETE L’educazione passa fondamentalmente attraverso le azioni e le esperienze (dalle cose concrete), piuttosto che i discorsi (apprendimento trasmissivo) Bambini e ragazzi sono fortemente attratti da esperienze coinvolgenti (“almeno un po’” entusiasmanti) ed estremamente sensibili ai significati racchiusi nelle pratiche sperimentate. Sono molto più permeabili alla forza persuasiva del fatto più che della parola (P. Bertolini, Ragazzi difficili. Pedagogia interpretativa e linee di intervento, La Nuova Italia, Firenze 1993; P. Bertolini, Pedagogia fenomenologica. Genesi, sviluppo, orizzonti, La Nuova Italia, Firenze 2003) E’ sufficiente, ai fini educativi, promuovere e realizzare esperienze? APPRENDERE DALL’ESPERIENZA (L. Mortari, Apprendere dall’esperienza. Il pensare riflessivo nella formazione, Carocci, Roma 2003) Il fare attività rischia l’attivismo, il fare fine a se stesso, che si rivela sterile da un punto di vista educativo (non fa crescere) L’esperienza (l’esperire) va accompagnato da una disciplina riflessiva (una riflessione fatta con metodo) che – ex ante, in itinere ed ex post – permetta al bambino/ragazzo di riappropriarsi di ciò che ha vissuto, delle cose che ha capito, dei dubbi che ha, dei problemi che ha incontrato, delle emozioni e dei sentimenti che ha provato. Gli deve essere data la possibilità di risignificare le cose, di ricomprendere fatti, fenomeni e di costruire un proprio punto di vista. Solo tale processo di riappropriazione, di consapevolizzazione fa delle esperienze concrete e delle relazioni un’opportunità educativa! PARTECIPARE, ESSERE PROTAGONISTI La questione centrale è relativa alla capacità/potere da parte del CCR di influenzare le scelte degli adulti, delle istituzioni locali (in particolare Comune e Scuola), di contribuire a prendere le decisioni pubbliche che riguardano “anche” i bambini e i ragazzi (art. 12 Conv.) GIOCARE GIOCARE Il gioco e il giocare non hanno solo una funzione di svago e di rilassamento Hanno una insostituibile funzione educativa Se costruiti con intenzionalità pedagogica, offrono ai bambini e ai ragazzi l’occasione di vivere una metafora del mondo, di comprendere se stessi e gli altri in un contesto protetto, di sperimentare all’interno del CCR dei “come se…” sempre più ampi, così da diventare dei giocatori-cittadini consapevoli, competenti e divertiti. ADULTI CHE EDUCANO Sono esperti di educazione, di diritti, di processi di apprendimento Sono consapevoli che anche il loro è un cammino di apprendimento (nessuno educa nessuno…) Si mettono a fianco (non si sostituiscono a loro) e sono presenti Hanno una direzione (nella vita) o la stanno cercando Sanno ascoltare (e ascoltarsi!) e trovano il tempo per farlo Comunicano calore, affettività (non sdolcinature melense) Esprimono fermezza (non rigidità ingiustificata) Manifestano coerenza (non ostinazione pervicace) Orientano nelle scelte (non scelgono al posto loro) Facilitano la costruzione di un pensiero critico, autonomo Usano il linguaggio dell’ironia, della leggerezza UN VILLAGGIO CHE EDUCA Sappiamo che, in campo educativo, oggi non c’è spazio per viaggiatori solitari Mettersi insieme, collaborare a diversi livelli è una strategia indispensabile, non accessoria Il CCR non può rappresentare una realtà isolata dal contesto, ma parte di un macramé ampio di attori sociali, pubblici e privati UN VILLAGGIO CHE EDUCA Mettersi insieme fra operatori Mettersi insieme fra istituzioni, fra pubblico e privato Mettersi insieme fra realtà territoriali Stipulare Patti Costruire, attraverso l’esperienza del CCR, percorsi e legami educativi e ricostruire senso di comunità a partire dalla comune responsabilità nei confronti delle giovani generazioni. SIAMO NOI ADULTI IL LORO FUTURO! PISTE DI LAVORO