y DELLE 38 www.corrierecomunicazioni.it [email protected] n°17. 29 ottobre 2012 L’AGENDA regole e coraggio per l’italia digitale andrea lisi* U no dei nostri principali difetti come popolo è forse quello di cullarci pigramente e a lungo nei nostri problemi credendo che prima poi arriverà qualcosa o qualcuno a risolverli e a sollevarci dalla fatica di farlo da noi. La parola magica più utilizzata e attuale sembra essere in questi giorni “Agenda Digitale”: se ne parla in tutte le sedi e in tutte le occasioni e pare che, se si ha davvero a cuore lo sviluppo del nostro Paese e il suo stare al passo con quanto accade nei più evoluti stati dell’Ue, non si possa fare a meno di invocarla e ripeterla come un mantra. Naturale conseguenza dell’Agenda Digitale è poi il provvedimento Crescita 2.0 che dovrebbe essere una sorta di libretto di istruzioni, una “guida operativa” alla realizzazione dell’obiettivo - a tutti caro - della digitalizzazione italiana. Nel documento vengono accuratamente citate tutte le nuove parole d’ordine della modernizzazione, definizioni immancabili e ormai di moda come smart city, open gov, open data, oltre ai già noti e meno anglofoni documenti digitali, pec e cartelle cliniche elettroniche. Vengono effettivamente toccati anche alcuni temi cruciali: la cartella clinica digitale, il fascicolo sanitario elettronico, l’anagrafe digitale, le nuove regole della PA digitale, l’istruzione e la giustizia digitali. Tutte mete fondamentali che, senza una pianificazione lungimirante e dettagliata, che contempli e integri tutti i fattori in gioco e soprattutto senza delle precise regole tecniche y Senza conservazione elettronica e trasparenza dei siti della PA il Crescita 2.0 non sarà mai realtà costo zero”: un salto di qualità come quello delineato nell’Agenda Digitale non richiede solo l’investimento di energie e buoni propositi, ma anche di fondi congrui per attuare, ad esempio, una corretta e diffusa formazione del personale operante nella pubblica amministrazione e una parallela informazione al cittadino. A maggior ragione se prendiamo in considerazione, come base di partenza per il salto, il grado attuale di digitalizzazione della PA, che è ben lontano dai parametri fissati dalla legislazione vigente. La PA si discosta molto dall’ immagine di modernità disegnata dall’Agenda. Scarsa conoscenza degli obblighi normativi, conservazione digitale raramente attuata, responsabili della conservazione digitale mai nominati e difficoltà per il cittadino che voglia far valere i propri diritti alla trasparenza digitale e alla fruibilità dei siti: questa è la realtà che una ricerca Anorc ci ha restituito. Pensare che un cambiamento così radicale possa attuarsi senza sforzo e senza costi è confortante - rassicurante forse - ma non p realistico. *presidente Anorc Cassette di sicurezza a prova di protezione dati A ccesso alle cassette di sicurezza garantito tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24, e in totale autonomia rispetto al personale della banca, grazie ad un sistema automatizzato di riconoscimento dei clienti basato sull’uso delle impronte digitali: è quanto avverrà in un istituto bancario altoatesino, in seguito al parere positivo recentemente espresso dal Garante per la protezione dei dati personali. Si tratta di una novità assoluta nel panorama bancario italiano, tesa a conciliare esigenze che all’Authority, chiamata a pronunciarsi sul caso in questione, sono apparse di indubbia rilevanza: da un lato l’esigenza di garantire la massima tutela dei beni custoditi presso gli istituti di credito, dall’altro la volontà di assicurare alla propria clientela un servizio il più possibile continuativo, avvalendosi anche delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Il meccanismo adottato consentirà a ciascun cliente di accedere alla propria cassetta grazie ad un’apposita smart card, dotata di un microchip su cui verrà memorizzato un codice (template) risultante dalla conversione dell’impronta del cliente. A garantire l’ affidabilità del suddetto processo, oltre al fatto che la card sarà ad esclusiva disponibilità del correntista e priva di ulteriori informazioni personali, anche un raffinato meccanismo per cui, una volta ultimata la procedura di registrazione, l’impronta del cliente non risulterà più in alcun modo accessibile alla banca. Un ulteriore elemento di garanzia è da riscontrarsi, infine, nella scelta di non istituire una banca dati di impronte digitali: i dati biometrici saranno conservati unicamente nelle card. La valutazione di tutti questi elementi ha portato l’Autorità a considerare l’intero trattamento dei dati non solo lecito, ma anche “proporzionato”: idoneo cioè a garantire il riconoscimento del correntista e, allo stesso tempo, adeguato ad assicurare la protezione rispetto al rischio di possibili abusi. Un rischio da considerarsi sempre in agguato quando si trattano le impronte digitali: dati che pur non rientrando nel novero dei cosiddetti “dati sensibili”, si configurano chiaramente come informazioni personali estremamente delicate. Devono quindi essere tutelate con misure particolari e Il loro utilizzo deve sempre essere subordinato a finalità individuate e ragionevoli. In questo caso tuttavia l’Autorità non ha mostrato remore nell’autorizzare un trattamento che, oltre ad essere fondato su motivazioni condivisibili, è apparso evidentemente adeguato a garantire la riservatezza dei singoli. Non di meno, si tratta di un ulteriore segnale di attenzione del Garante in direzione di un nuovo modo di concepire la privacy: pur restando centrale e primaria l’esigenza di tutelare i singoli rispetto al trattamento dei dati personali, sempre più forte è divenuta nel tempo la consapevolezza dell’imprescindibile necessità di adattarsi a nuovi stili di vita e alle possibilità offerte dal progresso tecnologico nei più svariati settori della vita p sociale. www.corrierecomunicazioni.it DELLE che descrivano il corretto modus operandi da tenere sembra impossibile a farsi. È opportuno ricordare che prima dell’avvento dell’Agenda Digitale noi possedevamo già una normativa in questo settore, di cui il Cad rappresentava la parte più consistente. Ma lo stesso Cad aspetta ormai da anni dei decreti attuativi per poter essere completamente applicato: quanto bisognerà attendere allora per quelli relativi al Crescita 2.0? I processi di digitalizzazione rischiano forse di essere percepiti come astratti e lontani meccanismi burocratici che non coinvolgono direttamente il cittadino ma solo la PA: non c’è nulla di più errato, dal momento che oggetto di questo delicato passaggio verso il digitale sono i nostri dati e documenti, esposti, senza adeguate regole tecniche che lo disciplinino, a rischi molto seri che ne possono minare la sopravvivenza e l’integrità. La strada per conquistare l’Italia Digitale richiede dei passi fondamentali, che non possono essere elusi e senza i quali rischiamo di vanificare li sforzi fatti finora e mettere a rischio la buona riuscita dell’intera operazione: l’emanazione delle regole tecniche sulla gestione e conservazione informatica dei documenti e sulla firma elettronica avanzata, le Linee guida per la dematerializzazione della documentazione clinica in diagnostica per immagini, il decreto attuativo della fatturazione elettronica sono solo alcuni esempi delle battaglie intermedie da vincere per approssimarci alla meta finale. Altro punto affatto condivisibile nel provvedimento è quello in cui si sostiene la possibilità di attuare una “digitalizzazione a PRIVACY QUINDICINALE Federica Meta DIRETTORE RESPONSABILE [email protected] +39.0668412225 [email protected] +39.066841221 [email protected] +39.0668412224 Gildo Campesato CAPOREDATTORE Mila Fiordalisi Paolo Anastasio Luciana Maci [email protected] +39.0668412229 [email protected] +39.0668412223 ART DIRECTOR CAPOSERVIZIO [email protected] +39.0668412221 Roberta Chiti [email protected] +39.0668412222 Luca Migliorati COLLABORATORI Dario Banfi, Alessandro Biccari, Matteo Buffolo, Antonio Dini, Ariel F. Dumont, Luigi Ferro, Roberto Giovannini, Patrizia Licata, Alessandro Longo, Luciana Maci, Alessandra Ritondo, Giampiero Rossi, Mario Sette CONTRIBUTORS Angelo Castaldo, Maurizio Dècina Pierciro Galeone, Andrea Granelli, Piero Laporta Enrico Menduni, Cristoforo Morandini Augusto Preta SEGRETERIA DI REDAZIONE [email protected] [email protected] +39.066841221 ABBONAMENTI +39.066841221 [email protected] PUBBLICITÀ Daniela Costamagna [email protected] +39 348.22.30.514 EDITORE: CORPO 10 SOC. COOP. a r.l. Largo di Torre Argentina, 11 - 00186 Roma tel. +39. 066841221 fax +39. 0668804132 P.Iva C.F. 08650251005 STAMPA: Centro Servizi Editoriali srl Via del lavoro,18 36040 Grisignano di Zocco (VI) Registrazione e Autorizzazione Trib. di Roma n.188/2005 del 12/5/2005. Arretrati 6,00 euro. Abbonamento annuo 60,00 euro (22 numeri) Estero 120,00 euro