CNOP - ORDINE DEGLI
PSICOLOGI
Rassegna Stampa del 14/06/2010
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INDICE
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI
11/06/2010 ADN Kronos 03:41
Salute: in Campania a lezione da psicologi contro incidenti stradali
9
12/06/2010 Giornale di Sondrio - Centro Valle
Fondazione Creval, Palma presidente
10
11/06/2010 Il Giornale di Napoli
Traffico, ecco lo psicologo per "evitare" gli incidenti
11
11/06/2010 Internazionale
Un malessere intraducibile
12
PSICOLOGI E PSICOLOGIA
12/06/2010 La Repubblica - Bologna
Ci vorrebbero gli psicologi low cost
16
13/06/2010 La Repubblica - Milano
Si uccide alla vigilia della maturità
17
14/06/2010 La Repubblica - Nazionale
"Ma gli ormoni possono regalare nuova felicità"
18
14/06/2010 Il Giornale - Nazionale
L'eccellenza per trattare tutte le patologie
19
14/06/2010 Il Giornale - Nazionale
Il nuovo ambulatorio di Psicologia
20
14/06/2010 Il Resto del Carlino - Pesaro
Protocollo sulla salute mentale: tutti scontenti
21
13/06/2010 Avvenire - Nazionale
Monito di padre Cucci: Chiesa e pedofilia, no alle etichette
22
13/06/2010 Avvenire - Nazionale
«Legge 194 inapplicata»: da mercoledì gli incontri di Avvocatura in missione
23
12/06/2010 Il Giorno - Legnano
Un aiuto ai malati di Alzheimer
24
13/06/2010 Il Secolo XIX - Nazionale
NUOVI GENITORI IL BELLO DELLE MADRI over 40
25
14/06/2010 Il Secolo XIX - Levante
«Sì, siamo malati di mente ma c'è lavoro anche per noi»
27
14/06/2010 Il Secolo XIX - Levante
COSTITUITO UN GRUPPO DI LAVORO DI MEDICI PER LA CURA PRECOCE DELLA
SCHIZOFRENIA
28
11/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - LECCE
Ci sarà un centro di cura
29
14/06/2010 La Nazione - Pistoia
«Una maestra è solo chi lavora con amore»
30
12/06/2010 Io Donna
CARO, HO MAL DI TESTA
31
13/06/2010 Il Roma
Poggioreale, sei i suicidi sventati
33
11/06/2010 Carta
Niki Aprile Gatti
35
11/06/2010 Left
Un crimine familiare
41
11/06/2010 Panorama della Sanita
Dieci i progetti vincitori
43
11/06/2010 Panorama della Sanita
Bresciani: più cure territoriali per la salute mentale
45
RIFORMA DELLE PROFESSIONI
12/06/2010 Corriere della Sera - NAZIONALE
L'OPACITA' DEL POTERE
47
12/06/2010 Corriere della Sera - MILANO
«Dentisti low cost Serve subito una riforma»
49
13/06/2010 Il Sole 24 Ore
«Il Parlamento non spolpi la manovra»
50
14/06/2010 Il Sole 24 Ore
Dopo la crisi studi di settore con nuovo volto
52
13/06/2010 La Repubblica - Nazionale
Libertà d'impresa, arriva la legge Tremonti: poi mano alla Costituzione
53
11/06/2010 Il Resto del Carlino - RIMINI
Ordini in crescita alla Scm ma è sciopero sugli orari estivi
54
11/06/2010 Il Resto del Carlino - BOLOGNA
Camillo Bersani chiede il patteggiamento
55
13/06/2010 Il Resto del Carlino - Nazionale
Silvio: «Ora la riforma della Giustizia»
56
13/06/2010 Avvenire - Nazionale
Vegetativi: c'è coscienza Arriva la svolta dei medici
57
11/06/2010 Il Mattino - SALERNO
Stazione agroalimentare a rìschio chiusura
58
13/06/2010 Libero - Nazionale
ORDINI PROFESSIONALI
59
12/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - NAZIONALE
Il Tar «boccia» la proposta Vendola no al patentino per ingegneri «verdi»
60
14/06/2010 Affari Finanza
"Sulla medicina apriamo le porte alle società multiprofessionali"
61
14/06/2010 Corriere Economia
Antitrust Le pagelle delle liberalizzazioni
63
14/06/2010 Corriere Economia
Il ritorno di Laurini ricompatta i notai
65
14/06/2010 ItaliaOggi Sette
Questo Pat non s'ha da fare
66
14/06/2010 ItaliaOggi Sette
Come tenersi stretti i collaboratori
67
14/06/2010 ItaliaOggi Sette
Formazione professionale
69
12/06/2010 Il Roma
Consiglio del notariato, Laurini eletto
70
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI
12/06/2010 Il Sole 24 Ore
Brunetta: su Pa e federalismo andremo avanti
72
12/06/2010 Il Sole 24 Ore
In Italia serve più coraggio per snellire la burocrazia
74
14/06/2010 Il Sole 24 Ore
Migliora l'efficienza dei servizi: Roma vince sette maglie rosa
75
13/06/2010 La Repubblica - Torino
A scuola senza certificato una follia burocratica
77
13/06/2010 La Stampa - NAZIONALE
"Pagano solo pensionati e dipendenti"
78
11/06/2010 Il Resto del Carlino - NAZIONALE
Intesa Sanpalo attiva la firma digitale per tre milioni di clienti via Internet
79
12/06/2010 Il Resto del Carlino - Cesena
Stop alla giungla dei regolamenti
80
13/06/2010 Il Resto del Carlino - Modena
L'amministrazione studia gli effetti della cura Brunetta
81
13/06/2010 Libero - Nazionale
«I magistrati sovvertono il voto Cambio la giustizia»
82
09/06/2010 Il Tempo - SPECIALE SMAU BUSINESS
AL SERVIZIO DELLE IMPRESE E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
83
12/06/2010 ItaliaOggi
Contrordine compagno Stracquadanio, Berlusconi stoppa i doppi incarichi
84
12/06/2010 ItaliaOggi
Silvio si coccola i suoi giovani
85
11/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BRINDISI
E i Comuni perdono i fondi della Regione
86
11/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - FOGGIA
Scommessa informatica per la giustizia del futuro
87
12/06/2010 La Gazzetta Del Mezzogiorno - BASILICATA
«Tagli a scuola, università e ricerca «Che fine faranno ora è a rischio la tenuta
sociale» i miei contributi?»
88
12/06/2010 SOLDI
Editoria, sfida a colpi di "app"
90
UNIVERSITA
13/06/2010 Il Sole 24 Ore
Proposte ricche di pragmatismo
93
14/06/2010 Il Sole 24 Ore
L'università punta su brevetti e spin-off
95
14/06/2010 Il Sole 24 Ore
Estate a lezione di no profit
97
14/06/2010 Il Giornale - Nazionale
L'importanza della cooperazione internazionale e sul territorio
99
14/06/2010 Il Giornale - Nazionale
«Riguadagnare funzionalità perduta e qualità della vita»
100
11/06/2010 Il Resto del Carlino - ROVIGO
Costituzione italiana e costruzione europea
102
12/06/2010 Il Resto del Carlino - Macerata
«L'unione tra gli atenei non corre pericoli»
103
14/06/2010 Il Giorno - Como Lecco
La Cattolica si fa internazionale È il turno di cinema, tivù e design
104
14/06/2010 Il Mattino - NAZIONALE
Personalizzare i percorsi assecondando gli interessi
105
14/06/2010 Il Mattino - NAZIONALE
Ecco i master internazionali si parte con India e Stati Uniti
106
14/06/2010 Il Mattino - SALERNO
Medicina, un ponte tra l'ateneo e gli Usa
107
12/06/2010 Il Secolo XIX - Nazionale
Premio di 500 euro ai laureati con 110 e lode
108
12/06/2010 ItaliaOggi
Università nelle gare d'appalto L'Authority avvia un'indagine
109
12/06/2010 ItaliaOggi
Pescatori tentati dall'acquacoltura
110
14/06/2010 La Nazione - Siena
Didattica, ultimatum dei ricercatori «O si cambia o non faremo più lezioni»
111
12/06/2010 Il Roma
Studi Filosofici: combattere i tagli
112
13/06/2010 Il Roma
La città di Napoli per la salvezza della cultura e della ricerca
113
11/06/2010 Panorama della Sanita
II nuovo Centro Ricerca in nanomedicina
114
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE
DEGLI PSICOLOGI
4 articoli
11/06/2010
03:41
ADN Kronos
Sito Web
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Salute: in Campania a lezione da psicologi contro incidenti stradali
Roma, 11 giu. (Adnkronos Salute) - A lezione dagli psicologi in Campania per evitare gli incidenti stradali che,
nella Regione, provocano un morto e 40 feriti al giorno. Parte, infatti, il corso di formazione 'Condotte a rischio
e sicurezza stradale', organizzato e presentato a Napoli dall'Ordine degli psicologi della Regione che formerà
i professionisti perché possano affiancare altri operatori come gli ingegneri, nel lavoro di prevenzione degli
incidenti stradali. Anche attraverso la 'formazione' dei futuri conducenti, insegnando le regole della sicurezza
in strada sin dai banchi di scuola. L'iniziativa prende spunto dai risultati del progetto pilota "I ragazzi si
riappropriano della strada", realizzato dall'Associazione psicologi per la responsabilità sociale in
collaborazione con il ministero dei Trasporti che, attraverso una serie di focus-group, giochi di gruppo e di
ruolo, esercitazioni pratiche e questionari, ha mostrato come gli adolescenti hanno un'ottima conoscenza
delle norme, delle regole e del rischio, sanno bene quanto è importante indossare il casco, la cintura di
sicurezza, rispettare i limiti di velocità e il codice della strada in generale, ma ne hanno una scarsa
consapevolezza e per tale motivo tendono a non rispettarle. E' inoltre emersa poca fiducia nelle Istituzioni e
scarsa la considerazione dell'operato dei vigili urbani. Ogni anno in Campania si verificano più di 10 mila
incidenti stradali. Le conseguenza sono agghiaccianti: più di 300 i morti e quasi 15 mila i feriti. "Gli ultimi dati
resi noti dall'Istat ci confermano che nella nostra regione ogni giorno una persona perde la vita e circa 40
restano ferite", ricorda Raffaele Felaco, presidente dell'Ordine degli psicologi della Campania. "A rimetterci la
pelle, purtroppo, sono sempre più i giovani: in un caso su tre la vittima ha un'età tra i 14 e i 29 anni e in un
caso su due non ha neanche 40 anni. E i risultati del nostro progetto 'I ragazzi si riappropriano della strada'
parlano chiaro: proprio il fattore umano è tra le cause più frequenti dell'incidente. In particolare solo in un
incidente stradale su 10 è causato dalle caratteristiche del veicolo o dall'esposizione al traffico". In tutti gli altri
casi l'incidente "è invece dovuto a un comportamento umano, una 'dimensione' finora scarsamente
considerata, su cui proprio lo psicologico può intervenire con successo". E proprio perché il fattore umano è
tra le cause più frequenti dell'incidente, nasce 'Condotte a rischio e sicurezza stradale', un'iniziativa che vedrà
collaborare per la prima volta insieme diverse figure professionali, come psicologi, ingegneri e vigili urbani.
Obiettivo finale: formare i futuri conducenti o correggere le cattiva abitudini di quelli che hanno già esperienza
sulla strada, ma sono stati autori di condotte a rischio per evitare il più possibile il pericolo d'incorrere in un
incidente stradale. "In pratica ci muoveremo su tre fronti: quello della formazione, delle conoscenze e
dell'informazione e della comunicazione sociale, anche attraverso progetti in rete", spiega Maria Piccirillo,
dell'Associazione psicologi responsabilità sociale. La formazione si rivolgerà soprattutto alle persone nelle
fasce d'età più a rischio. In particolare alle materne e alle elementari si punterà a far apprendere ai bambini
quali sono i comportamenti a rischio sulla strada e come comportarsi per prevenirli. La strada invece si
trasformerà in un vero e proprio laboratorio per i ragazzi delle scuole medie che saranno chiamati a 'costruire'
direttamente delle regole e a imparare ad osservarle e ad accettarle. "Il progetto funzionerà quindi come una
sorta di ponte tra la scuola e il territorio - conclude Max Dorfer, presidente dell'Ordine degli psicologi della
provincia di Bolzano - finalizzato alla diminuzione concreta e pratica del numero degli incidenti stradali. In
questo modo educheremo i giovani ad attuare comportamenti corretti, sicuri e responsabili non solo per la
loro stessa incolumità ma anche per la sicurezza di tutta la comunità".
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 14/06/2010
9
12/06/2010
Giornale di Sondrio - Centro Valle
Pag. 19
Fondazione Creval, Palma presidente
Professore alla Cattolica, è vice presidente di Credito VaItellinese e Credito Piemontese
Il professor Angelo Palma SONDRIO (brc) Angelo Maria Palma è il nuovo presidente della Fondazione
Credito valtellinese. Il nuovo CdA lo ha nominato venerdì 11 giugno. Palma laureato in E c o n o m i a e C o
m m e r c i o all'Università Cattolica di Milano, dove è attualmente titolare della cattedra di Economia
Aziendale presso la facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative. Inoltre, è dottore commercialista
e revisore contabile, oltre che promotore dello Studio Associato Palma con uffici in Como e Milano e autore di
numerose pubblicazioni, amministratore e sindaco in società industriali e di servizi. Nel Gruppo Creval ricopre
la carica di vice presidente del Credito Valtellinese e del Credito Piemontese, ed è stato presidente del
Credito Artigiano e del Credito Piemontese. Il neo presidente della Fondazione, è inoltre attivo nel campo
sociale con una serie di incarichi: ? presidente Onorario dell'Ente Morale Piccola Casa Federico Ozanam, che
dà assistenza ai poveri e agli indigenti; presidente dell'associazione Antonio e Luigi Palma, per la cura del
dolore; consigliere dell'Istituto Sostentamento del Clero della Diocesi di Como. Il professor Palma succede
all'avvocato Francesco Guicciardi, al quale il Consiglio di Amministrazione ha espresso gratitudine per il
prezioso contributo e l'impegno profusi fin dalla nascita della Fondazione, av venuta nel 1998. E u n sentito
ringraziamento da parte del CdA è andato al consigliere uscente professor Giorgio Scaramellini, che ne è
stato componente fin dall'inizio e il cui apporto di competenza ed esperienza è stato importantissimo per lo
sviluppo dell'attività. Un'attività che abbraccia n u m e r o s i campi: dalla formazione e nell'orientamento
scolastico e al lavoro ai campi sociale, culturale e artistico, compresa l'organizzazione di mostre d'arte.
Inoltre, è particolarmente significativa l'attenzione alle esigenze di associazioni non profit. Il tutto nelle aree di
operatività delle banche del gruppo. Al suo fianco, Palma avrà i due vice presidenti Bassano Baroni e Mario
Cotelli e i consiglieri Miro Fiordi, Bruno Locatelli, Antonio Magnocavallo, Paolo Ninatti, Alberto Quadrio
Curzio, Emilio Rigamonti, Carlo Ripamonti, Antonio Tirelli e Vico Valassi. Il collegio dei revisori è composto da
Matteo Diasio (presidente), Diego Muffatti e Giovanni Porcelli, mentre nel ruolo di direttore è stata confermata
Tiziana Colombera.
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 14/06/2010
10
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CAMBIO AL VERTICE
11/06/2010
Il Giornale di Napoli
Pag. 4
Traffico, ecco lo psicologo per "evitare" gli incidenti
La causa degli incidenti stradali secondo ricerche di varie Università Americane è dovuta per il 90% al fattore
umano mentre solo il 10% alle caratteristiche del veicolo e all'esposizione al traffico. In Italia, gli adolescenti
conoscono bene il Codice della Strada, l'importanza di indossare casco, cintura di sicurezza e rispettare limiti
di velocità. Ma spesso ne hanno scarsa consapevolezza e per questo cadono vittime di incidenti stradali. Al
via il Corso di Formazione "Condotte a rischio e sicurezza stradale": gli psicologi insegneranno ad
adolescenti, conducenti professionisti, docenti di scuole e autoscuole cosa fare per ridurre le condotte a
rischio. L'iniziativa trae spunto dai risultati del progetto pilota "I ragazzi si riappropriano della strada",
realizzato dall'Associazione Psicologi per la responsabilità sociale in collaborazione con il Ministero dei
trasporti che, attraverso una serie di focus-group, giochi di gruppo, di ruolo, esercitazioni pratiche e
questionari, ha mostrato come gli adolescenti hanno un'ottima conoscenza delle norme, delle regole e del
rischio, sanno bene quanto è importante indossare il casco, la cintura di sicurezza, rispettare i limiti di velocità
e il codice della strada in generale, ma ne hanno una scarsa consapevolezza e per tale motivo tendono a non
rispettarle. È inoltre emersa poca fiducia nelle Istituzioni e scarsa la considerazione dell'operato dei vigili
urbani. Ogni anno in Campania si verificano più di 10 mila incidenti stradali. Le conseguenza sono
agghiaccianti: più di 300 i morti e quasi 15 mila i feriti. «Gli ultimi dati resi noti dall'Istat ci confermano che
nella nostra regione ogni giorno una persona perde la vita e circa 40 restano ferite - dichiara Raffaele Felaco,
Presidente dell'Ordine degli Psicologi della Campania. A rimetterci la pelle, purtroppo, sono sempre più i
giovani: in un caso su tre la vittima ha un'età tra i 14 e i 29 anni e, in un caso su due, non ha neanche 40
anni».
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 14/06/2010
11
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IL CASO IN CAMPANIA UN MORTO E 40 FERITI AL GIORNO
11/06/2010
Internazionale - N.850 - 11 giugno 2010
Pag. 58
(tiratura:130000)
Un malessere intraducibile
In Germania sono sempre di più gli immigrati che sofrono di malattie psichiche. Pochi, però, riescono a
trovare un sostegno adeguato. Soprattutto a causa delle barriere linguistiche e culturali
Martin Spiewak, Die Zeit, Germania Foto di Tommaso Bonaventura
Bruciava da morire. La maggior parte delle volte cominciava dalle spalle e poi si estendeva al resto del corpo.
Come un incendio. Nei momenti peggiori prendeva anche la testa. I dolori lo tormentavano da anni. L'uomo,
un turco-tedesco di 68 anni, consultava neurologi e ortopedici, che però non trovavano mai niente. Il suo caso
era diventato famoso: i medici alzavano gli occhi al cielo quando lo vedevano al pronto soccorso. Alla ine,
con le tasche piene di pillole, è arrivato sul lettino di Ali Erdogan, nell'ambulatorio psichiatrico dell'ospedale di
Amburgo-Eilbek. Dopo un paio di sedute Erdogan gli ha diagnosticato una grave depressione. La causa del
male era la sua stessa vita. Arrivato in Germania da giovane per costruirsi un futuro migliore, ha sgobbato per
quarant'anni: la mattina in cantiere e la sera a fare le pulizie. Un giorno ha perso tutti i risparmi per colpa di un
cognato in Turchia. Poi, quando il iglio ha perso il lavoro e la iglia è stata lasciata dal marito, sono cominciati i
dolori. Salute rovinata, risparmi svaniti, famiglia distrutta: le preoccupazioni gli stavano letteralmente
bruciando l'anima. Ali Erdogan conosce molte storie simili. Come psichiatra e psicoterapeuta si occupa
prevalentemente dei problemi degli immigrati. Quelli della prima generazione gli raccontano delle loro vite
andate a pezzi, mentre i giovani turco-tedeschi gli parlano del contrasto tra le tradizioni familiari e la libertà
fuori dalle mura domestiche. Ma quelli che alla ine di una lunga odissea tra ambulatori e cliniche iniscono sul
lettino di Erdogan sono fortunati. La maggior parte degli immigrati con malattie psichiche resta sola con i suoi
problemi. Eppure è una questione della massima urgenza, che dimostra quanto la sanità tedesca trascuri le
esigenze degli immigrati. Quando Erdogan, dopo un trattamento intensivo, decide di aidare un paziente a un
collega, bisogna aspettare in media due o tre anni prima che la terapia cominci. Ma è grave soprattutto la
mancanza di psicoterapeuti con una buona conoscenza della lingua e del retroterra culturale degli stranieri.
Le malattie psichiche, infatti, stanno aumentando in modo preoccupante tra gli immigrati, in tutte le fasce
d'età. Un uicio sanitario di Berlino ha fatto un sondaggio sulla condizione psicologica dei pensionati della
capitale: un immigrato turco su due ha i sintomi della depressione, mentre tra i pensionati nati in Germania il
rapporto è di uno su quattro. Un gruppo particolarmente a rischio è quello degli immigrati russi di origine
tedesca. Secondo un rapporto del Robert Koch Institut, inoltre, sempre più bambini di famiglie immigrate
hanno attacchi di panico, incubi e problemi comportamentali. I giovani immigrati sono colpiti più dei coetanei
tedeschi anche da disturbi alimentari. Molte ragazze turcotedesche sono convinte di trovarsi in una situazione
senza via d'uscita: tra loro la percentuale di suicidi è doppia rispetto a quella delle coetanee di famiglia
tedesca. Quando si tratta di problemi isici gli immigrati trovano aiuto in modo relativamente facile. Per le
malattie psichiche, invece, non è così, perché ci vuole un professionista che ne conosca la lingua e la cultura.
"Un chirurgo può operare i pazienti a prescindere dalla lingua che parlano", spiega Meryam Schouler Oçak,
direttrice della Lega berlinese contro le depressioni e medico dell'ospedale Charité. "Invece trattare una
persona con disturbi psichici che parla male tedesco è diicile". Le incomprensioni cominciano già dalla
diagnosi. I pazienti turchi mascherano spesso i loro disturbi psicologici con delle metafore che fanno pensare
a malattie isiche. La frase "il mio fegato si ingrossa" non indica un problema isico, ma profonda tristezza. "La
testa rafreddata" non è il sintomo di un'inluenza, ma la paura di diventare pazzi. Ali Kemal Gün, uno
psichiatra di Colonia, ha raccontato che un paziente è stato ricoverato in clinica perché si temeva che volesse
suicidarsi. Il turco-tedesco aveva risposto all'arrivederci del suo medico con "se domani sarò ancora vivo", un
saluto piuttosto comune nella comunità turca. Temi emotivamente coinvolgenti come la solitudine e le
preoccupazioni, la morte o il lutto vengono espressi molto meglio nella lingua madre, anche quando il
paziente parla bene il tedesco. Questo vale soprattutto per le persone traumatizzate, come i rifugiati politici.
In passato ci si arrangiava con l'aiuto delle donne delle pulizie o dei parenti. Oggi nelle cliniche di Amburgo o
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Germania
11/06/2010
Internazionale - N.850 - 11 giugno 2010
Pag. 58
(tiratura:130000)
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 14/06/2010
13
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Colonia ci sono degli interpreti, ma la sanità pubblica non garantisce questo servizio agli psicoterapeuti. Il
medico deve conoscere anche la cultura di provenienza dei pazienti. Per i polacchi, per esempio, la fede
gioca spesso un ruolo importante. Molti immigrati russi di origine tedesca si trascinano dietro il trauma di
essere stati una minoranza perseguitata. E i turchi sofrono per essere cresciuti da soli a casa mentre i
genitori lavoravano in Germania. In quasi tutti i pazienti immigrati la famiglia ha un ruolo di primo piano. Per
questo alcuni obiettivi terapeutici, come l'emancipazione dai genitori o dal partner, sono molto più diicili da
raggiungere. Spesso, inoltre, lo psicoterapeuta deve accettare di non essere l'unico aiuto. Meryam Schouler
Oçak riconosce che i turco-tedeschi sono più disposti di prima a prendere dei farmaci per curare una
depressione o una psicosi. Eppure, ancora oggi molti di loro si rivolgono agli hoca , guaritori tradizionali che
usano amuleti o leggono i fondi del cafè. Non guardare negli occhi A molti psicoterapeuti tedeschi questo
universo emotivo è completamente estraneo. Mancano indicazioni per il trattamento di pazienti con retroterra
culturali diferenti, come quelle fornite già da anni dall'American psychological association. Queste indicazioni,
per esempio, spiegano che non bisogna guardare i pazienti indiani negli occhi e che i colloqui terapeutici
vanno fatti stando seduti l'uno di ianco all'altro, non di fronte. Il caso della clinica universitaria di Gießen
dimostra quanto è forte la richiesta di psicoterapeuti specializzati. Subito dopo l'assunzione di una dottoressa
di madrelingua turca, il numero di pazienti turco-tedeschi è aumentato enormemente. Ora anche gli ospedali
di Colonia e Berlino hanno organizzato degli ambulatori per immigrati. Nella clinica regionale di Essen, in
Nord Reno-Vestfalia, una decina di donne si incontra ogni martedì per una terapia di gruppo. Una
studentessa con problemi di apprendimento è seduta vicino a una donna curda in attesa del diritto d'asilo che
sofre di attacchi di panico e a una casalinga turca che non accetta il marito imposto dai genitori. La metà delle
donne dell'ambulatorio sono emigrate per sposarsi, racconta la dottoressa Yesim Erim. Molte di loro sofrono
della "sindrome della suocera", un conlitto permanente con la madre del marito. Spesso le "mogli da
importazione" sono trattate come colf: devono pulire e lavare, e possono uscire di casa solo raramente. La
separazione è quasi sempre impossibile, perché parlano male il tedesco e comunque mancano i contatti fuori
dalla famiglia. Yesim Erim conosce casi simili anche in Turchia, dove ha fatto la psicologa per diversi anni.
Ma ci sono pochi medici come lei. In Germania praticano solo cento psicoterapeuti di origine turca, pochi per
una comunità di tre milioni di persone. Anche gli immigrati russi trovano aiuto con grande diicoltà. Nell'area di
Norimberga vivono tra le trenta e le quarantamila persone provenienti dall'ex Unione Sovietica. Eppure in città
c'è solo una psicologa della mutua che parla russo. Poi ci sono due privati, "che praticamente non si può
permettere nessuno", spiega Ella Schindler, della società russo-tedesca per la psichiatria, la psicoterapia e la
salute psicosociale. Eppure gli psicoterapeuti di origine straniera non mancano. L'amburghese Ali Erdogan
aspetta da anni di essere riconosciuto dalla mutua: come molti altri colleghi di origine turca, riceve continui
riiuti. La motivazione è che nella città anseatica ci sono già molti psicoterapeuti. Erdogan lavora grazie a una
"autorizzazione straordinaria", concessa per casi di estrema urgenza. Le esigenze psicologiche dei pazienti di
madrelingua turca non sono considerate un'urgenza, ha precisato l'Unione delle assicurazioni sanitarie, l'ente
che rilascia le autorizzazioni. Nel 2008 una sentenza della corte sociale federale ha stabilito che la terapia
nella lingua madre del paziente non è un trattamento indispensabile, ma un servizio aggiuntivo, un lusso. In
parole povere, in Germania si parla tedesco, e se qualcuno non lo conosce bene è un problema suo.
Secondo Ulrike Davy, docente di diritto all'università di Bielefeld, la sentenza è un "grave errore", perché in
una psicoterapia la lingua è "essenziale". Ora il Bundestag, il parlamento tedesco, potrebbe risolvere il
problema. L'Ordine degli psicologi tedeschi presenterà una petizione per sempliicare le autorizzazioni agli
psicoterapeuti madrelingua. "Gli psicoterapeuti tedeschi non possono soddisfare esigenze così particolari",
spiega Elisabeth Noeske, membro della presidenza dell'ordine. Il prossimo passo è la denuncia alla Corte di
giustizia europea, che però potrebbe metterci anni prima di pronunciarsi. Le persone malate, quindi,
dovranno aspettare, con il rischio che i problemi diventino più diicili da curare. Zeki Özdemir è uno dei due
psicoterapeuti turco-tedeschi di Colonia. Da anni ha smesso di tenere la lista d'attesa: era troppo lunga. Così
è costretto a fare una selezione. Prende in cura solo i pazienti con disturbi molto seri, che potrebbero arrivare
11/06/2010
Internazionale - N.850 - 11 giugno 2010
Pag. 58
(tiratura:130000)
CONSIGLIO NAZIONALE DELL ORDINE DEGLI PSICOLOGI - Rassegna Stampa 14/06/2010
14
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
al suicidio. Quelli con una depressione non troppo grave devono accontentarsi degli psicofarmaci. u mal
Berlino. A un pranzo di nozze Berlino. La sede di un'associazione di immigrati turchi
PSICOLOGI E PSICOLOGIA
20 articoli
12/06/2010
La Repubblica - Bologna
Pag. 13
(tiratura:710716)
Ci vorrebbero gli psicologi low cost
Una rete di assistenza per chi vive una situazione di disagio Si moltiplicano le proposte per la cultura. L'ultima
è firmata da Andrea Severi, presidente dell'associazione "La Bottega dell'Elefante"
STEFANIA PARMEGGIANI
SIAMO certi che i servizi assistenziali rispondano ai bisogni di tutti i cittadini? O vi è una parte della
popolazione che pur vivendo un disagio forte, anche se non classificabile come patologia, è abbandonata a
se stessa? L'intervento inviato dal dottor Paris al "Cantiere delle idee" di Repubblica si muove in questa
direzione, suggerendo la creazione di una rete di psicologi low cost, che si prendano cura di «chi per
mancanza di informazioni non sa a chi rivolgersi» e di chi «non rientra nelle categorie assistite dalle
professioni di aiuto». Insomma, psicologi al servizio dei cittadini per indirizzarlio prenderli in carico
direttamente. Il progetto è pubblicato integralmente sul sito bologna. repubblica. it, seguito e preceduto da
altri suggerimenti per la città del futuro.
Tra questi si moltiplicano le proposte per la cultura. L'ultima è firmata da Andrea Severi, presidente
dell'associazione La Bottega dell'Elefante: «Sogno una sempre auspicata e mai realizzata sinergia tra le
tantissime associazioni culturali che operano nella nostra città; sogno che il Comune si offra di fare da
collettore tra le varie realtà culturali, e le coordini, e dia loro degli input di ricerca». Ma non solo, «sogno
anche che ogni associazione possa rendere partecipe la città del proprio patrimonio di idee, magari in un
luogo adatto almeno una volta l'anno; qualcosa di molto lontano dall'ennesima festa dell'associazionismo, e
che somigli invece di più ad un convegno civico». Il cantiere delle idee è però uno spazio aperto alla
discussione in tutti i campi e quindi c'è chi ha deciso di utilizzarlo per rilanciare una sua vecchia idea, quella
del "grande piano delle piccole opere". Si tratta di un network di associazioni e movimenti che al di là dei
grandi progetti individuano «una serie di interventi che, pura livelli molto diversi fra loro, hanno in comune la
caratteristica di soddisfare esigenze magari piccole, ma dirette e quotidiane dei cittadini». Dalla
manutenzione stradale ai servizi di consegna merci, dal verde urbano alle bacheche telematiche per
informazioni di pubblico servizio. E soprattutto si studia un modello per cui i cittadini, dal basso, possano fare
piccole richieste e vederle realizzate.
PER SAPERNE DI PIÙ www.bologna.repubblica.it www.comune.bologna.it
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
16
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IL CANTIERE DELLE IDEE
13/06/2010
La Repubblica - Milano
Pag. 7
(tiratura:710716)
Si uccide alla vigilia della maturità
Una banale lite in casa sullo studio, poi il volo dalla finestra
EMILIO RANDACIO
«QUANTO più interna contentezza gli manca, tanto più desidera nell'opinione altrui passare per felice». Nella
sua bacheca su Facebook, tra le frasi preferite una di Arthur Schopenhauer, in cui non riusciva a celare una
vena malinconica. L. C., 18 anni, si stava preparando all'esame di maturità al liceo classico Beccaria (i primi
scritti saranno tra nove giorni). Ieri pomeriggio, poco dopo le 16, al termine di quella che sembrava una
banale discussione con la madre, si è chiusa in camera, ha aperto la finestra e si è lanciata nel vuoto, dal
quindicesimo piano di un elegante palazzo di via Vincenzo Monti. Fino a sera, gli agenti delle Volanti del
quarto turno hanno interrogato i genitori e i fratelli per cercare di dare una spiegazione plausibile a quel gesto,
tanto terribile quanto lontano da quella che era una ragazza di appena diciott'anni, che gli amici ricordano
spensierata e gioiosa. Appassionata di cavalli, aveva partecipato a manifestazioni a livello internazionale nel
dressage. Lo scorso anno, in Germania, era arrivata quinta.
Ieri pomeriggio è stato un continuo viavai di compagni di scuola e ragazzini, in lacrime, straziati dal dolore.
Tutti davanti al palazzo, con la speranza fino all'ultimo di essersi sbagliati, di aver capito male quella notizia
che era circolata come un tam tame che siè diffusa in un attimo tra la cerchia di amici. L. C., figlia di un
avvocato, due fratelli, mezz'ora prima aveva sentito per cellulare il fidanzato. «Aveva un tono di voce quasi
diverso, sembrava stranita», ricorda ora lui. «Ero preoccupato perché usava frasi sconnesse. Mi sono fatto
passare la madre spiegandole che per me aveva dei problemi». Sembra che la giustificazione fosse stata
individuata in qualche linea di febbre che aveva dal mattino la figlia. Poi, ci sarebbe stata la discussione. La
ragazza non avrebbe gradito l'imposizione di essere seguita in greco da un docente privato in queste ultime
settimane che la separavano dagli esami. Un confronto come tanti, sembrava, ma che ha avuto un esito
drammatico. «Una ragazza brava, diligente e studiosa, senza essere la prima della classe - la ricorda il
preside del liceo Beccaria, Pietro De Luca - . Non abbiamo mai avuto sentore di possibili problemi psicologici
, non mi risulta che la ragazza avesse mai frequentato lo sportello psicologico a scuola.
Aveva amici, una vita normale.
La scuola si sta mobilitando per potere essere vicino in tutti i modi alla famiglia». Sul sito di Facebook,
all'interno del suo profilo, fino a sera si sono susseguiti messaggi strazianti in suo ricordo. Sotto una foto della
ragazza spensierata, anche il suo ultimo messaggio, inviato dal cellulare sul sito del social network,4 giorni
fa: «Bisogna tornare indietro e prendere quello che ci serve per andare avanti». © RIPRODUZIONE
RISERVATA
I precedenti 26/07/2008 A Baggio un ragazzo di 16 anni si butta dal balcone di casa: a giugno era stato
bocciato per la seconda volta in quarta ginnasio al liceo classico Beccaria e da allora aveva mostrato un
crescente malessere.
In casa lascia un biglietto ai genitori: «Scusatemi» 9/01/2010 Muore dopo essersi gettato dal quinto piano un
ragazzo di 15 anni del liceo Leonardo Da Vinci.
Nel cestino della camera viene trovato il libretto scolastico fatto a pezzi: «Aveva preso un 5 ma non
sembrava sconvolto», racconta il padre 13/01/2010 Una sedicenne del liceo scientifico Einstein si lancia dal
terzo piano della scuola, riuscendo a sopravvivere per miracolo. I compagni di classe, testimoni sconvolti del
gesto improvviso, la descrivono come «timida e riservata»
Foto: Gli amici della ragazza sconvolti dopo la tragedia
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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CRONACA
14/06/2010
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 27
(tiratura:710716)
"Ma gli ormoni possono regalare nuova felicità"
MARINA CAVALLIERI
ROMA Alessandra Graziottin, sessuologa e ginecologa, è d'accordo con la ricerca, la biologia è così
maschilista? «La ricerca è plausibile per gli uomini, che hanno sicuramente vantaggi psicologici e fisici a stare
con donne più giovani di 10/15 anni. Ma non di più, attenzione.
Con questa differenza di età l'uomo non si misura con la menopausa di lei e la coppia dal punto di vista
biologico, ormonale, è compatibile». E le donne corrono rischi a stare con uomini più giovani? «Una
differenza di sette anni non è un problema ed è accettabile anche sul piano procreativo.
La crisi può essere sul desiderio di figli, se per lei è troppo tardi e per lui troppo presto. Ma parlare di rischi mi
sembra eccessivo, anche se gli stress psicologici, la paura dell'abbandono, che una donna in questo caso
può avere, si tramutano in stress fisici».
E oltre i sette anni? «Con la terapia ormonale è possibile anche oltre questa soglia perché le donne si
mantengono giovani più a lungo».
Ma non è un problema estetico? «No,è un problema di feromoni: i feromoni sessuali producono il profumo
della fertilità che per un maschio è immensamente attraente, è il profumo di donna che attiva la sua parte
istintuale. Con la terapia ormonale nuove coppie sono possibili».
Foto: SESSUOLOGA Alessandra Graziottin, sessuologa e ginecologa
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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R2 LA SCIENZA L'intervista
14/06/2010
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 40
(tiratura:292798)
L'eccellenza per trattare tutte le patologie
TEAM Lavoro d'equipe e multidisciplinarietà fondamentali nel reparto di riabilitazione OBIETTIVO Dimettere
pazienti che sanno come gestirsi e reinserirsi meglio nel loro contesto sociale
La riabilitazione respiratoria è una branca della medicina che mira al recupero funzionale dei polmoni
compromesso da diversi tipi di patologie. «In generale - spiega il professor Luigi Ferri, primario dell'Unità
Operativa specializzata in questa disciplina all'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico San Raffaele
Pisana di Roma - trattiamo patologie che possono stabilizzarsi o di cui si può ridurre la gravità. Il nostro
obiettivo finale è quello di dimettere pazienti che hanno raggiunto un miglioramento clinico, che sanno come
gestirsi e che possano reinserirsi al meglio nel loro contesto famigliare e sociale». Il reparto diretto dal
professor Ferri dispone di quaranta posti letto, dove vengono trattati pazienti affetti da insufficienza
respiratoria cronica riacutizzata. «In genere spiega il primario - i nostri pazienti provengono dagli ospedali in
condizioni di parziale stabilizzazione clinica ma con ulteriori possibilità di recupero clinico-funzionale. Spesso
necessitano di ventilazione meccanica non invasiva. Quasi tutti i degenti sono in ossigenoterapia continua».
Nel reparto vengono trattati pazienti affetti sia da patologie come broncopneumopatia cronicoostruttiva, fibrosi
polmonare, enfisema polmonare, insufficienza respiratoria cronica, sindrome bronchiectasica, asma
bronchiale, sindrome per le apnee del sonno; sia pazienti dimessi da reparti di chirurgia toracica maggiore.
Prima dell'esecuzione dei programmi di riabilitazione i pazienti sono sottoposti ad accurati accertamenti
specialistici di funzionalità respiratoria come pletismografia corporea, emogasanalisi e test da sforzo. Quanto
può durare un ricovero? «In genere la durata di una degenza è di quattro settimane», risponde il professor
Ferri. Il ciclo riabilitativo prevede soprattutto esercizi che mirano al miglioramento della tolleranza allo sforzo
fisico e la riduzione del «sintomo» dispnea. I trattamenti sono praticati da un'equipe di fisioterapisti
specializzati. Dall'inizio alla fine del ciclo riabilitativo viene applicata una metodologia per misurare i risultati, o
outcome. Multidisciplinarietà e lavoro d'equipe sono pilastri fondamentali dell'attività del reparto di
riabilitazione respiratoria del San Raffaele Pisana che, in quanto Irccs, integra in modo sinergico assistenza e
ricerca. «Ogni caso - continua il professore - è affrontato da un team che comprende medici pneumologi,
infermieri professionali, fisioterapisti specializzati in riabilitazione respiratoria e psicologi. Nella terapia viene
prestata molta attenzione anche agli aspetti nutrizionale ed educazionali». Quale compito hanno gli psicologi
? «Il paziente respiratorio - risponde il primario - è un po' diverso dagli altri. Chi fatica a respirare tende a
diventare una persona angosciata e angosciosa, che si chiude in se stessa, che si rende conto di soffrire di
una malattia particolare. La psiche ne può risentire. Tutto quello che facciamo dovrebbe scaturire in un
miglioramento della qualità della vita. Per questo è importante che, oltre a uscire dal ciclo riabilitativo con una
riduzione dei sintomi, soprattutto la dispnea, il paziente venga dimesso educato a gestire la sua vita
quotidiana in modo compatibile con la malattia». L'educazione parte da un'approfondita conoscenza della
propria patologia, delle possibilità di recupero, degli stili di vita più opportuni da adottare: l'abolizione del
fumo, l'igiene dell'abitazione, l'allontanamento eventuale da stimoli nocivi e così via. Inoltre, il paziente deve
essere abituato a utilizzare le protesi che potranno essergli prescritte, come la ventilazione meccanica o
l'ossigeno, senza che queste rappresentino per lui un ulteriore trauma psichico. RiCe
Foto: Il professor Luigi Ferri, responsabile dell'Unità Operativa
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Speciale Salute & Benessere INTERVISTA AL PROFESSOR LUIGI FERRI, PRIMARIO DELL'UNITÀ
OPERATIVA DI RIABILITAZIONE RESPIRATORIA
14/06/2010
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 41
(tiratura:292798)
Il nuovo ambulatorio di Psicologia
Disturbi dell'umore, relazionali e comportamentali. All'Irccs San Raffaele Pisana è stato da poco attivato un
ambulatorio di Psicologia che offre consulenza e sostegno su queste problematiche. L'attività si rivolge sia a
individui sia coppie e famiglie. Il personale medico dell'ambulatorio afferisce all'equipe del professor Fabrizio
Stocchi, per cui aggiunge anche una grande esperienza nel supporto in caso di problemi associati alla
malattia di Parkinson. Il personale è inoltre in grado di fornire certificazioni e relazioni psico- diagnostiche e
valutazioni neuropsicologiche.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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APERTURE
14/06/2010
Il Resto del Carlino - Pesaro
Pag. 6
(tiratura:206221)
Protocollo sulla salute mentale: tutti scontenti
- FANO - SONO piuttosto arrabbiate le organizzazioni di volontariato e del terzo settore contro la delibera
approvata dalla maggioranza in consiglio comunale riguardante il protocollo sulla salute mentale stipulato tra
comune e Asur zona n. 3. La Rete sociale, formata dalla Banca del Gratuito, Acli provinciale, Libera.mente,
Cooperativa I Talenti, Mondo a quadretti, Casa Accessibile, Punto famiglia, Associazioni volontari nella
solidarietà, Auser, Sala della Pace, Cerchioaperto, Millevoci, Forum provinciale Terzo Settore, si sente
scippata dal diritto alla partecipazione per la costruzione dei protocolli sull'integrazione socio-sanitaria. «Con
l'approvazione di questa delibera - scrivono le associazioni - si è creato un grave precedente in contrasto con
le normative nazionali e regionali che pongono principi di partecipazione e della sussidiarietà al centro delle
politiche pubbliche del welfare. Si sono volute lasciare le associazioni del volontariato fuori della porta e si è
dato mandato ai dirigenti di predisporre un importante atto che riguarda l'integrazione socio-sanitaria che "se
la sono cantata e suonata da soli". L'assessore Del Vecchio ha cercato di minimizzare affermando che in
regione si stanno prendendo decisioni che di fatto penalizzeranno gli ambiti. E' vero che è in atto da parte
della Giunta regionale una valutazione per ridefinire l'organizzazione degli Ambiti ma questa non giustifica il
comportamento suo riguardo la delibera soprattutto nella veste di presidente del Comitato dei sindaci perché
dovrà spiegare ai suoi colleghi per quale motivo un cittadino di Pergola o di Monte Porzio o di Mondavio non
deve avere gli stessi diritti per l'accesso ai servizi socio-sanitari rispetto a quello di Fano, ma soprattutto
perché sulla salute mentale in questi anni si è proceduto con protocolli che andavano sempre a vantaggio di
tutti i comuni. Il volontariato - insistono ancora le organizzazioni della Rete Sociale - va bene quando fa la
crocerossina, mentre lo si lascia fuori nella progettazione in pieno contrasto con la legge. L'unica "riserva
indiana" che ci viene concessa dal Comune di Fano è ormai lo sfogatoio dei tavoli dell'Ambito Sociale a cui
vengono però riservate decisioni di secondo e terzo livello. Le nostre associazioni del terzo settore
difenderanno con le unghie e con i denti i diritti garantiti dalla legge 328/00 della partecipazione, della coprogettazione e della concertazione. Non demanderemo a nessuno il nostro ruolo di tutela dei diritti e la
nostra protesta continuerà con una richiesta formale alla Regione Marche di far valere il rispetto delle
normative vigenti e indicate nel piano sociale e sanitario. Non escludiamo neppure altre forme di protesta».
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
FANO LE ASSOCIAZIONI CONTRARIE ALLA DELIBERA APPROVATA DAL CONSIGLIO COMUNALE
13/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale - roma sette
Pag. 52
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Presentato alla Gregoriana il volume scritto con padre Zollner Obiettivo puntato sulla formazione
Laura Badaracchi
Nell'affrontare il delicato e spinoso tema dei preti colpevoli di pedofilia, i media italiani «non hanno riportato
quasi mai dati, percentuali e analisi del fenomeno». Padre Giovanni Cucci non risparmia la stampa che nelle
scorse settimane è stata protagonista dello «tsunami mediatico» che ha colpito la Chiesa a motivo dei casi di
pedofilia tra i sacerdoti. Pur rilevando «l'importanza della denuncia», il gesuita - psicologo, docente alla
Gregoriana e scrittore della rivista «La Civiltà cattolica» - invita a non rimanere nell'ambito della cronaca e a
non procedere «per etichette», ma ad approfondire il fenomeno interpellando «gli addetti ai lavori», mentre
spesso su carta stampata e tv si è dato spazio a «persone poco qualificate». Padre Cucci è intervenuto alla
Gregoriana per presentare davanti a oltre un centinaio di studenti e alcuni giornalisti «Chiesa e pedofilia. Una
ferita aperta», volume edito da Ancora e scritto con un altro gesuita, padre Hans Zollner, psicoterapeuta e
docente presso l'ateneo. Un libro coraggioso, che cerca di fare chiarezza su informazioni «ambigue, ad
esempio la specie di sillogismo tra pedofilia e celibato, quando solo il 3 per cento dei casi denunciati riguarda
i preti», ha osservato padre Cucci, facendo notare che la riduzione allo stato laicale prevista dal diritto
canonico non risolve il problema, se la persona non viene presa in carico e curata: «In alcuni casi ex
sacerdoti, con moglie e figli, sono tornati ad abusare». E comunque la maggioranza delle violenze sessuali
nei confronti dei minori (nell'84-90 per cento dei casi) si consuma tra le mura domestiche, secondo il Censis.
Tuttavia, anche se si tratta di un fenomeno numericamente limitato, resta «un fatto gravissimo», ha chiarito il
gesuita, senza fare sconti alla Chiesa per le sue «omissioni e inadempienze». Padre Zollner ha rimarcato:
«L'abuso sessuale nei confronti dei minori è una patologia, un crimine, un peccato». Come correre ai ripari? Il
punto cruciale sembra «l'insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei
noviziati», mentre dovrebbe essere «integrata», ha insistito padre Cucci. Altro nodo: i formatori, che
dovrebbero essere «preparati a una complessità interdisciplinare» e a verificare la maturità affettiva dei
candidati al sacerdozio. Concorde don Alessando Manenti, psicologo e formatore: «Il problema dei preti
pedofili interpella sul tipo di formazione nei seminari: è un avvertimento eclatante in cui incapperà il sistema
dei valori vocazionali che non sa innervare la personalità ha rilevato -. Quando i valori rimangono
un'impalcatura esterna al cuore, crollano nei momenti difficili e non vengono sostituiti da altri valori, ma da
perversioni». «Un lavoro né polemico né apologetico, ma strumento aperto e non definitivo di interpretazione
del problema oggi, nella nostra cultura»: così ha definito il volume padre Franco Imoda, già rettore della
Gregoriana e preside della Facoltà di psicologia, ora presidente della «Fondazione La Gregoriana» e
collaboratore della Congregazione per l'educazione cattolica. «I seminari e gli istituti sono chiamati a investire
di più nella preparazione dei formatori», ha auspicato. Secondo don Manenti, urge «un check up generale
nella formazione, per controllare i terreni di incubazione di possibili devianze».
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
22
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Monito di padre Cucci: Chiesa e pedofilia, no alle etichette
13/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale - roma sette
Pag. 54
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Nicolò Maria Iannello
In cammino di riflessione iniziato l'anno scorso che merita ancora di essere percorso per approfondire i punti
di inapplicabilità della legge sull'aborto». Con queste parole l'avvocato Anna Egidia Catenaro, presidente e
fondatrice dell'associazione Avvocatura in missione, che riunisce in prevalenza avvocati e magistrati, descrive
il ciclo di convegni «Legge 22 maggio 1978 n. 194. Prospettive giuridiche e psicologiche», al via da mercoledì
16 giugno. Una serie di appuntamenti che l'associazione promuove con il fine «di creare una campagna di
informazione e formazione per capire com'è fatta questa legge e come viene "disapplicata"». Secondo
Catenaro, infatti, c'è ancora tanta disinformazione intorno alla legge che regolamenta l'interruzione volontaria
di gravidanza. «Per esempio - spiega nei consultori non c'è tutela nei confronti delle donne che vogliono
abortire dal momento che non vengono loro spiegate le conseguenze psicologiche e spirituali dell'interruzione
di gravidanza». Quattro dunque i seminari in programma, ogni mercoledì dal 16 giugno al 7 luglio, dalle 14
alle 17, presso il Seminario Romano Maggiore (piazza San Giovanni in Laterano 4). Nel primo appuntamento,
apre i lavori l'avvocato Antonio Conte, presidente del Consiglio dell'ordine forense di Roma, mentre al tavolo
della conferenza si alternano come relatori il vescovo Elio Sgreccia, presidente della fondazione «Ut vitam
habeant», e il magistrato Giacomo Rocchi. Mercoledì 23, invece, la parola passa ad Alighiero Erba, ordinario
di statistica economica della Sapienza, e a Raffaele Cavaliere, psicoterapeuta. A concludere la sessione è la
presidente dell'associazione, l'avvocato Anna Egidia Catenaro. Si continua il 30 giugno con l'intervento di
Serena Taccari, presidente dell'associazione «Il dono», che fornisce sostegno e accompagnamento alle
donne che hanno affrontato un aborto volontario, e di Virginia Valli, avvocato e consulente pro-life.
All'incontro conclusivo, infine, si alternano come relatori Emanuela Giacobbe, docente di diritto privato alla
Libera Università Maria Santissima Assunta, la bioeticista Olimpia Tarzia, vice presidente nazionale della
Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana, e la psicologa Cinzia Baccaglini.
L'evento è accreditato dal Consiglio degli avvocati di Roma e attribuisce ai partecipanti 12 crediti formativi.
Per partecipare è necessario iscriversi scaricando il modulo dal sito www.avvocaturainmissione.it.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«Legge 194 inapplicata»: da mercoledì gli incontri di Avvocatura in
missione
12/06/2010
Il Giorno - Legnano
Pag. 5
(tiratura:107480)
Un aiuto ai malati di Alzheimer
FONDATA l'anno scorso su iniziativa del Lions Club Legnano Host ha comunciato a muovere i primi passi
l'associazione "A... per non dimenticare". «Siamo una Onlus con un preciso scopo - ha affermato la
presidente Laura Vignati Colombo - andare incontro alle difficoltà dei malati del morbo di Alzheimer,
degenerativo e invalidante, ma anche delle loro famiglie per dar loro un aiuto sia dal punto di vista medico
che psicologico. Saranno proposte terapie tese a ritardare il più possibile l'evoluzione della malattia e, fattore
non meno importante, si cercherà di sensibilizzare la società sui problemi legati alla malattia così da essere
sempre più solidali con i malati e i loro familiari, prevenendo qualsiasi forma di ghettizzazione. In questo
contesto, obiettivo principale sarà aiutare le famiglie a confrontarsi con il personale esperto per ricevere
indicazioni utili a forme di assistenza. Ai malati sarà data l'opportunità di sentirsi con persone di cui potranno
fidarsi in quanto in grado di comprendere le loro difficoltà oppure perchè vivono la stessa realtà».
L'associazione opererà attraverso la creazione di apposite strutture operative, con prestazioni non
occasionali di volontariato attivo e diretto. Potranno essere altresì organizzati corsi di formazione di
aggiornamento per i volontari e gli operatori del settore. Tre gli obiettivi da raggiungere gradualmente: un
incontro settimanale alla Fondazione S. Erasmo con medici, psicologi e familiari dei pazienti, trasformare la
vecchia portineria della Fondazione in un ambulatorio per visite specialistiche, attivare il progetto, ambizioso,
dei ricoveri diurni. Tanti e qualificati, i soci fondatori dell'associazione, tra cui i medici Marina Gusmeri,
Cornelio Turri, Gianni De Martini, Franco Crespi e Giovanni Grassi. Presidente è Laura Vignati, con vice
Marina Gusmeri e consiglieri Giacomo Cozzi, Gianfranco Bononi e Gianni De Martini. Il collegio dei revisori è
composto da Alberto Lazzarini, Luigi Munaretto e Giuseppe Trani.
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
24
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
AAA... PER NON DIMENTICARE SOSTEGNO MEDICO E PSICOLOGICO
13/06/2010
Il Secolo XIX - Ed. nazionale
Pag. 49
(tiratura:127026)
Sono realizzate e meno ansiose , sostengono negli Usa. Ma gli italiani: «Non è vero, meglio giovani»
ELISABETTA PAGANI
NIENTE PANICO da inesperienza, sono adulte. Quindi più pratiche e sagge. Ma anche più ricche, ormai
realizzate e contrattualmente forti, almeno rispetto agli zoppicanti esordi. Sono le mamme ultraquarantenni.
Quelle che prima si concentrano sul lavoro, per avviare la carriera o uscire dal precariato, e solo poi - sempre
che non sia troppo tardi si concedono la prima gravidanza, spesso fermandosi al figlio unico per ragioni
biologiche. Negli ultimi dieci anni il loro numero è quasi raddoppiato. L'Italia guida la classifica, con il 5,6% di
bambini nati da donne nel pieno degli "anta". E la percentuale - calcola l'Istat nel rapporto Natalità e fecondità
del 2010 - sale al 6,2% se si escludono le mamme straniere. Donne che si sentono solo figlie, che temono di
perdere la libertà, che privilegiano la carriera, che non trovano il potenziale padre perfetto dei loro figli. I
motivi per ritardare la gravidanza sono molti. E il fenomeno riguarda gente comune e vip. La lista è
lunghissima, da Monica Bellucci, neomamma della sua secondogenita a 45 anni suonati, a Licia Colò, classe
1962 e madre di una bambina di 5 anni avuta dal giovane compagno, da Nicole Kidman, Salma Hayek e
Halle Berry fino a Heather Parisi, 50 anni tondi e due gemelli appena partoriti. Gravidanze fuori tempo
massimo, storcono il naso in molti. Ma è davvero così? Le madri giovani sono migliori? In America gli esperti
dicono di no. Anzi. Chi ha figli tardi - emerge dalla ricerca di Elizabeth Gregory, direttrice del Programma di
studi sulle donne dell'università di Houston e autrice del libro "Why Women Are Embracing the New Later
Motherhood" - dispone di più tempo da trascorrere in famiglia e di più risorse da dedicare ai figli. Già, perché
lo stipendio di chi è diventata madre a 20 anni - calcola Gregory - si è in media fermato a 40.000 dollari annui,
mentre chi ha aspettato i 35-40 anni ne guadagna 70.000. Ma non è solo una questione economica. Chi
rivaluta la maternità in età matura lo fa anche sulla base di elementi psicologici. Le quarantenni - è il pensiero
che si fa strada all'estero - sono più esperte e meno ossessive delle "colleghe" giovani, hanno avuto tempo di
realizzarsi sul lavoro e nelle amicizie. Il risultato? Sono madri migliori, perché non avevano un unico obiettivo
e non si sono sacrificate come donne. E i figli ne trarranno giovamento. «Diventare mamma a 40 anni non è
un problema» osserva Letizia Maduli, direttore del centro di psicologia emotocognitiva per la famiglia «ma
esaltarne i vantaggi non è realistico. Non esiste un'età migliore di un'altra. E poi non scordiamoci che le
quarantenni di oggi sono in forma, attente a salute e alimentazione: fra loro e le quarantenni di 20 anni fa c'è
un abisso». L'orologio biologico ormai non segna l'ultima ora scaduti gli "enta", ma ritardare troppo, avvertono
gli esperti, è pericoloso. Oltre che inutile. «Se una donna aspetta di essersi realizzata prima di fare un figlio
non lo farà mai» aggiunge Maduli «senza contare che non è vero che più si cresce più si controlla l'ansia.
Anzi. La mia esperienza dice che chi aspetta i 40 anni rischia di essere più ossessiva, perché le sfide della
vita le ha già vinte, o perse, e si concentra solo sul bambino. Che, tra l'altro, sa essere probabilmente l'unico
che avrà». «Figli e genitori devono crescere insieme» spiega Paolo Sarti, pediatra e autore di libri sul tema,
fra cui "Neonati maleducati" «per i bambini è fondamentale avere una madre giovane, che fa progetti,
costruisce casa, cresce sul lavoro. Deve vedere l'esperienza di vita dei suoi genitori. Una mamma arrivata
non fa bene al suo sviluppo. E non sottovalutiamo i nonni, a questo punto troppo vecchi». Nessun buon
motivo per ritardare la gravidanza? «Il fenomeno è in aumento, ma da qui a giustificarlo ce ne corre. Fare figli
tardi è un errore biologico e sociale, il risultato di un'epoca individualista che ha cancellato il concetto del
passaggio del testimone».
5,6%
i nati in Italia da donne con più di 40 anni Si sale al 6,2%, calcola l'Istat, se si contano solo le italiane
8,1%
le over 40 in Liguria La regione è seconda solo alla Sardegna per numero di parti in età avanzata I PERICOLI
DA CONOSCERE QUANTO AUMENTANO I RISCHI SE SI POSTICIPA TROPPO LA GRAVIDANZA? Più
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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NUOVI GENITORI IL BELLO DELLE MADRI over 40
13/06/2010
Il Secolo XIX - Ed. nazionale
Pag. 49
(tiratura:127026)
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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aumenta l'età della madre più crescono i rischi per lei e il bambino. Ma di quanto? Ecco la stima dell'Istituto
americano di Ostetricia e ginecologia. A 20 anni rischia l'aborto spontaneo una donna su 10, a 40 una su 3.
Aumenta il pericolo che il bimbo abbia la sindrome di Down: se il dato è uno ogni mille nascite a 30 anni, a 40
è uno ogni 100 I CONTROLLI DA FARE MALATTIE AUTOIMMUNI, ANOMALIE CROMOSOMICHE E
IPERTENSIONE Prima di avere un figlio in età avanzata è bene fare qualche visita: ecocardiografia e
elettrocardiogramma, controllo della pressione per l'ipertensione e esami del sangue per malattie autoimmuni
e trombofilia. E durante la gravidanza? Dopo i 35 anni gratuite villocentesi e amniocentesi per escludere
anomalie genetiche
Foto: Monica Bellucci, 45 anni: un mese fa è nata la sua seconda figlia
Foto: Julia Roberts, classe 1967, ha avuto il terzo figlio a 40 anni
14/06/2010
Il Secolo XIX - Levante
Pag. 17
(tiratura:127026)
«Sì, siamo malati di mente ma c'è lavoro anche per noi»
Con "Green e domino" già tre persone assunte a tempo indeterminato
SIMONE SCHIAFFINO
PAZIENTE psichiatrico grave uguale costo sociale. No, non è più così. Almeno, alla Asl 4 si sta tentando con successo - di remare nell'opposta direzione. Quella di dare la possibilità a persone schizofreniche o con
seri deficit psichici di non essere un peso per la società, ma di essere titolari di un reddito da lavoro. Gestire,
in tutto o in parte, la propria economia, e nel frattempo godere dei vantaggi che un'occupazione, la manualità,
le relazioni tra colleghi, possono offrire. Il Dipartimento di salute mentale dell'Asl 4 ha avviato tempo fa un
progetto, chiamato "Green e domino", finalizzato all'inserimento lavorativo di pazienti psichiatrici gravi, o al
perfezionamento dei loro studi o percorsi di apprendistato. Nove persone hanno concluso l'iter, con diversi
sbocchi: per tre è scattata l'assunzione a tempo indeterminato in una cooperativa ambientale una ha
continuato il percorso scolastico tre stanno proseguendo il progetto formativo professionale. Per le restanti
due, infine, la scelta è stata quella di occuparle in strutture protette, a causa della grave patologia da cui sono
affette: le strutture sono la serra del Villaggio del ragazzo a Cogorno e il laboratorio del consorzio Tassano di
Casarza. In questo momento le persone che stanno seguendo il progetto "Green e domino" sono circa una
trentina: tutte affette da patologie psichiatriche o tossicodipendenze. O entrambe le cose. Si tratta di un
progetto per il quale l'Asl 4 è stata selezionata dalla Regione, fra le altre aziende sanitarie liguri, per figurare
nel contesto di un altro progetto, questa volta nazionale, promosso dal ministero della Sanità. Oltre al
Dipartimento salute mentale e dipendenze dell'Asl 4, al progetto "Green e domino", iniziato nel 2006,
lavorano i servizi sociali del Levante e la Cooperativa Fontanabuona e ambiente: una realtà nata nel 2001
con il sostegno dei Comuni di Tribogna, Orero, Moconesi, Lumarzo e Lavagna. «"Green e domino" è nato dal
successo di un altro progetto: "Sirio", con il quale nel '94 erano stati seguiti 70 tossicodipendenti, la metà dei
quali sono attualmente assunti a tempo indeterminato - spiega Giorgio Rebolini, responsabile del
Dipartimento salute mentale e dipendenze dell'Asl 4 - L'attività che stiamo svolgendo con "Green e domino" è
particolarmente importante, perché trasforma un problema in una risorsa: noi pensiamo che le malattie
mentali gravi, come la schizofrenia, non debbano essere socialmente disabilitanti. E questo è un concetto
nuovo, anche nel campo della dottrina medica». I pazienti psichiatrici che sono stati assunti nella Cooperativa
Fontanabuona si occuperanno, in virtù di una convenzione stipulata ad hoc con l'azienda sanitaria, della
manutenzione delle aree verdi dell'Asl 4, oltre che della raccolta differenziata di carta e plastica dalle strutture
della sanità chiavarese. «Non c'è solo l'aspetto di una retribuzione per l'attività svolta - prosegue Rebolini - I
vantaggi, per le persone che inserite, stanno anche nella motivazione al lavoro, nell'attivazione di un
desiderio di cambiamento nella loro vita, nella presa di coscienza del disturbo di cui soffrono, imparando ad
autogestirlo. Senza contare che il gruppo è diventato coeso, solidale, e pronto a intervenire nel caso di un
disagio del compagno di lavoro». I pazienti che hanno concluso il progetto "Green e domino" hanno età
comprese tra 30 e 50 anni.
Foto: La sede del Dipartimento di salute mentale dell'Asl 4, a Chiavari
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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L'ASL 4 E L'INSERIMENTO PROFESSIONALE DEI PAZIENTI PSICHIATRICI LA STORIA
14/06/2010
Il Secolo XIX - Levante
Pag. 17
(tiratura:127026)
COSTITUITO UN GRUPPO DI LAVORO DI MEDICI PER LA CURA
PRECOCE DELLA SCHIZOFRENIA
S. SCH.
••• Un nuovo progetto, per il Dipartimento salute mentale e tossicodipendenze, vede impegnato un gruppo di
lavoro, appena costituito, con l'obiettivo di seguire i pazienti schizofrenici da 17 a 23 anni. Un team di
psichiatri, psicologi ed educatori che seguiranno giovani malati mentali del Levante, anche minorenni, senza
sradicarli dal contesto familiare in cui vivono. «Stiamo aiutando un ragazzo schizofrenico a concludere i suoi
studi universitari nonostante la sua malattia, e senza allontanarlo dalla sua casa - dice Giorgio Rebolini,
responsabile del dipartimento Salute mentale dell'Asl 4 - Il gruppo di lavoro si concentra su quelli che si
chiamano esordi dei sintomi psichiatrici. Punta cioè a curare precocemente le malattie come la schizofrenia al
momento in cui cominciano a manifestarsi». Con questo progetto, che sta per essere avviato, si otterrà il
risultato di non provocare, in pazienti molto giovani, il trauma dell'abbandono dagli affetti fami- liari. E nel
frattempo si potrà intervenire tempestivamente con le cure farmacologiche e psicologiche adeguate. Un altro
obiettivo futuro è legato al progetto "Green e domino": il dipartimento di salute mentale sta pensando di
creare una sinergia tra il Villaggio del ragazzo, nella cui serra lavora, in ambiente protetto, un paziente
psichiatrico, e l'attività svolta dai pazienti assunti alla Cooperativa Fontanabuona e ambiente con le mansioni
di manutenzione delle aree verdi dell'Asl 4. «Per ora si tratta solo di un'idea, ma la sua realizzazione
porterebbe ad un piccolo meccanismo economico virtuoso - conclude Rebolini - Nella serra potrebbero essere
prodotti fiori e piantine da utilizzare per le aree verdi dell'Asl. E questo produrrebbe un guadagno per il nostro
paziente che lavora nella struttura del Villaggio del ragazzo, e potremmo garantire anche a lui
un'indipendenza economica».
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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IL PROGETTO
11/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Lecce
Pag. 8
(tiratura:63756)
• Entro un paio di mesi, il Centro per la cura e la ricerca sui disturbi del comportamento alimentare della Asl di
Lecce, disporrà di una «residenza» con 12 posti letto. Ad ospitarli sarà il secondo padiglione-donne del
vecchio ospedale «Vito Fazzi» (ex Opis di via Miglietta), a pochi metri dall'attuale sede del Centro diretto da
Caterina Renna. «Sarà la prima residenza in Puglia per pazienti cronici affetti da disturbi alimentari o con
patologie psicologiche gravi - spiega la psichiatra - e rappresenta quindi una grande conquista per il nostro
territorio, anche perché è un servizio che viene erogato dalla Sanità pubblica. Oggi effettuiamo gli interventi
(oltre 4mila l'anno) solo in ambulatorio o in day hospital ma ci sono casi che necessitano di un altro tipo di
trattamento, con ricovero e assistenza continui». Quali sono le cause dei disturbi del comportamento
alimentare? «Intervengono una serie di fattori: biologici e psicologici individuali, fattori familiari e socioculturali». Uscire da quell'inferno dell'anima che porta a rifiutare il cibo, oppure ad ingerirlo in modo
eccessivo, è sempre possibile? «Si tratta di un cammino lento, certamente non privo di ostacoli, ma se
percorso assieme a professionisti ed esperti, col supporto dei familiari, può far rialzare la testa. Non è
semplice, perché quasi la metà delle persone affette da anoressia, bulimia e altri disturbi del genere, sviluppa
istinti suicidi. L'80 per cento elabora idee di morte. Questo ci fa capire quanto sia grave la sofferenza
psicologica di queste persone. L'anedonia, cioè la mancanza di piacere nei confronti della vita è diffusissima
come la multi impulsività (abuso di alcol e sostanze stupefacenti, gesti autolesivi, ndr) che è presente in oltre
il 50 % dei pazienti. Ma l'attività clinica porta buoni risultati: la maggior parte esce dal tunnel o quanto meno
ottiene sensibili miglioramenti». In estate, ovviamente, aumentano i soggetti a rischio. «Purtroppo sì. La dieta
è uno dei primi fattori che predispone a questo tipo di disturbi. Nei soggetti più deboli, proprio nel periodo
estivo si intensifica la percezione distorta del proprio corpo. Le immagini che passano in tv non aiutano.
Quindi adottano diete ferree pericolosissime che spesso portano gravi problemi cardiaci».
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Ci sarà un centro di cura
14/06/2010
La Nazione - Pistoia
Pag. 1
(tiratura:176177)
«Una maestra è solo chi lavora con amore»
«LE PAROLE educatrice, insegnante, maestra,dovrebbero essere usate solo per le persone che lavorano
con responsabilità e amore. Chi scrive è un'insegnante che tutte le mattine da 10 anni si alza e sa che
porterà a termine un processo educativo-didattico con strumenti ben più idonei e civili di quelli usati da quelle
due e dal personale che ha visto e lasciato agire senza intervenire. Davanti a quel calvario qualsiasi persona
avrebbe dovuto mettere da parte se stessa per fermarle. Ho un bambino di tre anni e mi posso immaginare il
dolore che si prova a sapere, e soprattutto vedere, le violenze fisiche e psicologiche subite da i bimbi che
ogni mattina avrebbero voluto, ma non sapevano come fare, per far capire ai loro genitori che là dentro era
un inferno. Ho letto gli articoli, ogni volta con le lacrime e con un senso di annientamento e ancora non mi
capacito. E i bambini, che liberazione dovevano provare quando era l'ora di tornare a casa, abbracciare la
mammma, il babbo, la nonna, e forse pensare, nella loro innocenza, che il giorno dopo sarebbe stato diverso
e invece no! Dovrebbe essere fatta giustizia solo per questo. Dopo solo 6 mesi a casa circondate dall'affetto
dei loro cari. I bambini e le loro famiglie circondati da incubi, sensi di colpa , dolore, psicologi, avvocati e
processi. Una una delle doti più belle dei bambini è quella di rimuovere, con il tempo si intende, tutto ciò che
è stato negativo per far posto a nuove e straordinarie esperienze di crescita. Un abbraccio sincero a tutte le
famiglie». Veronica Bertoneri
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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LA LETTERA
12/06/2010
Io Donna - N.24 - 12 giugno 2010
Pag. 50
(diffusione:461946, tiratura:613180)
CARO, HO MAL DI TESTA
Siri Hustvedt, scrittrice e moglie di Paul Auster, costruisce un romanzo sulla ricerca di se stessi. Partendo da
un'esperienza personale. Che l'ha allontanata dal suo corpo
Livia Manera foto di Brad Harris per Io donna
Apensarci bene, è probabile che non esista un'avventura più grande della scoperta di se stessi. Perché ci
vuole coraggio, tempo e una pazienza infinita per scoprire chi siamo veramente, come si è formato il nostro
carattere, e che ruolo hanno avuto in questa formazione l'esperienza e la memoria. Alcuni si avventurano alla
scoperta di sé con la psicanalisi, anche se sappiamo che sono pochissimi quelli che avvicinandosi alla verità
sono disposti a guardarla in faccia. In una magnifica intervista televisiva di qualche anno fa, la grande
giornalista francese Françoise Giroud che era stata paziente di Jacques Lacan, riconosceva che «è dura
accettare di essere qualcuno che non ci piace». Ma chiacchierando in una giornata di sole con la bionda e
solare Siri Hustvedt, invece, nella grande casa di Brooklyn in cui abita da quindici anni con il marito Paul
Auster (li chiamano "la coppia più bella del mondo" della narrativa contemporanea), mi accorgo che questa
donna altissima e sottile che sa essere allo stesso tempo terribilmente seria e allegramente autoironica, è
stata animata tutta la vita da una vera e propria passione per la ricerca di come si arriva a essere chi siamo.
Intendiamoci, nessuno si lancia in un'avventura simile senza un motivo di sofferenza. E questo vale anche
per la cinquantaseienne scrittrice di origine norvegese che attraverso quattro romanzi di qualità è riuscita a
imporsi come una narratrice intelligente, con un forte interesse per il lato più profondo della psicologia dei
personaggi. Si può dire che abbia superato alla grande il fatto di essere la moglie del brillantissimo Paul
Auster, incontrato trent'anni anni fa a New York a una serata dedicata alla poesia, quando entrambi erano
giovani aspiranti poeti. Lei, originaria del Minnesota, era a New York per un dottorato alla Columbia University
sul tema dell'identità nei romanzi di Charles Dickens. Lui, ebreo di Newark innamorato della cultura europea,
era reduce da un lungo soggiorno a Parigi e innamorato della poesia francese. Un anno dopo erano sposati.
Ma per tornare al tema del nuovo libro di Siri Hustvedt che uscirà da Einaudi quest'inverno col titolo La donna
che trema, anche per lei l'origine della curiosità che l'ha spinta ad indagare su se stessa è stata un trauma,
un incidente emotivo, come ci racconta seduta nel salotto di casa mentre Paul si affaccia di tanto in tanto per
salutare, chiedere notizie di certi amici che sono appena andati via, e far programmi per la serata. «Ho
sempre sofferto di emicranie, fin da quando ero piccola. Di recente però è accaduto un fatto eccezionale. Due
anni dopo la morte di mio padre, mentre tenevo un discorso in sua memoria davanti a centinaia di persone,
ho cominciato a tremare in tutto il corpo, senza però che la voce o la mente fossero toccati. Mia madre mi ha
raccontato che era come guardare qualcuno sottoposto a una scarica elettrica, come se una forza
sconosciuta si fosse improvvisamente impossessata del mio corpo e avesse deciso che avevo bisogno di una
bella scossa » ride Siri. Ma c'era poco da ridere: il fatto si sarebbe ripetuto ancora, e sempre, o quasi, in
occasione di discorsi davanti a una platea. Memore dell'inefficacia e anche della sgradevolezza delle cure
contro l'emicrania a cui si era sottoposta fin da quando, da bambina, restava incantata davanti ai suoi stessi
giramenti di testa, «alla sensazione di sollevarmi dal suolo, alle occasionali scintille di luce o macchie nere»
che vedeva davanti agli occhi, Siri Hustvedt decide di non rivolgersi a un neurologo ma di documentarsi e
riettere su quello che aveva percepito come uno sdoppiamento: «Era come se dal mento in su fossi la stessa
persona di sempre. Mentre dal collo in giù ero una tremante sconosciuta. Qualunque cosa fosse, era chiaro
che c'era una componente emotiva legata a mio padre. Ma il problema è che non ero affatto emozionata. Al
contrario mi sentivo perfettamente calma e ragionevole. Era successo qualcosa di terribile, ma cosa ? Decisi
di andare in cerca della donna che trema». La donna che trema è dunque una sorta di doppio - una persona
con cui Siri, al di là delle affascinanti ipotesi e conclusioni attraverso le quali guida il lettore in un libro
costruito come una spirale che ruota intorno a un mistero - si abitua lentamente a incontrarsi ogni qualvolta
deve parlare in pubblico, e se non proprio a stringersi la mano, ad accettare di convivere. Due cose
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
coppie di penna
12/06/2010
Io Donna - N.24 - 12 giugno 2010
Pag. 50
(diffusione:461946, tiratura:613180)
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
colpiscono in questa storia. La prima è la naturalezza con cui Siri Hustvedt porta per mano il lettore attraverso
le teorie di Freud, Winnicott o Merlau-Ponty. «C'è stato un momento nella mia vita, quando studiavo alla
Columbia, in cui mi sono sentita fortemente inadeguata. Non avevo la mente che avrei desiderato avere. Una
mente sintetica, capace di mettere insieme ogni tipo di materiale diverso. Ma ho continuato a leggere e a
pensare, e a un certo punto verso i quarantasette, quarantotto anni, ricordo di aver pensato: ora puoi ballare
». L'altra è che per fermare quelle strane convulsioni avrebbe potuto semplicemente smettere di parlare in
pubblico. Perché non lo ha fatto? «Perché mi piace dare conferenze! E non voglio privarmi di questo
piacere». Dal piano di sopra dove ha il suo studio, si sente Paul Auster rispondere al telefono e poi chiamare
ad alta voce: «Siri, a che ora devi parlare al Pen Festival, stasera?». Lei risponde alle 7, al Public Theatre. Ci
sarà un sacco di gente. « Non ha paura?» le chiedo prima di salutarla. «Non più. Perché in fondo, qual è la
cosa peggiore che potrebbe capitare ? Che mi metta a tremare. C'è di peggio».
Cosa leggeremo? Scopritelo a Pietrasanta Questa sera alle 21.30 Siri Hustvedt e Paul Auster
incontreranno i lettori a Pietrasanta (Lucca), nell'ambito del festival Anteprime - Ti racconto il mio prossimo
libro, organizzato dal Comune in collaborazione con le case editrici Einaudi, Electa, Frassinelli, Mondadori,
Piemme e Sperling & Kupfer: nelle piazze e negli edifici storici della cittadina versiliana, oltre 30 scrittori
italiani e stranieri (tra cui David Grossman e Mario Vargas Llosa) presenteranno in prima persona i libri che
stanno per consegnare alle case editrici, portando "in piazza" il genere di incontri che normalmente si
sviluppano con gli editor e gli addetti ai lavori. Info: anteprime2010.it
Foto: Siri Hustvedt e il marito Paul Auster, scrittori da bestseller, fotografati nel giardino della loro casa di
Brooklyn, a New York.
Foto: A destra, Siri Hustvedt. Di origine norvegese, ha sposato Paul Auster, qui a sinistra, trenta anni fa.
Foto: Dal piano di sopra, dove ha il suo studio, si sente Paul Auster parlare al telefono e poi chiamare ad alta
voce: "Siri, a che ora devi parlare al Pen Festival stasera?"
13/06/2010
Il Roma
Pag. 5
(diffusione:27500, tiratura:125000)
Poggioreale, sei i suicidi sventati
per cento. Delle 39.948 persone che hanno usufruito dell'indulto, ne sono tornate in cella 10.476, il 29,14 per
cento. Un dato che contraddice il tasso fisiologico di recidiva. E la Campania è in linea con questa tendenza.
Ma le dico di più: la percentuale di recidiva per i detenuti che usufruiscono in genere di misure alternative è
del 30 per cento. Come vede, siamo lontani da quel 68,5». Allora non è l'indulto che non funziona? «No, non
funziona il carcere». È possibile tracciare un identikit del detenuto tipo? con le molle le cose che i detenuti mi
raccontano. Tra l'altro, non chiedo per quali motivi sono finiti a Poggioreale. Il mio è solo un discorso di
vicinanza. Qualche volta, però, sei chiamato ad ascoltare e i fatti ti portato a valutare come credibili le cose
che ti dicono. Un muratore è finito dentro, solo perché faceva il suo lavoro in un luogo dove, a sua insaputa,
si spacciava. Chissà, sarà vero?... A volte si può finire a Poggioreale e non uscirne per mancanza di
scaltrezza e di mezzi processuali, qualche volta ci si può trovare davvero nel posto sbagliato. Inoltre, in La
risposta alla crisi della società, par di capire, non può essere il carcere. «Il sistema Italia non funzionerà mai
fino a quando la risposta alle emergenze sociali sarà costituita dal carcere. In quest'anno si è verificato
l'aumento record dei detenuti e sono diminuiti i reati dell'8 per cento». Si potrebbe obiettare che più gente si
arresta meno si delinque. «Non è così, in carcere c'è un vorticoso turnover, vige il principio della porta
girevole, la gente entra, esce e rientra. Il problema è quello di evitrolli i territori che sono ancora gestiti dalla
camorra, faccia qualcosa per debellare i traffici internazionali. Certo, la repressione da sola non è sufficiente:
nei quartieri a rischio occorre ricreare la cultura della legalità già dall'infanzia, cosa che la Comunità di
Sant'Egidio fa con le scuole della pace dove i bambini rom e quelli italiani fanno amicizia, dove si studia, si fa
merenda insieme». Tra tossici e malati, c'è molta gente che non dovrebbe stare dietro le sbarre. «Ma con la
riduzione dei finanziamenti non c'è speranza che la situazione migliori. I detenuti devono pagare per andare
in comunità, chi non ha soldi si frega. Nel 2008 i tossici in carcere erano 14mila, il 24 per cento del totale. In
quell'anno, dei 92mila ingressi nelle carceri italiane il 50 per cento ha riguardato permanenze inferiori a undici
giorni». I detenuti vengono curati a Poggioreale? «Sì, e il servizio funziona molto bene. Ma in carcere, ripeto,
sono recluse persone che dovrebbero stare altrove, come i malati di Aids». Come ne usciamo? «Con un
approccio meno semplicistico con le questioni criminali, i detenuti vanno recuperati, bisogna entrare in
sintonia con loro, non serve a niente giudicarli e basta. Non dico di assolverli preventivamente, per carità. C'è
però da indicare loro un percorso di riabilitazione e di recupero». È adeguato il sostegno psicologico? «Una
parte considerevole di detenute e detenuti è affetta da disturbi psichiatrici. Ma le ore del servizio psicologico
nelle carceri campane sono sufficienti a garantire un colloquio mensile di soli sette minuti a persona». Questo
vuoto lo colmate voi? «Noi diamo amicizia, come è nello spirito della Comunità di Sant'Egidio, ma non è che
si possa fare granché. La vicinanza, però, è già qualcosa. Quando ho incontrato i due ragazzi senza dimora,
li ho visti timorosi, poi ho portato loro i saluti di un'amica e ho visto su quelle loro facce un sorriso radioso».
Anche la catechesi è un aiuto? «Sì, lo è anche per gli ergastolani. La lettura di brani del Vangelo e il
commento che facciamo insieme lasciano emergere tratti umani profondi. E quello è il segreto per procedere
insieme». Il travaso di esperienze può favorire le conversioni? «Spesso avvengono conversioni invisibili,
uomini e donne nel silenzio di una cella riescono a riprendersi la vita. Bisogna, però, superare una serie di
luoghi comuni: in carcere si confonde la fede con la superstizione, ci si aggrappa alle immagini sacre per
esorcizzare l'angoscia. Le pareti delle celle sono tappezzate del volto santo». I camorristi incalliti ostacolano
questi percorsi di crescita? «Il camorrista detta le regole, ma a Poggioreale si è molto attenti ad evitare
fenomeni di promiscuità, c'è il padiglione dei super-recidivi, c'era quello degli ergastolani prima che fossero
trasferiti a Secondigliano, l'altro dei tossici, c'è il padiglione San Paolo che è il reparto ospedaliero. A
proposito di assistenza sanitaria, nell'aprile 2008 il governo Prodi, recepì un decreto legislativo del '99 ed
equiparò i detenuti internati in ospedali psichiatrici - dei sei esistenti in Italia, due sono in Campania: a
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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L'INTERVISTA ANTONIO MATTONE DELLA COMUNITÀ DI SANT'EGIDIO: PRESTO CALL CENTER E
VISITE SU PRENOTAZIONE
13/06/2010
Il Roma
Pag. 5
(diffusione:27500, tiratura:125000)
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Secondigliano e ad Aversa - a tutti i cittadini liberi. Come conseguenza, ne scaturì che gli addetti a queste
strutture, originariamente dipendenti del ministero di Grazia e Giustizia, diventassero personale dell'Asl del
territorio». Ma le Asl scoppiano di debiti e di problemi. «Ora però le carenze e i disagi emergono, prima erano
nascosti. Questa riforma è un grande risultato in termini di civiltà». Regole e prescrizioni della vita carceraria
come arrivano al singolo detenuto? «Il dialogo tra l'autorità carceraria e i detenuti avviene attraverso agenti,
educatori, psicologi, ma anche grazie agli avvocati, ai volontari. Ci sono però detenuti che non hanno il legale
di fiducia né ricevono visite di familiari: persone abbandonate alle quali nessuno porta la biancheria o qualche
soldo per le necessità quotidiane. E la depressione sociale fa aumentare il degrado. Il carcere è da sempre
contenitore e generatore di degrado e povertà». Che senso ha la vostra iniziativa di liberazione dei prigionieri
in Africa proposta ai detenuti italiani? «È un progetto che consente ai nostri detenuti di non etichettarsi,
riconosce loro una dignità. Con i soldi raccolti a Poggioreale, i reclusi africani lasciano le carceri dei loro
paesi, dove spesso per tornare liberi occorre pagare una cauzione, acquistano il cibo, le medicine, le stuoie. Il
senso? Nessuno è tanto povero da non poter aiutare un altro povero. È una rivoluzione, che vibra un colpo
durissimo al vittimismo napoletano». I giovani rispondono? «Sì, perché si sentono utili. Il padiglione Firenze è
pieno di ragazzi, e quello è un luogo che è lo specchio della società e delle sue contraddizioni». Quali novità
a Poggioreale? «Si sta lavorando per rendere meno faticosi e precari i colloqui tra detenuti e familiari. Le file
sono interminabili, snervanti, i prepotenti prevaricano. La direzione ha varato una ristrutturazione dei luoghi vi saranno anche sale giochi per i bambini - e un call center per poter favorire visite su prenotazioni». Nelle
carceri italiane c'è un clima di tensione diffuso a causa del sovraffollamento. A Poggioreale come vanno le
cose? «Nonostante il sovraffollamento, la situazione è tranquilla». La Comunità di Sant'Egidio cosa propone
per la politica carceraria? «Secondo noi è inderogabile creare piccole strutture socio-sanitarie destinate ad
anziani e disabili per favorire misure alternative. A Poggioreale ho visto detenuti con una gamba sola. In
Campania, inoltre, vi sono detenute ristrette con i loro figli, ma i bambini carcerati sono un'assurdità, un'offesa
alla dignità di un paese. Andrebbe affrontato e risolto il problema dei senza fissa dimora, che non possono
beneficiare di misure alternative. Inoltre, per i reati di piccola entità, sarà il caso di far ricorso a sanzioni
amministrative e alla riparazione del danno».
11/06/2010
Carta - N.20 - 11 giugno 2010
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Niki Aprile Gatti
È MORTO NEL CARCERE DI SOLLICCIANO, A FIRENZE, IL 24 GIUGNO DEL 2008. ERA GIOVANE,
BRILLANTE E INCENSURATO, EPPURE NIKI SI SAREBBE IMPICCATO SENZA CHE NESSUNO
SENTISSE NULLA. UNA STORIA PIENA DI INCONGRUENZE E STRANEZZE CHE NESSUNO VUOLE
SPIEGARE. LADENUNCIA DELLA MADRE E DEGLI AMICI
Luca Cardlnalini
UN SUONO SEGNALA l'arrivo di un sms sul cellulare : «Hai ricevuto un messaggio in segreteria telefonica,
presto, chiama questo numero: 899... Oppure 892... Oppure 0088... Oppure 166...». I più scaltri provvedono
subito a cancellare, gli altri invece corrono a digitare il numero suggerito. Avranno modo di pentirsi al
momento dell'arrivo della bolletta telefonica, anche la curiosità ha un costo: ogni chiamata dai 12,5 euro in su.
Non ci sono messaggi personali, ma pubblicità, annunci per chi cerca l'anima gemella o una pornodiva, o ha
la brillante idea di chiedere al telefono, a qualcuno che sta nel New Jersey, i numeri buoni per il lotto in Italia.
La tecnica dello spamming viaggia anche in rete, con connessioni «pilotate» su siti internet, in gergo tecnico
«dialer», programmi che dirottano i clienti verso collegamenti «impostati» - cali center di trasmissioni sexy,
cartomanzia e astrologia per la maggior parte - minuti di connessione che si moltiplicano e intanto svuotano
le tasche degli utenti. Per creare un «dialer» è necessaria un'autorizzazione ministeriale per il rilascio di una
nume razione. Varie società acquistano blocchi di numeri e li rivendono o subappaltano ad altre, spesso con
sede legale all'estero, meglio se in qualche paradiso fiscale, rendendo quasi impossibile risalire al titolare del
dialer dal quale l'utente è stato truffato. Ci sarebbe molto da dire e, per qualche Autorithy, molto da lavorare.
Insomma, in molti casi una truffa, almeno secondo la Direzione distrettuale antimafia della Procura fiorentina,
che da tempo lavora a un'inchiesta denominata «Premium». Mesi di intercettazioni, riscontri, indagini si
traducono, il 18 giugno 2008, in 18 ordini di custodia cautelare eseguiti in Italia e all'estero. Nelle maglie della
rete finiscono anche «personaggi» conosciuti e popolari, come il presidente di una squadra di calcio di serie
C, l'Arezzo. I capi d'accusa parlano di associazione a delinquere finalizzata alla frode informatica e
riciclaggio, acquisto e vendita di numeri a tariffazione maggiorata. Delle società acquistavano questi numeri
da Telecom e Wind, poi li rivendevano a terzi, e cosa ci facessero quei terzi con quei numeri speciali era un
affare che non li riguardava, anche se le compagnie trattengono il 30 per cento degli importi che provengono
dai numeri a pagamento. Uno dei 18 arrestati si chiama Niki Aprile Catti, è originario di Avezzano, in provincia
dell'Aquila, ha 26 anni, è incensurato. Un talento innato per tutto ciò che ha a che fare con l'informatica, «un
genialoide in quel settore», secondo sua madre Omelia, che lo cresce praticamente da sola, dopo un precoce
matrimonio seguito da un altrettanto rapido divorzio. Si risposerà e avrà un altro figlio, Nathan. Per le
seconde nozze aspetteranno che Niki compisse i 18 anni, per farlo compare di anello. Mentre frequenta
l'Università a Roma, ovviamente la Facoltà di ingegneria informatica, Niki si diverte a realizzare qualche
lavoretto per negozi e privati, costruendo siti internet, organizzando e allestendo reti aziendali. Su
segnalazione di un amico inizia anche una collaborazione a distanza con alcune aziende di San Marino. Un
giorno Niki torna a casa con una novità importante: un'azienda che si occupa di telefonia gli ha chiesto di
trasferirsi a San Marino e di lavorare in pianta stabile, posto fisso, buono stipendio, possibilità di far carriera in
breve tempo. La decisione, lui, la prende nel giro di pochi attimi. Omelia ha scoperto che si può arrivare a
maledire un giorno, quel giorno : «Amavo Niki più di me stessa. Mi piaceva che riuscisse a fare le cose che
non ero riuscita a fare io, magari finire l'università, trovare una realizzazione fuori. Un Natale gli scrissi un
biglietto che diceva più o meno così: con te ho partorito le mie ali. Eppure, quando mi comunicò la volontà di
trasferirsi, rimasi senza parole. Va bene per le ali, ma la verità è che non sei mai preparata a vedere tuo figlio
prendere il volo, lo vorresti sempre con te. Mi dispiaceva molto sapere che probabilmente non avrebbe
proseguito gli studi, ma lo vedevo felice, convinto, motivato». Prima di firmare il contratto, Niki accompagna
Omelia in Emilia per farle conoscere 0 futuro «principale». Omelia ha ancora negli occhi quell'incontro: «Una
scenetta da spot del Mulino Bianco, bellissimo ambiente, maniere galanti, cena con la famiglia intera, lui, la
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IL RITRATTO
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moglie e due figlie biondissime, una visita guidata all'azienda, nuova, confortevole, linda» [...] Niki prende in
affitto un appartamento a Serravalle, frazione di San Marino, le cose sembrano procedere bene, se è vero
che nel giro di pochi mesi gli viene fatta la proposta di diventare socio di minoranza e amministratore della
società. Invece di rallegrarsi, Omelia cerca in tutti i modi di dissuaderlo, invitandolo a riflettere, mettendolo in
guardia circa i troppi oneri in più rispetto ai possibili vantaggi: «Gli consigliai di restare un semplice
dipendente, di non ficcarsi in discorsi troppo più grandi di lui. Pensavo ad esempio, per esperienza diretta,
alle tante e complesse questioni contabili e fiscali di cui si sarebbe dovuto occupare. Mi rispose quasi irritato,
dicendo che lassù era una cosa normale, che la carica non comportava nulla, visto il clima famigliare che si
era stabilito con il suo titolare-socio, che non mi sarei dovuta preoccupare, che era un segnale importante di
fiducia nei suoi confronti e una sicura crescita professionale. Forse avrei dovuto essere più decisa, ma mi
fermai davanti alla sua decisione e al suo entusiasmo». La Oscorp, insieme a Orange, OT&T, TMS, Fly Net e
ad altre società con sede a Londra, secondo gli inquirenti era parte di un'organizzazione che avrebbe truffato
gli utenti per una cifra complessiva di circa 10 milioni di euro, proventi che sarebbero confluiti in società
estere «off shore». C'è l'ombra, nemmeno troppo velata, della criminalità organizzata, di gente legata alla
mafia. La mattina del 19 giugno, un giovedì, mentre è in casa a San Marino, Niki riceve una telefonata dalla
madre del suo socio che lo informa dell'arresto del figlio, avvenuto la sera precedente. Niki cade dalle nuvole,
chiede spiegazioni, ma la donna non sa nulla, anzi lo prega di recarsi a Cattolica dall'avvocato Franco
Marcolini, il legale dell'azienda, per avere notizie più precise. Niki si precipita. La retata era iniziata il giorno
prima, l'ultimo pesce ancora da catturare era lui. Del colloquio con l'avvocato Marcolini, non si sa nulla.
L'unica cosa certa è che quando Niki esce dallo studio non fa in tempo ad arrivare all'auto. I carabinieri gli
notificano l'ordine di cattura e lo portano in carcere. È un'amica di Niki ad avvertire Ornella dell'arresto, nel
primo pomeriggio. Il riflesso immediato, al di là dello smarrimento iniziale, è quello di partire subito per San
Marino. Omelia prova a contattare qualcuno all'azienda senza ricevere risposte. Tramite un amico del figlio
riesce alla fine a parlare con l'avvocato Marcolini che la sconsiglia di recarsi a Rimini, dove - le dice - sono
stati tradotti Niki e gli altri arrestati, «visto che ci sono i tre giorni di isolamento ed è impossibile avvicinarlo».
In realtà Niki non ha mai messo piede nel carcere di Rimini, ma è stato subito portato a Firenze nel carcere di
massima sicurezza di Sollicciano. Ma di questo fatto i familiari verranno a conoscenza solo a settembre, a
tragedia ormai avvenuta, quando verrà loro riconsegnata la documentazione del carcere. Dopo la rituale
visita medica - le condizioni fisiche sono perfette - Niki viene sistemato nelle celle del «transito». Il giorno
dopo ha un colloquio con uno psicologo che, a parte un leggero e normale shock dovuto alla carcerazione, lo
trova «lucido e orientato, con personalità strutturata, assenti psicopatologie in atto». Terminati i giorni di
isolamento, viene trasferito alla quarta sezione. Chiede di essere messo in cella con detenuti italiani e non
violenti. Gli faranno compagnia un tunisino e un marocchino, «detenuti ad alta sorveglianza» proprio in
quanto violenti. Nessuno sa se Niki fosse, o si sentisse, innocente o colpevole, se avesse messo nel conto
un'esperienza del genere o se, ignaro di tutto, si sia ritrovato all'improvviso nel bel mezzo di un incubo. In
carcere, Niki prende una decisione netta: non avvalersi della facoltà di non rispondere davanti ai pm.
Collaborare, insomma, per uscire prima possibile. Omelia racconta di «stranezze» avvenute in quei primi
momenti: «Fin da subito iniziammo a ricevere telefonate da parte di persone legate all'azienda, non meglio
specificate, che ci «consigliavano» di cambiare avvocato, ma il nostro rifiuto fu categorico, l'avvocato per noi
rimaneva Marcolini. Anche quando mi rivolsi a un avvocato di fiducia di Roma, egli stesso mi consigliò di
lasciare il legale dell'azienda, almeno fino all'interrogatorio di garanzia previsto per il lunedì mattina a Firenze:
quell'avvocato conosceva le accuse e la realtà dell'azienda, il ruolo di Niki e quello dei suoi colleghi, lui
sarebbe subentrato dopo. Non farà in tempo». Intanto, alle 20,58 del 20 giugno, dall'appartamento di Niki a
San Marino un'amica e un collega, di comune accordo e contrariamente al volere della famiglia, gli inviano un
telegramma, poche parole ma dal contenuto chiarissmo: «Devi nominare l'avvocato Giuseppina Morelli, dello
studio Umberto Guerini di Bologna». Omelia: «Più che un consiglio era un preciso ordine. In quel telegramma
non c'era una sola parola d'affetto o d'incoraggiamento, ma solamente un ordine. Nonostante l'isolamento,
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ripeto: nonostante il regime di isolamento, Niki ricevette il telegramma e, non potendo consultarsi con
nessuno, obbedì». Omelia non ce la fa a rimanere ad Avezzano, ad attendere chissà cosa poi. Ha la
sensazione di essere volutamente tenuta lontana e non capisce il perché. Così, la domenica, sale fino a
Cattolica, fin sotto la porta dello studio dell'avvocato, ovviamente chiuso. «Lo chiamai al cellulare e mi disse
che non poteva far niente per me, che era in barca. Gli risposi che sarei rimasta lì ad aspettarlo anche per
giorni, ma che non avevo intenzione di tornare a casa senza aver capito qualcosa in più. Alle 8 della sera
arriva in studio». L'avvocato non riesce a tranquillizzarla, le ripete di esser all'oscuro delle accuse mosse
dalla procura fiorentina, rinvia tutto all'indomani, data dell'interrogatorio per la conferma dell'arresto. Si danno
appuntamento al tribunale di Firenze. Alle 9 Orpella è già lì. Mentre aspetta l'avvocato vede arrivare il
blindato della polizia penitenziaria che trasporta Niki, ma il mezzo ha un'entrata riservata e l'incontro sfuma.
Omelia vuole assolutamente vedere suo figlio, sale fino al primo piano, ma non essendo autorizzata viene
invitata a uscire. Quando arriva, l'avvocato Marcolini sale veloce verso l'aula, ma dopo pochi minuti chiama
Omelia al cellulare riferendole che Niki ha iniziato a rispondere al pubblico ministero, ma alla presenza di un
altro avvocato. Niki l'ha ricusato. Omelia: «II telegramma gli era stato spedito da persone che riteneva
erroneamente di fiducia e che avevano contatti con quel mondo lavorativo e quindi sicuramente avrà pensato
che anche gli altri avevano deciso per un cambio di avvocato, invece era stato fatto cambiare solo a lui».
L'avvocato ridiscende dopo un'ora, ma il tono è molto diverso rispetto a prima. Ancora Omelia: «Mi dice
subito che era grave che Niki stesse parlando, visto che tutti gli altri arrestati si erano avvalsi della facoltà di
non rispondere e aggiunge che quelli, i magistrati, volevano i nomi, per poi concludere: 'E a questo punto,
comunque, sono la sua controparte'». Niki è incensurato, un arrestato che decide subito di collaborare.
L'interrogatorio dura 4 ore. Al termine qualcuno indica a Omelia il nuovo avvocato, una donna giovane, che
lavora nello studio Guerini di Bologna, e che intravede mentre sta lasciando il tribunale. Omelia la chiama, si
presenta, le chiede notizie. Il nuovo difensore le risponde di dover ancora studiare bene le carte, che aveva
consigliato a Niki di non parlare, ma che lui non l'aveva ascoltata. Omelia le chiede se può vederlo, parlargli
anche solo per un minuto, ma il Gip nega il permesso, devono almeno passare 48 dall'interrogatorio, non
viene accettata nemmeno la biancheria che Omelia aveva portato da casa. Non resta che rassegnarsi,
tornare a casa, aspettare lo sviluppo degli eventi. Uscendo, però, Ornella nota le manovre del blindato che
sta per riprendere il detenuto in sicurezza e tradurlo in carcere: «Gli corro incontro. Voglio, devo
assolutamente vedere mio figlio, era l'unica cosa che in quel momento desideravo. Mi bastava uno sguardo,
noi ci capivamo con uno sguardo, volevo dirgli di aver fiducia, di stare tranquillo, che insieme ce l'avremmo
fatta». Ma quando Omelia si avvicina all'ingresso gli agenti la allontanano bruscamente. Uno addirittura le
urla: '«Si fermi ad almeno 20 metri di distanza, se no arresteremo pure lei!». Dal movimento delle guardie, dal
motore acceso e dal portellone aperto del blindato si intuisce che Niki sta per uscire. Omelia piange, si sposta
avanti e indietro, cercando disperata un varco per avvicinarsi il più possibile alla porta carraia. Gli agenti le
gridano ancora e più forte di allontanarsi. «C'era una coppia di signori spagnoli, dei turisti, che stavano
passando di lì per caso e avevano seguito tutta la vicenda, intuendo alla perfezione ruoli e stati d'animo. Al
punto che la donna, mossa a compassione, mi suggerì di accodarsi a loro, fingendomi turista, per potermi
avvicinare di più». Eccolo, Niki. È in manette, in mezzo a un paio di guardie, esce rapido dalla porta e viene
spinto a salire veloce sul furgone. Omelia, tra le lacrime lo guarda. Conoscendo la mamma, Niki immagina
che lei abbia seguito il blindato e accenna a un movimento della testa, fa per girarsi, ma in quel momento
accade qualcosa di assurdo e inconcepibile: «Ho ancora davanti agli occhi l'immagine di quell'agente, molto
più basso di lui, che con un balzo gli arriva a prendere il viso e glielo gira nella direzione opposta, impedendo
così che i nostri sguardi si incrociassero. Perché? Quante volte abbiamo visto le immagini di criminali incalliti,
di mafiosi, di assassini che guardano dritti e spavaldi nelle telecamere, 0 salutano i familiari, senza che gli
agenti glielo impediscano? Solo chi si vergogna si copre il viso come può. A Niki, che nulla aveva da
vergognarsi e nessuna telecamera ad aspettarlo, a Niki che voleva solamente guardarmi, è stato impedito, in
modo barbaro». Omelia non rivedrà più gli occhi di Niki. L'ultima immagine sarà lui di spalle, mentre sale su
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un furgone blindato nero della polizia penitenziaria. Troppo tardi, ormai. Così a Omelia non resta che
prendere un taxi e farsi accompagnare davanti al carcere di Sollicciano, dove resta per un'ora, ferma, a
fissare la struttura che «ha in custodia» suo figlio. Poi torna ad Avezzano, dove comincia a fare i documenti
che servono per la presentazione della domanda degli arresti domiciliari: stato di famiglia, di nascita,
residenza. Prova anche a spedire un vaglia, non tanto per fargli arrivare dei soldi, ma per scriverci una frase
sotto, «Non ti preoccupare, io ci sono, ti voglio tanto bene». Ma il messaggio arriverà solo dopo. Il martedì,
all'ora di pranzo, Omelia è ancora in negozio, una bella libreria in pieno centro ad Avezzano. Squilla il
cellulare. «È la signora Omelia? Qui è il carcere di Sollicciano». Il cuore, seguendo chissà quali coordinate,
stranamente si apre alla speranza, come se fosse pronto a ricevere una buona notizia. Una voce quasi
asettica, invece, frantuma l'intera esistenza: «Purtroppo debbo darle una brutta notizia, questa mattina suo
figlio si è suicidato». «Fossi stata in macchina mi sarei schiantata. Sono uscita in mezzo alla strada, urlando,
piangendo. Più tardi, l'ispettore capo della polizia di Avezzano mi dirà che non era stata rispettata
minimamente una procedura che, in casi come questi, prevede che il carcere allerti il commissariato locale,
che a sua volta avrebbe dovuto provvedere, con l'ausilio di uno psicologo, a dare la notizia». Parlano di
suicidio giornali, televisione, siti internet. Impiccagione, durante l'ora d'aria, nel bagno della cella, stringendosi
al collo un laccio delle scarpe e un paio di jeans. Eppure non si sa nemmeno a che ora sia morto, Niki.
L'autopsia parla delle 10 del mattino. Ma le testimonianze dei due compagni di cella non collimano. Uno, Fray
Ben Hssin, alle 7,30 dice di aver preso un caffè insieme a Niki, che gli sembrò tranquillo, poi alle 11 era
andato in infermeria per prendere il metadone in quanto tossicodipendente, lasciando l'altro in cella a
dormire. Quando torna gli chiede dov'è Niki, l'altro gli risponde che è «ai passeggi», anche se nel registro non
risulta che sia andato quella mattina. Eppure l'ora dei «passeggi» è dalle 9,30 alle 10,30. L'altro compagno di
cella si chiama Mustapha El Hamzoui, sostiene invece di aver dormito fino alle 10,30, per dodici ore per via
degli psicofarmaci, di non aver sentito nemmeno la battitura e, appena sveglio, di aver acceso la televisione
ed essere rimasto a letto a guardarla. Fosse andato in bagno, cosa nemmeno troppo strana dopo dodici ore
di sonno filato, magari si sarebbe accorto di Niki, già morto oppure agonizzante. C'è poi la testimonianza di
un agente di polizia penitenziaria, Gabriele Di Bartolo, che dice di essersi fermato a scambiare due
chiacchiere con Niki - «parlammo in generale del processo, mi sembrava sereno» - senza ricordarsi il luogo
di questo scambio di battute, ma di ricordarsi l'ora: le 10 del mattino. Messo a verbale. Una cosa certa è che il
118 è stato chiamato alle 11,18. I dubbi di Omelia sono più radicali, non fermandosi alle divergenze degli
orari sull'andata e sul rientro in cella dai «passeggi»: «Facendo uno sforzo sovrumano, ho voluto vedere le
foto scattate nella cella. Niki indossa un pigiama e nessuno esce mai in pigiama all'ora d'aria». Molte altre
cose, nella ricostruzione sommaria dei fatti, suscitano delle riflessioni. A partire dalla corda mortale, fatta con
«un laccio e un paio di jeans». Niki doveva essere sorvegliato a vista. È singolare che gli fossero stati lasciati
i lacci delle scarpe, negati invece ai suoi due compagni di cella. E ancora, Niki si sarebbe suicidato con un
solo laccio delle sue scarpe da tennis [...]: «Faccio fatica a pensare che un laccio da solo possa sorreggere il
corpo di un ragazzo di oltre 92 chili di peso e 1,85 di altezza. Inoltre, nel bagno non vi era sufficiente altezza
tra i jeans appesi e il piano di calpestìo del pavimento, tale da garantire il sollevamento e il penzolamento del
corpo». Così come è stato strano leggere sui giornali che raccontavano dei risultati dell'autopsia, che «non si
sono evidenziati segni di colluttazione». Omelia: «Una precisazione quantomeno superflua, visto che a detta
di tutti di 'suicidio' si trattava. Quali segni di colluttazione dovrebbero esserci in un suicida? Colluttazione con
chi?» Quando Omelia espone i suoi tanti dubbi all'avvocato e al medico legale, il professor Giuseppe Fortuni,
si sente rispondere: «Lei signora vede troppi film». Le dicono «di una striscia sul collo alta qualche
centimetro, sei o sette, segno del cavallo dei pantaloni con i quali si è strangolato». «Ma gli uomini delle
pompe funebri che hanno vestito Niki - continua Omelia - mi hanno detto che sul collo non c'era nessuna
striscia rossa, ma un segno quasi impercettibile, come un filo sottilissimo». E siccome il diritto non riconosce i
sentimenti - altri piani, altri mondi, altri codici - la prova che Ornella considera come definitiva non avrebbe
cittadinanza in nessun tribunale del mondo: «Non credo al suicidio perché Niki non avrebbe mai posto fine
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alla sua vita senza avermi lasciato due righe, anche solo con su scritto: non ce la faccio, perdonami. Nello
sconfinato amore che gli volevo, magari distruggendomi dal dolore, lo avrei capito. Parlavamo tantissimo e ci
era capitato anche di ragionare di persone che si erano tolte la vita. Diceva di leggerci in filigrana più
debolezza che disperazione, ripeteva sempre che i problemi sono fatti per essere superati». Invece Niki se ne
va senza scrivere nulla, senza dire nemmeno una parola a un compagno di cella, senza aver lasciato il più
piccolo indizio, anche il più flebile segno percepibile di un disagio a quel punto divenuto insostenibile. Alla
prima richiesta di archiviazione la famiglia di Niki si è opposta. È nato un comitato, «Verità e giustizia per
Niki», e molti amici popolano un frequentatissimo sito internet che Omelia ha allestito in sua memoria. Circa
un mese dopo la tragedia Omelia e suo cognato partono alla volta di San Marino per incontrarsi con il
padrone di casa di Niki, sistemare i conti rimasti in sospeso e compiere il trasloco. Appena entrati in casa
rimangono senza fiato: l'appartamento, che in teoria doveva essere come ibernato dalla mattina dell'arresto,
è vuoto. «Qualcuno aveva fatto sparire tutto: carte, cellulare, computer, libri, effetti personali. E soprattutto
nessun vestito, neanche una maglietta, di quelle da non lavare più e tenere stretta di notte, respirandone
l'odore. Questo furto è l'ultimo anello di una lunga catena di tante bugie. A chi giovava ripulire
l'appartamento? Agli altri indagati o a chi aveva paura di finire in galera? Di cosa era venuto a conoscenza,
Niki, al punto da indurlo a cambiare in fretta avvocato affinchè 'non parlasse con i magistrati'?». L'inchiesta è
ancora aperta, tutti gli arrestati sono in libertà [il presidente dell'Arezzo è tornato a fare il presidente
dell'Arezzo]. Il tribunale della repubblica di San Marino ha inviato una rogatoria al competente tribunale
italiano per la morte di Niki senza ricevere risposta. È una rarità, di solito avviene l'inverso, ma questa è
un'altra storia.
Un giorno Niki torna a casa e ha una novità importante: un'azienda che si occupa ai telefonia gli ha
chiesto di trasferirsi a San Marino e di lavorare in pianta stabile. Posto fisso, buono Stipendio
IMPICCATI! www.deriveap prodi.org Questo testo è tratto dal libro di LucaCardinalini «Impiccati. Storie di
morte nelle prigioni italiane», edito da DeriveApprodi [165 pagine, 15euro]. Racconta la fine in carcere di Aldo
Bianzino, Diana Blefari, Luigi Acquaviva,Sami Mbarka BenGargi, Stefano Frapporti, Camillo Valentini, Niki
Aprile Gatti, Stefano Cucchi. «Otto tragedie esistenziali emblematiche della realtà giudiziaria e carceraria del
nostro paese».
29 II ventinovesimo suicidio in carcere dall'inizio dell'anno in corso è avvenuto domenica 6 giugno. Nel
pomeriggio di quel giorno, A. L,34enne detenuto per rapina, con fine pena 2012, si è ucciso nella sua cella
nel carcere di Salerno. Lo stesso giorno sono scoppiate rivolte di detenuti, sedate dalla polizia penitenziaria,
nelle carceri di Novara e di Genova Marassi.
Nessuno sa se Niki fosse, o si sentisse, i n n o c e n t e o colpevole. Finito in c a r c e r e per la prima
volta nella sua vita, prese la decisione di non avvalersi della facoltà di non r i s p o n d e r e ai
magistrati.
PERUGIA, 25 E 26 GIUGNO II Comitato verità e giustizia per Aldo Bianzino promuove due giorni di confronto
e riflessione su autoritarismo, proibizionismo, carcere e sicurezza, il 25e il 26 giugno: «Per essere agenti di
memoria collettiva, e praticare forme di solidarietà attiva che disinneschino nuove richieste di archiviazione e
mettano in luce tutte le contraddizioni e le distorsioni delle 'verità'di Stato, per costruire insieme delle buone
pratiche di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi, venduti come atti di legalità». www.veritaperaldo.n
oblogs.org veritaperaldo@autisti ci.org
2000 a s s u n z i o n i erano previste nel cosiddetto «Piano carceri» promesso dal ministro Alfano: «Ma il
piano carceri non c'è più - ha denunciato il segretario generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno Almeno ne abbiamo perso completamente le tracce. Non ci sono le norme deflattive, non ci sono più
nemmeno le assunzioni. Le parole sono state tante, i fatti zero».
Eccolo, Niki. È in m a n e t t e , in mezzo a un paio di guardie, esce rapido dalla porta e viene spinto a
salire veloce sul furgone. Prova a guardare Omelia, glielo impediscono
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A CAGLIARI La Casa Circondariale di Cagliari [nella foto] ha il «record» dei suicidi: in cinque anni si sono tolti
la vita undici detenuti. Per comprenderne il motivo basta leggere il Rapporto dell'associazione Antigone
sull'istituto: «La struttura edilizia è fatiscente e inadueguata.La manutenzione occasionale. Fuori dalla cella,
solo le quattro ore d'aria. Spazi di socialità ridotti, quasi nulli. Le attività culturali e ricreative limitatissimeper
mancanza di spazi. Nessun progetto di reinserimento viene preparato»
93.414 a t t ì d i a t l t o l e s i o n i s i n o commessi negli ultimi 17 anni secondo le osservazioni della rivista
dei detenuti «Ristretti orizzonti». Il fenomeno dell'autolesionismo è molto diffuso, tuttavia se ne parla
raramente «e spesso senza risolvere i dubbi sui tanti perché di questo gesto» [dalla postfazione di
«Impiccati»].
Niki si sarebbe suicidato con un laccio di scarpe da tennis. «Faccio fatica a pensare che un laccio da
solo possa reggere i 9 2 chili di un ragazzo alto un metro e 85», dice la madre, Omelia
SPOSTATI «VIACIELO» consentirebbe forti risparmi». Lo ha detto il 25 maggio Franco lonta, direttore del
Dap, nel corso di una audizione alla Commissione parlamentare antimafia: «In un futuro non proprio lontano i
detenuti nelle carceri italiane saranno trasferiti sempre più spesso via aereo. Sarà sempre più difficile, quindi,
vedere per le strade i cellulari blu scuro della polizia penitenziaria trasferire i detenuti da un carcere all'altro 0
ad una udienza, ma si appronteranno aerei 'dedicati'ad hoc per questo tipo di servizio». Nel corso del 2009,
ha spiegato lonta, si sono spesi 8-9 milioni di euro «pagati solo alle compagnie aeree, senza contare le spese
di diaria per due otre agenti per detenuto». Da qui l'idea di un «nuovo modello di trasporto via cielo ormai in
uno studio avanzato che consiste in vere e proprie'linee dedicate di traduzione
1674 m o r t i i n c a r c e r e dal 2000. Scrive il Comitato verità e giustizia per Aldo Bianzino: «Sono morti in
carcere mentre fuori dal carcere in questi dieci anni la cultura della 'tolleranza zero' e l'ossessione della
sicurezza sono diventati i nuovi dogmi del regime assoggettato alle logiche del profitto e alla chiesa
internazionale del proibizionismo».
Dando la notìzia del suicidio i giornali hanno tenuto a specificare che sul corpo di Niki non c'erano
«segni di colluttazione». Ma colluttazione con chi?
ATERRA FUTURA Si chiama «Recuperiamoci!» il progetto presentato in anteprima a Terra Futura [nella
foto], la mostra delle buone pratiche che si è conclusa pochi giorni fa. Prevede una piattaforma web che
promuova il lavoro e i prodotti realizzati dai detenuti www.recuperiamo ci.org, e la creazione di elementi di
arredo [librerie, corpi illuminanti] utilizzando vecchi materiali tecnologici non utilizzati tramite la «trashart».
10 m i l a : sono i detenuti con ancora un anno di pena da scontare, cioè quelli che usufruirebbero del ddl
3291 e avrebbero diritto ai domiciliari: ma vanno esclusi i condannati per reati che comportano - in base
all'articolo 1 del testo - l'esclusione dal beneficio. Una percentuale del 70 per cento dei restanti 7 mila, cioè
circa 5 mila, dispongono di un domicilio dove scontare la pena residua.
Foto: « N E L L E N O S T R E carceri avviene un suicidio ogni 924 detenuti, un tentato suicidio ogni 70, un
autolesionismo ogni 10, ma non dappertutto è così. In Romania, ad esempio, ci sono circa 40 mila detenuti e
5 suicidi l'anno», scrivono Laura Baccaro e Francesco Morelli nella postfazione di «Impiccati».
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Un crimine familiare
La cooperativa Be Free ha presentato a Roma un dossier sui primi sei mesi di "Sportello donna". Un punto
d'ascolto, presso l'ospedale San Camillo, che aiuta le vittime di violenza di genere a uscire dal silenzio
Rocco Vazzana
un'emergenza da 118. Come le storie raccolte da Sportello donna, 118 volti usciti dall'anonimato quotidiano e
dalla vergogna grazie ai primi sei mesi di attività delle operatrici della cooperativa Be free presso il pronto
soccorso del San Camillo di Roma. Che martedì scorso, alla presenza delle istituzioni, hanno presentato un
dossier dettagliato di questi primi 182 giorni, che apre uno squarcio su un universo taciuto. Uno sportello per
sostenere le donne vittime di violenza. Un punto d'ascolto dove raccontare e trovare il coraggio di denunciare
la propria condizione. Quella di Be free è un'esperienza unica nel suo genere in Italia, che ha aiutato molte
donne ad aprirsi, a fare i conti con le proprie paure e in alcuni casi a denunciare penalmente i propri aguzzini.
«Si tratta dell'unico centro aperto 24 ore su 24 tutto l'anno», spiega Oria Gargano, presidente di Be free. «Ma
soprattutto, è l'unico sportello che possiede due accessi: uno dalla sala d'aspetto e uno dal triage. Questo
significa che le donne, anche se accompagnate dal marito o dal compagno, hanno la possibilità di arrivare da
noi da sole, visto che nel triage non può entrare nessuno al di fuori del paziente». Il dossier è un vero e
proprio pugno allo stomaco che costringe a guardare in faccia la realtà. Sono le storie che ci circondano e
riguardano da vicino le nostre famiglie. Vite di madri, figlie, sorelle che subiscono violenze sia di tipo fisico
che psicologico. «Quasi il 51 per cento delle donne che ricorrono alle cure del pronto soccorso perché hanno
subito violenza», si legge nel documento, «dichiara all'accettazione che il colpevole è una "persona
conosciuta", specificandone l'identità e la natura della relazione con la vittima soltanto dopo, quando si sente
rassicurata e protetta all'interno del servizio». Gran parte degli abusi, dunque, si consuma all'interno delle
mura domestiche, siano quelle di una relazione di coppia o di una famiglia con figli. La vittima, nella
maggioranza dei casi raccolti, è italiana (il 58,5 per cento) e ha un'età compresa tra i 29 e i 48 anni. Non fa
differenza il tipo di professione svolta, la violenza è trasversale e interclassista. Speculare è l'identikit
dell'aguzzino: stessa età, stessa nazionalità - italiana - e nella maggior parte dei casi libero professionista o
impiegato. Quasi sempre si tratta di qualcuno che ha - o ha avuto - una relazione sentimentale con la vittima
ma nel 7,6 per cento dei casi si tratta di un parente (padre, fratello, cognato) e nel 4,2 del datore di lavoro.
Aggressione, violenza psicologica, molestie sessuali, minacce, segregazione, sequestro, ricatti economici,
stupro. Sono le voci che ricorrono con più frequenza. Storie di ordinaria umiliazione. Come quella di N.,
originaria del Burkina Faso. «Non posso uscire mai», racconta. Chiusa dentro casa, letteralmente. Il suo
carceriere è il marito, che esce all'alba per andare a lavorare in un mercato e torna nel primo pomeriggio. I
confini del suo mondo si fermano a un pianerottolo diroccato. Ogni giorno è un'incognita. «Come gli girerà
oggi?», pensa. «Certe volte è così stanco che si addormenta gettato di traverso sul letto completamente
vestito. Può darsi che si svegli per cena, oppure che si alzi alle 3 e vada direttamente al mercato». Lei la
cena comunque la prepara, a scanso di botte. Il marito la osserva, controlla con attenzione ogni suo
movimento. La casa deve essere sempre ordinata e pulita, altrimenti sono mazzate. Ma spesso, sono
mazzate comunque. Lei non può vedere nessuno e ormai anche il sesso si è trasformato in un momento di
sgomento. La prigionia di N. è durata tre lunghi anni. Quando si è recata al San Camillo per un controllo le
hanno diagnosticato un disturbo psicosomatico dovuto alla tensione nervosa. Superata la vergogna, grazie
soprattutto alla sensibilità della mediatrice, ha bussato alla porta di Sportello donna e ha raccontato tutto. Ha
trovato la forza e l'assistenza necessaria per ricostruire una vita. Del resto ha solo 30 anni. Adesso vive in un
luogo sicuro, studia l'italiano, ha trovato un lavoro e ha avviato i procedimenti giudiziari penali e civili contro
suo marito. Non deve essere semplice convincersi a denunciare la persona con cui hai condiviso parte della
tua vita. «Le donne non vanno forzate a sporgere denuncia o a intraprendere altre azioni, mai», spiegano le
operatrici di Be free. «Bisogna rispettarne i tempi e render loro evidente la vicinanza e la disponibilità di un
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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servizio creato apposta per loro». Il 39,8 per cento delle donne che si sono rivolte allo sportello sono
straniere. Di particolare rilievo è il dato delle vittime prive di documenti, il 5,1 per cento. Una percentuale
troppo bassa che fa pensare al timore delle irregolari a recarsi al pronto soccorso. Le voci circolate nei mesi
scorsi sulla possibilità di inserire nel pacchetto sicurezza l'obbligo di denuncia dei clandestini da parte dei
medici potrebbero tenere lontane queste persone dagli ospedali. «C'è una forte difficoltà, da parte delle
vittime», si legge nel dossier di Be free, «a relazionarsi con fiducia con gli operatori sanitari, In generale, va
detto che la violenza familiare viene percepita dalle vittime stesse non come reato ma come problema
relazionale-affettivo del quale si sentono colpevoli e per il quale provano vergogna. Per quanto riguarda la
mancanza di franchezza nell'approccio con il medico, tuttavia, gioca anche una bassa soglia di fiducia sulla
possibile capacità di risposta». Come nel caso di S.: quando arriva al triage mente consapevolmente.
Racconterà la verità solo un po' di tempo dopo. S. studiava giurisprudenza ma ha mollato a sei esami dalla
laurea per dedicarsi alla famiglia. Il suo compagno, invece, ha fatto carriera, è diventato un manager. Ma da
poco, la multinazionale per cui lavorava ha chiuso e lui è entrato in cassa integrazione. Da quando ha perso il
lavoro è diventato sempre più violento, fino al punto di stuprarla. Prima di arrivare al pronto soccorso del San
Camillo, S. aveva già visitato sei strutture ospedaliere diverse in meno di un anno. Finché non chiede un
colloquio con le operatrici dello sportello e scoppia in un pianto liberatorio, riuscendo a sfogarsi. La stessa
sera ne parla col marito che stizzito va via di casa. Ma dopo cinque giorni torna. «Calmo e gelido come un
attore scadente», racconta, «ha occupato ogni angolo della casa. Riusciva a essere ovunque, come un lare
ingombrante. Pontificava dal salotto lussuoso, dalla cucina, dalla camera del figlio». Con voce fredda la
minacciava. Diceva che l'avrebbe denunciata come alcolista, portandole via il bambino. L'avvocato di Be free
ha incontrato S. e immediatamente hanno compilato insieme la denuncia-querela. Il marito ha ricevuto un
ordine di allontanamento, la separazione sta andando avanti. Senza lo sportello attivato dalla cooperativa, il
caso di S., come gli altri 117, sarebbe rimasto nascosto. Per questo è importante che «non vengano tagliati i
fondi», conclude Oria Gargano. «Anche perché tenere in vita uno sportello di questo tipo è anche
vantaggioso da un punto di vista economico. Basti pensare a tutti i soldi che si possono risparmiare in termini
di ricoveri ospedalieri, assenze dal lavoro, servizi di sostegno per i figli. Gli sportelli convengono in tutti i
sensi».
La maggior parte delle donne sono italiane, come i loro aguzzini
il rapporto Storie di tutti i colori
Foto: Dati forniti dalla cooperativa Be free
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Dieci i progetti vincitori
Dieci progetti di sanità elettronica realizzati dai diversi soggetti del sistema sanitario nazionale e rivolti a
cittadini, professionisti sanitari, amministratori e manager: Accademia Pa Salute, un'iniziativa di Forum PA
(svoltosi alla Nuova Fiera di Roma dal 1 7 al 20 maggio scorsi), in collaborazione con Farmafactoring, ha
premiato le eccellenze nel settore e-health. Progetti nei quali il ruolo delle Ict è fondamentale: le tecnologie si
trasformano da semplici commodity in leve strategiche, che i vertici apicali della Sanità possono usare per
rendere l'organizzazione più efficiente e capace di erogare servizi di assistenza con il massimo della qualità e
della personalizzazione. Ecco i progetti vincitori: Lazio Cartella Cllnica Elettronica Dipartimento salute
mentale (Roma, Azienda Usi Rmd) Si tratta di un complesso database sanitario che raccoglie i dati clinici
relativi ai trattamenti ambulatoriali, ospedalieri e riabilitativi dei pazienti affetti da malattie mentali e
contemporaneamente i dati amministrativi. Il progetto è attivo dal dicembre 2009. La Cartella Clinica
Elettronica mette in rete 25 sottodatabase corrispondenti ad altrettanti servizi Territoriali (Centri Salute
Mentale e Centri Diurni), Ospedalieri (Day Hospital e Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura) e Residenziali
(Comunità Terapeutiche) più altri Ambulatori specialistici (Nucleo Interventi Precoci, Psicologia Ospedaliera,
Day Hospital Disturbi del Comportamento Alimentare). È stata anche creata una Anagrafe pazienti Unificata
che evita la duplicazione delle schede nei vari servizi e permette una visione complessiva di tutti i trattamenti
effettuati per lo stesso paziente. Attualmente sono stati inserite informazioni per 68.000 tra trattamenti e
ricoveri e 2.400.000 prestazioni. Marche Medicina generale in rete (Jesi-Ancona, zona territoriale n. 5 di )esi)
II progetto mette in rete il gruppo dei venti medici di famiglia presenti sul territorio con il sistema sanitario. Il
medico generico può così "interfacciarsi" con l'ospedale, i servizi sanitari distrettuali, il pronto soccorso
ospedaliero, i centri trasfusionali, i reparti di medicina e cardiologia, la guardia medica, al fine di condividere i
dati clinici dei propri pazienti. Gli assistiti che sono seguiti dai medici di medicina generale sono attualmente
circa quarantamila. Emilia Romagna > Electronic Patient Record (Azienda USL di Bologna) Si tratta di un
archivio elettronico sanitario in cui tutte le informazioni sono organizzate sul singolo paziente in modo da
poterne ricostruire la storia clinica. Le informazioni possono essere visualizzate via web da ogni postazione
dell'Azienda sanitaria del comune bolognese. Grazie ad Internet vengono trasmesse anche le richieste di
prestazioni diagnostiche o specialistiche che arrivano da altre strutture sanitarie, domande di prodotti e servizi
di ricovero. Nell'anno 2009 sono transitate on-line oltre 3000 richieste di laboratorio, 600 richieste di
radiologia; altrettante 600 richieste specifiche di terapia anticoagulaorale. Perquantoconcerne il numero di
utenti si è registrata una media intorno ai 150 nelle fasce diurne e tra i 40 e i 60 nelle fasce notturne. Veneto
Arsenal.IT (CarteU la Clinica Informai tizzata di Medicina Fisica e Riabilitativa - Treviso) La Cartella Clinica
Informatizzata di Medicina Fisica e Riabilitativa è un progetto realizzato dal Centro Veneto Ricerca e
Innovazione per la Sanità Digitale, di cui fanno parte a titolo volontario 23 Aziende Sanitarie ed Ospedaliere.
Arsenal.it, questo il nome dato alla cartella informatizzata, da la possibilità di gestire la parte ambulatoriale del
reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa delle aziende partecipanti e consente di condividere i documenti
clinici prodotti. Carta Donna (Azienda Ulss n.7Pieve di Soligo- Treviso) "Carta Donna" è una card Usb
realizzata per seguire la donna in gravidanza in ogni fase della gestazione; permette infatti di memorizzare
sia i vari referti medici che le immagini diagnostiche. La Carta può essere facilmente consultata , previa
password personale che garantisce la sicurezza dei dati. Il servizio è attivo dal luglio 2009 . Campania Reti
Amiche (Asl Salerno) Reti Amiche è un sistema informatizzato che mette in rete, per effettuare prenotazioni
sanitarie, le 150 farmacie presenti sul territorio con i Cup, e una serie di tabaccherie abilitate per ricevere i
pagamenti dei ticket. Il progetto ha il vantaggio di offrire la possibilità a fasce marginali della popolazione di
usufruire di un sistema unico e semplificato per I' erogazione e il pagamento dei servizi attraverso vari canali
di distribuzione. Bambini con Bisogni SpecialiCard (Distretto Sanitario n. 63 Cava dei Tirreni-Sa) II Progetto
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Lavoro Accademia Pa Salute premia le best practice di sanità elettronica
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BBS-CARD (Bambini con Bisogni Speciali) nasce da "una costola" del Progetto Children 2000 realizzato nel
Distretto Sanitario 63 Cava de' Tirreni , finalista al Premio Forum PA 2008 per il Premio Sanità. Si tratta di un
Registro rivolto ai piccoli pazienti cronici, con o senza disabilità. Obiettivo del Progetto BBS-Csrd è migliorare
la qualità dell'assistenza a pazienti pediatrici "fragili" attraverso appunto una Card nella quale è memorizzata
la storia del paziente. Attualmente sono seguiti 129 bambini insieme alle loro famiglie. Lombardia iPac il
Paziente al centro (Azienda Ospedaliera di Lecco) iPac è un "deposito" informatico (repository) delle notizie
cliniche dei pazienti realizzato dall'Azienda ospedaliera di Lecco. Il progetto è stato supportato da un'ampia
attività di formazione rivolta all'intero personale medico e infermieristico con l'obiettivo culturale-sanitario di
"mettere al centro" la persona, in questo specifico caso il paziente. Sistema integrato di gestione della terapia
farmacologica in età pediatrica (Azienda Ospedaliera Luigi Sacco - Polo Universitario Milano) Si tratta di un
servizio di farmacovigilanza che permette di gestire in tempi rapidi le richieste provenienti dal territorio,
attraverso il web. Al progetto hanno partecipato circa 80 pediatri tra ospedalieri e non. Obiettivo primario: il
controllo dell'uso dei farmaci dalla nascita fino all'età puberale i bambini che rappresentano i soggetti
maggiormente esposti agli effetti tossici ed indesiderati delle sostanze farmacologiche. I dati più recenti ci
dicono infatti che meno del 15% di tutti i farmaci commercializzati a livello mondiale e meno del 50% di quelli
espressamente destinati alla fascia pediatrica, vengono utilizzati sulla base di prove cliniche attestanti le
specifiche caratteristiche di rischio/beneficio nel bambino. Piemonte Cartella clinica informatizzata di Pronto
soccorso (Pronto Soccorso Ospedale San G. Bosco ASL Torino2) Si tratta di una cartella clinica multidisciplinare informatizzata progettata per rendere tracciabile il percorso clinico assistenziale del paziente che
si rivolge al pronto soccorso, consentendo così di migliorare la gestione del rischio clinico.
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Bresciani: più cure territoriali per la salute mentale
Apropriatezza, efficacia e continuità assistenziale. Sono questi i tre parametri fondamentali utilizzati per
realizzare una ricerca sulla qualità delle cure erogate nei Dipartimenti di Salute mentale lombardi. Lo studio,
condotto dall'IReR (Istituto Regionale di Ricerca), ha coinvolto 1.624 pazienti in cura tra il 2008 e il 2009 nelle
aziende ospedaliere di Niguarda, Desio e Vimercate e Garbagnate. I risultati sono stati presentati il 10
maggio scorso in un convegno al quale è intervenuto l'assessore alla Sanità della Regione Lombardia,
Luciano Bresciani. «La ricerca» ha spiegato Bresciani «ha fornito delle indicazioni importanti, tenendo
presente la difficoltà per non dire l'impossibilità di stabilire il livello di gradimento delle cure da parte dei
pazienti, che sono nelle maggior parte dei casi cronici e fragili». In maggioranza donne (52%), con una età
media di 47 anni, le 1.624 persone recl utate per la ricerca nella maggior parte dei casi vivono in famiglia
(40%) o con il partner (32%) e sono senza occupazione (65%). Le patologie di cui soffrono sono schizofrenia
(43%), depressione (20%), disturbo della personalità (14%), disturbo bipolare (12%), ecc. A distanza di 12
mesi dalla prima osservazione (novembre 2008), con l'intermezzo di verifiche quadrimestrali, è stato
analizzato il follow up dei pazienti, con la presa in esame di diversi indicatori. Nel 29% dei casi dopo 12 mesi
di cure è stato registrato un miglioramento del quadro clinico e nel 56% dei casi una condizione stabile, «il
che» ha commentato Bresciani «è positivo perché significa mantenere il paziente nella cronicità evitando la
patologia acuta». «In buona parte» ha proseguito Bresciani «è stata rilevata una appropriatezza nelle cure
per cui sembrano esserci buoni segnali. Naturalmente l'obiettivo è quello di migliorare costantemente». Il 15%
dei pazienti è invece peggiorato: «è questo» ha detto ancora Bresciani «il dato su cui occorre riflettere di
più». «In generale» ha proseguito l'assessore «quello che emerge è che va migliorata la continuità
assistenziale, che è un elemento su cui intervenire non solo nell'ambito della salute mentale, e vanno
potenziate le cure territoriali per la cronicità». Bresciani ha citato come esempio di modello di cure e di
inserimento sociale l'esperienza di Cascina Clarabella, a Iseo (Bs) nella zona della Franciacorta, dove diversi
malati psichici lavorano nella produzione di vino e altri prodotti alimentari e artigianali. «È necessario in
futuro» ha detto ancora l'assessore «trovare il modo, anche attraverso le tecnologie, di rilevare i segnali clinici
senza bisogno di controlli continui con i medici o gli specialisti per non perdere di vista i pazienti». Nel
campione di malati di schizofrenia presi in esame si è verificato ad esempio che il 4 1 % di questi non svolge
controlli continuativi nell'arco dei 12 mesi. «Tutte le indicazioni della ricerca» ha concluso Bresciani «saranno
tenute presenti nella stesura del Piano Regionale di Sviluppo per la nuova legislatura».
PSICOLOGI E PSICOLOGIA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Regioni Lombardia
RIFORMA DELLE PROFESSIONI
19 articoli
12/06/2010
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:619980, tiratura:779916)
L'OPACITA' DEL POTERE
ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
N egli ultimi tempi è intervenuto un cambiamento importante sia nelle «auto blu» cosiddette «di servizio» che poi peraltro sono quasi sempre nere - sia, più in generale, nelle auto adoperate dagli italiani che contano
(dalle maestose berline di rappresentanza ai Suv cafonissimi da weekend): sempre più spesso queste auto
hanno i vetri dei finestrini oscurati. La metafora è inevitabile: il potere nostrano ama l'opacità, accompagnata,
anche in questo caso, dal privilegio: poter vedere senza essere visti. Un piccolo e normale privilegio stavolta,
alla portata di tutti, ma che comunque allude alla dimensione dell'opacità, consustanziale a quella del potere
italiano: la sua mancanza di pubblicità è, infatti, la garanzia maggiore del mantenimento del privilegio.
Non è il desiderio di arricchire, non è il basso desiderio di impadronirsi di beni e ricchezze, l'anima vera della
corruzione italiana, il suo principale movente. Psicologicamente credo che sia qualcosa di diverso: è il
privilegio, l'ambizione innanzitutto di distinguersi, di appartenere al gruppo di coloro per cui non valgono le
regole che valgono per tutti. A cominciare da quella regola suprema che è la legge. Si ruba, si viola il codice
penale, convinti che tanto a noi non toccheranno le conseguenze che invece toccherebbero a un comune
mortale. Convinti che in un certo senso ciò che si sta commettendo non è neppure più un reato dal momento
che siamo noi a commetterlo, e dal momento che noi facciamo parte di un gruppo a parte, il gruppo dei
privilegiati, appunto. Dietro l'ormai leggendaria impudenza dell'ex ministro Scajola - leggendaria innanzitutto
per la sua goffaggine («devo appurare chi è stato a pagare per l'acquisto della mia casa») - cosa c'è infatti se
non un'idea di privilegio talmente introiettata da essersi mutata in una presunzione d'impunità, pronta a
prendere addirittura la forma della distrazione?
Antica società di ceti, dominata da una forte rigidità gerarchica, la società italiana si è abituata a considerare il
privilegio l'unico contenuto effettivo del rango. Essere qualcuno significa, in Italia, innanzitutto stare al di
sopra della massa. E nella Penisola tutti - giornalisti, tassisti, parlamentari, membri di tutti gli ordini
professionali, magistrati - tutti vogliono essere al di sopra degli altri, titolari di qualche privilegio: essere
esentati da qualche obbligo; avere delle riduzioni; degli sconti o come minimo dei biglietti omaggio; rientrare
in un «numero chiuso»; fruire di un'ope legis; godere di un trattamento speciale; magari di una cassa mutua
riservata.
Ma il massimo del privilegio, la consacrazione del vero privilegiato, sta altrove. Sta nella possibilità di
chiedere «favori», e naturalmente di ottenerli. Ed egualmente lì sta la dimostrazione indiscutibile del rango.
Infatti si possono chiedere favori solo se si «conosce» (fornitori, nomi importanti, persone in posti chiave), e
naturalmente si «conosce» solo se a propria volta si è «conosciuti», cioè se si è qualcuno.
Non si capisce nulla delle ragioni e della profondità inaudita del narcisismo dilagante in Italia, specie tra i
giovani, non si capisce la conseguente, universale, spasmodica voglia di apparizioni e di carriere in tv, se non
si tiene a mente il privilegio di «conoscenze» - e dunque di favori, di accessi di ogni tipo - che da noi si
attribuisce all'essere «conosciuti». Se «si va» in televisione ci si fa «conoscere», e per chi è «conosciuto»
nulla è impossibile. Sulla scena italiana, intorno alla grande arena del privilegio, opacità e riservatezza da un
lato, e narcisismo ed esibizionismo dall'altro, s'intrecciano contraddittoriamente: nel primo caso per
difenderla, nel secondo per entrarvi.
Da tempo però la scena è furiosamente animata da un altro protagonista: l'intercettazione telefonica. Questa,
e la sua divulgazione,(così come la divulgazione degli stipendi e delle case) sono diventate la grande
speranza, l'estrema risorsa della massa dei non privilegiati. Lo sa bene chi ha il potere di usarne magistratura e stampa - e che proprio per questo ne fa l'uso così ampio che sappiamo. Grazie
all'intercettazione telefonica si rompe finalmente l'opacità del grande privilegio sociale, quello dei politici e dei
ricchi innanzitutto, e l'aura di riservatezza di cui esso si nutre. Finalmente i discorsi dei potenti sono
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PRIVILEGI, FAVORI, CORRUZIONE
12/06/2010
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:619980, tiratura:779916)
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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squadernati nella loro volgare quotidianità, nei loro desiderata, perlopiù inconfessabili, nei loro intrighi, ed
esposti una buona volta al giudizio dei più. Nella sua versione italiana l'intercettazione telefonica diventa così
la vendetta della plebe sull'oligarchia, la rivalsa della demagogia sulla democrazia. È lo sputtanamento, come
è stato esattissimamente detto: lo sputtanamento demagogico, appunto, opposto alla pubblicità democratica.
Una forma di giustizia violenta ed elementare, senza appello e senza garanzia alcuna. Una specie di
linciaggio incruento. Ciò che è terribile è che la maggior parte di coloro che vivono in questo Paese pensi che
sia questa, oggi, la sola forma di giustizia possibile. Ed ancora più terribile è che, probabilmente, hanno pure
ragione.
Ernesto
Galli della Loggia
RIPRODUZIONE RISERVATA
12/06/2010
Corriere della Sera - Milano
Pag. 2
(diffusione:619980, tiratura:779916)
«Dentisti low cost Serve subito una riforma»
«Siamo vicini ai clienti truffati e contro i pericolosi studi low cost chiediamo al più presto la riforma delle
professioni». Sul caso dei dentisti in fuga, scappati con la cassa lasciando migliaia di pazienti indebitati e con
la bocca da curare, è intervenuta ieri anche l'Andi di Milano e Lodi. Gli studi chiusi nottetempo, di viale
Monza, via Meda e via Monte Nero, appartenevano a manager spagnoli, forse prestanome, tutti volatilizzati
con il denaro incassato. Offrivano cure «low cost», comprate e in parte già pagate con finanziamenti da
almeno 4.500 clienti, molti i pensionati e gli studenti che avevano versato acconti di migliaia di euro.
L'associazione dei dentisti italiani parla di «supermarket della sanità, buoni solo per avventurosi businessman
e uomini dotati di pochi scrupoli» e di una «crisi economica che non può e non deve diventare una scusa per
avvallare proposte al ribasso, in cui il sottocosto diventa sotto qualità e in ultimo truffa conclamata». E
stigmatizza «un certo modo di presentare la professione odontoiatrica definita in maniera impropria soltanto
in base ai suoi costi».
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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L'associazione
13/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 3
(tiratura:405061)
«Il Parlamento non spolpi la manovra»
Marcegaglia: le misure vanno anzi rafforzate, rigore ma anche sviluppo - Ora la riforma del fisco
PRODUZIONE «L'industria tiene, siamo la quinta potenza mondiale, le imprese si impegnano a investire ma
da sole non ce la fanno» LIBERTÀ D'IMPRESA «Bene la modifica dell'articolo 41 della Costituzione ma
approvare anche le leggi che attendono come quella sulla semplificazione» TASSE «Sulle aziende italiane
tassazione media del 45% contro il 25% di quelle tedesche: è un livello eccessivo, che va ridotto» INNOVA
Nicoletta Picchio
S. MARGHERITA LIGURE. Dal nostro inviato
La premessa: la Germania ha «alzato l'asticella», con la manovra da 80 miliardi. Una scelta «tosta» di rigore,
con l'obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2016, ma che mantiene 12 miliardi di investimenti per ricerca,
innovazione, università. «È un benchmark obbligatorio», per la Ue e per l'Italia, che ha nei tedeschi, Paese
manifatturiero, il principale partner e competitor.
Parte da questo ragionamento Emma Marcegaglia per tracciare la strada che l'Italia deve imboccare per
crescere. Strada difficile dove ognuno deve fare la propria parte, imprese, Governo e sindacati. Rigore,
quindi. E guai se la manovra perdesse pezzi: «Non deve essere spolpata dal Parlamento. Sarebbe un danno
enorme. Semmai deve essere rafforzata».
Ma l'intervento sui conti non basta, ha insistito la presidente di Confindustria, parlando al convegno dei
Giovani imprenditori a Santa Margherita, con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, seduto in prima fila.
Tremonti aveva appena annunciato che il prossimo consiglio dei ministri potrebbe varare interventi per la
libertà d'impresa. La Marcegaglia ha rilanciato: bene la modifica dell'articolo 41 della Costituzione, ma
bisogna affrontare anche l'altro tema urgente, la riforma del fisco.
Anche qui, è la Germania il riferimento: le imprese italiane hanno una tassazione media del 45% contro il
25% di quelle tedesche. Troppo: va ridotta la tassazione su imprese e lavoratori, mentre al rigore dei conti
vanno aggiunti interventi per la crescita, a partire da ricerca e innovazione. Con una richiesta: stanziare per il
credito d'imposta 1 miliardo all'anno per i prossimi tre anni.
«L'industria tiene. Siamo la quinta potenza industriale mondiale, la seconda per produzione pro capite. Le
imprese devono impegnarsi a investire, andare su nuovi mercati, ma da sole non ce la fanno», ha spiegato la
presidente degli industriali. Bisogna crescere, per creare occupazione. E la Marcegaglia ha ripreso il tema
della preoccupazione delle giovani generazioni, lanciato dalla presidente degli imprenditori under 40,
Federica Guidi: «Ce ne sono 2 milioni che sono fuori dal mercato del lavoro».
Ecco, quindi, la necessità di risposte dalla politica: serve un sistema Paese competitivo, con meno
burocrazia, più liberalizzazioni, un diverso rapporto tra uno Stato «ipertrofico» e il mercato, riducendo le oltre
7mila società pubbliche locali. Bene il calo dell'1,6% rispetto al Pil previsto nella manovra per i prossimi due
anni, ma il taglio va reso strutturale.
C'è un ruolo importante anche per le parti sociali. All'assemblea di Confindustria la Marcegaglia aveva
lanciato la proposta di un tavolo per affrontare il problema della produttività, in calo nel nostro Paese. Si
aprirà, ha detto la Marcegaglia, nelle prossime settimane. E la Fiat di Pomigliano è il caso emblematico di
un'azienda e una parte rilevante del sindacato che si mettono d'accordo per essere più competitivi. È questa
la strada: «Non possiamo aspettare chi guarda sempre indietro e ci condanna ad un declino che non
vogliamo», ha messo in chiaro la presidente Marcegaglia, lanciando un messaggio alla Cgil (vedi articolo
pagina 5).
Non ce lo permette la realtà italiana, non ce lo permette lo scenario internazionale, con decisioni che
vengono prese sempre di più in Europa o nella sede del G20. «Ci sono discontinuità enormi, tutto cambia di
settimana in settimana». La ripresa sembrava avviata, si parlava di crescita, poi è scoppiata la crisi dei debiti
sovrani che ha imposto la parola d'ordine di tenere sotto controllo i saldi di bilancio. Passaggio obbligato: se
dovesse aumentare lo spread tra titoli Stato e bund tedeschi, i costi sarebbero elevati.
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il convegno di Santa Margherita CONTI PUBBLICI E RIPRESA
13/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 3
(tiratura:405061)
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Ecco perché la politica deve impegnarsi a tagliare costi e sprechi per trovare le risorse per gli investimenti.
Bene la riforma dell'articolo 41 della Costituzione, «ma intanto approviamo le leggi che ancora attendono,
come quella sulla semplificazione». Sulle pensioni, la riforma è strutturale, «piuttosto vanno accelerati i
tempi». Tremonti poco prima aveva detto che le lenzuolate dell'ex ministro dell'Industria, Pierluigi Bersani,
non avevano funzionato: «È vero, perché erano troppo deboli. Rafforziamole». La maggioranza, invece,
denuncia la Marcegaglia, sta andando indietro, vedi le tariffe minime per i professionisti. Poi il grande buco
della sanità: vanno applicati subito i costi standard. «E chi sfora faccia pagare le tasse non alle imprese, che
non votano, ma ai cittadini, che alle elezioni possono mandare a casa gli amministratori incompetenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: A difesa della manovra. Emma Marcegaglia ieri al convegno dei giovani imprenditori a Santa Margherita
ligure
14/06/2010
Il Sole 24 Ore - L'esperto risponde
Pag. 4
(tiratura:405061)
Dopo la crisi studi di settore con nuovo volto
DI Ilaria Callegari e Bruno Frizzerà
Accertamento Decreto ministero dell'Economia e delle finanze, 20 maggio 2010 » Studi di settore-Revisione
congiunturale speciale per il 2009- Approvata, per il periodo d'imposta 2009, la revisione congiunturale
speciale degli studi di settore relativi alle atti vita economiche del settore manifatturiero, dei servizi, delle atti
vita professionali e del commercio, ai fini di considerare gli effetti della crisi economica e dei mercati, in base
all'articolo 8 del decreto legge 185/08, convcrtito nella legge 2/09 [CFF© «7185]. Supplemento
ordinarion.malia «Gazzetta Ufficiale»» - 28 maggio 2010, n. 123 «B Sole 240re»-29 maggio 2010
direttamente(tramite raccomandata) sia tramite degli intermediali, riguardano anomalie relative a incoerenze
di magazzino, alla mancata indicazione del valore dei beni strumentali, a incongruenze nei dati dichiarati nel
modello studi di settore, o tra questi e i dati dichiarati nel modello Unico e all'incidenza dei costi residuali di
gestione sui ricavi se superiore al doppio della soglia massima. «nSole240re»-5giugno2O10 Agevolazioni
Provvedimento agenzia delle Entrate, 25maggio2OlO • Studi di settore-Modelli per la comunicazione dei dati.
Approvati, con le istruzioni, 206 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli
studi di settore relativi alle attività economiche nel settore delle manifatture, dei servizi, delle attività
professionali e del commercio, da utilizzare perii periodo d'imposta 2009.1 modelli, che costituiscono parte
integrante della dichiarazione dei redditi da presentare con Unico2010 (i termini perii versamento delle
imposte legate a Unico slittano per dare ai contribuenti più tempo per chiudere la propria posizione fiscale),
anche in forma unificata, vanno trasmessi online direttamente (tramiteil servizio telematico Entratel o
Internerò tramite un inteTmediario. Sito agenzìa Entrate - 28 maggio 2010 «II Sole 24 Ore» - 29 maggio 2010
Circolare agenzia delle Entrate, 4 giugno 2010, n.30/E • Studi di settore - Comunicazione di anomalie. La
circolare contiene indicazioni relative all'invio di apposite comunicazioni, che riguardano anche soggetti
congrui, finalizzate a segnalare particolari anomalie riscontrate nel triennio 2006,2007 e 2008, sulla base dei
dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore. Le comunicazioni, che sono inviate ai contribuenti
sia Comunicato agenzia delle Entrate, 24maggìo.2OlO • Autotrasportatori- Agevolazioni per il 2010.° Previsto
per il 2010 il recupero, fino a 300 euro per ogni veicolo, delle somme versate dalle imprese di autotrasporto
merci a titolo di contributo al Servizio sanitario nazionale sui premi Re peri danni derivanti dalla circolazione
dei veicoli a motore adibiti al trasporto delle merci di massa complessiva a pieno carico fino a 11,5 tonnellate.
Inoltre, per i trasporti effettuati personalmente dall'imprenditore oltre il comuneincuihasede l'impresa, per il
periodo d'imposta 2009 è prevista una deduzione forfetaria di spese non documentate (articolo 66, comma 5,
primo periodo del Dpr 917/86 [CFF ©«5166]), nella misura di 56 euro per i trasporti all'interno della regione e
nelle regioni confinanti e di 92 euro per i trasporti oltre questo ambito. «n Sole 24 Ore» - 25 maggio 2010
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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NOVITÀ FISCALI I PRINCIPALI PROVVEDIMENTI EI CHIARIMENTI AL 7 GIUGNO
13/06/2010
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 12
(tiratura:710716)
Libertà d'impresa, arriva la legge Tremonti: poi mano alla Costituzione
Marcegaglia: d'accordo ma detassate aziende e lavoratori A giorni il ddl: autocertificazione, segnalazione di
inizio attività e controlli ex post
ROBERTO MANIA
SANTA MARGHERITA LIGURE - Quattro mesi per cambiare l'articolo 41 della Costituzione. Per togliere
«lacci e lacciuoli» alla libertà di impresa. Per dire che «tutto è libero fuorché quello che è vietato dalla legge».
Giulio Tremonti, ministro dell'Economia, annuncia, al convegno dei Giovani di Confindustria a Santa
Margherita Ligure, un passaggio a suo parere «rivoluzionario». Già il prossimo Consiglio dei ministri
dovrebbe esaminare la sua proposta legislativa pro-imprese. Prima una legge ordinaria per cambiare di fatto
l'articolo 41 della Carta, poi «la blindatura costituzionale» con la doppia lettura parlamentare.
Un percorso che, sembra, abbia anche l'assenso del Quirinale.
E' la nuova fase del tremontismo. Dalla flemma nella gestione della crisi epocale sotto il peso di un debito
pubblico enorme e degli assalti speculativi, alla deregulation per la crescita esaltando il ruolo delle imprese.
Cita a supporto il presidente Kennedy: «I nostri problemi sono stati creati dall'uomo, dunque possono essere
risolti dall'uomo».
Sono cinquei capisaldi del progetto che punta ad integrare l'articolo 41 (iniziativa privata e suoi limiti) e ad
emendare il 118 (funzioni amministrative dello Stato): la responsabilità individuale, l'autocertificazione, la
segnalazione di inizio attività, il controllo ex post e il principio della buona fede. Quegli articoli frenano la
libertà di iniziativa e creano rischi di veti incrociati. Modificandoli - dice il ministro - «si toglie il tronco che sta
davanti all'economia». E l'impresa si libera da un «ambiente da incubo di integralismo giuridico».
Interpretazioni seducenti, letture anche originali come quella di un Guglielmo Marconi che oggi sarebbe un
plurinquisito per le tante violazioni che avrebbe commesso con i suoi esperimenti, che però non scaldano
come un tempo la platea, certo non ostile, dei Giovani imprenditori. Anche questo è un segno che la crisi sta
picchiando duro. Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, dice che va bene la riforma dell'articolo
41 ma chiede di fare presto, di fare cose concrete e che il «Parlamento non spolpi la manovra». «Servono
poche riforme e chiare». Per esempio quella sul fisco, annunciata e basta da Tremonti: «Meno tasse- dice
Marcegaglia- su chi tiene in piedi questo Paese, lavoratori e imprese».
Tremonti prova a ridare identità, anche culturale, a una destra liberista, passata - proprio con le molteplici
teorizzazioni dello stesso ministro - attraverso l'economia sociale di mercato, le tentazioni protezionistiche,
dirigistiche e quelle anti-mercato come nel caso clamoroso del ritorno alle tariffe minime per i professionisti.
Ma ora il mondo - argomenta il ministro dell'Economia - è cambiato. «L'articolo 41, certo, non ha bloccato una
privatizzazione, ma non ha mai impedito una complicazione. Lo spirito dell'articolo 41 ha a che fare con la
logica del conflitto di classe». Cioè con il passato. Tremonti vende come nuova la sua ricetta, che però
ricorda molto la stagione delle deregulation degli anni 80. Dice che non è facile abrogare le leggi e che, infine,
le semplificazioni («come dimostra la generosa intuizione delle lenzuolate di Bersani») possono non essere
efficaci. E allora non bisogna limitarsi a cercare di sciogliere il nodo gordiano dei vincoli: quel nodo va
direttamente «reciso». Non c'è alternativa. «Il piano casa, infatti, si è perso nel labirinto delle competenze
regionali».
Gli articoli ART. 41 Dice che l'iniziativa economica è libera ma non può svolgersi contro utilità sociale,
sicurezza, libertà e dignità umana.
La legge indica programmi e controlli perché l'attività economica sia indirizzata e coordinata a fini sociali
ART. 118 Dice che le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che siano conferite invece a
Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, per sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza
Foto: SUL PALCO Tremonti, Marcegaglia e Sacconi al convegno dei Giovani di Confindustria
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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LA CRISI DELL'ECONOMIA
11/06/2010
Il Resto del Carlino - Rimini
Pag. 13
(tiratura:206221)
Ordini in crescita alla Scm ma è sciopero sugli orari estivi
IL PEGGIO, per Scm, sembra passato. Gli ordini sono in risalita, anche se «siamo ancora piuttosto lontani
dai livelli del 2008». E il lavoro è aumentato. «Ma non per tutti: ci sono ancora tanti lavoratori che da
settembre non hanno più messo piede nello stabilimento», attacca la Cgil. Il sindacato ha proclamato, per la
settimana prossima, un nuovo 'pacchetto' di scioperi. Ogni giorno, dal 14 al 18 giugno, gli operai lasceranno
lo stabilimento di Rimini un'ora prima, per protesta. Una decisione maturata dopo che l'azienda ha
comunicato gli orari estivi, con turni settimanali di 40 ore per 9 settimane. Questo per fare fronte agli ordini,
che «negli ultimi mesi - conferma Scm - hanno registrato un aumento del 66%, anche se rispetto al 2008
siamo ancora al 30% in meno». Il nuovo aumento degli ordini ha permesso tra l'altro il rientro, da maggio, di
35 lavoratori, a cui se ne sono aggiunti in questi giorni altri 21. E negli ultimi mesi si è ridotto di un terzo il
numero dei dipententi a zero ore. Ora però che è necessario produrre rapidamente, per rispettare i tempi,
sono rientrati in azienda quegli operai che avevano già iniziato a lavorare alle macchine. Ma su questo, e
sull'orario estivo, la Cgil ha parecchio da ridire. «E' ormai da marzo che cerchiamo, per lo
stabilimento di Rimini, un accordo con la direzione - ricorda Europeo Gabrielli, il segretario della
Fiom-Cgil - Per le altre sedi l'accordo è arrivato, su Rimini no. Ora la direzione esce con un piano
estivo mai concordato. Non ci stiamo: avevamo chiesto 10 settimane a 35 ore, ma soprattutto
avevamo chiesto una maggiore rotazione. Alcuni operai non lavorano da settembre!». Attualmente
sono 280 i lavoratori in cassa integrazione a zero ore, altri 70 sono andati in pensione, o si sono
licenziati. Scm non fa un passo indietro, e giudica dannoso il comportamento della Cgil. «La riduzione
d'orario prevista normalmente in estate è comunque condizionata dalle esigenze produttive. In questo
momento, se dovessimo arrivare tardi con la consegna dei macchinari, perderemmo ordini e quindi
posti di lavoro! Non è più tempo di essere 'contro': così ci rimettono solo i lavoratori».
Manuel Spadazzi
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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LAVORO CONTINUA IL BRACCIO DI FERRO TRA AZIENDA E CGIL
11/06/2010
Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 6
(tiratura:206221)
Camillo Bersani chiede il patteggiamento
HA CHIESTO di patteggiare Camillo Bersani, il proprietario 85enne dello storico Palazzo Albergati di via
Saragozza, devastato l'8 agosto 2008 da un incendio scoppiato durante i lavori di coibentazione del tetto. La
stessa richiesta è stata fatta da Mauro Santi, titolare dell'impresa esecutrice dei lavori. I legali hanno
formulato la richiesta durante l'udienza preliminare iniziata ieri davanti al giudice Andrea Scarpa, che ha
rinviato la decisione al 4 novembre. D'accordo con il pm Rossella Poggioli, le difese hanno chiesto una
condanna a 1 anno e 4 mesi di carcere, con sospensione condizionale della pena. Ovviamente ora sarà il
giudice a decidere.
I due devono rispondere di incendio colposo insieme all'architetto Carlo Pignatti Morano e al geometra
Alessandro Alpi. Sono 14 le parti offese, fra cui il ministero dei Beni culturali, avvocati e professionisti che
avevano gli studi nel palazzo, e i tre figli di Bersani. Alcune parti civili hanno chiesto che questi ultimi siano
ammessi al processo come responsabili civili, quali coproprietari del palazzo. «Bersani è innocente - dice
l'avvocato Michele Sesta - La richiesta di patteggiamento presuppone solo una presa d'atto di un
procedimento messo in moto in maniera ingiustificata. Il processo penale viene usato per fare pressione su
Bersani per ottenere il risarcimento danni. Risarcimento che il mio assistito ritiene non essere dovuto, almeno
non in sede penale, essendo stato danneggiato lui stesso dall'incendio». La proprietà avrebbe ricevuto come
risarcimento dall'assicurazione 2,5 milioni di euro.
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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ROGO DI PALAZZO ALBERGATI
13/06/2010
Il Resto del Carlino - Ed. nazionale
Pag. 10
(tiratura:206221)
Berlusconi in chat attacca ancora i pm rossi: «Vogliono sovvertire il voto»
UGO BONASI
di UGO BONASI - ROMA - SICCOME è convinto da anni che i giudici politicizzati abbiano il preciso obiettivo
di «rovesciare per via giudiziaria il voto degli italiani» e siccome è anche sicuro che gli stessi giudici «quando
non condividono una legge votata dalla maggioranza, la impugnano davanti alla Corte costituzionale
(costituita da una maggioranza di sinistra) e ne ottengono l'abrogazione», Silvio Berlusconi ha deciso di
passare il Rubicone. E di «porre rimedio a questa anomalia» con la presentazione «ormai imminente di una
grande riforma della giustizia alla quale stiamo lavorando». Dura la risposta dell'Anm: «E' gravissimo dividere
i magistrati in buoni e cattivi». Prima di andare in Sardegna per qualche ora, Berlusconi è entrato in contatto
diretto coi simpatizzanti attraverso il sito «forzasilvio.it». E lì, dopo essersi sfogato contro i giudici politicizzati,
ha confermato anche un'altra riforma sulla sua scrivania: quella della par condicio. Una legge, è convinto,
«inventata dalla sinistra per impedirmi di comunicare in tv e che impone a un partito del 40% come il Pdl gli
stessi minuti di un partito dello zero virgola». Così non si può andare avanti, ha detto. E allora, «appena
possibile rivedremo le regole sulla comunicazione da cima a fondo». NON SUBITO, dunque, ma tra poco.
Finirà così, fa capire, l'impossibilità di comunicare nei «pollai allestiti in Rai dove si fa solo diffamazione e
disinformazione a vantaggio della sinistra» e finirà anche il loro «mantra secondo cui io controllo tutte le tv,
mentre in Rai, tranne uno, tutti i talk show sono contro il governo». Discorso diverso su Mediaset: tutte
trasmissioni «super partes», assicura, «a eccezione di Emilio Fede, l'ultimo dei Mohicani, che tifa per me».
BERLUSCONI si dice convinto di non fare populismo, «faccio solo l'interesse della gente che mi
contraccambia con amore». Facilitato anche dal fatto, aggiunge, di non essere un politico di professione («Io
interpello la gente, l'ascolto, poi decido»). Gia che c'è rifila una stilettata ai più, molto simile a quella fatta da
Prodi venerdì: «Non voglio scuole di partito, anche perché non ho mai avuto tanta considerazione per i
professionisti della politica che non hanno un mestiere alle spalle». SUL FRONTE intercettazioni, restano le
perplessità di Fini e dei finiani. Sulla questione tempi alla Camera, Fini domani incontra il presidente della
commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, e i tecnici di Montecitorio. Non si esclude uno slittamento ad agosto.
La cosa non spaventa il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Sul ddl intercettazioni siamo
pronti a lavorare anche ad agosto, purché venga approvato entro la conclusione della sessione estiva». Ma,
avverte Umberto Bossi, «se dovessero esserci delle modifiche, il testo alla Camera non passa più». «Non
penso però - aggiunge il senatur - che l'opposizione riuscirà a convincere Fini». Dall'opposizione, Bersani
chiede al governo di non forzare i tempi e assicura che «siamo in condizione di combattere e alla Camera
combatteremo». Infine Casini, che cerca una mediazione e si appella alla maggioranza: «Fermatevi e
troviamo un compromesso». Poi stronca la legge che «facilita la criminalità». Tesi contestata dal ministro
Alfano che - per l'ennesima volta - assicura: «I fatti si potranno raccontare».
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Silvio: «Ora la riforma della Giustizia»
13/06/2010
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 10
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Vegetativi: c'è coscienza Arriva la svolta dei medici
Dagli Ordini di 14 province un «protocollo» comune
VIVIANA DALOISIO
I neurologi e i rianimatori di mezza Italia: «Questi pazienti vanno studiati, seguiti e curati con strumenti
adatti». Al via un censimento i sono stati gli appelli delle associazioni, le battaglie delle famiglie, i "casi", i
dibattiti. Ci sono le linee d'indirizzo del ministero, presentate proprio questa settimana nel Libro Bianco.
Eppure ora, sugli stati vegetativi, si è arrivati davvero a una svolta. Perché se gli Ordini dei medici di ben 14
province - tra cui basti nominare Roma, (40mila medici rappresentati), Milano (20mila), Palermo (10mila) costituiscono un gruppo di studio ad hoc sui pazienti in queste condizioni e promuovono un progetto di ricerca
innovativo su come prendersene cura da un punto di vista clinico, la questione esce dalla sfera soggettiva dei
punti di vista e delle "parti", per entrare in quella dei protocolli sanitari e del codice deontologico. Un altro
piano. Le riunioni dei consigli direttivi degli Ordini dei medici sono cominciate l'anno scorso, lontano dai
riflettori: obiettivo, trovare una chiave comune per affrontare lo stato vegetativo. A partire da un presupposto
fondamentale, condiviso da neurologi e rianimatori a Bologna come a Catania, a Ferrara come a Latina, e poi
ancora a Lodi, Lucca, Messina, Pavia: quello che non possa - e non possa mai - essere esclusa la presenza
di elementi di coscienza nei pazienti in stato vegetativo, ma che il loro livello e la loro qualità possano variare
da persona a persona in funzione anche del contesto ambientale. Per i medici di mezza Italia, insomma, i
pazienti in questo stato vanno presi in cura, seguiti, studiati, perché tutt'altro che "vegetali". Di qui gli obiettivi
del progetto di ricerca avviato dagli Ordini e coordinato da quello di Bologna: fare un censimento di tutti i casi
presenti sul territorio, avviare un protocollo comune di osservazione dei pazienti (stabilito in base a quelli giù
utilizzati a livello internazionale, come la Come Recovery Scale) e avviare studi sulle possibili vie di
riabilitazione, utilizzando anche i risultati della risonanza magnetica funzionale, un esame largamente
impiegato negli altri Paesi ma ancora poco conosciuto in Italia: «Già entro la fine dell'anno - spiega Giancarlo
Pizza, presidente dell'Ordine dei medici di Bologna - selezioneremo un gruppo di pazienti su cui svolgere
questi accertamenti. La risonanza sarà svolta in due strutture: il Sandro Pertini di Roma e il Centro
Neurologico di Ferrara». Anche questa una svolta, visto che proprio l'esame in questione è risultato decisivo
nella scoperta di segnali di coscienza in pazienti considerati "vegetativi", come avvenuto nei centri
all'avanguardia di Cambridge o di Liegi. E poi il vero "nodo", quello dell'uniformità delle diagnosi e delle
prognosi sul territorio, un punto sottolineato con forza anche dal Libro Bianco ministeriale sugli stati vegetativi
e che i medici sono determinati a tradurre in realtà nel giro di un anno al massimo: «Già entro dicembre
contiamo di tirare le somme del censimento dei casi nelle diverse province - continua Pizza -. Da quel
momento ci muoveremo tutti nello stesso modo, per la prima volta: pianificando gli stessi interventi,
utilizzando gli stessi metodi. Questa uniformità finora è mancata nel nostro Paese. Così come in alcuni casi si
è dimenticato quello che ci chiede, in quanto medici, il Codice deontologico: tenere in vita le persone». Il
progetto dei 14 Ordini dei medici è stato presentato anche in occasione dell'ultima riunione nazionale della
Fnomceo, sollevando l'interesse di molte altre città. Che ora si preparano ad aderirvi.
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
DALLA PARTE DELLA VITA Istituito anche un gruppo di studio comune In tutte le strutture si useranno gli
stessi metodi di analisi. A Roma e Ferrara entro l'anno le prime risonanze magnetiche funzionali
11/06/2010
Il Mattino - Salerno
Pag. 10
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Stazione agroalimentare a rìschio chiusura
I lavoratori: «II nostro istituto si regge coi contributi delle aziende, non dello Stato»
Francesco Rossi
ANGRI. Nel calderone degli Enti inutili «tagliati» dallo Stato finisce anche la sede di Angri della stazione
sperimentale per l'industria delle conserve alimentari, polo di eccellenza a livello nazionale per la ricerca
applicata nei settori delle conserve animali, ittiche e vegetali. E monta la protesta dei venticinque dipendenti
coordinati dal direttore facente funzioni Luigi Palmieri e dal presidente Giovanni Ballarini, ma anche di un
cartello di dieci associazioni professionali (Anicav, Aipa, Ancit, Assica, Assitol, Assocarta, Assografici,
Assovetro, Federchimica ed Unione Petrolifera), che scrivono al Ministro Tremonti ed al sottosegretario Letta,
per scongiurarne la chiusura con il conseguente accorpamento delle funzioni alla Camera di Commercio di
Parma. A decretare lo smantellamento della stazione, il comma 20 dell'articolo 7 del decreto legge numero 78
del 31 maggio, firmato dal Presidente della Repubblica Napolitano, nell'ambito della riduzione dei costi
attraverso l'accorpamento di alcuni enti e strutture sotto la vigilanza di vari ministeri (la sede di Angri era sotto
il controllo del ministero dell'Industria). La Ssica, sin dalla sua istituzione con i fondi della Cassa del
Mezzogiorno, nel 1922 (mentre dal 1961 ha avuto una filiale presso la Camera di Commercio di Salerno, e
dal 1987 è ad Angri), promuove il progresso tecnologico dell'industria conserviera italiana e grazie all'elevata
professionalità e specializzazione raggiunte, si colloca fra le più importanti istituzioni di ricerca applicata
anche fuori dei confini italiani. Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa nella sede di via Nazionale, i
rappresentanti sindacali provinciali Giuseppe Baldassarre (Fai Cisl Salerno), Mimmo Oliva (Flai Cgil) e Ciro
Marino (Uila UU), ed i sindacalisti locali Andrea Lo Voi (Flai Cgil), Roberto Lo Iudice (Uila UU) e Pietro
Costabile (Fai Cisl), hanno illustrato le iniziative da intraprendere per scongiurare l'ipotesi di soppressione di
una stazione che «Non è per niente a carico dello Stato, noi siamo autonomi, i mezzi finanziari derivano per il
30% circa dallo svolgimento di attività di consulenza e ricerca a carattere economico, e per il 70% circa dai
contributi forniti per il supporto alle industrie conserviere da Bolzano a Pantelleria», sottolinea Lo Voi. Con un
bilancio sempre in attivo tranne l'anno scorso (per cause legate a mancate entrate di finanziamenti), con lo
smantellamento della Ssica si teme anche «Una dispersione delle professionalità in forza alla stazione», che
in questi anni ha contribuito al miglioramento del processo produttivo e del prodotto delle aziende, con
accurati studi di settore. «Una decisione presa all'insaputa della dirigenza dell'istituto, dei dipendenti e
dell'Ente camerale di Parma», dicono in coro i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil. Una soppressione ingiustificata
secondo i sindacati, che potrebbe creare un danno anche alle oltre 2400 piccole e medie imprese private (ma
anche di livello nazionale, come "la Doria", "Feger" ed il gruppo conserviero "AR", esponenti di spicco di un
settore agroalimentare che rappresenta il 4% del Pii nazionale) che oggi utilizzano i servizi di un istituto
dedicato al loro comparto e attento alle loro problematiche. L'obiettivo delle rappresentanze sindacali è
eliminare il comma 20 dell'articolo 7 dal Decreto Legge numero 78, e per fare ciò sono state messe in piedi
alcune iniziative congiunte con i colleghi di Parma, «Come un tavolo istituzionale con la Provincia di Parma
fissato per lunedì prossimo per tracciare le linee guida della nostra protesta», puntualizza Baldassarre.
Inoltre, l'intento degli esponenti sindacali è sensibilizzare l'Amministrazione provinciale e ottenere, dalla vice
presidente Anna Ferrazzano, l'apertura di un tavolo istituzionale anche con l'Ente di Palazzo Sant'Agostino, le
associazioni degli industriali ed i sindacati, la Camera di Commercio e la deputazione salernitana alla Camera
ed al Senato. E si attendono notizie confortanti dalle sedute della V Commissione Bilancio del Senato, in
programma oggi pomeriggio, dove si discuterà anche della soppressione delle due sedi della Ssica.
Foto: La vertenza La stazione sperimentale per l'industria agroalimentare con sede ad Angri
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
58
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Angri E un polo di eccellenza della ricerca
13/06/2010
Libero - Ed. nazionale
Pag. 27
(tiratura:224026)
Il loro ruolo deve essere definito
Ordini professionali: ogni tanto se ne parla per abolirli .A me sembra che nella misura in cui sono libere
associazioni di professionisti , intese a costituire una lobby di pressione per la difesa di interessi di categoria,
come i sindacati dei lavoratori e le associazione degli industriali e dei commercianti, non avrei nulla da
obiettare. Discutibile invece il fatto che l'iscri zione all'associazione è condizione legalmente riconosciuta per
esercitare la libera professione che può essere sospesa a insindacabile giudizio dell'as sociazione stessa.
L'autorizza zione all'esercizio della libera professione deve, secondo me, essere garantita dallo Stato e da
nessun altro. Diversamente si creano dei mostri come quelli che ci propone la vita quotidiana. Gianfranco
Ciucci Pesaro
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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ORDINI PROFESSIONALI
12/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Ed. nazionale
Pag. 10
(tiratura:63756)
Per i i giudici amministrativi è incostituzionale istituire un «nuovo» albo
• BARI. Prima l'eolico, poi gli operatori turistici ora anche l'«ingegnere verde» sulla certificazione energetica.
Dalla Consulta al Tar, la Regione incassa l'en - nesima bocciatura nelle aule giudiziarie per un «eccesso di
potere» amministrativo. A finire sotto la tagliola dei giudici amministrativi pugliesi è stato il regolamento con il
quale venivano fissati i criteri per abilitare i professionisti alla certificazione energetica: corso di 120 ore,
esame di abilitazione, rinnovo del «tesserino» e una serie di altri requisiti. Con una articolata sentenza di 26
pagine, i giudici della II sezione del Tar (presidente Amedeo Urbano, relatore Francesco Cocomile), bollano
come incostituzionale l'atto varato dalla giunta regionale con due delibere del novembre 2009 e del febbraio
scorso. I giudici hanno integralmente accolto la tesi prospettata dalla difesa degli Ordini degli ingegneri di
Bari, Taranto, Foggia e Lecce (tutti difesi dall'avv. Pasquale Medina, di Bari) spiegando le ragioni dell'ille
gittimità del provvedimento. La Regione, chiarisce il Tar, non può legiferare in alcun modo sulle professioni,
essendo tale argomento esclusa competenza statale. La Regione, insomma, aveva di fatto introdotto un
nuovo albo regionale degli ingegneri contravvenendo così a quei limiti imposti dalla Costituzione. E proprio
non più tardi di un mese fa, la Consulta aveva abolito un'al - tra legge regionale pugliese con la quale erano
state create tre nuove figure professionali (interprete turistico, operatore congressuale e guida turistica) che
non risultano regolate dalla legislazione statale in materia di professioni turistiche. Con il regolamento sul
cosiddetto «ingegnere verde», la Regione aveva quindi stabilito i parametri per un nuovo albo professionale
(corso, esame, ecc.) «istituendo un elenco regionale ad hoc, la quale cosa - scrive il Tar - è assolutamente
preclusa alle Regioni». Oltre alla Costituzione, la Regione avrebbe violato anche la legge statale. Come è
spiegato nella sentenza (che condanna l'amministrazione a pagare 3mila e 500 euro di spese), l'abilitazione
per la certificazione energetica deriva da una legge varata nel 2008 che comprendeva un trsto allegato nel
quale erano indicati i requisiti generali necessari per l'abilitazione alla certificazione energetica: e proprio a
tale disposizione normativa si sarebbe dovuto fare riferimento fino all'emanazione di appositi decreti attuativi
(non ancora emessi). Secondo gli ordini degli ingegneri - tesi condivisa dal Tar - la Regione avrebbe dovuto
fare riferimento a quei parametri apportando tutt'al più qualche modifica di carattere «locale», e non certo
introducendo principi completamente diversi. Secondo la norma nazionale (d. leg. 112/2008), chi progetta
edifici o impianti è perfettamente in grado di rilasciare tale certificazione, anche perchè, diversamente, si
verrebbe a creare una condizione a dir poco paradossale. E cioè che chi progetta un impianto non possa
essere in grado di certificarne la rispondenza rispetto a una determinata caratteristica (in questo caso a un
parametro energetica). Il regolamento, inoltre, introduceva i meccanismi per creare un'altra casta nella casta:
i tecnici abilitati alla sostenibilità ambientale. In tutta la Puglia, finora, se ne contavano poche unità. Un
particolare che la dice lunga sul meccanismo che tale regolamento (ora annullato) avrebbe prodotto in
materia di incarichi professionali, soprattutto se si considera la larga diffusione della certificazione energetica
ormai entrata a far parte dei documenti necessari anche in una comune ristrutturazione edilizia. Adesso si
riparte da zero.
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Il Tar «boccia» la proposta Vendola no al patentino per ingegneri «verdi»
14/06/2010
Affari Finanza
Pag. 17
(diffusione:581000)
"Sulla medicina apriamo le porte alle società multiprofessionali"
Parla Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri
(Fnomceo)
ADRIANO BONAFEDE
«Stiamo studiando al tavolo tecnico con il ministro della Sanità, Fazio, le proposte che speriamo poi il
governo voglia raccogliere su una riforma delle professioni sanitarie. Noi, dal canto nostro, abbiamo già
individuato almeno tre punti importanti». A parlare è Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale
degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo). Presidente, quali sono questi tre punti? «Il primo
riguarda la formazione, l'aggiornamento e la certificazione dei titoli professionali. Il secondo riguarda le
società professionali e soprattutto quelle multiprofessionali, con particolare riguardo ai soci di capitale. Il terzo
punto riguarda la pubblicità, ovvero la comunicazione dell'informazione sanitaria». Partiamo da quest'ultimo
punto, quello della pubblicità, che sembra starvi particolarmente a cuore. Qual è l'attuale situazione?
«Attualmente c'è una completa deregulation dell'informazione sanitaria dovuta al decreto Bersani». Il decreto
Bersani sulle liberalizzazioni ha reso possibile qualunque forma di comunicazione nel campo delle prestazioni
sanitarie? «Non è proprio così. In realtà il decreto Bersani rimanda a un ruolo dell'Ordine in merito al controllo
sulla correttezza della comunicazione». Non basta questo controllo da parte dell'Ordine? «C'è il fatto che
l'Antitrust dà di questo decreto un'interpretazione molto restrittiva. Ad esempio, impedisce un "controllo
preventivo" da parte dell'Ordine». E secondo voi, invece? «Secondo noi servono regole più stringenti sulle
comunicazioni di attività e servizi nel campo sanitario che andrebbero ad esclusivo vantaggio dei cittadini».
Passiamo al tema delle società professionali e multiprofessionali. Quali sono i problemi? «È soprattutto il
tema delle società multiprofessionali e quelle dove ci sono anche cosi di capitale e meritare la maggiore
attenzione. Per quanto riguarda le prime, deve essere chiaro per il paziente il rapporto con chi rende la
prestazione: in sostanza deve capire chi la fa davvero». E per le società di capitale? «Chi investe ha
naturalmente un interesse legittimo a remunerare il proprio capitale. Tuttavia, secondo noi occorre individuare
un tetto ai soci di capitale, in modo comunque che non ne abbiano la maggioranza. E poi, secondo noi, i soci
di capitale non possono entrare e uscire quando vogliono, perché così metterebbero in crisi la stabilità della
società. Questi sono alcuni paletti da mettere, per i quali serve all'inizio una legge quadro. Poi un decreto
legislativo entrerà nei dettagli giuridici che non sono cose da poco. Questa secondo noi è la strada più
semplice». Tuttavia le società professionali e anche quelle con soci di capitale già esistono e sono
operative... «Sì, ma appunto secondo noi servono maggiori paletti». Parliamo del tema, sempre dolente, delle
tariffe minime professionali. Il decreto Bersani le cancellò anche per voi. E anche voi le volete di nuovo
reintrodurre. Perché? «Intanto dobbiamo ricordare che le nostre tariffe minime, quando nel 2006 sono state
abolite, erano già vecchissime: risalivano infatti al lontano 1992. Secondo noi le tariffe minime devono
identificare il costo minimo dei fattori di produzione, per cui una certa prestazione non può scendere al di
sotto di una data soglia senza perdere qualità». Una prima obiezione facile: ma chi ci assicura che d i e t r o u
n a p r e s t a z i o n e c h e f o r m a l mente rispetta le tariffe minime da lei così definite ci sia davvero una
buona qualità?. In altre aprole, le tariffe minime potrebbero comunque nascondere una prestazione
professionale scadente. «Quello che lei dice è vero. Ma è vero anche il contrario. E cioè, se si va troppo sotto
una certa soglia minima manca sicuramente la qualità della prestazione. Certe tariffe, spinte al sotto di certi
limiti, non remunerano la qualità». C'è stato qualche fatto determinato che vi ha convinti che senza tariffe
minime i medici ci rimettono, e secondo la vostra visione, anche i pazienti? «Nei mesi scorsi ci sono state
alcune iniziative di pubbliche amministrazioni per mettere a gara alcune prestazioni mediche come le visite,
gli elettrocardiogrammi, ecc. Ebbene, ci sono stati singoli professionisti o associazioni che hanno vinto la gara
con ribassi che sono arrivati anche al 40 per cento dell'importo di base. Una visita di medicina del lavoro è
arrivata a costare anche 5-6 euro. Secondo noi questo non è giusto. E, soprattutto, non dà alcuna garanzia di
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L'INTERVISTA
14/06/2010
Affari Finanza
Pag. 17
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RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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qualità al paziente. Perché il tempo è denaro e se io vengo pagato troppo poco sono anche spinto a fare più
visite o altre prestazioni in un certo arco di tempo. Il fattore tempo è sicuramente un indice di qualità della
prestazione».
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Corriere Economia - N.22 - 14 giugno 2010
Pag. 3
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Antitrust Le pagelle delle liberalizzazioni
Bene le farmacie e in parte le banche, male le assicurazioni, i taxi e gli Ordini . Troppi ostacoli
ALESSANDRA PUATO
Bene le farmacie, voto 7 e mezzo. Quasi sufficienti le banche: 5,8. Insufficienti le assicurazioni: 5.
Gravemente insufficienti gli ordini professionali e i taxi: 4 e mezzo i primi e 3,7 i secondi. È la pagella di
CorrierEconomia (nella scala da uno a 10) all'efficacia delle maggiori liberalizzazioni introdotte in Italia dal
2006. È stata compilata sulla media dei voti assegnati da un panel di quattro osservatori: Paolo Martinello,
presidente di Altroconsumo; Michele Polo, ordinario di Economia politica in Bocconi; Alberto Mingardi,
direttore generale dell'Istituto Bruno Leoni; Enrico Valdani, partner della società di consulenza Valdani Vicari
& Associati.
Nella sua relazione di domani, 15 giugno, Antonio Catricalà, presidente dell'Antitrust, dovrebbe sollecitare, fra
l'altro, la liberalizzazione delle Poste. L'Autorità per la concorrenza è stata il grimaldello per l'apertura al
mercato di settori blindati come banche, farmacie, assicurazioni, ordini professionali, o su gas e benzina.
Liberalizzazioni introdotte perlopiù dai decreti Bersani. Vanno nella direzione giusta, dicono gli osservatori.
Ma hanno funzionato? L'unica davvero riuscita, secondo il nostro panel (vedi grafici), è quella delle farmacie.
Ora però minacciata, guarda caso, da diversi disegni di legge di revisione, all'esame del Parlamento.
Seguono, con alcune criticità, le banche. E le altre? Bloccate. Dagli interessi di categoria.
Sugli ordini professionali, gli avvocati hanno un disegno di legge al vaglio del Parlamento per ripristinare le
tariffe minime. La simbolica liberalizzazione dei taxi non è mai partita. Quanto alle assicurazioni, proprio
l'Antitrust ha aperto il 6 maggio un'indagine per i costi dell'Rc auto (doppi rispetto all'Europa, ha rivelato
l'Isvap la scorsa settimana). «Gli effetti delle liberalizzazioni sono stati, per ora, sostanzialmente vanificati»,
dice Martinello. Vediamo.
Le farmacie
Sull'efficacia dell'apertura alla vendita dei farmaci da banco anche nei supermercati e nelle parafarmacie, la
valutazione è unanime: Martinello e Valdani danno 7, Mingardi 7 e mezzo, Polo 8. Perché? Ha portato
vantaggi sia al mercato sia al consumatore. Da un lato sono nate 3.216 parafarmacie, dicono i dati ad aprile
del ministero della Salute: «Impiegano oltre 5 mila laureati», nota Antonio Lirosi, l'ex Mr Prezzi, che lavorò a
fianco di Bersani e sul tema ha pubblicato il libro «L'assedio». Dall'altro, sono scesi i prezzi dei farmaci da
banco: «Del 12% in media», dice Lirosi. «Del 25-30% in supermercati e parafarmacie», precisa Camillo De
Berardinis, amministratore delegato di Conad. Che ha aperto 40 «corner» per i farmaci, ne ha in cantiere altri
20 ed esorta: «Non si torni indietro, la liberalizzazione combatte la crisi perché restituisce risorse ai
consumatori».
Per Polo, «l'iniziativa è significativa perché ha permesso la formazione di strutture commerciali diverse dalle
farmacie». Il liberista Mingardi concorda e lancia l'allarme sulla «forte pressione alla revisione della legge».
Vorrebbe, al contrario, che la vendita nei negozi con farmacista (supermercati e parafarmacia) fosse estesa
ai farmaci di fascia C, su ricetta e non rimborsabili. E che alcuni farmaci di automedicazione fossero venduti
«anche in distributori automatici e Autogrill».
Le banche
Sulle banche i giudizi sono divisi: Polo dà 7, Martinello e Valdani 6. Mingardi si dissocia con un 4, perché non
la considera una vera liberalizzazione: «Non è diventato più facile l'accesso al mercato». Comunque, i
benefici per i clienti sono evidenti: l'abolizione del costo di chiusura del conto e del trasferimento titoli valgono
centinaia di euro e Lirosi stima in oltre 100 milioni il risparmio dall'estinzione del mutuo senza notaio. Per
Valdani l'Isc, il nuovo Indicatore sintetico di costo dei conti correnti, «è figlio di questo processo di
liberalizzazione». L'impatto di migrazione da un istituto all'altro è stato, è vero, inferiore alle aspettative. E
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Mercato e consumatori Promossi e bocciati secondo il panel di CorrierEconomia. Domani la relazione
dell'Autorità
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Corriere Economia - N.22 - 14 giugno 2010
Pag. 3
(diffusione:681854, tiratura:2701000)
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Altroconsumo continua a registrare difficoltà nella surroga dei mutui. «Però molte banche, piuttosto che
perdere il cliente, sono intervenute sulla ristrutturazione del mutuo esistente, consentendogli di rinegoziarlo»,
nota Rossano Latorre, partner Kpmg.
Le assicurazioni
Sulle assicurazioni è un rebus: le variazioni sono state accolte, dall'indennizzo diretto al plurimandato per gli
agenti, ma non è cambiato niente. Anzi, i premi sono tornati a salire. Perciò i voti sono concordi: insufficienza.
Mingardi e Valdani danno 5 e mezzo, Polo 5, Martinello 4 perché, ricorda, «secondo l'Antitrust, dal 2009 al
2010 ci sono stati aumenti medi del 15% delle polizze auto e l'indennizzo diretto ha avuto qualche effetto
positivo solo nel primo anno». «Le misure toccavano nel segno, ma le compagnie non si fanno concorrenza»,
dice Polo. Per dire: le polizze pluriennali sono state abolite, ma poi in gran silenzio reintrodotte.
Gli ordini professionali
Sull'apertura delle professioni il voto è unanime: 4 da Polo e Martinello, 4 e mezzo da Valdani, 5 e mezzo da
Mingardi. «Dall'abolizione delle tariffe minime a quella del divieto di pubblicità, le misure erano corrette, ma
non sono state accolte da tutti - dice Polo -. Con le farmacie, è il settore su cui stanno lavorando di più le
lobby».
I taxi
Sui taxi converge la valutazione peggiore: 3 da Martinello, 4 da Polo e Valdani, non classificato da Mingardi
«perché non si è fatto nulla». Di fatto, qualche effetto si è visto solo a Roma, dove sono salite le licenze: ma
per decisione dell'ex sindaco Walter Veltroni.
La frenata
Morale: dove le liberalizzazioni hanno funzionato, c'è stato vantaggio per utente e mercato. Dove no, hanno
prevalso logiche corporative. Ora il processo è in frenata: il nuovo Indice delle liberalizzazioni dell'Istituto
Bruno Leoni, atteso il 12 luglio, registrerà «uno stallo», anticipa il direttore.
Resta, si spera, la spinta dell'Antitrust.
RIPRODUZIONE RISERVATA paolo martinello altro consumo michele polo bocconi alberto mingardi bruno
leoni enrico valdani valdani e vicari associati
14/06/2010
Corriere Economia - N.22 - 14 giugno 2010
Pag. 12
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Il ritorno di Laurini ricompatta i notai
Il neopresidente: «Riforme? Nessun cedimento su competenze e numero programmato»
ISIDORO TROVATO
I notai hanno scelto «l'usato sicuro» e si sono affidati a Giancarlo Laurini. Sarà lui il presidente del Consiglio
nazionale del notariato per il triennio 2010-2013. Notaio dal 1970 nel distretto di Napoli, Laurini ha già
ricoperto la carica di presidente dal 1992 al 1998 e proprio la sua esperienza rappresenta una garanzia in un
momento molto delicato come quello attuale in cui ci sono in ballo scelte importanti legate alla riforma delle
professioni.
Non è un caso che l'elezione sia avvenuta all'unanimità malgrado da tempo, durante la presidenza Piccoli, si
fossero formate due correnti tra conservatori e progressisti.
Adesso però per Laurini arriva la parte più complessa: gestire una fase di cambiamento durante un periodo di
crisi che ha inciso persino sul giro d'affari dei notai che nell'ultimo anno ha registrato un calo fino al 30%. E
intanto c'è persino chi dubita sull'intoccabilità del numero programmato. «Si tratta di un presupposto
irrinunciabile - precisa subito Laurini - se una società chiede una democratica organizzazione con garanzia di
legge non può rinunciare a un notariato controllato e debitamente formato. Sarebbe pensabile rivolgere la
stessa proposta ai magistrati? La confusione ha un costo sociale ed economico e quello che è successo negli
Usa due anni fa lo dimostra. Il notariato ha un ruolo sociale a cui non è mai venuto meno: negli ultimi 10 anni
la nostra categoria ha investito circa 14 milioni di euro per sostenere la riforma tecnologica e informatica.
Altrimenti oggi non avremmo l'atto notarile informatico».
Dopo la convocazione, da parte del ministro Alfano, di tutti gli ordini professionali si profila la possibilità di una
«storica» riforma delle categorie. All'ordine del giorno temi scottanti come il ripristino delle tariffe minime e
una possibile redistribuzione delle competenze esclusive.
«In merito alle tariffe - dice Laurini - la nostra posizione rimane inflessibile: un sistema tariffario fa da garanzia
ai diritti del cittadino. E poi non bisogna mai dimenticare che la nostra è una funzione pubblica ecco perché
alcune regole non possono essere applicate come fossimo tutti uguali. È il caso della pubblicità: il nostro
prodotto non è paragonabile agli altri».
Ne scaturisce una posizione conservatrice rispetto alla riforma delle professioni? «Per niente. Riformiamo ciò
che non funziona. Il notariato però funziona. Semmai bisognerebbe ottenere che ognuno faccia ciò a cui è
deputato. Per esempio ritengo sia stato commesso un errore nel 2008 quando è stato permesso ai
commercialisti di svolgere l'attività di cessione di quote srl con firma digitale. Riteniamo che l'accesso ai
pubblici registri debba tornare a essere prerogativa esclusiva di chi come noi garantisce anche terzietà. Con
sincerità dico che è stato un errore pure quello di estendere anche ai notai la parte finale delle vendite
giudiziarie, lavoro che non rientra tra le nostre specifiche prerogative».
Tra i compiti del nuovo incarico ci sarà anche quello di decidere se dare un seguito alle iniziative intraprese
dallo scorso consiglio nazionale, per esempio in tema di piccole e medie imprese. «Il voto unanime è un
segnale forte di compattezza e continuità. Finora il notariato ha attivato uno sportello di consulenza gratuita
per i cittadini in 88 comuni e siglato un accordo con 13 associazioni territoriali di Confindustria. Non vedo
motivi per non continuare e rafforzare questo progetto».
RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Eletto Giancarlo Laurini
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ordini Il Consiglio nazionale, dopo le recenti divisioni, rinnova all'unanimità il vertice in un momento molto
delicato
14/06/2010
ItaliaOggi Sette
Pag. 2
(tiratura:136577)
Questo «Pat» non s'ha da fare. Le professioni dell'area tecnica, da quando sono uscite dal Comitato unitario
delle professioni per fare comunella a parte, ci provano continuamente a stare sotto lo stesso tetto. Ma non ci
riescono proprio. C'è chi, come gli ex diplomati, vorrebbe mettersi in linea con l'Europa e stare all'interno di
una professione con un percorso universitario e un titolo che ne rispecchi l'evoluzione rispetto all'obsoleto
«perito». Ma c'è anche chi, come i laureati con la L maiuscola, che vorrebbe che i cugini diplomati stessero al
loro posto, soprattutto quando il nuovo titolo sognato degli ex periti è quello di ingegneri di primo livello o
anche più semplicisticamente tecnici laureati. Così, se la proposta di legge per il restyling delle professioni
presentata dalla parlamentare Maria Grazia Siliquini ha fatto tremare i pilastri del coordinamento, la riforma
dell'istruzione secondaria (in attesa di andare sulla Gazzetta Ufficiale) ha fatto venir giù quel poco che era
stato messo in piedi. A infiammare gli animi è stato un recente confronto al ministero dell'istruzione fra i
presidenti dei collegi e degli ordini del comparto e due dirigenti del Miur. Questi ultimi, Mario Dutto e Maria
Grazia Nardiello, al domandone secco «se il nuovo diploma consentirà ancora l'accesso agli albi professionali
» hanno risposto «no» ai diplomati e «si» ai laureati. Due risposte che, in sostanza, confermano le aspettative
contrapposte dei due fronti. Insomma, il solito gioco delle tre carte per non scontentare nessuno e fare le
riforme. Almeno fino a quando qualcuno non se ne accorge.
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
66
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Questo Pat non s'ha da fare
14/06/2010
ItaliaOggi Sette
Pag. 204
(tiratura:136577)
Come tenersi stretti i collaboratori
Meglio regolamentare prima i rapporti tra professionisti e studi
Nessun contratto scritto, ma una collaborazione basata sulla fiducia, su accordi orali, e in parte anche sul
buonsenso. La professione forense rientra nel quadro normativo dei rapporti di lavoro autonomo e l'avvocato
è un libero professionista che non ha cartellini da timbrare o ferie da richiedere al datore di lavoro.Anche se
non regolata in modo ufficiale, tuttavia, la collaborazione tra uno studio e un professionista ha caratteristiche
simili a quelle di un contratto aziendale e in alcuni casi gli studi prevedono la firma di accordi di
collaborazione e confidenzialità.«Per motivi sia storici che di necessità, è ancora raro che il rapporto di
collaborazione tra uno studio e un professionista sia regolato in forma scritta. Da noi è tutto verbale», spiega
Paola Tradati, managing partner di Toffoletto e Soci.Quello che invece è in forma scritta e deve essere
firmato da ogni collaboratore, è il regolamento interno dello studio, che non solo ne tutela il know-how, ma
regola anche il comportamento dei collaboratori.«Si tratta di una sorta di manuale del collaboratore, che
spiega in che modo prenotare gli alberghi convenzionati, precisa i limiti dell'uso della tecnologia qui in studio
e in parte anche il dress code e l'educazione che ogni collaboratore deve avere, anche per conformità alla
certificazione Iso 9001 che abbiamo ottenuto», aggiunge Tradati.I nuovi ingressi firmano, inoltre, per
accettazione una lettera di riservatezza con cui si impegnano a non portare via i dati e i clienti dello studio in
caso di trasferimento in un'altra firm.«Certo è che in pratica questo dipende dall'onestà intellettuale della
persona, in quanto le cause non sono comuni in questo settore. L'ordine degli avvocati può sanzionare un
professionista in seguito a un esposto, ma solo in caso di infrazione del codice deontologico».Per tutelare il
proprio patrimonio di know-how, lo studio è organizzato secondo diversi livelli di accesso alle informazioni.«I
praticanti non hanno accesso alla contabilità e vengono usati sistemi di netbooting per impedire
l'esportazione dei dati su computer esterni alla rete».E se il rischio, in caso di un trasferimento di un socio, di
portare via dei clienti fa parte di questo mercato, Tradati afferma che lo studio è più interessato alla
protezione dell'investimento sulla formazione dei giovani.«Stiamo pensando di introdurre patti di stabilità che
prevedano una penale economica se un collaboratore decide di cambiare studio prima di un tempo
determinato», conclude.Gli studi d'affari devono infatti tutelarsi nel caso di un cambio di poltrona. In caso di
trasferimento il collaboratore porta con sé know-how specifico, portafoglio clienti e il valore del brand dello
studio su cui fare leva sul curriculum.«La liberalizzazione, a livello comunitario, del mercato delle professioni
ha reso più sensibile anche il mercato interno agli spostamenti e al passaggio di un avvocato a una firm
concorrente», interviene Luca Failla, socio fondatore di LabLaw.«Tuttavia, nel campo delle professioni non è
possibile dare applicazione alle disposizioni del codice civile in materia di concorrenza sleale innanzitutto
perché la professione forense risponde prioritariamente a una funzione sociale e non può essere valutata in
termini commerciali, ma anche perché il professionista è tenuto al rispetto del codice deontologico forense».È
tuttavia possibile prevedere delle clausole di riservatezza che si aggiungono alle norme di deontologia
ordinariamente applicabili. «Queste regole possono essere stabilite mediante la previsione di vincoli più
stringenti che per i soci derivano dall'appartenenza all'associazione professionale», spiega Failla. Se il
collaboratore lascia lo studio seguito dai clienti, è infatti possibile ipotizzare un'azione di risarcimento di
responsabilità civile solo in presenza di specifici vincoli contrattuali. Tali azioni possono tutelare lo studio solo
parzialmente in quanto l'attività professionale si fonda su un vincolo fiduciario e ciò può comportare che il
cliente segua sempre l'avvocato nei suoi diversi spostamenti.Anche se la pratica di mettere le cose per
iscritto non è ancora comune, soprattutto in seguito all'arrivo delle firm internazionali in Italia la situazione sta
cambiando.«L'abitudine di stabilire degli accordi scritti con i propri collaboratori si sta affermando e si
affermerà, sia perché il mercato italiano si sta allineando con quello estero, sia, soprattutto, per una comune
esigenza di garanzie e trasparenza nei rapporti», afferma Guido Callegari, socio di De Berti Jacchia Franchini
Forlani, esperto di diritto del lavoro.Secondo l'avvocato, l'esigenza principale è quella di coinvolgere e
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Le principali law firm hanno previsto clausole restrittive per impedire il furto di clienti
14/06/2010
ItaliaOggi Sette
Pag. 204
(tiratura:136577)
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«fidelizzare» i migliori per assicurarsene la collaborazione nel tempo.«Il socio è legato agli altri partner con un
contratto di natura societaria, ma il collaboratore non ha vincoli definiti».Gli accordi di collaborazione vengono
seguiti direttamente dallo studio mentre, per la gestione degli aspetti tecnici, lo studio De Berti Jacchia
Franchini Forlani si affida a commercialisti e ad altre figure professionali.© Riproduzione riservata
14/06/2010
ItaliaOggi Sette
Pag. 46
(tiratura:136577)
Ho letto svariati commenti al parere della Cassazione di alcuni mesi fa sulla vicenda del notaio non in regola
con l'aggiornamento della formazione, ma non sono riuscito a farmi un'idea critica. Potete spiegare in
maniera semplice il contenuto della sentenza e i risvolti sugli Ordini professionali e relativa gestione della
formazione?V.C.
14Formazione professionaleHo letto svariati commenti al parere della Cassazione di alcuni mesi fa sulla
vicenda del notaio non in regola con l'aggiornamento della formazione, ma non sono riuscito a farmi un'idea
critica. Potete spiegare in maniera semplice il contenuto della sentenza e i risvolti sugli Ordini professionali e
relativa gestione della formazione?V.C.Risponde Matteo De DonatisFacciamo riferimento a quanto indicato
nell'ordinanza del 1° febbraio scorso, n. 2235, della Corte di Cassazione.In tale contesto è stato respinto il
ricorso di un notaio, sanzionato con la censura perché non in regola con l'obbligo formativo (nel caso
specifico, il mancato raggiungimento dei 100 crediti complessivi inerenti al biennio 2006-2007).E infatti «il
Consiglio nazionale del notariato ha adottato i principi di deontologia professionale dei notai (cd. codice
deontologico) che all'art. 2 prevede, espressamente, da un lato, che il notaio, anche a tutela dell'interesse
generale, deve curare l'aggiornamento della propria preparazione professionale mediante l'acquisizione di
specifiche conoscenze di tutte le materie giuridiche che la riguardano, dall'altro, che il Consiglio nazionale
stabilisce, con apposito regolamento le modalità della formazione permanente obbligatoria dei notai».Detto
ciò, secondo il regolamento sulla formazione professionale permanente dei notai, il mancato assolvimento
dell'obbligo di formazione biennale costituisce illecito disciplinare e i Consigli notarili provvedono ad applicare
le sanzioni nei limiti di competenza loro assegnati dall'articolo 147 della legge notarile che, nella sua ultima
formulazione, prevede che sia punito con la censura o con la sospensione fino a un anno o, nei casi più gravi,
con la destituzione, il notaio che violi in modo non occasionale le norme deontologiche elaborate dal
Consiglio nazionale del notariato.In senso più ampio, l'importanza dell'ordinanza della Corte di cassazione sta
nell'aver ribadito e confermato che il mancato aggiornamento del professionista rappresenta un
danneggiamento alla dignità, al decoro e al prestigio della professione che deve essere assoggettato alle
stesse sanzioni previste in caso di compimento di errori tecnici gravi, poiché è da escludere che le norme
deontologiche elaborate dal consiglio di un ordine professionale siano suscettibili di sindacato di legittimità
costituzionale né è possibile ravvisare, nell'obbligo imposto a un professionista di formazione e
aggiornamento, l'introduzione di un nuovo requisito per l'esercizio della professione, altrimenti coperta da
riserva di legge.
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Formazione professionale
12/06/2010
Il Roma
Pag. 8
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Consiglio del notariato, Laurini eletto
ROMA . Con un voto unanime il Consiglio Nazionale del Notariato ha eletto il suo presidente: è il professor
Giancarlo Laurini ( nella foto ). Si tratta di una rielezione senza precedenti nella storia del Notariato italiano.
Infatti, è la terza volta che Laurini viene chiamato a guidare il vertice della categoria che già aveva guidato dal
1992 al 1998. Il Notariato ha scelto, dunque, uno dei suoi uomini di maggiore esperienza, dal curriculum
prestigioso che ha saputo in tutti questi anni rappresentare i notai, con autorevolezza e competenza, a livello
nazionale ed internazionale dando un contributo di straordinaria efficacia e di lungimiranza. Laurini ha saputo
innovare ed indicare alla categoria "nuove frontiere" professionali che rischiava di rinchiudersi in se stessa,
guardando più alla sua storia passata che alle nuove sfide che oggi si prospettano ed alle quali è chiamato
l'articolato mondo delle professioni, di cui il Notariato è, senza dubbio, uno dei riferimenti più significativi del
panorama nazionale. A proposito della crisi economica, Laurini spiega che «siamo in prima linea e
costituiamo, come categoria, delle antenne più avvertite a livello territoriale in grado di valutare, quasi in
tempo reale, lo spessore dello stato di crisi nonché la sua evoluzione. Sarebbe, però, un errore rinchiudersi a
riccio nella tutela di interessi di parte. Siamo chiamati ad attuare un ben altro spartito: innanzitutto di tutela e
di garanzia del cittadino che usufruisce del nostro servizio pubblico. L'apporto che può dare il Notariato per il
superamento della crisi, ma anche da parte degli altri ordini professionali, può essere rilevante». Mario
Simeone
RIFORMA DELLE PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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È IL PRESIDENTE
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI
PUBBLICI
16 articoli
12/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 3
(tiratura:405061)
SÌ AL RIGORE Il ministro della Pubblica amministrazione : «Bene ha fatto Tremonti a respingere l'assalto alla
diligenza con la sua durezza ruvida»
Isabella Bufacchi
S. MARGHERITA LIGURE. Dal nostro inviato
«L'Italia deve ripartire da due riforme bipartisan: la riforma della pubblica amministrazione e il federalismo
fiscale. A maggior ragione, proprio perché c'è la crisi, vanno fatte: questa è la grande occasione per riformare
il paese. C'è chi ha il cattivo pensiero che proprio la crisi fermerà le riforme: bene fa il ministro dell'Economia
Giulio Tremonti a respingere l'assalto alla diligenza con la sua durezza ruvida. Come non dare ragione a
Tremonti di fronte a questa irresponsabilità di massa».
Come nel suo stile, non ha usato giri di parole il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta
rivolgendosi ieri alla folta platea dei giovani imprenditori di Confindustria. Le riforme andranno avanti, ha
assicurato: quella della Pa non si arresterà. Entro fine anno, tra le altre cose, è certo che decollerà il
certificato medico on line, il fascicolo sanitario on line e la prescrizione medica on line, nonostante i tentativi
delle lobbies di arrestare queste innovazioni.
Brunetta ha rivolto più volte l'invito alla sala a unire le forze in questo processo di riforma, a non esasperare
le divisioni tra classe politica e classe imprenditrice. «Non parlate dicendo "noi" e "voi"», ha esortato,
sottolineando la portata bipartisan del federalismo fiscale e della riforma della pubblica amministrazione,
entrambe approvate come legge delega in parlamento da maggioranza e opposizione. Due riforme che
dimostrano «che c'è unità d'intenti nella classe dirigente». «Chi produce ricchezza e benessere è una
minoranza in questo paese», ha evidenziato il ministro, esortando gli imprenditori ad assecondare la volontà
riformatrice della classe politica, piuttosto che polemizzare sui costi della politica. Portando come esempio le
auto blu, ha ammesso che costano molto ma non perché ne circolano in numero eccessivo ma per colpa
della spesa del carburante: sono usate in modo irresponsabile
Raccogliendo puntualmente gli applausi dei giovani imprenditori, Brunetta ha ricordato le ragioni che
rendono le due riforme su Pa e federalismo improrogabili. «Ci sono margini enormi in centro e anche in
periferia per tagliare la cattiva spesa pubblica», ha tuonato prendendosela con i meccanismi della finanza
derivata, i trasferimenti dallo stato centrale agli enti locali, che risalgono agli anni 70 e grazie ai quali «le
cicale sono state sempre premiate, le formiche sono state sempre punite». Sul pubblico impiego, non ha fatto
sconti. «Il settore pubblico è il più protetto dalla concorrenza, gode delle condizioni salariali più dinamiche e
ha la più bassa produttività», ha detto: 3,5 milioni di impiegati pubblici, una massa salariale che costa 170
miliardi di euro l'anno e che è cresciuta negli ultimi dieci anni del 47% contro il 25% del settore privato.
Brunetta ha menzionato i falsi invalidi, l'assenteismo. E ha parlato di "alleanza perversa" tra lo stato e gli
avvocati, i commercialisti, i consulenti, i notai che «vivono dell'inefficienza dello stato e della burocrazia».
Il paese va cambiato. E cambiare si può. Non è poi così difficile. Brunetta ha raccontato come, grazie alla
«santa violenza europea», in Italia sia stato introdotto uno scalone di cinque anni, portando l'età pensionabile
delle donne impiegate nella pubblica amministrazione a 65 anni. «In un solo botto e non è successo niente»,
ha sottolineato il ministro: questo vuole dire che «cambiare è possibile, è relativamente facile». La riforma
della Pa e il federalismo fiscale sono due operazioni «difficilissime e complicatissime» ma andranno fatte.
Brunetta promette battaglia, stile Tremonti.
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RIFORME IN AGENDA
Pubblica amministrazione
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Brunetta: su Pa e federalismo andremo avanti
12/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 3
(tiratura:405061)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La prima riforma citata dal ministro Renato Brunetta tra quelle su cui bisognerà andare aventi lo stesso e se
possibile con un consenso biaprtisan è quella della Pubblica amministrazione. Entro fine anno, ha spiegato il
titolare di palazzo Vidoni , decollerà il certificato medico on line, il fascicolo sanitario on line e la prescrizione
medica on line
Federalismo fiscale
Intravedendo «margini enormi in centro e anche in periferia per tagliare la cattiva spesa pubblica», Brunetta
se l'è presa con i meccanismi della finanza derivata, i trasferimenti dallo stato centrale agli enti locali grazie ai
quali «le cicale sono state sempre premiate, le formiche sempre punite»
12/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 27
(tiratura:405061)
In Italia serve più coraggio per snellire la burocrazia
LE PRIORITÀ Dematerializzazione, tracciabilità dei pagamenti e semplificazione portano competitività
di Pierfilippo Roggero Da mesi sono impegnato, in prima persona e con la mia azienda, nell'illustrare a
soggetti istituzionali, esponenti delle diverse aree politiche, i benefici che la riduzione dei costi della
burocrazia e dell'economia sommersa porterebbero al sistema Italia, grazie alla tracciabilità, e non solo, dei
pagamenti.
Ancora una volta, di fronte all'opportunità di avviare un radicale processo di trasformazione della PA e di
semplificazione tra pubblico e privato, oltre che di liberare risorse a sostegno dello sviluppo nazionale, l'Italia,
miope, volge lo sguardo altrove.
Il testo della manovra economica pubblicato l'1 giugno sulla Gazzetta Ufficiale, nonostante annunci e
anticipazioni, non prevede alcuna norma sulla fatturazione elettronica, ma solo una misura di tracciabilità per
l'Iva, disponendo che l'Agenzia delle Entrate definisca le modalità per comunicare al fisco le fatture di importo
superiore ai 3mila euro.
Forse perché intimoriti da qualche forte lobby, o non convinti della validità di queste misure - nonostante
benefici stimati in qualche decina di miliardi (dai 2 ai 3 punti di Pil) - non si è avuto il coraggio di intervenire
con decisione per assicurare al paese modelli di gestione delle transazioni che invece hanno portato ad altri
paesi europei importanti vantaggi in termini di riduzione dei costi della burocrazia e di lotta all'evasione.
Si stima (dati: Osservatorio Fatturazione elettronica e dematerializzazione della School of Management del
Politecnico di Milano) che l'adozione di logiche di dematerializzazione, solo per la fase di fatturazione, porti un
risparmio intorno ai 10 miliardi, 60 nel caso la fatturazione elettronica riguardi l'intero ciclo ordine pagamento.
A seconda del modello adottato, l'impatto atteso di queste misure potrebbe essere, solo in ambito PA,
compreso tra i 300 milioni e i 2 miliardi di risparmio; per le imprese, il valore potenziale della fatturazione
elettronica è più che dimostrato, ed è stimato tra 1 e 3 punti di margine a seconda del settore, delle
dimensioni dell'azienda e modello implementato.
In realtà, già la Finanziaria 2008 introduceva l'obbligo per i fornitori della PA di inviare fatture elettroniche
"pure" a norma di legge; ma manca il decreto attuativo che rende efficace questa disposizione.
La norma sulla tracciabilità delle fatture introdotta nell'ultima manovra ha il pregio di aver generato interesse
e fermento sul tema più generale della fatturazione elettronica; quello che ora ci si augura è che il gruppo di
lavoro congiunto del ministero dell'Economia e del ministero per la Pubblica amministrazione e innovazione
intervenga al più presto per emanare il decreto attuativo.
Se il presidente Berlusconi e il Governo avessero evidenza dei reali benefici che queste misure porterebbero
al paese, sarebbero i primi a supportarne la diffusione, così come l'opposizione; iniziative come questa non
sono né di destra né di sinistra, ma di chi, come noi, vuole avviare una trasformazione in grado di portare
vantaggi concreti alle imprese e alla vita dei cittadini.
Senior vice president, Southern
& Western Europe di Fujitsu Technology Solutions
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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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INTERVENTO
14/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 23
(tiratura:405061)
Migliora l'efficienza dei servizi: Roma vince sette maglie rosa
Chiara Bussi
Sette maglie rosa, a pari merito con altri velocisti, e una maglia nera. Ma anche sei tappe nel gruppo di testa
e altrettante in quello di coda. Se l'efficienza e la diffusione dei servizi pubblici online fosse una gara di
ciclismo sarebbe questo il punteggio del nostro paese. Lo rivela l'Ottava indagine comparativa realizzata da
Capgemini, insieme all'Istituto di ricerca Rand Europe, al gruppo di analisi Idc e al Danish Technological
Institute (Dti) per conto della Commissione europea.
Il rapporto, che fotografa la situazione in Europa (i 27 Paesi della Ue, più Islanda, Norvegia e Svizzera) nel
2009, evidenzia una costante crescita dell'e-government: il livello di efficienza è aumentato dell'83% rispetto
al 76% del 2007 e il 71% dei paesi offre servizi di pagamento online rispetto al 59% della rilevazione
precedente. Solo sei stati (Austria, Malta, Portogallo, Gran Bretagna, Svezia e Slovenia) offrono però la piena
disponibilità di servizi online. Venti gli indicatori passati in rassegna per un monitoraggio che ha riguardato
oltre 14mila siti.
L'Italia - si legge nel rapporto - primeggia, tra l'altro, nelle procedure di denuncia di un furto alla polizia locale,
nell'iscrizione al registro delle imprese delle Camere di commercio e nei servizi di immatricolazione di auto.
Ma anche nelle pratiche da sbrigare per ottenere un passaporto, per la dichiarazione delle imposte sul reddito
da lavoro dipendente e sulle società, così come per le pratiche di dichiarazione dell'Iva. Per le gare d'appalto
online è invece in linea con la media Ue. Tra le note dolenti figurano invece le consultazioni sul web dei
cataloghi delle biblioteche pubbliche, le iscrizioni universitarie che avvengono ancora con la modalità
cartacea o le prenotazioni ospedaliere. La maglia nera in assoluto è quella delle autorizzazioni ambientali
comunali per avviare un'impresa: qui tutto avviene ancora su carta. La ricerca non tiene conto
dell'introduzione della Pec, la posta elettronica certificata, messa a disposizione dal ministero della pubblica
amministrazione a fine aprile.
Nonostante i progressi, per tutti l'obiettivo di ridurre il peso amministrativo del 25% nella Ue entro il 2012
appare un traguardo ancora lontano. «La situazione - sottolinea Maurizio Mondani, a.d. di Capgemini Italia viene resa ancora più difficile dai maggiori vincoli di bilancio imposti dalla crisi. Le restrizioni finanziarie non
devono limitare l'e-government, perché nel momento attuale queste tecnologie possono rappresentare la
chiave di volta per offrire un servizio pubblico più efficiente e meno costoso».
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IN TESTA
Denunce alla polizia
L'Italia raggiunge il massimo livello di efficienza del servizio di procedura per la denuncia ufficiale di un furto
di beni personali presso un ufficio di polizia locale. Altri casi di best practise sono Austria, Spagna, Germania
e Francia
Iscrizione al registro imprese
L'Italia ottiene il massimo livello di efficienza del servizio nella procedura per avviare una nuova società.
È possibile gestire completamente l'iscrizione tramite internet.
Anche Austria, Belgio, Francia, Spagna ed Estonia raggiungono il massimo livello
Immatricolazioni auto
L'Italia raggiunge il massimo livello di efficienza nella procedura di immatricolazione di un'auto nuova, usata
o di importazione. Solo Croazia e Bulgaria non dispongono di un sito web per l'erogazione di questi servizi
grafico="/immagini/milano/graphic/203//p23-ride.eps" XY="337 337" Croprect="0 0 337 337"
IN CODA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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E-government. Le rilevazioni in Europa di Capgemini
14/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 23
(tiratura:405061)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Autorizzazioni ambientali
L'Italia non dispone di alcun sito web dal quale poter avviare la procedura per la richiesta di auorizzazione
ambientale necessaria per l'avvio di un'impresa. Tutto avviene in forma cartacea. I migliori sono Austria,
Estonia e Germania
Trasferimento di indirizzo
L'Italia è al di sotto della media Ue per quanto riguarda la comunicazione della variazione di indirizzo di un
privato che si trasferisce all'interno del paese. Non esiste la possibilità di avviare la procedura per via
telematica. In Austria, Grecia, Francia e Spagna il servizio è totalmente online
Servizi sanitari
L'Italia è sotto la media Ue per le prenotazioni ospedaliere online. Sul web si trovano solo le informazioni
necessarie per avviare la procedura. In Gran Bretagna, Svezia ed Estonia, invece, la prenotazione può
essere effettuata direttamente da un medico di base
grafico="/immagini/milano/graphic/203//p23-nonride.eps" XY="337 337" Croprect="0 0 337 337"
La performance dell'Italia
I tre migliori indicatori dell'Italia e i tre peggiori secondo l'indagine comparativa di Capgemini sui 20 servizi
pubblici a confronto con la media dei Paesi Ue
13/06/2010
La Repubblica - Torino
Pag. 14
(tiratura:710716)
A scuola senza certificato una follia burocratica
Gianluigi Fornoni Internet IL Governo parla di sburocratizzare i rapporti con la pubblica amministrazione
eliminando permessi ed altro. Io vorrei raccontare un episodio di ordinaria follia "burocratica". La Regione
Piemonte, per portarsi avanti con il lavoro, ha eliminato il certificato di guarigione per la riammissione dei
bambini malati a scuola, questo fa si che genitori irresponsabili mandino a scuola i figli non ancora
perfettamente guariti che, di conseguenza, infettano tutti gli altri.
Nella scuola frequentata da mia figlia si è diffusa, come ogni anno, la varicella.
I genitori di una bambina malata, invece di tenerla a casa per 3 settimane, come consigliato dal pediatra per
scongiurare il contagio, l'hanno rimandata a scuola dopo solo una settimana e con ancora le crosticine piene
di liquido. Risultato: più di metà classe a casa con la varicella.
Quel che è peggio è che mia moglie è all'ultimo mese di gravidanza e la varicella contratta dalle donne
incinte nel periodo finale della gravidanza può avere effetti drammatici sul feto. A questo punto chiedo due
cose, era proprio necessario eliminare i certificati medici di riammissione? Ora chi salvaguarda la salute
pubblica dagli irresponsabili che, nascondendosi dietro la privacy, fanno ciò che vogliono?
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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ETTERE
13/06/2010
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 5
(diffusione:309253, tiratura:418328)
RAFFAELLO MASCI
ROMA
«Se pensate che l'istruzione costi troppo, provate con l'ignoranza». La frase è di Derek Bok, giurista e storico
rettore di Harvard, e campeggia su uno striscione sostenuto da alcuni insegnanti che hanno sfilato ieri
pomeriggio a Roma per la manifestazione indetta dalla Cgil contro la manovra economica del governo. «Altri
Paesi che stanno vivendo una dura crisi e che sono come il nostro governati dalla destra, come la Germania
e la Francia - spiegano i docenti - hanno fatto tagli e perfino licenziamenti, ma non hanno toccato la scuola e
la ricerca, perché pensano al loro futuro e a come rialzarsi. Noi no».
Secondo il sindacato erano 100 mila ieri a Roma (un quarto, secondo la questura), e in ogni caso tanti.
Hanno sfilato da piazza della Repubblica fino a piazza del Popolo, dove hanno parlato i segretari della
Funzione Pubblica, Rossana Dettori, e dei Lavoratori della conoscenza, Mimmo Pantaleo. Alla fine ha chiuso
il segretario Guglielmo Epifani ribadendo la contrarietà della Cgil «ad una manovra che pesa tutta sulle spalle
dei lavoratori e dei pensionati».
Il corteo è stato pieno di spunti, di acutezze, di battute affidate a cartelli e striscioni: «O' sparagno - dice una
scritta in napoletano - nun è maje guadagno», e un altro «Con classi di 31 non impara più nessuno». Una
professoressa siciliana ricorda una farse di Antonino Caponnetto: «La mafia e la camorra temono più la
scuola che la giustizia». Frasi a effetto, insomma. E capaci di far riflettere sui tagli a istruzione e ricerca.
Ma la Cgil ieri ha fatto di più: a piazza del Popolo ha allestito cinque gazebo per altrettanti comparti della
pubblica amministrazione (scuola, sanità, enti locali, giustizia, protezione civile) con schede brevi e molto
chiare sui tagli che sono stati praticati nei vari comparti e sulle conseguenze che avranno sulla vita dei
cittadini.
I lavoratori pubblici - lo dice la scheda ma lo ha ripetuto anche Rossana Dettori - perderanno 3000 euro
l'anno per il blocco della contrattazione collettiva, e stiamo parlando di lavoratori che prendono 1000-1300
euro al mese.
Anche i dipendenti della scuola, ha ricordato Pantaleo, subiranno queste decurtazioni, con l'aggravante del
blocco degli scatti di anzianità, uniche voci di crescita stipendiale previste. Senza dire che il taglio di 8 miliardi
al funzionamento degli istituti, comporterà che le famiglie dovranno pagarsi laboratori, assistenza ai disabili,
fino ai materiali di consumo. E poi i tagli alla sanità, quelli agli enti locali e, infine, alla ricerca e all'università. E
via elencando.
Ma la Cgil ha voluto anche dare delle proposte alternative: «Si potrebbero ottenere subito 15 miliardi
attraverso tre interventi - spiega una scheda - 1. tassare i beneficiari dello scudo fiscale. 2. tassare quel 10%
di cittadini che possiede il 50% dei beni del paese. 3. combattere l'evasione fiscale».
In piazza ci sono vari politici. L'Italia dei valori ha un suo gazebo. Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, fa
notare che «Con uno solo dei 131 nuovi cacciabombardieri F-35 che l'Italia acquisterà nei prossimi anni
(costo unitario 124 milioni) si potrebbero costruire 83 asili nido da 60 bambini l'uno».
Il senatore del pd Ignazio Marino, fa riferimento a due sole voci di spesa «tra le tante» che potrebbero essere
tagliate «senza intaccare minimamente» i servizi ai cittadini: «l'abolizione delle provincie e il taglio di almeno
la metà delle 600 mila auto blu».
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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"Pagano solo pensionati e dipendenti"
11/06/2010
Il Resto del Carlino - Ed. nazionale
Pag. 29
(tiratura:206221)
ROMA - Intesa Sanpaolo offre gratuitamente il servizion di firma digitale ai suoi 3 milioni di clienti titolari del
contratto di Internet banking. Il cliente potrà acquistare carte di pagamento e sottoscrivere prestiti personali e
polizze assicurative direttamente dal sito web della banca, risparmiando tempo ed eliminando la
documentazione cartacea. Già oggi è disponibile SuperFlash, la carta prepagata di ultima generazione. Si
riceve direttamente a casa per posta e si attiva al telefono.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Intesa Sanpalo attiva la firma digitale per tre milioni di clienti via Internet
12/06/2010
Il Resto del Carlino - Cesena
Pag. 10
(tiratura:206221)
Stop alla giungla dei regolamenti
FAVORIRE la libertà di impresa attraverso modifiche all'articolo 41 della Costituzione: l'idea del ministro
Giulio Tremonti, quella di una rivoluzione liberale, come egli stesso l'ha definita, piace a Federimpresa
Confartigianato ForlìCesena, che su questa linea si sta muovendo da tempo stigmatizzando gli eccessivi
vincoli burocratici che bloccano la competitività delle imprese. Per Confartigianato serve una rivoluzione
copernicana, con un nuovo approccio culturale, che rovesci la logica nel rapporto tra pubblica
amministrazione e piccola impresa, ora basata su una sostanziale presunzione di colpevolezza in virtù della
quale l'imprenditore deve dimostrare agli organi di controllo di non aver commesso illeciti. D'altronde,
utilizzando gli strumenti ordinari, si basterebbe dare la possibilità ai sindaci dei piccoli comuni sotto i
cinquemila abitanti di agire in deroga sulle autorizzazioni, avendo il polso del territorio e delle imprese. Quel
che serve è, in ogni caso, maggior fiducia all'impresa. Per questo Confartigianato ha chiesto che vengano
adottati lo Small Business Act e il virtuoso principio del think small first per dare alle nostre imprese
l'opportunità di competere ad armi pari con le altre realtà europee. Perchè a un imprenditore italiano debbono
servire 257 giorni per ottenere un permesso di costruzione contro i 100 di un'impresa tedesca? E che senso
hanno la pila di 76 adempimenti burocratici per chi decide di aprire un'officina meccanica, i 73 per un'impresa
edile e i 68 per una lavanderia? Tempi fuori da ogni logica umana, che hanno fatto conseguire al nostro
Paese il poco lusinghiero 78° posto nella classifica redatta dalla Banca Mondiale relativa alla qualità del 'fare
impresa'. Se questo è lo scenario nazionale, a livello provinciale non va molto meglio. Confartigianato ha
chiesto a più riprese di rivedere la complessità dei trenta regolamenti comunali i quali impongono alle aziende
che operano nel territorio provinciale di presentare permessi autorizzativi che variano, e a volte si
contraddicono, a distanza di pochi chilometri. La mancata omogeneità nei regolamenti e la farraginosità del
corpus normativo che regolamenta tutti gli aspetti del fare impresa sono costi che gravano proprio su piccola
impresa e artigianato, per questo è necessaria l'armonizzazione dei regolamenti locali. CON LA CREAZIONE
delle agenzie per le imprese la Pubblica Amministrazione dovrebbe, gradualmente, ritirarsi dal contatto diretto
con le imprese, lasciando il ruolo di tramite a soggetti abilitati, come già oggi avviene coi centri di assistenza
fiscale per la compilazione dei 730, un'innovazione orientata all'alleggerimento della pressione burocratica.
La strada giusta, da imboccare in fretta. il segretario Federimpresa Forlì-Cesena Stefano Bernacci
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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SPORTELLO CONFARTIGIANATO
13/06/2010
Il Resto del Carlino - Modena
Pag. 30
(tiratura:206221)
L'amministrazione studia gli effetti della cura Brunetta
Risparmio ed efficienza anche col blocco degli stipendi
-SASSUOLO- SI SVOLGERA' martedì, dalle 9 alle 16,30 in Sala Biasin a Sassuolo il meeting «L'attuazione
della Riforma Brunetta nelle amministrazioni locali: stato e prospettive alla luce di un difficile transito
culturale», organizzata dal Comune di Sassuolo con il Patrocinio della Provincia di Modena. Tra i relatori del
convegno, al quale hanno già aderito numerosi tecnici di amministrazioni locali in tutta la regione, ci sarà
anche Francesco Verbaro, segretario generale del ministero del Lavoro. Nel corso della giornata saranno
illustrate le linee guida del decreto e verrà spiegato come cambieranno le regole del lavoro pubblico,
anticipando le soluzioni di eventuali problematiche che potrebbero sorgere. Il decreto impone infatti una
revisione non solo dei propri strumenti gestionali ed organizzativi ma anche una diversa formazione del
personale. CON QUESTA GIORNATA il Comune di Sassuolo prosegue la linea iniziata lo scorso anno con
l'iniziativa «Mettiamoci la faccia» siglato dal sindaco Luca Caselli e dal ministro Renato Brunetta, con cui i
cittadini possono esprimere il loro giudizio sui servizi dell' amministrazione, contribuendo a migliorare i servizi
pubblici. «NELLE PUBBLICHE amministrazioni stiamo assistendo al passaggio da modelli di tipo burocratico
a modelli di tipo manageriale che premiano la responsabilità sui risultati e le competenze individuali dei
dipendenti - ha detto Paolo Vincenzi, assessore al Personale e al bilancio. Le pubbliche amministrazioni
saranno gestite come aziende private. Quindi più produttività, merito e trasparenza, ma anche lotta ai
dipendenti fannulloni. Un passaggio epocale che cambierà, anche a Sassuolo, l' approccio tra il dipendente
pubblico e il cittadino, considerato non più utente ma cliente». «L'obiettivo della giornata di studio è di mettere
a fuoco le questioni più rilevanti di questa riforma anche alla luce della manovra finanziaria che colpisce la
pubblica amministrazione e i dipendenti pubblici - spiega Luca Tamassia , direttore generale del comune di
Sassuolo -. La manovra finanziaria prevede infatti il blocco triennale del rinnovo dei contratti nel pubblico e la
riduzione dei trattamenti economici già in atto. Una misura impopolare che mira però a ristabilire un sistema
equilibrato di spesa da parte della Pubblica Amministrazione».
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SASSUOLO UN SEMINARIO SULLA RIFORMA DEGLI ENTI PUBBLICI
13/06/2010
Libero - Ed. nazionale
Pag. 6
(tiratura:224026)
Il premier confessa i suoi progetti su Forzasilvio.it: «Toghe antidemocratiche, ma ora basta». Il piano:
separazione delle carriere, basta obbligatorietà dell'azione penale, nuovo Csm
MARCO GORRA ROMA
La riformissima della giustizia si farà. Parola di Silvio Berlusconi. Rispondendo ai propri sostenitori sul sito
Forzasilvio.it, il premier assicura: la rivoluzione copernicana del terzo potere dello Stato è in agenda. Di più:
«È imminente». A dare il destro al Cavaliere, una ragazza che si chiama Manuela: «Caro presidente, perché
non valutare l'im parzialità dei magistrati con lo Iat, l'Implicit association test, un test impossibile da
manipolare che si utilizza per misurare pregiudizio e razzismo?». E il caro presidente non si fa scappare
l'assist. «Cara Manuela», risponde Berlusconi, «il test di cui parli consente di distinguere le scelte che si
fanno in modo consapevole da quelle che si fanno in modo inconsapevole». E, pertanto, con i giudici è del
tutto inutile: «Francamente», prosegue il premier, «non credo che abbia tanta attinenza con l'imparzialità dei
magistrati». Il motivo è presto detto: «Il test si applica a quelle persone che non esprimono chiaramente il
proprio pensiero, o che addirittura si sospetta che non lo conoscano chiaramente esse stesse». E non è
propriamente il caso delle toghe. Anzi. «Non credo», attacca il Cav, «che i giudici politicizzati possano
rientrare in queste categorie. La mia esperienza di anni di aggressione giudiziaria dimostra che questi giudici
sono perfettamente consapevoli e sanno benissimo quello che vogliono». E che cosa vogliano questi
magistrati, Berlusconi lo sa benissimo: «Il loro obiettivo è quello di rovesciare per via giudiziaria il risultato
elettorale». E fosse solo questo: «Quando una legge votata dalla maggioranza non è da loro condivisa,
impugnano questa legge, la portano davanti alla Corte costituzionale, costituita da una maggioranza di giudici
di sinistra, e ne ottengono l'abrogazio ne. E questo la sinistra lo chiama rispetto delle regole». Dati i
presupposti, non si può restare a guardare: «È un'ano malia grave, che non va confusa con il lavoro della
grande maggioranza dei magistrati che sono persone per bene. Dobbiamo porre rimedio a questa anomalia
con una grande riforma della giustizia cui stiamo lavorando e che ormai è imminente». E se i tempi sono in
via di definizione, i punti della riforma lo sono da tempo: separazione delle carriere, revisione dell'obbligato
rietà dell'azione penale, digitalizzazione della macchina giudiziaria, riforma del Csm, magari pure il piano
carceri tanto caro al Guardasigilli Angelino Alfano. Senza dimenticare l'idea, cara al premier, di rendere
inappellabili le assoluzioni in primo grado. E, come di prammatica, ogni volta che Berlusconi annuncia la
riforma della giustizia, sinistra e toghe approntano le barricate. Leoluca Orlando, Idv: «Colpo di Stato»; Pier
Luigi Bersani, Pd: «Berlusconi sta azzoppando la giustizia in modo serio»; Luca Palamara, Anm: «Il premier
mina la credibilità delle istituzioni». Se davvero la riformissima è «imminente», ci sarà da divertirsi.
IL MECCANISMO Le toghe, «quando non condividono una legge, la portano davanti alla Corte
costituzionale, costituita da una maggioranza di giudici di sinistra, e la fanno abrogare»
MAGISTRATI ROSSI «È un'anomalia grave, che non va confusa con il lavoro della grande maggioranza dei
magistrati che sono persone per bene»
Foto: NEL MIRINO Il premier Silvio Berlusconi: sceso in campo nel 1993 con la fondazione di Forza Italia, ha
vinto le Politiche l'anno successivo, nel 2001 e nel 2008. Olycom
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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«I magistrati sovvertono il voto Cambio la giustizia»
09/06/2010
Il Tempo - Speciale smau business
Pag. 22
(tiratura:76264)
AL SERVIZIO DELLE IMPRESE E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Adobe, Cisco, Dedagroup, Fastweb, Ibm, Infor, Intesa Sanpaolo, Microsoft, Poste Italiane, Sap, Sas,
TeamSystem, Vodafone, Zucchetti sono solo alcuni dei grandi nomi presenti a Smau Business Bologna 2010,
che offre un ricco calendario di workshop tenuti da docenti e analisti di alto livello tra cui Aicel, AISM, CSIG,
Gartner, IWA, School of Management del Politecnico di Milano, e molti altri. Anche quest'anno sotto i riflettori
saranno i migliori casi di eccellenza in materia di innovazione di imprese e pubbliche amministrazioni del
territorio.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Inserto a cura della Publikompass spa
12/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 2
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Contrordine compagno Stracquadanio, Berlusconi stoppa i doppi incarichi
Stop al doppio incarico per i parlamentari. Dopo che il governo negli ultimi giorni è stato battuto, causa
assenze, due volte alla Camera, Berlusconi ha espresso l'intenzione di inviare una lettera ai parlamentari del
Pdl per mettere fine ai doppi incarichi. Interessante, allora, sarà vedere come affronterà il tema
«IlPredellino.it», la testata on line fondata dal super berlusconiano Giorgio Stracquadanio che dal suo sito
internet non esitò a lanciarsi all'attacco del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e del coordinatore del
Pdl e ministro ai Beni culturali Sandro Bondi rei di essersi dichiarati per l'incompatibilità tra il mandato
parlamentare e il ruolo di amministratore locale. Nel ruolo di capogruppo del Pdl nella giunta per le elezioni di
palazzo Madama, Stracquadanio aveva ricordato di aver dichiarato definitivamente compatibili nei loro doppi
incarichi dodici colleghi della maggioranza e riferendosi direttamente a Bondi e Fini aveva ricordato:
«Entrambi sanno che i colleghi del Pdl hanno ottenuto al momento della loro candidatura alle elezioni
amministrative le più ampie rassicurazioni dal partito sul fatto che l'orientamento sulle incompatibilità non
sarebbe cambiato in questa legislatura». Adesso chi glielo spiega che dal capo in persona è scattato il
contrordine compagni? Ora si tratta di vedere se Berlusconi per doppio incarico intende soltanto quello di
amministratore e parlamentare o anche quello di consigliere politico di un ministro, perché in tal caso
sarebbero undici fra deputati e senatori a dover rientrare nell'esclusivo rango parlamentare. E tra questi
anche Stracquadanio fino al 31 dicembre 2009 consigliere del ministro della Pubblica amministrazione,
Renato Brunetta (per le questioni relative all'esercizio dell'azione collettiva), e poi consigliere del ministro
dell'Istruzione, Mariastella Gelmini (per la comunicazione). Non se ne avrà a male. Con Italia Oggi, il
combattivo berluscones ammise che la pratica non è proprio corretta «rispetto al ruolo di controllo che il
parlamento dovrebbe avere sul governo» © Riproduzione riservata
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Il caso del giorno
12/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 7
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Silvio si coccola i suoi giovani
Il Pdl riparte da internet . Da oggi il premier in filo diretto
«Basta con i vecchi», si sente dire a palazzo Grazioli. Silvio Berlusconi vorrebbe cambiare gran parte della
dirigenza del Pdl, e per questo ieri sera ha voluto dare spazio nella sua agenda ai giovani dei Club della
libertà di Mario Valducci. Settanta le nuove leve chiamate a partecipare a una cena a piazza Santi Apostoli,
proprio nella piazza che Romano Prodi aveva portato al centro della politica ai tempi dell'Ulivo. In un
ristorante, ecco la chiamata per 36 donne e 34 uomini, con età media di 28 anni, tutti pronti a diventare
protagonisti del futuro del Pdl.Con una regia attenta a non dare un'immagine «fuori dalle righe», tra i presenti
si parlava di nomi che non potranno non far parte, nella prossima legislatura, del gruppo parlamentare dei
fedelissimi berluscones: come Alessia Serrao, Sveva Orlandini, Andrea Di Sorte e Piero Tatafiore. Di Sorte è
già conosciuto dal pubblico televisivo per aver partecipato alla corrida televisiva di Annozero, nel corso della
tribuna allestita da Giulia Innocenzi, mettendo alle corde il conduttore Michele Santoro: la sua pagina su
Facebook è letteralmente esplosa per la quantità dei commenti ricevuti immediatamente dopo la
trasmissione. Altro personaggio che avrà presto gli onori degli schermi televisivi è la Orlandini: è la fondatrice
del Minzolini fan club. Sveva racconta sul web i problemi di chi vuole dar voce a chi appoggia il direttore del
Tg1, usando queste parole: «Una difficoltà della pagina fan è che non possiamo mandare messaggi, solo
aggiornamenti che non legge nessuno, d'altra parte fuori dalla pagina fan gli amministratori vengono tutti
impallinati dagli hacker rossi, l'abbiamo provato sulla nostra pelle!»A differenza di quanto viene detto a
proposito della generosità del Cavaliere, è da sottolineare che la cena è stata pagata «alla romana», dove
ogni partecipante ha dovuto versare la propria parte di quota per mettere qualcosa sotto i denti. I piatti non
mancavano, comunque: dagli antipasti fritti alle trecce da 9 chili di mozzarella campana, come se piovesse,
più un carpaccio di polipo, le focacce, tante pizze, parmigiano e un dessert finale. Berlusconi non vuole
fermarsi qui, e intende continuare a contattare i giovani del Pdl: quelli di fede forzista, ovviamente. Dopo la
stagione dell'estate è già pronta una lunga serie di appuntamenti con le nuove generazioni, in vista dei
prossimi appuntamenti elettorali con le elezioni degli enti locali (Napoli è al centro delle passioni
berlusconiane, una città che il Cavaliere vuole conquistare a tutti i costi). Anche per questo, da oggi, il
presidente del Consiglio terrà un filo diretto su internet, sul sito www.forzasilvio.it, il network dei sostenitori di
Berlusconi. Il Cavaliere risponderà in audio alle domande che gli giungono via web. «Silvio risponde» è il
nome dell'iniziativa coordinata da Antonio Palmieri, deputato del Pdl e uomo-internet del premier. Il primo
appuntamento è per oggi alle ore 11, quando saranno on line le prime risposte del leader del Pdl agli
internauti. «Cari amici di Forzasilvio.it», dice Berlusconi nell'audio che si può ascoltare in anteprima sul sito,
«ho preso atto con grande piacere della quantità enorme di domande che in poche ore siete arrivati a
rivolgermi. Cercherò di rispondere, naturalmente non potrò rispondere a tutte. Ci sono molte domande che si
assomigliano, cercheremo di metterle insieme in modo tale da riuscire a dare delle risposte in maniera diretta,
quasi che fossimo in una conversazione faccia a faccia».
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Il Cavaliere pensa al futuro e convoca un vertice con le nuove generazioni dei club della libertà
11/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Brindisi
Pag. 5
(tiratura:63756)
Amministrazioni inadempienti, procedure arretrate
• Comuni non interessati, comuni che presentano progetti fuori dalle indicazioni del bando e comuni non
ammessi al finanziamento per errori nella compilazione dei documenti richiesti. Ecco questo è il quadro che si
è presentato all'atto dell'emanazione e della chiusura ed esame delle richieste del bando della Regione
Puglia per il «finanziamento di iniziative per le infrastrutture di supporto degli insediamenti produttivi». Si può
sostenere con dati di fatto che gli amministratori comunali e provinciali brindisini hanno trattato il bando
regionale con strana.... sufficienza. L'ente regionale distribuiva 60 milioni di euro, una dotazione non
trascurabile sulla quale poter contare per procedere al miglioramento della dotazione infrastrutturale dell'area
industriali dei comuni brindisini. Intanto, va sottolineato che la proposta regionale non ha incontrato
l'attenzione degli amministratori del Comune di Brindisi che non ha fatto pervenire alcuna richiesta di
finanziamento. Hanno pensato diversamente i sindaci di Carovigno, Ceglie Messapica, Cisternino, Erchie,
Francavilla Fontana, Latiano, Mesagne, Oria, Ostuni, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, San
Vito dei Normanni, nonchè il Consorzio Asi e la Provincia di Brindisi. Ma la commissione regionale ha ritenuto
«inammissibili», pertanto, non esaminabili le richieste dei alcuni comuni. Quello di Erchie «per firma digitale
non valida», quello di Cisternino «per non aver redatto di una scheda in via telematica e che l'invio telematico
è stato effettuato da casella ordinaria e che la firma digitale non è quella del responsabile del responsabile
del progetto ma da altro dirigente» e quello di Francavilla Fontana «per non aver rispettato l'art. 5 del bando a
proposito di firma digitale». Sono stati inoltre dichiarati «non esaminabili» anche i progetti del Comune di
Latiano «perchè non si registrano invii né telematici né cartacei per cui più che di pratica pervenuta deve
parlarsi più propriamente di pratica aperta ma mai pervenuta» e di San Pietro Vernotico per, tra le quali
«perchè il Comune non dispone della casella di posta elettronica certificata e che i funzionari comunali non
sono muniti di firma digitale» e per la stessa motivazione è stata ritenuta non esaminabile la proposta del
Comune di San Vito dei Normanni. E la Provincia di Brindisi? La proposta addrittura «manca di tre allegati e
non sono state rispettate le condizioni di esaminabilità previste dell'art. 5 del bando». Ma c'è di più. Non sono
stati ammessi all'esame, per diversi motivi, i comuni di Ostuni, San Pancrazio Salentino, Mesagne,
Carovigno, Oria, Ceglie Messapica e Consorzio Asi. Un quadro di situazioni inspiegabili, di «disattenzioni»
imperdonabili e di arretratezze amministrative che provocano danni allo sviluppo dell'intero territorio
brindisino.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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E i Comuni perdono i fondi della Regione
11/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Foggia
Pag. 10
(tiratura:63756)
Digitalizzazione dei processi e udienze telematiche, la nuova frontiera, il tema
• Digitalizzazione della giustizia e nuove frontiere dell'avvocatura convegno del Cinfor, il 18 giugno, alle 16.00
in fiera. Il Cinfor, centro per l'informatica e l'innovazione forense di Foggia, organo del Consiglio dell'Ordine
degli Avvocati dauni ha organizzato per venerdì 18 giugno alle ore 16.00, presso il Palazzo dei congressi
dell'Ente Fiera di Foggia, un convegno dal titolo «Digitalizzazione della giustizia e nuove frontiere per
l'avvocatura». Il Convegno, strutturato in due sessioni, si aprirà con i saluti del Presidente dell'Ente Fiere di
Foggia Fedele Cannerozzi e continuerà con le relazioni del Prof. Mario Fuiano, Professore dell'Università di
Foggia, dell'Avv. Vittorio Mormando, delegato dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana, di Alberto
Fabbrini, Direttore Generale Lextel spa, dell'Avv. Nicola Fabiano, Direttore del Cinfor e dell'Avv. Nicola
Marino, Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Foggia. Nella seconda sessione gli interventi
dell'Ing. Mauro Di Giacomo, della DGSIA, dell'Avv. Giuseppe Agnusdei, Presidente del Consiglio dell'Ordine
degli Avvocati di Lucera, dell'Avv. Giulio Pignatiello, Delegato Nazionale alla Cassa forense e della Dott.ssa
Gina Lomartire, Dirigente UNEP Foggia. Il Convegno vedrà la partecipazione di spicco dell'Avv. Vittorio
Mormando, esperto di informatica giuridica e delegato dell'organismo unitario dell'avvocatura Italiana per la
realizzazione del Processo Civile Telematico, di Alberto Fabbrini, Direttore Generale della Lextel, la più
importante azienda nazionale di servizi informatici per l'avvocatura e dell'Ing. Mauro Di Giacomo della DGSIA
Direzione Generale Sistemi informativi automatizzati, e tratterà i temi di maggiore attualità nel mondo
giuridico quali il processo telematico, le notifiche on line, l'invio telematico dei modelli previdenziali e i sistemi
di posta certificata, con l'obiettivo di offrire agli Avvocati informazioni importanti sui più moderni ed efficaci
strumenti tecnologici per lo svolgimento della loro attività professionale, nonchè sulle novità legate
all'imminente introduzione del processo telematico. Agli avvocati e praticanti avvocati partecipanti al
Convegno saranno rilasciati 5 punti di credito formativo (di cui 2 di deontologia forense).
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Scommessa informatica per la giustizia del futuro
12/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Basilicata
Pag. 11
(tiratura:63756)
• Una manovra finanziaria iniqua, inefficace e irricevibile. Così la definisce E u s t a ch i o Nicoletti,
coordinatore regionale della Flc Basilicata, la Federazione lavoratori della conoscenza. «La manovra
economica - dice Nicoletti - è equivoca perchè contiene tagli lineari ed indiscriminati e colpisce allo stesso
modo le persone oneste e gli evasori, gli enti virtuosi e gli inefficienti. La manovra, inoltre, colpisce i redditi
medio bassi dal blocco dei contratti del pubblico impiego, alla sospensione della riforma Brunetta, ai tagli per
l'università, alla scuola e alle autonomie locali. La riforma della Pubblica amministrazione è stata congelata
con il blocco degli stipendi e dei premi incentivanti dei dipendenti pubblici. Per una regione piccola come la
Basilicata - sottolinea Nicoletti - già penalizzata e priva di un solido sistema industriale, il sistema della
conoscenza sarebbe fondamentale per il rilancio. Invece mettere in crisi i conservatori, la ricerca, l'uni versità e la scuola vuol dire che per questa regione non c'è futuro nè rilancio. Gli effetti del "Decreto Gelmini"
sulla scuola sono devastanti. Con la legge 133/2008 in Basilicata si sono persi 2350 posti in 3 anni, lo scorso
anno non sono stati rinnovati i contratti a 750 precari. L'occupazione, il diritto allo studio e la tenuta sociale
sono fortemente a rischio. Così come il taglio al fondo universitario rischia di ripercuotersi su 4 facoltà e il
Campus di Matera potrebbe diventare un contenitore senza contenuti. «Con il blocco degli stipendi - dice Co
simo Ambrosecchia, 40 anni e dal 2001 dipendente amministrativo Ata - siamo i più colpiti in assoluto. In
media nel triennio perderemmo dai 3 ai 5-6 mila euro senza tener conto dei mancati contributi pari a un terzo
dello stipendio». «Potrei ritenermi fortunata - afferma Franca Ricc a rd i , 55 anni e 36 anni di servizio nella
scuola dell'infanzia - ma in dirittura d'arrivo dopo tanto lavoro subirò un taglio del 5 per cento sulla pensione.
Potrò andare in pensione il 2014 con 40 anni di servizio non avendo i 65 anni?». «Oltre che per i tagli - rileva
la collegaCar mela Rizzi, 57 anni e 33 di servizio - sono preoccupata per lo slittamento dell'età pensionabile.
Credo che la scuola dell'infanzia richieda energie fisiche e mentali e il rapporto tra insegnante e alunni è di
uno a 28». «In Italia «Mi chiedo - dice Maria Rosaria Ventrelli, 52 anni e impiegata dell'Università di Basilicata
dove sia la premialità di cui parla tanto Brunetta se poi viene eliminata la parte accessoria della retribuzione».
«Dopo la riforma Gelmini - dice Giuseppe Lufrano, 48 anni, impiegato dell'Università di Basilicata - si continua
a penalizzare il Sud e i piccoli atenei». «Un ricercatore che guadagna 1200 euro - dice Ales - sandro Blasi, 35
anni e precario dell'Enea - nel triennio con il blocco dei contratti perderà il 30 per cento. Alla Trisaia siamo
una trentina di precari ma molte attività rischiano di essere trasferite al Nord». «Per la ricerca - dice An - drea
Feo, 40 anni da 7 all'Enea - con la Finanziaria ci saranno tagli rilevanti. Con il blocco del turn-over si rischia la
paralisi delle attività negli enti di ricerca». Camilla Mir i e l l o, 52 anni, insegnante di sostegno e precaria da 5
anni evidenzia come «in Basilicata si è registrato un taglio del 78 per cento degli insegnanti di sostegno. Mi
chiedo, inoltre, come si fa a lavorare con i disabili per sole sei ore a settimana. È questo il recupero ai
soggetti disabili?». «Spesso - le fa eco la collega Emilia For tunato - anche le 6 ore non possono essere
concesse e noi siamo costrette a fare le supplenze per la scuola non ha risorse economiche». • Carmela La
Padula, 43 anni, dipendente dal 1995 del Pubblico Registro Automobilistico sostiene che «i tagli sul pubblico
impiego sono pesantissimi soprattutto per chi è entrato più tardi nel mercato del lavoro. I tagli al welfare
avranno un impatto forte sulle donne e su quanto ruota attorno al mondo socio-assistenziale». Quanto
all'innalzamento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni come sancito dalla Corte di Giustizia europea, La
Padula rileva che «è pur vero che in Europa l'età pensionabile è stata innalzata ma va precisato che in Italia il
welfare non è adeguato al pari degli stipendi». «Ho 56 anni e ho cominciato a lavorare all'età di 22 - afferma
Filomena Liuzzi, dipendente del Ministero della Giustizia - e devo rilevare che se fino a qualche anno fa la
Pubblica Amministrazione era sinonimo di certezze, adesso con 42-43 anni di lavoro non so se potrò andare
in pensione e che fine faranno i contributi in più che ho versato. Ci ritroviamo con una decurtazione e senza i
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«Tagli a scuola, università e ricerca «Che fine faranno ora è a rischio la
tenuta sociale» i miei contributi?»
12/06/2010
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Basilicata
Pag. 11
(tiratura:63756)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
89
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
fondi sui contratti integrativi. Continuano i tagli mentre nei Tribunali il personale amministrativo è ridotto all'os
- so». «Con la Finanziaria - dice Giovanni Gaudiano, 52 anni, dipendente dell'Inps dal 1997 - c'è una corsa ai
pensionamenti, mentre l'età dei dipendenti si sta elevando, senza tener conto che l'Inps si è gravata di
compiti e funzioni che prima non aveva. Siamosotto organico e il futuro è denso di incognite. Pezzi virtuosi
come l'informatica sono stati esternalizzati». Rossella Martino, 52 anni è dipendente dell'Inps dal 1982. «La
manovra - afferma - è una mannaia. L'Inps è un'amministrazione virtuosa per la qualità e quantità dei servizi
erogati e va rilevato che l'incentivo proviene dal Fondo di garanzia dell'ente. I tagli orizzontali penalizzano il
pubblico impiego. I dipendenti pubblici italiani, inoltre, hanno un trattamento ben al di sotto della media
europea».
12/06/2010
SOLDI - N.23 - 10 giugno 2010
Pag. 8
Editoria, sfida a colpi di "app"
Mondadori pronta a offrire oltre 1.000 titoli. Ma tra tutti stupisce Caltagirone Editore La creazione di Steve
Jobs si rivela un'opportunità da cavalcare per l'intero settore
Matteo Chiamenti
La tecnologia è da sempre sinonimo di evoluzione, sfida, futuro. Un elemento che, Kubrick ci insegna, si
accompagna anche a timori e paura, spaventati come siamo dall'incubo di Hai 2000, simbolo cinematografico
dell'incontrollabilità del progresso. Ecco perché parlando di una tecnologia innovativa applicata a un settore,
nello specifico quello editoriale, il mercato si mostra da subito pronto a stigmatizzare proclami generazionali
come "Steve Jobs salverà i giornali", mentre altri romantici si mostrano preoccupati di fronte alla
dematerializzazione dello scritto, sempre più a pixel e sempre meno a inchiostro. E' questo l'impatto, l'avrete
sicuramente capito, della nuova creatura di casa Apple, l'iPad, sul mondo editoriale; e dato che, almeno per
ora, i mercati non sono fatti per il sentimentalismo, non resta che procedere a una chiara analisi
sull'interazione di queste due realtà, mostrando senza patemi chi si è rivelato pronto, e chi no,
all'appuntamento con "il futuro". C'è chi sostiene che in fondo l'iPad non rivoluzionerà un bel nulla, ma la
chiave di volta della questione non va vista tanto nel prodotto, quanto nel contesto. Parlando di iPad stiamo
nominando solo un elemento facente parte di una rivoluzione, quella dei dispositivi touch trainata da Apple,
che ormai è una certezza; non è infatti irrilevante che ci siano voluti circa 74 giorni negli States per vendere
1.000.000 di iPhones, 28 giorni per vendere 1.000.000 iPad e 130.000 prenotazioni solo in Italia. Insomma si
tratta di un device il cui impatto potrebbe rivelarsi sicuramente significativo. I primi a capirlo, perlomeno sul
fronte dei libri, argomento che dovrebbe essere la più naturale derivazione dell'Apple pensiero, sono stati
quelli dì Mondadori (rialzista, target price 4,5 euro). Maurizio Costa, amministratore delegato della società, ha
assicurato che la maggiore casa editrice italiana si sta preparando ad aprire le porte alla rivoluzione digitale
nella narrativa e nella saggistica. "Usciremo con alcune nostre proposte in un periodo ragionevole, perché
pensiamo che ci sia un modo per rendere compatibile cartaceo e digitale, nell'interesse dei lettori, in quello
degli autori e in quello delle case editrici". Gli analisti ci puntano, forti della convinzione che Mondadori non
sfrutterà esclusivamente questo device, ma punterà all'open source, con un catalogo virtuale di oltre 1.000
titoli. Altra realtà in evidenza, per opinione diffusa degli operatori, è quella Rcs (rialzista, target price 1,85
euro), nome che ci porta a introdurre il tema più delicato, quello dell'informazione. Tra tutte le prese di
posizione sul tema applicativi, l'offerta Rcs sembra essere la più studiata e completa, forte dell'interazione tra
i top prodotti Corriere e Gazzetta. Dopo il successo delle applicazioni per iPhone e per gli altri smartphone (in
pochi mesi 225.000 download delle applicazioni - per gli amici "app" - di Corriere della Sera e La Gazzetta
dello Sport e 13.000 abbonamenti venduti), è arrivata quindi puntuale la proposta per iPad, con lo stesso
Ferruccio de Bortoli pronto a dichiarare che siamo di fronte a "una nuova stagione del Corriere della Sera nel
solco di una tradizione". Insomma, per due dei principali quotidiani nazionali la via verso la digitalizzazione
sembra ormai essere spianata. Tuttavia, se stiamo ad osservare lo scenario globale, gli analisti rimangono
ancora dubbiosi su alcune realtà del settore, con il mondo Cairo Communication (ribassista, target price 2,22
euro) e il gruppo Sole 24 Ore (neutrale, target price 2,33 euro) in evidente difficoltà (anche se per
quest'ultimo vale l'alibi dell'impegno nell'organizzazione della nuova piattaforma di navigazione, la quale, tra
l'altro, sembra perfettamente funzionale a possibili sviluppi "smart"). Va di sicuro meglio a Class Editori
(neutrale, target price 0,48), che punta tutto sui progressi in materia di Milano Finanza, come riportato da una
nota: "Con la nuova applicazione MF per iPad le pagine scorrono facilmente con le dita sul display, proprio
come sulla carta. L'applicazione, installabile dal negozio virtuale di Apple, permette di scaricare l'intero
quotidiano in pochi secondi". Discorso a parte è quello relativo a Caltagirone Editore (neutrale, target price
2,1 euro) e il suo II Messaggero; pur essendo poco pubblicizzato stiamo parlando del primo sito, tra quelli
editoriali, a sfornare una propria applicazione per l'iPad. Stile sobrio, facile leggibilità, un punto di partenza sul
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
90
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
In ritardo Cairo Communication e II Sole 24 Ore. Grandi numeri per Corriere e Gazzetta dello Sport
12/06/2010
SOLDI - N.23 - 10 giugno 2010
Pag. 8
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ED ENTI PUBBLICI - Rassegna Stampa 14/06/2010
91
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
quale costruire nei prossimi mesi nuove versioni dell'applicazione, che permettano di sfruttare al massimo
l'elevata qualità grafica, la cosiddetta HD, del gioiellino rivelato al mondo da Steve Jobs nel mese di gennaio.
Insomma, pollice alzato. Tirando le somme, tra alti e bassi, una cosa è certa: l'editoria non starà a guardare i
progressi di casa Apple. Si tratterà di salvezza o di illusione? Per ora ci basta chiamarla opportunità, e non è
poco.
Promossi, Mondadori RCS, Classeditori, Mondadori
Bocciati, Il Sole 24Ore, Cairo Communication
Foto: Marina Elvira Berlusconi (Mondadori)
Foto: Urbano Cairo
Foto: (Cairo Communication)
UNIVERSITA
18 articoli
13/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 2
(tiratura:405061)
Proposte ricche di pragmatismo
Nino Ciravegna
S. MARGHERITA LIGURE. Dal nostro inviato
Un coro unanime, meno stato, addio alle aziende in house, risorse per lo sviluppo superando ogni tentazione
di aiuti a pioggia (anche per il Mezzogiorno). E la consapevolezza di avere proposte concrete, voglia di fare.
Antimo Caputo assicura: «Torno a casa carico, ho visto molta energia e voglia di fare tra i miei colleghi».
Piedi per terra, assicura Gianluigi Traettino, «dobbiamo porre le basi, anche a costo di sacrifici immediati, per
poter ripartire in modo più sano».
C'è molto pragmatismo a Santa Margherita Ligure: «Non chiediamo risorse che non ci sono - assicura
Arianna Bellan - ma di tagliare gli sprechi, che sono tanti. La riduzione della pressione fiscale deve essere
finanziata con tagli mirati a tutti i livelli, dallo stato ai comuni».
C'è la richiesta, forte, di mettere l'impresa al centro dell'attenzione, a tutti i livelli: Federica Galleano sollecita
una maggiore interazione tra scuole, università e aziende, con stage anche dei professori, in Lombardia ci
sono progetti per trasformare i figli degli immigrati in operatori dell'export, conoscendo l'Italia e i paesi
d'origine, imprese globali dove si fa, anche, integrazione vera.
Nessuno vuole sottrarsi ai controlli dell'amministrazione pubblica: «Meno burocrazia - sollecita Gianluca
Gemelli - perché non è giusto penalizzare tutti per colpa di pochi furbetti. Meglio concentrare l'attività pubblica
su controlli mirati e assicurare tempi certi per la giustizia civile».
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Semplificazione per le sedi estere
Gianluca Gemelli
Its Servizi management
SIRACUSA
Il panorama è radicalmente cambiato in pochi anni, siamo costretti tutti a cambiare mentalità e modello di
business. Noi imprenditori in primis. Ma governo e politica non devono mettere intralci a riorganizzazione e
riposizionamento. Penso alla fiscalità internazionale: in un mondo globalizzato è indispensabile poter operare
con la massima rapidità, anche nella costituzione di filiali o società all'estero. È giusto porre limite ai furbetti
che operano con il solo scopo di evadere il fisco, ma non si può penalizzare tutti per colpa di pochi.
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168 258"
Controlli costanti nelle università
Federica Galleano
Seag Srl Trasporti locali
TORINO
D obbiamo concentrarci maggiormente sull'education, partendo dalle scuole elementari per arrivare all'
università. Le imprese hanno bisogno di tecnici formati, ma spesso gli istituti professionali diventano un
parcheggio temporaneo per chi deve finire la scuola dell'obbligo. Il mio sogno? Un'università che oltre ai test
di ingresso monitori anche il proseguimento degli studi, anno dopo anno e che nei piani di studio siano
previsti molti stage in azienda. Magari estesi ai professori, che spesso non hanno presente le evoluzioni
tecnologiche delle imprese.
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170 261"
Stranieri in azienda per il made in Italy
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Le testimonianze dei giovani imprenditori
13/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 2
(tiratura:405061)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Alessia Zucchi
Oleificio Zucchi Alimentare
CREMONA
I l settore alimentare ha patito meno la crisi, anche se c'è stato un cambiamento di abitudini e consumi. Nel
2009 abbiamo accelerato la nostra attività internazionale per bilanciare meglio gli andamenti congiunturali dei
singoli mercati. Come giovani imprenditori lombardi vorremmo inserire nelle piccole imprese figli di immigrati
che conoscono la nostra lingua e che capiscono mentalità e e opportunità dei loro paesi di origine.
Potrebbero diventare i futuri ambasciatori del made in Italy, oltre che favorire più integrazione nel nostro
paese.
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241"
Anche la pizza è segno di qualità
Antimo Caputo
Molino Caputo Alimentare
NAPOLI
I l made in Italy - alimentare, moda o meccanica - ha grandi opportunità nei paesi che corrono. A patto che la
sua riconoscibilità sia evidente e di alta qualità. Perfino un prodotto povero, molto conosciuto e copiato, come
la pizza può essere un'arma vincente. Negli Usa abbiamo avviato accademie della pizza che trasmettono lo
stile italiano dell'accoglienza, della ristorazione e della qualità. Un'idea di prodotto alimentare non visto, e
vissuto, come commodity, ma come il lusso della tavola.Non vanno svenduti i prodotti pur di concludere un
affare.
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262"
Fisco più leggero sugli investimenti
Arianna Bellan
Sweet Dolciumi
GORIZIA
L a vera sorpresa di questi ultimi periodi è rappresentata dai paesi dell'Est, economie giovani dove finora si
guardava essenzialmente ai prezzi bassi. I mercati si ampliano, per diventare strutturalmente competitivi però
dobbiamo contare su un alleggerimento del peso fiscale che favorisca gli investimenti. Mi rendo conto che lo
stato della finanza pubblica non consente grandi margini di intervento, ma è possibile ricavare molte risorse
dai tagli degli sprechi, ci vuole solo la volontà politica.
foto="/immagini/milano/photo/201/1/2/20100613/arianna_bellan_01.jpg" XY="220 289" Croprect="34 34 183
279"
Mezzogiorno, ecco le 3 priorità
Gianluigi Traettino
Landolfi e Traettino Costruzioni
CASERTA
I l ministro Brunetta ci ha ricordato che da una crisi può nascere un'opportunità. E questo vale doppiamente
per il Sud. Il sentiment diffuso tra noi giovani imprenditori è preciso: dobbiamo superare gli aiuti a pioggia,
chiediamo condizioni ambientali per poter operare. Se avessi la bacchetta magica lavorerei su tre direzioni: 1)
attivazione di aree con fiscalità di vantaggio; 2) riduzione della burocrazia borbonica che frena ogni attività; 3)
creazione di una rete di infrastrutture, il Sud deve diventare una piattaforma logistica per tutto il Mediterraneo.
foto="/immagini/milano/photo/201/1/2/20100613/gianluigi_traettino_02.jpg" XY="198 313" Croprect="30 54
169 283"
14/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 21
(tiratura:405061)
L' università punta su brevetti e spin-off
La Scuola superiore fornisce ai ricercatori i supporti necessari - In via di costituzione il Polo dell'Ict
Vincenzo Del Giudice
PESCARA. Dal nostro inviato
Centri di ricerca e università, centri di formazione specialistica, aziende che operano nel comparto dei servizi
ad alto contenuto tecnologico. È da qui che prende corpo l'idea del Polo per l'innovazione di Pescara in fase
di costituzione che, nelle intenzioni, darà la spinta allo sviluppo del territorio dell'area metropolitana PescaraChieti.
Enrico Rotolo, presidente del Terziario avanzato di Confindustria Pescara, parla del progetto come «nuovo
modello di sviluppo economico del territorio che tragga forza dai suoi elementi qualificanti. È ormai assodato aggiunge - quanto l'innovazione (compreso il trasferimento della stessa), in quanto frutto di un processo e
non solo di felici intuizioni, sia strettamente collegata alla creazione di meccanismi spontanei di condivisione
e integrazione delle competenze e conoscenze. La considerazione da cui siamo partiti - sottolinea - è che
l'area metropolitana Pescara-Chieti possiede molte delle condizioni che possono agevolare la crescita di un
cluster tecnologico così come lo definisce Michael Porter, celebre professore ad Harvard, per il quale "il
vantaggio dei cluster è che ognuno di essi costituisce un eco-sistema dove si trovano competenze e risorse
quali personale, scuole e fornitori specializzati"».
L'area metropolitana di Pescara-Chieti è quella che, in Abruzzo, gode della maggiore concentrazione
abitativa, pur mantenendo un alto grado di vivibilità e di qualità della vita. Sul territorio esistono numerose pmi
operanti nell'ambito dei servizi ad alto contenuto tecnologico a cui si aggiunge la presenza di grossi gruppi
industriali, come Elsag Datamat, Selex, Thales, Telecom, Engineering, Poste Italiane, Rai. Inoltre, ci sono
ampi spazi disponibili in zona industriale adatti o facilmente adattabili alle esigenze del cluster, un'area che
gode di un'ottima dotazione infrastrutturale, «superiore - aggiunge Rotolo - alla media delle province italiane
(aeroporto, scuole, università, due autostrade, fibra ottica) e "vicinanza" ai maggiori mercati italiani dell'Itc
(Milano, Roma e Torino) raggiungibili in un'ora e mezza.
Nicola Mattoscio, docente universitario e presidente della Fondazione PescaraAbruzzo, ammette che la poca
estensione di Pescara impedisce alla città di fare massa critica in qualunque settore. «C'è un limite
geografico territoriale - dice -, c'è poco spazio, ma le idee ci sono. Pescara è la testa pensante economica
dell'Abruzzo. Una regione che ha tre università, tutte qualificate, come Pescara-Chieti, Teramo e L'Aquila.
Sono atenei molto giovani, con meno di cinquant'anni. Quella di Pescara-Chieti, 30mila iscritti, è una delle 15
più virtuose dal punto di vista del bilancio».
«Attraverso le attività di trasferimento tecnologico si valorizza l'attività di ricerca scientifica (compito
fondamentale di ciascun ateneo) - sostiene Franco Cuccurullo, il rettore della Pescara-Chieti -. Due strumenti,
strettamente connessi, a disposizione dei ricercatori e degli atenei per valorizzare il patrimonio conoscitivo
frutto della ricerca scientifica sono i brevetti (strumenti di tutela della proprietà intellettuale) e gli spin-off
universitari (strumenti di operatività nel contesto economico-produttivo)».
Nell'Università di Chieti-Pescara la promozione e gestione del trasferimento tecnologico sono affidate alla
Scuola superiore dell'ateneo, che fornisce ai ricercatori (e ai Comitati di ateneo) il supporto necessario e
segue i brevetti nelle varie fasi di deposito e valorizzazione. Il Comitato spin-off e il Comitato brevetti
valutano, rispettivamente, gli elementi di fattibilità tecnica, economica e finanziaria delle proposte di
costituzione di spin-off universitari e di registrazione dei brevetti.
«C'è il polo innovazione energia - afferma Ivano Calabrese, vice direttore generale di Confindustria Chieti con circa 30 aziende impegnate direttamente on-shore e off-shore con oltre 2mila occupati (laureati o tecnici
specializzati), cui si aggiunge un indotto(meccanica, impiantistica, trasporti, laboratori, operatori portuali
eccetera) con almeno 60 aziende e altri 3-4mila occupati».
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Pescara INNOVAZIONE E TERRITORIO
14/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 21
(tiratura:405061)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Uno spin off che ha solo poco più di un anno ed è già all'attenzione del mondo scientifico e della ricerca
nazionale è quello di Media Pharma, un'azienda biofarmaceutica specializzata nello sviluppo di terapie
innovative per la cura del cancro. In particolare, il progetto imprenditoriale è finalizzato alla ricerca, sviluppo e
commercializzazione di particolari biofarmaci denominati anticorpi monoclonali.
È dalla ricerca universitaria che nell'aprile 2009 è stata costituita Media Pharma, partecipata da diversi
soggetti, tra i quali docenti e ricercatori universitari, la Abiogen Pharma, la Invent (società specializzata nel
seed-capital) e la Gremre (specializzata nei servizi finanziari). L'attività di Media Pharma viene svolta in
collaborazione con gruppi di ricerca afferenti a istituzioni internazionali tra cui il Max Planck Institute di
Martinsried (Germania) e l'Università di Pittsburgh.
In forza di una convenzione con l'Università "G. D'Annunzio", Media Pharma ha accesso alle risorse di
ricerca di base e clinica dell'ateneo abruzzese. Il presidente Stefano Iacobelli ricorda che finora Media
Pharma ha partecipato a cinque bandi, due dei quali già approvati, mentre gli altri tre sono in fase di
definizione. Il primo con la Regione Molise con un Por (Programma operativo regionale) che garantirà circa
400mila euro, l'altro con il ministero dell'Università per quasi 700mila euro. «In questa fase Media Pharma è
gestibile - afferma il 66enne scienziato romano che nell'azienda spin off è affiancato da Axel Ullrich,
scienziato di fama mondiale -, poi quando, speriamo nel 2012, superata la fase 1 i farmaci otterranno
l'autorizzazione a essere sperimentati sull'uomo, allora non potranno che entrare nella partita le big pharma,
in grado di investire centinaia di milioni di euro».
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UN ATENEO GIOVANE, QUALIFICATO, E DAL BILANCIO VIRTUOSO
L'Abruzzo è una regione che vanta tre università, tutte qualificate, come Pescara-Chieti, Teramo e L'Aquila.
Sono atenei molto giovani, con meno di cinquant'anni. Quella di Pescara-Chieti, 30mila iscritti, è una delle 15
più virtuose dal punto di vista del bilancio. Uno dei suoi punti di forza è la presenza della Scuola superiore, a
cui fanno capo il Comitato brevetti e il Comitato spin-off, che hanno il compito di valutare la fattibilità tecnica
ed economico-finanziaria dei progetti
Foto: Scelte oculate. Giovani studenti davanti all'ingresso del campus di Pescara dell'Università «G.
D'Annunzio» di Chieti-Pescara, un ateneo tra i più virtuosi d'Italia sotto il profilo del bilancio
14/06/2010
Il Sole 24 Ore
Pag. 38
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Estate a lezione di no profit
Si moltiplicano i mini-cicli per approfondire le tematiche specifiche OBIETTIVO CONTINUITÀ Tra gli scopi
delle iniziative c'è la costruzione di una «comunità di pratiche» che mantenga i legami nel tempo NON SOLO
SUMMER SCHOOL In parallelo ci sono strutture che organizzano corsi avanzati, master e workshop su
singoli argomenti
A CURA DI
Paola Springhetti
Come sta accadendo, in generale, in tutto il mondo del lavoro, così anche nel Terzo settore la crisi moltiplica
i bisogni formativi e, di conseguenza, si amplia la gamma delle offerte, in particolare per quel che riguarda le
Summer school, una formula che, nata alla fine degli anni Novanta in ambito accademico, incontra oggi un
successo crescente. Si tratta di corsi intensivi, in genere di una settimana o due, residenziali, spesso
internazionali, organizzati a volte dalle università, altre volte da enti formativi.
Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), per esempio, questa estate ne organizza 20, tutti su
tematiche internazionali, legate alla cooperazione e allo sviluppo. L'Università Cattolica, attraverso le sue alte
scuole, ne propone una quindicina, di cui una specifica per il Terzo settore, sulla costruzione del business
plan. «Le iscrizioni sono in crescita - conferma Roberto Brambilla, responsabile dell'ufficio di coordinamento
Alte scuole -. I motivi sono due: «Da una parte il nesso stretto con il mondo del lavoro, che passa sia
attraverso la scelta delle materie di studio, sia attraverso la partecipazione di professionisti, come docenti e
come studenti; dall'altra la crescita della domanda di formazione legata alla crisi. Alle scuole, infatti,
partecipano persone che già lavorano e cercano di sfruttare un periodo "di magra" per riqualificarsi, o studenti
che cercano competenze direttamente spendibili nel mondo del lavoro».
Le Summer school, infatti, puntano ad andare a fondo su tematiche specifiche, a differenza, ad esempio, dei
master che offrono percorsi a tutto tondo. «Un insegnamento di alto livello su temi per i quali un week end è
troppo poco, e un anno troppo», spiega Andrea Volterrani, presidente di Fortes. La fondazione Scuola di alta
formazione per il Terzo settore propone un approfondimento su «La cultura della valutazione nel Terzo
Settore. Tra partecipazione, impatto sociale e valore sociale aggiunto», che ha avuto molte più richieste di
partecipazione del previsto: dirigenti di grandi organizzazioni, giovani laureati, e anche un certo numero di
operatori della pubblica amministrazione. «Nel nostro caso, visto anche che la scuola si svolge nel castello
medievale di Montarrenti (Siena), si tratta di persone che uniscono utile e dilettevole: una settimana di ferie, o
almeno di stacco dal lavoro quotidiano, e un'esperienza formativa forte». Ma, al di là di questo, lo scopo di un
po' di tutte le summer school è costruire una comunità di pratiche «che mantenga i legami nel tempo e
continui a riflettere e a sperimentare, tanto che verrà attivato uno spazio online, che farà da punto di
riferimento per i partecipanti».
Altri enti non propongono vere e proprie Summer school, ma occasioni formative. La Fundraising school di
Aiccon ha organizzato in giugno un corso avanzato di fundraising management; il master in fundraising di
Forlì ha previsto un corso di alta formazione sui finanziamenti europei per il non profit e gli enti pubblici, Asvi
avrà in luglio un workshop sul problem solving.
«Noi proponiamo un calendario spalmato nel tempo», spiega Massimo Coen Cagli, della Scuola di
fundraising di Roma, che propone un corso sul direct mailing in giugno e uno sul coinvolgimento dei grandi
donatori a luglio. «Ma devo dire che gli appuntamenti estivi non sono i più frequentati. Il target a cui noi ci
rivolgiamo (dirigenti e operatori del Terzo settore) da una parte tende a collocare la formazione nel tempo del
lavoro, non in quella del tempo libero, dall'altra sente la crisi e cerca le occasioni formative che godono di
finanziamenti europei, quindi sono gratuite. Questo, tra l'altro, determina il moltiplicarsi di offerte di basso
livello ed episodiche: per noi, invece è importante anche la continuità, tanto che abbiamo un tasso di
fidelizzazione molto elevato. Il 90% dei presidenti sostiene di avere un urgente bisogno di competenze nel
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Formazione. Dalla cooperazione al fundraising la crisi ha ampliato la ricerca di competenze e l'offerta si
adegua
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Il Sole 24 Ore
Pag. 38
(tiratura:405061)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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campo del fundraising, ma poi l'investimento non è proporzionale al bisogno. Tant'è vero che molti vengono
ai nostri corsi a spese proprie, non dell'organizzazione».
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Date e indirizzi
24-26 giugno
«Costruire il business plan - Summer school in management delle organizzazioni non profit»
Organismo: Altis (Alta scuola impresa e società dell'Università Cattolica del Sacro Cuore)
Target: studenti, dirigenti delle organizzazioni non profit, liberi professionisti impegnati nel non profit
Luogo: Milano
5 -11 luglio
«International summer school on human rights, humanitarian aid and international cooperation»
Organismi: Cirps (Centro interuniversitario di ricerca per lo sviluppo sostenibile), Sapienza Università di
Roma e Amnesty International
Luogo: Pomezia (Roma)
7-11 luglio
«La cultura della valutazione nel Terzo settore. Tra partecipazione, impatto sociale e valore sociale
aggiunto»
Organismo: Fortes (Fondazione scuola di alta formazione per il Terzo settore)
Target: dirigenti e quadri delle organizzazioni
Luogo: Montarrenti (Siena)
29 agosto-9 settembre
«New approaches to the study of enterprises: the role of motivation»
Organismo: Euricse (European research institute on cooperative and social enterprises)
Target: ricercatori
Luogo: Garniga Terme (Trento)
14/06/2010
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 39
(tiratura:292798)
L'importanza della cooperazione internazionale e sul territorio
GRUPPO EUROPEO Implementare un nuovo approccio metodologico per la ricerca nella riabilitazione
L'immagine di Fleming che effettua da solo, nel proprio laboratorio, una scoperta fondamentale per la
medicina appartiene ormai al lontano passato. Oggi la ricerca in campo biomedico, comprese le scienze della
riabilitazione, ha maggiori probabilità di successo se condotta attraverso la cooperazione in rete di più
soggetti e strutture. E così anche le Unità Operative di Riabilitazione Neuromotoria dell'Irccs San Raffaele
Pisana di Roma, guidata dal professor Marco Franceschini, partecipano a numerosi progetti di ricerca
insieme ad istituzioni scientifiche sia a livello internazionale che italiano. Tra le più importanti cooperazioni si
segnala quella con l'Università Campus Bio-Medico di Roma, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e il Mit di
Boston - nella persona del professor Hermano Igo Krebs volta a sviluppare i sistemi robotizzati per la
riabilitazione dell'arto superiore e a portare avanti progetti di ricerca di tipo multicentrico coordinati in modo
organico. L'Unità Operativa di riabilitazione neuromotoria dell'Irccs romano partecipa anche a un progetto che
ha come obiettivo l'individuazione dei sistemi di valutazione più corretti per controllare l'efficacia dei percorsi
riabilitativi rivolti ai pazienti con esiti da ictus. Si tratta di una ricerca che vede la cooperazione di strutture
riabilitative di Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Basilicata e Campania. La stessa Unità del
Professor Franceschini ha preso l'iniziativa di stimolare la creazione di un gruppo europeo che si propone di
implementare un nuovo approccio metodologico da applicare alla ricerca nell'ambito della riabilitazione e di
migliorare quelle esistenti. Del team fanno già parte anche due scienziati svedesi, uno tedesco, uno svizzero,
uno belga e uno inglese. All'insegna della collaborazione anche a livello territoriale, fondamentale per un
Irccs che basa la sua attività sulla sinergia tra assistenza e ricerca, si segnalano due progetti che vedono il
San Raffaele Pisana cooperare con il reparto di neurologia dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma, diretto dal
Professor Paolo Rossini, anche docente all'Università Campus Bio-Medico. Al centro di questa ricerca vi è
l'integrazione delle valutazioni neurofisiologiche delle attività cerebrali in connessione con le proposte
innovative di esercizi riabilitativi sviluppate dall'Irccs. Lo scopo è quello di arrivare a ottenere un immediato
riscontro dei benefici ottenuti grazie ad esercizi riabilitativi innovativi effettuati con l'aiuto di robot e/o di
fisioterapisti. L'obiettivo è di verificare quali cambiamenti sono intervenuti nei centri di controllo cerebrali che
comandano specifici movimenti. Un progetto simile, ma che ha questa volta come oggetto i nervi periferici, è
condotto in collaborazione tra un'Unità di riabilitazione neuromotoria dell'Irccs San Raffaele Pisana e il
Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, che fa riferimento alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'
Università Cattolica del Sacro Cuore. L'obiettivo è studiare a fondo l'efficacia della stimolazione elettrica di
singole parti del sistema nervoso periferico.
Foto: La sede dell'Irccs è al centro delle reti
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Speciale Salute & Benessere RETI PER LA RICERCA
14/06/2010
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 40
(tiratura:292798)
«Riguadagnare funzionalità perduta e qualità della vita»
Incontro con Alfredo Cesario, responsabile della ricerca dell'Unità e vicedirettore scientifico dell'Istituto di
Roma ONCOLOGICI Per loro l'Irccs prevede anche la riabilitazione pre e post operazione SYSTEM
MEDICINE Unisce ricerca di base, bio-informatica e clinica quotidiana
Matteo Cusumano
La funzionalità polmonare è fondamentale per un individuo. La sua riduzione ha un impatto molto negativo
sulla qualità della vita, rendendo faticosi e difficili molti gesti quotidiani e quasi impossibile svolgere attività
fisiche pesanti o uno sport. «L'obiettivo della riabilitazione respiratoria - spiega il dottor Alfredo Cesario,
responsabile della ricerca dell'unità di Riabilitazione Respiratoria dell'Irccs San Raffaele Pisana di Roma,
nonchè vicedirettore scientifico dell'Istituto e docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore - è far
riguadagnare la funzionalità perduta», per aiutare il paziente a reinserirsi al meglio nella società. L'Unità può
offrire programmi di riabilitazione sia a persone affette da patologie polmonari croniche in stadio avanzato, sia
a pazienti sottoposti a interventi maggiori di chirurgia toracica e anche a pazienti con insufficienza respiratoria
grave derivata da altre patologie. «La nostra struttura - spiega Cesario - offre un servizio di riabilitazione
d'eccellenza e indirizza le proprie ricerche verso approcci innovativi e nuove indicazioni per la terapia fisicariabilitativa e per la terapia fisica-riabilitativa combinata con la terapia farmacologica. A favorirci in questa
direzione è sia il numero dei pazienti trattati sia la durata della loro degenza, mediamente intorno alle quattro
settimane, decisamente superiore a quella trascorsa nei reparti per acuti». Un aspetto che differenzia l'Unità
dell'Irccs San Raffaele Pisana da altre strutture è lo sforzo d'estendere ai pazienti oncologici la ricerca e
l'assistenza riabilitativa. «L'idea d'integrare la riabilitazione con le terapie oncologiche per la patologia
neoplastica polmonare è partita dal pneumologo Guglielmo Cardaci, primario della nostra Unità,
recentemente scomparso, dal professor Pierluigi Granone, Chirurgo Toracico dell'Università Cattolica e dalla
professoressa Sterzi del Campus Biomedico», racconta il dottore. Il progetto di ricerca in quest'ambito, che
ha già dato luogo anche a diverse pubblicazioni, continua in stretta collaborazione in rete con strutture
nazionali e internazionali. «I protocolli di riabilitazione respiratoria su cui lavoriamo - spiega infatti Cesario possono essere applicati sia dopo l'operazione che prima. Dopo l'operazione si mira a ripristinare la
funzionalità ridotta dall'asportazione di tessuto polmonare e dalla sottostante patologia cronica infiammatoria
che coesiste pressoché sempre col tumore polmonare con cui condivide, nel fumo di sigaretta, la principale
causa comune. Nel secondo caso si mira a mettere in condizioni di essere sottoposti a intervento chirurgico
pazienti che, senza un rinforzo della funzionalità polmonare, non potrebbero essere operati. In questo modo
diamo loro una chance terapeutica in più. E dal punto di vista della ricerca, abbiamo potuto verificare che i
soggetti dimessi da chirurgia che si sottopongono a un percorso riabilitativo recuperano la funzionalità
respiratoria più velocemente. Appare inoltre evidente che la funzione respiratoria di chi decide di sottoporsi a
riabilitazione respiratoria dopo l'intervento, pur essendo generalmente inferiore rispetto a quella di chi invece
viene dimesso direttamente al proprio domicilio, recupera sensibilmente soprattutto in quei parametri, come la
tolleranza all'esercizio fisico, direttamente collegati alla qualità di vita, elemento di fondamentale importanza
in oncologia». Un altro ambito di ricerca in cui l'Unità è impegnata è quello che mira a stabilire una
piattaforma per lo studio della Bpco nel contesto della «systems medicine», la nuova frontiera della «ricerca
traslazionale», che prevede la collaborazione stretta tra ricerca di base (biologia molecolare, genomica,
proteomica, ecc), bioinformatica e clinica quotidiana. «Il concetto da cui siamo partiti - spiega Cesario - è che
oggi nessun centro può da solo mettere insieme tutte le risorse necessarie per raggiungere determinati livelli
di ricerca "efficiente" in questo ambito. I nostri punti di forza, per esempio, sono la numerosità dei pazienti, la
solida struttura di supporto epidemiologico e biostatistico, la possibilità di collaborare internamente con realtà
di eccellenza come la nostra biobanca per la raccolta dei campioni, la solida esperienza nelle buone pratiche
cliniche che regolano la ricerca biomedica nell'uomo e ovviamente nelle molte collaborazioni scientifiche
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Speciale Salute & Benessere RIABILITAZIONE RESPIRATORIA
14/06/2010
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 40
(tiratura:292798)
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
nazionali e internazionali come quella con le università di Oxford, Barcellona e Memphis. In quest'ottica
d'internazionalizzazione continua il dottor Cesario - seguiamo molto da vicino e collabariomo attivamente con
le Istituzioni Europee nel processo d'identificazione delle priorità di ricerca a livello internazionale nelle aree di
nostro interesse».
Foto: Il dottor Alfredo Cesario, responsabile della ricerca dell'Unità di Riabilitazione Respiratoria dell'Irccs San
Raffaele Pisana di Roma, nonché vicedirettore scientifico dell'Istituto stesso e docente all'Università Cattolica
del Sacro Cuore di Roma. Nel suo curriculum c'è anche un'importante esperienza come esperto nazionale
distaccato presso la Direzione Generale Ricerca della Commissione Europea a Bruxelles
11/06/2010
Il Resto del Carlino - Rovigo
Pag. 19
(tiratura:206221)
Costituzione italiana e costruzione europea
QUESTA sera alle 21 nella sala civica "G. Matteotti" a Fratta Polesine, nell'ambito del Progetto "Conosci la
Costituzione", si terrà l'ultimo incontro pubblico del ciclo Ragionando di Costituzione. Luigi Costato, Ordinario
di Diritto dell'Unione Europea all'Università di Ferrara e Presidente dell'Accademia dei Concordi di Rovigo e
Gian Guido Balandi Ordinario di Diritto del Lavoro nella medesima Università e socio corrispondente della
Concordiana, parleranno di Costituzione italiana e costruzione europea. Come tutto il Progetto Conosci la
Costituzione anche questo ciclo di incontri, fatto in collaborazione con il Comune di Fratta Polesine, è stato
realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cariparo ed in sinergia con il CUR, il Dipartimento di Scienze
Giuridiche dell'Università di Ferrara e l'Accademia dei Concordi di Rovigo.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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INCONTRO
12/06/2010
Il Resto del Carlino - Macerata
Pag. 5
(tiratura:206221)
«L'unione tra gli atenei non corre pericoli»
«NON CORRE pericoli di nessun genere l'accordo sottoscritto nei mesi scorsi a Roma tra il Ministero dell'
università, gli atenei di Macerata, Camerino e la Provincia». Il rettore Sani spiega lo scenario futuro nel caso
in cui si dovesse ritornare alle urne per eleggere il presidente della Provincia. «Già abbiamo chiesto al
Ministero - spiega il rettore - le conseguenze di un eventuale annullamento delle elezioni, ebbene ci hanno
risposto che quanto deliberato dalla Provincia nei mesi scorsi ha piena validità per la continuità
amministrativa». Sani ricorda quei giorni. «Quell'accordo è stato stipulato da un presidente legittimato nelle
sue funzioni e non dimentichiamo mai che tutto è stato avviato dopo il via libera delle due università e del
consiglio provinciale». Se dovesse essere sciolta la giunta provinciale sarà nominato un commissario.
«Adesso - conclude Sani - vediamo cosa succede. Ripeto, quegli accordi hanno valore e le due università, se
si dovesse tornare alle urne, parleranno nel frattempo con il commissario». Image: 20100612/foto/6857.jpg
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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LE RICADUTE SULL'UNIVERSITA' IL RETTORE ROBERTO SANI
14/06/2010
Il Giorno - Como lecco
Pag. 9
(tiratura:107480)
L'Almed, l'Alta scuola in media, comunicazione e spettacolo, offre 9 master
LUCA SALVI
di LUCA SALVI - MILANO - ALL'UNIVERSITÀ Cattolica del Sacro Cuore c'è una scuola specialistica rivolta a
chi vuole lavorare nel mondo dell'informazione, della produzione televisiva e cinematografica, della
comunicazione aziendale o dell'organizzazione di eventi artistici. L'Almed (Alta scuola in media,
comunicazione e spettacolo) ogni anno promuove 9 master di primo e secondo livello, winter e summer
school, corsi di aggiornamento e workshop, con possibilità di un periodo di stage. Un'offerta post laurea che
va dal giornalismo alla sceneggiatura di fiction, dall'analisi del prodotto televisivo all'industria discografica. Per
il nuovo anno ci sono due novità. Il master in organizzazione di eventi d'arte si occuperà anche di design.
«Un progetto condiviso con la facoltà di Design del Politecnico - precisa il direttore dell'Almed, Ruggero
Eugeni - il cui scopo è quello di formare curatori indipendenti nell'ambito dell'organizzazione e gestione di
mostre, manifestazioni culturali e artistiche. Alcuni laboratori e workshop si terranno al Politecnico.
Collaboreremo con il Salone del mobile e la Settimana della moda, con un occhio verso l'Expo 2015».
L'ALTRA NOVITÀ è un corso di laurea internazionale. «Da quest'anno all'Alta scuola viene dato in gestione
l'indirizzo Cinema, tv, media e audiovisivi - rivela il direttore dell'Almed - del corso di laurea magistrale in
Comunicazione per l'impresa, i media e le organizzazioni complesse. L'indirizzo viene internazionalizzato,
cioè gestito insieme ad altre università europee. E gli studenti possono ottenere una joint degree, un titolo
riconosciuto da più atenei». Gli studenti di questo corso frequenteranno la Cattolica per il primo e l'ultimo
semestre del biennio specialistico. Il secondo e il terzo li svolgeranno in altre due università estere. Lo stesso
accade negli alti atenei, che sono Parigi III (la promotrice del progetto), la Ruhr-Universitat di Bochum, le
università di Liegi e Udine, e Londra e Barcellona in arrivo per il 2011. Gli insegnamenti sono stati uniformati
tra gli atenei per favorire questo interscambio paneuropeo che partirà a ottobre. Image:
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UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La Cattolica si fa internazionale È il turno di cinema, tivù e design
14/06/2010
Il Mattino - Ed. nazionale
Pag. 13
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Personalizzare i percorsi assecondando gli interessi
L'intervento
«Emerging Technologies forConstruction» è il titolo del master universitario a forte carattere internazionale
proposto dalla Federico II agli ingegneri (civili, edili, ambientali) ed architetti laureati presso le università
campane Si tratta di un progetto pilota altamente innovativo di collaborazione fra la Regione e le università
campane (gli altri atenei coinvolti sono la Parthenope e L'Orientale), finalizzato ad offrire un'opportunità di
specializzazione di altissimo livello ai nostri migliori laureati quinquennali. Il master è svolto infatti in
collaborazione con l'università della California a Berkeley (Usa), l'università della Scienza e della Tecnologia
del Missouri (Usa) e l'Istituto Indiano di Tecnologia di Madras (India), tre istituzioni al top delle classifiche
mondiali nel settore. Il progetto prevede un primo periodo didattico (luglio-settembre) durante il quale gli
allievi seguiranno un corso di lingua inglese presso il centro linguistico di ateneo ed alcuni seminari
propedeutici, una fase d'aula presso la facoltà di Ingegneria della Federico II (ottobre-dicembre), una fase
d'aula presso i tre atenei stranieri partner (gennaio-giugno 2011), dove i partecipanti al master verranno
suddivisi anche sulla base dei lori interessi e preferenze, ed infine un tirocinio finale (luglio-ottobre 2011)
finalizzato al completamento di un lavoro di tesi presso una delle aziende convenzionate con il Master. Un
punto di forza del progetto è infatti rappresentato dalla presenza di un comitato di indirizzamento composto
da 16 professionalità esterne all'università che ricoprono ruoli chiave in enti, aziende, associazioni operanti
nel settore delle costruzioni, che affiancherà i docenti del master nella definizione dei percorsi formativi, in
modo da assicurare la formazione di profili professionali di sicuro immediato inserimento nel mercato del
lavoro. Perla presentazione delle domande bisogna però affrettarsi: la scedenza è infatti venerdì 18 giugno
alle 12.
Foto: Giorgio Serino Delegato rapporti internazionali facoltà Ingegneria Federico II
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La strategia
14/06/2010
Il Mattino - Ed. nazionale
Pag. 13
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Ecco i master internazionali si parte con India e Stati Uniti
Didattica in collaborazione con atenei stranieri: occasione per 60 studenti La didattica Subito lezioni di inglese
per far conseguire le certificazioni linguistiche
Salvo Sapio
Quattro master per sessanta neolaureati e una scommessa: proiettare i giovani dottori italiani sul mercato
internazionale. Il progetto è scattato dalla Federico II, che con Orientale e Parthenope organizza i quattro
percorsi post laurea. Il master in «Emerging Technologies for Construction - ETeC» (coordinato da Giorgio
Senno) è infatti uno dei quattro percorsi didattici a forte carattere internazionale finanziati dal settore politiche
giovanili della Regione Campania nell'ambito del programma Master Around. Un programma che consentirai
60 giovani laureati campani (15 per ciascun Master) di frequentare gratuitamente un corso di secondo livello
a forte carattere internazionale e con contenuti molto indirizzati al mercato del lavoro territoriale e, soprattutto,
considerati strategici perii futuro sviluppo economico e sociale del territorio regionale. Il Master in Emerging
Technologies for Construction si rivolge a 15 giovani laureati quinquennali/specialistici/magistrali in
Architettura o Ingegneria edile-architettura o Ingegneria edile o Ingegneria civile o Ingegneria per l'ambiente e
il territorio ed è svolto in collaborazione con l'università della California a Berkeley (Usa), l'università della
Scienza e della Tecnologia del Missouri a Rolla (Usa) e l'Istituto Indiano di Tecnologia di Madras (India). Il
Master prevede un primo periodo didattico (luglio-settembre 2010) durante il quale verrà svolto un corso
propedeutico di lingua inglese, finalizzato alla preparazione per l'esame Pet o Toefl a seconda del livello degli
allievi, nonché un corso di livellamento delle conoscenze. Nel periodo da ottobre a dicembre 2010 gli studenti
seguiranno tre corsi presso la facoltà di Ingegneria dell'ateneo, mentre la fase successiva (gennaio-giugno
2011) verrà invece svolta presso una delle tre università straniere partner. L'altro master finanziato della
Federico II è «System Engineering Approach for Advanced Materials Application in Aeronautics SEAMIAero», che si rivolge a 15 giovani laureati quinquiennali/specialistici/magistral i in Ingegneria (tutte le
specializzazioni) o Fisica o Chimica o Chimica Industriale ed è svolto in collaborazione con l'Università della
Scienza e della Tecnologia del Missouri a Rolla (Usa). La fase di aula prevede 800 ore di cui 480 presso la
Federico II e 320 presso l'ateneo straniero partner. La fase di tirocinio, per complessive 430 ore, si svolgerà
presso una delle aziende convenzionate con il Master. Per entrambi i Master, la data di scadenza per la
presentazione delle domande è venerdì 18 giugno 2010, alle ore 12. Ulteriori informazioni inerenti i
l'organizzazione ed i requisiti di ammissione ai due master ed il testo integrale dei bandi sono scaricabili al
seguente link: http://www.unina.it «master» Ingegneria.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Federico II II progetto coinvolge anche la Parthenope e l'Orientale
14/06/2010
Il Mattino - Salerno
Pag. 4
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Medicina, un ponte tra l'ateneo e gli Usa
Confronto tra docenti e imprenditori in videoconferenza
Gianpaolo Ricca
no, Alessio Fasano, Director Mucosal Biology Research Center University of Maryland Medicai Center,
Antonio Giordano, Director Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine and Center of
Biotechnology College of Science andTechnology Temple University Biolife Science Bldg. di Philadelphia,
Giuseppe Merlino, consulente del ministero dell'Istruzione e Roberto Parente, della facoltà di Economia dell'
Università degli studi di Salerno. Importanti passi avanti, dunque, per "Città dei giovani e della medicina" che
sorgerà nel Comune di Baronissi, in un'area territorialmente strategica, al confine con l'Università degli studi
di Salerno e, in particolare, con la facoltà di Medicina e Chinirgia. Si estenderà su una superficie di oltre
230.000 mq ed ospiterà strutture al servizio dell'università e della ricerca scientìfica, della cultura e del
terziario, funzioni residenziali, amministrative, commerciali e ricreative. "Dopo aver recuperato il cospicuo
finanziamento da 9 milioni di euro ed aver avviato l'inizio dei lavori del parcheggio "A", l'amministrazione
comunale sta producendo il massimo sforzo per assecon dare e scandire l'iter procedurale propedeutico
all'attivazione degli step successivi - dichiara il sindaco Giovanni Moscatiello - la costituzione del Comitato
tecnico-scientìfico è la prova di una volontà forte di dotare gli investitori di tutti gli strumenti necessari
all'insediamento di incubatoli di impresa e ricerca medica su aree da opzionare già complete di tutte le
infrastrutturazioni". «Città dei giovani e della medicina» diventa realtà: prima riunione operativa del comitato
scientifico, collegato dagli States Alessio Fasano, salernitano doc ed autentica celebrità nel mondo della
ricerca. Una videoconferenza in diretta con le Università del Mariland e di Philadelphia ha dato ufficialmente
l'avvio dei lavori del comitato tecnico-scientìfico di "Città dei giovani e della medicina". Dalla sala conferenze
della Bibliomediateca comunale "Peppino Impastato", il sindaco di Baronissi Giovanni Moscatiello, ha aperto
il collegamento audio e video con, Alessio Fasano, docente di origini salernitane da anni trasferitosi negli
Usa, da anni impegnato sul versante della ricerca in America, per la prima seduta del gruppo di lavoro
incaricato di scandire, sotto il profilo tecnico e scientifico, il processo di costruzjone di «Città dei giovani e
della medicina». Alla prima riunione operativa, presieduta dal consigliere comunale delegato Raffaele Pena,
hanno preso parte Raimondo Pasquino, rettore dell'Università degli studi di Salerno, Attilio Montano Bianchi,
direttore generale dell' Azienda universitaria ospedaliera di Salerno, Vincenzo Boccia, presidente nazionale
della Pmi di Confindustria, Francesco Fornaro, direttore Banca della Campania, Agostino Gallozzi, presidente
di Confindustria SalerFoto: Un momento della seduta di videoconferenza
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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L'iniziativa Attraverso il polo nascente della Città dei giovani rete di collegamento con importanti università
americane
12/06/2010
Il Secolo XIX - Ed. nazionale
Pag. 21
(tiratura:127026)
Premio di 500 euro ai laureati con 110 e lode
I 140 anni di Ingegneria «Tra le migliori d'Italia»
TASSE più salate per i ricchi, e un sistema di sconti e incentivi per i migliori. Per il secondo anno consecutivo
l'Università di Genova sta per varare la sua piccola manovra fiscale sulle contribuzioni studentesche. I
benefici saranno di tre tipi. Primo: una riduzione del 15% sulla seconda rata per chi entro il 30 settembre
raggiunge l'80% dei crediti formativi, ed è quindi in linea con gli esami. Secondo: una riduzione, sempre del
15%, per le famiglie "numerose", che hanno almeno due componenti iscritti all'ateneo. Terzo: un premio di
400 euro per chi si laurea nel triennio con 110 o 100 e lode, di 200 euro se il voto è compreso tra 99 e
109/110. Per i laureati quinquennali il premio sarà rispettivamente di A VILLA GIUSTINIANI CAMBIASO CON
UNA CERIMONIA nel salone di Villa Giustiniani Cambiaso, ad Albaro, la facoltà di Ingegneria ha festeggiato
il 140esimo compleanno. «Questa è una delle migliori facoltà di Ingegneria d'Italia - ha dichiarato il rettore
Giacomo Deferrari - e lo dimostrano gli studenti, la ricerca, il continuo collegamento con le imprese». Nata nel
1870 come Regia scuola navale ed entrata, nel 1936, nell'Università, la facoltà è presieduta da Paola
Girdinio. «Attorno all'ingegneria navale ha ricordato Girdinio - si è andata strutturando la facoltà». È stato
presentato e applaudito il trittico olio su tela di 18 metri quadrati commissionato al pittore Alessandro Fergola.
500 e 300 euro. La manovra, che sarà discussa martedì in Senato accademico, ricalca quella già in vigore da
quest'anno, con però alcune novità: saranno ammessi agli sconti e agli incentivi anche gli studenti che
durante l'anno cambiano corso di laurea o facoltà. È necessario, per poter usufruire degli sconti, presentare
la dichiarazione Isee, Indicatore della situazione economica equivalente, rivolgendosi entro il 22 dicembre ad
uno dei tanti Caaf convenzionati con l'Università. L'altra faccia della mini-riforma è quella degli aumenti per i
"ricchi", per chi cioè ha un Isee, superiore a 45mila euro l'anno. In questo caso la rata aumenterà fino a un
massimo di 169 euro.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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UNIVERSITÀ , CONFERMATI GLI SCONTI SULLE TASSE
12/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 27
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Università sempre più presenti sul mercato degli affidamenti di servizi dopo che la Corte di giustizia europea
ne ha legittimato la partecipazione alle gare. Ma i possibili effetti distorsivi sulla concorrenza saranno presto
valutati dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. L'organismo ha infatti indetto una apposita
audizione, programmata per il 7 luglio, per la quale è stata lanciata anche una consultazione on line su un
documento base molto esaustivo e articolato predisposto dall'Ufficio regolazione
(http://www.avcp.it/portal/public/classic/Comunicazione/ConsultazioniOnLine). Il tema è particolarmente caldo
perché i casi in cui con convenzioni e con accordi procedimentali ex articolo 15 della legge 241/90 le
Università ricevono da altri soggetti pubblici incarichi di consulenza e di studio, sono ormai sempre più
frequenti e rappresentano una delle concause della crisi del mercato delle gare di appalti di servizi di questi
ultimi due anni (circa meno 15,2% in numero). È di un anno e mezzo fa, inoltre, l'emblematico caso di un
comune che ha emesso un avviso di selezione riservato alle sole università per affidare lo studio e la
consulenza per la redazione di piano di governo del territorio, peraltro ritenuto legittimo dal Tar Lombardia
sotto il profilo della collaborazione fra Amministrazioni pubbliche. In questo trend si incardina il recente
orientamento della Corte europea sul tema della partecipazione delle università sul mercato degli affidamenti
a evidenza pubblica (sentenza del 23 dicembre 2009). La Corte, dopo avere precisato che «gli stati membri
possono decidere se autorizzare o meno determinati soggetti quali le università e gli istituti di ricerca, che non
hanno fini di lucro, ma sono volti principalmente alla didattica e alla ricerca, a operare sul mercato in funzione
della compatibilità di tali attività con i fini istituzionali e statutari», ha infatti ammesso tali enti a partecipare alle
gare, anche se essi non abbiano una struttura di impresa, non operino regolarmente sul mercato e beneficino
di sovvenzioni pubbliche. Per risolvere numerose questioni interpretative legate anche a questa sentenza
l'Autorità ha deciso quindi di affrontare la materia, anche se non è la prima volta che l'organismo di vigilanza
tratta il tema; con la delibera 119 del 2007 l'Autorità aveva concluso nel senso che le Università non
potessero essere ammesse alle procedure per l'affidamento di contratti pubblici, a meno che le stesse non
costituissero apposite società. Successivamente, nel parere 127/2008 ha ammesso gli enti pubblici non
economici a partecipare alle gare previa verifica in concreto dello statuto dell'ente.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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Università nelle gare d'appalto L'Authority avvia un'indagine
12/06/2010
ItaliaOggi
Pag. 31
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Pescatori tentati dall'acquacoltura
Le limitazioni Ue sulle reti danno impulso a un nuovo mercato
Molte imprese della pesca in mare potrebbero essere indotte a convertirsi all'acquacoltura in conseguenza
dell'entrata in vigore, lo scorso 1° giugno, delle limitazioni sulle dimensioni delle maglie delle reti e sulla pesca
a strascico previste dal Regolamento Ce n. 1967/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006, innalzando così il
livello competitivo in un settore che già conta in Italia circa 6 mila operatori e cui si deve il 52,2% dei volumi
della produzione ittica nazionale complessiva (ovvero 237,520 tons su 464.531) e il 54,8% del valore (607
milioni di euro sui 1.106 totali) in base alle elaborazioni Ismea su dati Mipaaf, Irepa e Istat del 2008. Un
settore che con vitalità e parecchia ricerca applicata sta affrontando l'agguerrita concorrenza di una folta
schiera di concorrenti stranieri, per lo più di paesi con costi di produzione più bassi dei nostri (dalla Cina, alla
Grecia, ai paesi del Nord Africa).In stretto contatto con le aziende del settore, per esempio, Oliviero Mordenti,
ricercatore confermato di zoocolture presso la facoltà di Medicina veterinaria dell'università di Bologna è
impegnato nella messa a punto di protocolli per la riproduzione in cattività di nuove specie ittiche, diverse cioè
dalle tradizionali trote, sogliole, rombi, branzini, orate o spigole, attraverso la simulazione nelle vasche a terra
delle condizioni naturali ideali per ciascuna specie. «Puntiamo», dichiara a ItaliaOggi Mordenti,
«principalmente su specie ad alto pregio come il tonno rosso, che consentano ai nostri piscicoltori di spuntare
buoni prezzi sul mercato. Ma ci occupiamo anche di specie di minor pregio la cui domanda è in forte crescita:
penso ai ciprinidi (carpe, ndr), molto richiesti dagli immigrati d'origine soprattutto asiatica». L'affinamento delle
tecniche di riproduzione in cattività ha anche finalità di ripopolamento, come nel caso delle anguille. «Da 30
anni i giapponesi cercano di riprodurre questa specie», dice Mordenti. «Al momento abbiamo dei riproduttori
con tantissime uova e speriamo per giugno d'avere conferma d'essere riusciti a fecondarle e di portare avanti
con successo lo svezzamento».Fra i tanti programmi di ricerca dell'università di Udine, pure sede di un corso
di laurea in acquacoltura da 30 anni, Emilio Tibaldi, professore ordinario di zoocolture, sta invece seguendo
quello per la messa a punto di nuovi mangimi per le specie ittiche in un'ottica di sostenibilità degli stessi.
«L'acquacoltura è in assoluto il settore zootecnico con il maggior tasso di crescita a livello mondiale», spiega
Tibaldi, «e ciò ci fa prevedere che per il 2020 non saranno più disponibili quantitativi sufficienti di farine e oli di
pesce per nutrire le specie d'allevamento, due materie prime che oggi costituiscono circa un terzo del
mangime. Per questo stiamo valutando la possibilità di sostituirle, almeno in parte, con fonti proteiche
d'origine vegetale, come alcune microalghe marine. Fra queste la tetraselmis suecica può dare risultati
soddisfacenti, anche se puntiamo maggiormente sulla isochrysis galbana, che ha un minor tenore cellulosico,
risultando quindi più digeribile per i pesci, e un maggior contenuto di Omega 3 e di vitamine, minerali e
sostanze bioattive. Speriamo d'ottenere un finanziamento dal Miur per studiare la risposta integrata del
branzino a diete ampiamente sostituite con ingredienti vegetali e addizionate di queste microalghe».Ha già
ottenuto 500 mila euro di finanziamenti dal Mipaaf, invece, il progetto coordinato dall'Inran e che coinvolge 11
istituti di ricerca denominato «Azione concertata per l'identificazione di contributi scientifici per lo sviluppo
dell'acquacoltura biologica in Italia», il cui obiettivo, come riferisce Elena Orban, coordinatore dell'area di
Scienze degli alimenti dell'Inran, è redigere un position paper che evidenzi i punti critici dell'acquacoltura
biologica e le loro possibili soluzioni, ora che, con l'approvazione del regolamento Ce n.710 del 5 agosto
2009, questo segmento può ufficialmente decollare anche in Italia.
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
110
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Anche le università al lavoro per accrescere l'appeal di un settore che vale già 607 milioni
14/06/2010
La Nazione - Siena
Pag. 2
(tiratura:176177)
Didattica, ultimatum dei ricercatori «O si cambia o non faremo più lezioni»
ORA BASTA. Non entreranno in aula a fare lezione circa il 90% dei ricercatori delle facoltà di Scienze
matematiche, fisiche, naturali (38), Lettere (22 a Siena e 20 ad Arezzo), Ingegneria (23), Farmacia (24). E
anche le adesioni di Medicina, sulle prime rimasta più tiepida nel dire "no" alla clamorosa forma di protesta,
sono in evoluzione: in molti stanno già sottoscrivendo il documento unitario (questa volta a 360 gradi)
approvato dai ricercatori proprio nelle ore scorse. Almeno una quarantina, fino ad ora, infatti, quelli con il
camice bianco pronti a levare la voce scrivendo al Ministro Gelmini, alla Crui, al rettore, ai presidi di tutte le
facoltà, ai docenti e agli studenti dell'Ateneo di Siena. Una chiamata alle armi collettiva il testo elaborato
dall'assemblea e supportato, per la prima volta, da chi in cattedra sale perché prof ordinario o associato. SI
SPEZZA così (almeno temporaneamente) la visione corporativa fra fasce della didattica, molto forte anche
nella nostra università: docenti 'veri' contro ricercatori che comunque insegnavano, per lasciare il posto ad
una battaglia comune. Potrebbero beneficiarne gli studenti e anche le loro famiglie, altrimenti nel futuro
prossimo ci sono lezioni a singhiozzo, nel migliore dei casi, oppure saltate. Sarà il clima elettorale (per il
rettore, ovviamente), sarà che la categoria ha convinto che la riforma Gelmini è davvero penalizzante per la
loro carriera e per la ricerca, ma su input di Angelo Riccaboni (che ha proposto un gruppo tecnico composto
da Gaeta, Verzichelli e Donati) si sono formulate proposte, accolte dai presidi riuniti venerdì mattina. Pronti a
declinare ogni responsabilità se la didattica non sarà al cento per cento perché, in fondo, i ricercatori non
chiedono la luna. E LE RISORSE per la progressione di carriera - si chiamino professori aggregati o in altro
modo - magari si possono trovare intaccando il fondo di merito che rappresenta il 7% dell'Ffo. La raccolta di
firme intanto prosegue, così come la corsa al rettore: oggi è attesa la lettera per la candidatura ufficiale di
Silvano Focardi anche se, di fatto, è già in pista da tempo. Laura Valdesi Image: 20100614/foto/4891.jpg
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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UNIVERSITA' CORSA A RETTORE: FOCARDI UFFICIALIZZA LA PROPRIA CANDIDATURA
12/06/2010
Il Roma
Pag. 11
(diffusione:27500, tiratura:125000)
Studi Filosofici: combattere i tagli
di Nicola Clemente a sopravvivenza degli enti culturali e scientifici napoletani è in pericolo: la scure della
manovra finanziaria di Tremonti rischia di abbattersi violentemente sulla città. L'intervento del Presidente
della Repubblica Napolitano, che ha stralciato i tagli agli Istituti culturali, non basta a garantire il futuro degli
enti colpiti dai provvedimenti finanziari. "La città di Napoli per la salvezza della cultura e della ricerca",
assemblea cittadina organizzata dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, lunedì alle 10,30, con l'adesione e
partecipazione del Sindaco Rosa Russo Jervolino, nella sala Santa Barbara del Maschio Angioino, nasce
proprio dall'esigenza di sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica e le istituzioni sul tema in questione.
Ai lavori parteciperanno, tra gli altri, Roberto Di Lauro Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, il
Senatore Raffaele Calabrò, Antonio Gargano dell'Istituto per gli Studi Filosofici e il Professor Francesco
Barbagallo dell'Università Federico II di Napoli, Nino Daniele dell'ANCI, Guido D'Agostino Presidente
dell'Istituto Campano per la Storia della Resistenza, Roberto Di Lauro Presidente della Stazione Zoologica
«Anton Dohrn», Antonio Gargano dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Mario Guida direttore della casa
editrice Guida, Aniello Montano dell'Università di Salerno, Silvio Perrella Presidente della Fondazione Premio
Napoli, Luigi Serra dell'Università di Napoli L'Orientale, Carlo Sbordone Presidente dell'Accademia
Pontaniana. Modererà il prof. Luigi Mascilli Migliorini dell'Università di Napoli. La chiusura sarà appannaggio
dell'avvocato Gerardo Marotta, presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici che non perde mai lo
spirito combattivo e risoluto che lo contraddistingue da sempre. Avvocato, qual è lo scopo della
manifestazione di lunedì? «È quello di affermare la centralità del ruolo che gli enti culturali e scientifici
svolgono per lo sviluppo socio-culturale del Mezzogiorno». Che ripercussioni avrà la Finanziaria su di voi?
«Senza contributi rischiamo di scomparire, anche se, a dire il vero, sono svariati anni che camminiamo con le
nostre gambe, in virtù della scadenza, nel 31 dicembre del 2009, dell'emendamento alla Finanziaria del
2005». So che ha attinto dalle sue proprietà personali pur di tenere in vita l'Istituto. «Certo, ma ciò è servito
solamente a tamponare le spese per il presente. Abbiamo decine di volontari che ci sostengono
alacremente». Germania, Inghilterra e Francia, nonostante manovre finanziarie molto dure per fronteggiare la
crisi, hanno addirittura aumentato gli stanziamenti in favore della cultura e della ricerca. «Sono Nazioni
lungimiranti che pensano a costruire qualcosa che permanga nel futuro, senza mettere a repentaglio il futuro
delle nuove generazioni». Su Facebook decine di migliaia di utenti si sono mobilitati in vostro sostegno. Lo
trovo incoraggiante, non crede? «I giovani si stanno ergendo a difensori impavidi del nostro Istituto, ciò è
commovente. Sono stupito e meravigliato di come abbiano compreso appieno la nostra battaglia a difesa
della cultura europea. Insomma, non tutta la società italiana è avvolta dalla mucillagine, riprendendo le parole
del sociologo Giuseppe De Rita». Qual è la cosa che l'ha più toccata in questa vicenda? «Annoverare
l'Istituto nella lista nera degli enti inutili è un'offesa assai grave da tollerare. Quando si operano dei tagli
bisognerebbe saper scegliere con cognizione di causa». Stupisce che l'Istituto sembri riscuotere una
maggiore rilevanza all'estero. «È verissimo, la nostra attività è molto apprezzata nel mondo. Come affermava
Irving Lavin, docente di Princeton: l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ha il nobile merito di aver rivelato al
mondo intero l'ingegno italiano, la sua scomparsa equivarrebbe ad uno scandalo planetario!».
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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MASCHIO ANGIOINO LUNEDÌ ASSEMBLEA CITTADINA INDETTA DALL'ISTITUTO FONDATO DA
GERARDO MAROTTA
13/06/2010
Il Roma
Pag. 10
(diffusione:27500, tiratura:125000)
L'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, con l'adesione e la partecipazione del Sindaco di Napoli, on. Rosa
Russo Iervolino, ha organizzato per lunedì 14 giugno, alle ore 10.30, nella sala Santa Barbara del Maschio
Angioino in Napoli, una assemblea cittadina sul tema "La città di Napoli per la salvezza della cultura e della
ricerca" con l'intervento di rappresentanti degli istituti culturali e scientifici interessati dai provvedimenti
finanziari in via di approvazione. All'incontro svolgeranno relazioni: Francesco Barbagallo dell'Università di
Napoli Federico II, Sen. Prof. Raaele Calabrò, Nino Daniele dell'ANCI, Guido D'Agostino Presidente
dell'Istituto Campano per la Storia della Resistenza, Roberto Di Lauro Presidente della Stazione Zoologica
«Anton Dohrn», Antonio Gargano dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Mario Guida direttore della casa
editrice Guida, Aniello Montano dell'Università di Salerno, Silvio Perrella Presidente della Fondazione Premio
Napoli, Luigi Serra dell'Università di Napoli L'Orientale, Carlo Sbordone Presidente dell'Accademia
Pontaniana. Concluderà i lavori l'avv. Gerardo Marotta, Presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Modererà il prof. Luigi Mascilli Migliorini dell'Università di Napoli "L'Orientale".
UNIVERSITA - Rassegna Stampa 14/06/2010
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La città di Napoli per la salvezza della cultura e della ricerca
11/06/2010
Panorama della Sanita - N.21 - 31 maggio 2010
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II nuovo Centro Ricerca in nanomedicina
Ha sede operativa presso l'Ospedale Sacco di Milano il nuovo Centro di microscopia per la ricerca nell'ambito
della nanomedicina. «L'obiettivo del nuovo Centro di microscopia dell'Università degli Studi di Milano» ha
spiegato presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni «è quello di sviluppare nanosistemi per
applicazioni avanzate in campo sanitario, in particolare nuovi agenti diagnostici basati su nanoparticelle. Essi
saranno individuati relativamente ad applicazioni cliniche che riguardano tre differenti target diagnostici e
terapeutici, e che rappresentano altrettante eccellenze dell'ospedale: il carcinoma mammario, le malattie
infiammatorie intestinali (Ibd) e il trattamento Hiv». Il Centro di microscopia inizierà la sua attività a partire da
un progetto di ricerca che vede protagonisti l'azienda ospedaliera Sacco, l'Università degli Studi di Milano e l'
Università Bicocca. Questo progetto verrà supportato da un finanziamento regionale di 1,2 milioni di euro.
L'assessore alla Sanità, Luciano Bresciani ha sottolineato in particolare l'importanza della direzione di questo
tipo di ricerche che va verso la personalizzazione delle cure. «Un grande avanzamento in questo senso» ha
concluso l'assessore «ce lo attendiamo anche dall'attività della Città della Salute, che riunirà Sacco, Besta e
Istituto dei tumori».
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Ospedale Sacco di Milano
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