I micobatteri non tubercolari: aspetti microbiologici e clinici Enrico Tortoli Il Mycobacterium tuberculosis complex M. tuberculosis M. bovis - M. bovis BCG M. africanum (tipo I e II) M. caprae M. microti M. pinnipedii “M. canettii” I micobatteri non tubercolari Differiscono dal M. tuberculosis complex per: Habitat Virulenza Contagiosità Sensibilità ai farmaci Habitat I micobatteri del MTC sono parassiti obbligati di uomo e/o animali I MNT sono ubiquitari, si ritrovano nelle acque e nel suolo; possono infettare, oltre all’uomo, piante ed animali Virulenza I micobatteri del MTC sono patogeni I MNT sono opportunisti; danno luogo a malattia solo nei soggetti con condizioni predisponenti Contagiosità Per il micobatterio tubercolare il contagio interumano è la più comune fonte di infezione. Molto meno frequente è il contagio fra animali ed uomo Le infezioni da MNT originano quasi sempre dall’ambiente. Il contagio interumano è inesistente, nei rari casi familiari è sempre presente una sorgente comune. Molto raro è il contagio da animale ad uomo Sensibilità ai farmaci Le specie appartenenti al MTC sono normalmente sensibili a isoniazide, etambutolo e rifampicina; variamente sensibili alla pirazinamide I MNT non sono quasi mai sensibili a isoniazide e pirazinamide. Le differenti specie sono variamente sensibili a macrolidi, chinoloni, aminoglicosidi, rifamicine Lo spettro di sensibilità dei micobatteri a crescita rapida ed a crescita lenta è totalmente differente I micobatteri non tubercolari Le specie note sono oltre 130, il 70% di queste sono state descritte negli ultimi 15 anni Mediamente, ogni anno vengono descritte tre specie nuove Patologie da MNT Polmonari Linfonodali Cutanee Osteo-articolari Disseminate Sepsi Infezioni polmonari Sono le più frequenti fra le patologie imputabili ai MNT La via di ingresso è quella inalatoria I micobatteri sono presenti nell’ambiente, spesso anche nelle acque della rete idrica. Gli aerosol costituiscono il più importante veicolo di infezione I quadri patologici nei pazienti HIV-negativi sono completamente diversi da quelli degli HIV-positivi Infezioni polmonari nel paziente HIV-negativo Malattia: indistinguibile dalla tubercolosi, progressione lentissima • Manifestazione variabilissima, da asintomatica a cavitaria • Quadro radiografico caratterizzato da fibrosi, cavitazione dei lobi superiori, opacità nodulare o parenchimale, ispessimento pleurico Bersaglio: pazienti anziani con vari problemi polmonari predisponenti (silicosi, BCO, pneumoconiosi, pregressa tubercolosi o micosi, bronchiettasie, tumori) Sintomi: tosse produttiva, febbre, dimagrimento, debolezza, insufficienza respiratoria, emottisi Infezioni polmonari nel paziente con AIDS La malattia è quasi sempre preceduta da una fase di colonizzazione dell’apparato respiratorio Il quadro radiografico è spesso normale o presenta adenopatie ilo-mediatiniche; la progressione è rapida Bersaglio: pazienti con numero di linfociti CD4 <100/mL Sintomi: tosse, febbre, dimagrimento MAC Il Mycobacterium avium complex comprende: • • • • • M. avium M. intracellulare M. chimaera M. colombiense Svariati micobatteri non ancora classificati M. avium e M. intracellulare sono largamente presenti nell’ambiente ed in particolare nelle acque Infezioni polmonari da MAC Tre quadri clinici distinti • Sindrome tipica Paziente tipo: maschio, anziano, con pneumopatia cronica • Sintomi: tosse produttiva, astenia, dimagrimento, febbricola, sudorazioni notturne, emottisi • Quadro radiologico: infiltrati, noduli, cavitazioni • • Sindrome di “Lady Windermere” Paziente tipo: femmina, anziana, senza patologie predisponenti ma con anomalie strutturali della gabbia toracica • Sintomi: tosse produttiva; febbre ed emottisi compaiono solo in caso di compromissione polmonare diffusa • Espettorato frequentemente positivo all’esame microscopico • • Infezione nei pazienti con fibrosi cistica Le infezioni da M. intracellulare hanno una prognosi migliore di quelle da M. avium Infezioni polmonari da MAC: terapia Non esiste correlazione fra sensibilità in vivo ed in vitro Antibiogramma consigliato solo per la claritromicina e solo in caso di fallimento terapeutico Terapia standard: claritromicina, rifampicina ed etambutolo per almeno un anno • In 6 mesi si ottiene la negativizzazione del 60% dei pazienti con sindrome tipica e del 90% di quelli con sindrome di Lady Windermere Nei casi più gravi può essere necessario il ricorso alla chirurgia Mycobacterium xenopi La specie più frequentemente isolata in molti paesi europei, fra i quali l’Italia Crescita lentissima con optimum a 42°C; isolato frequentemente dalle acque, comprese quelle calde La crescita può non risultare evidente in terreno liquido Patologie polmonari in pazienti anziani nei quali si manifesta con tosse, febbricola, dimagrimento Quadro radiologico caratterizzato da cavitazioni ai lobi superiori, fibrosi e noduli Terapia con rifampicina ed etambutolo per 24 mesi Mortalità elevata, superiore a quella da MAC Infezioni polmonari da M. kansasii M. kansasii, specie fotocromogena a crescita lenta presente nel suolo e nelle acque 5 diversi sottotipi • I. frequentemente patogeno per l’uomo • II. patogeno solo per i soggetti immunocompromessi • II, IV e V. ambientali Le varianti di M. kansasii probe + probe - + 8 12 - 44 7 HIV chi2 = 15,696 P = 0,00007 Infezioni polmonari da M. kansasii Fattori di rischio: patologie polmonari predisponenti, tumori, alcolismo Sintomi: malessere, tosse, astenia, dimagrimento, (febbre) Bersaglio: anziani maschi, residenti prevalentemente in città Lesioni fibrose o nodulari, bronchiettasie, caverne, localizzate nei lobi superiori Positività colturale nel 75% dei casi, microscopica nel 30% Antibiogramma eseguibile limitatamente alla rifampicina e solo in caso di fallimento terapeutico Terapia con rifampicina, isoniazide ed etambutolo (uso di claritromicina in caso di resistenza alla rifampicina) per almeno 18 mesi (almeno 12 dopo la negativizzazione della coltura) Mycobacterium malmoense Specie nota da oltre 30 anni, frequentemente isolata in Scandinavia e Gran Bretagna, non molto frequente negli altri paesi Reperto eccezionale nei pazienti HIV+ Isolamento ed identificazione problematici La crescita può non risultare evidente in terreno solido Patologie polmonari in pazienti anziani con problemi respiratori, fumatori ed alcoolisti Sintomatologia caratterizzata da tosse, dimagrimento ed emottisi Microscopia frequentemente positiva Maggior virulenza rispetto agli altri MNT Terapia con rifampicina ed etambutolo per 24 mesi Mycobacterium szulgai Specie isolata raramente ma quasi sempre clinicamente significativa Scotocromogeno a 37°C e fotocromogeno a 25°C Patologie polmonari in pazienti anziani nei quali si manifesta con tosse, astenia, febbricola, dimagrimento Quadro radiologico caratterizzato da infiltrati apicali e cavitazioni Buona risposta alla terapia Mycobacterium simiae Specie il cui isolamento è più frequente in particolari aree geografiche Talvolta responsabile di colonizzazioni temporanee o persistenti Identificazione problematica, fotocromogeno Patologie polmonari in pazienti anziani con problemi respiratori o con esiti di TB Sintomatologia caratterizzata da tosse e dispnea Microscopia frequentemente positiva Resistente in vitro a quasi tutti i farmaci, terapia per tentativi ed errori Patologie polmonari da micobatteri a crescita rapida Le specie coinvolte più frequentemente sono M. abscessus e M. fortuitum Patologie predisponenti: neoplasie, precedenti micobatteriosi, fibrosi cistica Bersaglio: pazienti anziani, preferibilmente di sesso femminile, il fumo non sembra essere un fattore di rischio Quadro radiologico caratterizzato da infiltrati interstiziali o noduli La malattia viene diagnosticata, in media, a 2 anni di distanza dall’inizio della sintomatologia Si registra un miglioramento già dopo un mese di terapia ma sono frequenti le ricadute al termine del trattamento Nelle infezioni da M. fortuitum la prognosi è più favorevole Nei casi più gravi può rendersi necessario il ricorso alla chirurgia Patologie polmonari da micobatteri a crescita rapida I micobatteri a crescita rapida sono resistenti ai farmaci antitubercolari M. fortuitum è sensibile ad tobramicina, cefoxitina, imipenem, ciprofloxacina e claritromicina M. abscessus è sensibile ad amikacina e claritromicina Il saggio della sensibilità ai farmaci, eseguibile determinando le MIC, è raccomandato MNT emergenti M. goodii frequente in pazienti con infiammazione polmonare dovuta a inalazione di lipidi (lipoid pneumonia) M. immunogenum isolato spesso dagli aerosol che si formano da fluidi impiegati nella lavorazione dei metalli; la presenza di tali aerosol nell’ambiente lavorativo è associata ad elevata incidenza di polmonite allergica fra i lavoratori Linfoadenopatie da MNT Gonfiore unilaterale dei linfonodi cervicali non dolente e non accompagnato da coinvolgimento toracico Scrofula: patologia dell’infanzia, eccezionale nell’adulto Evoluzione caratterizzata da colliquazione e fistolizzazione Infezione per via orale attraverso lesioni di gola, gengive e labbra Terapia chirurgica; trattamento antibiotico quasi sempre inefficace MNT responsabili di linfoadeniti M. scrofulaceum è classicamente considerato il principale responsabile della scrofula M. avium complex, è attualmente il più frequente responsabile di linfoadeniti cervicali da MNT M. haemophilum e M. malmoense sono certamente sottostimati a causa dell’isolamento problematico Linfoadeniti: patogeni emergenti M. bohemicum M. lentiflavum M. interjectum Altri scotocromogeni a crescita lenta Infezioni della pelle e dei tessuti molli Conseguenti a traumi o ad interventi chirurgici (specialmente di chirurgia plastica o cardiaca) Lesioni cutanee o sottocutanee nodulogranulomatose che si sviluppano nel giro di un mese e che possono interessare i linfonodi sottostanti Disseminazione frequente con ulcerazione e formazione di cellulite Quasi tutte Ie specie a crescita rapida possono essere coinvolte MNT responsabili di infezioni della cute e dei tessuti molli M. abscessus M. chelonae M. fortuitum M. smegmatis M. haemophilum (negli immunodepressi) “nuovi micobatteri” • M. goodii (casi successivi ad impianto di pacemaker o ad interventi di chirurgia plastica al seno) • M. mageritense (casi conseguenti a liposuzione) • M. wolinskyi (casi successivi ad interventi di chirurgia plastica al volto e casi, di origine post-traumatica, responsabili di cellulite) Mycobacterium marinum Comune nella acque (dolci o salate) e responsabile di infezioni nei pesci Infezioni granulomatose (talvolta sporotricoidi) negli acquariofili (avambraccio e mano) Terapia con amikacina, claritromicina, doxiciclina, etambutolo e sulfametoxazolo Mycobacterium ulcerans Responsabile dell’ulcera del Buruli, la terza più frequente malattia micobatterica dopo tubercolosi e lebbra Unico micobatterio produttore di tossina Nelle regioni tropicali provoca estese ulcerazioni necrotizzanti, non dolenti, principalmente nei bambini Probabilmente ha il suo serbatoio nelle acque e può essere trasmesso da insetti Terapia chirurgica ricostruttiva Infezioni osteo-articolari Bersagli: sinovia, guaine tendinee, borsa, tessuto osseo, dischi intervertebrali Conseguenti a fratture aperte, a traumi invasivi o a ferite chirurgiche (soprattutto in cardiochirurgia) Evoluzioni possibili: perdita di funzionalità, gonfiore, formazione di fistola o di granuloma, osteomielite e/o cellulite, necrosi dell’osso Condizioni predisponenti: reumatismo cronico, terapie steroidee MNT responsabili di infezioni osteo-articolari M. abscessus M. chelonae M. fortuitum M. smegmatis “nuovi micobatteri” • M. goodii frequentemente responsabile di osteomielite e/o cellulite in soggetti giovani con fratture aperte • M. monacense isolato da una ferita susseguente a trauma con penetrazione di corpo estraneo Infezioni disseminate Bersaglio: pazienti immunocompromessi • AIDS, leucemici, trapiantati, trattamenti steroidei prolungati Sintomi: febbre, perdita di peso, dolori addominali, splenomegalia, diarrea Frequentissime in AIDS fino a pochi anni fa, sono state drasticamente ridimensionate dall’introduzione delle terapie a base di inibitori delle proteasi In aumento i casi relativi agli immunocompromessi HIV-negativi MNT responsabili di infezioni disseminate M. avium si ritiene che colpisca oltre il 50% dei pazienti con AIDS gravemente immunocompromessi non trattati con anti-retrovirali M. genavense • Colpiti soggetti giovani, prevalentemente maschi, con <25 CD4/mL • Isolato per lo più da sangue, ma anche da linfonodi e da biopsie duodenali • Rarissimo nei soggetti HIV-negativi • Incidenza stimata pari al 10% circa delle infezioni non tubercolari disseminate • Presentazione clinica sovrapponibile a quella delle infezioni disseminate da MAC • Risposta al trattamento simile a quella delle infezioni da MAC M. celatum • Responsabile di infezioni disseminate associate, o meno, a patologie polmonari Mycobacterium genavense Descritto nel 1992 Assenza di sviluppo sui comuni terreni solidi Crescita lentissima in terreno liquido (preferibilmente a pH leggermente acido) Isolamenti, generalmente ripetuti, da sangue, midollo osseo, linfonodo, milza, espettorato Non identificabile con i metodi tradizionali Cinetica di crescita di alcune specie di micobatteri in terreno liquido 1000 800 600 GI 400 200 0 20 10 M. genavense 30 40 50 M. tuberculosis 60 giorni M. avium Mycobacterium celatum Spesso erroneamente identificato come MAC o come M. xenopi Presenza di 3 diversi genotipi Cross-reattività dei genotipi 1 e 3 con M. tuberculosis complex Resistenza intrinseca alla rifampicina, sensibilità alla claritromicina Negli HIV-positivi all’infezione disseminata si associa spesso anche la localizzazione polmonare Negli HIV-negativi può essere responsabile di infezioni polmonari Presente nel suolo e nelle acque Sepsi Sono stati segnalati vari casi di sepsi da catetere dovuti a micobatteri a crescita rapida M. immunogenum (casi in soggetti con trapianto di midollo osseo, leucemici, portatori di pacemaker) I “nostri” micobatteri 1995 Mycobacterium conspicuum • 2 infezioni disseminate, una delle quali in AIDS 1999 Mycobacterium tusciae • 1 linfoadenopatia infantile 2001 Mycobacterium doricum • 1 isolamento da liquor, in AIDS 2002 Mycobacterium palustre • 1 linfoadenopatia infantile 2004 Mycobacterium chimaera • numerosi casi di patologie polmonari nell’anziano 2005 Mycobacterium florentinum • vari isolamenti (linfoadenite, polmonari ecc.) 2006 Mycobacterium colombiense • vari isolamenti da emocolture di pazienti colombiani con AIDS 2006 Mycobacterium monacense • isolamento da una ferita infetta 2007 Mycobacterium alsiense • 2 pazienti con patologia polmonare 2008 Mycobacterium arosiense • isolato ripetutamente da lesioni osteomielitiche di un giovane con deficit immunitario genetico Conclusioni 1 Nei pazienti con AIDS la grande maggioranza delle infezioni da micobatteri sono disseminate, il loro numero si è drasticamente ridotto con l’introduzione dei farmaci anti-retrovirali Nei pazienti HIV-negativi • • i micobatteri a crescita lenta sono prevalentemente coinvolti in infezioni polmonari e linfoadeniti i micobatteri a crescita rapida sono prevalentemente responsabili di infezioni cutanee, osteo-articolari e setticemie Il numero di casi dovuti ai “nuovi” micobatteri è certamente sottostimato a causa delle difficoltà di identificazione di questi ultimi Il ruolo dei micobatteri a crescita rapida è certamente più importante di quanto generalmente si pensa La corretta identificazione dell'agente eziologico è indispensabile per l'inquadramento clinico e per la scelta della terapia I sistemi di identificazione convenzionali non permettono il riconoscimento delle specie micobatteriche nuove o comunque rare L'identificazione delle specie per cui non sono disponibili probe commerciali risulta spesso problematica e dovrebbe essere demandata a centri dei riferimento Conclusioni 2 i criteri ATS Requisiti minimi per la diagnosi di infezioni polmonari dovute a MNT Criteri clinici (entrambi necessari) Pneumopatia, cavitaria o non Esclusione di altre possibili cause di infezione Criteri microbiologici (almeno uno) Coltura positiva da almeno 2 campioni di escreato Coltura positiva da almeno un campione di BA o di BAL Coltura positiva da biopsia evidenziante caratteristiche istopatologiche patognomoniche Associazione di biopsia evidenziante caratteristiche istopatologiche patognomoniche e di almeno una coltura positiva da escreato