Novembre 2013 momentI di Gordona Novembre 2013 Momenti di Gordona - novembre 2013 Biblioteca della Valchiavenna Succursale di Gordona Realizzazione a cura della Commissione di gestione della Biblioteca di Gordona Piazza Giovan Battista Mazzina, 5 23020 Gordona (So) tel. 0343 42899 e-mail: [email protected] [email protected] Da alcuni anni il nostro bollettino è consultabile in formato digitale sul sito internet del Comune di Gordona (www.comunegordona.valtellina.net) nello spazio riservato alla vita del paese, alla voce ‘enti e associazioni’, ‘biblioteca comunale’. Orari di apertura della biblioteca: lunedì 14,30 – 17,00 martedì 14,00 – 17,30 mercoledì14,30 – 17,00 giovedì 14,30 – 19,00 venerdì 14,30 – 17,00 Attività 2012-2013 Presentazione del libro Crotti di Valchiavenna Corso di decorazioni per l’Avvento Corso di biscotti di Natale Una serata con Giovanni Bertacchi Calendario “Bon èn 2013: …vec futugrafii, biencĥ e negar e un poo ŝculurii” Corso di bricolage per bambini Selezione e acquisto di libri in occasione della Giornata della Memoria Presentazione del libro Al di qua e al di là del confine Progetto “sOgnalibro 2013” rivolto a tutte le classi elementari e medie con premiazione Selezione di libri inerenti la lotta partigiana in occasione dell’anniversario della liberazione dal fascismo Mostra “Album di famiglia” allestita in occasione della Festa della Focaccia 2 momentI di Gordona Novembre 2013 Sommario 4 Dalla Commissione Biblioteca 5 Dalla Bibliotecaria 7 I CARE… La memoria non è in crisi 9 “Il mio sOgnalibro” 10 Emozioni… in bianco e nero 11 Una serata con Giovanni Bertacchi 14 Du puesii dal Fanada 15 Storia di un barbagianni di nome Giovanni 18 Corso di bricolage in biblioteca 19 Il nuovo rifugio all’Alpe Notaro 19 L’Alp di Nudée 20 La Società privata di mutuo soccorso del quartiere di Gasparoni a Gordona 24 Il lavatoio a Pendoglia in località ai Raslée progettato nel 1877 dall’ingegnere Giuseppe Vanossi 26 Un censimento del 1878 a San Giacomo Filippo sui cavalli di Gordona idonei per l’esercito 28 Novembre 1913: “La marcia della cooperazione in Provincia di Sondrio” 30 Vita nostra 36 Da Gordona all’Arizona 38 Alpini: un gruppo che si rinnova 39 Calcio Gordona – categoria Pulcini 39 Dal Comitato della Festa de la Füghiascia 40 Valentina … e Stefano 42 Riflessioni 44 Dove vanno a finire i vostri giocattoli? 45 Al maeštar 46 “Congedi” 47 Dati anagrafici 2012 3 momentI di Gordona Novembre 2013 Dalla Commissione Biblioteca “Una vita sociale sana si trova soltanto quando nello specchio di ogni anima la comunità intera trova il suo riflesso, e quando nella comunità intera le virtù di ognuno vivono”. (Rudolf Steiner) (in copertina: la comunità gordonese) Questa caratteristica di movimento del nostro lavoro ha prodotto un nuovo sistema di comunicazione e diffusione delle informazioni che stimola una sempre maggior partecipazione. Attingere dati già noti, rielaborarli e riproporli sotto forme nuove, questo in sintesi quello che facciamo, presuppone una sequenza di azioni specifiche organizzate e concatenate. Il primo anello della catena è l’intera comunità: ognuno con le proprie specificità e competenze contribuisce a dar forma a nuove idee, ad incrementare la quantità di informazioni Questa volta volevamo essere certi che ci necessarie alla realizzazione dei singoli pro- fossimo tutti. getti che diventano così espressione della Abbiamo fotografato gli alpeggi e le baite, le case e le strade. Poi abbiamo ritratto le Momenti di Gordona e Bon èn costituiscono famiglie e i coscritti, le feste e i compaesani un flashback di questo anno di ascolti e di emigrati in altri continenti. In mezzo a tante confronti, di analisi e ricerche. immagini ne mancava però ancora una, quella di noi tutti insieme, noi Gordonesi di oggi. Come immortalare in un unico scatto la nostra comunità al completo, nessuno escluso? Il primo dato è senz’altro positivo: si dedica sempre più tempo alla lettura e si pone molta attenzione nella scelta dei nuovi acquisti di libri e dvd tenendo conto dei consigli e delle Ora ognuno, attraverso la propria immagine segnalazioni degli utenti. Nuova terra è stata riflessa in copertina, potrà riconoscersi all’in- rimossa attorno alle nostre radici: la memoria terno di questa “foto di gruppo” e avere la torna a ricalcare le impronte lasciate dai nostri consapevolezza di essere parte di un insieme antenati restituendo altre unità al nostro dna. che tanto più è coeso tanto più è in grado di La laboriosità e la generosità che riunisce i sprigionare energie capaci di muovere e di Gordonesi in singole associazioni si concre- cambiare. tizza in attività sempre nuove a sostegno del Anche quest’anno il lavoro della biblioteca ha potuto contare su un’ampia collaborazione. Le 4 partecipazione di tutti. prossimo e da lontano qualcuno si ricorda con affetto di noi. idee che molto spesso nascono negli incontri Noi continuiamo a ricordare: dentro la memo- per la strada e ci portano a bussare a tante ria, divenuta luogo di incontro che supera il porte, prendono forma nei luoghi più disparati limite della nostra umana fragilità, torniamo a e ci fanno sovente dimenticare che esiste una ritrovarci tutti per trascorrere insieme Momenti sede preposta alle attività culturali. di eternità. momentI di Gordona Novembre 2013 Dalla Bibliotecaria Anche per il 2012 possiamo fornire alcuni dati che ci vengono trasmessi dalla Sede Centrale e che illustrano l’andamento della Biblioteca di Gordona: l’anno scorso 276 lettori hanno preso in prestito almeno un libro e 3.148 sono stati i volumi usciti. C’è stato, pertanto, un ulteriore aumento (+8,25%) rispetto ai prestiti dell’anno precedente. mentre 67 sono i volumi fatti arrivare da altre biblioteche su richiesta dei lettori di Gordona. I tre libri per adulti che hanno riscosso maggior gradimento nel 2012 sono stati: 1° Le luci nelle case degli altri di Chiara Gamberale I lettori più assidui sono i bambini/ragazzi (2.042 prestiti nel 2012 a fronte dei 1.822 del 2011) e questo dato rende merito ai genitori e alle insegnanti delle diverse scuole che hanno saputo orientare anche i più “piccoli” alla lettura. Sono stati tesserati, inoltre, n° 15 nuovi lettori. Per quanto riguarda il prestito interbibliotecario; 77 sono i volumi usciti dalla sede di Gordona e richiesti da altre biblioteche della provincia, 5 momentI di Gordona Novembre 2013 locandina di presentazione e con l’esposizione di una raccolta di letture selezionate, sia per gli adulti che per i ragazzi delle scuole secondarie, sull’Olocausto e sulla Resistenza partigiana. Grazie alla buona collaborazione con la Commissione Biblioteca e all’impegno e alla creatività di alcune sue componenti, è stata, inoltre, approntata una scheda di “Consigli di lettura” nella quale si sono selezionati e presentati, con una breve recensione, alcuni dei libri di recente acquisto. 2° Piccoli limoni gialli di Kajsa Ingemarsson 3° Il profumo delle foglie di limone di Clara Sánchez La classifica dei titoli per bambini/ragazzi più graditi è invece la seguente: 1° Peter Pan 2° I musicisti (Barbapapà) 3° Barzellette Maxi Collection di Geronimo Stilton I DVD più visti sono stati Femmine contro Maschi – Maschi contro femmine - Il Natale più bello – Rapunzel e Trilly e il grande salvataggio A marzo 2013 sono stati effettuati nuovi acquisti di libri e DVD, sia per adulti che per ragazzi, mentre a giugno è stato fatto un acquisto di titoli specifici dedicati ai bambini delle Scuole Primarie avendo la Biblioteca di Gordona aderito al Concorso SuperElle (Super Lettore) che si svolgerà nei mesi invernali. Verrà distribuito nelle scuole, nel mese di novembre, il catalogo approntato dalla Provincia con la presentazione dei libri selezionati e la scheda di iscrizione al concorso; per motivi tecnici, però, i bambini di Gordona interessati a partecipare al concorso dovranno fare riferimento alla Biblioteca di Chiavenna. A gennaio e in aprile, in occasione della “Giornata della memoria” e della “Festa della Liberazione” sono stati allestiti tavoli tematici con una 6 Sempre molto prezioso rimane il contributo delle volontarie, grazie alle quali la biblioteca può essere aperta tutti i pomeriggi rendendo più facile l’accesso ai lettori. Dal mese di giugno, infine, è diventato operativo il nuovo programma di prestito CLAVIS che sostituisce il precedente SEBINA e che offre agli utenti il nuovo catalogo, reperibile in internet al link http://biblioteche.provinciasondrio.gov.it/ Il nuovo portale offre la possibilità di guardare le novità editoriali, la classifica dei libri più letti, di cercare libri, musica e film presenti nel sistema bibliotecario provinciale e di informarti sui recapiti e sugli orari di apertura delle varie biblioteche. Ma, soprattutto, effettuando il login (usando come “username” il numero di tessera e come password la data di nascita al contrario nella forma aaaa-mm-gg, ad esempio: 1978-09-02) potrai accedere all’area personale “MyDiscovery” per: • prenotare libri, musica e film direttamente dal portale, chiedendo la consegna nella biblioteca che ti è più comoda; • potrai controllare lo stato della tua tessera e dei tuoi prestiti storici; • accedere all'area social ("Community") per lo scambio di opinioni di lettura e di suggerimenti per i nuovi acquisti. Per qualsiasi dubbio o problema puoi comunque rivolgerti all’addetta di biblioteca. momentI di Gordona Novembre 2013 I CARE… La memoria non è in crisi Consigli di lettura a cura della Commissione Biblioteca Ricordo del sacerdote ed educatore Don Lorenzo Milani (1923-1967) e riproposizione delle sue opere letterarie e civili, coraggiose e controcorrente al limite della persecuzione. Una personalità come quella di Don Lorenzo Milani si imprime fortemente, una volta scoperta o anche solo sfiorata. Incuriosiscono la sua intelligenza e l’elasticità di pensiero, e sorprende l’incrollabile senso di giustizia con cui ha condotto le sue battaglie a sfondo religioso e civile. Sacerdote e scrittore, uno dei ruoli che hanno contraddistinto il passaggio di Don Milani attraverso la cultura italiana degli anni ’50 e ’60 è stato certamente quello di insegnante ed educatore, da lui svolto in un modo che sarebbe riduttivo non definire rivoluzionario. Con l’attenzione sempre rivolta verso gli ultimi, vittime di vessazioni e discriminazioni, individua nella scuola l’unico vettore plausibile per costruire una società davvero equa. Questa convinzione lo porta a impegnare le energie di una vita nell’istruzione di quelle classi sociali ingiustamente tagliate fuori dai processi di alfabetizzazione, appannaggio esclusivo dei ceti elevati. La missione di Don Milani ha una profonda impronta intellettuale: secondo lui il povero non può salvarsi se non sul piano di un riscatto culturale. La sua è una lotta per sconfiggere quella che in fondo è un’altra forma di povertà ben più degenerativa: la mancanza di cultura. È necessario investire nel sapere, in quanto unico strumento capace di sviluppare consapevolezza e scardinare i meccanismi che creano disuguaglianze. Don Milani ha un sogno: stimolare in ogni uomo la capacità autonoma di pensiero e azione, che “non fa parte delle necessità professionali, ma delle necessità di vita d’ogni uomo dal primo all’ultimo che si vuol dire uomo”. In sostanza solo se l’uomo può avvalersi di una formazione poi saprà pensare da sé e per sé: “Non sono io che devo dargli il pane: saprà guadagnarselo con la sua lotta”. Una scuola veramente valida, secondo lui, deve quindi agire su due versanti: formare il senso della legalità e stimolare uno spirito politico, che porta a esigere leggi più giuste. Seguendo questi ideali Don Milani analizza l’istituzione “scuola” ridefinendone modalità e obiettivi; il modello che ne ricava è inedito, davvero progressista. Ovunque si trovi a esercitare il suo incarico pastorale mette in moto un parallelo sistema di formazione collettiva. Accade a San Donato di Calenzano, realtà operaia caratterizzata da evidenti discrepanze sociali. La scuola popolare, sotto la sua spinta, apre i battenti a tutti i lavoratori senza distinzione di credo politico e religioso. Il programma didattico si basa sulla condivisione del sapere popolare e su un modo di apprendere ragionato e sempre scandito dal confronto. All’interno di varie istituzioni sono in molti a ritenere i suoi metodi scomodi in quanto incitazioni all’anticonformismo. Un simile sussulto di coscienze destabilizza il modo di pensare 7 momentI di Gordona Novembre 2013 preconfezionato proposto (o imposto) da chi, potente, si trova in alto e pretenderebbe di tenere agilmente sotto controllo grosse fette di cittadinanza. Ma non si ferma, anzi rafforza le proprie intenzioni pubblicandole in numerosi scritti e lettere indirizzate ad amici, giornali e riviste. Le Esperienze pastorali redatte in quel periodo sono una scossa tellurica o, come le definisce David Maria Turoldo ne Il mio amico don Milani, “una gettata di lava incandescente”. Tuttavia afferma: “Non potevo tacere, dovevo ben insegnare come il cittadino reagisce all’ingiustizia. Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto”. L’atteggiamento del Priore risulta insopportabilmente insolente al sistema ecclesiastico, che provvede a relegarlo in una località isolata immersa nella campagna toscana. Ma a Sant’Andrea di Barbiana la sua missione educativa riprende corpo con ancora maggior vigore, grazie al suo piglio concreto e allo spirito granitico. Don Milani affronta a pieno viso l’alto tasso di analfabetismo che riscontra nei giovani: “Decisi che avrei speso la mia vita di parroco per la loro elevazione civile e non solo religiosa”. Nello stilare lo statuto della sua scuola, la prima destinata espressamente alle classi popolari, Don Milani ha bene in mente l’articolo 3 della Costituzione italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione […] di lingua, di condizioni personali e sociali”, e intende onorarlo. La scuola di Barbiana diventa una sorta di laboratorio sociale a tempo pieno, in cui tutti aiutano tutti, e il ritmo di lavoro si adegua a chi è più in difficoltà, rallentando se necessario. Un terreno fertile per stimolare la tolleranza e sperimentare l’accoglienza di chi è più fragile perché, riteneva, “se si perde loro la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati”. Coerentemente, non esiste la bocciatura, in opposizione ai sistemi di giudizio e selezione in vigore tutt’ora nella scuola dell’obbligo. L’invito è alla sinergia, perché la scuola è il riflesso della 8 società futura auspicata: da costruire insieme, equa. Un obiettivo essenziale che insegue Don Milani è di fornire ai ragazzi la padronanza della parola, strumento chiave per leggere la realtà e acquisire consapevolezza della propria condizione: “Ogni parola che non conosci è una pedata in più che avrai nella vita”. Li sprona a pensare con la propria testa, a trasformare la loro mente in un filtro da opporre alla prepotenza dei sistemi, che si nutrono certo dell’appoggio cieco e acritico che deriva loro dal basso. Insomma, secondo Don Milani “l’obbedienza non è più una virtù”, come afferma qualche anno più tardi prendendo posizione in difesa degli obiettori di coscienza dell’esercito italiano. Non si tratta di ribellarsi a priori, bensì di esercitare lo stesso principio: non esiste solo la legge scritta, ma anche quella della propria voce interiore che ha il diritto e il dovere di interrogarsi e agire di conseguenza. A simboleggiare la questione civile sempre aperta, su un muro della scuola di Barbiana era stata apposta una scritta: “I CARE”. Come spiega Don Milani “È il motto intraducibile dei giovani americani migliori. Significa pressappoco – Me ne importa, m’interessa, mi sta a cuore. È il contrario esatto del motto fascista – Me ne frego”. Nell’illuminante libro Lettera a una professoressa don Milani ha voluto che il suo nome fosse escluso dagli autori, offrendo un palco di libera espressione ai suoi ragazzi di Barbiana, come a rimarcare che la loro autorevolezza intellettuale sta maturando. È un testo sincero e sferzante, sorprendente per schiettezza, in cui sono vergati motti incancellabili come “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”. Don Lorenzo Milani nasceva novant’anni fa esatti, ma l’anniversario è solo un pretesto per condividerne il ricordo… ogni giorno è perfetto per farne vivere di nuovo la memoria, e trapiantare ovunque l’esempio di Barbiana perché, come amava ripetere, “la scuola siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi”. Tutti i testi scritti da Don Lorenzo Milani e dai ragazzi di Barbiana sono reperibili nel catalogo del sistema bibliotecario della provincia di Sondrio, pronti al prestito o prenotabili da qualsiasi sede. momentI di Gordona Novembre 2013 “Il mio sOgnalibro” Risultati del concorso per la creazione del segnalibro della Biblioteca Comunale di Gordona Le intersezioni tra sogno e lettura sono inevitabili. Il sogno è il modo in cui riorganizziamo il quotidiano, lo schermo su cui proiettare vite alternative e apparentemente impossibili. La lettura è lo strumento più immediato per entrare in questa dimensione di fantasia in cui vivere una storia che non è la nostra, ma che ci appare come tale. Inevitabilmente ci sentiamo noi stessi i protagonisti del racconto che stiamo leggendo, vittime felici e inconsapevoli di un meccanismo di immedesimazione che avviene ogni volta che ci perdiamo letteralmente tra le pagine di un libro avvincente. E senza rendercene conto stiamo sognando a occhi aperti. Non a caso spesso appoggiamo i libri sul nostro comodino, contigui in tempo e spazio al sonno, periodo sospeso in cui il sogno ci visita. Ecco, dunque, il tema del concorso: il sogno legato alla lettura, da rappresentare sotto forma di segnalibro. Anzi, di sOgnalibro. Abbiamo chiesto a tutti i bambini e ragazzi della scuola Primaria e Secondaria di primo grado di Gordona di pensare, ad esempio, al sogno più bello che un libro ha permesso loro di fare, al viaggio di fantasia che vorrebbero fare leggendo il prossimo libro, al racconto in cui si sono sentiti in totale simbiosi con il protagonista,... Molteplici le chiavi di lettura possibili. Il concorso ha ricevuto una risposta che, nei numeri, è stata piuttosto ridotta: hanno aderito solamente 9 alunni, di cui 7 frequentanti la Scuola Primaria (Lisa Martinalli, Serena Raffa, Ginevra Biavaschi, Greta Comalli, Matilde Gatti, Achille Comalli, Sara Martinalli) e 2 la Scuola Secondaria (Rachele Gatti e Leonardo Comalli). La maggior parte dei concorrenti ha partecipato con più proposte, per un totale di 18, tutte estremamente interessanti e originali. Come ogni concorso che si rispetti, era previsto un premio, anzi due: uno per ciascuna categoria (Scuola Primaria e Scuola Secondaria). Il premio consisteva nella stampa dei segnalibri vincitori, che la Biblioteca avrebbe poi utilizzato come gadget ufficiale per i suoi utenti a partire dal giorno della premiazione, oltre a un buono per l’acquisto di libri del valore di 50 €. Dopo attenta valutazione, è stato selezionato il segnalibro di Greta Comalli come vincitore per la categoria Scuola Primaria e che di fatto è oggi un gradito omaggio che la Biblioteca riserva ai suoi utenti. Per la categoria Scuola Secondaria, dopo lungo confronto, abbiamo convenuto di non assegnare il primo premio, a causa del numero troppo esiguo di partecipanti e la conseguente impossibilità di creare la giusta comparazione e competizione. Non è stata affatto una decisione semplice, soprattutto considerando la qualità indiscussa dei lavori dei due ragazzi. Abbiamo allora deciso di assegnare un premio speciale - un buono per l’acquisto di libri del valore di 15 € - a tutti i partecipanti, per premiare l’ottimo livello delle proposte ricevute e per l’impegno dimostrato. Dietro questa scelta si celava una riflessione di natura etica che esula dal concorso. Volevamo dare un messaggio positivo e offrire ai bambini e ragazzi un’occasione per condividere una piccola gioia, una gratificazione. Per una volta abbiamo deciso di non premiare l’individuo e l’individualismo, ma di riscoprire il valore del gruppo, della squadra, del collettivo. L’amara sorpresa è stata constatare che il messaggio non sia stato ben recepito da tutti e questo, ancora una volta, ci fa riflettere. Che valore ha oggi la condivisione? Forse noi Gordonesi dovremmo saperlo meglio degli altri… e se lo abbiamo dimenticato, proviamo a ricordare e raccontare ai nostri ragazzi il gesto di S. Martino, nostro patrono, rappresentato non solo in chiesa, ma persino nello stemma del comune. 9 momentI di Gordona Novembre 2013 Emozioni… in bianco e nero significativo nell’allestimento della mostra Album di Famiglia, esposizione fotografica in occasione della 29ª Festa della Focaccia. Cosa c’è di meglio che percorrere 60 anni della nostra storia con le immagini di un “microcosmo” inteso come famiglia? Che bella idea raccogliere delle fotografie che sono patrimonio storico e affettivo privato e renderle disponibile alla visione della collettività! La visita della mostra ha suscitato in me alcune riflessioni: che fierezza in quei volti forgiati dalla fatica, nelle belle mani callose segnate dal duro lavoro nei campi, negli sguardi amorevoli di madri, negli occhi dei bimbi incantati davanti all’obiettivo fotografico. Quanto stile in queste persone con un abbigliamento povero, spesso rimediato da sapienti mani femminili che con abilità si occupavano del vestiario di tutta la famiglia. Un tuffo nel passato di Gordona, attraverso visi, gesti e pose che gettano un ponte sul nostro presente e futuro. di Michela Battistessa Il lodevole impegno della Biblioteca in questi ultimi anni (che mi piace definire “Operazione nostalgia”, un “Come eravamo”, parafrasando il titolo di un famoso film) attraverso una sensibile attenzione alle nostre radici ha raggiunto, a mio avviso, un momento 10 Le foto trasudavano dignità e orgoglio di appartenere a un nucleo famigliare. Un’emozione che ho condiviso con altri visitatori è stata nel riconoscere nei tratti somatici dei nostri antenati visi di gordonesi contemporanei, certamente la conferma che la genetica ci ha messo del suo! La mostra ha peraltro dimostrato che la sinergia tra la collaborazione dei gordonesi nel fornire materiale e l’impegno laborioso degli organizzatori ha reso possibile a tutti di vivere un momento di nostalgia per gli anziani e di scoperta e conoscenza per i più giovani, i quali all’epoca delle foto non erano ancora nati. Ben vengano iniziative culturali che contribui scono a porre un tassello importante nella nostra memoria storica, della quale in questi stressanti e controversi tempi moderni si sente fortemente l’esigenza. momentI di Gordona Novembre 2013 Una serata con Giovanni Bertacchi Alla luce tenue delle candele, un momento di evocazione dell’opera del poeta valchiavennasco più celebre, correlata alla sua affascinante biografia. di Guido Scaramellini Il nome di Giovanni Bertacchi ricorre spesso in Valchiavenna, ma anche in altre città dove sono a lui dedicate vie o piazze. Eppure, spesso, la conoscenza si ferma qui: era un poeta. Per questo ho accolto con favore l’invito della Biblioteca di Gordona a tenere una serata su di lui e sulla sua poesia, di cui queste righe sono un sunto. vata autoironica. I romani avevano infatti tre nomi: il prenomen, corrispondente al nostro nome, il nomen, cioè il nostro cognome, e il cognomen, che era il soprannome. Publio Ovidio in latino faceva Naso come terzo nome, in italiano Nasone, e il nostro Bertacchi di naso ne aveva uno vistoso. Forse anche il titolo dato alla raccolta, “Versi”, potrebbe essere volutamente equivoco e ironico, richiamando anche quelli degli animali. Sette anni dopo usciva la raccolta che gli varrà il titolo di cantore delle montagne, “Il canzoniere delle Alpi”, a cui seguirono “Poemetti lirici” nel 1898, “Liriche umane” nel 1903, “Le malie del passato” nel 1905, “Alle sorgenti” nel 1906 e “A fior di silenzio” nel 1912, tutte edite da Baldini & Castoldi di Milano. Con loro crebbe la fama del poeta, che arrivò a pubblicare più edizioni La vita e le opere Era nato a Chiavenna nel 1869 dai Bertacchi che da vari decenni erano arrivati a Chiavenna da Tremezzo a fare i giardinieri, ma a loro volta venivano da Pontelambro presso Erba e là, forse, erano arrivati dalla Toscana. Forse, perché compaiono nei primi registri del ’600 e non sono detti provenire da qualche altro luogo. Segno che il cognome potrebbe anche essere nato lì, visto che si tratta di uno dei tanti patronimici, una parola “difficile” per dire una cosa molto semplice: cioè un cognome derivato dal nome del progenitore Alberto, di cui Bertacco è una variante. La famiglia del futuro poeta era di modeste condizioni: falegname il padre Giuseppe, droghiera, come si diceva una volta per indicare l’esercente di un negozio di verdura e altro, la madre, Teresa Morelli di Bette. Tanto basta a fare di Giovanni un chiavennasco. Dopo i primi studi a Chiavenna, passò al collegio Gallio di Como, laureandosi in lettere all’Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove rimase come insegnante al collegio Longone prima e al ginnasio Parini poi. Appena conseguito il diploma, non ancora ventenne, dava alle stampe presso la tipografia Ogna di Chiavenna un libretto di poesie, che chiamò “Versi” e firmò col nome di Ovidio. Potrebbe sembrare megalomania il nascondersi dietro il nome del grande poeta latino, mentre si tratta di una tro- 11 momentI di Gordona Novembre 2013 di molte sue opere, in alcuni casi per decine di migliaia di copie. Si capisce così perché nel 1915 fu chiamato alla cattedra di letteratura italiana dell’Università di Padova, senza concorso, ma “per chiara fama di poeta”. E a Padova rimarrà fino al ’36, dopo aver pubblicato nel 1921 “Riflessi d’orizzonti” e nel ’29 “Il perenne domani”. Ma a partire dal 1922, con l’avvento del fascismo, che egli sempre avversò, fu imposto su di lui il silenzio e la sua fama andò spegnendosi. Morì in una clinica di Brugherio presso Milano, dov’era ricoverato da tempo, il 24 novembre 1942 ed è sepolto nel cimitero di Chiavenna, tra quelle montagne che egli tanto amò. La sua voce La poesia è una cosa delicata: non se ne deve abusare. È da gustare prima che da capire. Per questo mi limiterò a riportare alcune sue liriche in italiano, che ritengo significative per entrare in confidenza con la sua arte e goderne la bellezza. Mi piace aprire con due sonetti, a cui sono affezionato, anche perché mi furono proposti fin dalle medie (e quanto rimangono impresse le prime poesie!). Entrambi sono tratti dalla sua raccolta più nota, “Il canzoniere delle Alpi”. Il primo nacque davanti alla chiesetta di Sant’Ermagora a Motta di Campodolcino, l’altro a tavola con i suoi “montanari”. I montanari Amo al desco seder con questa rude prole robusta della Rezia mia, che nei semplici e franchi usi racchiude tutta l’ingenua libertà natìa. Alle fosche tormente, all’aure crude essi temprar l’avita gagliardia: per ghiacci insidiosi e rupi ignude frugar sull’Alpe ogni segreta via. Nelle chiuse osterie, sorbendo lieti lo stillato licor, narrano imprese ardue di caccia e i varchi custoditi: ed io fra lor richiamo antiche e miti fantasie: lunghe veglie, inverni cheti… Il buono e vecchio amor del mio paese. Chiesetta alpina O di quiete mistica dimora, tu nello spazio abbandonata stai: non voto umano, solo omaggio avrai le intatte nevi e l’aromata flora. Qui ne l’immensità perdesi l’ora vana; ma sempre tu la sentirai la dolce fede che non passa mai, l’aura che dalle cose alma vapora. Oh, nella solitudine infinita, mesto esilio dell’anime! All’incanto muto dei cieli, alta sul mondo e sola piange una squilla, arcana eco, parola d’ineffabil promessa e di rimpianto che geme nella vita… oltre la vita. Mi piace chiudere con quattro versi, commoventi nella loro semplicità, inseriti nella stessa raccolta. Riassumono come un testamento tutta la vita del poeta. A dimostrazione che la poesia può nascere da tutto, anche dalle cose che sembrano più banali e materiali, sta questa breve poesia, inserita nella stessa raccolta. Il poeta era salito al rifugio Margherita sul Monte Rosa, dove si inaugurava la linea telefonica. E dal filo del telefono passa al filo delle fede, dopo aver presentato nei versi della prima strofa i due quadri, su cui si snoda la sua considerazione e quindi l’invocazione delle fede. Telefono Parla un uomo al telefono: qualcuno ch’io non odo né veggo a lui risponde. Prega un uomo all’altar: parla con Uno che per me tace, che per me si asconde. Precetto Oh, se basta a varcar tanta distanza un tenue filo a chi rimane immoto; se il tenue filo d’una pia speranza basta pei cuori a traversar l’ignoto, Il carro oltre passò d’erbe ripieno, e ancor ne odora la silvestre via. Sappi fare anche tu come quel fieno: lascia buone memorie, anima mia. date a me pure il fil che si dilunga oltre il giorno dell’uomo e la sua sede; datemi il tenue tramite, che giunga al Lontano che parla e non si vede! 12 momentI di Gordona Novembre 2013 I ricordi di fanciullo affiorano spesso nei versi del poeta, come in “Insegnamenti lontani” nella raccolta “Alle sorgenti”. Dal lavoro dei suoi genitori imparò ad amare e a cantare tutti i lavori e tutti gli operai “sparsi pel mondo”. Insegnamenti lontani Trucioli biondi, ch’io mirai da bimbo, quando mio padre lavorava al torno, che lungo il dì gli facevate intorno soffice un nimbo; ceppi di faggio, che spaccai fanciullo a colpi d’ascia, nel natìo cortile, commosso il cuor d’un impeto virile in quel trastullo; orto sereno delle mie giornate, ove sentii le prime volte il sole, e voi, raccolte per le brune aiuole, prime insalate; se dilette mi furono di poi le mense, i fuochi, i casalinghi arnesi; se amai le selve e i rustici paesi forse è per voi. Datteri scuri e melarance d’oro, che nel materno fondaco, all’arrivo, miferivate di stupor giulivo come un tesoro; fantasticate Epifanie, recanti i Magi attesi dalla pia Betlemme (e nella notte tralucean le gemme dei tre turbanti); se nelle calde fantasie di poi mifuron cari i continenti ignoti e i paesi del Tropico remoti, forse è per voi. Ma un amore del nord, dei cheti asili, dove il pigro passato ognor rivive, mi venne al cuore dalle mie festive gite infantili; quando la slitta, in placide cadenze, lentalentasalìa verso i Grigioni, o solenni scendean, coi postiglioni, le diligenze. Ero tutto, a quel tempo: in lieti spassi trattavo l’acque del sonante Mera, derivando i canali a primavera, tra cespi e sassi. Correvo in gara con gagliarda lena; guidavo il carro sulla via maestra, e nelle arti svolgea la mia maldestra, timida vena. Oh, dalle scorze de’ castagni, a maggio, quante lunghe cavai note uniformi! Su’ miei quaderni, quante tracce informi di paesaggio! Ora di tutto quel fervor d’imprese non mi restò che la sottil fatica della parola; ma la smania antica alcuor si apprese; e divenne l’amore, ond’io, giocondo nelle speranze de’ miei canti, amai l’opere tutte, tutti gli operai sparsi per mondo. L’animo del poeta è sempre alla ricerca della vita semplice e autentica, seguendo i ritmi della natura, come nella poesia che segue, inserita in “A fior di silenzio”, nata dietro a un gregge che dalla Val di Lei, a fine stagione, stava tornando al piano attraverso gli Andossi. Scendendo la via dietro un placido gregge Calano al piano dai ridenti Andossi, dalle conche pasciute in Val di Lei, dietro un lento squillar di bronzi mossi. Cantilena più mesta io non potrei trovar nel mondo, sul cui metro ondeggi la tacita armonia de’ sogni miei. Oh, misurar la vita in su le leggi dell’erbe e degli armenti; andar le belle notti seguendo un tintinnio di greggi; salutare ogni dì forme novelle d’ingenua vita; uscir della memoria di ciò che fui, richiedere alle stelle l’antico Iddio, l’avara arte e la gloria travagliata depor, lento, dal cuore; dimenticar degli uomini la storia, fino a trovarmi semplice pastore! 13 momentI di Gordona Novembre 2013 Du puesii dal Fanada la mülatiera natüra viva Rivi de Scèrman e a l’Öör in ti pree i öcc ign curiuus e i ralentan i pee. L’èrba verda le tüta bagnèda tüta culpa de la rusèda tüt al sügĥia cut al prüm suu e i se brisan i fiuur de tücc i culuu. Di marüdei se vì ‘l poort avèèrt, i droman emò, ié fac un poo tèèrt. L’invia ‘l bušcĥ, le fenii ‘l prèè me vèrdi a turn tüt incantèè: lares e pesc i fèrman la lüüs e sü intal ramèè li curan al gĥiüüs; a vardé ju bass dumà dasöö ma ‘l furmiicĥ li fé i mügiaiöö. Alé tüt zitu e l’ünich remuu a ign i unscei cĥié vöö ciapé ‘l suu. Cĥié paradiis cĥié cĥiüna de pèès natüra e bešciöö i ne begnan al nèès. Me maraveii, fèècĥ sü na grita ma san fé caas tüta quešta le vita. fanada 14 Self bèli net pecienèè cul raštèl cun tücc i arisc aprööf an mürèl, insì la invièva quela špunduna tarèda lé adoss a Gurduna. Piena de pient e valet cun quai sass cun lares in scima e erbui a bass e visitèda in gran bèla manera da na štrèda caveza “la mülatiera”. Gran bèl lauré, ié fac un opera buna, un vantu da sempar de tüta Gurduna. Šcĥièl e šcaign, miracui de sass, ignütul fé finta da bri regurdass al pasac de jent e bešciöö, de uman cargĥièè e mam cui fiöö. Sass cunsümèè, al ve šcapa nagut, regurdee al carez fac a pee biut, e ‘l ve raštèè i segn dal štacĥiet e la remuu a pasé cui bacĥiet. Te se na pagina de la nosa štoria e sü in ti sass te fisèè la memoria, i capitui lin al ramp cun l’ültuma šcĥièla cĥie riva in Scèrman a la capèla. Mülatiera: regal de n’um cun la tèšta fina gurdunees generuus emigrèè in Argentina. fanada momentI di Gordona Novembre 2013 Storia di un barbagianni di nome Giovanni Pubblichiamo una storia scritta da due giovanissime gordonesi, che con questo racconto hanno partecipato a un concorso di fiabe per bambini promosso dall’editore “Piemme - Il Battello a Vapore” nel 2011. di Mara Tavasci e Sara Martinalli 1. UN BARBAGIANNI SOLO Tanto tanto tempo fa, nella foresta incantata di Gordoland, viveva un barbagianni di nome Giovanni. Abitava in un piccolo tronco cavo. Tutti i giorni si svegliava alle 19.00: andava a correre lungo le rive del ruscello Canterino e dopo aver fatto colazione raccoglieva bacche e pigne per decorare la sua casa. Verso le 22.00 si sedeva sul suo ramo preferito di un larice e iniziava a cantare. Poi cenava e,all’alba, tornava a dormire. Era molto triste però perché non aveva una famiglia. Certo, aveva qualche amico, ma tutti in inverno migravano e il povero Giovanni rimaneva solo. 2. LA SOLUZIONE Una notte, durante la sua corsetta Giovanni sente dei ricci bisbigliare dietro un cespuglio: «Ago, lo sai che la strega Scarlatta ha lanciato una magia su Oriella la paperella e ora è capace di volare?» disse Appuntito. «Sì e lo sai che ha fatto crescere sei zampe a Mente il serpente?». Nel sentire ciò il barbagianni decise che la notte seguente sarebbe andato dalla miracolosa strega. Quando fu ora si pettinò, si mise il miglior papillon che aveva e si diresse verso la casa della strega Scarlatta. Arrivato in cima alla montagna Taccagna suonò il cam- panello e gli aprì la porta una persona bassa e cicciottella, dai lunghi capelli arruffati. Aveva degli occhi rossi come il sangue e indossava un vestito tutto rotto e i buchi erano stati coperti con delle toppe. La strega, dopo aver esaminato bene Giovanni disse: «Chi bussa alla mia porta? Tu barbagianni che cosa vuoi da me?» «I-io s-sono tanto triste p-perché n-non ho una famiglia e ho s-sentito dire che tu mi puoi aiutare» disse Giovanni terrorizzato. «Certo che ti posso aiutare piccolo insignificante rapace ma in cambio prima voglio che tu mi porti 3 grossi sacchi pieni di ghiande perché presto arriverà l’inverno e non ho provviste. Torna domani sera alle 9 in punto con i sacchi pieni e ti prometto che avrai una bellissima famiglia, parola di strega Scarlatta». Così i due si salutarono. 3. LE MALEDIZIONI Giovanni corse a casa per riempire i 3 sacchi, ne aveva riempito uno solo quando una ghianda gli cadde sulla testa e il povero barbagianni svenne sotto la grande quercia. Quando si risvegliò era ancora stordito e vedendo triplo pensò di aver terminato il compito e si avviò fiducioso verso l’antro della strega. Bussa alla porta. La strega Scarlatta gli apre: «Maledetto ti avevo detto di portarmi tre sacchi e non uno solo!» «M-ma sono svenuto e ho contato sbagliato e ho v-visto che avevo raccolto t-tre s-sacchi ed ero i-in ritardo così sono venuto subito» disse Giovanni. «Bene – tuonò Scarlatta – ora riceverai ciò che meriti… te la puoi scordare una famiglia felice!». Detto ciò prese la sua scopa magica e maledisse Giovanni: «Ora su di te cadranno 3 MALEFICHE MALEDIZIONI da cui non ti potrai liberare fino alla morte. La prima maledizione non ti permetterà di fare il nido con tutti gli altri rapaci. La seconda maledizione, se avrai dei figli, li farà nascere tutti spennacchiati e saranno orribili. E 15 momentI di Gordona Novembre 2013 infine la terza, la più crudele, ti farà sembrare un fantasma davanti a tutti i tuoi amici. Le mie maledizioni non hanno rimedi e inizieranno non appena uscirai dal mio castello». Allora il povero Giovanni se ne andò e come uscì dalla finestra diventò bianco come un fantasma… LE MALEDIZIONI ERANO REALI! 4. FATA MARGHERITA Così il barbagianni tornò a casa molto triste e preoccupato. Ad un tratto un bagliore lo accecò e apparì una fata con dei biondi capelli cotonati: «Salve tu devi essere Giovanni giusto? – chiese la fata con tono dolce – Oh che sbadata. Non mi sono presentata: io mi chiamo Margherita e sono la fata della foresta di Gordoland. Credo di sapere perché sei così bianco qui c’è lo zampino della strega Scarlatta, o sbaglio?». «No non sbagli affatto – disse Giovanni – ero andato dalla strega perché volevo avere una famiglia, ma non ho eseguito i suoi ordini ed ora ho 3 maledizioni che mi tormentano. Tu mi potresti aiutare?» «Oh certo ne sarei orgogliosa, ma la mia magia è troppo debole rispetto a quella di Scarlatta e per sconfiggerla dovrai portarmi tre oggetti: della paglia dorata proveniente dalla Campagna Terra Piana per il nido, una piuma di pavone d’argento dal regno di Pavonia per i tuoi cuccioli, e mi dovrai inoltre portare un lenzuolo fosforescente dal Regno delle Lucciole dal Fondoschiena Fluorescente per non essere più un fantasma. Per aiutarti indossa questo papillon magico che ti farà sembrare normale agli occhi dei vari sovrani dei regni. Quando avrai raccolto tutti gli oggetti pronuncia la frase: “Rosso, verde, giallo o blu mia fata Margherita pensaci tu” ed io apparirò» «Grazie mille fata Margherita ti porterò gli oggetti il più presto possibile», disse Giovanni. E la fata magica sparì in una nuvola rosa. 5. LA PAGLIA DORATA Giovanni saluta Margherita, ora ha il papillon magico che lo aiuterà. Così si incammina verso Campagna Terra Piana per trovare la paglia d’oro. Arrivato a destinazione entra in una grande stalla rossa le cui guardie sono dei galli 16 dall’armatura dorata che chiedono a Giovanni: «Tu dove credi di andare piccolo rapace?» «Io devo andare dalla Regina Mucca per ordine della Fata Margherita», dice Giovanni. Ottenuto il permesso attraversa un lungo corridoio e arriva al cospetto della Regina Mucca, custode della paglia d’oro. Dopo aver esaminato il barbagianni gli dice: «Per avere la paglia d’oro devi risolvere questo indovinello, se fallirai sarai bandito in eterno dal mio regno. Allora ti senti pronto?» «S-sì credo proprio di sì», disse Giovanni. «Bene allora iniziamo: cosa è che matura nelle coperte verdi e che quando è pronta si divide in tante piccole monetine d’oro?» Giovanni ci pensa un po’ poi risponde sicuro: «È il mais!» «Bravo rapace la risposta è quella giusta ora le mie guardie-galli ti accompagneranno nella stalla reale dove potrai prendere tutta la paglia che vorrai e… spero che riuscirai a sconfiggere la strega Scarlatta» disse Regina Mucca. «Va bene e a presto!» disse Giovanni. 6. IL PAVONE DALLE PIUME D’ARGENTO Finalmente Giovanni arriva a Pavonia, il regno dei pavoni. Dopo un’ora arriva alla reggia di Re Pavone. «Buon giorno maestà – dice Giovanni – sono venuto da voi perché la strega Scarlatta mi ha lanciato tre maledizioni e per salvarmi mi servirebbe una delle sue piume d’argento» «Bene, piccolo barbagianni tu sai meglio di me che per ricevere bisogna dare. Se vorrai una piuma dovrai insegnare a Cica e Paco, i miei figli a fare la ruota. Per questo incarico avrai mezz’ora di tempo» dice il re. Giovanni non ha scelta così accetta. Mentre Cica e Paco si preparano Giovanni pensa a come fare: «Io come posso insegnare a questi piccoli reali a fare la ruota? Mhhh… Ci sono! Ora ricordo che qualche giorno fa ho finito il corso di ginnastica ritmica tenuto dalla cavalletta Giorgetta. Ora so come insegnare a Cica e Paco a fare la ruota!». Scaduto il tempo il Re Pavone si presenta nel cortile e dice: «Caro barbagianni spero per te che Cica e Paco abbiano imparato a fare la ruota. In caso contrario ti verranno tolte tutte le tue piume e non ti ricresceranno più». A momentI di Gordona Novembre 2013 quelle parole il barbagianni, seppur un po’ incerto presenta i due piccoli reali che orgogliosi fanno tantissime ruote. «Bene, hai insegnato ai miei figli a fare la ruota e per questo sarai ricompensato», detto ciò il Re Pavone si strappò una piuma e disse: «Ecco questa è la tua ricompensa e ti auguro di riuscire a sconfiggere la malefica strega Scarlatta». 7. IL LENZUOLO FOSFORESCENTE Dopo essersi incamminato, Giovanni giunge nel Regno delle Lucciole dal Fondoschiena Fluorescente. Il Re e la Regina chiedono subito al barbagianni: «Tu che cosa vuoi da noi?» «Io vorrei il lenzuolo fosforescente per sconfiggere la strega Scarlatta ma credo che in cambio devo farvi un favore, giusto?» «Sì hai detto bene barbagianni – dice il Re – Per avere un nostro lenzuolo dovrai trovare qualcuno che faccia il bucato reale. Sai la famiglia si sta ingrandendo a dismisura e non sappiamo chi potrebbe sostituire le nostre lavandaie». A queste parole Giovanni inizia a pensare: «Mhhh, dunque devo trovare una persona a cui piace lavare… Ci sono! Il mio amico Salvatore, l’orsetto lavatore credo che sarà felicissimo di lavare il bucato di voi reali! Sire chiedo gentilmente di poter usare il telefono reale per telefonare Salvatore, mi è concesso?» «Ma certo Giovanni tutto quello che vuoi!» «Bene allora compongo il numero 333 4465782109… sta squillando… Ciao Salvatore sono io Giovanni, ti volevo chiedere se hai già trovato un lavoro perché sono alla corte delle Lucciole dal Fondoschiena Fluorescente e hanno bisogno di qualcuno che lavi per loro il bucato…» «Per dei reali? Stai scherzando Giovanni? Certo che sono libero arriverò da loro domani» «Allora, Salvatore ha detto che sarà qui domattina in punto», dice il barbagianni. «Bene allora ti prendo in parola e ora i miei sudditi ti daranno il lenzuolo fosforescente. E… mi raccomando cerca di sconfiggerla malefica strega Scarlatta» dice Re Lucciola. «Bene sarà fatto arrivederci Maestà». Ora Giovanni è pronto per chiamare fata Margherita. 8. L’INCANTESIMO Appena uscito dal regno Giovanni pronuncia le parole magiche: «Rosso, verde, giallo o blu mia fata Margherita pensaci tu». E subito in una nuvola rosa gli appare Margherita che dice subito: «Bene Giovanni hai tutti gli oggetti?» «Sì tutti» «Bene allora dammeli pure». Consegnati gli oggetti la fata costruisce una bambola: il lenzuolo è il vestito, la paglia l’imbottitura e i capelli, la piuma una scopa che regge il pupazzo. Allora curioso Giovanni chiede: «A cosa serve questa bambola?». 9. LA PUNIZIONE La fata Margherita subito disse: «Caro Giovanni questo è il fantoccio che assomiglia a strega Scarlatta. Ora farò l’incantesimo e trasmetterò le maledizioni da te alla bambola e questa le trasmetterà alla vera strega. Ora inizio: “Oh magia potente Fa che Giovanni torni Il solito barbagianni E fai ricadere le maledizioni Su colei che le ha generate, strega Scarlatta E che rimanga una gufaccia per tutta la vita”. E detto ciò da Giovanni si levò una strana polvere azzurrina che andò a posarsi sulla bambola e poi si sentì un urlo disumano: era la strega che aveva ricevuto ciò che meritava. Giovanni ringraziò fata Margherita: «Grazie mille fatina ora sarò felice e potrò avere anch’io una famiglia come tutti» «Oh ma non è ancora finita. Torna a casa e troverai una sorpresa che ti aspetta» disse la fata e Giovanni, dopo averle restituito il papillon magico volò velocissimo verso casa. 10. ALLA FINE… Quando tornò al suo tronco cavo Giovanni si stupì: i suoi amici gli avevano organizzato una festa e lui era felicissimo. Al festeggiamento era stata invitata Orietta la civetta che diventò ben presto amica di Giovanni e… la primavera seguente i due si sposarono! Il tempo passò… Orietta e Giovanni ebbero tantissimi uccellini bellissimi e vissero felici e contenti… Per quanto riguarda strega Scarlatta dopo l’incantesimo diventò talmente brutta che fu esiliata in un regno tutto buio e senza animali! 17 momentI di Gordona Novembre 2013 Corso di bricolage in biblioteca Un nuovo corso di bricolage, tenuto da Virginia, per stimolare la creatività e realizzare bellissime figure natalizie ha suscitato l’entusiasmo di tutti i partecipanti. È stato un pomeriggio fantasioso e pieno di allegria! Grazie Caterina Guglielmana A Natale abbiamo fatto il lavoretto su un cartoncino, c’erano le renne e la slitta. È stato bello!!!!! Silvia Rogantini Mi è piaciuto molto e ho imparato tante cose utili. Grazie Virginia!!! Martina Ruffatti 18 Mi è piaciuto molto fare il lavoretto di Natale! Lo rifarei. Giulia Mengolli Ero l’unico maschio e quando ho finito il mio lavoro ho aiutato le bambine! Abbiamo appeso il cartellone in cucina ed è piaciuto a tutti. Marcello Mi è piaciuto tanto il lavoretto a Natale! Lo rifaremo? Camilla Sposetti In biblioteca, in compagnia di tanti bambini, mi sono divertita molto a fare i lavoretti. Grazie Elisa Beretta È stato bello e divertente decorare tante farfalle, ognuno con la propria fantasia. Alla fine ho regalato il lavoretto alla mia mamma e come è arrivata a casa lo ha appeso in cucina. Alice momentI di Gordona Novembre 2013 Il nuovo rifugio all’Alpe Notaro dal Consorzio Valle Bodengo Lo scorso 31 agosto l’inaugurazione del nuovo rifugio dell’Alpe Notaro, oltre 1900 mslm, ha visto la partecipazione di circa 150 persone: per molti di loro era la prima volta all’Alp di Nudée, come chiamata in dialetto gordonese. Alla presenza di Sindaco, Vicesindaco e Presidente della Comunità Montana, e con la benedizione del Parroco, si è festeggiata l’apertura con un ricco pranzo tipico preparato dal Consorzio Valle Bodengo. Il rifugio ha aperto dopo una ristrutturazione iniziata nel 2011, che è stata finanziata dallaa Comunità Montana della Valchiavenna e dal Comune di Gordona, attraverso il progetto INTERREG – Italia Svizzera. Il vecchio edificio, crollato quattro anni fa sotto una forte nevicata, era solo casa del pastore che affitta dal Comune sia questo che la cascina più a Valle. Ora, in due ali separate, oltre allo spazio riservato al pastore, il rifugio offre oltre 10 posti letto. Il rifugio rimane sempre aperto, dalla primavera e fino a ottobre, salvo condizioni climatiche particolarmente avverse e la gestione è affidata al Consorzio L’Alp di Nudée di Bruno De Agostini L’alpe venne acquistato nel 1611 in 3 volte dalla chiesa di S. Martino. Finora ho trovato solo due documenti inerenti l’acquisto con la speranza di trovarne anche il terzo. La chiesa incaricò quattro persone per l’acquisto che furono: Guglielmo Biavaschi console attuale di Gordona, Rigo Dell’Acqua di Coloredo, Giovanni Ruzzalini di Scogli e Donato Battistessa di Cimavilla. Il primo documento porta la data del 18 gennaio 1611 e venne acquistata la parte più cospicua per il prezzo di 1950 lire moneta di Milano. I venditori furono tre fratelli di Peglio, pieve di Gravedona, Giovan Pietro, Giovan Andrea e Giovan Domenico Parache, gli ultimi due residenti a Roma; Giovan Domenico doveva essere senz’altro un notaio perché davanti al suo nome vi è il titolo di dottore. Nei documenti è denominato “l’alpe dei fratelli Parache” ed anche “l’alpe dei notai di Peglio”. Forse è per questo che nel nostro dialetto fu chiamato “l’alp di Nudée”. Sempre nel 1611 il 9 febbraio ne venne acquistata un’altra porzione per 650 lire da Margarita Traversis di Livo vedova di Alessandro Parache come tutrice del figlio Giovan Antonio. Sicuramente venne completato in quel periodo l’acquisto dell’ultima parte in quanto nel 1612 l’alpe venne dato in affitto a gente di Gordona. Senza dubbio tutto l’alpeggio era in uno stato di Valle Bodengo. Il rifugio dell’Alpe Notaro, che si trova a poche centinaia di metri dal confine con la Svizzera, si raggiunge da Corte Terza in circa due ore di cammino e proseguendo per altri 30 minuti si arriva alla Bocchetta del Notaro, storico passaggio per i contrabbandieri. abbandono tant’è che al primo fittavolo venne imposta la ricostruzione di tutti i fabbricati. Il documento recita così: “S’affitta l’alpe di Nodée a Giovanni De Agostini e compagni per 5 anni col patto che facciano alla prima corte una casa di preda (sassi) coperta di piode de longhezza de braza 10 (un braccio equivale a 67cm) et larga braza 8 et alta braza 3. Una casa de roba all’Avert de longhezza de braza 10 et larga braza 8 et sue soste de braza 15 per braza 8 il tutto fatto di preda e coperta di piode”. Così come nel 1616 ai nuovi fittavoli vennero imposte delle regole ben precise: “Si affitta l’alpe di Nodée a Giacomo Scartaccini e compagni col patto che gli si fitta l’erba ma non i boschi, salvo la legna da brusar in detto alpe, siano tenuti a buttar fuori la grasa (letame) per i pascoli, che siano tenuti a comodare la sua parte di strada e l’alpe non lo possono affittare a forastieri e siano tenuti a tenere bene li alogiamenti et bene lasciarli”. All’inizio del ’700 fu costruita una cascina a metà tra la prima corte e l’Avert che chiamarono Stabinööf (cioè stabile nuovo). Nei secoli successivi parecchie volte si dovette intervenire per manutenzione ai fabbricati, ai crotti e alle strade, ed anche in questi lavori si trovano delle notizie curiose come nel 1775 quando Bernardo Pedretti detto “Briatolo” alla scadenza del suo mandato come affittuario portò via le porte di alcuni crotti asserendo che erano sue. Il nuovo caricatore dell’alpe Eutichio De Agostini detto “Guera” reclamò col comune, il consiglio comunale intimò al Pedretti di rimetterle al loro posto in quanto i chiodi adoperati per costruire le porte li aveva pagati il comune. 19 momentI di Gordona Novembre 2013 A dieci anni dalla sua scomparsa vogliamo qui ricordare Guido Ciabarri, che dalla morte nel 1969 del padre Felice proseguì nella meticolosa compilazione dei registri della Società di mutuo soccorso di Gasperoni, antico quartiere gordonese un tempo chiamato Gasparoni. Per oltre trent’anni Guido ha avuto il grande merito di mantenere viva la società, la cui fondazione si perde nei secoli passati e il cui consiglio è oggi presieduto da Sergio Ruffatti, il quale svolge anche la funzione di cassiere ed è affiancato dai consiglieri Alfio Giampedraglia, Simone Montemurro e Nicola Tavasci. Come da tradizione la seconda o, talvolta, la terza domenica di gennaio si tiene l’assemblea annuale dei soci che, nel rispetto dello statuto, devono risiedere a Gasperoni. Le poche entrate della società sono relative all’affitto di terreni, tra cui delle “giavere”, e alla vendita di legna da ardere tagliata nei boschi di proprietà. Ancora oggi la società, le cui finalità sono benefiche, ogni anno fa celebrare nella chiesa parrocchiale di San Martino tre messe a suffragio dei defunti del quartiere. Per ripercorrerne la sua storia, di seguito si riporta una ricerca di Cristian Copes. I frazionisti di Gasperoni La chiesa di San Martino a Gordona verso la fine degli anni venti del Novecento. A sinistra è la cappella dei Caduti della Prima guerra mondiale che verrà demolita nel 1961 (archivio comunale di Gordona). La Società privata di mutuo soccorso del quartiere di Gasparoni a Gordona Nacque nel 1875 da un legato a suffragio dei defunti di Cristian Copes Almeno dalla fine del Cinquecento il comune di Gordona era costituito da quattro squadre, ciascuna delle quali suddivisa in due quartieri: della prima squadra facevano parte i quartieri di Coloredo e Menarola, della seconda Cimavilla e Gasparoni, della terza Ponte e Pendoglia e della quarta Piazzoli e Scogli. Oltre al comune, il cui consiglio era retto da un console eletto al principio dell’anno, ciascun quartiere aveva dei rappresentanti e teneva una contabilità separata. Dopo che nel 1756 Menarola divenne un comune autonomo, Gordona non fu più suddivisa in squadre, ma nei sette rimanenti quartieri di Coloredo, Cimavilla, Gasparoni, Ponte, Pendoglia, Piazzoli e Scogli. Più tardi questi ultimi due si uniranno in un unico quartiere, detto di Fondo o della Chiesa o di Piazzoli e Scogli. 20 momentI di Gordona Novembre 2013 I beni del quartiere di Gasparoni Dalle entrate e uscite nella seconda metà del Seicento riportate nei registri del quartiere di Gasparoni risultano pagamenti agli scalpellini impegnati nel cantiere della nuova chiesa parrocchiale di San Martino, tra i quali figura il mastro ticinese Gaspare Aprile di Carona, che scolpì i tre portali della facciata e le colonne tra la navata centrale e le due laterali. Non mancano le elargizioni ai poveri da parte del quartiere dove, tra il 1841 e il 1856, era attivo un luogo pio elemosiniere. Come emerge in una lettera dell’Ufficio del registro di Chiavenna scritta l’8 ottobre del 1862, gli enti morali a Gordona erano il comune, le chiese di San Martino, di Santa Caterina, dell’Immacolata, di Sant’Anna e di San Bernardo, la confraternita del Rosario, il luogo pio elemosiniere, il legato dei defunti della parrocchia, il beneficio ecclesiastico dei defunti nella chiesa di Coloredo, il beneficio parrocchiale e quello – all’epoca vacante – del coadiutore dell’arciprete. Da una visura catastale fatta nel 1937 dal geometra Albino Tabacchi, nel 1853 diversi beni immobili nel comune erano intestati al Legato a suffragio dei defunti di patronato Gasparoni nella parrocchiale. Tali beni passarono nel 1875 alla Società privata di mutuo soccorso del quartiere di Gasparoni, tuttora attiva. Le proprietà consistevano in alcuni castagneti in località alle Stallette, a Casletto presso la fattoria seicentesca della Cesura, a Fondallo, sul pendio di Biésa a monte di Cimavilla, in località alle Coste verso il torrente Boggia, al Mut di Lénz, alla Rognosa e sotto Mottallo, oltre a un castagneto con pascolo presso la casa Menöla sopra Cimavilla, dei prati con selve a Vialunga e vicino alla cappella di Vignate alla Derta, altri prati ai Gualdi, presso la casa Svan, a Serta e alle Giavere in fondo all’argine del fiume Mera, tre campi non lontano dalla cappella di Serta, un altro con alcune piante di castagne presso la stalla dei Bini, una proprietà alla casa di Rocco Giampedraglia, sei pascoli sotto le stalle dei Tabacchi al Piano e un ronco poco distante dall’abitazione dei Bara. La statuto della Società del quartiere Sulla base del Legato istituzionale di beneficenza dei frazionisti di Gasparoni, il 26 dicembre 1903 fu redatto lo statuto dell’associazione, suddiviso in 10 articoli. Nel merito, l’assemblea annuale dei soci, cioè di tutti i capifamiglia del quartiere di Gasparoni, si sarebbe dovuta tenere la seconda domenica di gennaio nell’abitazione del cassiere o in un altro luogo indicato da quest’ultimo in accordo con i tre amministratori. Costoro rimanevano in carica tre anni e alla fine del mandato sarebbero potuti essere rieletti, mentre il cassiere terminava il proprio ufficio col nuovo incanto dei beni fondiari. Ciascun capofamiglia avrebbe dovuto votare La quietanza rilasciata il 15 marzo 1887 dall’arciprete di Gordona Giovan Battista Persenico al quartiere di Gasparoni per la celebrazione di dodici messe (archivio della Società di mutuo soccorso di Gasperoni). 21 momentI di Gordona Novembre 2013 L’interno della cappella dei Caduti con il soldato morente in bronzo realizzato nel 1928 dallo scultore Carlo Peduzzi di Schignano Intelvi, in parte finanziato dal quartiere di Gasparoni (collezione Guido Scaramellini). 22 il nuovo cassiere e i tre amministratori, tra i cui compiti c’era anche quello di verificare se nella frazione di Gasparoni vi fossero persone bisognose di un sussidio da parte della società. Per ciò, sarebbe stato sufficiente il consenso di due dei tre amministratori e il cassiere avrebbe potuto consegnare il denaro alla persona bisognosa solo in presenza di tutti e tre. Naturalmente nell’assemblea annuale dei soci gli amministratori avrebbero dovuto dare conto della propria amministrazione e il cassiere doveva conservare tutti i carteggi e tenere la contabilità, dove venivano registrati i versamenti e i pagamenti, comprese le tasse e la spesa per far celebrare ogni anno nella chiesa parrocchiale di San Martino le messe a suffragio dei defunti di Gasparoni. Queste si sarebbero dovute celebrare sul finire dell’anno, per poterne stabilire il numero – in genere dodici – in base alla somma disponibile. Nel caso di assenza prolungata del cassiere da Gordona, questi avrebbe dovuto consegnare la cassa e i conti all’amministrazione. A meno di grave impedimento, i capifamiglia erano tenuti a intervenire all’assemblea annuale della società, così come ad adempiere agli obblighi prescritti delle cariche rivestite. All’assemblea non erano ammesse donne né bambini di età inferiore ai 15 anni; in mancanza del capofamiglia, si sarebbe potuto delegare un’altra persona di fiducia sua e del quartiere. I beni immobili della società erano affittati ai soci i quali, una volta presa in locazione la proprietà, non avrebbero potuto tagliare o sradicare piante di alto fusto, tantomeno boschi o parte di essi, senza l’autorizzazione degli amministratori, i quali, comunque, erano tenuti a ottenere il benestare dall’assemblea dei soci. Chi prendeva in affitto un terreno della società era tenuto al suo mantenimento in buono stato e, a sua volta, non avrebbe potuto affittarlo a un’altra persona se non della frazione di Gasparoni. Oltre ai beni immobili la società possedeva una serie di macchinari e attrezzi agricoli, tra cui un trebbiatoio, una pompa per viti, una stadera e una mazza di ferro. Questi oggetti erano a disposizione dei frazionisti, a meno che non fossero stati assegnati all’incanto, e si potevano avere dal cassiere, che ne era il depositario. Senza il parere e il voto favorevole di tutti i capifamiglia gli amministratori non avrebbero potuto versare né disporre denaro per la realizzazione di opere pubbliche. Lo statuto fu approvato il 10 gennaio 1904, alla presenza di tutti e 34 i capifamiglia. I beni della società si sarebbero dati in affitto ai frazionisti di Gasparoni per sei anni, il tempo di durata in carica del cassiere. Alcune opere della Società di Gasparoni Tra le opere realizzate dalla Società, si ricorda quella deliberata nell’assemblea del 9 gennaio 1927 dagli amministratori Pietro Dell’Anna, momentI di Gordona Novembre 2013 Luigi Balatti ed Egidio Gianoli, contribuendo con 50 lire alla realizzazione della scultura del soldato morente in bronzo per il monumento ai Caduti di Gordona nella Prima guerra mondiale. Realizzata da Carlo Peduzzi di Schignano Intelvi, la scultura fu collocata nella cappella ed ex ossario sul sagrato della chiesa di San Martino, che verrà demolita nel 1961, dopo che 31 anni prima il monumento era stato spostato, affiancando al soldato un altro milite realizzato dal medesimo scultore. Nel 1928 la società pagò per un “giaverolo”, cioè una derivazione d’acqua, dal fiume Mera e per la celebrazione di sei messe diede 48 lire e 10 centesimi a don Giovan Battista Raimondi, già arciprete di Samolaco e, all’epoca, coadiutore dell’arciprete di Gordona Antonio Caspani. Durante l’assemblea del 12 gennaio 1930 i quindici capifamiglia presenti deliberarono all’unanimità di dare alla fabbriceria della parrocchiale di San Martino 100 lire per i nuovi banchi della chiesa di Cimavilla. L’8 marzo di quello stesso anno, in un’assemblea straordinaria, i 21 capifamiglia intervenuti incaricarono l’impresa edile Cassina di Bellagio di costruire nel quartiere di Gasparoni tre fontane, oggi non più esistenti. La prima sorgeva sotto la casa di Pietro Lino Biavaschi, la seconda accanto all’abitazione del mugnaio Giacomo Capelli, il quale contribuì con 100 lire, e la terza in località Monte Calvario, lungo l’odierna via Crotti di Sopra e presso la cappella dei fratelli Fogliada, benedetta nel 1776 dall’arciprete Giovan Battista Maria Pestalozzi a Selder. Alla presenza degli amministratori Clemente De Agostini, Giovanni e Giuseppe Dell’Anna e di otto capifamiglia, nell’assemblea del 14 gennaio 1945 si decise di donare 1.000 lire per l’abbellimento della chiesa parrocchiale di San Martino. Si trattò della prosecuzione degli affreschi eseguiti dal pittore Carlo Morgari di Torino, nonché delle decorazioni di Felice Martinelli e gli stucchi di Dante Bianchi di Laglio e dei fratelli Giuseppe e Francesco Comitti di Brienno sul lago di Como. * Si ringrazia dell’aiuto il prof. Guido Scaramellini di Chiavenna e il signor Sergio Ruffatti di Gordona per aver messo a disposizione la documentazione relativa alla Società di Gasparoni e alla contabilità del quartiere nella seconda metà del Seicento. Altri documenti sono conservati presso l’archivio comunale di Gordona (ACG, Grazia, giustizia e culto, cart. 35, fasc. 21). Elenco redatto il 10 gennaio 1904 dei 34 capifamiglia della Società privata di mutuo soccorso del quartiere dei Gasparoni in Gordona Bara Antonio figlio del defunto Domenico Battistessa Bernardo figlio del defunto Antonio Battistessa Domenico figlio del defunto Battista Battistessa Giovan Pietro figlio del defunto Bernardo Biavaschi Battista figlio del defunto Giovan Pietro Biavaschi Bernardino figlio di Battista Biavaschi Bernardino figlio del defunto Battista Biavaschi Facondo figlio del defunto Giovan Pietro Biavaschi Giacomo figlio del defunto Giovan Pietro Biavaschi Giovanni figlio del defunto Battista Biavaschi Giovanni figlio del defunto Giovanni Biavaschi Giovanni figlio del defunto Giovan Donato Biavaschi Martino figlio del defunto Bernardino Biavaschi Martino figlio del defunto Giovan Pietro Biavaschi Pietro figlio del defunto Giovan Pietro Colori Martino figlio del defunto Pietro De Giambattista Battista figlio del defunto Andrea Dell’Anna Domenico figlio del defunto Donato Dell’Anna Giovanni Dell’Anna Giovan Donato figlio del defunto Bernardino Dell’Anna Pietro figlio del defunto Pietro Fogliada Costante figlio di Domenico Fogliada Costante figlio del defunto Pietro Fogliada Domenico figlio di Domenico Fogliada Domenico figlio del defunto Giovan Pietro Fogliada Giovan Pietro figlio del defunto Giovanni Giampedraglia Amadio figlio del defunto Lorenzo Giampedraglia Rocco figlio del defunto Lorenzo Gianoli Antonio Gianoli Giovanni figlio del defunto Giovanni Guglielmana Giacomo figlio del defunto Giacomo Lombardini Domenico figlio del defunto Giovanni Pedretti Giovanni Tavasci Antonio figlio di Domenico 23 momentI di Gordona Novembre 2013 Il lavatoio a Pendoglia in località ai Raslée progettato nel 1877 dall’ingegnere Giuseppe Vanossi Il progetto del lavatoio a Pendoglia in località ai Raslée, firmato nel 1877 dall’ingegnere chiavennasco Giuseppe Vanossi (archivio comunale di Gordona). Egli progettò pure la fontana con l’obelisco in piazza Rodolfo Pestalozzi a Chiavenna di Cristian Copes Il 10 dicembre 1876 a Gordona il consiglio comunale si riunì per discutere sulla “costruzione di alcune fontane e lavatoi, onde rendere più salubre l’acqua pei bisogni del paese”, evitando di lavare i panni sporchi nei canali. Oltre al segretario comunale e maestro delle scuole elementari Giovan Battista Geronimi che stese il verbale, alla seduta intervennero il sindaco Giuseppe Pelanconi e gli altri consiglieri Antonio e Domenico Battistessa, Battista e Martino Biavaschi, Silvestro Capelli, Battista De Agostini, Giovan Battista De Ponte, Martino Guglielmana, Giovanni Mazzina, Eutichio Pedocchi, Giovanni e Silvestro Pedretti, Fran- 24 cesco e Giacomo Tavasci. Il consiglio deliberò in favore della costruzione di lavatoi pubblici in luoghi che sarebbero stati stabiliti dalla giunta municipale o da un’apposita commissione. Chi si fosse presentato per lavorare gratuitamente come manovale a supporto dell’impresa edile ogni giorno avrebbe ricevuto polenta e formaggio, mentre in mancanza di volontari la giunta municipale si sarebbe affidata esclusivamente agli operai dell’impresa. Uno di questi lavatoi fu costruito nel quartiere di Pendoglia in località ai Raslée, la sponda che scende dai crotti di Gordona. Fu scelto un terreno occupato da tre castagni secolari, il cui legname sarebbe in parte servito per realizzare le travi della tettoia del lavatoio e in parte venduto per contribuire al pagamento dell’opera. La tavola di progetto con il computo metrico estimativo fu redatta il 18 ottobre 1877 dall’ingegnere chiavennasco Giuseppe Vanossi e presentata per l’ottenimento del nulla osta al prefetto di Sondrio Francesco Zironi, assieme alla delibera del consiglio comunale in cui si specificava con quali risorse si avrebbe fatto fronte alla spesa. Il Vanossi progettò un lavatoio lungo 8 m per 1,80 con due vasche profonde una cinquantina di centimetri: la prima per lavare i panni e la seconda per risciacquarli. Le lastre inclinate dove strofinare gli indumenti sarebbero dovute essere di beola e “lavorate a punta fine con tondino”, mentre le facciate esterne dei muretti sottostanti sarebbero state rifinite a raso pietra momentI di Gordona Novembre 2013 in malta di calce e, in presenza dell’acqua, quelle interne e le platee di entrambe le vasche con cemento idraulico. Intorno al lavatoio era previsto un pavimento in selciato, costituito da ciottoli di fiume posati su un fondo di sabbia, sotto il quale passava il tubo di scolo. L’ingegnere firmò anche il progetto della tettoia del lavatoio, poggiante su sei pilastri e a una falda sola, il cui manto di copertura sarebbe dovuto essere in ardesia o “piòte” locali. Verrà ricostruita a due falde rivestite di tegole negli anni sessanta del Novecento, quando si sostituirono i vecchi pilastri con altrettanti in cemento armato e, in corrispondenza di una delle due testate del lavatoio, si collocò una colonnina del medesimo materiale da cui, attraverso un tubo collegato a un rubinetto, usciva l’acqua. Nel 1991 la lunghezza del lavatoio fu ridotta per poter costruire una cabina dell’Enel, tuttora in funzione, mentre in questi ultimi anni è stata rifatta la colonnina da cui sgorga l’acqua, rivestendola con della pietra a vista. Giuseppe Vanossi progettò tanti altri lavori in valle, tra cui la cappella della Madonna a Gallivaggio e la fontana con l’obelisco in granito Sanfedelino in piazza Rodolfo Pestalozzi a Chiavenna, la cui vasca in pietra ollàre è ben più antica ed era già presente. Egli fece pure degli studi sulle linee ferroviarie mai realizzate dei valichi alpini dello Spluga, del Settimo e del Maloja e a Gordona progettò anche la strada carrozzabile tra le frazioni di Mondadizza e Coloredo e parte dell’attuale cimitero, realizzato sotto la direzione del geometra Agostino Tabacchi e inaugurato nel 1900. Colgo l’occasione per precisare che prima il camposanto sorgeva accanto alla chiesa parrocchiale di San Martino e fu ampliato dopo che il 20 dicembre 1641 il console di Gordona e sindaco della chiesa Francesco Tavasci aveva acquistato per 500 lire un terreno comprendente un orto, diverse piante da frutto e una vigna da Margherita Taddei di Gordona, moglie del piurasco Nicolò Crollalanza, all’epoca residenti a Chiavenna. Con l’acquisto del terreno si poté pure allargare una strada e ingrandire la parrocchiale, i cui lavori di ampliamento sono ben descritti nella monografia di Bruno De Agostini pubblicata nel 1994. Sempre a Gordona nella seconda metà dell’Ottocento Giuseppe Vanossi progettò il rifacimento degli argini del torrente Crezza, con le relative scogliere a difesa delle sponde lungo il corso d’acqua, il cui ponte era in legno. Verrà travolto dall’alluvione dell’8 e 9 agosto 1951 e ricostruito in cemento armato dall’impresa di costruzioni Fausto Morani di Chiavenna sotto la direzione del’ingegnere Luigi Smania del Genio civile di Sondrio. I lavori iniziarono nel maggio del 1953 e il 24 giugno dell’anno successivo si tenne il collaudo e l’inaugurazione dell’opera, alla quale intervenne l’ingegnere capo del Genio civile, la popolazione, il sindaco Giovanni Pedretti e il suo vice, il maestro Antonio Tavasci, scomparso lo scorso 2 aprile. * Documenti conservati presso l’archivio comunale di Gordona e l’archivio di Stato di Sondrio: ACG, Lavori pubblici, poste e telegrafi, edilizia, cart. 47, fasc. 2 e 4; cart. 48, fasc. 14 e 18; cart. 50, fasc. 8; cart. 54, fasc. 1; cart. 107, fasc. 1; cart. 156, fasc. 10-14; ASSo, Notarile, cart. 4476, Francesco Costa. Jean Baptiste Siméon Chardin, La lavandaia, olio su tela degli anni trenta del Settecento (Stoccolma, Museo Nazionale). Il lavatoio ai Raslée oggi, con la cabina dell’Enel entrata in funzione nel settembre del 1991. 25 momentI di Gordona Novembre 2013 Un censimento del 1878 a San Giacomo Filippo sui cavalli di Gordona idonei per l’esercito Un cavallo baio e, a destra, un avelignese all’agriturismo Pra l’Ottavi di Gordona nella primavera del 2013. Tra i sette cavalli ritenuti idonei tre appartenevano a Domenico Tabacchi di Cristian Copes Uno dei due stemmi settecenteschi del cancelliere Domenico Tabacchi, affrescato in una sala del palazzo Pretorio di Chiavenna. 26 Verso la fine dell’Ottocento in tutto il Regno d’Italia si fecero diversi censimenti sui cavalli e muli presenti nei vari comuni, giudicando quali sarebbero stati idonei per i reggimenti di cavalleria dell’esercito e requisiti nel caso ce ne fosse stato bisogno. La cavalleria dell’esercito italiano aveva avuto origine da quella sabauda, organizzata nel 1668 nei reggimenti d’ordinanza Dragoni di sua altezza e Dragoni di madama reale. Il 22 marzo 1878 il prefetto di Sondrio, avvocato Pietro Boggio, in una lettera indirizzata al sindaco di Gordona Giovan Battista Tabacchi lo pregava di provvedere alla redazione e pubblicazione dell’elenco degli equini presenti nel comune, con nomi e cognomi dei proprietari. Nove giorni dopo il sindaco gli rispose di aver provveduto alla pubblicazione dell’elenco, approvato dalla deputazione provinciale e allegato alla missiva. Fu stabilito che a San Giacomo Filippo un’apposita commissione avrebbe deciso l’idoneità o meno dei cavalli e muli. Il 4 giugno il Tabacchi chiese al tenente e colonnello Rubini, comandante del distretto militare di Lecco, se si potesse cambiare il luogo, perché giudicato scomodo da raggiungere, ma egli rispose che era stato scelto dal ministro della guerra Giovanni Bruzzo, e che solo lui avrebbe potuto cambiare sede. Presieduta dal sindaco e dal comandante dei carabinieri reali della sezione di Tirano Pietro De Battistis, nel comune all’imbocco della val San Giacomo il 10 giugno la 38a commissione del distretto militare giudicò gli equini provenienti da Gordona. Su 75 cavalli ne furono considerati idonei sette, cinque da tiro e gli altri due da sella. Quattro erano rispettivamente di Agostino De Agostini, Luca Gatti, Giuseppe Pelanconi e Giovan Antonio Tavasci e ben tre di Domenico Tabacchi, il cui antenato – e suo omonimo – nel Settecento aveva ricoperto la carica di cancelliere del contado di Chiavenna. Gli altri 68 cavalli appartenevano a Domenico, Donato, due Giovan Donato e Pietro Battistessa; Antonio, Giacomo, Giovanni e Martino Biavaschi; Francesco Bini; Giacomo Braga; Giovanni e Giovan Battista Capelli; Antonio, Battista, Bernardo, due Giovanni e Silvestro De Agostini; Giovan Battista Dolzadelli e fratelli; Francesco Pio momentI di Gordona Novembre 2013 e Giovan Battista Ferrari; Martino Fogliada; Agostino, Bernardino e Giovan Battista Giampedraglia; Domenico e Giacomo Guglielmana, oltre a un altro Domenico e ai suoi fratelli; Giovanni e Antonio Mazzina e ai fratelli di quest’ultimo; Giovan Antonio Morelli; Lorenzo Pedretti e a un suo omonimo; Euticchio e Giovanni Pedocchi; Giovanni Scartaccini; Battista e Domenico Tabacchi; Guglielmo Tabacchini e fratelli; Giovan Antonio, Giovan Donato, Guglielmo e Gaudenzio Tavasci, ai nipoti di quest’ultimo e agli eredi di Filippo De Agostini, Giacomo Mazzina e Bernardino Biavaschi detto Dottore. Dopo il censimento dei cavalli e muli tenutosi a San Giacomo Filippo, il 3 ottobre 1882 l’assessore del comune di Chiavenna e ingegnere Cesare Agustoni informò il sindaco di Gordona Giovan Battista Tabacchi che un nuovo censimento si sarebbe tenuto il 4 novembre di quello stesso anno dalle ore 9 alle 16 in località Pratogiano. Cinquant’anni dopo il cavallo di Samolaco, discendente dalla razza che era stata introdotta nel 1502 dal maresciallo di Francia e marchese di Vigevano Gian Giacomo Trivulzio nella propria fattoria tra Era e San Pietro, fu incrociato con stalloni di Avelengo (Hafling) in provincia di Bolzano, motivo per cui oggi l’equino dal mantello color champagne è noto come avelignese (haflinger). Nel Novecento furono molti i coscritti ventunenni di Gordona che per far festa raggiunsero Chiavenna con un carro trainato da due cavalli, accompagnati dal suono di una fisarmonica, dei campanacci e degli immancabili corni. Ciò accadde fino al principio degli anni sessanta quando, al posto degli animali, si cominciò a utilizzare il trattore. I coscritti maschi di Gordona del 1923, giunti nel 1944 con un carro trainato da due cavalli sul viale della stazione ferroviaria di Chiavenna. * Documenti conservati presso l’archivio comunale di Gordona: ACG, Leva e truppe, cart. 38, fasc. 26; cart. 39, fasc. 6. Elenco dei 7 cavalli di Gordona considerati idonei per l’esercito nel 1878 Cavallo Proprietario Femmina baia scura da tiro di 6 anni altezza al garrese 1.45 m Agostino De Agostini figlio del defunto Giovanni Femmina baia da tiro di 6 anni altezza al garrese 1.44 m Luca Gatti figlio del defunto Giovan Antonio Femmina baia da sella di 6 anni altezza al garrese 1.47 m Giuseppe Pelanconi figlio di Lorenzo Femmina baia da tiro di 10 anni altezza al garrese 1.54 m Femmina moretta da tiro di 10 anni altezza al garrese 1.44 m Domenico Tabacchi figlio di Costante Femmina grigia da tiro di 10 anni altezza al garrese 1.45 m Maschio sauro da sella di 4 anni altezza al garrese 1.46 m Giovan Antonio Tavasci figlio del defunto Giuseppe 27 momentI di Gordona Novembre 2013 Novembre 1913: “La marcia della cooperazione in Provincia di Sondrio” Dalla rivista mensile “Rezia Agricola e Zootecnica” datata Novembre 1913 è stato rintracciato un articolo molto interessante riguardante la nascita della nostra latteria sociale. di L. R. Proviamo ad immaginare la realtà agricola di Gordona prima della costruzione della latteria: in ogni singola famiglia (o gruppi di famiglie) si effettuava la caseificazione del proprio latte, sicuramente non in locali appositi ed in condizioni igieniche che oggi farebbero rabbrividire i funzionari dell’ASL e non solo... Con l’avvio della latteria si sono così ottenuti notevoli benefici economici in quanto la nuova struttura ha permesso di poter “casare” in locali opportunamente attrezzati con un sicuro miglioramento della qualità del formaggio e del burro prodotti, lasciando inoltre più tempo a disposizione per il lavoro in stalla, nei prati o nella vigna. Come riporta l’articolo della “Rezia” pensiamo a come è stato lungimirante chi, oltre un secolo fa, ha speso 28 momentI di Gordona Novembre 2013 energie e risorse per realizzare il “fabbricato agricolo più vasto della Provincia”. Si parla tanto di crisi e di come uscirne attraverso la sussidiarietà, la cooperazione ed altre belle parole, ma nei fatti possiamo dire di essere altrettanto lungimiranti? La dismissione della “mulinencĥia”, passata sotto silenzio nei decenni passati è o non è stata un grave danno per la latteria e per tutta la comunità di Gordona? 29 momentI di Gordona Novembre 2013 Vita nostra Proseguiamo la rilettura dei bollettini parrocchiali Vita nostra: i contenuti rievocano ricordi, svelano episodi inediti, e stimolano il dibattito su temi che si dimostrano sempre attuali. Lo scorso anno abbiamo presentato il primo numero del bollettino Vita nostra pubblicato nell’aprile 1936. Attraverso quelle rubriche di vita parrocchiale, di storia della Chiesa, di riflessioni e enfatici ammonimenti, abbiamo rivissuto il clima che caratterizzò la vita di quegli anni a Gordona, e più in generale in Italia. Riprendiamo la lettura (per maggior chiarezza abbiamo evidenziato con colori diversi le parti scritte da arciprete e/o prevosto da quelle comuni a tutta la diocesi). - Maggio 1936: Compare su questo secondo numero del bollettino la pubblicità. Dal mese di giugno e per tutti i mesi estivi, il prevosto don Battista Tavasci torna a risiedere nella canonica a Bodengo dopo alcuni anni di assenza. Vita Nostra raggiunge i gordonesi lontani, quelli emigrati in America e i soldati impegnati nel Corno d’Africa a seguito dell’invasione italiana dell’Etiopia 30 in Africa Orientale. Emergono in maniera evidente il patriottismo e il sentimento popolare influenzati dalla propaganda del regime. Quello stesso regime, tanto osannato in questi scritti, che pochi anni più tardi metterà a repentaglio le vite dei due parroci: Don Michele sarà vittima di percosse per mano di una squadriglia di Brigate Nere, don Battista verrà deportato a Dachau e destinato ai lavori forzati. FINALMENTE VIENE LA MESSA ANCHE A BODENGO ….pensate un po’ quanto più sconcertata veniva a trovarsi la povera gente in tanti anni in cui tutta la Valle rimase senza alcuna assistenza del Sacerdote. Tutti i giorni erano uniformemente uguali; e quanti perdevano persino la nozione dei tempi. “Non si sa neppur più quando è domenica” si sentiva ripetere le tante volte e per cercare di convincersi nelle feste più belle si voleva talvolta darsene l’illusione col suono delle campane di S. Bernardo ma… a vuoto. Fu appunto in considerazione di tale necessità di dare ma tanta gente la comodità e la gioia di sentirsi cristiani anche nel triste e necessario abbandono dei mesi estivi, che la Fratellanza di Napoli “a mezzo dei suoi incaricati in patria nella stua della casa Arcipretale, l’anno1791 allì 16 Marzo, giorno di Mercoledì”, si impegnò con atto pubblico del notaio Giovanni Giuseppe Peducchi di mantenere a proprie spese un Sacerdote appositamente incaricato del servizio religioso a Bodengo con “uno stipendio annuo di 100 filippi da parpagliole 56 per cadaun filippo per cadaun anno, scodibili presso li Messi delle anzidette tre Cassette di Napoli, come si fa per il Cappellano dell’Immacolata a Cimavilla”. Avevano ben motivo l’Arciprete di allora ed i rappresentanti della vicinanza di S. Bernardo, sigg. Capelli e Pedretti, di ringraziare la fratellanza di Napoli come nota alla fine lo stesso atto notarile. Ora finalmente, con o senza i 100 filippi delle tre cassette, il Sacerdote c’è a Bodengo, e la Domenica ritorna Domenica anche per quelli sparsi a corona attorno alla chiesa di S. Bernardo. Quello che importa adesso è che le tre campane squillanti, anche se il campanile è pendente, non suonino più a vuoto e per nessuno. momentI di Gordona Novembre 2013 L’IDEA CAMMINA… Vita Nostra?... Eccovi dei fatti: più di 130 famiglie già abbonate dopo il primo numero, e non mancano i sostenitori, di cui daremo l’elenco. Giovani soldati intelligenti che domandano un abbonamento individuale “…non attendo che Vita nostra; quel giorno che mi arriva mi illudo di essere in famiglia, tra i compagni”, come scrive uno che soffre di nostalgia. “Rivivo gli anni della mia fanciullezza, rivedendo sulla copertina la mia Chiesa di S. Martino…” si affrettano a scriverci dagli Stati Uniti. Poveri emigrati, quanto bene farà loro ricevere mensilmente il Bollettino Parrocchiale! Si riduce la distanza che li separa, ricordano meglio la famiglia, si ravvivano i vincoli di affetto. Sentite infine cosa ci scrive da Udine l’Avv. Prof. Biavaschi e poi diteci voi se non è il caso di stamparne ancora un altro!.. “Congratulazioni vivissime per la bella e santa iniziativa! Ben di cuore mando l’abbonamento per me e per mio fratello Martino, come da assegno qui accluso. Farà certo del bene sia a quelli che si trovano in patria o emigrati nelle Americhe o che andranno sui monti nella prossima stagione estiva. Tornerà pure grandemente accetto anche valorosi compaesani in A. O. per compiere il proprio dovere ed a quanti hanno caro il paesello nativo. Che il Signore benedica quindi la provvida idea…”. DA MALLES A MOGADISCIO In linea d’area sono parecchie migliaia di chilometri, ma, tolta una volta la striscia di Sudan inglese che divide il deserto Libico dall’Eritrea, il tricolore vi domina sovrano dovunque e questo per merito anche dei soldati Gordonesi. Ne abbiamo un po’ dovunque e in ogni arma. Se il Ministro della Guerra, quando manda in congedo i soldati, permettesse loro non solo di portarvi la divisa estiva ma anche le armi, io darei pieno affidamento, in caso di necessità di guerra, che i vari chilometri di frontiera nostra dalla bocchetta di Ala al passo dell’Orso sul Notaro rimarrebbero inviolabili a qualsiasi attacco. In capo, è naturale, troviamo gli Alpini; seguono, per numero, i Legionari, la Fanteria in minoranza; non manca l’Artiglieria e da montagna e d’Armata. In caso di un invasione dal nostro confine piazzerei ad esempio la prima a Gandaiole, la seconda alla Brusada, così non pagheremmo neppure l’affitto per baraccamenti. Per i viveri ora non ci mancherebbe la sussistenza. Piuttosto sodati del Genio non ce ne sono, ma appena di nome: minatori provetti non mancano e i pontieri li vedrete all’opera, e presto, in un opera maestosa quale minaccia di essere il ponte sospeso sul Vallone. Non parlatemi poi di aviatori perché ve ne sono due soltanto, è vero, ma con tanto spirito di corpo ed amore alla propria piccola patria che ne valgono 50. Avremmo persino elementi sufficienti per costituire una fanfara alpina! Ma la guerra è guerra, anche se capitasse in casa propria, e se per disgrazia vi fosse qualche ferito? Niente paura uno del 10 sta facendo la pratica in Somalia e ritornerà presto perché delle classi anziane. Ma se la ferita fosse grave? Forse che manca nel piccolo esercito di Gordona il Cappellano militare? Di quelli poi che piace comandare, dal caporale in su ne abbiamo 100… Ora lasciamo parlare i soldati stessi e sentirete. E cominciamo dai primi. Dal lago Ascianghi ci scrivono due nostri Alpini indivisibili: “…Graditissime ci furono quelle immagini da lei mandate. Noi finora abbiamo avuto una salute di ferro…in questa Africa abitata da gente barbara che non temono la morte. Durante il combattimento vengono sotto a prendere la canna della mitraglia, ma nel combattimento di Abbi Addi ce l’abbiamo data noi Alpini la biada. Tre giorni di lotta con pochissimi morti e feriti mentre invece il sangue Abissino scorreva a ruscelli…”. Sentite ora un padre di famiglia che è legionario e ci scrive da Uogorò: “…Lontano dalla Patria e dai miei cari, sento più forte in me la Fede Cristiana che ho sempre professato. Compio serenamente il mio dovere di Italiano e di Fascista, tanto più che tale dovere coincide con quello di buon Cristiano. Se Iddio vuole, e grazie al genio del nostro Duce, la vittoria arriderà presto alle nostre armi incivilitrici e potrò così venire a porgerle personalmente…”. Fate passare i nostri fanti sotto l’arco di Tito si diceva nel 18 e si deve ripetere nel 36. Umili ma valorosi. (Seguono indirizzi per scrivere ai militari) Nel 1936 Eva era ancora l’unica imputata di tutti i mali dell’umanità. Essendo morta da tempo, le sue figlie continuavano a ereditarne le colpe. UN’ARMA POTENTISSIMA Per strappare Iddio all’umana coscienza, molti delitti sono stati ideati e commessi. Scienza, filosofia, storia menzognera, letteratura, stampa, incisioni, teatri. Tutti questi mezzi di distruzione e di propaganda si sono coalizzati per distruggere la fede, pervertire il senso morale, abituare gli occhi e le orecchie a scene ripugnanti, permettendo così di proclamare il culto unico della libera ragione. Ma lo spirito del male pensava di non aver ancora raggiunto interamente il suo scopo, fino a che la donna, colei che per natura ed essenza è la protettrice e la custode della famiglia, non fosse contaminata in massa, e che un veleno deleterio non avesse compenetrato il suo essere in tutti i modi. Molte diffidavano ancora del romanzo cattivo, fug- 31 momentI di Gordona Novembre 2013 givano i teatri pervertitori, ignoravano le negazioni della scienza. Bisognava cercare una trappola più accessibile. E fu trovata: la moda. Ecco l’arma che servì ai distruttori delle nostre forze morali. Ecco l’abile manovra che riuscì a trascinare il nostro debole sesso in eccentricità che sorpassano ormai ogni misura, ferendo, senza il minimo scrupolo, la morale più elementare e più indulgente, e confondendo le donne oneste con le altre. Nessuno può misurare il danno morale che si diffonde con la moda indecente. - Giugno 1936: in seguito al reinsediamento del prevosto in canonica a Bodengo nascono nuove esigenze economiche. Per sopperire alle difficoltà il parroco suggerisce la soluzione. UNA FABBRICERIA IN … LIQUIDAZIONE Sicuro. È quella di Bodengo e non è un mistero. Un po’ di denaro messo insieme durante la vacanza ha dovuto servire per i restauri della casa del Vicario e non sono ultimati. Mi spiego: i denari si son finiti ma i restauri no, perché sono rimasti i pavimenti rosi dal tarlo. Domandate un po’ al Sig. Prevosto di chi era quella gamba che un bel giorno, stando a pianterreno, si vedeva penzolare dal soffitto. Per fortuna che è giovane e le ossa sono buone! Fosse stato un Comasco? Ritirava in buon ordine la gamba e via terrorizzato senza più voltarsi indietro. Lui invece la usa ancora per salire e scendere da Bodengo. A proposito non vi sarebbero otto o dieci pini in valle? Vi permetterei di lavorarli alla festa e poi la teleferica… la pago io, sapete che ho il conto corrente con Lusardi e compagni. Fatte le dette spese, la Fabbriceria non può fare assegnamento che sulle rendite solite di 30-50 anni fa e non crediate che l’ufficio amministrativo abbia il potere di aumentarle. Ora comprare l’olio per la lampada per quattro mesi e mezzo, la cera non la regalano, un po’ di stipendio da darsi al sagrestano (nonostante che il buon Pepign, segrista a vita, non sia un ebreo); aggiungete qualche riparazione immancabile ai fabbricati, ai paramenti e per completare un po’ di tasse e poi ognun vede che la Veneranda Fabbriceria di Bodengo è molto più in pericolo del… campanile. UNA PROPOSTA DA REALIZZARE Io credo di poter spiegare in questo modo l’apatia che circonda la Chiesa di S. Bernardo (e non solo quella); non costa nessun sacrificio e quindi non si ama. 32 I vecchi e i giovani del seicento e del settecento l’amavano, perché ci costava tanti sacrifici! L’avevano edificata, arredata; costruito un campanile guardando più in alto che in basso (ma ciò non toglie nulla alla loro grande fede), comperarono tre campane (e quanti filippi e blozzeri per averle con quel suono argentino). Vi aggiunsero una casa, l’arredarono come meglio poterono, costruirono un Cimitero, prepararono una rendita sufficiente alla Chiesa per allora. Ecco perché, quando scendendo in Ottobre, si volgevano un istante a salutare il campanile e la Chiesa, si commovevano fino alle lagrime: lasciavano un po’ di loro stessi tra quelle mura! Ed ecco finalmente la proposta da realizzare. Studiata, meditata, ora la lanciamo con tutta sicurezza che diverrà un fatto compiuto. Il latte che si mungerà la sera del 12 e la mattina del 13 Giugno in tutta la Valle sarà caserato a beneficio della Chiesa di S. Bernardo per supplire alle maggiori spese inerenti al ripristinato sevizio religioso. Così sono salve le proporzioni: chi più ha più dà. Appositi incaricati raccoglieranno il latte nei monti: tre o quattro a Bodengo, uno o due per Pra’ Pincee e Brusada, uno per Monte Garzelli e Valla Scura, uno per Bedolina e uno per Barzena. Alle ore 9 del 13 Giugno, festa di S. Antonio, il Sig. Prevosto canterà Messa e darà la benedizione per i bisogni degli offerenti. Vi assicuro che non vi sarete mai trovati tanto bene in quella Chiesa, che comincerà ad essere proprio vostra. Vorrei avere anch’io 10 mucche, e darci il latte di una settimana! Ritroviamo la Meneghina di Camenign, la Meneghina “de la meneštra de l’asilu” a cui avevano dedicato un mese del Bon èn 2012. LA MENEGHINA Ce ne sono tante donne in parrocchia con questo nome, ma per distinguerle al nome bisogna aggiungere il casato. La Meneghina, pura e semplice, senza altre aggiunte sottintesi, era solo lei. E come lo portava bene questo nome. Domenica = del Signore. E fu realmente tutta di Dio. Tanto di Dio che (è un semplice caso strano ed unico) se tu guardi il registro parrocchiale, di lei ti ricorda appena la data del Battesimo, il 31 Marzo 1860, e non quello della nascita. Diceva spesso di essere una persona inutile, e forse alcuno anche lo pensava, ma ora che non c’è più se ne sente la mancanza e si misura il vuoto che ha lasciato. Fu definita alla sua morte una di quelle anime umili e semplici che passano in silenzio sulla momentI di Gordona Novembre 2013 scena del mondo, ma lasciano dietro di sé una scia luminosa di bene. Eminentemente anima eucaristica, doveva sentire in modo sublime l’attrazione del Tabernacolo perché le ore in Chiesa non le contava ed anche gli acciacchi della vecchiaia sembrava non li sentisse più quando vi si trovava. E dalle sue ininterrotte Comunioni, e dalle lunghe visite ne derivava quel sensus Christi, quel sapore di Cristo che poteva rilevare in lei chiunque chiunque avesse avuto modo di avvicinarla. I bambini dell’Asilo e delle prime classi catechistiche, nella loro innocenza, dovevano sentire un attrazione speciale perché le si stringevano attorno, pendevano dalle sue labbra, si trovavano tanto bene con lei. Ed ella si trovava bene con loro, era proprio al suo giusto posto. Ma se i bambini erano la sua corona ed avevano le sue preferenze non trascurava i grandi. Te la vedevi comparire in Chiesa ora con sotto il braccio la Burtulina, ritornata bambina nella persona e non solo; ora con la povera Costanta o con altre persone deficienti di corpo o di mente o di volontà. Le persuadeva, le preparava ed era felice quando le osservava alla balaustra. Per il paese passar la Meneghina era come passasse il prete. La vedevano gironzolare giù in fondo alle ultime case, o su vicino all’Immacolata, o trascinarsi malamente fino a Coloredo? “Meneghina c’è qualche ammalato?” La cosa era tanto naturale! Nessuno o quasi prendeva il via per l’altro mondo senza una buona parola di quell’umile donna. E di anima in tal modo ne ha salvate più di una. Oh lei non pensava neppur lontanamente che la presenza del prete potesse tornar sgradita o anche spaventare qualcuno. Piuttosto si era spaventata lei, buona donna, quando si sollevò quell’insana ribellione, voluta da pochi tristi, e assecondata purtroppo dai più, ed il prete fu tolto fino a resipiscenza. Allora si c’era da spaventarsi, da piangere, da pregare e da allora la Meneghina si votò tutta per rendere più fecondo il ministero del Sacerdote tra le rovine disseminate in cinque tristi anni di anarchia religiosa. Il 22 Maggio scorso di buon mattino ritorna dalla Chiesa con Gesù nel cuore, si siede al fuoco (sfinita come sempre da tempo) per prepararsi qualche cosa prima di andare tra i bimbi. È l’ora sua. Lo Sposo giunge proprio allora e la trova pronta. Era del numero delle prudenti. La fiaccola della sua lampada dava una fiamma viva, l’olio era buono ed abbondante… sprizzò luce nella Parrocchiale la mattina del 24 ai funerali trionfali. E la terra della sua tomba non la può estinguere. ROVISTANDO IN ARCHIVIO Vanta Gordona de’ suoi, che occuparono delle prime cariche del Contado sì tra gli Ecclesiastici come un Romero Biavaschi, Arciprete di Chiavenna, nel1378 ecc.;sì anche tra i secolari come un Barone Tavassi in Napoli, un Capitano Carlo Tabacchi in Olanda. In questa comunità, poi, dacchè risplende il vero lume del Vangelo, allignò si bene la Cattolica Fede, che, in tanta varietà de’ tempi, in tanti perigliosi cimenti, ed in tanta perversità del mondo, fu sempre la sola abbracciata, sostenuta e difesa, cosichè, se poterono gli errori metter piede in buona parte della Rezia Dominante ed in alcuni luoghi del Contado, non lo poterono in Gordona neppure nella perversione di un solo, grazie e gloria del Sommo Dio. Portati dal vero spirito del Vangelo ebbe Gordona un buon numero di Sacerdoti patrizi in ogni tempo anche più remoto, singolarmente delle famiglie Mazzina, De’ Righi, Taddei, Brocchi, Tabacchi, Tavassi, Pedocchi, Biavaschi, Balatti, Giampedraglia, De Giambattista, Micheroli Battistessa, De Agostini, Schenardi, de quali molti religiosi claustrali, massime in Napoli, ed ultimamente un padre Andrea di Gordona, Predicatore dei Minori Riformati di S. Franco, e confessore de più ragguardevoli mona- 33 momentI di Gordona Novembre 2013 steri di Monache di Napoli, un Chierico Gianbatta da Gordona ora studente Capuccino nella Provincia di Milano ambedue della Famiglia De Agostino, non dovendosi obbliare la singolare dottrina del Prè Lorenzo Tavassi, morto nel 1754, nel ministero di Istruttore ed approvatore di confessori di Confessori in Napoli sotto l’ Em.mo Car.le arcivescovo Spinelli, non essendo per anche nell’età di trent’anni. A. O. I. (Africa Orientale Italiana) 5 Maggio - Il Maresciallo Badoglio mi telegrafa: Oggi 5 Maggio alle ore 16 alla testa delle truppe vittoriose sono entrato in Addis Abeba. La guerra è finita. La pace è ristabilita. 9 Maggio - …I territori e le genti che appartenevano all’Impero di Etiopia sono posti sotto la sovranità piena ed intera del Regno d’Italia. Il titolo di Imperatore di Etiopia viene assunto per sé e per i suoi successori dal Re d’Italia. 24 Maggio - Camerati combattenti vi domando: abbiamo tirato diritto sin qui?...Oggi 24 Maggio vi dichiaro che faremo altrettanto nel futuro! Questi periodi dei vari discorsi di S.E. il Capo del Governo alla radio hanno provocato anche da noi un ondata di entusiasmo patriottico. La funzione tenuta in Chiesa la sera stessa del cinque Maggio era un ringraziamento a Dio per la pace e la vittoria ottenute ed una preghiera perché non manchi mai la sua assistenza su Chi guida la nostra Patria ai destini segnati dalla Provvidenza. A quasi ottant’anni di distanza non riusciamo a non rabbrividire leggendo i consigli dati in materia di educazione dei figli attraverso parole durissime impregnate di pregiudizio e amarezza. Il dovere che muove i soldati in Africa e la milizia fascista nelle spedizioni punitive, che chiede alle madri molti figli e sfila le fedi d’oro dalle loro mani ha la precedenza su qualsiasi altro sentimento. In queste pagine riportate troviamo solo una volta la parola amore, ed è riferita alla patria! PER LE MADRI LA CORREZIONE - Oltre la vigilanza , i genitori devono usare verso i figli la correzione, e ove occorra, anche il castigo. Non c’è dovere più raccomandato di questo dallo Spirito Santo. “Chi ama suo figlio, non gli risparmia la sferza… Non bisogna scarseggiare coi figli il castigo”. I figli sono come tenere piante che si lasciano piegare da ogni lato e pigliano quella direzione che si dà loro. Quando vedete spuntare in loro qualche vizio, qualche piega un po’ storta, bisogna raddrizzarli subito per mezzo della correzione. Essa è necessaria, come è necessario il freno al cavallo, il 34 pungolo al bue. Quei genitori che non usano la correzione verso il loro figli, e a tempo opportuno e nella giusta misura anche il castigo, sebbene possa sembrare che li amino, in realtà però li odiano e sono i più fieri nemici del loro bene. È stoltezza dire: “i nostri figli sono ancora ragazzi; quando avranno maggiore intelligenza si correggeranno da sé…” Adesso sono piccole bugie, quelle dei vostri figli; ma un giorno, queste bugie diventeranno inganni, frodi, falsità. Adesso sono i piccoli furti, ma se non li correggerete, questi furti a suo tempo si cambieranno in mancanze gravi di coscienza, in ladronecci, in usure. Adesso sono rabbiette, malignità, intolleranze; ma a suo tempo saranno trasporti d’ira, risse, odi, violenze. Adesso, sono parole improprie; ma più tardi saranno bestemmie, imprecazioni, maledizioni… La semenza del vizio è una triste semenza che se arriva a metter radici in un giovane cuore, andrà sempre crescendo e porterà un giorno i suoi frutti, inesorabilmente. Ci pensate, madri? - Luglio 1936: torna il dito puntato sul genere femminile; a seguire la cronaca locale degli avvenimenti del mese di giugno e nuovi suggerimenti sull’educazione dei figli. SOLLEONE ….al fanciullo si deve il massimo riguardo, dicevano i pagani. E le più grandicelle? A scuola, ad ogni classe che avanzano, si cambiano i libri perché l’intelligenza si sviluppa; e perché non si cambiano, o perlomeno non s’allungano le vesti, dal momento che crescono dai 5 agli 8 centimetri all’anno? E le più grandi, le madrine? Nell’alta società una volta si costumava portare i guanti non infilati nelle mani, ma stretti in pugno. Da noi vi è una moda tutta diversa. Andando e ritornando dalla campagna, in mano si portano le calze. Ridete? Eppure è così. Ce ne sono certune che con le vesti succinte, su e giù dai carri, nei campi, in bicicletta, sembra vogliano disperatamente conservarsi bambine; però, diceva quel galantuomo, bambine soltanto nei vestiti e nel … buon senso! Io credo che la modestia cristiana debba essere una virtù anche estiva. Non parliamo poi di quelle poche, leggere, leggere come farfalle, che ci tengono a presentarsi sbracciate e scolacciate. Sarei tentato di leggervi S. Cipriano, che, quale vescovo di Cartagine in Tunisia, parlava a quelle di laggiù. momentI di Gordona Novembre 2013 Ne sentireste di carine. Ma esse sono moderne e emancipate per giunta. Papini dice che le donne moderne, aprono gli occhi appena a quarant’anni. Ed alla ragazza emancipata non s’insegna. È ribelle. E sta bene! Imparerà da sé. RITMO PARROCCHIALE - La festa del Corpo del Signore si è svolta l’11 Giugno in Parrocchia colla massima solennità. Intervenne, come è tradizione, il Parroco di Menarola, impossibilitato il Prevosto di Mese scese il Prevosto da Bodengo in modo da poter cantare la S. Messa solenne. Le vie furono pulite e ornate nel modo tradizionale e, in alcuni tratti, con vero gusto. Il corpo musicale condecorò lodevolmente le funzioni. Ottima cosa fu l’adorazione continua dei fedeli a Gesù esposto, nell’intervallo tra le funzioni del marrino e quelle pomeridiane. - A Bodengo il Corpus Domini si celebrò la Domenica 14 con minor splendore ma non con minore devozione. L’entusiasmo e l’interessamento insolito dei fedeli numerosissimi (era più che piena la chiesa) il tempo sereno, la profusione dei fiori (e non erano soltanto le umili margherite e i selvaggi rododendri locali!) L’allegria delle campane, la novità di Gesù passante attraverso le povere strade di Bodengo, contribuirono a fare della festa una celebrazione molto sentita. - La proposta per la raccolta del latte in val Bodengo a favore della chiesa di S. Bernardo ebbe una rispondenza totalitaria e a Bodengo e (devo dire: soprattutto?) nei Monti. Kg. 35 di burro e quindici forme (tra grandi e piccole) di formaggio. Si vede, in fin dei conti, che l’idea è stata compresa e anche la nostra gente non demerita una certa fama di generosità. S. Antonio, in occasione della cui festa è stata fatta la raccolta, non potrà che benedire gli offerenti. - Colla metà di Giugno (a Coloredo colla fine di Maggio) sono terminate le scuole. Capriole di bimbi, respiro di maestre, punto interrogativo di genitori sulla promozione o sulla bocciatura. Un annata un po’ scombussolata fu la scorsa. Quella benedetta Africa!... Non dimenticate però i libri ragazzi. A ottobre sarebbero guai. In parrocchia rimangono ormai solo i strilli delle rondini, senza più quelli dei bimbi, che finiscono ora di prendere il volo per l’alto. - Col 25 Giugno anche la latteria si chiude. Il casaro è ormai ozioso; si fanno gli ultimi pani di burro; il reparto delle conche è deserto. Dopo tanto lavoro è pur giunta una sosta. PER LE MADRI CORREZIONE E CASTIGO Come si deve usare la Correzione? Essa deve essere sempre giusta, imparziale, serena. Giusta: cioè proporzionata all’età, alla natura della colpa e anche all’indole dei figli. Vi sono nei giovani certe mancanze che potrebbero chiamarsi di fragilità, come correre, saltare, rompere, insudiciarsi ed altre simili ragazzate. E ve ne sono altre piene di malizia, come battersi coi compagni, vendicarsi delle ingiurie, commettere delle immodestie, pronunciar bestemmie ecc. Se si tratta delle prime il più delle volte conviene passarvi sopra, o castigare leggermente. Se si tratta invece di colpe di malizia, allora bisogna aggravar la mano e ricorrere anche al castigo per sradicare il vizio. Sbagliano quindi quei genitori che per sciocchezze da nulla si adirano, strepitano, castigano severamente e poi forse passano sopra alle cose più gravi. La correzione deve essere imparziale. Avviene spesso che i genitori sentano un predilezione speciale per qualche figlio, al quale usano tutte le attenzioni e lasciano passar tutto, mentre per gli altri non hanno che rimproveri e castighi. Tal modo di agire non può produrre che funeste conseguenze. La tragica scena che avvenne nella casa di Giacobbe, per causa della predilezione che nutriva per il figlio Giuseppe, è un esempio che vale per tutti. La correzione poi dev’essere serena, cioè fatta con calma senza lasciarsi trascinare dalla collera, senza alzar troppo la voce e mandare imprecazioni. Ci sono alcuni che per un inezia da nulla montano sulle furie, prorompono in parolacce, in bestemmie, che pare la fine del mondo. Questo non è il modo di farsi ascoltare, è invece il modo di farsi perdere il rispetto. Com’è bello quando in una casa basta una parola, un occhiata per ridurre un figlio al dovere! Quanto è eloquente un occhiata di un padre che sa farsi rispettare! E la parola di una madre che sa andare al cuore del figlio vale assai più di tutti i chiassi e tutte le villanie!... Per ragioni di spazio siamo costretti a chiudere la rassegna dei bollettini ma solo per rimandarla al nuovo anno. Torneremo con nuove pagine della nostra storia per tentare di ripercorrere insieme un tratto del nostro comune passato. 35 momentI di Gordona Novembre 2013 Da Gordona all’Arizona All’inizio del ’900, in Arizona, sedici Gordonesi parteciparono a una colletta per celebrare il funerale di un compaesano. Rinvenuta nel corso della demolizione di una casa a Gordona e pubblicata cinque anni fa sul libro “Terra di Gordona” scritto da Guido Scaramellini, la foto di gruppo riproposta nel presente articolo fu scattata al principio del Novecento in Arizona e ritrae un gruppo di Gordonesi emigrati nello stato americano, dove trovarono lavoro come minatori nella miniera di Morenci. Come emerge da una lettera scritta la vigilia di Natale del 1907 e uscita tre giorni dopo sul giornale “Eco di Val Chiavenna”, si tratta di dodici dei sedici partecipanti alla colletta per il funerale di Giovan Battista Benedetto Tavasci detto “Pulign di Gavei”, morto in ottobre colpito da un masso nella miniera americana. Egli era nato a Gordona nel 1877 36 dal matrimonio tra Giovan Battista Santino (n. 1832 – m. 1907) e Maria Tavasci di “Pacign” (n. 1833 – m. 1900) e quest’ultima fu la prima a essere sepolta nell’attuale cimitero di Gordona, la cui lapide funebre in marmo è oggi murata su un muro del campo santo. Già citata da Ambrogio Biavaschi in un vecchio numero di “Momenti di Gordona”, la lettera fu scritta dalla vedova Anna Lia Tavasci di “Tavascioη” (n. 1880 – m. 1954), la quale ringraziò i sedici Gordonesi che avevano partecipato alla colletta per il funerale di suo marito, che era stato celebrato in Arizona. Dai coniugi Giovan Battista Benedetto e Anna Lia nacque Maria Giuseppina (n. 1905 – m. 2000), madre di Gianni, Lia, Carmelina, Bice e Silvia Balatti. Non siamo riusciti ad attribuire un nome a ognuno dei dodici ritratti, a eccezione dei primi quattro seduti da sinistra e al secondo in piedi, sempre da sinistra, come riportato nell’elenco. Se ne riconoscete altri fateci sapere! momentI di Gordona Novembre 2013 Elenco dei partecipanti alla colletta per il funerale celebrato in Arizona di Giovan Battista Benedetto Tavasci detto “Pulign di Gavei” (nato a Gordona nel 1877 e morto a Morenci nel 1907) Antonio Natale Gianoli detto “Tunign Delaqua” n. 1862, m. 1907 a Gordona (nella fotografia è il 2° in piedi da sinistra) Dionigi Battistessa detto “Diuniis di Menöla” n. 1885, m. 1979 a Gordona (nella fotografia è il 1° seduto da sinistra) Duilio Battistessa detto “Düiliu di Menöla” n. 1887, m. 1949 a Gordona (nella fotografia è il 3° seduto da sinistra) Pietro Battistessa detto “Fiulign di Duminghi” n. 1882, m. 1949 a Gordona Gian Donato Isidoro Biavaschi detto “Dunarign di Tarign” n. 1883, m. 1937 a Gordona Cornelio Fioravanti Capelli detto “Fiuravanti di Marinaar” n. 1883, m. in America Samuele Lodovico Dell’Anna detto “Samuèl di Camenign” n. 1885, m. 1919 a Gordona (nella fotografia è il 2° seduto da sinistra) Pietro Amedeo Dell’Anna detto “Pedar di Camenign” n. 1890, m. in America (nella fotografia è il 4° seduto da sinistra) Domenico Fogliada detto “Meneghign di Griis” n. 1887, m. 1908 in America Gian Pietro Senatore Fogliada detto “Giampedrign di Fuièda” n. 1859, m. 1916 a Gordona Fedele Giampedraglia detto “Fidel di Baleta” n. 1885, m. 1949 in America Bernardino Innocente Giampedraglia detto “Nuzent di Baleta” n. 1883, m. 1955 in America Giovan Battista Giampedraglia detto “Batišta di Baleta” n. 1888, m. 1965 a Bellano Giovan Battista Guglielmana detto “Pèza di Burtui” n. 1886, m. 1938 a Mese Giovanni Ismaele Pedretti detto “Giuan di Tamaa” n. 1880, m. 1943 in America Gaudenzio Eusebio Tavasci “di Tavasc” n. 1886, m. 1941 in America Severino Tabacchi “di Bedina” n. 1885, m. 1951 a Chiavenna 37 momentI di Gordona Novembre 2013 Alpini: un gruppo che si rinnova Un resoconto delle attività dell’anno in corso, da parte dell’Associazione che nel 2014 festeggerà il quarantesimo della fondazione. dal Gruppo Alpini di Gordona Grazie a questo giornalino, abbiamo l’occasione di poter esporre a tutti i Gordonesi l’attività che svolgiamo. Innanzitutto vi vogliamo dare dei dati: nel 2013 gli iscritti sono 94 alpini, di cui 10 consiglieri e un presidente, e 10 amici degli alpini. Nell’anno in corso abbiamo svolto 175 ore di lavoro più 4 giornate di solidarietà ad associazioni e per attività benefiche. Elenchiamo in breve le iniziative svolte: - Il 26 gennaio si ricorda a livello provinciale con una messa la ritirata di Russia della Seconda Guerra Mondiale; - La terza domenica di febbraio si tiene la festa annuale durante la quale si ricordano i nostri caduti e si sottolinea l’importanza di avere un gruppo di volontari e amici che dedicano del tempo per la comunità; 38 - Nell’arco dell’anno si svolgono feste e ricorrenze oltre ai raduni a livello provinciale, regionale e nazionale a cui noi cerchiamo di partecipare; - Ci occupiamo della pulizia della mulattiera che da Cimavilla arriva a Donadivo, del percorso della via Crucis di Santa Caterina, compreso il sagrato della chiesetta e i sentieri limitrofi, e del sentiero che dal paese raggiunge il ponte sul Boggia; - Facciamo da punto di riferimento per la raccolta tappi di tutta la Valchiavenna che quest’anno grazie anche al contributo dei gordonesiha superato il peso di 50 quintali. L’iniziativa è volta al finanziamento della realizzazione di pozzi in Tanzania; - Partecipiamo in collaborazione con altre Istituzioni alla giornata del verde pulito e alla raccolta viveri del Banco Alimentare. Nel 2014 festeggeremo i 40 anni dalla fondazione del gruppo e si rinnoveranno le cariche del direttivo, per questo cogliamo l’occasione per invitare la popolazione a partecipare e per ricordare ai giovani che chiunque può iscriversi al gruppo: più siamo e più possiamo fare per il nostro paese. momentI di Gordona Novembre 2013 Calcio Gordona categoria Pulcini I Pulcini si sono aggiudicati, con 5 vittorie su 5 incontri disputati, il 7° MEMORIAL ALDO FALCO (San Cassiano 14-15 SETTEMBRE 2013). IN PIEDI DA SINISTRA: Fabio Mengolli, Alessandro Balatti, Roberto Battistessa, Nicolas Cacciatori e l’allenatore Salvatore Piazzolla. SEDUTI DA SINISTRA: Luigi Salerno, Christian Tuttorosa, Giacomo Panzera, Massimiliano Mangatta, Pietro Tabacchi e Devid Tabacchi. Dal Comitato della Festa de la Füghiascia La prossima primavera la “Festa de la Füghiascia” giunge alla XXX edizione. Insieme alle numerose iniziative in programma vorremmo celebrare questo traguardo con una sfilata in costume tipico e produrre un filmato con fotografie, scritti o altro relativi alle edizioni passate. Chiunque abbia materiale utile, sia per la sfilata che per il filmato, può consegnarlo in casa parrocchiale, indicando il proprio nome. Contiamo sulla collaborazione di tutti. Comitato della Festa de la Füghiascia 39 momentI di Gordona Novembre 2013 Valentina… Due scelte di vita straordinarie, votate a un percorso di fede e dedizione nei confronti della comunità. Catanzaro, ottobre 2013 Carissimi Gordonesi, vi scrivo da Catanzaro, dal terrazzino della camera del convento che appartiene alla congregazione “FIGLIE DI NOSTRA SIGNORA DELLA MISERICORDIA” presso il quale ho iniziato il mio cammino di postulante. Da qui posso vedere in lontananza, posto sopra una collina, il Duomo di Catanzaro attorniato dalle case e dalle palazzine. Proprio in questo momento lungo la ferrovia che collega la città ai paesi limitrofi sta scendendo il treno. Vi mando questa immagine affinché possiate condividere con me questo istante ed essermi accanto come lo sono io a voi. Sono arrivata qui dopo 40 un percorso di vita molto comune a quello di tanti giovani, tra gioie e non poche difficoltà, accompagnata da un senso di vuoto sempre più opprimente che solo ora riesco a colmare. Sto imparando ad ascoltare la parola del Signore, che a tutti noi parla, basta mettersi in ascolto, vincendo pigrizia e convenienza. Sono rimasta affascinata dalla vita di santa Maria Giuseppa Rossello il cui motto è “CUORE A DIO E MANI AL LAVORO” e “VORREI AVERE BRACCIA TANTO LUNGHE PER ABBRACCIARE TUTTO IL MONDO E FARE A TUTTI DEL BENE” e ora, dopo un anno di sperimentazione all’interno della congregazione, tra Milano, Savona e Roma, eccomi qui a Catanzaro. La mia giornata inizia con la meditazione intorno alle 7.00 a cui seguono le lodi mattutine. Alle 11.30 recitiamo le preghiere dell’ora media e alle 17.00 i vespri. Il lunedì partecipo alle prove di canto con un gruppo di ragazzi che ho conosciuto in parrocchia, e tra non molto entrerò a far parte della corale di Catanzaro. Tre volte la settimana una suora si dedica alla mia formazione, seguiamo il catechismo della Chiesa Cattolica, e approfondiamo i temi previsti dal programma di questo anno di Postulato. Il pomeriggio riesco a dedicare tre quarti d’ora all’adorazione personale all’interno della cappella del convento e il venerdì mattina l’appuntamento è con tutte le suore e la Lectio Divina. Oltre al flauto che non ho mai smesso di suonare, seguo un corso di chitarra una volta a settimana, il che significa che per circa un’ora momentI di Gordona Novembre 2013 e mezza al giorno mi devo esercitare. È sempre difficile trascrivere a parole emozioni e sentimenti di forte intensità come lo sono stati quelli che che hanno segnato la data del 12 settembre 2013, giorno in cui ho fatto il mio ingresso in postulato. Da subito ho avvertito la sensazione di essere giunta a casa. Ora non mi resta che lasciarmi guidare dall’amore di Dio. Pregate per me! Un caro saluto, una preghiera per tutti! Ciao, Valentina …e Stefano Sono stato tra voi un anno, un tempo breve, pochi giorni a settimana. Ma è stato un anno fondamentale per la mia vita: prima sono diventato diacono e poi prete. Non poche cose sono cambiate. Quando mi dissero che sarei dovuto andare a Gordona, sinceramente, non sapevo neanche bene dove fosse, e per me, cresciuto e vissuto a Como, è stato un notevole trasferimento. Subito rimasi colpito dalla bellezza del paese, anche paesaggistica, ma soprattutto relazionale: tutti si conoscono, tutti si salutano per strada, nessuno è un individuo qualsiasi. Questa dimensione di “paese” mi ha affascinato e addirittura, senza meriti, anch’io sono stato introdotto in questa bella rete di relazioni. I rapporti, le amicizie sono le cose che più restano nel cuore, e che conserverò sempre. Col trascorrere dei mesi, Gordona l’ho sentita casa “mia”, per merito non mio ma della gente e, soprattutto, di don Enea, un prete che è diventato un esempio indelebile per me. Vi scrivo per ringraziarvi, e ritengo che per questo non servano molte parole ma un autentico e sincero grazie. Ora sto iniziando una nuova avventura dal lato opposto della diocesi. Ricordandovi nelle mie preghiere, quando potrò tornerò a Gordona. Stefano 41 momentI di Gordona Novembre 2013 Riflessioni Come lo scorso anno, Gemma ed Enrico condividono con il paese l’esperienza africana e l’orgoglio per gli importanti risultati raggiunti in collaborazione con l’Associazione “L’Alveare” di Olgiate Comasco. di Gemma ed Enrico Tavasci La crisi finanziaria mondiale sta minando la presunta autarchia politica dell’Europa e l’autosufficienza delle nostre economie nazionali e domestiche, difese dal nostro lavoro e dalle nostre leggi. 42 Angosciati dalle difficili, disperate e a volte tragiche situazioni particolari prodotte dalla crisi (che non è mancanza di ricchezze, ma di giustizia ed equità), notiamo che c’è paura del futuro e questa paura ci spinge a chiudere porte e cancelli, a premere la mano sul nostro portafoglio, a costruire alibi attorno alle nostre coscienze per tenere lontane incertezze e confusioni, per esorcizzare l’overdose di povertà che domina questo nostro ricco pianeta, assetato di felicità, ma carente di giustizia, di gioia, perfino. Tornati da una triennale esperienza in Senegal, ci permettiamo timidamente di testimoniare che l’Africa è in crisi da secoli: mai è veramente uscita dalla schiavitù e continua a essere impoverita dal neocolonialismo (la Cina sta investendo ingenti capitali) che, con la complicità di tiranni e dittatori locali prezzolati, sfrutta e rapina le sue ricchezze. A livello politico viene soffocata la democrazia sognata dalle indipendenze conquistate oltre mezzo secolo fa. Libri e riviste specializzate documentano le tragedie del mondo dei poveri, mentre le TV e il mare di carta che sfogliamo ogni giorno ci torcono il collo verso la Germania e ci illudono di poter inseguire il Pil in aumento negli U.S.A. Nonostante la sua povertà l’Africa investe nel futuro mettendo al mondo bambini: troppi, secondo i nostri schemi. “Se non hanno da mangiare non devono fare tanti bambini”: è la morale più comune con cui banalizzare la povertà, omologare il nostro benessere e bonificare le nostre coscienze, mentre solo in Italia continuiamo a buttare alimenti sufficienti per momentI di Gordona Novembre 2013 altri 42 milioni di persone e nei supermercati allunghiamo sempre più gli scaffali strapieni di prodotti e alimenti per i nostri cani e gatti… Chi va in Africa è travolto dai bambini e non può sottrarsi alla loro gioiosa invadenza e alla loro sete di speranza nel futuro. Con la generosità dell’Associazione “L’alveare” di Olgiate Comasco, siamo riusciti a costruire e consegnare una scuola materna per tre classi: “La più bella scuola materna del Dipartimento di Rufisque” ci hanno ripetuto commossi i pescatori del villaggio di Kelle. Precedentemente avevamo realizzato un ponte di raccordo tra la strada e la scuola primaria. Ce l’abbiamo fatta; anzi, siamo riusciti a fare delle opere aggiuntive rispettando i costi dei preventivi iniziali. Abbiamo anche stipulato una convenzione con le autorità della Comunità Rurale che, con risorse e personale reperite in loco, inizieranno le attività scolastiche già per l’anno 2013-14, in linea con la massima di dare la canna e lasciare loro la pesca. Missione compiuta, si potrebbe concludere: missione compiuta ha ripetuto l’associazione “L’alveare”, che ha onorato il suo fondatore Felice Albonico recentemente scomparso. Nonostante la crisi e nonostante l’assistenza a una quarantina di disabili, “L’Alveare” ha deciso di rimandare gli impegni già assunti per realizzare questa scuola materna in Africa. È spontaneo il riferimento alla vedova del Vangelo che nel tempio ha offerto tutto il suo avere… Il progetto “un mattone per il Senegal” è un fatto concreto rispetto ai polveroni di parole sollevati di tanto in tanto. Secondo lo schema del pensare, parlare e agire, “L’Alveare” ha creduto, ha coinvolto tante persone, soprattutto gli alunni delle scuole, e ha agito. È venuto il tempo di agire se non vogliamo che la nostra civiltà europea venga sopraffatta dai popoli emergenti impoveriti, che reclamano diritti e giustizia. Dobbiamo andare oltre l’elemosina: dobbiamo amare con le mani. Da fare ce n’è per tutti. Il primo passo è cambiare i nostri stili di vita, come andiamo ripetendo un po’ tutti. Suggeriamo che è fondamentale vedere di persona, toccare, vivere le realtà del terzo mondo come hanno fatto milioni di persone. A noi due non è possibile convincerci che la missione è compiuta: il mal d’Africa ha raggiunto il cuore che condividiamo con quattro nipotini e un mare di nipotini acquisiti; per noi il fare è appena iniziato. Abbiamo promesso di collaborare con la comunità cristiana di Popenguine (10 Km più a sud di Kelle) nella costruzione di una scuola elementare. La classe prima elementare ospitata nella struttura dell’asilo per l’anno scolastico 2012-13, sarà promossa in seconda ma non avrà muri e tetto… Il programma dei missionari di Saint Jean, religiosi indigeni africani che da 25 anni promuovono cultura e istruzione in questo villaggio sulla costa dell’Atlantico, è aggiungere locali man mano che avanzano le classi. I Padri sono convinti di realizzare i progetti in economia, con l’impiego gratuito di mano d’opera da parte degli abitanti del villaggio e chiedono aiuti solo per l’acquisto dei materiali: la proverbiale canna per pescare… Hanno posto nelle nostre mani le loro aspettative e la fiducia nelle Provvidenza. Con ingenua semplicità noi consegniamo le loro aspettative sopra queste righe, fiduciosi a nostra volta nella Provvidenza che nel 2012 ha già intercettato degli aiuti per la sistemazione della scuola materna esistente. Da parte nostra possiamo garantire la nostra presenza sul posto e, come per il passato, che nemmeno un centesimo sia sprecato. Restiamo sempre più fermamente convinti che la strada maestra è quella dell’educazione, della formazione delle nuove generazioni, pur se il cammino è lungo e irto di difficoltà, per permettere agli africani di rimettersi in piedi e costruire il loro futuro sulla loro terra, ponendo così fine ai tanti tragici viaggi della disperazione verso il nostro continente. Noi ci siamo… e cerchiamo compagni di viaggio, perché è nostro dovere rendere ragione della nostra speranza, trovare il giusto equilibrio tra fede e carità. 43 momentI di Gordona Novembre 2013 Dove vanno a finire i vostri giocattoli? dal Centro Diurno Renata Tavasci Una delle ultime attività del centro diurno riguarda proprio i giochi. La proposta di una delle nostre volontarie è stata ampiamente caldeggiata e approvata dalla sottoscritta, unitamente alle altre volontarie. Così pian piano, direi quasi alla chetichella, sempre speranzose, ma senza illuderci troppo, abbiamo cominciato a raccogliere giocattoli e attrezzature per l’infanzia, nuovi e usati in buono stato di conservazione. Nel contempo, abbiamo ripulito e “arredato a nuovo” il locale ex lavanderia, ubicato sotto la banca Credito valtellinese. Il 24 marzo 2011 è iniziata la promozione del materiale, dapprima esiguo, ma sufficiente per un’adeguata apertura. Gradualmente gli oggetti e le varie “cianfrusaglie” sono aumentate, consentendo all’acquirente più scelta e assortimento. Tuttora vi si trovano esposti: giochi di vario tipo, in scatola, per il tempo libero, oggetti per la casa, borsette, tessuti vari in scampolo. Naturalmente le offerte sono di qualità e non mancano articoli nuovi di zecca e le rarità! Direi che a distanza di due anni i risultati sono stati soddisfacenti. Il nostro scopo primario è infatti aiutare chi ha bisogno, in modo specifico i bambini. I primi 1.000 euro raccolti sono stati donati alla Piccola Opera di Traona (novembre 2011), in seguito 1.000 euro alla Casa del bambino di Morbegno (giugno 2012) e altri 1.000 euro sono 44 stati inviati a una missione del Camerun per la scolarizzazione dei bambini ciechi e sordomuti (giugno 2013). L’ultimo progetto ha coinvolto i ragazzi della scuola media che, con partecipazione e forte sensibilità, ci hanno aiutati nell’obiettivo finale e con i quali è stata attuata, con successo, una “tortata” in Oratorio nel dicembre 2012. Attualmente, vogliamo aiutare il C.A.V. (Centro di Aiuto alla Vita) con sede a Chiavenna, vicino alla biblioteca. Il C.A.V. è un’associazione di volontariato, che si propone di garantire il rispetto ed il pieno sviluppo della vita umana, anche prima della nascita, sostiene il bambino, la donna, la famiglia. Mi è sembrato doveroso esporre l’iniziativa per ringraziare quanti hanno partecipato alla nostra “proposta inerente la solidarietà infantile” e per informare chi non ne è a conoscenza. Vi aspettiamo con gioia, sempre più numerosi! Rammento che il locale è aperto tutti i mercoledì dalle 8.30 alle 12.00; il martedì e il venerdì pomeriggio ci si può rivolgere al centro diurno, infatti anche i nostri anziani sono partecipi all’attività. Ringrazio di cuore quanti hanno contribuito al ripristino del locale con pulizia, imbiancatura e sistemazione delle attrezzature. Volevo dirvi che di recente, dopo tante sortite abbiamo finalmente scelto di intitolare il locale “Al rebelot”. Venite... vi aspettiamo e non dimenticate che... si è più felici nel dare che nel ricevere. momentI di Gordona Novembre 2013 Al maeštar di PGB Dal 2 aprile di quest’anno, “al maeštar” – l’in- passati in famiglia, circondato dall’affetto e cura segnante Antonio Tavasci, classe 1917 – è degli otto figli, dei nipoti e dei pronipoti; abbia- entrato a far parte della comunità universale. mo in memoria la sua presenza nella cappellet- Lo ricordiamo come sposo, padre, nonno, bi- ta della chiesa parrocchiale per la messa feriale snonno, maestro elementare, Consigliere co- e quel suo quasi quotidiano appuntamento a munale per tre mandati e Sindaco di Gordona Chiavenna per tenersi aggiornato attraverso la dal 1964 al 1975, in un periodo in cui sono lettura dei quotidiani, sempre accompagnato state avviate profonde trasformazioni per il da una o più figlie, vissuto come piacevole nostro paese. momento di “svago fuori casa”. Persona di Fede, sino alla fine è stato un testi- La sua professione è stata quella di maestro mone esemplare per umiltà, fiducia e gratitu- elementare. Il primo incarico come insegnan- dine nella Provvidenza. te elementare a Dubino nell’anno scolastico Coerente nel comportamento in famiglia e nella 1945/46 poi a Era di Samolaco, a Menarola comunità; due ambiti che “certificano” – nelle per due anni e infine a Gordona dove è rimasto prove non sempre facili che la quotidianità sino alla pensione. riserva a ciascuno – l’autenticità del cammino Raccontava un piccolo aneddoto: “Quando di un credente. sono entrato in ruolo (1950), con me in gradua- Riguardo alla vita in paese, in un’intervista del toria c’era un profugo istriano che poi è venuto 2009, diceva: «Rimasto orfano a 7 anni, l’al- ad abitare a Chiavenna. Quando c’è stato da lontanamento da casa a causa delle precarie scegliere tra le due sedi di Chiavenna/Uschione condizioni economiche della famiglia (dai 13 e Gordona, lui, non conoscendo la zona, scelse anni sino alla chiamata al servizio militare e Uschione in quanto località - sulla carta - più poi la “chiamata alle armi”) mi è pesato e forse vicina alla stazione ferroviaria di Chiavenna mi pesa ancora adesso perché io non ho as- (anche se con 970 gradini da percorrere in sorbito l’ambiente del paese e nonostante gli salita ogni giorno!)”. impegni poi assunti lo sento ancora; certi modi Fino all’inizio degli anni sessanta ha insegnato di pensare e ragionare non riesco a capirli fino nella scuola post-elementare, una specie di in fondo; mancanza forse di quell’assorbimento scuola media dopo la quinta; lui alla sezione dell’ambiente di quando ero giovane. Questo maschile e Adele Trussoni in quella femminile. non mi ha impedito l’impegno in paese in quan- Un periodo d’insegnamento non certo facile. to la gente mi ha sempre voluto bene…». Sempre dalla sua testimonianza raccolta nel Rimasto vedovo dell’amatissima Orsola dopo 2009: «Allora con gli alunni erano altri tempi quasi 63 anni di matrimonio, pensiamo sia sotto l’aspetto educativo. Oggi i genitori vanno rimasto nell’immaginario collettivo il sereno a lamentarsi per tante ragioni, allora autoriz- trascorrere dei suoi ultimi anni in gran parte zavano esplicitamente anche a “dare quattro 45 momentI di Gordona Novembre 2013 sberle” se non ubbidivano. Oggi è tutto capo- tecipazione del Comune al Consorzio Valle volto; io però tutto sommato, non ho mai avuto Bodengo che ha consentito l’avvio della strada grossi problemi in trent’anni; sono stati molto oggi ritenuta dai gordonesi tra le opere di mag- rispettosi salvo qualche eccezione, però non giore utilità. mi posso lamentare sia per la popolazione Infine, nella prima metà degli anni settanta il scolastica sia per i genitori e colleghi». dibattito sulla nascita della Comunità Montana Come pubblico amministratore e in particolare della Valchiavenna il cui avvio è stato preceduto come Sindaco ha avuto l’onere e l’onore di da ampi, intensi e contrastanti dibattiti che ha presiedere Consigli comunali in cui sono state visto protagonista anche il Consiglio comunale prese decisioni (anche aspramente dibattute), da lui presieduto. che hanno cambiato Gordona. Ricordava con piacere il complimento ricevuto, Tra queste, l’avvio a Gordona (nell’anno scola- nell’ultimo consiglio comunale a termine della stico 1965/1966) della sezione staccata della sua esperienza di Sindaco, da un rappresen- scuola Media unificata, l’inizio della rete fogna- tante della minoranza che gli aveva detto: «Te ria, la cessione di proprietà comunali per l’in- ne tegnüü tücc ištess». sediamento di attività lavorative (Valle Spluga) Concludiamo il nostro pensiero di gratitudine e l’azione di sostegno per l’insediamento della “al maeštar” con il riportare, condividendolo, Spalding a Gordona. il saluto d’addio tra un Cardinale («Prego per Un’altra iniziativa – osteggiata dallo scettici- lei») e un famoso giornalista («Anch’io la penso smo dei “benpensanti” – che certamente ha spesso») interpretata come: «Pensare all’altro contribuito a cambiare il paese, è stata la par- è più che pregare». “Congedi” 46 Le cerimonie funebri, dove ci si congeda dalle Senza nulla togliere agli altri, negli ultimi conge- persone che hanno concluso il loro cammino di di quest’anno ci è sembrato di vivere questo terreno, hanno sempre qualcosa di speciale. qualcosa di speciale nel saluto a Katia e a In particolare, hanno la capacità di contaminare Mauro. il livello personale con quello comunitario per Toccante il canto finale (“Casta diva”) voluto da assicurare alla persona a cui viene dato “il per- Katia e la cerimonia funebre per Mauro. messo di partire” il miglior viatico per il viaggio. Momenti, a nostro avviso molto intensi che spe- Questa contaminazione la si vive ancora nei riamo abbiano dato il miglior viatico ai partenti. nostri paesi grazie al fatto che tutte le persone Un grazie a don Enea, che ha presieduto le hanno ancora una loro riconosciuta impronta cerimonie, per aver dato spazio anche a queste nella comunità. sensibilità divenute preghiera. momentI di Gordona Novembre 2013 Dati anagrafici 2012 Matrimoni Nati Barbara Fagetti e Ivano Tavasci Prata Camportaccio 14.04.2012 Giuseppa Tuttorosa e Michele Cremasco Gordona 09.06.2012 Michele Geronimi 07.01.2012 Paola Trussoni e Gilberto Capelli Campodolcino 21.04.2012 Lara Angel e Manuel Tavasci Gordona 09.06.2012 Carlotta Scartaccini 14.01.2012 Lucia Brizzi e Mattia Geronimi Samolaco 28.04.2012 Michela Del Giorgio e Stefano Balatti Samolaco 30.06.2012 Alessandro Ruffoni 17.01.2012 Gessica Tavasci e Mattia Colombini Gordona 06.05.2012 Tiziana Bazza e Andrea Curti Chiavenna 30.06.2012 Cinzia Sterlocchi e Patrick Capelli Gordona 19.05.2012 Sara Biavaschi e Filippo De Stefani Gordona 30.06.2012 Simona Bini e Vincenzo Bagnato Gordona 26.05.2012 Ekaterina Gamirova e Mattia Mastai Russia 11.08.2012 Romana Filschki e Stefano Lombardini Gordona 26.05.2012 Silvia Battistessa e Oscar Barilani Gordona 25.08.2012 Nadia De Prosperis e Mattia Tavasci Guarcino (FR) 26.05.2012 Deva Del Grosso 17.01.2012 Giorgia Bara 26.01.2012 Felipe Tavasci 30.01.2012 Pietro Guglielmana 02.04.2012 Davide Rizzo 09.04.2012 Martina Lombardini 08.07.2012 Ludovica Cerletti 09.07.2012 Morti Clelia Biavaschi 16.08.1931 - 01.01.2012 Lina De Agostini 16.05.1916 - 15.07.2012 Irma Mazzina 15.09.2012 - 24.09.2012 Adele Tognetti 10.07.2012 Angela Mazzina 27.01.1922 - 14.01.2012 Clita Braga 21.09.1928 - 05.08.2012 Olimpia Biavaschi 13.08.1920 - 28.09.2012 Lorenzo Giuriani 08.08.2012 Maria Biavaschi 29.11.1931 - 24.02.2012 Marianna Bini 29.05.1915 - 18.08.2012 Malvina Biavaschi 24.09.1934 - 02.10.2012 Maya Lippi 13.08.2012 Giovanni Michele Pedretti 03.05.1950 - 10.03.2012 Alessandro Raviscioni 08.03.1990 - 19.08.2012 Antonio Giampedraglia 20.05.1932 - 06.10.2012 Fedele Tabacchi 05.03.1985 - 22.04.2012 Agostino Scartaccini 19.11.1934 - 30.08.2012 Luciano Ravo 19.09.1942 - 09.10.2012 Gilda Paiarola 16.06.2012 Adele Maria Bara 08.03.1928 - 02.09.2012 Antonio Tavasci 27.09.1944 - 10.12.2012 Marco Tavasci 03.07.1940 - 04.07.2012 Angiolina Battistessa 15.09.1932 - 22.09.2012 Totale Differenza tra nati e morti nel 2012: 922 maschi + 955 femmine 1877 (748 famiglie) 2 (4 maschi e -2 femmine) Differenza tra immigrati ed emigrati nel 2012: -2 (-3 maschi e 1 femmina) Incremento: 0 (1 maschio e -1 femmina) Popolazione a fine 2012: 923 maschi + 954 femmine Totale Nicola Scaramellini 29.08.2012 Edoardo Gianfranco Geronimi 07.09.2012 Sveva Geronimi 07.09.2012 Nicolò Gatti 25.09.2012 Popolazione Popolazione a inizio 2012: Margherita Balatti 27.08.2012 1877 (746 famiglie) Alex Capelli 30.10.2012 Joele Bonafè 07.12.2012 Alice Geronimi 11.12.2012 Andrea D’Onofrio 27.12.2012 Pietro Fogliada 29.12.2012 47 momentI di Gordona Novembre 2013 GRAFICA E STAMPA LITO POLARIS - SONDRIO Novembre 2013 48