PROPOSTA DI UN PERCORSO DI ACCOGLIENZA DEGLI STUDENTI
PER L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO
2009-2010
Premessa
La proposta del seguente percorso parte dalla convinzione che la scuola sia, anzitutto, luogo di relazioni,
tra cui quella educativa, che obbedisce a determinate caratteristiche, non sempre scontate neanche tra
noi.
Crediamo che stabilire fin dall’inizio relazioni efficaci tra studenti, tra studenti e adulti, tra studenti ed
adulti educatori sia fondamentale nella costruzione di un clima scolastico motivante e realmente
promovente la persona.
Crediamo che il tipo di relazioni che gli studenti e gli insegnanti instaurano all’interno della scuola
influiscano significativamente anche sulla qualità del proprio lavoro.
Obiettivi del percorso
Il presente percorso vuole aiutare gli studenti a...:
• Entrare/Ri-entrare in relazione serena tra loro, con gli insegnanti, con il personale, con la scuola in
quanto istituzione educativa.
• Riconoscere nelle strutture e nelle regole della scuola, strumenti che aiutano a raggiungere gli obiettivi
di crescita e di cultura necessari per vivere da adulti liberi e consapevoli in una società democratica.
• Prendere maggiore coscienza del peso della propria responsabilità sul cammino di crescita culturale e di
maturazione personale a tutti i livelli
Contenuti per le attività di accoglienza
• Dinamiche* di gruppo per favorire la conoscenza (degli altri studenti, di sé, dell’insegnante)
[allegato n. 1]
• Dinamica* di gruppo per favorire le relazioni scolastiche: docenti-alunni; alunni-alunni e
prevenire fenomeni di bullismo, vandalismo, ecc... [allegato n. 2]
• Discorso di Barak Obama ali studenti americani; lettera del Ministro della P.I. agli studenti;
eventuale lettera del Dirigente Scolastico agli studenti. [allegato 3]
• Cenni sulla sicurezza: legge 626 sulla sicurezza negli ambienti di lavoro e scolastici;
presentazione dei percorsi di fuga della scuola, uscite d’emergenza, incarichi per
l’evacuazione.
• Diritti e doveri dello studente: libretto giallo del Ministero consegnato lo scorso anno
• Funzione delle regole in una società e regolamento d’Istituto: soffermarsi sui punti più
“ostici” per gli studenti, al fine di far loro comprendere qual è il valore umano che la regola
tende a salvaguardare/proteggere. [per l’introduzione all’attività: allegato 4]
• Visita della scuola, servizi offerti dalla struttura scolastica, conoscenza e funzioni del
personale (soprattutto per le classi prime)
• POF e Patto formativo: Il progetto/percorso offerto dalla nostra scuola (il POF) e lo
strumento di autoverifica e monitoraggio del cammino dello studente (il Patto Formativo).
• Organismi di partecipazione democratica nella scuola: storia decreti delegati e funzioni dei
vari organismi collegiali (assemblee degli studenti: di classe, di Istituto; comitati, ecc...)
• Test di ingresso per materia
• Presentazione di alcune iniziative dell’anno: progetti che si intende iniziare o proseguire;
“settimana delle competenze”; inaugurazione dei nuovi laboratori mobili; inaugurazione
delle lavagne interattive multimediali.
• Festa di inizio anno con presentazione dei lavori dello scorso anno.
* I docenti che non siano esperti
Si ricorda, inoltre, di:
• Dedicare il primo giorno a: attività di conoscenza; presentazione bozza di regolamento
d’Istituto, in vista della sua approvazione.
• Riportare sul registro di classe l’attività che si è svolta, per consentire al collega che
subentra di riallacciarsi alla lezione precedente, evitando inutili ripetizioni
• Segnalare alla commissione Intercultura (Proff. Gianantonio, Paturzo, Sanguini, ecc...)
gli studenti stranieri appena arrivati in Italia
ALLEGATO N. 1
POSSIBILI ATTIVITA’ PER FAVORIRE LA CONOSCENZA
Il gruppo ha la funzione di aiutare il singolo a individuarsi, ad acquisire un’identità in cui «l’essere se
stessi» riesce a coniugarsi con «l’essere parte». Tutti gli insegnanti di una classe «lavorano perché la
classe sia un gruppo, pensi se stessa come gruppo, aiutandola a percorrere quell’insieme di fasi
evolutive che portano dall’essere un semplice aggregato senza interazioni a un sistema di interazioni
sempre più coeso, fermo restando che un gruppo/classe è un gruppo di lavoro e non un gruppo
socioemotivo».’ Così il gruppo, con la mediazione attiva dell’insegnante, diventa il soggetto
dell’apprendimento. Ma occorre evitare alcuni equivoci. Troppi insegnanti ragionano e operano con un
approccio «uno per uno», altri si limitano a svolgere un lavoro «in» gruppo, intendendo con questo la
somma di tanti lavori individuali o di tante relazioni a tu per tu con l’insegnante. Invece c’è animazione
quando c’è lavoro «di» gruppo, un’attività che vede appunto il gruppo come «soggetto che apprende».
Parlare di lavoro «di» gruppo non significa tuttavia dimenticare che «l’apprendimento è sempre un
evento del singolo, ma il contesto di apprendimento è un evento sociale che trova nel gruppo uno dei
luoghi privilegiati».
Le attività di seguito riportate hanno lo scopo di favorire la conoscenza di sé, tra gli alunni e tra alunni e
insegnante. Dopo lo svolgimento della consegna può essere utile disporsi in cerchio per una
comunicazione più familiare ed un “contatto visivo” più diretto con tutti (stare seduti uno dietro l’altro
con facilita la comunicazione).
E’ bene che anche l’insegnante si coinvolga nel gioco, al fine di farsi conoscere.
Attività 1: AUTOBIOGRAFIA (per farsi riconoscere)
Ogni alunno ha circa dieci minuti per scrivere su una scheda (uguale per tutti) qualsiasi cosa voglia dire
di se stesso, eccetto il nome e il cognome. Passato il tempo si raccolgono le schede, si mescolano e si
passano ai ragazzi che le leggono a turno, cercando di indovinare chi le ha scritte. Una volta scoperto, si
scrive il nome sulla scheda e la si appende al muro. Per un certo periodo la classe rimarrà tappezzata con
le schede degli alunni. Indicata per classi dalla 2^ in poi (perché già si conoscono almeno un po’)
Possibili “campi” per la scheda cui se ne possono aggiungere altri a discrezione dell’insegnante:
Mi piace...
Detesto...
Dalla vita mi aspetto...
Dalla scuola vorrei...
Gli amici, secondo me...
L’amore, secondo me...
Le cose che per me hanno più valore...
Attività 2: VI DISEGNO LA MIA PERSONALITÀ (per presentarsi)
È un lavoro che può essere interdisciplinare con l’insegnante di disegno. Si commentano poi i disegni
insieme ai ragazzi. Può essere anche un modo simpatico per abbellire e personalizzare le aule.
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Attività 3: INTERVISTA (per conoscere e farsi conoscere meglio)
Dopo aver verificato che la maggioranza dei ragazzi non conosce il proprio compagno di banco
(altrimenti si riformano le coppie a sorte), si propone un’intervista. A turno i ragazzi si pongono queste
o altre domande suggerite dall’insegnante:
Perché hai scelto questa scuola?
Quali sono i tuoi desideri per il futuro?
Quali sono i tuoi hobby?
Cos’è che ti fa più paura?
Fai parte di qualche associazione o gruppo esterno alla scuola? Di cosa vi occupate?
Come trascorri quotidianamente il tuo tempo libero?
(altre domande)
Al termine, ogni alunno presenta agli altri colui/colei che ha intervistato. E’ bene che gli studenti
utilizzino un foglio per raccogliere le risposte ottenute dall’intervista.
Attività 4: AUTOSTIMA (per guardarsi dentro: risorse e limiti)
Consegnare ai ragazzi un foglio bianco su un lato del quale scrivere «Cosa sono capace di fare»,
sull’altro lato: «Cosa devo cambiare». Dare una decina di minuti per elaborare e riportare sui due lati del
foglio, le proprie idee. Confrontare ciò che si è scritto con un compagno a scelta oppure con tutti, aiutati
dall’insegnante.
Attività 5: IL GIOCO DELLA VALIGIA (per guardarsi dentro e presentarsi con le proprie priorità)
Dare agli alunni questa consegna: «Immagina di partire insieme ai tuoi compagni/amici per un viaggio
in nave che dura sei mesi. Per questioni di spazio, puoi portare con te solo una valigia nella quale, oltre
allo stretto necessario per vestirti, puoi mettere al massimo cinque oggetti. Quali sceglieresti? Scrivi
l’elenco degli oggetti e cerca di motivare la tua scelta».
Seguirà un confronto e una riflessione collettiva sui risultati.
premessa
ALLEGATO N. 2
POSSIBILI ATTIVITA’ PER FAVORIRE LE RELAZIONI
Attività 1: ACCOGLIENZA RECIPROCA (Per riflettere sull’importanza dell’accoglienza reciproca)
Testo da leggere in classe:
La vera conoscenza è sempre quella profonda. Chi va in profondità non si ferma alle azioni o alle
parole, ma afferra la realtà centrale della persona. Il libro “Il Piccolo Principe” riporta questa frase «Non
si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi». Per conoscersi bisogna farsi
conoscere. La relazione è correlazione. Certe persone sempre sospettose e diffidenti nei confronti degli
altri, provocano, per reazione, un atteggiamento di questo genere anche nell’ altra parte. Certe
conversazioni impersonali, stereotipate, convenzionali, sono segno di poca unità. Si ha l’impressione
che qualcuno sfoderi delle parole, ma «ritiri» il proprio essere più vero. Si dà tutto, nel rapporto, meno
che se stessi. Cioè, non si dà nulla. E il rapporto diventa un rapporto di non-conoscenza. Per conoscersi
bisogna non cadere nel tranello del “giudizio”. Il giudizio è sempre chiusura, condanna preliminare. Chi
giudica facilmente è l’unica persona che non conosce l’altro. Il non giudicare vale specialmente per il
nuovo arrivato. A volte, in certe classi, succede che prima ancora che sia giunto a destinazione il pacco,
e quindi si sia potuto prendere direttamente visione del contenuto, è arrivata “l’etichetta”. Etichettare è
un giudizio, spesso di condanna. L’accoglienza è già stata distrutta dalla prevenzione. A scuola abbiamo
la possibilità di imparare ad accogliere senza pregiudizi, senza prevenzione, le persone per quello che
sono. Per la ricchezza che rappresentano (ognuno ha una sua storia da raccontare) e anche per i limiti
che hanno come tutti gli esseri umani. La carta d’identità la compileremo dopo. E sarà sempre la carta
d’identità di un uomo.
Per il dialogo didattico: Quale affermazione del testo vi ha colpiti? La condividete? Avete
sperimentato, nel passato il pregiudizio e la prevenzione? Che cosa vi attendete dalla vostra classe?
Come vorreste essere accolti?
Attività 2: QUANDO NON MI SONO SENTITO CAPITO
Ogni ragazzo scrive su un foglio anonimo: «Il momento della vita in cui non mi sono sentito
assolutamente capito è stato...».
I biglietti vengono poi mischiati e letti ad alta voce dall’insegnante, facendoli oggetto di discussione e di
dibattito mettendo in evidenza cosa, nelle relazioni e nella comunicazione consente all’altro di sentirsi
compreso. Ad esempio si può far riflettere sul fatto che sentirsi capiti non va di pari passo con l’essere
assecondati, ecc...
premessa
ALLEGATO n. 3
ESTRATTO DEL DISCORSO DI SALUTO DEL PRESIDENTE BARACK OBAMA AGLI
STUDENTI AMERICANI PER L’APERTURA DELL’ANNO SCOLASTICO.
So che per molti di voi questo è il primo giorno di scuola. E per chi è all’asilo o all’inizio delle medie o
delle superiori è l’inizio di una nuova scuola, così un minimo di nervosismo è comprensibile.
Immagino che tra voi ci siano dei veterani a cui manca solo un anno per concludere gli studi e quindi
contenti. E, non importa a quale classe siate iscritti, qualcuno tra voi probabilmente sta pensando con
nostalgia all’estate e rimpiange di non aver potuto dormire un po’ di più stamattina. So cosa vuol dire.
Quando ero giovane la mia famiglia visse in Indonesia per qualche anno e mia madre non aveva
abbastanza denaro per mandarmi alla scuola che frequentavano tutti i ragazzini americani. Così decise
di darmi lei stessa delle lezioni extra, dal lunedì al venerdì alle 4,30 di mattina. Ora, io non ero proprio
felice di alzarmi così presto. Il più delle volte mi addormentavo al tavolo della cucina. Ma ogni volta
quando mi lamentavo mia madre mi dava un’occhiata delle sue e diceva: «Anche per me non è un
picnic, ragazzo».
Ora, io ho fatto un sacco di discorsi sull’istruzione. E ho molto parlato di responsabilità. Della
responsabilità degli insegnanti che devono motivarvi all’apprendimento e ispirarvi. Della responsabilità
dei genitori che devono tenervi sulla giusta via e farvi fare i compiti e non lasciarvi passare la giornata
davanti alla tv. Ho parlato della responsabilità del governo che deve fissare standard adeguati, dare
sostegno agli insegnanti e togliere di mezzo le scuole che non funzionano, dove i ragazzi non hanno le
opportunità che meritano. Ma alla fine noi possiamo avere gli insegnanti più appassionati, i genitori più
attenti e le scuole migliori del mondo: nulla basta se voi non tenete fede alle vostre responsabilità.
Andando in queste scuole ogni giorno, prestando attenzione a questi maestri, dando ascolto ai genitori,
ai nonni e agli altri adulti, lavorando sodo, condizione necessaria per riuscire.
Questo è quello che voglio sottolineare oggi: la responsabilità di ciascuno di voi nella vostra
educazione. Parto da quella che avete nei confronti di voi stessi. Ognuno di voi sa far bene qualcosa, ha
qualcosa da offrire. Avete la responsabilità di scoprirlo. Questa è l’opportunità offerta dall’istruzione.
Magari sapete scrivere bene, abbastanza bene per diventare autori di un libro o giornalisti, ma per
saperlo dovete scrivere qualcosa per la vostra classe d’inglese. Oppure avete la vocazione
dell’innovatore o dell’inventore, magari tanto da saper mettere a punto il prossimo i Phone o una nuova
medicina o un vaccino, ma non potete saperlo fino a quando non farete un progetto per la vostra classe
di scienze.
Oppure potreste diventare un sindaco o un senatore o un giudice della Corte suprema ma lo scoprirete
solo se parteciperete a un dibattito studentesco. Non è solo importante per voi e per il vostro futuro. Che
cosa farete della vostra possibilità di ricevere un’istruzione deciderà il futuro di questo Paese, nulla di
meno. Ciò che oggi imparate a scuola domani sarà decisivo per decidere se noi come nazione sapremo
raccogliere le sfide che ci riserva il futuro. Avrete bisogno della conoscenza e della capacità di risolvere
i problemi che imparate con le scienze e la matematica per curare malattie come il cancro e l’Aids e per
sviluppare nuove tecnologie ed energie e proteggere l’ambiente. Avrete bisogno delle capacità di analisi
e di critica che si ottengono con lo studio della storia e delle scienze sociali per combattere la povertà e
il disagio, il crimine e la discriminazione e rendere la nostra nazione più corretta e più libera.
Vi occorreranno la creatività e l’ingegno che vengono coltivati in tutti i corsi di studio per fondare
nuove imprese che creeranno posti di lavoro e faranno fiorire l’economia. So che non è sempre facile far
bene a scuola. So che molti di voi devono affrontare sfide tali da rendere difficile concentrarsi sui
compiti e sull’apprendimento.
Mi è successo, so com’è. Mio padre lasciò la famiglia quando avevo due anni e sono stato allevato da
una madre single che lottava ogni girono per pagare i conti e non sempre riusciva a darci quello che
avevano gli altri ragazzi. Spesso sentivo la mancanza di mio padre. A volte mi sentivo solo e pensavo
che non ce l’avrei fatta. Non ero sempre così concentrato come avrei dovuto.
Ho fatto cose di cui non vado fiero e sono finito nei guai. E la mia vita avrebbe potuto facilmente
prendere una brutta piega.
Ma sono stato fortunato. Ho avuto un sacco di seconde possibilità e l’opportunità di andare al college e
alla scuola di legge e seguire i miei sogni. Qualcuno di voi potrebbe non godere di questi vantaggi. Può
essere che nella vostra vita non ci siano adulti che vi appoggiano quanto avete bisogno. Magari nelle
vostre famiglie qualcuno ha perso il lavoro e il denaro manca. O vivete in un quartiere poco sicuro, o
avete amici che cercano di convincervi a fare cose sbagliate. Ma, alla fine dei conti, le circostanze della
vostra vita - il vostro aspetto, le vostre origini, la vostra condizione economica e familiare - non sono
una scusa per trascurare i compiti o avere un atteggiamento negativo. Non ci sono scuse per rispondere
male al proprio insegnante, o saltare le lezioni, o smettere di andare a scuola. Non c’è scusa per chi non
ci prova.
Il vostro obiettivo può essere molto semplice: fare tutti i compiti, fare attenzione a lezione o leggere
ogni giorno qualche pagina di un libro. Potreste decidere di intraprendere qualche attività
extracurricolare o fare del volontariato. Potreste decidere di difendere i ragazzi che vengono presi in
giro o che sono vittime di atti di bullismo per via del loro aspetto o delle loro origini perché, come me,
credete che tutti i bambini abbiano diritto a un ambiente sicuro per studiare e imparare. Potreste
decidere di avere più cura di voi stessi per rendere di più e imparare meglio.
E in tutto questo, spero vi laviate molto le mani e ve ne stiate a casa se non state bene in modo da evitare
il più possibile il contagio dell’influenza quest’inverno. Qualunque cosa facciate voglio che vi ci
dedichiate. So che a volte la tv vi dà l’impressione di poter diventare ricchi e famosi senza dover
davvero lavorare, diventando una star del basket o un rapper, o protagonista di un reality. Ma è poco
probabile, la verità è che il successo è duro da conquistare.
Non vi piacerà tutto quello che studiate. Non farete amicizia con tutti i professori. Non tutti i compiti vi
sembreranno così fondamentali. E non avrete necessariamente successo al primo tentativo. È giusto
così. Alcune tra le persone di maggior successo nel mondo hanno collezionato i più enormi fallimenti. Il
primo Harry Potter di JK Rowling è stato rifiutato dodici volte prima di essere finalmente pubblicato.
Michael Jordan fu espulso dalla squadra di basket alle superiori e perse centinaia di incontri e mancò
migliaia di canestri durante la sua carriera. Ma una volta disse: «Ho fallito più e più volte nella mia vita.
Ecco perché ce l’ho fatta».
Nessuno è nato capace di fare le cose, si impara sgobbando. Non sei mai un grande atleta la prima volta
che tenti un nuovo sport. Non azzecchi mai ogni nota la prima volta che canti una canzone. Occorre fare
esercizio. Con la scuola è lo stesso. Può capitare di dover fare e rifare un esercizio di matematica prima
di risolverlo o di dover leggere e rileggere qualcosa prima di capirlo, o dover scrivere e riscrivere
qualcosa prima che vada bene. La storia dell’America non è stata fatta da gente che ha lasciato perdere
quando il gioco si faceva duro ma da chi è andato avanti, ci ha provato di nuovo e con più impegno e ha
amato troppo il proprio Paese per fare qualcosa di meno che il proprio meglio.
È la storia degli studenti che sedevano ai vostri posti 250 anni fa e fecero una rivoluzione per fondare
questa nazione. Di quelli che sedevano al vostro posto 75 anni fa e superarono la Depressione e vinsero
una guerra mondiale. Che combatterono per i diritti civili e mandarono un uomo sulla Luna. Di quelli
che sedevano al vostro posto 20 anni fa e hanno creato Google, Twitter e Facebook cambiando il modo
di comunicare.
Così, vi chiedo, quale sarà il vostro contributo? Quali problemi risolverete? Quali scoperte farete? Il
presidente che verrà di qui a 20, 50 o 100 anni cosa dirà che avrete fatto per questo Paese? Le vostre
famiglie, i vostri insegnanti e io stiamo facendo di tutto per fare sì che voi abbiate l’istruzione necessaria
per saper rispondere a queste domande. Mi sto dando da fare per garantirvi classi e libri e accessori e
computer, tutto il necessario al vostro apprendimento. Ma anche voi dovete fare la vostra parte. Quindi
da voi quest’anno mi aspetto serietà. Mi aspetto il massimo dell’impegno in qualsiasi cosa facciate. Mi
aspetto grandi cose, da ognuno di voi. Quindi non deludeteci, non deludete le vostre famiglie, il vostro
Paese e voi stessi. Rendeteci orgogliosi di voi. So che potete farlo.
premessa
ALLEGATO N. 4
Funzione delle regole in una società.
Può essere utile, prima di presentare il Regolamento di istituto, introdurre il discorso sulla funzione
delle regole in una società, come “protettrici” di valori che servono all’uomo, alla sua libertà e alla sua
crescita che ha bisogno anche di riconoscere i limiti (oggettivi: spazio, tempo, ecc...; soggettivi: non
siamo perfetti, ma perfettibili, ecc...; sociali: la libertà degli altri deve fare i conti con la nostra).
Si può introdurre il discorso con una serie di domande sulle quali ricevere risposte...
Per definire:
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Che cosa è una regola?
Quali tipi di regole ci sono?
Da dove provengono le regole?
Perché abbiamo delle regole?
Chi usa le regole?
Quali sono alcuni usi delle regole?
Qual è una regola importante?
Come fanno le regole a divenire importanti?
Cosa significa quando uno dice: «Queste sono le regole del gioco’?
E importante che tutti siano d’accordo prima che qualcosa diventi
una regola?
Personalizzare:
• In che modo le regole incidono nella tua vita?
• Quando le regole sono importanti per te?
• Quando vuoi creare una regola?
• Hai mai visto infrangere le regole?
• Sei mai stato danneggiato quando una regola è stata infranta?
• Come ti senti quando infrangi una regola?
• Ti è capitato mai di sentirti felice dopo aver infranto una regola?
• Hai mai sentito chiamare una persona dominatrice?
• Quali sono le regole che siete soliti seguire a tavola?
• Hai mai cercato di portare qualcuno a infrangere una regola?
Per stimolare la riflessione:
• Quando diventa pericoloso infrangere una regola?
• Cosa accadrebbe se non avessimo regole?
• Che cosa caratterizza una buona regola?
• C’è qualcosa che può essere fatto per ridurre il bisogno di regole?
• Se potessimo fare nostra una regola per vivere bene, quale sarebbe?
• Ti senti mai responsabile di dover far rispettare le regole?
• Perché alcune persone disobbediscono alle regole più di altre?
• Come sarebbe una classe se ognuno obbedisse alle regole?
• Ci sono volte in cui le regole dovrebbero essere infrante?
• Come possiamo distinguere una buona regola da una cattiva regola?
NB. Portare gli alunni
A conoscenza del fatto che quest’anno il regolamento di istituto sarà definito e approvato solo dopo una
raccolta di suggerimenti da parte degli allievi. Tali suggerimenti devono essere presentati al Consiglio di
Istituto tramite il dirigente.
Introduzione
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PROPOSTA DI UN PERCORSO DI ACCOGLIENZA DEGLI