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grafica by  Mel
il Sass
lino
n. 34
22 agosto
2015
Informazioni settimanali per i cristiani residenti e di passaggio nella
parrocchia di SANTO STEFANO in Aosta. Si pubblica il sabato.
Ufficio parrocchiale: Via Martinet, 16 - 11100 Aosta - tel. 0165 40 112
Dal lunedì al venerdì h 9:30 - 11:30.
questo foglio è consultabile anche sul sito: www.cattedraleaosta.it
4 Celebrazioni Eucaristiche della Settimana
Il simbolo
indica le feste di precetto.
DOM 23 ● VENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
(vigilia) h 17:30 def. Germana, Lorenzo, Antonio | def. fam. Susanna
h 9:00 per la comunità parrocchiale
LITURGIA DELLA PAROLA
Gios 24,1-2a.15-17.18b
lun 24
mar 25
mer 26
gio 27
ven 28
sab 29
Ef 5,21-32
… molti dei suoi discepoli tornarono
indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete
andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna».
(Gv 6,66-68)
Gv 6,60-69
h 8:00 int. del richiedente
h 8:00
————
h 18:30 def. Ubaldo Manacorda | def. Bruno, Massimo e Rosario
h 18:30
————
DOM 30 ● VENTIDUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
(vigilia) h 17:30 int. del richiedente (amiche defunte) | def. Erdolino Testolin | def.
Francesco, Girolamo, Filomena
h 9:00 per la comunità parrocchiale
LITURGIA DELLA PAROLA
Dt 4,1-2.6-8 Gc 1,17-22.27
Mc 7,1-8.14-23
U Agenda Settimanale della Comunità v L’Orazione della Liturgia
(Parrocchiale, Zonale, Diocesana)
DOM 23 ■ Pellegrinaggio diocesano al Santuario di Notre-Dame de la Garde (Perloz).
Raduno alla chiesa parrocchiale, h 9:30. Programma: partenza a piedi dal luogo
di raduno e recita del rosario; h 11:00 celebrazione eucaristica; h 12:00 pranzo
al sacco; h 14:30 Adorazione Eucaristica con meditazioni sulla famiglia. Per recarsi al luogo di raduno usare mezzi propri. Per il calendario completo, v. locandina in chiesa.
mar 25 ■ Cattedrale, h 8:30 / Eucaristia presieduta dal vescovo, in occasione dell’anniversario della Dedicazione della cattedrale.
(È l‘orazione pronunciata all’inizio dell’eucaristia
domenicale o festiva. Facendo spesso riferimento alle
tre letture, lungo la settimana può servire a ricordare la
Parola di Dio ascoltata).
O Dio nostra salvezza, che in Cristo tua
parola eterna ci dai la rivelazione piena del
tuo amore, guida con la luce dello Spirito
questa santa assemblea del tuo popolo,
perché nessuna parola umana ci allontani
da te unica fonte di verità e di vita.
Appunti e Noterelle...
Fratelli e Sorelle,
nel corso della prossima settimana, precisamente il 29 agosto, si celebra la memoria del martirio di San Giovanni Battista.
L’occasione ci permette di verificare la precisione della nostra conoscenza della Sacra Scrittura.
Mi spiego: invito i lettori a pensare al
nome della fanciulla, la cui danza sensuale
affascinò morbosamente Erode, fino a fargli commettere un gesto contro la sua volontà, e cioè la decapitazione di Giovanni.
Fatto? Bene, immagino che a tutti sia
venuto in mente il nome “Salomè”. Ma ora
andiamo a verificare nella Bibbia come
stanno le cose. Sono due gli evangelisti
cha parlano della bella ragazza. Ecco i testi:
Matteo 14,6-11
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia
di Erodiade danzò in pubblico e piacque
tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto.
Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi
qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il
Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del
giuramento e dei commensali ordinò che le
venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne
portata su un vassoio, fu data alla fanciulla
e lei la portò a sua madre.
Marco 6,21-28
Venne il giorno propizio, quando Erode,
per il suo compleanno, fece un banchetto
per i più alti funzionari della sua corte, gli
ufficiali dell’esercito e i notabili della Galile-
a. Entrata la figlia della stessa Erodiade,
danzò e piacque a Erode e ai commensali.
Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi
quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò
più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te
la darò, fosse anche la metà del mio regno». La ragazza uscì e disse alla madre:
«Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». Ed
entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un
vassoio la testa di Giovanni il Battista». Il
re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una
guardia con l’ordine che gli fosse portata la
testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua
madre.
Sorpresa: il nome Salomè non compare! E allora… da dove viene?
Esso ci è stato tramandato da una testimonianza di tal Giuseppe Flavio. Questo
Giuseppe, figlio di Mattia, nacque a Gerusalemme nell’anno 37 o 38 (quindi dopo la
morte e risurrezione di Gesù). Fu tra i capi
della rivolta ebraica contro Roma e vide la
caduta di Gerusalemme sotto gli assalti
delle truppe comandate da Tito, figlio
dell’imperatore Vespasiano (estate del 70).
Tito portò Giuseppe con sé a Roma, e
ne fece una sorta di storico di corte. Fu in
quest’occasione che l’ebreo aggiunse al
proprio nome quello romano di Flavio, per
onorare la casata di Vespasiano e Tito (la
gens Flavia). Giuseppe Flavio cominciò
quindi a raccontare le vicende di cui era
stato protagonista e testimone. Tra le sue
opere, quelle propriamente storiche sono
La guerra giudaica e Antichità giudaiche,
una storia del suo popolo sin dalle origini.
La data della morte di Giuseppe Flavio è
incerta, ma sicuramente posteriore all’anno
102.
Tornando alla nostra fanciulla, quanto
ci riferisce Giuseppe Flavio sul nome Salomè è attendibile? Non possiamo affermarlo
con sicurezza, perché non conosciamo le
fonti da cui egli attinse informazioni su questo fatto, accaduto peraltro prima che egli
nascesse. In tutti i casi, ad essere pignoli,
come abbiamo visto, quel nome nella Scrittura non c’è. Esso è però stato reso famoso da innumerevoli opere artistiche – letterarie, figurative, cinematografiche, musicali – assieme agli altrettanto famosi sette veli (*) che, così immaginiamo, caddero uno
dopo l’altro nel corso della famosa affascinante danza…
Ho scritto questa noiosa disquisizione
solo per dimostrare quanto le nostre cono-
p Un minuto per Pensare...
scenze bibliche (e non solo quelle bibliche)
possano essere condizionate da altre informazioni, provenienti da altri canali, primo
fra tutti l’arte, forse non sempre del tutto attendibili.
Per fare altri esempi, molti sono pronti
a giurare che il frutto del peccato di Adamo
ed Eva sia una mela (mentre la Scrittura si
limita a parlare di un non meglio precisato
“frutto”), oppure che l’apostolo Paolo, sulla
via di Damasco, sia caduto da cavallo
(mentre la Scrittura non solo non fa menzione dell’animale, ma anzi lascia intendere che Paolo stesse andando a piedi).
Si potrebbero trovare altri esempi simili, ma il caldo e la pigrizia dell’estate mi impediscono di sforzare la mia memoria, già
precaria, oltre questo limite. E anche per la
gioia di chi, paziente, sta leggendo…
Carmelo
(*) La “storia” dei sette veli deriva da Salomè, un’opera in un atto e un balletto di Richard Strauss (inizio XX sec.), su libretto di
Hedwig Lachmann tratto dall’omonimo poema di Oscar Wilde, a sua volta ispirato dal
mito delle sacerdotesse della divinità babilonese Ishtar, che danzavano in onore della dea lasciando cadere i sette veli di cui
erano rivestite, per simboleggiare la loro
purificazione e l’allontanamento dei lati negativi dell’essere umano.
Pochi secondi per un sorriso
- Perché chi si mette le dita nel naso è un
buon giardiniere?
- Non saprei…
- Perché ha il pollice verde!
L’uomo che perdona è simile al legno di
sandalo, che profuma l’accetta che lo colpisce.
Proverbio orientale
Perché andare a messa la domenica?
Viene qui pubblicato a puntate un breve saggio del vescovo di Chieti-Vasto, il teologo Bruno Forte, per sollecitare una personale riflessione, per stimolare un dibattito in famiglia…
8. E ORA TOCCA A TE!
Se hai compreso tutto questo con la mente
e con il cuore, lasciandoti raggiungere
dall’Amore del Dio fedele, che ha
“inventato” l’eucaristia per essere sempre
con noi, sentirai il bisogno di dirgli grazie
nel più profondo del cuore insieme a tutti
coloro che credono, amano e sperano come te, e di farlo vivendo l’eucaristia ogni
domenica con fedeltà e impegno nella tua
comunità. Scoprirai anche il gusto di andare ogni tanto a visitare Gesù nell’eucaristia,
fermandoti davanti al tabernacolo per un
tempo di adorazione, in cui dirgli parole
d’amore e ascoltare Lui che parla al tuo
cuore. Ti capiterà allora di sperimentare
quanto chiede una bellissima preghiera di
Giovanni Paolo II, che ci ha invitato a vivere un anno intero dedicato all’eucaristia
proprio per riscoprirne la necessità e la bellezza per la vita di tutti: «Resta con noi, Signore! Come i due discepoli del Vangelo, ti
imploriamo: Rimani con noi! Tu, divino
viandante, esperto delle nostre strade e conoscitore del nostro cuore, non lasciarci
prigionieri delle ombre della sera. Sostienici nella stanchezza, perdona i nostri peccati, orienta i nostri passi sulla via del bene.
Benedici i bambini, i giovani, gli anziani, le
famiglie, in particolare i malati. Benedici i
sacerdoti e le persone consacrate. Benedici tutta l’umanità. Nell’eucaristia ti sei fatto
‘farmaco d’immortalità’: dacci il gusto di una vita piena che ci faccia camminare su
questa terra come pellegrini fiduciosi e
gioiosi, guardando sempre al traguardo
della vita che non ha fine. Rimani con noi,
Signore! Rimani con noi!».
Che alla sera di ogni domenica, dopo aver
riconosciuto Gesù nello spezzare il pane e
averlo ricevuto in noi, possiamo dirgli,
guardando a tutta la settimana che inizia:
“Resta con noi, Signore”. E che alla sera
della vita possiamo ripetergli: “Resta con
noi, perché il giorno volge al declino”, per
entrare con Lui nel giorno senza tramonto
dell’eterna bellezza di Dio. Lì celebreremo
per sempre l’azione di grazie dell’amore
senza fine intorno all’Agnello immolato per
noi, ritto in piedi come glorioso vincitore del
male e della morte, Cristo Signore. Lì ci aspetta con la Trinità divina Maria santissima, che è da noi particolarmente venerata
come Madonna dei Miracoli, nel Santuario
( * ) che sorge nel luogo dove nel 1576 risuonò la Sua raccomandazione calda e
materna di santificare il giorno di festa. Da
lì Maria ci aiuta con la Sua intercessione e
ci aiutano i nostri santi e tutti coloro che abbiamo amato e che hanno già raggiunto la
patria dell’amore: alla loro preghiera ci affidiamo, sul loro aiuto confidiamo, nella santa messa li sappiamo presenti e vicini. Di
domenica in domenica rinnoveremo così
insieme la nostra gioia e anticiperemo nel
nostro presente qualcosa del giorno ottavo
e splendido, giorno radioso e fulgido della
Domenica senza tramonto, dove risplende
senza fine la Bellezza di Dio. Con questo
augurio, con questa speranza che diventa
preghiera vi abbraccio e benedico tutti, uno
per uno.
Bruno
Vostro Padre nella fede
Arcivescovo Metropolita
(8 - fine)
( * ) Questa sezione finale fa riferimento ad
un santuario della diocesi di Chieti-Vasto.
Questo saggio originariamente è infatti una
lettera che il vescovo Bruno Forte ha inviato ai suoi fedeli. (N.d.R.)
(Bruno Forte, Perché andare a Messa la
Domenica?, Paoline, 2005, p. 26-28)
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