Che cosa è
l’archeologia?
E’ importante sapere come hanno
vissuto gli uomini molto tempo
prima di noi, ma è difficile!
A volte questi uomini ci hanno
lasciato tracce scritte: ad
esempio i geroglifici egiziani.
Non è proprio una scrittura
uguale alla nostra, ma una volta
decifrata si capisce bene cosa
è stato scritto!
Altre volte bisogna cercare di
scoprire quali segreti si nascondono
dietro un’immagine senza alcuna
parola scritta, proprio come
indagherebbe Geronimo Stilton
davanti a una fotografia….
Le immagini che sono dipinte
nel vaso, ad esempio, ci fanno
capire che nelle gare di corsa
degli antichi greci gli atleti
correvano nudi!
Ma le notizie più importanti sono
custodite…. sotto terra!!
I resti delle case, delle strade…
Persino i resti della cena, buttati via
migliaia di anni fa, magari con la pentola
di ceramica ormai rotta!
Ritrovare tutto questo
ci aiuta a capire come costruivano le
case, come le usavano,
cosa mangiavano…
Basta sfogliare
le
PAGINE DEL TEMPO
I villaggi cambiavano aspetto soprattutto
perché l’uomo abbatteva le case vecchie,
buttava della terra sui resti e ci costruiva
sopra una nuova casa.
Anche il vento, molto lentamente, copriva di
terra i resti delle abitazioni abbandonate
ed invase dalle piante.
Per tutti questi motivi, noi oggi troviamo i
resti dei villaggi antichi sotto terra, anche
di parecchi metri!
Le pagine del tempo
si
accumulano
quindi
una
sull’altra, proprio come gli strati
di una torta: pasta sfoglia,
cioccolata, ancora pasta sfoglia,
poi crema
Ed anche la terra sotto i nostri piedi,
quando scaviamo un buco abbastanza
largo e profondo, ci mostra la
successione di strati archeologici – cioè
le nostre pagine del tempo - proprio
come una fetta tagliata da una torta!
L’archeologo riconosce questi strati e li studia,
scavandoli per vedere cosa c’è dentro. Sfoglia
le pagine del tempo iniziando da quella che si
trova più in alto, l’ultima che si è formata:
legge le pagine iniziando dall’ultima!
Per poter studiare gli strati archeologici,
l’archeologo deve scavarli, e quindi
distruggerli. Ma in questo modo prende
nota con cura di tutte le notizie che la
terra contiene. I resti delle attività
umane: case, forni, buche…
Un oggetto ritrovato ad un livello
vicino alla superficie è quasi
sicuramente più recente di un altro
rinvenuto più in profondità.
Ciò che viene rinvenuto in uno scavo si
chiama reperto.
Per scavare l’archeologo usa vari attrezzi:
cazzuole – simili a quelle del muratore, ma di
forma un po’ diversa - palette per spostare la
terra, ferretti per lo scavo di precisione, pennelli
per pulire gli oggetti. Si protegge le mani con i
guanti e le ginocchia con un tappetino di gomma.
Per spostare tanta terra si usano anche il badile e
la carriola
Perché tutti possano sapere cosa ha
trovato, l’archeologo fa un disegno degli
strati archeologici. La successione degli
strati archeologici si chiama
«stratigrafia».
Nella fotografia qui a fianco
vediamo proprio un archeologo
che disegna una stratigrafia
L’area di scavo è suddivisa in zone,
delimitate da fili tesi, che formano
una specie di scacchiera.
I settori così ottenuti vengono
identificati con un numero e una
lettera e scavati singolarmente.
Quando trovano le fondamenta di
una casa antica - i muri interi non
si trovano quasi mai!! - gli
archeologi le liberano dalla terra
con cura, in modo che si possano
vedere bene e riportare «in scala»,
cioè più in piccolo, in un disegno.
Dalle fondamenta che avete visto nella pagina
precedente, ad esempio, si è potuto cercare
di disegnare l’intera casa: non siamo sicuri che
fosse proprio così, perché è solo un’ipotesi di
ricostruzione. Ma se non era così, ci
assomigliava molto…
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Che cosa è l*archeologia?