Orchestra Sinfonica del Lario Stagione 2013-2014 direzione Pierangelo Gelmini Sì, viaggiare...... Cantù Teatro Comunale San Teodoro Stagione Musicale 2013-2014 direzione Pierangelo Gelmini Sì, viaggiare........ sabato 19 ottobre ore 21.00 evento straordinario per le celebrazioni verdiane 2013 Triboletto azione teatrale e musicale testi da Hugo, Piave e Da Ponte musiche di Verdi, Mozart, Delibes Orchestra Sinfonica del Lario direttore Pierangelo Gelmini domenica 17 novembre Musica futura ore 17.00 improvvisazioni su vecchi e nuovi standard Dario Cardelli, Fedele Stucchi, Pier Lego sabato 30 novembre ore 21.00 Viaggio al centro della memoria musiche di Wagner, Gluck, Haydn, Brahms Orchestra Sinfonica del Lario direttore Pierangelo Gelmini domenica 12 gennaio ore 17.00 La locanda delle note già note musiche di Beethoven, Mayr, Pleyel, Rossini Silvia Tuja, Angelo Bassi, Angela Gravina sabato 25 gennaio ore 21.00 Grand tour musicale in Italia nel bicentenario di Charles Burney musiche di Paisiello, Galuppi, Mayr, Gluck, Abel Orchestra Sinfonica del Lario direttore Pierangelo Gelmini domenica 16 febbraio Beatles back to Bach ore 17.00 musiche di Bach, Vivaldi, Breiner, Russo Il Magazzino Consonante sabato 22 marzo ore 21.00 Certe notti d’inverno un viaggiatore musiche di Debussy, Ravel, Rimskij-Korsakov Orchestra Sinfonica del Lario direttore Pierangelo Gelmini domenica 6 aprile ore 17.00 Il mondo in una stanza musiche di Mozart, Mahler e Schumann Carol Bergamini, Ida Di Vita, Pietro Molteni, Leonardo Gatti, Federico Peraldo sabato 12 aprile Concerto di Pasqua ore 21.00 musiche di Jommelli Basilica di San Teodoro Requiem per soli, coro e orchestra Coro Sine Nomine Orchestra Sinfonica del Lario direttore Giuseppe Reggiori Triboletto evento straordinario per le celebrazioni verdiane 2013 sabato 19•10•2013 ore 21.00 azione teatrale e musicale testi da Victor Hugo, Francesco Maria Piave, Lorenzo Da Ponte musiche di Verdi, Mozart, Delibes Personaggi Il Soggetto Giorgio Masciocchi La Prima donna Tania Pacilio Il Sovrintendente Luigi Monti Soprano Reksi Sata Tenore Alessandro Mundula Basso baritono Davide Rocca Orchestra Sinfonica del Lario direttore Pierangelo Gelmini una produzione di Accademia Orchestrale del Lario Teatro Comunale San Teodoro in collaborazione con La Compagnia del Belcanto – Milano V enezia, 1851, Gran Teatro La Fenice. Sta per andare in scena un evento teatrale del tutto particolare e inatteso, uno spettacolo prima dello spettacolo: un’audizione che assume le sembianze di un processo. L’ambiente è molto agitato a causa della nuova opera del Maestro Verdi, che propone un soggetto assai scabroso, Triboletto, tratto da “Le Roi s’amuse” di Victor Hugo, già censurato vent’anni prima dalle autorità francesi e subito ritirato dalle scene parigine dopo uno scandalo e una sentenza di condanna del Tribunale di Parigi. Ora Verdi vuole scrivere un’opera proprio sul buffone Triboulet, le sue deformità, la sua audacia nell’ergersi a giudice delle perversioni del re di Francia. Verdi ha già fatto approntare un libretto, ha selezionato i cantanti e sta scrivendo le musiche. L’intera città è in allarme e si temono disordini, la sovrintenden- za del Teatro temporeggia, l’orchestra e le maestranze sono riunite in assemblea permanente, i cantanti minacciano le dimissioni, il pubblico è in fermento e le autorità di polizia sono pronte a intervenire. Viene finalmente convocato il Soggetto: Monsieur Triboulet. Alla presenza della giuria del Teatro egli racconta la verità sulla sua storia. E le musiche? Ci sono quelle appena scritte da Verdi per la nuova opera e poi quelle di Delibes per la Comédie Française; ma ci sono anche gli straordinari parallelismi teatrali e musicali con il Don Giovanni di Mozart, un vero modello per Verdi, che sembra sovrapporsi e specchiarsi nel nuovo soggetto: le due figure del libertino-seduttore, i due buffoni complici e vittime, il gioco del travestimento, l’universalità femminile, le feste in scena, la sfida all’autorità costituita, la vendetta… Musica futura Dario Cardelli Pier Lego Fedele Stucchi domenica 17•11•2013 ore 17.00 chiviola, chitarra contrabbasso trombone, euphonium Blues (improvvisato) Alberi maggiori (Dario Cardelli) Mosaico (Pier Lego) Cantico (Fedele Stucchi) Sento i sensi (Dario Cardelli) Papillon (Pier Lego) p.d.f. (Fedele Stucchi) Spunto a tre temi (Dario Cardelli, Fedele Stucchi, Pier Lego) Autumn leaves (Joseph Kosma) Innocenti (Ralph Towner, Gary Burton) T re strumenti fra i più antichi della nostra tradizione, grandi protagonisti della musica rinascimentale e barocca, si incontrano in questo concerto, abbandonando le ataviche simbologie che vedevano collegata la viola da gamba all’idea della regalità, il trombone al mondo degli inferi e il basso a quel”fondamento” su cui si basa tutta la concezione verticale della musica occidentale; in una prospettiva “futurista” ogni soggetto stravolge se stesso proiettandosi verso un futuro che ignora. Il trio “p.d.f.” è lo spontaneo risultato di un percorso di ricerca musicale nato cinque anni fa da un fortuito incontro, connubio particolare caratterizzato dalle diverse provenienze musicali dei componenti (classico, funky, jazz). Se inizialmente i percorsi musicali nascono improvvisando su standard jazz, in un secondo tempo i musicisti del gruppo inventano spunti o veri e propri temi da modellare durante l’esecuzione, e i brani diventano sempre più personali ed originali. L’esigenza di ricerca di originalità musicale porta uno dei componenti a ideare e costruire un nuovo strumento, risultato ibri- do dell’incrocio tra chitarra e viola a cui darà il nome di chiviola. La chiviola è uno strumento ad arco, a sei corde, con lettura in chiave di violino. Somma le caratteristiche timbrico-tecniche degli archi mantenendo l’accordatura della chitarra classica. Ne risulta uno strumento dalle sonorità originali e dalle possibilità tecnico-espressive insolitamente uniche, che, unite alle caratteristiche del contrabbasso o del basso elettrico, del trombone o dell’euphonium, fanno del trio un gruppo veramente particolare. Dal risultato di questa combinazione strumentale si è sviluppata una particolare prassi esecutiva basata sulla interazione, improvvisazione, composizione creativa estemporanea, fondata sulle idee ed emozioni del momento e inevitabilmente influenzata dal pubblico e dal contesto. Le esecuzioni del trio prendono spunto da variegati generi musicali, spaziando dal blues al funky, dalla bossa-nova al jazz, dalla musica antica al pop; a determinare i tratti delle composizioni sono sempre in prima istanza le peculiarità strumentali ed elemento dominante sono le improvvisazioni, gli interludi o le divagazioni che possono sfiorare l’aleatorietà. Viaggio al centro della memoria Orchestra Sinfonica del Lario direttore Pierangelo Gelmini sabato 30•11•2013 ore 21.00 Christoph Willibald Gluck (1714 - 1787) Ouverture dall’opera Ifigenia in Aulide elaborazione e riorchestrazione di Richard Wagner Richard Wagner (1813 - 1883) Musica funebre su temi dell’Euryanthe di Carl Maria von Weber Franz Joseph Haydn (1732 - 1809) Divertimento in si bemolle maggiore Allegro – Andante (Corale di Sant’Antonio) – Minuetto – Allegro Johannes Brahms (1833 - 1897) Variazioni su un tema di Haydn W agner e Brahms: antagonisti, rivali o addirittura nemici; due poli forse contrapposti, ma espressione di una stessa cultura che affonda le proprie radici nella memoria, nella musica dei grandi del passato. La Sinfonia funebre di Wagner su temi dell’Euryanthe, una delle opere più famose di Carl Maria von Weber, fu composta nel 1844 in occasione della traslazione delle spoglie di Weber da Londra a Dresda. La cerimonia fu realizzata grazie a una sottoscrizione che esprimeva un momento di orgoglio nazionale e grande mobilitazione del mondo della cultura e della politica germanica. Questa composizione è la testimonianza di un rapporto di continuità fra il sedicente autodidatta Wagner e i grandi del passato, un rapporto che si manifesta anche in numerose altre circostanze occasionali, come l’incarico di riorchestrare e “completare” l’ouverture dell’Ifigenia di Gluck. Qui il tardo barocco gluckiano prende colori e sapori fortemente romantici, a testimoniare l’attenzione e la curiosità di un’intera generazione di compositori per tutti quegli elementi ritenuti “romantici” presenti nella musica antica. Si inseriscono in questo stesso solco anche le celebri Variazioni di Brahms su un tema di Haydn: qui l’accento è posto nuovamente sulla memoria, lo sguardo retrospettivo verso il passato e la tradizione. Johannes Brahms è indubbiamente il compositore che più d’ogni altro si sforza di creare un legame con i musicisti che l’hanno preceduto; tormentato e introverso rifugge l’esasperazione espressiva dei primi romantici che reputa eccessiva e guarda ai grandi compositori del passato per rifondare il rigore formale degli artisti di un tempo. Le “Variazioni su un tema di Haydn” sono una delle testimonianze più significative di questo approccio creativo: l’inizio è affidato ai soli fiati, dopodiché il tema viene trasfigurato in otto variazioni più il finale. Il risultato è un’opera che si pone in continuità con la tradizione passata ma lascia trasparire tutta l’intensità del romanticismo brahmsiano. Proprio da questo dialogo fra passato e presente, fra creatività e memoria, scaturiranno i capolavori del futuro. La locanda delle note già note Silvia Tuja Angelo Bassi Angela Gravina domenica 12•01•2014 ore 17.00 flauto clarinetto fagotto Giovanni Simone Mayr (1763 - 1845) Bagatelle Ludwig van Beethoven (1770 - 1827) Variazioni sul tema “Là ci darem la mano” Ignaz Pleyel (1757 - 1831) Trio concertante in do maggiore Allegro – Romance: andante – Rondò: allegretto Gioachino Rossini (1792 - 1868) Il Barbiere di Siviglia “Ecco ridente in cielo” “Largo al factotum” “Una voce poco fa” “Dunque io son? Tu non m’inganni” Finale I temi musicali che i compositori fissano sulla carta, in un campo delimitato da cinque semplici linee e abitato da innumerevoli note, pause, punti e legature, sono pronti per compiere infiniti viaggi; non solo vivono una nuova vita in occasione di ogni esecuzione, ma sono in qualche modo consegnati al mondo che potrà manipolarli, ricordarli, citarli, trasformarli... Nella locanda delle note già note si incontrano e dialogano compositori e ascoltatori, melodie compiute e frammenti tematici, scherzi musicali e bagatelle. Il primo grande incontro al quale assistiamo è quello fra Mozart e Beethoven: un tema di successo come quello del duetto “Là ci darem la mano” del Don Giovanni, al quale hanno attinto moltissimi compositori, nelle mani di Beethoven dà vita a un piccolo capolavoro nell’arte della variazione. Se la variazione è indubbiamente la tecnica principe della rivisitazione delle melodie più amate, anche una più semplice trascrizione rappresenta un’occasione di incontro fra compositori, ma soprattutto – in particolare in un’epoca che ancora non conosce i mezzi meccanici di riproduzione della musica che ci consentono oggi di riascoltare praticamente qualsiasi cosa in qualunque momento e in qualunque luogo – rappresentano un’occasione per il pubblico di reincontrare in ambienti più “domestici” le arie, i duetti, i concertati già apprezzati in teatro. Ecco dunque le trascrizioni di alcuni numeri dal Barbiere di Siviglia di Rossini, nelle quali gli strumenti svolgono alternativamente il ruolo delle voci soliste e dell’orchestra che le accompagna nell’originale. E comunque con lo svilupparsi dell’editoria musicale che la circolazione della musica ha sempre maggiore slancio, e con Pleyel troviamo nella nostra locanda uno dei personaggi che in questo campo hanno rivestito un ruolo fondamentale, per aver contribuito alla diffusione delle composizioni dei grandi della sua epoca attraverso le prime partiture tascabili e per una politica di pubblicazione delle proprie composizioni già adattate ad organici diversi, in una sorta di ottimizzazione del rapporto fra impegno creativo e risultato economico. Ci accompagnerà, quasi in veste di oste della nostra locanda, il compositore tedesco ma italiano di adozione Giovanni Simone Mayr, non solo con le sue bagatelle musicali ma anche con le sue parole, riflessioni, osservazioni argute sul mondo della musica del tempo. Grand Tour musicale in Italia nel bicentenario di Charles Burney (1724-1814) Orchestra Sinfonica del Lario direttore Pierangelo Gelmini sabato 25•01•2014 ore 21.00 Giovanni Paisiello (1740 - 1816) Ouverture dall’opera Il barbiere di Siviglia Baldassarre Galuppi (1706 - 1785) Sinfonia dall’opera Demofoonte Allegro – Andante – Presto Giovanni Simone Mayr (1763 - 1845) Ouverture dall’opera Verter Christoph Willibald Gluck (1714 - 1787) Suite dal balletto Don Giovanni Ouverture – Andante grazioso – Gavotta – Allegretto – Grazioso – Finale Carl Friedrich Abel (1723 - 1787) Sinfonia n° 3 in mi bemolle maggiore Allegro molto – Andante - Presto K ennst du das Land, wo die Zitronen blühen? Il viaggio in Italia è una tappa obbligatoria per l’intellettuale settecentesco; se il resoconto più famoso è indubbiamente il Viaggio in Italia di Goethe, per il mondo della musica un viaggiatore d’eccezione fu Charles Burney, che percorse la penisola per consegnarci un affresco letterario e musicale popolato di compositori e virtuosi, serenate e accademie, melodrammi e pantomime, personaggi della vita reale e figure che incarnano gli archetipi e i miti di ogni tempo: Don Giovanni, Demofoonte, Figaro, Giulio Cesare, Werther... Burney, che può indubbiamente essere considerato uno dei pionieri della storiografia musicale e che incarna perfettamente la figura dell’illuminista settecentesco, dopo aver raccolto in Inghilterra tutte le possibili informazioni per il suo progetto di una grande Storia della musica, nel maggio del 1770 scrisse a un amico di aver “preso la decisione di volare verso l’Italia, e di soddisfare così la mia sete di conoscenza alla sua pura fonte”, nella prospettiva da un lato di procurarsi notizie di prima mano sulla musica degli antichi, dall’altra, soprattutto, di rendersi conto “di persona, ascoltando musica e conversando con i più eminenti musici- sti italiani, delle condizioni attuali della musica”. Ciò a cui Burney aspira, e che realizzerà, è un lavoro letterario e culturale in senso lato, che relaziona la musica a tutte le altre attività umane, senza confinarla in un limbo accessibile solo a pochi specialisti, e i suoi Viaggi musicali sono la migliore testimonianza non solo dell’ampiezza dei suoi interessi, della sua attenzione e sensibilità a ogni aspetto del vivere civile, ma anche del suo gusto artistico e del suo amore per la musica e per tutte le arti. Se gli incontri con i musicisti e gli studiosi di musica, la visita ai Conservatori e alle scuole musicali, la frequentazione dei teatri e delle Accademie rappresentano la ragione e il senso primo del suo viaggio, cià che Burney ci restituisce è un quadro vivo e variopinto degli usi e dei costumi dell’Italia del tempo, tanto nella vita raffinata ed elegante dei circoli più aristocratici, quanto nelle manifestazioni più umili. Presenza viva quanto quella dei tanti personaggi in carne ed ossa che egli incontra è quella della natura, dell’architettura e del paesaggio italiano: quella che Burney rappresenta è un’Italia culla dell’arte e della creatività, fonte di ispirazione e fertile terreno di sintesi culturale. Beatles back to Bach domenica 16•02•2014 ore 17.00 Il Magazzino Consonante Daisy Citterio e Luca Russo flauti Elena Colella violino Elisabetta Danelli viola Viliana Ivanova arpa Annamaria Bernadette Cristian violoncello Johann Sebastian Bach (1685-1750) Preludio dalla suite n°1 in sol maggiore BWV 1007 per violoncello solo Luca Russo (1971) “Beatles back to Bach” Hey Jude – Aria dalla Suite n.3 in re maggiore BWV 1068 – Blackbird – Bourrée in mi minore BWV 996 – All you need is love - Invenzione a due voci n.8 Peter Breiner (1957) Beatles Concerto Grosso n° 3 nello stile di Bach The Long and Winding Road (ouverture) - Eight Days a Week (rondeau) - She’s Leaving Home (sarabande) - We Can Work It Out (bourrée) - Hey Jude (polonaise) - Yellow Submarine flauto solo Daisy Citterio Antonio Vivaldi (1678 - 1741) Concerto in re minore per archi RV 127 Peter Breiner (1957) Beatles Concerto Grosso n° 2 nello stile di Vivaldi per flauto solista e ensemble A hard Day’s Night – Girl – And I Love Her - Paperback Writer – Help flauto solo Luca Russo Luca Russo (1971) Goo Goo G’Joob Patchwork su temi dei Beatles B ach è sempre stato uno dei miei compositori preferiti; sentiamo di avere molto in comune con lui. (Paul Mc Cartney, Many Years From Now, Barry Miles) La reciproca influenza fra generi musicali diversi attraversa tutta la storia della musica e della società: la musica degli ambienti colti e aristocratici ha sempre tratto ispirazione e materiale da quella degli ambienti più poveri, ma a sua volta non ha mai smesso di esercitare il suo fascino elegante sul vasto mondo di quella che possiamo riunire sotto il nome di musica pop. I favolosi anni ’60 videro in Inghilterra una vera e propria esplosione della curiosità verso la musica antica, in particolare quella barocca, e il rapporto dei Beatles con questo repertorio rappresenta un fenomeno unico e di eccezionale portata. Nei Beatles, il gruppo che più di ogni altro ha contribuito a trasformare un genere musicale d’intrattenimento in uno di contenuto, troviamo accanto al Rock’n’Roll, alla musica indiana, alle prime ardite sperimentazioni in studio di registrazione, all’affermarsi dell’idea di “concept album”, una grande varietà formale, caratterizzata in modo significativo dall’utilizzo di sonorità prettamente classiche: il cosiddetto “pop barocco”. Mc Cartney (insieme al produttore/arrangiatore George Martin) è forse l’anima che più incarna questa inclinazione del gruppo: molte delle sue canzoni più significative vestono – per così dire – abiti barocchi. Si va da strumentazioni nelle quali gli archi rivestono un ruolo di primaria importanza alla presenza di strumenti come il clavicembalo o il trombino, che strizzano l’occhio a Vivaldi (In my Life, Eleanor Rigby, For no one – solo per citarne alcune), a rimandi armonici, linee melodiche o di basso di inequivocabile sapore bachiano (Blackbird con la famosa Bourrée dalla Suite in mi minore oppure Hey Jude con l’Aria sulla IV corda). Non mancano vere e proprie citazioni, come quella dell’ottava invenzione a due voci, che si può distintamente riconoscere nel finale di All you need is love (curioso accostamento, dato il marcato sapore commerciale della canzone). In quest’idea di dialogo fra i generi si inseriscono i due gradevoli concerti scritti dal compositore americano Peter Breiner, l’uno nello stile di Bach, l’altro nello stile di Vivaldi. Certe nottid’inverno un viaggiatore Orchestra Sinfonica del Lario direttore Pierangelo Gelmini sabato 22•03•2014 ore 21.00 Maurice Ravel (1875 - 1937) Pavane pour une infante défunte Claude Debussy (1862 - 1918) Debussy suona Verlaine Clair de lune En bateau Cortège Menuet Ballet Nikolaj Rimskij-Korsakov (1844 - 1908) Il derviscio Qalandar I l vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. (Proust) Che cosa lega la storia fantastica del derviscio Qalandar a una gita in battello sulla Senna? Il chiarore della luna a uno scioglilingua su un’infanta defunta? Forse il fascino dell’allusione, il potere del simbolo, il desiderio di esprimere l’inesprimibile, le possibilità di una musica sognata, che non s’ode quasi, si respira? Ambientazione prediletta di poeti e musicisti è il notturno, capace di annullare i contorni ed esaltare le sfumature, e di farci così vedere il mondo con occhi diversi; e chi più della musica, quella musica che ogni arte contiene, sa esprimere la metamorfosi delle emozioni, l’essenza ineffabile dell’anima e il mistero dei suoi legami con il mondo? La musica prima di ogni altra cosa, e perciò preferisci il verso dispari più vago e più solubile nell’aria, senza nulla in sé che pesi o posi... […] Perché noi vogliamo la Sfumatura ancora, non il Colore, ma soltanto sfumatura! Oh! la sfumatura sola accoppia il sogno al sogno e il flauto al corno! […] Musica e sempre musica ancora! Sia il tuo verso la cosa dileguata che si sente fuggire da un’anima in cammino verso altri cieli ad altri amori. Che il tuo verso sia la buona avventura sparsa al vento increspato del mattino che va sfiorando la menta e il timo... E tutto il resto è letteratura. (Paul Verlaine) Tutti i brani in programma sono piccoli quadri, racconti potenziali, che nascono come allusioni, riferimenti, risonanze. Solo quello del derviscio Qalandar, principe privo di un occhio e devoto – ha letto sette volte il Corano – è un racconto compiuto, ma racchiuso nel gioco di scatole cinesi delle Mille e una notte, con il loro linguaggio intensamente metaforico. Episodio di una narrazione che introduce incessantemente personaggi irrisolti, grotteschi e drammatici, destinati a scomparire nelle pieghe di storie altrui, a perdersi in un destino dimenticato o mai esplorato. Generi diversi, come racconti aperti, ma al tempo stesso conclusi e compiuti. La forma informe della realtà diventa la forma strutturata dell’opera d’arte. Il mondo in una stanza Carol Bergamini Ida Di Vita Pietro Molteni Leonardo Gatti Federico Peraldo domenica 06•04•2014 ore 17.00 violino violino viola violoncello pianoforte Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) Quartetto con pianoforte KV 478 in sol minore Allegro – Andante – Rondò Gustav Mahler (1860 - 1911) Quartetto in la minore per pianoforte e archi, op. postuma Nicht zu schnell. Entschlossen Robert Schumann (1810 - 1856) Quintetto in mi bemolle maggiore per pianoforte e archi op. 44 Allegro brillante – In modo d’una marcia. Un poco largamente. Agitato – Scherzo. Molto vivace – Allegro, ma non troppo L a musica da camera, in particolare nella formazione del quartetto con pianoforte, ha rappresentato un laboratorio ideale per accogliere in un contesto di intensa intimità le istanze delle grandi forme sinfoniche e le tensioni che consentono di esplorare nuovi orizzonti creativi, spesso integrandole con le esperienze di vita personale. Il Quartetto KV 478 di Mozart doveva essere il primo di una serie di tre quartetti con pianoforte destinata al mercato dei musicisti dilettanti. Qui Mozart dimostra però di avere ambizioni molto più alte: la composizione venne subito considerata troppo difficile per il pubblico a cui era rivolta e questo rimase il primo e unico quartetto del trittico. Si tratta di uno dei pochissimi brani cameristici mozartiani in tonalità minore (proprio la tonalità di sol minore è sempre scelta da Mozart con l’intento di esprimere intensa drammaticità) e rappresenta una svolta nel mondo della musica da camera per destinazione, contenuto e complessità di scrittura. Il Quartetto di Mahler, scritto all’età di sedici anni, dopo un solo anno di studi al conservatorio, è una piccola chiave di lettura della poetica di Mahler adolescen- te. Intenso e tormentato, il brano inizia pianissimo, con le terzine del pianoforte che ricordano il battito di un orologio, o di un cuore, dopodiché gli strumenti si uniscono uno ad uno in un susseguirsi di crescendo e progressioni, come una domanda sempre più insistente che diventa una supplica disperata senza risposta; troviamo dunque già, in embrione, i caratteri personali del Mahler maturo: la grandezza del pensiero, l’insicurezza e il costante senso di angoscia. Il Quintetto di Schumann vede confluire nella sua ricerca quartettistica la maestria raggiunta sul versante pianistico. L’intera opera è caratterizzata da una estrema intensità espressiva e dalla costante contrapposizione fra temi ora lirici e appassionati, ora festosi, ora energici e incalzanti. La partitura, nel suo oscillare fra esuberanti esplosioni di felicità e cupe depressioni, in cui sembra riapparire tutta la tragedia della realtà, si presta a una ricca e minuta indagine psicologica. Accolto da subito con grande successo questo Quintetto fu giudicato a ragione da Clara, dedicataria e prima interprete dell’opera, “magnifico, pieno di forza e di freschezza”. Concerto di Pasqua Orchestra Sinfonica del Lario Coro Sine Nomine direttore Giuseppe Reggiori sabato 12•04•2014 ore 21.00 Basilica di San Teodoro Niccolò Jommelli (1714 - 1774) Requiem per soli, coro e orchestra in mi bemolle maggiore Requeim Kyrie Dies irae Domine Jesu Sanctus e Benedictus Agnus Dei Orchestra Sinfonica del Lario • Costituita nel 2001 nell’ambito dell’Accademia Orchestrale del Lario ha la sua sede operativa a Cantù. L’orchestra ha consolidato una esperienza di lavoro comune svolto negli anni da un consistente nucleo di musicisti di questa area geografica. L’organico stabile è di 45 elementi e il ruolo di direttore principale è rivestito da Pierangelo Gelmini; l’orchestra si avvale della collaborazione di solisti e direttori ospiti e di formazioni corali. Nel quadro dell’attività di studio e di ricerca, particolare attenzione è riservata alla ideazione a alla produzione di programmi da concerto e di spettacoli con connotazioni anche teatrali e finalità divulgative, attraverso l’esplorazione delle connessioni della musica con le altre arti. Nel 2002 l’Orchestra ha inaugurato il Festival LarioMusica - Autunno Musicale a Como e successivamente è stata ospite di numerose associazioni e istituzioni concertistiche in Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia e Canton Ticino, collaborando anche con il Teatro Tascabile di Bergamo, il Teatro Diadokai di Rio de Janeiro e il Teatro Sociale di Como. Dal 2002 ha prodotto con il Comune di Cantù la rassegna “Cantumusica”, riproposta ogni anno con crescente successo fino al 2009; a partire dal 2003 ha realizzato in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Como la stagione di concerti sinfonici “Musicamagica”, con il coinvolgimento di numerosi comuni della provincia, ed è stata in seguito protagonista delle quattro edizioni del Circuito Musicale in Provincia di Como. Nel 2007 ha portato a termine un lavoro di ricerca e restauro della Danse Macabre di Kastner, presentata e registrata in prima esecuzione in tempi moderni. Ha realizzato un’incisione discografica interamente dedicata alle opere di Mercadante e un DVD sul Requiem di Mozart. Nel settembre 2009 ha eseguito in prima assoluta l’opera “Il sogno di Galileo” di Federico Bonetti Amendola nella Basilica di San Nicola a Bari, registrata e pubblicata da RAI Trade; dello stesso autore ha presentato nel 2011 a Firenze nella Basilica di Santa Croce due racconti sinfonici in prima esecuzione assoluta: “La leggenda della Croce”, opera di cui RAI Trade ha prodotto il DVD che è stato donato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della sua visita ufficiale a Firenze per i 150 anni dell’Unità d’Italia e nel 2012 “Nacque al mondo un sole”, nell’ambito di un progetto dedicato al rapporto fra Giotto e San Francesco. Dalla sua riapertura al pubblico l’orchestra produce nel Teatro San Teodoro di Cantù una stagione musicale sinfonica e cameristica; contestualmente ha realizzato una serie di spettacoli originali rivolti alle scuole inseriti nel cartellone “Il Sipario Incantato”. Coro Sine Nomine • Costituito nel 1990 a Varese per iniziativa di Giuseppe Reggiori ha svolto un’intensa attività concertistica eseguendo, fino ad oggi, oltre 170 concerti per importanti Enti ed Associazioni Musicali di diverse città d’Italia, esibendosi anche in Svizzera, Francia e Germania. Nel 1995 si è aggiudicato il primo premio assoluto al Concorso Internazionale “Città di Tortona”; nel 2007 ha partecipato al Concorso Polifonico Nazionale di Quartiano di Mulazzano ottenen- do due Diplomi Fascia ORO e il premio speciale come miglior programma presentato. Dal 1995 ha collaborato con la Camerata Polifonica di Milano, il Quintetto di Ottoni Italiano, il Vokalkreis di Reinbeck (Germania), il violinista Fededegni, gli Ottoni Moderni, l’Orchestra da Camera di Engel– berg (Svizzera), la clavicembalista Emilia Fadini, l’orchestra dell’Università degli Studi di Milano, l’orchestra sinfonica “G.Verdi” di Milano, la Camerata Estense e l’orchestra “Il Diletto Moderno”. Giuseppe Reggiori • Diplomato brillantemente in pianoforte, ha tenuto numerosi concerti come solista e in gruppi da camera. Allo studio del pianoforte ha affiancato gli studi di composizione; ha inoltre seguito i corsi di direzione d’orchestra tenuti dai maestri Gallini, Khun e Simon. Ha frequentato presso l’Istituto Pontificio Ambrosiano di Musica Sacra di Milano i corsi di canto gregoriano, organo e direzione di coro, perfezionandosi in direzione di coro in Europa e negli Stati Uniti. Come direttore di coro ha tenuto oltre 250 concerti in Italia e all’estero. Dal 1999 dirige anche il coro da camera “C. Guarneri” di Meda, ora “Cor Gentile” e dal 2001 il “Collegium Vocale Estense” di Varese e la Camerata Polifonica di Milano con la quale si è aggiudicato il 1° premio speciale per la migliore interpretazione del brano di F. Gaffurio al XXIII e XXIV Concorso Corale Nazionale “Franchino Gaffurio”. Ha tenuto uno stage sulla musica corale sudamericana e africana a Flayosc (Francia) al termine del quale ha diret- to in concerto la “Missa Luba” con la collaborazione del Gruppo Strumentale “Bottella Papel” di Parigi. Pierangelo Gelmini • Ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio di Milano, affiancando alle discipline strumentali la composizione e la direzione d’orchestra. Ha quindi proseguito gli studi di direzione a Stoccarda, Ginevra e Berlino, E vincitore dei concorsi internazionali di direzione d’orchestra “Johannes Brahms” 1989, “ORT Orchestra della Toscana” Firenze 1990 e ”Prokofiev” San Pietroburgo 1993. Ospite delle principali orchestre regionali italiane e di numerose orchestre europee, ha collaborato con riviste musicali italiane e straniere, ha tenuto conferenze sul melodramma italiano e pubblicato due studi nel volume Guide des opéras de Mozart (Fayard-Paris). Dal 2001 al 2004 è stato Direttore musicale stabile delle produzioni del Festival Autunno Musicale a Como, affiancando Italo Gomez nella ideazione e produzione di numerosi eventi musicali e concerti in tutta Europa e nell’ambito del Festival di Como. Nel 2002 ha instaurato un’intensa collaborazione con l’Orchestra Sinfonica del Cairo, con la quale ha tenuto concerti alla Cairo Opera House e al Festival di Alexandria. Nel 2004 diventa direttore stabile della stagione d’opera del Teatro delle Erbe di Milano dove dirige in un triennio tutti i principali titoli del repertorio italiano. Dal 2006 al 2010 è Direttore Principale della stagione lirica al Castello Sforzesco prodotta dal Comune di Milano. Orchestra Sinfonica del Lario • Violini primi Stefano Sergeant, Carol Bergamini, Emma Santi, Ida Di Vita, Andrea Bonavita, Roberto Zafarana, Elisabetta Zuliani, Lucia Lago, Alessandra Tomassoli, Cinzia Bonacina • Violini secondi Andrea Fusi, Mariateresa Lietti, Giusy Belluco, Matteo Bozzolan, Giulia Larghi, Federica Marelli, Gaia Ghidini, Federica Gatti • Viole Chiara Zabatta, Federica Andreoli, Maria Bocelli, Gaia Leoni, Angela Marelli, Damiana Solinas, Elena Allevi • Violoncelli Leonardo Gatti, Michele Rimoldi, Paola Colombo, Veronica Marelli, Serena Patanella, Riccardo Marelli, Raffaello Monaco • Contrabbassi Stefano Gatti, Matteo Pallavera • Flauti Silvia Tuja, Daisy Citterio • Oboi Beatrice Sironi, Marco Castelletti, Germano Cortesi • Clarinetti Angelo Bassi, Nicola Rizzo, Maria Amodio • Fagotti Angela Gravina, Alberto Cappelletti, Carlotta Guffanti • Corni Elisabetta Caslini, Davide Miniscalco, Andrea Brunati, Cristina Pini • Trombe Guido Longoni, Michele Cappelletti, Gabriele Molteni • Tromboni Fedele Stucchi, Edoardo Molteni, Mauro Ciccarese • Arpa Viliana Ivanova • Timpani e percussioni Marco Beschi, Francesca Sgarbossa, Maurizio Berti • Pianoforte e organo Maurizio Fasoli www.accademialario.it La stagione si realizza grazie al contributo di Si ringrazia inoltre la Comunità Pastorale di San Vincenzo per aver voluto ospitare il Concerto di Pasqua presso la Basilica di San Teodoro info biglietti e abbonamenti www.teatrosanteodoro.it [email protected] tel. 031 717573 / 338 2170275