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FR
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LA
TRA
MURA LES
L’arte in carcere
Verona, 20 - 28 Ottobre 2012
Convento San Bernardino - Via A. Provolo, 28 - Verona
orario: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30
Per informazioni: www.lafraternita.it - Tel./Fax 045 8004960
Con il sostegno della
PASSIONE E IMPEGNO NEL SOCIALE
CON IL PATROCINIO DI
TRA MURA LES
L’arte in carcere
Si rinnova l’atteso appuntamento “Tra
Murales”, una mostra che porta le opere
create dai detenuti fuori dal carcere per
dare visibilità ad un percorso artistico,
ma soprattutto di crescita personale.
L’uomo, dalle sue origini, ha disegnato
scene di caccia e animali sulle pareti
delle caverne: solo ciò che è raccontato
vive.
L’espressione artistica aiuta a superare
l’angoscia, a convivere con la solitudine,
ad allontanare la sofferenza e a tentare
FIORI - Sayah Karim
una solidarietà con altri uomini. L’arte fa
Tela cm. 40x40
correre al di là dei muri, lascia alle spalle
porte e finestre spesso buie e immette in fantastici scenari di mare, di spiagge, di
foreste, di città, di paesaggi. L’artista può diventare il personaggio della propria
opera e la sua opera diventa la sua libertà.
Un sentito ringraziamento a tutti coloro che
contribuiscono a realizzare un evento che colloca il
carcere dentro la città e che con lo scambio di forme, di
colori, di emozioni e di sentimenti offre all’arte l’ardua
fatica di continuare a cercare di capire e a scavare in
un pozzo senza fine che è il cuore di ogni uomo.
PONTE PIETRA - Kurukuha Suriya
Tela cm. 40x50
Dott.ssa Mariagrazia Bregoli
Direttore Casa Circondariale - Montorio - Verona
in copertina: GLI EMIGRATI - Rehioni Haronne • Olio su tela cm. 40x50
CON TRA MURA LES VOGLIAMO PORTARE “FUORI” IL CARCERE
Eccoci anche quest’anno alla nostra
settimana di TRA MURA LES 2012,
settimana dedicata ai detenuti, alle loro
famiglie e ai cittadini di verona; vogliamo
quest’anno affrontare un altro tema
importante: parlare delle vittime di reato,
che spesso vengono un po’ dimenticate.
Il tentativo del 2012 sarà quello di
rendere la settimana del Tra Mura Les
una settimana viva e presente tra la
cittadinanza e di dedicarla il piu possibile
a loro, aumentando speriamo la nostra
visibilità nei loro confronti; abbiamo
voluto fissare tre momenti importanti
oltre all’inaugurazione con le autorità,
PIAZZA ERBE - Omari Mohamed
Tavola cm. 35x45
in particolare: la nostra associazione
ha contribuito alla nascita dell’ASAV (associazione Scaligera Assistenza Vittime di
Reato) ed è per questo che in una serata aperta al pubblico parleremo anche di
questo... per non dimenticare… ci saranno figure che si occupano nello specifico di
questo argomento e speriamo di avere anche una buona presenza di cittadini;
Parleremo ancora delle famiglie che seguiamo tutti i giorni singolarmente e tutti i
mesi in gruppo per poterli ascoltare ed accogliere nelle loro necessità, e anche qui
cercheremo di capire se quello che facciamo è sufficiente e sapere da loro come e
dove migliorare; faremo questo incontro insieme con tutti i presidenti e i volontari
delle altre associazioni per capire tutti insieme e scambiarci le nostre esperienze.
Poi il sabato presentiamo il nuovo DVD “Raccontamela giusta attorno al carcere”
dove abbiamo raccolto delle esperienze significative delle nostre famiglie, degli
operatori e delle persone che intorno al carcere operano tutti i giorni.
Nell’edizione 2010 scrivevo: “Il carcere non è “la soluzione” ma una “soluzione“ ed
è in questa realtà che la nostra associazione lavora con impegno giornaliero, con
passione e con tanta voglia di donare ai detenuti e ai loro familiari dei momenti
di serenità; ai primi con le attività in carcere agli altri con le attività periodiche
di ascolto”.
Oggi nel 2012 questa frase la sento ancora attuale anche se molto è stato fatto,
ma non è ancora abbastanza: dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi affinchè la
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società civile si accorga di un mondo che non è solo il carcere, il detenuto, la polizia
penitenziaria ma è fatta di un mondo che ruota intorno; le famiglie nel termine
più ampio della parola e che si vede sempre e comunque giudicata prima ancora
del processo, i giornalisti che con la loro superficialità sbattono sempre il mostro in
prima pagina e non si rendono conto che dietro alla notizia esistono delle persone
che soffrono e sono cosi messe sotto i riflettori... senza veli.
Con TRA MURA LES vogliamo portare “fuori” il carcere, far capire come vivono i
detenuti (l’esposizione della cella è significativa) e cosa riescono a fare in termini
di pittura, ceramica e oggettistica che potrete ammirare nel chiostro di San
Bernardino.
Vorrei ringraziare tutti i volontari dell’Associazione che regalano il loro tempo
libero per migliorare e portare aiuto in questo mondo cosi complesso e difficile;
e credetemi non è un ringraziamento di circostanza ma di cuore e di affetto per
questi uomini e donne che nel silenzio portano sulle spalle il peso di una azione
di accompagnamento e di accoglienza di chi è in condizione di difficoltà e che ha
spesso nel volontario un punto di riferimento importante.
Grazie a tutti!
Francesco Sollazzo
Presidente Associazione La Fraternità
QUANDO L’ARTE CI RENDE…
LIBERI!
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Ancora una volta siamo presenti con questa esposizione pittorica, quest’anno
pensavo proprio di non farcela. Però con l’aiuto (divino), ci siamo riusciti.
Stiamo vivendo un periodo
storico di esasperazione e
i detenuti ne sono parte
integrante, quelle piccole
attività che si cerca di
concretizzare
all’interno
del carcere, sono per loro di
vitale importanza, non sono
solo svago o passatempo ma
valgono soprattutto come
processo di rinascita.
Cerchiamo di essere sensibili
a questo problema e non
VENEZIA - Kurukuha Suriya
nasconderci dietro a un
Tela cm. 40x30
dito, chiudere gli occhi e far
finta di niente non serve a nulla, tutti ci dobbiamo impegnare per questa loro
riconciliazione con il mondo, insieme si potranno superare tutti gli ostacoli e così
girare per le nostre strade senza l’ombra che ci perseguita.
Claudio Caldana
Insegnante di pittura
“Noi siamo i nostri sogni”, come diceva
qualcuno… Parto, da qui, da questo detto…
e vado, dovunque mi porta il mio pennello,
appartato dal resto del mondo, che continua
a vivere fuori dai suoi muri. Ci si smarrisce
a guardare dei dipinti, risalgono al cuore
da vie invisibili, il fascino dei colori e delle
forme svelano quell’indefinita confusione di
un mondo interiore nel quale ci è riflesso un
mondo esterno con i suoi drammi quotidiani.
Si, attraverso la pittura, tutto è possibile…
Nedelcu Sorin
… COME PROCESSO DI RINASCITA
MI SONO PERSO
Mi sono perso...
i tuoi primi passi.
Mi sono perso...
Le tue prime parole.
Mi sono perso...
La gioia di vederti soffiare
sulla tua prima candelina.
Ma dentro di me
quella fiamma di essere Padre
rimane accesa.
NATIVITÀ - Nedelcu Sorin
Tavola cm. 21x30
Marcello Fiore
PESCATORI - Lucchese Giovanni
Tavola cm. 40x30
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Ringrazio l’Associazione La Fraternità e
tutti coloro che hanno contribuito alla
realizzazione del corso di Pittura a Olio per
avermi dato la possibilità di partecipare; per
me è stata una novità prendere in mano
un pennello e poter mettere in gioco le
mie capacità artistiche. Durante il corso
ho conosciuto altri detenuti ed ho passato
qualche momento fuori dalla cella, in un
ambiente sereno e spensierato. Ho scelto di
dipingere un paesaggio montano per il senso
di spazio e libertà che ho provato ricordando
le passeggiate che facevo in montagna.
MONTE CERVINO - Lucchese Giovanni
Tavola cm. 30x40
Lucchese Giovanni
UN MONDO NUOVO
Vivo in un mondo nuovo
Dove la sofferenza
La fa da padrona.
Malinconie e tristezze
Devastano la mente
Rimorsi per errori commessi
Spezzano il cuore.
Mentre il sistema
Ignora questa straziante sofferenza
Qualcuno
Si è preso cura di noi.
Anni e anni ha trascorso
Tra queste mura
Il suo capo
Si è tinto di bianco
Ma la fede
E la saggezza di Frà Beppe
Di rimetterci sulla retta via
È immensa.
Marcello Fiore
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LA MASCHERA - Rezzidori Fabio
Tela cm. 40x50
IL CARCERE NON È LA COLONIA DELLE SUORE
Entrare in carcere non è certo come
entrare nella casa del Grande fratello
o andare in colonia dalle suore.
All’improvviso vieni prelevato dalla tua
abitazione o dal posto di lavoro e vieni
sbattuto in una piccolissima cella con
persone che non conosci.
In seguito a questo è normale ed umano
avere un periodo di sconforto che a
volte, per le persone dotate di carattere
più fragile, come me, sfocia nella
depressione. È facile farsi schiacciare dai
rimorsi e dai sensi di colpa che prendono
il sopravvento e cancellano quello che eri
e quello che sei.
A volte non è sufficiente sfogarsi
ORSETTO - Hassai Said
Tavola cm. 35x45
con i compagni di cella e si sente il
bisogno di parlare con uno specialista. Il solo e vero aiuto l’ho avuto come al solito
dall’Associazione La Fraternità e dai Frati del
Convento di San Bernardino.
Grazie a loro ho potuto finalmente parlare con una
psicologa che mi ha seguito per molto tempo. Ancora
una volta questi angeli volontari sono determinanti
nella mia scalata alla serenità e quindi alla vita.
Chissà che cosa sarebbe stato di me senza l’aiuto di
queste persone.
Probabilmente sarei stato solo un numero nella
statistica dei suicidi in carcere, ma per mia fortuna,
posso ringraziare chi sicuramente mi ha salvato la
vita.
SARA - Omari Mohamed
Viene spontaneo pensare che l’opinione pubblica
Tavola cm. 30x40
ci ritenga delinquenti immeritevoli di ogni tipo di
aiuto e che se il potere legislativo fosse in sue mani, saremmo tutti condannati a
morte senza il bisogno di aspettare di essere noi a provvedere a gesti estremi.
Carlo Pizzoli
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GRUPPO CAPPELLANIA CARCERE
Lo spettatore che viene a visitare la mostra
Tra Mura Les, giunta quest’anno alla 15ª edizione, non si trova solamente davanti ad un
quadro o a qualche altro oggetto, ma si trova
davanti al vissuto di chi ha composto l’opera
d’arte. I corsi che si tengono in carcere, infatti, oltre che a far trascorrere parte del tempo in uno spazio condiviso fuori dalla cella
hanno, anche e soprattutto questo scopo:
quello di far emergere le proprie emozioni, i
propri pensieri, i propri stati d’animo e le proprie ansie. I corsi di pittura, di giornalismo, di
lettura, di musica, … e i volontari e gli operatori che prendono carico di queste attività,
si propongono come mezzi e strumenti che
CAVALLI - Hassai Said
danno al detenuto la possibilità di esprimerTavola cm. 35x45
si liberamente, parlando con la propria vita.
Tale importanza è stata ampiamente confermata anche dalla voce autorevole di un
personaggio che, qualche mese fa, è entrato nel carcere di Montorio per parlare ai
detenuti e alle detenute: Roberto Vecchioni. Egli li ha invitati a utilizzare al meglio,
in modo creativo, il tempo della detenzione, combattendo la noia che è sempre in
agguato e che porta alla distruzione interiore. Il periodo della carcerazione non deve
essere un semplice passare del tempo ma deve essere un’occasione per la riconquista
del proprio tempo, che deve essere vissuto pienamente.
Ciò che si vede in questa mostra sono opere d’arte, perché la vita di ogni persona che
ci sta dietro è un’opera d’arte. Questa è la convinzione che anima noi della cappellania
quando ci accostiamo a queste persone per ascoltarle, accompagnarle, dare loro dei
consigli. Non c’è sbaglio o errore che tolga alla persona il valore e la dignità di cui è
portatore. Ed è questo ciò che cerchiamo di trasmettere anche a loro, perché spesso il
peso di qualche reato commesso li porta ad essere loro stessi i primi giudici di fronte a
ciò che hanno commesso. Ma la persona non è determinata da ciò che ha commesso,
ha sempre la possibilità di rimettersi nel giusto cammino, con la consapevolezza di
essere stimata ed apprezzata da persone che la aiutano a compiere questi passi di
libertà interiore. La nostra preoccupazione è quella di testimoniare e trasmettere ciò
che ci ha chiamati, attraverso varie vocazioni, a questo servizio: l’amore di Dio per
l’uomo il quale “non è venuto a chiamare i giusti ma i peccatori” (Mc 2,17).
"UN ERRORE NON VI FA MENO UOMINI"
Roberto Vecchioni in visita al carcere
È stata una giornata davvero
particolare quella dello scorso 10
marzo, quando è venuto a farci visita
Roberto Vecchioni. Non è nuova, La
Fraternità, ad iniziative di questo tipo.
In questo mondo chiuso in cui le ore
trascorrono lente e ripetitive, Vecchioni
ha portato una ventata di allegria, di
vera e propria emozione, condivisa dai
detenuti, ma anche da tutto lo staff
della polizia penitenziaria. Stringe la
mano ad ogni presente, rompendo ogni
possibile barriera preconcetta, e dedica
ai carcerati un discorso centrato sui temi
fondamentali: la possibilità di incorrere
in errori nel corso della propria vita,
BORGO ANTICO - Lapadat Gasper
ma anche di imparare dai propri sbagli,
Tavola cm. 30x40
cercando di utilizzare al meglio il tempo
che, volenti o nolenti, si ha a disposizione nel corso della detenzione. Ai presenti
Vecchioni racconta di come le nostre vite siano sempre piene di tutto, di come ci si
accorga del valore di una cosa solo al momento in cui la si perde. Un incontro, quello
tra il professore e i detenuti di Montorio, che ha il sapore di una attesa piena di
fiducia: “Dovete avere speranza nel futuro - dice alla platea - perché voi siete persone,
siete uomini e donne al pari di tutti quelli che vivono fuori di queste mura, e questo
non viene meno solo per il fatto di aver commesso un errore. Non dimenticatelo. E
se nel corso della vostra vita non avete avuto il tempo, l’occasione per leggere, per
studiare, fatelo ora. Leggete, scrivete, scoprite la forza della parola: solo la parola dà
vera libertà. Chi conosce le parole e le sa mettere insieme, non ha padrone.”
Estratto da Verona fedele
di Francesca Mauli
sr Alessandra per
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Il gruppo Cappellania: don Maurizio Saccoman, don Paolo Dal Fior,
Diacono Carlo Bernardi, fra’ Beppe Prioli e altri sacerdoti collaboratori e Suore
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L’ARTE DEL DISEGNO SPONTANEO E LA SUA NARRAZIONE
QUADRO
Fare arte educativa non vuol dire riempire le menti con qualcosa a esse estraneo, ma
si traduce nell’attivare e nello sviluppare la volontà di azione verso il bene e il bello
presente in ogni uomo. Siccome l’uomo non è mai qualcosa di definito, di statico, di
compiuto, ma è in continua formazione, l’educazione deve continuare per tutta la vita.
“Non è importante solo sapere, ma saper essere” e questo è un aspetto fondamentale
dell’arte educativa. Difatti, “possiamo educare gli altri solo nella misura in cui abbiamo
raggiunto la nostra”. Possiamo dare solo quello che siamo… Così l’esperienza diretta
rivolta a se stessi, come hanno fatto le persone al laboratorio: l’arte del disegno e la
sua narrazione, ha consentito al partecipante di ri-scoprire le proprie risorse che da
sempre possiede e che hanno permesso all’umanità di evolvere. Esprimere le sensazioni
interiori, dando loro forma e colori diversi, è una modalità che permette di sfruttare
positivamente l’aggressività e i problemi più interiori della persona. Inoltre nel dare una
consequenzialità ai propri disegni e nel descriverli si crea una storia che è educativa
qualora, nel narrarla, si notano delle “parti” che richiedono di essere modificate o
trasformate. Poiché l’arte educativa è innanzitutto un intervento relazionale nel
quale prevalgono l’empatia, l’ascolto e l’umiltà di voler conoscere, tutti i partecipanti
del laboratorio hanno potuto esprimere il proprio punto di vista in merito ad una
possibile modifica o trasformazione. Il loro intervento è successivo all’’ascolto di quello
dell’autore al quale aspetta sempre la decisione finale su come procedere con la propria
storia. Questo perché, chi non meglio di lui sa quanto, come e
che cosa interpretare, accogliere, lasciare, usare, trasformare e
raccontare riguardo al proprio operato. In questo modo si assume
la responsabilità della propria scelta e del proprio agire. Pensieri
di Luce a tutti.
Vorrei dipingere su una tela la mia vita
Ma come posso dipingere una vita cosi
negativa?
Non sarebbe che un brutto quadro
parlerebbe solo di malvagità,
di cattiveria.
E di avversità che ho dovuto subire ed
accettare.
Ma in un angolo della tela
dipingerei un bambino
con i capelli biondi e riccioloni
che mi fa ricordare quando ero
qualcuno
e senza peccati.
Mario Scala
TESTIMONIANZE DI PARTECIPANTI AL LABORATORIO
In attesa della libertà il mio tempo passa così: leggo, scrivo, vado
al corso di disegno e scrittura spontanei. Il tavolo mostra il corso
che faccio, i libri significano la lettura, le persone sono alcuni
amici di corso. La sedia è vuota perché uno del gruppo è uscito
in libertà. Questo significa che la speranza è ancora viva in me e
che finisca presto questa brutta esperienza.
R.M.
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Tela cm. 40x50
PENSACI
Mara Chinatti - La conduttrice del laboratorio
Il Laboratorio L’arte del disegno spontaneo e la sua narrazione
si è svolto grazie al contributo dell’Associazione Lions Club Bussolengo - Pescantina - Sona.
Si ringraziano di cuore il presidente Mario Beltrame, il signor Flavio
Castioni e tutti i soci.
RAGAZZA DI STRADA - Rezzidori Fabio
BOLIDO - Lucchese Giovanni
Tavola cm. 30x40
Fermiamoci una mezz’ora
Sediamoci un poco
mettiamoci le mani in testa
chiudiamo gli occhi
e con le mani fra i capelli
pensiamo.
Pensiamo al male fatto
ad altri e anche a noi.
E senza piangere
chiediamo scusa a chi
abbiamo fatto del male,
e perdono a Dio.
E poi pensaci prima
di aprir bocca
e dire altre cavolate,
o prima di fare qualcosa di sbagliato
per non pentirci dopo
Pensaci.
Mario Scala
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PAPAVERI - Kurukuha Suriya
Tela cm. 40x30
VOLTO - Rezzidori Fabio
ANIMA ALLO SPECCHIO
POSITIVO E NEGATIVO
Il tempo scorre fluido e inesorabile;
e ancora gli occhi luminosi scrutano allo specchio
i lineamenti di un volto con sottili solchi
rigati, rimembrando un passato di infinite
esperienze bruciate in fretta, in pubertà.
Ho cominciato a perdere velocità nonostante
il mio corpo agile rimasto giovane per
non essermi mai arreso all’abulia
di un sole tra le sbarre.
Il tempo scorre fluido, inesorabile, sentendomi
come un salice provato dalle intemperie
e sradicato dall’intelleggibile realtà
per essere trapiantato in terra, ove posso crescere
con qualunque tempo, dove il grano matura,
con il sole e con la pioggia.
Il tempo scorre fluido, inesorabile, sentendomi
come l’acqua che corre, corre …..
Dimenticando
i sassi che gli fanno da ostacolo, accarezzando
le piccole erbe e le radici profonde, distaccato,
proteso e ridente sotto il cielo di Dio.
Certo, non è facile affrontare la
carcerazione perché entriamo in
un contesto a noi sconosciuto.
Dobbiamo adattarci a tutto
quello che arriva
Per esempio fare la doccia solo
tre volte alla settimana, e dover
condividere spazi stretti con
persone di varie etnie e magari
con scarsa igiene personale.
Tutto questo è difficile
soprattutto all’inizio e poi con il
passare del tempo ci si abitua e
si migliora pian piano la propria
permanenza qui.
MASCHERE - Thompson Emmanuel
Le difficoltà non sono solo quelle
Tela cm. 50x50
appena indicate: ci sono anche
la solitudine, la sfiducia contro tutti e tutto. Ma anche questi momenti con il tempo
si attenuano e soprattutto gli affetti più cari non passano. A noi sono difficili da
rimpiazzare e per chi ha la fortuna di avere visite o ha la possibilità di telefonare ai
propri cari la sofferenza un po’ si riduce. Invece, per chi non ha questa opportunità
la vita in carcere è sempre più dura. Ma basta avere sempre fiducia in sé stessi ed
avere la positività in corpo, non abbassando mai la testa. Per tutti c’è rimedio. Dopo la
tempesta c’è sempre il sole. Basta credere ed avere fede nel positivo.
Un’altra cosa positiva in carcere è la relazione con varie tipologie di persone che
lavorano all’interno dell’ istituto. Io personalmente ho imparato a conoscere agenti,
volontari che, tutti in maniera diversa mi hanno dato qualcosa per arricchire la mia
esperienza di vita. C’è sempre da imparare e in qualsiasi momento questa lezione ti da
energia per poter diventare una persona migliore. Io mi auguro che questa esperienza
mi abbia arricchito. La riprova la avrò solamente una volta raggiunta la libertà. È lì che
avrò il modo di misurare se veramente sono diventato una persona nuova e se tutta
la sofferenza subita, una volta tornato in libertà, sarà non solo una parola al vento. Io
questo al momento non lo so definire ma chi vivrà vedrà!!
Lucio Citto
Tavola cm. 40x30
IL DONO DI DIO
Non cercare
quello che non puoi avere
stringi tra le mani
quel poco che hai
e fanne tesoro.
All’occorrenza
dividilo con gli altri
e ti accorgerai
che quello che cerchi
è più vicino di quanto pensassi.
Amare sé stessi
è un dono di dio
senza di esso
non potresti amare gli altri.
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Marcello Fiore
PONTE A VENEZIA - Omari Mohamed
Tavola cm. 30x40
Emmanuel Thompson
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L’UOMO
Quando siamo nati
siamo nati nudi,
nudi, è vero,
però siamo puliti.
Poi siamo noi che ci sporchiamo.
Ed imprechiamo contro il Signore
che le cose vanno male,
o con la sfortuna che ci perseguita,
come è solito il nostro
dire e fare.
Dalla “Proposta didattica” della Fraternità
Raccontamela giusta attorno al carcere
sul carcere, la pena, la legalità, la sicurezza.
Un sussidio multimediale, un percorso didattico
e una visita guidata per combattere i pregiudizi
“La Fraternità”, che da oltre trent’anni si occupa di giustizia e carcere, ha pensato
di rendere più ampia ed incisiva questa attività di sensibilizzazione strutturando un
percorso con più opportunità.
INVERNO - Hariri Cherkaoui
Tavola cm. 40x30
PERCORSO IN CLASSE
L’uomo è l’essere più incontentabile
e falso sulla terra
Non è contento mai di niete.
Meglio un cane
che se gli dai un pezzo di pane
ti fa festa
e non ti si gira contro.
Mentre l’uomo davanti ti parla bene
e alle spalle ti parla male.
VELE ROSSE - Kurukuha Suriya
Mario Scala
Tavola cm. 30x40
COMPOSIZIONE METAFISICA Thompson Emm. - tavola cm. 30x40
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PONTE PIETRA - Lucchese Giovanni
Tavola cm. 40x30
Si propone di dedicare qualche ora in classe o per gruppi d’interesse alla visione del
sussidio multimediale “Raccontamela giusta attorno al carcere” che comprende, oltre
ad un foglio illustrativo, un DVD con alcuni filmati e un CD Rom con un’ampia scelta
di argomenti.
Volontari esperti sono a disposizione per accompagnare la visione dei filmati con
testimonianze e risposte alle domande. Eventualmente si possono programmare altri
incontri per approfondire alcuni argomenti.
TESTI CD ROM SU: Commenti al DVD, Il contesto sociale,
La pena, Le norme, Le statistiche, La vita quotidiana,
L’affettività, Gli stranieri, Intercultura, Le tossicodipendenze,
I minori, Storie ed emozioni, La formazione, La
sensibilizzazione, L’informazione, L’attualità viceversa, La
coerenza dei cristiani, Associazioni, attività, progetti.
FILMATI DVD: Persone detenute: storie di vita raccontate da detenuti nel carcere di Montorio • Serbatoio carcere: il lavoro e i racconti di detenuti in semilibertà •
Verona bed & breakfast: storia di un detenuto scarcerato,
che non sa dove andare • Bravo ragazzo o teppista?: la
vicenda di uno dei ragazzi arrestati per gli scontri del
dopo-partita allo stadio • Questione di scelte: intervista
ad un detenuto in permesso, che non si comporterà come dice • Nostro figlio,
nonostante tutto: sofferta testimonianza dei genitori di un tossicodipendente •
Vorrei: parole di desiderio in carcere • Persone sul campo: interviste al Procuratore
capo dott. Papalia, al Direttore del carcere di Montorio dott. Erminio, a fra Beppe,
fondatore della Fraternità • Note sotto chiave: musiche composte ed eseguite da
detenuti nella cappella del carcere di Montorio.
Eccoci a una nuova edizione del libro, con piccole
aggiunte e cambiamenti che vogliono testimoniare
la vita vissuta da queste pagine. Abbiamo presentato
40 anni tra i lupi in varie città d’Italia, lo abbiamo
spedito a tutti i detenuti con i quali teniamo una
corrispondenza e la risposta è stata sorprendente. Io
ho chiesto ai detenuti, a ognuno di loro, di mandarmi
una recensione di questo libro: dai loro scritti sono
emerse altre storie, altre riflessioni, altri mondi dentro
al grande mondo del carcere e tanti detenuti che non
ci conoscevano ci hanno conosciuti attraverso questo
libro. Perchè quando arriva un libro dentro a una cella,
non accade mai che resti fermo lì: in carcere ogni libro
riesce a suscitare la curiosità dei compagni di cella e di
prigionia e ce lo si scambia, lo si commenta. Con maggior partecipazione se si tratta
di un libro i cui veri protagonisti sono loro, i lettori detenuti.
In giugno è stato stampato il libro "Vite Sbarrate" edito
da Foschi editore e scritto dal giornalista Roberto Zoli
che ha sviluppato un'intervista tra il cappellano del
carcere di Forlì, don Dario Ciani ed il giudice Michele
Leoni, presidente di sezione a Bologna, sul tema delle
carceri. Nel libro sono trattati i temi che riguardano la
popolazione carceraria, le cose che non funzionano o si
potrebbero aggiustare nella macchina della giustizia. Lo
scrittore, amico del magistrato e del sacerdote, ha sempre
avuto a cuore queste tematiche che ha ben esposto e
focalizzato nella loro essenza. Per dare maggior voce al
"pathos" ha inserito le testimonianze di alcuni detenuti.
Il libro merita di essere letto per la sua scorrevolezza e per
l'importanza sociale dei contenuti, nonchè per la carica
di umanità che rivela. Sono 133 pagine che raccontano
migliaia di vite.
Carlo D'Avanzo
ASSOCIAZIONE “LA FRATERNITÀ”
Via Antonio Provolo 28 - 37123 Verona - Tel./Fax 045 8004960
www.lafraternita.it - [email protected]
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Vedi il libretto di presentazione di Tramurales 2012