Il processo di pace in Medio
Oriente
http://www.youtube.com/watch?v=mbLMv
MifPyw&feature=related –oslo (min 4)
http://www.youtube.com/watch?v=pBX72p
JPMGI&feature=related- cartina
http://temi.repubblica.it/limes/gerusalemm
e-la-disputa-infinita/13781
http://www.youtube.com/watch?v=cPQQK
Tqn8ME
Ricostruzione storica della
questione palestinese
-
Le prime tappe della crisi
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Gli accordi di Sikes Pikot (lez. 1) che
dividono il Medio Oriente in zone di
influenza inglesi e francesi
La dichiarazione di Balfour 1917- (lez. 1)
STABILISCE CHE IL GOVERNO INGLESE
VEDE CON FAVORE L’INSTAURAZIONE DI
UN FOCOLARE EBRAICO IN PALESTINA
Il mandato britannico sulla Palestina
riconosciuto dalla Società delle Nazioni nel
1922
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Fino al 1939 gli inglesi
sostengono
l’insediamento degli
ebrei in Palestina ma
tra il 1919 e il 1930
solo 35.000 ebrei si
recano stabilmente in
queste terre
I numeri aumentano
dal 1936 con le prime
avvisaglie di nazismo
in Europa
Il libro bianco. Un primo passo
indietro della Gran Bretagna
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La Gran Bretagna cominciò a negare al sionismo parte di
quell'appoggio politico che aveva garantito a partire dalla
dichiarazione di Balfour
L’emblema di questa nuova direzione politica fu il "Libro
Bianco del 1939" , con cui:
venivano posti dei limiti all'immigrazione
si consideravano esauriti gli impegni presi con la
dichiarazione di Balfour del 1917
si prevedeva la creazione di un unico stato misto araboebraico entro 10 anni.
1947: L’INDIPENDENZA
1947: la GRAN BRETAGNA decide
di portare la questione
palestinese davanti alle Nazioni
Unite e chiede la convocazione
di una sessione speciale.
Soluzione: Spartizione tra uno
stato palestinese, uno Stato
ebraico e una terza zona di
regime internazionale per la
città di Gerusalemme
La nascita della
questione palestinese
Fino al 1948 furono un milione i profughi
palestinesi costretti a lasciare le loro case e a
rifugiarsi nei paesi confinanti per l’arrivo in
massa degli Ebrei. Questi, a loro volta, erano
scampati alla peggiore mostruosità della storia: il
genocidio nei campi di sterminio. Il risarcimento
della comunità internazionale (la concessione di
una patria) faceva degli Ebrei degli ex oppressi
che, nel contesto specifico, diventavano degli
oppressori
-Gli Ebrei chiedevano all’ONU di esercitare il
proprio diritto a tornare in quella che era stata la
loro patria;
- I Palestinesi chiedevano di rimanere in quella
che da tempo immemorabile era la loro terra.
Nessuna delle due comunità era disposta ad
essere governata dall’altra, né condividere lo
stesso spazio.
Il problema dei profughi palestinesi
Secondo gli Israeliani,
toccava agli Arabi
risolvere il problema dei
profughi loro
connazionali, mentre essi
avevano il diritto a
conservare la Terra
Promessa.
Secondo gli Arabi, gli
Israeliani erano una sorta
di potenza colonizzatrice,
che doveva essere
semplicemente cacciata
via con ogni mezzo.
Le guerre
La prima guerra arabo-israeliana
1948-1949
14 maggio 1948 Israele proclama la propria
indipendenza e si costituisce come stato sovrano
La reazione dei paesi arabi confinanti è
immediata: il giorno successivo tra Israele e
paesi Arabi scoppia la prima delle quattro guerre
che contrapporranno il nuovo stato ebraico ai
paesi confinanti (Egitto, Giordania, Siria, Libano,
Arabia) e limitrofi (Iraq).
Armistizio del 1949
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Nel 1949, Israele firmò armistizi
separati con l'Egitto il 24 febbraio,
col Libano il 23 marzo, con la
Transgiordania il 3 aprile e con la
Siria il 20 luglio.
Israele fu in grado di tracciare i
propri confini, che comprendevano
il 78 % della Palestina, molto di
più di quanto le concedeva il Piano
di partizione dell'ONU.
Tali linee di cessate-il-fuoco
divennero più tardi note come la
"Green Line" (Linea Verde):
separa Israele da Egitto,
Giordania, Siria, Libano.
La Striscia di Gaza e la
Cisgiordania furono occupate
rispettivamente da Egitto
eGiordania.
Guerra del Sinai
(29 ottobre-5 novembre 1956)
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Il generale Moshè Dayan, coadiuvato da un giovanissimo
Ariel Sharon, dilaga nel giro di pochi giorni fino al Mar
Rosso, catturando uomini e mezzi egiziani. Nel giro di
diciotto giorni la guerra termina con un bilancio positivo
per Israele, che ottiene il porto di Eilath sul Mar Rosso, il
permesso di transito per navi e merci dirette a Israele
sul canale di Suez, la presenza di forze ONU a Gaza e sul
Sinai.
Israele non allarga il proprio territorio, ma da questo
momento verrà considerato dagli Arabi come
l’avamposto dell’imperialismo occidentale.
Guerra dei sei giorni
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Il 5 giugno 1967 un attacco preventivo delle forze aeree
israeliane avviò la “Guerra dei sei giorni", con la
distruzione al suolo della quasi totalità dell'aviazione di
Egitto, Siria e Giordania, con le forze corazzate e di terra
di quei paesi che, senza copertura aerea, furono
letteralmente decimate.
Con questa fulminea vittoria Israele occupava l'intera
penisola del Sinai e la striscia di Gaza che fino ad allora
era rimasta sotto amministrazione militare egiziana, oltre
ad inglobare l'intera Cisgiordania (Gerusalemme
compresa) e le alture del Golan a nord-est, sottratte
invece alla Siria.
Sono questi i cosiddetti "Territori Occupati" nei confronti
dei quali una parte degli Israeliani cominciò a nutrire
propositi di definitiva annessione, favorendo l'istituzione
di colonie agricole in grado di presidiare il territori
palestinese occupato della Cisgiordania.
1967:Massima espansione di
Israele
Israele conquistò il Sinai
fino al canale di Suez,
Gerusalemme (che era
per metà israeliana e per
metà giordana) fino al
Muro del Pianto e le
Alture del Golan.
Focus: la massima espansione
La guerra del Kippur
(6-22 ottobre 1973)
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Contemporanea e simile a quella musulmana del
Ramadan, la festa del Kippur (espiazione) è una delle
feste più importanti dell’ebraismo.
Attaccati di sorpresa dall’esercito siriaco-egiziano, gli
Israeliani subiscono l’iniziativa degli avversari, favoriti
anche dal ponte aereo sovietico; dopo sette giorni di
empasse, Israele si riorganizza e sconfigge nuovamente
la Siria sul Golan e l’Egitto nel Sinai; Sharon è addirittura
pronto ad attraversare il Canale di Suez ma viene
fermato dall’ONU su pressioni di USA e URSS.
Israele ha perduto il mito dell’imbattibilità, ma conserva
inalterato il proprio territorio, che verrà restituito
all’Egitto dopo gli accordi di Camp David.
Gli Accordi
Camp David - 1978
I protagonisti di Camp
David: il presidente
egiziano Sadat, il
presidente degli
U.S.A. Carter , il
primo ministro
israeliano Begin.
a)Accordi tra Egitto e Israele.
Restituzione all’ Egitto della
Penisola del Sinai e
riconoscimento dello Stato di
Israele.
b) Accordi per la pace in Medio
Oriente.
- I cosiddetti Territori Occupati
(Cisgiordania e Gaza) vengono
considerati a tutti gli effetti terre
israeliane- Meno chiara la questione di
Gerusalemme che nel 1980 viene
proclamata unilateralmente
“capitale indivisibile” di Israele;
- Non chiarita la situazione delle
alture del Golan annesse con il
pretesto che da lì partono le
incursioni palestinesi contro
Israele.
La prima intifada
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1987: inizia un moto
popolare di sollevazione,
chiamato Intifada, con lo
scopo di combattere
l'occupazione israeliana
dei Territori Occupati per
mezzo di scioperi e
disobbedienza civile.
L’Intifada (risveglio), in
tre anni causò 800 morti
La nascita di HAMAS
Sempre in questo periodo, gruppi estremistici di
matrice islamica tradizionalista che non si
riconoscevano nell'OLP si organizzarono
trovando come punto di riferimento il
movimento Hamas (nato a Gaza nel 1987) che,
pur limitando la sua azione al quadro
strettamente palestinese, con l'impiego di
tecniche di lotta terroristica è riuscito a erodere
parte del consenso fin lì goduto da OLP.
Gli accordi di Oslo-1993
(Rabin – Arafat)
•l’OLP riconosce il diritto
di Israele di vivere in
pace e sicurezza;
•Israele riconosce l’OLP
come rappresentante del
popolo palestinese;
•viene approvata la
Dichiarazione di princìpi
sulla autonomia
palestinese;
•ritiro di Israele da Gaza
e Gerico e trasferimento
del controllo all’Autorità
Palestinese.\http://www.
youtube.com/watch?v=U
WpOxoHxmY&feature=related
Gli accordi di Oslo e la
Cisgiordania : focus
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Dopo la firma degli accordi di Oslo
la Cisgiordania e la Striscia di Gaza
sono state divise in aree (A, B, e
C):
Area A è l'area sotto il controllo
civile e di sicurezza dell'ANP.
Area B è l'area sotto il controllo
civile dell'ANP e di Israele per
quanto riguarda la sicurezza.
Area C è l'area sotto il controllo
integrale di Israele.
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Dall’anno in cui è stata sottoscritta
la “Dichiarazione dei Principi”
(1993) frutto degli Accordi di Oslo,
si sono verificati diversi
cambiamenti nel controllo nei
Territori. Attualmente, il 59% della
Cisgiordania è sotto il controllo
civile e militare di Israele. Un altro
23% è sotto il controllo civile
palestinese ma resta sotto il
controllo di Israele per quanto
attiene alla sicurezza. Il restante
18% è controllato pienamente
dall’ANP, ma ci sono state alcune
aree che sono state soggetto di
incursioni israeliane nel corso
dell’ultima intifada.
\
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Circa 2.3 milioni di
palestinesi vivono nella
Cisgiordania, insieme a
400.000 israeliani
(compresi quelli che
vivono a Gerusalemme
Est).
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I checkpoints
israeliani pongono dei
severi limiti alla
circolazione dei
palestinesi all’interno
della Cisgiordania.
Chekpoint
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http://www.youtube.com/watch?v=nBn0n
RyPw0U
Wye Plantation (Arafat-Netanyahu)
(1998)
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Ripiegamento israeliano in
Cisgiordania (- 13% subito, 14% in seguito);
Impegno reciproco a
contrastare violenza e
terrorismo;
Obbligo di disarmo da parte
dell’ANP di gruppi o soggetti
sospettati di terrorismo;
Liberazione di 250 detenuti
palestinesi al mese da parte di
Israele;
Cooperazione intensa, continua
e completa contro il
terrorismo.
La seconda intifada
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2000: comincia la c.d. Seconda
Intifada (nel settembre 2000 il
leader del Likud, A.Sharon, si
reca alla Spianata rivendicando
simbolicamente la sovranità
israeliana sul sito religioso)
2002: l'aumento degli attentati
terroristici da parte di
kamikaze palestinesi fa
riemergere in Israele la
proposta del Muro. Iniziano i
lavori ad una vera e propria
"barriera difensiva“.
la Road Map (Sharon-Abu Mazen)
Nel giugno 2003 a
Sharm-el-Sheik e
Aqaba si tiene un
vertice al termine del
quale si approva la
cosiddetta road map,
un piano di pace
organizzato in tre fasi
Le fasi della Road Map
1) Entro giugno 2003:
- riconoscimento inequivocabile del diritto di Israele a esistere in
pace e sicurezza;
- impegno dei palestinesi a combattere il terrorismo;
- elezioni libere in Cisgiordania e Gaza;
- impegno di Israele a non intraprendere azioni contro la pace;
- smantellamento delle colonie insediate dopo il 2000.
2) Entro dicembre 2003:
- costituzione di uno stato di Palestina con confini provvisori e
basato su una nuova Costituzione;
- conferenza internazionale sul dialogo, risorse idriche, rifugiati,
sicurezza.
3) Entro il 2005:
- consolidamento delle istituzioni palestinesi;
- fine del conflitto;
- conferenza internazionale su confini e Gerusalemme.
Il muro….
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La costruzione del muro
israeliano di separazione
ha avuto inizio il 16 Giugno
2002.
ultimata dovrebbe
superare i 750 Km, e’
costituita da un muro in
cemento alto 8 metri,
fossati, filo spinato e
recinzione elettrificata
Summit di Annapolis 2007
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52 delegazioni partecipanti (Siria inclusa, Iran escluso), fortemente
voluto da Bush prima della fine del suo mandato per “rifarsi” dopo
gli errori della politica in Medio Oriente.
Sei i temi in oggetto:
1- La creazione di uno Stato palestinese;
 2- La definizione delle frontiere tra Israele e Territori Palestinesi;
 3- Lo status di Gerusalemme;
 4- La condizione dei profughi palestinesi;
 5- La condizione degli insediamenti israeliani;
 6- Il controllo delle risorse idriche sfruttate dalle due popolazioni.
NB: La questione di maggiore interesse è: possibilità di discutere la
restituzione dei territori ai palestinesi in cambio dell’interruzione degli
attentati e delle violenze da parte dei gruppi estremisti

E oggi?
1) La creazione di uno Stato palestinese. I palestinesi vogliono proclamare in
Cisgiordania e nella Striscia di Gaza uno Stato dotato di tutti gli attributi
della sovranità e collegate da un corridoio terrestre. Israele chiede la
demilitarizzazione dei Territori, il controllo dello spazio aereo e delle
frontiere esterne; Questa è stata una delle condizioni più importanti poste
da Abu Mazen
2)La definizione delle frontiere tra Israele e Territori palestinesi. Ufficialmente,
i Palestinesi chiedono il ritiro israeliano da tutti i territori occupati dal
giugno 1967, compresa Gerusalemme-est. Israele esclude tale possibilità;
3)Lo status di Gerusalemme. Nel 1967, Israele ha conquistato e annesso la
parte orientale di Gerusalemme. Ha sempre considerato la città la sua
capitale “indivisibile”. L’ANP, dal canto suo, vuole fare di Gerusalemme-est
la capitale di uno Stato palestinese e ha sempre affermato che l’opzione
non è negoziabile;
4)La condizione dei profughi palestinesi. Ci sono più di quattro milioni di
rifugiati che costituiscono la cosiddetta “diaspora palestinese”. Questi
hanno sempre chiesto il riconoscimento del diritto al ritorno, il reintegro
delle proprietà perdute. Israele però ha sempre rifiutato questa
concessione.
Il problema dei rifugiati
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http://www.youtube.com/watch?v=li_9T8
7AtsA&feature=related
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.
aspx?id=346
http://www.youtube.com/watch?v=BAgqu
11EDf4&feature=related campi profughi
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Slides (Lezione 9)