La staffetta EDITORALE Un buon custode aveva detto Enzo a Riale a fine marzo “È comunicandoci, per la prima volta, la sua decisione di non ricandidarsi alla presidenza del PdP. ora di voltare pagina” Piero Radovan Tutti noi, credo, abbiamo colto la portata storica di questo annuncio, lui il primo e unico presidente, colui che aveva fatto nascere e guidato il PdP dagli albori ai nostri giorni, usciva volontariamente di scena “per raggiunti limiti di età”. Non c’è stato verso di convincerlo a continuare, ci abbiamo provato tutti e insistentemente. “E adesso- ci siamo chiesti – che facciamo ?”. Ma solo ora, a distanza di qualche mese, mi rendo conto del significato di questa decisione: il suo è stato un atto di amore, quello di un padre che lascia la mano del figlioletto che sta crescendo e desidera che impari a camminare da solo. Dopo averlo a lungo custodito e accompagnato amorevolmente, lo invita a fare i primi passi, seguendolo timoroso e fiducioso nello stesso tempo. A maggio ci sono state le elezioni del nuovo consiglio che avrebbe dovuto scegliere al proprio interno il nuovo presidente, la serata dello spoglio delle schede è stata intensa, ricca di spunti, di ragioni e di obiezioni, ciascun neoconsigliere ha espresso liberamente il proprio punto di vista. Alla fine è stato chiesto a me di continuare l’opera di Enzo, tutti pienamente consapevoli, come ha detto saggiamente uno di loro “che tra di noi non esiste un altro Enzo in grado di sostituirlo”. Infatti, ma da qualche parte bisognava pur cominciare per poter continuare. La mia principale obiezione “facciamo un salto generazionale, cioè puntiamo su un presidente giovane”, non è passata. Allora ho detto SÍ alla sollecitazione degli amici, una risposta che mi è costata parecchio, sentivo (come sento tuttora) tutto il peso della responsabilità di raccogliere l’eredità pesantissima lasciata da Enzo. La mia prima preoccupazione nell’accettare non era tanto il carico dell’impegno inevitabile che ne sarebbe conseguito, ma il rispondere alla domanda: come restare fedele alla strada che lui ha tracciato in questi 30 anni? Come custodire lo stile e il clima con il quale Enzo ha plasmato il PdP ? È ciò che mi sta più a cuore: riconoscere, approfondire e custodire il suo carisma originario. Il primo compito che mi sono dato da subito, affrontato con il contributo di tutto il consiglio, è stato quello di “fissare il punto”, ossia cogliere nella sostanza il messaggio che Enzo ci ha lasciato in questi suoi anni di guida, facilitati dal fatto che proprio lui lo ha puntualmente precisato in occasione del suo saluto sull’ultimo PdP News “continuate a conservare quello spirito di serenità e amicizia che ci distingue dagli altri gruppi, perché tutto ciò che unisce è bene”. Enzo non ci ha detto “puntiamo ad essere lo sci club più forte, il migliore, a vincere titoli italiani e mondiali”, certo ci interessa anche questo e quando dovesse ancora succedere ne saremmo fierissimi, ma non è la cosa più importante, non è la ragione del nostro stare insieme. Lui ci ha insegnato e fatto vivere la piacevolissima esperienza del “clima familiare” in cui ciascuno si sente accolto per quello che è, forte o scarso, bello o brutto, socievole o scontroso, in piena forma o acciaccato, giovane o vecchio. Questa, mi sembra, è la strada, aiutiamoci a percorrerla insieme. Questo è il compito che mi assumo insieme a tutto il consiglio e a coloro che hanno a cuore il bene del PdP. Certo, questo passo richiede una assunzione personale di responsabilità, non abbiamo più il papà che ci dice “è meglio fare così, è meglio fare colà, attento qui, attento là, fai questo, fai quello”, Enzo certamente continuerà a vigilare amorevolmente a distanza su di noi e sui nostri primi passi, non mancherà di tirarci le orecchie quando sarà il caso, il papà rimane sempre il papà anche quando il figlio diventa grande. L’augurio che mi faccio è essere un buon custode (parafrasando l’immagine che Enzo aveva dato di sé, di un buon medico condotto), custode di quel bene che lui ci ha lasciato e, se vado fuori strada, tiratemi anche voi le orecchie! BUON Passodopopasso a tutti! Piero 2 passodopopassonews45 In bocca al lupo rinnovo del IConsiglio Direttivo,il ecco chi lo l PdP ha votato guiderà nel prossimo quadriennio. Un caloroso BENVENUTI!! ai tre nuovi eletti: Alessandro Carcano, Luca Ingrillì e Riccardo Scotti.Gli incarichi sociali tentano di mettere un po’ di ordine nelle cose da fare. Non sono una prerogativa esclusiva dei consiglieri, l’invito è rivolto a tutti i soci PdP perché, ciascuno secondo le proprie capacità e disponibilità, si renda utile per il bene di tutti. Al nuovo Consiglio Direttivo del pdp Accettare l'incarico di condurre un gruppo sportivo è un evidente segno di disponibilità a servire gli altri, gratuitamente. Responsabilità, generosità, operosità, sono valori. Qualità che dovrebbero essere di chi accetta di tirare la carretta. Mi complimento con voi, e vi auguro un proficuo lavoro. Enzo. Presidente Piero Radovan Vice presidente Fabio Soresi Segreteria generale Marco Pea Gestisce la comunicazione con i soci e verso l’esterno (e-mail) Segreteria soci Duilio Soresi Gestisce l’archivio soci, i certificati di idoneità Segreteria spedizioni Enrico Mauri Gestisce l’invio delle comunicazioni ai soci (giornalino, lettere) Segreteria iscrizioni FISI-PdP Luisa Mauri e Riccardo Scotti Segreteria campo di gara Donato Carcano Segreteria attività agonistica Enrico Mauri, Luisa Mauri e Fabio Soresi Iscrizione, organizzazione logistica delle trasferte della società, gare raccomandate Segreteria Skiroll Paolo Pozzi Riferimento per l’attività di skiroll, iscrizione alle gare raccomandate Segreteria attività giovanile Luca Ingrillì Coordina e sviluppa l’attività giovanile Cassa-Bilancio Alessandro Carcano e Luca Ingrillì Sito PdP Fabio Soresi e Riccardo Scotti Sponsor Marco Pea Abbigliamento sociale Paolo Pozzi Rapporti con la FISI e altre società Piero Radovan Gara Sormano 1000 Enrico Mauri Trittico Piero Radovan Passodopopasso News Piero Radovan e Marco Pea Vacanza invernale Piero Radovan passodopopassonews45 3 CRONACA 4 La squadra al lavoro Uno dei soliti arditi fotografi che appassionano la cronaca della nostra bella nazione, si è introdotto di soppiatto nella ‘Gabina’ elettorale del passodopopasso ed è riuscito ad immortalare i momenti più esaltanti della competizione elettorale. Gigi, occhio ai brogli! Mamma, come mi appassiona questo spoglio. Mi si incrociano gli occhi Meno male che domani vado a lavorare. Comunque vada... sarà un successo. Veloci ragazzi, che si brinda. passodopopassonews45 Quattro anni fa, subito dopo le elezioni di allora, Piero Radovan rivolse a me e a Fabio Soresi, freschi consiglieri, le domande che io ripropongo per Alessandro, Luca e Riccardo, i neoletti di questa tornata elettorale. Marco Pea Alessandro Carcano Te l’aspettavi di essere eletto? No. Luca Ingrillì Te l’aspettavi di essere eletto? Non era impossibile. Sei contento? Sì. Sei contento? Certamente. Cosa rappresenta per te il pdp? Un momento importante del mio tempo libero, un modo per condividere insieme ad altre persone la mia passione per lo sci di fondo. Cosa ti piace di più del pdp? Il clima genuino che si "respira" nella società. Un'idea per il futuro? Organizzare una gara FISI. Un messaggio agli amici del pdp? Puntate al divertimento: se i risultati vengono, meglio, se non vengono, almeno ci siamo divertiti! Spero che il mio contributo possa servire a far crescere ancora di più il pdp. Cosa rappresenta per te il pdp? Una famiglia allargata con cui condividere la passione per il nostro meraviglioso sport. Cosa ti piace di più del pdp? Lo spirito delle persone che ne fanno parte. Un’idea per il futuro? É un’impresa molto difficile perché la maggior parte della gente che conosco al di fuori del nostro ambiente ci considera un po’ folli, ma mi piacerebbe coinvolgere altre famiglie con figli. Si accettano proposte. Un messaggio agli amici del pdp? Ovviamente grazie per la fiducia INTERVISTE Tre nuovi consiglieri Riccardo Scotti Te l’aspettavi di essere eletto? Certamente no! Enrico mi aveva detto “Non ti preoccupare, i candidati sono tanti e non ti voterà nessuno”. Alla fine c’è stata meraviglia quando Paolo ha pronunciato il mio nome. Sei contento? Mi fa molto piacere poter dare un contributo. É una logica estensione delle sciate o delle uscite in montagna. Dalle prime riunioni capisco che certi eventi che diamo per scontati nascondono in realtà un paziente lavoro d’organizzazione. Cosa rappresenta per te il pdp? Molto più di una società sportiva, siamo amici che condividono le stesse passioni, stanno bene insieme, ciascuno con le proprie peculiarità. Cosa ti piace di più del pdp? L'amicizia che si respira. Un’idea per il futuro? Organizzare un gazebo in occasioni delle gare FISI per far abolire dalla progressione la tecnica di pattinaggio. Un messaggio agli amici del pdp? Siamo un grande gruppo e questo sarà il nostro anno! P.S. Forza Enrico!!! Vogliamo vedere alle partenze la tua faccia alla “braccio di ferro” e sentire lo sbuffare del treno. passodopopassonews45 5 TRIITICO 2009 A Sormano 1000 si vince sempre Anche la ventiduesima edizione della nostra gara è superbaciata dal sole autunnale (ma prima o poi dovrà pur arrivarci la pioggia…). Piero Radovan è proprio freddina, alle 9 sta arrivando il sole L nel pratone di Sormano 1000, tutti a mattinata lo cercano nello spiazzo vicino alle casette, non bisogna stare fermi, i piedi e le mani reclamano. Il fuoco nella baita scoppietta a più non posso ma non basta, ogni tanto qualcuno entra, si riscalda due minuti e poi esce di corsa. Consoliamoci, meglio il freddo dell’acqua, il venticello frizzante taglia le gambe ma intanto asciuga il prato della partenza. Una dietro l’altra arrivano le macchine, quasi tutte scaricano bimbetti un po’ infreddoliti e assonnati. Quest’anno si deve cambiare leggermente il percorso al temine del giro, sono in costruzione nuove villette che si mangiano un bel po’ di prato, speriamo siano le ultime. Siamo giunti alla edizione nu- mero 22 della gara, un traguardo di maturità per il nostro sci club, ormai tutto è supercollaudato, Enzo, nella veste insolita di “socio PdP”, ci guida con discrezione, fa notare quello che c’è da fare e poi lascia fare a noi, salvo quando si accorge che nessuno l’ha fatto e allora ci pensa lui. La partenza dei mignon è sempre uno spettacolo, i più grandicelli (un anno a quella età fa una grande differenza) partono a saetta, i più piccoli fin che possono camminano con la manina nella mano della mamma, poi salgono in braccio, qualcuno frigna per il freddo, è giusto così. Al traguardo il meritatissimo bicchierino di the, oltre a riscaldarli, li fa sentire protagonisti. Nelle due categoria Baby spunto vittorioso di Alice Pozzi e Davide Ingrillì, con Flavio appena dietro, tutti sull’onda delle orme paterne (e un po’ anche materne…) cominciano ad assaporare il gusto del podio. Eccoci ai più grandicelli, a parità di età ci sono gli spirlungoni e i nanerottoli ma la gara rende giustizia, non guarda i centimetri di altezza. Tra i nostri le due piacevolissime sorprese con i podi 6 passodopopassonews45 La lettera di ringraziamento per le offerte devolute alla Associazione Amani: “ Cari amici, ancora una volta ricevo da Enzo Vai le offerte raccolte durante la gara del Passo dopo Passo. Enzo al telefono mi diceva quasi imbarazzato “sono solo 250 euro …”. Con questa breve nota di ringraziamento vorrei non solo ringraziarvi perché ancora dopo tanti anni continuate a sostenerci, ma anche rassicurarvi che nelle baraccopoli di Nairobi una cifra come questa permette di aiutare e fare moltissimo. Grazie a voi tutti, grandi e piccini. Un abbraccio fraterno. Gian Marco Elia bronzei di Marco Battaini tra i ragazzi e Alessandro Bianchini tra gli allievi, nella categoria juniores femminile “domina” Cecilia Gobbi, nessuno ha osato contrastarla in gara, mentre tra i maschietti ottimo argento di Eugenio Bianchini e bronzo di Riccardo Bonaiti. È il turno dei grandi, il primo giro inganna molti veterani della gara che partono a scheggia sulla prima salita, salvo poi arrancare faticosamente in quella del ritorno. Vince, anzi stravince in poco più di 35 minuti sui 3 giri, Luca Bortot dello sci club Valsassina, è uno specialista di skiroll e campione mondiale master di fondo. Un dominio assoluto il suo, è di un’altra categoria, se il buon giorno si vede dal mattino, la sua sarà una stagione invernale di grande spolvero. Lascia a 2 minuti la nostra punta di diamante, il bravissimo e fedelissimo Andrea Pozzi. Tra gli over 40 stravince alla grande Stefa- no Battaglia così come la “sempreinforma” Luisa Mauri tra le dame C1. Incredibile terna nella categoria senior femminile: tutto il podio è targato PdP con Caterina Bonaiti autrice di una prestazione maiuscola, davanti alla sorella Valentina appaiata a Francesca Gobbi. Proprio bello, credo non sia mai successo nelle 21 edizioni precedenti. Tra gli over 70 non poteva mancare all’appuntamento Gianni Macchi, quando c’è si sente e vince, è il coronamento di una stagione da incorniciare. Ma c’è una punta di rammarico in mezzo a tanta gloria, Enzo e Edda per la prima volta nella storia della gara non sono al via per acciacchi, che ci auguriamo passeggeri. Sarà per il sole che ha rotto gli indugi, sarà per la corsa che fa sudare ma finalmente tutti si sono riscaldati. Una graditissima sorpresa dopo due anni di assenza (da quando don Pietro non è più stato in gradi di assisterci) è il ritorno della Messa, si celebra la festa della cattedrale, credo che il nostro ambiente naturale sia la più bella di tutte. Ci ha fatto il superregalo, con promessa di essere con noi anche per il futuro, don Bassano che è salito da Erba, presentatoci da un amico di Enzo. Abbiamo così potuto riprendere la sana tradizione di devolvere le offerte per una missione africana. È l’ora della premiazioni, gran tripudio di coppe, medaglie, pacchettini pieni di ogni ben di dio, i bimbetti mostrano con orgoglio la loro medaglia al collo, qualcuno non se la toglierà credo fino all’ora della nanna. Il pranzo a buffet nella baita è sempre una gran festa, quest’anno più partecipata del solito, si faceva fatica ad arrivare al tavolone pieno di tantissime cose sfiziose, infatti non è avanzato nulla. Sarà per l’aria salubre di Sormano 1000 che stuzzica l’appetito… o perché è bello stare insieme. Pagina sx Cecila Gobbi sul piano di Sormano 1000 Pagina dx Stefano Battaglia e Luca Borlot aprono il gruppo Giuseppe De Nitto strapazza l’avversario Luca Ingrillì l’apripista Mamme e bimbi in gara tutti insieme passodopopassonews45 7 TRIITICO 2009 Monza chiama la Colma Il Trittico funziona, è uno stimolo per cominciare a far fatica in vista dell’imminente stagione invernale e un’occasione simpatica per rivedere volti di amici e avversari con i quali si comincia a “prendere le misure.” Piero Radovan di quest’anno è stato fortunato: tre giornaIteveramente ottembrine stupende e non è l Trittico poco se si pensa alla differenza tra il correre o skirollare con un bel sole o sotto l’acqua. Abbiamo aperto la serie noi del PdP il 18 ottobre con la corsa a Sormano 1000 di cui si è già parlato. A seguire il 25 ottobre la prestigiosa coppa Pell e Oss giunta alla edizione numero 35 (complimenti e auguri !!) dedicata al compianto Andrea Cattabeni, che ha avuto scenario, come sempre, lo stupendo ambiente naturale del Parco di Monza. Qui la nostre punte di diamante sono state Luisa Mauri che ha confermato l’ottima forma di Sormano 1000, prima di categoria e terza assoluta, e il “battagliero” Stefano Battaglia che si trova sempre a proprio agio quando c’è da far girare le gambe, per un pelo non è riuscito a salire sul podio. Non dimentichiamo che questa corsa è ambita e frequentata dai migliori cursori a piedi della zona, la maggior parte dei quali non fa sci di fondo. Infine il 1° novembre ha chiuso il Trittico e la stagione skirollistica, la tradizionale corsa che sale alla Colma, appuntamento imperdibile per i migliori atleti della zona, onorata come accade ormai da diversi anni, dalla prestazione sempre maiuscola di Simone Paredi, imbattibile in questa specialità. Oltre 110 concorrenti (un bel numero per questo tipo di gare) a darsi battaglia sui tornanti che da Gemù salgono alla Colma, il PdP è presente alla grande con 16 atleti, questa è una manifestazione molto sentita dal nostro sci club, “giochiamo in casa”. Sull’altare i nostri Baby d’oro i fratelli Davide e Flavio Ingrillì, entrambi sul podio a Sormano e entrambi su quello del Trittico con Davide primo assoluto della sua categoria. BRAVISSIMO DAVIDE !! Bisogna passare alle categorie opposte 8 passodopopassonews45 per trovare altri medaglisti PdP, i nostri Ortensio Frigerio e Maria Rita Chini, sempre presenti e sempre in forma, che Dio ce li conservi a lungo con la voglia e lo spirito di indossare il numero. Citazione di merito specialissimo per Giuseppe De Nitto, niente podio per lui ma una prestazione maiuscola in termini di efficienza fisica, un gradito e atteso ritorno dopo la parentesi che lo aveva tenuto lontano per qualche tempo dall’agonismo. Una considerazione conclusiva un po’ amara sul Trittico ma che vale in generale, è il “buco” di partecipanti nelle categorie giovanili, ce ne sono veramente pochi disposti a fare fatica, non ne hanno ancora scoperto la bellezza e l’utilità, è chiaro che hanno altro per la testa. A noi il compito di educarli anche in questo. E adesso è quasi ora di preparare gli sci, quelli veri, sta già nevicando!! Ecco chi ce l’ha fatta a salire sul podio ma i più bravi sono stati i nostri mignon di Sormano 1000: Emma, Arianna, Benedetta, Lucia, Alberto, Andrea, Alessandro, Marco, Lorenzo, Pietro (ce ne sono due), Vittoria. TRIITICO 2009 I nostri podi al Trittico Sormano 1000 – corsa in montagna – 18 ottobre Baby maschile Baby femminile Ragazzi maschile Allievi maschile Junior femminile Senior femminile Dame C1 Dame C3 Senior maschile Master 40 Master 50 Master 60 Master 70 Società 1° 1° 3° 3° 1° 1° 1° 2° 2° 1° 3° 2° 1° 2° Ingrillì Davide; 3° Ingrillì Flavio Pozzi Alice Battaini Marco Bianchini Alessandro Gobbi Cecilia Bonaiti Caterina; 2° Bonaiti Valentina; 3° Gobbi Francesca Mauri Luisa Chini Maria Rita Pozzi Andrea Battaglia Stefano Pea Marco Radovan Piero Macchi Gianni PdP Parco di Monza – cross – 25 ottobre Dame C1 1° Mauri Luisa La Colma – skiroll – 1 novembre Baby maschile Master 70 Dame C3 Società 2° 2° 2° 2° Ingrillì Davide; 3° Ingrillì Flavio Frigerio Ortensio Chini Maria Rita Passodopopasso Trittico – classifica finale Baby maschile Master 50 Master 60 Dame C3 Società 1° 3° 2° 2° 2° Ingrillì Davide; 2° Ingrillì Flavio De Nitto Giuseppe Radovan Piero Chini Maria Rita Passodopopasso passodopopassonews45 9 SEMPREVERDI La 18 colli Cronaca di un fine settimana romagnolo un po’ speciale raccontato da Maria Rosa Venturini, per l’occasione nominata reporter al seguito di Elio Vitale (il marito) e del suo fidatissimo amico-ciclista Duilio Soresi, 9 colli a testa. Maria Rosa Venturini 27, 12, 18, 46: cinquina vincente? No! Sono i rap34 porti da usare, le pendenze, i chilo- In alto I nostri due eroi medagliati. Sotto Ingorgo su uno dei nove colli metri in salita, quelli in discesa… sabato Elio e Duilio hanno studiato e ristudiato a menadito il tracciato sulla piantina, focalizzando soprattutto i punti di ristoro. Al seguito dei loro discorsi anch’io sapevo tutto, come se avessi già fatto la corsa 10 volte. Duilio ha messo in guardia Elio dalle insidie della salita al Ciola, poi di quella al Barbotto che non finisce mai. Il Barbotto di qui, il Barbotto di là… un barbotto continuo. All’alba del 24 maggio (la storia!), erano le 5.45, i nostri cavalieri Duilio ed Elio sono saliti sui loro destrieri di carbonio e sono partiti verso la gloria della Novecolli di Cesenatico. Sapranno resistere alla tentazione di fermarsi alla prima osteria che troveranno sulla salita di Bertinoro? Lo sanno che il Polenta non va aggredito mangian- do l’asfalto? A Fratta Terme non cederanno al richiamo di un rilassante e rinfrescante bagno terapeutico? Dalla temperatura già rovente di prima mattina sicuramente faranno un bagno… ma di sudore. Speriamo che alla Pieve di Rivoschio 10 passodopopassonews45 trovino un po’ di refrigerio. La discesa su Linaro darà loro un po’ di abbrivio per salire il Ciola? Ma a Mercato Saraceno il tanto chiacchierato Barbotto è lì che aspetta. E allora è pronto un sostegno di carboidrati e giù ancora liquidi. Fa molto caldo. Il Barbotto conferma tutte le sue premesse con quell’ultimo chilometro al 18%. La tentazione di accedere al ristoro “non autorizzato” di piadina e salsiccia è forte. Eccoci sul Barbotto! Finalmente si scende, beh!, non proprio. Ma come? La salita non è ancora finita? La strada è un susseguirsi di giù ma anche di insidiosissimi sù. Ma quanto è infingarda l’altimetria semplificata del percorso! A Savignano finalmente si arri- va sul piano con un leggera discesa fino al traguardo di Cesenatico. Però bisogna avere ancora qualche energia di riserva per risalire i cavalcavia che, dopo ore di pedalate in questo caldo torrido, appariranno come il “decimo” colle! Ci sarà il bacio della Miss per i nostri due validissimi atleti-eroi? No, non per loro, per fortuna della Miss, ma la medaglia sì. Verso le 12.30 un accaldato ed assetato Duilio taglia il traguardo: “É stata dura, ho bevuto almeno 6 borracce. Se ne avessi avuta un’altra l’avrei scolata degli ultimi due chilometri”. Ma il nostro veterano della Novecolli non sembra così sconvolto, anzi aggiunge di aver trovato uno splendido “trenino” alla partenza e a Savignano, attento come sempre a dove spirava il vento!! Non solo, anche fiero di essersi misurato in discesa a più di 70 all’ora con i “forti” che arrivavano dal “lungo”. A questo punto aspettiamo l’arrivo dell’esordiente Elio. Ma dove sarà finito? Avrà accettato l’invito a pranzo della domenica di qualcuno della zona? Sono le 14 quando Elio taglia il traguardo. Stilla sudore da tutti i pori. É contento di aver concluso la corsa e commenta, ovviamente a caldo: ”Partire ultimi in una griglia di 12.000 concorrenti porta a seri inconvenienti, come trovare ripetuti “colli (ma non ne bastavano 9?) di bottiglia” ed essere costretti ad attraversare Bertinoro a piedi e pure, sempre a piedi, percorrere la prima parte della salita al Polenta! Non si riusciva proprio a stare in sella per la ressa.". Ma come, era una gara ciclistica o podistica? E ancora: "Ciola e Barbotto, salite decisamente belle e competitive, una vera sfida!! E che meraviglia lo splendido paesaggio salendo alla Pieve, mi sono proprio divertito !”. Poi una bella doccia ristoratrice ed un meritatissimo relax. L’anno prossimo la 9 Colli è già prenotata dai due amici: la 2a edizione per Elio (che forse riuscirà a farla tutta restando in sella) e la 15a per Duilio che in tale occasione riceverà un premio “fedeltà”! SEMPREVERDI Tre cosette da nulla Il nostro Gianni Macchi, 77 primavere alle spalle, si diverte ancora un sacco a fare cosette o meglio corsette, non da poco. La pianura non gli piace molto. Ma oltre alla salute di ferro, c’è una ragione. Ecco le tre “corsette”: La prima, a metà luglio . La Bormio – Stelvio di 22 km. con un dislivello di 1530 metri, promossa dalla Mapei che, oltre alla corsa in bici, da due anni organizza anche la versione podistica. Gianni comunque, per non far torto a nessuno, se l’era già fatta per conto suo anche in bici e con gli skiroll, adesso ha completato il suo trittico personale e può dormire sonni tranquilli. “La più dura è con la bici, a piedi o con gli skiroll si può gestire meglio la fatica ma se vai in crisi in bici, ti pianti. Ormai mi conosco bene e in queste cose viene prima la testa poi i muscoli, quindi sono partito con una corsetta tranquillo (noi giovani abbiamo bisogno di tempo per carburare), mi sono gestito per tutta la salita fino agli ultimi 4 km. quando ho cominciato a sentire i polpacci duri, così per evitare i crampi ho camminato. Ma alla fine mi sono ripreso e quando ho tagliato il traguardo lo speaker diceva – guardate come si fa a correre!” - Gianni è il primo della sua categoria. La seconda, a fine luglio. Campionato Italia Fidal di corsa in montagna ad Adrara S. Martino – Bergamo, 6 km di salita “alla bergamasca”. Il percorso sale per una ripida mulattiera con un tratto di super-ripido su gradoni di sassi. “Essendo una gara dura ma breve mi sono scaldato bene prima della partenza, poi è importante amministrarsi per non andare fuori giri, e così anche se vedevo davanti a me il primo e il secondo sono arrivato tranquillo. All’arrivo è stato bello, avevo gli amici de La Michetta che mi hanno fatto una grande festa”. Gianni è arrivato terzo, non dimentichiamo che si trattava del campionato italiano FIDAL. La terza, a inizio settembre. Sesto di Pusteria – Tre cime di Lavaredo di 17,5 km con 1300 metri di dislivello, una gara a livello internazionale con una larga partecipazione straniera. Gianni è arrivato secondo. “Dopo 4 km. di asfalto per uscire dal centro abitato si saliva per un bel sentiero in un ambiente incantevole, stimolante, che passava per il rifugio Comici e arrivava al rifugio Locatelli sotto le tre Cime. In salita sono salito regolare come sempre, poi verso la fine c’era un lungo tratto di discesa su un ghiaione e lì sono andato a nozze perché a me piace, vado bene rispetto agli altri miei coetanei, così ho recuperato diverse posizioni perché quelli di una certa età in discesa tendono a rallentare. Mi è piaciuto moltissimo, mi senti- vo a casa mia perchè conosco molto bene questi posti per esserci stato all’inizio della mia carriera alpinistica più di 50 anni fa, era la prima uscita che facevo fuori dalle Grigne e sono venuto proprio da queste parti, ho fatto undici cime in dodici giorni. Ero un po’ matto”. Ma perché Gianni fa “ancora” queste cose ? “Mi attirano le cose nuove, mi piace fare quello che mi affascina anche se c’è di mezzo della fatica. Sono sempre stato attratto, e lo sono ancora oggi, dalla bellezza della natura, è la cosa che mi interessa di più, poi cerco di fare quello che posso, non mi interessa andare forte o arrivare primo. Poi facendo queste cose si sperimenta spesso la bellezza dell’amicizia, fare fatica insieme accomuna, affratella. Mi piace comunque dare sempre il meglio di me stesso e per fare questo devi conoscerti, mi è stata grande maestra la montagna che ho praticato per tantissimi anni. Così trovo ancora alla mia età il gusto e l’entusiasmo di fare queste cose. Che bello arrivare a casa alla sera stanchi morti dopo una di queste giornate, si desidera solo un piatto di pasta e un bel letto”. Gianni impegnato in due fasi salienti della gara passodopopassonews45 11 GRANDI IMPRESE Zermatt Marathon Andrea, Tiziana e Nice si sono lasciati affascinare dalla Zermatt Marathon. Non tutto è andato come previsto, ma l’avventura si è comunque chiusa con il pensiero ad un nuovo obiettivo per il prossimo anno, altrettanto affascinante e tutto al femminile... Nice Bini bbene sì, la colpa è stata mia! Nella mia continua ricerca di E nuovi obbiettivi corsaioli, ho tra- In alto Andrea Pozzi decisamente ‘sulle gambe’ Sotto Nice e Tiziana sulla via del ritorno scinato Tiziana in questa avventura, che forse l’ha un po’ delusa. Partiamo dal principio: il mio amico Stefano mi racconta un giorno del suo sogno di correre la Zermatt Marathon. Io, che sono curiosa come una scimmia, mi precipito subito a guardare il sito della gara e rimango folgorata della bellezza dei panorami e soprattutto dal fascino della grande impresa. Scopro poi che oltre alla classica maratona è possibile affrontare il percorso in staffetta con cambio ai 21 km. Vengo colpita da un incosciente entusiasmo e convinco Tiziana a correre la seconda parte di gara. Preciso che mentre la prima metà di gara prevede un dislivello di soli 600 m., la seconda ne affronta più del doppio, oltre 1.300 m. Andrea, eroico come sempre, decide invece di correre l’intera gara. Anche Tony avrebbe dovuto partecipare alla staffetta con un’amica (Claudia), ma ha dovuto rinunciare dopo l’infortunio all’Aletsch. Nell’avventura trascino anche altri amici e così il venerdì sera ci ritroviamo in un bel gruppetto nella piazza di Briga davanti a birra e wurstel. La giornata della gara è a dir poco fantastica: cielo terso, aria frizzante, alla partenza di St. Niklaus 1500 runners, di cui 185 staffette. Organizzazione svizzera, atmosfera serena, molto poco competitiva. Intorno a me vedo uomini e donne di tutte le età pronti ad affrontare una vera impresa. Alcuni inizieranno a camminare già dopo pochi chilometri, comunque determinati ad arrivare al traguardo. La parte di gara che ho corso io arrivando a Zermatt è stata molto piace- vole, faticosa, ma non massacrante, insomma me la sono goduta. Diverso il discorso per Tiziana che ha dovuto affrontare un percorso durissimo, praticamente non corribile se non per i primi. È arrivata al traguardo delusa ed arrabbiata per la durezza del percorso, sofferente per un dolore al ginocchio. Nemmeno la vista della cima del Cervino è riuscita a rasserenarla. Ammetto che mi sono sentita un po’ in colpa per averla trascinata in questa avventura. Andrea, sereno e serafico, si è classificato 27° con il tempo di 3.52.00: io sono fiera e orgogliosa di conoscere un corridore così! Cosa ho imparato da questa esperienza? Tiziana è una grande amica, che non ha esitato un attimo a formare una staffetta con me pur essendo ben consapevole di come corro piano. Gareggiare in squadra è bellissimo e coinvolgente, spero di riuscire a scovare qualche altra gara da correre con le amiche, per condividere con loro la gioia di tagliare il traguardo. Anzi ho già in mente una cosa che propongo a tutte le socie PDP: perché non proviamo a formare una squadra tutta femminile per correre la 24 x 1 ora nel 2010? Pensateci! 12 passodopopassonews45 SETTORE GIOVANILE Piccoli triathleti Nuotare, pedalare e correre senza soluzione di continuità. Non parliamo necessariamente di Ironmen, non tutti lo sanno ma si può cominciare a sette anni con il TriKids. Attenzione però, può essere contagioso. Luca Ingrillì triathlon è sicuramente una delle sportive estive che presenItalattività maggiori affinità con lo sci di fondo. Le competizioni sono molto coinvolgenti sia per chi partecipa in prima persona sia per gli spettatori. Bisogna avere una buona preparazione di base, acquisire abilità in diverse discipline ma non basta, serve anche mantenere lucidità nelle fasi di transizione e di gara, e crederci fino in fondo, perché l’avvicendamento delle discipline si presta a capovolgimenti di fronte ed a sorprese. L’anno scorso Davide aveva fatto il primo assaggio partecipando a tre gare ed era stato amore a prima vista. Quest’anno allora, considerato che potevano partecipare anche i 2001, si è partiti con l’idea di fare qualcosina di più, ma cammin facendo ci siamo, per così dire, fatti prendere la mano. Così è stato che le gare, fra triathlon, duathlon e aquathlon, sono diventate addirittura dieci. A farci prendere la mano ha contribuito la scoperta del Circuito Nord Ovest, un vero e proprio campionato per i giovani di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia. Sfortunatamente la scoperta è avvenuta con ritardo, quando già si erano disputate le prime due gare, e pertanto la stagione è stata incentrata all’affannoso inseguimento dei sette risultati utili ad entrare in classifica. Devo dire che le emozioni non sono mancate… e non solo in gara. Come in occasione del duathlon di Vizzola, quando a causa di un incidente in tangenziale, siamo arrivati sul campo di gara a soli cinque minuti dalla partenza e con la strada già chiusa al traffico. “Mai perdersi d’animo ragazzi ce la si può ancora fare, montate in bici e andate alla partenza da soli”. Detto fatto, Flavio si asciuga le lacrime e via, grazie alla collaborazione di Tiziana, che ha già ritirato e preparato i pettorali, riescono a partire ed a rimanere ancora in lizza per la classifica generale. Si arriva così alla finale del 27 settembre sul lago di Monate, dove Davide, sfiorando la vittoria di pochi secondi, riesce, con sua immensa gioia, a conquistare il terzo posto nel circuito. Sulla scia di Davide hanno fatto le loro prime esperienze sul campo i più giovani Alice e Flavio, che ci hanno emozionato e coinvolto con la loro energia e creatività. Entrambi sempre competitivi nelle fasi atletiche ma un po’ lenti nei cambi, anche se con motivazioni diametralmente opposte, Alice troppo rilassata, Flavio troppo esuberante. Esuberanza che a Flavio è costata anche un paio di spettacolari cadute nelle frazioni ciclistiche.Pietro dal canto suo ha approfittato per farsi il pieno di teoria pronto a metterla in pratica nella stagione che verrà. Ma al di la dei risultati, così come è accaduto per lo sci di fondo, anche per il triathlon la maggiore soddisfa- zione è stata quella di vedere i nostri giovani aggregarsi e socializzare con bambini e ragazzi di ogni età e di altre squadre, con vero spirito sportivo di sana competizione e rispetto degli avversari. Certo però che a continuare a fare da spettatore e da coach mi è tornata voglia di buttarmi nella “tonnara”. Perché no, sabato 3 ottobre tiro fuori la bicicletta da corsa, rispolvero la muta ed eccomi la mattina del 4 ottobre, dopo 10 anni dall’ultima gara, pronto alla partenza del triathlon sprint di Milano, forte della mia preparazione da “cucciolo”. Supportato dagli incitamenti e dai consigli tecnici dei figli arrivo al traguardo arrancando ma decisamente soddisfatto. Va bene così ma l’anno prossimo, se loro crescono mi toccherà allenarmi un po’ più forte, e allora chissà… Sopra Uno splendido tuffo di massa Sotto Rapida vestizione per poi inforcare la bici passodopopassonews45 13 SETTORE GIOVANILE I raduni provinciali FISI Il nostro Alessandro Bianchini ha partecipato per la prima volta a due importanti raduni giovanili FISI proposti a livello provinciale. Un’esperienza utile e bella. Giorgio Bianchini Stage 1 dal 30 maggio all’1 giugno Albergo Folgore Passo dello Stelvio Pagina sx in alto Il Muro di neve al passo Sotto Si lavora e si fatica sotto lo sguardo vigile di Carlo Pagina dx In alto tutto il gruppo in posa Al centro Alessandro pattina in scioltezza Sotto Squadrone al completo Anche se la vacanza è passata da un po’ di tempo, dicasi vacanza anche se sportiva e “speciale”, rimangono ancora impresse in ognuno di noi le impressioni generali del 1° raduno Fisi 2009 della (ex) provincia di Milano, possiamo dire bella, divertente, strana, rilassante, conviviale ma impegnativa. Ma andiamo per ordine. Quando abbiamo ricevuto a fine aprile l’inoltro dell’invito da parte dell’ottimo Duilio, è rimasto in testa un piccolo “tarlo”, una piccola lampadina che non voleva spegnersi. Il mese di tempo intercorso tra la lettura della mail e la sua concretizzazione è stato impiegato per muovere al meglio tutte le pedine: conferma del nostro interessamento al fresco presidente Piero, contatti con Carlo (Salvioni, responsabile fondo della FISI provinciale), preannunci in famiglia (con tatto, senza esagerare) fino a raccogliere e “amalgamare” il tutto… alla fine aderisce alla vacanza tutta la famiglia, anche il cognato preferito Michele. Oltre ad Alessandro, si sono aggregati anche Eugenio il fratello discesista, contento perché al passo ci sono anche gli impianti di discesa, Lorenza per svagarsi e riposarsi, Michele il marcialonghista che ama frequentare la Mitica nella pancia del gruppo e anche Giorgio (il sottoscritto) che vuole rinfrancarsi dopo il ritiro in ambulanza (perché faceva da scopa!) alla Rollissima del Tivano di qualche settimana prima. 1° giorno, arrivo, ma quanta neve! frutto di una stagione invernale difficilmente ripetibile. Ambientalmente, subito un bel mal di testa per la quota, visita al passo (i ragazzi dello Ski Pool Brianza invece escono a farsi una sgambata) , la sera compagnia simpatica, 2 tavo- 14 passodopopassonews45 late, noi con la nostra Luisa Mauri (presente a titolo personale, giusto per allenarsi un po’ in quota), Valeria Colombo e due podisti di spessore in altura per ossigenarsi; nell’altro tavolo le ragazze, i ragazzi dei vari sci club e tutto il gruppo dello Ski Pool Brianza. 2° giorno mattino: col bel tempo (!), skating sulla pista fuori dall’albergo, buon allenamento in gruppo per Ale, sotto lo sguardo attento di Carlo. 2° giorno pomeriggio : nevica, sciata in alternato senza sciolina e senza invocare i santini dei vari guru tipo S.Fabio, Ivano, Pietro, Ernesto, Elio, Lorenzo… 3° giorno: di nuovo bel tempo con un sole così splendido da richiamare un sacco di Atleti (notare la A maiuscola) a tal punto che Alessandro non “gira” più, cosi intento a guardarli e a chiedere autografi : Zorzi (foto e secondo autografo sulla tuta PdP), nazionale italiana di biathlon maschile e femminile al completo, la Forestale, che si vuole di più? Il ritorno nella calicola milanese ci ha sciolto un po’ gli entusiasmi, pronti però a riprendere il discorso ai primi di settembre per il successivo raduno… Stage 2 dal 3 al 6 settembre Hotel National Park Isolaccia in Val Di Dentro Ed eccoci qui per il secondo raduno: quello che colpisce subito, insieme alla ovvia mancanza della neve, la presenza di tanti ragazzi e ragazze, sono presenti gli sci club Alpini di Sesto, Camosci, Ski Alessandro pattina in scioltezza, sono presenti gli sci club Alpini di Sesto, Camosci, Ski Pool Brianza, Sormano, Valsassina e ovviamente il nostro Passo dopo Passo per un totale di 26 ragazze/i dai 9 ai 20 anni più alcuni genitori e nonni e gli accompagnatori Valeria Colombo, Giovanni Pizzi (Ski Pool Brianza), Valerio Crippa (Sormano), Giorgio Bianchini (PdP) e Luca Bortot (maestro e istruttore nazionale di sci di fondo) della Valsassina, ottimo “coordinatore tecnico e atletico” del raduno. Che dire? 3 giorni intensi, questo il programma, condito con ottime cene a buffet e “vivaci” ritiri in camera dei giovani la sera prima di andare in branda. Ma sentiamo Alessandro: Ale, cosa ti è piaciuto di più dei due raduni? A Isolaccia mi è piaciuto molto conoscere tanti ragazzi che poi vedo d’inverno alle gare e con molti di questi mi sono divertito. Invece allo Stelvio a giugno mi sembrava molto strano essere ancora in mezzo alla neve e sciare, mi ha fatto molta impressione. Che ricordi hai? Bellissimi, tanti sport in montagna, in particolare mi ricordo la mattinata di sabato per salire con gli ski roller al passo Gavia, non lo conoscevo e vedere montagne così alte arrivandoci con gli ski roller è stato unico, al rifugio del passo ero così contento che ho chiesto a papà di potermi comperare una maglietta ricordo. Il momento meno bello? Il ritorno in pianura e la scuola che fra un po’ sarebbe iniziata. Commento complessivo dei due raduni: che “togata”!! Venerdi mattino: 2 ore abbondanti di palestra (per pioggia), pomeriggio: mega piscina alle terme di Bormio Sabato mattino: ski roller, salita al passo Gavia (calibrata ognuno per la propria età e stato di allenamento) con “incastri” di macchine e furgoni lasciati a Santa Caterina, portati su al passo, riportati giù… pomeriggio : camminata in montagna verso il lago Nero di val Vezzosa. Domenica mattino: ski roller ai laghi di Cancano e poi tutti a casa con la voglia di ritrovarsi sulla neve. Da notare che il comitato FISI ha offerto ad ogni atleta e accompagnatore un completino personalizzato. passodopopassonews45 15 VIAGGI In cammino con S. Francesco Una bella esperienza che propongo a chi piace camminare, ammirare, incontrare, meditare… e un po’ anche soffrire. Piero Radovan a piedi si differenzia dal trekking per due raU gioni. Innanzitutto la meta, che non è n pellegrinaggio Franca apre la pattuglia dei pellegrini 16 una meta qualsiasi ma un luogo sacro, ossia un posto dove la Presenza Divina ha lasciato un segno forte. Ma questo non basta, ci vuole qualcos’altro: il desiderio, chi si mette in cammino deve (dovrebbe) avere nel cuore il desiderio di incontrare e fare il più possibile propria l’esperienza legata a quel luogo, non vivere un’emozione passeggera ma ritrovare un po’ più se stesso.Tutti possono dunque essere pellegrini, basta poco, non c’è bisogno di fare centinaia di chilometri con lo zaino in spalla come abbiamo fatto noi, dieci amici che a settembre ci siamo messi in cammino per due settimane da La Verna a Rieti percorrendo i luoghi di S. Francesco. Certo la fatica aiuta a ricercare questo senso e ti fa chiedere continuamente “ma perché lo sto facendo?” e una risposta ogni tanto devi pur dartela. Così come è di aiuto la bellezza dei luoghi e degli incontri che si fanno, ti rimandano continuamente ad Altro e ti fanno sorgere la domanda “ma chi ha fatto tutto questo?”. Scopri che la pienezza della meta è già presente ad ogni passo. È l’esperienza che abbiamo fatto noi amici lungo i 380 km. del passodopopassonews45 percorso, quasi tutti su e giù per le verdissime e spesso selvagge colline umbre. Fisicamente una bella fatica, perché oltre ai chilometri c’è anche e sempre la “casa” da portarsi a dietro, l’amico zaino. Al mattino sveglia presto, il cammino mattutino si interrompe per la pausa-Lodi, a mezzogiorno un fugace pranzetto a base di pane-formaggio-mela o simili quasi sempre ai bordi di un sentiero. Si riprende a camminare recitando il rosario per l’intenzione che ogni giorno sceglievamo, la preghiera ricorrente era l’aiuto che avevamo scelto per non dimenticarci il senso di quello che stavamo facendo. In totale7-8 ore di cammino al giorno con le vesciche che tormentavano molti e le spalle che dolevano a tutti. Nel tardo pomeriggio si arrivava “stanchini” alla meta, la sosta era in luoghi francescani, conventi o eremi, gestiti dai pochi frati o suore che ormai li stanno convertendo in luoghi di accoglienza turistica con le cellette trasformate in confortevoli camerette. Una doccia corroborante, un’ abbondante cenetta (la doppia razione di pasta era d’obbligo) e 8 ore di sonno, salvo qualche variopinto “intermezzo” notturno, compivano quasi sempre il miracolo, da morti che si arrivava alla sera a vispi e pimpanti il mattino successivo, pronti a ripartire.Per me è stata l’occasione per scoprire S. Francesco, per conoscerlo meglio e imparare da lui, tutti i luoghi da cui passavamo erano impregnati della sua presenza: La Verna dove ha ricevuto le stigmate, Gubbio dove ha reso mansueto il lupo (ho scoperto che persino le sue ossa sono conservate in una chiesa), Assisi la città dove forse ha sofferto di più perchè a lungo lo ha rifiutato, S. Damiano dove davanti al crocifisso ha avuto inizio la sua conversione, la Porziuncola di Santa Maria degli Angeli il luogo prediletto dei primi incontri con i fratelli e dove è avvenuto il “distacco”. E poi i numerosi eremi, tutti luoghi impervi e solitari dove Francesco si ritirava in preghiera e penitenza per meglio cogliere la chiamata del Signore: l’Eremo delle carceri, il Sacro Speco, Greccio dove la notte di Natale del 1223 ha “inventato” il presepe, quello di Fonte Colombo presso Rieti dove ha scritto la regola definitiva dell’ordine dei frati minori, il luogo che lo ha visto soffrire nel corpo (era diventato quasi cieco) e nello spirito per le divisioni che si stavano profilando tra i suoi fratelli. Ho scoperto che Francesco era un uomo vero, come ciascuno di noi, anche lui andava in crisi, si incavolava con i suoi, era soggetto alle tentazioni. Il suo segreto era la preghiera incessante e la penitenza ostinata, allora tutto quello che gli capitava diventava segno della Presenza buona del Signore, tutto era Grazia. E questo lo rendeva lieto in ogni circostanza, anche la più avversa. Vorrei aver portato a casa nello zainetto del mio cuore un briciolo di questa coscienza, sicuramente mi aiuterebbe a vivere meglio. Ma come è arrivato Francesco a questo? Per Grazia, che lui ha rivestito di povertà e di umiltà, non desiderava possedere nulla e abbracciava tutto e tutti (in particolare i lebbrosi), niente gli era di impedimento per lodare e ringraziare il Signore, mentre per noi magari non era così immediato dire “sorella vescica” o “fratello temporale”. Infine questo pellegrinaggio mi ha aiutato a riconoscere ciò che è essenziale, ciò che serve veramente e quanto invece (tanto!) sia superfluo: ci si sorprende nel constatare quanto poco sia veramente necessario, ma quello che è necessario non può mancare ! Già decidere il contenuto dello zaino è un bell’esercizio, si sfrondano tante cose perché tutto ha un peso, scopri che quello che ti basta pesa meno di 8 kg. e non è un dramma vivere una sera senza luce e senza acqua, come è accaduto alla Romita di Cesi, accolti fraternamente da fra’ Bernardino. Ho portato a casa anche questa domanda, ma che cosa serve veramente alla mia vita? VIAGGI Sul Monte Athos Gigi Meroni e amici ci hanno abituato a mete un po’ speciali, ma forse questa supera tutte le precedenti. , alto 2033 metri, trova nella penisola Calcidica IinsiMacedonia, una repubblica aul Monte Athos tonoma sotto la sovranità greca dove sorgono numerose comunità monastiche che nel XV secolo, epoca del massimo sviluppo, contava trenta conventi di mille monaci ciascuno; oggi ce ne sono venti con poco più di due mila monaci di rito ortodosso. Le costruzioni sorgono sparse lungo le coste, abbarbicate sugli scogli, negli interni si trovano preziosi mosaici, icone, affreschi, ricchi lavori d'oreficeria, sculture in legno. La gente qui vive in solitudine, preghiera, meditazione, si tratta di eremiti che per lo più fanno lavori di ristrutturazione dei vecchi monasteri. Per entrare nella repubblica del Monte Athos è necessario uno speciale permesso di ingresso, che non viene concesso alle donne. Cosa mai Gigi è capitato da quelle parti? Non per un caso, ormai la sua compagnia di 5 amici è collaudata, tutti gli anni nel periodo estivo scelgono una meta, una meta particolare, finora sempre una montagna, che rappresenti una sfida per l’altezza o per il significato che riveste (l’anno scorso sono saliti sull’Ararat, ricordate?). Mente, anima e cuore del gruppetto è Luciano Tamini, promotore, organizzatore e capo-spedizione di tutte e 6 le imprese finora compiute. e se uno decide di andarci deve rispettarle, come abbiamo fatto noi, salvo quella volta che abbiamo fatto il bagno, qui è vietato, ma era talmente invitante che… Non si può mangiare né carne né pesce perché non si devono uccidere animali, in compenso fanno degli ottimi minestroni e verdura in abbondanza. L’accoglienza dei monaci è stata sempre molto discreta e silenziosa, ci offrivano i loro dolcetti, grappa di anice e acqua. Si dormiva in belle camerate e abbiamo assistito in disparte alle loro funzioni. Al termine di una di queste, tutti sono andati a baciare una reliquia, era il piede di S. Anna, la madre di Maria. In giro abbiamo trovato pochissime persone, c’era qualche tedesco e francese, danno i permessi di ingresso col contagocce, ci risulta che il posto sia pochissimo frequentato da italiani. La salita al monte è iniziata con 1750 gradini che ci hanno portato dal livello del mare al primo monastero dove abbiamo pernottato, il giorno successivo alle 5 siamo saliti con le lampade lungo un sentiero segnato, regolare, sassoso ma non particolarmente impegnativo che ci ha portato alla vetta. In cima stavano ristrutturando una chiesetta da adibire anche a rifugio, poi siamo discesi fino ad un monastero intermedio dove non c’era posto e così abbiamo dormito all’aperto nei nostri sacchi a pelo. Abbiamo scoperto un angolo di umanità pieno di storia, cultura, religiosità che ho desiderato approfondire anche al ritorno leggendo libri e andando su Internet. Quella che abbiamo vissuto è un’esperienza che rimane. Colpiti da questo viaggio, abbiamo già programmato di ritornare da queste parti l’anno prossimo, vorremmo salire sul monte Olimpo, sempre in Grecia. Non si può scherzare, è il monte degli dei”. Il giorno successivo abbiamo girato la penisola visitando altri 3 monasteri, ci interessava capire come vivevano i monaci, la loro religione ortodossa è praticamente rimasta invariata nel tempo, come 2000 anni fa. Il posto è di una bellezza incantevole, ricco di spiritualità, invita a riflettere, non pensavo che nel 2000 potesse esistere un luogo come questo. Alla prossima, Gigi. Gigi Meroni a destra nella foto Ci dice Gigi: “Ormai i 6000 rappresentano un obiettivo troppo ambizioso per il gruppetto, nessuno è più un ragazzino, allora si cercano altri stimoli, non meno interessanti e coinvolgenti delle grandi altezze. Abbiamo scelto questo posto perché ha un fascino incredibile, certo ha le sue regole passodopopassonews45 17 GRANDI IMPRESE Evviva Michelangelo Cosa significa diventare papà. Un fatto è certo, LA VITA CAMBIA, dentro e fuori la casa. Luca Tamburlini ricordano che nel maggio del 2008 F Alessandra ed io siamo diventati orse alcuni del PdP genitori di Michelangelo. Piccolo aneddoto: a una cena con amici e conoscenti, quando Alessandra era incinta, all’annuncio della futura nascita del pargoletto che avevamo già deciso di chiamare Michelangelo, una persona (che non nomino) disse: “ah, come la tartaruga Ninja!”, dovemmo deluderlo e dirgli che la dedica era a Michelangelo Buonarroti... Parecchi sicuramente sanno che cosa significhi avere un figlio a cui badare: attenzione continua, pensiero univoco, argomenti monopolizzati, antenne sempre attente a quello che il frugolino fa, dice (quando comincerà a parlare, per ora bisogna interpretare, la sua prima parola è stata “patata”, pronunciata PA’! TA’! TA’), pensa e chiede. Di notte l’attenzione è sempre alta, anche se bisogna dire che il piccolo Michelangelo si è quasi sempre comportato civilmente, a parte quand’era molto piccolo e ogni 3 ore voleva mangiare, ora si limita a chiedere qualche minuto di attenzione prima di ripiombare nel sonno. Per quello che riguarda la “gestione ordinaria” dei bisogni del bimbo, In alto Lavazè inverno 2008 a lato Valle d’Aosta estate 2009 18 passodopopassonews45 d’obbligo la collaborazione fra noi due genitori, permessa dal fatto che siamo entrambi liberi professionisti. Più volte mi sono portato Michelangelo al lavoro, chissà che idea si è fatto del papà UFOtografo... Ma soprattutto la grande novità, la grande differenza è che NON PUOI PIÚ FARE QUELLO CHE FACEVI PRIMA, ADESSO FAI MENO COSE DI PRIMA O LE FAI IN MODO DIVERSO. Attenzione, non ho detto una cosa negativa, siamo nell’ambito di un naturale cambiamento di ritmo, visto che il nuovo ospite (o padrone...) ha le sue esigenze giustamente prioritarie, largo ai giovani... Fine dell’argomento generico. Noi dello storico Sci club PdP abbiamo in comune la passione per lo sci di fondo e più in generale per lo sport, o almeno, di un certo modo di vivere il tempo libero. Tutti voi che leggete e che poco o tanto mi conoscete, sapete (o se no ve lo dico io) che non sono un superagonista, né un agonista, ma che una certa qual passione per il “movimento” ce l’ho, tanto da essere entrato nel PdP proprio per questo motivo (a proposito, mi è giunta voce che nostro figlio è diventato socio per di- ritto acquisito, sarà vero?). Ecco, ciò detto, ed è stata una premessa un po’ laboriosa, volevo comunicarvi che la nascita del piccolo Michelangelo non ha modificato nella sostanza il mio modo di vedere, sentire e vivere questa passione. Anzi. Ma veniamo al punto cruciale, ossia a quel desiderio che ogni genitore ha di educare i propri figli: noi ne abbiamo uno, e qualcosa un giorno (anzi da subito a ben vedere) dovremo trasmettergli, giusto? Qualcosa sì, ma cosa? Ma è ovvio, io potrò trasmettergli le cose che conosco, con preferenza quelle che mi piacciono e che hanno reso bella e piacevole la mia vita finora; fra queste indubbiamente c’è il gusto dell’attività all’aria aperta, l’anticamera per una sana attività sportiva che poi Michelangelo potrà liberamente scegliere in funzione delle sue aspettative. Su questa impostazione siamo perfettamente in sintonia mia moglie Alessandra ed io. A riprova che abbiamo già cercato di mettere in pratica questo principio che ci sta a cuore in quanto abbiamo verificato che è una cosa buona per noi, il piccolo Michelangelo si trova già ad avere: “camminato” in montagna a 3 mesi; visto la neve a 6; ri-visto la neve a 7; ricamminato in montagna a 10; ancora in montagna, stavolta anche sui suoi piedi, a 15 mesi, e in questo frangente ha conosciuto mucche, marmotte e scoiattoli Il pargolo ha la strada segnata? Forse sì, almeno ce lo auguriamo e questo è certamente quello che desidera il PdP, bisognoso di forze nuove. Enzo e il PdP hanno ricevuto il distintivo d’oro, un riconoscimento per la loro fedele presenza nel mondo dello sci di fondo. Due grazie, il primo a Enzo che ha dato vita a questa avventura ed il secondo al piccolo Francesco Scotti che ha ritirato il premio a nome di tutti. Avanti così. Boario Terme, 7 novembre 2009. Riccardo e Francesco Scotti, in rappresentanza del PdP, ricevono dalle mani del Presidente Nazionale FISI Giovanni Morzenti i riconoscimenti per i 30 anni RICONOSCIMENTI Doppio oro dalla FISI di attività della nostra Società e per Enzo Vai. passodopopassonews45 19 GRANDI IMPRESE Venice Marathon 2009 Il keniano John Komen ha fatto registrare il nuovo record della corsa con 2h08’13”, io ci ho messo 3h55’59’’, quasi il doppio. Ma ora so di poter concludere correndo una maratona; aspetto una nuova buona occasione per provare a batterlo. marcopea è che uno come me, che ha (teoricamente) attituL dini da velocista, si cimenti in una a cosa strana Sopra Medagliato e provato Sotto Con Elena e Toni a parco S.Giuliano il giorno prima della gara disciplina che fino ad un anno fa considerava un miraggio. Dopo averlo escluso per anni, il primissimo tarlo me l’ha piazzato il Batt, parlandomi della Dublin Marathon che si tiene nello stesso periodo di quella di Venezia. Ci ho pensato, ma lo scarsissimo stato di forma dell’anno passato, mi ha fatto immediatamente desistere. Alla fine della scorsa stagione sciistica il pensiero è tornato, anche per provare a festeggiare il mio primo mezzo secolo, in maniera, per me, memorabile. Inizia un perido di autoosservazione. Come sto? Posso farcela? Mi spaccherò tutto? A questo punto decido le linee guida: 1. Non devo farmi male; 2. Deve essere un divertimento; 3. Non più di tre allenamenti a settimana, anche se seri; 4. No cardiofrequenzimetro (come quasi tutti consigliano), deve essere un modo per aumentare la propria autopercezione. In luglio comincio ad allungare i tempi della mia corsa; in agosto vado in vacanza a Macugnaga (bellissima vero Andrea?), e nonostante una fastidiosa tendinite, correndo e camminado verifico il mio stato. Tornato dalla vacanza, mi iscrivo, il dado è tratto. Settembre: anche grazie a un ottimo libretto sulla corsa comincio a capire meglio cosa si deve fare. Seguo abbastanza le indicazioni e mi preparo... lunghi, lunghissimi, ripetute, ritmi sopra soglia, ritmo maratona, linguaggio fino ad allora sconoscito, che ora comincio a decifrare. Ovviamente più mi avvicino alla data fatidica, meno mi sento preparato e il mese di ottobre scorre orrendamente veloce. Ad aumentare i miei dubbi, ci si mettono anche gli espertoni in maratona a cui chiedo consigli. Nessuno dice la stessa cosa. Arriva il momento della resa dei conti, con Elena parto alla volta di Venezia e li ci uniamo a Toni Di Dato, che ha lasciato la famiglia influenzata a casa. Ultima consultazione con Toni, e decido per tentare di correre la maratona in 3h50’. Intimamente l’impegno è di arrivare correndo fino alla fine, magari se mi sento bene, sotto le 4h. Si parte da Stra. Siamo in 6500 e il palloncino delle 3h50’ è avanti un pezzo, non lo raggiungerò mai. Il via: piuttosto emozionante, al quel punto non vedevo l’ora di cominciare a correre. Si corre lungo la riviera del Brenta, dove si affacciano le famose ville, ad ogni paese una folla festante applaude il passaggio dei maratoneti con bande musicali e majorettes o complessi rock a fare da colonna sonora. Molto tifo. Fino al km 12 circa, sono in vantaggio sulla tabella di marcia delle 3h50’, mi sento bene. Poi comincio a perdere terreno e al 20 passodopopassonews45 passaggio della mezza, a Marghera, sono in ritado di più di 2’ sulla tabella. Un concorrente al km 21, mi dice: “questo era il riscaldamento, ora si comincia a correre”. Orca! A Mestre e capisco che la cosa si fa impegnativa, vengo raggiunto dalla lepre delle 4h, su cui però ho un vantaggio di circa 4’ essendo partito in ritardo rispetto a loro. Decido di segurli. Uscendo da Mestre, al parco S. Giuliano, siamo al km 30, concentrazione massima per non perdere il ritmo, non saltare nessun rifornimento, correre il più rilassato possibile. Ecco il famoso ponte Della Libertà, che fa paura per i suoi quasi 5 km di rettilineo. Superato questo siamo a Venezia, il che da una carica importante, anche perchè a questo punto capisco che è fatta. I 4 km a Venezia sono impegnativi, anche per i ponti da superare, ma finalmente si arriva. Riesco persino a salutare Elena piazzata al Km 42, sembra più contenta lei di me. Ho sofferto, ma non troppo. Ora so che posso anche correre una maratona. Se capitasse una nuova occasione, farò tesoro di questa esperienza. Grazie a Toni (3h32’01’’) e a Batt, per i loro consigli orientati alla prudenza e al godersi l’avventura. Grazie ad Elena per la pazienza e la fiducia, ma credo che alla fine si sia divertita anche lei. VELOCITÀ Un altro mondo: la velocità master Scopriamo con questo articolo quanto sia difficile far coincidere due passioni sportive in antitesi: lo sci di fondo e la ‘velocità’ dell’atletica leggera. Roberto Vanzan ono ormai quasi 30 anni che pratico atletica leggera agoniS stica: ho iniziato solo col 1° anno di università quando ho scoperto che l’attività sportiva nelle nostre università è completamente assente, mentre lo sci di fondo a livello agonistico lo pratico dal 1995, anno in cui feci anche il corso da istruttore di atletica perché non sapevo se dedicarmi all’allenamento. Poichè mi spiaceva smettere e vedevo difficile fare bene entrambe le cose ho proseguito ad allenarmi, usando le conoscenze del corso integrate da molte letture e dalla mia esperienza con due allenatori. Ormai da una decina d’anni mi alleno da ottobre a marzo per lo sci di fondo (al 50% con la corsa), passando poi alla velocità (100 e 200 m, ho rinunciato dal 2001 ai 400 m), ma diventa sempre più difficile il passaggio tra due discipline così differenti e inconciliabili: le prime settimane sono terribili. Nonostante le difficoltà degli ultimi anni non riesco a rinunciare alla velocità per le sensazioni così diverse dallo sci di fondo, più forti: correre in curva è esaltante (i 200 m restano la mia gara preferita pur soffrendo ormai molto il rettilineo). Al Giuriati esiste un folto grup- po di corridori di fondo, ma da alcuni anni si è formato un gruppetto di velocisti master a cui faccio da riferimento: il più anziano un ex tennista di 57 anni si è migliorato quest’anno sui 100 e 200 m. Fino a qualche anno fa mi allenavo sempre con uno di loro, un ex-calciatore: adesso il divario è eccessivo perchè lui è migliorato (è un atleta M50 di discreto livello), mentre io sono peggiorato molto. L’allenamento per la velocità è vario e completamente differente dal fondo perché sono diverse le qualità fisiche richieste, meno allenabili della resistenza aerobica: potenza, elasticità, rapidità e tecnica (meno importante). La caratteristica che perdiamo di più con l’età è la potenza, seguita dall’elasticità, sia per motivi fisiologici che per gli infortuni: anche per questo i velocisti master sono pochi. Nonostante il miglioramento della prevenzione e delle cure, la velocità resta una specialità molto traumatica ed usurante (in genere non ho problemi con lo sci di fondo) e, quindi, si è abituati a convivere con gli infortuni proprio perché le sollecitazioni sui nostri muscoli e legamenti sono massimali: si fa uso spesso di ghiaccio o antinfiammatori e se infortunato vado a nuotare o in bici (sconsigliata ai velocisti). Le zone più a rischio sono la muscolatura posteriore della coscia e il piede perché nella corsa veloce non si appoggia il tallone per terra: il carico sul piede è aumentato dall’uso delle scarpette chiodate. Per esempio negli ultimi anni 3 miei amici hanno rotto dei tendini del piede, riprendendo a correre dopo l’operazione, un altro ha smesso per il ginocchio operato, ma non di fare sci di fondo, io quasi ogni anno ho avuto problemi muscolari o tendinei e i miei muscoli sono ormai rigidi (dovrei fare fisioterapia, ma dove si trova il tempo?). Insomma siamo una manna per i medici: altro che sport salutare! Un velocista deve arrivare con gradualità ad affrontare gli sforzi massimali, cercando di non farsi male (meglio rinunciare a delle ripetute che perdere settimane di allenamento). Muscoli freddi e rigidi sono più soggetti ad infortuni e lavorano male: il caldo così odiato dai fondisti è un bene per i velocisti (i miei migliori tempi li ho fatti con un caldo terribile). Perciò la fase di riscaldamento è fondamentale: un po’ di corsa lenta, tanti esercizi di scioglimento e stretching, tratti corsi in scioltezza e in progressione (anche 1 h in tutto prima delle ripetute brevi). Dopo si fa il lavoro specifico, se previsto, cioè alcune ripetute (dai 20 m ai 500 m), oppure tecnica di corsa o partenze dai blocchi. Importantissime le sedute di potenziamento (sali- te varie delle gradinate della tribuna, corsa in salita su distanze brevi, balzi di vario tipo, pesi). Mondiali master Riccione 2007 È difficile far capire ai velocisti master l’importanza dello stretching, degli esercizi, dei muscoli ben caldi, che si deve trovare un giusto equilibrio tra i necessari lavori intensi, di scioltezza, i recuperi, e riposare adeguatamente tra le sedute tirate. In genere si gareggia vicino, spesso assieme ai ragazzi (gli assoluti). Le batterie vengono formate in base ai tempi di iscrizione, quindi, ci si può trovare contro dei ragazzi giovani: questo non è più il mio caso (un assoluto di 20 anni che fa i miei tempi attuali ha sbagliato sport).È indubbio che la velocità sia una specialità più adatta ai giovani, ma se il fisico tiene e ci si riesce ad allenare bene è possibile anche per i master ottenere dei risultati accettabili: anni fa al Giuriati un italiano di 87 anni ha corso i 100 m in 16”2, record del mondo M85. Se penso che qualche diciottenne ha problemi a farlo... Spero di essere riuscito a darvi un’idea di che cosa sia la velocità, un altro mondo rispetto allo sci di fondo, che io continuo a trovare affascinante: quest’anno seguendo i miei figli, ho conosciuto anche il settore degli esordienti, rimanendo colpito dai risultati di alcuni bambini di 10 anni. passodopopassonews45 21 GLI ALTRI SCI CLUB Ski Pool Brianza Continua la carellata degli sci club amici, questa volta andiamo a Lissone a trovare un gruppo di giovani fondisti brianzoli e a conoscere un ragazzo eccezionale, Davide Carbone. , uno sci club relativamente giovane, naL sce nel 2001 a Lissone, è una costoo Ski Pool Brianza la dei Camosci di Seregno da cui si distacca per perseguire in modo più specifico le specialità del duatlon e triatlon che, pur avendo lo sci di fondo come base hanno poi implicazioni tecniche diverse. Lo Ski Pool Brianza si pone adesso come scopo primario la promozione dello sci di fondo tra i giovani in Brianza, un obiettivo certamente ambizioso considerati i tempi che corrono, con i ragazzi che hanno ben altro per la testa. Ma credono fermamente in questo due personaggi che hanno il fondo nel loro DNA, sono nati con gli sciettini ai piedi, hanno nel sangue una passione per lo sci nordico che si traduce in un impegno e in una dedizione senza limiti. L’anima carismatica è Silvano Cazzaniga, il presidente, negli anni 70-80 fondista di primo livello, un personaggio non solo per i suoi baffoni, ha girato il mondo con gli sci di fondo, adesso non “molla” la Marcialonga, segue e incita i suoi giovani su tutte le piste, la sua sola presenza a bordo pista è un esempio, uno stimolo, un modello di riferimento. Silvano ha inventato il Criterium della Brianza, un circuito di gare promozionali-amatoriali extra FISI organizzato da 3 società brianzole dove tutti possono liberamente partecipare, sta riscuotendo un crescente successo di partecipazione e si sta rivelando come un ottimo trampolino di avviamento allo sci di fondo per i più giovani. La seconda anima dello Ski Pool Brianza, quella tecnico-organizzativa, ossia chi si tira su le maniche in ogni circostanza, è Carlo Salvioni, vice presidente, amico da sempre di Silvano e responsabile del comitato provinciale FISI sci nordico, ottimo fondista degli anni 90 (sul podio ai campionati regionali e nei primi 50 alla Marcialonga) che tuttora non disdegna met- 22 passodopopassonews45 tersi il numero ma preferibilmente sta con i suoi giovani prima, durante e dopo le gare, è la loro guida, li corregge, li sostiene, li sprona. La filosofia in cui crede fermamente è educare i giovani allo sci di fondo come a una dimensione importante che coinvolge tutta la vita e la rende più bella, più di soddisfazione, più piena. Carlo dice “la cosa che mi interessa di più in un ragazzo è che sia stimolato a migliorarsi, da qualsiasi livello parta”. Certo, è tutt’altro che facile perché, continua Carlo “il problema più grosso per i giovani è la sveglia alla domenica mattina, hanno poca voglia di far fatica sulla pista e fuori pista, sono motivati se vincono e si deprimono se non ottengono risultati mentre io vorrei educarli allo sport per la sua bellezza, la bellezza dei posti, la bellezza dell’amicizia,la bellezza della fatica, a prescindere dalle medaglie e dalle coppe. Vorrei che lo sci di fondo sia per i miei ragazzi una sollecitazione ad esprimere sempre il meglio di se stessi”. Un sanissimo principio esistenziale, non solo sportivo. Carlo si tiene ben stretti i suoi giovani, li segue tutto l’anno coinvolgendoli in alcune attività della società e affidando loro piccole responsabilità che li aiuti a crescere, come la gestione del sito, dei punteggi o il seguire i più piccoli. Que- st’anno è partito un piccolo ma importante esperimento di avviamento allo sci di fondo con un gruppetto di esordienti, bambini delle elementari e di prima media, qualche futuro campioncino del 2030, seguiti con passione per la parte “a secco” dalla giovane Clarissa Cazzaniga (buon sangue non mente). Carlo è una valanga, dove passa travolge. Un solo esempio. C’era da comprare un pulmino per il trasporto dei giovani alle gare, ma non si trovavano i finanziamenti. Carlo e amici non ci pensano due volte, anticipano i soldi, comprano il pulmino e con le scritte sulle fiancate lo trasformano in un veicolo pubblicitario per le aziende sponsor, recuperando così a poco a poco la spesa. Un triplo salto mortale carpiato ben riuscito. L’attività dello sci club si svolge a due livelli, quello giovanile agonistico di una ventina di ragazzi che partecipa alle più importanti gare FISI, qualcuno ha dei numeri e sta già facendo bene come Edoardo Carelli, Andrea Pizzi, Ilaria Paltrinieri e Valeria Colombo, teniamoli a mente, certamente sentiremo parlare di loro. Ci sono poi una trentina di amatori, molti genitori dei ragazzi, che si divertono con le granfondo. Per arrivare come si deve alla prima neve, lo sci club propone a tutti l’attività presciistica che utilizza una pista per gli skiroll e una palestra concessi in uso dal Comune, e il Trittico rientra tra i programmi della stagione autunnale oltre alle gare di skiroll. Nel carnet di gloria dello Ski Pool Brianza si contano titoli giovanili nazionali e regionali ma il fiore all’occhiello è il terzo posto in Coppa Europa di Biathlon di Leda Abati. A questo punto entra in gioco nella storia dello Ski Pool Brianza un ragazzo che adesso non c’è più ma che ha lasciato un segno indelebile, Davide Carbone. Davide era un ragazzino di Erba appassionato di sport e in particolare di biathlon (fondo e tiro), ne era innamorato anche se non lo praticava. Ha conosciuto Carlo Salvioni, anche lui esperto di biathlon, che gli ha proposto la partecipazione ad un corso di fondo, così tra Davide e Carlo è nata una profonda e sincera amicizia a dispetto della bella differenza di età. Davide era ammalato, una malattia metabolica ereditaria rara e micidiale, un acido che si forma nel sangue, la acidemia propionica, che lo costringeva ad alimentarsi con una dieta rigidissima, esclusivamente tramite sondino. Si apre un barlume di speranza quando a 13 anni gli viene trapiantato il fegato e Davide scopre per la prima volta la bellezza e il gusto di mangiare, gli sembra di rinascere, esprime subito un suo grande desiderio “adesso voglio imparare a sciare bene”. Ma non ce la fa. L’amicizia con Carlo continua, da tre anni la Ski Pool Brianza organizza una gara di fondo in sua memoria, il Trofeo Davide Carbone, che si svolge in Valbondione la prima domenica di gennaio. Nell’ultima edizione un grande successo di partecipazione con 276 atleti, il ricavato va a beneficio dell’ Associazione “La vita è un dono” voluta dalla famiglia di Davide per sostenere la ricerca su questa malattia. Una seconda iniziativa sportiva è quella promossa direttamente dalla famiglia, la camminata “Sui sentieri di Davide”a inizio giugno proprio a Castelmarte di Erba, il suo paese natale, che ha visto la partecipazione di 800 persone tra cui il campione olimpico Antonio Rossi e Michela Ponza, la campionessa di biathlon. Dicono di Davide i suoi genitori che hanno avuto altri due figli, Luca e Simone, colpiti dalla stessa malattia. “Questa è la nostra storia, una storia che, nonostante tutto, non cambieremmo con nessuno, perché le gioie che hanno accompagnato il nostro cammino in mezzo a tanto dolore, sono e saranno sempre impagabili ed hanno dato un senso alla nostra vita ed al nostro Davide era bellissimo, assomigliava molto a Luca ed era tanto buono. Nasogastriche continue, sondini e frequentissimi prelievi non avevano minimamente intaccato la sua gioia di vivere e la sua dolcezza; nel contempo aveva sviluppato un carattere forte e combattivo che lo aiutava nei momenti più difficili: primo fra tutti il momento dei pasti. Gli anni passavano e, nonostante l’acido che produceva continuasse a creare in Lui una situazione molto simile a quella anoressica, af- frontò con entusiasmo la scuola dalla quale ha ottenuto ottimi risultati fino al conseguimento, purtroppo dopo la sua morte e direttamente dal Ministro della Pubblica Istruzione, del diploma di Licenza Media con il massimo dei voti. Davide era molto intelligente ed anche molto maturo, quella maturità che conosce solo chi convive tutti i giorni con una situazione di sofferenza, sopportando senza lamentarsi e cercando di rassicurare chi gli stava accanto: era Lui che dava forza a noi”. Davide, nel suo ultimo lavoro in classe pochi mesi prima di lasciarci, ha scritto una cosa grande, un insegnamento universale: se LA VITA È UN DONO, lo è sempre, in ogni circostanza. Davide ci credeva. “Secondo me la vita può essere definita un dono che ci viene dato da Dio e dagli altri e noi dobbiamo viverla fino in fondo e al meglio. È sbagliato pensare che la vita sia brutta solo perché si è in difficoltà o non si riesce a fare qualcosa. La vita è infinita perché viene da Dio”. Grazie, Davide. Anche questo è Ski Pool Brianza. Per conoscere e sostenere l’Associazione www.lavitaeundono.org passodopopassonews45 23 ATLETI Famiglie a confronto Questa volta la presentazione dei nostri atleti passodopopasso, prevede un doppio confronto diretto in famiglia. I fratelli Alessandro e Silvio Carcano e i coniugi Luca e Nice Ingrillì. Alessandro Carcano Luogo e data di nascita? Milano, 27 luglio 1977 Altezza e peso forma? 187 cm x 67 kg – e-mail? [email protected] Il miglior risultato assoluto? 2° di categoria Master A1. Classico o pattinato? Pattinato. Negli ultimi anni però apprezzo il Classico – Punto di forza come fondista? Penso di avere una buona tecnica (in pattinato), soprattutto nelle discese veloci e tecniche. – Punto di debolezza? Scarsa forza fisica nelle braccia. – Il posto che preferisci per il fondo? Passo del Lavazè. Una ragnatela di piste e panorami meravigliosi. – La Granfondo che consigli? Rifarei volentieri la Transjurassienne (F). Percorso stupendo nel Jura francese e tanta gente che tifa. – Il/la fondista preferito/a? Non sono tifoso. Preferisco fare sport piuttosto che vederlo. – Che lavoro/studio fai? Financial Controller, ovvero mi occupo dei costi, delle entrate e degli investimenti; lo stesso incarico che il nostro nuovo Presidente mi ha affidato per i prossimi 4 anni! – Hobby? Fermodellismo (insieme a Silvio). – Dove ti alleni di solito? In inverno dove c’è neve cercando di cambiare località per variare il paesaggio. In estate, dal Parco delle Groane alle Alpi. – Come ti alleni? In Inverno sciando nei fine settimana e nei “ponti” festivi. In estate mi piace andare in montagna in MTB. In Autunno qualche uscita con gli skiroll alla Colma. – Il sogno sportivo nel cassetto? Realizzabile spero a breve: finire il circuito Worldloppet. Irrealizzabile: guidare una monoposto di Formula 1. – Il piatto preferito? Primi in genere, in particolare gli strangolapreti. – Qualità migliore? Essere disponibile – Difetto? Non essere costante. – Un saluto agli amici del PdP? Saluto tutti i Soci di questa fantastica società che, nonostante l’uscita di Enzo dalla carica di Presidente, sarà in grado di fare ancora molta strada e raccogliere tante soddisfazioni, perché credo che la vera forza del PdP è lo spirito di gruppo che ci unisce. Auguro tante soddisfazioni sportive e non, a tutti! Luca Ingrillì Luogo e data di nascita? Capo d’Orlando (Me) - 1 gennaio1966 Altezza e peso forma? 167 cm x 63 kg – e-mail? [email protected] Il miglior risultato assoluto? Formalmente potrei fregiarmi del titolo italiano master di canoa in k4, ma nella sostanza credo che sia il 356° posto all’Engadin del 2001 a “soli” 12 minuti da Muleg. Classico o pattinato? Pattinato, anche se del classico sto cominciando ad apprezzare il gesto atletico ma continuo a non avere un buon rapporto con la componente tecnica dei materiali.. Punto di forza come fondista? La leggera salita. Punto di debolezza? La salita ripida. Il posto che preferisci per il fondo? L’altopiano di Asiago. La Granfondo che consigli? La Marciabianca. Il/la fondista preferito/a? Giorgio Di Centa. Che lavoro/studio fai? Commercialista. Hobby? Il poco tempo libero lo dedico alle attività sportive. Dove ti alleni di solito? All’Idroscalo. – Come ti alleni? Canoa tutto l’anno (glaciazione permettendo), ski-roll o roller in autunno/inverno, mtb in primavera/estate. Il sogno sportivo nel cassetto? Partecipare al Trofeo Campi di Battaglia con i miei figli. Il piatto preferito? Maccheroni siciliani fatti in casa con salsa di pomodoro e melanzane fritte (era una specialità di mia nonna, diffidare delle imitazioni). La tua qualità migliore? Il rispetto per gli altri. – E il difetto? essere un po’ introverso. Un saluto agli amici del PdP? Tenete caldi i motori che tra poco si riparte! 24 passodopopassonews45 Alessandro decisamente più loquace (si è lavorato di forbice per far stare tutto il testo) di Silvio come del resto si evince anche conoscendoli di persona. Luca più tecnico rispetto alla moglie Nice, ma entrambi di grande modestia. Aspettiamo il prossimo confronto in famiglia, quando ad essere intervistati saranno i loro figli Flavio e Davide. Silvio Carcano Luogo e data di nascita? Milano, 24 febbraio 1971 Altezza e peso forma? 181 cm, x 65 kg. e-mail? [email protected] Il miglior risultato assoluto? Engadin Ski Marathon del 2001 in 1:59:09 (era il mio ex sogno nel cassetto, finirla in meno di 2 ore) Classico o pattinato? Pattinato !!!!!!!!! Punto di forza come fondista? Faccio poche cadute. Punto di debolezza? Tutto il resto. Il posto che preferisci per il fondo? Riale in alta Val Formazza. La Granfondo che consigli? Engadin Ski Marathon: sciare con altri 10.000 fondisti ti carica in modo particolare. Il/la fondista preferito/a? Maurilio “Grillo” De Zolt e Stefania Belmondo. Che lavoro/studio fai? Al mattino e alla sera il pendolare sulle ferrovie Nord, durante il giorno sono seduto in un ufficio bancario. – Hobby? Modellismo ferroviario, fotografia e riprese video di ferrovie, mountain bike. Dove ti alleni di solito? Che roba strana è l’allenamento? – Come ti alleni? Vedi sopra... Il sogno sportivo nel cassetto? Sogno possibile: completare il passaporto Worldloppet delle granfondo in giro per il mondo. Sogno impossibile: battere in gara almeno un volta mio fratello Alessandro. Il piatto preferito? Pizza. La tua qualità migliore? Precisione, indispensabile per il modellismo – E il difetto? Sono troppi per elencarli tutti. Un saluto agli amici del PdP? É proprio un bel gruppo di persone, con la voglia di stare insieme a fare sport sia in estate che in inverno. Ciao a tutti. Nice Bini Luogo e data di nascita? Milano, 10 marzo 1966 Altezza e peso forma? Sono alta 164 cm. Non mi peso mai per evitare le lacrime… e-mail? [email protected] Il miglior risultato assoluto? Aver raggiunto il gruppo verde alla Engadin Skimarathon, due figli fa... Classico o pattinato? Pattinato Punto di forza come fondista? Resistenza. Punto di debolezza? Discesa. Il posto che preferisci per il fondo? Engadina. La Granfondo che consigli? Dobbiaco/Cortina. Il/la fondista preferito/a? I miei figli non mi perdonerebbero se non dicessi Pietro Piller Cottrer. Che lavoro/studio fai? Avvocato. Hobby? Corsa, nuoto, lettura. Dove ti alleni di solito? All’Idroscalo. Come ti alleni? Corro e nuoto. Il sogno sportivo nel cassetto? Correre una maratona (magari quella di New York) in meno di 5 ore. Il piatto preferito? I carboidrati, tutti indistintamente. La tua qualità migliore? Scherzare. E il difetto? Non mi impegno “seriamente” per raggiungere un obiettivo sportivo, perché ho paura di restare delusa. Mi nascondo dietro allenamenti casuali e superficiali. Un saluto agli amici del PdP? Mi onora sapere che siete interessati alle mie vicende sportive! A presto. passodopopassonews45 25 TESSERAMENTO 2010 Il PdP conviene Siamo poveri ma belli. Consoliamoci così. L’unico nostro introito sono le quote del tesseramento che quest’anno abbiamo deciso di ritoccare per far fronte a nuove spese. Principalmente l’incremento della tassa di iscrizione alle gare FISI (da 5 a 7 euro) di cui il PdP si fa carico, ed il prossimo affitto della sede quando saremo costretti a lasciare quella attuale che Enzo, bontà sua, ci ha sempre concesso in uso gratuito. In aggiunta a questo ci sono almeno altre due possibilità per rimpinguare le casse sociali, a dir la verità poco perseguite: invitare al tesseramento PdP amici desiderosi di conoscere lo sci di fondo o segnalare qualche sponsor amico. Su questi fronti tutti siamo inviatati a dare una mano. Tessera sociale Le nuove quote: ✔ Euro 20 per il primo familiare ✔ Euro 10 per il secondo ✔ Euro 5 per i successivi ✔ Euro 50 per i soci sostenitori (ce ne sono pochini…) Tesserandosi al PdP il socio: ✔ Riceve il giornalino Passodopopasso News due volte all’anno ✔ È iscritto gratuitamente alle 3 gare del Trittico ✔ Ha diritto allo sconto del 20% su tutti gli acquisti (materiale e abbigliamento) effettuati presso il negozio DAMENO SPORT - viale Affori, 11 - Milano – tel. 02 2619 760. Con una spesa di 100 Euro si è già recuperata la quota sociale. Prezzi superscontati per l’acquisto dell’abbigliamento sportivo-sociale (è in arrivo la nuova tuta) Tessera FISI Il socio PdP che intende svolgere attività agonistica partecipando a gare FISI e/o a Granfondo deve richiedere la tessera FISI (oltre a produrre il certificato di idoneità fisica). ✔ Costo del tesseramento FISI Euro 40 Con questa quota il socio ha diritto: ✔ Alla iscrizione gratuita alle gare FISI (escluse le Granfondo) ✔ PdP provvede agli aspetti organizzativi per l’iscrizione alle gare FISI In aggiunta il tesseramento FISI permette al socio di usufruire: ✔ Dell’assicurazione in caso di infortunio durante la pratica sportiva agonistica e per la responsabilità civile verso terzi ✔ Di sconti su accesso ad impianti sciistici (es. Piani di Bobbio, Dolomiti Superski, Adamello Ski, Bormio, Caspoggio) ✔ Di sconti su acquisti (es. Autogrill, ACI, Telepass) Per i dettagli vedere l’Agenda dello sciatore disponibile in sede o www.fisi.org 26 passodopopassonews45 Sul fronte dei punti FISI quest’anno siamo un disastro, perdiamo per strada 10 atleti e 16 si peggiorano. Delle due l’una: o le gare FISI non ci interessano più di tanto (preferiamo le Granfondo), oppure diventiamo sempre più scarsi. O forse entrambe. Comunque un piccolo manipolo si salva e merita la citazione: Alessando Carcano, Luisa Mauri, Lorenzo Meciani, Marco Pea, Riccardo Scotti, Roberto Vanzan. L’onore del PdP è salvo. Atleta BATTAGLIA Stefano BIANCHINI Giorgio BONAITI Caterina CALEGARI Alberto CALEGARI Sara CARCANO Alessandro CARCANO Silvio CHIARI Paolo CHINI Maria Rita CITTERIO Marco COCCIOLETTI Piero DE NITTO Giuseppe DI DATO Antonio DI FLORIANO Michele FRIGERIO Ortensio GOBBI Cecilia GOBBI Fabrizio INGRILLI' Gianluca MAURI Enrico MAURI Luisa MECIANI Lorenzo NOVELLINO Roberto PEA Marco POLETTI Gabriele POZZI Andrea POZZI Paolo RADOVAN Piero SCOTTI Riccardo SORESI Fabio SOZZANI Enrico VAI Tiziana VANZAN Roberto Cod. FISI 148RJ E04CE 16AR1 4HAEF 4HAEE 3WHNL 3WMY0 04W13 4HAEM 3X35N 3WHN4 81FHX 1151N 02PK5 4H5YF 40NX2 4HAEN 40L2Y 02KX8 4H7DT F02MW 62W0V 81E6R 0DTTK 0DL0C 4H74Y 17D6V 7242P 04WRJ 3X982 4HAEL 4L78F Data nascita 14/04/1963 03/06/1957 24/10/1980 11/05/1950 10/11/1979 27/07/1977 24/02/1971 20/05/1956 09/06/1942 15/02/1968 27/09/1949 03/04/1954 05/12/1962 28/02/1946 12/07/1938 19/09/1990 25/12/1959 01/01/1966 03/05/1968 29/07/1966 26/06/1964 08/05/1958 30/10/1959 01/06/1937 08/02/1972 20/03/1961 22/11/1943 10/07/1967 28/05/1972 21/11/1957 16/06/1957 21/07/1961 Punti 2008 283,41 584,22 555,23 470,28 340,96 230,17 407,51 550,33 589,99 289,99 481,71 518,07 255,02 455,68 427,6 405,62 557,92 321,66 201,65 142,59 322,91 582.60 524,42 560,39 242,05 585,88 348,28 560,7 191,89 558,73 503,97 516,49 COMPETIZIONI La FISI ci bastona Punti 2009 288,65 520,28 349,94 206,37 433,33 319,99 531,71 540,49 270,85 463,6 441,62 338,03 205,88 131,30 272,58 499,46 272,05 456,28 522,2 204,21 553,97 415,21 passodopopassonews45 27 COMPETIZIONI 28 Calendario Gran Fondo Ecco le Granfondo nostrane che vedono alla partenza sempre più gente PdP. Sembra che le regine siano (Marcialonga a parte) la Marcia Granparadiso a Cogne in tecnica classica e la Marciabianca di Enego a skating. È vero? Ci risentiamo a fine stagione. Data Denominazione Località Distanza Tecnica 12/12/2009 La Sgambeda classic Livigno 21 TC 13/12/2009 La Sgambeda Livigno 42 TL 20/12/2009 Lavazehiito Passo Lavazè 22 TL 28/12/2009 Turmasi Vermiglio 25 TL 03/01/2010 Comelgo Loppet Padola Comelico 30 TL 03/01/2010 La Galopera classic Monte Bondone 30 TC 04/01/2010 La Galopera Monte Bondone 30 TL 06/01/2010 Befanalauf Millegrobbe 30 TL 06/01/2010 Pradzalunga Pragelato 42 TC 09/01/2010 Pustertaler classic Dobbiaco 28 TC 10/01/2010 Pustertaler ski marathon Dobbiaco 42 TL 17/01/2010 Promenade Valle Stura Valle Stura 50 TL 17/01/2010 Monterosalauf Gressoney St. Jean 30 TL 23/01/2010 Millegrobbe 1° gara Lavarone 30 TC 24/01/2010 Millegrobbe 2° gara Lavarone 30 TL 28/01/2010 Lavazeloppet Passo Lavazè 22 TC 31/01/2010 Marcialonga Fiemme e Fassa 45 - 70 TC 06/02/2010 Dobbiaco-Cortina classic Dobbiaco 28 TC 07/02/2010 Dobbiaco-Cortina Dobbiaco 42 TL 07/02/2010 Val di Vizze Val di Vizze 25 - 42 TL 07/02/2010 Marcia Granparadiso Cogne 45 TC 20/02/2009 Granfondo Val Ridanna Castel del Monte 25 - 42 TL 20/02/2010 Val Casies classic Val Casies 28 - 42 TC 21/02/2010 Val Casies Val Casies 28 - 42 TL 21/02/2010 Campo Imperatore Castel del Monte 20-40 TL 28/02/2010 Marciabianca Enego 42 TL 06/03/2010 Malga Zonta Marathon Passo Coe 30 - 45 TP 07/03/2010 Trofeo Campi di Battaglia Campomulo 35 TL squadra passodopopassonews45 passodopopassonews45 29 Tipo RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G CI CIT MAS RQ S - RQ G CIT MAS RQ S - RQ G Camp. Region. CIT MAS RQ S - RQ G RQ S - RQ G CI CIT MAS RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G CIT MAS RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G RQ S - RQ G tutti i Soci Km. M 10 10 10 10 10 30 10 15 7,5 x 10 10 10 10 2,5 10 7,5 15 10 x x 10 10 10 10 15 Km. F 5 5 5 5 5 15 5 5 5 x 5 5 5 5 2,5 5 5 10 5 x x 5 5 5 5 5 Località Colma di Sormano Cortabbio Formazza S. Michele Valbondione Valbondione Passo Coe Ponte Formazza Sappada Oltre il Colle Branzi Bionnaz S. Maria Maggiore Spiazzi di Gromo Passo Coe Ceppo Morelli Ceppo Morelli Clusone Ceci le Vallette Cunardo Piani di Bobbio-Valtorta Piani di Bobbio-Valtorta Piani di Bobbio Pian del Tivano Macugnaga Schilpario Montagnina Riale Trofeo Angela-Maurizio Trofeo Nikolajewka Trofeo S. Silvestro Trofeo Tonioli Trofeo del Barba Trofeo S.C. Valle Anzasca Trofeo S.C. Valle Anzasca Trofeo Città di Clusone Trofeo Reposi Trofeo Vetera Car Trofeo Partigiani Trofeo Partigiani Trofeo Mariani Trofeo Gisella Longoni Trofeo S.C. Macugnaga Trofeo Togni Trofeo Luca Torri Gara Sociale S.C. Valserina S.C. Roncobello S.C. Valle Vigezzo S.C. Gromo Edilmora S.C. Valle Anzasca S.C. Valle Anzasca S.C. 13 Clusone S.C. Bobbio S.C. Cunardo Falc Libertas Sesto Falc Libertas Sesto S.C. Lissone S.C. Sormano S.C. Macugnaga S.C. Schilpario S.C. Valgandino Passo dopo Passo Denominazione Trofeo Monte Cervino Gran Premio Primaluna Coppa Crosetti Trofeo Cresciamo insieme Trofeo Davide Carbone Trofeo Agradi Trofeo Fusetti Organizzazione S. C. Sormano S.C. Primaluna S.C. Formazza S.C. Leffe Ski Pool Brianza GS Alpini Sesto Sci CAI Meda 20-dic 6-gen 7-feb Al-Ra-Cu-Ba Al-Ra-Cu-Ba Al-Ra-Cu-Ba Santa Caterina Valfurva Valbondione Clusone Pol. Le Prese Ski Pool Brianza SC 13 Clusone Trofeo Gelindo Sarmenti Trofeo Davide Carboni Trofeo Città di Clusone Circoscrizione Lecco - Como - Milano (Allievi - Ragazzi - Cuccioli - Baby) Data 20-dic 27-dic 3-gen 3-gen 6-gen 10-gen 10-gen 16-gen 17-gen 24-gen 25-gen 30-gen 31-gen 6-feb 6-feb 7-feb 7-feb 7-feb 10-feb 13-feb 13-feb 14-feb 17-feb 28-feb 28-feb 7-mar 21-mar Il calendario delle gare FISI TC TL - TC TL - TC p. line Tecnica TC TL TC TC TL TC TL TL TC TC TC TL TL TL TL 1° prova TC 2° prova TL p.linea TL TC notturna TL ore 14 TC ore 15 TL-CP MI TL notturna TL TL TL p. linea staffetta TRA DI NOI Francesco e Teresa, benvenuti! Francesco è già un protagonista alla grande del PdP, è andato in missione speciale a ritirare il premio della FISI. Chissà cosa farà da grande! Mamma Paola e papà Riccardo ne sono orgogliosissimi. Nonna Franca tutta intenta a cullarsi, rimirarsi e compiacersi di Teresa, la sesta nipotina, figlia primogenita di Marta. È nata da poche ore, pesa 2850 grammi. Adesso con i nipotini di casa Radovan il conto è alla pari, 3 maschietti e 3 bimbette, ma la sfida continua… La nuova tuta Vacanza al Lavazè Ancora un attimo di pazienza, poi l’inverno prossimo sfoggeremo la nuova tuta PdP, Paolo sta pensando ad un modello superdinamico che ci faccia volare… il test è stato fatto dall’Uomo Ragno. Costo indicativo della tuta: 100 Euro per gli adulti 50 Euro per i bambini - ragazzi Sarà possibile prenderne visione e prenotarla da DAMENO SPORT - via Affori, 11 -– Milano, entro fine maggio 2010 in modo da poterla indossare per la prossima stagione. Cercasi un paio di sponsor. Anche quest’anno ritorniamo al Passo Lavazè dal 4 al 7 dicembre con lo scopo di riscaldare il motore in vista della stagione invernale, sciando in compagnia e imparando qualcosa di nuovo. È l’anno dello skating, i nostri maestri ci insegneranno ad andare un po’ più forte e con minor fatica. Ci riusciranno? Chi vuol venire si affretti con la prenotazione. [email protected] Udite, udite! Il PdP ha un suo indirizzo. Serve per comunicare all’interno e all’esterno della società. I soci sono invitati ad utilizzarlo per inviare messaggi al consiglio direttivo. Ricordiamocene, non utilizziamo più email privati! Anche passodopopasso news si rinnova Il fattaccio è avvenuto. Dopo averla scampata per qualche anno, Lo studio ‘48 al lavoro. quarantotto.it 30 con i nuovi incarichi ai Consiglieri del Direttivo, il compito di gestire graficamente il nostro giornalino è passato a me. Nonostante Piero si divertisse molto a farlo, il carico di responsabilità e di lavoro per la Presidenza del nostro Sci Club, gli ha imposto di rinunciare almeno alla grafica, mentre mantiene quasi per intero la ‘direzione’ e il coordinamento dei contenuti. Visto che di professione faccio appunto il ‘progettista grafico’ e mi occupo di tutti quegli argomenti relativi alla comunicazione (immagine coordinata, grafica editoriale, cataloghi, pubblicità...) è gioco forza che a differenza di Piero, io usi programmi professionali (lui impaginava il giornalino in word - fatica immane - con grande tenacia e coraggio da vendere), quindi più idonei a gestire questo lavoro. A questo punto possiamo permetterci un’impaginazione più vicina a quella dei periodici che acquistiamo in edicola, anche se budget e tempi limitati, impongono un progetto grafico non particolarmente sofisticato e di veloce realizzazione. Il risultato è quello che avete visto nelle pagine fin qui sfogliate. Essendo un progetto work in progress (cioè mentre lo faccio, lo penso), non escludo cambiamenti e migliorie nei prossimi numeri sempre però inclini all’austerità e alla semplicità. Magari anche grazie ai vostri suggerimenti. marcopea passodopopassonews45 PdP on line Per sapere tutto sul PdP (foto, classifiche, giornalino on line e altro) navigare su: www.pdponline.it Elenco Soci È uno strumento fondamentale per una corretta gestione della società, ci sono ancora diverse inesattezze che dobbiamo correggere. Richiediamolo in sede e ciascuno controlli i propri dati, comunicando le eventuali variazioni all’indirizzo email PdP di cui sopra o telefonando in sede. Ci aiuteremo a risparmiare tempo, fatica e spesa. Certificato di idoneità sportiva I Soci atleti sono tenuti a consegnare o a spedire in sede con la massima sollecitudine il certificato di idoneità sportiva, pena la mancata iscrizione alle gare FISI. Duilio non transige! Gare di interesse sociale I Soci atleti sono invitati a partecipare ad alcune gare Cittadini e Master che la Società ritiene di particolare interesse. Prendetene visione nel calendario gare FISI segnate in grassetto, massima attenzione come sempre all’ultimo impegno della stagione, il più importante, la nostra staffetta sociale di Riale. La sede PdP La sede di via San Calocero è aperta a tutti ogni giovedì dalle 21 alle 22,30 per le iscrizioni alle gare e per i tesseramenti - telefono 02 835 6060. Attenzione! Giovedì 31 dicembre la sede sarà ovviamente chiusa, per iscriversi alle gare del 3 gennaio telefonare ai Mauri tel. 0362 558002 - 335 01733 - entro il 30 dicembre. Tesseramento FISI e PdP Per quote, modalità e scadenze si faccia riferimento alla recente lettera inviata ai Soci. Per tesserarsi rivolgersi in sede il giovedì sera, prima si fa e meglio è. Dal prossimo anno per il tesseramento FISI sarà richiesto anche il codice fiscale, anticipiamo i tempi comunicandolo appena possibile. Materiale Elio Vitale deve mettere a malincuore gli sci in soffitta. Cede del materiale in ottimo stato: - Completo PdP nuovo in 2 pezzi (large). - Supporto metallo con morse ripiegabile e trasportabile per sciolinare (incluso il suo sacco) - Ferro da stiro a temperatura regolabile Prezzo, il buon cuore Via San Calocero 20123 Milano Telefono 02 5810 5121 www.pdponline.it [email protected] Consiglio Direttivo Piero Radovan Presidente Fabio Soresi Vice Presidente Alessandro Carcano Luca Ingrillì Enrico Mauri Luisa Mauri Marco Pea Paolo Pozzi Riccardo Scotti Hanno contribuito a questo pdpnews: Giorgio Bianchini Nice Bini Alessandro Carcano Silvio Carcano Luca Ingrillì Gianni Macchi Gigi Meroni Marco Pea Piero Radovan Riccardo Scotti Duilio Soresi Ski Poll Brianza Luca Tamburlini Roberto Vanzan Maria Rosa Venturini Grafica ed impaginazione: www.quarantotto.it Elaborazione immagine di copertina: www.fotogermano.it Buon Natale Tu sei in mezzo a noi, Signore, e noi siamo chiamati con il tuo nome, non abbandonarci! passodopopassonews45 31