PERIODICO INDIPENDENTE CULTURALE - ECONOMICO DI FORMAZIONE ED INFORMAZIONE REGIONALE Via Lucifero 40 - CROTONE - Tel. 0962/905192 - Fax 1920413 DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE - Via Lucifero 40 - Crotone 88900 - Tel.(0962) 905192 - Fax (0962) 1920413 Iscr.Reg.Naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Poste Italiane Filiale di Catanzaro - Gruppo 3° - mensile pubblicità inferiore al 50% - tassa pagata - tax paid Direttore Editoriale Pino D’Ettoris - Direttore Responsabile Tina D’Ettoris - Abbonamenti: euro 26,00 - Contributo Sostenitore euro: 50,00 - Estero euro: 100,00 c.c.p. 15800881 intestato a IL CORRIERE DEL SUD Sito Web: www.corrieredelsud.it - E-Mail: [email protected] - [email protected] - [email protected] ASSOCIATO ALL’USPI 1,00 Anno XVII N° 14/2008 - 10 dicembre UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA C REGIONALE Via Lucifero 40 - CROTONE - Tel. 0962/905192 - Fax 1920413 Magistrati della Procura di Salerno indagati dalla Procura generale di Catanzaro Napolitano: «Un caso senza precedenti» Vi v a p r e o c c u p a z i o n e p e r l ’ i n t e r v e n t o s e q u e s t r o degli atti del procedimento “Why not” Giorgio Lambrinopulos S ette magistrati della Procura di Salerno, fra cui il procuratore capo Apicella, sono indagati dalla Procura generale di Catanzaro che ha bloccato con un provvedimento di sequestro, gli atti che erano stati sequestrati dalla Procura di Salerno. Il provvedimento di sequestro e’ stato firmato dal procuratore generale di Catanzaro, Enzo Jannelli, e dai sostituti Garbati, De Lorenzo e Curcio. ‘’La Procura generale di Catanzaro ha sempre operato nella legalita’ e nell’autonomia e non poteva rimanere ferma davanti ad un’offesa. Si trattava del rispetto dell’ordine giudiziario’’, ha spiegato il Pg Jannelli. I magistrati di Salerno sono indagati nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla Procura generale di Catanzaro relativa al sequestro della documentazione delle indagini Why Not e Poseidone eseguito martedi’ scorso dai magistrati campani a Catanzaro. Al momento non si sono apprese le ipotesi di accusa nei confronti dei magistrati di Salerno. Oltre al sequestro degli atti delle due inchieste, i pm della Procura di Salerno hanno eseguito anche numerose perquisi- Il vicepresidente del CSM Nicola Mancino zioni nei confronti di magistrati della Procura generale e della Procura di Catanzaro. L’inchiesta della Procura di Salerno e’ scaturita dalle denunce fatte dall’ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, circa l’avocazione dell’inchiesta Why Not da parte della Procura genera- le. Napolitano ha chiesto al Pg di Salerno gli atti, in merito al caso De Magistris. Secondo il capo dello Stato si tratta di una vicenda senza precedenti che ha gravi implicazioni istituzionali. Atti e informazioni sulla vicenda De Magistris sono stati chiesti dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, al Procuratore Generale presso la Corte di appello di Salerno. La richiesta e’ stata avanzata su preciso mandato del capo dello Stato, Giorgio Napolitano dopo la decisione di sequestrare atti di inchieste La questione morale irrompe sul palcoscenico della politica L Antonio Bassolino a questione morale irrompe ancora una volta sul palcoscenico della politica. Berlinguer parlò di superiorità morale della sinistra (intendendo per sinistra il solo Pci). Occhetto edificò la Quercia sulle macerie della rivoluzione mediatico-giudiziaria che aveva spazzato via i partiti di maggioranza della cosiddetta Prima Repubblica. Di Pietro, una volta “sceso in campo”, ha proseguito il lavoro continuando a battere sui soliti tasti: politica e giustizia, giustizia e politica. Oggi il tema è di strettissima attualità. In Campania ma non solo. Veltroni avrebbe chiesto a Bassolino di fare un passo indietro prima che sia troppo tardi. Ma il governatore della Campania prosegue dritto per la sua strada. Almeno per ora. Di Pietro però continua a picchiare come un martello. “Bassolino si dimetta” Non usa giri di parole il leader dell’Italia dei valori. “La questione morale è sempre esistita, non è mai stata rimossa ma solo messa sotto il tappeto. Oggi più che mai interessa tutti i partiti, e per questo serve un codice interno. Noi ce lo siaContinua a pag 2 condotte dall’ex pm della procura di Catanzaro De Magistris ora in servizio a Napoli. Questo il comunicato del Quirinale: ‘’Il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Donato Marra, su incarico del Presidente Giorgio Napolitano, ha oggi inviato al Procuratore Generale presso la Corte di appello di Salerno, dott. Lucio Di Pietro, la seguente lettera: ‘La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno ha effettuato ieri perquisizioni e sequestri nei confronti di magistrati e uffici della Procura Generale presso la Cor- te di appello di Catanzaro e della Procura della Repubblica presso il Tribunale di quella citta’. Tali atti di indagine, anche per le forme e modalita’ di esecuzione, hanno avuto vasta eco sugli organi di informazione, suscitando inquietanti interrogativi. Inoltre, in una lettera diretta al Capo dello Stato, il Procuratore generale di Catanzaro ha sollevato vive preoccupazioni per l’intervenuto sequestro degli atti del procedimento cosiddetto ‘Why Not’ pendente dinanzi a quell’ufficio, che ne ha provocato la interruzione. Tenendo conto di tutto cio’, il Presidente Napolitano mi ha dato incarico di richiederLe la urgente trasmissione di ogni notizia e - ove possibile - di ogni atto utile a meglio conoscere una vicenda senza precedenti, che - prescindendo da qualsiasi profilo di merito presenta aspetti di eccezionalita’, con rilevanti, gravi implicazioni di carattere istituzionale, primo tra tutti quello di determinare la paralisi della funzione processuale cui consegue - come ha piu’ volte ricordato la Corte costituzionale (tra le altre, con le sentenze e le ordinanze n. 10 del 1997, 393 del 1996, 46 del 1995) - la ‘’compromissione del bene costituzionale dell’efficienza del processo, che e’ aspetto del principio di indefettibilita’ della giurisdizione’’’. “Non vorrei che su di me ci fosse l’ombra del sospetto”. Se un’eventualità del genere dovesse accadere “non esiterei ad andarmene”. E’ il vice preContinua a pag 2 Il Timone www.iltimone.org Su questo numero il Dossier su Giovannino Guareschi, libero e cattolico 36 La storia di un uomo libero di Mario Palmaro 39 Signor Guareschi, lei che cattolico è? di Alessandro Gnocchi 42 Il ritratto di un cristiano serio. Intervista ad Alberto e Carlotta Guareschi di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro 44 Don Camillo e il comunismo di Paolo Gulisano 46 Con quelle facce un po’ così... Politica 2 Segue dalla prima sidente del Csm Nicola Mancino a dirlo, dopo la pubblicazione di notizie di stampa su un suo possibile coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Salerno sul tentativo di delegittimare l’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris. “Se una campagna di stampa dovesse incidere sulla mia autonomia, non esiterei a togliere l’incomodo - ha aggiunto Mancino - ho sempre operato al servizio delle Istituzioni”. ‘’Sento il bisogno di confessarvi che vivo uno stato di amarezza dopo la lettura di notizie di stampa secondo cui la Procura di Salerno avrebbe aperto un fascicolo a mio carico’’. Il vice presidente Nicola Mancino ha messo a nudo il suo stato d’animo con i consiglieri del Csm. E sempre in modo diretto si e’ detto pronto a farsi da parte: ‘’E’ giusto non avere alcuna ombra di sospetto: se ne sorgesse qualcuno non avrei esitazione a togliere l’incomodo’’; un concetto ribadito poco dopo: ‘’il giorno in cui una campagna di stampa dovesse incidere sulla mia autonomia di Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, so qual e’ il mio dovere’’. ‘’Sono stato e resto al servizio delle istituzioni’’ ha assicurato il vice presidente che ha ricordato il suo impegno da presidente del Senato e da ministro dell’Interno per il mantenimento di ‘’corretti rapporti politici nel rispetto delle culture e degli schieramenti diversi’’; e l’ obiettivo che sta perseguendo al Csm “di conciliare politica e magistratura’’. Quindi un richiamo alle parole del Capo dello Stato, che di nuovo “recentemente ha sottolineato la necessità del dialogo, anche nella diversità”; purché, io aggiungo, ci sia buona fede’’. Giorgio Lambrinopulos Segue dalla prima mo dati: divieto di candidatura per chi è indagato, e divieto di assumere o mantenere incarichi di governo, nazionale o locale, per chi è rinviato a giudizio”. L’ex pm annuncia: “La richiesta che questo codice sia applicato dai nostri alleati, come abbiamo fatto in Abruzzo, la faremo per tutte le prossime elezioni”. Abruzzo, Toscana e Campania Del resto la questione morale, aggiunge Di Pietro, “riguarda chi è presente nelle istituzioni e approfitta di questo ruolo. Interessa tutti i partiti, e lo dimostrano i casi Abruzzo, Toscana e Campania”. In quest’ultima regione in particolare, “ci sono stati fatti così gravi che impongono decisioni a prescindere dagli esiti giudiziari. Da due anni chiediamo le dimissioni di Bassolino: c’è una responsabilità politica che deve avere conseguenze”. Cresce l’imbarazzo nel Pd Le dimissioni di Bassolino dalla presidenza della Campania risolverebbero non pochi problemi al Pd. Il partito di Veltroni le vorrebbe entro Natale, insieme a un rimpasto della giunta Iervolino all’ombra del Vesuvio. La “linea dura” per evitare che la bufera giudiziaria partenopea possa colpire al cuore anche il Pd. E a pochi mesi dalle Europee il pensiero è d’obbligo. Bassolino accetterà? Al governatore, secondo N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre Atene, clima di altissima tensione A rrivano le prime indiscrezioni sugli esami autoptici e sulle ricostruzioni della scientifica: il ragazzo - riferiscono le agenzie di stampa che citano fonti giudiziarie e i periti nominati dalla famiglia della vittima - sarebbe stato ucciso da un proiettile «di rimbalzo» sparato dalla pistola di un poliziotto. Lo dimostrerebbe la deformazione subita dal proiettile stesso, che testimonierebbe un precedente impatto con una superficie molto dura, come appunto l’asfalto o un muro. Un risultato, questo, che, se confermato, avvalorerebbe la versione data dagli agenti che hanno sempre parlato di colpi sparati in aria o a terra e non ad altezza uomo e che potrebbe dunque ridimensionare molto le responsabilità dell’uomo che ha premuto il grilletto. Tuttavia, al di là di quanto anticipato da alcuni media e agenzie di stampa, secondo i portavoce del ministero dell’Interno greco non esiste ancora un risultato ufficiale dell’autopsia. I due agenti coinvolti nell’inchiesta si sono presentato oggi davanti al giudice istruttore che sta indagando sulla vicenda. I due sono accusati uno di omicidio volontario, l’altro di complicità. Alexis Gregoropoulos riposa in una tomba del cimitero di Atene, dopo i funerali che si sono celebrati martedì in un clima di altissima tensione. Ma in Grecia, a quattro giorni da quel sabato maledetto indiscrezioni, verrebbe garantita la candidatura al parlamento europeo nel 2009. Insomma, non proprio un calcio nel sedere ma, tutto sommato, un bel “contentino” per un uomo che, da quindici anni, domina a Napoli e dintorni, prima come sindaco e poi come presidente della Regione. “Non si può più andare avanti così e io non posso più coprire quello”: sarebbe questo il succo del rapporto ricevuto da Veltroni sulla situazione campana e su Bassolino, da parte dell’ex ministro Luigi Nicolais, numero uno del Pd provinciale partenopeo. Ma O’ Governatore si accontenterà del rifugio dorato del parlamento europeo? Nicolais: “Non abbiamo chiesto le dimissioni” “Confermo che c’è stato un colloquio con il segretario del Pd sulla situazione di Napoli e della Campania che presenta molti punti di difficoltà e di crisi”, dichiara l’ex ministro. “Proprio davanti a questi problemi - aggiunge Nicolais - si è deciso di promuovere una riunione del coordinamento nazionale del partito alla quale saranno invitati i principali esponenti del Pd della Campania”. Di dimissioni per ora non si parla. Ma Bassolino non dorme sonni tranquilli. E forse pensa già a Strasburgo. G. L. Il Partenone in cui un colpo sparato da un agente di polizia ha spezzato la vita di un 15enne e innescato una spirale di violenze e contestazioni nelle principali città del Paese, la situazione è tutt’altro che sotto controllo. Nelle strade si continua a respirare un’aria di forte tensione. Nella notte erano stati registrati nuovi scontri tra dimostranti e forze dell’ordine ad Atene e a Salonicco, in particolare davanti al Politecnico e alla facoltà di Giurisprudenza della capitale che da domenica scorsa sono occupate dagli studenti. E nel corso della manifestazione di questa mattina abbinata allo sciopero generale - proclamato dai sindacati in tutto il Paese per chiedere l’aumento di salari e pensioni e maggiori interventi da parte dello Stato nel rilancio dell’economia - è stata segnalata una dura contrapposizione tra la polizia e un gruppo di 200 manifestanti estremisti all’esterno del Parlamento. Questi ultimi hanno lanciato sassi e petardi contro gli agenti, che hanno risposto con i gas lacrimogeni. Non si segnalano però feriti gravi. Una quindicina di giovani radicali ha però lanciato alcune bombe incendiare davanti al tribunale dove sono comparsi gli agenti chiamati a rispondere della morte di Gregoropoulos . La Grecia un Paese paralizzato per lo sciopero che non aveva però come obiettivo la critica per la vicenda Gregoropoulos, che ha finito inevitabilmente con il sovrapporvisi, ma la mobilitazione per la difficile situazione economica. Un portavoce del Gsee, la più importante confederazione sindacale del settore privato, ha riferito che «l’adesione allo sciopero è totale e il Paese è paralizzato». Chiuse scuole e banche, numerosi i voli cancellati. Insieme alla confederazione del settore pubblico Adedy, le due sigle rappresentano la metà dei cinque milioni di lavoratori greci. Le manifestazioni potrebbero dare una nuova spallata al governo, già in forte difficoltà per la gestione dell’ordine pubblico dopo la guerriglia urbana scoppiata in almeno 10 città. L’opposizione socialista ha chiesto immediate elezioni anticipate e anche la stampa prevede una caduta dell’esecutivo di centrodestra che ha un solo voto di maggioranza in Parlamento. Fino al passaggio dal Parlamento, la manifestazione dei sindacati si era svolta in modo pacifico. Il premier Karamanlis, nel mirino per non aver saputo evitare che la contrapposizione degenerasse, aveva provato a chiedere ai sindacati di soprassedere sulla mobilitazione e ai partiti di opposizione di fare la propria parte nell’affrontare questo difficile momento, ma i sindacati hanno risposto picche e il leader del partito socialista, Giorgio Papandreou, ha replicato chiedendo al go- verno di «fare la sola cosa utile per il Paese: andarsene». Il governo ritiene in ogni caso che «la situazione sta tornando alla normalita». Il virgolettato è del ministro dell’interno, Prokopis Pavlopoulos, che al termine di un vertice dell’esecutivo ha spiegato che non si tratta di un’opinione solo sua, bensì di valutazione collegiale del governo. Che questa sia la percezione del premier Karamanlis potrebbe essere confermata anceh dal fatto che il primo ministro ha confermato il viaggio di domani a Bruxelles per il vertice Ue. Per Karamanlis «la società ha già isolato» i violenti che «hanno come obiettivo solo la distruzione». In un discorso televisivo in cui ha annunciato un pacchetto di aiuti per gli esercizi commerciali danneggiati durante i disordini in tutta la Grecia ha anche promesso che tutti i lavoratori che hanno subito perdite a causa della chiusura degli esercizi commerciali danneggiati riceveranno comunque lo stipendio di dicembre e la tredicesima. Intanto il 10 dicembre, dopo giorni di violenti scontri, la piazza ad Atene e’ stata occupata da due manifestazioni, una sindacale e l’altra comunista, confluite davanti al parlamento in occasione di uno sciopero generale contro la politica economico-sociale del governo di centro-destra del premier Costas Karamalis. Le manifestazioni sono state pacifiche, anche se alcuni elementi estremisti, circa 200, alla fine hanno cercato il confronto con la polizia lanciando sassi e bottiglie molotov, ai quali la polizia ha risposto mantenendo la calma e reagendo con azioni di contenimento. Direzione - Redazione - Amministrazione Via Lucifero 40 - 88900 Crotone Tel. (0962) 905192 Fax (0962) 1920413 Direttore Editoriale Pino D’Ettoris Direttore Responsabile Tina D’Ettoris Iscriz. registro naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734 Servizi fotografici, fotocomposizione e impaginazione c/c postale 15800881 Intestato a IL CORRIERE DEL SUD Associato U. S. P. I. UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Sito Internet: http://www.corrieredelsud.it E-Mail: [email protected] - [email protected] [email protected] G. L. N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre Pagina Tre 3 La Guerra Civile spagnola nel XX secolo Ángel David Martín Rubio 1^ Parte È stato detto, e a ragione, che la vera importanza della Guerra Civile spagnola nella storia del secolo XX non è tanto geopolitica o strategica quanto ideologica e culturale. Questi due ultimi concetti si rivelano particolarmente appropriati se li si dilata fino a considerare la guerra spagnola del 1936 uno scontro fra due concezioni del mondo: quella occidentale e cristiana e le nuove forme di totalitarismo che, provenienti dalla Unione Sovietica, cominciavano allora a espandersi. Nella fase finale della Seconda Guerra Mondiale il difficile accordo fra le potenze occidentali e l’Unione Sovietica si logorò e, nel corso del riordino delle alleanze durante la Guerra Fredda, la Spagna fu definitivamente inglobata nel mondo libero, consolidando così un percorso iniziato nel luglio del 1936. Questa circostanza non poteva non aver ripercussioni sulle manifestazioni del conflitto internazionale all’interno del Paese e la profonda spaccatura che si verificò fra gli spagnoli nei più diversi campi — religioso, politico, sociale, dell’identità nazionale — fece sì che, alle normali perdite umane causate dalle conseguenze dirette e indirette delle operazioni militari, si aggiungessero, e in numero assai elevato, quelle prodotte in entrambe le retrovie dalle rappresaglie, dagli omicidi e dalle esecuzioni sommarie che si prolungarono fino ai primi anni del dopoguerra. Però una corretta analisi storiografica non può dimenticare che le morti dovute alla repressione si situano in un contesto bellico e che, anche se sommiamo loro quelle avvenute in conseguenza delle operazioni militari, non sono le uniche ad aver avuto impatto sul piano demografico. In tempo di guerra si muore, ma vi sono anche meno nascite. D’altro canto, la sovramortalità non riguarda esclusivamente quelli che muoiono abitualmente — in quel frangente, anziani e bambini —, ma uomini giovani, non tanto persone inattive e infeconde quanto quelli che si trovano in età ottimale per il lavoro e per la paternità. In sé, la componente ideologica inerente a una guerra di tipo civile provocherà perdite nei settori più qualificati intellettualmente e più compromessi socio-politicamente della popolazione. Inoltre, la guerra separa i coniugi, Aerei sparviero italiani ritarda i matrimoni e fa abbandonare i compiti abituali alla popolazione attiva, situazione che per gli sconfitti può prolungarsi nel dopoguerra. Infine — e l’elenco non è affatto esaustivo — le vicissitudini del fronte danno origine a non poche dislocazioni di popolazione, la cui espressione massima è l’esilio permanente. Gli effetti demografici, le perdite umane della guerra hanno grande impatto sul futuro di un Paese la cui vita e i cui abitanti si vedranno colpiti necessariamente dai vuoti generazionali dovuti, soprattutto, all’aumento della mortalità e alla diminuzione della natalità. Tuttavia, ciò che veramente va lamentato è che, a settant’anni dalla fine della Guerra Civile, la sinistra spagnola si sia lanciata in una parziale e unilaterale revisione sul tema, deformando quanto è avvenuto per poi utilizzarlo nelle campagne elettorali e per introdurre il cosiddetto «recupero della memoria storica» fra le misure più urgenti per favorire il processo di trasformazione socio-culturale della Spagna intrapreso e incoraggiato dal governo presieduto da José Luis Rodriguez Zapatero. La cosiddetta «Ley de la Memoria historica» (2) inizia già a tradursi nella pratica nella lesione della concreta libertà di ricerca per gli storici spagnoli e consacra una interpretazione ufficiale della storia che riduce il conflitto spagnolo degli anni 1930 a una mobilitazione reazionaria contro quello che sarebbe stato un moderato progetto riformista, cioè quello della Seconda Repubblica, e che parla della violenza solo per minimizzare e giustificare quanto avvenuto nella zona del Fronte Popolare, mentre si presenta con la lente di ingrandimento quanto è avvenuto nella zona dei nazionali. Il risultato di questo è l’aggiornamento dei vecchi miti «frontepopolaristi», formulazioni che si fondano su una realtà che è stata deformata e che giudica con diversa misura la violenza nell’una e nell’altra zona: il governo repubblicano si sarebbe visto scavalcato dall’attività di gruppi incontrollati, mentre nella zona nazionale sarebbero state le stesse autorità a dirigere l’azione repressiva, la quale assunse così caratteri di genocidio o di sterminio, come dimostrerebbe la corposa disparità delle cifre. Tutto ciò è al servizio di un progetto ideologico concreto: la rivendicazione odierna delle ragioni della fazione «frontepopolarista», il cui crollo ebbe origine prima in campo morale e poi in quello militare. I vincoli che esistono fra i promotori del ricupero della memoria storica e il neo-repubblica- popolarista», cioè dominata dal Frennesimo di una sinistra oggi radicale te Popular de España, e che qui si rendono inutile scendere in maggior commmisero centinaia di eccidi. dettaglio riguardo all’obiettivo poli- Inoltre, ad Alcalá de Henares, nel giutico ultimo di queste iniziative che gno del 1937 fu detenuto, torturato e rappresentano la riproposta aggior- assassinato il leader del Partido Obrenata della vecchia concezione mar- ro de Unificación Marxista (Poum), xista della storia come strumento al Andrés Nin, e — elemento che indiservizio della lotta rivoluzionaria. vidua con molta probabilità chi fu il Per dare sfondo sentimentale a que- responsabile di ciò — qui si trovava sta campagna politica, si pianifica e la principale base di operazioni della si porta a termine l’esumazione di 46a Divisione dell’Esercito Popolare resti umani, che vengono sempre at- della Repubblica, comandata da Vatribuiti a vittime provocate dal parti- lentín González, un attivista comunito vincitore. In tale contesto si situa- sta chiamato «El Campesino», che no alcuni libri di intonazione fece carriera nell’esercito durante la sensazionalistica, di contenuto unilaterale, carenti di metodo storiografico e in cui si avanzano cifre di vittime, di tombe e di dispersi senza alcun criterio. Ciò che è più penoso in tutto ciò è che per condurre questa offensiva si inalbera come bandiera il legittimo interesse di alcuni di sapere dove riposano i resti di propri familiari o i ricordi di coloro che erano bambini nel 1936 e le cui testimonianze vengono spiattellate senza sottoporle ad alcuna previa ed elementare verifica e senza invitare costo- Un momento della Guerra Civile spagnola ro a confrontarle con quelle di altri sopravvissuti, affinché Guerra Civile approfittando della sicosì questi stessi testimoni divenga- tuazione. Le doti di comando di queno consapevoli di ciò che accadde in sto caporione erano scarse, ma godetutta la Spagna e non si limitino ad va di grande influenza politica; il suo agitare i loro drammi personali. Così carattere era così duro, secondo disi dimentica che molti familiari degli chiarazioni dei suoi stessi subordinaassassinati dai «frontepopolaristi» ti, che, non appena veniva disobbedineppure sanno dove sono stati sepol- to o era scontento di qualche ufficiale ti i loro caduti: basta ricordare quanto o soldato, ne ordinava la fucilazione, è avvenuto per le popolazioni arago- così che questa Divisione fu considenesi di Quinto e di Belchite, occupate rata un reparto di punizione per i maldall’Esercito Popolare nella prima- trattamenti che vi subivano i soldati. vera del 1937, e per molti abitanti o Spesso gli ufficiali della 46a Divisiodifensori di queste due città, che fu- ne organizzavano, soprattutto ad Alrono immediatamente fucilati e non calá de Henares, incontri che si prosi sa dove sono stati sotterrati. Qual- lungavano talvolta per lo spazio di cosa di simile sarebbe possibile dire vari giorni, ubriacandosi a tal punto dei tanti che furono prelevati dalle che in certe occasioni, in tale stato, celle delle checas (3) e dalle carceri, lanciavano bombe a mano, con il riche abbondavano nelle retrovie rivo- sultato di provocare la morte di qualluzionarie; a parte i casi ben noti di che soldato dell’Unità. Altra prova Madrid e di Barcellona, in vari luoghi delle tendenze criminali di «El Camdella Mancia si conservano pozzi pie- pesino» è quanto avvenne in una poni dei cadaveri che lasciavano dietro stazione del fronte di Quijorna (Madi sé i difensori della Repubblica e drid): avendogli regalato una pistola, che finora non sono stati esumati. egli per provarla sparò diversi colpi a Buona prova di ciò che vado dicendo breve distanza su alcuni prigionieri, è quanto avvenuto nel marzo del che restarono così uccisi (5). Il silen2008, allorché comparve sui mezzi di zio ufficiale sulla scoperta di questa comunicazione spagnoli la notizia fossa comune apre una serie di interche il Ministero della Difesa avrebbe rogativi sulle inadempienze da parte occultato per un mese il rinvenimento del governo socialista della «Ley de di una fossa nelle installazioni milita- Memoria Historica», poiché l’esecuri dell’Unità di Servizio di Base «Pri- tivo di Zapatero si è compromesso mo de Rivera» della Brigata di Para- favorendo la raccolta di ogni notizia cadutisti ad Alcalá de Henares disponibile su terreni in cui si fossero (Madrid) (4). Le prime opinioni for- localizzati resti di vittime della Guermulate a riguardo si concentrano sul ra Civile. Ma, soprattutto, dimostra fatto che possa trattarsi di una fossa che le fosse comuni sono solo un precomune, dove i corpi sarebbero stati testo: la ribadita parzialità con cui si gettati alla rinfusa invece che essere fa carico di una questione così largacollocati ordinatamente sul suo fon- mente dibattuta non necessita di ultedo. Si fa perfino l’ipotesi che si tratti riori dimostrazioni delle sue vere indi una fossa aperta e poi richiusa va- tenzioni. Note: (*) Ángel David rie volte per accumularvi nuovi cada- Martín Rubio è sacerdote (1969), veri. La ragione per cui il «governo nonché laureato in Geografia e Storia della memoria» ha cercato di far spa- all’Università di Estremadura e in rire la notizia è che Alcalá durante la Storia della Chiesa alla Pontificia guerra si trovava nella zona «fronte- Università Gregoriana; professore in vari istituti, è specialista di storia spagnola, in particolare del periodo della Repubblica, della Guerra Civile e del dopoguerra; sul tema della repressione ha pubblicato diversi libri e articoli. (1) L’articolo è stato anticipato sul sito Storia & Identità. Annali Italiani online (<www.identitanazionale.it>). (2) Cfr. Ley 52/2007, de 26 de diciembre, por la que se reconocen y amplían derechos y se establecen medidas en favor de quienes padecieron persecución o violencia durante la guerra civil y la dictadura, in Boletín Oficial del Estado, n. 310, 27-12-2007, doc. 22.296, pp. 53.410-53.416. Lo stesso Re di Spagna che ha promulgato questa legge, avrebbe detto nel novembre del 1975 davanti alle Cortes spagnole: «Una figura eccezionale entra nella storia. Il nome di Francisco Franco sarà una pietra miliare del passato spagnolo e un segno cui non si potrà non riferirsi per capire qual è la chiave della nostra vita politica contemporanea. Con rispetto e gratitudine voglio ricordare la figura di colui che per tanti anni ha assunto la grave responsabilità di reggere il governo dello Stato. Il suo ricordo costituirà per me una esigenza comportamentale e di lealtà riguardo alle funzioni che assumo al servizio della Patria. È proprio dei popoli grandi e nobili saper ricordare coloro che dedicarono la loro vita al servizio di un ideale. La Spagna non potrà mai dimenticare chi, da soldato e da statista, ha consacrato tutta la sua esistenza al suo servizio» (Juan Carlos I, cit. in Antonio Fernández García et Alii, Documentos de Historia Contemporánea de España, Actas, Madrid 1996, p. 640). (3) Le prigioni segrete dei partiti rivoluzionari, chiamate checas, in analogia con quelle della Ceka, la polizia segreta sovietica (ndr). (4) Cfr. il quotidiano ABC, Madrid 6-3-2008. Molti altri riferimenti sono apparsi in tutti i mezzi di comunicazione audiovisiva. (5) Questa informazione risulta dalle indagini condotte nel dopoguerra dal Ministero della Giustizia e che si chiamò Causa General, fondo documentale attualmente conservato nell’Archivo Histórico Nacional (Madrid). Furono vittime di questa Divisione, fra parecchi altri, Eduardo Álvaro de Benito y Costa, Juan Verín Garrido, Jesús Ros Emperador, Agustín Ramírez Callar, Jose Riaza González, Manuel San Bartolomé Rodríguez e José Antonio Cascales Sánchez. Continua … N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre Politica 5 Le Forze dell’Ordine fanno solo il loro dovere Carabinieri in occasione del 193¯ aniversario dell’Arma C hi difende le forze dell’ordine? Domanda affatto retorica, ma molto pertinente in questa fase critica in cui si susseguono manifestazioni violente, organizzate contro la polizia ed altre forze di sicurezza. E’ successo a Roma, a Catania, in diversi comuni della cintura napoletana dove, fra montagne d’immondizie e tifoserie facinorose, si consuma il dramma di generazioni inquiete, con poche speranze d’inserimento in un mondo sempre più escludente sul quale si allungano le ombre di un clamoroso crac finanziario internazionale che potrebbe sfociare in una devastante crisi sociale e politica. E’ successo anche a Palermo, l’altro giorno, nel popolare quartiere dell’Albergheria messo a subbuglio per protestare contro la morte accidentale di due ra- gazzi che, di notte, correvano in senso vietato per sfuggire all’inseguimento di una volante della polizia chiamata per impedire un furto. Due vite spezzate nel fiore degli anni, un dolore immenso per la famiglia, da tutti condiviso. Tuttavia, prima di censurare, anche dal pulpito, il comportamento dei poliziotti bisognerebbe quantomeno attendere gli esiti delle inchieste in corso e considerare gli obblighi cui essi devono adempiere in casi simili. Perché se si salta questo ragionevole passaggio c’è il rischio di prestare il fianco a strumentalizzazioni interessate a creare confusione intorno a questa terribile disgrazia, fino a mettere in discussione l’affidabilità e il ruolo delle forze dell’ordine. Nei casi citati non si è trattato dei classici scontri di piazza tra polizia e manifestanti e nemmeno di chiassose azioni di disturbo, come quelle che solitamente avvengono nei vicoli, per coprire la latitanza o favorire la fuga di qualche scippatore, ma di qualcosa di più inquietante che si configura come una tendenza mirata a scardinare il rapporto di fiducia fra forze dell’ordine e società che in uno Stato democratico è una conquista di civiltà. Scontri violenti, irrazionali che hanno provocato arresti e denuncie e lasciato sul terreno morti e feriti. Com’è successo a Catania dove è caduto il povero ispettore Filippo Raciti, un padre di famiglia, la cui morte é rivendicata dai facinorosi e addirittura indicata come modello da riservare ad altri poliziotti. In alcuni casi le indagini, in corso o concluse, evidenziano inoltre come dietro tali rivolte Lettera aperta a Villari La Rai Calabria soffre ancora G entile Presidente, sono dipendente a tempo indeterminato della RAI presso la sede regionale della Calabria. Ma è nella veste di sindacalista che mi rivolgo a Lei, dopo gli appassionati e approfonditi confronti con i lavoratori, anche nell’assemblea convocata da tutti i sindacati della sede, lo scorso 22 ottobre, sul progetto di potenziamento delle sedi regionali che l’azienda sta cercando di attuare. Sostenuto e incoraggiato dalla stragrande maggioranza di colleghi di lavoro, di iscritti e dirigenti di altri sindacati, e da gente comune. Non Le scrivo per lamentarmi degli atavici dolori della mia gente. A questo basta solo la pronuncia del nome Calabria: politica e media, infatti, hanno ormai trasformato questo nobile nome in sinonimo di crimine, malaffare, malasanità, etc etc, addossando le responsabilità alla gente che quotidianamente ha problemi di sopravvivenza. In verità, purtroppo, da diverso tempo dalla Calabria, Roma e Bruxelles sono divenute invisibili e per questo leggendarie. Voglio riferirLe di alcuni aspetti del progetto di potenziamento delle sedi che in realtà penalizzano tutte le regioni e la Calabria, ultima d’Italia, ne soffre maggiormente. Il nuovo modello produttivo delle sedi regionali in itinere prevede due interventi denominati rispettivamente Night Line e Buongiorno Regione. Il primo consiste in un telegiornale di quattro minuti, in onda dalle 00.11 alle 00.15; il secondo è, invece, una specie di UNOMATTINA, in onda dalle 7.30 alle 8.00, da lunedì a venerdì, da ottobre a giugno. I contenuti di quest’ultimo sono informazioni sul traffico, sulle condizioni metereologiche, la rassegna stampa. È ben poca cosa rispetto alle reali necessità di una regione che ha bisogno di parlare soprattutto al resto del mondo e non solo alla propria gente. Ma se alla fine accetto il “Buongiorno Regione”, comunque sia (Chi ha fame e non ha mezzi per procurarsi il cibo, non può fare lo schizzinoso, mangia ciò che gli viene dato); mi sento invece profondamente offeso per l’intervento operato sul telegiornale della notte. È difficile definirlo telegiornale. È in realtà un rullo registrato; i servizi sono più vicini a macrotitoli; il giornalista è in studio per salutare e annunciare il rullo; non tiene conto in alcun modo delle necessità della gente che il mattino dopo deve recarsi al lavoro e certamente non è disposta a fare sacrifici per assistere a un Tg fatto con i macrotitoli delle notizie del giorno trascorso. Più che un servizio alla gente sembra una pagina breve del TG3 nazionale, una pagina editata secondo le modalità dell’index, è insomma una specie di surrogato del TGCOM, con l’aggravante che non è trasmesso a tutti gli italiani, ma è relegato nell’ambito ci siano capi delle tifoserie più estreme sovente operanti in combutta con pregiudicati comuni o camorristi e- come sta emergendo nel caso di Napoli - persino con dirigenti politici di maggioranza e d’opposizione. Insomma, intorno a questo fenomeno, sempre più complesso ed allarmante, si potrebbero coagulare forze ed interessi illeciti, anche fra loro diversi, che vogliono le mani libere per continuare a devastare i territori e a condizionare la politica e l’economia. Specie in città “difficili” come Palermo e Napoli, ma anche a Roma e a Verona, non bisogna sottovalutare questo fenomeno, ma considerarlo con serietà e responsabilità, evitando errori che certo non aiutano ad uscire dal guado. Perciò è parso sorprendente il provvedimento del questore di Palermo nei confronti di Pietro Milazzo, stimato dirigente della Cgil. Così come sembra inopportuna, vista l’atmosfera che si respira in città, la manifestazione di sabato prossimo dei centri sociali che i promotori farebbero bene a rinviare ad altra data. A meno che Oreste Scalzone non voglia esibire, a tutti i costi, il suo cappellaccio anche a Palermo. Il nostro vuol essere soltanto un invito alla necessaria prudenza, senza per questo sorvolare sugli errori, i nervosismi in cui sono incappate le forze dell’ordine o dimenticare i fatti gravissimi, altrettanto inquietanti, come quelli verificatisi a Genova, durante il G8, che sfociarono in una sorta di “macelleria messicana” come la definì un alto funzionario di Ps. Oggi, però, in questi casi, è la polizia ad essere sotto accu- regionale. Tutto ciò non ha alcun senso, e i dati di ascolto pari a zero, lo confermano. Ma la colpa, come le analisi degli esperti vorrebbero far credere, non è del programma precedente che “non tira”, ma di com’è congegnato e della sua collocazione oraria. L’unico obiettivo che quest’assurdo TG è riuscito a cogliere è la compressione e la mortificazione di diverse professionalità oltre che, naturalmente, a porre la prima pietra per essere definitivamente eliminato perché, si dirà, secondo la ormai consolidata strategia aziendale, “non incide sul territorio”. Gentile Presidente, gli animi non sono tranquilli; il sindacato comincia a manifestare irrequietezza per questa novità non novità del palinsesto. Dico che ragionare è sempre preferibile che scender in piazza ma, ob torto collo …… I problemi della RAI sono molteplici e anche molto pesanti, in questo momento. Ma proprio perché viviamo una fase delicata sento il dovere di evidenziare che ciò che sembra minimo e pertanto non degno di essere preso in considerazione, in realtà minimo non è. È nei momenti di grave difficoltà che si fanno passare le politiche che piacciono solo a chi comanda trascurando gli oggettivi bisogni della gente. sa ingiustamente e sostanzialmente isolata all’interno del contesto sociale in cui opera. A parte le difese “d’ufficio”, si nota, infatti, uno strano imbarazzo a prendere posizione. Non servono solidarietà formali (che pure non guastano), ma provvedimenti concreti che comincino a rimuovere le cause del grave disagio sociale e salvaguardino il ruolo e il carattere democratico dei vari corpi di polizia. Insomma, bisogna ridare alle forze dell’ordine motivazioni appropriate che ne esaltino la missione e ne migliorino le condizioni di vita e di lavoro. Così perdurando le cose, cosa ci si aspetta dagli agenti? Che si voltino dall’altra parte o si limitino a fare gli “impiegati della sicurezza” o da eterna scorta ad una pletora di governanti e politici? Sarebbe il disastro. Generalmente, le lamentele nei loro confronti sono di segno opposto e reclamano, semmai, il ripristino dell’autorità (non il vecchio autoritarismo) della Stato democratico, di diritto. Obiettivi non certo facili da conseguire. Soprattutto in Sicilia e in molte zone ad elevato indice di criminalità dove le forze dell’ordine devono far fronte, oltre ad una certa ostilità ambientale, a vistose carenze di mezzi e di direttive politiche appropriate. Senza dimenticare, infine, che trattasi di gente nostra, di siciliani e meridionali che rischiano la vita per poco più di mille euro al mese. Giovani uomini e donne del meridione che rappresentano il lato A della nostra tragedia sociale ed umana, arruolati per contrastare il lato B ossia quella parte che, per bisogno o per vocazione, vive nell’illegalità o in zone contigue. Agostino Spataro Alle regioni serve un telegiornale serale degno di questo nome, fatto secondo le regole dell’informazione e ad orari decenti. Le reti devono convincersi che la RAI è servizio pubblico e che le regioni sono previste nella costituzione e hanno diritto ad un servizio radiotelevisivo serio. In conclusione Le chiedo una udienza dei lavoratori della sede, per approfondire i temi esposti e per raccontarLe come con i programmisti registi della nostra sede e con sacrifici enormi, è stato, e spero sarà ancora possibile, offrire alla gente di Calabria un servizio pubblico oltre quello istituzionalmente previsto. Resto in attesa di sue comunicazioni che sarò felice di riportare a tutti i lavoratori della sede oltre che ai colleghi degli altri sindacati. Con i migliori ossequi. Dott. Roberto De Napoli FISTel CISL RAI Calabria Piccolo annuncio Castelsardo paese della sardegna rimasto intatto dal medioevo privato affitta 2 appartamenti vicini mare prezzo euro 10 al giorno a persona mese aprile-maggiogiugno-settembre-ottobre 2009 tel. 079/280630 Attualità 6 N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre Radio Italia, la voce dell’Islam L eggendo il servizio di Rodolfo Casadei sul settimanale Tempi del 30 ottobre scorso sulla radio di Stato iraniana, per un attimo ho avuto un sussulto ricordandomi quando alla fine di agosto sono stato contattato da una giornalista di questa radio per una intervista sulla scelta del governo italiano di utilizzare i militari per l’ordine pubblico. Si chiama Radio Italia, è stata creata nel 1995, da allora trasmette da Teheran in italiano, due ore al giorno con lo scopo di propagandare il Khomenismo in Italia. E’ parte integrante della Voce della Repubblica islamica iraniana, la radio di Stato iraniana, dispone anche di un sito internet (http:// italian.irib.ir), qui c’è una sorpresa: uno dopo l’altro, si possono leggere o ascoltare come preferite, le interviste ai beniamini italiani della radio di Ahmadinejad, a Maurizio Torrealta di RaiNews24, Giulietto Chiesa, Franco Cardini, Maurizio Blondet, padre Alessandro Zanotelli, il sociologo Stefano Allievi, la scrittrice e giornalista Angela Lano e tanti altri. A questi ci si rivolge per un illuminato pa- LETTERA AL DIRETTORE In barba al Tar e agli ispettori L a scuola apprende e trema. La notizia giunge dal Collegio arcivescovile Bentivoglio di Tradate, nel varesotto, ed avrà conseguenze sulla scuola tutta. Protagonisti un manipolo di insegnanti, i soliti. Quei fannulloni, ignoranti, immeritatamente benestanti e, magari, pure terroni ne hanno combinata un’altra delle loro. Hanno bocciato, per la terza volta, all’esame di maturità Bossi junior. Lo hanno respinto nonostante il Tar avesse intimato loro la ripetizione della prova già fallita a luglio. Lo hanno bocciato nonostante la ministra Gelmini avesse inviato un ispettore a garanzia del candidato unico. Ora, la scuola aspetta e trema. Dopo le stolte decretazioni spacciate per innovazioni, i tagli e scuci di Tremonti, le basse insinuazioni di Brunetta, adesso si teme la furia belluina del ministro-padre e del suo plotone celtico. Eppure la ministra era stata chiara: «bisogna favorire l’eccellenza», aveva detto. E allora? Allora non aveva fatto i conti con i prof comunisti. Sempre gli stessi. Maledetti! È ora che il premier provveda. Epuri, epuri pure. Via le “cattedre rosse”. Nella scuola si attui, per decreto, il seppellimento delle carriere. Prof mai più. Basta con questi facinorosi. I tempi per un editto di Tradate sono maturi. Lo proclami. Poi, come al solito, gli basterà mettere in moto, in ogni Tg, il carosello dei suoi replicanti. Quello che accompagna, quotidianamente, le cene degli italiani. Un replicante dopo l’altro, ciascuno uguale all’altro. Tutti lividi di rabbia, accomunati dal ghigno rancoroso, dal livore dialettico, tenuti al guinzaglio da cravatte monomarca, a pois o margheritine su fondo blu. rere sia che si tratti della Palestina o della guerra in Iraq, dell’islamofobia o della politica italiana. Tra le interviste da segnalare quella a Padre Zanotelli, già missionario comboniano nel Sudan, espulso nel 1978 dal governo Nimeiri che stava massacrando i non musulmani, dichiara agli iraniani a proposito dell’intolleranza religiosa e razziale: «E non sono solo i rom, sono in particolare i musulmani ad essere soggetti al razzismo. I musulmani sempre di più in Italia e in Europa vengono visti come un pericolo e come un qualcosa che non va. È importante sottolineare che come un giorno ci hanno portati lentamente a pensare che i comunisti erano i “criminali di turno” e i “grandi nemici”, oggi caduto il comunismo, continua Zanotelli ci si sta preparando a far vedere l’islam come un nuovo nemico». Mentre i comunisti di ieri e gli islamisti di oggi sono bravi ragazzi rovinati dalla cattiva pubblicità, l’opinione pubblica trascura i veri cattivi, quelli che compiono il nuovo Olocausto sotto i nostri occhi: «Gli israeliani, ad esempio, oggi ripetono con- tro i palestinesi le stesse brutalità che loro stessi avevano subito nella seconda guerra mondiale dai nazisti». (Rodolfo Casadei, Frequenze pericolose. Le quinte colonne del regime iraniano, 30.10.08 Tempi). Zanotelli non è l’unico italiano che ha la faccia tosta di proporre l’equazione che equipara Israele e Terzo Reich. Angela Lano, scrittrice pubblicata dalle edizioni Paoline e ospitata da molte riviste missionarie, fa altrettanto in un’intervista sulla Palestina. Dove si indigna perché «le informazioni sui massacri in Palestina e sul genocidio palestinese esistono», ma «in giro c’è molto silenzio» a causa del fatto che «molti governi (arabi) sono asserviti o solidali con Stati Uniti e Israele oppure sono ricattati». Per fortuna che «alcuni Stati levano la loro voce, tipo l’Iran». Si possono ascoltare i commenti del negazionista dell’11 settembre Giulietto Chiesa: «Giulietto Chiesa ha prodotto un film bellissimo che si chiama Zero che tratta la verità sull’11 settembre. Il suo è un lavoro d’informazione realistica e veritiera data ai cittadini». Il Presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad Il Giulietto nazionale non poteva mancare sul sito della radio di Ahmadinejad, e infatti in un’intervista si profonde in geniali considerazioni, come quella secondo cui l’antisemitismo non esiste. «Io non sono mai stato antisemita, anche se non so bene cosa significa la parola antisemita, perché essere antisemita significa essere contemporaneamente contro gli ebrei e anche contro gli arabi che sono tutti semiti, quindi essere antisemita non significa nulla». Non poteva mancare l’altro famoso negazionista dell’11 settembre, lo storico Franco Cardini, che coglie l’occasione di un’intervista per giustificare l’uccisione di militari italiani in Afghanistan da parte dei terroristi talebani. «Durante la seconda guerra mondiale – spiega – abbiamo avuto un fenomeno diffuso di non-militari che sparavano sui militari dell’esercito tedesco, e per queste persone abbiamo usato ordinariamente il termine di partigiano, che è sinonimo di patriota. E queste persone non le consideriamo terroristi. Allora mi chiedo – alla luce di tutto questo –, quando un afghano spara contro un soldato della Nato, dobbiamo considerarlo un terrorista o un patriota? Questo non mi è chiaro». Domenico Bonvegna Il Meridione d’Italia in mano alla criminalità Lo afferma Ernesto Galli della Loggia Q uando lo storico giornalista e saggista Galli della Loggia scrive che il Meridione d’Italia è in mano alla criminalità o comunque a chi delinque, non sta esagerando, basta leggere le notizie sul connubio camorra, politica e tifosi in quel di Napoli. La settimana scorsa i giornali hanno segnalato di un vero e proprio patto criminale tra politica, camorra e ultras del Napoli dietro la rivolta di Pianura. Arrestati 37 tra cui due politici del capoluogo campano. Forse gli ultras e fedelissimi delle varie squadre di calcio, quelli che ancora conservano un autentico spirito sportivo, farebbero bene a prendere in considerazione l’idea di cambiare etichetta – scrive Saretto Macrì su La Sicilia del 7 ottobre – Perché troppo spesso ormai si scrive ultrà e si legge criminalità, bestiale violenza. A Napoli in pratica la camorra è Li alterni, in video, con i devoti del dio Po agghindati con cravatte, pochette e foulard di tutti i verdi che la Padania dà. Renda finalmente giustizia al giovane Renzo, pre-destinato ad una fulgida carriera politica come il di lui fratello, lo riscatti dal pre-giudizio rosso. In fondo Tradate non è Parigi ed il Collegio arcivescovile di Bentivoglio non è mica la Sorbona. Magari lo nomini ministro dell’istruzione, previa promozione facile da ottenere in quel di Reggio Calabria. In fondo la scuola se lo merita. E poi, si sa, il dicastero di viale Trastevere, da sempre, è abituata al peggio. Elisa Di Guida Tifosi del Napoli riuscita a inserirsi nella tifoseria locale. Infatti a quanto pare a provocare i disordini e gli scontri nel gennaio scorso nel quartiere napoletano di Pianura contro la discarica sono stati gli appartenenti ai gruppi “Teste matte” e “Niss”. Il motto di questa vera e propria holding criminale è: “Un tifoso avversario si può accoltellare, magari ammazzare, ma non va mai denunziato alla polizia che è il primo nemico”. Ogni commento è superfluo, scrive Macrì. Quindi in pratica dall’inchiesta condotta dal pm di Napoli Antonio Ardituro emerge che tra le varie tifoserie ultrà esistono delle regole dell’omertà ben precise. C’è un episodio significativo ricostruito dalla Digos di Napoli, riguardante un accoltellamento in una rissa tra tifosi napoletani e veronesi; due tifosi, intercettati al telefono, nonostante appartengano a due tifoserie che si odiano a morte sorvolano sul grave episodio e deprecano il tifoso che ha denunciato l’aggressione alla polizia. Il tifoso veronese aveva rotto il patto omertoso che esiste tra gli ultras di opposte squadre. Nessuna pietà o quantomeno comprensione, viene dimostrata verso la vittima, che anzi, è destinata del disprezzo di entrambi. E’ da infami denunciare i tifosi nemici. Secondo gli inquirenti napoletani esistono degli episodi che dimostrano l’esistenza di un sistema di rigide regole interne al gruppo che gli appartenenti sono chiamati a rispettare. Ogni azione deve essere decisa dai capi, non essendo ammesse iniziative da parte dei singoli che non sia- no state avvallate dai leader. In pratica chi non rispetta le gerarchie del branco viene pestato ed emarginato. Tutti gli ultrà hanno queste caratteristiche? Macrì esclude da questo circolo vizioso i tifosi (ultrà) del Catania che dopo la morte del povero Raciti sono stati ingiustamente demonizzati su tutta la stampa nazionale. Secondo il giornalista del quotidiano siciliano bisogna distinguere tra le varie tifoserie. “La situazione non è dappertutto così disperata come a Napoli. A Catania per fortuna non sembra esserci questa micidiale commistione. E conclude con una speranza: che gli ultrà di tutte le latitudini non si lascino sfruttare dalla criminalità organizzata. D.B. N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre Attualità 7 Ai pensionati Al-Qaeda progettava ci penso io attentati anche in Italia I terroristi sbarcano su Youtube con oltre duemila video Anche un attentato nel parcheggio del supermercato Esselunga di Seregno A l Qaeda cambia la sua strategia mediatica e di propaganda e sceglie di sbarcare su Youtube. La rete terroristica legata a Bin Laden sta infatti progressivamente abbandonando l’utilizzo dei forum islamici per fare proseliti - strategia dominante fra il 2003 e il 2008 - e sta incrementando la sua presenza sul portale più usato per la pubblicazione di video. Chiusi quasi definitivamente i principali forum jihadisti - come al-Hesbah, al-Ekhlas, al-Borak e al-Firdaws -, ora restano in vita solo altri piccoli siti, costretti molto spesso a cambiare indirizzo per evitare di essere oscurati. Ecco allora che il modo più efficace per diffondere la propaganda jihadista sembra quello di utilizzare Youtube. Approfittando della tolleranza dei suoi gestori, che difficilmente cancellano i filmati jihadisti, al-Qaeda ha inondato il portale di suoi prodotti raggiungendo la quota, dalla fine dello scorso anno a oggi, di oltre duemila video pubblicati. Nella maggior parte dei casi si tratta di videomessaggi, quasi tutti in lingua araba, dei principali leader della rete terroristica, ma non mancano neanche i filmati che mostrano le attività di addestramento che si svolgono nei campi militari in Afghanistan o in altre parti del mondo e i video sugli attentati compiuti dai terroristi in Iraq contro le truppe americane. Il leader più presente, con oltre 500 filmati, è il medico egiziano Ayman al-Zawahiri. Il secondo è invece il fondatore di al-Qaeda in Iraq, il giordano Abu Musab alZarqawi. Seguono, in ordine di presenza, Osama Bin Laden, il libico Abu Yahya al-Libi e i filmati realizzati da al-Qaeda nel maghreb islamico, cellula algerina del gruppo. Inizialmente i video venivano presi dai forum islamici e inseriti su Youtube. Ora, invece, molti filmati, come i video dei ‘giovani mujahidin somali’ o del leader del partito islamico afghano, Qalbuddin Hekmatyar, vengono inseriti direttamente dagli utenti scavalcando i siti jihadisti. Ma Youtube non è solo un ottimo veicolo di propaganda. Il portale ha permesso ad al-Qaeda di realizzare un ottimo archivio per chi si occupa di propaganda terroristica. Basta digitare in arabo o in inglese il nome di un gruppo armato o di un leader jihadista per trovare quasi tutti i suoi video-messaggi o i filmati celebrativi che lo riguardano. Intanto in Italia : Progettavano anche un attentato nel parcheggio del supermercato Esselunga di Seregno in Brianza i due marocchini arrestati stamane a Milano con l’accusa di terrorismo internazionale. Si tratta diIlami Rachid, classe 1966, predicatore presso il centro culturale Pace di Macherio (Milano) e Abdelkader Ghaffir, classe 1976, frequentatore dello stesso centro. Entrambi, stando a quanto emerso nell’inchiesta coordinata dal sosti- Ayman al-Zawahiri tuto procuratore di Milano Nicola Piacente, non facevano parte di un gruppo specifico eversivo ma erano costantemente aggiornati su tutti i proclami che venivano emessi, in particolare quelli ‘firmati’ da Osama Bin Laden. Intercettati fino a qualche giorno fa, i due uomini progettavano attentati contro obiettivi militari: la caserma dei Carabinieri di Giussano, l’ufficio immigrazione della questura di Milano e avevano, tra gli obiettivi, anche centri civili. Per prepararsi ad agire i due avevano scaricato da Internet diversi programmi per la realizzazione di ordigni. A eseguire le due ordinanze di custodia cautelare in carcere sono stati, stamane, gli uomini della sezione antiterrorismo della Digos di Milano. Nel corso dell’operazione che ha portato alla cattura dei due presunti terroristi, sono state effettuate anche diverse perquisizioni, sia personali sia domiciliari. Le perquisizioni hanno riguardato altre persone risultate, a vario titolo, in contatto con i destinatari dei provvedimenti restrittivi. Rachid, uno dei due arrestati, indottrinava il figlio di appena due anni sollecitandolo a riconoscere l’immagine di Osama Bin Laden e a chiamarlo ‘zio Osama’. Il proselitismo era tale che un altro figlio, ancora più piccolo, era stato chiamato, appunto, Osama. ‘’Siamo riusciti ad intervenire prima che colpissero. Certo, è una situazione nuova e preoccupante: per la prima volta parliamo di persone che avevano progettato attentati in Italia. Stiamo verificando se si tratti una rete estesa o di un caso isolato’’ ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. In Italia, ha assicurato il responsabile del Viminale, ‘’l’attenzione è altissima, la capacità investigativa è altissima e siamo in grado di monitorare accuratamente la situazione e quindi di scongiurare rischi di questo genere’’. ‘’Abbiamo una mappa aggiornata dei centri culturali, moschee e luoghi dove si fa proselitismo e si raccolgono anche fondi per il terrorismo. Sono concentrati - ha aggiunto - soprattutto nelle regioni del Nord’’. Maroni è del parere che ‘’quello che avvenuto oggi debba indurre governo e parlamento a prendere provvedimenti per mettere in sicurezza i cittadini, per garantire tutto ciò che serve per combattere il terrorismo internazionale’’. ‘’In riferimento al problema relativo “alle moschee, ai centri islamici e alle attivita’ svolte in questi centri che svolgono anche attivita’ di proselitismo, di predicazione estremista, reclutamento di potenziali terroristi, raccolta di fondi per finanziare strutture terroristiche in Italia e all’estero, si puo’ immaginare che il ministro dell’Interno, nei casi di urgenza e quando emergono finalita’ di terrorismo, possa ordinare la sospensione delle attivita’ di organizzazioni, di associazioni, fossero anche delle onlus, di movimenti o gruppi che svolgano o favoriscano attivita’ cosi’ finalizzate, perlomeno fino alla sentenza definitiva del giudice competente, come avviene oggi con la legge Mancino”. Lo ha sottolineatito il ministro dell’Interno Roberto Maroni, in un’informativa alla Camera sull’arresto ieri di due marocchini accusati di terrorismo. La norma, ha spiegato il titolare, del Viminale, potrebbe essere inserita nel ddl sicurezza in discussione al Senato Una moratoria sulla costruzione di nuove moschee. La chiede la Lega all’indomani dell’arresto dei due marocchini - uno dei quali predicatore - accusati di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. “Chiediamo una moratoria a tempo indeterminato sulla costruzione di nuove moschee e presunti centri culturali finché il Parlamento non approverà una legge che regolamenti l’edificazione di luoghi di culto che non abbiano sottoscritto intese con lo Stato’’, afferma il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota. ‘’Presenteremo una mozione parlamentare in tal senso. Esiste già - sottolinea Cota - una nostra proposta di legge per la regolamentazione della costruzione di questi luoghi di culto di cui abbiamo chiesto la calendarizzazione in aula’’. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha annunciato che proporrà di estendere la legge Mancino anche “ai luoghi, dove si svolge reclutamento”. La proposta prevede cioè di dare al Viminale il potere di sciogliere associazioni, accusate di propaganda terrorista.”Si tratta di una modifica alla legge Mancino -ha spiegato il ministro- dare al governo il potere di sciogliere non solo un’associazione accusata di propaganda razzista, che è grave, ma anche di propaganda terrorista, che mi sembra altrettanto grave. Questa è una delle proposte che farò”. Critica l’opposizione. Per la capogruppo del Pd, Sesa Amici, e il vicepresidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Roberto Zaccaria ‘’la proposta della Lega di una moratoria sulla costruzione delle moschee è rozza e sommaria e manifesta l’ossessione dell’Islam del partito di Umberto Bossi”. ‘’Parlare di una moratoria -sottolineano- contro la costruzione delle moschee vuol dire avvalorare quell’inaccettabile assioma per cui essere islamici equivale ad essere terroristi”. Giorgio Lambrinopulos Lo dichiara Mario Rosso, ristoratore in Torino D o la carne a un euro ai pensionati in bolletta. È ciò che fa Mario Rosso, un ristoratore di Torino. Ogni giorno, insieme al cuoco del suo ristorante prepara le vaschette con le porzioni di carne che ogni sera distribuisce ai pensionati che bussano alla sua porta. Era sabato scorso, quando fermo al semaforo rosso nei pressi della parrocchia di sant’ Aniello, in Cosenza, ho visto un anziano signore dall’aspetto curato, con abiti dignitosi, rovistare nel cestino della spazzatura. Aveva una busta di plastica bianca in mano e dentro metteva qualcosa: la distanza non mi consentiva di distinguere cosa fosse. Avevo più volte visto la scena in televisione e ne ero rimasto turbato, ma nella realtà le sensazioni, assicuro, sono molto più impressionanti. “Segno dei tempi”, mi sono detto, “Sono le mostruosità generate dal cosiddetto pensiero unico liberista, dalla cultura dell’avere, da quei manager senza scrupoli che hanno sbandierato e declamato l’efficacia della finanza creativa”. Questa riflessione facevo mentre quell’anziano, terminata la ricerca, si apprestava ad attraversare la strada. Passò dinanzi alla mia macchina e lo vidi in volto. Era rasato, ben pettinato; le scarpe lucide ed il pantalone stirato. Era magro. Qualche secondo dopo il semaforo divenne verde e ripartii per andare al lavoro. “Hanno calpestato finanche la dignità delle persone, pur di “avere”, ed ora nemmeno pagano”, continuavo a pensare, “Domani potrei esserci io al posto di quell’anziano. Ma a monte di tutto non c’è la politica, né le teorie economiche. C’è l’uomo e il suo egoismo, le sue paure”. Giunto in ufficio aprii automaticamente il computer. Un gesto quotidiano che faccio ogni mattina automaticamente, ormai, per controllare la posta. Era il giorno elle sorprese. Fra le tante comunicazioni lessi la posta di una mia collega che spesso dirama messaggi incoraggianti. Paola Ghio, si chiama così la mia collega di Torino, mi aveva spedito la storia di Mauro Rosso. Dopo averla letta, con ancora nella mente le immagini dell’anziano che rovistava nella spazzatura, d’istinto, senza pensarci più di un secondo, ho pensato di raccontarla a mia volta, a quanta più gente possibile. Mario Sasso è un sessantaduenne a cui la vita ha regalato più di qualche soddisfazione. Ha due ristoranti, uno a Torino e uno a Pino, un avviatissimo commercio di prodotti per l’edilizia e tanta voglia di fare. “Un giorno, mentre ero dalle parti di piazza santa Giulia”, racconta Mario, “ho visto un mio vecchio conoscente che rovistava nell’immondizia. Era uno che un tempo stava bene, ma non aveva un lavoro fisso. L’ho aspettato un po’ lontano e gli ho parlato. Mi ha raccontato che sua moglie era malatissima, che aveva una pensione da 200 euro, che la vita con lui era stata grama. E se n’è andato dicendomi una frase che, per me, è stata come una coltellata al cuore: “Caro Sasso, sapessi da quanto tempo io non so neanche più che gusto abbia la carne”. Ecco, quel giorno ho capito che avrei dovuto fare qualcosa per la gente più sfortunata di me”. E così, a fine marzo, Mario è partito con la sua iniziativa. Ogni sera, dalle 17 alle 18,30, al suo ristorante di Torino, “Il Grappolo”, di via Cigliano, zona corso Belgio, consegna ai pensionati che bussano alla sua porta una vaschetta di carne. Bollito o rolata che sia. Doppia porzione. Si paga soltanto 2 euro per 300 o 400 grammi di muscolo, cucinato dal cuoco del locale: cibo che potrebbe tranquillamente finire sui tavoli, servito ai clienti di quel posto, raffinato ed elegante, a non meno di 10 /12 euro a porzione. È dura mangiare tutti i giorni, per un mese intero, spremendo i soldi da una pensione che non arriva a 400 euro al mese. “Io, per quel che posso”. dice Mauro Rosso, “Do una mano a chi non ce la fa. É poco? Io ci provo. Eppure, certe sere sono io a vergognarmi quando consegno la vaschetta doppia porzione di carne a 2 euro. Mi vergogno perché, alla fine, do troppo poco a quelle persone, gente che ha dignità da vendere, che entra qui dentro e mi spiega perché non ce la fa neanche a mettere da parte i soldi per magiare”. Sasso spiega che, come massimo “prepariamo 40 porzioni: venti vaschette in tutto. A volte vanno via tutte. Altre non ne consegniamo più di e sei, sette oppure dieci. Ma chi vien qui è gente che ha davvero bisogno. Sono persone anziane che si fermano a parlare e, a fatica, narrano i loro piccoli e grandi drammi”. L’iniziativa, che Mario avrebbe voluto interamente gratuita (“ma non ci è stato possibile realizzare per ragioni di carattere fiscale”) al ristorante costa dai 20 ai 30 euro al giorno. “Non vado in miseria per questo”, insiste Sasso che adesso lancia anche una provocazione, un appello ai tanti ristoratori della città:”Saremmo o no in mille a fare questo mestiere in città? Benissimo. Se tutti quanti, ogni sera, preparassimo non dico dieci, ma tre o cinque porzioni da consegnare a prezzo simbolico a chi ne ha bisogno, in questa città staremmo tutti un po’ meglio. Specialmente gli anziani e quelli che fanno i salti mortali per non morire di fame”. È questa la storia di Mario Rosso. Una storia che mi ha fatto riflettere. Mario non ha aspettato che i grandi della Terra trovassero la soluzione alla crisi economica mondiale, né che il governo aumenti le pensioni. Mario ha detto, ha visto, ha sentito e ha fatto, senza pensarci due volte. Un grande esempio di amore per il prossimo, un esempio che in Calabria è arrivato da lontano e che sarebbe buona idea imitarlo. Grazie Mario. Roberto De Napoli INSERTO 8 Corriere Letterario N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre A cura di Antonio D’Ettoris San Paolo e i romani timorati di Dio Piero Mainardi N ell’ambito dell’anno paolino, spicca tra i numerosi studi dedicati all’Apostolo dei Gentili, l’Introduzione alla Lettera ai Romani di Walter Schmithals, teologo di confessione evangelica e rettore della Kirchliche Hochschule di Berlino, volume edito da Lindau (p.192, E. 19,00). Paolo è la figura che maggiormente comprese il carattere di radicale novità che scaturiva dalla morte e resurrezione di Gesù Cristo rispetto al contesto religioso ebraico entro cui lo avevano vissuto i primi cristiani, nonché gli stessi apostoli. E in ragione di ciò Paolo stesso si riservò la missione particolare di predicare il Vangelo ai gentili, ai pagani. Se la portata dell’opera di apostolato paolina è ancora oggi sotto gli occhi di tutti, la riflessione teologica sulle sue epistole ha una storia abbastanza singolare: infatti nell’era patristica trovò profonda attenzione da parte di Origene e di Giovanni Crisostomo in Oriente, e da parte dello pseudo-Ambrogio (Ambrosiaster) e soprattutto di Agostino, nel medioevo vi fu certamente un attenzione della scolastica con in testa san Tommaso, ma le epistole di san Paolo non furono l’asse portante della riflessione teologica medievale. Furono gli umanisti (lo testimonia la crescita del numero delle edizioni critiche curate tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500) a riportare l’attenzione sulle Epistole, forse attratti dalla antropologia teologica paolina, evidentemente sentita nelle sue problematiche sull’uomo vicina alla loro sensibilità. Ed è paradossalmente proprio in questo ritrovato interesse per le epistole paoline che si viene a creare quel terreno di cultura che esploderà con Lutero e il protestantesimo. Proprio la Lettera ai Romani (che Lutero commentava ai propri studenti universitari tra il 1515 e il 1516, approfondita anche dal suo più stretto collaboratore Filippo Melantone) sembra costituire il detonatore per questo sciagurato evento che ha distrutto l’unità del cristianesimo occidentale. Lutero vi vedeva in essa un compendio della dottrina evangelica relativamente ai temi del peccato, della grazia, della salvezza: «il giusto vivrà per la fede» (Rom. 1,17) è la pericope paolina che folgora il riformatore tedesco con tutte le conseguenza che ne scaturiranno. In questo senso crescono ancor più i motivi di interesse per la chiave di comprensione che viene fornita da uno studioso protestante come lo Schmithals il quale ha un approccio molto originale rispetto alla Lettera ai Romani. Sebbene la sua autenticità non sia mai stata messa seriamente in discussione, si tratta di una epistola dottrinariamente e teologicamente molto complessa, nella quale restano ancora aperti vari problemi relativi alla sua struttura e alla propria unità interna, al proprio carattere stilisticoletterario e soprattutto riguardo Sumaya Adbel Qader Porto il velo adoro i Queen Sonzogno pp. 179 €. 14,00 ai reali destinatari e alle reali finalità della missiva. Attraverso un’esegesi molto attenta sotto l’aspetto logico-letterario Schmithals ritiene di poter individuare all’interno della Lettera ai Romani in realtà due lettere distinte: Romani A 1,11, Romani B 12, 15. Scritto di carattere dottrinale la prima, epistola di carattere più lettererario e dai toni esortativi la seconda, composte in anni diversi e assemblate successivamente da un anonimo compilatore. Un’ipotesi sulla quale non molti esegeti paolini concordano, ma che tuttavia ha il pregio di riuscire a sciogliere alcune questioni di coerenza stilistica e di sistemazione logico-dottrinale. Non ci sono dubbi che il tema dell’epistola sia l’universalità della giustificazione per fede ma a chi realmente si rivolge Paolo e perché scrive? Negli anni in cui scrive Romani A, probabilmente da Efeso, secondo Schmithals, agli inizi del terzo viaggio missionario (52-55), si era formata anche a Roma una comunità di cristiani che ruotava ancora attorno alla Sinagoga. Se si fosse trattato di giudeo-cristiani allora Paolo non avrebbe avuto i titoli per predicare ad una comunità che avrebbe dovuto fare riferimento a Pietro. Inoltre Paolo premette di volersi rivolgere ai pagani, ma nella Lettera ai Romani, la trattazion e Sulinda, 30 anni, nata a Perugia, sposata e con 2 figlie, vive a Milano dove studia lingue all’università per diventare interprete. Come tutte le donne della sua generazione affronta la vita con non poche difficoltà. Con una piccola differenza: è musulmana e porta il velo, e tanto basta perché la si consideri diversa. L’arte di raccontare storie è nata quasi in contemChristian Salmon poranea con la comparsa dell’uomo sulla terra e Storytelling ha costituito un importante strumento di condiviLa fabbrica delle storie sione dei valori sociali. Ma, a partire dagli anni Fazi Novanta del Novecento, negli USA come in Eupp. 214 €. 18,00 ropa, questa capacità narrativa è stata trasformata dai meccanismi dell’industria dei media e dal capitalismo globalizzato nel concetto di storytelling: una potentissima arma di persuasione nelle mani dei guru del marketing. Macerie fumanti, cadaveri sanguinolenti, pianti e grida di dolore: Troia in fiamme come emblema della caduta di un regno, come luogo archetipico della distruzione e del saccheggio. A partire dal materiale mitico della tradizione arcaica, la drammaturgia di Euripide presenta al pubblico lo spettacolo dei crimini di guerra e la deriva di una popolazione devastata. L’orrore è focalizzato nella prospettiva delle vittime, dei corpi umiliati e spogliati delle loro identità, delle soggettività ridotte a voci sofferenti quanto inermi. Euripide Troiane Feltrinelli pp.192 €. 8,00 Peter Heller racconta la sua avventura a bordo del Farley Mowat, salpato da Melborne nell’ottobre 2005 con lo scopo di bloccare le baleniere giapponesi nei mari tempestosi al largo delle coste dell’Antartide. Peter Heller I guerrieri delle balene Corbaccio pp. 350 €. 19,60 di Paolo non affronta direttamente l’annuncio del Vangelo, la cui ricezione viene data per scontato in chi si rivolge. Dunque se non possono essere pagani da evangelizzare né giudeocristiani, non resta altra ipotesi, secondo Schmithals, che Paolo si rivolgesse al gruppo dei “Timorati di Dio”, ossia quei pagani che già avevano riconosciuto la verità della legge mosaica e dei rituali ebraici e che gravitavano attorno alla Sinagoga alla quale pagavano dei tributi. In questo contesto è probabile che il cristianesimo abbia fatto rapidamente proseliti, ed è a loro che Paolo intende rivolgersi invitandoli a creare comunità separate dalla Sinagoga, dando loro argomentazioni razionali e teologiche (con una potenza argomentativa ed una logica di eccezionale efficacia) atte a vincere sia le loro perplessità (perché abbandonare la Sinagoga quando già da pagani avevano riconosciuto la verità della Legge mosaica e l’elezione di Israele da parte di Dio?) e la violenta reazione che avrebbero trovato proprio da parte della Sinagoga, reazione che Paolo aveva già sperimentato personalmente. Paolo vuole mostrare non solo che la giustificazione, la salvezza non sta nella Legge mosaica ma nella fede in Gesù Cristo, ma soprattutto che l’economia divina della salvezza è, Antico Testamento alla mano, universale, e che l’infedeltà di Israele non fa altro che risaltare la Edward E. Said Joseph Conrad e la finzione autobiografica Il Saggiatore pp. 230 €. 19,00 grandezza della misericordia di Dio. Ora erano i pagani a cadere nelle braccia della misericordia divina ma non per effetto dell’osservanza della Legge né delle prescrizioni rituali, anzi, erano fatti liberi dalla Legge, proprio perché «il termine della legge è infatti Cristo per la giustificazione di chiunque creda» (Rm. 10,4). Da Romani B (secondo Schmithals scritto probabilmente da Corinto al termine del terzo viaggio missionario) desumiamo che l’intento paolino di organizzare una comunità cristiana separata dalla Sinagoga che riconosca la sua autorità apostolica è riuscito ma che all’interno della comunità si è creata una spaccatura tra i “forti” e i “deboli” cioè tra coloro che intendono non adempiere più ai precetti tradizionali ebraici e chi ancora intende osservarli: da qui le ragioni del “secondo” intervento di Paolo che tratteggia una sorta di “codice comportamentale” per questa nuova comunità cristiana invitando i due gruppi ad accettarsi reciprocamente tenendo come unico imperativo l’amore poiché tutti noi «siamo un solo corpo in Cristo» (Rm. 12,4). Aldilà di un paio di perplessità che lo Schmithals ci lascia a proposito di una possibile concezione paolina un po’ troppo disinvolta sul peccato originale e su una cristologia paolina adozionista difficilmente sostenibile rimandiamo comunque volentieri alla lettura di questo studio che riesce pienamente ad esprimere la genialità e la forza di Paolo, tale da accrescere il senso di gratitudine per i doni che ancora ricadono su di noi per effetto della grande opera compiuta dall’Apostolo delle genti. In questa monografia, ormai un classico in tutto il mondo, Edward Said affronta l’opera e la vita di Joseph Conrad. L’oggetto letterario più specifico dello studio sono le opere brevi di Conrad, quelle in cui lui sosteneva di trovarsi più a suo agio, e che meglio raccontano della sua incapacità di sentirsi ordinato e fluido come un lungo romanzo, ma piuttosto frammentario e molteplice. Il concetto di “gioventù” indica oggi una Massimo Livi Bacci fascia di età sempre più estesa, che si spinAvanti giovani alla riscossa ge ormai ben oltre la soglia dei trent’anni. Il Mulino Ciononostante nel nostro paese la quota dei pp. 200 €. 10,00 giovani sul tolale della popolazione è in costante diminuzione. Cosa si nasconde dietro questi dati apparentemente contraddittori? Una condizione di vita altrettanto paradossale. Di giorno la testa immersa nei libri, di notte disposta a vendere il proprio corpo. Laura D., studentessa francese di nemmeno vent’anni, matricola alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, svolge i lavori più disparati per mantenersi agli studi. Ma la retta è troppo alta: lei non ha diritto a sussidi statali, e i soldi non le bastano mai. Una sera, navigando in internet, si lascia allettare da un annuncio di guadagni facili in cambio di sesso occasionale. Laura D. Pagami Sonzogno pp. 205 €. 14,50 L’autore ci guida nell’esplorazione di un mondo che già i contemporanei avevano giudicato con un misto di meraviglia e riprovazione, in particolare per uno stile di vita non esattamente conforme ai canoni “classici” di stampo greco-romano, basti pensare all’emancipazione della donna. Jean-Marie Irollo Gli etruschi Dedalo pp. 177 €. 20,00 N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre LIBRI DA LEGGERE Franco Frabboni Fare bene scuola Carocci pp. 124 €. 13,50 Il testo accompagna la sofferta navigazione del Veliero-scuola. Questa nobile imbarcazione ha il diritto di sognare una scuola normale, possibile se prende la rotta che porta sulle spiagge dorate di un’isola che ancora non c’è: la scuola delle Riforme. LIBRI LEGGERE è Una casa senza biblioteca è come una fortezza senza armeria (da un antico detto monastico) a cura di Maria Grazia D’Ettoris F inalmente. Dopo lustri di federalismo, di questione settentrionale, di secessionismi, d’indipendentismi, di libertà padana, ecco un aureo libretto, controcorrente, impolitico, che sfida l’impopolarità, rigoroso nel suo richiamo alle tradizioni storiche che sono oggi obnubilate, reiette, irrise. Poche pagine, ma succose e dense, soprattutto nel ripetuto distinguere il federalismo per aggregazione (quello che portò alla costituzione della Svizzera o degli Stati Uniti o della Germania) dal federalismo per dis-aggregazione (del Belgio odierno o dell’Italia dagli anni Novanta ad oggi). Si tratta de La questione nazionale, ultima opera di Domenico Fisichella, che nel sottotitolo reca l’esplicita affermazione “Per una critica del federalismo” (Editoriale Pantheon, pp. 104, € 7). L’autore presenta alcuni capitoli di riflessione sulla questione meridionale, sulla questione settentrionale e sulla pretermessa questione nazionale, illustrando la natura dei vari federalismi, inseriti nella politica della Lega e caoticamente usati nei giochi degli altri partiti. Successivamente ripropone alcuni suoi interventi al Senato, contro progetti costituzionali – così del centro- destra come del centro-sinistra – di devoluzione, federalismo e insomma disgregazione. Va infatti dato atto a Fisichella di essere stato uno dei pochissimi, coerenti oppositori delle riforme federaliste, in maniera pasticciata sostenute da svariati governi nell’ultimo decennio. Si respira, in queste pagine, un’aria pura. La stessa aria che, alla Costituente, circolava quando Ciccio Nitti si pronunciava contro le Regioni, volute soprattutto dalla Dc – per influenza di Sturzo: peccato che Sturzo non fosse stato, invece, ascoltato quando rampognava la classe politica perché statalista, dirigista, illiberale – e da alcuni settori di sinistra, compresi i repubblicani, dimentichi di Mazzini e infervorati per un Cattaneo il cui influsso, sul Risorgimento e sull’intero pensiero politico ottocentesco e primo novecentesco, era stato pari a zero (a voler essere generosi). Lo stesso Pci non pareva entusiasta del regionalismo, come attestano chiare riserve di Togliatti in sede di dibattito parlamentare. Il federalismo, negli anni Cinquanta e Sessanta, si chiamava regionalismo. Contro le Regioni si espressero, con coerenza e limpidità, liberali (Fisichella demolisce l’ascrizione di Einaudi all’italico federalismo), monarchici e missini, con epici ostruzionismi. Del resto, che cosa avessero allora prodotto le Regioni a statuto speciale C era palpabile. Oggi, dopo quasi quattro decenni di Regioni a statuto ordinario, possiamo con serenità affermare che qualsiasi previsione catastrofica sullo sviluppo del regionalismo (compiuta alla Costituente, prima, nelle legislature fino al 1970, poi) è stata crudamente smentita dai fatti. Nel senso, però, che i fatti sono stati molto, molto più gravi delle più cupe previsioni. Abbiamo distrutto lo Stato nazionale, senza alcunché costruire. Abbiamo moltiplicato spese e uffici, burocrazia e vincoli, casta politica ed egoismi localistici. Abbiamo perfino potenziato l’accentramento, creando spocchiosi dirigismi regionali in luogo di quelli statali. In compenso siamo riusciti a polverizzare quel poco che di unitario, in senso nazionale, alcune generazioni avevano creato, per ridurci in una situazione incivile in cui si vorrebbe cassare l’italiano in nome dei morenti dialetti e, al più, di una lingua franca sovrannazionale. Fisichella ricorda, con correttezza di storico, che l’Unità fu voluta e realizzata da una minoranza, con l’uso della forza e della diplomazia, perché in altra maniera non avrebbe potuto realizzarsi. Fu, anzi, un miracolo congiungere aspirazioni nazionali ed esigenze dinastiche, vincendo clero e classi rurali, ostilità di mezza Europa e indifferenza delle masse e, onservali nella tua Alberto Simoni, John Samples La corsa più lunga Obama vs McCain: due visioni, una nazione Lindau pp. 194 €. 17,00 La corsa alla Casa Bianca resta uno degli esercizi più alti, complessi (e spettacolari) della moderna democrazia. Questo volume ha due anime: da un lato Samples spiega le regole e i meccanismi delle elezioni (dalla creazione del candidato al suo posizionamento nello schieramento di partito, dalle primarie alle votazioni finali), dall’altro Simoni racconta l’America che in questi mesi è andata alle urne. Chiara Platania Labirinti di gusto Dedalo pp. 192 €. 15,00 Attraverso l’alimentazione si può comprendere la struttura sociale e simbolica di una società e il rapporto degli individui con il proprio corpo: il complicato intreccio tra negazione della corporeità, mortificazione dei piaceri e dei desideri ed esaltazione della fisicità, tra controllo di Sé e controllo sociale. Gennaro Barbuto Il pensiero politico del Rinascimento Carocci pp. 192 €. 18,80 B Il pensiero politico del Rinascimento, nei suoi diversi e anche divergenti itinerari, rappresenta una innovativa e radicale analisi dell’agire pubblico. Gli antichi, non accettati quali autorità indiscusse ma valutati criticamente, e le sconvolgenti e inedite istanze poste dalle guerre d’Italia, costituirono le premesse del dibattito politico nei primi decenni del Cinquecento. I poli di questa discussione furono il realismo e l’utopia. Ferdinando Fasce I presidenti Usa Carocci pp. 259 € 22,50 Nell’età della globalizzazione e dei media “24 ore su 24” la Casa Bianca, lo Studio Ovale, la first lady e le elezioni presidenziali statunitensi sono diventati parte integrante del nostro immaginario collettivo. Ma qual è la loro storia? Come è cambiata l’istituzione presidenziale negli oltre due secoli che separano l’età di George Washington da quella del dopo il settembre? Mario Falcone L’alba nera Fazi pp. 457 €. 18,00 CULTURA Il federalismo? Un altro regionalismo Marco Bertoncini 9 INSERTO All’alba del 28 dicembre 1908 una violentissima scossa di terremoto rade al suolo la città di Messina, provocando ottantamila morti e cancellando dalle carte geografiche una delle più belle e prospere città del Regno d’Italia. “L’alba nera” è il romanzo che racconta i mesi immediatamente precedenti la catastrofe, a partire dal giorno di Ferragosto, in cui l’intera città si ferma per la festa della Vara. Mentre centinaia di messinesi trascinano per le strade la statua dell’Assunta, l’omicidio di una giovane cameriera macchia la sacralità della festa, come un funesto presagio che segna il primo passo della progressiva discesa agli inferi di una città solo apparentemente placida e sonnolenta. Il compito di indagare su questo e altri inspiegabili delitti che si susseguono in rapida sequenza spetta al tenente dei carabinieri Marco Valerio Sestili, la cui ricerca della verità s’intreccia alle vicende di numerosi personaggi, legati l’uno all’altro come in un frenetico carosello. diciamolo pure, sovente anche contro repubblicani irriducibili o utopisti e contro velleitari sognatori di eserciti di popolo. Soltanto il genio politico e diplomatico di Cavour poté avviare a risolvere la questione nazionale, compiuta poi dai successori della Destra storica, una classe politica insuperata in questo secolo e mezzo. Una domanda viene oggi spontanea. Perché mai contro il federalismo sono rimasti pochi uomini? Il caso di Fisichella – il quale ha serbato l’atteggiamento contrario indipendentemente dalla propria mutata collocazione politica e dalle maggioranze via via dissolutrici dell’Unità – non ha molti simili: al più, ricordiamo Egidio Sterpa. Tutti paiono divenuti federalisti. Ci chiediamo dove siano finiti coloro che, negli anni Sessanta, si opponevano con durezza al iblioteca A cura di Camillo Brezzi Si combatte contro i tedeschi La Divisione “Acqui” a Cefalonia e Corfù Polistampa pp. 120 €. 12,00 Il volume ricorda una delle pagine più tragiche della seconda guerra mondiale: il sacrificio della Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù dopo l’8 settembre 1943, divenuto - anche per le dimensioni dell’eccidio - il simbolo della Resistenza delle truppe italiane alla efferatezza della Germania nazista. Ermanno Olmi Gli anni Edison. Documentari e cortometraggi (19541958). DVD. Con libro Feltrinelli €. 16,90 Chiunque conosca il singolare e poetico cinema che questo “ragazzo” lombardo intarsia da quasi più di cinquant’anni, non si è affatto stupito. E non solo perché quasi tutti i suoi film sono prima di tutto “narrazione del reale”, trasfigurazione poetica della realtà. Ma anche perché, nella sua lunga carriera, Ermanno Olmi non ha mai smesso di dirigere, scrivere, inventare documentari. regionalismo. O i loro eredi. Ci chiediamo come mai in Fi, crogiolo di gruppi e correnti, non si odano voci antifederaliste. Ci chiediamo come mai un partito, che nella denominazione contiene l’aggettivo “nazionale”, sia passato da una posizione di rassegnato cedimento (sì al federalismo, ma temperato dal presidenzialismo) ad una condizione di totale cancellazione dell’antica ostilità al regionalismo e di rinnegamento della propria migliore tradizione politica. Altro che fascismi, mali assoluti, leggi razziali: nella questione nazionale è annegata An, travolgendo il meglio di sé. Il federalismo, istituzionale o semplicemente fiscale, in Italia sappiamo già come si realizzerà. L’abbiamo sperimentato, sulla nostra pelle e nei nostri portafogli, con le Regioni. A cura di Sofia Ventura Da Stato unitario a Stato federale Il Mulino pp. 232 €. 21,00 A partire dalla seconda metà del secolo scorso, in alcuni paesi europei, come Gran Bretagna, Spagna, Belgio e Italia, la dimensione territoriale ha acquistato (o riacquistato) un rilievo politico tale da diventare un potente fattore di cambiamento istituzionale, innesco di processi che oggi vanno sotto l’etichetta della “devoluzione”. Questo volume illustra i fattori concomitanti che hanno prodotto tali processi. Riccardo Brizzi, Michele Marchi Charles de Gaulle Il Mulino pp. 252 € 18,50 Questo volume ricostruisce la biografia politica di de Gaulle concentrandosi su quattro fasi della sua esperienza storica e politica. La prima lo vede affermarsi come il protagonista indiscusso della Resistenza francese e della transizione post-bellica. La seconda è la fase del cosiddetto “gollismo d’opposizione” (1947-1958). La terza fase comprende lo snodo cruciale degli anni 1958-65. La parte conclusiva è dedicata agli ultimi anni della presidenza. Letteratura Mediterranea INSERTO 10 N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura. Il diario perduto di Jane Austen Giovanna Crisà I l personaggio di Jane Austen ha, da sempre, suscitato curiosità soprattutto nei fan accaniti di questa scrittrice, maestra di tutte le grandi autrici d’oggi. Su Jane, sono stati scritti diversi saggi, e persino il cinema si è cimentato su fantastiche storie riguardanti la scrittrice. Chi era Jane? Senza dubbio, una donna dotata di un grande talento, che seppe descrivere attentamente la società del suo tempo. Syrie James, scrittrice califor- P niana dalla fervida fantasia, ha immaginato che fosse stato ritrovato il diario di Jane Austen, nel quale vi è raccontata gran parte della sua vita, e dove Jane svela il suo segreto più grande: “Quelli che leggono i miei romanzi, potrebbero chiedersi come può una donna, pretendere di scrivere sull’amore. La verità è che ho conosciuto un uomo che mi ha fatto provare realmente le profonde emozioni descritte nei miei libri”.Quindi Jane ha amato, ha subìto la perdita di un amore, e tutto ciò spiegherebbe la solitudine della scrittrice. L’uomo in questione sarebbe Lord Ashford, conosciuto durante una breve vacanza a Lyme. Devo riconoscere, che leggendo questo romanzo, sembra di udire la voce di Jane, che narra la sua vita, il rapporto con la madre, l’amore che la unisce alla sorella Cassandra e ai fratelli, il talento che le viene riconosciuto dai genitori. Ma soprattutto sembra di ritrovarsi in uno dei suoi romanzi, ricchi di personaggi. E viene da chiedersi se nella realtà Jane, amasse qualcuno che le ispirò gran parte dei personaggi maschili il suo sposo. Ma quando l’uomo esce dalla sua vita, ecco che lei si trova disorientata. “Quando il pensatore se ne è andato, gli ho augurato di morire. Ho costruito una bara e me la sono nascosta nel cuore”. L’amante segreto, colui che la portava verso l’amplesso più osceno, che leggeva nei suoi pensieri e nella sua anima, dandole sicurezza, e coccolandola, a un certo punto svanisce, come in un sogno. Il pensatore l’amava, ma lei sfuggiva al suo amore. Così, dopo un’amalgama di storie di sesso e soprattutto di ricordi d’infanzia, Salwa scrive: “Ero sicura, che il Pensatore, mi sarebbe comparso con un nodo in gola per chiedermi il mio miele. Ma la prova del miele è il miele stesso. “Un libro scanda- loso? Adesso ha rivelato al mondo la sua storia. Ma forse tutte hanno un pensatore che le aspetta , nascosto in qualche angolo. E’ uno scandalo, o un segreto? “Lo scandalo stava nel segreto. Ma il segreto non è più un segreto”. La prova del miele er me, l’arabo è la lingua del sesso. Frase d’esordio del romanzo intitolato “La prova del miele”, scritto dalla poetessa siriana Salwa al_Neimi. Ancora una volta, è una donna a raccontare l’erotismo, e, quelli definiti i sublimi piaceri del corpo, poiché seguendo la scia del sesso raggiungerà il profumo del paradiso: “Corpo, rammenta e non soltanto , come amato fosti, i letti ove giacesti”. L’erotismo vissuto dalle donne arabe e musulmane, raccontato con esplicita e scorrevole eleganza . E in un mondo, dove l’adulterio è considerato reato, la protagonista si concede senza limiti al “pensatore”, l’uomo che le apre le porte verso il piacere, tradendo che popolano i suoi lavori. E se fosse stata rifiutata perché di poca bellezza? Syrie James, ci trascina in un’epoca, fedele alla storicità degli eventi. E’ un romanzo gradevole, scritto con estremo garbo: del resto si sarebbe espressa così, la grande Austen . James Syrie Il diario perduto di Jane Austen Piemme pp. 347 €. 17,50 G.C. U n ragazzo di sedici anni, una vita in balia della legge dei piú forti. A cavallo della sua vespa Luigi ritira soldi in ogni parte di Napoli, come un postino, come un esattore. Vomero, Ferrovia, Tribunali, fino a Posillipo, «un posto dove c’era troppo silenzio e anche se era bello, perché bello lo era veramente, non faceva stare bene». Luigi parla poco ma tiene gli occhi spalancati. Ha il cuore in subbuglio, nessuno lo accompagna nel suo vagabondare alla ricerca di quello che è l’unico oggetto del suo desiderio, Ninetta. Una ragazzina di quindici anni, fidanzata di Gaetano, il nuovo capozona appena uscito dal carcere di Poggioreale, il nuovo camorrista senza pietà, dal destino ineluttabilmente segnato dalla violenza. Attorno a Luigi è un mondo sfasciato, nero, ma colmo di malinconia e di rimpianti. Chi sono i suoi amici? Vittorio, il suo vecchio capozona a cui consegnava le mesate e che ha strangolato un cucciolo di boxer solo perché lo guardava fisso. Pasqualino, il fratello piccolo e malaticcio, che nel sonno recita i nomi delle antiche divinità studiate a scuola: Ermes, il messaggero degli dèi, Giove che scaglia fulmini dall’Olimpo, Nettuno che governa le forze del mare e il canto delle sirene.. G. C. Simonetta Poggiali Ermes, una storia napoletana Neri Pozza pp. 160 €. 15,00 Karen Russell Il Collegio di Santa Lucia Elliot pp. 302 €. 17,50 Amanda Foreman Georgiana Bur pp. 579 €. 12,00 Lady Georgiana Spencer sposò a diciassette anni il ricco e potente duca del Devonshire, che le aprì le porte della migliore società inglese ed europea, della quale divene ben presto la regina. Ma il successo mondano nascondeva una vita privata tutt’altro che idilliaca, segnata da un torbido e movimentato ‘menage a trois’ tra il duca, Georgiana e la migliore amica di lei, Lady Foster... Luca Romano L’angelo egoista Neri Pozza pp. 192 €. 15,00 Giugno 1930, Parigi. Nei giardini dell’hotel particulier della contessa Anna Letizia Pecci Blunt, si svolge il ballo più elegante della stagione. In quella serata un po’ magica, tra principi, artisti e dame dell’alta società, un ragazzo di diciassette anni, arrivato da Londra per studiare all’Ecole des Beaux-Arts, incontra Lee Miller. Sottile, slanciata, gli splendidi capelli biondi tagliati alla garçonne, Lee ha solo due anni più di lui, ma possiede già un fascino e una bellezza inafferrabili. Ed è soprattutto una donna emancipata e libera che suscita irrefrenabili passioni nei molti uomini che entrano nella sua vita. È arrivata dagli Stati Uniti un anno prima, dopo essere diventata la modella preferita di Condé Nast, il fondatore di Vogue. Quella sera è accompagnata da Man Ray, di cui è diventata la musa, l’amante e l’instancabile collaboratrice nella creazione di straordinarie immagini surrealiste. Ma questo non le impedisce di trascorrere con il giovane sconosciuto la prima di molte notti d’amore. Inizia così un tormentato rapporto che, tra rotture e riappacificazioni, terminerà solo con la morte di Lee, quasi cinquant’anni dopo. In questo lungo arco di tempo cambieranno molte cose, ma in lui rimarrà la consapevolezza di essere l’unico uomo a conoscerla e accettarla completamente. Bernard Cornwell I re del Nord Longanesi pp. 365 €. 17,60 Salwa Al-Neimi La prova del miele Feltrinelli pp. 102 €.10,00 Ermes, una storia napoletana Èdouard Bourdet Schiere di giovinette allevate dai lupi vengono accolte al collegio di Santa Lucia per imparare le buone maniere ed essere reinserite nella società. Sospesi nel mondo senza tempo della fanciullezza, i dieci racconti di Karen Russell “forse ricordano Jonathan Safran Foer o magari Gabriel García Márquez, ma in realtà non possono essere avvicinati a niente se non a loro stessi” (Publishers Weekly) Corre l’anno 878 e re Alfredo ha appena liberato il Wessex dagli invaso- ri vichinghi. Alla sua vittoria ha contribuito Uhtred, che ora, disgustato dalia grettezza del sovrano e dal suo atteggiamento estremamente bigotto, decide di lasciare il paese e di dirigersi a nord per vendicare il padre adottivo, barbaramente ucciso, e liberarne la figlia, prigioniera dell’assassino del padre, Kjartan, un danese rinnegato che vive nell’imprendibile for- tezza di Dunholm e che da sempre è nemico giurato di Uhtred. Arrivato a nord, il giovane trova la regione in rivolta, immersa nel caos e nel terrore. Lui può contare solo su Hild, una monaca sassone che ha rinunciato alla vocazione, e sulla propria spada. Finché il caso non gli fa incontrare un manipolo di uomini comandati da un giovane schiavo autoproclamatosi re di Northumbria... In un mondo dai confini mute- voli dove regnano il caos e bizzose divinità, in una terra contesa tra i signori della guerra in cui il più prezioso alleato può trasformarsi in un nemico più gelido dell’aspro vento del nord, la follia può rivelarsi l’unica arma vincente … Religione R N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre Un lavoro soprannaturale Omar Ebrahime S i è svolta a Roma presso il prestigioso auditorium dell’Augustinianum la presentazione del libro autobiografico del direttore dell’Ufficio informazioni dell’Opus Dei in Italia, Pippo Corigliano (Un lavoro soprannaturale. La mia vita nell’Opus Dei, Mondadori, pp. 144, euro 17, 50, Milano 2008). Presenti sul palco, oltre all’autore, il direttore del quotidiano Il Tempo, Roberto Arditti, che ha introdotto e coordinato la presentazione del libro e due ospiti d’eccezione: il cardinale spagnolo Julian Herranz e il direttore del TG1 Gianni Riotta. La serata, che si è svolta come una chiacchierata familiare nel clima di allegria e vivace attenzione tipico dell’Opus Dei, è stata un’occasione per ripercorrere la nascita e lo sviluppo in Italia dell’ “impresa soprannaturale” fondata ottant’anni or sono da San Josemarìa Escrivà (1902-1975). A causa della rapida diffusione e del travolgente successo che ha avuto in ogni paese e ceto sociale l’Opera è stata ed è tuttora guardata Pippo Corigliano firma alcune copie del suo libro con sospetto da molti: non si contano ormai più gli articoli di giornale e i libri scritti per dimostrare che la prelatura fondata in Spagna sia in realtà una losca società segreta custode di chissà quali oscuri segreti sulle sorti del mondo. A queste accuse Pippo Corigliano, che da quarant’anni è il portavoce dell’Opus Dei in Italia, ha risposto con la trasparenza che lo contraddistingue da sempre: “E’ evidente che la cultura dominante tollera tutto ma guarda con freddezza chi ha fede in Dio. E’ altrettanto evidente che Sotto la direzione di Patrick Sbalchiero Dizionario dei miracoli Edb pp. 944 €. 49,00 Come si spiega l’onnipresenza dei fenomeni straordinari nella tradizione cristiana? Quale aiuto può venire dalle scienze umane e della natura per una migliore comprensione di questi fenomeni? Un’opera imponente, composta di 830 voci, risultato del lavoro di 230 collaboratori - storici, teologi, filosofi, medici (in particolare psichiatri), sociologi, credenti e non credenti -, si propone di rispondere a tali quesiti fondamentali relativi allo “straordinario” cristiano. L’attesa di un incontro Novena di Natale sulle Antifone O Edb pp. 56 €. 2,50 Le antifone maggiori dell’Avvento, in uso la settimana precedente al Natale, sono dette anche antifone O, in quanto iniziano tutte con il vocativo “O” davanti a un titolo messianico di Gesù. La novena dell’autrice ad esse si ispira, enunciando dapprima il testo dell’antifona, cui accosta un testo biblico tematicamente affine, seguito da una breve riflessione; la meditazione prosegue poi con una preghiera litanica e un’orazione conclusiva a sfondo biblico. l’Opus Dei parla di fede, una fede operativa, proprio quella che – è il caso di dirlo, ha una cattiva stampa”. Il cattolico viene insomma accettato e guardato con benevolenza, anche e soprattutto dai mass-media, purchè se ne stia nelle sacrestie e, possibilmente, ci resti. Il problema nasce invece quando il cattolico pensa che nella vita ci sia una verità e che questa verità vada annunciata perché lì c’è il rischio che il mondo cambi realmente. E allora le lobby del potere, quelle vere, fanno scattare gli inesorabili meccanismi di difesa. Tuttavia Corigliano resta ottimista, perché da inguaribile napoletano innamorato della vita è abituato a osservare e giudicare il mondo con amore e una buona dose d’ironia. E poi perché, ammette divertito, “anche i giornalisti italiani hanno un’umanità”. Il libro però è soprattutto un viaggio nella spiritualità dell’Opus Dei e nel suo messaggio rivoluzionario che anticipò il Concilio Vaticano II: l’universale chiamata alla santità di tutti i laici, senza eccezioni, a partire dal loro ambiente di lavoro. Su questo particolare aspetto si è soffermato nel suo intervento il cardinale Julian Herranz che ha osservato fra l’altro come nel libro, pur in modo autobiografico, siano tratteggiati i tre stadi dell’amore umano che caratterizzano la maturazione di una persona. All’inizio c’è un adolescente che sogna un’auto sportiva con la borsa da tennis all’ultima moda e una ragazza bionda al suo fianco. Quindi c’è la ricerca di un fidanzamento in cui si cerca un autentico scambio di interiorità. Infine, la scoperta che si può rinunciare a un amore per l’Amore, con la A maiuscola: l’amore di Dio a cui dedicare una vita. E’ il percorso fatto, come tanti altri, dall’autore del libro, che da giovane è rimasto affascinato da un incontro che gli ha cambiato radicalmente la vita e non poteva quindi tenere per sé. Sorprendendo l’uditorio il direttore del TG1 Gianni Riotta ha invece offerto una lettura del mondo della stampa e dell’informazione in genere (specchio della società contemporanea) partendo da due versetti del Vangelo di San Giovanni: “la verità vi farà liberi” e “la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”. Secondo il giornalista si tratta di due passi emblematici per capire quel che succede oggi intorno a noi. Il primo è appa- I L iflettiamo con i Raffaele Iannuzi Il suicidio della modernità Cantagalli pp. 200 €. 14,00 pp. 136 €. 10,00 Questa lectio divina intende aiutare a capire non solo che la Chiesa vive della Parola, ma anche che il Vangelo si intreccia con la storia degli esseri umani ed è in grado di affrontare le sfide di ogni epoca, nonché di illuminare la vita dei cristiani che si mettono in ascolto sincero e umile di essa. Le “sane parole” del Vangelo si trasmettono da cuore a cuore. Pietro Bovati “Così parla il Signore” Edb pp. 264 €. 25,00 La Bibbia attesta che Dio parla: parla per suscitare la ricerca, per insegnare all’uomo le sue parole, perché l’uomo nasca alla vita di figlio. Nello specifico, i profeti sono la testimonianza che la creatura è capace non solo di domandare, ma di ricevere il Mistero che si rende conoscibile in parole umane. Ed è in Israele che la profezia si afferma, si trasmette, si fa letteratura, per il bene di tutti. La modernita’ si sta suicidando. Non tanto perche’ le radici cristiane non fanno piu’ parte della sua memoria, quanto perche’ la laicita’ non e’ piu’ parte costitutiva del suo orizzonte o, almeno, rischi di non esserlo piu’. Proprio la laicita’, in questa vicenda, è la grande straniera, l’assente, l’elemento rimosso. “Certo, gli interrogativi problematici delle persone Godfried Dannells del medioevo: “Chissà se ho vissuto bene” o “Andrò Lo stress della felicità in paradiso?” sono spariti, ma noi siamo prigionieri Edb del peso di un’imposizione. Essere felici, prima era pp. 64 €. 6,00 una possibilità, ora è un dovere! E purtroppo non c’è più posto per chi non ci riesce, per chi deve fare i conti con delusioni e disgrazie” (dall’Introduzione). Dorian Malovic Senza diplomazia San paolo pp. 152 €. 13,00 Il cardinale Joseph Zen, arcivescovo dell’ex colonia inglese, in questo libro-intervista racconta la sua storia Il racconto di Zen colpisce per la ricca aneddotica personale e l’affresco generale che sa offrire sulla situazione in Cina e ad Hong Kong. Con la ruvida franchezza che molti gli riconoscono e che rifugge da ogni prudenza diplomatica, Zen dipinge la situazione attuale dei 12 milioni di cattolici cinesi. Per spezzare la meccanica ripetitività del quotiGianfranco Ravasi diano e vincere l’inerzia di un riposo inteso come Le parole e i giorni mera fuga ed evasione dalla fatica del vivere, la Mondadori cultura umana ha accumulato nei secoli parole pp. 416 €. 19,00 preziose, essenziali, cariche di poesia e saggezza, in grado di creare o allargare spazi di intima riflessione. E da questo tesoro di inestimabile valore che Gianfranco Ravasi attinge ancora una volta, proponendo una scelta di citazioni letterarie, poetiche e filosofiche da cui trae lo spunto per brevi e appassionati commenti. rentemente sottoscritto da tutti, soprattutto nel mondo dell’informazione. Tutti dicono di cercare la verità, di essere interessati alla verità, di raccontare solo la verità. Nella realtà si scopre però che questo non avviene e non avviene appunto perché gli uomini “preferiscono le tenebre”. Così, anche nella cronaca quotidiana il bene finisce per essere oscurato dal male (vero o presunto che sia). Prevale quindi un atteggiamento di diffidenza e sospetto perché si esclude a priori, pregiudizialmente, che il bene possa esistere e sia semplicemente vero. E’ questo, secondo Riotta, il caso dell’Opus Dei. Alla luce di queste considerazioni gli intervenuti hanno osservato che la missio- ibri dello Edoardo Scognamiglio Annunzia la Parola Paoline Libri 11 S pirito Carlo Dallari Padre nostro... insieme a Maria Edb pp. 104 €. 8,60 “In virtù della sua fedeltà, non solo ha glorificato in modo unico il nome di Dio, introdotto il suo Regno nel mondo e collaborato al compimento della sua volontà, ma ha pure esteso su di noi la sua “mediazione materna”. Per questo può stare accanto a noi e intercedere per noi mentre chiediamo il pane di ogni giorno e il perdono del Padre; mentre invochiamo la protezione dalla tentazione” (dall’Introduzione). Agotino Clerici L’essenziale è visibile Paoline pp. 94 €. 10,00 Con la semplicità che gli è propria, l’Autore, partendo dalla celebre frase detta dalla volpe al principe ne Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry (“Non si vede bene che con il cuore: l’essenziale è invisibile agli occhi”), afferma, ribaltando in qualche modo la frase, che nel Natale Dio, l’Essenziale, incarnandosi nel neonato Gesù, si è fatto visibile anche agli occhi. ne dell’Opera, come di chiunque ricerca la verità, è ancora lunga, sicuramente faticosa, eppure confortante: lo dimostra il numero di membri, simpatizzanti e affezionati alla prelatura che sono in continuo aumento, anche in Italia. Il libro-testimonianza di Corigliano si conclude suggestivamente con numerosi aneddoti sulla vita di San Escrivà, conosciuto da giovane, mostrando al pubblico dei lettori che “per tutti, prima o poi, c’è un appuntamento con Dio, all’incrocio delle circostanze quotidiane”. Da quell’appuntamento talvolta può dipendere davvero il senso di una vita: l’importante, l’autore ne è convinto, è non mancare l’incontro. Aimone Gelardi “Lo avete fatto a me” Edb pp. 88 €. 6,50 I testi dei vangeli e gli scritti degli apostoli in più occasioni invitano i primi cristiani a non limitarsi all’ascolto della predicazione del Signore, ma li sollecitano a fare, a mettere in pratica. Le opere di misericordia spirituale e corporale sono dunque la realizzazione concreta della fedeltà al comandamento dell’amore. Esse, tuttavia, richiamano anche la “materia” sulla quale - ha detto Gesù - verterà il giudizio finale. Cei La predicazione cristiana oggi Edb pp. 104 €. 7,00 Il tema della predicazione cristiana è oggi un problema pastorale di grande rilievo. L’importanza della questione è data dagli stravolgimenti culturali in atto, che incidono profondamente sulla mentalità della gente e richiedono grande efficacia comunicativa, ma anche della necessità di una maggiore consapevolezza della Chiesa circa il dovere di annunciare il Vangelo e di rendere sempre più ragione della propria speranza. 12 Cultura Marinetti contro Hitler I 100 anni di Plínio Corrêa de Oliveira Anno XIII n. 53 Roma settembre-ottobre 2008 Edizioni Settimo Sigillo Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Santamaura, 15 00192 ROMA Tel. 06/39722155 Fax. 06/39722166 Sito internet: http://www.libreriaeuropa.it/ E-mail: [email protected] I l nuovo numero di questa rivista, fondata a Roma nel 1996 dall’editore Enzo Cipriano e da altri giornalisti e storici di destra, si apre con un articolo di Mario Bozzi Sentieri, intitolato Marinetti contro Hitler (pp. 2-5). Nel “pezzo” si da’ conto della difesa del Futurismo, fatta dal suo fondatore Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), dalle critiche rivolte nel 1937 ad esso come a tutte le altre “arti d’avanguardia”, dall’allora Cancelliere del Reich e Führer della Germania nazionalsocialista Adolf Hitler (18891945). A questo primo saggio segue la ricostruzione, tracciata da Roberto Roggero, di una vicenda ancora poco nota della Seconda guerra mondiale ma che meriterebbe di essere annoverata fra i crimini del XX secolo. Si tratta della tristissima sorte dei prigionieri dello sconfitto esercito giapponese che, per oltre dieci anni dalla fine del conflitto, furono tenuti in stato di vera e propria schiavitù nei famigerati “campi di lavoro” dell’Unione sovietica staliniana (cfr. Gli internati giapponesi nei Gulag sovietici, pp. 6-12). Di seguito Pino de Rosa si occupa di un episodio locale riguardante alcuni esponenti della Repubblica Sociale Italiana che, nell’aprile 1945, davanti all’avanzata degli angloamericani, azzardarono una disperata difesa, tentando di trasformare la città di Ferrara in un estremo “ridotto”, simile a quello ipotizzato da Alessandro Pavolini per la Valtellina (cfr. I “Cama- toni” di Ferrara, pp. 13-17). Giuseppe Brienza traccia invece un profilo bio-bibliografico dell’economista e studioso sociale Ferdinando Enrico Loffredo (1908-2007), fra i più interessanti teorici della politica familiare fascista e, nel dopoguerra, attento critico delle dello Stato sociale assistenzialistico e previdenziale (cfr. Ferdinando Loffredo, pp. 21-23). Possono essere letti insieme poi gli articoli di Tito Arnaudi (La fine dello Sciré, pp. 18-20) e Massimo Filippini (Cefalonia: l’isola delle reticenze e delle bugie, pp. 24-29), dedicati a due fra i tanti tragici episodi militari, frutto della nostra ancora “celebrata” sconfitta (vedi, fra l’altro, la c.d. “festa della Liberazione”, del 25 aprile) nell’ultimo conflitto mondiale. Completa il numero della rivista la seconda parte di un accurato studio di Carmelo Ferlito dedicato alla Carta del Carnaro, documento “costituzionale” redatto nel 1920 dal sindacalista, deputato, e giornalista politico Alceste de Ambris (1874-1934) (cfr. Principi economici della Carta del Carnaro, seconda parte, pp. 30-38; la prima parte, StoriaVerità. Bimestrale di ricerca storica, anno XIII, n. 51, Roma maggio-agosto 2008, pp. 34-41). Andrea Graziosi L’Urss dal trionfo al degrado Il Mulino pp. 741 €. 32,00 Basandosi sulla documentazione venuta alla luce dopo il 1991, sulla vasta memorialistica post-sovietica, sui censimenti, le opere letterarie e le testimonianze del dissenso, Graziosi ricostruisce una storia non meno sorprendente di quella dell’Urss di Lenin e Stalin, narrata nel volume precedente, ma anche molto diversa. Agli ultimi cupi anni di Stalin, segnati da carestie e repressioni, seguì un periodo di profonde e inattese riforme culminate nel 1956 nella denuncia di Chruscev al XX congresso. L’Urss conobbe allora i suoi anni migliori, che coincisero però con l’affermazione di un regime forse più “totalitario”, seppure meno violento, di quello staliniano. L’apparente stabilità copriva però un degrado testimoniato dall’alcolismo, dal ritardo tecnologico e dall’emarginazione di parte della popolazione. N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre Una vita per la Chiesa e per la civiltà cristiana 1 00 anni fa nasceva Plinio Corrêa de Oliveira, il 13 dicembre 1908 a S. Paolo in Brasile. Per questa occasione Alleanza Cattolica, la TFP e la Fondazione Lepanto hanno organizzato un convegno sabato prossimo a Milano. Ma chi è Plinio Correa de Oliveira, leggendo la sua ricca biografia che fa Giovanni Cantoni sull’ultimo numero de Il Timone, ci si rende conto della ricchezza della sua azione religiosa, sociale e politica che lui ha intrapreso lungo la sua vita terrena. E’ stato un leader cattolico per il Brasile, ma non solo, per tutto il mondo che lo ha conosciuto. Compiuti gli studi secondari presso i padri gesuiti, si forma nella facoltà di Giurisprudenza della metropoli. Iniziata la carriera professionale e pubblica, si qualifica come il maggior leader della gioventù cattolica di San Paolo. A ventiquattro anni viene eletto, nella lista della Lega Elettorale Cattolica, all’Assemblea Costituente, nella quale è il deputato più giovane e più votato di tutto il paese. Poco dopo viene chiamato alla cattedra di Storia della Civiltà nel collegio universitario annesso alla Facoltà di Giurisprudenza; quindi, diventa titolare di Storia Moderna e Contemporanea in facoltà poi integrate nella Pontificia Università Cattolica di San Paolo. È uno dei fondatori dell’Azione Cattolica paulista, quindi primo presidente della sua giunta arcidiocesana. Fin da giovane viene attratto dallo studio della storia e in particolare dalla crisi di carattere sociologico e storico della civiltà occidentale. E’ autore di studi di carattere sociologico e storico, sempre sollecitati da situazioni della vita della Chiesa e del mondo cattolico, nonché da frangenti del mondo religioso e sociopolitico iberoamericano o internazionale. Cattolico convinto e militante, la sua parola e la sua penna sono sempre state al servizio della Chiesa e della civiltà cristiana. Nel 1960 fonda la Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade, la TFP brasiliana, da allora dedicandosi completamente alla funzione di presidente di questa associazione, per il cui Statuto s’ispira a quello dei Comitati Civici costituiti in Ita- lia da Luigi Gedda (1902-2000) nel 1948. Legato di tale attività sono oltre ventimila registrazioni di conferenze, di riunioni di formazione e d’interventi in commissioni di studio. Associazioni simili alla TFP brasiliana, ispirate al suo pensiero ma giuridicamente indipendenti, sono nate nel corso degli anni non solo nelle Americhe, ma in tutti i continenti. Corrêa de Oliveira giornalista lascia oltre duemilacinquecento articoli e manifesti. I suoi scritti, sia volumi che articoli, sono stati spesso tradotti nelle più diverse lingue, compreso il giapponese e il vietnamita, e hanno talora raggiunto tirature da best seller. Muore il 3 ottobre 1995 nella sua città natale, confortato dai sacramenti della Chiesa Cattolica, dopo aver ricevuto la benedizione pontificia, e in odore di santità. Sulla sua tomba dispone sia scritta un’unica epigrafe: «Plinio Corrêa de Oliveira, vir totus catholicus et apostolicus, plene romanus», «Plinio Corrêa de Oliveira, uomo totalmente cattolico e apostolico, pienamente romano». Il professor Plinio tra i suoi numerosi scritti ci ha lasciato un testo che è un manifesto per l’azione sociale, politica e religiosa, per ogni credente che vuole essere anche militante, Rivoluzione e Controrivoluzione. Qui troviamo il pensiero di Corrêa de Oliveira che ruota attorno a un giudizio storico: è esistita una civiltà cristiana occidentale, animata dalla Chiesa Cattolica, frutto dell’inculturazione della fede in Occidente. Di tale civiltà cristiana è in via di realizzazione il processo di distruzione, la Rivoluzione, una dinamica storica in quattro fasi: la prima religiosa, la Riforma protestante, preceduta e accompagnata da una rivoluzione culturale, rappresentata dall’Umanesimo e dal Rinascimento; la seconda politica, la Rivoluzione Francese; la terza sociale, la Rivoluzione comunista; e, infine, la quarta, la Rivoluzione Culturale iniziata con il Sessantotto francese. Si tratta di un processo di una profondità, di una portata e di così lunga durata che non può svilupparsi senza abbracciare tutte le attività dell’uomo, come per esempio la cultura, l’arte, le leggi, i co- stumi e le istituzioni. «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione - afferma il canonista claretiano argentino Anastasio Gutiérrez Poza (1911-1998) in un apprezzamento espresso nel 1993 - è un’opera magistrale, i cui insegnamenti dovrebbero essere diffusi fino a farli penetrare nella coscienza di tutti quanti si sentano autenticamente cattolici e, direi di più, di tutti gli uomini di buona volontà». Nella prima parte del libro il professor Plinio descrive la Rivoluzione, che ha distrutto quella Civiltà Cristiana, nata dalla fede; nella seconda parte ne descrive a grandi linee, l’azione per contrastarla, la Contro-Rivoluzione, il cui ideale consiste - come scrive l’autore - «[...] nel restaurare e nel promuovere la cultura e la civiltà cattolica». Nell’opera del pensatore brasiliano emerge con tanta chiarezza la «meditazione di due bandiere» «l’una di Cristo, sommo capitano e Signore nostro, l’altra di Lucifero, mortale nemico della nostra umana natura» -, proposta da sant’Ignazio di Loyola (14911556) nella seconda settimana dei suoi Esercizi Spirituali, nonché degli scritti di san Luigi Maria Grignion di Montfort (1673-1716) e di monsignor Henri Delassus (18361921). De Oliveira è una figura eminente della scuola di pensiero e d’azione della Contro-Rivoluzione cattolica nel secolo XX. Nella sua descrizione il pensatore brasiliano distingue e soprattutto sottolinea l’importanza dei fattori «passionali», delle tendenze e di costume nel processo rivoluzionario e la loro influenza sugli aspetti strettamente ideologici di esso, convinto si tratti di elementi che, se trascurati, comportano una visione incompleta della Rivoluzione e la conseguente adozione di metodi controrivoluzionari inadeguati. Inoltre, in conformità con un tratto rilevante di questa scuola, costanti sono in lui l’attenzione e il riferimento autoritativo al Magistero pontificio, che si è venuto sviluppando in modo particolare a partire dalla metà del secolo XVIII, sollecitato dalla socializzazione di errori e di tendenze disordinate, quindi dagli avvenimenti e dalle istituzioni che ne sono derivati. Domenico Bonvegna Plínio Corrềa de Oliveira Bibliografia G. Cantoni, Plinio Corrêa de Oliveira (19081995), in IDIS. Istituto per la Dottrina e l’Informazione Sociale, Voci per un «Dizionario del Pensiero Forte», Cristianità, 1997. G. Cantoni, Per una civiltà cristiana nel terzo millennio. La coscienza della Magna Europa e il quinto viaggio di Colombo, Sugarco, 2008. Roberto de Mattei, Il crociato del secolo XX. Plinio Corrêa de Oliveira, con una prefazione di S. Em. Alfons Maria card. Stikler S.D.B. (1910-2007), Piemme, 1996. Massimo Introvigne, Una battaglia nella notte. Plinio Corrêa de Oliveira e la crisi del secolo XX nella Chiesa, Sugarco, 2008. 14 Un errore equiparare pane e pasta è un errore equiparare il pane con la pasta, perchè il prezzo del pane è sceso, quello della pasta continua a salire. Così il presidente della Federazione italiana panificatori (Fippa), Luca Vecchiato ha commentato le dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Secondo Vecchiato: “Sui 25mila forni italiani incidono costi senza precedenti di energia, lavoro e mate- ria prima. Nonostante ciò, al contrario della pasta, gli aumenti del pane sono rientrati: il valore inflattivo del pane su base annua si è infatti ridotto di un terzo da agosto a novembre (+12,2% contro +4,2%). Chiediamo perciò al governo – ha con cluso il presidente dei panificatori - di riservare alla nostra attività artigianale la stessa attenzione che noi abbiamo avuto per i nostri clienti facendo dei sacrifici notevoli”. Ici, si può versare entro il 16 dicembre Corrado Sforza Fogliani Presidente Confedilizia T ra il 1° e il 16 dicembre – salvo differenti disposizioni comunali – deve essere versata la seconda rata dell’imposta comunale sugli immobili a saldo dell’imposta dovuta per l’intero anno, applicando aliquote e detrazioni del 2008 ed eseguendo il conguaglio con quanto versato a titolo di acconto lo scorso giugno (quando si è pagato il 50% dell’imposta dovuta calcolata sulla base di aliquote e detrazioni del 2007). Sul sito Internet della Confedilizia (www.confedilizia.it) è possibile trovare – oltre ad una guida pratica al pagamento dell’imposta – un programma per il calcolo on-line del tributo e i link ai siti dove possono essere verificate le aliquote e le detrazioni stabilite dai Comuni e reperite le delibere e gli eventuali regolamenti. In caso di mancato versamento entro il 16 dicembre, è possibile – se si paga entro 30 giorni dalla scadenza prevista – applicare la sanzione ridotta pari al 3,75% dell’imposta dovuta (la sanzione ordinaria è del 30%), più gli interessi. Se si paga en-tro un anno, si applica invece la sanzione del 6%. Trascorso un anno, il “ravvedimento” non è più possibile e la sanzione è pari al 30%. Come noto, da quest’anno è stata sancita l’esenzione delle unità immobiliari adibite ad abitazione principale del soggetto passivo (nonché di quelle ad essa assimilate), ma restano soggette all’Ici – anche se adibite ad abitazione principale del soggetto passivo – le unità immobiliari di categoria catastale A/1 (“Abitazioni di tipo signori-le”), A/8 (“Abitazioni in ville”) e A/9 (“Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici”). Una discriminazione contro la quale la Confedilizia si è battuta, e continue-rà a battersi, perché questa scelta (già seguita anche dal Governo Prodi) non può esse-re condivisa: un’imposta, infatti, o è iniqua, o non è iniqua. Ma se è iniqua (come lo è l’Ici, che colpisce il valore e non il reddito), è iniqua per tutti. Jonathan Walford Scarpe De Agostini pp. 287 €. 59,00 Quattro secoli di calzature in più di 400 illustrazioni a colori, dal primo modello col tacco fino alle creazioni più stravaganti, le scarpe si sono affermate non solo in quanto necessari strumenti per camminare, ma soprattutto come indispensabile accessorio di moda e indiscutibile oggetto di seduzione. Tutte le calzature sono analizzate, illustrate e messe in relazione con i cambiamenti politici e soprattutto sociali che hanno attraversato gli ultimi secoli. Giuseppe Sicheri Spumanti e Champagne De Agostini pp. 359 €. 29,00 Questa nuova opera di Giuseppe contiene ciò che occorre sapere sul vino spumante italiano, gli spumanti francesi e lo Champagne. Ma non solo: per offrire una panoramica a tutto tondo sull’universo degli sparkling wines, lo sguardo si allarga ad abbracciare tutte le altre zone spumantistiche del mondo, dall’Ungheria al Cile, dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda. Economia N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre A cura di Gianfranco D’Ettoris SPESE ORDINARIE ED AUTORIZZAZIONE ASSEMBLEARE Si domanda se, per provvedere alle spese di gestione ordinaria, l’amministratore necessiti dell’autorizzazione dell’assemblea. La risposta al quesito è negativa. Secondo la Cassazione, infatti, l’erogazione delle spese di gestione ordinaria non richiede la preventiva approvazione dell’assemblea dei condòmini, in quanto “trattasi di esborsi (contributi, utenze, premi assicurativi, spese per il riscaldamento, ecc.) dovuti a scadenze fisse e ai quali l’amministratore provvede in base ai suoi poteri e non come esecutore delle delibere dell’assemblea”. L’approvazione di dette spese è, invece, richiesta “in sede di consuntivo, giacché solo con questo si accertano le spese e si approva lo stato di ripartizione definitivo che legittima l’amministratore ad agire contro i condòmini morosi per il recupero delle quote poste a loro carico” (sent. n. 5068 del 18.8.’86). REVOCA DELL’AMMINISTRATORE Si domanda quando sia possibile ricorrere all’autorità giudiziaria per ottenere la revoca dell’amministratore. Il terzo comma dell’art. 1129 configura tre ipotesi nelle quali l’amministratore può essere revocato da parte dell’autorità giudiziaria su ricorso anche di un solo condomino. La prima concerne il caso in cui l’amministratore non abbia informato tempestivamente l’assemblea di una citazione o di un provvedimento riguardante U tilità Alessandro Calderoni Il mestiere più antico del mondo Bur pp. 241 €. 9,50 A poco più di vent’anni, tra un esame e l’altro all’Accademia di Bele Arti, Virginia ha seguito la sua passione per il denaro in un tunnel di sesso e incontri sbagliati. Gabriele è un gigolo gentile, che di mattina frequenta i corsi di Lingue. Laura vendeva il suo corpo; ora, con una laurea in tasca, vende immagini del suo corpo online. Mauro Campus L’Italia, gli Stati Uniti e il Piano Mashall Laterza pp. XXX-217 €. 24,00 “I paesi che accettarono il piano Marshall si composero in un blocco ispirato a un comune obiettivo, consentendo all’amministrazione americana di vantare il più grande successo della sua azione internazionale nel dopoguerra. Il piano è rimasto nel pensiero politico come sinonimo di ‘intervento risolutivo e benefico per i momenti di crisi drammatica’. In senso diverso, è stato accusato di essere l’espressione più aggressiva del capitalismo americano. Affitti e condominio Confedilizia risponde La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi all’Autorità Giudiziaria. I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200 Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.confedilizia.it www.conf ed il iz ia.e u oppure telefonare al numero 06.67.93.489. il condominio che esorbiti dalla sue competenze. La seconda ipotesi ricorre allorché l’amministratore, per due anni, non abbia reso il conto della sua gestione. La terza, infine, si verifica nel caso in cui vi siano “fondati sospetti di gravi irregolarità”. AGGIORMANENTO DEI CANONI DI LOCAZIONE In un contratto di locazione di un locale commerciale le parti hanno pattuito di escludere l’aggiornamento Istat per i primi tre anni e successivamente di applicare la misura del 100% a partire dal quarto anno. Si domanda se, così formulata, tale pattuizione consenta legittimamente al locatore di richiedere, alla scadenza stabilita, l’indice integrale dell’Istat e non quello ridotto al 75%. La risposta è negativa. L’aggiornamento dei canoni delle locazioni commerciali, infatti, è regolato dall’art. 32 della legge 392/’78, che consente il recupero solo del 75% delle variazioni dell’indice Istat. Quindi, ogni diverso sistema che pretendesse di usare l’indice integrale e non ridotto, anche se compensato con la rinuncia all’aggiornamento nei primi anni, non sarebbe legittimo ed efficace ed esporrebbe il locatore a dover restituire quanto ricevuto oltre il limite di legge. ILLEGITTIMA L’INCORPORAZIONE DEL PIANEROTTOLO Un condomino ha incorporato nel suo appartamento una porzione di pianerottolo. Si chiede se ciò sia legittimo. La risposta è negativa. Secondo la Cassazione, infatti, i pianerottoli, quali componenti essenziali delle scale comuni, sono per presunzione di legge – salvo diverso titolo – comuni tra tutti i condòmini. Essi non possono essere, quindi, “incorporati nell’appartamento di proprietà esclusiva del singolo condomino, in quanto tale incorporazione costituisce un’alterazione della destinazione della cosa comune ed un’utilizzazione esclusiva di essa, lesiva del concorrente diritto degli altri condòmini” (sent. n. 4299 del 16.12.’74). A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192 Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr A cura di P. Fantozzi e A. Montanari Politica e mondo globale Carocci pp. 289 €. 26,00 Il libro, suddiviso in tre parti - le forme della globalizzazione, l’Europa della globalizzazione, le grandi questioni della globalizzazione -, affronta i molteplici aspetti della nuova società globale e le trasformazioni che interessano le diverse dimensioni della politica. Il manuale vuole essere un tentativo di lettura sociologica dei grandi temi politici delle società contemporanee e dei processi avviati dalla globalizzazione. Antonio Galdo Non sprecare Einaudi pp. 170 €. 16,00 Dopo le storie e i personaggi legati al mondo della fabbrica Antonio Galdo racconta le storie di coloro che hanno rifiutato la china che conduce al consumo inconsapevole di tutto ciò che compone la nostra vita, coloro che hanno scelto di non sprecare se stessi. Due celebri cuochi predicano una cucina fatta anche di avanzi. Una ragazza anoressica si fa fotografare nuda per una campagna del Ministero della Salute. Alberto D’Ottavi, Tommaso Sorchiotti Creare un blog 2.0 Tecniche nuove pp. X-180 €. 13,90 Pochi altri strumenti hanno avuto un impatto altrettanto forte e una diffusione altrettanto pervasiva. Il motivo, tutto sommato, è semplice: la crescita prodigiosa delle capacità offerte dalla tecnologia ha incontrato nuove sensibilità e richieste sociali. Le persone desiderose di partecipare ed esprimersi sono sempre più numerose, e il blog ha soddisfatto questa esigenza. Domenico Campisi, Roberta Costa Economia dei sistemi industriali Carocci pp. 236 €. 36,50 L’oligopolio è la forma di mercato più pervasiva nell’economia contemporanea: essendo aperta a qualsiasi esito in termini di quantità e prezzi, necessita di attenzioni e cure collettive. In questo volume si fa riferimento all’interazione strategica tra imprese (che si manifesta quando le azioni di ciascuna impresa condizionano quelle delle altre) e alla strumentazione analitica sottostante, la Teoria dei Giochi. N° 14/2008 - ANNO XVII - 10 dicembre da Roma Attualità luci e ombre della 15 Capitale Cultura, società, costume, arte, teatro, musica, danza, attualità e vita moderna P resso i Musei Vaticani, il Prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, e il Prof. Mario Sarcinelli, presidente della Banca Dexia Crediop S.p.A., sono intervenuti alla presentazione del volume: Attorno al Cavallini. Frammenti del Gotico a Roma nei Musei Vaticani, curato da Tommaso Strinati, edito da Skira. A commentare il volume erano Serena Romano, professore ordinario di storia dell’arte medievale presso l’università di Losanna, Maurizio De Luca, direttore del laboratorio restauro pitture dei Musei Vaticani, e il curatore Tommaso Strinati, docente incaricato presso l’Università di Roma “la Sapienza” e presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Il progetto del volume Attorno al Cavallini, frammenti del Gotico a Roma nei Musei Vaticani, promosso da Dexia Crediop S.p.A., determina il naturale proseguimento di un progetto scientifico dedicato alla pittura medievale a Roma iniziato nel 2004 con la realizzazione del volume Aracoeli. Gli affreschi ritrovati. L’opera è dedicata a due straordinari nuclei di dipinti murali datati tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, conservati nei Depositi della Pinacoteca dei Musei Vaticani. Il primo nucleo di affreschi, raffigurante Storie della Vita di S. Caterina d’Alessandria e Sto- Un libro sulle opere del “Cavallini” San Benedetto risuscita un monaco. Lello da Orvieto rie di S. Benedetto da Norcia, venne ritrovato alla metà dell’Ottocento nella basilica di S. Agnese fuori le mura a Roma. I dipinti, dopo il rinvenimento, vennero staccati dalle pareti originarie e furono sistemati su supporti in tela, per essere poi trasferiti nei Musei Vaticani dove ancora oggi si trovano. Il secondo nucleo di dipinti mostra invece uno straordinario fregio con animali fantastici, motivi vegetali e geome- trici databile agli anni ottanta del Duecento; ritrovati attorno al 1960 in alcuni saloni del Palazzo Apostolico Vaticano e staccati parzialmente dal muro medievale, furono successivamente identificati come i fregi decorativi di alcuni ambienti del primitivo Palazzo Apostolico Vaticano, fatto costruire da Papa Niccolò III (1277-1280). Entrambi i nuclei di affreschi, noti soprattutto al ristretto pubblico degli studiosi e specialisti dell’arte medievale italiana, non sono attualmente visibili al pubblico e non sono stati mai pubblicati per intero; questo volume, attraverso una campagna fotografica mirata e grazie agli originali contributi degli autori, mette oggi a disposizione degli studiosi e degli appassionati un repertorio ragionato di tutti i dipinti murali tardoduecenteschi conservati nei Musei Vaticani. Gli affreschi testimoniano la ricchezza e la complessità della pittura romana a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, quando la rivoluzione naturalistica nell’interpretazione della figura umana e della figura nello spazio trovò come protagonisti assoluti Pietro Cavallini (1272?1321?) e il giovane Giotto (1267?1337), oltre ai grandi Jacopo Torriti Il duca di York a Frascati (attivo nel XIII secolo) e Filippo Rusuti (attivo nel XIII-XIV secolo). Gli autori delle Storie di S. Caterina sono anonimi ma straordinari nel disegno spigoloso ed espressivo dei personaggi, pienamente calati nel gusto del gotico d’oltralpe e vicini allo stile del Cavallini, di cui sono contemporanei. Le Storie di S. Benedetto sono invece attribuite alla mano di Lello da Orvieto (attivo nel XIII-XIV secolo), maestro dalla pennellata morbida e pastosa vicino ai modi del Cavallini e di Giotto. I fregi, di poco precedenti ai due cicli di S. Caterina e di S. Benedetto, sono invece la testimonianza di una raffinata bottega specializzata nella realizzazione di motivi seriali, costruiti sulla interpretazione fantasiosa e goticheggiante di elementi vegetali e animali, mescolati con grande sapienza coloristica e materica. “Lo studio della pittura romana delle origini ha attraversato con vivace spregiudicatezza gli ultimi tre decenni della nostra disciplina, incrociando il cantiere di Assisi e puntando con dichiarata determinazione al ridimensionamento del primato fiorentino. Un primato che – come ognuno sa – dura impavido e apparentemente inattaccabile da secoli, fin dai tempi di Giorgio Vasari. La partita è ancora aperta e gli esiti tutt’altro che scontati” ha spiegato il prof. Antonio Paolucci. “Se valutiamo in prospettiva storica, e con sguardo al quadro nazionale, la vicenda delle arti figurative a Roma negli anni che tutti conosciamo come gli anni di Cimabue e Giotto, possiamo dire che si è trattato di una storia interrotta o meglio dire, spezzata. Bisognerà attendere i tempi di Donatello, di Brunelleschi, di Masaccio perché la storia riprenda il suo corso. La premessa è necessaria, perché ci aiuta a intendere l’utilità e l’importanza del volume che le mie righe introducono e dell’occasione espositiva che lo giustifica e lo accompagna”. “Nelle temperie della finanza globale questo volume rappresenta, oltre che una testimonianza della preziosa collaborazione tra Dexia Crediop e i Musei Vaticani, un segno di fiducia in un avvenire più sereno…” ha affermato il prof. Mario Sarcinelli. “E’ nostra viva speranza che si possa continuare a testimoniare il nostro amore e il nostro impegno per l’Arte.” Gianfranco Nitti Elettrosmog su Torre Acea La città gli rende omaggio con la mostra “La Biblioteca del Cardinale” P ersonalità di spicco nell’Europa del XVIII secolo e vescovo della Diocesi Tuscolana per 42 anni, Enrico Benedetto Clemente Stuart, Duca di York influenzò profondamente la vita della città di Frascati nel corso del ‘700. La città gli rende omaggio con la mostra “La Biblioteca del Cardinale. Enrico Benedetto Clemente Stuart, Duca di York a Frascati, 1761 – 1803“, ospitata dalle Scuderie Aldobrandini per l’arte e in altri luoghi della Città dal 14 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009. Un’iniziativa posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, promossa e prodotta dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Frascati su iniziativa del Sindaco Francesco Paolo Posa e dell’Assessore alle Politiche Culturali Stefano Di Tommaso, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio e dell’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma. L’esposizione, a cura di Giovanna Cappelli, raccoglie dipinti, tra cui lo straordinario olio con l’incontro di Pio VII e il Duca di York a Villa Arrigoni-Muti, medaglie, documenti originali, un busto in marmo, il bozzetto originale del monumento funebre degli Stuart opera di Antonio Canova, che si trova nella Basilica di San Pietro in Vaticano, e alcuni dei preziosi volumi che il Duca stesso raccolse nella sua famosa biblioteca, tra cui il codice miniato “Libro d’ore” di Caterina dei Medici, provenienti dalla Biblioteca Vaticana. L’originalità della mostra risiede nel fatto che oltre alle Scuderie Aldobrandini, i visitatori potranno ripercorrere le tappe principali della vita e delle attività del Cardinale a Frascati e visitare su prenotazione il Seminario Tuscolano, la Chiesa del Gesù e la Cattedrale di San Pietro, per ammirare le preziose opere d’arte donate dal Cardinale alla Comunità frascatana, tra cui la straordinaria biblioteca recentemente restaurata. «Questa originale e importante mostra dalle partnership prestigiose è un’ulteriore qualificato momento della politica culturale portata avanti in questi anni dall’Amministrazione Comunale - dichiara l’Assessore Stefano Di Tommaso -. Attenta al recupero, alla conoscenza e alla valorizzazione di un patrimonio artistico straordinario. Dopo aver reso omaggio al genio degli architetti-archeologi Luigi Canina e Gian Pietro Campana, a quest’ultimo sono dedicate ben nove sale al Louvre, questa mostra sul Cardinale di York - conclude l’Assessore - vuole mettere in risalto un’eccezionale figura di pastore delle anime, di benefattore e di mecenate». Il Duca di York, ultimo pretendente giacobita (della linea cattolica degli Stuart) al trono d’Inghilterra, Scozia e Irlanda, fu ordinato cardinale nel 1747. Il 3 dicembre 1776, quindici anni dopo la sua nomina a vescovo di Frascati, questo pastore munifico e zelante, padre premuroso dei poveri, ma anche mecenate dell’arte, della musica, della cultura donò la preziosa biblioteca (circa 5.000 volumi che nel corso degli anni divennero oltre 10.000) al Seminario Vescovile di Frascati, la quale all’epoca rappresentava una delle maggiori biblioteche private e ancora oggi testimonia gli interessi enciclopedici tipici del Settecento. Raccoglieva infatti volumi di letteratura, erudizione scolastica, agiografia, opere devozionali, senza dimenticare il settore classico, antiquario e scientifico con rare edizioni del Cinquecento e del Seicento. In sintonia con quelle finalità proprie delle istituzioni culturali quattrocentesche, la biblioteca non era riservata esclusivamente al suo posses¬sore ma era disponibile a chiunque ne faceva richiesta, includendo anche il permesso del prestito librario. Tutto era pertanto finalizzato alla crescita culturale non solo del clero del Seminario ma anche della popolazione di Frascati e della diocesi. Nel corso degli anni il Duca volle annettere alla Biblioteca anche una tipografia, dotata di una ricca e preziosa serie di caratteri mobili, dove, nel corso degli anni, furono stampate raffinate edizioni. Per salvarla dalla devastazione della guerra, che colpì duramente la Città di Frascati, nel 1944 l’intera raccolta fu trasferita nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Grazie all’impegno del Comune di Frascati, nel 2002 si è potuta effettuare una prima trascrizione degli inventari di questa biblioteca. Nel 2007 Marco Buonocore, Scriptor Latinus e Direttore della Sezione Archivi della Biblioteca Vaticana, con la monografia La biblioteca del Cardinale Henry Stuart Duca di York dal Codice Vaticano latino 15169 edita dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, ha potuto identificare tutti i volumi contenuti nella preziosa collezione del cardinale donata nel 1776. La mostra ospitata nelle Scuderie Aldobrandini di Frascati e l’approfondito catalogo sono un punto fondamentale di questo percorso, testimonianza di un importante recupero dall’oblio di materiali di altissimo contenuto scientifico e culturale, che per la prima volta vengono mostrati al pubblico. Elettrosmog I cittadini devono sempre essere informati in modo appropriato e corretto quando si tratta di queste situazioni delicate che riguardano la salute delle persone. Così si esprime il segretario romano dell’Italia dei Valori Roberto Soldà, di cui è noto il sostegno incondizionato in difesa degli interessi e della salute dei residenti capitolini. La vicenda in questione riguarda il perdurare di un clima di incertezza in riferimento alla rimozione di 15 antenne di telefonia mobile collocate sulla vetta della Torre Acea, nel Parco della Vittoria di Ostia Lido. Le antenne sono ancora là benché da tempo si era giunti ad un accordo che prevedeva la dismissione definitiva di tali impianti che provocherebbero gravi danni all’incolumità delle persone. Da qui la lunga lotta e le proteste degli abitanti del XIII municipio contro l’elettrosmog. “Io sto con loro” dichiara con tono perentorio Soldà. “E’ risaputo - aggiunge - che il problema si protrae ormai da diverso tempo. Spetta agli organi competenti, tra i quali l’ufficio dell’Arpa Lazio, garantire la massima tranquillità per tutti e la certezza dei dati forniti relativi all’inquinamento elettromagnetico. Quel che conta di più è la salute dei risedenti della zona”. Quanto all’atteggiamento sconsiderato e incurante dell’amministrazione Alemanno che non sembra propensa ad intervenire, Soldà è categorico: “Fanno bene i cittadini ad incalzare. Inoltre, in questo tipo di battaglie è necessario e obbligatorio l’intervento delle opposizioni che devono vigilare e farsi portavoce delle proteste popolari” Nicoletta Hristodorescu L’apprendimento intelligente Teoria dei luoghi della mente, metodologia per favorire lo sviluppo delle capacità intellettive L’apprendimento intelligente è una metodologia di gestione ottimale delle risorse intellettive che tutti possono acquisire per migliorare l’efficienza del proprio sistema cognitivo. In effetti, l’energia della mente è potenzialmente illimitata, ma non tutti sanno usarla in modo appropriato per il loro profitto e per il profitto degli altri. La “Teoria dei luoghi” (Tdl) formula alcune ipotesi sulla natura e la struttura della mente umana, partendo dal presupposto che il cervello non è un contenitore in cui vengono immagazzinate, alla rinfusa, le informazioni in entrata, ma una struttura di strutture citoarchitettoniche geneticamente predisposte ad essere organizzate. Il modello neuro mimetico descritto dalla “Teo- ria dei Luoghi” è il risultato di studi che riguardano non soltanto le Neuroscienze, ma anche la Cibernetica, la Psicologia, la Linguistica e le problematiche connesse all’insegnamento. Nessuna sperimentazione diretta sull’essere umano può accertare con mezzi non invasivi le modalità in cui i processi intellettivi di alto livello (creativo, scientifico, religioso) siano soddisfatti dal comportamento funzionale dei singoli neuroni, all’interno delle strutture alle quali essi appartengono. La Hristodorescu descrive in maniera approfondita questi processi nel preciso intento di porre le basi di una metodologia che possa favorire il processo di apprendimento e dotare l’insegnamento scolastico di presupposti scientifici più efficaci e consapevoli del funzionamento cerebrale. L’autrice completa il suo studio con una sua personale teoria da lei applicata ai suoi alunni che consente un graduale e sostanziale miglioramento del quoziente intellettivo. I-88900 Crotone, via Lucifero 40 tel. 0962/90.51.92 fax 0962/1920413 ISBN 978-88-89341-12-4 pp. 466, € 22,00 Opera di prossima pubblicazione