150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA
Certamen di Storia e Letteratura Risorgimentale
Venaria, 4 Aprile 2011
Tipologia A - Analisi del testo
Ma più beata ché in un tempio accolte
Serbi l'itale glorie, uniche forse
Da che le mal vietate Alpi e l'alterna
Onnipotenza delle umane sorti
Armi e sostanze t'invadeano ed are
E patria e, tranne la memoria, tutto.
Che ove speme di gloria agli animosi
Intelletti rifulga ed all'Italia,
Quindi trarrem gli auspici.. E a questi marmi
Venne spesso Vittorio ad ispirarsi.
Irato a' patrii Numi, errava muto
Ove Arno è più deserto, i campi e il cielo
Desioso mirando; e poi che nullo
Vivente aspetto gli molcea la cura,
Qui posava l'austero; e avea sul volto
Il pallor della morte e la speranza.
Con questi grandi abita eterno, e l'ossa
Fremono amor di patria.
180
185
190
195
Ugo Foscolo, Dei Sepolcri, vv. 180-197
1. COMPRENSIONE DEL TESTO
Eseguire la parafrasi del testo, con opportuni riferimenti esplicativi.
2. ANALISI DEL TESTO
2.1
Qual è la funzione dei sepolcri degli uomini illustri?
2.2
A chi sono rivolti questi versi?
2.3
Traccia un profilo sintetico e interpretativo del personaggio storico citato in questi versi
2.4
“l’alterna onnipotenza delle umane sorti”: commenta questa idea, facendo anche riferimento
alla notissima lettera dell’ Ortis (Ventimiglia, 19 e 20 Febbraio)
2.5
Chiarisci l’espressione: “con questi grandi abita eterno”.
2.6
Individua le caratteristiche del verso, della sintassi, del linguaggio.
3. APPROFONDIMENTO
Definisci del carme: il genere letterario, l’occasione, la dedica, la matrice illuministica, quella
neoclassica e quella romantica (max 25 righe).
1
Tipologia B - Redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o
in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.
Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue
conoscenze ed esperienze di studio.
Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale
pensi che l’articolo debba essere pubblicato.
Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
AMBITO ARTISTICO – LETTERARIO
L’adesione della poesia ed in genere della letteratura e dell’arte italiana al nostro Risorgimento.
E il premio sperato, promesso a quei forti,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
D'un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
All'opere imbelli dell'arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l'antico;
L'un popolo e l'altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D'un volgo disperso che nome non ha.
55
60
65
Alessandro Manzoni, Adelchi, I coro, vv. 55-66
O patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l’erme
Torri degli avi nostri,
Ma la gloria non vedo,
Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme,
Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,
Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna! Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia;
Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
Le genti a vincer nata
E nella fausta sorte e nella ria.
5
10
15
20
Giacomo Leopardi, All’Italia, vv. 1-20
2
Pensavo tra me: «Se saremo molti, e uniti così, e d'un solo animo, lo faremo veramente un vespro e
scoperemo principi papi e forestieri. È una grande impresa: un'Italia grande, libera, unita,
indipendente non c'è italiano che non la voglia: tutto sta nell'unire insieme tanti voleri.
Luigi Settembrini, La giovane Italia
Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti!
Me ne andava al mattino a spigolare
Quando ho visto una barca in mezzo al mare:
Era una barca che andava a vapore,
E issava una bandiera tricolore.
All’isola di Ponza si è fermata,
È stata un poco, e poi s’è ritornata;
S’è ritornata, e qui è venuta a terra;
Sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra.
Luigi Mercantini, La spigolatrice di Sapri, vv. 1-10
Va', pensiero, sull'ali dorate,
va' ti posa sui clivi, sui colli,
ove olezzano libere e molli
l'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
di Sïonne le torri atterrate...
Oh mia patria sì bella e perduta!
Oh membranza sì cara e fatal!
Arpa d'ôr dei fatidici vati
perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto raccendi,
ci favella del tempo che fu!
O simìle di Sòlima ai fati
traggi un suono di crudo lamento,
o t'ispiri il signore un concento
che ne infonda al patire virtù!
Nabucco, Libretto di Temistocle Solera, Musica di Giuseppe Verdi
3
Francesco Hayez, Il Bacio, 1859, Olio su tela, 112 x 88 cm, Pinacoteca di Brera
AMBITO STORICO – POLITICO
Centralizzato e unitario, decentrato e regionale: quale forma di stato?
Qualunque sia la comunanza dei pensieri e dei sentimenti che una lingua propaga tra le famiglie e le comuni,
un parlamento adunato in Londra non farà mai contenta l’America; un parlamento adunato in Parigi non farà
mai contenta Ginevra; le leggi discusse in Napoli non risusciteranno mai la giacente Sicilia, nè una
maggioranza piemontese si crederà in debito mai di pensare notte e giorno a trasformare la Sardegna, o potrà
rendere tollerabili tutti i suoi provvedimenti in Venezia o in Milano. […] Bisogna che le regioni si sveglino
alla vita pubblica, che pongano mano ai loro interessi, che alleggeriscano il governo centrale e la finanza
comune da un carico troppo maggiore delle forze. Tutte le regioni hanno immense fonti d’attività, nei
demani non ancora dissipati, nelle imperfette agricolture, nei commerci ancora dissociati, nelle capacità
personali oziose e ignorate, nel credito assopito.
Carlo Cattaneo (1854), Le più belle pagine di Carlo Cattaneo scelte da Gaetano Salvemini, Donzelli, Roma 1993
4
Noi, o signori, siamo tutti concordi sovra due punti, se mi è lecito dir così, negativi. Non vogliamo la
centralità francese. Per quanto siano grandi i pregi della centralità, per quanto utili risultamenti abbia dato
nella Francia ed altrove, per quanto vi sia oggi in Europa incontrastabilmente una tendenza verso di essa,
nondimeno tali sono gl’inconvenienti che generalmente seco adduce, e che recherebbe più specialmente in
Italia, che io credo sia opinione comune in questa Camera e fuori che noi dobbiamo evitare accuratamente
questo sistema. Dall’altra parte non vogliamo neppure un’indipendenza amministrativa come quella degli
Stati Uniti dell’America, o coma quella della Svizzera; anche in ciò io credo che nessuno oserebbe di
discentrare [n.d.c.: decentrare] l’amministrazione a tal grado che può mettere a repentaglio l’unità politica e
civile. Ma fra questi due punti estremi l’intervallo è grandissimo; e possono esservi molti e varii sistemi, dei
quali taluni pendano più verso questa che verso quella parte. Ora chi sa dirmi quale è il punto nel quale
precisamente deve fermarsi e costituirsi il sistema necessario alle condizioni presenti e future dell’Italia
Marco Minghetti, Discorso parlamentare del 1861
in R. Romanelli, Storia dello Stato Italiano dall’unità ad oggi, Donzelli, Roma 1995
Il piemontesismo, per effetto del trasferimento della capitale prima a Firenze e poi a Roma, per l'afflusso
d'impiegati da ogni parte d'Italia e per il rimescolamento tra essi, passò, e con esso caddero molti dei
malumori contro l'accentramento. Il quale non dové pesare troppo, né essere troppo disforme dall'indole e dai
modi di vita delle popolazioni, se la polemica in proposito rimase dottrinale e non si concretò mai in chiare e
urgenti richieste di riforme e le parole «decentramento» e «autonomia» riecheggiarono nei programmi dei
vari partiti come un ritornello che si ripeteva e al quale nessuno prestava fede e dava un senso determinato.
Benedetto Croce, Storia d’Italia dal 1871 al 1915, Laterza, Bari 1929
L'accentramento burocratico, deplorevole soprattutto per la fretta, l'improvvisazione con cui fu attuato,
contribuì a mantenere in vita,anzi talora ad acutizzare, le ambizioni e le rivalità regionali (che erano state una
delle leve più possenti per i vecchi Stati travolti) e far sì, come acutamente notava il Bonghi, che la divisione
in partiti avvenisse non secondo taluni principii ed abitudini di consorzio politico, ma bensì secondo la
diversità degli antichi Stati a cui appartenevano. Si perpetuò e si aggravò in tal modo quella tara
costituzionale degli italiani che era appunto il regionalismo e che poteva essere eliminata con un ragionevole
ed equo accentramento amministrativo, meglio ancora con una forma di federalismo. Era naturale che, non
avendo accordato il primo, e avendo anzi imposto lo Statuto piemontese, tale e quale, alle varie parti d'Italia,
trascurando le loro differenze e le loro particolarità, ci si esponesse al rischio (che poi divenne realtà) di
un'esasperazione di tutti gli istinti e le velleità regionali che portarono a sanguinose sommosse, a tentativi di
ribellione e di secessione, soprattutto ma non solamente nel sud, di cui il più grave, il più significativo resta
quello di Palermo nell'estate del 1866, proprio quando l'Italia era impegnata in una dura e sfortunata lotta
contro l'Austria.
Giovanni Spadolini, Ritratto dell’ Italia moderata, Le Monnier, Firenze 1945
Nel futuro prossimo, quello regionale potrebbe diventare il livello ottimale di governo intermedio fra l’
Europa e i cittadini, a maggior ragione se venisse davvero applicato con coerenza e flessibilità, ma fino alle
sue estreme conseguenze il principio di sussidiarietà: massimo decentramento fino ai livelli più bassi del
potere decisionale e intervento degli organismi europei soltanto laddove quelle decisioni non vengano prese
dalle autorità locali. A centocinquant’anni dall’unità d’ Italia, dunque, il problema non sembra più essere
quello dello Stato nazionale e neppure di quale forma di Stato: unitario, decentrato, regionale, federale. Il
problema è diventato quello del coordinamento decisionale delle regioni con gli organismi europei senza
nessuna esaltazione del localismo, ma mettendo a disposizione dei cittadini gli strumenti per informarsi,
partecipare, controllare, intervenire.
Gianfranco Pasquino, Centralismo, federalismo, buongoverno, in L’avventura dell’ Italia, B. Mondadori, Milano 2011
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Tipologia C - Tema di argomento storico
La maggior parte degli studi storici evidenzia che l’unificazione italiana fu in gran parte un’operazione
condotta da una minoranza attiva di patrioti e dalla diplomazia sabauda, senza un ampio coinvolgimento
delle masse popolari. Nacque anche da qui quella grave frattura tra paese legale (governanti, istituzioni) e
paese reale (governanti, società civile) che caratterizza tutta la nostra storia unitaria e che ancora oggi tarda
a sanarsi. Alla luce delle tue conoscenze, ricostruisci, in maniera articolata, lo sviluppo di questa tematica nel
Risorgimento e nel seguito della storia italiana, facendo risaltare i momenti socio-economici e politici più
significativi.
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