ANNO XXXV / NUMERO 156 / 1 EURO* A COPIA / MERCOLEDÌ 2 LUGLIO 2008
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lo scontro sul «blocca-processi»
CONSOLAZIONI
Napolitano mette in riga i giudici
Il capo dello Stato al Csm: «Non spetta a voi dare pareri costituzionali». Ma loro bocciano il decreto: «Irrazionale»
Berlusconi: «La giustizia è un’emergenza, intercettazioni da Paese incivile. Domani lo spiegherò in tv agli italiani»
UN PROBLEMA
NON SOLO PER IL CAV
Mario Cervi
C
on forbita ma inequivocabile prosa
quirinalesca, Giorgio Napolitano ha
esortato il Consiglio superiore della
magistratura a rispettare una regola
aurea non solo delle istituzioni ma della vita. Fate il vostro mestiere - questo in rozza
sintesi il messaggio presidenziale ai togati - senza rivendicare poteri e ruoli che non vi spettano.
La doccia gelata del capo dello Stato s’è abbattuta sul Csm proprio nelle ore in cui i suoi componenti più accalorati meditavano una risoluzione
che bollasse come incostituzionale la cosiddetta
norma «blocca processi».
Come primo cittadino e come primo magistrato d’Italia, Napolitano s’è limitato, potrà osservare qualcuno, a ribadire delle ovvietà già enunciate in buona sostanza nella Magna Charta repubblicana. Vero. Ma è altrettanto vero che ci voleva
la coerenza d’un arbitro davvero imparziale, ci
voleva il coraggio d’un ex comunista che non si
fa condizionare dal passato, per sfidare i girotondini, i professionisti dell’antiberlusconismo viscerale, i guerriglieri per i quali Arcore delenda
est. Questa coalizione scomposta ma vociante voleva accreditare l’idea che il Cavaliere esorbitasse sempre dai suoi poteri appellandosi a quella
quisquilia che è il voto popolare. Napolitano ha
messo nero su bianco che il vizietto della tracimazione al di là degli argini costituzionali ha contagiato proprio il Csm. Cui non si deve negare la
possibilità d’esprimere pareri sulle ricadute che
i provvedimenti del governo o del Parlamento
hanno per l’attività dei giudici. Ma al vaglio di
costituzionalità - parola di Napolitano - «nel nostro ordinamento sono legittimate altre istituzioni». Leggi Consulta.
Il Quirinale ha fatto chiarezza su un punto fondamentale del rapporto tra la politica e la giustizia, e poco importa che il Csm dedito a fughe di
notizie insista nelle sue prevedibili critiche. Importa invece che sia emersa la pretestuosità
d’una polemica imperniata sul Cavaliere, unico
vilain della giustizia italiana. Troppo accanimento, o troppo onore. La nostra giustizia era a pezzi
prima che Berlusconi scendesse in campo, purtroppo lo sarà ancora quando Berlusconi se ne
sarà andato. È malata nel profondo e il professor
Sartori - tutt’altro che un estimatore del Cavaliere - l’ha riconosciuto. Poi l’ha riconosciuto Napolitano: cui saranno grati - assieme a noi cittadini
comuni - i magistrati messi a disagio da un Csm
diviso in correnti, e più attento alle faide ideologiche e alle battagliuzze corporative che alla tragedia quotidiana dei fatiscenti «palazzacci» italiani. Dei pareri di costituzionalità possono occuparsi altri. Loro provvedano, i togati, a fornire
(ma quando? Ma come?) decisioni decenti in tempi decenti e a costi decenti. Non chiediamo altro.
Il capo dello Stato richiama il Csm alle sue funzioni: «Non spetta a loro il vaglio di costituzionalità di una legge». La legge è il
cosiddetto «blocca-processi». Ma nonostante il richiamo del
Quirinale, il Csm boccia il decreto. E Berlusconi annuncia che andrà in tv a spiegare agli italiani perché la giustizia è un’emergenza.
H
anno perso ovunque, d’accordo. Però hanno vinto a Modica. Provincia di Ragusa. Patria di (...)
IL PREMIER A NAPOLI
«Entro luglio via tutti
i rifiuti dalle strade»
SEGUE A PAGINA 7
IL CASO
SIGNORE, SPADAFORA E ZUCCHETTI
ALLE PAGINE 4-5
Veltroni chi?
Obama in Europa
snobba il discepolo
Giuseppe De Bellis
Q
uesta è la fine del
falso mito dell’amico Barack. È la carta velina che cade: Obama
non passa da (...)
SEGUE A PAGINA 13
Giàliberiiromcheschiavizzanoifigli
NUOVO CORSO
Il Gip di Verona: fermati solo perché l’argomento «nomadi» è di attualità
Torna il grembiule a scuola
Il «come eravamo» dei vip
Massimo M. Veronese
E
adesso come al solito non ci si
metterà d’accordo su niente,
perché noi italiani siamo così, come un vecchio spot con la (...)
SEGUE A PAGINA 18
Arrestati perché mandavano i figli a rubare. Ma il gip
sconfessa il pm: non c’è nessun pericolo di fuga, inutile
tenerli in cella. Così quattro
fermi non vengono convalidati, ma due rom sono rimasti comunque in carcere perché avevano altre pendenze. Il gip fa inoltre una pesante considerazione, sottolineando che «il provvedimento potrebbe essere stato emesso anche perché l’argomento rom in questi giorni è di attualità». Una delle
madri ha 28 anni, 95 pseudonimi e 123 denunce.
BUCO DA 35 MILIONI IN ABRUZZO
BARBIERI A PAGINA 21
INTERVISTA
Auto di lusso, viaggi e hotel
con i soldi dei pensionati
La Ial-Cisl sotto inchiesta
Il Nobel Gao Xingjian:
«La mia Cina, ricca
e antidemocratica»
Viaggi di lusso con i soldi stanziati per i corsi di formazione al lavoro. Sotto accusa la Ial-Cisl
abruzzese. I corsi fantasma - secondo la Procura di Pescara - andavano avanti da anni. Una lunga truffa ai danni dell’Unione Europea e della Regione Abruzzo.
Il premio Nobel cinese
Gao Xingjian e il poeta
Giuseppe Conte, intervistati dal Giornale in occasione della Milanesiana, si confrontano a tutto campo su politica, letteratura, etica e arte.
GIAN MARCO CHIOCCI ALLE PAGINE 8-9
BIANCHI ALLE PAGINE 30-31
ANGELI E VACCARI A PAGINA 12
Tolta ai genitori per uno schiaffo
I camerieri
svelano i capricci
delle celebrità
al ristorante
Federico Novella
CONTI, GRECO, LA MANNA E SCAFI ALLE PAGINE 2-3
MILANO, SEDICENNE ATTENDE DA UN ANNO DI TORNARE A CASA
TIRCHI E VIZIATI
Povero Pd, basta
una Modica vittoria
per esultare
Un litigio con il papà e parte
uno schiaffo. La ragazza,
16 anni, denuncia il padre e
i servizi sociali la tolgono alla famiglia. Ma ora la ragazza chiede di tornare a casa
e il Tribunale per i minorenni di Milano non dispone
un’udienza perché attende
da circa un anno la relazione degli assistenti sociali
sulle sue condizioni. L’adolescente ora vive in comunità dove - racconta l’avvocato di famiglia - si trova male
e non vede l’ora di tornare
a casa.
ENRICO LAGATTOLLA A PAGINA 17
APPUNTO
Ah già, il Tibet
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*Fonte: Il libretto rosso delle Assicurazioni di
**Fonte: Customer Asset Improvement, Luglio 2007.
ed. 11/2007, profilo 2 Milano.
FILIPPO FACCI
e ha detto che «boicotranco Frattini, più
tare le Olimpiadi è inacche da ministro decettabile, perché a sugli Esteri, dovrebbe studiare da addetto alle pubbliche relazio- birne le conseguenze sarebbe solo lo
ni: a margine della sua gestione del sport e non la politica». Una frase, con
caso Cina, inteso come caso Tibet o, rispetto parlando, che un alunno delle
insomma, caso Olimpiadi, altro non scuole elementari troverebbe sempliciviene da dire. A maggio, intervistato stica: ma forse le principali democradal Financial Times, disse che non zie del mondo non ci avevano pensato.
avrebbe incontrato il Dalai Lama per «Italia miglior amico» ha replicato il
non provocare «gli amici cinesi»: e noi ministro degli Esteri cinese: che bel
rimanemmo di sale, perché erano le quadretto. Morale: l’Italia a Pechino
stesse parole che aveva pronunciato sarà formalmente presente, ma senza
Prodi quando rifiutò di incontrare il ca- la presidenza del Consiglio, ci sarà sopo spirituale tibetano. E noi con Prodi lo un sottosegretario. Una soluzione aleravamo stati durissimi. Ora che do- l’italiana. Un consiglio: fate un bel sonvremmo dire? Il 10 giugno Frattini ha daggio su che cosa ne pensano gli eletincontrato il suo omologo Yang Jiechi tori di centrodestra, poi fateci sapere.
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