International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA DDOLO SOMMARIO: PREGHIERA SALUTO PRESIDENTE ALC “VI RACCOMANDO I MIEI AMATI POVERI” PERCHÉ NON VENGA RESA VANA LA CROCE DI CRISTO LA SPIRITUALITÁ DEL “SERVO ” LA VERGINE, MADRE DELLA CARITÀ, NEL CAMMINO DI FEDE DI MADDALENA IDA ZANOLINI: TESTIMONE DEL CONCILIO ESERCIZI SPIRITUALI LUGLIO 2013 MOCCONE – ITALIA SPAZIO FORMATIVO PREGHIERA XVI° CAPITOLO GENERALE DELLE MADRI Page 1 of 24 Pagina 2, St.Maddalena Pagina 2, Adele Cremonesi Pagina 4, Marisa Gini Pagina 9, M. Elda Pollonara Pagina 10, Equipè ALC Internazionale, Italia Pagina 15, Don Giuseppe Laiti Pagina 17, Marisa Gini Pagina 21, Ada,Lidia,Ketty,M.Daniela- MariaPia. Pagina 23, Equipè ALC Internazionale, Italia. Pagina 24, Madri Canossiani ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 GESÙ, CROCIFISSO E RISORTO, È IL NOSTRO BENE PIÙ GRANDE. EGLI, CHE SULL A CROCE DI TUTTO FU SPOGLIATO, ECCETTO CHE DEL SUO AMORE, CI INVITA A L ASCIARCI GUIDARE IN OGNI NOSTRA SCELTA E IN OGNI NOSTRO SERVIZIO, DAL SUO SPIRITO DI DOLCEZZA E DI CARITÀ: SPIRITO AMABILISSIMO, GENEROSISSIMO, PAZIENTISSIMO. S. MADDALENA DI CANOSSA A GESU’ CROCIFISSO CON MARIA ADDOLORATA Questo è il titolo di un libretto che ho trovato in un armadio nella casa delle Madri Canossiane di via Tagliamento a Milano, in Italia. Non c’è la data di stampa, essendo un piccolo manoscritto; certamente è stato scritto dopo il Concilio Vaticano II, perché riporta qualche riferimento ai documenti conciliari. L’autore o l’autrice (non è indicato nemmeno quello!) si propone di dare “un piccolo aiuto Page 2 of 24 alle Canossiane per vivere la loro spiritualità mariana”. Questo libretto dà alcuni suggerimenti preziosi, che mi piace condividere con tutti i laici e le laiche canossiane della nostra Associazione nel mondo, in occasione della festa di Maria Addolorata che la Chiesa celebra il 15 settembre. Nella nostra preghiera quotidiana forse la contemplazione dei dolori di Maria si limita a ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org pochissimi minuti al giorno, per una devota ma brevissima Commemorazione. Anche il nostro Statuto al n. 7, ci ricorda che “Maddalena di Canossa propone al Laico Canossiano la recita quotidiana di sette Ave Maria come momento di comunione”. Infatti, nel Piano dell’Istituzione delle Terziarie del 17 novembre 1823, Maddalena scrive: “Ogni giorno reciteranno sette Ave in onore dell’Addolorato Cuore di Maria per ottenere una santa vita, una buona morte e la conversione dei peccatori…”. L’autore del libretto che ho tra le mani propone di rendere più efficace la distribuzione nella settimana, anziché nella giornata, del ricordo dei dolori di Maria. In questo modo la contemplazione dà luce e calore a tutta la giornata del laico canossiano! Mi ha molto colpito questo modo di vivere quotidianamente la nostra devozione alla Madonna Addolorata, e così mi sono messa anch’io a scrivere delle brevi riflessioni su ogni dolore di Maria. Ogni giorno della settimana così recito le sette Ave Maria come momento di comunione con tutta l’Associazione e la Famiglia Canossiana, e mi impegno a gettare dei semi che potranno fiorire nel passare del tempo e degli anni, andando incontro a colui che desideriamo amare con tutto noi stessi nelle ore del giorno: A GESU’ CROCIFISSO PER MARIA ADDOLORATA. Il Signore ci viene a cercare, senza stancarsi mai. Noi gli consegniamo ogni giorno la nostra vita, così com’è. Solo Lui ridona vigore e sapore alle ore del giorno. Page 3 of 24 NO.23/2013 Accompagnati da Maria Addolorata, il Signore ci aiuta a rileggere e a ricomprendere il nostro lavoro e il nostro servizio. La preghiera del mattino, con la meditazione del dolore di Maria, permette al nostro spirito di non lasciarsi prendere dalla preoccupazione e dall’ansia; davanti al Signore non dobbiamo dimostrare nulla, perché Lui è giusto e generoso, ci insegna a leggere anche il bello dei giorni trascorsi che ci hanno condotto qui e ci regala di nuovo il gusto e il senso della bellezza delle cose che facciamo ogni giorno. A tutti voi carissimi laici faccio una semplice proposta: provate a scrivere delle vostre riflessioni su ogni dolore di Maria, da laici e da laici canossiani. Che cosa significa per me contemplare un momento doloroso della vita di Maria, la sua accettazione totale, l’esemplarità della sua condotta? Come arricchisce la mia vita di moglie, marito, genitore, educatore? Che cosa porta di nuovo, oggi, nel mio lavoro, nelle mie relazioni? La devozione vera porta all’azione, non è solo contemplazione estatica. E’ pratica. Porta a imitare le virtù di Maria. Questo è il fondamento della nostra devozione verso la Madre di Gesù. Se accoglierete questo invito, mi impegno a raccogliere le vostre meditazioni sui dolori di Maria Addolorata, a raccoglierle per ogni giorno della settimana e a farne dono a tutti nel prossimo Congresso del 2016. Aspetto i vostri scritti al mio indirizzo mail: [email protected] Maria, Madre di Gesù sotto la croce, prega per tutti noi. Adele Cremonesi ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 “VI RACCOMANDO I MIEI AMATI POVERI” “Vi raccomando quanto mai posso i miei amati poveri; cercate per carità che tutti vadano un giorno a godere il Signore, e questo con le vostre sante istruzioni, orazioni, carità e fatiche, dirette sempre però dall'obbedienza alle vostre Superiore”. Questa è l’espressione che ha ispirato il tema dell’ultimo Congresso Internazionale della Famiglia Laicale Canossiana; è una frase presa dal testamento spirituale di S. Maddalena. Grande è la speranza che Maddalena nutriva per i poveri. La sua santità personale brilla in maniera singolare proprio nell'evangelizzazione dei poveri. In questa lettera di commiato, scritta pochi mesi prima di morire, S. Maddalena mette in risalto l'amore per i poveri indicando che la sua grande missione consiste nel promuovere la persona umana nella sua completezza. Ella dona tutta la vita, perché un giorno anche i poveri possano godere il Signore ed essere nella gioia per sempre. Non si occupa soltanto della promozione umana, ma promuovendo, evangelizza. Infatti la chiave per spiegare tutta la sua vita, consacrata al Signore, alla Chiesa e all’uomo, sta nella fede in “Dio solo”, sta nell’amore totale a Gesù, amato e contemplato nella sua Incarnazione, Vita, Passione, Morte e Risurrezione. È proprio a causa dell’amore per Cristo che Maddalena suscita fiducia nel cuore dei poveri, che si sono sentiti amati da lei senza dissimulazioni, interessi, inganni, superficialità. I poveri intuivano l'autenticità da cui veniva il bene Page 4 of 24 che Maddalena voleva loro. L’hanno sentita nel cuore prima di comprendere il suo aiuto, il suo agire, le sue decisioni a loro favore. Ella, docile all’azione dello Spirito, annuncia il Vangelo e lo vive, incarnandolo nel quotidiano sincero dono di sé. Anche nei momenti più difficili, quando semina nelle lacrime, Maddalena trasmette la gioia dell’evangelizzare. Quando è in gioco la salvezza delle anime, la fede della evangelizzatrice sprigiona energie nuove, creative, dinamiche. Il suo carisma è universale. Cerchiamo di soffermarci un breve momento sulla comprensione della parola carisma.Il carisma è il dono dello Spirito Santo dato al popolo di Dio per vivere in modo concreto e specifico il Vangelo, per il bene della Chiesa. Ogni cristiano riceve questo dono. Ogni carisma autentico porta con sé una certa carica di genuina novità e di operosa intraprendenza nella vita spirituale della Chiesa. Nel mistero della Chiesa l'unità in Cristo comporta una mutua comunione di vita tra i membri. Infatti "Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza legame tra loro, ma volle costituirli in popolo" (LG 9). La stessa presenza vivificante dello Spirito Santo (cf LG 7) costruisce in Cristo l’unità di “un solo corpo, in cui gli uni sono membri degli altri" (Rm 12,5). I cristiani sono chiamati, in virtù del Battesimo, a divenire santi. Che cosa significa ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org diventare santi oggi? Santo non significa senza peccato. Anche nel cuore del santo trovano posto la zizzania e il buon grano, ma il santo si dedica a coltivare, custodire, far fiorire le spighe del bene. Santità è per noi, come per Pietro, rinnovare la scelta per Cristo. “Pietro, mi ami tu, adesso?”. “Sì, tu lo sai, un po’ di bene te lo voglio!”. Santità è rinnovare la passione per Dio e per i poveri. Siamo sante, perché amiamo. Siamo sante, perché Dio ha riversato la sua grazia, cioè la sua vita in noi. Amate, per sempre. Paolo scrive: “Chi ci separerà … ? (Rom 8,38)”. E segue un elenco di sette cose che non possono separarci. E poi di nuovo: “Nulla mai ci separerà dall’amore di Dio”. E segue un secondo elenco di dieci cose. Siamo sante se comprendiamo l’invito: “Rimanete in me e io in voi!” (Gv.15,4), “in Gesù”, ”con Gesù” e “per Gesù”. “Come Gesù”: ciò non significa in modo identico a Lui. Occorre tenere conto delle mutate condizioni storiche e individuali, ma soprattutto del fatto che non siamo come Gesù. Questo diventare come Gesù nell’oggi significa essere memorie creative di Lui, mantenendo le caratteristiche personali. Il carisma diventa così un modo specifico di vivere il Vangelo, di sottolineare con la nostra vita alcuni aspetti di Gesù. L’amore che ci lega a Gesù ci porta a essere in comunione con Dio e tra noi. Come fare della Chiesa una casa e una scuola di comunione? Troviamo la risposta nella Novo Millennio Ineunte di Giovanni Paolo II. Il Papa presenta questa spiritualità: “come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità” (n. 43). I rapporti reciproci all'interno della Chiesa sono di fatto il risultato della formazione ricevuta sia dal clero sia dai consacrati e dai laici. Page 5 of 24 NO.23/2013 Alcuni come i fondatori di Congregazioni religiose o dei Movimenti ecclesiali hanno ricevuto oltre ai carismi personali anche il carisma per fondare opere ecclesiali specifiche, realizzate con altre persone e nella stessa comunione del medesimo Spirito. Anche i movimenti ecclesiali, come l’Associazione dei Laici Canossiani, sono il segno luminoso della bellezza di Cristo e della Chiesa, Sua Sposa, dono dello Spirito alla Chiesa e alle Congregazioni religiose. Trasmettere il carisma, farlo respirare nel mondo è un obbligo morale. Così si esprimeva il Padre Generale dei nostri Padri Canossiani, P. Giorgio Valente, nell’incontro di Verona del 5 Maggio 2012. Il carisma di Maddalena, Fondatrice, è il dono dello Spirito Santo dato per il bene di tutta la Chiesa. Ella “si propone di tradurre in pratica il Vangelo”, fonda “l’Opera”, cioè l’Istituto Canossiano, quale espressione di Chiesa. Da quando Maddalena è stata proclamata santa dal Beato Giovanni Paolo II, nell’ottobre del 1988, tutta la Chiesa ha riconosciuto il suo carisma e la sua santità è stata riconosciuta da tutti i cristiani. Tutti i laici possono, se lo desiderano, ricevere il suo carisma, vivendo realmente e fedelmente, oggi, nello spirito di Gesù Crocifisso e Risorto, sperimentando la gioia del Più Grande Amore e crescendo nella santità per il bene di tutti gli uomini e le donne del mondo. “Soprattutto fate conoscere Gesù, perché venga amato, dal momento che non è amato, perché non è conosciuto”. Queste parole portano in sé l’originalità e la creatività dello Spirito Santo che ci invita a scegliere uno stile di vita generosissimo, amabilissimo, pazientissimo. Accogliamo con fede il dono carismatico di S. Maddalena, sperimentandone la sua luce nella Liturgia Eucaristica e nella Parola di Dio. Accendiamo la carità. Il segreto dell’accoglienza del carisma è di trovare lunghi tempi di silenzio al fine di diventare capaci ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org di leggere nella mente di Dio, di leggere il suo proposito, il suo disegno su di noi, sulla storia. Non basta accogliere il carisma; esso va vissuto, va seminato, va diffuso, va fatto conoscere, va testimoniato. Una dimensione del carisma canossiano, come sappiamo, è l’attenzione e l’aiuto ai poveri. Maddalena rivolgeva sempre il suo sguardo su Dio e teneva d’occhio le vicende della povera gente. Teneva ben fisso lo sguardo d’amore su Gesù Crocifisso e cercava di essere memoria di Lui. Con il Crocifisso ben impresso nel cuore, viveva con umiltà, inventando sempre nuove modalità e forme di apostolato. Nel Documento di Aparecida dei Vescovi dell’America Latina, vengono indicate la Famiglia, la Persona e la Vita come questioni di particolare rilevanza nel nostro tempo. “La Famiglia è uno dei tesori più importanti dei popoli latino-americani e patrimonio dell’umanità intera”. Proviamo ad immaginare come S. Maddalena di Canossa abbia parlato ai suoi amati poveri. Una famiglia normale: si vogliono bene, ma non sempre vanno d’accordo. Tutti in casa danno una mano, non sono senza difetti, ma il bene è più grande. I genitori si preoccupano dell’educazione dei figli, danno loro la possibilità di studiare, Page 6 of 24 NO.23/2013 anche se i sacrifici non mancano. Un giorno parlarono a Maddalena: “Parlaci della famiglia, di come possiamo aiutare quelle più povere”. Così rispose Maddalena: “Fin da bambina ho sperimentato che la famiglia è un valore prezioso e molto grande. L’esperienza della morte di mio padre, quando avevo cinque anni, e l’abbandono della mamma a sette anni hanno segnato in me una ferita profonda. La mia vicenda personale mi ha aiutato ad essere comprensiva e buona, dolce e generosa. Crescendo con l’aiuto di amiche e amici ma soprattutto con le mie Compagne, le Figlie della Carità, ci siamo fortemente impegnate per la formazione e per l’educazione alla fede di tanti giovani. Quante famiglie soffrono per la mancanza di rispetto, di riconoscimento dell’altro. Quanta noncuranza di chi ci è vicino, quanta trascuratezza nei comportamenti. Quanta strumentalizzazione del corpo, quanti abusi e violenze. Anche voi famiglie normali potete collaborare per le più povere, testimoniando un amore rispettoso, riconoscendo nelle azioni quotidiane la dignità e la grandezza della persona, di tutte le persone. Potete essere persone di pace. Impegnatevi a far conoscere il Vangelo, a viverlo, a tradurlo nelle azioni quotidiane. Un povero uomo sommessa le disse: qualsiasi con voce ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org Parlami, Maddalena, perché non venga meno la mia fede e le angustie della vita non producano in me pensieri disperati. Maddalena così parlò: “Non oso pensare che sia spenta la speranza, perché la miseria distrugge e rende il povero sempre più povero. Un giorno ho lasciato il mio palazzo e, camminando tra i poveri della contrada S. Zeno, ho letto negli occhi di molti l’umiliazione della miseria, la rabbia per l’ingiustizia subita, una nascosta invocazione d’aiuto. Ho sentito l’odore acre della povertà, ho visto lo squallore di certe case. Mi ha stretto il cuore il silenzio dignitoso di chi non sa chiedere aiuto e ha bisogno di tutto. Allora ho sognato un “grande Disegno,” ho domandato a Dio una nuova Opera e non ho ritenuto esagerato che ogni mio bene fosse impiegato per i poveri”. “Guai allo sperpero scandaloso e al lusso sfrenato sotto gli occhi dell’affamato”. “Guai all’avidità insaziabile che manda alla rovina”. E tu che cerchi lavoro, tu che sei in trepidazione per l’incertezza dell’oggi, non lasciarti cadere le braccia, non rassegnarti a un’attesa passiva, non renderti insensibile alla povertà degli altri e l’ingiustizia subita non ti renda ingiusto. Una donna povera così domandò: “Porto in me un grosso peso. Sul mio volto c’è amarezza e delusione. Sono costretta a provvedere da sola ai miei figli. Dimmi una parola di consolazione”. Page 7 of 24 NO.23/2013 E Maddalena così le parlò: “Non pensare che Dio ti abbia abbandonato. Non pensare che Dio sia stanco dei tuoi lamenti, della tua amarezza. Molte volte il peso della famiglia ricade per buona parte su una donna. Sei costretta a svolgere un doppio lavoro, che è ancora più impegnativo se devi accudire bene ai tuoi figli. Puoi avanzare nella tua dignità femminile se ti preoccupi di dare loro un’educazione. Senti rivolta anche a te le parole dell’Angelo alla Vergine Madre: “Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”. Maria ricordava spesso queste parole. Ritornava spesso ad esse nel segreto del suo cuore. Quando sulla via della croce incontrò il Figlio, mentre portava la croce, umanamente parlando, si sarà chiesta, come potevano compiersi le parole dell’Angelo. Ora vede che la sua vita si sta compiendo come parola della croce. Perché ella è Madre, soffre profondamente, tuttavia rinnova il Suo SÍ a Dio e comprende che Gesù sta portando anche la croce della Madre. Ella è la Madre Addolorata”. Preghiamola con le stesse parole del Beato Giovanni Paolo II: “O Maria, tu che hai percorso la via della croce insieme al Figlio, straziata dal dolore nel tuo cuore di Madre, ma sempre memore del suo Fiat (SÍ) e intimamente fiduciosa che Colui, a cui nulla è impossibile, avrebbe compiuto le sue promesse, impetra per noi e per le future generazioni la grazia dell’abbandono all’amore di Dio. Fa’ che di fronte alla sofferenza, al rifiuto, alla prova, anche se prolungata ed aspra, non dubitiamo mai del suo amore. A Gesù, Tuo Figlio, onore e gloria nei secoli. ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org Amen!” Una ragazza confusa ed inquieta, che stenta a colmare il suo vuoto d’affetto si fece avanti. “Provo disgusto per gli altri. Sanno solo approfittarsi di me. Non mi considerano. La mia bellezza mi fa solo apparire e tutti gli svaghi diventano presto noia mortale. Mi vado domandando cosa voglio fare della mia vita. Non è possibile che sia sempre così vuota. Chi può darmi gioia?”. Maddalena con tono appassionato ed estremamente dolce così le disse: “Anch’io ho provato per breve tempo a lasciarmi attrarre dalla vita mondana, ma ho capito che non sarei mai stata felice. La tua domanda di senso sulla vita approda alla risposta di dono sincero di te all’altro. Guardati intorno, esci dal tuo guscio e vedi quanti ti chiedono di essere davvero amati e benvoluti da te. Riscopri la bellezza delle relazioni, dell’amicizia, della solidarietà con chi ha bisogno del tuo aiuto. Sperimenta una solidarietà femminile che superi le difficoltà della lotta quotidiana. Metti da parte il tuo individualismo e quando incontri un ragazzo ricorda che il matrimonio è una forma tutta speciale di amicizia personale: l’amicizia è dialogo, stima, rispetto e lealtà”. Nel libro “La donna eterna”, Gertrud von le Fort scrive che la caratteristica della missione della donna sia il velo che essa lo porti o no. La scrittrice pensava alla donna come al canale dei grandi misteri del cristianesimo nel Page 8 of 24 NO.23/2013 mondo: la nascita di Cristo, l'annuncio della Pasqua, la discesa dello Spirito Santo che “mostra l'uomo nell'atteggiamento femminile di chi riceve” e che è la “cellula primogenita della Chiesa”. Il femminile innerva tutta la creazione, come viene bene espresso in “La donna eterna”. E a buona ragione allora Bonaventura Tecchi poté parlare di un "velo" che si stende su tutta l'opera dell'autrice tedesca: caratteristica e compito della donna è di conservare un velo, qualcosa di misterioso, non solo nel suo corpo, ma anche nella sua anima, nell'abbandono e nella dedizione, nell'amore totale, come accadde a Maria quando pronunciò il suo Si. Maria, la donna per eccellenza, da Maddalena tanto amata, e che è stata celebrata negli splendidi versi: “Rallegrati, Vergine Maria, figlia della mia terra, sorella dell'anima mia, rallegrati, gioia della mia gioia. Sono come un vagabondo nella notte, ma tu sei un tetto sotto il firmamento. Sono una coppa assetata, ma tu sei il mare aperto del Signore. Rallegrati, Vergine Maria, ala della mia terra, corona dell'anima mia; rallegrati, gioia della mia gioia: felici coloro che ti proclamano felice!”. Marisa Gini Missionarie Secolari di S Maddalena di Canossa ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 PERCHÉ NON VENGA RESA VANA L A CROCE DI CRISTO … Si metta sotto gli occhi delle Sorelle il Santo Crocifisso richiamando alla loro riflessione ciò che Egli patì sulla croce con invincibile pazienza, mansuetudine e dolcezza. S. Maddalena di Canossa Il cammino che la Fondatrice percorse nella contemplazione di Cristo Crocifisso non è quello di una persona isolata, ma il cammino di una guida. Cristo è la Vita che genera figli e figlie al Padre, è la Verità che illumina i figli e le figlie di Dio ed è Lui stesso la Via. Maddalena segue Cristo che va al Padre e lo segue, attratta per particolare divina ispirazione, nell’ultimo periodo della sua vita, quello che va dal Cenacolo al Calvario. Non lo incontra a Betlemme, a Nazareth, al Giordano, nel deserto, lungo il lago di Galilea, a Cana o tra le folle osannanti di Gerusalemme, ma lungo la via della Croce. Lo segue accanto alla Vergine Addolorata lungo la strada che porta al Calvario. È un dono carismatico proprio di un’anima-guida, capace di trascinare dietro di sé migliaia di donne che, come lei, sentono di aver ricevuto dal Signore lo stesso carisma. “A tutte la Sorelle (e ai Laici Canossiani), dice Maddalena, si pone sotto gli occhi il santo Crocifisso” (R. D. p. 130). Page 9 of 24 Contemplare Gesù a Betlemme, a Nazareth, sul Tabor è cosa piacevole, ma contemplarlo inchiodato sulla Croce e volerlo seguire in tale cammino d’amore è vocazione che richiede fortezza, generosità e spesso eroismo. L’amore di Cristo in Croce supera infinitamente il suo patire. Egli patisce da uomo, ma ama da Dio. La calamita potente di Maddalena non è la sofferenza di Cristo, ma l’amore che fa accettare “con in vincibile pazienza, mansuetudine e dolcezza” (R.D. p. 130) il dolore fisico, morale e spirituale che accompagna la morte di croce. Ogni Figlia e Figlio della Carità, ogni Laica Canossiana e Laico Canossiano, contemplando il Crocifisso, sono chiamati a considerare e a riflettere su queste disposizioni interiori di Cristo per imparare da Lui a vivere tali disposizioni nel quotidiano della vita. “Comportatevi con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza” (Ef 4,2) esorta S. Paolo, “perché non venga resa vana la Croce di Cristo” (1 Cor 1,17). ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org Si rende vana la Croce di Cristo quando si vive con sentimenti assecondati di gelosia, di invidia, di odio, di desiderio di rivendicazione, di vendetta, di tradimento alla maniera di Giuda, quando ci si lava le mani di fronte al giudizio negativo o alla condanna di un innocente alla maniera di Pilato, quando si deride la fede del credente in Cristo alla maniera di Erode, quando si gioca di compromessi alla maniera dei farisei, quando si fugge dal coraggio di una aperta testimonianza alla maniera dei Dodici. Tutto questo rende vana la Croce di Cristo. Maddalena ci vuole sotto la Croce come Giovanni, come Maria, come loro forti NO.23/2013 nella prova, come loro pazienti, come loro amanti. “… vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo” (2 Cor 10,1) dice Maddalena con Paolo, ad essere forti e irremovibile nella fede (cf 1 Cor 15,58), mantenendo “senza vacillare la professione della nostra speranza” (Eb 10,21), ma soprattutto “state radicati e fondati nella carità” per poter comprendere sempre meglio “con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,17-19). M. Elda Pollonara LA SPIRITUALITÁ DEL “SERVO ” Questo è un tema che non è stato troppo sviluppato da noi nei tempi recenti. Merita, quindi, maggior attenzione da parte nostra. Page 10 of 24 È interessante guardare il dizionario e vedere quale significato la società dà alle parole: servire, servizio, servo. Di frequente la parola ‘servizio’ è considerata positivamente ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org come per esempio servizio sociale. ‘Servire’ ha un significato ambiguo, mentre ‘servo’ ha connotazioni negative, esempio ‘schiavo’. Il modo con cui intendiamo usare queste parole non è lo stesso come nell’uso corrente. Il dizionario parla di servire, servo, servizio ... come funzioni, non come identità. Le persone sono disponibili a servire, ma non essere servi. Il dizionario non fa alcun accenno alla motivazione che sottende al servizio. La motivazione provocherà una differenza. Posso servire, ma per il mio proprio vantaggio. In greco, la parola servo s’avvicina, nel significato, alla parola diacono: uno che distribuisce i beni comuni. Siamo veramente sicuri del significato biblico e spirituale di questi termini? Sarebbe interessante vedere se nella Bibbia l’idea del servo evidenzia di più la funzione o la condizione di essere servo e anche la relazione che si stabilisce fra il servo e colui che è servito. La relazione è ciò che lega la motivazione all’azione. Servire il povero o l’ammalato non è lo stesso che essere il servo del povero o dell’ammalato. Il primo sottolinea il beneficiario, il secondo è più impegnativo, perché indica colui che si dedica all’altro indipendentemente del suo bisogno. L’importanza è sul ‘servo’ non ‘sul povero’. IL SERVO/SERVIZIO ha 4 elementi: 1 la funzione (verso se stessi o verso gli altri) 2 la condizione di essere servo 3 la motivazione del servizio 4 la qualità/modalità della relazione tra colui che serve e colui che è servito. La nostra competenza influisce sulla nostra funzione. L’identità non ha niente a che fare con la competenza. Così il passaggio Page 11 of 24 NO.23/2013 dal ‘servizio’ a ‘servo’ proviene dalla nostra motivazione e non dalla nostra competenza. Essere ‘servo’, ‘servire’ – dona qualcosa a me, alla mia identità. Siamo chiamati ad essere ‘servi’ per identità. In greco ‘servire’ è ‘credere’. Il passaggio dalla ‘funzione’ all’‘identità’ non è spontaneo. Sono coinvolte le mie motivazioni. Perché servo? Se le mie motivazioni sono giuste, allora servire non dovrebbe disturbarmi. Dovrebbe farmi sentire a mio agio. Il servo è spesso considerato come opposto a libertà. Accettare liberamente di essere servo richiede forti motivazioni di fede. Teologicamente, Cristo è il modello del servizio. Soltanto in senso spirituale essere ‘servo’ è accettato in modo positivo. Dal punto antropologico di vista Antropologicamente, cioè solo secondo natura, il concetto del servire non è considerato facilmente, a meno che sia sostenuto da una fede e spiritualità. Guidata solo dalla natura, la persona umana non si sente inclinata a servire nessuno se non se stessa. La maturità sottolinea il grado di capacità di servizio. Dio ci incoraggia e ci stimola a servire. ‘Sono venuto per servire e non per essere servito’. Qualcuno di noi può veramente dire che lo scopo della sua vita è quello di essere servo …? Servo degli altri …? Tutto dipende da ciò che comprendiamo circa l’‘essere servo’. Tutti gli esseri umani entrano nel mondo con molte possibilità. Alcune di esse saranno sviluppate e diventeranno delle abilità/capacità. Il processo educativo aiuta a ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org scoprire le possibilità/potenzialità di ogni bambino per aiutarlo a sviluppare almeno alcune di esse … perché le nostre possibilità sono sorprendentemente più di quelle che possiamo coltivare e sviluppare in una vita. Per mezzo dell’educazione una persona porta a maturazione i suoi talenti così che possono essere usati e tradotti in azione. I talenti possono essere utili per se stessi e/o per gli altri. Ho le mie energie e possibilità. Sono capace di fare le cose. Uso queste capacità per me stesso o per gli altri. Ora segue il prossimo passo nella formazione. Siamo a livello di motivazioni. Sono consapevole delle mie capacità. Imparo ora a decidere come e per chi usarle. Sono motivato a usare i miei doni, talenti, capacità solo a mio vantaggio o sono mosso a usarli per il bene degli altri? Li posso usare per rafforzare la mia importanza, ruolo, potere, denaro … o per la mia gratificazione e realizzazione personale, cercando di essere un gradino sopra gli altri nella scala sociale. Li posso anche usare per esercitare potere sugli altri, rendendoli dipendenti da me. Posso rifiutare di usarli per il bene degli altri. Le mie possibilità, ora diventate capacità, possono donarmi ricchezza, possesso, conforto, influenza, potere, posizione, promozione, titoli, onori, privilegi … anche un senso di soddisfazione e realizzazione personale. L’aspetto del “servo” non avviene automaticamente, culturalmente e antropologicamente. In società non capita di usare naturalmente le proprie possibilità al servizio degli altri. Qualcuno lo può fare se ha qualche vantaggio nel medesimo tempo … essere medico, insegnante, infermiere … C’è il servizio, ma per un’affermazione personale, guadagnare per vivere o per un salario più alto … ‘Servire’? – significa crescere fino al punto di essere capaci di usare i propri talenti e capacità per il bene degli altri. Si richiede una spiritualità profonda per scoprire che col Page 12 of 24 NO.23/2013 servire gli altri si cresce come persona. È importante chiedersi: Qual è la mia motivazione nel servire gli altri? Raramente chiediamo a un adulto quali siano le sue motivazioni nel servizio. Quindi, prestare un ‘servizio’ o ‘servire’, automaticamente non fa ‘servo’. Sto solo servendo i miei interessi molto abilmente o inconsciamente. Siamo quasi sempre a livello competitivo – cercando di essere alla pari o al di sopra degli altri. Solo a livello spirituale una persona vorrebbe “prendere l’ultimo posto”. Ogni cultura propone una strategia di sopravvivenza – come riuscire a vivere in un mondo che sempre vuole di più. Così imparo io pure a impossessarsi e afferrare. La mia motivazione è di soddisfare i bisogni reali degli altri o i miei bisogni ingannevoli? Il compimento del proprio dovere non è sempre orientato verso il bene degli altri. Di frequente è la possibilità di esercitare potere sugli altri, renderli nostri dipendenti. Un politico è disposto a fare dei servizi, a servire, ma non è disponibile ad essere ‘servo’. Proveniamo da un ambiente di emancipazione – una situazione di “servo”, anche se ci piace chiamarla con altri nomi più gloriosi – liberazione, libertà, uguaglianza, fraternità, indipendenza … Abbiamo una paura innata di essere manipolati da altri, da quelli che serviamo. Così abbiamo paura di servire – di metterci ‘sotto’ l’altro. Soltanto se qualcuno mi dà un esempio di essere servo, sarei capace di seguire ed essere pronto a servire. Tutto ciò per mostrare quanto sia complesso questo tema. Non è solo questione di buona volontà. Richiede un cambiamento radicale di mentalità. Quando Paolo chiamò se stesso il ‘servo’ di Gesù, che cosa voleva dire? Che cosa lo fece desiderare di essere servo di Gesù? Che cos’è il volontariato? – è veramente mettersi al servizio degli altri e rinunciare al proprio vantaggio? Ci possono ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org essere molte altre motivazioni ulteriori che invalidano lo scopo reale del servizio. Per questo motivo occorre valutare le nostre motivazioni ed essere trasparenti in ciò che facciamo. Il servizio gratuito è un concetto evangelico. Nella nostra società si nota poco servizio concreto e troppo interesse personale; per questo la nostra società è malata e questo comporta delle conseguenze culturali ed economiche. Dove troviamo il concetto di servizio nella Bibbia? Nel mezzo: da una parte sta l’amore di Dio e dall’altra la miseria dell’uomo. Il servizio è il modo con cui Dio mostra il Suo amore all’umanità caduta e bisognosa. Quando diciamo che il servizio è “abbassare” se stessi, lo consideriamo dal punto di vista sociologico. Dal punto di vista teologico e biblico, il servizio rende nobili, non umilia. È vivere l’amore per gli altri e rinunciare per qualsiasi cosa. Una delle difficoltà è l’idea di salire una scala, facendo carriera. L’altra è il nostro contesto storico. La filosofia orientale aveva una dimensione verticale: abbandonare la realtà storica e salire verso una spiritualità che fugge dalla realtà terrena e dal presente. Occorre colmare le lacune della storia che vede il “servizio” soltanto dal punto di vista pratico. Come rimediare a questi difetti della nostra storia? Occorre ricordare che il servizio non è come salire una scala, ma servizio concreto di una persona verso l’altra. Questo richiede una mentalità, una modalità e delle attitudini per il servizio. Per tradurre l’identità o lo stato d’essere in vita concreta, si parla di uno stile o modalità o attitudini che rendono i nostri ideali di servizio e l’essere servo, delle realtà concrete, visibili, vissute, dedite … dal regno dei concetti si passa a quello della vita. L’ideale dell’identità personale deve ancorarsi con altri fattori: per esempio, le mie passioni e emozioni, i valori culturali, le mie esperienze vissute e i modelli di servizio Page 13 of 24 NO.23/2013 incontrati nella vita e come mi hanno influenzato … Il servizio richiede la maturità di una persona, capace di vivere gratuitamente per gli altri. C’è una certa soddisfazione coinvolta nel servizio, una gioia, un senso di realizzazione personale. Ruoli diversi richiedono capacità/talenti diversi. Anche nella Chiesa ci sono diversi gradi: Vescovo, Sacerdote, Diacono. La Chiesa ha assunto il linguaggio della società, ma la filosofia su cui si basa è differente. Non è questione di gradi di importanza, ma di responsabilità. I segni esterni dovrebbero riflettere questa realtà. Se invece, i nostri segni mostrano l’opposto, come possiamo parlare di autorità come servizio? La maturità ci guida ad un senso di donazione gratuita e di servizio. La storia e la società vanno in direzione opposta, perché le persone cercano di far carriera nella loro vita. Queste sono salvate dalla distruzione proprio da persone capaci di dare se stesse senza alcun interesse personale. Quando una persona rimane troppo a lungo in un ruolo, può sentire che non può farne a meno. L’identificazione con il ruolo significa la perdita del senso della propria identità reale. Qualche difficoltà interferisce, perché sono coinvolti una certa gratificazione, un senso di realizzazione personale e utilità. Ma dobbiamo cercare di andare oltre ed essere capaci di vivere senza gratificazioni. Una triplice raccomandazione: 1. Non importi sugli altri (non procurare croci per gli altri) 2. Non procurare croci inutili neppure per te stesso 3. Quando la vita lo richiede, permetti a te stesso di vivere con amore, con coscienza trasparente. Il concetto socio-culturale del “servo” ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org Il “servizio” è considerato un “lavoro”, che uno decide di fare per una rimunerazione o per un senso di gratificazione o per una realizzazione personale. I servizi sono pagati secondo la loro gerarchia nella scala sociale. Alcuni di essi sono stimati e apprezzati più di altri e anche pagati con un salario più alto. Altri sono giudicati “umili” o “bassi”. In una delle sue massime, Karl Marx affermava che, siccome tutti i lavori servono al bene comune della società, tutti i lavoratori dovrebbero ricevere lo stesso salario. Ancora, siccome ogni lavoratore lavora per sostenere la famiglia, dovrebbe essere pagato secondo il numero dei familiari. Questo assioma, lodevole in se stesso, non regge in un ambiente capitalista. Anche nei circoli comunisti c’erano alcuni più uguali di altri. Quando si considera il “servo”, spesso si vede una persona sempre agli ordini di un’altra. Lo si fa per il salario per cui si è pagati. Se si è pagati meglio altrove, ci si muove in quel luogo. Un certo affetto e lealtà può crescere nel tempo, ma il servizio che è richiesto può non essere svolto “per amore”, per coloro che si serve. È più un “devo” che un “voglio” o “mi piace” lavorare. Inoltre il perché faccio questo servizio può essere “per amore”, per la mia famiglia, che dipende da me per le sue necessità. Allora è l’amore per la mia famiglia che mi sostiene nel lavoro. E mi sosterrà pure quando il lavoro è tedioso o sottopagato o anche pericoloso. Così si presentano due situazioni: - Mentre lavoro servo, Page 14 of 24 NO.23/2013 ma non necessariamente perché amo quello che faccio o coloro per i quali lavoro. La mia attitudine può essere fare il minimo, per trovare poi posizioni che paghino meglio, più facili, più apprezzate in società, per avvertire un senso più grande di realizzazione personale … Il mio servizio è centrato su di me, sul mio vantaggio o di quelli per i quali lavoro, perché poi sostengano i miei interessi personali. - Ma mentre lavoro, posso anche ricordare la mia famiglia e i loro bisogni. Questo mi apre verso gli altri, ponendo le loro necessità prima del mio benessere, sopportando sofferenze e anche insulti per amor loro. C’è maggior gratuità in questo secondo caso. Un padre e una madre di famiglia servono con amore tutti i membri della famiglia. Questo tipo di servizio è segno di maturità, di capacità di donare se stessi per amore dell’altro. La spiritualità del servo è fondata su questo genere di amore. La persona amata è Dio e il cerchio si estende e include tutte le persone non solo gli amici … finché uno sarà tutto in tutti … amando e servendo tutti con il cuore di Dio. È un amore aperto, gratuito, incondizionato …. “Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pagani? Ma Io vi dico, amate i vostri nemici e pregate per coloro che vi perseguitano …” (cf. Mt 5,43-47). ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 LA VERGINE, MADRE DELLA CARITÀ, NEL CAMMINO DI FEDE DI MADDALENA Nella memoria spirituale di Maddalena, in quello spazio interiore nel quale ciascuno raccoglie la sua storia e custodisce la sua identità, dove confluiscono presenze che ci hanno risvegliato e guidato, consolato e attratto, Maria è un affettuoso ricordo dell’infanzia, legato a quella prima presentazione della fede che ogni fanciullo del tempo soleva ricevere, è cordiale condivisione d’una devozione largamente diffusa nel popolo cristiano, è personalissima comunione che illumina la dimensione ecclesiale del carisma ricevuto dal Signore. Così Maddalena annota nelle sue memorie intorno al 1806, mentre tra molte difficoltà cercava di dare volto concreto all’opera che il Signore le affidava: “Fu precisamente allora che presi ad onorare la Vergine santissima sotto il titolo di ’Addolorata’, della Madonna infatti ero sempre stata fin da bambina amantissima e devotissima”. Nell’infanzia di Maddalena c’è indubbiamente, come hanno notato i biografi, una ferita, uno spazio vuoto, che può farci meglio comprendere quel “fin da bambina amantissima e devotissima”: all’età Page 15 of 24 di sette anni, già orfana di padre, Maddalena rimase anche priva della presenza della mamma, donna Maria Teresa Szluha, per il passaggio di questa a seconde nozze con il Marchese Zenetti di Mantova. La “cara mamma” In quel vuoto d’affetto Maddalena, intuitivamente ma intensamente, incominciò ad accogliere la Madre donata dal Signore a tutti i discepoli. Una eco della profondità di questa prima accoglienza sembra di poterla trovare in un ricordo delle Memorie risalenti intorno al 1824. “Recandosi da Bergamo a Milano, piena di preoccupazioni per una controversia riguardante la casa di S. Michele alla Chiusa, Maddalena sostò al Santuario di Caravaggio e ’tanto oppressa … piansi circa un’ora, sempre dinanzi a Maria, chiamandola fra le lacrime con il nome di mamma!’ … e a poco a poco mi misi nel cuore di Maria” (Memorie XIV, n. 46-54). Si osservi come in un momento di grande fatica l’invocazione a Maria si formula spontaneamente nel linguaggio della immediatezza infantile: “Mamma!”. ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org Difficile non vedervi il riemergere, certo ormai lungamente maturato e approfondito lungo gli anni, di quella confidenza acquisita nella prima infanzia: “intorno a quanto mi nottifica degli affetti amorosi che sperimenta, del ricorso che fa a Maria ne’ suoi bisogni, non vi è, la mia figlia, che motivo di maggiormente attaccarsi a sì gran Madre, nutrire nel cuore sentimenti di riconoscenza e di divozioni verso di Lei. Appoggi pure a Maria ancor l’affare della sua vocazione …” (Don Libera, Lettera 8). La “Vergine Addolorata” Forse un corso di esercizi del 1795, più probabilmente la cordiale adesione a un movimento di pietà popolare verso la Vergine Addolorata che si andava accentuando negli anni 1795-96, (in più luoghi d’Italia, anche a Verona, immagini della Vergine furono viste lacrimare), in concomitanza con i gravi disagi provocati dalla situazione politica, orientarono Maddalena verso Maria ai piedi della croce. Difficoltà di famiglia che in quegli stessi anni sembravano rendere più difficile il cammino della sua vocazione, poterono sollecitarla ulteriormente in questa direzione. La spontanea confidenza dell’infanzia maturò nella pazienza e nella fortezza che la Madre Addolorata ai piedi della Croce tanto bene le rappresentava. Anche in questo Don Libera la guida saggiamente proteggendola da eventuali eccessi del sentimento e indicandole la sobrietà della fede. “Ella desidera d’essere parte della consolazione di vedere con i suoi propri occhi i prodigi che opera Maria Santissima. Bene, la mia figlia, se ciò piace al Signore, sia fatto. Per altro ella Page 16 of 24 NO.23/2013 continui la sua fiducia in Maria, che può essere più meritoria nel solo appoggio della fede” (Don Libera, Lettera 8, n. 41). La “Madre della Carità” Quando finalmente il carisma che il Signore le destinava si fece chiaro nel suo cuore e poté iniziare a prendere forma nella sua opera, allora Maria fu per Maddalena la “Madre della carità”, costituita tale ai piedi della Croce. Se il carisma di Maddalena è riverbero, suscitato dallo Spirito, della Carità del Signore che “sulla croce di tutto fu spogliato tranne che del suo amore”, se a tale carisma Maddalena si sente chiamata a dare forma di una istituzione ecclesiale, era nella logica della fede che lo trovasse del tutto espresso in quella forma ecclesiale personale perfettamente compiuta che è Maria. È ormai situandosi “nel cuore di Maria”, Madre della Carità, che Maddalena discerne le vie dell’opera che il Signore le affida e che maternamente accompagna i passi delle prime Sorelle che il Signore le dona: “decisi anche questa volta di mettermi a servire Dio veramente e di cercare Lui solo, e mi misi nel cuore di Maria”. In Maria come Madre della Carità, Madre delle Misericordie, Maddalena vede il modo ecclesiale inarrivabile di vivere il carisma che le era affidato. La “cara mamma” dell’infanzia, l’”Addolorata” degli anni faticosi e sofferti della sua ricerca giovanile, le si rivelò in tutta la sua profondità come “Madre della Carità”. E fu la Madre della sua opera. Don Giuseppe Laiti ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 IDA ZANOLINI: TESTIMONE DEL CONCILIO “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo” Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli». La Luce e il sale Le immagini evangeliche della luce e del sale ben si addicono a Ida Zanolini, nata a Brescia il 21 marzo 1895; l’arco della sua vita, segnato dalla consacrazione a Dio vissuta nel mondo, si conclude sulla terra il 9 Settembre 1985. L’immagine evangelica della luce è molto cara a Ida. Nella lettera circolare della Quaresima 1957, scrive alle Collaboratrici: Page 17 of 24 “Portiamo luce: il mondo è nelle tenebre, perché non conosce Dio. Sia uno dei nostri impegni più cari e più sacri il dedicarci all’insegnamento del Catechismo sia ai piccoli che agli adulti. Prepariamoci bene, studiamo l’ambiente e i soggetti, non disdegniamo l’aiuto di buoni libri. (vedi anche: ‘Le verità del catechismo reso chiaro ai fanciulli’ della Rev. Madre Orsolina Grillo), chiediamo consigli, ma soprattutto riempiamoci di Dio. Solo così il nostro insegnamento sarà proficuo”. Diventiamo sale, daremo sapore alla vita. “Aggiorniamoci sui problemi sociali. Interessiamoci alle nuove leggi. Saremo capaci e preparate nell’accostare la gente. Ricordiamo che un po’ di cultura sociale è indispensabile anche a noi e serve ad illuminare e a aiutare gli altri. Dove è possibile potremo tenere anche corsi di cultura socialepolitica con grande vantaggio di molti”. Come possiamo intuire, c’è in Ida il desiderio di un’autentica promozione del laicato, che faccia uscire il laico allo scoperto e lo apra alla ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org vita sociale, nella quale deve essere sale e luce. A Ida sta a cuore la società, il “mondo”, e pertanto approfondisce ancora in tempi pre-conciliari la posizione del laico nella Chiesa e il rapporto Chiesa-mondo. In ogni scritto della Zanolini, in modo diretto o indiretto, c’è il richiamo, a volte anche forte, alle Collaboratrici, perché la loro vita sia veramente sale che dà sapore, affinché portino il Vangelo al mondo. Scrive nella lettera della Pasqua del 27 marzo 1952: ”Un punto del nostro Regolamento dice: le Collaboratrici devono, nel limite delle loro possibilità, abbracciare ogni forma di bene, avere larghezza di vedute, carità grande, cuore spalancato come quello della Fondatrice, senza grettezze, senza meschinità, senza giudizi severi, senza invidie, senza gelosie, pettegolezzi. Lo commenta S. Maddalena con alcuni suoi ‘pensieri’: ‘Ricordate, ella dice, che se voleste vivere senza la carità non fareste frutto nei prossimi e non guadagnereste nessun frutto davanti a Dio … La carità deve essere la pupilla degli occhi vostri. Cercate innanzitutto l’unione e la carità e io (Maddalena) vi assisterò dal Paradiso’”. Inizia il Concilio Negli anni sessanta (1962-65) irrompe nella vita della Chiesa e nel mondo il Concilio Ecumenico Vaticano II, voluto dal Beato Giovanni XXIII, ma condotto e portato a compimento da Paolo VI. Benedetto XVI, nel discorso ai preti di Roma del 13 Febbraio 2013, diceva a proposito del Concilio: “Eravamo pieni di speranza, di entusiasmo, e anche di volontà di fare la nostra parte per questa cosa”. Ida coglie la grande novità che il Concilio porterà alla chiesa nei suoi rapporti con il mondo. Prega, informa le Collaboratrici, le Page 18 of 24 NO.23/2013 aggiorna sui Documenti Conciliari riguardanti i laici e invita a studiarli. Sulla scia dell’insegnamento di Montini, Ida si prepara a presentare “le dottrine meravigliose che si riferiscono nella Chiesa di Dio ai laici”. Paolo VI si propone di rendere la Chiesa sempre più idonea ad annunziare il Vangelo all'umanità del XX secolo, apre la Chiesa al dialogo col mondo. Ida si sente coinvolta in prima persona e la sua azione è viva, fervida, acuta, autentica. È chiaro per lei che l’origine della missione della Chiesa è in Cristo. L’impegno nell’apostolato consiste nel portare Cristo agli uomini. Certamente Ida avrà assistito alla cerimonia di apertura del Concilio, trasmessa dalla TV. Nel discorso di apertura del Concilio, l’11 Ottobre 1962, Giovanni XXIII sviluppò nella Gaudet Mater Ecclesia, un discorso programmatico e di ampio respiro, da tutti riconosciuto come la “magna charta” del Vaticano II. Nell’atto in cui il Papa dichiarò senza mezzi termini di dissentire dai “profeti di sventura”, che leggevano in chiave di pervertimento il progresso moderno, spronava la Chiesa a guardare con occhi nuovi l’evolversi della vicenda umana, fino a prospettare una lettura provvidenziale della presenza di Dio nella storia di oggi. Ida non è ai margini di questo nuovo scenario, ma si lascia attrarre e vuole coinvolgere le Collaboratrici, perché si aprano alla comprensione dei “segni dei tempi moderni” con equilibrio e saggezza. Un soffio di primavera, il sentore di un umanesimo nuovo, la convinzione che qualcosa di grande, di non ritorno al passato animavano la Chiesa, erano vivi in tutti coloro che hanno vissuto in quegli anni. La Zanolini, impegnata in tutta la sua vita nell’educare, si dona all’apostolato come esigenza di favorire nei laici la ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org consapevolezza della loro dignità. Ida è attiva e comunicativa di questo nuovo clima che va a fondare il nuovo umanesimo cristiano e a sostenere l’universale missione della Chiesa nel mondo per tutti gli uomini. Si va così delineando un nuovo modo di portare Cristo agli uomini. “L'impegno di annunziare il Vangelo agli uomini del nostro tempo animati dalla speranza, ma, parimente, spesso travagliati dalla paura e dall'angoscia, è senza alcun dubbio un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche a tutta l'umanità” (E.N. 1). Una delle luci che il Concilio proietta sulla Chiesa è la vocazione stessa a quell’espansione di fede e di vitalità cristiana, a quella effusione della pienezza interiore, che l’inserzione del cristiano nel Corpo Mistico di Cristo porta con sé. La vocazione è chiamata a quell’amore per il Regno di Dio, a quella testimonianza religiosa e morale che oltrepassa la singola individualità. La vocazione cristiana è espressione di quel bisogno di comunicare ad altri il tesoro di verità e di grazia che la Chiesa possiede. Anche il laico, a qualsiasi condizione appartenga, è chiamato a questa coscienza, a questa attività. Bisognerà insistere su questo principio, perché da questo in grande parte scaturisce quel rinnovamento, quel progresso, che il Concilio ha voluto portare alla Chiesa. “L’apostolato non è solo un fatto esteriore o sociologico; è un’esigenza spirituale interiore che trae la sua ragion d’essere dal mistero stesso della Chiesa, a cui il cristiano appartiene. Ma come quest’esigenza si esprime e si realizza? Dicevamo, altra volta, sulle tracce del Concilio, in due forme fondamentali: individuale l’una, associativa l’altra.” (cf Apostolicam Page 19 of 24 NO.23/2013 Actuositatem., n. 15 ss.). Per alcuni l’apostolato associato sembra una rete ingombrante senza spontaneità, né genialità; per altri si riduce a un fatto organizzativo. Si perdono di vista i fini essenziali dell’apostolato stesso, che Ida aveva ben chiari e che in questo contesto ho cercato di sottolineare, sia pur brevemente. Ma “L’uomo, ricorda il Concilio, è per natura sua sociale” (ib., n. 18 ). Ma ciò che più conta per noi è il fatto che “l’apostolato associato, sempre il Concilio che parla, corrisponde felicemente alle esigenze umane e cristiane dei fedeli, e al tempo stesso si mostra come segno della comunione e dell’unità della Chiesa in Cristo, il Quale disse: “Dove sono due o tre riuniti nel nome mio, Io sono in mezzo a loro” (Mt. 18, 20). Anche la Zanolini ha lavorato per anni interi per l’apostolato associato. Vedeva nell’Associazione una famiglia varia e in cammino verso Dio. Era convinta che l’apostolato associato sia di grande importanza, perché si diffonde nelle comunità e fa del bene a tutti. Esso è stata la modalità che ha perseguito per anni per rendere sempre più bello il frutto del Concilio. “Il mondo attende il passaggio dei santi. Siate contemplativi delle strade, voi laici, che non siete chiamati a farvi claustrali. Siate contemplativi delle strade, pregando con il cuore nel trambusto delle occupazioni, del lavoro, anche nel frastuono della folla, sempre con l’unione intima con Dio, col pensiero a Lui per ottenere a voi e a tutti la salvezza”. In questo compito Ida ha dedicato molte lettere, interventi; ha scritto Regolamenti, ma soprattutto ha testimoniato. Ella è passata ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org in mezzo a noi e anche oggi cammina con noi con inviti incoraggianti e coerenti. Aspiriamo alla santità: occorre guardare in alto alla vetta, illuminata dal Sole. Solo in tal modo la vita acquista luce, trova un senso. Chi vive il Vangelo ha trovato pienezza, ha dato la più preziosa finalità alla sua vita. Ella è cosciente che molti laici sono come luce, sale, come lievito nascosto nella pasta. C’è nella Chiesa molta tiepidezza ed opposizione alla Chiesa stessa. Occorre fortezza e fede per essere apostoli, si tratta di virtù che scaturiscono dalla preghiera. Il segreto del testimone sta nella contemplazione di Dio. Un duplice rapporto viene a crearsi tra Cristo e il cristiano e tra questi e le sorelle e i fratelli di fede. Il Concilio ci ha richiamato alla vocazione originaria della santità fonte dell’unità. “Dio volle costituire un Popolo che lo riconoscesse nella verità e fedelmente lo servisse. Possiamo dire che questa unità caratterizza i movimenti spirituali e collettivi? Molti per fortuna, sì”. Vivere nello spirito della stessa Madre è possibile se ci si lascia guidare dallo Spirito Santo. È Lui l’Amore che unisce. Scriveva la Madre Generale, Madre Antonietta Monzoni alle Provinciali: “Sentiamo come un largo respiro nel pensiero che le nostre opere saranno affiancate da gran numero di anime generose. Oggi, più che mai, urge questa Page 20 of 24 NO.23/2013 preziosa collaborazione per estendere più vasta e più fruttuosa la rete di apostolato ad ogni classe di persone e specialmente a quelle più lontane da Dio”. Ida era convinta della preziosità di costruire ponti di unità nella Chiesa, con le Madri e nella società con la sua professione e l’impegno politico. La sua vocazione è stata quella di essere lievito evangelico di unità con le Madri Canossiane e di umiltà verso gli altri che ricevevano da lei amore e aiuto. “Siate lievito, ma senza che nessuno sappia chi siete, siate lievito, non massa,” raccomandava alle Collaboratrici. Questa è una bella sintesi di una vita cristiana vera. La vocazione cristiana è dono da donare, soprattutto in tempi difficili, ma colmi di fermenti di bene grande, di speranza, come sono anche i nostri. La missione, dunque, qualunque essa sia, è innanzitutto un servizio a Cristo e alla sua Chiesa per la gloria di Dio. L’Associazione offre i mezzi per realizzare questo dono-servizio, affinché possiamo rileggere la nostra vita dinanzi a Dio e rendere grazie per l’appartenenza spirituale all’Istituto Canossiano. Santa Maddalena di Canossa e le nostre sante Protettrici ci aiutino sempre. Marisa Gini Missionarie Secolari di S. Maddalena di Canossa ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 ESERCIZI SPIRITUALI LAICI CANOSSIANI 18-22 LUGLIO MOCCONE 2013 Quest’anno andiamo a condividere gli Esercizi Spirituali con i Laici del Sud Italia. Chi vuole venire? Dopo tanto progettare, prevedere tutte le tappe del lungo viaggio, finalmente l’aereo decolla da Bologna direzione Lamezia Terme con a bordo tre Laiche e una Madre: il sogno era diventato realtà! Così siamo approdate a Moccone, verde paesino della Sila, con nella valigia tanta attesa di incontrare e condividere la nostra fede e la nostra passione per il carisma canossiano. La calorosa accoglienza delle Madri e degli amici del Sud ci ha aperto il cuore; la parola calda e sapiente di padre Antonio Papa ha guidato la rilettura del nostro vissuto. “ Questa esperienza è calata profondamente in tutto il mio essere, ha gettato luce nei pensieri, è diventata sorgente di approfondimento della mia fede, ha allargato orizzonti, ha donato speranza in uno stile di fede non più inconscia ma consapevole e consegnata. Sono stati tre giorni di provocazione e revisione, una vera chiave di lettura della vita di fede nell’abbandono fiducioso al mio DIO che parla al cuore anche attraverso chiamate inattese a volte sconvolgenti, come fece con i nostri Padri della fede. Posso dire che in questa mia terra piena di sassi Dio ha liberato un angolino dove ha messo un piccolo seme, ora chiede di averne cura, testimoniando con la vita semplice di ogni giorno l’immenso DONO di una FEDE aperta all’iniziativa di DIO CHE SI RIVELA. Il clima, che ha caratterizzato queste giornate è stato di grandissima partecipazione di Laici provenienti da diverse parti d’Italia, vissuto nella gioia, nella condivisione e nella fraternità. Insieme abbiamo trovato speranza attraverso le parole di padre Antonio che ci ha trasmesso uno stile di fede che è fiducia nella presenza reale di Dio che guida ogni passo nel nostro cammino di vita. Per questa esperienza meravigliosa dal profondo del cuore dico il mio GRAZIE!” Questi giorni di condivisione ci confermano l’importanza di mettersi in cammino per incontrarsi: un volto è molto di più che una parola, una parola è molto di più di un messaggio digitale. Incontrarsi dissipa timori e pregiudizi e rilancia la fiducia che i fili di comunione che ci uniscono sono più profondi di tante incomprensioni e relazioni burocratiche. Il carisma canossiano nella forma laicale è vivo in tutte le regioni della nostra bella Italia e il coraggio di iniziative come quella che abbiamo vissuto accende il fuoco della carità che ci deve caratterizzare per servire i prossimi che ci sono affidati. Il ritorno in treno ci ha permesso di sperimentare la fatica di un viaggio che i nostri amici del Sud spesso mettono in conto per incontrare noi. A quando il prossimo appuntamento? ( Ada, Lidia, Ketty, M. Daniela ) La nostra cara S. Maddalena tanto raccomandava alla Laiche la pratica degli Esercizi Spirituali. Per chiunque vive la sua spiritualità è prioritario mettere in calendario un tempo da dedicare alla preghiera, alla riflessione, ad una verifica personale, ma anche ad un confronto che consolida il legame per chi condivide il carisma canossiano. Dal 17 al 22 luglio a Moccone ci sono stati gli esercizi spirituali, Page 21 of 24 ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 tema la fede difficile. Ci siamo incontrati in tanti, provenienti da Mantova, Roma, Foggia, Fasano, Reggio Calabria, Rogliano e la Sicilia con più gruppi. Erano con noi oltre che Madri, anche due Padri Canossiani. Solo per tanta ricchezza e varietà di partecipanti, si può supporre quanto sia stato speciale vivere una simile esperienza. Padre Antonio Papa è stato il relatore guida delle giornate, con uno stile semplice e pacato. Rifacendosi anche a numerosi aneddoti su alcune esperienze personali, ha reso piacevoli e coinvolgenti le riflessioni . Abbiamo viaggiato nella fede di Abramo e Sara, Mosè, Anna, gli apostoli e i primi cristiani. Il loro è stato un percorso difficile nel quale non era mai del tutto chiaro quale fosse il progetto di Dio nella loro vita. Hanno creduto contro ogni avversità a ciò che era invisibile; spesso sono stati accompagnati dalla sconfitta o dalla fatica o dal non senso di tutto, ma non hanno mai perso la bussola. Poi ancora alcuni scritti di Maddalena ci hanno ricordato quante prove, quanto buio fitto, hanno accompagnato la nostra Santa prima che diventasse tale! La sua presenza nella nostra fede è un incoraggiamento ad affrontare l'impotenza dei nostri limiti e le avversità esterne, servendoci delle coordinate che ci ha lasciato come preziosa eredità. Il percorso di riflessioni non poteva che terminare con la fede di Maria, tanto forte da prendere in consegna da suo Figlio Crocifisso, tutto l'AMORE PIU GRANDE per donarlo a noi, Chiesa. La proposta finale, a conclusione di tutto, è stata quella di riavvolgere come un gomitolo tutti gli eventi della nostra vita sul filo della fede, perché anche la nostra è una storia di amore in cammino. Intanto in clima di raccoglimento e di preghiera, le strade di tutti si sono intrecciate e con condivisione e ascolto reciproco, abbiamo scritto la storia di ciascuno come un'unica grande storia fatta di fede cercata, sofferta, sperata. Ho portato a casa sorrisi e lacrime di volti cari e nel cuore avrò sempre quel pane spezzato tra le pietre e i fiori che abbiamo presentato all'Altare come la nostra fatica di credere. Ringrazio tutti con affetto, Maria Pia. SPAZIO FORMATIVO Page 22 of 24 ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 SPAZIO FORMATIVO ANNO DELLA FEDE Per il prossimo 2 ottobre 2013, 25° Anniversario della canonizzazione di S. Maddalena di Canossa, proponiamo un gesto canossiano per l’Anno della Fede, come un momento forte della nostra Associazione. Invitiamo tutti i gruppi nel mondo a preparare un momento celebrativo entro il 24 novembre 2013, data di conclusione dell’Anno della Fede. L’ECI si incontrerà il 22 settembre e vi comunicherà una semplice proposta. LIBRO DI PREGHIERE ALC Ricordiamo – come da circolare n.13/maggio 2012 – di farci avere i vostri contributi sul libro di preghiere, da diverse parti richiesto. SCHEDA CARISMATICA In comunione con la Famiglia Laicale Canossiana è stato deciso di istituire, in ambito formativo, il mese carismatico con cadenza annuale. Si tratta del mese di settembre nel quale la formazione verterà su un aspetto legato particolarmente alla vita di Maddalena. Quest’anno abbiamo pensato di sottolineare alcuni tratti peculiari della fede di Maddalena prendendo spunto dalla relazione di Padre Gianluigi Andolfo, tenuta a Verona in occasione della Giornata Vocazionale 2013, accostandola, poi, ad alcuni passaggi della recente Enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco. XVI° CAPITOLO GENERALE DELLE MADRI CANOSSIANE Dal 24 aprile al 24 maggio 2014, si svolgerà il XVI° Capitolo Generale delle Madri Canossiane, Roma. Siamo tutti invitati a unirci alla preparazione di questo importante momento con la preghiera: Page 23 of 24 ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER International Newsletter LCA - www.laicican.org NO.23/2013 PREGHIERA PER IL CAPITOLO GENERALE DELLE FIGLIE DELLA CARITÀ, SERVE DEI POVERI 24 APRILE - 24 MAGGIO 2014 Maria, Madre della Carità sotto la Croce, Modello di fede e d’umile amore, a Te ci rivolgiamo con fiducia. Ti chiediamo di intercedere una costante docilità allo Spirito e fedeltà dinamica al carisma della carità per le nostre Madri Canossiane. Fa’ che possano riscoprire profondamente la propria identità di Figlie della Carità, Serve dei Poveri, e lo sappiano testimoniare a tutti i fratelli e le sorelle, come espressione del “Più Grande Amore”. Ti chiediamo, inoltre, di renderle disponibili ad accogliere e attuare con gratitudine le sfide di una vita canossiana rinnovata. Maria, Madre della Carità sotto la Croce, prega per tutti noi. Amen. Page 24 of 24 ADDOLORATA 2013 ALC NEWSLETTER