4_Mundus_5_6_Laboratorio_4_Mundus_5_6 02/03/12 15.58 Pagina 232 232 glioramenti. Ma nella nostra ricerca abbiamo ritenuto utile elencare quegli aspetti che sarebbe auspicabile studiare e approfondire. Consideriamo pertinente, in primo luogo, l’approfondimento della dimensione ispanoamericana del complesso della storia presente nei manuali: nel nostro caso in merito a tutti gli aspetti relazionati ai processi di indipendenza. Tale approfondimento potrebbe contribuire anche a una visione più contestualizzata dei cambiamenti intervenuti nel mondo occidentale alla fine del XVIII secolo e nei primi decenni del XIX secolo. Come evidenziato nelle varie analisi, entrambe le dimensioni e il loro contesto risultano essere poco sviluppati nei manuali scolastici. Le praticamente inesistenti differenze tra le storie narrate nei manuali dei diversi paesi studiati costituiscono un primo passo, molto importante. Ma si può fare ancora di più mettendo in evidenza il fatto che la dimensione ispanoamericana non è un ostacolo all’analisi razionale dei problemi e delle discordanze esistenti tra i diversi paesi. Una situazione simile, quando si trattano i protagonisti del processo indipendentista, si nota a proposito della scarsa considerazione di gruppi sociali distinti e delle donne. Negli ultimi tempi, come abbiamo constatato, la loro presenza è stata messa sempre più in rilievo, anche se in modo insufficiente, sia per una valutazione più adeguata alla storiografia attuale, sia per l’apertura a considerazioni socio-politiche e, più propriamente, didattiche. Una focalizzazione più sociale della storia insegnata, includendo la cosiddetta storia della vita quotidiana come prospettiva più interculturale, rappresenterebbe una possibilità molto conveniente, già sperimentata in alcuni paesi, per quanto parzialmente, con risultati positivi. Osservati da una prospettiva educativa, i manuali analizzati continuano ad essere eccessivamente ancorati alla somministrazione di informazioni storiche, che appaiono imprescindibili, e al tempo stesso poco interessati alla dimensione problematica della conoscenza storica e alla diversità delle interpretazioni oggi esistenti intorno a determinati aspetti dei processi storici. Lo scompenso tra le due facce della conoscenza storica può comportare un apprendimento sbilanciato sulla memorizzazione, e al tempo stesso impedire la tensione verso la riflessione storica, verso uno studio più approfondito e utile agli studenti, inteso come approccio più intenso alla società in cui vivono, frutto del loro passato e base dei loro progetti per il futuro. Tale posizione di maggior apertura della storia insegnata, in conclusione, è anche una fonte poderosa di motivazioni per l’apprendimento degli studenti: allo studio della storia come qualcosa di definitivamente concluso e superato dovrebbe opporsi un’impostazione più consapevole dell’interazione dei tempi, tra il passato, il presente e le prospettive dell’immediato futuro. Queste raccomandazioni prendono spunto dalla nostra analisi dei manuali scolastici, tuttavia ogni proposta richiede anche una sufficiente preparazione da parte dei docenti, tanto storicamente quanto didatticamente, considerando peraltro che un insegnamento adeguato della storia non deve discostarsi eccessivamente dagli standard stabiliti dagli odierni saperi scientifici nel campo della conoscenza. Rafael Valls Valls (dir.), Los procesos indipendentistas iberoamericanos en los manuales de Historia, Fundación Mapfre (Instituto de cultura), Madrid: vol. I Países andinos y España, 2005; vol. II Argentina, Chile, Paraguay, Uruguay, 2006; vol. III Brazil e Portugal, 2007. Rafael 6 Mettiti in gioco con l’archeologia AUTORI: kit ideato dal MA_net, Rete dei musei archeologici delle province di Brescia, Cremona e Mantova CASA EDITRICE: Vannini Editrice ANNO DI PRODUZIONE: 2010 DESTINATARI: adulti e bambini dagli 8 anni in su TIPOLOGIA DI GIOCO: gioco di percorso er scoprire che l’archeologia non è solo avventura, imprevisti e suspense, come suggerito dalla fantasia cinematografica, ma anche, e soprattutto, attenta ricostruzione della storia attraverso i reperti, un ottimo strumento è il gioco Missione archeologo!, disponibile nel kit didattico Mettiti in gioco con… l’archeologia. Il kit comprende anche i libretti Da grande farò l’archeologo e Avventure nel tempo, su cui riflettere per capire cos’è l’archeologia e come lavora l’archeologo, nonché tre poster raffiguranti un villaggio di palafitte, un foro romano e una rocca medievale. I due libretti si sfogliano piacevolmente: i viaggi fantastici tra epoche diverse compiuti dai P tabellone del gioco Missione archeologo! Vi sono raffigurate 25 caselle numerate disposte a circuito e una postazione centrale, le cinque carte di identità e le relative pedine, le “carte missione”, i gettoni corrispondenti agli “strumenti dell’archeologo”, suddivisi nei cinque colori corrispondenti ai cinque capitoli del libro, le schede “reperto archeologico”, le “regole del gioco” e il dado a sei facce. Il 4_Mundus_5_6_Laboratorio_4_Mundus_5_6 02/03/12 15.58 Pagina 233 mb Alcuni dei materiali del gioco, nel dettaglio. protagonisti, nonno Ulisse, nonna Lucia e i tre nipoti (Silvia, Davide e la piccola Linda), e le storie divertenti e coinvolgenti, corredate da illustrazioni scientifiche ma dai tratti accattivanti, offrono indicazioni fondamentali per scoprire le tecniche e i luoghi dell’archeologia, insieme a interessanti spunti per attività di- dattiche da proporre come supporto e integrazione al gioco. I libretti, infatti, sono propedeutici allo svolgimento dell’attività ludica. L’obiettivo di Missione archeologo! è far compiere ai giocatori, insieme ai cinque protagonisti del kit, un percorso che li porti a diventare “veri archeologi”. Il gioco prevede dai 2 ai 5 giocatori, ma può essere adattato a gruppi più estesi, come ad esempio una classe, dando vita a squadre al cui interno affidare ruoli differenti. In questo modo, coinvolgendo tutti, si crea un clima ludico maggiormente dinamico e competitivo. Per raggiungere lo scopo gli aspiranti archeologi devono compiere missioni, recuperare gli strumenti dell’archeologo, rispondere a varie domande. Per superare la prova finale e vincere la partita il giocatore (o la squadra) deve riconoscere l’età e le caratteristiche di un reperto. Il gioco educativo, ideato da Emanuele Pessi, si avvale delle competenze specifiche di diversi archeologi. Ogni elemento di cui è composto è studiato con cura, con immagini e testi chiari e immediati: le carte missione, per esempio, riguardano eventi a sfondo archeologico e richiedono l’individuazione degli strumenti di lavoro necessari per portare a termine il proprio compito. Altre componenti sono i gettoni “reperto archeologico” e “strumenti dell’archeologo”, con le relative raffigurazioni; le domande, pensate in base all’età dei giocatori e suddivise secondo gli argomenti trattati nel primo libretto; la plancia, strutturata in modo tale da risultare utile e funzionale grazie alla presenza della linea del tempo. Il gioco non richiede agli studenti un’eccessiva preparazione e nemmeno approfondite conoscenze di base. Per la varietà di applicazioni e gli spunti e le suggestioni offerti, può essere utilizzato come strumento ludico nell’ambito di un percorso educativo dinamico a scuola, in museo, in biblioteca, in un centro culturale. Connotato da una forte valenza didattica, consente di acquisire, in maniera appassionante e coinvolgente, conoscenze specifiche e appropriate sul mestiere dell’archeologo: dalla conduzione di uno scavo alla schedatura dei reperti, fino al restauro e all’esposizione degli stessi in un museo, in viaggio tra le diverse epoche storiche e suggestivi luoghi archeologici. Capacità di osservazione, creatività e abilità strategiche del giocatore, protagonista attivo del gioco, sono le qualità maggiormente sollecitate in questa divertente esperienza educativa nell’affascinante mondo dell’archeologia. Serena Petrone 233