Redone
numero 4
anno 2011
il
Periodico d’informazione della Parrocchia Prepositurale dei Ss. Pietro e Paolo di Gottolengo
Comunità in cammino
anno sinodale 2011 - 2012
il Redone
CALENDARIO
PASTORALE
Periodico d’informazione della Parrocchia Prepositurale
dei Santi Pietro e Paolo di Gottolengo
Autorizzazione del tribunale di Brescia n. 236
del 16-05-1965
n. 4 - 2011
Sito Internet della Parrocchia:
http://www.parrocchiagottolengo.it
e-mail: info @parrocchiagottolengo.it
Tel. 030 951042
Direttore responsabile:
Don Arturo Balduzzi
Redazione:
Andrea Milzani, Angelo Biazzi, Delia Milzani, Giuseppe
Zanon, Giusi Morbini, Mino Feroldi, Mino Onorini,
Paola Rodella, Paolo Bianchi, Silvana Martinelli,
Stefania Tenchini
In questo numero
Calendario Pastorale ........................................2
La “Città della pace” .........................................2
ORARIO Ss. MESSE
VIGILIARI:
Ore 16,30:
Ore 18,30:
Ore 20,30:
FESTIVE:
Ore 8,00 - 9,30 - 11,00 - 18,30
FERIALI:
Ore 8,00 - 18,30 da lunedi a venerdi
Ore 16,30: giovedi Casa di Riposo
Agorà 2011-2012 ............................................... 3
Al Sinodo per delineare il futuro della Chiesa
CONFESSIONI
La parola del Prevosto ..................................... 4
Attualità ..............................................................7
Scandalo
GMG ...................................................................9
Don Luca e la sua cordata ..............................14
Santa domenica a tutti
Festa dell’Oratorio
Grest 2011
Follest 2011
Lignano 2011
Passi di un santo tra i sentieri di Corteno
Consiglio dell’Oratorio
Torneo di calcio “Andrea Redana”
Melonera Missionaria ......................................23
Gruppi Parrocchiali .........................................24
Qui Caritas
Terza età
Note di tradizione ............................................25
I filos
Scuola ..............................................................27
Insegnanti e genitori verso un modello educativo
condiviso
Lettere alla redazione .....................................28
Caro paese mio
Maglia Azzurra - Gruppo Alpini ......................29
Anagrafe parrocchiale .....................................30
Casa di Riposo
Parrocchiale
Comunità Neocatecumenali
SABATO: dalle ore 9,00 alle ore 11,00
ed in prossimità delle Sante Messe
segue dalla prima pagina
La “Città della pace” è il dipinto di don Renato Laffranchi scelto come immagine simbolo della nuova edizione
di “Agorà”.
L’opera fa parte di una serie di lavori che l’autore ha voluto dedicare alla città del cielo, in una sua personale lettura
pittorica della città dell’Apocalisse.
Si tratta di un’immagine in cui la città è racchiusa in un
cerchio di luce con cui l’autore interpreta quel passaggio
dell’Apocalisse in cui si dice che la città non ha bisogno
né della luce del sole né di quella della luna perché la sua
luce è l’Agnello.
Il cerchio diventa il simbolo di quella luce che illumina la
città del cielo. Attraverso la gradazione di colori l’artista
ha rappresentato la discesa della città dal cielo, città di Dio
che, per questo, non può essere costruita dagli uomini.
Tutto questo è espresso anche con colori decisi che nella
parte più vicina alla città si perdono nella consistenza della luce.
Litotipografia Causetti - 25023 Gottolengo (BS)
Piazza xx Settembre 14 - Tel. e Fax 030.951319
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il Redone
Si è aperto il 4 luglio Agorà 2011-2012, l’evento diocesano che introdurrà la Chiesa bresciana
al Sinodo sulle unità pastorali previsto per l’autunno 2012 sul tema “Comunità in cammino”.
Al Sinodo per delineare il futuro della Chiesa
Non sono un esperto, ma ho l’impressione che il bello dell’arte moderna sia che lascia lo spazio a tutti
di interpretarla un po’ come si vuole. Diciamola in un modo un poco più nobile: suscita in ciascuno dei
sentimenti che sono, aldilà delle intenzioni dell’artista, estremamente personali. Può non piacere, potrebbe
anche non dire niente, ma poiché non è descrittiva, mira a evocare, a scatenare suggestioni, emozioni, quasi
a parlare a tutti facendoci entrare in un gioco in modo che l’opera d’arte possa intrecciarsi con le storie, le
ansie, le gioie, le paure generando, così, un incontro.
Ci potrebbe accadere anche guardando l’opera qui a fianco di don Renato Laffranchi, noto pittore e sacerdote bresciano, che ha per titolo “Città della pace” e che è stata scelta come opera simbolo per l’Agorà
2011 e il cammino sinodale. Non so commentarla, lascio ad altri come leggere questa città celeste, che dal
cielo scende e si poggia sui monti e che brilla di una luce bellissima, vorrei solo contemplarla. In essa si
può intravedere la “comunità in cammino”, la nostra comunità ecclesiale di Brescia chiamata dal vescovo
Luciano all’esperienza sinodale verso la meta delle nuove unità pastorali. Bella, luminosa, celeste, ma anche radicata nella sua terra.
Ed è per continuare ad essere in terra bresciana luminosa testimone della luce del Signore Risorto che
la nostra diocesi si accinge ad accostare il tema delle unità pastorali. Un’esperienza nuova, da pochi conosciuta e realizzata, in tutto pare ancora da decifrare. Il vescovo Monari ha voluto, per parlarne, un Sinodo
diocesano. Un’occasione per “far sì che vi fosse un tempo dove tutti possano esprimersi per discernere e
costruire un consenso e una decisione che dia nuovo slancio all’annuncio del Vangelo e una rinnovata presenza della nostra Chiesa nel territorio”.
Ma come sarà il Sinodo che ci attende? Anzitutto ci vedrà “convenire” sacerdoti, consacrati e laici in
ascolto, col vescovo, dello Spirito Santo che parla e guida la nostra Chiesa. Un’opportunità grande, ma
anche una sfida. La discussione sulle unità pastorali non sarà un passaggio facile, con sé porta una serie di
possibili rischi. Il primo è che le unità pastorali potrebbero essere viste come la cancellazione delle piccole
parrocchie, oppure come nuove entità che si sovrappongono a quelle già esistenti. Potrebbero anche essere
viste come una nuova organizzazione (giuridico-amministrativa) della Chiesa, anziché come un modo di
affrontare i problemi nell’attuale situazione ecclesiale, sociale e culturale.
L’esigenza, invece, è quella di un nuovo spirito missionario, di comunione, di corresponsabilità. Un altro
pericolo potrebbe essere quello di affievolire lo spazio delle relazioni personali tra la comunità e i sacerdoti,
essendoci il rischio per i preti di una vita sempre più affannata e di corsa, e per i fedeli di non avere più
alcuni chiari punti di riferimento, a motivo della molteplicità delle figure ministeriali. Come anche si potrebbe manifestare una scarsa uniformità nei cammini parrocchiali o una diversa velocità nel promuovere la
programmazione e realizzare i progetti comuni tra le parrocchie, forse anche in una sorta di competizione.
Si potrebbe, infine, imporre una certa professionalizzazione con la conseguenza o di clericalizzare anche le
figure laicali o di laicizzare la pastorale affievolendo lo spirito missionario. Possibile, ma evitabile. Come
potrebbe arrivare anche una sorta di empasse nelle decisioni per i troppi “Consigli” coinvolti, ma senza una
reale assunzione di responsabilità.
Di questo e di altro ancora dovranno discutere le parrocchie, i sacerdoti, i laici, i consacrati e tutta la
comunità viva della nostra Chiesa, per non farci cogliere impreparati, per non smettere di dar voce allo
Spirito Santo tra noi.
L’editoriale di Adriano Bianchi da «La Voce del Popolo» del 30 giugno 2011
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il Redone
LA PAROLA DEL PREVOSTO
Carissimi,
in questi mesi, dal mio arrivo a Gottolengo, vi ho incontrato in molte occasioni e sempre con la
cordialità del primo giorno.
Certo, non ho raggiunto tutti: è grande la nostra Comunità! Il desiderio e il proposito vanno comunque in questa direzione.
Dopo la pausa estiva riprendo la visita e la benedizione delle famiglie: una nuova Contrada mi attende, un’altra porzione della nostra Parrocchia, parte viva di una medesima storia.
Soprattutto sono riconoscente per l’accoglienza che mi state riservando. Vi penso, vi vedo e vi
ascolto nelle persone che mi avvicinano; mi sento un tutt’uno con voi. Ogni giorno prego per tutti.
Ricordo i più anziani: sono la
traccia vivente e generosa della
nostra vicenda umana. Ricordo
i più giovani: sono la delicatezza del nostro presente e lo spessore del nostro futuro. Ricordo
gli uomini e le donne chiamati ad assumere, nella maturità
della loro esistenza, le responsabilità più grandi. Ricordo coloro che sono messi alla prova
e percepiscono maggiormente
la debolezza e la fragilità della
nostra condizione umana: certamente gli ammalati e tutti quelli che sono attraversati dal dolore. Ricordo uomini e donne arrivati
da paesi lontani, coltivando, in grandissima parte, un’onesta speranza. Non mi è difficile questo
esercizio, alimentato dalla intensità degli incontri vivi con voi e da un amore che mi supera.
Verso la prima .... candelina
Sono passati quasi dieci mesi, quaranta settimane, dal nostro primo incontro: a me sembra già una
vita. Dopo aver compiuto i primi passi e aver conosciuto le intenzioni e i programmi della nostra
Comunità, avverto forte il desiderio di parlare con tutti anche attraverso le pagine del Redone, di
manifestarvi un poco di me, di condividere pensieri che mi stanno a cuore.
E’ un modo per consolidare il dialogo: sono felice di potervi ascoltare e il mio dire è per poter rendere più facile il vostro.
Tra le prime parole che vi ho rivolto, forse vi ricorderete queste: “Non c’è esperienza di infinito
sulla terra, non c’è esperienza di vita riuscita, di vita bella, lontano dalla comunione. E’ quando
accogli l’altro nello spazio della tua bontà, dei tuoi beni, fra le tue cose più care, è allora, solo
allora, che ritrovi la bellezza del mondo, la bontà delle cose, il tuo vero volto di cristiano”. Particolarmente mi interessa la vita, la vita di tutti e di ciascuno.
Dice Gesù: “Sono venuto perchè abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. E’ Lui che indica
ciò che è importante. Lo indica con le sue parole, con i suoi gesti che generano vita e sorprendono
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LA PAROLA DEL PREVOSTO
il Redone
proprio là dove la vita è mortificata; lo indica con la sua stessa esistenza che rivela l’amore di Dio,
che chiama Padre e insegna a chiamare così. Lo rivela con la sua stessa vita donata perchè tutti
abbiano vita. La fede, la speranza, Gesù, Dio stesso, sono per la vita degli uomini e delle donne di
ogni tempo e di ogni luogo.
Per la vita vale la pena dare la vita, perchè l’esistenza non sia solo vita, ma pace, amore, giustizia,
bellezza, verità, santità. Perchè la vita sia senso di vivere, gusto di vivere, gioia di vivere.
Chi incontra Gesù e riceve il suo Spirito, comprende non solo con la testa, ma con tutto se stesso
che Lui è la sorgente della vita e, a volte inespressa, nasce quell’attesa che una donna, un giorno
lontano ma sempre vicino, gli manifestò dicendo: “Dammi sempre di quest’acqua”.
Di tutto questo è possibile fare a esperienza? Dove? Come?
Proprio perchè noi siamo una storia, un corpo, un io profondo, un’anima, le relazioni che viviamo,
le nostre esperienze sono storie, corpi, anime, profondità umana, rapporti. Le nostre esperienze
anche le più singolari, partono da una Comunità, sono Comunità, fanno Comunità. Ora vi dico il
nome di questa Comunità. E’ la Chiesa, la Chiesa di Gesù: la viviamo in Parrocchia!
Il presbiterio rinnovato
Gottolengo ha dimostrato ancora recentemente il legame sentito con i suoi sacerdoti in alcuni momenti celebrativi nei quali rinnovare i sentimenti di riconoscenza e di affetto verso coloro che,
mandati da Cristo, sono stati e sono i padri e le guide del popolo santo.
Così nel ricordo di quanti ci attendono nel paradiso come mons. Francesco Vergine, don Gustavo
Pezzi, don Gianfranco Lazzaroni, don Pietro Lazzaroni, don Carlo Pacetti ...; così nelle feste patronali con don Saverio Mori, negli anniversari di sacerdozio: il 70° di don Angelo Calegari e il 50°
di don Giuseppe Bettoni.
Don Lino e don Antonio conservano intensi ricordi della nostra Parrocchia, sono visitati da tanti e
non tralasciano occasione per inviarci i loro saluti e... tante benedizioni.
Un noto proverbio recita: “Non c’è il due senza il tre e... il quarto vien da sè”.
Dopo l’arrivo nel 2009 di don Luca e nel 2010 del sottoscritto, ci raggiunge don Lorenzo Pini.
Dobbiamo essere riconoscenti al vescovo Luciano per tale ulteriore gesto di attenzione nei confronti della nostra Comunità Parrocchiale tanto variegata e promettente nelle sue potenzialità, tutti
doni del Signore.
Per don Lorenzo si tratta di un ... ritorno a casa.
Lo accogliamo con affetto e simpatia, pronti a sostenere con la preghiera e a condividere nella corresponsabilità il suo servizio pastorale in mezzo a noi.
Il quarto adombrato dal proverbio è il Dr. Giuseppe Colosini, che il vescovo nomina a tutti gli
effetti a svolgere il ministero diaconale a Gottolengo. A lui le nostre felicitazioni anche per l’imminente data del primo lustro di ordinazione (14 ottobre) con l’augurio di un sereno e proficuo lavoro
pastorale.
La luce della notte
“Vi invito a rimanere in adorazione di Cristo, realmente presente nell’Eucaristia. A dialogare con
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il Redone
LA PAROLA DEL PREVOSTO
Lui, a porre davanti a Lui le vostre domande e ad ascoltarlo. Cari amici, prego per voi con tutta
l’anima. Vi supplico di pregare anche per me. Chiediamo al Signore, in questa notte, attratti dalla
bellezza del suo amore, di vivere sempre fedelmente come suoi discepoli”.
Con queste parole Papa Benedetto preparava i giovani del mondo all’incontro con Gesù durante la
grandiosa veglia nella Giornata Mondiale della Gioventù.
Un prolungato e intenso silenzio avrebbe accompagnato quella folla immensa a gustare nell’intimità l’amicizia con il Redentore.
Rivolgendosi poi ai giovani italiani il S. Padre donava il mandato: “Custodite le fiamma che Dio ha
acceso nei vostri cuori in questa notte: fate in modo che non si spenga, alimentatela ogni giorno,
condividetela con i vostri coetanei che vivono nel buio e cercano una luce per il loro cammino”.
Come Comunità di Gottolengo accogliamo la stessa proposta offerta ai giovani: ogni primo venerdì del mese siamo invitati ad incontrare Gesù Eucaristia alle ore 15,00 (cappella dell’oratorio) e alle 20,30 (chiesa parrocchiale). Saremo sempre più un cuor solo e un’anima sola grazie
a Lui!
Per disporre la libertà piena e l’efficacia della preghiera occorre uno spirito riconciliato: oltre i
momenti prossimi alla celebrazione della S. Messa ogni sabato dalle ore 9,00 alle 11,00 la chiesa
parrocchiale rimane aperta per le Confessioni.
La grazia del Signore sia su di noi; non manchi ad essa la disponibilità di ciascuno.
Buon nuovo anno pastorale
Don Arturo
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il Redone
ATTUALITA’
SCANDALO
L’etimologia è la disciplina che studia “l’intimo significato della parola”, andando a ritroso nel tempo per individuare le unità
linguistiche dalle quali derivano i termini odierni.
E’ affascinante e, come piacevole retrogusto, obbliga a riconsiderare le due massime lingue dell’antichità classica: il greco ed
il latino.
E’ sufficiente un buon Zingarelli (vi prego...lasciate perdere per
un attimo Wikipedia!) per farsi trasportare nel tempo dal valore
di una parola.
Provo ad applicare tutto ciò al vocabolo “scandalo”.
A pagina 1623 (Lo Zingarelli, ed.2006 / Zanichelli Editore) scopro che il termine latino scandalum dal quale deriva, significa
“impedimento”. Un qualcosa che non permette di svolgere le
proprie funzioni, che ti blocca nel tragitto verso un obiettivo, non conseguendo la meta e portandoti a nessun risultato; rimani immobile perché la via è ostruita.
Penso alla generazioni di giovani che in Italia faticano a trovare sbocchi lavorativi, immobili
e precari non per propria volontà ma per miopia politica del governante di turno e per la rete
melmosa della crisi. E’ scandaloso! Penso anche a tutti quei giovani che, quasi per inedia, né
lavorano né tanto meno studiano. A leggere certe statistiche vengono in mente quei rametti che,
gettati nell’acqua, al minimo impedimento si bloccano e non riescono a riprendere la corrente.
E’ uno scandalo!
Torno al mio Zingarelli e scopro che i latini avevano in realtà mutuato il termine greco skàndalon, che vuol dire: pietra d’inciampo, insidia. Ciò che era un semplice impedimento diventa ora
qualcosa di più materiale, di fisicamente ben definito, qual è una pietra. Non una parte rocciosa
buona a costruire, bensì un oggetto che rischia di farti cadere.
Illuminante il sinonimo insidia: rende l’idea della cosa subdola, imprevista.
Non è scandaloso, imprevedibile fino a pochi mesi fa, il massacro perpetrato in Siria o in Libia?
Non è forse motivo d’inciampo morale la vergognosa sudditanza della politica al leviatano della
finanza?
E che macigno sullo stomaco la situazione del Corno d’Africa, una pietra d’inciampo sulla via
dell’uomo moderno, bravo ad analizzare il suolo di Marte, ma incapace ad anteporre la vita di
milioni di persone a meschini interessi di parte.
I pensieri si fanno cupi, meglio tornare allo Zingarelli...
Se la pietra d’inciampo dei greci diventerà poi l’impedimento dei latini, per noi “moderni” cosa
significa scandalo?
Il vocabolario è preciso nel definirlo come un “grave turbamento della coscienza […] contrario
alle leggi della morale”, oppure un “fatto […] che presenta aspetti contrastanti con la morale
corrente”. E qui mi fermo. Mi sento in braghe di tela: a quali leggi si riferisce il vocabolario?
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il Redone
ATTUALITA’
E, qual è la morale corrente? Rubare è scandaloso...evadere il fisco, iniquo ed opprimente?
Uccidere è scandaloso...ma l’aborto e l’eutanasia? Abusare del potere è scandaloso...imporre le
proprie idee ed ambizioni?
Per mia nonna già il solo baciarsi in pubblico era scandaloso...e oggi? Forse che più nessuno
inciampa nella morale? Possibile che tutta la sapienza dei greci e dei latini sia finita in pane
ed acqua, rendendo vuota di significato la definizione dello Zingarelli? Eppure quanto fatto
da Breivik ad Oslo è sicuramente scandaloso. La morte di Amy Winehouse è scandalosa, così
come lo sono il calcio scommesse o l’ennesima rissa politica estiva. La crisi economica stessa
ha, se ci pensate bene, molto di scandaloso.
Non mi do per vinto: ho già messo in fila ben undici interrogativi e nemmeno una risposta.
Riapro il vocabolario, torno alla pagina 1623 e mi accorgo di un termine al quale prima non
avevo fatto caso: ecclesiastico (cioè pertinente alla chiesa), riferito alla tipologia di latino dal
quale deriva la nostra parola “scandalo”.
La chiesa? E che centra? Non sarà che l’eredità, e la radice al tempo stesso, della morale della
quale poi scrive lo Zingarelli, sia il cristianesimo? Il Decalogo di Mosè quanto conta? Vuoi
vedere che è stata proprio la pietra scartata dai costruttori a diventare sia testata d’angolo, per i
credenti, che inciampo (skàndalon appunto) per gli scettici?
Ora, finalmente, dopo altri cinque punti di domanda, azzardo una risposta: la
base profonda per la morale corrente sta
nell’insegnamento di Cristo e nella feconda opera di guida della Sua Chiesa
(leggete con attenzione, nelle pagine seguenti, le testimonianze dei nostri ragazzi di ritorno dalla GMG di Madrid...)
Scandaloso per la natura intima dell’uomo è dimenticarsi di Dio - come i fatti
terribili di questo periodo stanno a dimostrare - riducendo il “grave turbamento
della coscienza” a semplice fastidio momentaneo, da curare con la scarsa memoria o, peggio, con l’anestetico del relativismo morale. Il mio spazio è terminato.
Vorrei scrivere tante altre cose ma, nel
chiudere il vocabolario, vedo che l’orologio in cucina segna la mezzanotte.
E’ tardi e domani ci si deve alzare presto: sarebbe proprio scandaloso arrivare
in ritardo al lavoro!
Andrea Milzani
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il Redone
GMG
SULLE ALI DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA
GIOVENTU’ 2011 VERSO MADRID
In pellegrinaggio per riconoscere l’amore di Gesù Cristo e la maternità di Maria
incontrando il Santo Padre a Madrid.
Nel 1989 in occasione della GMG sul Monte do Gozo in Santiago De Compostela ( Spagna) Il Santo Padre
gridava ai giovani:
“Io Giovanni Paolo,…, da Santiago grido con amore a te vecchia Europa: ritrova te stessa, riscopri le
tue origini, ravviva le tue radici, torna a vivere dei valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia
e benefica la tua presenza negli altri continenti… tu puoi essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso per il mondo“.
Giovanni Paolo II vide all’orizzonte i pericoli gravissimi cui va incontro l’Europa e il mondo occidentale e
soprattutto le nuove generazioni. Le giornate mondiali della Gioventù nacquero da questa visione profetica:
fare sperimentare ai giovani la bellezza di un’esperienza di Cristianesimo, poter vivere la vita abbandonati
in Dio e quindi sperimentare la vita eterna. Fare gustare ai giovani, assetati di eternità, la dimensione eterna
della loro esistenza.
Abbiamo creduto nelle parole del Santo Padre ed è con questo spirito che accompagnamo i giovani.
Siamo partiti per la GMG di Madrid come gruppo del gruppo del Cammino Neocatecumenale di Brescia in
630 pellegrini, compreso il nostro gruppo della provincia composto da 166 persone.
Partiti da Gottolengo con tre Bus, i 166 giovani del cammino neocatecumenale delle comunità di Gottolengo, Verolanuova, S. Pancrazio di Palazzolo, Chiari, Nozza, si sono posti in viaggio verso la meta della
GMG dei giovani con il Papa a Madrid, per diventare testimoni del proprio battesimo, per il quale è stato
iniziato un cammino di riscoperta, con il desiderio di riconoscere la propria vocazione nelle scelte della
propria vita secondo la volontà di Dio.
Accompagnati da Don Osvaldo Giacomelli, Don Gian Pietro Cappa, Giuseppe e Giusi Colosini, Piera
Boffelli, Paolo Cavallari, Elio e Maria Gasparetti, Nazzareno e Angiolina Vezzoli, Gianni e Margherita
Boglioni.
Un itinerario sostenuto dalla Eucaristia, dalla Parola di Dio e dalla lode che ogni giorno ha permesso di
veder crescere la comunione fraterna, la consapevolezza dell’amore ricevuto da Dio nella propria storia e la
possibilità di superare la crisi della fede che alberga nel cuore dei giovani di oggi che vogliono vedere per
credere, sentire la gioia del cuore, sperimentare una presenza forte nello spirito che, la testimonianza della
fede in Cristo ed il compromettersi per Lui può generare.
LA CRONACA
Lunedì 15 Agosto, Eucarestia in Arenzano Santuario del Gesù Bambino di Praga, poi subito diretti ad
Avignone, città dei Papi, il giorno 16 ci siamo recati
a Lourdes vivendo la giornata avvolti dalla spiritualità di Maria, questo ha ricreato lo spirito di appartenenza ad una Chiesa che talvolta, spenta dietro una
religiosità senza la gioia, diventa motivo di allontanamento di molti battezzati che non hanno visto
realizzarsi il miracolo morale dell’amore all’altro.
Questo miracolo i giovani lo hanno visto e toccato
con mano, con l’ascolto dello Spirito Santo che si
è reso presente, che ci ha portato su ali di aquila, ci
ha permesso di sopportare disagi di vario genere,
che ci ha condotto ad una piccola ma significativa
esperienza di fede.
Mercoledi 17 partenza per la Spagna: prima città
PAMPLONA (celebrazione Eucaristica nel grande
parco della città seguita dalla missione in città), il
18 città di BURGOS (celebrazione Eucaristica nella
Chiesa dei Santi ) visita alla grande cattedrale, mis-9-
il Redone
GMG
sione nelle Piazze della città, il 19 città di AVILA
visitando i luoghi e vivendo lo spirito della grande Teresa D’Avila, (celebrazione Eucaristica nella
Cattedrale) poi città di SEGOVIA sulle orme del
grande San Giovanni della Croce. La vita di S. Teresa d’Avila e di S. Giovanni della Croce ci hanno
permesso di comprendere come la via della santità
è possibile, ma la risposta a questa chiamata non è
inconsapevole e serve il desiderio seguire le orme
che Gesù Cristo ci ha lasciato.
Il 20 città di TOLEDO, nella mattinata visita in
MADRID alla Basilica di Santa Maria la Reale
dell’Almudena, e infine nel pomeriggio abbiamo
raggiunto la meta dell’aeroporto Cuatro Vientos
(Madrid ) per la veglia con il Santo Padre che si è
conclusa dopo la nottata sul campo con la celebrazione Eucaristica di Domenica 21.
Nel pomeriggio del 21 ritorno negli alberghi per
prepararsi all’incontro del 22 in Plaza de La Cibeles in Madrid per l’incontro con gli iniziatori del
Cammino.
Martedi 23 partenza per Barcellona, tappa a SARAGOZA e visita alla cattedrale della Madonna
del Pilar.
Mercoledì 24 ritorno in Gottolengo.
conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo.”
Domenica 21. Sotto il sole implacabile abbiamo seguito la celebrazione Eucaristica ed il Santo Padre
nella sua omelia ha posto a tutti noi un quesito che
ci ha accompagnati nel resto del pellegrinaggio …
“... Alla domanda di Gesù: «La gente chi dice che
sia il Figlio dell’Uomo?», i discepoli rispondono:
«Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Vale a dire,
si considera Cristo come un personaggio religioso in più di quelli già conosciuti. Poi, rivolgendosi
personalmente ai discepoli, Gesù chiede loro: «Ma
voi, chi dite che io sia?». Pietro risponde con quella che è la prima confessione di fede: «Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente». La fede va al di
là dei semplici dati empirici o storici, ed è capace
di cogliere il mistero della persona di Cristo nella
sua profondità.”
Lunedi 22. Abbiamo vissuto l’incontro con gli iniziatori del Cammino neocatecumenale in Madrid,
in Plaza de Cibeles, la stessa che è stata teatro della Messa di apertura della Giornata mondiale della
gioventù, dell’accoglienza al Papa e della Via Crucis.
La cronaca del giorno riporta “I presenti erano
circa 300 mila persone (oltre 40 mila gli italiani),
provenienti dai cinque continenti, con Paesi che
l’iniziatore del Cammino Kiko Arguello ha elencato sottolineando spesso la necessità per molti di
essi di avviare un’opera di evangelizzazione.
La Cina, ad esempio, è l’obiettivo missionario dei
prossimi anni: Kiko ha infatti chiesto che 20 mila
sacerdoti si preparino ad annunciarvi il Vangelo.
Ricordando le provenienze sono stati presentati anche molti presuli. Oltre al cardinale Antonio
Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, erano
presenti, tra gli altri, anche quello di Barcellona il
cardinale Luis Martinez Sistach, di Vienna il cardinale Christoph Schönborn, di Boston il cardinale
Sean Patrick O’Malley, il presidente della Conferenza episcopale del Brasile il cardinale Raymundo Damasceno Assis e quello dell’Oceania l’arcivescovo John Atcherley Dew.
Il cardinale Rouco Varela ha detto che la Gmg insegna come «si possa e si debba costruire la vita radicandosi in Cristo» e che ora si può rientrare nelle proprie città «più saldi nella fede». Kiko, che ha
parlato per cinquanta minuti, dopo aver ricordato
la grande sollecitudine che papa Ratzinger mostra
già da lungo tempo per il Cammino, si è soffer-
IL VISSUTO
Abbiamo camminato e pregato per molte città cantando salmi per le vie, le piazze, portando la croce
di Cristo, l’immagine di Maria Madre della Chiesa,
lasciandoci sospingere dalla brezza dello Spirito
Santo che ci portava a testimoniare a molti per le
strade che la Vita, la vita vera, di chi oggi è giovane e di chi non è più, è solo in Gesù Cristo Morto
e Risorto per noi, che ha vinto la morte, la paura,
il vuoto del vivere, il non senso della vita e che ci
dona il coraggio della testimonianza.
Sabato 20. Abbiamo ascoltato, dopo la giornata
vissuta sotto il sole il caldo e molti disagi come la
bufera di vento pioggia e lampi che si è scatenata a
celebrazione avviata, le importanti parole del Santo
Padre che si è rivolto ai giovani :
“…. Come può un giovane essere fedele alla fede
cristiana e continuare ad aspirare a grandi ideali nella società attuale? Nel Vangelo che abbiamo
ascoltato, Gesù ci dà una risposta a questa importante questione: «Come il Padre mi ha amato,
così io ho amato voi; rimanete nel mio amore» (Gv
15,9). Sì, cari amici, Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il
resto… Cari giovani, non conformatevi con qualcosa che sia meno della Verità e dell’Amore, non
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GMG
il Redone
la più scenografica delle sedi il primo passo di un
percorso che li porterà gradualmente, con tappe di
discernimento, a diventare sacerdoti o religiose, soprattutto, queste ultime, nella vita contemplativa.
Kiko Arguello intervistato infine afferma “ Mai si
erano alzati tanti! Io credo che questo sia stato frutto dell’incontro col Papa: abbiamo visto che quando i ragazzi ascoltano il Papa ricevano una grazia
speciale. Quando chiediamo ai ragazzi: “Perché
ti sei alzato?”; tutti rispondono dicendo: “Mi ha
toccato quello che ha detto il Papa in quel punto o
in quell’altro…”. In queste Giornate, le parole del
Papa hanno come una grazia speciale per i giovani. Noi raccogliamo il frutto di quello che ha fatto la Chiesa, di quello che ha fatto Benedetto XVI.
Anche e soprattutto riguardo all’evangelizzazione,
i ragazzi avvertono una grande felicità. Dicono:
“Sono stati i giorni più felici della mia vita, vorrei
continuare così!”
Tutto infine si è tramutato in una festa, tra ripetute
ovazioni per il Papa e la pacifica invasione notturna
del centro di Madrid, con l’impegno a riprendere le
strade quotidiane con rinnovata gioia.
mato sull’annuncio (kerigma), evidenziando come
questo nostro tempo ha bisogno di «un’autentica
esperienza di rinnovamento» e confermando che i
Neocatecumenali sono pronti a impegnarsi per la
nuova evangelizzazione nella certezza che «Dio
continua a salvare il mondo attraverso la stoltezza della Croce». Se già oggi sono «800 le famiglie
impegnate in missione» altri si aggiungeranno, soprattutto «per l’evangelizzazione dell’Asia». Questo è possibile non per una forma di «pazzia», ma
per la fede nell’amore di Cristo, «l’unica verità».
Dopo l’intervento di Carmen Hernandez – che ha
ricordato il ruolo delle donne nella preghiera e
nella vocazione – e di padre Mario Pezzi, che ha
sottolineato la chiamata vocazionale al sacerdozio,
lo stesso Kiko ha preparato i presenti al momento
culmine dell’incontro: la chiamata. Dopo l’orazione, ha chiesto infatti ai giovani che vogliono impegnarsi per la missione di «alzarsi» e di pronunciare
pubblicamente il proprio «sì» al cospetto dei 300
mila di Madrid, recandosi davanti ai vescovi per
ricevere la benedizione. A rispondere sono stati 5
mila ragazzi e 3.200 ragazze, che accompagnati da
applausi di incoraggiamento hanno compiuto nel-
Gli accompagnatori
Giuseppe e Giusi Colosini
-11-
il Redone
GMG
È la prima volta che partecipo ad una GMG e devo dire che è stata la cosa più bella che mi sia capitata
fin’ora!Ho incontrato Cristo nei volti di migliaia di ragazzi che senza vergogna e con una gioia immensa
davano testimonianza della Sua presenza nella loro vita. Il momento più forte è stato per me l’incontro e le
parole del Papa. Il temporale mi ha messo alla prova, mi ha mostrato ancora una volta quanto è piccola la
mia fede in lui e quanto grande è la sua potenza. Questo pellegrinaggio mi ha fatto capire che per poter dare
un segno forte di Cristo bisogna prima lasciare che egli ci travolga e ci trasformi. Sarà difficile dimenticare
la pace e la serenità che mi è stata donata!
Francesca Tedeschi
A quasi quattro settimane dall’esperienza di Madrid ancora mi domandano cosa abbia fatto, cosa mi sia
rimasto. L’esperienza di quei giorni è stata unica. Ma più di tutto, un ricordo è ancora vivissimo nella mia
mente: la notte di veglia a Cuatro Vientos.
L’arrivo al campo è stato uno dei più faticosi della storia a causa del caldo e chi non desiderava una rinfrescatina? Alle 21 circa ha iniziato a piovere come non mai. Con un po’ di ironia il Papa ci ha detto “abbiamo
chiesto l’acqua; la nostra richiesta è stata esaudita!”.Ma quel che ancora ben ricordo è questo temporale che
con il passare del tempo andava intensificandosi. Abbiamo cominciato a sentire un’esclamazione in spagnolo che man mano è diventata di tutti: “Esta es la Joventud del Papa!”. Più forte pioveva, più forte questa
esclamazione risuonava in tutto Cuatro Vientos.
Tutti i possibili dubbi che potevano sorgere erano come lavati da quella pioggia e sostenuti dalla presenza
del Papa, non se n’è andato uno solo di noi.
E’ stata un’esperienza che mi ha toccato nel profondo e che augurerei a tutti di fare, perché è stato proprio
nel momento della prova che si è sentita la comunione.
E da dove può venire la comunione tra due milioni di giovani se non da Dio?
Sara Franzosi
Innanzitutto devo ringraziare il Signore perché questa GMG è stata certamente una grazia che mi ha voluto donare. Perché seppure siano stati solo dieci giorni il Signore si è reso presente con potenza nella sua
parola, nell’eucarestia, nel papa, nelle persone che con me hanno condiviso questo viaggio e in quelle che
abbiamo incontrato.
Il pellegrinaggio per sua natura ti toglie dalla vita di tutti i giorni e ti “obbliga” a osservare con occhi diversi
e più sinceri la tua esistenza. È stato così anche per me.
I primi giorni sono stati i più difficili perché per entrare nel pellegrinaggio è necessaria l’apertura del cuore,
essere cioè disposti a lasciarsi condurre. Il Signore non si è fatto però attendere e grazie a Maria presso la
grotta di Lourdes mi ha fatto il dono di riconoscere il Suo amore e la Sua premura per
me.
Il pellegrinaggio è stato così un crescendo di
gioia che non solo ha riempito il mio cuore,
ma anche quello degli altri ragazzi.
Il culmine del viaggio sono stati certamente gli incontri con il papa e gli iniziatori del
cammino. Le parole del papa mi hanno toccato particolarmente perché hanno riportato
l’amore di Gesù per tutti gli uomini e la necessità di rispondere con la vita e la testimonianza della fede.
Infine ho potuto vedere come tra noi ragazzi
di diverse età e provenienze si sia creato un
clima di comunione e condivisione, e questo
non può che essere un ulteriore dono di Dio.
Andrea Cè
9---12
GMG
il Redone
G.M.G.
L’esperienza della GMG di Madrid è stata una delle più
significative e toccanti che abbia mai provato. All’inizio, prima di partire, ero un po’ incerta, avevo paura, non
sapevo come sarebbe andata, cosa avremmo fatto, dove
avremmo dormito, cosa avremmo mangiato, se mi sarebbe piaciuto o se mi sarei stufata. Può sembrare una cosa
già detta o scontata, e forse avrei detto o pensato la stessa
cosa anche io, se non l’avessi vissuta in prima persona; ma
dopo aver provato cosa significa VIVERE la GMG ho capito davvero cosa vuol dire cercare Dio e sentirlo vicino.
La prima catechesi alla quale abbiamo partecipato è stata davvero toccante, credo di non aver mai ascoltato
nulla con più interesse. Dato che il tema della GMG era “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” la
catechesi del Vescovo si è basata su queste parole, su Dio e sul suo infinito Amore. Il vescovo ci ha detto
che non dobbiamo avere paura di Cristo, dei suoi giudizi perché Dio ci donerà incondizionatamente amore
e sarà vicino a noi ogni giorno e potremo condividere con Lui le nostre esperienze, belle o brutte che siano;
ma che piuttosto, dobbiamo chiederci come noi possiamo dare Amore a Dio! Ha detto anche che noi ragazzi
siamo come Giovanni, l’apostolo più giovane, che ha seguito Gesù fino alla fine, senza rinnegarlo; così, noi
dobbiamo essere il nuovo spirito della Chiesa, ed è tramite noi giovani, tramite la nostra carità, il nostro
adoperarci per il prossimo che Dio resterà amore e speranza per sempre.
Un messaggio fondamentale dunque, è stato quello del dono, ripreso più volte anche nella catechesi del
vescovo di Crema che ci ha detto che la vita è bella quando è donata, che non dobbiamo vivere da individualisti, che la fede non è quello, che non dobbiamo crederci il centro del mondo e che dovremmo iniziare
a guardare di più indietro e in alto. “Alzati e cammina, non accontentarti dello stato in cui sei! Realizziamo
con la nostra vita il sogno che Dio ha per noi! Noi valiamo quanto i nostri sogni! Alzatevi e camminate
speditamente sulle strade di Dio!”. Queste sono le parole che mi hanno più colpito.
Finite le catechesi c’erano le “attività” del pomeriggio e allora si poteva visitare un po’ la città. Ragazzi
da tutto il mondo dal sorriso e l’entusiasmo contagioso, che cantavano e ballavano per le vie del centro o
in metropolitana. Si sentiva la felicità, la fede e l’amore che ci univa, la speranza in qualcosa di buono, la
voglia di lottare contro ogni difficoltà, tutti uniti urlano ESTA ES LA JUVENTUD DEL PAPA!
Beh, non potrò mai dimenticare i due giorni a Cuatro Vientos, è stato qualcosa di indescrivibile, benché ci
siano stati alcuni problemi e la pioggia fosse finalmente arrivata, forse troppa!Girando per il campo,vedendo
tutte quelle bandiere, non c’erano differenze, non c’era discriminazione, eravamo solo giovani cristiani alla
ricerca di Dio! Eravamo tanti giovani fondati in Cristo e saldi nella fede, o perlomeno cercavamo di esserlo,
capirlo e dimostrarlo così ho pensato a quello che ha detto il Vescovo, e cioè che la Chiesa non può finire!
Se continueranno ad esserci tanti giovani uniti nel nome di Dio la Chiesa non finirà mai di esistere! Per me è
stato impossibile non pensare subito a un passo del
Vangelo dove il Signore dice “Perché dove sono
due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo
a loro”.... Il Signore era tra di noi, si percepiva; si
vedeva negli occhi di tutti noi ragazzi, si sentiva
nel cuore.
Sara Mori
“NON ABBIATE PAURA DEL MONDO,
NE’ DEL FUTURO
NE’ DELLA VOSTRA DEBOLEZZA”
(Papa Benedetto XVI)
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il Redone
DON LUCA e la sua cordata...
Santa Domenica a tutti!
La capacità di rendere speciale il tempo è la dimensione umana che più si coglie in un tempo come quello postestivo nel quale generalmente si ricomincia e si ri-programma.
Terminata l’estate sembra che il tempo ci abbandoni al nostro destino di prigionieri del frattempo. Ricominciano
i mille impegni, anche per i più piccoli e così tra scuola, sport, catechismo, hobbies, visite e parenti tutto diventa
una frenesia e l’agenda si infittisce di date e orari che si incastrano con tolleranze cronometriche. E ci ritroviamo
a dover strappare qua e là qualche momento di condivisione e di famiglia arrivandoci affannati e stanchi in attesa
della prossima pausa (… fosse già Natale?).
Ma come incarnare il nostro tempo? Come possiamo essere liberati dalle spire dell’orologio
che sembra girare a nostro dispetto? Pare che la creazione stessa avesse già questo problema e la soluzione proposta potrebbe essere ancora efficace. E’ la soluzione del settimo giorno.
La Domenica può diventare pace? Può diventare il nostro tempo speciale?
Questa è la proposta concreta della vita cristiana (che va bene dai più piccole ai più grandi).
Prendere un giorno a settimana per renderlo sacro. Per celebrare il sacro. Per celebrare Cristo e la sua Pasqua,
partecipando bene e con calma alla Santa Messa, insieme:
famiglie riunite in comunione per celebrare l’amore che unisce gli sposi, i genitori e i figli; l’amore che unisce
i bambini, gli adolescenti e i giovani in quell’incontro che dona senso a tutte le nostre energie, a tutte le nostre
iniziative.
La Santa Messa per celebrare l’uomo non come macchina, ma con tutta la sua nobiltà e dedicando non all’ozio,
ma al riposo qualche ora che può essere anche formazione, arte, cultura, sport…
Saranno forse discorsi già sentiti, come già sentite sono le obiezioni, tante, poste purtroppo
anche da un certo tipo di impostazione lavorativa e sociale; ma se non sfruttiamo la nostra capacità di dominare
il tempo, di consacrarlo lo perderemo per sempre!
Scriveva don Milani: “Se la vita è un bel dono di Dio non va buttata via e buttarla via è peccato. Se un’azione è
inutile, è buttar via un bel dono di Dio. E’ un peccato gravissimo, io lo chiamo bestemmia del tempo”.
Che non ci troviamo a bestemmiare il tempo che Dio ci ha dato diventando macchine. Che la domenica non sia
solo il tempo in cui raffreddiamo gli ingranaggi per ripartire il lunedì, ma un tempo speciale riconoscibile sulla
nostra agenda perché un tempo sacro, intoccabile. L’augurio di una buona domenica per tutte le domeniche di
quest’anno e di tutta la vita, si trasformi in Santa Domenica.
Sante domeniche a tutti!
Don Luca
“Guardatevi dai falsi profeti… dai loro frutti li riconoscerete” (Mt. 7)
A tutti i giovani, adolescenti e adulti che questa estate hanno svolto un’attività di volontariato all’interno dell’oratorio o nelle varie attività proposte un grazie di vero cuore perché con felicità hanno donato
tempo e impegno. Oltre a insegnare ai bambini e ragazzi i veri valori della vita si sono fatti anche loro
ricercatori, si sono fatti domande per scoprire sempre più a fondo quello che il signore ci chiede di fare,
cioè la Sua Volontà. Al giorno d’oggi ci sono molte cose che ci tentano e sono quelle più facili da raggiungere ma come ci dice San Matteo nel vangelo: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e
spaziosa la via che conduce alla perdizione… Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla
vita” (Mt. 7). Riconosciamo allora quali sono i veri ideali della vita e se anche bisogna faticare cerchiamo
di raggiungerli senza arrenderci alle prime difficoltà infatti:
“Possono alberi buoni fare frutti cattivi e alberi cattivi fare frutti buoni? Ogni albero si riconosce dal
suo frutto.” (Mt. 7)
Grazie di cuore
Don Luca
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DON LUCA e la sua cordata...
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il Redone
Anche quest’anno, come da alcuni anni a questa parte, il mese di giugno vede il nostro Oratorio
vestirsi di festa.
La “FESTA DELL’ORATORIO” è diventata uno degli appuntamenti più attesi da tutta la comunità di Gottolengo. Già dai primi giorni del mese di giugno molti collaboratori e volontari
si mettono al servizio dell’Oratorio per consentire una buona riuscita della festa, mettendo a
disposizione il loro lavoro e le loro capacità. Tutti all’opera per allestire la cucina, disporre i
tavoli, il bar, il palco, il gioco degli anelli, la pesca e nei piani superiori le varie mostre, mentre
in sottofondo si sentono i vari gruppi che fanno le prove per animare la festa. Finalmente tutto
è pronto…si può iniziare.
Il mercoledì è dedicato alla Santa Messa per noi collaboratori, momento molto importante per
interrogarsi sul significato di “essere collaboratori dell’Oratorio”, del mettersi al servizio degli
altri sottolineando l’importanza della preghiera e dell’Eucaristia che da senso a tutto ciò che
facciamo.
Da giovedì si inizia poi con i giochi, balli, canti, mostre e pesca di beneficenza…il tutto condito
da ottime pizze e saporiti piatti che escono dalla cucina. Il sapore di allegria e semplicità che si
respira contribuisce a creare legami molto forti intorno a valori condivisi. “Festa dell’oratorio”
significa stare insieme con gioia e semplicità, grandi e piccoli, ragazzi e adulti, genitori e figli,
perché in occasione di questa festa buona parte della nostra comunità si ritrova in Oratorio.
La “Festa dell’Oratorio” però non deve essere solo divertimento e buona cucina.
Ecco allora che la domenica mattina il
palco, che durante le serate è stato teatro
di divertimento, cambia il suo volto, e al
centro si prepara la mensa per vivere tutti
insieme l’Eucaristia. E’ questo il filo che
ci lega tutti, è qui che si capisce l’importanza dell’Oratorio, è da qui che tutti
siamo invitati a volgere il nostro sguardo più in alto. E’ qui che si capisce che
c’è più gioia nel dare che nel ricevere,
che se si condividono valori più alti si
possono superare le difficoltà e le incomprensioni. Anche quest’anno il buon esito della
festa ed il sorriso di Don Luca ci incoraggiano a proseguire in questa direzione, ricordando a tutti che l’Oratorio con le sue attività, i giochi, le tombolate…ci aspetta durante tutto
l’anno per vivere qualche ora in compagnia.
Graziella e Cristina
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il Redone
DON LUCA e la sua cordata...
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DON LUCA e la sua cordata...
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il Redone
il Redone
DON LUCA e la sua cordata...
Grest 2011…Battibaleno…
tempo di donarsi all’altro
bino che lo esige, ballare con lui, parlare con lui,
regalargli un abbraccio, richiamarlo quando serve, farlo sentire rispettato, desiderato, compreso,
importante.
Anche attraverso il teatro noi animatori abbiamo
cercato di coinvolgere i nostri bambini, farli sentire i protagonisti di questo tempo del Grest, far loro
comprendere che, forse, non è importante quanto
tempo si ha a disposizione ma piuttosto come si
sceglie di riempirlo. Probabilmente nemmeno noi
animatori lo abbiamo veramente capito; noi, che
chiediamo sempre ulteriore tempo, che non arriviamo mai in tempo, che vogliamo sempre stare
a tempo, noi che il tempo spesso lo buttiamo. In
ogni caso ognuno di noi, a suo modo, ci ha messo dell’impegno e certamente il tempo non porterà
via ciò che di importante abbiamo tratto da questa
esperienza. La nostra presenza massiccia al Grest
dimostra che, dopotutto, anche noi forse ci siamo
resi conto che per rendere migliore il nostro tempo
è necessario lo stare insieme in Cristo e il donarsi
all’altro gratuitamente. Perché in fondo credo che
tutti inconsciamente siamo alla ricerca della stessa
cosa: la felicità che viene da Dio, che è amore.
Grazie a don Luca e a tutti quelli che hanno permesso la realizzazione del Grest.
“Ma come passa in fretta il tempo quando stiamo
assieme! Sarà perché ci stiamo bene…” suonava
così l’inno che bambini e animatori hanno cantato
a squarciagola durante le tre settimane del Grest
di quest’anno.
Proprio così, un’altra estate è volata via in un battibaleno portando con sé quelle calde giornate di
giugno e luglio, i momenti più belli e quelli più tristi, gli scrzi, i sorrisi, gli abbracci.
Il tema di quest’anno infatti era proprio il Tempo: quella cosa misteriosa che scorre inesorabile
e scandisce ogni momento della nostra vita. Non
un diritto, ma un dono immenso che viene da Dio!!
Compito dei sessanta animatori e assistenti è stato
dunque, quest’anno più che mai, quello di accogliere i bambini, regalare loro del tempo, farli scatenare, comprendere e fargli capire che il tempo è
prezioso e non va sprecato; che c’è un tempo per
scherzare, per ridere, per giocare e c’è un tempo
per riflettere, per pregare, per chiedere perdono.
Il tempo è un’occasione che ci viene dall’alto per
fare del bene, per conoscere, per vivere amando. E
questo significa donare tempo e corpo a un bam-
Francesca Tedeschi
Grest 2011…Battibaleno…
insegnaci a contare i nostri giorni
più piccoli.
Che dire della serata finale: sembrava uno
spettacolo messo in piedi da gente del mestiere, invece sono stati i nostri ragazzi!...e anche
se qualche volta sono giudicati come PERDITEMPO e sembrano aver perduto la via, o li vediamo
svogliati compiere in FRETTA E FURIA quello che
noi adulti chiediamo, ciò che hanno fatto in questi giorni è la dimostrazione che in loro del buono
c’è e speriamo che si ricordino sempre del TEMPO
passato in oratorio, con divertimento sano, sulla
strada di Gesù, per non essere dei ragazzi costruiti
in serie ma capaci di andare, con qualche sacrificio, controcorrente.
Bravi! Continuate così, perché il tempo è un dono
prezioso, da gestire con intelligenza e questi sono
i vostri GIORNI migliori, non sprecateli, perché vi
accorgerete che passano in un BATTIBALENO.
Vorrei fare un elogio a tutti i ragazzi che hanno
deciso di dedicare un po’ del loro TEMPO e delle
loro vacanze per fare gli assistenti e gli animatori
del grest.
Mi sono trovata per diversi motivi, varie volte in
oratorio durante il grest e ho potuto vederli:
- a volte stanchi, ma in ogni caso disponibili a sa crificare un po’ del loro sonno per i nostri bam bini;
- impegnati seriamente per organizzare le giorna te con giochi, attività, canzoni e balli;
- responsabili e attenti nell’accompagnarli e sor vegliarli durante le gite in piscina (per noi
mamme così pericolosa!)
- sorridenti e felici, pronti a divertirsi anche con i
M. G.
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DON LUCA e la sua cordata...
il Redone
Follest 2011
Anche l’oratorio ha deciso di festeggiare il 150°
dell’Unità d’Italia scegliendo questa ricorrenza come
tema del Follest 2011 che quest’anno ha coinvolto circa
70 adolescenti.
Durante questa esperienza noi giovani ci siamo divisi in
4 squadre che portavano il nome di alcuni monumenti
importanti del territorio italiano: il Colosseo, la Mole
Antonelliana, la Torre di Pisa, la Valle dei Templi.
Quest’anno, come in precedenza, il Follest si è svolto
innanzitutto nelle vie del nostro paese con la presentazione del tema, la caccia la tesoro, i madonnari, i giochi gonfiabili, ma c’è stato anche il tempo per alcune
uscite come quella a Chiari per la sfida a calcio saponato, e a Gargnano per il campeggio.
L’esperienza del Follest è stata, come altre, una preziosa opportunità per conoscerci meglio e condividere le proprie idee in un ambiente positivo per la
nostra crescita.
Vogliamo quindi ringraziare il Don e tutti gli animatori che con il loro aiuto hanno reso questa esperienza
indimenticabile permettendo a tanti giovani di poter
partecipare.
Michela, Andrea, Francesca
Lignano 2011
Il 25 luglio siamo partiti per un’esperienza indimenticabile: la vacanza a Lignano Sabbiadoro!
Abbiamo alloggiato al Getur: un villaggio turistico
con molte possibilità di svago. Nel centro c’erano
gruppi di ogni paese e alla fine della vacanza ne abbiamo conosciuti molti. La nostra giornata iniziava con la sveglia alle 8.00, seguita dalla colazione.
Successivamente ci recavamo in una piccola chiesa
del villaggio; qui ringraziavamo il Signore per ogni
giornata passata insieme e il Don faceva una piccola
riflessione sulla nostra vacanza. Dopo la preghiera
andavamo in spiaggia. Qui venivano organizzati tornei di beach volley con squadre di altri paesi, oppure si
potevano fare partite a carte o il bagno in mare. Dopo una serie di scherzi a Manuel e Michele andavamo a
pranzo. Fino alle 15.00 avevamo del tempo libero e poi ci recavamo di nuovo in spiaggia per rimanerci fino
a sera. Alle 19.00 cenavamo in albergo e dopo esserci preparati per la sera e aver pregato insieme uscivamo
per concludere la nostra giornata.
E’ stata una splendida vacanza, ci siamo divertiti e abbiamo conosciuto nuovi ragazzi.
Speriamo che questa esperienza posso ripetersi sempre al mare e con lo stesso entusiasmo!
i ragazzi del mare
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il Redone
DON LUCA e la sua cordata...
Passi di un santo tra i sentieri di Corteno
“In cammino con San Francesco”. Così appare scritto sulla copertina del libretto che ha accompagnato il camposcuola estivo di quest’anno, per i ragazzi dalla seconda elementare alla seconda
media. A fare da sfondo, il piccolo paesino di Corteno Golgi, sul confine tra la nostra provincia
bresciana e la provincia di Sondrio.
Quando ci è stato chiesto di scrivere questo articolo, esponendo in breve ciò che abbiamo fatto in
quella settimana, la risposta più semplice, ma anche la più completa crediamo sia “abbiamo camminato con San Francesco”.
Non pensate subito ad un cammino spirituale, ma considerate anche l’aspetto più concreto: di strada ne abbiamo fatta anche tra i sentieri di Corteno! Sebbene questa attività possa sembrare meno
nobile di un percorso di spirituale di preghiera e catechesi, crediamo incarni profondamente quello
che è stato lo stile di vita di San Francesco, segnato dalla semplicità e dall’amore per tutto il Creato.
Gite, giochi, passeggiate, attività, balli, nulla era lasciato al caso, ma ogni singolo momento di questo camposcuola era uno strumento di una grande orchestra. Si sa però che senza un direttore alla
guida, ognuno va per la sua strada.
Ecco dunque la fondamentale
importanza dei momenti di preghiera, della condivisione e
del catechismo, dei filmati
per conoscere meglio la
vita del santo. Il percorso
spirituale non è stato dunque qualcosa di
estraneo al percorso
di formazione dei ragazzi: entrambi i momenti si implementavano a vicenda. I
ragazzi, chi consapevolmente, chi più
ingenuamente, hanno
conosciuto
valori
come l’amicizia, la
collaborazione, la fiducia, il rispetto partendo
dalle semplici pulizie, da
un gioco a stand, dalla
convivenza all’interno di
una stessa stanza.
Partendo dunque dalle attività più
concrete e arrivando all’educazione dello spirito, i ragazzi hanno risposto con grande entusiasmo ai giochi e alle attività, così come
anche si sono impegnati nella comprensione e nella condivisione durante i momenti di preghiera.
È stato significativo anche per noi animatori vedere con quanto stupore molti ragazzi si accostassero alla scoperta della vita del santo, poiché, è risaputo, col passare degli anni ci si stupisce sempre
di meno di ciò che ci circonda, dando troppo cose per scontato. Siamo noi che ringraziamo dunque
tutti i ragazzi che hanno saputo mettere presto in pratica gli insegnamenti di San Francesco, quando
ancora noi cercavamo le parole giuste per spiegar loro difficili concetti astratti.
Le cose semplici sono le prime che arrivano al cuore, perché non devono fermarsi troppo tempo
ad essere analizzate dalla mente. Corriamo il rischio, altrimenti, di perderci nella scelta di cornici
troppo elaborate per il nostro quadro, dimenticandoci della bellezza del dipinto.
Un grazie anche al Don, che ci ha permesso di fare questa esperienza. Nell’attesa che arrivi la
prossima estate, buona continuazione di preghiera a tutti voi bambini e ragazzi partecipanti al camposcuola 2011 “In cammino con San Francesco”. Vi aspettiamo numerosi in oratorio domenica 2
ottobre per condividere momenti di gioia e comunione ripercorrendo i passi di San Francesco.
Davide e Paolo
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DON LUCA e la sua cordata...
il Redone
Consiglio dell’Oratorio
Giovedì primo settembre si è riunito il Consiglio
dell’Oratorio per fare il punto delle attività svoltesi durante l’estate e programmare l’inverno.
Don Luca ha aperto i lavori complimentandosi
con tutti i collaboratori per l’ottima riuscita delle varie attività proposte dal nostro Oratorio nel
periodo estivo. La “Festa dell’Oratorio”, il Grest,
il Follest e i campi scuola in montagna e al mare
hanno visto coinvolti un folto gruppo di collaboratori, ma soprattutto un bel gruppo di ragazzi desiderosi di mettersi in gioco e di partecipare con
entusiasmo alle varie attività che sono state loro
proposte.
Si è poi parlato della stagione invernale che è ormai alle porte e del nuovo anno che verrà.
Sono state fatte alcune proposte per i ragazzi dalla
prima superiore: la prima in calendario è un’uscita (ancora da definire) per raccogliere le castagne
e contribuire così alla tradizionale castagnata della festa dei Santi.
Nel periodo natalizio nel cortile dell’Oratorio
verrà allestito il Presepio (che lo scorso anno si è
classificato al primo posto al Concorso Presepio
organizzato dal M.C.L. di Brescia), i progettisti
sono già al lavoro con originali novità.
Per quanto riguarda i più piccoli invece il gruppo adolescenti e giovani ha fatto diverse e interessanti proposte che verranno svelate durante il
corso dell’anno.
Michele Davorio
TORNEO di CALCIO “Andrea Redana”
Anche quest’anno è tornato puntuale e gradito il torneo estivo di calcio dell’Oratorio, intitolato all’indimenticato Andrea Redana.
Vi hanno lavorato, oltre naturalmente a don Luca, direttore dell’Oratorio, Stefano Marchioni, Paolo Facchetti, Gianmario Carlotti e i giovani di nuova leva: Damiani Alberto, Ghidelli Federico e Andrea Tognoli
coadiuvati, per la parte tecnica, dai bravi e preziosi arbitri Merlo Alessandro, Fanconi Franchino e Scipione
Marcolini.
Se è vero che le idee camminano con le gambe degli uomini, questi sono i volontari del nostro paese che
hanno permesso alla bella idea del torneo dell’Oratorio a Gottolengo di camminare anche quest’anno!
Il torneo si è svolto nel mese di Giugno ed alcune serate hanno coinciso con quelle della Festa dell’Oratorio,
con soddisfazione di tutti. E’ terminato l’11 Giugno con la partita dei Giovanissimi.
I nostri calciatori, suddivisi in quattro categorie: Pulcini, Esordienti, Giovanissimi e Grandi, si sono divertiti
ed hanno avuto modo di esibirsi di fronte ai genitori, agli amici ed ai loro fans.
PULCINI: i più piccoli del torneo ma i più smaniosi di far
vedere che in campo ci sanno stare anche loro! Le squadre,
formate da sei giocatori, sono cinque: Brescia, Udinese, Inter, Juve e Milan; in finale vanno Juve e Milan ed è il Milan
a vincere per 6-5.
I giocatori della squadra vincente li potete ammirare nella
foto riportata. Il cannoniere? Sono in due a contendersi il
titolo: Hajjoubi Aiman e Venturini Matteo che, sicuro degli
otto gol segnati in precedenza, per la finale ha preferito andare al mare.
Allenatore unico mister Alfredo Longinotti, che ha avuto
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il Redone
DON LUCA e la sua cordata...
modo di far vedere di quanta bravura e di quanta pazienza sia dotato! Arbitro per tutte le partite Franchino
Fanconi, veramente all’altezza della situazione. sorriso sempre, polso fermo e pedalare!
ESORDIENTI: gli Esordienti sono quelli che hanno do-
dici e tredici anni; si sono iscritti in tanti e così si sono
fatte quattro squadre a sette giocatori. L’allenatore unico,
Franco Doninelli, che li conosce bene (dal campo sportivo e dalla scuola media), ha fatto equamente le squadre:
ma, qualcuno insinua che il Barcellona è la squadra più
forte,… ha già vinto in partenza,… non c’è confronto:
Carlotti A., Zambelli A., Almici D., Stefani S., Piccinelli
S., Rubessi C., Nouioura B.; ed invece nella finale avvincente e incredibile, vince il Bayern Monaco per 7 a 5 e
con merito, a dimostrazione che le partite si vincono sul
campo e non nelle previsioni! Nella foto, la formazione
delle squadra vincente.
Capocannoniere Nouioura Bilal (anche l’anno scorso, nella categoria Pulcini), con 13 reti, ripagato da tanti
viaggi che fa per poter giocare nella Cremonese!
GIOVANISSIMI: sono quelli che hanno 14 e 15 anni e che, generalmente, sono attirati più dal motorino e
dalle compagnie che non dal torneo di calcio.
Sono stati responsabilizzati: “se volete giocare, vi iscrivete, dando il vostro nome e cognome e l’Oratorio
riserverà una serata solo per voi”! Esperimento riuscito: si sono iscritti, si sono presentati puntuali l’11
giugno, han fatto le squadre loro col tradizionale pari o dispari (responsabilizzati fino in fondo!) e han dato
il via ad un bel confronto tra due squadre motivate e convinte, con sprazzi di bel gioco, anche per il fatto
che alcuni di loro giocano in squadre superiori.
Davanti ad un pubblico entusiasta, ha vinto la squadra dalla maglietta blu su quelli della maglietta arancione
per 7 a 6 (non c’era stato il tempo di pensare ad un nome appropriato per le squadre).
Ecco i vincitori: Carlotti A.,Tedeschi S., Lazzaroni M., Lazzaroni Mattia, Stabelli D., Ferrari N., Nouioura
M.; tra loro anche il capocannoniere Ferrari Nicolò, con quattro reti: lui che ha giocato in squadre bresciane
e cremonesi, ha imparato a segnare da tutte le posizioni! E per dovere di cronaca e per la dovuta gratificazione, diciamo anche la formazione dei validi contendenti: Almici P., Arena M., Bolzoni N., Bettini G.,
Benvenuti E., Biazzi P., Essaki Hamed.
GRANDI: i grandi vanno dai 16 anni in su, sono il piatto forte del torneo, si riallacciano alla grande tradi-
zione che coinvolgeva tutto il paese assiepato nel vecchio oratorio.
E’ durato a lungo perché vi erano schierate tredici squadre, dieci di Gottolengo: Olzeta, Coco Loco, Carrozzeria Bonazzoli, Diego Chiari, Gottolengo 2000, Stelline Vesuvio, Porkys, Cavalieri dello Zodiaco, Bar
Brescia, New Team, e tre da fuori: Macelleria Olivetti, I Tikers, Sala&Baiguera.
Si sono classificate per la finale Macelleria Olivetti (Gambara) e l’Olzeta. E’ stata una partita bella e combattuta, finita alla pari per 2-2, nel primo tempo, risolta per 4-2 solo nei supplementari.
Capocannoniere Ferrari Mattia con 24 reti ( Macelleria Olivetti), secondo Baviera Nicola con 15 reti (Olzeta). Folto pubblico, come da tradizione, ad applaudire gli atleti in campo, gli organizzatori del torneo a
bordo campo e il super arbitro Merlo Alessandro, sempre all’altezza della situazione, di frequente nomina
ad arbitro ufficiale del C.S.I. Auguri!
Onore al merito anche ai baldi giovani della squadra gottolenghese Olzeta, 2° classificata: Bianchetti F.,
Bianchetti J., Doninelli A., Bugatti N., Zangarini G., Chiesa A., Olivetti A., Baviera N., Bachir Adil.
Giuseppe Zanon
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il Redone
E.anche quest’anno la “melonera” ha chiuso i battenti con un ottimo risultato sia di incasso
(ben € 7.500,00) che di presenze.
Avevamo chiesto la vostra partecipazione e voi avete partecipato numerosi e questo ha stimolato la nostra fantasia nel proporre giochi, tombolate, gare e lotterie.
La nostra gioia più grande era vedere ogni sera la presenza di tanti ragazzi e giovani che si ritrovavano per giocare o per chiacchierare spensieratamente e con loro anche tante famiglie.
Il nostro scopo è proprio quello di offrire un punto di ritrovo nelle calde sere d’estate (quest’anno non moltissime) e di poter aiutare con il ricavato missionari che operano in realtà di disagio e bisogno nel mondo.
Ringraziamo e benediciamo il Signore per i frutti di questi due mesi di attività, frutti di solidarietà, di amicizia, di servizio gratuito e di condivisione.
E’ Lui la fonte di tanta energia che il gruppo dei volontari ha speso per la buona riuscita
dell’iniziativa e a Lui rivolgiamo la nostra preghiera perché il prossimo anno possiamo ricominciare con tanto entusiasmo e più numerosi.
Grazie anche a tutti voi che avete partecipato all’iniziativa, grazie a quanti hanno lavorato e
grazie a quanti si metteranno a disposizione il prossimo anno!!!!!
Arrivederci.
Il gruppo “Melonera Missionaria”
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il Redone
GRUPPI PARROCCHIALI
QUI CARITAS
Lo scorso 10 Agosto è stata una data
importante per la Caritas e, in particolare, per l’Unità Pastorale Gottolengo-Gambara-Fiesse: è stata, finalmente, inaugurata la sede della Caritas Parrocchiale di Fiesse.
In occasione della sagra di S. Lorenzo, patrono del
paese, è stato inaugurato e benedetto il locale (per
ora, uno solo, in attesa di altri spazi disponibili) ove
comincerà, dal prossimo mese di ottobre, la distribuzione di alimenti e/o vestiario alle famiglie bisognose.
L’evento è iniziato con la celebrazione della S.
Messa, in onore, appunto, di S. Lorenzo, nella parrocchiale di Fiesse : il Parroco, Don Giulio, al termine dell’Eucarestia, ha illustrato l’iniziativa che,
finalmente, grazie anche all’insistenza dei componenti del C.D.A. e, in particolare, di Marietta Gogna (responsabile Caritas di Fiesse) potrà partire
per la sua azione benefica nei confronti di chi chiede aiuto concreto e solidale.
La presenza del Sindaco e di alcuni Assessori ha
contribuito a dare anche l’ufficialità della presenza
e dimostrare l’attenzione delle autorità civili al problema dell’assistenza alle famiglie in difficoltà.
Terminata l’Eucarestia, ci siamo portati all’Oratorio (in fianco alla Parrocchiale) per la benedizione
del locale : dopo i brevi discorsi di Don Giulio e del
Sindaco abbiamo visitato il locale, per ora vuoto,
ma che a breve si arricchirà dei beni da donare a
coloro che ne avranno bisogno.
Si chiude, così, un lungo percorso, iniziato a Luglio
2010, quando, per effetto della creazione delle Unità Pastorali, anche il servizio della Caritas Diocesana si è attivato con i Centri d’Ascolto e con le sedi
locali delle Caritas Parrocchiali.
Quindi, oltre a quello, caloroso, di buon lavoro agli
amici e collaboratori Caritas di Fiesse, l’augurio
che altri volontari si aggiungano a quelli già operativi a Fiesse e, anche, a Gottolengo e Gambara :
c’è tanto bisogno di una presenza costante ed attenzione amorevole, con vero spirito ‘samaritano’ per
l’opera di accompagnamento delle persone e per dar
loro, oltre all’aiuto concreto ed all’assistenza per i bisogni primari e più elementari, una vicinanza, un’attenzione ed una comprensione verso tutti coloro che
sono nelle difficoltà reali e concrete della vita.
Mino Onorini
C.D.A. Unità Pastorale Gottolengo-Gambara-Fiesse
terza età
Carissime amiche ed amici della terza età vi diamo
il benvenuto.
Dopo le vostre continue richieste, don Arturo e
noi, siamo felici di comunicavi che il 21 settembre
inizierà la seconda stagione dei pomeriggi in
compagnia.
Gli incontri si terranno non più il giovedì, ma
il mercoledì alle ore 15,00 presso il salone
dell’oratorio, con il seguente programma:
2 1 settembre TOMBOLATA
28 settembre MADONNA DEI CAMPI
IN DALMINE (BG)
5 ottobre
GIOCO A CARTE E
LAVORETTI
12 ottobre
INCONTRO
CON IL GERIATRA
DOTT. GIAMPAOLO CONTER
19 ottobre
GITA PELLEGRINAGGIO AL
SANTUARIO DI SAN FELICE
DEL BENACO
26 ottobre
TORTELLATA
9 novembre INCONTRO
CON LO STORICO
PROF. ANGELO BONAGLIA
16 novembre GIOCO A CARTE
E LAVORETTI
23 novembre TOMBOLATA
Vi aspettiamo numerosi con nuove proposte e
voglia di stare in compagnia.
Il consiglio “Terza Età”
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il Redone
NOTE DI TRADIZIONI
i “filos” d’estate... e oltre
“L’estate sta finendo…” così recita una canzone che è stata uno dei tormentoni di qualche anno fa; come
periodo ci siamo e, con l’esaurirsi della bella stagione, va calando il numero dei filòs disseminati in vari
punti delle vie del nostro paese.
Per la maggior parte si tratta di persone riunite in piccoli gruppi, spesso occasionali o improvvisati, che si
formano sui gradini della porta d’ingresso di un’abitazione, sotto il gazebo in giardino o un piccolo portico.
Poi ci sono i gruppi che possiamo definire ”fissi”, composti da un buon numero di partecipanti e che, per
questo, si possono notare da
lontano.
Ecco allora che, quando non
è ancora buio, si può vedere
Teresa Beduschi all’ingresso
del Villaggio Don Merigo
vicino alla santella, seduta
accanto al cancello del suo
giardino con a fianco una
pila di sedie.
Man mano i vicini arrivano
ne prendono una; c’è chi se
la porta direttamente da casa
perché sa che il gruppo non
è chiuso ma aperto a nuovi
possibili arrivi, anche fra i
passanti.
I primi che prendono posto
intavolano la conversazione su un argomento che può
cambiare più volte durante la “seduta” anche a seconda di chi si aggrega.
Nei pressi del Redone, al villaggio Franzoni, Adriano Sormani e la moglie intrattengono gli amici (alcuni
provenienti da luoghi non proprio vicini) perfino su comode sdraio disposte a cerchio nel giardino.
Nemmeno la pioggia gli impedirebbe di riunirsi: in tal caso, infatti, si rifugiano dentro il garage con la porta
tenuta spalancata pur di non rinunciare ad una seduta. E’ già lungo il periodo nel quale, dicono, saranno
costretti a stare chiusi, ognuno nella propria casa.
Un gruppo, però, può vantare qualcosa in più ed è quello che si riunisce davanti alla casa di Rosa Tenchini,
in via XXIV Maggio.
Ogni tanto, quando si sente in vena, esce il Biondo con la sua storica fisarmonica ed improvvisa allegre e
nostalgiche suonate alle quali non sanno resistere alcune signore che si esibiscono in balli popolari lungo la
via deserta ma ben illuminata.
In breve tempo la musica attira numerosi passanti che si fermano incuriositi a godersi l’insolito e piacevole
spettacolo.
I filòs paesani sono frequentati quasi esclusivamente da donne a differenza di quelli campagnoli di anni
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il Redone
NOTE DI TRADIZIONI
fa, quando nelle grandi cascine i contadini,
dopo cena, si sedevano
sulla “piana”: un tronco
d’albero scelto per l’occasione, levigato e posto
di solito contro il muro di
una stalla.
Qui parlavano del lavoro
dei campi, dell’abbondanza o meno del raccolto e della salute del
bestiame.
Nel caso di cascine singole vicine, ci si trovava
ora in una ora nell’altra,
fino a tardi anche perché
sarebbe stato difficile riu-
scire a dormire con il caldo afoso tipico della pianura.
Tutti questi tipi di filòs hanno però qualcosa in comune: il desiderio di riunirsi, di condividere con altri le
proprie situazioni belle o brutte.
Per questo durano a lungo, nella bella stagione ed oltre finchè non è più possibile per le avverse condizioni
meteorologiche.
Ed allora, perché non trovare altre forme di aggregazione anche per le cosiddette “stagioni brutte” dell’autunno e dell’inverno? Uno spunto viene offerto, per esempio, dalla frequenza ai Centri d’incontro, dove si
può usufruire di un valore aggiunto: l’ascolto ed il commento della parola del Vangelo o della Bibbia, calati
nella realtà quotidiana.
Un altro modo che interessa particolarmente gli anziani spesso oppressi dalla solitudine è costituito dall’iniziativa denominata “ i mercoledì della terza età”.
Chi ha passato gli “anta” si ritrova in oratorio una volta alla settimana e può trascorrere in serena compagnia il pomeriggio fra giochi a carte, tombolate, facili lavori e perfino gite o ascoltando racconti sul passato
e su luoghi caratteristici del
nostro paese.
Ognuno porta il suo contributo di esperienze e conoscenze; anche qui è lasciato
il doveroso spazio ai “gossip” purchè siano innocui e
spiritosi.
Dunque, forza con la fantasia e la creatività perché, se
l’estate sta finendo, non può
e non deve finire con essa la
nostra voglia di ritrovarsi e
stare insieme.
Paolo Bianchi
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il Redone
SCUOLA
INSEGNANTI E GENITORI
VERSO UN MODELLO
EDUCATIVO CONDIVISO
All’inizio del nuovo anno scolastico i genitori degli alunni delle future classi prime hanno sottoscritto il “Patto Educativo”, un documento che li aiuta a sentirsi maggiormente
consapevoli del processo formativo nel quale
sono coinvolti i loro figli.
Il documento è stato elaborato dal Gruppo
di Lavoro della Continuità e condiviso con i rappresentanti dei genitori eletti negli organi
collegiali.
Nella premessa del Patto della Primaria si legge: “affinché il percorso educativo risulti efficace, insegnanti e genitori devono condividere responsabilità e impegni nel reciproco rispetto.
Ciò è importante per evitare una frammentazione di atteggiamenti e giungere ad un modello
educativo condiviso pur riconoscendo la specificità dei ruoli di genitori e docenti.”
Per la Scuola Secondaria di 1° grado si sottolinea che “L’emergenza educativa che stiamo
vivendo in questi anni deve essere affrontata con forza, con interventi decisi e strategie nuove
da parte della scuola e della famiglia. In primo luogo é necessario rafforzare quel ruolo di
educatori-formatori, che negli ultimi tempi è stato troppe volte delegato ai mezzi di comunicazione, per recuperare quella dimensione pedagogica propria dei genitori e degli insegnanti
che da sempre ha contribuito alla crescita e alla maturazione delle giovani generazioni”.
É fondamentale che sin dalla Scuola dell’Infanzia i genitori, coinvolti in modo consapevole
ed esplicito nel processo educativo dei figli, li aiutino nel compiere il loro dovere.
La scuola, pertanto, perseguirà costantemente l’obiettivo di costruire un’alleanza educativa
con i genitori. Non si tratta di rapporti da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni
costanti che riconoscano gli specifici ruoli e che si supportino vicendevolmente nelle comuni
finalità educative.
Dopo le premesse seguono gli elenchi dei diritti e dei doveri di tutte le componenti della scuola. I documenti sono consultabili presso le segreterie delle scuole.
Stefania Tenchini
Gli insegnanti delle scuole di Gottolengo
augurano a tutti gli alunni e ai loro genitori un sereno e proficuo anno scolastico.
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il Redone
LETTERE ALLA REDAZIONE
Gottolengo, Agosto 2011
C’era una volta il mio....paese!
Il paese della mia adolescenza e della mia gioventù.
Un agglomerato, con un vecchio Castello (adibito a ghiacciaia) circondato dalla campagna, che
si univa a quella dei paesi limitrofi dove sorgevano piccoli e grandi cascinali, frutto di una sana e
fiorente agricoltura. Il centro, cosiddetto storico, con la sua piazza, la Casa Comunale, le contrade
e la bella Parrocchiale a fare da sentinella, era una specie di “salotto” in cui ci si ritrovava, noi
ragazzi, con gli amici, prima di andare all’Oratorio.
Per i più “grandi” qualche locale pubblico di allora, offriva loro la possibilità di un caffè, una
chiacchierata, un “bicchiere” e magari anche una partita a carte.
Quando poi le campane della chiesa suonavano per le varie funzioni religiose, il tempio si riempiva. Gli uomini da una parte, le donne dall’altra, per noi ragazzi c’erano le panche allineate lungo
la corsia grande.
Dopo, sia il sagrato che la piazzetta adiacente erano un ritrovo per i saluti, per raccontare o
raccontarsi prima di far ritorno a casa. Questo era un modo per sentirsi parte del paese con
quell’amicizia schietta e sincera, quasi fraterna, che è stato “l’abito” più bello e importante del
mio paese. Specialmente quando lo spettro della seconda guerra e gli anni bui del dopo, mettevano
paura. In seguito sono arrivati “progresso” e modernità i quali, a poco a poco, hanno contribuito
a cambiare il vivere di molti di noi.
Il meglio e il peggio di tutto ciò, ha sradicato tanti sentimenti compresa quell’amicizia solidale e
umana che ha caratterizzato la vita sociale, civile e religiosa di questo mio paese.
Oggi, quei tempi sono solo un ricordo per chi li ha vissuti nella loro totalità.
Adesso il paese ha un’altro volto anche geograficamente. Si è allargato da oni suo lato invadendo
un pò di campagna sino a lambire i cascinali più vicini, diventando anch’essi (come i più lontani)
parte del medesimo tessuto sociale che ha investito uomini e cose.
Nel mio ultimo scorcio di vita resta in fondo al cuore, oltre a tanti ricordi, una piccola delusione:
quella di vedere letteralmente cambiato il volto e il “sentire” della gente, di quella gente che in
modo o nell’altro si è resa protagonista di quei tempi e nella storia del mio e loro paese e che oggi,
magari assorbita da un diverso quotidiano ha scordato - o messo da parte - quella gioia di stare
insieme che tanto di buono ha dato a famiglie, donne, uomini, ragazzi, amicizia e affetto.
Questo è il mio paese. Nel suo “dare” e nel suo “ricevere”. Nelle sue generosità come nelle sue
indifferenze. Nelle sue “bontà” come nelle sue “cattiverie”. Nel suo”spaccarsi” ogni qualvolta si
inseriscono nuove realtà che pongono la persona, o meglio le persone, a chiedersi il perchè. Succede in ogni settore ed in ogni ambito che racchiude la vita del paese in qualsiasi comparto della
stessa, sia essa sociale, civile o religiosa.
Così, quando ho incominciato a conoscere realmente il mio paese l’ho ritenuto “difficile” (non a
torto) in ogni campo ed in ogni contesto.
Caro paese mio, auguri, nei hai proprio bisogno!
Rosi Caprinetti
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il Redone
Concorso F.M.I. “disegna la maglia azzurra”
Vincitore, quest’anno, del concorso ‘Disegna la Maglia Azzurra’ promosso dalla Federazione Motociclistica Italiana è il 16enne, Gottolenghese, Daniele Doninelli.
Il progetto di Daniele ha sbaragliato l’accesa, e comunque ottima, concorrenza degli oltre 100 ‘soggetti’ presentati e si è aggiudicato, così, il primo premio messo
in palio dalla Federmoto, ovvero due biglietti premi per assistere al Motocross delle Nazioni a
Saint Jean d’Angely, in Francia.
Ecco come il Presidente della FMI, Paolo Sesti, ha commentato il lavoro di Daniele: “la scelta
della commissione esaminatrice è stata molto difficile, il lavoro di Daniele è prevalso sugli oltre 100 soggetti presentati perché celebra i 150 anni dell’unità d’Italia e i 100 anni della nostra
federazione. Questa maglia darà ancor di più un forte senso di identità nazionale per i fortunati
piloti che la indosseranno”
Anche Gottolengo ha una via
dedicata al Corpo degli Alpini
Il Gruppo Alpini di Gottolengo
ringrazia il Sindaco e tutta l’Amministrazione Comunale
per aver voluto, con l’intitolazione di una via al Corpo degli Alpini ,
gratificare tutti gli alpini in armi e in congedo.
Grazie!
Per il Gruppo Alpini
Battista Boldrini
(capogruppo)
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il Redone
Anagrafe Parrocchiale
Rinati nel Battesimo
1 9. TENCONI MARIA GLORIA
di Pierluigi e Capelloni Mita
23. ALMICI BICE MARIA
di Simone e Petrò Francesca
20. CAMOZZI GIOVANNI
24. BENAZZI SILVIA
di Enrico e Hu Shagan
di Fabio e Arigni Manuela
21. GIORDANI JACOPO
di Lorenzo e Santoro Elena
25. ARGELLI SOFIA
di Sandro e Capelloni Giuditta
26. MILZANI GABRIELE
22. POLLONI RACHELE
di Juri e Massari Anna
di Andrea e Branchi Silvia
Sposi in Cristo
3. MOLONIA FRANCESCO e
RUBES FRANCESCA
5. FORTUNATO MARCO e
SANDRINI GIULIA
4. GRITTA OMAR e
TIRONI LAURA
6. SILINI CARLO e
DUCHINO SONIA
Attendono la Risurrezione
21.ALBINI FROGLIANI
FRANCESCO
di anni 45
22.LOSIO CATERINA
di anni 80
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il Redone
23.BOLZANI EMILIO
di anni 58
24.TEDESCHI TERESINA
di anni 79
25.BONI MARIA
di anni 98
26.RODELLA PIETRO
di anni 74
27.DONINELLI FRANCESCO
di anni 87
28.BONAZZOLI GIULIO
di anni 76
29.CIGALA LAURINA
di anni 81
30.GORINI CATTERINA
di anni 96
31.VIGNONI GIUSEPPE
di anni 90
32.SUPERFLUO LUIGINO
di anni 63
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“La vera umiltà consiste nell’essere disposti
ad accettare con gioia quanto il Signore vuole da noi”
Santa Teresa D’Avila
Parrocchia Prepositurale
dei Santi Pietro e Paolo di Gottolengo
Chiesa di San Girolamo
29 settembre, 6 ottobre
13 ottobre 2011
alle ore 20,30
PROPOSTE DI
SPIRITUALITA’ CARMELITANA
NELLA VITA QUOTIDIANA
RELATORE
Padre Mauro Sartorello
sabato 15 ottobre 2011 alle ore 20,45
SUONI, PENSIERI, PAROLE:
Dialogo con la Santità
Coro Parrocchiale di Gottolengo e Gabbioneta
Personaggi
TOMMASO
SANTA TERESA DI GESU’ BAMBINO (di Lisieux)
SANTA TERESA DI GESU’ (D’Avila)
Ensamble strumentale diretto da Andrea
Luca Rossoni
Delia Milzani
Elena Lodigiani
Milzani
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Redone n. 4 - 2011 - Parrocchia GOTTOLENGO