Note introduttive Questo fascicolo è la restituzione del percorso formativo “Spirito, vieni dai quattro venti” ideato dall’Ufficio Educazione Mondialità della Fondazione Pime Onlus, in collaborazione con il Servizio per l’insegnamento della religione cattolica della Diocesi di Milano, nell’anno scolastico 2008-2009. Hanno partecipato al progetto tutti gli insegnanti di religione cattolica di scuola primaria della Diocesi di Milano, li ringraziamo per l’impegno e la professionalità dimostrate. Il materiale che segue raccoglie i suggerimenti e le sperimentazioni dei trenta gruppi di lavoro attivati durante l’anno dagli insegnanti. È stato necessario selezionare e sintetizzare l’ingente mole di contributi (ci sono pervenute quasi 500 proposte di “buone prassi”), raggruppando schede con contenuti simili, privilegiando l’originalità delle proposte e la facilità di esecuzione. Resta inteso che, come in ogni lavoro redazionale, è sempre molto difficile fare delle scelte editoriali. La logica d’insieme del prodotto finale e la sua coerenza interna a volte vanno a scapito di singoli lavori, di per sé lodevoli, che però non hanno trovato spazio nella pubblicazione finale. Per questi casi ci affidiamo alla comprensione e alla clemenza dei loro autori. L’organizzazione del materiale è molto semplice e segue sostanzialmente la sequenza dei sei metodi educativi proposti da Antonio Nanni e approfonditi durante il corso: narrativo, comparativo, decostruttivo, del decentramento narrativo, del debito culturale e dell’azione o pedagogia dei gesti. Per ogni metodo sono suggerite alcune “buone prassi” da sperimentare durante il prossimo anno. La prefazione iniziale cerca di restituire il senso generale dell’iniziativa ed è la cornice di riferimento nella quale inserire i percorsi svolti. In appendice completano il fascicolo, oltre ad una bibliografia, filmografia e sitografia ragionata, l’intervento di Don Alberto Cozzi, tenuto in occasione del seminario iniziale del presente percorso formativo, ed un articolo della prof.ssa Milena Santerini, docente di pedagogia interculturale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha offerto la sua consulenza formativa per l’impianto generale del corso. Un ringraziamento è dovuto a tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza: in primis don Michele di Tolve e il suo staff operativo, per l’entusiasmo e l’audacia della proposta, le insegnanti-tutor, veri angeli custodi lungo il cammino, i formatori Pime, che con professionalità, passione ed entusiasmo hanno affrontato questo impegno, la segreteria operativa dell’Ufficio Educazione Mondialità per la prontezza a fronteggiare le emergenze, i partecipanti tutti, per la generale e progressiva volontà di mettersi in gioco e di fare di questa esperienza una vera opportunità di crescita professionale e umana. Per maggiori informazioni: Ufficio Educazione Mondialità – Fondazione PIME Onlus Via Mosè Bianchi 94, 20149 Milano Tel. 02 43.82.25.34 Fax 02 43.82.23.12 e-mail: [email protected] sito web: www.pimondo.it Prefazione Abbiamo tutti un immenso bisogno di imparare a vivere insieme come diversi, rispettandoci, non distruggendoci a vicenda, non ghettizzandoci, non disprezzandoci neanche soltanto tollerandoci, perché sarebbe troppo poco la tolleranza. Ma nemmeno – direi – tentando subito la conversione, perché questa parola in certe situazioni e popoli suscita muri invalicabili. Piuttosto “fermentandoci” a vicenda in maniera che ciascuno sia portato a raggiungere più profondamente la propria autenticità, la propria verità di fronte al mistero di Dio. (C. M. Martini) Andare oltre la tolleranza, per riconoscere l’altro e se stessi come “fermento” di vita. Questo il senso complessivo del percorso formativo che abbiamo appena concluso insieme, come formatori dell’Ufficio Educazione Mondialità del Pime, come insegnanti di religione cattolica nella scuola primaria. Ognuno con la sua specificità, uniti nel tentativo di rispondere in maniera adeguata a quella tanto declamata emergenza educativa in cui versa complessivamente la nostra società e la scuola nel suo specifico. Le aule scolastiche del resto sono laboratori viventi di quella che sarà la società di domani. Per questo urge un approccio pedagogico sempre più fondato sul dialogo, la relazione, la logica del dono e l’interdipendenza personale. Ce lo chiede il contesto storico, ma anche la nostra tradizione spirituale. Non bastiamo a noi stessi, il bisogno dell’Altro è originario. Come afferma Angelo Reginato, in un contributo apparso sulla rivista “Studi, Fatti, Ricerche” (SeFeR, Settembre 2008), nell’Antico Testamento ci sono tre grandi interdetti, comuni a tutte le civiltà: l’interdetto dell’incesto (Lv 18), quello dell’omicidio (Es 20,13) e quello dell’idolatria (Es 20,3). “Significato di questi interdetti – scrive - è che la salvezza dell’uomo nella sua relazione con se stesso, con gli altri, con Dio non sta nell’immediatezza, cioè nel voler tutto, qui e subito. Non si cerca moglie nella cerchia di chi ci è immediatamente vicino (nella famiglia): bisogna cercare altrove. Non si regolano i rapporti con il prossimo attraverso una soluzione immediata, brusca (omicidio): bisogna risolverli mediante la mediazione. Non si sceglie come Dio una realtà che non sarebbe altro che un riflesso di noi stessi (idolo): egli deve essere l’Altro. L’immediatezza è un errore perché ci imprigiona nel chiuso di noi stessi, ci mantiene nell’ambito del già noto, mentre è necessario costruirsi e inventarsi in una relazione aperta all’alterità, a ciò che sta fuori, a ciò che non si conosce. In questo senso non c’è salvezza che fuori da se stessi.” Dobbiamo dunque “uscire”, farci prossimi, come Abramo alle querce di Mamre, quando non aspetta l’arrivo dei suoi tre misteriosi visitatori, ma va loro incontro per primo (il testo addirittura recita “corse loro incontro...” Gen 18,2), senza calcolare i rischi, “facendo accoglienza”, perché, alla fine, accogliere non è nulla più di questo: riconoscere in ciascuno, in ogni straniero e in ogni “altro”, la possibile visita del Dio Vivente. Per questo, credo, anche Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, quando si domanda come declinare l"'universalismo" cristiano in senso non totalitario, arriva alla stessa conclusione: come "universale bisogno dell'altro, come vocazione all'esilio, alla diaspora, alla dispersione tra le genti e le culture, perché la fede cristiana non coincide né con una determinata forma o progetto culturale, né con un'etnia o un sistema di pensiero” (L’universale bisogno dell’altro, ed. Qiqaion, 2001). Ecco allora il nostro piccolo contributo, un insieme di “buone prassi” che, senza la pretesa dell’esaustività, aiutano a tradurre queste attese in gesti dell’educare quotidiano. I sei metodi approfonditi durante il corso sono piccoli passi verso questo “esodo formativo” che proponiamo ai ragazzi, perché possano diventare domani cittadini del mondo. “Lek-Leka” intima Dio ad Abramo, “Vàttene”, traduciamo noi. Abramo deve lasciare il suo paese e la sua patria per aprirsi al futuro. Eppure alla lettera, l’ebraico permette anche di tradurre “Va verso te stesso”, quasi a dire che l’identità la si trova soltanto “perdendosi”. È bello pensare che i vostri alunni, fin dalla più tenera età, possano sperimentare che il “correre verso l’altro” è la strada per ritrovare davvero se stessi, diventare grandi ed esserne felici. Buon lavoro e grazie per il cammino percorso. Andrea Zaniboni METODO NARRATIVO Senza l’ascolto dell’altro non c’è interculturalità. Tanto un bambino quanto un adulto hanno una storia di vita da raccontare. Per questo nessuno è escluso dalla narrazione. Si può chiedere di narrare una fiaba, una festa, un viaggio, un gioco, un sogno, un’avventura, un piatto tipico, un diario, un film, etc. Nostra convinzione è che la via narrativa sia una delle metodologie più efficaci per l’educazione interculturale. Concretamente, si propongono storie di vita degli emigranti, biografie di testimoni, diari di viaggio, film e documentari di autori stranieri, poesie e drammatizzazioni, partecipazione attiva e forme di memoria collettiva. TITOLO: Il Buon samaritano ieri e oggi DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: imparare a conoscere e a rispettare il prossimo ATTIVITÀ 1 Realizzazione di due pannelli pieghevoli di compensato. Sul primo pannello verranno realizzate immagini della parabola del buon samaritano accompagnate da vignette. Sul secondo pannello verranno applicati fumetti che illustrano la parabola con episodi vicini alla realtà dei bambini. ATTIVITÀ 2 L’insegnante, prendendo spunto dalla parabola del Buon Samaritano (senza averla raccontata ai bambini) propone alla classe un adattamento della storia attualizzandola e cambiando i personaggi. Esempio: il ferito = l’italiano il fariseo = il medico della Croce Rossa il sacerdote = l’insegnante il levita = l’allenatore (scegliere personaggi che per i bambini rappresentino persone che aiutano) il samaritano = il rumeno (la nazionalità può variare a seconda dei componenti della classe). In seguito si propone un role-play in cui i bambini provano ad interpretare diversi ruoli. Al termine dell’attività segue una discussione con riflessioni personali. Il lavoro si conclude con il racconto evangelico della parabola. TITOLO: Dal male, il bene DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: Stimolare l’alunno a riflettere sul valore della sofferenza e come poter reagire al male con il bene ATTIVITÀ Racconto del sacrificio di Padre Massimiliano Kolbe nel campo di concentramento, in occasione della Giornata della Memoria. Canto: “ Ti saluto o Croce Santa”; commento al canto ponendo attenzione al bene che può nascere dalla sofferenza. Riflettere in particolare sul significato della parola Redentore. Quadro di Chagall (Résurrection 1937-1948); osservazione ed interpretazione. Su una fotocopia di particolari del quadro ogni alunno realizza lo sfondo con colori e/o disegni, motivandoli. TITOLO: Le Beatitudini oggi: Madre Teresa di Calcutta DESTINATARI: dai 9 anni OBIETTIVO: conoscere la figura di Madre Teresa quale testimone delle Beatitudini ATTIVITÀ Presentazione delle Beatitudini, leggendo il brano evangelico. Considerazioni fatte dagli alunni e commenti personali. Presentazione di alcuni testimoni, anche non cristiani, con particolare riferimento a Madre Teresa, la sua vita, il suo messaggio. Lavori di gruppo dopo una raccolta da parte degli alunni di vari materiali (notizie, poesie, disegni…) visti in classe. Successivamente, si predispone un cartellone riassuntivo. Visione della videocassetta sulla vita di Madre Teresa. TITOLO: S. Francesco e l’amore universale DESTINATARI: dai 7 anni OBIETTIVO: educare i bambini al rispetto del Creato come dono e dell’altro come fratello ATTIVITÀ Presentazione della figura del Santo (con possibile visione di cartoni animati sulla vita di San Francesco o di brevi passaggi del film di F. Zeffirelli: “Fratello sole, sorella luna”). Ascolto di canzoni tratte dal CD di A. Branduardi “Infinitamente piccolo” con la partecipazione al canto da parte degli alunni. Vengono proposti agli alunni diversi episodi della vita del Santo, come. l’ammansimento del lupo di Gubbio e l’incontro con il Saladino, per sottolineare l’incontro con la diversità e il rispetto verso tutti, senza pregiudizi. San Francesco ci invita al rispetto per la natura, intesa come dono. Lavoro sul cantico con l’utilizzo di schede da completare con disegni o parole. TITOLO: Black and white DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: Capire come la scelta religiosa possa veicolare il superamento della diversità razziale e di stato sociale ATTIVITÀ Spiegazione delle caratteristiche della religione protestante e questionario di valutazione. Breve intervista ad un alunno (o genitore) di religione protestante presente nella scuola. Racconto della vita di M.L.King, testimone della religione protestante e della lotta non violenta per il riconoscimento dei diritti dei neri in America. Visione del film: “La lunga strada verso casa” di Richard Pierce. Riflessione, confronto e analisi del contenuto del film. Realizzazione di cartelloni con disegni rappresentanti parti del film, brevi testi, ricerca delle parole chiave. TITOLO: Pentecoste dei popoli DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: Comprendere che l’amore di Dio unisce Riflessione sulla Pentecoste e sul dono dello Spirito Santo che rende capaci di comunicare in tutte le lingue ATTIVITÀ Se ci sono bambini di origine straniera nella classe, si chiede loro di tradurre nella propria lingua (o in quella di uno dei genitori) la frase “Cristo è risorto!”. Ad ogni alunno viene poi assegnata (in modo che il resto della classe non lo sappia) la frase in una lingua straniera, così da formare sottogruppi di lingue diverse. I bambini si distribuiscono nella palestra (o nella classe) e al “Via!“ devono salutarsi l’un l’altro con la frase nella lingua assegnata, cercando di costituire così i sottogruppi. Vince il sottogruppo che, ricongiungendosi per primo, raggiunge l’area della palestra corrispondente alla propria lingua. Se occorre, si può richiedere la traduzione della frase “Cristo è risorto!” (in spagnolo, inglese, francese, albanese, rumeno, bulgaro, indiano) ad Elena Laluce, e-mail: [email protected]. TITOLO: “Da dove veniamo?”, diverse “Genesi” a confronto DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: utilizzare le più antiche tradizioni popolari per rispondere alla domanda: “Da dove veniamo?” ATTIVITÀ Lettura e drammatizzazione dei miti sull'origine del mondo di varie tradizioni: mito fenicio di Mot, mito egiziano del Grande Uovo, mito cinese di Panku, mito greco di Eurìnome, mito degli Indiani Yakima del Grande Capo Lassù, mito amazzone di Dyoi. Il racconto può essere drammatizzato e integrato con strumenti quali scenografie, strumenti musicali, vestiti tradizionale, a cura dell'insegnante e/o con esperti o testimoni diretti. TITOLO: Dialogo interreligioso DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: riflessione sui punti di incontro delle varie religioni ATTIVITÀ Lettura da parte dell’insegnante del racconto “Le religioni sotto lo stesso tetto” (rivista PM, gennaio 2009). Ad ogni alunno viene consegnata una fotocopia del fumetto in cui mancano i dialoghi. Ai ragazzi viene richiesto di inventare e completare i fumetti partendo dall’immagine e dal racconto ascoltato. Conclude l’attività una conversazione e riflessione sull’argomento. TITOLO: Mine antiuomo e diritti negati DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: acquisire consapevolezza che ogni uomo gode di diritti che in certi casi vengono lesi ATTIVITÀ Tutti gli alunni vengono condotti in palestra per un’attività ludica a sorpresa. Trovano un pacco contenente un gioco da utilizzare. Scoperta del giocattolo con invito ad un utilizzo piacevole, creativo, sicuro, comunitario. Successivamente in classe si svolge un brain-storming relativo al gioco e a ciò che è avvenuto. Riflessione con gli alunni su alcune situazioni, per noi scontate, ma per altri pericolose: visione di una storia attraverso presentazione in power-point intitolata “Nera farfalla” (dall’omonimo libro di Silvia Forzani), che racconta di un gruppo di bambini africani che trovano una farfalla, felici la portano al villaggio per poi scoprire che è una mina antiuomo. Discussione in classe sulla storia, sul suo significato, con conseguente acquisizione di consapevolezza di realtà diverse dalla nostra e del fatto che, sebbene ci siano persone che ledono i diritti dell’uomo e dell’infanzia, ve ne sono altre il cui impegno è rivolto a garantire quegli stessi diritti a tutti in ogni parte del mondo. TITOLO: Riconoscere la diversità DESTINATARI: dai 7 anni OBIETTIVO: riconoscere ed accettare la diversità ATTIVITÀ Ad ogni alunno viene distribuita una fotocopia del testo narrativo “Tico e le ali d'oro (tratta dal testo di L. Lionni, Le favole di Federico, Edizioni Einaudi Ragazzi, Trieste, pp.71-8), l’insegnante legge il racconto, poi la classe esegue la drammatizzazione del testo. L’insegnante invita i bambini a partecipare alla messa in scena, con l'intento di integrare tutto il gruppo classe. Successivamente si verifica la comprensione del racconto attraverso domande- chiave e discussione. Ad ogni alunno verrà data una copia di Tico da assemblare. METODO COMPARATIVO Un secondo strumento per fare educazione all’intercultura è il metodo comparativo, che consiste nel mettere a confronto due o più narrazioni o sguardi o versioni su uno stesso (s)oggetto. Ciò che è importante sul piano educativo è l’allargamento della visione attraverso l’uso di una nuova risorsa. TITOLO: Il perfetto giramondo DESTINATARI: dai 9 anni OBIETTIVO: ampliare gli orizzonti su culture diverse ATTIVITÀ La classe è divisa in cinque gruppi-squadre, corrispondenti ai continenti. In presenza di bambini di origine straniera, essi vengono abbinati al continente di provenienza. L’attività proposta richiede dapprima che gli stessi alunni preparino il dado (uno per squadra) che useranno durante il gioco e cinque carte a tema: animali, cucina, feste-cerimonie religiose, simboli religiosi e imprevisti, per un totale di 25 carte per classe. La carta degli imprevisti conterrà premi o punizioni scelti dagli stessi alunni, che faranno avanzare o indietreggiare le altre squadre di una o più caselle. Ogni gruppo dovrà cercare informazioni sul proprio continente (animali, cucina, feste…) su enciclopedie, atlanti, internet etc, con l’aiuto dell’insegnante, per essere poi in grado di parlarne agli altri gruppi e per costruire le carte. Quando ogni squadra avrà narrato le caratteristiche fondamentali del proprio continente, facendo riferimento ai temi delle carte, esclusi gli imprevisti, potrà avere inizio il gioco. Si gioca con un tabellone tipo “gioco dell’oca”, predisposto dall’insegnante, con caselle numerate e distinte nei cinque colori corrispondenti ai continenti. Tirando il dado, una squadra per volta giungerà sulle caselle dei diversi colori-continenti. Ad ogni casella corrisponde una carta con una domanda: se la squadra non risponde correttamente, salterà il turno successivo. Vince la squadra che per prima giunge all’arrivo: come premio, i componenti del gruppo riceveranno l’attestato del perfetto giramondo! Prima di giocare occorrerà che l’insegnante dia prima una spiegazione sommaria su nozioni storico/geografiche del pianeta, collaborando con le colleghe di classe. Inoltre si potranno portare eventuali testimonianze di bambini frequentanti la classe/scuola le cui famiglie sono originarie di zone diverse del pianeta. Sarebbe auspicabile svolgere tale unità d’apprendimento attraverso un’attività interdisciplinare. Questa attività necessita di alcune ore di lezione, per costruire le carte, per condividere con la classe le informazioni sul proprio continente… per giocare! TITOLO: Io cresco, chi voglio diventare? DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: riflettere sulle relazioni interpersonali ATTIVITÀ Ogni alunno confronta il proprio vissuto con i personaggi della fiaba Peter Pan, ponendosi la domanda “Chi voglio diventare?”, con particolare attenzione alle relazioni interpersonali. Lettura integrale della fiaba di “Peter Pan” di J. M. Barrie. Visione del film “Hook Capitan Uncino”, di S.Spielberg paragonato al “Peter Pan” di Walt Disney. Confronto tra i diversi Peter Pan e la figura di Wendy. Possibili spunti per aiutare la riflessione: Come è la vera amicizia? Che cosa ti aspetti da un amico? Facciamo un confronto tra il mondo maschile e quello femminile. Tra i tuoi miti, c’è qualcuno che vorresti essere? Gesù amico (brani evangelici, ricordi dei bambini…). Tra gli adulti che conosci, a chi vorresti somigliare? TITOLO: Scuola, culture e monoteismi DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVI: conoscere le diverse esperienze scolastiche vissute dai bambini di religioni diverse; sollecitare una forte motivazione per approfondimenti personali. ATTIVITÀ Visione del documentario “Il primo giorno di Dio” di Gualtiero Peirce, che presenta la realtà scolastica all’interno delle religioni monoteiste. Riflessione guidata, opinioni personali su quanto visto. Realizzazione di un cartellone di sintesi, che illustri differenze ed analogie tra le scuole nei diversi contesti. Ricerca di immagini via internet per approfondire i temi trattati, lavorando su centri di interesse. Incontri con persone che riportino le proprie esperienze. Confrontare i diversi alfabeti utilizzando parole chiave. TITOLO: La preghiera nelle religioni monoteiste DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: Il bambino riflette sull’importanza del linguaggio corporeo che permette di entrare in relazione con il trascendente. ATTIVITÀ 1 Agli alunni vengono distribuite schede di lavoro raffiguranti i fedeli delle diverse religioni in momenti di preghiera. In seguito i bambini sono invitati a raccogliere da riviste e giornali immagini di credenti in atteggiamenti religiosi. Verranno prodotti dei cartelloni da esporre in classe. L’alunno comprende che il singolo gesto non è fine a se stesso, ma è carico di significati. Gli scolari di altre religioni monoteiste eventualmente presenti nel gruppo classe portano la loro testimonianza anche con gli oggetti di culto che utilizzano nella propria realtà quotidiana. Infine ogni bambino produrrà una breve conclusione scritta sul proprio modo di pregare. ATTIVITÀ 2 Sulle pareti dell’aula vengono esposte preghiere di ogni religione professata dagli alunni della classe (preghiere cercate sui testi, chieste ai genitori e scritte poi dagli alunni stessi). Ognuno si avvicina alla sua preghiera e la esprime testualmente così come l’ha appresa in famiglia o nella sua comunità di appartenenza. Domanda rivolta a tutti: Al di là della Parola, che cosa ci unisce? Discussione e confronto. TITOLO: Natale nel mondo DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: confrontare le diverse tradizioni natalizie nel mondo ATTIVITÀ Partendo dalla festa del Natale cristiano, dividiamo la classe in gruppi e forniamo il materiale necessario per l’approfondimento delle diverse tradizioni natalizie nel mondo, così che ogni gruppo possa realizzare una ricerca. Ogni gruppo relazionerà ai compagni attraverso disegni e cartelloni esplicativi ciò che ha scoperto. TITOLO: Raccontami la tua festa DESTINATARI: dai 9 anni OBIETTIVO: accostarsi a una cultura diversa attraverso il cibo delle feste. ATTIVITÀ Nello svolgimento dell’attività didattica che ha come tema “il significato della festa nelle diverse culture” si chiede a ogni alunno/a di: - descrivere come vive la festa nella sua famiglia; - parlare di eventuali cibi tradizionali consumati per l’occasione; - chiedere ai genitori una ricetta tipica delle feste, scriverla ed illustrarla su un foglio da disegno. Col materiale raccolto si realizza un cartellone da appendere in classe. In occasione della festa di fine anno, si può proporre ai genitori di allestire un banchetto per far conoscere a tutti gli alunni i cibi tradizionali delle proprie feste. TITOLO: Il valore dell’acqua nelle religioni DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: conoscere l’importanza dell’acqua all’interno delle religioni attraverso il confronto tra differenti riti e tradizioni religiose ATTIVITÀ Partendo dalla realtà del bambino e dal riconoscimento del valore dell’acqua nella sua quotidianità, attraverso la conversazione e la raccolta di materiale portato dagli alunni, si attiva una ricerca multimediale per piccoli gruppi, riguardante Induismo (il fiume Gange e i riti che si svolgono in esso), Islam (le abluzioni e la preghiera), Ebraismo (le abluzioni e la preghiera), Cristianesimo (il fiume Giordano e il Sacramento del Battesimo). Si conclude con un allestimento di cartelloni tematici per presentare il materiale raccolto. Si suggerisce la lettura in classe di “Le religioni spiegate ai bambini” (EDB), “L'orologiaio matto, le feste e i calendari: la storia, le tradizioni e il rapporto con il tempo per bambini e adulti del mondo” (a cura della Commissione Internazionale Nord-Est Milano, 1997), Il mondo in classe (di G. Favaro, Milano Editore, 2000). TITOLO: Ebrei e cristiani festeggiano la Pasqua DESTINATARI: dagli 8 – 9 anni OBIETTIVO: confronto tra la Pasqua ebraica e la Pasqua cristiana. ATTIVITÀ Partendo dal libro dell’Esodo, leggere i brani relativi alla Pasqua ebraica comprendendone il significato: descrivere i vari passaggi, soffermandosi sugli usi degli ebrei riguardo ai festeggiamenti per la Pasqua, cogliendo il significato della Pasqua ebraica e comprendendo l’intervento di Dio a favore del suo Popolo. Sottolineare il senso del passaggio nella Pasqua ebraica. Dare una scheda con sequenze da riordinare e commento da abbinare. Leggere in uno dei Vangeli sinottici la narrazione degli eventi pasquali, soffermandosi sul significato della Passione, Morte e Risurrezione. Cogliere il nuovo significato che Gesù dà alla Pasqua, comprendendo il nuovo intervento di Dio per la salvezza di tutta l’umanità e il senso del passaggio nella Pasqua cristiana. Dare una scheda con sequenze da riordinare e commenti da abbinare. Mettere a confronto il significato della Pasqua nelle due religioni. Abbinare correttamente le parole chiave alla Pasqua ebraica ed alla Pasqua cristiana. TITOLO: Abramo: l’uomo dei monoteismi DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: confrontare la figura del patriarca Abramo nei testi sacri delle tre religioni monoteiste ATTIVITÀ Lettura comparata di brani della Bibbia, del Corano e di testi di autori cristiani, ebrei e di cultura islamica riguardanti la figura di Abramo . Esposizione orale di riflessioni e commenti sulle letture effettuate da parte dei singoli alunni. Suddivisione della classe in gruppi che provvederanno ad individuare gli elementi comuni e le sostanziali differenze nel modo di vedere Abramo nelle tre religioni, in base ai testi studiati insieme. Realizzazione di una mappa concettuale illustrativa di quanto emerso dalla ricerca effettuata . Letture sulle tre religioni monoteiste che ne mettano in luce gli aspetti e gli elementi comuni, ma anche importanti differenze. TITOLO: Gesù nasce... nel Vangelo e nel Corano DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: confrontare la nascita di Gesù come descritta nei Vangeli e nel Corano ATTIVITÀ Leggere i Vangeli di Luca (cap. 2) e Matteo (cap.1) e confrontare il racconto con la Sura 19 del Corano. Analizzare i racconti di entrambi i testi sacri e confrontarli per ricavare differenze ed analogie. Infine, riprodurre graficamente le diverse sequenze dei racconti e produrre insieme con gli alunni una presentazione in power-point. TITOLO: La musica nelle religioni DESTINATARI: dai 7 anni OBIETTIVO: Scoprire con i ragazzi l’uso della musica e degli strumenti nelle diverse tradizioni culturali e religiose. ATTIVITÀ Dopo una ricerca sulla presenza della musica nelle religioni si propone ai bambini l’ascolto di strumenti, canti e musiche etniche. Si può provare a realizzare con loro piccoli strumenti con materiali poveri o di riciclo (es. maracas, bastone della pioggia, strumenti a percussione ecc.) al fine di realizzare un piccolo concerto e/o una mostra mercato di tali strumenti, a scopo benefico. Per meglio esprimere nel “saggio-concerto” la dimensione della gioia e del dialogo favorito dall’esperienza musicale, oltre agli strumenti possono essere realizzati dai bambini sia sfondi stilizzati che facciano riferimento ai vari paesi, che costumi o copri-capi che permettano di riconoscere e caratterizzare le varie etnie. Si suggeriscono per le musiche tradizionali dal mondo i cd della Red Edizioni (www.rededizioni.it), il testo “Amici vicini e lontani: danze dal mondo” Ed. Paoline (libretto e cd). Per la costruzione di strumenti etnici, ben fatto e ricco di indicazioni inusuali, che vadano oltre le semplici maracas, è il testo di Luciano Bosi “Come costruire strumenti musicali” Macro Edizioni. METODO DECOSTRUTTIVO Dopo il metodo narrativo e comparativo proponiamo la via della decostruzione come strategia preferenziale per educare all’interculturalità. In realtà, bisognerebbe parlare di “auto-decostruzione” in quanto a ognuno è richiesto di decostruire ciò che non reputa accettabile nella propria cultura di appartenenza. Decostruzione di pregiudizi, stereotipi, luoghi comuni, immagini deformanti, categorie linguistiche etnocentriche, etc. Come esempi di decostruzione vorrei segnalare, solo come primi esempi: - la decostruzione del concetto di razze umane (poiché non esistono al plurale); - la decostruzione del concetto di intelligenza (si pensi alla teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner); - la decostruzione del modo di raccontare il passaggio dalla preistoria alla storia che attribuisce importanza soprattutto alla scrittura e sottovalutando invece la cultura orale; - la decostruzione dei tanti pregiudizi che permangono nell’opinione pubblica intorno all’Islam. L’immagine di Gesù stereotipata TITOLO 1: Di che colore è la pelle di Dio? DESTINATARI: dai 7 anni OBIETTIVO: Decostruire l’idea di un Gesù bambino bianco, biondo,con gli occhi azzurri... ATTIVITÀ Nel mese di novembre,dopo aver realizzato in classe un presepe, è stata organizzata un’uscita didattica al Museo del Presepe di Brembo (BG). Gli alunni hanno potuto constatare come nei diversi presepi, provenienti da molti paesi del mondo, Gesù bambino è rappresentato con le sembianze umane della propria etnia (cinese, africano, indiano, etc.). Dopo l’uscita didattica ai bambini è stato proposto di realizzare a scuola un bigliettino augurale per i compagni stranieri in cui ci fosse un Gesù bambino “diverso” da quello a cui sono stati abituati. Infine abbiamo imparato insieme la canzone che dà il titolo alla scheda “Di che colore è al pelle di Dio” TITOLO 2: Gesù alto, bello e biondo. Sicuro? DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: Aiutare gli alunni a superare la visione stereotipata dell’immagine di Gesù ATTIVITÀ Ai ragazzi verrà proposto di produrre la carta di identità di Gesù in base alle loro conoscenze. Successivamente l’insegnante proporrà di ricercare immagini artistiche che riproducano il volto di Gesù. I ragazzi, suddivisi in gruppo, osserveranno il materiale ricercato, si confronteranno evidenziando le caratteristiche somatiche più evidenti e quelle comuni alle varie immagini. Si procederà alla contestualizzazione storico-geografica allo scopo di condurli a conoscere le origini di Gesù. All’interno della proposta si valorizzerà anche la presenza di compagni con caratteristiche somatiche vicine a quelle di Gesù. Si suggerisce la lettura del racconto “Il paese dei quattro quarti”di B.Ferrero. TITOLO 3: La Sacra Famiglia nel mondo DESTINATARI: dai 7-8 anni OBIETTIVO: aiutare gli alunni a decostruire l’immagine stereotipata della Sacra Famiglia. ATTIVITÀ I bambini disegnano la Sacra Famiglia su un foglio, senza che vengano date indicazioni. Successivamente viene realizzato un cartellone con i lavori realizzati. L’insegnante poi mostra una prima immagine di arte sacra (Giotto) e procede ad un’osservazione, descrizione, discussione in classe. In seguito pone all’attenzione dei bambini altre 3-4 immagini di arte sacra di altre culture. I bambini esprimono il loro punto di vista in un lavoro di interazione orale con l’insegnante. In conclusione vengono raccolte intuizioni, emozioni, riflessioni e scoperte che vengono scritte in un originale e stravagante cartellone (nuvola, lampadina, fumetto, etc). TITOLO: Pace, quale pace? DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: Aiutare gli alunni a decostruire il loro immaginario circa il tema della pace ATTIVITÀ Ai bambini vengono proposte due bacheche, una nera, l’altra colorata. In una l’insegnante presenta delle figure di pace distorta (per esempio: la guerra propagandata come mezzo per il raggiungimento della pace) e nell’altra i bambini devono mettere tutte le immagini ritagliate da riviste, giornali ecc. riguardanti la vera pace. TITOLO: Il giro dell’oca dei pregiudizi DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: aiutare i bambini a decostruire il loro immaginario sulla diversità ATTIVITÀ Verrà costruito un cartellone con il gioco dell’oca, in cui le caselle conterranno disegni di simboli religiosi, etnici, culinari ed altro, collegati a domande poste dall’insegnante con frasi/definizioni che potranno essere vere o stereotipate (in pratica delle domande tranello). Es: disegno del velo; domanda: tutte le donne musulmane portano il velo? Es: disegno del maiale; domanda: gli ebrei non mangiano carne di maiale La classe sarà divisa in gruppi con un portavoce o caposquadra che tirerà i dadi e, consultandosi con la squadra, darà la risposta. Se la risposta sarà corretta si avanzerà nel gioco di un certo numero di caselle in base alla difficoltà della domanda (1 – 2 – 3) Se la risposta sarà errata, si starà fermi per un turno e l’insegnante correggerà l’errore. TITOLO: Cristiani… o cristiani? DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: aiutare gli alunni a decostruire il loro immaginario circa “l’identità” del cristiano. ATTIVITÀ Agli alunni vengono mostrate (tramite diapositive, computer, ritagli di giornale…) diverse immagini, chiedendo loro di identificare quali di queste siano rappresentazioni di luoghi, persone, modi di pregare e di vestire inerenti ai cristiani. Viene chiesto anche di contestualizzare le altre fotografie “non cristiane”, mettendo così una didascalia per ogni immagine. Gli alunni sono inconsapevoli del fatto che tutte le istantanee in realtà raffigurano il cristianesimo, anche se nelle sue diverse confessioni e tradizioni. Dopo aver raccolto le differenti opinioni attraverso una discussione aperta tra gli alunni guidata dall’insegnate, la stessa insegnante fa rivedere le foto svelando che tutte sono cristiane. L’alunno scopre così che l’essere cristiano non corrisponde solo al vissuto con cui si trova a contatto (se il bambino appartiene ad un’altra fede religiosa) o di cui fa parte. I cristiani, pur avendo radici comuni, presentano differenze dovute a motivi storici, culturali, di tradizione e di influenze ambientali. TITOLO: Tutti i musulmani sono marocchini? DESTINATARI: classi quarte e quinte OBIETTIVO: Aiutare gli alunni a decostruire il loro immaginario circa la provenienza degli appartenenti alla religione islamica. ATTIVITÀ Ai bambini viene sottoposto un breve questionario. Esempi di domande: - Sai indicare il nome di una città in cui è presente una moschea? - In quali nazioni pensi siano maggiormente presenti persone di religione islamica? - Da dove pensi provengano i bambini musulmani che frequentano la tua scuola? I risultati del questionario vengono rappresentati graficamente su un planisfero da loro realizzato (in assenza o per mancanza di tempo si può anche usarne uno presente in classe). Si indica la reale ubicazione delle moschee e della religione musulmana sul planisfero. Intervistando tutti gli alunni musulmani del plesso, si risale allo loro provenienza e la si indica sul planisfero. Si discute insieme di quanto si è scoperto. TITOLO: Santa Claus o San Nicolaus? DESTINATARI: dai 9-10 anni OBIETTIVO: aiutare gli allievi a decostruire il loro immaginario rispetto alla figura di Santa Claus ATTIVITÀ Agli allievi viene proposta l’immagine di Santa Claus (es. quella della Coca – Cola) e li si invita a cogliere gli elementi essenziali dell’immagine: età anziana, fattezze della persona, colore dell’abito, compito svolto. Attraverso delle domande si porta la classe a definire l’immagine di un vescovo: abito rosso, età anziana, compito svolto. Presentazione del vescovo San Nicolaus e, a partire da fotografie e immagini della Turchia e di Bari (luoghi del santo ecc) costruzione del personaggio storico. Alla fine ricostruire l’immagine di Santa Claus insieme con i ragazzi. METODO DEL DECENTRAMENTO CULTURALE Educare al confronto interculturale significa innanzitutto far crescere la capacità di decentrarsi dal proprio punto di vista, imparando a pensare che il proprio modo di pensare non sia l’unico possibile o l’unico legittimo, ma uno fra molti. Essere visti e raccontati da altri ci aiuta a relativizzare il nostro punto di vista e, talvolta, a renderci più consapevoli di come siamo. Esempi concreti possono essere: la scoperta/cognitiva dell’America vista dalla parte degli Indios, le Crociate viste dagli Arabi; il Colonialismo in Africa raccontato dagli africani; i racconti di quando gli immigrati eravamo noi italiani etc. TITOLO: Mondi paralleli e Risiko di pace DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: educare al confronto interculturale partendo dal punto di vista dell’altro ATTIVITÀ L’insegnante porta a scuola due planisferi: uno con l’Europa al centro, l’altro con il Sud del Mondo in evidenza. Inizia così una conversazione mirata alla scoperta delle differenze ed emerge che il Mondo può essere osservato da diversi punti di vista. Gli alunni divisi in gruppi che rappresentano i continenti, vengono invitati a documentarsi sugli usi e costumi dei vari paesi. Successivamente, si propone il gioco “Risiko” con lo scopo di costruire percorsi di pace, utilizzando nuove regole stabilite dai bambini. TITOLO: L’origine del mondo DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: riconoscere ed accettare i diversi punti di vista, immedesimandosi con l’ “altro” ATTIVITÀ È importante far comprendere ai bambini che scienza/religione/mitologia non sono opposte tra loro, ma complementari. La classe viene divisa in tre gruppi: credenti, scienziati, studiosi di mitologia. A ciascun gruppo vengono forniti materiale ed indicazioni riguardanti la Creazione. Agli scienziati : la teoria del Big Bang Agli studiosi della mitologia: miti africani, asiatici Ai credenti: Bibbia, Corano, tradizioni induiste Segue il dibattito, dove ogni gruppo spiega il proprio punto di vista. Dopo la discussione, guidata dall’insegnante, i bambini giungono alla conclusione che in ogni teoria c’è del vero e quindi si completano. Oltre a fornire le nozioni riguardanti l’argomento su cui lavorare, è importante invogliare gli alunni ad immedesimarsi, anche attraverso l’utilizzo di abiti, oggetti, accessori che identificano il gruppo di appartenenza. TITOLO: La paura dell’altro DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: riflettere sul pregiudizio e imparare a guardare le cose da un altro punto di vista ATTIVITÀ Lettura della storia di “Cappuccetto rosso raccontata dal lupo” di Lief Fearn. Conversazione guidata sul significato del “pregiudizio” e da qui spunto per raccontare e drammatizzare la parabola del “Buon Samaritano”, dal punto di vista dell’uomo ferito. TITOLO: Annunciare o colonizzare? DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: riflettere sugli stili dell’annuncio evangelico e sulle sue conseguenze ATTIVITÀ Visione del cartone animato Pocahontas, lettura e discussione dello scritto del missionario Bartolomeo de las Casas in cui descrive la condizione di schiavitù degli indios inflitta dai colonizzatori spagnoli. Aiutare i bambini a comprendere che l’opera “civilizzatrice” dell’Occidente, nella storia, si è spesso rivelata irrispettosa dell’altro e delle sue tradizioni culturali e religiose. Non esiste una sola Civiltà o una Cultura migliore delle altre. Anche la Chiesa nel passato è caduta in questo errore. In secondo momento si introduce la figura del Vescovo martire Oscar Romero mostrando come nella sua vita abbia sempre testimoniato con parole e gesti concreti la buona novella del Vangelo, a difesa dei più deboli . TITOLO: Nei panni degli altri DESTINATARI: dai 6 anni OBIETTIVO: prendere coscienza che la realtà può essere percepita in modi differenti a seconda del vissuto personale ATTIVITÀ Racconto di alcune storie e loro elaborazione attraverso drammatizzazioni e giochi di ruolo. Si invitano i bambini adinterpretare animali diversi, immaginando le loro vite, cercando di immedesimarsi nei loro problemi e nei loro modi di vivere. Esempi: - incontro tra l’ippopotamo e l’anatra - incontro del bambino e del pesce rosso Si suggerisce anche l’utilizzo dell’audio-libro di Paola Mastrocolo “Che animale sei? storia di una pennuta” ed. Salani. TITOLO: Insieme sotto la croce DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: imparare a considerare il punto di vista e le emozioni degli altri ATTIVITÀ Dopo aver letto, dal Vangelo secondo Giovanni, la Passione e la Morte di Gesù, l’insegnante divide la classe in gruppi. Ai gruppi vengono date le seguenti indicazioni: disegna lo scenario della Crocefissione (Golgota e le tre croci); esprimi in un fumetto il pensiero dei seguenti personaggi e disegnali: Maria, Gesù, Giovanni, il Centurione, i due ladroni, Giuseppe d’Arimatea; disegna te stesso sulla scena ed esprimi il tuo punto di vista in un fumetto. I lavori svolti vengono appesi in classe, ogni gruppo legge i fumetti e commenta. TITOLO: 4 Vangeli, diverse prospettive su Gesù DESTINATARI: dai 9 anni OBIETTIVO: prendere coscienza che ogni evangelista ha descritto Gesù con la propria sensibilità evidenziando aspetti particolari ATTIVITÀ Alcuni bambini vengono scelti, i loro compagni devono descriverli usando degli aggettivi. Ciascuno scrive su un foglio la propria lista di aggettivi. Vengono lette le descrizioni e si evidenziano le somiglianze e le differenze. Si portano i bambini a riflettere sulla complementarietà delle descrizioni. Successivamente si utilizzerà questa dinamica per spiegare le diversità tra i Vangeli. Completare l’attività analizzando in classe una sinossi evangelica. TITOLO: “Perché non fa religione?” DESTINATARI: dai 6 anni OBIETTIVO: cercare nell’altro i segni dell’amore di Dio, accettando anche il suo differente punto di vista. ATTIVITÀ Partendo dalla domanda degli alunni: “Perché lei/lui non sta in classe quando c’è religione?” si chiede agli stessi alunni di provare a rispondere. Dopo breve discussione si racconta la fiaba “I saggi e l’elefante” (tratta da “Il litigio”, ed. Emi). Si analizza il racconto insieme, tramite rappresentazioni grafiche, drammatizzazioni e conversazioni guidate per giungere alla comprensione che ogni religione ha una propria particolare visione di Dio e poter, quindi, rispondere alla domanda “Perché esce?” mettendosi “al posto” del/la bambino/a non cattolico/a. METODO DEL DEBITO CULTURALE Riteniamo importante aiutare l’alunno a riconoscere il debito culturale che la sua cultura di appartenenza ha nei confronti di altre culture. Infatti tante realtà culturali, sia simboliche che materiali (parole, utensili, prodotti alimentari, piante, animali, simboli, riti, ecc.) che oggi sono considerate come parte essenziale della “mia” cultura, una volta non mi appartenevano. Poi, attraverso gli scambi culturali, le mescolanze, le contaminazioni, le ibridazioni, i prestiti etc. sono diventate elementi incorporati anche dalla mia cultura, a tal punto e così profondamente che oggi forse lo abbiamo dimenticato. A questo serve il riconoscimento del debito culturale. TITOLO: A cena con gli amici del mondo 1 DESTINATARI: dai 6 agli 8 anni OBIETTIVO: scoprire che essere amici significa conoscere le abitudini di bambini di altre culture ATTIVITÀ Dopo aver affrontato il tema della creazione, si portano i bambini a scoprire il valore dell’amicizia attraverso un viaggio alla scoperta degli alimenti tipici di altre culture, che sono entrati nell’uso comune della nostra alimentazione (patate, riso, pomodoro, spezie…). L’insegnante racconta fiabe e miti dei Paesi di provenienza di questi prodotti, si chiede ai bambini di portare a scuola gli alimenti citati nelle storie. La classe potrà osservare, toccare, annusare, eventualmente assaggiare gli alimenti e le spezie, che poi i bambini riprodurranno graficamente. Durante un’assemblea di classe, verrà chiesta ai genitori la disponibilità a preparare alcuni piatti tipici del nostro e di altri Paesi e a ritrovarsi tutti insieme per assaggiarli. TITOLO: A cena con gli amici del mondo 2 DESTINATARI: dai 9 anni OBIETTIVO: riconoscere il debito culturale attraverso gli alimenti e la loro preparazione ATTIVITÀ Partendo dal menù della mensa scolastica, scoprire l’origine dei principali ingredienti e confrontarli con altri possibili metodi di cottura, cucina e utilizzo. Interrogarsi sull’importanza che hanno alcuni ingredienti e chiedersi come sarebbe il piatto senza alcuni alimenti, anche quelli fondamentali nella corretta alimentazione giornaliera, provenienti da nazioni diverse. Elaborazione di un cartellone dove illustrare i principali alimenti di cui siamo debitori e la loro provenienza. TITOLO: A cena con gli amici del mondo 3 DESTINATARI: dai 9 anni OBIETTIVO: promuovere un approccio consapevole e costruttivo tra diverse culture ATTIVITÀ Si tratta di un gioco di memoria e di conoscenza reciproca, inteso a promuovere un approccio positivo tra diverse culture, che viene veicolato da una realtà del vissuto quotidiano di ogni persona: il cibo e la tradizione. Nel gioco, tipo memory, si usano 20 carte con nome, immagine ed ingredienti di piatti tradizionali di diversi Paesi, 20 carte con nome e nazionalità di appartenenza di ogni piatto, 1 tabella con i dati relativi ai piatti e alla loro provenienza . I giocatori dovranno ricordare le posizioni delle carte del primo gruppo rispetto a quelle del secondo, cercando, a turno, di appaiare i due elementi che formano la coppia. Le carte vengono disposte suddividendole nei due gruppi omologhi per caratteristiche, ponendole capovolte su un tavolo, ma rendendo evidente la linea di separazione tra i due gruppi. Da questo momento, le carte non potranno più essere spostate o mescolate. Stabilita la sequenza dei giocatori (attraverso conte, filastrocche o altro), ognuno avrà una sola possibilità di gioco durante ogni turno, affinché non ci siano preferenze per chi dovesse riuscire a trovare subito una coppia di carte. Ogni coppia di carte vale un punto e viene ritirata da chi l’ha formata. Vince chi accumula un maggior numero di coppie. L’insegnante presenterà piatti ed ingredienti agli alunni nelle lezioni che precedono il gioco, aiutando i ragazzi anche ad esplorare la dimensione religiosa e rituale del mangiare. Le carte saranno preparate in classe insieme con i ragazzi, con collage, disegni e scrivendo le informazioni essenziali sugli ingredienti dei vari piatti. Con un foglio di cartoncino formato A4 potranno essere realizzate 4 carte. TITOLO: Abramo padre della fede DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: scoprire e conoscere le radici comuni delle tre religioni monoteiste; riuscire a concettualizzare l’identità culturale-religiosa comune ATTIVITÀ Dopo aver spiegato e letto le storie degli ebrei a partire da Abramo, si aiutano i bambini a percepire l’unità culturale delle religioni monoteiste attraverso la creazione di una mappa concettuale, che ha come parola chiave “ABRAMO”. I bambini dovranno realizzare un disegno di Abramo su un cartellone, da cui far partire, a piacere, la genealogia. TITOLO: Che cosa c’è di ebraico in una chiesa DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: Comprendere il nostro debito culturale nei confronti del popolo ebraico ATTIVITÀ Visita guidata in una chiesa. Dopo un’attenta osservazione degli arredi del nostro edificio di culto, si chiede agli alunni di ricercare a casa (biblioteca, internet, ecc.) alcuni oggetti sacri, liturgici, che affondano le loro radici nella cultura ebraica (per es.: la Bibbia, il Tabernacolo e la tenda antistante, le colonne, le candele e la Menorah). Riferiti i risultati delle ricerche in classe, discutere insieme delle origini ebraiche di Gesù. TITOLO: La musica non ha confini DESTINATARI: dai 7 anni. OBIETTIVO: far capire agli alunni che strumenti provenienti da altri Paesi sono strumenti primitivi, che noi abbiamo “importato”. ATTIVITÀ L’insegnante, eventualmente aiutato da esperti, porta a scuola vari strumenti musicali, per esempio, dalla tradizione brasiliana, “pandajero” (tamburello), “atabachi” (il nostro tamburello); “birimbao” (strumento a corde); “indios” (flauto). Una breve storia di questi strumenti fa capire agli alunni che questi sono strumenti primitivi, che noi abbiamo “importato”. L’insegnante di musica porta gli strumenti simili a quelli mostrati. Tutti gli alunni potranno provare a suonare i diversi strumenti. TITOLO: Il giardino dei popoli DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: far scoprire ai bambini che molte piante, ortaggi e fiori noti hanno origini lontane. ATTIVITÀ In collaborazione con l’insegnante di scienze si prepara nel giardino della scuola un orto con diversi prodotti (pomodori, patate, mais, tulipani, papiro…). Mentre aspettiamo che spuntino i germogli, ricerchiamo e leggiamo storie, leggende e origini delle piante seminate, aiutando i ragazzi a capire che l’attenzione ed il rispetto per il creato sono passi del nostro cammino verso l’Altro. Può essere chiesta la collaborazione attiva degli aderenti ai Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) o al Distretto di Economia Solidale (DES) della zona, per un aiuto pratico nella progettazione e gestione dell’orto, o per aiutare la riflessione in classe. Durante una mostra che documenta il percorso fatto, vengono esposti e venduti i prodotti dell’orto. Il ricavato potrà essere devoluto per sostenere un progetto di solidarietà legato alle coltivazioni ecosostenibili. TITOLO: Tutti interdipendenti DESTINATARI: 10 anni OBIETTIVO: riconoscere che gli oggetti di uso quotidiano provengono da vari paesi del mondo ATTIVITÀ Leggere il racconto di Martin Luther King in cui l’autore spiega la provenienza degli oggetti da noi quotidianamente utilizzati: sapone (Egitto-Francia), asciugamano (Turchia), spugna (Isole del Pacifico), caffè e cioccolata (Sudamerica e Africa), thè (Cina e India). I bambini, ricostruendo i propri gesti quotidiani, scoprono di essere debitori di mezzo mondo, anche solo considerando i primi istanti dopo il risveglio. La riflessione condurrà a comprendere che siamo parte di un grande puzzle che è il nostro mondo. Ad esempio, a livello operativo, basterebbe evidenziare sul planisfero il “made in...” della prima colazione: da dove provengono i cibi che mangiamo ( latte- caffe’- cacao-zucchero- cereali-….)? Chi sono e come vivono le persone che li producono ( usi- costumi- religioni)? Come arrivano a noi questi prodotti? TITOLO: La Bibbia... per modo di dire DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: mostrare come la lingua italiana sia debitrice nei confronti dell’Antico Testamento ATTIVITÀ Lettura e ricerca nell’Antico Testamento di alcuni modi di dire di uso corrente. Per esempio: “Occhio per occhio, dente per dente”, “Essere Beniamino del gruppo”,”Vacche magre e vacche grasse”,”Vecchio come Matusalemme”…. Analisi del loro significato. Ricerca delle situazioni in cui vengono utilizzati. Illustrazione su cartelloni delle situazioni analizzate. Brevi drammatizzazioni dei vari modi di dire. TITOLO: Architettura e religione DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: comprendere che l’architettura cristiana sia un meticciamento di stili provenienti da altre culture e religioni ATTIVITÀ 1 Ricerca di monumenti utilizzati da cristiani, ma nati per altri scopi (Pantheon a Roma, Tempio romano a Assisi, cattedrali spagnole di origine Islamica…). Studio della loro storia e analisi degli elementi architettonici caratteristici delle diverse culture. Realizzazione a gruppi di una cattedrale (disegno) utilizzando gli elementi architettonici delle diverse religioni. ATTIVITÀ 2 Nel percorso di conoscenza dell’Islam ci si sofferma sullo studio degli elementi decorativi della moschea. Usando internet, dal sito www.religionecattolica.it si può proporre la visita virtuale di alcune moschee, indirizzando l’attenzione dei bambini sulle decorazioni in ceramica. Questo sarà lo spunto per iniziare un dialogo e ricercare insieme luoghi italiani rinomati per l’arte della decorazione della ceramica (ad esempio: Capodimonte, Caltagirone, Faenza, Albisola etc.) e per scoprire che tale attività artigiana nasce da un antico scambio culturale in seguito a commerci, conquiste e dominazioni dei popoli del passato. È possibile concludere l’attività scegliendo un disegno tipico da riprodurre su un piatto o una piastrella. ATTIVITÀ 3 Agli alunni verrà proposta la visita guidata di una antica pieve o basilica, come la Basilica di Agliate. Nell’incontro successivo, gli alunni saranno invitati a raccontare ciò che hanno osservato e saranno guidati a riflettere sul fatto che molti dei simboli presenti non sono da sempre patrimonio della cristianità. In seguito, i ragazzi, suddivisi in gruppi, utilizzando il computer e testi di storia e di arte, procederanno alla ricerca delle ‘vere’ origini dei diversi simboli. Ogni gruppo produrrà un CD-rom o un fascicolo che illustrerà il lavoro svolto e le conoscenze acquisite. TITOLO: L’eredità della Pasqua ebraica DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: a comprendere le origini ebraiche della Pasqua cristiana ATTIVITÀ L’insegnante, dopo aver proposto la storia biblica di Mosè, affronta in modo più approfondito l’origine della Pasqua ebraica ed invita gli alunni a rivivere e ripetere gli stessi gesti del popolo ebraico. Attraverso la didattica laboratoriale, la classe viene divisa in piccoli gruppi per preparare l’ambiente storico della prima Pasqua degli Ebrei. I diversi gruppi preparano l’agnello (di cartone), gli stipiti delle porte, la cintura e il bastone per il viaggio, la tavola per la cena. L’insegnante porta il pane azzimo e le erbe amare. Agli alunni viene fatta vivere l’atmosfera di attesa del popolo ebraico durante la notte pasquale, anche attraverso l’assaggio dei cibi. L’insegnante collega la Pasqua dell’Antico Testamento con la Pasqua cristiana: il sacrificio dell’agnello con il sacrificio di Gesù in croce, il passaggio dalla schiavitù alla libertà con la resurrezione di Gesù, la cena ebraica con l’ultima cena di Gesù. L’insegnante mette in evidenza che le radici della Pasqua cristiana risalgono alla Pasqua del popolo ebraico. La classe realizzerà un cartellone con alcuni simboli, sottolineandone il passaggio dal contesto ebraico a quello cristiano. Se ne suggeriscono alcuni a titolo di esempio: ALTARE (Abramo che sacrifica Isacco / Altare nel tempio / La mensa eucaristica) AGNELLO (Agnello sacrificale / Gesù nuovo agnello) PANE (Pane azzimo / Pane eucaristico) INCENSO ( Incenso utilizzato nel tempio / incenso utilizzato durante la celebrazione eucaristica) OFFERTA ( La decima del loro raccolto / offerta durante la celebrazione eucaristica) GIORNO DI FESTA ( Giorno dedicato a Dio, al riposo / giorno del Signore e del riposo) LIBRO SACRO ( A.T - La Torah per gli ebrei / A.T libro sacro anche per i cristiani ) TITOLO: Il viaggio del risotto alla milanese DESTINATARI: dagli 8 anni OBIETTIVO: riconoscere la vera origine di alimenti considerati “nostrani” ATTIVITÀ Conversazione guidata sui piatti tipici del territorio della provincia di Milano. Tra gli alimenti emersi si focalizzerà l’attenzione sul “risotto alla milanese” che ha tra gli ingredienti principali lo zafferano e il riso, che hanno origini orientali. Dalla conversazione emerge la convinzione dei bambini che questi alimenti siano originari del territorio locale. Attraverso materiali vari (internet, testi, immagini fotografiche) si guida il bambino a scoprire le vere origini e la storia di questi alimenti. Viene infine raccontata una leggenda sullo zafferano, che da pigmento usato per la pittura diventa casualmente ingrediente culinario. Durante il percorso si evidenzierà l’importanza del riso come alimento primario presso alcune popolazioni in via di sviluppo. METODO DELL’AZIONE (PEDAGOGIA DEI GESTI) L’educazione interculturale oltre alle conoscenze e agli atteggiamenti deve saper valorizzare anche i gesti, le azioni, i comportamenti, ossia la via pragmatica dell’educazione alla cittadinanza attiva. Le seguenti schede propongono quindi esempi di pedagogia dei gesti. TITOLO: 10 azioni per aprire la mia classe al mondo DESTINATARI: dai 6 anni OBIETTIVO: avvicinare i ragazzi a una dimensione di mondialità e di cittadinanza planetaria ATTIVITÀ 1) invitare in classe dei missionari o testimoni che abbiano vissuto nel Sud del mondo, per ascoltare la loro esperienza personale; 2) sostenere a distanza, come classe, una comunità o singoli bambini e fare approfondimenti interdisciplinari sul loro Paese d’origine; 3) organizzare una visita a una Bottega del Commercio Equo e Solidale e ospitare a scuola un banchetto con tali prodotti; 4) abbonare la classe a riviste per ragazzi che aprano a una dimensione di mondialità (es. E vai del Pime o PM dei comboniani) 5) invitare in classe i genitori di alunni originari di altri Paesi e ascoltare la loro esperienza di immigrazione e il loro vissuto di fede; 6) partecipare a campagne di sensibilizzazione organizzate da Istituti missionari o associazioni no profit sui temi della giustizia e della solidarietà globale; 7) recuperare il valore dei gesti simbolici, dal piantare un ulivo nel giardino della scuola, a scrivere una lettera ai grandi della terra per chiedere giustizia e pace... 8) valorizzare in classe le ricorrenze nazionali e internazionali (es. 20 novembre Diritti dei Bambini, 27 Gennaio Giornata della Memoria, 16 Giugno la Giornata del Bambino Africano etc.) 9) organizzare un cineforum serale aperto a figli e genitori sulle tematiche dell’intercultura e della mondialità; 10) utilizzare in classe delle modalità di lavoro che educhino, già di per sé, al rispetto e all’accoglienza dell’altro (es. cooperative learning, focus group, ricerca-azione etc.) TITOLO: Il Vangelo secondo Giotto DESTINATARI: dai 10 anni OBIETTIVO: avvicinare i ragazzi al mondo dell’arte e raccogliere fondi per progetti di solidarietà ATTIVITÀ Studiati gli affreschi di Giotto per la cappella degli Scrovegni (personaggi, ambientazione, colori…), i bambini realizzano un cartellone che riproduce tutti gli affreschi. Si suggerisce il testo “Il vangelo secondo Giotto” di Roberto Filippetti, ed. Raffaello. Successivamente i bambini, suddivisi in piccoli gruppi, ricercano su internet e su libri di storia dell’arte immagini caratteristiche del natale ortodosso, per esempio “La nativita” di Andrej Rublev. Anche queste opere sono riprodotte dai bambini su un cartellone. Gli elaborati dei ragazzi sono esposti a scuola prima delle vacanze di Natale, come mostra d’arte. La richiesta di un’offerta (libera) ai genitori come contributo per la visita alla mostra può consentire la realizzazione di progetti di solidarietà scelti dalle classi coinvolte nel progetto. TITOLO: La chiesa come luogo che accoglie DESTINATARI: dai 7 anni OBIETTIVO: viviamo l’accoglienza! ATTIVITÀ L’insegante propone immagini di varie costruzioni e gli alunni devono riconoscere l’edificio chiesa. Riflessione e conversazione sull’importanza per la comunità cristiana di questo luogo sacro. Si preparano domande di approfondimento e curiosità da proporre al parroco durante la visita alla chiesa del quartiere: stile architettonico, Santo a cui è dedicata, notizie storiche semplici… Durante la visita, il parroco e l’insegnante spiegano il significato teologico per i cristiani dei vari oggetti sacri e sottolineano come la cura della chiesa sia finalizzata anche a renderla accogliente per chiunque voglia pregare. I bambini poi discutono di che cosa per loro significhi accogliere gli altri e ciascuno si impegna a compiere un gesto per essere più accogliente. TITOLO: Disarmiamoci DESTINATARI: dai 6 ai 9 anni OBIETTIVO: promuovere atteggiamenti e comportamenti a favore della pace e della nonviolenza ATTIVITÀ Nel periodo di preparazione al Natale si propone alla classe un racconto aventi per protagonisti delle armi giocattolo capaci di trasformarsi in strumenti utili per lo studio (libri, quaderni, banchi, sedie…). Gli alunni si confrontano con il fatto che non tutti i bambini del mondo hanno diritto al gioco e all’istruzione a causa della guerra e vengono invitati a realizzare disegni e brevi testi sul tema della pace. Nel corso di uno spettacolo di magia per i bambini di don Silvio Mantelli, “Mago Sales”, viene chiesto agli alunni di consegnare le proprie armi giocattolo. Le armi giocattolo consegnate, insieme ad una piccola offerta, serviranno per sostenere un progetto sul disarmo. L’attività si ispira al progetto “disarmiamoci” della Fondazione Mago Sales (www.magosales.it) TITOLO: Acqua: dono prezioso! DESTINATARI: dai 6 anni in poi OBIETTIVO: essere consapevoli dell’importanza dell’acqua nella cultura propria e altrui ATTIVITÀ Conoscere l’elemento “acqua” dal punto di vista scientifico (lezione interdisciplinare). Cercare e riconoscere in testi poetici, mitologici, religiosi, storici l’importanza attribuita all’acqua, la sua considerazione, il suo valore. Richiedere la partecipazione di genitori di alunni di origine straniera invitandoli a leggere nella loro lingua, e naturalmente a tradurre, alcuni testi relativi all’importanza del tema “acqua” nella propria cultura. Realizzare scenografie adatte ad accompagnare “artisticamente” le letture. Allestimento di una mostra conclusiva di sintesi dei lavori. Visitare una mostra sull’utilizzo dell’acqua nei diversi paesi del mondo che apra alla riflessione su scelte responsabili. Si suggeriscono i seguenti testi: “All’ombra dell’ulivo” (poesie e filastrocche del Magreb), “All’ombra del baobab” (poesie e filastrocche Africane), “All’ombra della papaya” (poesie e filastrocche del Brasile, Portogallo, America Latina); Poema “ENUM ELISH” (mito di Ghilgamesh); Racconto biblico del “DILUVIO UNIVERSALE”, Genesi cap. 6-7-8. Discussione in classe sull’importanza che diamo, nei nostri gesti quotidiani, all’acqua e su quanto facilmente la sprechiamo. Discussione prima per piccoli gruppi e poi con tutta la classe per scegliere almeno un’azione precisa in cui ciascuno vorrà impegnarsi per ridurre lo spreco di acqua. TITOLO: La mia scuola per la pace DESTINATARI: dai 6 anni OBIETTIVO: partecipare ad un evento collettivo in rete con altre scuole ATTIVITÀ In ciascuna delle Scuole aderenti si sospendono le normali attività didattiche e si organizzano attività di educazione alla mondialità. Per mantenere unitarietà e dare risalto alla Giornata, in tutte le scuole aderenti si realizzano alcuni momenti comuni, per esempio: - un Segnalibro della Pace che ogni alunno porti a casa a ricordo della Giornata; - la composizione di testi letterari, poetici, acrostici e disegni con i quali sarà realizzato un libro - il pasto della pace per tutti coloro che si fermano per il pranzo (menù multietnico); - il canto di una canzone (diversa per grandi e piccoli): “Rime di pace”, “Amico nemico”. “Lo scriverò nel vento”, cantata da tutti in tutte le scuole aderenti nello stesso momento. Per informazioni e approfondimento, è possibile contattare il Comitato Intercomunale per la Pace dell’Ovest di Milano, dove quest’attività è già stata realizzata in molte scuole: [email protected]; www.comitatopace.it. APPENDICE INSEGNARE LA RELIGIONE IN UN CONTESTO INTERRELIGIOSO E MULTICULTURALE A CURA DI DON ALBERTO COZZI Diagnosi del tempo Identità e simboli religiosi: Natale festa della luce? Il sogno di un «presepe» multireligioso L’idea dinamica di cultura: l’esodo verso la verità e il compito di diventare uomini Un’intuizione: il bello che spinge e coinvolge La sfida: articolare la lettura dei simboli religiosi in una storia delle religioni Le religioni tradizionali o primitive: le esperienze del sacro (centro dello spazio e del tempo) La sistemazione dei miti: il costituirsi originario del reale e il suo senso nelle narrazioni mitiche Le vie dell’uscita dal mito e l’esperienza religiosa: la mistica (l’uno), la rivoluzione monoteista (il bene) e l’illuminismo razionale (il vero) Educare alla bellezza: una forma di educazione multiculturale e interreligiosa La «paideia»: mimesis (imitazione) e metexis (partecipazione) come forme possibili della bellezza che «rende belli» Dimensioni del bello: • meraviglia/stupore (l’esodo e l’attrazione) • armonia/corrispondenza/proporzione (il bene) • integritas/perfezione/gioia (la comunicazione) • luminosità/chiarezza/splendore (la trasformazione) Quale bellezza salverà il mondo? La bellezza della croce La «Gloria» di Dio ovvero lo splendore della fedeltà dell’amore La forma sfigurata: il mistero della croce e la bellezza dell’amore come carità/dono/ospitalità Esperienze di «capovolgimento estetico» (dolce/amaro di Francesco) L’ambiguità della bellezza (Pirandello) «La bellezza è nient’altro che la forma sensibile del bene e della verità» (Solov’ëv) § 1. Diagnosi del tempo: l’incontro tra religioni e la difficoltà culturale 1.1. Episodi sintomatici di un disagio: • Nei pressi di Savona una giovane professoressa, per accogliere in classe un giovane musulmano (rom) toglie il crocifisso dalla parete; • a Ivrea le maestre propongono di non preparare il solito presepe e i canti natalizi, per non fare sentire a disagio i figli di musulmani e di non-credenti; il sindaco del paese insorge: «Vogliamo per i nostri figli il Natale come si deve: col presepe, i canti, l’alberello e il panettone» • le maestre di una scuola elementare del Piemonte cambiano nome alla festa natalizia e parlano di giornata dell’amicizia 1.2. Il sogno di un «presepe» interreligioso: E nel libro ricorda Maria, quando si appartò dalla sua gente lungi in un luogo d’Oriente – ed essa, lontana da loro, prese un velo. E noi le inviammo il nostro Spirito che apparve a lei sotto forma di uomo perfetto. Ed ella gli disse: «Io mi rifugio nel Misericordioso, avanti a te, se tu sei timorato di Dio!». Le disse: «Io sono il Messaggero del tuo Signore, per donarti un fanciullo purissimo». «Come potrò avere un figlio, rispose Maria, se nessun uomo m’ha toccata mai, e non sono una donna cattiva?» Disse: «Così sarà. Perché il tuo Signore ha detto: “Cosa facile è questa per me”, e Noi, per certo faremo di lui un segno per gli uomini, un atto di clemenza nostra: questa è cosa decretata». Ed essa lo concepì e si appartò col frutto del suo seno in luogo appartato (Sura XIX,16-22) Ché il Cristo, figlio di Maria non è che il messaggero di Dio, il suo Verbo (kalima) che egli depose in Maria, uno spirito (ruh) da lui esalato (Sura IV,171) In verità io sono il Servo di Dio, il quale mi ha dato il Libro e mi ha fatto profeta (Sura XIX,30) 1.3. In fondo, l’incontro delle culture è possibile perché l’uomo, nonostante tutte le differenze della sua storia e delle sue creazioni comunitarie, è un identico e unico essere. Quest’essere unico che è l’uomo, nella profondità della sua esistenza, viene intercettato dalla verità stessa. Da qui deriva la fondamentale apertura di tutti verso l’altro e si spiegano le essenziali convergenze che esistono anche tra le culture più remote. Le varie culture non vivono solo la loro propria esperienza di Dio, del mondo e dell’uomo, ma lungo il loro cammino si incontrano inevitabilmente con altri soggetti culturali e si devono confrontare con le altrui differenti esperienze. Così, a seconda dell’apertura o della chiusura, a seconda della larghezza o della ristrettezza di un soggetto culturale, si giunge all’approfondimento e alla purificazione delle proprie conoscenze e valutazioni. Ciò può portare a una trasformazione profonda della forma di cultura vigente. Un’eventuale trasformazione positiva dipende dalla potenziale universalità di tutte le culture, che si concretizza nell’accoglienza di ciò che è altrui e nel cambiamento di ciò che è proprio. Un processo del genere può portare addirittura a far sì che vengano a galla quei taciti allontanamenti dell’uomo dalla verità e da se stesso che si celano in una cultura… Perciò non dovremmo parlare più propriamente di inculturazione ma di incontro delle culture o di interculturalità… Solo se si tengono ferme la potenziale universalità di tutte le culture e la loro reciproca apertura, l’interculturalità può portare a nuove forme feconde (J. RATZINGER, Fede, Verità, Tolleranza. Il cristianesimo e le religioni del mondo, Cantagalli, Siena 2003, 65-67). A un concetto statico di cultura, che ne presuppone forme fisse, che in ultima istanza rimangono costanti e sono solo giustapposte tra loro, né possono trapassare le une nelle altre, il Papa contrappone nella Fides et Ratio un modo dinamico e comunicativo di intendere la cultura. Egli sottolinea che le culture quando sono «profondamente radicate nell’umano, […] portano in sé la testimonianza della tipica apertura dell’uomo all’universale e alla trascendenza» (n. 70). Perciò le culture, quale espressione dell’unica essenza dell’uomo, sono caratterizzate dalla dinamica dell’uomo, che trascende tutti i limiti. Le culture pertanto non sono fissate una volta per sempre a una struttura, ma hanno la capacità di progredire e di trasformarsi, col pericolo tuttavia anche di decadere. Esse sono impostate per l’incontro e la fecondazione reciproca (Ivi, 205). 1.4. Un’intuizione: Quando ti imbatti in una cosa bella, la racconti. E quando ti imbatti in una cosa vera, la dici. E se hai capito che la storia di Gesù è come un lampo che ha illuminato per sempre il cammino del mondo e dell’uomo, donandogli senso, allora lo racconti a tutti. E se l’incontro con Gesù ha cambiato la tua esistenza dandole forza, direzione, gioia di vivere, allora inviti gli amici a condividerla (B. Maggioni). § 2. La sfida. Articolare la lettura dei simboli religiosi in una storia delle religioni 2.1. Le religioni nella storia: schema di un rapporto di successione Religioni tradizionali o primitive l’esperienza «dispersa o diffusa» del sacro (cose, luoghi e tempi sacri) La sistemazione del sacro in una narrazione coerente: i miti (un discorso sull’originario costituirsi della realtà e il suo senso) Le vie dell’uscita dal mito: la cultura e l’umano La via mistica la rivoluzione monoteista (l’unum) (il bonum) l’illuminismo razionale (il verum) 2.2. Un’intuizione: «La bellezza non è nient’altro che la forma sensibile del bene e della verità» (Solov’ëv) Una teologia così orientata (alla bellezza) è capace di attingere a tutta la pluralità dell’esperienza umana facendola diventare ricchezza della… trasfigurazione delle culture in Cristo nella storia della salvezza, conferendo a questa stessa realtà la capacità di ispirare, di orientare le persone, di assumere per loro un valore esistenziale. In questo mondo dove vince una dialettica tra soggettivismo e oggettivismo, producendo continuamente antagonismo e frantumazione, la bellezza rappresenta la piattaforma di elaborazione di un modo di pensare, sentire e creare comunionale (M. Rupnik). § 3: Educare alla bellezza: una forma di educazione multiculturale e multireligiosa 3.1. L’idea greca di educazione come «paideia»: un processo di trasformazione nella crescita, inteso come imitazione della bellezza (mimesis) e partecipazione a ciò che è bello (metexis): Non si tratta solo o tanto di imparare a gustare la bellezza, ciò che è bello, ma di lasciarsi trasformare dal bello (penetrazione, trasfigurazione): «La vita spirituale, in quanto procede dall’Io e ha nell’Io il suo fulcro, è la verità; percepita come azione immediata dell’altro è il bene; contemplata oggettivamente dal terzo come irradiazione all’esterno è la bellezza. La verità manifestata è l’amore. L’amore realizzato è la bellezza» (P.A. FLORENSKIJ, La colonna e il fondamento della verità, Milano 1974, 115) 3.2. Le dimensioni del bello (naturale) • • • • La meraviglia/stupore, inizio della sapienza (dinamica di apertura al reale e uscita da sé: dimensione estatica) L’armonia, proporzione, corrispondenza (la forma bella come sinergia di elementi e parti: ritmo, simmetria) L’integrità/perfezione e gioia (comunicazione in regime di gioia/espansione) La luminosità/chiarezza/splendore: «La bellezza è trasformazione della materia per mezzo dell’incarnazione di un principio sovra-materiale (o spirituale). Solov’ëv fa l’esempio del diamante: dal punto di vista chimico ha la stessa composizione del carbone. Perché allora uno è bello e l’altro no? Il carbone soffoca la luce, il diamente invece la fa risplendere. Per Solov’ëv allora si conosce in maniera simbolica, scoprendo in una realtà una più profonda, vedendole l’una nell’altra, compenetrate» (M. Rupnik). § 4. Quale bellezza salverà il mondo? La «bellezza» dell’amore di Dio crocifisso Due certezze: Vivere l’identità del nostro essere «immagine di Dio» significa diventare belli; la bellezza è un’energia che compenetra tutte le cose e le rende trasparenti le une per le altre, comunicative, ma anche trasparenza del mistero che in esse si comunica. Ma la possibilità di vivere una relazionalità positiva, pur essendo creature limitate e finite, realizzando cioè un legame vivificante e trafigurante «nonostante tutto», rimanda alla «fedeltà di Dio». La bellezza è manifestazione della verità e del bene solo nella forma della fedeltà/stabilità/durata (è il senso biblico della verità come ‘emet/’emunah). È il senso dell’apparizione e manifestazione della «Gloria di Dio» nella storia della sua alleanza (kabod). 4.1. La felicità/beatitudo si realizza nella corrispondenza tra il movimento di espansione dell’animo (gioia) e l’oggetto adeguato di tale movimento, ossia quel vero bene che è Dio. L’animo è appagato dalla realtà incondizionata (misura che non è da nulla misurata e bene imperituro) che è Dio. Come insegna sant’Agostino il segreto della vera felicità si trova nella capacità di godere della bellezza che rende belle le cose, più che delle singole cose belle. Realizzare ciò significa «rientrare in se stessi» (via dell’interiorità) per cogliere in Dio-Creatore, anziché nelle creature, l’oggetto vero e ultimo del nostro desiderio e quindi della nostra gioia. E’ Dio infatti la bellezza nelle cose belle, lo splendore nelle cose attraenti, l’essere delle cose che esistono. A differenza del desiderio, che tende verso il bene assente (cupiditas), la gioia consiste nel godimento del vero bene, posseduto e voluto per se stesso (laetitia). La «laetitia» è una «diffusio animi», un’espansione o dilatazione dell’anima, mentre la tristezza è una «contractio animi». Se oggetto della vera gioia è l’unico vero e sommo bene, cioè Dio («Ipsa est beata vita gaudere ad te, de te, propter te» Confessioni X,22,32), è evidente che l’anima deve essere invasa dalla gioia, ossia deve dilatarsi massimamente per accogliere il sommo bene divino e, viceversa, la comunicazione del sommo bene divino la dilata nella gioia. Nella gioia cristiana l’anima si dilata fino ad accogliere il vero bene che è Dio. Siamo in presenza di una dilatazione dell’animo, di un’apertura all’infinito. Siamo quindi rimandati alla considerazione dell’oggetto della vera beatitudine: «La vita felice è gioia della verità: ma questo è gioia di te, di te che sei la verità». Infatti la vita beata consiste nel possedere, mediante la vera conoscenza, ciò che è eterno, immutabile, e quindi non soggetto al mutare della sorte. «Se qualcuno quindi «ha» Dio, «ha» un essere sottratto al tempo e allo spazio, immutabile ed eterno: «ha» l’Essere in sé. Essere felice significa quindi avere qualcosa di eterno mediante la conoscenza, partecipare al bene immutabile o al sommo Bene, «godere» della ferma e immutabile verità. Il conoscere possiede qualcosa di eterno già nell’Idea, in quanto fondamento dei singoli enti temporali, ma in Dio, che è l’Essere immutabile, il conoscere possiede il fondamento pensante, il luogo originario delle idee… Fondamento della vita felice è la Verità assoluta (veritas ipsa) e non l’apparire di qualche verità contingente che costituisce, insieme ad altre verità, la trama di una teoria. La verità assoluta è la forma di tutte le singole verità, fondamento universale dell’essere-vero di ciò che esiste nella creatio… “La vita felice è gioia della verità. Ma questo è gioia di te, di te che sei la verità, Dio, mia luce, salvezza del mio volto e mio Dio”» (W. BEIERWALTES, Regio beatitudinis. Il concetto agostiniano di felicità, in Agostino e il neoplatonismo cristiano, Milano, Vita e Pensiero 1995, 69-70). 4.2. La bellezza, l’armonia, la perfetta corrispondenza all’amore di Dio nel suo Figlio ha una sua forma, figura e parola che appare nella vita di Gesù. Ma alla fine di tale vita la forma è deformata, la figura sfigurata e la parola ammutolita sulla croce: Ma la croce pone al cuore della figura che Gesù realizza, corrispondendo al dono di Dio, un forma sfigurata, una non-figura: Gesù crocifisso è la parola resa muta e il mistero dell’abbandono di Dio, che si nasconde nelle tenebre della morte. La figura di Gesù perde la luminosità interiore del dono del Padre al Figlio e più che la vicinanza di Dio che si partecipa in un dono sempre più grande, pare di scorgervi l’assenza di un Dio lontano, che abbandona il suo eletto. Come leggere questo scandalo della croce? La croce esige una prospettiva nuova, un nuovo principio di intelligibilità. Per guardare la croce nel modo giusto occorre convertire i canoni estetici terreni, basati sull’eros (amore di desiderio che assimila), per aprirsi all’amore come dono di sé, alla carità come rinuncia e perdita per l’altro. In tal modo la croce acquista una nuova luce, che riflette il mistero di Dio a una profondità nuova. Si tratta di leggere l’armonia della figura di Gesù a partire da una logica diversa, disponendosi a percepirvi una luminosità nuova, che rimanda a un amore di Dio sempre più grande, nel quale Dio si spoglia di sé, si perde per amore dell’uomo peccatore, dell’uomo che rifiuta e uccide. E’ la logica della kenosi. La gloria di Dio non è più percepibile nella forma sfigurata del Crocifisso a partire dai canoni normali della bellezza (forma armonica e splendore): la forma sfigurata esige di percepire una sovra-forma, una super-figura, che corrisponde al semper maior dell’amore trinitario, alla misura smisurata della carità divina, quale segreto della relazione tra Padre e Figlio nello Spirito. La bellezza propria della gloria di Dio assume una luminosità nuova, poiché si manifesta in un dono che svela la luminosità speciale di un Dio che come Padre è puro dono, perdita di sé a favore del Figlio, e di un Figlio che è consegna senza riserve al Padre, per lo stesso amore. 4.3. È questa l’esperienza di una bellezza nuova, di una luce corrispondente all’amore di Dio che capovolge i nostri gusti e li apre a qualcosa di nuovo: Un giorno che stava pregando fervidamente il Signore, sentì dirsi: «Francesco, devi disprezzare e odiare tutto quello che mondanamente amavi e bramavi possedere. Quando avrai cominciato a fare così, ti parrà insopportabile e amare quanto per l’innanzi ti era attraente e dolce; e dalle cose che una volta aborrivi, attingerai dolcezza grande e immensa. Felice di questa rivelazione e divenuto forte nel Signore, Francesco, mentre un giorno cavalcava nei paraggi di Assisi, incontrò sulla strada un lebbroso. Di questi infelici egli provava un invincibile ribrezzo… (Leggenda dei tre Compagni, IV,11). «Innanzi alla bellezza di Dio: Bellezza incomparabile/ ch’ogni bellezza anneri,/ innanzi a Te che l’anima/ senza ferir mi feri/ ogni terreno amore / non con rimpianto muore.// Nodo che insiem sì varie/ cose congiungi e tieni/ deh! Non ti sciôr! Se l’anima/ stretta al suo Dio trattieni, in gioie senza uguali/ mutansi tosto i mali» (S. TERESA DI GESÙ, Opere, Roma, Postulazione generale O.C.D., 1981, 15061507). 4.4. L’ambiguità della bellezza e la lezione della via della croce (Pirandello): la farfalla nel fuoco. LE PAROLE DELL’INTERCULTURA COME RENDERE COMPATIBILI LE DIVERSE IDENTITÀ RELIGIOSE A SCUOLA? di Milena Santerini Il pluralismo culturale e religioso caratterizza ormai il patchwork globale delle società contemporanee e si rispecchia nella vita della classe. Sono ben 191 le nazionalità presenti nella scuola italiana e 11 le religioni professate dagli alunni. Contrariamente a quello che si pensa, però, tra i circa 282.000 alunni stranieri in Italia quasi la metà sono cristiani. Di fronte a tale complessità e ricchezza si riscontra un diffuso “analfabetismo” del fenomeno religioso. La risposta al pluralismo non può essere la negazione o la difesa, bensì un approfondimento della dimensione religiosa (basti pensare all’intreccio tra quest’ultima e i diversi saperi (storico, letterario, etc.) o alla Bibbia come codice della cultura occidentale. Le polemiche sul crocifisso, sul velo o sulla possibilità di esprimere o meno i segni religiosi appartenenti ad ogni fede mostrano in realtà confusione e disorientamento tra insegnanti ed alunni. Si assiste al rischio della contrapposizione di universi religiosi non comunicanti, così come ad un pericolo altrettanto grave: una cultura relativizzante, stile New Age, che mescola, in un tutto indifferenziato ed eclettico, valori e credenze. Il relativismo, postulando la neutralità di fronte alle culture e alle religioni, è certamente una risposta insufficiente, in quanto ne impedisce le relazioni: dichiarando di rispettare le culture, finisce col separarle. Una scuola che accolga la distinzione tra il principio di laicità, - di per sé legittimo, se inteso come distinzione tra la comunità politica e le religioni di uno stato - e il laicismo, non potrà dare risposte di sottrazione o mera tolleranza, bensì proporre una laicità inclusiva e attiva, capace di accoglienza dinamica e critica della diversità, tesa a far entrare in dialogo le identità religiose e culturali di tutti. Allo stesso tempo, può conservare la visibilità sociale del fatto religioso rifiutando la chiusura della fede nella sfera privata. In questo senso, la scuola attuale non può non riconoscere il ruolo centrale della religione nelle dinamiche dell’educazione interculturale e contribuire a sviluppare la conoscenza delle religioni in tale ottica. Essa può divenire uno spazio di dialogo e di mediazione, dove gli alunni -considerati soggetti di diritti e doveri – apprendono, sotto la guida degli insegnanti, l’autoriflessività e il rapporto con la diversità culturale. Se l’educazione alla differenza è indissociabile da un’educazione all’identità, gli insegnanti dovranno riflettere sulla formazione di alunni capaci - da un lato - di comprendere e interiorizzare il patrimonio della propria tradizione, ma allo stesso tempo di costruire significati e interpretazioni condivise. Nella vita quotidiana della classe, anche se gli Obiettivi specifici di apprendimento per l’educazione alla Convivenza civile non contengono riferimenti diretti all’intercultura, appare ineliminabile una prassi educativa che, sia in questo ambito trasversale, sia in tutto il tessuto della vita scolastica, costruisca le premesse del dialogo interreligioso a partire dai “concetti di diritto/dovere, libertà responsabile, identità, pace, sviluppo umano, cooperazione, sussidiarietà” (Educazione alla Cittadinanza). All’autonomia delle scuole è poi delegata la competenza di stabilire eventuali festività significative per le altre fedi, improntare la vita scolastica alla mutua comprensione, creare occasioni di dialogo con gli alunni e con le famiglie, includere anziché escludere i simboli che testimoniano le diverse identità e appartenenze. BREVE BIBLIOGRAFIA Montanari Donata BAMBINI DI TUTTI I COLORI Fabbri 1999 1 v., ill. (per Scuola Materna/Primo Ciclo Elem.) Steinbacher Judith BAMBINI INTORNO AL MONDO : UN LIBRO GIOCO Edicart 1994 1 v. ill. (per Scuola Materna/Primo Ciclo Elem.) IL GIRO DEL MONDO Usborne 1997 (Chi cerca trova) 48 p., ill. (per Scuola Materna/Primo Ciclo Elem.) Montevecchi Silvia UNA LITE NELL’ARCA DI NOE’ Emi 1993 (Sussidi didattici) 47 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Roncaglia, Silvia MA CHE RAZZA DI RAZZA E’? Città Nuova 2000 (I colori del mondo. I riquadri) 45 p., ill. (per Scuola Materna/Primo Ciclo Elem.) Arni Samhita IL MAHABHARATA raccontato da una bambina Adelphi 134 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Ippoliti, Lilly LA MATITA SPEZZATA. STORIE DIFFICILI DI PICCOLI IMMIGRATI Datanews 2000 (Oasi) 63 p. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) LE MILLE E UNA PAROLA: DIALOGO CON IL MONDO ARABO Fatatrac 1996 (Tu non sai chi sono io) 48 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) RACCONTAMI CHI ERO : MITI E LEGGENDE DAL MONDO Fatatrac 2003 p.53, ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) FAVOLE DAL MONDO (Collana) Prima, Seconda e Terza serie, Emi Bosi Luciano COME COSTRUIRE STRUMENTI MUSICALI A PERCUSSIONE CON MATERIALI DI RECUPERO Macro Edizioni 1998 109 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Barilla Guido, Benzo Margherita, Porta Raffaella COSI’ GIOCANO I BAMBINI DEL MONDO: 18 GIOCHI DA TANTI PAESI Emi 2001 (Strumenti) 95 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Cinquetti Nicola, Padovani Marco LE DANZE DELL’ACCOGLIENZA Mela Music 2002/2003 vol. 1 e 2 con audioc. e CD allegato p. 35, ill. (per Scuola Materna/Primo Ciclo Elem.) Johnson Paul FACCIO FESTA CON I BAMBINI DEL MONDO Sonda 2003 p. 71, ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) INCONTRARSI GIOCANDO: COME COSTRUIRE UN ECOGIOCATTOLO Emi 1999 (Cooperazione internazionale. Strumenti) 61 p., fot. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Maniotti Paola IL MONDO IN GIOCO : PERCORSI LUDICI E REPERTORIO DI GIOCHI PER L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE EGA Gruppo Abele 1997 128 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Papagni Isabella TI MANGEREI! : LA CULTURA NEL PIATTO Sinnos 2001 p. 111, ill. (Istituzioni culturali) (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) DIDATTICA INTERCULTURALE DELLA RELIGIONE Emi1997 (Quaderni dell’Interculturalità 4) 128 p. Mancini Roberto, Ricciardelli Fabrizio L’ISLAM: LA RELIGIONE, I POPOLI, LE CIVILTA’ A.Mondadori 2000 (Bravo) 124 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Tworuschka Monika e Udo LE RELIGIONI DEL MONDO SPIEGATE AI BAMBINI DAI BAMBINI: COME VIVONO GLI ALTRI, IN COSA CREDONO GLI ALTRI Zephiro Ed. 2001 (Primavera) 91 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Collana LE RELIGIONI DELL’UMANITÀ - Jaca Book: 1) Ries Julien: L’UOMO E IL DIVINO NELL’INDUISMO ed. 2000 29 p.ill. 2) Ries Julien: I PRIMI SECOLI DEL CRISTIANESIMO ed. 1999 29 p., ill. 3) Ries Julien: L’UOMO E IL SENSO DEL MISTERO CON LE RELIGIONI DELL’AFRICA E DELL’AUSTRALIA ed. 2001 29 p., ill. 4) Ries Julien: I VOLTI DEL BUDDHISMO ed. 2000 30 p., ill. 5) Sullivan Lawarence E.: LO SPIRITO RELIGIOSO DEGLI INDIANI NAVAJO ed. 2000 29 p., ill. 6) Sullivan Lawrence E.: NATURA E RITO NELLO SCINTOISMO ed. 2001 29 p., ill. 7) Sullivan Lawarence E.: LE TRADIZIONE RELIGIOSE DELL’EBRAISMO Ed. 2000 29 p., ill. 8) Sullivan Lawrence E.: IL COSMO E LA SAGGEZZA NEL TAOISMO Ed. 2001 29 p., ill. 9) Clement Olivier: LA CHIESA DEGLI ORTODOSSI Ed. 2001 29 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Ganeri Anita LE RELIGIONI: GUIDA AI DIVERSI MODI DI CREDERE IN DIO Touring 1999 (Capire il mondo) 69 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) LE RELIGIONI DEL MONDO (Come? Dove? Perché? ) Coccinella s.n., ill (per Scuola Materna/Primo Ciclo Elem.) Damon Emma I BAMBINI E LE RELIGIONI DEL MONDO La Nuova Frontiera 2001 (Volume cartonato con parti mobili) 1 v., ill. (per Scuola Materna/Primo Ciclo Elem.) Diocesi di Latina DIDATTICA INTERCULTURALE DELLA RELIGIONE : L’ISLAM A SCUOLA Emi 1997 (Quaderni dell’interculturalità) 128 p., ill. LE GRANDI RELIGIONI (10 Fascicoli monografici): 1) Induismo: filosofia e vita 2) Il lungo viaggio del buddhismo 3) La via dello shintoismo 4) Le religioni del popolo cinese 5) Ebraismo: scelti dall’Eterno 6) Cristianesimo: Gesù è risorto! 7) Islam: nel nome di Allah 8) Le religioni tradizionali 9) Nuove religioni, magia e ateismo 10) Il dialogo fra le religioni Emi 1996 (Sussidi didattici) 320 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Brown Alan, Langley Andrew LE GRANDI RELIGIONI SPIEGATE AI BAMBINI E AI RAGAZZI Elledici 2001 64 p., ill. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Ben Jelloun Tahar L’ISLAM SPIEGATO AI NOSTRI FIGLI Bompiani 2001 (Passaggi) 99 p. (per Secondo Ciclo Elem./Scuola Media) Lamarque Viviane, Orecchia Giulia PICCOLI CITTADINI DEL MONDO Emme 2001 (Per cominciare) 1 v., ill. per Scuola Materna/Primo Ciclo Elem.) Stilton Geronimo IL PICCOLO LIBRO DELLA PACE Piemme 2001 (Il battello a vapore) 38 p., ill. per Scuola Materna/Primo Ciclo Elem.) BREVE FILMOGRAFIA Promises (USA, 2001, Documentario) Regia di Carlos Bolardo, B.Z. Goldberg, Justine Shapiro. Fra il 1995 e il 1998, i tre registi hanno seguito sette bambini nati e cresciuti a Gerusalemme, alcuni ebrei e altri arabi, provenienti da ambienti e ceti sociali differenti. Ognuno di loro racconta la propria storia, confermando indirettamente quanto profonda - e quasi insanabile sia divenuta la frattura che lacera il Medio Oriente. Vai e vivrai (Va, vis et deviens, Francia/Belgio/Israele/Italia, 2005) Regia di Radu Mihaileanu. Il film si ispira a vicende realmente avvenute in occasione dell’esodo dei falascià (ebrei d’Etiopia di pelle nera) che vennero fatti rifugiare in Israele negli anni 80 a causa della gravissima carestia che colpì la regione. Un bambino di una famiglia cristiana viene spinto dalla madre, per salvarlo, a infiltrarsi nelle file degli ebrei in fuga, iniziando un’avventura che lo spingerà ad affrontare una civiltà, una religione, una famiglia diversa, fino a riuscire a costruirsi, benché faticosamente, una sua identità e un suo ruolo nel mondo. La vicenda drammatica è trattata con toni a volte ironici, a volte anche comici, rendendo accessibili anche temi di per sé tragici. La bambina che vendeva il sole (La petite vendeuse du soleil, Senegal/Francia, 1998) Regia di Djibril Diop Mambety. Da tempo immemore la vendita dei giornali per le strade di Dakar è in mano a giovanissimi strilloni, bambini dei tanti disoccupati dei quartieri popolari. Sili è una ragazzina di dodici anni, costretta a camminare con l'aiuto di stampelle. Lei e i suoi amici chiedono l'elemosina e vendono riviste e quotidiani ai passanti, ma un giorno vengono "spodestati" da un gruppo di ragazzi. Spintonata, Sili cade a terra. Si sente umiliata, derisa, ma non si arrende. E il giorno dopo prende la decisione: venderà solo lei i giornali in quell'angolo di strada. Cose di questo mondo (In This World, Gran Bretagna, 2003) di Michael Winterbottom. Jamal ed Enayatullah sono due giovani rifugiati afghani che chiedono asilo in Inghilterra. Hanno dovuto compiere un viaggio pieno di difficoltà e di pericoli attraverso l'Iran, la Turchia, l'Italia e la Francia prima di giungere a destinazione... Kirikù e la strega Karabà (Kirikou et la sorcière, Francia/ Belgio/ Lussemburgo, 1999, Animazione) Regia di Michel Ocelot. Il piccolo Kirikù è nato in un villaggio africano sul quale grava il terribile sortilegio di una strega di nome Karabà. La primavera è scomparsa, gli abitanti del villaggio sono sottoposti a ogni angheria da parte della strega, che ha divorato alcuni abitanti del villaggio. Appena uscito dalla pancia di sua madre, Kirikù decide di liberare il villaggio dal maleficio di Karabà, donna splendida e crudele, circondata da feticci servili. Il viaggio che intraprende Kirikù lo porterà alla Montagna Proibita, dove il Saggio della Montagna, che sa come sconfiggere la strega, lo sta aspettando. Azur e Asmar (Belgio, Francia, Italia, Spagna, 2006; Animazione) Regia di Michel Ocelot. Azur, figlio del castellano e Asmar, figlio della nutrice, sono allevati come fratelli di latte fino al giorno in cui vengono bruscamente separati. Adulti, partono entrambi alla ricerca della Fata di cui fin dall'infanzia conoscono ogni particolare: rivali in audacia, vanno alla scoperta di terre magiche che nascono meraviglie e insidie... La gabbianella e il gatto (Italia, 1998, Animazione) Regia di Enzo D'Alò. I gatti sono un gruppo di vecchi amici appesantiti dagli anni e dai troppi croccantini; i topi, invece, stanno espandendo il proprio potere approfittando dell'imborghesimento dei gatti. D'altro canto, i gabbiani subiscono più di ogni altro animale le conseguenze dell'inquinamento voluto dall'uomo; una gabbianella morente lascia quindi in dotazione a un gatto il suo primo uovo, che sarà anche l'ultimo. I gatti alleveranno la gabbianella che di lì a poco nascerà, i topi cercheranno in tutti i modi di mangiarla. Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti (Hoodwinked, USA 2006, Animazione) Regia Cory Edwards, Todd Edwards. Ma se la storia non fosse andata come tutti pensiamo? Cappuccetto Rosso è a casa della nonna, di fronte al lupo cattivo: improvvisamente la nonna fa capolino dallo sgabuzzino in cui era stata rinchiusa e il boscaiolo irrompe dalla finestra. Nel frattempo arriva anche la polizia che interroga i presenti per ricostruire la dinamica dei fatti. I sospetti si concentrano su quattro individui: Cappuccetto Rosso, esperta in arti marziali, la nonna, una casalinga sempre alla ricerca di emozioni forti, il lupo cattivo, meno cattivo della sua fama e il boscaiolo... La città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi, Giappone, 2001, Animazione) Regia di Hayao Miyazaki. Chihiro ha dieci anni ed è una bambina testarda e capricciosa. Quando Akio e Yugo, i suoi genitori, le comunicano che devono traslocare, la piccola si infuria e dà sfogo a tutta la sua rabbia. Durante il viaggio verso la nuova casa, i tre si fermano in una città fantasma dove li attende un sontuoso banchetto. Akio e Yugo si gettano avidamente sul cibo e vengono tramutati in maiali sotto gli occhi increduli della figlia: sono finiti in un mondo abitato da antiche divinità e da creature magiche governate da una strega malvagia, la perfida Yubaba. Chihiro, per sopravvivere, dovrà rendersi utile lavorando... L’isola degli smemorati (Italia, 2004, Animazione) Da un racconto di Bianca Pitzorno. Attraverso il susseguirsi di episodi divertenti e surreali in compagnia del mago Lucanòr e di tanti altri personaggi, la storia racconta i diritti dei bambini sanciti nella Convenzione sui diritti dell’infanzia approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Otto piccoli naufraghi approdano all’Isola degli Smemorati dove da molto tempo vivono otto anziani che hanno dimenticato il resto del mondo, perfino l’esistenza dei bambini. L’unico che ricorda tutto è il vecchissimo mago Lucanòr che ha tre amici parlanti: il cane Corricorri, il gabbiano Uà e il pesce Splash. Saranno proprio loro a vegliare sui bambini per difendere i loro diritti. Seguiamo dunque i nostri eroi sull’isola dalle piccole spiagge bianche, tra le rocce e le sorgenti, le piante e i frutti odorosi. L’isola dove i diritti di tutti i bambini non potranno più essere dimenticati. E.T.-L’extraterrestre (E.T.-the Extra-Terrestrial, USA 1982) Regia di Steven Spielberg. Un extraterrestre è abbandonato sulla Terra dai suoi compagni, obbligati a ripartire in tutta fretta. Gli uomini gli danno la caccia, ma un gruppo di bambini lo nasconde. Nasce un'amicizia, ma l'alieno (battezzato E.T.) ha nostalgia di casa e cerca in tutti i modi di mettersi in contatto con i suoi. Sarà proprio grazie ai ragazzi che riuscirà a sfuggire agli agguati di militari e scienziati… E’ il racconto del percorso di crescita di un ragazzino attraverso l’incontro con un diverso, visualizzato come un alieno, che la comunità vuole respingere. (sinossi tratte da www.filmtv.it) BREVE SITOGRAFIA http://www.racine.ra.it/islamoteca/italiano/index.htm Centro di Cultura e di Studi Islamici della Romagna, centro di documentazione interculturale. Riferimento per bibliotecari, insegnanti, educatori, dirigenti che si occupano di multicultura con numerosi libri per bambini e ragazzi in lingue diverse, anche per adulti. http://www.comune.torino.it/intercultura/l2.asp?p1=APPROFONDIMENTI&p2=Documenti&p3= Religioni&temp=_home Centro Interculturale della Città di Torino. Offre a tutti i cittadini, sia nativi sia migranti, opportunità di formazione interculturale oltre a occasioni di incontro, dialogo e confronto su temi e questioni di interesse comune. Si suggerisce APPROFONDIMENTI, RELIGIONI. http://www.ismu.org/ISMU_new/index.php Fondazione ISMU. Ente scientifico autonomo e indipendente che promuove studi, ricerche e iniziative sulla società multietnica e multiculturale. L’ISMU si presenta come una struttura di servizio, aperta alla collaborazione con le istituzioni, gli enti pubblici, il mondo del volontariato e delle organizzazioni non profit, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, e le istituzioni scientifiche in Italia e all’estero. (si consiglia il settore RELIGIONE, che promuove iniziative e realizza studi e ricerche sulle pratiche religiose degli immigrati e sulla rilevanza della dimensione religiosa nei processi di integrazione sociale.I collaboratori sono sia singoli studiosi, rappresentanti delle diverse religioni, sia istituti di ricerca e organismi religiosi istituzionali. Per quanto riguarda la religione cattolica, il settore opera in collaborazione con l’Ufficio Diocesano per la Pastorale dei Migranti della Diocesi di Milano.E’ in corso di definizione una collaborazione con il Centro di Studi Religiosi Comparati Edoardo Agnelli di Torino. http://www.cem.coop/indexcitta/indexdialogo/ CEM (Centro Educazione alla Mondialità) Mette a disposizione degli insegnanti che la volessero sperimentare (parte de) la traduzione in italiano del manuale di insegnamento della religione sviluppato a Bradford (Regno Unito) dal Centro di educazione interreligiosa e largamente utilizzato sia dagli insegnanti di Bradford, sia da insegnanti di altri paesi europei con classi multiculturali. http://www.religionipacebrescia.it/wp/?page_id=4 Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace (World Conference of Religions for Peace WCRP) Organizzazione internazionale interreligiosa che promuove il dialogo e la cooperazione tra le religioni. Fondata nel 1970, è il più grande congresso di rappresentanti delle maggiori religioni del mondo che si dedica alla promozione della pace. http://www.bibbiaeducational.it/ Bibbia Educational Prima opera multimediale realizzata come strumento didattico interculturale e interdisciplinare. È un progetto elaborata da un comitato di biblisti di tutte le religioni finalizzato a contribuire e promuovere la conoscenza della Bibbia e delle sue tradizioni religiose e culturali nella scuola. Associazioni nel territorio lombardo di valido supporto alla formazione e alla ricerca interculturale sono: - ACRA www.acra.it - C.A.D.R. (Centro Ambrosiano di documentazione per le Religioni) www.cadr.it - CEM (Centro educazione alla Mondialità) www.cem.coop - CeLIM (Centro Laici Italiani per le Missioni) www.celim.org - COE (Centro Orientamento Educativo) www.coeweb.org - FRATELLI DELL’UOMO (Frères des Hommes Europa) www.fratellidelluomo.org - PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) www.pimemilano.com