PAG.
8 RIFORMA
VENERDÌ 3 GIUGNO 2005
VITA DELLE CHIESE
Oscar Luigi Scalfaro e Domenico Maselli al Centro protestante di Milano
La nostra difesa della Costituzione
Nel partecipato incontro è stato ripercorso il cammino che ha portato alla Costituzione
e ai suoi valori che si tenta oggi di scardinare attraverso il piano di revisione costituzionale
Il Centro culturale protestante di Milano ha organizzato un incontro con l’on. Oscar Luigi Scalfaro sul tema «La Carta costituzionale e la nascita della Repubblica» il 13 maggio nel tempio
valdese di via Sforza. L’introduzione, a cura del pastore e professore Domenico Maselli, è iniziata sottolineando la doverosità di
presentare una persona che tutti conoscono come ex presidente
della Repubblica e di quanto egli ha fatto, riassumendo che
quattro sono le cose alle quali egli è estremamente legato: la difesa della Costituzione da parte di ognuno, la difesa della laicità
dello stato, il valore morale e religioso della laicità intesa non come «anti-qualcuno» ma come il valore del rispetto delle religioni
nostre e altrui nel nome di colui che è il nostro Creatore e Signore, e la grande capacità di coinvolgere, come quando venne a
Torre Pellice durante la sua presidenza. Infine Maselli ha sottolineato un’altra ragione per cui egli è felice di essere presente a
questo incontro: la piccolissima parte, ma non secondaria, che
gli evangelici italiani hanno avuto nella Resistenza e quindi nella preparazione della Costituzione. La presentazione del prof.
Maselli è anche stata, quindi, un rileggere la nostra storia e un
modo per ricordare chi siamo e quello che abbiamo fatto per arrivare a oggi, mentre sono passati solamente sessant’anni.
CARLO ZIBECCHI
L’
ON. Scalfaro ha evidenziato la sua emozione, e
in un certo senso direi la sua
commozione, che andava aumentando il suo senso di ringraziamento: «Non è la prima
volta che ho l’onore – ha detto
–, lo sento fino in fondo, di essere chiamato da fratelli italiani per parlare della loro comunità». Scalfaro ha fra l’altro
ricordato la fine della guerra,
che forse ebbe più morti civili
che militari, le distruzioni. Gli
italiani avevano il diritto di
chiedersi chi erano; un popolo che aveva lo Statuto Albertino che fu soppiantato semplicemente perché gli si sovrapposero le istituzioni della
dittatura. Scalfaro ha termi-
da quando ha inventato lo
stato. Ha evidenziato anche
che non c’è una lotta contro i
valori ma uno «sgretolamento» degli stessi quando vengono espresse leggi specifiche
per il singolo cittadino, con il
rischio poi che lo stesso possa
poi prevalere su altri cittadini.
Altro fra gli innumerevoli
argomenti trattati dal Presidente, sia con cenni da costituzionalista e magistrato sia
con toni da storico, e anche
con punte polemiche, è quello che riguarda l’art. 11 della
Costituzione che recita: «L’Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli…». Ha
poi ribadito la sua polemica
in quanto si sta attuando una
revisione della Carta costituzionale proprio nel momento
in cui si è in guerra. E ancora
ha accennato ai Patti Lateranensi (11 febbraio 1929), firmati da Mussolini e che ritroviamo nell’art. 7 della Costituzione che è del dicembre
1947. Le altre confessioni sono regolate dall’art. 8 che recita: «Tutte le confessioni reli-
giose sono ugualmente libere
davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla
cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri
statuti…». A tempi più recenti
risalgono le varie Intese tra lo
stato e altre confessioni religiose; quelle tra la Repubblica
e la Tavola valdese sono del L’ingresso di Oscar Luigi Scalfaro e del prof. Maselli (foto C. Zibecchi)
1984. Scalfaro ha ancora ricordato che vi sono ancora
alcune confessioni religiose
che attendono da anni che il
governo si ricordi di loro.
L’incontro, che ha visto un
folto pubblico e registrato
numerosi applausi, si è concluso dopo quasi due ore dopo è stato a volte ironicamente duro ma pacato ma
MARTINO BARAZZUOLI
combattimenti al seguito delmolto significativo e ha connato questa prima parte storile forze angloamericane.
sentito comunque di rivedere
Spini fu proprio con quella
ca affermando che una volta
A mattina del 25 aprile,
una serie di immagini storiparte dell’esercito italiano
caduta la dittatura, non potedinanzi al palazzo comuche e sempre attuali della siche dopo l’8 settembre 1943
va non esserci l’Assemblea
nale di Felonica Po, c’erano
tuazione italiana. L’ex presipassò le linee del fronte per
costituente che ci ha portato
grande animazione e presendente della Repubblica, nel
raggiungere l’8ª armata briad avere una Carta costituzioza di pubblico in attesa della
salutare e ringraziare, ha votannica, che risaliva combatnale, che è quanto c’è di mecerimonia
commemorativa
luto fare un appello ai cittaditendo sul fronte dell’Adriatiglio fra le Costituzioni, e ha
del 60º anniversario della Lini e a se stesso, con l’augurio
co. Qui la sua testimonianza,
colto l’occasione per ringraberazione. Preceduto dall’edi essere all’altezza di queste
portata con vigoroso e semziare coloro che fra il pubblisecuzione dell’Inno di Magrandi sfide per difendere lipre lucido slancio, si estende
co esponevano il cartello «Salmeli
e
della
Leggenda
del
bertà e democrazia.
in una miriade di ricordi di
viamo la Costituzione».
Piave, ha preso la parola il
combattente che ha affrontaNella sua difesa della Carta
sindaco, Dante Maestri, che
All’inizio della serata è stato letto il seguente testo, introto le vicende della guerra con
costituzionale, il presidente
sottolineando l’importanza
duttivo alla Carta costituzionale, di Piero Calamandrei:
diversi stati d’animo, dalla
emerito ha ribadito che la sodi questa data per tutti i citsopportazione del pericolo al
vranità appartiene al popolo,
tadini italiani ha aperto la
«Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è
vero e proprio scoramento,
che i diritti che ne derivano
manifestazione.
nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove
ma in cui riaffiora sempre la
dall’art. 1 all’ art. 11 sono la
Quest’anno, in sostituzione
caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionasperanza e la fede del credenmanifestazione dei diritti deldella consueta «messa al
ti, nei lager dove furono sterminati.
te. È stata certo la distanza vile persone, che la Repubblica
campo» c’è stata una celebraDovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e
siva degli argini del Po a porriconosce i diritti inviolabili
zione ecumenica: il viceparla dignità andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata
tare Spini a descrivere con
roco don Giovanni ha condell’uomo, ovvero che la perla nostra Costituzione».
dovizia di particolari la rottudotto la liturgia e il pastore
sona era già titolare dei diritti
ra della linea difensiva tedeEmanuele Fiume, in toga, ha
sca stabilita al di là del fiume,
commentato il Salmo 85.
come ultimo baluardo, e che
Certo, la guerra è stata frutto
aprì la strada alla liberazione
di odio e di peccato e ha pordi tutta l’Italia settentrionale,
tato conseguenze disastrose,
appunto il 25 aprile.
solo la grazia e la misericorLa conclusione della condia di Dio hanno potuto libeferenza è stata sottolineata
rare i popoli da tanto flagello.
non di ammissioni vere e
da un caloroso applauso dei
Ma nella situazione attuale è
proprie ed erano persone che
convenuti. Il sindaco ha rinproprio vero che «la bontà e
già da un bel po’ vedevamo
graziato vivamente il prof.
la verità si sono incontrate» e
in chiesa: la loro volontà di
Spini per la sua partecipazioche «la giustizia e la pace si
essere membri a tutti gli efne a questa solennità, dandosono baciate»? Analizzando
fetti si è incontrata gioiosale con la sua presenza un caognuna di queste virtù alla
mente con il nostro desiderio
rattere particolare, e gli ha
luce dei fatti, ancora oggi non
di poter lavorare al loro fianconsegnato il guidoncino con
ci resta che ricercare in Dio
co, di poter contare su di lole insegne del Comune a simsolo la speranza e la salvezza.
ro, così come loro dovrebbebolo della consegna onoraria
Prima che la celebrazione si
ro poter contare su di noi.
delle chiavi del paese.
concludesse con la benediPoi, tutti insieme, abbiamo
Giorgio Spini ha ripreso la
zione, un ex combattente ha
celebrato la santa cena. In
parola dicendosi emozionato
letto la «Preghiera del soldaquel momento eravamo vee grato del riconoscimento,
to». Poi il sindaco ha presenramente un’unica comunità
ma ricordando ancora che
tato il prof. Giorgio Spini, che
pronta ad affrontare gli inevicoloro che lottarono e in
partecipò come combattente
tabili problemi, le inesauribili
molti casi immolarono la loro
alla guerra di liberazione, per
difficoltà, la fatica del quotivita aspiravano per la nostra
la sua testimonianza a distandiano. Spero che anche colopatria a un futuro di libertà e
za di 60 anni. L’oratore ha
ro che si sono un po’ allontademocrazia. Ma a tutt’oggi
tracciato a grandi linee gli avnati, che vengono in chiesa
queste aspirazioni non si sovenimenti che portarono allo
più raramente, che stanno
no ancora completamente
scatenarsi della guerra, ricorUna veduta dall’alto della città di Verona
percorrendo altre strade,
realizzate: abbiamo ancora
dando come i nazisti riusciroaria fresca e frizzante una
re. Uomini e donne proveuna democrazia carente e
sentano il desiderio di riavvino a coinvolgere gran parte
maggior apertura verso una
nienti da altre comunità (prezoppicante sotto molti aspetcinarsi e di non abbandonardei popoli europei, costrinspiritualità che coinvolge tutsbiteriane, metodiste e penti, non ultimo quello della
ci nel nostro cammino non
gendoli ad affiancare l’esercito il mio essere, compresa la
tecostali) che avevano chiepiena parità di diritti delle
sempre facile, ma ricco e feto tedesco nella sua marcia di
mia emotività e il mio corpo.
sto di entrare nella nostra codonne; il nostro impegno decondo di possibilità, oggi un
invasione e di violenta opInsomma, una liturgia che
munità valdese di Verona. Si
ve allora essere quello di opepo’ più povero e triste a caupressione nella maggior parte
coinvolga anche il cuore, le
rare per una democrazia che
dei territori europei. Ma il deè trattato di un trasferimento,
sa della loro assenza.
braccia, le gambe, gli occhi.
proceda saldamente sulle
siderio di libertà a la presa di
Quel giorno, per esempio, è
due gambe. Alla fine del suo
coscienza dei crudeli mezzi
stato molto emozionante pardire, molti presenti hanno
usati dai nazifascisti produstecipare alla santa cena.
circondato con simpatia il
sero nei paesi occupati il sorQualcuno aveva espresso il
prof. Spini per congratularsi
gere di movimenti di residesiderio che non ci fossero
personalmente con lui menstenza. In Italia si manifestapiù i turni, ma che si potesse
tre un fornito banco libri ha
rono con le lotte delle formacelebrarla tutti insieme. E coesposto e venduto alcune
zioni partigiane, prevalenteALBA BIELLA
po Nicola Milone scrive messì è stato fatto: ci siamo messi
delle sue più recenti opere.
mente in montagna, e con i
saggi di pace, di giustizia e di
in circolo per tutto il perimeamore con una bella musica
tro della chiesa, lungo le paULLE «righe del tempo» si
e con canti appassionanti di
reti, e ci vedevamo l’un l’alscrive la vita che si rinnolode e di fiduciosa speranza.
tro. È stato bellissimo, mi sova nelle sue diverse espresUn concerto di evangelizno sentita veramente memsioni, e la musica e il canto
zazione, dunque, come anbro di quella comunità e ho
sono fra quelle che danno
nunciava la locandina, entusentito che stavo cercando di
sensazioni più coinvolgenti
siasmante ed edificante, teentrare in contatto con Dio
ed emozionanti. Così è stato
stimonianza di una fede salinsieme ai miei fratelli e sosabato 7 maggio a Milano nel
da e gioiosa. Significative e
relle in Cristo, non delle atempio battista di via Pinaappropriate le parole del Salstrazioni teoriche ma delle
monte da Vimercate per como 89 che Milone ha riporpersone in carne e ossa che
loro che hanno ascoltato e
tato sul libretto che accominsieme a me stavano cercanapplaudito il cantautore Nipagna il cd: «Io canterò per
do nella loro profondità di
cola Milone che con le coriste
sempre la bontà del Signore;
entrare in contatto con Dio.
Debora e Mara Valenti ha
la mia bocca annunzierà la
Poco prima avevamo acpresentato il suo cd intitolato
tua fedeltà di generazione in
colto 18 nuove persone: in
proprio Sulle righe del tempo.
realtà nuove per modo di digenerazione».
Giorgio Spini tra il pastore Fiume e il viceparroco don Giovanni
E sulle righe del nostro tem-
Nuovi fratelli e sorelle che provengono da diversi paesi e da diverse culture
Verona accoglie 18 nuovi membri di chiesa
ERICA SFREDDA
D
OMENICA 15 maggio si
è svolto a Verona il culto
di Pentecoste, che è stato allietato da 18 nuovi ingressi in
chiesa. È stata una bellissima
festa e il mio cuore ancora ne
gioisce. La nostra comunità
di veronesi più o meno doc
(ma non sono mai mancate
persone da altre regioni d’Italia, e del mondo) da qualche
anno è stata allietata dalla
presenza di un folto gruppo
di uomini, donne e bambini
provenienti dal continente
africano. La maggior parte di
loro è ganaense, ma non
mancano esponenti di altre
nazioni, come la Costa d’Avorio, il Camerun e il Congo.
La convivenza non è sempre facile, non voglio nascondere anzi, che ha prodotto e
purtroppo produce alcuni
malumori e difficoltà: il culto
bilingue è sentito da molti
italiani come un peso e il
canto, in alcuni momenti liturgici meno «classico», non
piace a tutti, la spiritualità
vissuta dagli uni e dagli altri
non sempre trova un punto
di intesa. Gli africani conoscono e capiscono poco la
nostra lingua è questo è sentito da parte di qualcuno come una forma di chiusura e
di rifiuto, mentre noi «locali»
probabilmente appariamo
come un gruppo compatto e
poco penetrabile. Io personalmente, però, sono abbastanza contenta: sento che la
loro presenza può arricchire
tutti noi, che in particolare la
nostra liturgia, talvolta un po’
antiquata (e non me ne voglia chi maggiormente ci è legato) risulta arricchita dai
molti stimoli che provengono
dai fratelli africani.
Ho sentito spesso il disagio
proveniente da un approccio
eccessivamente intellettuale
e sento come una ventata di
Chiesa di Milano via Pinamonte
Una musica per la lode
S
Il XXV Aprile celebrato a Felonica Po
La Parola biblica e
il racconto di Giorgio Spini
L
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