18 dicembre 2013 40 Sicurezza Rischio zootecnico Andrea Bucci Linee guida per l’analisi del rischio e definizione delle soluzioni per l’azienda zootecnica di pianura. Quali sono i principali rischi per la sicurezza degli operatori nell’azienda zootecnica di pianura? Per rispondere a questa domanda è importante analizzare i fattori di rischio derivanti dal lavoro nell’ambito del centro aziendale, delle macchine, delle attrezzature e dai cicli produttivi. dalla progettazione, alla gestione aziendale ordinaria, alla manutenzione, con il supporto di un’idonea formazione degli operatori. Devono essere seguiti criteri di buona progettazione che, oltre alla funzionalità degli impianti, tengano conto della sicurezza e dell’igiene del lavoro. In particolare, gli edifici strumentali devono soddisfare una serie di requisiti, relativamente alla sicurezza, da considerare già in sede di progettazione ma che influenzano anche le modalità di riutilizzazione successive. La valutazione determina la dimensione dei locali e la loro disposizione dove l’identificazione di opportune vie di circolazione e di evacuazione e di zone pericolose sono punti irrinunciabili. È bene, a meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità della lavorazione, non adibire a lavori continuativi locali chiusi che non corrispondano alle seguenti condizioni: • riparo ottimale dagli agenti atmosferici e isolamento termico sufficiente; • rapido ricambio d’aria; • buon isolamento anche rispetto all’umidità; • il materiale delle superfici dei pavimenti, delle pareti e dei soffitti deve essere facile da detergere per ottenere condizioni adeguate di igiene. Il centro aziendale Quando le caratteristiche progettuali degli edifici non sono affiancate da un utilizzo coerente si può assistere all’aumento del rischio. Situazioni particolarmente critiche si verificano quando costruzioni nuove si trovano nelle vicinanze di costruzioni già utilizzate per tipi diversi di allevamento. Basta pensare alle stalle dove si metteva in atto l’allevamento a stabulazione fissa e che ora ospitano bestiame in stabulazione libera: in queste strutture le dimensioni degli ingressi non permettono l’utilizzo di trattori con ruspette provvisti di strutture antiribaltamento. La soluzione a questi conflitti non può che essere l’adeguamento delle strutture e dell’impiantistica. È un concetto semplice ma non scontato; anzi nelle prassi si tende a considerare gli edifici come strutture adattabili a qualunque funzione senza considerare che la sicurezza degli operatori dipende dall’adeguatezza del sistema di protezione che, a sua volta, è realizzato in relazione alla funzione che deve svolgere. Queste dinamiche sono meno accentuate nel caso di edifici nuovi dove la progettazione dovrebbe comprendere l’adozione di tutti i più avanzati criteri e strumenti di sicurezza. Il centro aziendale si compone di due elementi: la componente strutturale-impiantistica e quella organizzativo-gestionale. La sicurezza degli operatori per essere garantita deve prevedere un’analisi puntuale di tutte le fasi operative: Macchine e attrezzature Anche in questo ambito la prevenzione è irrinunciabile. Al momento dell’acquisto di una macchina agricola, nuova o usata, è indispensabile accertarsi che: • la macchina porti il marchio Ce, che garantisce il rispetto delle norme di sicurezza da parte del costruttore, se è stata costruita dopo l’1 gennaio 1995 (eccetto le trattrici che sono coperte da normative specifiche); • la macchina o l’impianto sia dotato del libretto di uso e manutenzione, che deve essere obbligatoriamente 1 18 dicembre 2013 40 • la progettazione dei locali e degli spazi destinati al deposito e alle manovre di macchine e attrezzi deve svilupparsi secondo gli stessi criteri. L’esperienza ha permesso di osservare che l’assemblaggio degli impianti, costituiti da vari componenti marchiati Ce, spesso conduce a situazioni operative dense di rischi lavorativi per l’utilizzatore, il quale si trova a dovere apportare modifiche, non sempre agevoli, su un impianto nuovo. Per queste ragioni, è di particolare interesse il coinvolgimento dei costruttorifornitori nella marcatura Ce e nella dichiarazione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza dell’intero impianto e non del singolo componente. Questo comporta che la progettazione deve necessariamente riguardare non i singoli componenti, ma l’intero impianto, con relativa valutazione ed eliminazione dei rischi lavorativi già in questa fase. Le strutture delle aziende agrizootecniche devono essere progettate da professionisti in collaborazione con gli allevatori sulla base di una conoscenza approfondita del ciclo produttivo, delle esigenze legate alle produzioni zootecniche e delle maestranze presenti, parametri peraltro rispetto ai quali dovrà essere valutato e autorizzato il progetto. La valutazione della coerenza tra il carico zootecnico e la quantità di manodopera, con le conseguenti ripercussioni sulla progettazione degli edifici e degli impianti è una procedura indispensabile per garantire la sicurezza. Per i diversi allevamenti si può ricorrere ai seguenti dati: • bovini a stabulazione fissa: 1 addetto ogni 20-25 capi in produzione; • bovini in stabulazione libera su lettiera: 1 addetto ogni 40-45 capi in produzione; • bovini da carne: 1 addetto ogni 300-500 capi; • suini da riproduzione (scrofe): 1 addetto ogni 100-150 scrofe; • suini da ingrasso: 1 addetto ogni 3000-4000 capi; • suini a ciclo chiuso: 1 addetto ogni 50-70 scrofe. consegnato insieme alla macchina o all’impianto dal costruttore e/o dal concessionario, nel quale sono elencate le misure di sicurezza da osservare durante il lavoro, la manutenzione, le riparazioni; • alla macchina o all’impianto siano applicate le decalcomanie di sicurezza, delle quali deve essere ben compreso il significato; le decalcomanie devono essere conservate leggibili e integre nel tempo; • le macchine e/o gli impianti acquistati usati siano corredati del libretto di uso e manutenzione, delle decalcomanie di sicurezza e dei dispositivi di protezione e sicurezza originariamente previsti dal costruttore; • il libretto di uso e manutenzione deve essere tenuto a bordo della macchina e quando ciò non è possibile (nel caso di aratri, erpici, alberi cardanici, ecc.), deve essere conservato in luogo noto e accessibile per un’agevole consultazione. Qualora il libretto di uso e manutenzione non sia sufficiente per chiarire i problemi di impiego, manutenzione e riparazione della macchina, non si deve esitare a consultare il concessionario e/o il costruttore, per suggerimenti e consigli. Presso questi soggetti sono inoltre disponibili, a richiesta, altri documenti utili quali manuali tecnici (o di officina) e cataloghi delle parti di ricambio. Nei casi in cui il libretto di uso e manutenzione lo prescriva, determinate operazioni di manutenzione/riparazione devono essere obbligatoriamente eseguite da personale specializzato presso un’officina autorizzata. Pratiche di buona progettazione Già in fase di progettazione deve essere costituito un documento in cui siano registrate le caratteristiche tecniche dell’opera e degli elementi in materia di sicurezza e igiene da prendere in considerazione in caso di successivi lavori di manutenzione. Tra i criteri di buona progettazione si ricordano: • i percorsi delle macchine e delle persone a terra è un fattore di rischio grave, è indispensabile che negli interventi di adeguamento o ristrutturazione delle strutture rurali di ogni tipo la progettazione tenga conto dell’esigenza di separare per quanto possibile i percorsi; • le corsie di foraggiamento devono essere dimensionate in funzione degli ingombri del carro alimentatore, garantendo adeguati spazi supplementari per garantire la sicurezza delle persone a terra; Quali priorità? Si riportano gli interventi prioritari per diminuire in modo significativo gli infortuni: • le trattrici devono essere dotati di strutture di protezione in caso di ribaltamento; • le frese, sia quelle collegate al trasportatore, sia quelle del carro unifeed o dell’unifeed semovente, devono essere protette contro i contatti accidentali; 2 18 dicembre 2013 40 • nella movimentazione del bestiame dovranno essere previsti percorsi protetti, costituiti da cancelli e barriere fisse e mobili, in modo da permettere al personale, per quanto possibile, di non dover entrare in contatto con gli animali. Il lavoro in solitudine interessa gran parte degli operatori. In questo contesto un banale incidente, o un semplice malore, possono diventare causa di eventi gravissimi. Perciò è necessario che, oltre a garantire la “coppia di lavoro” nei casi previsti, i lavoratori siano dotati di dispositivi individuali in grado di segnalare a un luogo presidiato l’eventuale infortunio. • tutti gli organi in movimento (alberi cardanici, prese di potenza motrici e mosse, cinghie, catene e pulegge di trasmissione del moto, condotti a coclea, ecc.) devono essere protetti contro i contatti accidentali mediante solide protezioni fisse; • le vasche dei liquami e le fosse devono essere protette contro il rischio di caduta di persone all’interno mediante idonee recinzioni o solide coperture fisse; • tutte le superfici di passaggio devono essere realizzate in materiali che, oltre a garantire un’agevole pulizia, siano il più possibile antisdrucciolevoli; • nel caso di pavimenti in cemento l’obiettivo può essere raggiunto mediante la rigatura, soluzione che però deve prevedere una costante manutenzione e una frequente pulizia; • i lavoratori devono sempre essere dotati di idonee calzature antinfortunistiche; • le scale fisse a gradini devono essere facilmente accessibili, agibili e dotate di corrimano almeno su un lato; • i gradini devono essere costruiti, oltre che con pedata e alzata a regola d’arte, con particolari caratteristiche antiscivolo (per esempio in grigliato); • il deposito delle balle a forma di parallelepipedo e delle rotoballe nei fienili deve progettato in modo da evitarne la caduta sugli addetti; • i fienili sopraelevati e gli altri ambienti sopraelevati devono essere dotati di protezione costituita da parapetto normale con arresto al piede o altri sistemi; • la progettazione di costruzioni dedicate (capannoni, tettoie o porticati chiusi su due o tre lati) dovrà considerare le sollecitazioni provocate dall’accumulo del materiale contro le pareti o dagli urti in fase di movimentazione. L’altezza di strutture dovrà essere limitata, in modo da concedere la possibilità di impilare non più di quattro rotoballe. Fino a questo livello l’impilatura può essere tollerata, sempre che sia effettuata correttamente e in condizioni da garantirne la stabilità; • in tutti gli ambienti destinati allo stazionamento dei bovini (stalle, recinti, paddock, ecc.) devono essere previste, con opportuni intervalli, vie di fuga costituite da varchi che permettano il passaggio dell’uomo, ma non degli animali. Ove ciò non fosse possibile dovranno essere previste zone protette, accessibili al personale ma non agli animali, dove ci si possa riparare in caso di necessità; Andrea Bucci, dottore agronomo e giornalista pubblicista, è caporedattore di Intersezioni. www.intersezioni.eu 3