Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 17 SEDUTA DEL GERARDO SOGLIA. Si doveva dimettere ! FURIO COLOMBO. Credo, Presidente, che lo abbia visto dalla partecipazione appassionata che ha subito riscontrato, credo che lo abbia visto dagli insulti disseminati praticamente in ogni intervento, ed è la maggioranza (l’unica nei Parlamenti democratici nel mondo) ad assumersi il compito di fare violentemente politica in modo da lasciare il segno e in modo da stabilire la guida di questo Parlamento. Mi rendo conto che tra poco arriverà il provvedimento sulle intercettazioni, mi rendo conto che siamo preparati ad essere blindati, vuoi dal fatto che non deve essere più discussa in quest’Aula la materia già discussa in Senato (che è una bella umiliazione a proposito della quale avrei voluto una sua dichiarazione almeno altrettanto netta come quella a carico dell’onorevole Bindi), vuoi dalle dichiarazioni fatte ieri dal Presidente del Consiglio, che ci fa sapere che l’Italia è spaccata, che i giudici sono indegni, che la Protezione civile non andrà più a L’Aquila. Siamo di fronte ad un’Italia spaccata. Ieri, questa Italia era spaccata in quest’Aula, a causa del fatto che la maggioranza non ha accettato l’esito del suo voto. Questo le è sfuggito, onorevole Presidente, e, purtroppo, ha creato un precedente drammatico che va annotato. SANDRO BIASOTTI. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. SANDRO BIASOTTI. Signor Presidente, ho ascoltato la sua relazione, apprezzandola in modo particolare perché non era scontata. Lei ha detto questo: sentiti i Segretari di Presidenza, visti i filmati, avrebbe ritenuto opportuno ripetere la votazione. Anzi, lei ha aggiunto che sarebbe stato lecito e doveroso. Personalmente, ero uno di quelli che hanno votato e, allora, mi dispiace di svolgere l’ultimo intervento. Mi sarei aspettato l’intervento della collega Bindi, che apprezzo, e aspetto Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 che intervenga per chiedere scusa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Ha sbagliato e deve chiedere scusa, perché non solo ci sono i filmati e non solo, signora Bindi, i 51 secondi credo siano un record di velocità per la prima votazione, ma lei, inoltre, non ha fatto votare la collega Carlucci e la collega De Girolamo che erano in questo spicchio di Parlamento e, quindi, non ha fatto votare dei deputati che erano al loro posto. E, allora, delle due l’una – e lo chiedo a titolo personale – o chiede scusa o lei si dimette da Vicepresidente della Camera dei deputati (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, vorrei solo chiedere se il termine « fottuto » si possa dire in quest’Aula, dopodiché ne tragga le conseguenze sugli interventi precedenti. PRESIDENTE. Onorevole Brigandì, approfondiremo la questione. Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l’emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 14, 25 e 27 del disegno di legge n. 3209, disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell’articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all’Assemblea il 2 marzo 2010) (A.C. 3209-bis-A/R) (ore 12,10). PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 18 SEDUTA DEL legge: Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l’emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 14, 25 e 27 del disegno di legge n. 3209, disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell’articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all’Assemblea il 2 marzo 2010). Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l’articolo 7-quater. (Esame dell’articolo 7-quinquies – A.C. 3209-bis-A/R) PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo 7-quinquies e dell’unica proposta emendativa ad esso presentata (vedi l’allegato A – A.C. 3209-bis-A/R). Ha chiesto di parlare l’onorevole Tullo. Ne ha facoltà. MARIO TULLO. Signor Presidente, innanzitutto vorrei tranquillizzare il relatore, onorevole Orsini, che non abbiamo nessuna intenzione di strumentalizzare i fatti di cronaca che hanno riguardato il signor Flavio Briatore, anche se non siamo indifferenti ad un’indagine della guardia di finanza che, ormai, ha certificato centinaia di megayacht che sono intestati a società di comodo quando sono usati da più o meno le stesse persone. E non siamo indifferenti anche – e dovremmo preoccuparci tutti – a quanto la Comunità europea ci ha notificato con un’infrazione rispetto a scelte di sostegno alla politica della nautica da diporto, che ci ha visto tutti protagonisti. Tuttavia, l’emendamento, che tende a sopprimere quanto proposto dal relatore, è a nostro giudizio dovuto al fatto che qui non si tratta di semplificazione burocratica. Per certi versi, cercherò, in questi minuti, di cercar di far capire, secondo noi, perché si genererà, invece, confusione e complicazione. E, soprattutto, c’è anche Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 della sostanza. Colleghi, potrei limitarmi a questo. Già in sede di Comitato dei nove, nell’ambito della I Commissione, erano emerse problematicità rispetto ad una interpretazione confusa delle norme che vengono messe in discussione. Il 25 maggio, i colleghi della maggioranza della Commissione trasporti, hanno espresso parere favorevole sul provvedimento che stiamo discutendo condizionandolo alla soppressione dell’articolo 7-quinquies. Ne risulta – e vorrei avere risposte dal Governo – che vi sono documenti, sia degli uffici del Ministero dello sviluppo economico, sia degli uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, contrari a questo articolo. Di cosa si tratta ? Parliamo per un attimo del registro internazionale. Con la legge n. 30 del 1998 il Governo Prodi e il Ministro Burlando hanno introdotto un registro internazionale nel nostro Paese che ha consentito uno sviluppo e uno rilancio del sistema dell’armamento. Il registro internazionale, che prevede sgravi fiscali e aiuti allo sviluppo dell’armamento, era rivolto tuttavia alla nautica mercantile, alle grandi navi passeggeri, al cabotaggio e alle autostrade del mare. In seguito con un provvedimento del vostro Governo, nel 2003, la platea di questi benefici è stata ampliata: sono stati introdotti anche i cosiddetti charter, le grandi barche da turismo nautico, regolando l’introduzione dell’ampliamento di questa platea rispettando le norme rigorosissime e severissime che riguardano tutti i beneficiati dalla legge n. 30 del 1998. Tra l’altro, l’ampliamento della platea avrebbe consentito a tutti gli evasori fiscali di fare rientrare le loro barche in Italia e pagarci sopra le tasse: ma questo non è avvenuto. Peraltro, riguardo al fondo destinato al sostegno della nautica e della cantieristica, attraverso il sostegno al registro internazionale, è stato denunciato come avete ridotto sensibilmente le risorse in questo campo all’ultima assemblea di Confitarma non dall’opposizione ma dal presidente uscente di Confitarma. Ci sono quindi poche risorse e, se si amplia la platea, a chi verranno in qualche Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 19 SEDUTA DEL modo distribuite queste risorse ? Qui poi si apre il tema: l’articolo che voi proponete di fatto modifica il primo articolo non tanto della legge n. 172 del 2003 che ampliava la platea ma modifica il codice della navigazione da diporto. Vorrei citare l’articolo che modificate, l’articolo 1, che recita « le disposizioni del decreto legislativo si applicano alla nautica da diporto. Al fine del presente codice si intende per nautica da diporto quella effettuata in acque marittime interne a scopi sportivi o ricreativi e senza fine di lucro ». È vero che poi l’articolo 2 parla anche di attività commerciali ma voi utilizzate la modifica dell’articolo 1, finite l’intervento sull’articolo 2, modificate, di fatto, il terzo comma dell’articolo 1 che prevede di limitare e di considerare nautica da diporto navi fino al limite di 24 metri mentre, invece, modificando in questo modo il comma 1 dell’articolo 1 voi andate a dire – è scritto nell’emendamento del relatore – che si deve considerare valido e interpretabile l’articolo 3 della legge n. 172 che è quello dell’ampliamento. Di fatto – cerco di concludere – si cerca di far rientrare ciò in un regime, voi dite meno burocratico e meno vincolante, ma, così facendo, si apre la possibilità legittima di ampliare la platea di coloro che possono beneficiare del registro internazionale. Di fatto si lasciano, ad esempio, le norme della sicurezza degli equipaggi legate al registro nazionale, a quello della nautica da diporto entro i 24 metri. Si fanno errori di confusione. Non credo – lo affermo in questa sede – che ci sia uno scudo fiscale per Briatore: non è questo il tema. PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 12,15) MARIO TULLO. Colleghi, non facciamo confusione sulle aziende nautiche in questione; si tratta di aziende che costruiscono grandi barche; parliamo cioè di barche che costano da alcuni milioni di euro ad alcune decine di milioni di euro, non si tratta, quindi, della barca di cinque o sei metri. Torno a ripetere: dal Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 momento che abbiamo condiviso la legge n. 172 del 2003, che avete approvato voi, non c’è da parte nostra un atteggiamento preventivo. Se vogliamo discutere di misure a sostegno del settore nautico portateci un progetto organico di sostegno a questi cantieri che io, che vengo dalla Liguria, so bene quanto soffrono. Ma in questo caso si vanno a beneficiare non i cantieri ma gli utilizzatori finali di quelle stupende navi che le nostre aziende costruiscono. Quindi, vi chiediamo di ritirare questo articolo perché, come minimo, genera confusione sia per quanto detto in sede di Comitato dei nove in I Commissione, sia a detta del giudizio espresso dai vostri colleghi in Commissione trasporti: portateci un disegno organico sul sostegno della nautica e noi lo sosterremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Velo. Ne ha facoltà. SILVIA VELO. Signor Presidente, colleghi, l’articolo in questione su cui noi oggi proponiamo un emendamento soppressivo è stato oggetto di discussioni, articoli di stampa e un po’ di polemica su cui c’è stata anche un po’ di forzatura evidentemente giornalistica. Il tema è serio: stiamo parlando di un settore trainante della nostra economia; stiamo parlando di un settore – quello della nautica da diporto – in cui l’Italia è leader mondiale. Come ha detto il collega Tullo, il Partito Democratico ha fortemente a cuore questo settore dell’economia italiana... MASSIMO POLLEDRI. Anche D’Alema ! SILVIA VELO.... e lo ha non solo per le passioni dei singoli, ma per le azioni di Governo che il centrosinistra ha portato avanti anche negli anni passati. La legge a cui si fa riferimento è la n. 30 del 1998, voluta dal Ministro Burlando; una norma che ha permesso alla nautica italiana di competere sul mercato internazionale a parità di condizioni con gli altri Paesi. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 20 SEDUTA DEL Perciò, con questa impostazione noi chiediamo al Governo di sopprimere l’articolo in esame e glielo chiediamo, come ha detto il collega Tullo, congiuntamente, maggioranza e opposizione, in qualità di membri della Commissione trasporti, e lo chiediamo anche congiuntamente al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Infatti, sul provvedimento in esame vi è un parere favorevole della IX Commissione, con parere favorevole del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che, però, pone, come condizione, la soppressione dell’articolo 7-quinquies. Tale norma, infatti, come minimo suscita perplessità interpretative. Si sono viste e discusse sulla stampa motivazioni di membri del Governo e della maggioranza che hanno usato argomentazioni diverse. Ripeto: vi è, lo ripeto, un parere favorevole della Commissione trasporti (il relatore è un collega di maggioranza), con parere conforme del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con la condizione della soppressione dell’articolo in esame. Dunque vi sono ambiguità interpretative. L’idea che si possa leggere l’articolo in esame come una norma con la quale si amplia la platea di coloro che possono beneficiare di agevolazioni fiscali sul costo del lavoro a favore di soggetti che hanno imbarcazioni superiori a 24 metri, utilizzate solo a fini turistici e di noleggio, deve indurci a riflettere. Tale idea, crediamo, deve essere fugata. La norma è mal scritta, ed il problema è stato sollevato dal Comitato per la legislazione. Noi crediamo che una norma così, se approvata, possa danneggiare il settore, perché male il Paese e male altre categorie economiche prenderebbero una norma su cui aleggia questo sospetto. Credo che una norma su cui aleggi questo sospetto non farebbe bene né al Governo né al Parlamento, nel momento in cui ci apprestiamo a varare una manovra con la quale tanti sacrifici si chiedono ai lavoratori dipendenti, a chi deve andare in pensione, ai dirigenti e via dicendo. Noi crediamo che la norma in esame, così scritta, con questi difetti interpretativi, con la lettura che appunto se ne può Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 dare di favorire una platea di privilegiati, debba essere riscritta, nell’interesse di tutti e nell’interesse soprattutto del settore. Riscriviamola insieme, riscriviamola in maniera più chiara, riscriviamola in modo meno ambiguo, riscriviamola in modo che sia chiara l’auspicata semplificazione amministrativa e sia cancellato qualsiasi sospetto di favoritismi nei confronti dei soliti « furbetti ». Credo che questo sospetto non se lo possa permettere la nautica italiana; credo che questo sospetto non se lo può permettere né il Governo né il Parlamento italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Zunino. Ne ha facoltà. MASSIMO ZUNINO. Signor Presidente, intervengo per riprendere alcune considerazioni già svolte dagli onorevoli Tullo e Velo con gli interventi che mi hanno preceduto, e per ribadire alcuni concetti che riguardano il tema dei procedimenti e delle iniziative rispetto alla nautica da diporto. Innanzitutto, iniziamo a sgombrare il campo da un argomento che è stato utilizzato anche in questi giorni: da parte nostra non vi è alcuna demonizzazione del settore. Siamo assolutamente favorevoli ad ogni iniziativa che possa intervenire per semplificare tutto ciò che riguarda la nautica da diporto, e – come ha già ricordato l’onorevole Tullo – che ci consenta di discutere e di affrontare un progetto organico di rilancio di essa. Dico ciò da ligure, ben consapevole del peso che tale settore riveste nell’economia del nostro Paese. Pertanto, non vi è alcuna demonizzazione di questa realtà, anzi, vi è piena disponibilità a discutere in Commissione con gli operatori e con i rappresentanti delle aziende, per porre il tema del rilancio del settore al centro di un’iniziativa comune di maggioranza ed opposizione. La preoccupazione da parte nostra nasce proprio dal fatto che si tratta di un Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 21 SEDUTA DEL settore delicato e che le risorse sono poche; inoltre, riteniamo che la norma in oggetto sia confusa e possa complicare, anziché agevolare, le iniziative nei confronti del settore. Cari colleghi della maggioranza, tale preoccupazione non ci sembra infondata, perché se lo fosse non capiremmo come mai la Commissione trasporti, il 25 maggio, nell’esprimere il parere sul provvedimento in esame, lo abbia concordemente condizionato al fatto che l’articolo in oggetto fosse soppresso. Se queste preoccupazioni fossero solo nostre, non si spiegherebbe perché la Commissione trasporti, il 25 maggio, avrebbe espresso un parere favorevole al provvedimento, condizionandolo alla soppressione dell’articolo 7-quinquies. Cari colleghi, credo che vi siano le condizioni per ragionare ancora sulla questione e, a tale proposito, vorrei avanzare anche una proposta operativa. Al Senato, si discuterà la manovra economica: oggi, vi sono le condizioni per sopprimere l’articolo in oggetto e, in quella sede, si potrà discutere, riscrivendo un testo concordato tra maggioranza ed opposizione, che possa evitarci di correre rischi di confusione e di cattiva interpretazione. Se vi sarà un accordo su questo, a mio avviso, faremo un favore alla categoria, agli operatori e all’industria e risolveremo un problema serio in direzione di questo mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, do la parola al relatore, onorevole Orsini che ne ha fatto richiesta. Ne ha facoltà. ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che l’Assemblea debba avere ben chiaro di cosa si sta parlando. L’articolo proposto non tocca in alcun modo la legge n. 172 del 2003. Ciò significa che non tocca la sicurezza, né le caratteristiche tecniche, né le norme che regolano il trattamento dell’equipaggio, né il regime fiscale. La questione, ovviamente, è poco appassionante per i non addetti ai lavori, Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 ma per gli addetti ai lavori è piuttosto chiara ed evidente. Abbiamo una legge sulla nautica da diporto e norme che regolano la navigazione commerciale: le barche per il noleggio – gli yacht o le barche a vela – sono assimilabili alla nautica da diporto oppure alla navigazione commerciale ? In altre parole, uno yacht o una barca a vela sono assimilabili ad una petroliera o ad un traghetto, ai fini strettamente delle norme e delle burocrazie necessarie per uscire ed entrare da un porto ? Possiamo affrontare la questione in questo modo ? Credo di no. Ciò che proponiamo è semplicemente di equiparare le barche a noleggio – anche quelle di medie o grandi dimensioni – ai criteri della nautica da diporto, ferma restando la legge n. 172 del 2003, ma escludendo per alcune materie il codice della navigazione commerciale che – lo ripeto – è pensato per le grandi navi da crociera e per le grandi navi da trasporto, che appartengono a tutt’altra tipologia. Chi dice di avere a cuore la nautica da diporto dovrebbe tenere conto di tutto questo, dovrebbe tenere conto del fatto che proprio nel settore degli yacht di medie e grandi dimensioni il nostro Paese ha una posizione di leadership mondiale: il 53 per cento dei grandi yacht prodotti nel mondo sono, infatti, di fabbricazione italiana. Si tratta di una delle eccellenze del made in Italy e noi tutti dovremmo avere a cuore di supportarla e di favorirla attraverso una norma di semplificazione come questa. Non sono io ad avere sollevato la questione della tutela del privilegio e non sono io ad avere evocato coincidenze con l’episodio Briatore e con altre cose che, in realtà, non c’entrano assolutamente nulla e non sono in alcun modo toccate da questa norma. Sono io, invece, a preoccuparmi dei posti di lavoro di decine di migliaia di persone che lavorano nella cantieristica italiana e che avrebbero tutto da guadagnare da una semplificazione delle norme che agevoli e favorisca questo settore. Sono io a farmene carico, ma con Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 22 SEDUTA DEL me è il Governo, con me è la Commissione, con me è il Comitato dei nove e mi auguro che lo sia maggioranza dei colleghi in quest’Aula. PRESIDENTE. Onorevole Orsini, dalle sue argomentazioni si evince che il parere sull’emendamento Zaccaria 7-quinquies.1 è contrario. ANDREA ORSINI, Relatore. Sì, naturalmente, il parere della Commissione è contrario. Non lo avevo aggiunto perché si trattava solo di un intervento. PRESIDENTE. Il Governo ? ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo rapidamente semplicemente perché ho la fortuna di far parte della Commissione affari costituzionali e desidero rivolgermi al Ministro Brunetta e anche al Ministro Vito, oltre che al Presidente della Commissione e al relatore. Sappiamo che, per ragioni sulle quali è inutile discutere, questo provvedimento ha avuto in Commissione un iter abbastanza complesso; esso è arrivato in Aula ed è stato rinviato per due volte in Commissione perché la materia su cui verte è, obiettivamente, complessa, come spesso accade nella dinamica parlamentare. Accade, però, che sia nella prima versione del provvedimento (quella che è arrivata in Aula ed è poi tornata in Commissione), sia nella seconda, oltre al parere vincolante della Commissione bilancio, che ha imposto alla Commissione affari costituzionali di recepire le condizioni che venivano poste in quell’ambito – sappiamo, infatti, che esse sono vin- Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 colanti ai sensi del Regolamento e della Costituzione –, non dobbiamo dimenticare (mi rivolgo sommessamente a tutti i membri della Commissione, al relatore e al presidente Bruno) che vi sono stati pareri con osservazioni, ma anche con condizioni, posti da altre Commissioni di merito le quali, non avendo la forza impositiva che ha la Commissione bilancio, hanno però discusso il provvedimento, sono entrate nel merito e hanno espresso la propria posizione. Perché dico questo, signor Presidente, signori Ministri, signor relatore e signor presidente della Commissione ? Perché, al di là delle considerazioni del relatore – che, francamente, a me non sono parse molto convincenti rispetto ai dubbi che sono stati posti, ma questo può essere un problema di valutazione politica –, è bene che l’Assemblea sappia che, ancorché non vincolante sul piano materiale, la Commissione trasporti ha posto quale condizione per il proprio parere favorevole (alla quale anche il sottosegretario competente e il Governo si sono adeguati) che fosse soppresso esattamente questo articolo. Al di là dei dubbi che possono sollevare i deputati del Partito Democratico riguardo alle conseguenze che potrebbe portare questa interpretazione, mi chiedo: se una Commissione nella quale la maggioranza è sempre la stessa (perché non ve ne è un’altra) si riunisce e analizza il testo e addirittura il Governo entra in campo sostenendo di essere d’accordo con il parere di quella Commissione, quindi anche con la condizione che venga soppresso questo articolo, spiegatemi per quale ragione ci deve essere una posizione rigida e non si prenda, invece, in considerazione l’ipotesi di venire incontro non a un giudizio astratto, ma a un giudizio di merito espresso dalla Commissione di merito con il Governo concorde. Davvero non lo capisco. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente della Commissione affari costituzionali, onorevole Bruno. Ne ha facoltà. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 23 SEDUTA DEL DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, dispiace ciò che ho sentito dire dal collega Giachetti. Noi abbiamo convocato il Comitato dei nove per due volte, proprio perché vi era un dubbio relativamente all’articolo 7-quinquies e all’articolo 10. È stato convocato ulteriormente anche questa mattina, ed abbiamo discusso solo di questi due articoli (nel prosieguo, se in mattinata arriveremo all’esame dell’articolo 10, le chiederò l’accantonamento dello stesso). Sull’articolo 7-quinquies il Comitato dei nove si è espresso – nonostante le considerazioni fatte dalla Commissione trasporti che abbiamo tenuto in debita considerazione – ritenendo che l’emendamento soppressivo, così come è stato proposto, andava bocciato in quanto il testo – l’ha spiegato sapientemente il relatore – esprime esattamente quella che era la volontà del Governo. PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un unico emendamento, interamente soppressivo dell’articolo 7-quinquies, sarà posto ai voti il mantenimento dell’articolo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Lovelli. Ne ha facoltà. MARIO LOVELLI. Signor Presidente, penso che – per le cose che hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto, ma anche per le motivazioni che il relatore e il presidente della Commissione hanno ulteriormente portato alla nostra attenzione – sia chiaro il motivo per cui noi voteremo contro il mantenimento di questo articolo. Il motivo nasce, chiaramente, dalle ragioni per cui abbiamo proposto un altro percorso, il quale è stato proposto anche dalla Commissione di merito (la Commissione trasporti) e dallo stesso Comitato per la legislazione – lo si evince, infatti, leggendo i pareri allegati a questo disegno di legge – il quale ha fatto un’osservazione specifica sulla stessa chiarezza e proprietà della formulazione, scrivendo che nel momento in cui si votasse questa norma sarebbe necessario, poi, intervenire su al- Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 tre disposizioni del codice sulle quali questa innovazione che noi produciamo va ad incidere indirettamente. Rischiamo, quindi, di votare una norma di legge che rende più complicata e meno chiara la formulazione complessiva del provvedimento in esame, ottenendo così, come risultato, la complicazione dello stesso anziché la sua semplificazione: un obiettivo, cioè, esattamente contrario. Inoltre, questo obiettivo viene raggiunto in un modo che non è affatto chiaro e poco trasparente perché non è stata data risposta ad una specifica questione sollevata dalla Commissione trasporti. La Commissione trasporti pone, nel suo parere favorevole al provvedimento, una condizione in merito all’articolo 7-quinquies. La Commissione scrive: « Le disposizioni di cui all’articolo 7-quinquies suscitano invece perplessità in quanto l’estensione delle previsioni del codice della nautica da diporto alle navi utilizzate per finalità commerciali e turistiche potrebbe avere effetti negativi sia in termini di sicurezza, sia in termini di certezza della regolamentazione ». Mi pare un’affermazione piuttosto chiara; fra l’altro in Commissione trasporti siamo arrivati a questa formulazione sulla base dell’osservazione che il relatore ha fatto in quell’occasione e sulla base di una condivisione unanime da parte di tutti i colleghi. Il Governo in quella sede ha concordato con questo parere, quindi è assolutamente incomprensibile il motivo per cui venga invece in Aula un testo che non prende in considerazione il parere della Commissione di merito, formulato oltretutto sulla base di una considerazione abbastanza evidente. Noi stiamo affrontando con una norma ad hoc – non so se ad personam o ad navigium o non so cos’altro, una questione che a livello legislativo è regolamentata dalla legge n. 30 del 1998, quella generale sulla nautica che è stata approvata tra l’altro nel contesto di una politica coerente per il rilancio dell’armamento mercantile e per il sostegno al settore. Tra l’altro voglio ricordare che nella recente assemblea di Confitarma Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 24 SEDUTA DEL questo settore non ha chiesto norme specifiche di tale natura, ha chiesto semmai che venisse promossa una politica complessiva di sostegno e di promozione di cui certamente uno dei temi è la questione delle risorse disponibili per gli investimenti di settore o la questione, ad esempio, del rilancio delle autostrade del mare. Insomma occorrono una serie di misure che, proposte in modo organico e puntuale, possono avere un effetto dal punto di vista economico: possono sostenere un settore importante per la nostra economia marittima e per la nostra economia in generale, ma non possono essere il frutto di una decisione presa in modo non chiaro e non trasparente e che sembra favorire solo gli interessi di qualcuno. Concludo, signor Presidente: è evidente che la nostra posizione è che siamo contrari al mantenimento di questo articolo e invitiamo ancora la maggioranza e il relatore a ritornare sulla questione e possibilmente a ripensarci, perché ci sembra che stiamo facendo uno sbaglio veramente grande. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Mantini. Ne ha facoltà. PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, non c’è dubbio che, come ha detto il relatore Orsini, la nautica da diporto, sia pur di grande o media dimensione, sia diversa dall’ordinaria nautica commerciale, però queste distinzioni ci sono anche nel codice della navigazione e qui stiamo discutendo di altro. Stiamo discutendo di una semplificazione molto drastica, di un’equiparazione della nautica da diporto alle imbarcazioni sottratte a quella disciplina. Insomma è una riforma che francamente andrebbe fatta non con un tratto di penna, perché abbiamo bisogno di sostenere le aziende leader italiane e abbiamo bisogno di politiche sicuramente di sostegno alla nautica da diporto e alle autostrade del mare, come è stato sostenuto ora, ma anche di incentivi specifici ai fini turistici. Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 Tuttavia, non ci sembra che questa norma – che è stata oggetto di seri rilievi politici anche da parte della specifica Commissione trasporti – sia ora la risposta giusta, quindi anche il gruppo dell’Unione di Centro voterà a favore della sua soppressione. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Monai. Ne ha facoltà. CARLO MONAI. Signor Presidente, anche il gruppo dell’Italia dei Valori voterà a favore dell’accoglimento della soppressione e, quindi, contro l’articolo 7-quinquies. Per la verità mi lascia molto perplesso questa posizione di forzatura rispetto a due segnali che sono arrivati dalle Commissioni competenti. Nel merito è stato già riferito il parere della Commissione trasporti che all’unanimità – e, quindi, anche su indicazione del relatore di maggioranza, piuttosto che del presidente Valducci – ha ipotizzato un parere favorevole condizionato proprio alla soppressione di questo articolo 7-quinquies che compie una sorta di deregulation sotto l’egida della semplificazione e che va ad impattare sulla sicurezza della navigazione, perché vengono applicate anche alle navi commerciali, sempre se utilizzate per finalità turistiche o per il noleggio, delle disposizioni che, viceversa, sono tipiche della nautica da diporto caratterizzata dall’assenza di fini di lucro. Pertanto, vi è questa forzatura che non solo nel merito è stata stigmatizzata dalla Commissione trasporti ma che anche nella forma vede il Comitato per la legislazione esprimere forti censure sotto il profilo della chiarezza e della proprietà della formulazione; si evidenzia, infatti, come questa norma sostanzialmente non sia connotata da chiarezza e da rispondenza al tessuto normativo, tant’è che crea delle disarmonie e delle conflittualità all’interno dello stesso Testo unico sulla nautica da diporto. Pertanto, di fronte a queste criticità vorrei capire qual è la ratio legis e l’obiettivo che si persegue con una forzatura di questo tipo. Evidentemente, vi saranno Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 25 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL degli interessi economici opachi che questa forzatura nasconde e per i quali il nostro voto è certamente contrario e dissonante, perché vogliamo trasparenza nelle scelte e non solo la certezza del diritto ma anche la sua ragionevolezza e la sua valenza nell’interesse di tutti i cittadini e non solo di una parte (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). PRESIDENTE. Prendo atto che l’onorevole Realacci, che aveva chiesto di parlare, vi rinunzia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Bressa. Ne ha facoltà. GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, intervengo solo per un chiarimento. Giustamente, il presidente Bruno ha riferito sull’andamento dei lavori del Comitato dei nove, in cui il relatore ha confermato il suo parere favorevole. Era del tutto ovvio, anche se non è apparso immediatamente dalle sue parole, che in sede di Comitato dei nove abbiamo mantenuto la posizione a favore della soppressione dell’articolo in quanto siamo del tutto convinti che la condizione posta dalla Commissione trasporti e le osservazioni svolte dal Comitato per la legislazione siano, a mio avviso, convincenti e, pertanto, intendiamo votare la soppressione di questo articolo. ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo solo per capire. Deduco, signor presidente della Commissione, perché anch’io sono stato portato un po’ fuori dal suo intervento, che il Comitato dei nove abbia semplicemente fotografato quello che sapevamo anche prima, ossia che permane una condizione posta dalla Commissione trasporti che chiede la soppressione di questo articolo e che il Governo, intervenuto allora, era assolutamente d’accordo con questa posizione e 9 GIUGNO 2010 — N. 334 che la Commissione, legittimamente, si guarda bene dall’accettare questa condizione e assume una posizione opposta a quella adottata in precedenza. Pertanto, ora ci accingiamo a votare sostanzialmente contro il parere della Commissione trasporti. Questo mi sta bene e basta che sia chiaro. PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell’articolo 7-quinquies. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevoli Ascierto, La Loggia, Mondello, Pedoto... i colleghi hanno votato ? Onorevole Romele... i colleghi hanno votato... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 529 Votanti ............................... 527 Astenuti .............................. 2 Maggioranza ..................... 264 Hanno votato sì ...... 272 Hanno votato no .. 255). Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito a votare. (Esame dell’articolo 8 – A.C. 3209-bis-A/R) PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l’allegato A – A.C. 3209-bis-A/R). Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all’articolo 8. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 26 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL PRESIDENTE. Il Governo ? ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. PRESIDENTE. Passiamo all’emendamento Scarpetti 8.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Froner. Ne ha facoltà. LAURA FRONER. Signor Presidente, volevo motivare la richiesta del nostro emendamento che punta a migliorare l’articolo 8. Per i lavoratori rientranti in alcune categorie di cui si parla nell’articolo 3 del decreto legislativo n. 708 del 1947, così come modificato da ultimo dal decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 15 marzo 2005, si sono verificati numerosi casi di contenzioso relativamente al corretto inquadramento previdenziale degli stessi lavoratori, con conseguente richiesta della contribuzione pensionistica da parte sia dell’ENPALS, sia dell’INPS. Ferme restando le disposizioni relative al pagamento della contribuzione previdenziale effettuata in buona fede ad un ente previdenziale pubblico diverso dal titolare, come prevede l’articolo 116, comma 20, della legge n.388 del 2000, la modifica che richiediamo si rende necessaria al fine di evitare l’insorgere di contenzioso relativo al corretto inquadramento previdenziale qualora vi siano pretese contributive da parte di entrambi gli enti. La differente interpretazione del disposto normativo da parte di ENPALS ed INPS espone invece l’impresa al rischio di dover sostenere i costi e l’incertezza dell’esito di un contenzioso prima in sede amministrativa, e poi in sede giudiziale. Invito, quindi, a rivedere il parere e a votare a favore di questo emendamento. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emenda- 9 GIUGNO 2010 — N. 334 mento Scarpetti 8.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Mazzuca, onorevole Maggioni, onorevole Cicchitto, onorevole Follegot. Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti e votanti .......... 529 Maggioranza ..................... 265 Hanno votato sì ...... 255 Hanno votato no .. 274). Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito a votare. Passiamo agli identici emendamenti Madia 8.2 e Favia 8.3. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Favia. Ne ha facoltà. DAVID FAVIA. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo la soppressione della lettera d) del primo comma dell’articolo 8 in quanto la normativa, come prevista, abroga il libretto personale del lavoratore dello spettacolo che, come è noto, viene rilasciato annualmente dall’ENPALS ad ogni iscritto e che è essenziale per prestare la propria opera professionale nel settore dello spettacolo. Il testo del Governo ne prevede l’abrogazione sic et simpliciter e non vi è una sostituzione con altro strumento, magari semplificato, né un’indicazione diversa. Com’è noto il libretto ricostruisce la posizione lavorativa ed assicurativa del lavoratore e vi sono annotati da parte dell’impresa con aggiornamento settimanale, e sempre comunque alla fine di ogni prestazione del lavoratore, i periodi di occupazione, la retribuzione e i contributi. Da parte dell’ENPALS vengono invece trascritte le indennità e le altre prestazioni concesse agli iscritti alla fine di ogni anno assieme agli importi totali dei contributi assicurativi. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 27 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL Ci sembra quindi che l’abrogazione di questo strumento incida in maniera troppo netta su un diritto essenziale del lavoratore, che è quello di conoscere senza difficoltà, cioè senza doversi rivolgere all’ente, la propria posizione assicurativa. Altra cosa è che insieme al libretto personale sono soppresse le sanzioni previste per il datore di lavoro dalla normativa vigente nei casi di sua mancanza o non trascrizione delle prestazioni professionali. Questa francamente non ci sembra una semplificazione, ma un attacco ai diritti fondamentali. Quindi, insistiamo per la soppressione della lettera d) peraltro nell’ambito di un articolo che potrebbe essere ritenuto positivo anche dall’opposizione. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Madia 8.2 e Favia 8.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Mazzuca... onorevole Vico... onorevole Veltroni... onorevole Villecco Calipari... onorevole Lo Monte... onorevole Marchignoli... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 530 Votanti ............................... 489 Astenuti .............................. 41 Maggioranza ..................... 245 Hanno votato sì ...... 214 Hanno votato no .. 275). Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito a votare. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo 8. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Vico... onorevole Mazzuca... onorevole Gatti... onorevole Bosi... onorevole Migliori... onorevole Pedoto... onorevole Damiano... 9 GIUGNO 2010 — N. 334 Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 529 Votanti ............................... 509 Astenuti .............................. 20 Maggioranza ..................... 255 Hanno votato sì ... 509). (Esame dell’articolo 8-bis – A.C. 3209-bis-A/R) PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo 8-bis (vedi l’allegato A – A.C. 3209-bis-A/R), al quale non sono state presentate proposte emendative. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Velo. Ne ha facoltà. SILVIA VELO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico su questo articolo perché si tratta effettivamente di una semplificazione per le attività di autotrasporto che riguardano trasporti eccezionali. Si introduce infatti una modifica al Codice della strada prevedendo che per i trasporti di beni della medesima tipologia, ripetuti nel tempo, sia necessaria un’autorizzazione periodica con modalità semplificate, non un’autorizzazione da rinnovare di volta in volta. Siamo favorevoli a questo intervento di semplificazione di norme relative al settore dell’autotrasporto, un settore fortemente in difficoltà e in crisi, ma cogliamo l’occasione quest’oggi, con riguardo a questa norma, per ricordare che, da una parte, c’è un settore dell’autotrasporto che è fortemente in crisi, su cui il Governo ancora non è in grado di intervenire in maniera strutturale favorendo l’emersione della legalità e un rapporto equilibrato tra autotrasportatori e committenza, dall’altra, c’è un Governo che anche attraverso risposte a interpellanze che noi abbiamo avanzato dichiara la sua inerzia, la sua mancanza di interventi e di investimenti sul trasporto merci su ferro, senza puntare a una politica di strategia di riequilibrio Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 28 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL intermodale, accettando la logica aziendale delle ferrovie di una dismissione del settore cargo in quanto questo settore è in perdita. Si tratta di una dismissione che viene seguita passivamente dal socio unico delle ferrovie, che è il Ministero dell’economia e delle finanze, e che di fatto sta favorendo l’uscita del nostro Paese dal trasporto merci su ferro, con un danno ambientale e competitivo di cui sentiremmo il peso anche nel futuro. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo 8-bis. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Vico... Onorevole Veltroni... Onorevole Barbaro... Onorevole Stanca... Onorevole Capodicasa... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). (Presenti e votanti .......... 532 Maggioranza ..................... 267 Hanno votato sì ... 532). (Esame dell’articolo 9 – A.C. 3209-bis-A/R) PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l’allegato A – A.C. 3209-bis-A/R). Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull’emendamento Giovanelli 9.1, nonché sugli identici emendamenti Scarpetti 9.2 e Tassone 9.3. PRESIDENTE. Il Governo ? ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei mi- 9 GIUGNO 2010 — N. 334 nistri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento Giovanelli 9.1. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Giovanelli 9.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevole Martino... Onorevole Ceroni... Onorevole Casini... Onorevole Madia... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti e votanti .......... 532 Maggioranza ..................... 267 Hanno votato sì ...... 257 Hanno votato no .. 275). Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Scarpetti 9.2 e Tassone 9.3. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Froner. Ne ha facoltà. LAURA FRONER. Signor Presidente, come sappiamo, con l’articolo 9 di questo disegno di legge si estende l’attività di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi alle regioni e alle autorità amministrative indipendenti e si introduce la previsione dell’obiettivo di riduzione degli oneri per una quota pari al 25 per cento entro il 2012 anche per queste amministrazioni. L’introduzione di tale disposizione risulta quanto mai opportuna, in considerazione del fatto che moltissimi adempimenti a carico delle imprese sono dettati dalle regioni sulla base delle competenze loro attribuite dalla Carta costituzionale. È il caso dell’artigianato, del commercio e di molte altre materie che investono direttamente aspetti fondamentali dell’attività imprenditoriale. L’introduzione, anche a Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 29 SEDUTA DEL livello regionale, del sistema di misurazione degli oneri amministrativi consentirebbe, oltre alla loro mappatura, di concorrere al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione del 25 per cento degli oneri amministrativi entro il 2012 fissato dall’Unione europea. Si tratterebbe, quindi, di creare le condizioni per procedere alla riduzione degli oneri amministrativi mediante l’eliminazione di norme o di parti di esse. Il misuratore degli oneri amministrativi si è rivelato sicuramente uno strumento efficace, anche se non sempre all’impegno profuso in sede di rilevazione dei dati, anche con il coinvolgimento diretto delle associazioni di rappresentanza, è corrisposta un’azione incisiva e tempestiva da parte delle amministrazioni competenti per materia. È bene ricordare che proprio grazie alle attività del MOA sono state adottate significative misure di semplificazione, come ad esempio l’unificazione dei libri riguardanti il lavoro e la definizione degli oneri a carico delle imprese per il rispetto alle norme antincendio. In linea di massima, da tutte le attività di misurazione effettuate e da quelle in corso è corrisposta, ad eccezione dell’ambiente, l’effettiva riduzione di buona parte degli oneri rilevati. Allo stesso tempo, sarà essenziale poter procedere alla valutazione di impatto sulle micro e piccole imprese e semplificare le procedure in base ai principi di gradualità e proporzionalità nell’applicazione, in quanto appare evidente che non tutti gli oneri possono essere applicati alle imprese indifferentemente per dimensione, per struttura o per settore di attività. Ecco quindi che, con questo emendamento, proponiamo di stabilire che le misure normative, amministrative, organizzative e tecnologiche definite nei piani e nei programmi di intervento, sia a livello statale sia con riguardo alle regioni e agli enti locali, volte al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione degli oneri amministrativi derivanti dagli obblighi informativi, debbano essere definite secondo criteri di gradualità e di proporzionalità Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 rispetto alle dimensioni, ai requisiti strutturali e alle specificità settoriali delle micro e piccole imprese. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Mantini. Ne ha facoltà. PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, l’emendamento dell’UdC è di identico contenuto, quindi non ripeterò cose già dette. Però, certamente, nel sostenere questo emendamento, richiamo il fatto che anche questo obiettivo della riduzione del 25 per cento degli oneri informativi, affinché non resti un grido, deve essere sostenuto da un principio di adeguatezza e di sostenibilità, quale quello che indichiamo. Soprattutto – qui introduco un tema che riprenderemo nell’esame della seconda parte di questo provvedimento di legge – dovrebbe essere sostenuto da un principio di legge nazionale, che guidi anche le regioni e gli enti locali, ossia da un principio ordinamentale di quelli stabiliti dalla legge n. 241 del 1990, altrimenti rischiamo di inseguire le politiche di semplificazione degli oneri informativi settore per settore, amministrazione per amministrazione, materia per materia, rischiando davvero di scrivere dei proclami e degli obiettivi, magari lodevoli, ma di scarsissima efficacia pratica. Dunque, occorre un principio più forte, un principio di legge nazionale, che regoli le modalità di quelli che ora chiamiamo oneri informativi, ma che spesso sono informazioni del tutto normali, se prodotte con autocertificazioni e per via telematica. Dunque, più che porsi obiettivi di « maxisforbiciate », queste ultime si ottengono implementando le misure organizzative e le regole sulle autodichiarazioni e sulle autocertificazioni, e facendolo con una norma che abbia efficacia per tutte le amministrazioni nazionali. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Scarpetti. Ne ha facoltà. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 30 SEDUTA DEL LIDO SCARPETTI. Signor Presidente, il mio emendamento 9.2 è rivolto soprattutto alla micro e piccola impresa. Dubito che si riveda il parere, comunque è bene che sia chiara una cosa: non si può un giorno dire che si avviano attività senza autorizzazione, addirittura si vuole modificare la Costituzione, e, come ieri, respingere ragionamenti sull’autocertificazione attraverso l’assunzione di responsabilità dei professionisti; oppure, come in questo caso, parlare sempre di attenzione e sostegno alla piccola e alla microimpresa, e poi, quando si vuole introdurre un criterio di gradualità e proporzionalità rispetto alle dimensioni, alla struttura e alla qualità dell’impresa, che sarebbe un segnale rispetto alla piccola e alla microimpresa, si respingono gli emendamenti e le proposte che vanno in questa direzione. Ci vorrebbe coerenza tra quello che si dice e quello che si fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Scarpetti 9.2 e Tassone 9.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevoli Vico, Papa, Mondello e Roccella. Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 529 Votanti ............................... 528 Astenuti .............................. 1 Maggioranza ..................... 265 Hanno votato sì ...... 256 Hanno votato no .. 272). Passiamo alla votazione dell’articolo 9. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà. Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, vorrei preannunziare che ci asterremo in sede di votazione dell’articolo in esame, non perché non sia condivisibile l’obiettivo della riduzione del 25 per cento degli oneri amministrativi, ma perché tale obiettivo si continua a prevedere da molti anni, con molte leggi: ricordo semplicemente la legge finanziaria per il 2007, poi il decreto-legge n. 112 del 2008 ed ora il provvedimento in discussione nel 2010. Inoltre, un accordo interistituzionale, identico a quello che si vuole adottare nell’articolo che stiamo per votare, è stato adottato in sede di Conferenza unificata Stato-regioni, città e autonomie locali esattamente nel 2007, a seguito della legge finanziaria di quell’anno. Non è possibile continuare a porre obiettivi, senza effettuare un bilancio di tale attività e capire cosa è stato realizzato e soprattutto qual è il rapporto costibenefici di un’attività, come quella descritta dall’articolo in esame, che comporta degli oneri per le amministrazioni ed aumenta il carico burocratico, senza che sia certo che si producano effetti di semplificazione. Questi sono dei manifesti, a cui non corrisponde una verifica dell’azione amministrativa ! E questo è il primo criterio e metodo che le amministrazioni devono adottare per semplificare effettivamente la loro vita. Noi non possiamo quindi accettare che si continui a fare propaganda sulla semplificazione, quando poi vediamo sotto i nostri occhi norme che non fanno che introdurre nuovi carichi burocratici. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Bressa. Ne ha facoltà. GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, intervengo solo per dire che condividiamo le osservazioni avanzate dalla collega Lanzillotta e anche noi ci asterremo. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Mantini. Ne ha facoltà. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 31 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, parlerò brevemente. Ci asteniamo, naturalmente con qualche rimpianto, perché non vi è dubbio che l’articolo è finalizzato alla riduzione degli oneri amministrativi, che è obiettivo comune; i rilievi svolti poc’anzi dalla collega Lanzillotta, e anche quelli che avevo introdotto, ci inducono però a non ritenere soddisfacente questa tecnica. Torno sul tema delle amministrazioni sul territorio nazionale, perché è chiaro che chi è maggiormente a ridosso delle imprese commerciali, produttive, delle attività economiche e via seguitando sono proprio le amministrazioni locali; dunque, il fatto di perdere il senso di una legge di principi unitari, come sarà più chiaro, analizzando gli articoli 29 e 30 del provvedimento, è un errore gravissimo: ci costringe ad un inseguimento che, francamente, lascia molto perplessi quanto ad effettività. D’altra parte, un osservatorio qualificato proprio in questi giorni notava che abbiamo avuto negli ultimi anni ben 6.380 norme di semplificazione, a fronte di circa 7.300 norme di complicazione. In ogni caso è evidente che le politiche di semplificazione non si fanno così, in modo « interstiziale » e senza una linea guida. Dell’articolo 9, dovremmo per certi versi accontentarci della norma che impone alle regioni, alle province e ai comuni di adottare politiche volte alla progressiva riduzione degli oneri amministrativi fino al raggiungimento del 25 per cento. Siamo anche in questo caso ad un invito generico che potrebbe anche non essere del tutto accolto, siamo insomma al caos della giungla amministrativa e questa impostazione non ci piace. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo 9. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevoli Vico, Reguzzoni, Cesaro, Pedoto, Boccuzzi... i colleghi hanno votato ? 9 GIUGNO 2010 — N. 334 Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 527 Votanti ............................... 272 Astenuti .............................. 255 Maggioranza ..................... 137 Hanno votato sì ... 272). (Esame dell’articolo 9-bis – A.C. 3209-bis-A/R) PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo 9-bis e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 3209-bis-A/R). Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere. ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull’articolo aggiuntivo Bressa 9-bis.02, a condizione che venga accolta una riformulazione consistente nella soppressione del comma 2, mentre esprime parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Sanga 9-bis.03 e Tassone 9-bis.04, per la parte ammissibile. PRESIDENTE. Il Governo ? ANDREA AUGELLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo 9-bis. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevoli Vico, Nola, Cicchitto, Gnecchi, Bernardini... I colleghi hanno votato ? Onorevoli Versace, Vignali... Dichiaro chiusa la votazione. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 32 SEDUTA DEL Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). (Presenti ............................. 523 Votanti ............................... 521 Astenuti .............................. 2 Maggioranza ..................... 261 Hanno votato sì ... 521). Passiamo alla votazione dell’articolo aggiuntivo Bressa 9-bis.02. Onorevole Bressa, accetta la riformulazione del suo articolo aggiuntivo 9-bis.02 proposta dal relatore ? GIANCLAUDIO BRESSA. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore. PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo aggiuntivo Bressa 9-bis.02, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Onorevoli Mazzuca, Bernardini, Lo Monte, Codurelli... Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). (Presenti e votanti .......... 525 Maggioranza ..................... 263 Hanno votato sì ... 525). Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Sanga 9-bis.03 e Tassone 9-bis.04, per la parte ammissibile. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Froner. Ne ha facoltà. LAURA FRONER. Signor Presidente, vorrei richiamare di nuovo l’attenzione su questo articolo aggiuntivo che mi sembra estremamente di buon senso. La situazione critica in cui versa l’attuazione delle politiche di semplificazione ci induce non Camera dei Deputati — 9 GIUGNO 2010 — N. 334 solo a ritenere necessario incidere sulle norme in essere, ma anche a evitare l’introduzione di nuovi e inutili adempimenti a carico delle imprese. È una necessità che viene resa evidente anche da casi recenti ed eclatanti, quali l’istituzione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, il cosiddetto SISTRI. Proprio in tal caso, sebbene le nuove norme siano state introdotte al fine di semplificare le procedure, si è verificato l’effetto di una maggiore burocratizzazione degli adempimenti e di un aumento dei costi per le imprese. Si stima infatti che i costi per adempiere al SISTRI siano addirittura superiori a quelli necessari per gestire i formulari cartacei del modello unico di dichiarazione ambientale. Al fine di evitare il verificarsi di tali paradossi, occorrerà quindi dare applicazione al principio dello small business impact, attraverso la stima dell’impatto sulle imprese delle nuove norme. Si tratterebbe di applicare, anche in fase preventiva, lo strumento della ricognizione degli oneri amministrativi sulle norme esistenti. Si tratta di uno strumento che è stato testato in questi anni e che in alcuni casi ha dato buoni frutti. Basti pensare che le misurazioni avviate nel 2007 sulla privacy, sull’ambiente, sulla prevenzione incendi, sulla previdenza e sul lavoro, hanno stimato oneri a carico delle imprese per 16 miliardi di euro, andando ad individuare gli adempimenti più onerosi sui quali sarebbe prioritario intervenire. In altri termini, ogni provvedimento, per poter essere approvato dal Governo, necessiterebbe di una valutazione di invarianza dei costi per l’impresa, ovvero dovrebbe contenere l’elenco di tutti gli oneri introdotti, con i relativi costi, e l’elenco degli oneri soppressi; la sommatoria dei costi dei due elenchi non dovrebbe comportare alcun adempimento aggiuntivo né costi maggiori per le imprese. Si propone, infine, di estendere questo principio a tutti i livelli di governo, con riferimento agli atti amministrativi a contenuto generale, attinenti alla disciplina dell’azione amministrativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).