Recepimento della normativa europea
in materia di mercati finanziari nel
sistema giuridico francese
1.
L’obiettivo della direttiva europea 93/22/CE
2.
I mercati finanziari francesi prima della direttiva:
caratteristiche, classificazione, operatori, autorità,
3.
4.
5.
Il recepimento della direttiva (1996)
La tutela del mercato finanziario (1999)
Evoluzione della normativa per il mercato
interbancario (2001)
Rèmodelage della vigilanza sui mercati finanziari
(2003)
Conclusioni
6.
7.
L’obiettivo della direttiva 93/22/CE
Consentire a tutti gli intermediari finanziari dell’Unione di accedere ai mercati regolamentati
di ogni Stato membro e/o prestare servizi di investimento in qualsiasi Stato membro, a
prescindere dal Paese di insediamento. Per “intermediari finanziari” si intendono le
imprese di investimento, cioè le persone giuridiche che esercitano abitualmente una
professione o un’attività consistente nel prestare a terzi un servizio di investimento a
titolo professionale. Inoltre, i “servizi di investimento” sono definiti come attività aventi ad
oggetto strumenti finanziari individuati in “valori mobiliari, quote di organismi di
investimento collettivo in valori mobiliari, strumenti di mercato monetario, futures,
contratti a termine, swap e opzioni”.
La direttiva fissa le condizioni per la creazione di un nuovo mercato senza barriere
attraverso il rilascio del cosiddetto passaporto europeo, richiedendo agli Stati membri di
definire e comunicare la lista dei mercati regolamentati. Per “mercati regolamentati” si
intendono quelli in grado di offrire garanzie per l’organizzazione di scambi, sicurezza e
trasparenza. Inoltre la normativa prevede che ogni Stato membro crei tutte le condizioni
affinché le imprese di investimento in possesso di tale passaporto abbiano accesso ai
mercati regolamentati e ai relativi sistemi di liquidazione e compensazione.
La Francia si è trovata quindi nella necessità di adeguare il proprio ordinamento alla nuova
normativa comunitaria.
I mercati finanziari francesi prima della direttiva
Essi vedono la separazione fra la Borsa valori e il mercato bancario. I
mercati monetari erano tenuti distinti: in Borsa quello a lungo
termine obbligazionario e nel mercato interbancario quello a brevemedio termine. Sin dal 1984 si è accelerato il movimento di
deregolazione dei mercati francesi per adeguarsi allo spostamento
dei flussi finanziari dal sistema bancario al mercato dei titoli e per
evitare quindi che la piazza di Parigi fosse esclusa dalla finanza
mondiale incentrata sul sistema anglosassone (basato sul mercato
dei capitali più che sul finanziamento bancario). Furono così avviate
tre riforme:
- la riforma del mercato monetario, finalizzata a decentrarlo e a
costruire un grande mercato del denaro,
- la riforma della Borsa, per rendere più efficiente il mercato dei valori
mobiliari,
- la creazione del MATIF (mercato a termine degli strumenti finanziari).
A seguito di queste riforme, i mercati finanziari francesi sono stati
suddivisi in cinque categorie:
1. Il mercato interbancario
2. Il mercato monetario: comprendente l’insieme delle negoziazioni dei titoli
di credito negoziabili aperte a tutti gli operatori (escluse quindi le
negoziazioni sul mercato interbancario).Esso è assoggettato alla Banca di
Francia e dominato da un numero limitato di grossi emittenti
3. Il mercato di Borsa: “un mercato nazionale unificato, in continuo
funzionamento e dotato di una “Camera di Compensazione e di Garanzia””,
l’unico mercato ufficiale in cui devono venire concentrate tutte le
negoziazioni di azioni ed obbligazioni.
4. Il mercato dei cambi
5. Il mercato dei prodotti derivati: composto da MATIF (Mercato a Termine
Internazionale di Francia) e MONEP (Mercato delle Opzioni Negoziabili di
Parigi). Il primo ha per oggetto le negoziazioni di contratti derivati (futures e
opzioni), il secondo di opzioni standardizzate sia su singoli titoli azionari che
sull’indice di borsa.
Le 15 categorie di operatori autorizzati ad intervenire nei mercati
finanziari sopra elencati:
* Gli Agenti del mercato interbancario
* Le Società di borsa: si occupano di negoziare gli ordini sul mercato per conto
proprio e/o di terzi, di compensare le operazioni attraverso la Borsa e di
custodire e amministrare in/direttamente i titoli della clientela sotto forma di conti
correnti. Per poter accedere al mercato devono rispettare dei requisiti fissati dal
CBV in termini di capitale minimo, onorabilità, professionalità degli
amministratori, struttura organizzativa e disponibilità di mezzi tecnici e finanziari.
Devono inoltre rispettare non solo regole prudenziali finalizzate a garantire la
solvibilità, la liquidità e l’equilibrio della loro struttura finanziaria, ma anche un
codice deontologico per la gestione dei conflitti di interesse.
* Gli Istituti di credito
* Gli Istituti finanziari e le Compagnie finanziarie
* Opcvm (Organismo di Collocamenti Collettivi in Valori Mobiliari)
* Le Società di gestione dell’Opcvm
* Le Società di gestione di portafoglio
* Le Società di investimento
* Le Società di contropartita
* I Membri del MATIF (Mercato a Termine Internazionale di Francia)
* I Membri del MONEP (Mercato delle Opzioni Negoziabili di Parigi)
* I “Démarcheurs financiers”
* I liberi professionisti
* Gli Istituti assicurativi
* Gli Istituti a statuto speciale
Le autorità del mercato francese attualmente incaricate, a diverso
titolo, del controllo del buon funzionamento del mercato di Borsa e
della tutela del risparmio sono divise in tre categorie:
 Le autorità pubbliche di tutela: la COB (Commissione degli
Operatori di Borsa), sull’esempio della SEC americana, è un’autorità
amministrativa autonoma diretta da un Collegio di nove membri.
 Le autorità professionali di mercato:
• il CBV (Consiglio delle Borse Valori) ha poteri di vigilanza e
regolamentazione. Si occupa dell’organizzazione e del corretto
funzionamento del mercato e della disciplina delle Società di borsa.
• il CMT (Consiglio dei Mercati a Termine) si occupa dell’organizzazione
e del controllo del MATIF.
 Le autorità o imprese “finanziarie” di mercato:
• la SBF (Società di Borsa Francese) è l’organo esecutivo del CBV;
assicura il buon funzionamento del mercato e il corretto svolgimento
delle transazioni, inoltre si occupa dello sviluppo e promozione della
Borsa di Parigi
• il MATIF è responsabile del buon funzionamento e della sicurezza del
mercato a termine francese. La Clearing House del MATIF svolge le
funzioni di organizzazione e compensazione delle negoziazioni,
sorveglianza del mercato, studio e progettazione di nuovi contratti
• la SCMC (Società di Compensazione dei Mercati Condizionati),
controllata dalla SBF, è incaricata di assicurare il controllo e il buon
funzionamento del MONEP
Il recepimento della direttiva
3 gennaio 1996: approvazione del progetto di legge da parte del
Consiglio dei ministri in materia di “servizi di investimento nel
settore dei valori mobiliari”. Viene così recepita la normativa
93/22/CE.
La legge di modernizzazione delle attività finanziarie viene
approvata definitivamente il 2 luglio 1996. La nozione di
strumenti finanziari diventa il cuore del diritto finanziario
francese.
L’importanza della legge non è dovuta solo alla necessità di recepire
la direttiva europea, trovando un accordo fra il desiderio di
cambiamento radicale delle istituzioni e quello di cambiamento
minimo degli operatori del mercato; è fondamentale anche
nell’ottica di una moneta unica europea e al fine di permettere di
riorganizzare e riordinare la piazza di Parigi per prepararla ad
una sempre più viva concorrenza tra le piazze finanziarie
europee. L’obiettivo infatti è rendere i mercati finanziari più
creativi e ricettivi all’innovazione, nonché più attraenti per gli
intermediari, gli emittenti e gli investitori (grandi e piccoli, interni e
stranieri), perché più sicuri e più trasparenti.
Il testo della legge si fonda su tre principi fondamentali: l’unità, la professionalità e
la sicurezza.
a) Unità delle operazioni sui titoli, indipendentemente dall’impresa che le esercita e dal mercato
sul quale si opera. In tal modo tutti i mercati vengono assoggettati alla stessa autorità
professionale di tutela, all’epoca il CMF (nato dalla fusione del CBV con il CMT), attualmente
l’AMF. Inoltre, viene abolito il monopolio delle società di borsa nella negoziazione dei valori
mobiliari sui mercati regolamentati e società di borsa e banche vengono controllate dalle stesse
autorità (Commissione bancaria, Comitato degli istituti di credito e CMF, all’epoca), pur
continuando ad esistere l’autonomia dell’intermediazione mobiliare rispetto a quella creditizia.
b) Per garantire la professionalità, e quindi un funzionamento più efficiente del mercato, viene
prevista da un lato più autonomia per le imprese di mercato (es. MATIF, MONET, Società del
Nuovo Mercato,…) nella definizione delle proprie regole di funzionamento e nella scelta dei
propri aderenti, dall’altro l’esistenza di un’unica autorità di tutela (all’epoca il CMF). Il CMF
doveva svolgere un’attività di controllo su tutti i mercati finanziari regolamentati, vigilando che
tutte le imprese di investimento rispettino le regole generali di funzionamento. Inoltre è
incaricato di concedere l’autorizzazione ad operare alle imprese di investimento e alle banche
che offrono servizi di investimento. I suoi componenti provengono dalle associazioni di
categoria degli emittenti, degli investitori e degli intermediari, per cui ciò consente anche agli
operatori di essere maggiormente coinvolti nell’organizzazione dei mercati. Allo stesso tempo
ciò implica che lo Stato abbia una minore facoltà di intervenire direttamente sul funzionamento
dei mercati, limitandosi ad una funzione di coordinamento delle azioni delle diverse istituzioni,
attraverso l’approvazione degli statuti delle imprese di mercato e la nomina con provvedimento
ministeriale dei membri proposti per il CMF. La Commissione bancaria si occupa di esercitare
un controllo prudenziale nei confronti di tutti gli intermediari finanziari, mentre la COB, dotata di
maggior indipendenza ma anche maggior collegialità e trasparenza, continua ad assicurare il
controllo dell’informazione finanziaria e la protezione del risparmio pubblico su tutti i mercati.
c) La sicurezza dei mercati mira ad assicurare la protezione degli investitori, attraverso la
fissazione di regole deontologiche al cui rispetto sono obbligati tutti gli intermediari finanziari.
Inoltre viene previsto che tutti gli intermediari finanziari debbano dare avviso alla loro clientela
della loro appartenenza o meno a fondi di garanzia.
Il recepimento della direttiva, oltre ovviamente a delle
conseguenze di natura economica, ha comportato delle importanti
conseguenze giuridiche nel suo processo di adeguamento
legislativo.
1.
Una serie di effetti sullo statuto e sul ruolo degli intermediari.




2.
L’applicazione di un’unica procedura di autorizzazione a geometria
variabile per attività, cioè fondata sulla tipologia di attività svolta e
non in termini di statuto.
L’abolizione del monopolio delle negoziazioni in valori mobiliari
quotati in borsa, che vengono estese a tutte le società di borsa.
Libero accesso agli intermediari stranieri dotati di passaporto
europeo, evitando quindi la necessità di acquistare o creare una
società di borsa francese per poter accedere alla piazza parigina.
Accesso diretto delle banche ai mercati regolamentati.
Una serie di effetti sul ruolo delle autorità di tutela e la ridefinizione dei
ruoli tra le diverse istituzioni.
3.
Una serie di effetti sull’organizzazione istituzionale dei mercati.

La scomparsa della concezione del mercato unico, per cui non vi è più
l’obbligo della concentrazione delle negoziazioni in valori mobiliari nella Borsa
di Parigi. La direttiva a riguardo prevede l’esistenza della sola categoria dei
mercati regolamentati, ma dà una definizione più ampia di mercato
regolamentato rispetto a quella francese, descrivendolo con cinque criteri
generali:





l’iscrizione del mercato in un elenco speciale che lo Stato di origine è obbligato a tenere
il funzionamento regolare del mercato, ossia privo di fattori che possano determinare un andamento
discontinuo
l’esistenza di una regolamentazione stabilita da pubbliche autorità (regolamentazione esterna) o da
enti investiti di pubbliche funzioni
deve essere aperto al pubblico degli investitori in generale
deve avere un regolamento che prescriva requisiti di trasparenza da parte degli intermediari
autorizzati e obblighi di informativa sui prezzi e sui volumi scambiati.
Tali mercati sono dotati di più autonomia rispetto alla Borsa di Parigi e non
essendoci più il monopolio possono entrare in concorrenza fra loro. Inoltre
viene rotta la regola dell’unicità del prezzo, poiché anche i mercati over the
counter possono ora rientrare nella definizione di mercato regolamentato.

La privatizzazione dei mercati inoltre implica che la decisione di creare o
sopprimere un mercato venga lasciata a quello che allora era il CMF e che
all’autorità statale spetti solo la formalizzazione della decisione con
provvedimento ministeriale. Inoltre le istituzioni di mercato, precedentemente
investite di prerogative dai poteri pubblici, possono operare come società
commerciali e fissare, sotto il controllo del CMF, le regole per l’organizzazione
e il funzionamento delle transazioni (es. scelta dei prodotti e dei membri).
Il nuovo modello francese di tutela del
mercato finanziario
Il progressivo deterioramento delle condizioni economicofinanziarie ed organizzative degli intermediari finanziari,
ha costretto il legislatore francese ad una rapida quanto
mai necessaria corsa ai ripari. I soggetti che operano sul
mercato finanziario, si sono visti così opporre una nuova
regolamentazione.
La crisi accentuatasi negli anni novanta, la stessa che ha
travolto Europavie (assicurazione), Tuffier (SIM) e Mutua
équipement (Società finanziaria), ha portato alla nascita
della nuova legge francese sulla sicurezza finanziaria, la
n°532 del 1999.
La legge è suddivisa in due corpi, il primo è dedicato al
riordino della disciplina delle casse di risparmio, il
secondo alla sicurezza finanziaria. Solo il secondo però
rileva ai nostri fini.
La seconda parte del testo normativo si realizza attraverso due
obiettivi:
1.
Il primo consiste nell’assicurare la sicurezza del mercato finanziario
francese per i soggetti che li operano. Per ottenere questo risultato si è
dovuto ripotenziare i sistemi di vigilanza delle autorità di controllo di
settore, anche in un ottica di prevenzione della crisi. Il nodo della nuova
regolamentazione non ha come unico fine la sicurezza dei risparmiatori
colpiti dai crolli dell’ intermediario, né tanto meno confortare i
depositanti,ciò che si cerca realmente di evitare è il crollo del mercato
finanziario e la preservazione del prestigio della piazza finanziaria
francese.
Considerato che la sicurezza finanziaria costituisce nel lungo periodo un
vero e proprio vantaggio competitivo, il segnale che il legislatore francese
ha voluto mandare attraverso la nuova legge è in altri termini un
messaggio dal forte impatto psicologico: l’ordinamento francese
garantisce ordine e tutela attorno agli interessi che gravitano nel settore
finanziario.
2.
In posizione subordinata rispetto al primo obbiettivo, il secondo concerne la politica
del miglioramento del dispositivo di protezione dei risparmiatori (depositanti, clienti di
società di investimento, sottoscrittori di assicurazioni-vita).
Quello che la normativa va a creare é l’istituzione di fondi di garanzia e la
razionalizzazione delle procedure collettive aperte a carico dell’ente finanziario.
L’oggetto dei fondi di garanzia è quello di indennizzare i depositanti in caso di
indisponibilità dei depositi o di altri fondi rimborsabili. La messa in funzione del
sistema di garanzia, avviene una volta che la Commissione Bancaria di Francia
constati che un istituto di credito non è più in grado di restituire , immediatamente (il
che significa anche preventivamente, senza comportare però la liquidazione
dell’istituto di credito), o a breve termine (21 giorni), i fondi che ha ricevuto dal
pubblico alle condizioni legislative, regolamentari o contrattuali applicabili al caso di
specie.
Eguale meccanismo interviene per le imprese di investimento, gli intermediari abilitati
alla conservazione e all’ amministrazione degli strumenti finanziari.
Questo sistema, tipico per i fondi di garanzia dei depositanti, funge da modello per il
fondo di garanzia degli assicurati con la differenza che il fondo non interviene a titolo
preventivo e il suo intervento comporta comunque automaticamente la liquidazione
dell’impresa. Non si tratta invece di un sistema di garanzia diretto alla tutela del
risparmio, l’istituto del fondo di garanzia delle cauzioni (proprio per la natura stessa
dei creditori degli istituti di credito, obbligati per legge al rilascio di una cauzione da
parte di un istituto di credito). Si trasforma così in un intrusione all’interno della legge
la presenza di questo ulteriore capitolo normativo, che ha come unico fine coprire gli
impegni legati alle cauzioni. Non si vuole certo discutere la legittimità dell’istituto e
non si critica certo la maggior protezione riconosciuta a questa particolare categoria
di creditori, ma la questione nulla attiene con la tutela del risparmio.
Si crea così un sistema di tutela diretta del credito vantato dal
risparmiatore nei confronti dell’intermediario. L’ambito appena
intravisto registra la novità più interessante dell’intera legge n° 532
del 1999, la novella ha infatti creato un sistema di garanzie prima
sconosciuto, presente del resto solo in nazioni come Gran Bretagna,
USA, Canada e Giappone. Lo sforzo del legislatore omogeneizza
la disciplina relativa agli strumenti di tutela diretta al risparmio,
indipendentemente dal tipo di impresa che lo gestisce.
La disciplina francese rientra sicuramente in un contesto di
specialità derogando la disciplina comune delle crisi di
impresa. L’impianto normativo volge infatti ad innestare
disposizioni per lo più speciali, per rendere l’intero sistema
calibrato sulla misura e il tipo d’impresa in crisi. Un sistema
specifico per i tipi di società coinvolte e per il tipo di
risparmiatori investiti dall’eventuale crollo di queste.
Evoluzione della normativa del
mercato bancario
A. Legge n°2001-420, 15 maggio 2001:
La riforma operata dalla legge in questione non si
limita solo a dei riarrangiamenti tecnici, ma punta a
migliorare la trasparenza nel funzionamento delle
autorità di regolamentazione e a rafforzare i loro
poteri. In questo modo si mira ad incrementare la
sicurezza dei mercati finanziari attraverso il
miglioramento della solidità del sistema bancario, sia
per quanto riguarda i rapporti interbancari che quelli
fra banche e operatori finanziari, in particolare
attraverso la regolamentazione dei sistemi di
pagamento e di regolazione delle operazioni su titoli.
Come opera la normativa: tre esempi
1.
2.
3.
Qualsiasi garanzia costituita in favore di una banca centrale
(nazionale o europea) non può essere alterata da alcuna
procedura collettiva, neppure giudiziaria, né interna alla Francia,
né estera. Ciò appunto al fine di proteggerle e garantirne la
stabilità.
Viene stabilita la piena efficacia della compensazione fra istituti di
credito e aziende di investimento, residenti e non, purché si tratti di
operazioni di tesoreria e queste avvengano secondo precise
condizioni previste per decreto. Nel caso una delle due parti sia
oggetto di un’azione collettiva, essa può stipulare una rescissione,
per cui avviene la prosecuzione del contratto in corso.
Per rafforzare ulteriormente la stabilità del sistema di regolazione
interbancaria e i sistemi di regolazione e consegna di strumenti
finanziari, la legge precisa a che condizioni tali sistemi possono
beneficiare della protezione legislativa e si impegna a regolare
eventuali conflitti.
Dal 2003 questa legge è diventata obsoleta, con la creazione della
nuova Autorità dei Mercati Finanziari.
B. La legge n°2001-1168 dell’11 dicembre 2001 ha
risolto un’ultima anomalia del mercato finanziario,
relativa al settore creditizio. Infatti, essendo sempre
stato caratterizzato dal massiccio intervento pubblico,
derogava a più di uno dei principi fondamentali del
diritto comune concernenti la trasparenza e la tutela
del risparmiatore. Nello specifico tale legge ha
previsto l’obbligatorietà della forma scritta per la
convenzione di conto di deposito, nonché per le
comunicazioni relative a ipotesi di modifica delle tariffe
di prodotti e servizi che dovranno pervenire al cliente
con un congruo anticipo rispetto al momento
dell’entrata in vigore. Alle autorità di controllo spetta il
potere di condurre accertamenti per la verifica del
rispetto di tali norme.
Rafforzamento della vigilanza sui mercati finanziari
Il 1° agosto 2003 la legge n°2003-706 ha disposto che COB, CMF e
CDGF (Consiglio di Disciplina della Gestione Finanziaria) si
fondessero dando vita all’AMF (Autorità dei Mercati Finanziari),
facilitando così la regolamentazione e il controllo dei mercati
finanziari. Nata di fatto con un’ apposita legge di stato (promulgata
nel luglio del 2004), l’AMF diventa la nuova authority. Svolge infatti
la duplice funzione di gendarme e di regolatore della Borsa, che
prima era svolta dalla COB e dal CMS, e il compito di regolamentare
i mercati finanziari, di tutelare i risparmiatori e nello stesso tempo di
infliggere sanzioni quando necessario, tipici del CDGF.
Pur non esistendo ancora un singolo regolatore dell’economia
finanziaria (permane la distinzione fra autorità di borsa, autorità
bancarie e autorità assicurative), l’AMF viene definita “autorità
unica” in quanto si fa carico di tutto il mercato mobiliare. La
particolarità della normativa è l’adozione di un modello di autorità
trasversale, per cui le funzioni di vigilanza vengono organizzate non
per settori di mercato, bensì sulla base della natura del rischio
caratteristica di determinate attività.
L’AMF è un organismo pubblico indipendente , che per garantire la sua
neutralità dispone di un’autonomia finanziaria (prelevata
direttamente dalle operazioni e dagli attori sul mercato finanziario) e
di personalità morale (che le permette ad esempio di costituirsi parte
civile davanti al giudice penale).
Esso è organizzato in un collegio di 16 membri, in una commissione di
sanzione di 12 membri, molteplici commissari specializzati con
funzione di consulenza e una Segreteria generale. Il Governo, in
particolare il ministro per l’economia, può intervenire attraverso la
nomina di un commissario governativo che presiede le commissioni
ma resta privo di voto. Inoltre il presidente della Repubblica elegge
per la durata di 5 anni non rinnovabili il presidente dell’AMF.
La particolarità di tale sistema organizzativo è che permette ad
un’autorità che aggrega in sé più funzioni, la possibilità di tenerle
comunque distinte al suo interno, attraverso la compresenza di più
organi: da una parte il collegio e la commissione di consulenza che
raggruppano professionisti e rappresentanti dell’autorità pubblica,
dall’altra (separata e distinta) la commissione per le sanzioni
In generale, la sua triplice missione è:
-
Tutelare il pubblico risparmio
-
Garantire l’informazione agli investitori
-
Assicurare il buon funzionamento del mercato
In particolare, i suoi ruoli sono divisi in 4 gruppi distinti:
•
regolamentazione
•
autorizzazione
•
sorveglianza
•
sanzione
Per conseguire i suoi obiettivi, l’AMF ha il potere di fissare delle
regole, concedere visti e autorizzazioni, fare dei controlli, condurre
delle inchieste e pronunciare sanzioni.
Per quanto riguarda il campo di azione, in generale l’AMF può intervenire sia a livello
europeo che mondiale, partecipando a diverse commissioni. In particolare può
agire su:
– le operazioni finanziarie. Prima di qualsiasi operazione finanziaria, tutte le società
devono ottenere la verifica dell’AMF, circa le consegne, le informazioni fornite, il metodo
di diffusione,.ecc, seguendo il principio di uguaglianza fra gli investitori.
– i prodotti di risparmio collettivo. L’AMF deve verificare la conformità dei prospetti
informativi consegnati alla clientela al momento della sottoscrizione dello strumento
finanziario e la precisione/chiarezza delle clausole obbligatorie in caso di strumenti ad
alto rischio.
– il funzionamento dei mercati finanziari. All’AMF spetta il compito (ereditato dal
CMF) di definire e controllare il buon funzionamento dei mercati.
– il potere di sanzione. La Commissione di 12 membri è proposta al sanzionamento
degli attori finanziari. Nel caso si trovasse di fronte ad un reato perseguibile, deve inoltre
trasmettere il dossier al procuratore della Repubblica.
– il ricevimento delle lamentele e dei reclami. Un cliente può inviare i suoi reclami
all’AMF in caso di problemi con il suo intermediario finanziario (ordini trasmessi male,
ritardi,ecc.).
– gli intermediari finanziari. L’AMF segue lo sviluppo degli statuti degli intermediari
finanziari e delle società di gestione, al momento della loro nascita.
– i consulenti in investimenti finanziari. La legge di sicurezza finanziari ha creato lo
statuto dei consulenti in investimenti finanziari. L’AMF può verificare il rispetto delle
regole da parte di tali consulenti.
– i “démarchage”. I “démarcheurs” in prodotti finanziari vengono controllati dall’AMF , dal
CECEI (Comitato degli Istituti di Credito e delle Aziende di Investimento) e dal CEA
(Comitato delle Aziende Assicuratrici).
– “gli agenti di rating”. Data l’importante influenza che possono avere sull’andamento di
un titolo in borsa, l’AMF pubblica ogni anno un rapporto su tali agenti, sui metodi, sulle
loro regole deontologiche, ecc.
La legge che ha fondato l’AMF prende il nome di legge di sicurezza
finanziaria, in quanto mirata non solo alla massima efficienza del
mercato dei capitali e alla sua competitività, ma soprattutto al suo
buon funzionamento. In particolare punta ad incrementare le
garanzie di stabilità e sana e prudente gestione delle risorse
investite, così come trasparenza e correttezza dell’agire, al fine di
garantire la massima tutela degli investitori-risparmiatori. Per
ottenere tale risultato, è inoltre necessaria la stabilità finanziaria e
quindi la prevenzione dei fattori di crisi e dei fenomeni di insolvenza
che rischiano di generare fallimenti del sistema (es. Enron). In
questo contesto la trasparenza di soggetti ed attività assume un
ruolo di primo piano, in quanto indispensabile per valutare la soglia
di affidabilità del mercato.
A questo scopo la Loi de sécurité financière dell’agosto 2003 ha trattato
altri temi importanti per il diritto finanziario francese: la riforma del
démarchage bancario e finanziario, la creazione di uno statuto per i
consulenti di investimenti finanziari, la modernizzazione del regime
degli organismi di collocamento collettivo in valori mobiliari
(OPCVM) e degli strumenti di finanziamento, la riforma del controllo
legale dei conti e infine il rafforzamento delle misure inerenti il diritto
delle società e la loro gestione.

1.
2.
3.
Oltre all’istituzione dell’AMF, la legge costituisce un Alto Consiglio di
Commissariato ai Conti (HCCC), chiamato ad esercitare una tutela
pubblica più diretta sui controlli legali, in modo che i commissari abbiano
più potere e possano essere indipendenti, data la loro estraneità alla
professione. La legge inoltre ha evitato il cumulo di funzioni di controllo e
di prestazioni di consulenza, attraverso una serie di rigidi regolamenti che
richiedono ad esempio il periodico rinnovo e la rotazione dei commissari
persone fisiche.
All’HCCC è richiesto il rispetto di tre elementi fondamentali: il controllo,
la riflessione e la disciplina:
Deve assicurare la professionalità dei suoi commissari, il rispetto da
parte loro del codice deontologico e la loro indipendenza. In particolare
deve elaborare un codice deontologico, che deve essere approvato
tramite decreto, in cui vengano stabiliti quali legami personali, finanziari e
professionali, concomitanti o precedenti all’incarico, possono essere
ritenuti incompatibili con il ruolo di commissario; fermo restando che un
commissario non può ricevere o conservare direttamente o
indirettamente alcun vantaggio da parte di soggetti che deve certificare o
da cui viene controllato.
Deve definire gli orientamenti generali e il dettaglio specifico dei controlli.
Deve assicurare la disciplina dei commissari e agire come istanza
d’appello delle chambres régionales per i casi inerenti la disciplina dei
suoi commissari nel loro operare.
 Per quanto riguarda le società di capitali e le società quotate, la
legge introduce una serie di disposizioni sulla trasparenza , in
particolare su come vengono prese le decisioni all’interno della
società e sulla qualità dell’informazione. Innanzitutto esse devono
attivare dei procedimenti di adeguata formalizzazione delle loro
modalità di funzionamento interno per favorire la comunicazione
delle informazioni agli azionisti e al mercato, ad esempio un
rapporto annuale da sottoporre all’ HCCC. Inoltre agli amministratori
spetta il compito di dare maggiori garanzie di trasparenza sulla loro
attività di gestione degli affari sociali, oltre alle loro personali
operazioni in titoli della società amministrata.
 Novità della legge è l’aggiunta alle competenze delle autorità di
pubblica vigilanza funzioni di sorveglianza degli agenti di rating,
per cui essi dovranno riferire, tramite un rapporto annuale all’AFM,
riguardo alle attività svolte, alle regole di deontologia professionale,
al grado do trasparenza dei metodi impiegati nello svolgimento delle
operazioni di rating e agli effetti sul mercato della loro attività (con
relativa documentazione preparatoria, che dovrà essere conservata
3 anni).
Conclusioni
Fra le implicazioni più rilevanti, scaturite dall’applicazione in Francia
della direttiva, vi è indubbiamente l’incremento del livello di
concorrenza, non solo verso i mercati degli altri Paesi membri, ma
anche all’interno fra i diversi sistemi di negoziazione più o meno
organizzati. D’altra parte questo all’inizio poteva essere considerato
come una fase di rodaggio in preparazione all’arrivo della moneta
unica e quindi alla vera concorrenza internazionale.
Per quanto riguarda gli intermediari invece, essi erano già soggetti ad
un alto livello di concorrenza fra loro ed erano comunque agevolati
dal sempre maggior numero di prodotti finanziari esistenti e dalla
conseguente segmentazione delle attività in titoli. Di conseguenza, il
vero cambiamento per loro è la presenza di più opportunità in
termini di strumenti e mercati e quindi la possibilità di scegliere in
base alle diverse esigenze tariffarie e fiscali, nonché una riduzione
dei costi per accedere al mercato finanziario.
Per fronteggiare queste innovazioni, se da un lato le piazze europee
restano in competizione, dall’altra sempre più spesso ricercano
forme di cooperazione internazionale, per poter armonizzare l’offerta
di prodotti e ammortizzare i costi di investimento elevati.
Pur non essendo stata la riforma dei mercati finanziari una rivoluzione, è
comunque da considerarsi una svolta consistente del sistema,
soprattutto per quanto concerne la tutela degli investitori. Il fine
ultimo era ristabilire la fiducia dei risparmiatori nel sistema
finanziario francese, per spingerli a fare ancora riferimento ad esso
per la gestione dei propri risparmi. In particolar modo, per realizzare
questo suo obiettivo, ha puntato a migliorare la stabilità del sistema
operando un incremento del livello di trasparenza e correttezza dei
mercati finanziari e delle imprese di intermediazione mobiliare. Tale
risultato è stato conseguito essenzialmente introducendo nuove
disposizioni in materia di regime della pubblica vigilanza e di regime
delle attività di revisione contabile. Questo rinnovamento ha portato
anche a benefici in termini di efficienza, garantendo al mercato
finanziario francese maggior competitività, per partecipare in modo
vincente alla competizione sovranazionale fra mercati. Infatti, tutti i
fallimenti nell’efficienza del mercato vengono comunque trasferiti al
portafoglio degli investitori, in termini di maggiori costi, scoraggiando
così la partecipazione al mercato.
In sintesi, quindi, nonostante all’inizio potesse sembrare che
l’evoluzione della normativa francese mirata alla tutela del
risparmiatore si stesse allontanando da quello che era
l’obiettivo di concorrenzialità della direttiva europea 93/22/CE,
appare ora chiaro che il fine ultimo era il medesimo. Non solo
era in perfetta sintonia con il principio europeo, ma anzi mirava
ad un cambiamento sostanziale del sistema francese per
garantire che la concorrenzialità fosse effettiva e non solo un
vincolo artificioso imposto da forze esterne.
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Il mercato finanziario francese