CULTURA COOPERATIVA | buone prassi CARCERE: non solo detenzione “Anche se leggere è spesso un atto solitario, in realtà coinvolge tutti. Non è un’azione staccata dagli altri o da sé, perché è soprattutto un modo di trovare qualcosa che già ci appartiene”. E’ questa la citazione che accoglie chi entra ora nella biblioteca della Casa Circondariale di Trento. Appesa da un detenuto al termine del percorso formativo “Bibliotecarcere”, testimonia il cammino da poco terminato dei sette allievi che ne sono stati protagonisti. La biblioteca, per eccellenza il luogo del sapere e della cultura, ha ospitato un corso realizzato da Consolida in collaborazione con la Casa Circondariale di Trento e finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Un progetto innovativo che ha avuto come obiettivo principale quello di provare a rendere la biblioteca uno spazio generativo di benessere per chi vive tutto o parte del proprio tempo dentro le mura del carcere. L’obiettivo della prima parte del corso di promuovere la lettura, riorganizzare il patrimonio librario esistente e creare una procedura di catalogazione, è stato perseguito grazie al contributo del Servizio Bibliotecario Trentino. I detenuti hanno lo stesso diritto degli altri cittadini ad avere accesso all’informazione, pertanto la biblioteca carceraria ha la responsabilità di raccogliere e mettere a disposizione l’informazione nonché di stimolare lo sviluppo intellettuale sociale e culturale dei detenuti incoraggiando al suo interno un clima di libertà intellettuale, curiosità e responsabilità. Per questo contribuire alla formazione del profilo di “Addetto alla biblioteca” ha signifi- cato soprattutto lavorare sull’acquisizione di consapevolezza. Dei propri bisogni culturali in primis e di quelli degli altri detenuti o potenziali utenti poi. Un lavoro di riflessione, di ascolto e di attenzione, supportato da metodologie didattiche interattive e da numerose esercitazioni che ha permesso ai detenuti di elaborare uno strumento di rilevazione dei bisogni di lettura di tutte le persone che gravitano intorno alla Casa Circondariale e successivamente di personalizzare e riempire di senso la biblioteca, trasformandola nel centro nevralgico di uno spazio, il carcere, per il resto neutro e uguale a se stesso. L’analisi del patrimonio esistente e la valutazione dei dati di frequenza e prestito, hanno permesso di sviluppare alcune proposte per un potenziamento qualitativo del servizio di biblioteca; nonché la riorganizzazione di alcuni scaffali con suggerimenti di lettura, informazioni di comunità (opuscoli e manuali per la pianificazione preliminare alla scar35 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 2 - F E B B R A I O 2 0 1 2 cerazione e la ricerca del lavoro). Il tentativo di aprire canali di comunicazione tra “dentro” e “fuori” il carcere, per promuovere la cultura dell’inclusione e l’educazione alla legalità, è stato invece il fine della seconda parte del percorso, centrata sulla rappresentazione della vita in carcere – oggetto di stereotipi e pregiudizi – passo imprescindibile per un avvicinamento alla comunità. L’utilizzo di linguaggi e strumenti diversi nonché di collaborazioni ormai consolidate – come quella con Radio Dolomiti – hanno portato alla realizzazione di un programma radiofonico e ad un prototipo di visita del carcere da proporre agli studenti delle scuole superiori. Un'esperienza che, attraverso le narrazioni e i pannelli illustrativi realizzati dai detenuti, possa essere occasione di riflessione sui valori di libertà e legalità (p.p.). Tempo di lettura: 2’55’’