Il cancro della cervice n. 6 AIMaC è grata a (British Association of Cancer United Patients and their families and friends, www;cancerbacup.org.uk) per aver concesso in esclusiva l'utilizzazione di questo libretto e per aver consentito al Comitato Scientifico di adeguarne il contenuto alla realtà del Servizio Sanitario Nazionale, alla cultura, alle abitudini e ai rapporti medico-infermiere-paziente del nostro Paese. Per la revisione del testo AIMaC è grata a: Dott. Francesco Raspagliesi Responsabile dell’Unità Operativa di Oncologia Ginecologica Istituto Nazionale Tumori di Milano Questa pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del Progetto “L’informazione e il sostegno psicologico ai malati oncologici e alle loro famiglie” in collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori di Milano grazie al sostegno del Ministero della Salute. IL CANCRO DELLA CERVICE Cos’è, come combatterlo Titolo originale dell'opera: Understanding Cancer of the Cervix Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione e la trasmissione in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o altro tipo di sistema di memorizzazione o consultazione dei dati sono assolutamente vietate senza previo consenso di AIMaC come convenuto da CancerBACUP. INDICE Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5 Che cos’è il cancro? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6 La cervice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 Come si sviluppa il cancro della cervice? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 CIN e HPV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9 Fattori di rischio per l’insorgenza del cancro della cervice . . . . . . . . . .10 Il trattamento della CIN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11 Quali sono i sintomi del cancro della cervice? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12 Come si formula la diagnosi? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13 Tipi di cancro della cervice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18 Ulteriori esami . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18 Stadiazione e grading del cancro della cervice . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22 Quali sono i tipi di trattamento usati? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24 La chirurgia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28 La radioterapia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30 La chemioterapia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34 In che modo il cancro della cervice può ripercuotersi sulla mia vita sessuale e sulla fertilità? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36 Ricerca - Studi clinici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38 I vostri sentimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40 A chi parlare e che cosa dire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .44 Parlare ai bambini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .44 Che cosa potete fare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45 Chi può esservi d’aiuto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47 INTRODUZIONE L’obiettivo di questo libretto, che ha carattere puramente informativo, è proprio quello di aiutarvi a saperne di più sul carcinoma della cervice uterina (noto anche come carcinoma del collo uterino o della portio), e speriamo possa riuscire a rispondere, almeno in parte, alle domande più comuni relative a diagnosi e trattamento di questa forma di tumore. Non siamo in grado di consigliarvi quale sia il trattamento migliore per il vostro caso, in quanto l’unico a poterlo fare è il vostro medico curante, che è a conoscenza di tutta la vostra storia clinica. Se, dopo aver letto il nostro libretto, riterrete che vi sia stato utile, fatelo leggere ai vostri familiari e ai vostri amici che potrebbero anch’essi ricavarne notizie preziose. Anch’essi desiderano essere informati in modo che possano aiutarvi a far fronte a qualunque problema. 5 CHE COS’È IL CANCRO? Gli organi e i tessuti che formano il nostro corpo sono costituiti da tantissimi mattoncini che prendono il nome di cellule. Il cancro è una malattia delle cellule. Benché le cellule che costituiscono le varie parti dell’organismo abbiano aspetto, caratteristiche e funzioni differenti la maggior parte delle cellule si riproducono nello stesso modo. Di norma, la divisione delle cellule avviene in maniera ordinata e controllata, ma se, per un qualsiasi motivo, questo processo impazzisce, le cellule continueranno comunque a dividersi, formando un agglomerato che si definisce tumore. I tumori possono essere benigni e maligni. 6 Cellule normali Cellule tumorali Per quanto riguarda il tumore benigno, le cellule non si diffondono ad altre parti dell’organismo e, quindi, non sono cancerose. Tuttavia, se continuano a crescere nel sito originale, possono diventare un problema in quanto esercitano pressione contro gli organi o le strutture adiacenti. Al contrario, il tumore maligno è costituito da cellule che hanno la capacità di diffondersi al di là del sito originale e se non si attua un trattamento opportuno, queste possono invadere e distruggere i tessuti circostanti. A volte le cellule migrano dalla sede della lesione primitiva e si diffondono ad altri organi attraverso il circolo ematico o il sistema linfatico. Quando raggiungono un nuovo sito, le cellule possono continuare a dividersi, dando così origine ad un nuovo tumore, che si definisce ‘secondario’ o ‘metastatico’. I medici sono in grado di stabilire se un tumore è benigno o maligno esaminando un piccolo campione di cellule (biopsia) al microscopio. È importante rendersi conto del fatto che il cancro non è un’unica malattia con un’unica causa e un unico tipo di terapia. Esistono oltre 200 tipi diversi di cancro, ognuno con un suo nome e un suo trattamento. LA CERVICE La cervice è la parte inferiore dell’utero e spesso è indicata come collo dell’utero. L’utero è un organo muscolare, a forma di pera, che si trova al di sopra della vagina ed al centro della pelvi che è la parte più bassa della cavità addominale. La mucosa che riveste internamente l’utero (detta endometrio) si modifica ogni mese fino a sfaldarsi e distaccarsi, dando origine all’emorragia che prende il nome di mestruazione. Le mestruazioni s’interrompono temporaneamente quando s’instaura una gravidanza e terminano con la fine della vita feconda, ossia con la menopausa. In prossimità della cervice ed all’interno della pelvi sono localizzati diversi linfonodi, o linfoghiandole. Si tratta di ghiandole di piccole dimensioni, non più grandi di un fagiolo, che fanno parte del sistema linfatico, una rete di ghiandole presenti in tutto l’organismo e collegate tra loro da vasi sottili - detti appunto vasi linfatici - attraverso i quali scorre un fluido incolore, la linfa. La funzione del sistema linfatico è quella di difendere l’organismo contro le aggressioni provenienti dall’ambiente esterno (batteri, virus ecc.) 7 tuba di Falloppio ovaio ovaio utero cervice canale cervicale vagina 8 La posizione della cervice rispetto agli altri organi riproduttivi. COME SI SVILUPPA IL CANCRO DELLA CERVICE? Il cancro della cervice si sviluppa da un lento processo di trasformazione delle cellule che rivestono la cervice. In questo lasso di tempo, esse subiscono una serie di modificazioni progressive, per effetto delle quali da normali diventano atipiche, ma non ancora cancerose, dando origine ad una condizione di displasia (vecchia terminologia) o neoplasia intraepiteliale cervicale (nuova terminologia), più comunemente nota con l’acronimo di CIN, di cui si riconoscono tre diversi gradi: Vecchia terminologia Displasia Lieve Displasia Media Displasia Grave Carcinoma in situ Nuova terminologia CIN I CIN II CIN III CIN III La presenza di una CIN impone la necessità di un controllo medico specialistico per evitare che tale lesione preneoplastica evolva verso una forma di tumore. È importante sottolineare, tuttavia, che la maggior parte delle donne affette da CIN non svilupperà un carcinoma della cervice uterina. La maggior parte delle donne si sottopone periodicamente a striscio cervico-vaginale o Pap test. Lo scopo di quest’esame, basato sull’analisi microscopica delle cellule presenti sulla superficie del collo dell’utero, è quello di prevenire il costituirsi di un carcinoma cervicale individuando tempestivamente le modificazioni cellulari che caratterizzano la CIN. CIN and HPV La CIN è, di solito, la conseguenza di un’infezione virale causata dal papillomavirus umano (HPV), un virus molto comune che può infettare le cellule che rivestono il tratto basso genitale femminile (cervice, vagina, vulva, perineo, periano) e maschile (pene, scroto, perineo, periano), e anche il cavo orale (tonsille e base della lingua). Il papillomavirus è definito un onco-DNAvirus, ossia un virus con potenziale oncogeno, che penetra negli strati basali della cute e delle mucose, ma che non va in circolo nel sangue e quindi, non crea infezione di carattere generale. L’infezione si trasmette principalmente tramite i rapporti sessuali. La maggior parte delle donne che hanno rapporti sessuali non protetti (senza 9 10 profilattico) verrà a contatto prima o poi con il virus, ma nella maggior parte dei casi il sistema immunitario riuscirà a debellare l’infezione senza che la donna si renda conto di avere avuto il virus. Il profilattico non protegge completamente dall’infezione, poiché il virus è in un certo senso ubiquitario e altamente infettante, perciò anche in un solo contatto l’infezione può essere trasmessa. Esistono più di 100 tipi di HPV, ognuno identificato con un numero (es. HPV 16, 21, 24, ecc.). Alcuni tipi possono causare la comparsa di condilomi genitali, mentre altri possono generare le lesioni cellulari che caratterizzano la CIN. Non esistono antibiotici per le infezioni virali; pertanto la persistenza o meno dell’infezione dipende dall’‘efficienza del sistema immunitario della donna. Tuttavia la presenza dell’infezione non condiziona certamente la comparsa della CIN, così come in pochissime donne la CIN evolverà verso il carcinoma. L’insorgenza della CIN dipende dal tipo di HPV – soltanto alcuni tipi, ad esempio 16, 18, 31 e 33 (definiti ceppi virali ‘ad alto rischio’) – sembrano maggiormente in grado di generare le lesioni cellulari tipiche della CIN FATTORI DI RISCHIO PER L’INSORGENZA DEL CANCRO DELLA CERVICE Molte donne hanno sentito parlare dei fattori che possono aumentare il rischio di ammalarsi di carcinoma cervicale, quali, ad esempio, l’età del primo rapporto sessuale e la molteplicità dei partner. È vero che tali fattori accrescono il rischio di contrarre l’infezione virale, ma anche molte donne che non hanno tali fattori di rischio possono contrarre l’infezione da papillomavirus umano e sviluppare una lesione precancerosa e quindi un carcinoma Se vi trovate in questa situazione, dovreste sapere che non avete alcun motivo per biasimarvi. Anche un sistema immunitario indebolito può favorire l’evoluzione della CIN in carcinoma. La capacità dell’organismo di resistere alle infezioni può essere indebolita dal tabagismo, da una dieta insufficiente (carente soprattutto di vitamina A) e da altre infezioni, quali, ad esempio, l’HIV, il virus che provoca l’AIDS. L’uso a lungo termine (oltre 10 anni) della pillola anticoncezionale può accrescere leggermente il rischio di sviluppare un carcinoma della cervice, ma per la maggior parte delle donne i vantaggi della protezione anticoncezionale sono di gran lunga superiori al rischio connesso all’uso degli anticoncezionali. Il papillomavirus umano è considerato la causa necessaria, ma non sufficiente per lo sviluppo di un carcinoma della cervice uterina. Vari cofattori, alcuni noti altri no, sono necessari perché il papillomavirus promuova la trasformazione della cellula in senso neoplastico. Il cancro della cervice non è infettivo, non si trasmette ad altri e non è causato da alterazioni genetiche che possono essere trasmesse di madre in figlia, quindi non è ereditario. IL TRATTAMENTO DELLA CIN Nelle lesioni diagnosticate al Pap test (v. pag. 13) come displasia lieve o CIN 1 le modificazioni cellulari possono regredire spontaneamente, per cui in tali casi non è prescritto di norma alcun trattamento, ma sarà 11 12 sufficiente sottoporsi a controlli periodici (Pap test, colposcopia, test virologico) a distanza di 6 mesi, sorvegliando la lesione o la presenza del DNA virale fino alla scomparsa. Le donne in cui più strisci cervico-vaginali risultino anomali ad indicare che l’infezione persiste, o con displasia di grado moderato o severo (CIN 2 o 3) devono essere sottoposte alla colposcopia (v. pag. 15). Solo una minoranza di lesioni cervicali (CIN 2-3) evolverà verso il carcinoma, ma è importante che le modificazioni cellulari siano accertate tempestivamente. Per tale motivo la CIN 2-3 è di solito sottoposta a terapie in grado di rimuovere o distruggere tutte le cellule atipiche. Ciò è possibile mediante procedure chirurgiche in grado di asportare tali lesioni, quali la conizzazione con ansa termica (LEEP, v. pag. 16) oppure la conizzazione con laser (v. pag. 16). Entrambe queste tecniche sono ambulatoriali e si eseguono in anestesia locale. QUALI SONO I SINTOMI DEL CANCRO DELLA CERVICE? Il sintomo più ricorrente del cancro della cervice è una perdita ematica vaginale anomala, che si verifica, per esempio, nell’intervallo tra due mestruazioni o dopo un rapporto sessuale. Spesso si riscontrano anche secrezione di liquido biancastro dalla vagina (leucorrea) e fastidio durante il coito. Le donne in età postmenopausale, ossia che non hanno più le mestruazioni, possono notare la ricomparsa di nuove perdite ematiche vaginali. Naturalmente, esistono molte altre condizioni patologiche che possono determinare questa sintomatologia, ma la cosa fondamentale è che, senza falsi pudori o imbarazzo, consultiate subito il vostro medico. Quanto prima sarà effettuato il controllo e si giungerà ad una diagnosi, migliori saranno le probabilità di successo del trattamento, che in un’elevata percentuale di casi porterà a completa guarigione. COME SI FORMULA LA DIAGNOSI? Normalmente l’iter diagnostico comincia dal ginecologo, che vi visiterà e vi prescriverà gli esami del caso. È probabile che il ginecologo ritenga opportuno farvi ricoverare in ospedale sia per effettuare tali esami che per un consulto specialistico e/o per il trattamento. Striscio cervico-vaginale o Pap test Prima di eseguire lo striscio cervico-vaginale o Pap test (dal nome di Papanicolau, che mise a punto il sistema di classificazione), l’infermiera vi aiuterà a sistemarvi sulla poltrona ginecologica. Il ginecologo allargherà le pareti vaginali con uno strumento detto speculum; quindi, striscerà una spatola di legno sul collo dell’utero in modo da prelevarne un campione di cellule, che fisserà poi su un vetrino. Il campione sarà, quindi, esaminato al microscopio e si potranno rilevare eventuali alterazioni. Il Pap test può risultare a volte leggermente fastidioso, ma la sua esecuzione richiede solo pochi minuti. In tempi recenti, la classificazione dei reperti citologici è stata più volte modificata per dare modo ai clinici di avere le idee chiare sul significato delle anomalie citologiche. Nel 1998 è stato approvato negli Stati Uniti il sistema di classificazione Bethesda System (TBS), oggi largamente 13 utilizzato anche in Italia, che distingue tra lesioni di “alto grado” (HSIL), che tendono ad aggravarsi, e lesioni di “basso grado” (LSIL), che tendono a regredire o a rimanere stabili. Nel 2001, questo sistema di classificazione è stata riveduto e corretto ed è tuttora applicato, per cui oggi la classificazione del Pap test prevede le seguenti categorie principali: 14 • reperto negativo: assenza di alterazioni morfologiche riferibili a lesione intraepiteliale o maligna • reperto anormale: - reperto di cellule squamose atipiche di significato indeterminato (ASC-US; SC-HG)) - reperto di cellule ghiandolari atipiche di significato indeterminato (AGCUS) - reperto di alterazioni cellulari riferibili a lesione intraepiteliale di basso grado (SIL di basso grado) (HPV/CIN1) - reperto di alterazioni cellulari riferibili a lesione intraepiteliale di alto grado (SIL di alto grado) (CIN2, CIN3) - reperto di cellule tumorali maligne di tipo squomocellulare - reperto di cellule tumorali maligne di tipo ghiandolare In base all’esito del Pap test, che rimane fondamentalmente un test di screening, il vostro medico potrà decidere di richiedere ulteriori accertamenti, tra cui il test virologico su prelievo citologico, che accerta la presenza del DNA virale e il tipo di papillomavirus, la colposcopia, un esame ottico che mette in evidenza la lesione, la caratterizza in lesione di grado minore o maggiore e ne descrive caratteristiche e estensione. La colposcopia permette la biopsia mirata della lesione più significativa e fornisce à indicazioni sulla scelta più appropriata del trattamento. Citologia in fase liquida È un’altra procedura utilizzata per prelevare campioni citologici dalla cervice. È simile al Pap test, ma il prelievo è effettuato utilizzando un apposito spazzolino, che delicatamente ‘gratta’ le cellule dalla cervice. Il materiale prelevato è, quindi, immerso in un liquido e inviato in laboratorio per essere esaminato al microscopio. Colposcopia Se lo striscio cervico-vaginale o la citologia in fase liquida rilevano la presenza di cellule atipiche, il ginecologo potrà decidere di sottoporvi a colposcopia per effettuare una biopsia. Si tratta di una tecnica endoscopica che si esegue presso l’ambulatorio per pazienti esterni dell’ospedale. La colposcopia consente al ginecologo di visualizzare l’immagine ingrandita delle lesioni del collo dell’utero per mezzo di uno strumento, il colposcopio, simile ad un piccolo microscopio, permettendogli di eseguire una biopsia nel punto che giudica di maggiore interesse. Prima di procedere all’esame, l’infermiera vi aiuterà a sistemarvi sulla poltrona ginecologica. Come con il Pap test, il ginecologo allargherà le pareti vaginali con uno strumento detto speculum; quindi, passerà con un tampone una soluzione di acido acetico sulla cervice per evidenziare più chiaramente le lesioni cervicali. Con l’ausilio di una fonte luminosa il medico osserverà mediante il colposcopio l’intera cervice, quindi preleverà un piccolo campione di cellule superficiali (biopsia) per l’esame istologico. La colposcopia può causare qualche fastidio, ma non richiede che qualche minuto. Nei giorni successivi potreste avere un leggero sanguinamento. 15 LEEP Questa procedura chirurgica utilizza un’ansa metallica per rimuovere l’area della cervice in cui sono localizzate le cellule atipiche. Il pezzo operatorio è, quindi, inviato al laboratorio per l’esame al microscopio. La LEEP si esegue di solito in anestesia locale. La procedura si basa sull’impiego di un generatore di energia, a cui è collegato un sottile filo metallico conformato ad ansa, che funziona come un bisturi preciso e rapido, in grado di rimuovere il tessuto anormale in modo efficace e senza dolore. Potreste accusare un leggero fastidio, ma le reazioni sono soggettive. Di solito noterete un leggero sanguinamento o una perdita per qualche giorno dopo il trattamento e non dovrete fare uso di tamponi né avere rapporti sessuali per un mese. 16 Conizzazione La conizzazione è una procedura chirurgica in grado di asportare un cono di tessuto cervicale in modo da poter effettuare un esame istologico completo ed esteso a tutte le parti della cervice. Nella maggior parte dei casi tale piccolo intervento si effettua in anestesia locale, ma in alcuni casi si preferisce un’anestesia generale, per cui sarà necessaria una breve degenza in ospedale La conizzazione può essere eseguita con bisturi tradizionale o con laser. Nei tumori molto superficiali (carcinoma in situ, carcinoma microinvasivo), la conizzazione è in grado di asportare tutta la lesione e, quindi, di costituire di per sé un trattamento radicale. Se il carcinoma è più esteso, la conizzazione ha, comunque, un ruolo importante nel precisare la diagnosi istologica e, quindi, nel programmare al meglio la strategia terapeutica. Anche se è normale avere lievi perdite ematiche per qualche giorno dopo l’intervento, dovreste riposare evitando di svolgere un’attività fisica impegnativa e astenervi dai rapporti sessuali per 4 settimane, in modo da consentire alla cervice di cicatrizzare completamente. L’elaborazione del referto istologico da parte dell’anatomopatologo dopo la conizzazione richiede un certo tempo. È bene che prendiate accordi con il medico curante su quando e come vi saranno date ulteriori comunicazioni sull’eventuale necessità di essere sottoposte ad altri esami o trattamenti. Questo periodo di attesa è un momento difficile e stressante per la maggior parte delle donne ed è consigliabile cercare sostegno dalla famiglia o dagli amici nei primi dieci giorni successivi alla conizzazione. Il referto istologico è importante in quanto fornisce al ginecologo le informazioni necessarie circa il tipo di tumore di cui siete portatrici. 17 utero area di biopsia cervice vagina Conizzazione TIPI DI CARCINOMA DELLA CERVICE 18 Due sono i tipi fondamentali di carcinoma della cervice: - il carcinoma a cellule squamose, che si sviluppa dalle cellule piatte che ricoprono la superficie esterna della cervice uterina; rappresenta la forma più diffusa; - l’adenocarcinoma, che si sviluppa dalle cellule ghiandolari che rivestono il canale cervicale (endocervice). Avendo origine dall’interno del canale cervicale, la diagnosi dell’adenocarcinoma con il pap test può essere più difficile. Altre forme meno comuni sono: il carcinoma adenosquamoso, il carcinoma a cellule chiare il carcinoma a cellule piccole. Le procedure che abbiamo descritto evidenzieranno il tipo di carcinoma cervicale da cui siete affette. Il referto istologico può fornire anche altre informazioni importanti, quali il grado di aggressività delle cellule tumorali e se i vasi linfatici o sanguigni mostrano segni di invasione. Alcune di queste informazioni, insieme ai reperti clinici ottenuti dal medico e ai risultati degli ulteriori accertamenti cui sarete sottoposte, influiranno sui consigli che vi saranno dati circa la modalità di trattamento più adatta al vostro caso. ULTERIORI ESAMI Se gli esami a cui siete state sottoposte dimostrano che avete un carcinoma cervicale, il vostro medico curante potrebbe ritenere opportuno approfondire gli accertamenti per verificare se la malattia si è diffusa. In questo modo egli potrà stabilire più agevolmente qual è il trattamento migliore per il vostro caso. L’approfondimento diagnostico potrà comprendere i seguenti esami, ma non necessariamente tutti. Analisi del sangue Il prelievo di sangue serve per controllare lo stato delle cellule ematiche e la funzionalità dei reni e del fegato. Tali esami si eseguono di routine, ma non danno informazioni relative al tumore. Radiografia del torace Permette di evidenziare le condizioni del cuore e dei polmoni. Visita in narcosi La stadiazione dei tumori del collo dell’utero si effettua mediante la visita ginecologica, che, pertanto, ha una grande importanza. Per tale motivo e allo scopo di eseguire la visita nelle migliori condizioni senza provocare dolore alla donna, si effettua spesso in narcosi. Nella stessa occasione è possibile esplorare anche la vescica e la porzione inferiore del colon e del retto per verificare se il tumore si è diffuso a questi organi. Il medico studierà la vescica per mezzo di un cistoscopio, un tubo flessible di fibra ottica, dotato all’estremità di un apparato illuminante. Questo strumento consente di eseguire delle biopsie, ossia di prelevare dei campioni di cellule, nel caso dovesse riscontrare la presenza di lesioni sospette. Per studiare il colon e il retto utilizzerà un altro strumento, che si chiama proctosigmoidoscopio. Anche in questo caso potrà eseguire delle biopsie. L’esame sarà completato dalla biopsia dell’endometrio, la mucosa che riveste l’utero. In questo caso il medico utilizzerà un altro strumento, l’isteroscopio, che introdurrà delicatamente nell’utero per prelevare un 19 campione di cellule da inviare al laboratorio. È abbastanza normale accusare lievi perdite per un paio di giorni dopo l’esame. TAC 20 La TAC è una tecnica radiologica che permette di ottenere tante inquadrature dello stesso organo su piani successivi. Le immagini così prodotte sono inviate ad un computer, che le elabora per dare poi il quadro dettagliato del tumore, evidenziandone dimensioni e posizione. Prima di procedere all’esame vi sarà fatto bere un liquido speciale radiopaco, che si evidenzia ai raggi X. Immediatamente prima di iniziare l’esame, sarà inserito in vagina un tampone, mentre l’infermiere/a introdurrà delicatamente attraverso l’ano una sostanza radiopaca. Questi due preparati garantiscono la migliore visualizzazione delle lesioni da parte della scansione tomografica. Una volta che sarete state sistemate nella corretta posizione sul lettino, si procederà all’esame. Questa tecnica è di Esecuzione della TAC per sé indolore, ma dovrete rimanere sdraiate e immobili per circa 10-30 minuti. La maggior parte delle persone è in grado di tornare a casa una volta terminato l’esame. Risonanza magnetica nucleare (RMN) È una procedura diagnostica simile alla TAC, ma usa i campi magnetici anziché i raggi X per dare una serie di immagini in sezione trasversale delle strutture interne dell’organo oggetto della prova. Durante lo svolgimento dell’esame dovrete rimanere sdraiate perfettamente immobili sul lettino, che sarà fatto scorrere all’interno di un cilindro metallico aperto sia in cima che in fondo. Tutto l’esame dura circa 30 minuti. La procedura in sé non è dolorosa, ma stare sdraiate all’interno del cilindro può rendere claustrofobici. La RMN è, inoltre, molto rumorosa, ma vi saranno consegnate delle cuffiette da indossare per attutire il rumore. Inoltre molti centri sono dotati di impianto stereofonico per irradiare musica e distrarvi. Se lo desidererete, potrete portare con voi qualcuno che vi faccia compagnia mentre si esegue la RMN. Prima di entrare nel cilindro dovrete rimuovere tutti gli oggetti metallici che indossate. I portatori di pacemaker e di alcuni tipi di clip chirurgiche non possono essere sottoposti a RMN a causa dei campi magnetici. L’elaborazione del referto potrà richiedere diversi giorni e prima che lasciate l’ospedale vi sarà fissato un appuntamento per la visita di controllo. Il tempo di attesa del risultato sarà chiaramente per voi un periodo di grande ansia e potrà forse giovarvi parlare delle vostre preoccupazioni con un caro amico o con un parente. Ecografia pelvica Dovrete bere molto prima dell’esame in modo che la vescica sia piena e si possa avere un’immagine più chiara. Una volta che sarete sdraiate nella 21 giusta posizione sul lettino, sull’addome vi sarà spalmato un sottile strato di gel e un piccolo strumento, simile ad un microfono, che emette gli ultrasuoni, sarà passato su tutta la zona. Le riflessioni degli ultrasuoni saranno convertite in immagini per mezzo di un computer. L’ecografia è una metodica indolore che dura solo pochi minuti. In alternativa, una sonda potrà essere inserita nella vagina per visualizzare dall’interno la pelvi. Questa procedura non è dolorosa, dura solo pochi minuti e può essere effettuata a vescica vuota. 22 STADIAZIONE E GRADING DEL CANCRO DELLA CERVICE Stadiazione La stadiazione è un parametro di riferimento per il medico, che indica le dimensioni del tumore e la sua eventuale diffusione a distanza. La stadiazione è importante per decidere il trattamento più appropriato per il vostro caso. Il carcinoma della cervice è classificato secondo i seguenti stadi: • stadio 1: il tumore è circoscritto alla cervice; • stadio 2: il tumore ha invaso le strutture adiacenti come la porzione superiore della vagina, i tessuti che tengono l’utero al centro della pelvi (parametri), ma non ha raggiunto la pelvi (la parte bassa dell’addome in cui è contenuto l’organo); • stadio 3: il tumore ha invaso le strutture adiacenti quali la porzione inferiore della vagina, i linfonodi adiacenti o i tessuti ai margini della regione pelvica. In alcuni casi il tumore che ha invaso la pelvi può comprimere uno degli ureteri (i canali attraverso i quali l’urina defluisce dai reni alla vescica). In questo caso l’urina, non potendo defluire, si accumula nei reni. I tumori cervicali di stadio 2 o 3 si definiscono tumori localmente avanzati. • stadio 4: il tumore ha invaso la vescica o l’intestino o la zona posteriore alla pelvi. Questo stadio comprende i tumori che hanno invaso i polmoni, il fegato o le ossa, anche se sono casi rari. Se il tumore si ripresenta dopo il trattamento iniziale, si parla di carcinoma recidivante (o ricorrente). Grading Il grading è un parametro di riferimento che descrive l’aspetto delle cellule neoplastiche al microscopio. Fa capire al medico quanto rapida potrebbe essere la crescita del tumore. I tumori cervicali possono essere classificati secondo tre gradi: - grado 1, o basso: questi tumori presentano cellule neoplastiche molto simili alle cellule cervicali normali, sono di solito sono a crescita lenta e non hanno tendenza a metastatizzare, ossia a diffondersi a distanza; - grado 2, o moderato; - grado 3, o alto: questi tumori presentano cellule molto atipiche, tendono a crescere molto rapidamente e a metastatizzare. 23 QUALI SONO I TIPI DI TRATTAMENTO USATI? Chirurgia, radioterapia e chemioterapia possono essere usate per il trattamento del carcinoma cervicale sia da sole che in combinazione. La scelta del trattamento dipenderà soprattutto dall’esito della stadiazione. Tumori in stadio iniziale 24 In questi casi, la chirurgia rappresenta spesso il trattamento principale per queste lesioni in cui il tumore è localizzato solo alla cervice. In questi casi la radioterapia assicura gli stessi risultati, ma con effetti collaterali più pesanti. Per tale motivo, la chirurgia rimane di solito la prima scelta. In alcuni casi, la radioterapia si attua dopo la chirurgia nel caso in cui il medico tema di non essere riuscito ad asportare tutte le cellule neoplastiche. In altri casi si può usare in combinazione con la chemioterapia. In questi casi si parla di terapia collaterale o chemioradioterapia. La chemioterapia si attua a volte prima della chirurgia allo scopo di ridurre le dimensioni del tumore e facilitarne l’asportazione, ma soprattutto si somministra in combinazione con la radioterapia dopo la chirurgia. Tumori localmente avanzati Se il tumore si è diffuso oltre la cervice e non può essere curato con la chirurgia soltanto, la radioterapia rappresenta di norma il trattamento di elezione. Di solito si associa alla chemioterapia. Tumori metastatizzati e recidivanti La chemioterapia può essere attuata per le pazienti che sono affette da tumori che hanno invaso altri organi oppure nei casi di recidiva, in cui il tumore si ripresenta dopo la radioterapia. In questi casi la chemioterapia ha lo scopo di ridurre le dimensioni del tumore e di controllare la malattia, alleviando i sintomi, con la speranza di prolungare la sopravvivenza assicurando una buona qualità della vita. Questo tipo di trattamento si definisce palliativo. Pianificazione del trattamento Nella maggior parte degli ospedali un’équipe multidisciplinare composta da vari specialisti si prenderà cura di voi per pianificare il piano di trattamento migliore per il vostro caso. L’équipe comprenderà anche un chirurgo specializzato nel trattamento delle neoplasie ginecologiche, un oncologo clinico (specialista in chemioterapia e radioterapia) ed eventualmente anche uno dei seguenti specialisti: • • • • • infermiere specializzato dietista fisioterapista terapista occupazione psicologo o counsellor. Il medico elaborerà il piano di trattamento tenendo conto di vari fattori quali età della paziente, le sue condizioni generali, il tipo e le dimensioni del tumore, il suo aspetto al microscopio e la sua eventuale diffusione al di fuori della cervice. Se due trattamenti sono ugualmente efficaci per il tipo e lo stadio del tumore da cui siete affette, il medico vi offrirà la possibilità di scegliere. A volte è molto difficile prendere una decisione. Se vi è offerta una possibilità di scelta, assicuratevi di avere avuto tutte le informazioni sulle diverse 25 opzioni disponibili, su che cosa comporta ognuna di esse e su quali sono gli effetti collaterali cui potrebbero dare adito, in modo che possiate decidere qual è il trattamento giusto per voi. Non abbiate timore di chiedere domande su qualunque aspetto che non vi è chiaro o che vi preoccupa. Potrebbe essere utile discutere dei pro e contro di ogni trattamento con l’oncologo di fiducia, il medico di base o anche il personale di AIMaC. Può essere utile predisporre una lista di domande che desiderate porre e farsi accompagnare da un amico o parente. Alcune donne si sentono tranquillizzate se possono avere il parere di un altro medico che le aiuti a decidere sul trattamento. La maggior parte dei medici sarà ben lieta di farvi il nome di un altro specialista per sentire un secondo parere, se ciò vi può aiutare. 26 Il consenso informato Primo di sottoporvi a qualunque trattamento il medico che vi segue vi spiegherà dettagliatamente lo scopo e le modalità del trattamento e le conseguenze che questo avrà, quindi vi chiederà di firmare un apposito modulo di consenso, con il quale autorizzate il personale sanitario ad attuare tutte le procedure richieste. Nessun trattamento potrà essere attuato senza il vostro consenso, e prima di firmare l’apposito modulo dovrete avere ricevuto tutte le informazioni necessarie su: • • • • tipo e portata del trattamento consigliato; vantaggi e svantaggi del trattamento; eventuali alternative terapeutiche disponibili; rischi o effetti collaterali significativi del trattamento. Se le informazioni che avete ricevuto non sono chiare, non abbiate timore di chiedere di ripetervi le spiegazioni. Alcuni trattamenti oncologici sono complessi, per cui i medici sono abituati a spiegare le modalità di trattamento più volte finché i pazienti hanno compreso pienamente in che cosa consistono e che cosa comportano. Se pensate di non essere in grado di decidere subito, potrete sempre chiedere che vi sia lasciato un po’ di tempo per riflettere. Potrete anche decidere di non sottoporvi ad alcun trattamento; in questo caso il medico vi spiegherà che cosa potrebbe succedere a seguito di questa decisione. Vantaggi e svantaggi del trattamento Molte pazienti sono spaventate al pensiero di doversi sottoporre a un trattamento a causa degli effetti collaterali cui lo stesso potrebbe dare adito. È vero che i trattamenti potrebbero causare degli effetti collaterali, ma questi di solito possono essere facilmente controllati con appositi farmaci. Alcune pazienti vogliono sapere che cosa potrebbe succedere nel caso decidessero di non sottoporsi ad alcun trattamento. Il trattamento può essere attuato per motivi diversi e i potenziali vantaggi dipenderanno da fattori legati al singolo caso. Nelle pazienti affette da carcinoma cervicale in stadio iniziale, la chirurgia si sceglie per la possibilità di guarire dalla malattia. A volte, si può decidere di attuare anche altri trattamenti per ridurre il rischio di recidiva. Con i tumori di stadio 4, il trattamento può servire solo a controllare la malattia, migliorare i sintomi e, quindi, la qualità della vita. Tuttavia, per alcune pazienti il trattamento non avrà alcun effetto sulla malattia e ne avranno gli effetti collaterali senza averne alcun beneficio. Se vi è stato prospettato un trattamento mirato a curare la malattia, decidere di accettarlo non sarà difficile. Se, invece, non esiste una possibilità di cura e il trattamento può essere attuato per controllare la malattia per un certo periodo di tempo, sarà può difficile decidere che cosa fare. 27 In queste circostanze, prendere una decisione in merito al trattamento è sempre difficile, e potreste volerne discutere in dettaglio con il vostro medico curante se desiderate sottoporvi al trattamento. Se, invece, non volete sottoporvi a un trattamento, sarà possibile offrirvi un trattamento di supporto (palliativo) con medicinali in grado di tenere i sintomi sotto controllo. LA CHIRURGIA 28 Il trattamento chirurgico del carcinoma cervicale prevede, di solito, l’asportazione dell’utero (isterectomia radicale), dei parametri, di una piccola porzione della vagina e dei linfonodi. Questa è la forma di intervento più risolutivo. Ad esso si oppone il trattamento conservativo che prende il nome di conizzazione (v. pag. 16) - nei casi in cui le cellule tumorali non si siano diffuse oltre le cellule superficiali della cervice oppure nei casi in cui la diffusione sia minima. Potrebbe essere necessario asportare anche le ovaie (overiectomia), ma l’orientamento è conservatore, soprattutto nei casi di pazienti in età riproduttiva, in quanto la loro asportazione comporta una menopausa precoce. Qualora l’ovariectomia dovesse essere indispensabile, i sintomi della menopausa si possono prevenire sostituendo gli ormoni con compresse o creme (trattamento di sostituzione ormonale). Il vostro medico curante avrà cura di esaminare a fondo con voi tutti i dettagli al riguardo. Dopo l’intervento Dopo l’intervento sarete incoraggiate ad alzarvi e a camminare quanto prima possibile. Questa è una fase importante della convalescenza, e anche se sarete costrette a stare a letto, l’infermiere/a vi spronerà a eseguire esercizi regolari con le gambe e esercizi di respirazione profonda. Quando sarete riportate in reparto dopo l’intervento, sarete sottoposte a infusione per endovena (somministrazione goccia a goccia) di liquidi e sali minerali fino a che non sarete in grado di mangiare e bere. I tubi di drenaggio applicati alla ferita per evitare l’accumulo di liquidi in eccesso saranno rimossi nell’arco di qualche giorno dall’intervento. In questo modo le ferite rimargineranno perfettamente. Dopo l’intervento vi saranno somministrati regolarmente degli analgesici, che sono molto efficaci per il controllo del dolore. Qualora il sintomo algico dovesse persistere, informate al più presto la caposala in modo che il preparato adottato fino a quel momento sia sostituito con altri fino a che s’individuerà quello più efficace nel vostro caso. Molte donne sono in grado di fare ritorno a casa circa 6-10 giorni dopo l’intervento, una volta che i punti o le graffe siano stati rimossi. Se pensate che potreste avere dei problemi una volta tornate a casa, per esempio se vivete da sole o dovete salire diverse rampe di scale, informate la caposala o l’assistente sociale fin dal momento del ricovero, affinché possano organizzare il modo in cui aiutarvi prima che siate dimesse. Anche se non avrete più le mestruazioni o non potrete più avere bambini, potrete riprendere l’attività sessuale non appena vi sentirete pronte. Il vostro medico curante vi consiglierà probabilmente di aspettare almeno quattro settimane per dare modo alle ferite di cicatrizzare perfettamente. Molte donne hanno bisogno di più tempo prima che siano in grado di riprendere l’attività sessuale. Questa è una parte fondamentale della convalescenza, per cui non abbiate timore di parlarne con il vostro medico. AIMaC ha pubblicato un libretto, Sessualità e Cancro, che potrebbe darvi 29 30 consigli preziosi da questo punto di vista. Dopo un intervento di isterectomia, è bene evitare un’attività fisica impegnativa o sforzi fisici eccessivi - per esempio sollevare pesi - per circa tre mesi. Nelle settimane immediatamente successive all’intervento alcune donne provano fastidio a guidare un veicolo e può essere una buona idea aspettare qualche tempo prima di sedersi di nuovo al volante. Alcune donne hanno bisogno di più tempo per superare i postumi dell’intervento chirurgico. Se avete dei problemi, potrebbe essere utile parlarne con qualcuno che non sia direttamente coinvolto nella vostra malattia. AIMaC sarà lieta di darvi tutti i consigli che richiederete e potrà anche mettervi in contatto con un consulente o con un gruppo di sostegno operanti nella vostra regione in modo che abbiate l’opportunità di parlare con altre donne che hanno vissuto esperienze analoghe alla vostra. Prima che siate dimesse, vi sarà dato un appuntamento presso il centro per pazienti esterni per una visita di controllo. Questo sarà il momento per discutere con il vostro medico eventuali problemi che si dovessero presentare dopo il trattamento chirurgico. Sappiate, comunque, che qualora accusaste sintomi o ci fosse qualcosa che vi preoccupi prima della data stabilita per la visita di controllo, potrete sempre telefonare al medico che vi ha seguito in ospedale o all’infermiere/a del reparto presso cui siete state curate. LA RADIOTERAPIA La radioterapia consiste nell’uso di radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali, cercando al tempo stesso di danneggiare il meno possibile le cellule normali. Il carcinoma della cervice può essere trattato sia con la radioterapia esterna che con quella interna, e spesso anche con una combinazione di entrambe. In passato, la radioterapia della zona pelvica comportava a volte delle complicazioni, ma i progressi compiuti sia nell’elaborazione del piano di trattamento sia nelle tecniche stesse hanno ridotto sempre più le possibilità di complicazioni. La radioterapia può essere effettuata, a volte, sia prima che dopo la chirurgia, nel caso in cui il medico tema di non essere riuscito ad asportare tutte le cellule tumorali. In altri casi si può usare da sola come trattamento di elezione del carcinoma cervicale. Il radioterapista, il medico che pianifica il trattamento, vi potrà aiutare a risolvere qualsiasi problema dovesse presentarsi. Pianificazione del trattamento Affinché possiate trarre il massimo beneficio dalla radioterapia, questa deve essere pianificata molto attentamente. In occasione delle prime visite al reparto di radioterapia vi faranno probabilmente sdraiare sotto una macchina detta simulatore che effettuerà una radiografia della zona da irradiare. Prima di procedere alla procedura, vi sarà inserito in vagina un tampone, mentre vi sarà introdotto delicatamente attraverso l’ano un liquido radiopaco che metterà in evidenza le zone anomale. Questa procedura serve a dare immagini radiografiche il più chiare possibile. Radioterapia esterna (o transcutanea) Consiste nell’erogare le radiazioni ad alta energia sul tumore. Si effettua di solito nei giorni feriali presso il reparto per pazienti esterni dell’ospedale. Il tipo e la durata del trattamento dipenderanno dalle dimensioni del tumore e dalla sua localizzazione. La pianificazione del trattamento costituisce una fase molto importante della radioterapia e ci potrebbero volere più visite prima che il 31 32 radioterapista sia soddisfatto del risultato. Sulla cute saranno tracciati dei segni per mostrare al tecnico di radiologia, che eseguirà il trattamento, il punto esatto sul quale le radiazioni dovranno essere erogate. La zona evidenziata dovrà rimanere quanto più possibile asciutta per tutta la durata del trattamento in modo da evitare che si irriti. Prima di eseguire il trattamento, il tecnico di radiologia vi posizionerà correttamente sul lettino e verificherà che siate comode. Durante la sessione di trattamento rimarrete sole nella sala, ma potrete comunicare con il tecnico che controllerà lo svolgimento della procedura dalla stanza a fianco. La radioterapia non è dolorosa, ma dovrete rimanere assolutamente immobili per diversi minuti fino a che la sessione di trattamento non sarà terminata. La radioterapia non vi rende radioattive e potrete stare a contatto con altre persone, compresi i bambini, senza alcun pericolo né per voi né per costoro. Radioterapia interna (o intracavitaria o curieterapia) Il materiale radioattivo è posto in appositi applicatori che sono introdotti in vagina a mo’ di tamponi in anestesia. Gli applicatori rimangono in situ per uno-due giorni ed erogano un’alta dose di radiazione sulla cervice e sull’area circostante. Alcune volte si possono usare impianti contenenti una dose più elevata di radioattività, che però sono lasciati in situ solo per qualche ora. Benché la dose di radioattività erogata con la radioterapia intracavitaria sia relativamente più bassa, sarete probabilmente sistemate in una camera singola, in una zona appartata del reparto, e protette da schermi al piombo in modo che la dose di radioattività per visitatori e personale paramedico sia quanto più bassa possibile. Per evitare che il tampone si sposti, dovrete rimanere a letto per tutto il tempo che sarà lasciato in vagina. Un catetere sarà posto in vescica in quanto la radiazione può rendere la minzione più frequente della norma. Queste precauzioni possono farvi sentire isolate, ma saranno rispettate solo per un paio di giorni e una volta che l’impianto sarà stato rimosso non rimarrà alcuna traccia di radioattività. Effetti collaterali L’irradiazione della pelvi può causare effetti collaterali quali senso di nausea, stanchezza, diarrea e sensazione di bruciore alla minzione. È importante che beviate molti liquidi e rispettiate una dieta sana per tutta la durata del trattamento radioterapico. Se non avete voglia di mangiare potrete integrare la dieta con minestre o bevande ipercaloriche delle quali troverete ampia scelta nella maggior parte delle farmacie. Nel corso del trattamento dovrete riposare quanto più possibile, soprattutto se abitate lontano dal centro di radioterapia e dovrete percorrere ogni giorni molti chilometri per raggiungerlo. La maggior parte degli effetti collaterali può essere trattata agevolmente con delle compresse che il radioterapista non avrà alcuna difficoltà a prescrivervi. Gli effetti collaterali dovrebbero scomparire gradualmente una volta concluso il ciclo di trattamento Purtroppo, la radioterapia per il trattamento del carcinoma cervicale comporta l’irradiazione delle ovaie, con conseguente instaurazione della menopausa. Ciò vuol dire che dovrete affrontare gli effetti collaterali associati alla menopausa, vale a dire vampate di calore, secchezza della cute e senso di ansia e depressione. Alcune donne accusano diminuzione della libido, ossia hanno un ridotto interesse per il sesso, e avvertono anche secchezza della vagina. A volte la radioterapia può causare anche la stenosi vaginale, ossia il progressivo restringimento delle pareti della vagina, con conseguente dolore durante il coito. 33 La maggior parte dei radioterapisti e dei ginecologi previene tali effetti collaterali attuando terapie di sostituzione ormonale a base di compresse o di presidi per via transcutanea (cerotti). Tali terapie possono essere iniziate in corso di trattamento oppure subito dopo la sua conclusione e il ginecologo vi aiuterà a scegliere il preparato e la dose più adatta al vostro caso. Se vi sentite depresse, potrebbe giovarvi parlare dei vostri problemi con un consulente esperto, sia in ospedale che nella vostra regione. AIMaC ha pubblicato un libretto e un DVD sulla radioterapia, nei quali potrete trovare informazioni utili sulle modalità di attuazione e sugli effetti collaterali cui può dare adito la terapia radiante. LA CHEMIOTERAPIA 34 La chemioterapia consiste nell’impiego di particolari farmaci anticancro, detti citotossici o antiblastici, per distruggere le cellule tumorali. Tali farmaci hanno l’effetto di inibire la crescita e la divisione delle cellule neoplastiche. I farmaci sono comunemente somministrati per endovena, ossia s’iniettano direttamente in vena. I farmaci tendono a ridurre temporaneamente il numero dei globuli bianchi nel sangue. Se la conta dei globuli è bassa, sarete più soggette alle infezioni e vi stancherete facilmente. Durante il ciclo di chemioterapia sarete sottoposte periodicamente a esami del sangue e, se necessario, a emotrasfusioni o a trattamento con antibiotici. Altri effetti collaterali possono comprendere nausea, vomito e caduta dei capelli. Alcuni farmaci possono anche irritare la bocca e provocare piccole ulcere. Effettuare regolarmente degli sciacqui è importante e l’infermiere/a vi insegnerà a farli correttamente. Se non avete voglia di mangiare, potrete sostituire i pasti con bevande o minestre nutritive. Esiste una vasta gamma di bevande nutritive in commercio e potrete acquistarle nella maggior parte delle farmacie. Anche se gli effetti collaterali possono essere duri da sopportare, comunque scompariranno alla conclusione del trattamento e i capelli ricresceranno con sorprendente rapidità. Non tutti i farmaci, inoltre, causano effetti collaterali e il vostro medico saprà dirvi a quali problemi potreste andare eventualmente incontro con il trattamento che avrà scelto per voi. Rispetto al passato, nausea e vomito non rappresentano più un problema grazie all’efficacia di alcuni appositi farmaci detti antiemetici. AIMaC ha pubblicato un libretto e un DVD sulla chemioterapia, nei quali potrete trovare informazioni utili sulle modalità di attuazione e sugli effetti collaterali di questo trattamento. Potrete richiedere ad AIMaC anche singoli libretti su come affrontare i problemi alimentari o connessi con la sessualità e la caduta dei capelli. Follow-up Concluso il trattamento, dovrete sottoporvi a controlli periodici che comprenderanno visite mediche e alcuni esami strumentali (radiografie o ecografie, TAC/RMN). Questi controlli durano spesso diversi anni. Se nel periodo d’intervallo tra un controllo e l’altro avete dei problemi o se gli effetti collaterali del trattamento persistono o se notate sintomi nuovi, informate immediatamente l’oncologo che vi ha in cura. 35 IN CHE MODO IL CANCRO DELLA CERVICE PUÒ RIPERCUOTERSI SULLA MIA VITA SESSUALE E SULLA FERTILITÀ? I trattamenti per il carcinoma cervicale possono ripercuotersi sulla vita sessuale, ma molti dei cambiamenti che ciò implica possono essere prevenuti o trattati. Sintomi menopausali 36 Se avete subito un’isterectomia con ovariectomia, oppure se siete state sottoposte a irradiazione della pelvi, accuserete i sintomi della menopausa (se non li avete ancora avuti): vampate di calore, secchezza della cute, secchezza della vagina e anche depressione, ansia e diminuzione della libido. Il medico potrà alleviare molti di questi sintomi prescrivendovi creme o pillole a base di preparati ormonali, che avranno lo scopo di sostituire gli ormoni che avrebbero dovuto secernere le ovaie. Se il problema è la secchezza vaginale, il medico potrà consigliarvi l’uso di creme o di gel lubrificanti, che voi o il vostro partner applicherete direttamente sul pene o sulla vagina prima o durante l’atto sessuale. La radioterapia pelvica può provocare la stenosi, ossia il restringimento, della vagina, il che può rendere la penetrazione difficile o dolorosa. In questo caso potrebbe essere sufficiente mantenere i muscoli vaginali il più elastici che sia possibile. Creme a base di ormoni che il medico potrà prescrivervi da applicare sulle pareti della vagina possono essere di sollievo, ma avere rapporti sessuali regolari o l’uso di un dilatatore vaginale rappresentano spesso il trattamento più facile e più efficace. I dilatatori vaginali sono normalmente di plastica e gli infermieri/e del reparto o il medico ginecologo potranno fornirvene uno. Il dilatatore deve essere introdotto in vagina con delicatezza e periodicamente in modo che questa possa gradualmente dilatarsi, prevenendone al tempo stesso l’ulteriore restringimento. Gli infermieri/e o il medico ginecologo vi insegneranno ad usare il dilatatore e saranno in grado di rispondere a tutte le vostre domande. Sono abituati a parlare di questi problemi, per cui non dovete sentirvi in imbarazzo. Molte donne pensano che i dilatatori siano utilissimi per rendere la vagina più elastica dopo la radioterapia, anche se hanno un partner regolare. I dilatatori possono essere utili per quelle donne che hanno temporaneamente perso ogni interesse per il sesso in seguito ai sintomi menopausali o che sono nervose all’idea di avere di nuovo rapporti sessuali subito dopo il trattamento o che non hanno un partner regolare. Molte donne si sentono nervose all’idea di avere dei rapporti sessuali subito dopo il trattamento del tumore, ma non c’è alcun pericolo. Il sesso non aggraverà la diagnosi, né il vostro partner potrà ‘prendere’ il cancro da voi. Molte donne spesso hanno bisogno di prendersi più tempo durante l’atto sessuale per facilitare la dilatazione delle pareti vaginali. Se il partner si dilunga nei preliminari e procede con molta delicatezza, ciò può servire a far distendere la vagina. Rapporti sessuali delicati e regolari restituiranno elasticità e tonicità alla vagina e sarete in grado di riprendere la normale attività sessuale nel giro di poche settimane dalla conclusione della radioterapia. AIMaC ha pubblicato un libretto dal titolo Sessualità e cancro dedicato ai problemi connessi con la sfera sessuale dopo un trattamento antitumorale, che saremo lieti di inviarvi se lo richiederete. 37 Fertilità Le pazienti più giovani e coloro che speravano di avere dei figli o di completare la pianificazione familiare possono essere particolarmente sconvolte se sono state isterectomizzate o se la radioterapia ha danneggiato le ovaie. Effetti emozionali 38 Anche le donne in età postmenopausale possono avvertire un acuto senso di perdita dopo un intervento di isterectomia. Alcune pensano che l’asportazione dell’utero le abbia private della loro femminilità e si vedono, quindi, sminuite in questo senso. Può giovarvi prendervi tutto il tempo che volete per piangere per i bambini che avreste potuto avere e non avrete più oppure per esprimere tutto il vostro dolore in quanto la perdita dell’utero è avvertita come un lutto. RICERCA - STUDI CLINICI La ricerca di nuove modalità di trattamento del carcinoma cervicale prosegue a ritmo incalzante. Quando si mette a punto un nuovo trattamento, esso è sottoposto a diverse fasi di studio per verificarne l’efficacia. Si comincia con gli studi di laboratorio, che alcune volte possono comprendere anche prove in provetta sulle cellule tumorali. Se quest’attività di ricerca dimostra che il trattamento potrebbe essere efficace nella cura dei tumori, si passerà alla fase in cui il trattamento è sperimentato sui pazienti, ossia agli studi clinici. Gli studi clinici possono essere di fase 1, 2 o 3. I primi studi sono di fase 1 e il loro scopo è: • stabilire il dosaggio sicuro del trattamento; • individuare gli effetti collaterali che il trattamento può causare; • identificare i tipi di tumore per i quali è più efficace. Se gli studi di fase 1 dimostrano che il nuovo trattamento è sicuro ed efficace, si passa agli studi di fase 2 e 3, i quali devono rispondere ad una serie di domande: • Il nuovo trattamento è più efficace dei trattamenti attualmente disponibili? • La sua efficacia aumenta se è somministrato insieme ai trattamenti attualmente disponibili? • Come si differenzia rispetto ai migliori trattamenti standard attualmente disponibili? Gli studi clinici durano a lungo, di solito passano anni dal momento della scoperta del nuovo trattamento, cui i mass media dedicano spesso molto spazio, fino al momento in cui il suo vero valore è stabilito definitivamente. Vi potrebbe essere chiesto di partecipare ad uno studio clinico. Ciò può avere diversi vantaggi: avrete la possibilità di contribuire al progresso della scienza medica e sarete tenuti sotto rigorosa sorveglianza per tutta la durata dello studio. È importante sottolineare che alcuni trattamenti inizialmente molto promettenti si rivelano spesso meno efficaci dei trattamenti attualmente disponibili oppure causano effetti collaterali che sono superiori ai benefici. Nell’ambito di una ricerca, vi potrebbe essere chiesto il permesso di conservare dei campioni istologici o di sangue da utilizzare in altri studi miranti a stabilire le origini dei tumori. Anche dopo aver accettato di prendere parte a uno studio, avrete sempre la possibilità di ritirarvi in qualsiasi momento, qualora cambiaste idea. La 39 vostra decisione non influirà in alcun modo sull’atteggiamento del medico oncologo nei vostri confronti. Se decidete di non partecipare allo studio oppure di ritirarvi prima che sia concluso, sarete trattati con il migliore trattamento standard anziché con il nuovo trattamento con il quale è messo a confronto nello studio. I VOSTRI SENTIMENTI 40 La maggior parte delle persone si sente distrutta quando apprende di avere il cancro. Stati d’animo profondamente diversi si alternano determinando confusione e frequenti sbalzi di umore. Le reazioni variano da soggetto a soggetto e ciò rientra nella norma. Non esiste un modo giusto o sbagliato di sentire. Questi sentimenti fanno parte del processo che molte persone attraversano nel tentativo di ottenere il controllo sulla malattia. Partner, parenti e amici spesso hanno bisogno quanto voi di aiuto e sostegno per riuscire a dominare i propri sentimenti. Shock e incredulità ‘Non posso crederci’, ‘Non può essere vero’ Spesso è questa la reazione immediata di fronte alla diagnosi di cancro. Vi sentirete inebetite, incapaci di credere a ciò che sta accadendo e di esprimere una qualsiasi emozione. Forse sarete in grado di assorbire solo una minima quantità di informazioni, per cui continuerete a chiedere le stesse cose all’infinito, oppure le stesse cose dovranno esservi ripetute continuamente. Il bisogno di farsi ripetere le stesse cose è una reazione comune allo shock. Rifiuto ‘Va tutto bene’, ‘Non ho il cancro’ Per molte pazienti, non voler sapere nulla sulla malattia o volerne parlare il meno possibile è il miglior modo di reagire alla situazione. In questo momento non volete sapere nulla di più di quanto avete appreso. Anche i vostri familiari potrebbero reagire nello stesso modo, e a volte sembrano ignorare come vi sentite, dicendo, per esempio ‘Non essere sciocca, non c’è nulla di cui tu debba preoccuparti’. Avere l’opportunità di esternare tali sentimenti può essere di per sé utile. Rabbia ‘Perché proprio a me?’, ‘Perché proprio adesso?’ Dietro la rabbia possono celarsi altri sentimenti quali paura e tristezza. Potreste sentirvi arrabbiate, impazienti o irritate con coloro che vi sono più vicino o con i medici e gli infermieri/e che si prendono cura di voi e addirittura potreste arrivare a prendervela anche con il vostro dio. Si tratta comunque di una reazione assolutamente normale ed è segno di quanto siate sconvolte per la malattia. Coloro che vi vogliono bene non dovrebbero pensare che ce l’avete con loro. Se voi, o la vostra famiglia, non ce la fate a tenere sotto controllo questi sentimenti, potrebbe aiutarvi parlare con qualcuno che non sia direttamente coinvolto con la vostra malattia. Biasimo e senso di colpa ‘Se non avessi ... ciò non sarebbe mai successo’ A volte i malati biasimano se stessi o gli altri per la loro malattia, cercando di trovare i motivi per cui avrebbe dovuto succedere proprio a loro. Ciò si può spiegare con il fatto che sovente ci sentiamo meglio se conosciamo le 41 ragioni per cui qualcosa è successo. Siccome, però, è raro che i medici sappiano esattamente che cosa ha causato il cancro, non c’è motivo per cui dobbiate biasimarvi. La relazione tra il carcinoma della cervice e l’attività sessuale ha spinto molte donne ad imputare la malattia a loro stesse o ai loro partner. È importante che teniate presente che la vita sessuale è solo uno dei molti fattori associati al carcinoma cervicale. Anzi, solo una minima percentuale di donne che hanno uno qualsiasi dei fattori di rischio riconosciuti svilupperà la malattia. Risentimento 42 ‘Per te va tutto bene, non devi sopportare tutto quello che sto passando io’ Comprensibilmente, vi sentirete piene di risentimento e starete malissimo perché voi avete il cancro mentre gli altri stanno bene. Anche i parenti a volte possono essere risentiti per i cambiamenti che la malattia del proprio congiunto ha comportato nella loro vita. Di solito aiuta esternare questi sentimenti in modo che possano essere discussi. Reprimere il risentimento può rendere collerici e indurre sensi di colpa. Paura ed incertezza ‘Il cancro recidiverà?’, ‘Il trattamento avrà effetto?’ Cancro è una parola spaventosa circondata da paure e miti. Paure e fantasie sono spesso peggiori della realtà. La paura dell’ignoto può essere terrificante, per cui saperne di più sulla malattia può spesso servire a ridimensionarla. Potreste essere preoccupate per il vostro futuro e per l’eventualità che il cancro possa recidivare, ossia tornare all’attacco. Queste paure possono a volte assumere la forma di incubi. Un’altra paura comune è quella per cui il cancro fa soffrire. Molti malati di cancro non accusano dolore oppure questo è modesto, ma nei casi in cui il sintomo algico è forte si possono somministrare molti analgesici di moderna concezione che riescono molto bene a controllarlo. Richiudersi in se stessi e isolarsi ‘Per favore, lasciatemi sola’ A volte durante la malattia avrete voglia di essere lasciate sole per riordinare pensieri e sentimenti. Questo atteggiamento può essere difficile da accettare per i vostri familiari e amici che vorrebbero condividere con voi un momento così difficile. Se vi rendete conto che la situazione comunque vi pesa e temete di non farcela, non esitate a parlarne con il vostro medico che potrà offrirvi un aiuto professionale. Senso di perdita Le donne affette da carcinoma della cervice devono affrontare sia gli aspetti fisici che quelli emotivi della malattia. Dopo un’isterectomia molte donne si sentono sollevate al pensiero che l’intervento è finito, ma una volta che si sono ristabilite sul piano fisico avvertono il senso di perdita della sessualità. Una donna può pensare che, non avendo più l’utero, abbia perso una parte della sua identità di donna e può temere che ciò si ripercuota sulla vita sessuale. Tuttavia, col tempo e a mano a mano che accetterà la sua nuova condizione, si renderà conto che non c’è motivo per cui non possa riprendere la normale attività sessuale. Esternare i propri sentimenti può spesso servire a chiarire i propri pensieri e dare agli altri l’opportunità di capire come vi sentite. Potrebbe giovarvi parlare ad un consulente esperto o a qualcuno che abbia vissuto la vostra stessa esperienza. Alcune malate considerano un fallimento il fatto di non riuscire a farcela da 43 sole, ma una volta che gli altri capiscono come vi sentite potranno esservi di maggiore aiuto. A CHI PARLARE E CHE COSA DIRE 44 Per alcune famiglie è difficile parlare di cancro oppure condividere i propri sentimenti. La prima reazione che hanno molti familiari di fronte a questa drammatica realtà è che sarebbe opportuno non dire alla malata che ha il cancro, in quanto nutrono il timore che non sappia affrontare la situazione. Se si decide di non rivelare alla malata la verità, la famiglia deve creare una copertura e nascondere tutte le notizie. Può essere molto difficile mantenere segreti di questo genere all’interno della famiglia, e si può correre il rischio di isolare la malata e di ingigantire le sue paure. Molte malate sospettano la diagnosi, anche se la verità è stata loro taciuta. A volte i familiari e gli amici si sentono a disagio di fronte alla malata di cancro in quanto non sanno cosa dire. Spesso non dovete parlare della malattia, ma semplicemente stare lì ed ascoltare. Anche se non ve ne rendete conto, ciò è già molto per la malata, che parlerà nel momento in cui si sentirà pronta a farlo. PARLARE AI BAMBINI Decidere cosa dire ai bambini sul cancro è difficile. Fino a che punto potrete spingervi dipende dall’età e dal loro grado di maturità. I bambini molto piccoli sono in grado di capire gli eventi immediati. Non si rendono conto della malattia ed è sufficiente spiegare loro in parole molto semplici perché la madre o un’amica è dovuta andare all’ospedale. Ai più grandicelli si potrà raccontare la storia delle cellule buone e delle cellule cattive. Tutti i bambini devono essere continuamente tranquillizzati circa il fatto che non hanno alcuna colpa per la malattia. A dieci anni, la maggior parte dei bambini è in grado di afferrare spiegazioni abbastanza complesse. Per gli adolescenti può essere abbastanza difficile affrontare la situazione, in quanto si sentono riportati con la forza in famiglia proprio nel momento in cui stavano per spiccare il volo e conquistare l’indipendenza. Le femmine, in particolare, potrebbero temere che la malattia della madre possa essere trasmessa loro. Un approccio schietto, onesto è di solito il modo migliore con tutti i bambini. Ascoltate le loro paure e non lasciatevi sfuggire il minimo cambiamento nel loro comportamento. Questo può essere il loro modo di esprimere i sentimenti che provano. Può essere meglio cominciare con il dare solo qualche notizia e costruire gradualmente il quadro della vostra malattia. In ogni caso, a prescindere dall’età, non teneteli all’oscuro di ciò che sta succedendo. La paura di cosa possa trattarsi può essere di gran lunga peggiore della realtà. CHE COSA POTETE FARE Molte donne si sentono impotenti quando è loro comunicato che hanno il cancro e pensano che non c’è niente che possano fare tranne che affidarsi ai medici e agli ospedali. Non è affatto così. Ci sono molte cose che voi, e la vostra famiglia, potete fare in questo frangente. 45 Obiettivi pratici e positivi 46 A volte potreste non essere in grado di fare cose che davate, invece, per scontate. Tuttavia, non appena comincerete a sentirvi meglio, ponetevi degli obiettivi facili da raggiungere e formate gradualmente la fiducia in voi stessi. Procedete lentamente, una cosa alla volta. Molti parlano di ‘lotta contro la malattia’. È una reazione sana e potrete farlo interessandovi alla vostra malattia, per esempio programmando una dieta sana, ben bilanciata, oppure imparando tecniche di rilassamento che potrete mettere in pratica a casa. (Contattate AIMaC per ulteriori informazioni al riguardo.) Molte malate si sentono meglio se svolgono regolarmente qualche esercizio fisico. Il tipo di esercizio che effettuerete e quanto sarà impegnativo dipende da ciò a cui siete abituate e da come vi sentite. Ponetevi degli obiettivi realistici e aumentate il carico di lavoro gradualmente. Essere informate sulla malattia Se voi e i vostri familiari sapete che cos’è la malattia e in cosa consiste il trattamento, vi sentirete più preparate ad affrontare la situazione. In questo modo almeno avrete un’idea di ciò contro cui state lottando. Perché le informazioni abbiano valore, però, devono venire da una fonte attendibile per evitare che inducano paure inutili e dannose. Informazioni mediche personali dovrebbero esservi date dal vostro medico oncologo che conosce la vostra storia medica. Come già ricordato, può essere utile presentarsi alla visita con un elenco di domande che avete in mente di chiedere oppure farsi accompagnare da un’amica che vi ricordi poi che cosa è stato detto. CHI PUÒ ESSERVI D’AIUTO? La cosa più importante da ricordare è che ci sono delle persone disponibili ad aiutare voi e la vostra famiglia. Spesso è più facile parlare con qualcuno che non è direttamente coinvolto nella vostra malattia. Potrebbe esservi utile parlare con un consulente che è specializzato su come dare sostegno e consigli. Il personale AIMaC sarà sempre disponibile a discutere con voi di qualsiasi problema potrà mettervi in contatto con un gruppo di sostegno per i malati di cancro operante nella vostra regione. Diverse sono le persone in grado di dare sostegno in questi frangenti. Alcuni malati trovano conforto nella fede. Dal punto di vista pratico può essere utile informarsi circa le indennità e i servizi sociali a cui i malati di cancro hanno diritto. I medici di famiglia possono darvi indicazioni in questo senso. 47 La Collana del Girasole 1. Non so cosa dire 14. Cancro e terapie complementari 2. La chemioterapia 15. La caduta dei capelli 3. La radioterapia 16. Il cancro avanzato 4. Il cancro del colon-retto 17. Il linfoma di Hodgkin 5. Il cancro della mammella 18. I linfomi non-Hodgkin 6. Il cancro della cervice 19. Il cancro dell’ovaio 7. Il cancro del polmone 20. Il cancro dello stomaco 8. Il cancro della prostata 21. Che cosa dico ai miei figli? 9. Il melanoma 22. I tumori cerebrali 10. Sessualità e cancro 23. Il cancro del fegato 11. I diritti del malato di cancro 24. La resezione epatica 12. Il linfedema 25. La terapia e il controllo del dolore 13. La dieta e il malato di cancro 26. Il cancro del rene 3a edizione Finito di stampare nel mese di settembre 2005 dalla tipografia La Nuova MDM - Roma Grafica: ArtWork - Alessandria