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NVOVI
DELL'I\DIE
DI
TOB^TOgallo, riceuuti dalli Bjuerendi Tadri
della compagnia di Giefu,tradotti dalla lingua Spagnuo
la nell'Italiana •
-È IL MIO
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LI
FOGLIO
X.
ra diriciate pure a,T^,Eccellenza
bouoluto dare alla jlampa.zj'cpers
cioche torconofco quanta in lei3 oh
tre faprudenzd&Jàptenza, dueh
la delle morali?, quefla, delle uirtu
contemplatiue padrona3fia la relh
gione3<zx,$ukódiurne[Jajciero hòrfy
diraccotarlela cotitìfténzàdelprp
fonte librictuoto^efoendo più che cer
toccheincpntancnteperuenutole ah
-/e mantjo tràcort era. pregarolla
folamente a degnarli di conferuar»
mi nella gratta fua 3 la quale ho in
ioghi tempo pr ezzata 3 & prezzar ó
medefimamente nello3auenire tanto,
quantojl dee la gratia, di quella S i?
gnora3che colma d'ogniperfettionc
hanon folamente tlluUfato ilfof^Q
Jùo3ma uguagliato ancoi più foni,
CT eccellenti ingegni dell'età noe
lira: & le bacio riuerentemente le
mani*
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A.
V.
Eccellenza
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^fffettionatifo, Seruitort
Michele Tramezzino*
TJ.VOLJL
DI TVTTE
L E LETtereycbe in quefio librettoficontengono. '
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Copia d'una lettera uenuta dalla città dì Malacca
dell'India, fcrittaà IJ.dil^ouembre 1556.
dal Tadre Baldaffar Dia^deUa compagnia di
Iefu,alli padri & (rateili della medefima compagnia in Europa.
Car. r.
Cauato d'una letterafcritta in Ormw^a 8 .di Luglio 15 57 .d'un padre della compagnia di lefu.
14
Copia d'una lettera di Lodouico Froisfcolare della
compagnia di lefu fcritta in Goa 3 l'ultimo di
, l^ouembre 155 7. riceuuta in Tortogallo questo Luglio del'yS.
15
Copia d'una lettera del l\ettore del Collegio della
compagnia di lefi di Goa per quelli di detta
compagnia in Europafiritta ài 2. di Decembre 15 5 7 .riceuuta in Lisbona nel mefe diLuglio,del 1558.
so
Copia d'una lettera del padre Melchiorre Carnei ro eletto Fefcouo, & fucceffbr del Tatriarcha di Ethiopia,di Goa,à di 24 .di Decembre
1557 .Bjceuuta in Lisbona nel mefe di Luglio
1558.
37
Copia d'una lettera del Tadre maeHro Melchior
Tslugne%, fcritta in Coccin nell'India à gl'otto
diGennaio>i$<y8. '
41
Canato d'una lettera del Tadre jinrique JtnrU
que^fritta in Manaccari,nel regno di Trauancor,à 13.di Gennaio del 58. al Generale
della compagnia di lefu.
5£
Cauato d'un'altra del Tadre don Gonzalo Trolanciale delia copagnia di lefu nell'India. 5 6
Cauato d'un'altra delli cittadini di Dio, ouero Calicut,per il Tadre Don Gonzalo prouinciale del
l'India.
57
C0T1JL D'Vl^A
LETTELA
YEnuta dalla Città di Malacca dell'Indiafirittaà 17 di TS(guembre 155 6JalTadre Ì
Baldaffar Dia^della compagnia di
lesa alliTadny& fratelli del
la medefima compagnia-r
in,Europa.
Gratia& Tax ChriBi. &c.
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•.
Sfendo tanta parte, dell'aiuto &
contentezza ffirituale di quelli
che cofifeparati Hanno corporalmente ( benché nel (pirito uniti )
la commynicatìone di lettere >
lìauiferò, fecondo che m'ha ordinatoli Tadre nostro Trouinciale, d'alcune cofe di quelle, che'l Signor Diofidegna operar in quette bande,per quelli della compagnia. Dapoi eh'irtGoàfifece elettone del Tadre Antonio di Quadrvsper Trouinciale dell'India,fidiede ordine,ch'io partefii per Malacca > per far refìdentia in quetto Collegio,^ proceder da quello delle cofe neceffarie, a' nottri del
Giappon, & Malucche, & anche\ per mandargli
(facci di dette Trpkincie a Coccin. Mi parti adunque di Goa la prima Domenica dopò Tafcha, menando meco nofiro fratello Tietro à'Alca%ada ; ilqual ueniuaperpaffar al Giappon; portandoproui-
ftone alllnofirì, che Hanno in quelle parti. TS^ella
Ts^aue, in che ueniamo, egl'infégnaua la dottrina
chrittiana ; & io m'efercitauo in predicar, & confeffar quella gente.Ci diede Iddio TS^. Signore tanto proffero tempo , che pel di della Tentccotte arrivammo à Malacca, doue trouai due altri fratelli . L'uno lafciò qui il Tadre Maefiro Melchior,l'altro uenne dalla Cina à guarir d'una ternana in
quetta terra,doue prefto ricoperò lafinitàper gratta di 3\(_. Signore.
Stette Tietro à'Atca%aàa circa un mefe,affettando l'Armata, che haueua da partir per la Cina ; perche in una Ts^aue di quelle ,portaua tutta
laprouifione. Finalmentefipartì con detta armata uerfo la Cina, doue haueua £ affettar,dall'Agofio infin al Maggiofeguente , urialtra armata,conlaquale {li là fi trànsferiffe al Giappon , che farà
Màggio di 13. giorni. Tali dilationi nel nauigare ,fono d'ettremo trauaglio,& nelle qualigl'huomini, etiam perfetti affai benfìprouano . In quefio maggio da Goa al Giappon, ha ffefo il Tadre
Maefiro Melchior più di due anni ; & anche non
foppiamo fegionfi là. Ma credetemi fratelli miei
dilettifiinii, che quantunquefienograndi li trauagli, chefipatiscono, paiono piccioli à comparation del gufilo chefiriceue, nella conuerfione d'una
fol anima, ricomperata co'lfangue di Chrifio2\£.
Signore. Quelli che uengono dalla Cina, ò dal Giap
1
pon, perpàffhr nell'India ;fe gì'accade non poter
giongerqui aìj.di Decembre, li conuiene trattenerfiqui infin'd'altr'anno. Dall'India communemente uengono qua in due imbarcationi l'anno^unanel Maggio, l'altra nel Settembre, ma dì qua non
fi può andar là., fé non unafot uolta l'anno, come
detto.
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...
il (ito di Malacca, nelquale habitano i Torthoghefi,e molto piccolo . Mantenimento poco titàel->
lapropria terra il frumento & carni, uengono ddl'India ; il rifo da laua. Vi fino molti frutti ài
diuerfe forti, tragli quali fono certi, che chiama^
no Durioni , gli quali fecondo l'oppinione di quanti
uengono in quette parti ,fono delli più foaui, che
Iddio habbia creati in terra ; l'acqua Sìa in un bofio, un tiro ò due di balettra difeotto daW habitato;
& fempre che uanno à tome, bifogna ardami armati, con archibugi & altre armi. Et quetto per
li ladri che uanno pei bofeo robbando, & ammaz?
%ando, & parimente per timor de gì'ammali filetaggi , comefinoElefanti, Tigri, Leoni, Or fi, &
altri che chiamano B^eimoni ,gli quali ammazzano molta gente,trouandola difarmaia,o firouifia.
Dicono, che'l traffico di quefia terrafepiù grò fi
fo di quei di Fenetia, perche portano in quella com
munemente molto Oro, argento, pietre preciòfe >
ambra, mufehio, feta ,fpeciarie, fchiaui, & ogni
genere di mercantia, in grande abbondàntia,da t*&
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te le parti del mondo.Et qua mandano li Bj di que
fie pani ,fuoi ambafàadon, moflrando defiderio
di confederarfi,& farfiamici del i^e di TortogaU
lo, Qui finalmente, tengo per me, che concorra
la maggior parte di tutte le natione dell'Oriente.
Ma quanto quefia Città e profiera in tutte quefie
& in altre cofi molte, tanto nel negocio difua faIute e pouera ,&la più infruttifera uigna, ch'io
fappia nella Chiefa d'Iddioyferche,totalmetegl'huo
mini, parefi gouernano ,per fuafenfualità&onper
la ragione. Quefia fu una delle terre,nellequali con
più inflantia nofiro benedetto Tadre maefiro Fran
ceffo fi ajfaticòper rimouer la gente d'effa dall'Ido
latria, & uitiifuoi antichi : & mediante la diuina grana , uifece molto(rutto,principabnente nella dottrina chrifiiana. Dopo che'l detto Tadre fi
partì per altre partijrefio in quella il Tad) e FrancefioTere-%, per quattro ò cinque anni?dopo liquali
uenne il Tadr: maefiro Melchiòr:& benché era di
camino pel Giappon, tutta uia il tempo chefifermò
qui, la gente l'aiutò, moflrando fegni di penitenza
<jr defiderij di lor faluie. Ma come reflò dopò fua
partita, circa d'un'anno e mei^,fen%a Tadre alcuno della compagnia, mancando chi gl'effòrtaffe
eìr inducete loro alla perfeueran^a del bene incominciato , mancorno di fuo bonpropofito,&fi raffieddorno.il Tadre maefiro Francefio era in quefia
terra, tanto amato & riferito, per fia charità
grande, the uerfo tutti haueua, che altramente
non lorìqminauano che il Tadre Santo innanzi à lui
zanàauano ti fanciulli cantando, & lodando Iddio
7s^. Signore cercando di bafciargli la mano, & ottener da luifua benedizione. Et fece la gerite tanto habito in quefio, che hoggidi fanno con noi il me
defimo,inquefiaparte «
ì • Subbito giunto qui, cominciai à predicare, &
feguito tutte le Domeniche &fefle, & con l'aiuto
del Signorefiuede nella gente emendazione. Et come nelprincipio, trattai delli pericoli,che nell'imbarcationi di quefte parti occorrono, ó* del Star
tanto uicini per quefia caufa alla morte, fono tante le confefiioni, al tempo che s'imbarcano per la
Cina, per Sion, &per altre parti,che diffìcilmente fi può fatisfare à quanti all'hora concorrono.
In quefia Terra era infoino uenir le donne maritate alla Chiefa, etiam la Quarefima,fenon foffe per confeffarfi;& il peggio è,che li manti ne erano cagione, perche doue doueano darle effempio,
efii ifiefli lafciauano etiandio lefefle, & Domeniche d'andarui ;dandofrpiùpreflo à fuoi ffafii corforati. Adeffò per gratia d'Iddio,àpenarefla donna alcuna , che non uengaalla Chiefa, qual (landò
prima uacua di loro,adeffofilamentano che è troppo piccola. Quefii negocij di mercantie illecite ,
tanto generalmente quafi ufauano,che infirìolii facerdoti seftendeua lo abufo. Ma già intendendo il
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padri Torthoghefi, & madri Indiane, quantoper
effer lor padri huomini da guerra, & molti morti
in quella, ò nel mare nauigando ,pigliauano i mali cofiumide i gentili, trattai una Domenica nel
pulpito di quefia materia, dicendo, che li raunafi
fero tutti, che un fratello noftro gì'infegneria leggere, &fcriuere,& l'altre uertù.Et cofi furnofcritti in un libro; tenendo comodi quelli che mancano;
& ogni giorno uengono a noftra cafa, cantando la
dottrina chriftiana,per leftradi,&gionti che fono
' in cafa noftra -, la mattina dico lor ta meffa ; quale
odono ; dicendo in quella chiill\pfàrio,&chi l'officio di noftra donna. Dapoi figli da lettione di leg- gete, &fcriuere,&fe ne ritornano àfue cafe.Diedefì lor ordine, che ogni mefe fi confeffaffero, come
lo fanno tutti quelli che ne fono capaci. Sentendo
quefii giurar alcuno perle firade, lopriegano che
non giuri.JLt uedendo alcuno, che fa oratiQne nella
chiefa, con un foto ginocchio in terra, gli pregano
à metterui anche l'altro. Isella cafa loro infegnano efii la dottrina chrifliana à quelli chefitrouano
in effe;& tutto quefto fanno li fanciulli con gran con
tente^^a, & guftoXaws. Deo. il numero di quefti
odeffo, e di più di 120. il Signore, come uero padre de gì'0)fini,dialoro perfeueran%a nel commendato bene.
Fri altra cofa era qua^iellaqual soffenàeua mol
to Iddio 2y\ Signore, &e che nelliproprij IS^aui-,
A liti
fiandaloche dauano,han lafciatodifarli. A : TJ
Alcuneperfone, frequentano le confefiioni &
communioni ogrìotto giorni : altri uanno Inficiando
le concubine. Fra li quali fu uno, che tenendone
quattro molto tempo fa, ueniua alcune uolte traueflito ( acciò non fuffe conofciuto ), ad interrogar alcuni punti 3 & dubbii ofcuri dell'Epiflole di San
Taolo, & rifiorendoli ungiamo io, che à quegli
cheuoleuano intender la frittura, era neceffario
d'effer burniti,. & fiora di peccati mortali, tornilo il Signor di tal maniera interiormente, che fra
un mefefimaritò rimouendo l'occafione dello fcandato che daua,confua mala uita. '
r *Le Domeniche & fefte dopòpranfo, uò con una
-campanella, per lefirade, infognando la dottrina
chnftiana Seguitandomi molti fanciulli, & anche huomini grandi ; del che s'edificano molto gli
chriftiani:& dopò cheper leftrade ho raccolta mol
ta gente,la meno tutta alla chiefijdouejgli dichiaro
la dottrina chrittiana. 7 7
il tempo che mi auan%a delle prediche,& confezioni ,fi difiribuifce in altri aiuti, de gli profiimi;com'è uifìtar l'infirmi ,& componere nemicitie,& andar alle carceri, del che il popolo molto
s'edifica. LausDeo.
Dopò l'arriuata noftra à quefta terra, ci meffe
Iddio nel cuore,di dar aiuto a molti fanciulli chriftiani orfani, quali tanto per effer meftii^, cioè di
5
metto, & fua fetta,ma piacque à nofiro Signor iddio che non gli riufà.
£ ordine chef tiene in quefte bande per infegnar
la dottrina chrittiana, è queSlo, che la mattina fi
congregano tutti in un luogo ( non ui effendo altra
bora più commoda del dì,) per andar quella gente
alauorar i campi effendo poueri) nellaqual hora
fi gli dichiara la dottrina, &già alcun la fanno affai bene. Vi e uno che tiene conto con quelli che
mancano ,fen%a cui licentia, neffuno la mattina
può ufiir fuori della terra.Le Domenichefigli predica & hanno quefia diuotione, chefialcuno s'ammala , fubito ne chiamano, accio che fi gli dichi
loEuangelio ,fono anche affai deuoti, dell'acqua benedetta.
Erano per lì peccati di quefta gente, certi fini
in quefta terra, che li mangiauano le femenù,fen%a poterci dar rimedio alcuno: & ha piacciuto à no
ftro Signore che con andar' io per li campi affergendoli l'acqua benedetta ,fi ne fono tutti partiti.
Et fu cofi notabile,che permeffe nofiro Signore che
come glifouifipartettero da i campi de i chrìfiioni , ài quali tanto danno faceuano ,fe n'andorno à
farlo molto maggiore nelle terre circunuicine de i
gentili, perochc fi lamentauano detti gentili molto delli chriftiani,& ueniuano à non piccola contentione, infimo à trattare di chi haueffe miglior Dio;
& quando le ragioni non baftauano ueniuano alle
fy delti Torthoghefi,s'imbarcavano infirìodeffo Mo
ri,fitto ffecie di effer mercadanti. ^Quali con fua
nefandafetta, hanno peruertiti molti regni di quefte parti , inducendoli a figliar fua falfa legge ; alche fare fino tanto-folleciti, & induftriofi, che di
dentro di Meccha,&dal Cairo,& anche di Confian
tinopoli, uengono in quefte parti tanto remote,per
innal%ar & ampliar fua uelenofa fetta. Et nella
medefimo Ts^aue nella quale io m'imbarcai, ueniua uno ilqttalc portaua mollarmi, & alcuna gente fua, publicandofì per parente di Mahometto;&
paffaua nell'Ifola di Borneo ; doue (là un'altro compagnofio, ilquale ha già conuertita à fuapeftilentefetta, tutta quell'Ifòla,douè tanto da tutti uenerato, che mi contò m Tortoghefe, che di là uenne,
che tre uolte il giorno Ufi ill\e di quella terra riueren^a. Intendendo io adunque per un Tortoghefe , il djfegno del Moro, procurai fubitofisbarcaffè,
riprendendo quefta cofa molto feueramente, (tificeli darfigurtàfofficiéte,chefintornaria all'India,
fen%apaffar più auanti ;& per altri già fi tiene
circa quefto più uigilanTg. Andaua quefto negociò tanto male, che fin'olii marinari Arabiche ueniuano ne gliysiauilijdeTortoghefi ,fi rimaneuano nelle terre de gentili, peruertendo di quelligran
moltitudine. Vno di quetti, menomo qui queft'anno dal Giappon, douefiaffaticò quanto lui potette,
difarcheliGiapponefihaueffero notitiadi Maljo-
6
.
Accadette anche una uolta che andando il frate!
lo noftro TS(icolao TStygne^, à uifitar un luogo di
chriftiani, uennero da lui li principali della terra,
à domandar gli,che cofa farebbono, poi che per non
piouere, fi glifeccauanoi campi feminati : egli li
riffofe chepregaffero tutti Iddio i{. Signore che ha
ueffe mifericordia di loro, tfachc s'unsero tutti in
un luogo, poi che non haueuano chiefa,il che fecero,
& fubbitols^. Signore fu fruito mandar acqua
dal cielo.
Quefia gente non ha copia di uocaboli, ne fanno
che cofa è demonio, benché per quel che fi uede di
loro, & di fua lingua, par e che lo tengono per cofa che uà per gli deferti & monti, &per gl'alberi , & che gli fa del male. Quando portano à feminar il rifo ( che è il medefimo là che qui il grano
perche il pane che di quel rifo fifa è migliore) prU
ma che lofeminano me lo portano, acciò lo benedica ; & il medefimo fanno del nuouo quando importano dall'Are, a confricarlo in cafa, perche tengono efii tal fede, che effendo benedetto non fi guafii in cafa, nes nel campo lo mangino li uermi. ',,...
Quando alcuno chriftiano muore,uò la con lì fan
ciulli,portando innanzi una croce atta accompagnando il defunto come fanno in Europa, di fio cafa alla chiefa, cantando le letanie.Et quefto il Tadre maeftro Francefco Xauier l'introduffe in quefie parti.
7;:,,.
armi : di tal maniera, che affatica baftaua io àponer^li inpace ; dicendo olii chriftiani che non, trattafferò più di tali diffute; poi che non conueniuaponere noftro Eterno & Immenfo Iddio in comparatane con gli Deìfalfi & bugiardì,che igentili adorano ; come fonoftatuede fuoipadri òfigliuoliproprij, cofa certo molto fuori di ragione. Altri tengono un Dio che chiamano grande, & un'altro Dio
piccolo, dìo del rifo, dio del uino, & altri.
Suole tremar quella tetra, tal uoltafiattentando i chriftiani,liquali quando quefio ueggonofigettano in oratione inuocando il diuino aiuto;ma li Gen
tiltbattono concerti pali affai forte il fuolo della
terra,dicendo che cofi fanno terrore aie anime che
ftanno fitto la terra, lequale la fanno tremare. 7
Hanno li chriftiani di quefte parti, tanto credito à quelli della compagnia y che uengon li padri, ò
madri ò figliuoli, òfratellidi alcuni amalati, à domandar li noftri,fila talper fona uiuerà, ò morirà
di quella infirmita. Et tengono come per certo,che
fi uno della compagnia uifìtaffe l'infermo ,&gli
leggeffe l'Euangelio guarirebbe. Accadette che
tenendo un' uecchio chriftiano, un'idolo di legname
chegl'erarimafto in cafa de i tempi paffati, ondo
da lui ponendoli molte cofe da mangiare innanzi,
(irgli diffe eh e fé tutto quello mangiano, che lui
gli crederia &' adoraria,& uifto che non lo mangiò
lo buttò per terra & abbrufciollo.
?*,
7
do potente Signorefé l'ha ufurpato ; per non effere
fauorita,&aiutata la ì\egina detta da fuoi Vafatti,
effendo mafiime lei chriftiano ; non obftante che legittimamente fuffe fua Signqra,& fonila del T{edi
Tidore. Con tutto ciò quando lei efcefuora,cofi chri
(liana, come e molto temuta, & riuerita da tutti:
ha parimenteficodue figliuolifuoichrifiianì, molto amici de Tortoghefi ;fi fecero anche chrifiiane
duefirelle di quefto B^e ( chepafforno di quefta iuta ) le cui madrififarebbono anche conuer ti te, (è
non temeffero che ilj\è come Tiranno gli taglierìa
le terre. Et per quefio tutti han paura di farfichriftiani communemente.
L'ifola nellaqualefiala fortezza dì Malucco,
hauerà di circuito in circa cinque leghe, & e delle più alte terre che in quefte parte fieno, fecondo
il giudicio ,& parer di tutti.
<".
Vi e una montagna altìfiìma nellaquale ftanno
alcune grotte molto grandi, onde efce fumo, &
fiamme di foco molte alte, buttando tal uolta pietre, tanto grandi come quelle di molini. E delle più
ffauentofe cofe del mondo ; perche di quefti buchi
profundisfimi efconoflrepiti& tuoni come di grofi
fa artiglieria : & fumo molto negro, & con effo
molta abbondanza dì cenere .Vi fono in detta ifola molti garofoli, & canne tanto groffe , che dentro di quelle tengono li Torthoghefi l'acqua che beuono. Vifono anche molte aranci dolci He miglio-
Hor uoglio darui informatone dette Mducche,dou'e l'ultima fortezza, che il B^edi Tortogallo
tiene in quefie parti ,&di Goa (in làui è uiaggio
di due anni, in andare & uenire.. Malucco fiàfituato in un grado della linea dalla banda del Sul,
nella terra del piùpotente i^è di quelle parti, che
fi chiama l{e di Ternate ,ilquale conuer fa conti
Tortoghefi, mofirandofì fruitori del l\è di Tortogallo , ma non loffia di ammainar gli chriftiani,
che può hauere nelle ì/iani procurando di amplificar fuo B^egno, &. di farfiSignor potente. Molte
uolte dice male di fua fitta di Mahometto, benché
poi gli par dura cofa,lafciar le tante moglie che tiene, &'abbracciarlaperfettione della leggeeuangelica, laqualefimleffe accettare, non ui (aria bifogno interprete, in dargliela ad intendere, perche
lui intende, & parla molto ben Tortoghefi.
Alcuni dellaftirpedi quefto l{e ,fi fono fatti
chriftiani : &ffecialmente una Bregma motto prudente , & (fifereta, & molto uer fata nella fetta dì
Mahometto, allaqualefipofenome donna ifabella,
& adeffòfi confeff a & communica affai fi effo, da
quelli della compagnialoconuertì TSJ^. Signore per
me^o di noftro Tadre maeftro Francefco Xauier.
Tarimentefifece chriftiano unfigliuolofuo herede
del P\egno, chiamato don Manuel, che morfe all'India\, fuecedendo al fuo regno quello che adeffò lo
' tiene ; non perche di ragione gli toccaffe ; ma effin-
diedero il B^egno .
* /. 7 :
Trenta leghe difcofto da quefio B^egno dì Geylo-.
lo ,fta una terra molto grande,nellaquale fono non
pochi chriftiani : &fono due ifole che fi chiamano l
del Moro ; l'unafarà di 35. leghe, l'altra di fette.
Vicino à quefta ut e un'altra ifola di più di 15 o./e
ghe di circuito. Et la banda di quella che fta uerfo '
il mare, e tutta de chriftiani, ma dentro la terra
fino gentili : & gente molto barbara, & crudele >
che ammazzano quanti poffono per robargli. E fig
getta queff Ifola al B^e di Ternate, & tiene diuerfe nationi ; & fecondo dicono aatiquamente fu molto potente; ci e gran diuerfità di lingue, tanto che
tra il (patio di due leghe,ui fono lingue più differenti , che la Spagnuola dalla Francefe . Si truoua in
queft'Ifola del Moro, molto rifo, e Tgnxeuero, &
altre uettouaglie,de quali la più commune chiamano efii Sagu,& cogliono quefio frutto di certi alberi , tanto grandi come palme, delqualefanno farina y &poi il pone, quale cotto, mangiano più prefto alquanto caldo che freddo, & dicono che lo ritrouano effer miglior mantenimento del rifo.
Vi fi trouano in queft'ifola per gli deferti, certe
galline, non maggiori dì quelle d Europa, lequali
repongono fue oua ( tanto grandi come dipapara,
la maggior parte de quali e del roffo ) fempre fiotto
V arena ò terra molle : & per poneruelefanno un fof
fo nella terra meiga canna in giù > & dicono che
ri di quefie partivi fi trouano parimente cofi gran]
di ferpenti, che singtottifcono un porco, & una
capra intiera ; ma non fanno male alla gente,fi non
quando ftanno arrabiatedifame,per non trouar che
mangiare nel deferto.
.*
Appreffò di quefto, un tiro di artigliano ,ftà
un'altra Ifola chefichiama Tidore, che tiene \e
da per fi ; & uicino à quefia(tanno altre due ifole
chiamate, l'una Macher, e l'altra Moutel, & in
tutte quefie, ui e molta abbondantia digarofoli,&
fonofòggette al B^e di Ternate .A 20. leghe ftà
un'altro B^egno,ben prouiflo delle cofe neceffarie
detto Bacchaon.
'^^
<
y:
Sette leghe difcoflo dalla fortezza di Malucco,
ui e un'altro B^egno detto di Geylolo. cui B^e hebbe
molto tempo guerra con li Tortoghefì, & il Capitario Tortoghefe di Malucco gli tolfe pur il B^e-^
gno. Tenne coflui 18.anni una fortezza fornita
di molt' Artiglieria,che haueua (lui tolta alli chriftiani, de quali amma%gò moki,nel tempo che durò la guerra.Èra molto tiranno &fmgeuafi amico
de chriftiani, per coglierli con quefta induftria &
ammazzargli. Queftafirtex^a alfine repigliò Ber
riordino di Lofi conpoca gente, & molta prudenza
tenendola afiediata tre mefi : Et quando prefero il
B^e, diffe lui che Iddio haueua giustamente permefi
fi queftoMr hauerfilui tanto mal gouernato, per
il che s'attoficò lui ifteffò,& ad un fuo figliuolo
9
rVifitrom tinche una forte dì pefcie molto gran.
deche chiamano quelli della Term,pefcìeVacca,il
qualepare Iddio gl'habbia dato, perche la terra è
priuade uaccheamo di qmttìpefci tagliato in pe^
^empirà cinque òfeibitiwiLefenìmine hanno le
póppe, come donne,&il mito còme nocca, hanno il
pelo come il porco,benché pìmaro>il Mentre ,&il
fegato,come uacca.la parte,che èmiglioredoman
giare,di tutto il corpo fé il colloca teSia^t il petto.
Quetti fi mantengono di herbe marine .Lipefcano
con rethaffettandoliebeuenghino à mangiare, &
tengono queftopefeit'pei•buonmantenmmo. [^ .
Ter gì'Alberi fi trouano affai pappagalli, quali
tengono per certo effere li migliori del mondo per
la facilità che l'hanno in imparare tutte le lingua
che gli fonò infegnate'Vùar
7
4
; ^llaparte dell'Oriente di quett'lfola, dicono
che Tu una gente biancha, mabettiale, laquale al
combottere,nonfipendo,che cofafienoarmi,fi mei
tetro quelle,ferina tener pu ufi che tanto didi~
fcretione.
\
. 7 ...•
Li chriSliani di queSVlfola del Moro ,fono huo~
mirìiben diffotth & di buonattatura, come li Bra
fili ; hanno il corpQ^ tutto depinto, come fi depingono il uolto quelli d Affrica. Quetti quando uanno per maremuìgatiQ in certi febifi non maggiori che ma$lre,in chefifa il pane in colette parti.
Vno uolta uennero à Malucco alcuni di quetti, &
B
pongono Voua di due in due, &fen%a canarie la gal
Una, &fen%a foftentatione, ò nódrimento alcuno
delle madri, ma filo co'l caldo del Sole efcono ipolli da per fi: &fi guardano d'ammaccarle, per rifletto delle molte oua che fanno, quali uà la gente
à cercarefittol'drena,per mantener fine. \
Si truouano in queft'Ifola duemanìre di gàmbari, i quali tengono le gambe a guifa dilocufte &
anche più grofie; li mafchi tengono dentro di fi certi uermi moltofuaui,lefemine fanno l'oua nella con
catàtà de gf alberi,doue ftanno.
Vi fono altri di color [negro, i quali attofiicano
co'l fio ueneno immedicabile qual fi uoglia che li
mangiaffe.
inetti fiumi di queft'Ifola fi truouano ferpenti
grandi, i quali efcono dall'acqua olii deferti per
far iui le fue oua,de quali efcono ti figliuoli.
J^el mare di quefta terrà, uifi truouano Tartarughe , molto grandi, lequali fanno l'oua nell'arena della (piaggia,& cauando con le mani circa quot
tro pallili in giù le pongano, coprendole con lamedcfima arena ; & col calor del Sole s'ingenerano i
figliuoli:& dicono che tal uolta quando pigliano alcune di quefte Tartaruche, al tempo che hanno l'oua, ne truouano dentro di lei più di <$oo. poco mag
glori, ò menori di quelle di galline, benché più ritonde.La carne di quefte Tartarughe,^ come di ca(irato,effendo molto graffe de tcganofér buonpafto.
1
Vi fi
lo
fcina del finto battefimQyfecondo ci horefèrìtom,
ctttteUano,che in* quelle parti fu fchiauo,. dieci ,o
dodici anni, ilquale fa parlarMolto bene quella Un.
gua .Di quett'ifola di Maluccofipuò andare iti
quella terroicon moltafacilità ; non ui effendo piti
chefeto fette dì di camina, tutto per dentro di-,
uérfe Ifole. Et dicono che quella gente ha jnolto
charomdere li T}OÌtoghefi,effendo affaiaffabile.
ikffadrèGio. di BeirKahebbegran defitleriòydam:
dar'a dar la nona dello Euangelio in quelleparti^:
ma per conferuar quelli che in quefie ha lui conuer
tìti,fi retto nel Moro.,U7 • . 0 x 7 7 - y ;w WWVÌ
~ r: Fra queSla Terra deli Tapue, &,la forte^^a
delire di Tortogallo,finomolte ifole de diuerfe
genti barbare,&di Varie nationi,di cui nómi:
non fono inforinato ; benìchè alcune gente diquelle,
fi che fi chiamano lumm, Guabes, Guar%e(U,le.^
quali'facilmente accettariano la fede, fi ui fiffi
:
chiandaffeàdenunciargliela.
— 7 \ \ 077,7
-Bjtornando all'Ifola del Moro ,fonoin quella
perla bontà d'Iddio molti chrittiani, liquali credo
faranno uenti millia;& per gratta di nottro Sigm
re con lefatiche d'alcuni di nottra compagnia, uan
no imparando le cofe dello federando à quelli mol
to credito ,&portandoli granderiueren%a& rifiato . In tutto quetto terra del Moro fono quaranta fei luoghi di Chrittiani, cui numero tuttauia
crefiieria affai ,fe non uifoffero due inconuenienti;
B ij ,
•V
in arriuare morfirò tutti, in fuora duno, ilquale
imparata che hebbe la lingua, diffe, che in quelle
bandefieut fono molte ifole baffi, & che naturai*
mente tutta la genie era pacifica,& che non bon*
no homi, ne akriinttrirnienti per\pefcare+Et che
il pefcie che eftipiglionò*b di genere dottie che in
Quella terra fi truoua ;ppr mancamento di ferro»,
dice chein uece di chiodi,fiferuononelfioriifchifi
delle offa ,& erotte delle ottie: lagente dice mantenerfidi tartarugheagalline ,& di cèrto forte di
fichi arrotti, & allefii;& anche del uino di efii. E
quetta gente ettremamente brutta, piuche qual fi
uoglio altra che habbiamai tétta nel mondo. Diceua cottui habitar quella gente in certe capanne
fattedi rami di palmeK :.;ù - v , 7
;7.7\ p
Oltre di quett'ifola del Moro, che ho detto,ui
è un'altra terrò alla parte dell'Efie,chiamàta delli
Tapue, che e una delle gran terre di quette partir
laquale dicono tenere yooJeghedi rìuìerauerfo il
mar e,infino alla nouaffogno, fecondo l'informatione delli castellani, che di là uengono .Lagente .
dicono effer molto negra, quafi come quei dell'India, di Cafro .Sono tutti gentilifiottodiuerfiI{e,&
di fottìi ingegno yficondo che delli fchiaui, chedì\
quelleparti tenemojfì uede. Dicono trouarfi là
molto oro : facilménteaccettariano la fede, firn
fiffero operorijdiquèjla^àq
mente chiamando^&non e chili mettar;)iètlapi^
^.i.
ir
anche dalli I{e Mori dettmtti ; per lapocapatien*
tu che hebbero, tanto quetti del Toh, quanto de
alcuni altri luoghi circunuicini, ritomornoà fittoporfial dominio del I{e di Geylolo, dandoli tribur*
to ; & cófi Stettero alcun poco di tempo; alfinedel
quale il Capitanio del I{e di Tortogallo, gli mandò àrichiedere,che uoleffero tornare alla diuotione di prima , ma efii refitteuàno ; uedendo che tuttauia quel J{e li tirannegiaua, &perfegmtauafinalmente dapoi deffer Siati tre uolte richièsticene
%o effetto, dal detto Capitanio ; certe grotte che
gettano foco nella medefimo Ifola di MoroÀal tuo
gq di Toh tre ò quattro leghe difiottoper gran giù
dicio diuino, & manifettationedifua infinita potenza, comminciorno à mandar fuorifiammemag
glori che mai s'erano uitte , facendo grandifiìmo
Strepito come d artiglieria molto groffa, con fumo
tanto ofcuro, che il Solenonfiuedeua& ildìpareuanotte, mandaua fuori parimente tanta cenere
nel mare, & nella terra, che nonfipoteua uiuere
perche co Ipefo della cenere fi cadeuano li rami de
gl'alberi; Tettando il tronco in tal modo priuo de
rami, cheperffacio di dueò tre anni, non diederofruttoalcuno. Le cafe anche co'lpefo della medefimo cenere ,fì cadeuono.Lje acque gli diuentaturno amare. Gl'animali del campo, & fiere felmggie, non trouando patto,ne herbe, di che notrirfhper effere ogni cofa coperta di cenere,fi troua
B itj
Vuno è il timore che homo detti Re morì, per U
terrore che efiipongonoà quelli, che fi conuertàno*
alla fede noftra, L'altro e il mancamento de chi li
mottri il camino detta beatitudine eterna ; perche
lì pochi che in quelle parti Stanno, nonpoffòno con
tutta ladìligentia, &%elofuo, tanto uehcementetrouarfi in una parte & altra, cheffeffeuolte
prima che arriuiuo adunluogo,rìo muoiano alcuni
fanciullifigliuolidi chrittianifen^a battefimoiqua
to manco adunqueftpuò attendere à conuertire di
nuouo alm.DelcbépotètégiMcarela necefìiti dy&
perori] che è in quette parti.
»A*^ :T" - r::
^ D i quetto gente del Moro alcuni erano figgete
ti all^edi Ternate,altriall{e diGeyhlonlquale
uedendofi tolto alcuni luoghi del fuo dominio, &
per efferluipw^lofi detta fetta di Mahometto^
che tuttigl'dtriì\e,comminciòàperfeguitare gli
chrittiani del Moro, ammazzando & cattiuando
molti d'efii, sfacendoli tanta guerra,con la gen*
te de i bofchi (che fonò grandi arcieri) chetici luogo del Toh, quafi ogni dìrìammaigauanoalcuni.
Quettapérfecutioneera comminciata dal tempo,
nelqualeil Tadre maeftro Francefco gì andò dui fi
tare .Et per effere gli chrittiani della terra tanto
pochi fhuoriti, all'bora da Tortoghefi( da quali
piupretto piglìauano fcandah che effempid)& per
ejfsm rimatti àpena mille huomini diguerra,ben
che prima fofferapiù di tremillia,& uedendofi
• /
ti
oper intereffe alcuno,ò per altrofinehumano ; ma
la rifpofto fu che foto li moueuà ,il uedere & conofcere lo uerità & giufiitia che li chrìfiioni confef
fono & abbracciano. Et dice queftofratelloche in
dieceanni che e ftato in quelle parti, non ha uifto
gente, che tanto allegramente & con tanto buono
animo riceueffe la legge di Chritto nottro Signore
Et cofi l'inttruì & infegno in quella. Alfineandor
mia ilfratelloMelchior Figueredo ,&effò; & li
bàtte^orno con molta confiamone nel Signor nòstro. Dapoi d'hauer'efii imparato l'orationi ,&il
retto che conueniuafapere per effer battezzati.
Quel I{e di Geylolo (già detto) ch'hebbe conti
Tortoghefi molta guerra, defiderò grandemente
hauer in mano, il Tadre Francesco de Veira ,&>.
ilfratelloTS(icolao TS^ugnex^per* ammazzarli: per
il frutto che efii faceuano nelle anime di quelli del
fio regno; & al (ine fu lor dato un fchiffo,nelqua*
ie fé ne fuggktero ,[& uennero qua, per curar fi
anche di molte infirmita, che per molti trauagli et
fatiche haueuano acquistato: ma dapoi d'effer e rifanatì, ritornorno aWitteffa loro uigna, douepaffornogran trauagli,&perfecutioni, & affiittioni,
uedendo che auanti gl'occhi loro li Moriammaz^
Zauano li chrittiani. Etpigliauano lifigliuolialle
madri di fue braccia facendone per^ & sbattendoli nelle muro, & nelle pietre, piangendo dolosamente le madri, & domandandogli iuSHtia à
B ut]
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uanoperlacampàgrìàmórtì.^
uano benferrati, &:battionati,acciò non entrafferoti^Tortoghefi,fifecero piani con l'abbondando
della cenere che cadeua; chefiquetto non foffefucieduiò ,giamaihoueria potuto entrarfi in quello
terra:& cofi operò Dio Ts^, Signore ( alquah ogni
creatura obedifie) che gl'indòmiti cuori dì coftoro,
diuentaffero manfueth& motti. Et con quefto, &
con effere ilB^edi Geylolouinto ,fi rifermorno,&
refiaUrQrno molto li chriftiani conoftendo chiaramente che per (uoi peccati, il Signore gli haueua
caHigati; & proponendo che per neffuna cofa aduerfa,firimouerebbonopiù dalla fede cathotica.
Isfarrorno alcuni Tortoghefì, che quando quetto
accadette ; due di quel medefimo luogo ( pare per
il poco conofcimento che della fede haueuano ) afferrorno una imagine di nottra donna,per mal trat
tarla ; & uolendo questoforesi unofigli feccornoàpocoàpoco lemani•:<& à l'altro andondofià
lauare nel marcii pafiò per la tefta un pefcie,chia
moto affiglia, facendolo fubito morire.
^Vno uolta mandò il Tadre Alfonfodi Caftrà
(che àdeffo è rettore delti noftri in quelle parti del
leMducche) unalettera alfratettoT^colaoT<fa
gnez^ cheftauanetta terra del Moro, fcriuendo&
andaffe à certi luoghi, la gente de quali uoleua effer chriftiano, perinttruirla,& domandargli, che"
cofa li moueuo à efferlo ;fe era per timore del B^è,
di quefti a chi lui haueua impofio tal cofa.
Vri altra mito ondando ilfratelloi^ìcolao Ity
gnezj uifìtar li chriftiani in unfchifo,à mezza not
te s annegò detto fchifo : & ilfratellofinalmente
notando hauendo già beuuta inoli''acqua del mare,
à tempo che molto pioueuo, ufi al lito, doue flette fin che fi faceffe giorno, fempre attapioggia,&
molto vicino atta Terra de nemici. Tur piacque à
nottro Signore che paffaffero per doue luiftaua,alcuni del I{egno di Tidore, con li quali andò; & dice che lo uoi fero menare anche quefti tali alipedi
Geylolo . il che, & anche li trauaglì ,fame &fete,& altre ,fario longo narrare in particolare.
Credetemi charifiimifratelliche una dette cofe,del
le quali fanno più conto & che maggior feruore &
magnanimità cjiufa, à tutti quetti che ftanno,tanto nel Malucco quanto nel Giappon, & anche in
tutte le altre parti, intanteuarie affiittioni, &
anguftie, &continouì trauagli,ela confidenza,
che tengono, di che fiano continuamente aiutati,
con li fanti facrificvj ,& orationi di tutti ItTadri,
& fratelli eh e in Europa State, tenendo per certo
che quefio e il mezzo* col quale, con maggior facilità operano ,& pati fono cofe più ardue, di quel
che naturalmente potriano.
- < Et quando ci ouonza alcun tempo di nottiefolite occupationi, non lafciamo diricordarcidel buono effempio che ci defte,in cotefti fanti collegi],do«
nottro Signóre&io dette crudeltà cheli MoriVufi^
uano . Tòtete confederar qual dolor doueuano hauer li nottri di ueder trattare di quetto manierali
chrittiani ,fenzopoterlidar aiuto alcuno: benché
per altra parte, fi confolauano in Dio nottro Signore con ueder la conttantia che gli chrittiani haue*
uano patendo per la fede di Chritto redentor noftro
tali cofi.; T^••:.*u7:7 v^r7'77< .--.,- . --;.:-•
'& Hebbe il Tadre detto altri trattagli affai diffida
li, &graui ,fe ben ilpatir per andar del fio Signoreglierafaak,&rfuaue;&rtra quetti una uoitafiampò dalle mani del J^e di Geylohfuo capitale
nemico, ilquale incontrò chepaffaua con fuo armo
to, ma non lo uidde, che fé huedeua,non c'è dubbio, che l'haurebbe honorato con coronarlo del mor
tirio,mononerogiontaanchoraVhorafua. } ' ..
7 Vìi altrouoltafinendoquelTadre di mangiare con molto gente ,fiuolfe retiro/un poco per ri~
pò fare ma non potendo dormire , s'accorjè come
quelli che con effo andauano, trottauano di ammoz^
Zarhper il romore che faceuano,& lui gli domandò ,perche andauano coftfolkuati, &loro reftando come mutinonfipperoche dirfi.Tare , che ne
anche att'hora 2\£. Signore haueo determinato di
chiamarh afe, perche efiittefìiconfeffòrnoad alcuni Tortoghefì, come il B^edi Ternate hauea lor
commandato che ammazzaffero il Tadre. Et per
non hauerhfatto,fece ammazzare più d'ottanta
.
• -.
.
1 4
quefti giorni di là unfratelnoftro cornetti duo luoghi tutti, che primo erano de' MórlDicé che non
fipòteua ualere conta moltitudine dellagente, che
concorreua per battezzar fi. Et benché interiormente defìderaua effo di battezzarli tutti, d'altra
parte nonfipoteua trattener là mandandolo l'obbedì entia all'India, per domandar mifericordia,&
foccorfo di gente ,per aiutar tante migliaia d'anime , quali defiderauano conuertirfi^ non lo focenano per no hauer chi glinfegnaffe la legge di Chri
Sto TS^. Signore.Dice che in quefie terre de Amboi
no, fono più de cinque mila anime già battezzate.
Ideili ultimi luoghi di effo battezzò mille & trecento perfine, quali tutte lui tienefritte in un libro. Et in un fai giorno dice battezzopiù di\j oo.
perfine lafiiandoil mangiarejòfientandofi ben della confolatione,& allegrezza interiore.
".. Ispana quefio Fratello nofiro^he quandofitruo
uaua in quelle terre, tanto rimate &con minor
aiuto humano, non hauendo che mangiare, altro
chefichiuerdi afrofii, che all'bora fentiua maggior
confolationeffirituak,& li daua il fignor maggior finità & allegrezza > non obftante chela terra foffe affai malfona:•;« Accadeteli una uolta che
ti Vaffolli del Btf di Geyhlo, loportauanoà rendere al medefimo I{e(che com'è detto molto erane
mico noftro ) &piacqueà Dio 2^. Signre che nel
menarlofopragionfe ilBj di Ternate con gite Tor
uè fummo inftituti & allenati, che nonfono pl^
coli incitamenti per(fingerci à farnoftro debito.
Ter chef aria molto tongo uoler dar ragione, di
tutte le particolarità di qua ,fohmirefta a, dir di
alcune terre che uifono oltre à. quelle, de quali ho
fritto, doue è gran numera dianime per fé tra que
fte vi è una gente che chiamano Celebes;de laquale
è B^e un chriftiano chiamato Djelmanno. In quefto
terra fi troua molto oro .E la, gente ben diff otta,
& apparecchiata per effer chriftiano.
' ' y -r
, Sono altri popoli chiamati Mafihares, doue fono tre I\e chriftiani,li quali anchefono per per derfifc non ci è chi li uada ad aiutare.-,
:
:. <:>
Altre Terre uìfono tacine di quetto, chiamate
Mindanao,douefi troua molto cannella, & oro. Et
altre che fi chiamano Xul :*, che tengono quafi la
medefimo facilità che le altreper la conuerfione., \
- Vicino di Malucco all'altra parte (là una ChrU
Sìianità in una Trouincia, che fi dice Amboino,do
uè li noftri hanno fatto molto frutto a gloria de Iddio.Et in quella è uriIfola chiamata. il Burro, doue
b la maggior parte de chriftiani, &fì conuerfìria-j
no tutthfid
(offe chi gli inftruiffe.
Dìece leghe difcoflo da queft'Ifola ftanno due altre , nellequali anche uifono molti chrittiani.
£t
ogni una ha lafua chiefa.Ci è anche uri altrapiccolade cinque leghe, tutta de chrittiani
.Appreffo
laquale uè riè un'altra doue firn alcurìi.Et pafiado
corte & congrandedifìderio di uederlonetti fuoi
regni.'Piacerà atta diuina Maettàfiaper rimedio
&rifor mattone ài quelli: che il bifogno loro è molto grande fecondo ched'unpadredinoftra compagnia che di làfìme,bauemointèfo:L : 7
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LETTELA
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^Zodouko Froisfcholare detta compagnia di
. lefu fcritta in Goa,l'ultimo diTS[ouem ,.* -* • ^ x 557.riceuutain Torto-^ 70
" fl- gó/io, gte/fo lJ<g/Ì0
7> 47. v ^ del 58, .. 'i/"v.:^"7'
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Grata* érjta*rfDeo Tatrenoftro,&DomU
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Vfc.
*Annopoffato del %6.ui fu dato
ragguaglio charifiìmifratellida
quefto Collegio di Goa,di quel che
ilSignor operaua per quelli della
noftra compagnia nelle terre doue
fino * Adeffoui auiferò detto continuatone, & di
quello che dipoi è occorfo co'ldiuinofauore, &per
lafantoobedienzachemel'hàimpofto.
- < Jn quefto collegio dì Goa fono adefiò 16. facerdoti > & uentifratellinoftri, che hanno già finito
toghefe, perla cuiarriuAta,liberami eum Dominvts de manibw CkaldeomTtyribòpiu che dirùi*
fi non pregaruiper amor di noftro Signor lefi Chri
fto,che uogliate uenire a quefta uigna deferta, a co*
glier granfruttodette fatiche uoftre^r àparticipa
re déttifuaui gufti detta croce di Chrifto redentor na,
ftro,per cui amor ui dimando che inclinate l'orec-,
chie uoftreotte uocidì tant'anime, che in quefte
partifiperdono . Di Malacca li 19. di T^puem*
bre. M Z> ZVI. \ w V 7
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} 7, fcrittain Ormuzji otto di Luglio
i,.c;.yù& 1557- de un Tadre detta
., ;V::->V compagnia di lefi. ,*&•.
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., ; nga * •
L Tadre VefcouoAndrea dì Ouie
do con quattro altri detta compa*
gnìa noftroportino per il prette
Ioanne ò uero l{e di Etbiopia,
cuiftatonm è troppo difcofto di
qm:&fecondo iltraguaglio di quetti che l'accompa
gnorno(perche delli noftri non hauemo lettere) fu
riceuuto con gran fefta & apparato, perche il detto Rjì Siauo affettando il Tatriorca ( ilquale reftò in Cooper dcunì buoniriffettì)& gli ufcì ail'incontro ,perhonorarh, con grande gente di fua
gm forte;& ho udito dal Tadre fudetto che molti
defuoi fiholari, erano tanto innanzi nelle còmpùfitìoni, & nemottrauano tanta habilità è prontezr
Za, che lipareua che molti di quelli, che luiconofieua in Tortogallo, di buoni ingcgni;non li eccedeuano, come uedreteper le compofìtioni in uerfiche
fi mandano là, d'alcuni che non è più d'un anno e
mezzo ò due, che comminciorno;il che è qua mirabile ,fiper la qualità della terra & groffexza del->
l'aria,che fa gì 'ingegni molto rozzi & le c°mplef
fiorii deboli,come peril poco tempo che'hanno da
imparare, però che nonfitileggepiù di due bore
la mattina &dw la fera. Onde per quetto & altre ragionile molto meno atta al far progreffo netti
ttudtj chefial Europa.
v: Tutti i Venerdì fi dice hro la dottrina chrittia
fià,&anchoragl'ittefiiMattri hanno cura di applicare il più chefipuò, le hro lettioni al ffiritual
profitto difiholari.Confeffanftcome ordinano le loro regole ogni mefe ; & cohro che ne fono capaci,
communicano ,lxetiam & alcuni ogn otto giorni per
loro diuotione. Altri medefimamente hauendo gu~
fiato,quamfuauis ett dominm, abbandonato Uficólo, hanno cambiata lafcientiaper la religione,&
fono entrati nel monatterio di finto Domenico ; &
tengo fermo, che fila compagnia nottro uè li ffingefielfono tanto inclinati atta tata religiqfa,checifa
rebbepoco dafioreà perfuadergline.Efenza dubbio
il tempo delldfmprobatlom&:dtre à quefti ^ i
altri nouitij ; la maggior parte riceuuti qui dal To- i
dre Froncefco l^odriguezj & il reflomandati da;
CoccinperilTadreDm ponzalo,perfine di buono
affettatione, &. idmeiperìlfim &uccatione della compagnia ,finza il numero ordinario de gli
putti de la terra, che teniamo molti nel Collegio.
Ì Tare ueramente dattaymano d'Iddio, uedere
tantifratelli:,che poco fa erano come dati in preda
alle commodità, uicij,ocio,& libertà dell'Indio, in
cofi breue tempo tutti miti à Dio,& trattare tonto da douero dettapropria mortificatione difeftefii,
& d'altre uirtù& guftarèil.dolce lotte detto (pirito , & dottrina fanta,chefi lipropone netta nottra compagnia.Credo ben'io chefìan'aiutatiaffai
dalli uiui{ effempi che hanno auanti gì'occhi,di quei
chefono uenuti da cotefti cottegv\fm quette bande.
Gli ttudij uanno di bene in meglio,fecondo la
qualità di quefta terra,&fìfàaffai effercipo^no^
folamente nella Theohgia (ch'alcuni afcoltano)ma
etiam nelle kttere dhumanità, attaquàl^ attendg
gran numero de fcholari iella.terra.ilprimo Sabboto d'ogni mefe, tengono,fonclufìoni generatile?
di ciafuna delle Claffe, c'è uno chelefoftmta;& fi
firmo affai buone orationi,& altre compofiti@Mtf$
fi in profit come in uer fi, &quetti maggiormente
dellaprima claffe del Tadre Marco J^ugne^perà
chefi effercitano ogni di in comporrefm uerfid'or
'x7
Tadre JlntoniodìQuadros,&ilTadfe trance-,
fioB^odrìguezìnquesta Città con grande concor*;
fi digente del popolo. il modo & ordine che fi
tiene nelTinferrar il Signore il giouedi fanto poffò
bene affermare effer Stata una delle cofe diuote
ch'io bobbio à miei di ueduta,& di maggiore fin*
timento, & cofi all'incontro riffofe alla tristezza
paffata l'allegrezza grande della fitta della refi
furettione,
ìlTadre Tatriarcha confagrò, &benedì il Gio
uedifinto congrande foknnità l'olio fanto per tut
ta t'India.fu cofa di confólationegrande al popolo,
& molto chara à uedere, <& per la nouità &per
le cerimoniefante che in fimili eofè ufi la Chiefa.
Luì fu quello chefèrro Ufantifiimo figramento,et
poi ilgiorno delta reffurettione lo portò netta procefiione chefifece intorno à quetto Colleggio.
Vohndoil Gouernatore partire di quetta Ifola
attaterra ferma fi'l principio della Quarefima
per combattere coi Capitani Mori del B^egw d'I-*
dalcane ,per trouarfi quetto città con efii inguerra diffe al Tadre Froncefco B^pdriguez^che non era
per andaruifenza alcuni denottrìTadri, che arri
Uaffero & aiutaffero i Soldati: Et cofi il di detta
partenza uenne à quetto Collegio con l'efferata
fio, & fiato dall'India;douefarebbeno da tre miU
Via Tortoghefì, & dapoi che hebbe fatta.oratione
in Cappella,prefeingenocchione la benedizione
C
carìfiimi fratelli, e molto da ìftimare & regrattor
Iddio il uedere in quefti giouani deWIndia, tonto
amore allauirtù, & odio otti uitij; & penfi di cer^
to che uno de maggior feruicij, che la compagnia
fàccia al Signore in quette bande ,fi è nella dottrina & inttitutiorie di quelli; imperoche nodriti nelli buoni cottumi & proceder Chrittiano,tirano con
la loro industria gl'ittefiipadri,&madri,riducenT;
doli allauio de Dio col fanto mezzs dettificramen
ti & à n0;d^a&
coftumi • Sit nomen Domini
bemdiftum^^r ,,_/•• ,,. ,
, 7 .,7.. •:.
Tstellainfimafibuola doue s'impara il leggere,et
ilfcriuere,uifom 400,fiholari,fi effer-citano in
cantar la dottrina chrittiana per k Strade , <&in
infegnarla ogn'uno pomatamente netta fua cafayù4.
riprenderli giuramenti ;^r fempre chefifanno
viaggi ò armate di mare, non manca in effe alcuno
di quetti che lodi il nome dIddio.Si continua etiam
linfegnare la dottrino chrittiana ogni dì un'hora
dopò ilmezZ3giorno,nellhoffedale, che è appreffi
il nottro cottegh,&per quettoriffettouàattorno
detta Città uno de nottrifratellicon una campami
la in mano, chiamando lagente per affollarla. Diceffi anchorale Domeniche da altrifratelliin diuerfi luoghi di effo Città,douefino lifichiaui delB^h
& etiandio nella prigione della terra, & in quella
deiTortoghfi.
7* ' P- ^ 7
Tutta la quarefìmapaffata hanno predicato,M
Tadre
ne più nobile andauanofialzeper la più parte. 1
Vecchi dello terra coi capifcoperti, bianchi in tut
to per l'età, & calui,con le canne in mano^hi reggendo la procefiione, chi dicendo la corona. Tiacque tandem alla diuina bontà udirei gridi di quetti innocenti , che con tanta infianza &fede gli
domandauano mifiricordia,dando felice fucceffo
alle cofe del noftro efferato. La prima cofa che al*
lafua tornata conia uittorìafece il Gouernatore
fu uifitar nottra Chiefa, menandofi innanzi dì fi,
narijwftrumenti di mufica; Vfiirno dal noftro collegio in procefiione à riceuerlo tutti e putti, che fi
alleuano nel Collegio nottro , & li fanciulli dello
dottrina che qui imparano,con le ghirlande in tetta & palme in mano, & dopò loro il Tadre Ta*
triarcha con tutti noftrifratellicantando il Benedi
fìus* Volfi abbracciargli tutti il Gouernatore con
grande allegrezza ; & effendoli neceffario tornare
un'altra uolta alla guerra, menofii etiamficodue
padri de' noftri do è il Tadre Antonio di Cofta,&
U Tadre Tietro d'Almeìda,ilquale gli diceua mef
fa in campagna ; & tutti dna attendeuano ad animare & aiutare i Soldati in quel che era di bifogno all'anime & corpi. Et dette Dio noftro Signore proffero fucceffo etiam quetta feconda uolta. Di
ceuanoiMori dopò la uittorià effèr'impofiìbile che
efii nonfoffro uinti, poi che i religiofi fanciulli,
& donne faceuano lor guerra con le orationi. Igen
C ij
dal Tadre Tatrlarcha, quale gli diede dotto aitar
maggiore, &fi menòficoil Tadre Gio. di Me%ch'ita, & il Tadre Tietro dAlmeida. Ecci ttato
riferito che netti primi incontri che la tennero con
i Mori, andò innanti il Tadre Gio fudetto,portondo netti mani un Crocififfo legato HeWafta d'una
mezza lancia, & la gente di cauatto dopò lui ; &
che fu tanto gronde l'animo cheneprefe la fanteria , & caualli di quetto, & delle fue paroleiche
atta tornata tra loro non ragionauano d'altro.Deli
andorno in Tonda fortezza detto Idalcane, laquale abbrugiorno,& il Tadre Tietro d'A 'meida prò
miffe atti Soldari dette meffe, perche laccompagnaffero à metter ilfuocoalle mofchec de Mori,et
paguodi delli gentili .il tempo che il gouernatore
Stette fuori ui loffio charifiimi miei immaginare,
à quanto pericolo rettoua quetto Città,che effendo
cornee il capo & riparo di tutta l'India, non ui
erano rimatti in fuora di religiofi,altri che i Vecchia putti imbellì & donne alla guardia d'effa ;
& quefti tali erano quafi rifiuti di pigliare k ormi per andare à diffendere ipafìi dì quefta Ifola.
Tareua quetto città una religione, però che ogni
giornofifaceuo procefiioni da tutti gì'ordini ;&
medefìmamente i fanciulli del nofiro collegio, andauano alle Chiefe della Madonna che fono fuori
della città, in modo che accodeua incontrarfialle
uolte in unaftradadue ò tre procefiioni, & le don
10
mettere quettofiomaladetto difegno ad effetto, (i
meffe à nuoto,con quaranta ò uero cinquan taM$~
.ride ipiu animofi & gagliardi, & piacque alla
benedetta &ghriofa Bigina {del Cielo, diffinder
lafua cafa con la morte di tutti quelli infideli,conr
xciofìa chefurono affiliti da quei nuovi chriftiani,
chehabitauano intorno atta Chiefa,et d'alcuni Tor
toghefi& li fumo tagliate le tefie.
•'
Treò quattro giorni auanti la partita del Viceré per la terra ferma,ricordandofi il TadreFra
cefo B^odrighe^ che il Giubileo procurato dalla
noftra compagnia eraper publicarfì, dette amfo
di quefio nelpulpito prima chela gente partiffe.
Fumo tante lexonfefìioni che ddun Mercordi che
futa fi fio di finto Mattia infimo alla Domenica
feguente, nel Collegio nofirofolamente( fenza quel
li cfieficommunicorno altroue )ficcmmunicorn^
mille perfine ò più: in modo che li padri non haueuano tempo di dire fuo officio, ne di dare al corpolo neceffariafoflentatione, uedendo il femore
con che ueniuano ì Soldati co'l mortone in braccio*
lafciandoli archibufiàun canto detta Chiefa,&
bauendoprefo il uiatico dell'eterna vita ,fi rìandornofiottofue infigne, affai allegri.Etnonfih la
Chiefa era piena di penitenti, ma il claufiro & il
luogo douefifuoi far capitolo, la Cappella dell'orto^ etiam per l'ifteffe camere del Collegio.
X il concorfo &frequentia di confefiioni in queC itj
tiVhuormni in queftòtànpoqmndoaccaàeuapbm
tarfi la communione à qualche ammalato,accorra
pagnauano il corpo del Signore tra torchio è tor^
chio,con li archibufì& altre armi ,& communementefi tiene più riuerenza tra chrittiani nell'India à quefio fantifiimo facromento che altroue,
ch'iofappia,perche oltre à molti huomini, e fono etiam i putti dette hro cafe, con i rami in ma*
no per accompagnargneh. Sit nomen domini benediBum.
' 7
",.••. -Inetto ondareper queftofiumedi Goa ingiù,uer
fòla bada detta terra ferma,difcofio due miglia,pó
eopiù ò meno di qui, c'è uno Ifola che ha nome Ciò
ran,dentro laquale è edificata una Capéllo dell'in*
uocatione della Madonna di grafie, che già iè pm
tempo, edificò li la noftra compagnia & è in effo
fempre uno de noftrifratelliperftanzo,per cagio->
ne d'imparare à chriftiani di detta Ifola la dottri-\
na chriftìana;& tutti i Sabbati uà un Sacerdote di
quetto noftro Collegio(òpra una barca à dormir là
per dir hro la meffa le Domeniche^ Di queft'ifola
ha la compagnia cura molto particolare per quon-\
tofiappartiene atta Religione, per ilche fi è ini
fitto frutto grande & accrefcìuti li chriftiani in
molto numero, & fempre ne crefcono più. Sì temeua nell'lfola ch'unrinegatoctiandaua con Ih
Mori da laltro canto detta terra ferma,uoleffe paf
fare per metterefuoco atto Chiefa. Onde uolendo
qual fi uoglioperfone,etìam delle fchìaue efebi*
ui che certo m'accorfiindue, ò tre uolte che cafeò
infermo, efferne puramente caufa gli trauagli &
fatiche prefe. Confeffa tutti i noftrifratelliogni
Sabbato, & fempre che efii uogliono ,fi accommeda nel dir la meffa alle Bugole del prefetto della Chiefa, che pare non occupi luogo alcuno conio
profonda humilìtà fua.Quandofigli rompe la uè
fta, è difficile àperfuaderli chef uefla un'altra mi
gliore. Lui è dettipiù continoui in uifitar glifiatei
liinfermi ,&in Jlarpiù tempo con efii; di maniera che in tutte le uirtu, ne è un continuo & uiuo ffecchìo. Uà ordinati molti religio fi nell'India à gì'ordinifieri,&fra quelli alcuni detta com
pagnia. il giorno di finto Domenico diffe la Meffa Tontificalmente, & anche il dì di tutti li Santi nella Chiefa maggiore di quetto Città, con
grande folennità . Qui in cafa l'ha detta etiam
alcune uolte.
• «
Jtlli 15. del mefe di Febrdio proffimopafiato
del 57. partì di quefte^Collegio il Tadre Vefcouo
Andr ea per il Trefte menando in fua compagnia
il Tadre Emanuel FernandeZj&H Tadre Don
Gualdamez, & duofratelliciò è Càrdòfi^tFran
ceffo Lopezjòpra quattro fufte armatW^fcèn prò
uifti come hauerete intefofirfaper altre:
\
Andò con effo un huomo maritato qui in Goa
chiamato Gofforo Itygfiez^, ilquah uenne dal,
C iitj
fio Collegio Smotto òfdinariò,&fenza déMótoH
to che pare nondiffenfiala Quarefìma dal ernie
uàle, perche oltre alle confefiionì della Chiefa tùt~
ti gl'infermi ,fèrki,prigiòni,& altre perfine cher
(tanno in necefiità,fannoricorfoà quelli della coni
pagnia, di di & dì notte,cheffeffe uolte nonfìpua
fupplire per mancamento d'operarvi .Molte perfine della citta fi comunicano & confeffano ogn'ot
togiwfrii altri ogni 15 .& altri ogrimefe*•-"•: LiTadriTatrìdrcha,Francefco B^pi^ &*An~
ionio di Quadrps quefta Quarefìma fecero ttartìpare un modo di benconfefiarfi, ilqualefi daua à
tutti quelli che lo dimandauano <,& Jè ne mandomo anche per tutte le fortezza atti Tadri detta
compagnia, che in quelleftanno^acciole compari
teffero infra li chriftiani infieme con una dottrina
chriftiana, che il Tadre maeftro Francefco ordinòfiftampaffi.Fuquefto di grande utilitade alpo
pòlo , per li pochi libri & minor cognitione che
gì'huomini communemehte tengono dette cofe che
fi ricercano a benconfefiarfi *
- c: 7 . ••:••*
talmente fratelli charifiimi ci farlo tonto i
chefiriueredel Tadre Totriarcha,che per non mi
Uedere habile àfarlo comefidoueria , non penfi
dime altro, fi non che pare che fi Iddio nofiro Signore ritarda l'andata fio al Trette, èperche,uede quanta necefiità teniamo tutti dell'efìempio di
fio uita. Si è dato tanto all'udir confefiionì <ì di
7 21
U tornata loro .& tornando lui per la Città di
Caul, doue predicòfei òfette uolte, gli rimafe il
popoh molto affezionato, & difiderofo di dar cafa,& il neceffario perfifientare alcuni detta compagnia chef offro mandati là,f riffe parimente il
popolo di Canonor,& anche la compagnia dettami
fericordia di Uyd Tadre Don Gonzalo, domandandogli con grande inflantia alcuni detta compagnia che li predicaffero& infignaffenofioifigliuo
U,& inftruiffero la nuoua Chriftianità che in quel
la terra Sta.
; Adeffofi parte per Coccin il Tadre Melchior
%<(ugnezjornato dal Giappon, doue hauerà da fer
mar fi, & hauerà luifleffocura difiriueredi la.
Torto fico un fummario de gl'errori, & fette di
quette parti,delquale mandiamo copia con quefia.
Vennero quefto anno di Malucco il Tadre Gio.
dì Beira, &ilfratello ISQcolao lS(ugnez^> à domandar gente pel mancamento grande cheuiè
doperarv\, che poffanofodisfare al gran numero di
gente che defiderariceuerela fede noftra. Etper
fapere affai bene dettofratelloTSJicolao le lingue
di quelle bande, fubito chegionfe qui in Goa fu prò
moffò alfacerdotto, & lui con li Tadri Antonio
Fernaridezjet Francefo Vi era(qualfi manda per
fuperiore di quella Trouincia dalle Malucchè) &
li fratelli Ferzanteforo,BaUaffard'Araugio,&
Simon da Vera, fi fon destinati per quella chri-
Trefte co'l TadremaeftroGonzalò,& èpratìcom
quella terra, & gente di efia, offerendofi da fi
tteffò à quetta imprefa. Diedegli il Signor profiero uioggiofenza impedimento alcuno de turchi co
-me hauemo intefo dalle medefìmefufte, lequalilq
lafàorno netta terra del Trefte, con alcuni Tortoghefì, che per compagnia delTadrè Vefcouo fi
mondorno,& già erano per metter fi in camino
uerfila terra doue Sia il Trefte. Di quel che poi è
fucceffo non habbiamo nouafe non che( come aleuta Mori mcrcadantì dette naui di Meccha ci diffe
ifo)ci era gran guerra fra li Abifiini & Turchi^ ;v
J)io noftro Signore diffonga il tutto, come fio Uno
me fuo più manifeftato, umerato & benedetto in
quella terra, comefferamo lofarà. ,.'
Torti lafettimana Santa il Tadre Gio Ài Mechita con il noftrofratelloEgidio barretoper flore
una inuernato in Dioiche è una dette fortezze più
vicine allefrontieredoueftannomolti fidati) &,
fuqueftafua andata di tanto feruitio di Dio noftro Signore quanto per una copia d'una lettera*
che'lfratelloEgidio barreto fcriffe di Dio à Ormuzj> al Tadre Antonio d'Eredia,fipuo uedere.
il popolo non li uoleua lafciaredila partire, per
il frutto che in hro anime fentiuano con la preferì-,
%a hro.Et cofifcriffe dopò la partita loro, la copa:
gnia detta mifericordio di detto Citta per fi mede
fima,& per ilpopoh,facendogrande inSUtiaper,
1
1
tarnerthfi fermorno quefia iuuernata in Coccin,
the pare fu cofa ordinata da Dio>pel ben di quette
ànime, come per il buon fucceffofiìhàpotuto chiaramente giudicare, che ambi due con lefue predicationi molto accette,han fatto & fanno granfrut
to •. Vno beretico detta fetta 7<[eftoriana, con nome di Vefcouo uenne dal Cairo in Coccin douefott òuefte di agnello andaua mentre uifletteocculto
& partendofidi là,pigliò la uia delle montagne
dall'altra parte di Coccin,doue è gran numero di
chriftiani difanto Tomafo,liquali quafi mai fino
uifitati d'alcuno che l'infegni & inftruifca. Et come quefta pefte arriuo là fi comminciorno à peruertire molti di hro.Ma intendendo que% il Tadre Melchior Cornerò, con gran pericolo d effer
ammazz^toyfì transferi fubbito in quelle montagne ,perficcorrere quella chrifiianità adoprando
lettere di fauore, & doni del Viceré per quelli
B^è malauati,& con l'aiuto divino mai l'han potu
to hauere alle mani.Vna uolta paffando detto To*
dre Cornerò per una ftrada di Coccin con un fratetto ( nonfifé per caufa di quefto K(eftoriano ) li
tirorno per dietro unafreccia,laquale li pafiò la
berretta d'una parte all'altra fenza nocerli nel capo cafcandoli lafrezz^ amnli & tle^1 >fen%a uede
re doue foffe quella uenuta.
;
K(elprincipio dell'Inuernatafeguitando il To
àreJ>on Gonzalo fue prediche, ritrouòun diattae
ftiankadì Malucco JLt il Tadre Alfonfó di Caftrù
Fmanuette di Tauora ,& Melchior di Figueredo
che primaftouanoin Malucco attenderanno allo
Chriftianità d'Amboino, doue fono molte miglio
io di Chriftiani, fenza perfino che gl'inttruifia \
e*r infegni le cofe neceffarie olla lor falute. Uabito
la maggior parte di quetti in Montagne molto alte , & fogli tanto affer'hcheàpenauifipuò mon
tare, etiam fruendo fi dette morii come dei piedi i
Et ufano quette habitationi come animali, per timor detti Mori che uanno pel piano tiranneggiando,& affaltondo lipouèri chriftiani, priui d'ogni
foccorfo,& d'ogni fauor humanò. Et ffeffe uolte
accade ammazzarli li Morifolamenteper che fon
chriftiani,& tagliarli àpezzi • Adeffo con l'aiu^
to di quefti noftri fratelli fi animaranno & fortificaranno nella fede. il Tadre TS(ugnez^con dtri
due,ondarà all'Ifole del Moro, perche fa come ho
detto le lingue di quette, netti quali &fono mol^
te migliaia d'anime chriftiane. Vedete fratelli
miei charifiimi comefipuòfèdisfare à fi gran numero di chriftiani confipoca gente, fi Iddio nonv
fupphffe noftri mancamenti. J^etta fortezza di
Maluccofifermarà il Tadre Francefco Vieraper
prouederé di la del Sagù ( che è il hrpane)& altre cofe neceffarie à gl'altri che ftanno netti altri luoghi. A
•
•<••
Il Tadre Don Gonzalo ', &ilTadre Melchior
2j?
déndo quefto il Tadrè Prancefio l^pdrighezfideterminaffedifar ogni fuo sforzo per aiutarli ; &
cofiparlò al Viceré diuerfe uolte,ricordandoli qua
topendeua da lui la conuerfìone della gentilità,&
protettone de gli già Chriftiani; & quanto fignolosofirtàtioin ciò poteua fared Dio noftro Signore &alB^è, lui come huomo naturalmente bene
inclinato & Zelofo dett'honor di Dio,fiofferfe di
far dal canto fuo quanto li foffe pofiibile. Et cofi
comminciò dettoTadrefibbito à domandarli alcu
ne prouifìoni in fauor degli Chrittiani; procurando]fifaceffero alcune leggi e ordini che erano molto neceffarij pel ben communedi quelle nuoue pian
te, commandandofì che tutti gl'offici] publichi, &
carichi che del B^è teneuano gli bragmani, & altri gentili ,fi deffero à gli chrittiani. Et parimente che gl'ittefii Chrittiani poteffero fucceaere atti beni delli parenti gentili & anche chef
raunaffero li fanciulli gentili orfani che non hanno
infino adeffo ufo di raggione, in quefio Collegio noftro . Et che li chriftiani fuccedeffero alla robba
detti gentili che muoiono fenza heredi, & chegodefiero(quelli almeno chefigiudìcaffero atti)detti
primlegij deglìttefii Tortoghefi cittadini di queftaterra, & the li gentili non faceffero publicame
te le cerimonie,& ciò chefigliono fare circa fupi
riti, & altre cofe molte,dettequaliprouifìoni man
diamo copia coftà. Dopoi che fumo efiedite&paf
cato,nel Ugno del Tab.crnaculo del fantifiimo Jo*
cramento detta Chiefa maggiore di Coccin,unfcrip
to nelqualefi proferiuano grdndifiime befienpie*
<jr ignominiofifiimi uituperij contro Chrifto nofiro
Signore & contro il fiero Euangelio ; dicendofi
non effere anchora uenuto il Mefiia, & altre cofe
brutte1, il Tadre Don Gonzalo, & anche gì altri
, B^elìgiofì che à quefio fi trouornoprefinti,come
Zehfi deWhonor d iddio ri fintiti di tàtograueof
fifa, fecero giuntamente co'l Vicario di Coccin
far bando con promefie à colta che feopriffe l'auto
re di tal ribalderia; & benché penfi nonfipalesò
fu nondimeno quefto, cagion di non minorferuigio
dil^oftro Signore,perchefitrouorno molti detti
chrìfiioni conuertiti, comprefiin caft gravi dell'in
quifitione, dequali già nefinprigioni circa uenti
fra huomini & donne.Tafiata l'Inuernatafi partimo di là detti Tadri, tafiando à quei popoli
gronfentimento detta lor partito.
- Gli Chriftiani nuoui di queft'ifila di Goa(chferano molti) fono (iati infìriadefio diffreizati, &
opprefii da glifiefii Tortoghefi, & dalli Gentili^
& fiecialmente dalli Bragmani ; che non e era chi
li uolefie uedere, ò conofeere, anzi il nome & lo
memoria loro,era quafi anriichilata,perche lì Bra
gmarii come potenti & ricchi, non lafiiauano mai
d'inquietarli ; & di leuargli il credito quanto poteuano* MopiacqueàDio noftro Signore, che uc~
€ottègio,parefìa molto copiofamente à luì commu
nicato il talento di attendere alla conuerfione de
^'infideli. Gli Chriftiani nuoti uanfimpreintorno di lui per le Strade ;Ì& effo à quefii truouaueftimenti, à quelli cafe, & ad altri uffici}. Di maniera chefìfentono da lui molto aiutati.
Impetrò anche il Tadre Francefo detto dal
Viceré che tutte quette prouifìoni, & favori fatti
. atti chrittiani, autenticati &pafiatiper la Cancellarla , hauefìero il medefimo effetto in tutte l'ai
tre fortezza del B^e : & anche lettere particolari
fue per lì Capitani ; nette quali lì commandaua,che
li faceffero intieramente effeguire come già per
gratia di T^ottro Signore per tutto s'è fatto.
Vedendo li Chrittiani il fattore eh'Iddio T^ottro Signor&per mezzo di lor Trencipe li cominciauaà fare grandemente s'animorno, & doup
prima non ardiuono dì comparire ; adefio per
la bontà diuina, procederlo in affai differente modo , commendando àperfuadere, & efiortare li
fuoi parenti à far fi chrittiani;&giàfinouenuti
alcuni di quefii gentili& moria cathechizarfì,
per riceuere ilfanto battefimomenando la maggior parte di efii le moglie,figliuoli,&fameglie.
Glhuominì & fanciulli cathecumini teniamo in
una cafa appartata;doue continuamentefiefiercitano in imparar la dottrina chrittiana , & in
ittrmrfi nètte cofe dettafede nottro. Le donne &
fate per la concettarla, commandò il Viceré fi publicaffero à modo di bandoper tutta quetto città,
acciò molto effattamentefiofieruaffero fittogravi
pene. T^on mancò tanto dal canto degli brogmani
quanto doltre perfinegrandi, chi contrariaffe à
quefta opera, & chi s'opponeffe grandemente à
quello. Ma come la cofa era d'Iddio quanto pia
oppugnauano gì'huomini, tonto più la confirmauano. Tredicorno anche continouamente li Tadrì
detta compagnia noftra, commendando tale opera
&per loro configlio anche altri religiofi,finche;
con la forza della perfeueranzaffù tanta la dure1^
Za detti pertinaci, che fentiuano il contrario.Diedefifibbìto ordine alTeffecutioni di quette prouifìoni . Et il Tadre detto quafi per tutto l'Inverno
non lofio di continuare il Talazzp * prefentando
al Viceré gran fimma di\ petit'ioni,degli chriftiani che domandavano gì'ufficii, che gli gentili prima teneuano .Et il Viceré à rio molto fauoreuole ogni cofa concedeua. Cofa certo che diede molto terrore & ffauento à gli Bragmanì;non poten-,
do efii fòpportar,che cofi repentinamente s'innaU
%affe il nome chrittiano,& diuentafftro quelli\ cono fiuti & honorath& efii priva dell'auttorità fio
& in tal modo sbuffati. Fu conttituito per padre
dimetti chrittiani. Tietro d'Almeida, in luogo
dd Tadre Francefco B^pdrigue^ ìlquale ha Un ecCifiìuo Teh : &fra tutti quei cheftiamo in quefto
3?
porte ad udir il Vefferó nel Collegio nottro '. il dì
innanzi erano conttituitilipatrini atti Chrittiam,\
acciò li uettifiero, & accompagnaffero. la Chie-,
fi ttauo afìai bene adornatay& le Strade uicin&
al collegio molto nette, & piene di uerdure, \FH
ritto il V efierofilennepartirno lì fanciulli dal col
legio, che in efìo teniamo, in procefiione con lifuoi
rami, & ghirlande, figurandoli il Tatriarcho
co'l Viceré, & tutti gì'altri detta compagnia nò*
0ra,con gran parte del popolo, andando atta cafa
d un gentil'huomo chiamato Diego Tereira, di cui
cafa ufcirno li cathecumini tutti con fue candele
ih mano,li fanciulli innanziìnfìeme con li putti di.
ca(anottra,dopoilipadri loro, & ultime le donne,
cantando li fanciulli ffilmi & himni precedendo
molti inttrumeuti muffici di diuerfe forte che'l gouernatore fé uenire. La chiefa ftaua piena dì bandiere,& di ciò che poteva dare àlkgrezza.ll dei-*
to Signor Gouernatore menauafuoifigliuolidi bat
tefìmo,& ciafeuno decauattieriilfuo, Era tanta
il gutto chefentiua il Viceré di uederli battezza*
re, che Stette in piede più di tre bore che durorno
le cerimonie del battefimo.ltpadre Gio.Brauo pre
fitto della Chiefa nottro, fé le cerimonie, cheinnanzialbattefìmo foglÌQhofarfi;& due Tadri
Jegvipomo il retto del battefìmo,per auanzar tem.
pò di battezzar le donne,che in ultimo luogo erano
rifiniate. Finito il battefimoil Tadre Tatriarcho,
D
bambini che lattano teniamo nelPhoffedale detta
terra, cui cura tiene il Collegio nottro, diputando in quetto altre dome chel'infegnino; benché alle donne di qualità, sinfegno lo dottrina in cafa
d huomini honorati & maritati in quetto Città >
finche lofappiano. Communemente Stanno due ò
tre mefi à Cathechizarfi 9 Etinuerouederlitut*
ti infieme è per molto lodar Iddio TS^. Signore per
la contentezza che dimottrano(come d'alzar gì'oc
chi & le mani al cieh)pel beneficio dettafua reden
tione & battefimo. Alcune mite uengono putti
chefuggono da fuoi padri & madri gentili ,peir.
farfichrittiani, altre mite la moglie dal marito :
lifichiaui da fuoi padroni : nel che chiaramente fi
uede,ponereIddioTslottroSignore il coltello fra
padre & figlimh, marito & moglieyperfiodiurno amore, & Euangelica legge* Tocbi fino li
giorni che poffanofèn^a che alcuno uenghiò cer*
cor battefimo,
Tslel giorno di finto Tietro & Taoh( che è
nélTlnuernata di qua) Stando già apparecchiate
11 o, onimeperriceuereil batte fimo, ui fi uolfi
trouarprefente il Viceré co'l Tadre Fraftcefco l{p
drigueZj>poi che permaggior confolatione de gli
chrittiani, & confufionc de gli Bragmani &gen
tili, conuenìua celebrarfi tal battefimo* con gran
folenriità & apparato. Et cofi dopoi del pranfi
uenne accompagnato do tutti Ucauallieri detta
corte
celebre il fecondo per effer il numero di quetti che
fi haueuano à battezzare maggiore, &pèr cffèr
diprimauera, nelqual tempo c'èpiuoccafione dal
legrezza.Dal di di SanTiem <*r Taolo adonque
final di dell'offuntione della Madonnaficongregomofirià 235. altre anime per battezzarfiv,fro
lequali vi erano alcuni Bragmam & GonrzaMi&
facendofi 1 j^alti chrittianifrahmmini ìdónnej
^fanciulli. Stanno ad effo preparati pel dì di San
Martino altre 100.anime : nel cui battefimo(come ho detto) fi trmua fempre preferite il Viceré
come protettore degli chriftiani nuouhEt cofi àn?
cheil Tadre Tatriardoa con la già detta fòlenìtà,
Sfitta. Ter aiutodd netti to de gli chrittiani,
mandò il Viceré al Tadre FrancefcoB^pdrìgUezj
una buono fomma di danari * ordinando anche ti_
foffe dato mia gran quantità dirifopel vitto detti4
cothecumini, che qui infegnano. Oltre di quefio fé dare àgli chrìfiioni deWlfola di dorati 30^
archibugi per difinfione hro;& altre tanti à gii
chrittiani di Tanaa doueftàil Tadre Chrittoforo
dAcofta.Etper farli maggiorfauore fece alcune
refegnepel campo & per quetta città con hro,douefitrouorno fecondo dicevano, più di tre mittio
chriftiani da guerra dandoli fue bandiere affai buo
m ; & capitani che li metteffero in ordinanza: &.
D ij
coU Viceré, & con li medèfimi Chrittiani & tut
ta l'altra gente fatta òrdtionecircondorno il clouttro in procefiione, con fue torcie accefe, con tanta}; allegrezza,&confolatione quanta nonfipotrio
effrìmere.' * >*^",'—• -,
7 .>-. •,
:
Tutti li chriftiani battezzati quel di grandi &
piccolifineuennero all'orto del collegio, doue barn
uano già lifratellinottri apparecchiato hr daman
giare.Certo charifiimifratelliche con molta rag.gione potria venirui defiodi cambiar tutti li gufi
&' confilationiffirituali,chepotreftifentirinEu^
rapa, co'l uedere prefentialmente un trionfo &.
allegrezza fintile, che realmente pareuo effer le
menfe, conformità & unione della primitiva chie
fa, quando il preciofofangue di Chritto Tsfottro Si
gnore & l'efficacia detta grotto fua fantifiimo in*
fiamrnauapiu,&ammoliuaicmridegli chrìfiio
ni, congiungendoli & conformandoli con•.tanto
unione di charità. ilfeguente giorno uitta la meffa, & mangiato che bebbero urialtro uolta ;bòfdando le morii atti Tadri nottri,fi ne àndornoh
fue cafe molto allegri & conflati pigliando cura
il Tadre Tietro d Almeida di collocar li putti nel
feruigw dbuomini honorati : & di procurare che
àgli grandi,fideffe qualche ufficio, colquakpoteffer0 honettamente uiuere m ,
Tsfprimolto tempo dopòficelebrò uri altro battefìmo con tutte le dette feSìe, benché fu affai pia
27
"tagliarfi la gola. Mdlpieiofo Giefu che per altri
beni differenti da quelli ch'egli cercaua lo teneua
frefèruato,permeffeche nonfifiniffe lui doramazzere del tutto, dandoli lume co'l quale illu^
^minato, benchéfipareffe efier molto uicino atta
morte, mandò fubito à chiamar ilfratellonottro
Domenico Fernande^, che li ftaua ; ilquale entrato che fu , lo richiedette, cheli deffeil battefìmo*
perche mkua morir chrittiano, & finito di batteZZ&rh, domandò lui con molta inttanfa, che
fua moglie &figliuoliriceueffero anche il batte fimo.Et cofi fette anime s'acquiftomo in fua caffo
quel giorno.
Vn'altro bragmane dell'lfola di Dinar ( che
Sìa all'incontro di quetto città dall'altra parte del
fiume ) haueua unfigliuolotanto infermo, che non,
gl'era rimafa fferanza alcuna di fua falute ; &
dapoi d'hauerffefabuona parte delfuo con li medici , vedendo che neffuna cofa gli giouaua, merlotto ad una capetto di nottra Donna, che Sìa nello mede fimo Ifola, offerendolo à quella, & pregandolo efficacemente haueffe compafiione di quel
putto : & piacque atta beata Vergine impetrarli
fubbito la finità corporale .il gentile riconofcendo tanto beneficio, meno il fanciullo à quefto collegio dicendo ch'era di nottra Donna,allaquale lui
l'haueua offerito ; & che lo faceffero chriftiano:
tenendoh qui comefimodetta fantifiima Vergi*
D iij
nelpgjfarper et Collegio nottro mando il Vicérh
àchiamar li Taàridijqmtto ; acciò ufi/fero a uederlp ,mottrandofi lui molto allegro, di uederli
cofi ben diffofii perfruire in qual fi mglia occafiondi guerra,
7-777
,,j/.y:..m
>/ DiceuailTadrePrancefio B^pdriguez^ quando
uenne di Tortogallo,chefifaria contentato di che
fi battezzaffiro in quetto Collegio, tanti che per,
ogni dì Une foffe uno. Ma Iddio 1S(oftro Signore
immenfamente mifèricordiofo ha uinto digranlun
gala (peranz$fua,perche in quefto primo amo fono battezzati 88 ^.perfine, & con le 200; che
hieri ( che fu giorno di finto Martino )fì baitez^
zornoconlafolita fefta, faranno infirià 1080.
chriftiani, & {periamo netta bontà diuina che aua
ti la partita dette nouhfarà il numero di efii gran
demente accrefciuto. Cofa ueramente [do rheuerc
ffecial confolatiime, uedendo con quanta UberaUtÀ
fi communi'ca Iddio Ttyttro Signore a quettigentili . Fi contarò pur in particolare la conuerfìone
dalcuriiper maggior uottra con fiat ione.T^tt'lfi
la di Cipran ero unb/agmane gentile maritato ;
ilquale pare era debitore d alcunafomma di dono
ri;&per quelli dubitaua effeme carcerato ;& efi
fendo molto importunato da fioi creditori, fi con-*,
duffe à uolerfidifferare, perfuadendogk iì&er%o*
niofi ammazzaffiper rimediare con la morte ài
fupi trauagli : & cofi con un coltello commim^ à
18 "~
fona meglio ìnfegnatti; & quettefumo lefue formali parole : Et cofifinepartìlafciandoilfanciul
lo nel collegio doue s'è fatto chriSìiano; benché fio
padre rettafii Moro ; la madre fi fece ben dopoi
Chriftiana.\
.
!,.*...,.
Vennero in quetto collegio dui uecchì gentili,
chepareuano Enoch & Elia,perche l'uno era di
152^znni&firicordauaquandoquetta città fu
de'iCanarini,& dopoi delli Mori,& ultimamentefìgnoreggiatada Tortoghefi, & labro era di
120.anni Bjferuò Iddio TS^ottro Signore quetti
due^ tanto tempo, per commqnicarliil dono del bat
tefimo; &fferanza dettarono dopò qvello.Intefe io dire dalTadre Francefio I^odrigueZj che di
quanti chriftiani s'erano qui, fatti') non uedde mai
alcuno, che tanto fentiffe d'Iddio,quanto ilpiu uec
ch'io di quefii due,perche non potendofi contenere
della confiamone ,faltaua& leuaua le morii al
cielo uedendofi già chriftiano . Di maniera che in
quefti duefibattezzomo 252 .anni.
..; —< ;
-• Vn'altro gentile partendoli la moglie un fanciullo fi chiamare alcune fattochiare, acciò li dicefieroche uentura haueua ad hauere quel putto .
Quette li difiero, che l'ammazzafiino, ò che non
lo tenefieroin la cafa ; perchè come luifufie d'età
convenientefihaurebbe mangiato lifuoi padri. Et
credendo efii quefio ,pofero il fanciullo atta porta
dmVortogkefe, ilquakh raccolfe benignamente
D iiij
ine ;per dui meriti d'iuì a pochi giorni ìueftendt
Sitteffofuo padre a far fi capace detta uerità, <&•
à^Qftofierele tenebre dell'ignoran'zafuaifife etniche chriftiano con tutta fua fameglia. ; ,*;—^ :
:7 Vn'altro gentihÀella mede fimo Ifolaperfina
mólto principale )&honorata,andando ungiorrm
(comepare moffò dalfiiritofinto ) ad una chiefa
Mfan Giouanni (che Sìa un poco difcotto dalla cit**
ta)& trouando in quella un padre Canarino (che
{ero dÈeuato in quetto Collegio ) li domandò che
fìgnificaffèrò certe figure d*Adam & Eua che li
(lattano ; & narrandoli il Tadre alcune cofe detta
creation del mondo, uolfe anche ftp ere del battéfimo di Chrifto che lì medefimo ttaua depinto. Et
uenendo il Tadre à dirli, ch'era impofìibile fialuar
fi alcuno fenza battifimo,afioltò ogni cofa con
molta attentione. Et andandofne à cafafua,d'iui
à pochi giorniritornòaldettoTadre dicendoli,che
haueua trofie Sleffo penfiato ciò che lui li haueua ri
ferito; & che in effetto lui trouaua non poter fi fai
uarefenza battefimo;& che perciò domanda-ua
per amor d'Iddio gli lo deffe : & cofi per quetti
mezzi h tirò Tslottro Signore Iddio al uero conafiìmento della uerità. •
J' .:, ,.\ ca ÌA
7 Vn Moro menò in quefio Collegio un figliuolo
dicendo al portanaio;chtperchequèl puttonon diuentaffe tutto, & nonfiperdeffe congl'altri putti fi pareva benefifaceffe Chrittiano,perche qui
2
9
àori che infirià quefio lìfario prohibito. Li putti
etiam della Città mofiìparimente dal Zelo defuoì
padri ,affaltaudno per le Strade gli bragmani,rom
pendoli cèrto (ih, che portano intorno al collo portandone pòi efii lemanipìeni di tali fili al collegio.
Et fenza dubiofital femore duraffe alcun tempo,
penfiferia grande òccafione di che moltificonuer
tifferò * ^ >
' Accadeffeffe volte che ammalandofì li figliuo
li detti gentili, lì medefimi padri loro li portano
qui netta chiefa noftra ^ponendoli in mezzo di quel
la con le mani leuate al cielo, dicendo che li portano là ad offerire à fan Taolo, acciò gli diala finità.Et alcune.udte portano dell'olio per le lampa
de, altri candele per offerire auanti gì'altari •
Ter la molta communicatìone che tengono con
lì<Portoghefì>& odendo tantofrequentementecan
tare gli fanciulli, che qui uengono la dottrina chri
fianoialcurii de gl'iftefii gentili imparano quel che
fintano, infiriall'orationi, lequali dicano quando
ne fonorichieftir, anzi nonfiloimparano la dottrina , ma ufano gli medefimi nomi de chriftiani
(benché nonio fappiano)comepoco tempo fa mi ac
cadette, che mandandomi il Tadre Francefilo l\o~
drìguezallapòrta, perfaper un nome d'ungentile,chemleuafarfìchriftiano;mi riffofi lui, chef
chiamaua Fra Hoderico,che alcuni Tortoghefi, à
gli quali luiferuiua, penfi li pofero quefio nome.
allenando per farlo dopoi chriftiano.
- Tra li pefimi coftvmì detti gentili uè rie uno «
che quando ad alcuna donnafile muore il marito
hperfuadóno con inganni & certi beueraggi,che
perche faccia la Stirpe più gentile &fina* li conuiene brufciàrfì uMOi & cofi paffarfene fubito al
Toràdifòà trouarfuoi mariti.Et benché tutti que
fli riti gentilefchifianoà hrprohibiti cercano pur
fètretamente di farli. Quett'anno menomò qui tre
donne, che(lavano per brufciarfì * Lequali dopoi
con la divina gratiafonfatte cbrìfùam* *>. • * i
v
Stado ilViceré in Bazaìnpredicorno netto chìe
fo Cathedràle di quefta Citta il Tadre Antonio di
Quadros,^ il Tadre Froncefco Tf^odriguez^ netto
noftra ilgiorno di finto Tomafo apoftolo (ilqvale
pel fervente Zelo di faluar l'anime ch'egli haueua
riceuetteglorio fo martirio) incolcando molto tipa
dri detti diagente di quefta citta che non confentìffero che gli bragmani,ufafiero lefue pefìime cerimonie,poi che con quelle>tanto graui offefiface*
uano à Dio 7\(. Signore & al nomer chriftiano:fece
fi tanta impresone ne icuòridi quetto popolai
che congran fermre & diligentia cercorno con tut
ti li mezzi pofiibili annichilare &fepellire lefifte & riti gentilefichi.Di modo chefipofe tanto fi
lentio à quefte fue cerimonie,che ne anche tifando
lo &grani gialli delrifiichècommunementefole-*
uano portare nettafronte,ardifcono ufare,paren-»
.»
t .> J ». i
30
nerofubbìto qvì(bencheflefferoioo. leghe difio*
fio )per mare d Inverno fopportando,molte fortune & piogge, pel defiderio grande che haueuano
di uedere uoflre lettere; detteqvalipvr(com'hò det
to)fummo priui. A Giefu Chritto nottro Maeftro
& Bjdentore>per l'infinita mifericordio & bontà
fua, piaccia congiungerne tutti in quefta uita(ben
che in diftanti terre)in perfetta vriione & amore,
& obedienZa,acciò chefeminando qui lagrime &
trauagli continovi, pofiiamo nella futvra glorio
confomma tranquillità & allegrezza infieme rac
cogliere il frutto di quelli conia fua gloriofa uifta. Amen. Di quefto Collegio di finto Taolo di
Goa l'ultimo di l^ouembre. M D
LVII.
Ter commifiione delTadre VrancefioI{pdrigvezj
Servo inutile di tutti,
Luiri Frois*
per vederlo huomo modetto,& lui fi gloriava di
quello come proprio . ' ^7 w- • A: ^ • v ^ - - ' ^ *.
7 ^ n Chriftiano detta terrafilandoper morire,
dopoi d effer confiffatoinfua cafa, non li parendo
cofa degna dì chefi portaffe il fantifiimoficr amen
to dell" Euchareftia àfia cafapm^ra, fi fece portare cofi infermo in chkfa notti a perriceuerlo in
quella.Et uolendolo .Iddio 7^. Signore rimunerare
dìquefta fua humilità & eonofamento detta divina prefentio, auanti che partiffè dalla Capetto h
uolf chiamare al fio etemo I{egnó. : , 7.7
-Stando nói: qùètt'anno con grondifiimo defìderio d'hauer nuoua detta compagnia di cotefie parti, piacque à Dio T^oftro Signore priuarci delguflo &fmma confolatione, che le lèttere cifoglio
no apportare, permettendo, che non giungeffero
quette Tsfavi doue diceuano quette uenire. Etfxp^
piate charifiimi fratelli miei che fintanto defideratequih httere uoftre, nonfilamenteda quelli*
cheftannoin Goa,ma da tutti gì altri padri & fra
tetti,che in diuerfeProvincierimote finodefilinoti,
chela maggiore confolatione & allegamento di
fue fatiche, depende humanamente do quelle. Et
accio il testimonio di quefta uerità uifiapiù certo
foppiate; che uedendo il Tadre Don Gonzalo, col
Tadre Melchior Cornerò (• che in Coccin attendeuanoal Servigio dirimo ) effer giorno il tempo nelqualele TS(auifigliono uenire da Europa,fe ne um
3r
tiene duefigliuoli& unafigliuolar quale uoleua
maritare col primo genitodel Bg de Iramalucco
ò uero del FjdiBifnaga: quale è il più riceboJi
queft'India. La cafa di quefto MealettàMoina al
collegio nottro.Et come fra Morifiaufimza tener
lo moglie, & figlie moltoferrate: pare quetta figlia del Meale pigliauaper ricreatione di quella
petezza fio, metterf à fentiratte volte dalla
cafa fiala dottrino chrifriana, cheli puttixantauanoper le me,quando andauano al collegio rio.
Siro, ò ueneuano da quetto, di fentir fue lettiorivil
che ufano tutti Ikfivìiuolide vii chriftiani.Infieme
con quefto, accadette > che un gentil'huomo Tortoghefi:,per nome,DiegoTereira,attogìauapref
fi à quefta fua cafa con fia moglie detta Maria
Tofana, tutti due molto denoti detta compagnia
nottra, doue fi confeff ano & communkano ffeffo
& dalle feneflre pigliò dmicitia quella figliuola.
del Bj Meale con detta Maria tofana;qtkde l'è fi
fortaua con gran z^hà effere chriftiana:&in que
ttaimprefa continouò più d'uri anno. Sopragiùnfe
d quefto, che ueddedi cafa fua una procefiione,
che nel collegio nofiro facemmo il dì di Tsfqùa direfurrettione, netta quale il Tadre Tatriarchd
portava ilfantifiimo focramento nette ?nani in uh.
facrario molto riccamente adornato; & c'era ' mól
ta gente & apparato di' folenne fi fte. Vedde anche nel medefimo dì urialtra procefiione deputii >,
CQTIA D'VT^A LETTELA
DEI
Fattore del Collegio della compagnia di lefi :\
•
di Cooper quetti di detto compagnia .»'
.. V, v in,Europa fcritto à ii.diDecem •*• J
-\.:i.r:S v bredel 1557.ricevuta in H .77 ^t
: ; ryl 7 ;J.;> Lisbona nel mefe dL
/^ x<!
: : 777. ;^SV: Luglio deli*) $8.
' •» "v V - ' i :'-' •
"• V
7*
7 . 7 * i \ >4 ;
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•'. '•'•-*
GratiaDomini noftri lefu chriftifit fempef
:V- v :v incordìbùs noftrf*amen*
}
A\
•}-"•
Avendovifcritto(charifiimifra-tetti, per altro dette cofe dello
compagnia noftra, & detta con*
uerfione di quefta gentilità; ui vo
glio in particolare dar'auifi della conuerfionedettafigliuoladel Meale ; ilquale è
un Moro molto prudente & efferto; & fecondo
l'opinione de i Mori grande obfmotore dettafetta
di Mahometto & molto uerfato nell'Alcorano.Et
perche fi tiene che à lui appertenga il regno de
Idalcan, (che è molto grande) per cagione dì effo
pafiò il Viceré don Tietro ( che Dio tenga in fio
gloria)nella terraferma con tutte le forze dell'in
diaper rimetterlo inpoffefiione del detto regno.Et
anche dopò fua morte infìriad hoggi s'è continuata
lagverra conti Mori de Idalcana. Qvetto Meale
uìue nella città di Goa: & difua legitima moglie
thriftìané quellaZitella: pur Iddio T^pftro signo
te gli infegnò altropiù conuenìente mezzo * &fù
di conferir quetto cofacolTadre Francefo I{odri
guezjetta compagnia noftra di lefi. Acciò col Ta
dre Tatriarca,& altri padri trouafìino qualche
effediente mezz?. Et fi trattò, che qvella fignoro
Chrittianaricercaffeil Meale che deffe liceniaal
lafua figliwla di andar à cafa fua à uifitarla : &
chefitrovaffe ivi vn padre della compagnia che la
battizzaffefecretamcnte. Tur il Meale non uolfe
darli licenza dicendo non effer ufanza de Mori lafior ondar le Zitelle in cafa, doue fono huomini.
Con quette dilationi y tanto più crefceua il defìderio dìqvella giovane,& ogni bora li daua grande
àfflittione : defiderando lafciar il Tadre, & madre^ fratelli, & ricchezza & ogni cofa del mon
do, per effer chrittiana. il Tadre Francefo B^odriguezjgtudicò faria fiato bene, che lei dichlaraf
fiat Gouernatore ò Viceré la intention fua : & in
figno di che uoleua effer chrittiana li mandaffe alcunogioia-.percheconfeffando,&publicando lei,
che uoleua effer chriftiana, il Governatore andarla ocauarla di cafa difuo padre, fenza fiondalo,
& pericolo di quella : piacque quetto mezz? atta
giouane: &fibbito mandò una gioia à Diego Tereira, acciò laportaffe al Gouernatore & li dicefie
che non lifiopriua quefio fuo defiderioper conto di
honore,ne di robba ; poi che l'uno & l'altro gì a-
eJr donne, chefimenauano àcafanoftroper bat~
tezarfi,accompagnandoli il Governatore^ il Ta
triarcha con molta gente ; per li qvali mezzi w*
mi nciò Iddio nottro Signore à dar gran diuotione*
à quella giouane,& molto fruente defìderio def
fer chrittiana : benché l'afffigeua nonfiiper con chi
conferirlo : perchefiquetto ueniuaalla notitìa di
fio padre, lei non campaua detta morte ; pur mi-:,
fé Iddio darli quetto rimedio ; che impetrò licentia dal fuo padre, di andar à uifìtar quella gentil-,
donnachriftiana fua uicmadetta Maria Tofana:
& come le due fumo infieme ,lo giouane li, fcoperfeìlfuo cuor e, & defìderio die teneua di far fi
chriftiana :& cominciorno à trottar dell'ordine j .
chefipoteua in ciò tenere : & yitrouauano molti
inconuenìenti, per effer lei tanto diligentemente
guardataifinalmente d'hora nonfipotettero rifih
uere, & tornandofià cafa la giouane mora la Signora Mario tofana raccomandò à Dio TS^Sigrior
quefto negotio, & locommunicò al fuo marito: il
qual accefo di gran defìderio infieme confiam&+
glie fi rifoluettero, che una notte sandaffe à dormir lafignoraMaria tofana con quella giouane
à cafa di fuo padre, & che alla mezza notte andaffe detto fio marito con alcuni altri a certe fine
flre,per le quali Maria Tofranacon lagiouane,ma
ra haueuano à calare. Et fi ben il Zelo de tutti era
fanto in metterfi in tal pericolo, acchpotefiifarfi
33
che noncredeua lui, chefiofigliuolahaueffe mai
iniemìone di effer chriftiana ; Ma mostrandoti
il Viceré la gioia, che detta giouane teneua: &
domandandoli,fi quella conofieffe; diffe lui , che
ben la conofeua : & in ri/guardarla cominciò à
perfuaderfi,che la cofa fuffe cofi. Hor mentre che
ilB^eMoro,&il Viceré Stettero in tali ragionamenti, afe ferofu le quattro gentildonne (che conforme all'ordine dato s'erano trottate là ) per menarficola giouane, laqualettauaapparecchiata
al capo dellafata ; &uedendole montare difcefe
lei ad incontrarlefirialla metà dettafiala,abbrac
dando flrettamente la Signora Maria Tofana
(che era una delle quattro, atta quale pur,& anche atte altre parficonueniente, chef n'andaffero
fu allafilaad affettar fin chehauefferofignodal
Viceré di de fender giù. Ma uedendo la madre
le donne chrittianein fua cafa, infieme con (ha figliuola , reftò molto sbigottita, non fapendo, che
uoleffe dir tal nouhà,& fi federe apprefifodife la
fio figliuola y accarezzandola, & appogiando lo
tefia di quella alfiopetto , per afiicurarla. Fra
quetto meigo (landò tutte dfedere, uenne un fruitore molto infrettafignificandoin lor lingua alla Bregma ciò che lui haueua intefoparlare dal Vi
cere col Moro à baffo, llche udendo la Madre, sai
Zp in piede cominciando à gridare tantoforte, che
tutte le altre parente, & create di cafa ui concor-
uanzaua In cafa difuo Tadre ,cheeral\è & de*,
fcendeua difangue reale. Ma cheli domadauaper
gratia ,pigliaffe protettionedilei : de fendendola,
datti pericoli, tanto manifefti, che per parte di
fio Tadre & parenti l'affettauano. il Gouernor?
Pore udita l'imbafciata,nonpotendo tener le lagri^
me d'allegrezza^ alzando le mani al cielo, dauo
molte grafie à DiolS^. Signore, che in tempo del
fio guouernofifacefi chriftiano la più nobildon^
na di quette bande :.& li mandò un diamante
infigno,che nonfilamenti(fariaquetto di che l'ha,
ueua lei ricercato : ma do parte del ]{e di Torto-'
gallo, l'offcriua tutto quel honore, & aiuto che lo
qualità di fia perfino merìtouo : & cofi il giorno
di fan Lorenzo il Gouernatorefirifilfidi ueriir ali
la meffa,& predica al noftro collegio ; & alpaffare,pigliar la giouane da cafa di fio Tadre. Ep
perche lei defideraua compagnia di alcune donne*
per non andar cofi foto tra gl'huomini ,fecè, che
ttefiino preparate tre ò quattro detteprime della
città ; che arriuafìino, quando lui, alla cafa del
J^e moro. Il Viceré andò accompagnato da molti
caualieri & tuttafu guardia atta cafa del Meale
ilqvale vedendo àfua porta con tal compagnia &•
in giorno di fefta fi turbò molto. Et nonfapendo la
caufa di tal novità, difcefe atta fvaporto à ricevere il Viceré. ilqvale gli dichiavo la cagione, per
laquale era uenuto afta cafa:alche riffofìl Moro
che
Maquale ttoua in uno feneftra detta cafa ditta*
la mufìcadel Viceré, di uanj inttrumenti. Svilito chefugionta là, li ffoghorno le uette morefche,chelei portaua, uettendola d'altre alla chrittiana molto ricche . Et mentre le donne la uefti-,
uano, il[Viceré[con tuttala gente off ettorno alla
porto ; dove giunfe anche fubito il Vicario, & il
padre Francefo B^pdriguez^ con altre perfine per
interrogarla. Vettitachefù atta portoghefe uenne atta porta, doue li domandomofiuoleua lei e fi
fer chrittiana & riffofe con noce alta liberamente
chef, delchefifc attopublico fottofiritto di fuo
nome , come lei ifteffa lorichìedette.Vngiovanet
to fio paggio tera venuto drieto mettendo fi fra la
gente : il quale s'apprefiò al Viceré, dicendoli,che
uoleua effer chrittiano confiapadrona. Et nonin>tendendoil Viceré ciò che uoteffe dire ; li mofiraualui la croce, bafcìandola, in figno che quel che
lui uoleua dire, era di uoler effer chrittiano : &
queftoputto teniamo qui in nottra cafa, attaquale
uennne poi il Viceré, lafiando la giouane in corfa detta Signora Maria tofana,ad afoltar la mef
fa, & predica, chefiil padre Antonio de Omarosfopra il martirio difinLorenzp;applicandoh
atta nova cornerfionefatta quelgiorno.Et il padre
Tamar cha con tvtti gli altri padri > & fratelli
ufcirno attaportaria a ricevere il Signor Viceré,
ifqmlefi mottrò in queSf operafanto favorevole ;
E ' tj
frodando anche effe grandi uoci : & abbracciando la giouane(irettamente affaticando fi molto di
buttarla duncurritore al cortile, per ammazza?
la ,piu tofto che uederla portar uìa, perfarla chri
(liana. Le dette Signore chriftiane, quanto poteuano difendeuano la giouane, acciò non la buttafferò; & in tal modofi appicciò il contrafto,che reftorno tutte difcapigliate, & fondate, & anche
ftracche. il Viceré cheftauaalla porta montò alla fila affaiin fretto atti gridi che haueua uditi »
Et fi non fuffefipragiunto prefto,credo che tuttauiahaueriano le More buttata già datti corritori
la giouane, perche le Signore chrifiione erano già
Stracche & tenevano le parente, &fantefihe tan
to Strettamente afferrata la giovane; che etiam
l'iftefjò Viceré appena potette cavarla dalle mani
loro, & condirla allaporta, per farla entrare in
una lettica, che haueua fatta preparare molto ac
concia & coperta di velluto carmefinocon roccami d'oro,netta quale alla fine fi pò fé con mito allegro &feuerogettando le parente fue tutte,&crea
te tir andòfili capelli,&' percotendofi il mito infie
me con fua madre, &li fornitori fpauentati,che no
fapeuano che dir fi ne che far fi. il Viceré l'accompagno à piede ad un canto della lettica con tut
ti li cauallieri & gente che haueuaficoinfino alla
cafa detta Signora Maria tofana; doue la menor^
r no con moltafefta, & allegrezza de tutti,in figno
3Ì
fio padre fecundum camem, era tonto defìderofo
difaper quetto, che una &piu mite domandò licenza attifuoi parentiypcr andar à ueder le chiefe
de chriftiani, & le imagini, & ordini di quelle ;
& che giàfiopadre, ce l'haueua conceffo. Mandò
il Viceré à donarli molti drappi doro,&fta con
fortori, accio li tagliaffero ueflimenti , per il di
delbattefimo ; benché leirihaueffe portati di caffo
di\fuopadre anche affai, con molte gioie : Ma per
non uoler lei che li reftaffe ne anche memoria più
detto fua paffata uita, uolfe che fi disfacefiino &
accommodafiino alla forma de chriftiani. Et dal
dì difan Lorenzo fin al dì detta affuntione detta
Madonna (cbeèài<$. dAgo%) s'atte fé ad apparecchiarle cofe neceffone alfuobattefìmo,tan
to in nottro collegio, come nella città, ordinane
do il Viceré che per quefto giornofimetteffero in
ordine tutti li Signori & nobilita detta terra, &
che fi fiazzufferò leflrade& omaffero di rami.
ilTadre & madre détta Giouane con tutti quelli
di fua cafa ogni giorno faceuano tal pianto, & lamenti, chefinal nofiro collegio, & anche dall'iflef
fa giouane s'udiuano. Et dicono che la madre fua
in figno di tristezza rionfilofitagliò li capelli,
ma uolfi roder fi il capo : & che del gran fentimento & cordial dohre, che di ciò haueua, s'a- '
molò tanto grauemente chegiunfe quafi alfindi
fua tata. Et con intendere lo giouane quanto paf4-W-t'
'
' '
che benhadìmofiratoil finto zelo & buorwìritentione del Chriftianifiimo^ & catholìco B^e di
Tortogattofio Signore. Mandò l'ifleffo giorno al
la giouane molte mufìche > acciò non fentefii faftidio di uederficofi difcofta datti fuoi.Ordinò anche à quelli,, che la teneuano infua cafa, la irat~
taffino &feruefiino con tutto l honore, che ad uno
figliuola di 2\e ( Come lei era)fi conueniua ; il che
efii fanno ,comefariano con uno propria figliuolo
del Bje di Tortogatto. Quefio iopoffo dare, che in
quattro mefi, che l'hanno tenuta in lor cafa l'han
dato più di due milafeudi in ueftiti, & ornamenti di fua per fona ; fenza molti altri détti fuoi, che
à due donne diede lo (ignora Mario tofcana,lequo
Vi uennero con effo &fì battezzpmo nel collegio
noftro . B^accomandòparimente il Signor Viceré
al Tadre Francefo 1\òdriguezj> che andaffe ffeffo à uifìtarla, & haueffe cura de inftruirla nette
cofe dettafede; lequali piglia affai bene;dimottran
do fentir da donerò lafingolargradache Iddio TS(.
Signore le ha fatta, delche Sìa hi molto contenta.
Et come prima era curiofo in mler fapere k cofe
del'Alcoran,& in leggere molti libri oppertenen
ti ad effo :figlie conuertito il defìderio,in uoler
fapere la legge euangelicatdella quale,fempre chel
padre detto uà da ki,ò altro,con molta confolatione, domanda tutte la particolarità & cerimonie
detta chiefa ; dicendo che quandoftauain cafa di
quattro nottri facendoti auanti dì lui confue cappi
& altri qvattro fratelli con fie cotte che porta*
uano il chrifma, & acqva benedetta, & altre cofe neceffarie al battefìmo,vfcì della cappella maggiorefinatta porta detto chiefa ; precedendo anche tvt ti gì altri padri & fratelli noftri. TS[eltem
pò chefifacevano le cerimonie del battefìmo caru
co tanta moltitudine di gente, che non potendo li
mìnittri della guardia far dar Ivogo ,fu conftrettoi'ifteffo Viceré con una bacchetta in mano far
ttar dietro la gente. il nome che fi gli diede, è
donna Maria, per effer fi battezzata nel di di finta Maria madre de Iddio noftro Signor e.li fuoi pa
trini fumo il Tadre Tatuar ca, che la battizp, il
Viceré, & la Signora Maria tofana ; & altre
due Signore detta Città. Celebrato il batte fimo &
fatta oratione netta cappella del fantifiimo Sacro
mento ,fi ne ritornorno col medefimo ordine con
che uennero, alla cafa del Signor Dìgo Ter èira &
Maria tofana: doue lafiata la giouane,il signor
Viceré fé fubito eff edire una patente, mandare
dogliela; nella quale comandaua in nome del B^e dì
Tortogatto fé le deffero ogni anno mille paradai
chefono in circa altri tanti feudi d'oro ,fin'à tanto che l'Altezza fia determinaffe altra cofa, che
fufie effediente per maggior feruitio & gloria de
Iddio TS^oftro Signore.Diui àpochi giorni, defiderando ilpadre>& la madre(fcundum camera)
E iiij
fava in cafa*,flàndolitanto èicina,nonfi cura^
uà punto di loro,ne fi doleva d'alcun'altracofa
che di uedere il pericolo in chefiauanole anime
loro. E quefta giouane tanto graue & matura
nelle riffofte, che da atte cofe, chefile dimandano; che beri dimoerà effer di cafa reale còme èi
Causò qvetta cofa grande admirattorte-à tutta lo
città,tanto Chrittiani quanto Mori, & Gentili ;
Determinofftftftdlìkénte; che'l battèfimofi-cele*
hfàfie nel collegio(noftroy,per caufiir più edificano
ne alti Chriftiani,& confvfìone atti Mori, & Gén*
tilt, nonflante che fi eratrattotoprima, chefvf
fé tri cafa del Signor DiegóTèréirafper càvfadeU
le gran piogge che quefii difon fiate?Ei cofifiondo leftrodemolto ben adomate,uennero tutti quel
li Signori con grande apparato col Sigììòf Viceré,
U quale menò per la mano la giouane in chiefa ri<h
flra:douefi cantò moltofilennementc il ueffrodo
po il quale fu il batte(imo.
/
*><* in compagnia della giouane uèniùàho altre don
ne riccamente uettite tutte: & auanti la gente àn
davano diverfi generi di mufìca( oltre altre fife
diuerfe che quel dififecero ) \ toccandofile campane > &'(parandofi molti pezzi dartigliariache
ttduaw preparati v Glufirno incontro li fanciulli
chrìftìariii che qui teniamo)inprocefiione conghir
lande difronde,& rami. Étilpàdr'e Tatfiarca
con una cappa di broccato, mitrai bacvlo tifi con
37
D'VV^A LETTEE^jL DEL
Tadre Melchior Carnero eletto FefcouO&
>. fuccejjbr del Tatriarcba d'Etiopia»
di Goa 24. diDecebre 1557.
Ejceuutd in Lisbona
nel mefe di Lu->
£#01.558.
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Tax Cbriftì, &c.
*Unno paffutofcrifiì a V. \.deU
lo città di Coccin, dove all'hora
(lavò di partita per la montagna
di Malavare ,per andar à uifitar
quella chrittianità di fanto Thomafò, & riparar à certa bere fa antica di TSfefio*
re<> laquale comìndaua à rinouar un Vefiovò lS(e
ftorìano, qui tanquamfur$& latro è intrato in
quella chrittianità. Tartendo adunque di Coccin
per la detta montagna, & arrivando al primo tuo
go de chriftiani in unahr chiefa difrimeffa•.Et
per Star quefto luogo vicino atti nottri, & provitto di dottrino > paffai qvel medefirnó giorno in un
altro luogo due leghe difeofio per poter far alcuno
cofa infruigio diddio noftro Signore mifopragiu
fi là un Zazenar, che ueniiia da un regno difeofto
diece leghe di là , & altre tante di Coccin per ritrouar qualchefacerdote della chiefa ]\pmana;che
uederta domandomo al Viceré, lo faceffe andata
à lor cafa, & cofi l'ittefio Viceré con la Signora
Maria tofana uè la menomo; & flette li tutto un
giornofin'attafera; nellaqual bora il Signor Vicerè torno per lei. Vrialtro di parimente ad infronda detti padri di fan Domenico ,lo menomo alhr
monatterio,vfcendoliinanzi tvtti lifratiinprocefilonea riceverla v L'occupotione fua adeffò, è
imparar la dottrina chriftiana & cofe della fede ,
& anche leggere & firiuere : il che l'infegna alcuno della compagnia noftra .Dio TS[oftroSignor
conduchi à perfezione in lei quel che per fua bontà ha cominciato. Etpoi che li hàpiacciuto di darfeti à conofcere netta prefinte uita, la faccio degna,
della eterna . amen • *
bto cofifoli più auanti,perche hauendo noiàpaf
far pel rèvoche chiamano de pepe ,cuil{e haueuano ammazzato i Tortoghefi, & Stando la gente di ciò moltofandalizata fenza dubbio n'haueriano ammazzati, per uendicar la morte del .Re
lóro (ferialmente certaforteti gente che chiamo
no amocos liquali tengono chefifatua colui che fa
uendetta di coloro che ammazzanofuo re, ò altro
perfona atta cui guardia Stanno. & di quefti amò*
ci, diceud effer he molti ih detto regno, domandai
io à quetto chriftiano che liparèffe-àluì douerfìfar
fecondo Iddìo;poiche tornar a dietro pareuo figno
dì poca fede. I{iffofe moftrandomiun fiume che
tenevamo avanti* chefinoipotetìattio paffar qvel
fiume che pot ri amo andar, benché non già àpiede
ma in vna barchetta perche teneUaper certo che
t'àffogaviamo)oltre di chefarla voler tentar Iddio. Finalmente ci dette vnfiio nepott[acciò ci firuefii guida fin chéhavefiimopaffato qvel mal paf
fodel ì\egnò del Tèpe: diffe anchéche con tvtto ciò
non andariamoficvrì,mache ci haveria giovato
ìtffai menar gvida ,perche c'è un cefivme in quel
%egno,cbe chi menaficogvida, portafìcvrtàdel
t^e. Accettammo qvefto (ho configlio & aiutò,
come d'hvomo fatuo, & pratico netta terra ilqvale ci fece etiam charitàih darci pel camino della
povertà eh'haueua. Al fine giungemo fàtui con
f'aiutò divino atte chiefe attequali andavamo; doue
iloleffe andare ad ìnfgnar la gente di quello i $>
ad ami are à mantener tre chiefe che li hanno^con
traglheretici : &fapendo che io ero la, mi uenne à ritrovar & con le lagrime agl'occhi mi pregò li vo 'effe dar foccorfo:& certo con non minori
lagrime & allegrezza m off er fi andar con lui,
parendomi qvella effere la volontà divina peraiIhora: & caminando per gli monti peruenemo alla cafa d'un Chrittianochepareua huomo di i oo«
anni > & habitava in certi bofihi. Coftui ni off er fi
cinque ò fi cathecumini( tra li quali era una donna) che non haueuano ancorariceuutal'acqua del
fanto batte fimo : pregandomi li battezzaci* &
parendomi che fé non h facefriaWhoradifficilmen
te dopoififarebbono potvti battizare,per effer dìfcofto &fuor di mano ; mi deliberai di battezarli:
mi volevano dar conforme al cottvme detta terra
alcuni fanoi ( che fon certe monete come carliriiin
circo) leqvalinon volendo io accettare parefido~
l euano, benché dopoi credo fi nefianodi ciò edificati ^perche tengono efii per cottume di dar do-\
nari otti fuoi Vefcoui quando ricevono lifacramen
ti, & cofìallógiavamo nel retto del viaggio in coffe de Chrittiani che habitavano nette montagne .finalmente prima di giungere alle chiefe (doue andammo ) arrivammo in cafa d'una perfino moltohonorata & uirtuofa y <& fottopotta alla chiefa
Bimana: ilquale ci diffe che inriitmconto bafàfà-ì
ni mi pervadevano a non andaruhperchem'haue
rebbono ammazzato li amori, cui coftumi diceuano efiere di ammazzare quantiritivuanopel
I{egno.Ter la qual cofa mirifoluettiàfcriuerli almeno una lettera diparte mìa & de gli chriftiani
di quella chiefa, netta quale lo pregava che ueriifi
fia uedercìin un certo pafio, & mandoci à dire
chegiabaueua lafiata la determinatone di mori
re. E tanto grande la fuperftitione che circa di
quefto tengono, & ufano,che mi dicono che andan
dofine un paggio di 14. anni del morto B^e, a fua
cafa per la morte delfuo Signore, la madrefua lo
faccio di quella dicendoli che nonpenfaffe mai entrarci , finche non haueffe Ivi uendicata la morte
del I{e fuo, ò moreffe per quellofil qval giovane di
cono che ritornò &fipofifra li amori. Et già fariaflatoammazzato con gli altri, fi vnB^e contro
rio non hauefie comandato atti fuoi che non lo ammazzaffiro, benché li fi dare alcune ferite nel fuo
corpo,folamente: perche rettaffe con lhonorfuo:et
quefio pereh e reputano non hauerfatisfatto à quel
lo, fi non muoiono nel campo fo ne rettino ben pieni diferite,& quando il I{e comandò che lafciaffe
ro andar qvefiogiovane, dopò che l'hebbero date
le ferite >fi parti Ivi minacciando & dicendo che
bvrlauano con lui per effer pvtto : ma che qualche
difaria k;omo, & chefaria morto da vero.
Inetta chiefa doue io flavo, & in un altra una
mo ricevvti da vn chrittiano4ella terra con molta
charità,& non minore accoglievzti & cbarezz?
ci fece il Zezenar che con^ noi veniva, benché la
maggior parte dettagente della terra fecepoco co
to di noi :•& come in quetti poe fi non ui è terra
niffuna de chriftiani, perche hahitano appartati
per le montagne due & tre leghe l'uno dall'altro
nonfìpoffonouifìtar troppoffeffòfi non le Domeniche quando efii uengono otte chiefe;nettequali noi
gli predicammo u&'fiala' fettimana fi trattaua
pur di cofe de Iddio, con quelli che ueniuano alle
, chiefe. Et intendendo io che con quefto poteua lor
dar edificatipne0chi)ìme uolteufiiuo dalla chiefa douettauoyfi nonfufte fiato per andar atte altre
chiefe. EtinquettadoueioSìauo(cheeralaprin
cipalé) diceuo ogni giorno meffo atta qualefempre
uerivua ietta gente..;Et continuando quetto circa
due mefi predicando le Domeniche cominciorono a
portarne più amore. Accadatela in quel tempo,
che due ì\e vicini dì quefto I{egno, ammazprno il
R^e di effo, ilqvale teneua alcuni foldatifraliquali uèrierauno chrittiano dì finto Thomafi. Ovetti fi determiaorno tvtti di morir perfUo^efecòn
do il cofiume detti amori detti, etiandio l'iftèfio
chriftiana,per hauer mangiato il pane ò piupretto il rifo del J^e mortOjparuemi chela confiientia
mi obligaua ad andar là ad ammonir quetto chriy fh
Stiano che defìfteffe da tal propofito: ma lichrittia
4°
K ^effiuerdndód effercitar il mio officio in detta
chiefa, mi uene alle mani un (faccio del Vicario di
Coccin et di quetto di Cranganor et del Capitano di
Craganor(che è perfinatemuta & di molto riffet
tofra li I{è di Malauare)firiuedomi che haueuano
accordato con due Camins (chefincome duchi) in
cui terra (tana il Vefiouo Ts[eftoriano:chexonuenif
fimo tutti infieme;pertrattar la uerità di nofiro
finta fede catholica,della qual cofafiriuevano ha-,
uer già avertito anche il Tadre do Gozalò,che fta
uà in Coccin.et beche nonfiglionoeffere conueriiete
le diffvte inprefentia de Cetili et popolo,nondìme
no volfi andare dove m'aviforno che andafii, acciò
che almeno coveniffemo in vna verità che lì mede fi
miheretici (cavalifono come gentili)nopoffòno ne
garext è che quantunche tengano molte cofi cotra
rie alla nottra fede cattottca,vegono pur tutti a co
formarfiin quefio chefiaunfiloIddio nel Cielo et
un Tapa netta terra ilqvale efii dicono tener per
capo . Et confeffando efii quefto come h confeffano
perridurreà luce quale dette due leggifiala vera;
ielegefiero efii due bvomirii detti fuoi, dequali pòtefiero confidar fi & li mandaffero à I{pma ; che'l
j(a di Tortogatto li fanale ffefi, & cofi reSìafiino fenza dubbio circa di quefto.Trima chegmngef
fi al \egno di Amangale,doue Siam il lesionano caminaiper dentro la terra otto ò noue leghe ac
compagnandomi fempre il Zezenar che mi uenne
f
«"•
legha dìfcotto,bottìzammomok^
deU
li mzdefìmi chrittiani difanto Thomafi,fra la quo
le erano huomini & donne, & giovani grandi qua
li infimo al'hora non haueuano riceuuto il finto bob
tefimo & tutti libatiizai col uoto che fecero d'ubidire atta famia chiefa ]{pmana,& con quefia co
uerfatione che con efii hauemmo,li guadagnammo,
le uohntà mediante la gratta de Iddio TS(oflro Si-,
gnore in tal maniera che non batto l animo al Ve
fcouo Isl^efioriano di uenire in quella terra benché^
haueffe prima determinato di uenirui. Et per fior
difiotti dalli Tortoghefì & in parte doue l'armate di quelli no poffono arriuare,determinai io don.
dar àvifìtàr ilJ^e di quella terra, per farcelo ami
co &per efiortarlo che non confintiffe che qvel
Vefiouo Isfettoriano (fi pvr volefii venirvi ) en*
traffe in qvella. Accompagnorommi molti chrittiani, tra i quali erano alcvriifidati del medefimo B^è,ìlqmlerifecemolto accoglienza,dandomi
un ramo defichiin figno d'amore, & mi diffe che
defìderaua tener molta familiarità col Governato^
re generale del I{e di T ortogatto,& chefirallegro
uà molto che io ttefii nel fio regno ,per tener Ivi
in quetto molti chriftiani, à quali non mancava di
dar favore, lo ringraitai affai di tanta bvonasuo-«
luntà lignificandoli che ne riceueria molte grarie
lui d'Iddio Ts(ottro Signorefilo faceffe cofì & ce
neritornammoatta chiefa doue io flavo.
4r
4iMalam,percrefcere;grandementeatt'hòraU
fiumi fuggendo il Vefiouo Isfettoriano donde Sìauaper temere che li Tortoghefi nonì'haueffero alle mani, per effere il luogo dove Ivi Slavo alla ritta d'unfiumefine andò alligno del pepeér ho
uendogia noi appuntata col Bieche hpiglìaffeper
dameloatte mani, & hauendq detto B^e mandato
molta gente per prenderlo,fiunimopiu di due mi
liafh^ftiarihfacendofi amori delVefcouo, liqvalì
lodefefero & liherorm,benchefa
gran par
te di fua robba. Et quefti chriftianififdegnorno
controli Tfortoghefì, perche uoleuano prendere il
fuo Vefcouoydi mariterà che andavamo con molto
pericoh effere da qvelli ammazzati (ferialmente
fecondar noifrabofchi& montagne & fenzafa
per Vipaffi della terra. Il che intendendo il Talare Tatrtorca mi fcriffe commandandomi in uirtu
tefanBa obedientÌ£,cbe me ne andaffe à Goa tato
pel mancamento cheli faria pel fio viaggio d'Ethiopiafe m'ammazzafiino,qmnto per confagrar
mi affettando l'Arcivefiovo de Goa con gl'altri
Vefiotà, à i quali per necefiità conueniua prefintarmi dentro di tre mefi fecondo la Bigione : &
cofi per obedir à tal commandamento me ne venni
à Goa doue al prefinte Slo leggendo una temone
di Theohgia predicando, & confeff ondo. TS(on
mi uolfi dopoi il padre Tatriarca dar licentia di ri
tornar a Malamre,perche uuok che diamo fretta
F
à trouar,con molte lagrime,& defiderij diche fi
conofiefìe la uerità & ancberriaccompagnomo al
tri chrittiani : & quando gionfi truouai il Tadre
Don Gonzalo con lì Vicarii & il guardiano di fin
Francefco:& il Capitan di Cranganor,ma non già
li Camins,liquali mancorono di[ quel che haueano
promeffo infieme col Vefiouo TS(eftoriano. Vn Ze^
Zenar antico huomo che legge lafrittura in quek
la terra non uotfe confintìr chefubito al principio
ci fuff aperta lachiefa:& benché dopoi ce l'apri^
Tòno non uolfiro però confintìr che entrafiimo wU
la coppetta maggiore,parendoli che non era kcito
che noialtri entrafiimo in quetta,perche la tengo-*
no efii in grande tieneratione nellaquale non confin
tono entrar laici. Di là ce ne uenemmo con poca
(peranza di poter far altro co'l Vefiouo attoria
no poiché non haueuano uoluto venir à conclufìone
alcuna con noi.Etpigliammo per miglior mezZ9
edificar ilpopoh con le opere vive, & ottener da
DÌO noftro Signore mifiricordia ? con orationi &
con andarcenefraquatti chriftiani per quette moA
tagne,fac?ndo penitenza de nottri peccathpoiche
per la qualità detto terra ui è molta materia di
patire, &wn minor per quella detta gente, per
Star molto oftìnotì infue opìnìonì:& affai affettio*
natiariceuereladottrina delli Vefcoui Ts[eftoria*
ni. Venendo l'Inuerriocheèil tempo nelquak
l'armate nottrepoffono correre la maggior parti
di Ma**
^T
- : — '•- ih Cocrin nell'india àgi otto di \WA- SÌ
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! r' : — ^ k Gennaio 15 58%^777^ :;bv'l
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'^iutgratta & pacéthrifta^ftro
Signor fio
^fempre nelle anime nottre amen:\
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'J-Jr
'Anno del 155 5. nel mefi di De
cembreUifirifiì di Lapacao, che
ftd:iS~. leghe difiotto della ritta
di Cantaon ,'porto detta China
( douerinuemaì quel anno ,per
nonpoter poffare prima al Giapon)avifindòui delle gràtiè che iddio lustroSignore rifece in quel
uioggio , nelqvale molte volte fummo in eSìremi
pericoli depet*derei;apertamente ifferrmentando,
che cofa è qvìuult àriimam fitam falvam facere
ferdeteam. Dimorai in quelporto con meicompa
gniinfìno al giugno feguente,per effere al'hòrail
tempo per paffar al Giapon: & fra quetto mezzo
"bebbi lettere datti padri dell'India, nettequali mi
fcriueuano&hè era neceffario il ritorno mio la,qua
to prima potè fi : Terche erouenuto in India, per
Viceré, Don ^Tietro Mazcarennas,Signor tanto
Zehfi del divino honore i che ciò che pel tal fine fi
difìderaua,fìfferam ottenereda ha compitamene
te» auifandomi anche come non erano uenuti con
F
tj
alpretté Ghane ò l\e d'£thiopia,percbefinamò
non l'hàfatta,per hauer hauuto nuoua cheli Tur
chi han pigliato il pàffo. Et come h cofe di quetto
flatofienoincerte ,fi V. \ . nonprouede di la per
uia del j^è di Tortogatto,* nonfarà forfa tanto pre
Sìa l'ondata nottra in Ethiopia : perche li molti ne
gocij di qua, & ùittorieche ogni dì concède Iddio
alGouernatorecontro il Turco,& altri\égen^
tili,non li danfio quel luogo di poter attendere à no
ftrofiaccioche conuerrebbe. Speriamo che Iddio
2\^. Signore e'indrizzaro, &farà effédìrè quando conofierà effere à maggior gloria & bonorfuo
& aiuto dEthiopiaffecialmentecon l'aiuto dèlie
orationi uofire, nellequàli molto ci confidiamo &
raccomandamo.Dì Goa, i^.di Decembre. i5 57.;
Indegnofiruoin Chrifto Melchior Camera.
• *.
, rJ
:- . ?
>
• **(
4?
fruttònelle anime .-perche'tu erano alcuni che fa
molti anni non s'erano confeffati fecermfi molte;
rettitutigni : molti anche lafiiomo le concubine,
che per moki anni hauemno tenute,fra liqualifu
rono alcuni che le maritorno. Et certofratellimiei
charifiminon potrio efflicaruiquanto cmfufione
d'unaparte, & d'altra quanta confolatione ,&
allegrezza mìfuffefil ueder che netta China,doue
dal principio del mondo mai fu uero culto diuino,
anzifempre Idolatria ,fì cekbrauanoglìfacrifrcij
diuini,& uifipredicavo l'eùangelh , con lagrime
& confolatione de gl'auditori. Gli ufficij della fettimana finta fi celebromo con tantafilennità,che
certo coufaua à tutti molta diuotione,ferrando il
corpo di Chritto TS^ofiro Signorein un monumento molto riccorfir predicando il mandato & lapaf
fione con più diuotione & pianti,cheio non potrio
facilmente èfflicarui.Tredicammo anche il Sabbato delfipulchro. Appreffo fi) cantò- l'Alleluia
tanto folennemente, che diceuano quetti huomihh
^che li parelio in quett'bora effere refufiitato Chrifto noftro Signore. La mattina de la Domenica di
refhrrettione, facemmo una procefiione portando
gli Tortoghefi( qvalì tutti èrano confeffati & com
mvnicotifrorrii con molto diuotione,& precedei
do la bandiera rea le,&fighìficandoordinanza
d'Afchibdgieri& altri con detti rami & fiori ;
Fihatmèhte fu molto grande ilL fervore di quella
F itj
effodaTomgalbdtrid^^
cheli Ta
ari Francefo Vieirai& Diegofiuerale:& che cofi nonftauabene il cottegio4iGoa ; negl'altri àeU
Vinatofenza meHeldn anche una kttera del Tadre noftro maeftro Ignatio, dalla quah comprefi
non effere l[intentanedellafintaobedientia ,che
alcuno prepofito provinciale dell'India partiffe di
quella : ma non effendo al'bora tempo di nauigare
uer fo VIndia ; &hauendoìo nuoue del Giapon,che
moltofruttofariafiquito con l 'andata noftra,par~
fimi faria ghria di Dio Tsfoflro Signor invernar
nella China, & nel giugno paffor nel Giappon, con
intemìone ; chef la fi faceffe moltofruttoad homr diuino & aiuto ÀeUa conuerfionedi quello
gente, mi fermeria in quelle parti per alcun tempo, dopoi delquate potrio confórme att'intention
4ett'ubidienza,& atta necefiità dell'India tornare
in quella. Determinandoci adunque de invernare
inljtmpacao attendemoin quel tempo àfar alcun
fruttò netti Tortoghefì dette T^avi; che medefimo^
menteinuernorno là fi quali al parer mio erano infimo a 300. Facemmo in quell'I fola ( che prima
eradishabitata ). una chiefa, & cafe dipaglìa:&
dal mefi diDecembre, infimo al Giugno feguente,
dicemmo continuamente meffa predicando tutte
le Domeniche, & fette,^rinfignando ogni di la
dottrina chriftiana, atti fchiaui & fruitori delli
Tortoghefì :& per la diurna bontàfifece molto
maz&rfigliunicongli altri: ma
confale
Dio Sottro Signorefipàcificorm, con grande mio
ne di tutti, fenza morte: ne lefìone alcuno, che
tìm[fupoca grattafecondo Stavano le cofe mal du
(fotte,&occefe &poSiain arme tutta la gente* [,
Rifece la parimente moltoferuigio à Dio TS(pftro Signore in rifiattareconi 500. feudi certi
Tortoghefì, cheli Chinefì tenevano captivi,& fin
imtiati a morte iniuttamente tenendogli cay cerati con tanta crudeltà in affere prigioni, che mifaria parfiimpofiibilepoterfi'fopportare,&incredi
bilefi noni'haueffe ueduto., \ T:- \ 7 . v./ Y .t
^Taffettà la quarefìma uenimmoà Cantaoh,cit~
tà grande come Lisbona, dellaquale diedi largamente l'amo poffato tutta linformatone che di
hi potetti bavere. Sta àzi. gradi dettaparte del
la tramontana In quefta città uennero in quel tem
pò certe nuoue affaiflrane,cheffauentornolagen
te tutto. Dicemno cheinettaprouincia di Sancij
(che è una di quette detta China )forgettero detta
terra molte vene d'acqua, con tanco impeto &
$mdantiaehe coprirono 6 o .leghe di terra all'intorno,annegandofette citta, oltre altre molte ville & castelli .fenza lafiiarvi cafa vervna coperta.
in tutta quellaprouincia;ne animale rationale,ò ir
rationale che non rettafii dall'acque affogato : fatuo unfilofanciullo difette anni ilqudle dicono effer montato in un legno,& tutti gì altri che co que
F
tttj
j- -urti
genteinqtkttì'ghmhÈtiàtèli firn
mi che nel tempo che ih quellaIfola diferto &. inho
hitaia mifermai : hebhiicmta allegrezza : & mi
fece.TS{oftro Signore tante grottefignalate;che
non fiche dopoi chemcqtd già friaifigronde corh
folationi, neficontinone Sabbio hauuté, infieme
con tantibWniiefiderijdi patir molto prenomim:\eftt • % *•'• • -va sd* r*% 7 & %u v# •, rr;, v-.;••$&
1
. [:£Alcune bore deldìmiritkauòh m hogo fi*
litarhMoue era waikrduKa piena d'Alberi che
mimpfirefintauanoAa'fi
accrefceuoho ilfaftidh del mondo , & un ttimoh,
<&* (prone dyamore uerfo, il creatore confitto dalla
diuerfìtà&uari&tà'dette fueaeapure multandomi all'orottone, con defiderij. continovi di'fèmire
per Bsjxcbel fette,& qttattordeci (inni, in tutta la
aita mia /Be¥ altra partz Uà nmeroberiley ne
lafiioua di farfruttoper k molte necefiitàfiirU
tuali dette anime,ricomperatecol (angue dichriftoTSQJìro Signor^attequali pur per ta bontà d'Id
dio nonfimancai dell'aiuto neceffario per, la fua
falute, conragìon$ri^
Et cornee gente hpnorata quella, che wuigfr per
quette parti ,fi lafdapìu facilmente indurre atte
cofi del feruitio duino,. In quetto ternpo, che,mi
fermaiinlampaù^^^
dueò-tyeurite al
cmèinimicitiefralùapitani dette naui,tdiefurò^
no caufa che la gente tutta fteffiinpericoh
*.
/
4J
V^c & fuoi gouematori che humanaìhetepare im
pofiibih poterficonuertire alla fede noftra,fenza
licenza & auttorità del dettofuo I{e;& di quelli
che gouemanoqer laqual cofa,ancheil parlarglie
ne è difficile. Ma mandandofi al I{e alcuno Ambafiiatore co'tqvale s'accompagnoffe alcun Tadre
detta compagnia come il Tadre maettro Francefo
haueua determinato, hofferonza in Dio Isfottro
Signore che s'aprirìa qmlche portò nella China. E
uero chelfratelloche là lafiiai s'affaticò tanto in
imparar la litigua( laquale pur in fi è affai diffida
le)che uenne in una granfiacchezzadi tetta: pertiche comprefì non effere detta fia rettata per aU
VhorafirvitoDio TStySìro Signore.Et cofi qvando
tomai per là del Giapon,trovandoh mal di fiotto,
che erano fette giorni che non haveva mangiato *
miparue neceffario rmenarlo all'India meco.
K(el giugnofeguete delibò .ponemmo il To
dre Gofforo VHello &io, con altri quattro compo
gni à lo uolta delGiapon:et nel camino paffammo
un grave pericoh,tra certe feccagne;perche c'era
il uento tanto contrario che temevamograndemen
te di dar in qualchefioglo,& perderne in quello,
fi la divina mifericordio non c'haveffefoccorfi,per
mezZP d'un mcrcadante che era prattico nel mare,beriche nonfilafiiaua conofiere andando traue N
ttito;ma uedendo fi gran pericolo fi ne andò al timone & ligondo la uelafiampammo il pericolo
ìtdmedèfìma itoduSÌrikcerc^
tacque, dicono chedalfvoco,chè in tifi medefimo
tempo difcendeua dalcielo,erano brufciati,&que
SìdfkWèdutìféHi CbinefìiriCama^
modo
cheOcclyauiein{cheèirauhprìncipal Gommatole
dello città di Cantaon)perèfferfi^w>rto là anchefiopadre &fameglkylàfciòilgouernó( cofi
accostumano far gì 'huomini principali quando fi
gli mvohnofioipddripMtìdandofihèa^ tèrra di
Sancì] uettitodipannidalutto.Qmflononlofap^
piamoper altra uià che per la rèlationede li Chinefi:perche non lafiiàno entrar molto dentro il
paeferiiffunTortoghefi, ne altro foràttiére~;dalli
qvdli s haueffe quefto potuto intendere: llche credo fanno, temendofì non uadino à ffìar la terra.
Vedendolo tal cofi(òpra naturalmente accaduto ;
& infieme ponderando la morte del behédètfópàdre maettro Francefo per entrar in Cantaon, &.
Uedendo parimente per eff erienza,che per niffkia
via alprefente ,potriamò far fruttò almno - netta
China ; determinai di lafiiar vn fratello di quelli
che menavamo,netta città diCataon;acriò imporaf
fi la lìngua Chinefi.Queftofratellofidomanda Sie
fanò di Goisperfina tanto provata nette uirtu chri
Sitarle che benfiglipoteua quettofidareparendo ^
mi effer m&z$o conveniente ì fi Iddio K(oftro
Signore ordinaffe che ci s'apriffe qvalchepòrta nel
la Ch. no. La gente detti Chinefi è tontofoggetta A
45
Dio ce la doni à tutti.
;- v
r
- : i Ritornammo cofi combattati da diuerfi penfie
ri à Bungo,non fenza gran fatica,nauigando tra
ficchi & con vento contrario, dove per grafia de
Dioritrovammoli padri &fratellinottri uiui,ciò
è il Tadre Cofìmo di Torres, il padre Baldaffar,
Gago,& glifratelliGiouanni Femandezj Duarte
di Silm,&LuigidiAlmeida;conlocviprefentia
non vipotrianarrarefratellimiei charifiimi l'atte
grezza chel'anima miafintivedendoli come refi
fatati da morte per qvel che di loro poco itinan^
n'era Stato riferite\.rN$npotevafidaifidi piange
re dallegrezza il bvon vecchio Cofimo dìTortes
cedendone & pattandone,è certo, hvomo perfetto iti tvtte le uirtù,& mortificato infimedefimo.
Menò quetto padreficoil Tadre maettro Francefio,quandopafio al Giapon,& lo lafiiò quando
dita part'hin Amongvcci : doue dimoro otto anni
intieri, netti quali non mangiò mai carne, perche
tengono li Giapponefiper gran peccato mangiarla
ffecialmete dove è gente dipolitia , come era quel
la di Amangucci: llchefaceua il benedetto padre,
non foto per non darfcandalo,maperfar penitenZa.Tane anche non mangiaua per non uèrieffere
in quella terra,ne manco pefeefrefio,perStar difiotto quella terra dal mare.Finalmente non man
giaua altro cherifoa guifa de li Giaponefi (ilqual
pur malefipuò mangiarefinon con molta necefii
•7
'
f •
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paffando accanto deUifioglL^'krfccrefèe.ttoolto^k
fferanza in Dio il ueder la gran cura chela Mae
Sia fua tiene difoccorrerci,quando l'invochiamo in
fimili necefiità oltre d'infignarci bene tale eff erte
ZOyàraetteyne. totalmente nette mani de DiòTS(gSiro Signore. Andavamo con grondefferanzadel
la conuerfioqe delire di BungoperJvaiterh lui cofi
fcritto/oltVricerh Don Alfonfi,& anche per ti buo
ni aiuti cheper tale eff etto portammo tmapiacque alio divina fapientja di mostrarci che non ba^
Siano à conuertÌK anime,humani mezi,he ornarne
tiricchi: che fi li portauano,ne ambafiiadori, né
confidanza in huomini,fi non la diurnafiograria,
che opera per gì'inttrumenti che lìpiacenò(& tan
topiu effendo idonei & puri)in coloro che non refi
Stonooftinatamentealloffiritofinto.Cercando il
porto di Bungo,per errore andammo à dare in ter
ro de certi (ignori armati contro il I{e di Bungo;
cuiuaffattiuennero attanottroT^aue^dandoci nuo
uà che tuttala terra dì Bungo era dittrutta.& an
che,ch e credevano effere morti li padri di Chinchi
co ( cofi chiamano lì noftri)& il B^e fuggito. Tsfon
poffò negamifratellicharifiifniche tal nuoua(cheinparte non era uera)diedeà m$& à quanti: andauamo netta TS[aue tanta confufìone &trìttez^
Za che houeuamo affai infogno della diuina grotio
benché lafferanzaqua per caritatem operatur,
non confunditur;&fi benfi turba nonfiperturba.-
:
47
tutti quetti trauagli idueuo moltoconflato,ut*
dendo che li pativa per honor di Chrifto iSloftro Si
gnore&perla conferwtione & aumento de gli
Chriftiani ilntefìda luì che in tutta la uita fua
mai uiffi in tanto allegrezza l> come in quelli fit^
te ò otto anni che Bette in Amangucci .• Haueua
perduto(penf) che di lagrime che nette fue confolatwni ffirituali gettava) gran parte detta vitto J
Era qvefto padre tanto affinato in ogni uirtv con
qvette devotioni da una parte, & tribulationi dal
l'altra; cheframefteffo lo comparauo à quelli fanti Tadri dEgitto,fi nonfuffe che quelli contempla
uanofolamete in Dio & communicauanofra efii le
cofe diuine.Et il Tadre Cofimo di torres non hauen
doficopiù che unfratetto,ttauafragli nemici che
lo perfeguitauano, procurando d'aiutare l'anime
de molti, tra fame & freddo molto grande\^ien
tedimeno effendo l'ufficio del DemoniofiminarZi
Zaràa co che s'affoghi ilfrumentonette terre fimi
nate del Signore accefe difiordie tanto grandi
fra due Signori Gommatori d'Amangucci, che
combattendo l'uno contro l'altro(facendofì laguer
ro delli Giaponefi con fuoco, ; & effendo h cafe di
legne di pino fenza hauer muro alcuno ) s'appicciò il fuoco dì tal maniera, col favor delvento che
fiffiaua che abrugiò tutta la città d'Amangucci
(taqmk dicono era grande quafi còme Lisbona)
finza rettarm cafa alcuna, infino atti palazzi %Ja
tà)conpefcefilatoò herbe.Et haueua già la coth>
plefiione talmente affvefatto à quetto vitto, che
glharebbenocivtalacarne* fece in Amangucci
moltofruttoconvertendone alla fide di Chritto,
grande numero d'anime. ^Alcuni de quali uon già
facendofiaffai capaci & guttando delli mitterij di
nottrafintafede,fio il Signorbenedetto.Hapatito\{quetto padre innumerabili fatiche,& pericoli effendo lapidato etiam dentro la cafafiodalli
Bonzi y da quali era tanto ingiuriato, & perfeguitato che gli era gran morrificatione ufiir per
le piazza ; la caufaprincipah di quetto era pernottando ilTodremaettroFrancefioin Amato
guccì ommazzomo il Signor di detta città a tradimento : & dopoi fempre fino ondate crefcendo
le inìmìcitie & guerre, tonto che quafi tutti ti Signori et Gommatori ne morirno.Et perche di mol
to tempo innanzi che cominciaffe la conuerfione,
non era fiata mai guerra in Amangucci: uennero
li Bonzi (atti quali come à padri tengono riffetto)
adir fra fé, che li Tadri della compagnia quali
chiamano de chinchico, & l'ifleffa hgge che piòli
cavano,& anche lo converfione degl'huomini che
efii battizzauano erano caufa che gli fuoi Deifuf
firofiorrocciati:& confeguentemente che lo terra
fuffe dettrutta,del che ne nacque tanto gran per fi
cutione che giouò al padre Cofìmo effer ben crucififfi al mondo, & il mondo à lui . E uero che fra
7
'
4
le ò otto anni in quétta,terràha^pà^
in
tre ò qvattro^Òrépdréuafìp^
de uà il Tadre Cofìnio di Zelo contro il Demonio,
&per altra parte compativa amaramente olii
fuoi chriftiani & coniauami quette cofi con tanto
dolore, &tamóimpetodi lagrime,comes haueffe perduto tanti figliuoli qvanti chriSìiamfperdettero inqvettaauerfità.; Quetto accadette in
terra tantofirarna;che non c'era altro Yéfugio che
filo Iddio,axuidivina prouidentio & incomprehenfibilefapièhtia,iltvtto remettevano : rm cefi
fando pero dette lagrime &" àfflittione di cvore
tanto grande, che infiogenere la comparava io
con le tribvlariohi del S. Job ; perche oltre di tvtto qvetto male ,ogni giorno affettavano la morte
tanio'dattibonzi, quanto dallifoldati che per rubarli quelpoco di rubicciuola che haueuano ; ò per
infiigatione detti Bonzi, & perfecutori,li poteva-^
noammazzare quafià fua potta,non effendo>chi li
poteffefar refìflentia.oltre di quettoil ì{èperpàu
ra che non lammozzaffero, fi ne fuggi in una
'montagna. Et ubléndb il Tadre Cofmo retìrarfi
"con lui, lidijfechefenonpotevafalvar fi tteffo,
come potrebbefiluaraltri^Perché còme intefi la
dettrvttione de Amangucci, un contrario di quefia citta deUaterradi Tsfucchaivenne (òpra il %e
, per pigliarli il regno :fra quefti tram$huedeMo
detto padre il pericolo in che lui &. ilfratelloGio-
ì
,
U,& chìefa&Càfa*delTadreCofimo ilqvale coti
gran fatica & trauagli l'haueua fabricate .finalmente nohuirimafe altra cofa che una ftanzafittoterra:d'im chriftiano, nellaquale il Tadre detto
fdvbgl'ornamenti della chiefa.Et eratanto grande la mortalità di quetti che di tutte due le porti
s'òmmazauono,che non poteua lo gente attender%
à mettere rimedio al fuoco. Vedete adunque fratetti charifiimi che perfittione diuirtu è neceffaria à quelli che hanno da effere atti miniftri &fe
deli diffenfatori deluerbo divino i che patientia i
che fortezzadaremo?che fferanza , & hngank
rriità * che cònfianza nett'aduerfità bifigno bavere per fimili accidentii Veramente grande è il do
no detta vocatione nottra in quefta minima compa
griia nellaquale comefiamoobligati à pigliar ogni
travaglio che lubidienza c'impone pel fervigio di
vino ,'cofi laMaeftafm da fferanza di donarciil
(pirito & uirtu che perfirktlijmprefefiricercano:
ma per cogliere talfruttoè buona parte far la radice buona ,nelle cafe & cottegij di là.*Tof, nando adunque al propofito noftro . Gran • ma*
rauiglia caufaua à me la confìderatione detta
proua grande de uirtu del Tadre Cofimodì Torres , & ilfratelloGioan fernandez^ > che con lui
, ftaua: & quanto patientia hanno*mottratauedendo che'lfruttodetti innumerahilitrauaglì ingiurie ,perfecutiom pericoli & fame che perfet
4P
hnneceffaria atti padri nonfojolafimplicità colombino, ma etiam laprvdentia del ferpente. Et
cofi fletterò tutta la notte nafcotti accompagnati
da chriftiani. Sed inter tot tribulationes manvs
Vomini non eft abbreviata . liritrouaimolto conflati di uere confolatìoni, Stando in vera charito
uniti &fentendo molto d'Iddiofenza moftrar affezione alcuna à cofa creata, anzi con la più perfetto obedienza & pouerfà,& purità di uita che
fi potrio penfar e.Molte uolte penfaua ioframe me
de fimo, quanto difcotto mi vedevo dalla perfettio
ne hro nel diffreggìo detta propria vita, & nella
fortezza che netti travagli mofiravano, netta confolatione in tribvlationibm', & nella grande diuotione , & il tvtto mi cavfava gran confvfione.
Con gli chriftiani gli dava pvr TS^ofiro Signore fie
dal allegrezza y uedendo ilferuor & diuotione
£ alcuni che molto guttauano dettafieradottrina.
jQuetti chrittiani dì Bungo communemente fino
poueri, & molti di hro furono mofiì àconuertirfi
d alcune necefiità (ferialmente di malarie], nellejqvali ricorrendo atti padri, truouano in efii molta
charità & li curano dell'infermità corporali ,&
dette ffiritmli con le prediche che gli fanno contro
gl'errori loro,effortandoliàfeguitar la verità del
la legge chriftiana : e*r vedendo cottoro come per
mezzo hro acciuffano la finità nel finto hattefìm9 > n'inducono anche i padrifigliuoli& amici,
/
*
G
a
uannl Fernanderfì trmuauano; &la4erra cofi
rovinata, ufmdo del configlio euàngelico,fì uosper
fecutifverini ih una ciuitate fughe inaliam,fe ne
uenne con ilfratelloGioan Femondez^ accompagnato da quattro chrittiani a Bungo,che ttàdifioJh da Amangucci 6 o. leghe,doueflavail Tadre
Baldaffar Gogò, con li fratelli Duartedi film &
Luigi dAlmeido:& cofi li ritrouai là tutti infieme quandouigionfi. Dicevano che di quia cento
^anrii non (peravanopoter Jtmongucciriedificaifi
& ritornare atta fio antiqua gloria.Con tutto ciò
era gran cofi vederla conformità che teneuano co
la uolunta d'Iddio>& defìderio di tornare à met-r
tere fottoì piedi lo tetto del infernaliferpete.Que
Sto era accaduto due mefi prima che noi giungef
fimo. Et arrivati che fumo li due in Bungo, quin-*
deci di auanti di me, il F^e di Bungo moffe guerra
atti principi di fio regno : hauendofiffiiion di tra
dimento, & con fuoco &ffada abmggìò &ammazzo tredici Signori principali confue cafe fa^
tnigtte,& Vafalli di maniero che (fi ben mi ricordo) in quella notte erano morti fettemilia hvo
mini di tutte due le part\. La itteffa morte di que
fli Signori, causò che il B$fi ritiraffe à una montagna , fette miglia difioflo da Bungo,doueflàancora odeffo, rettando lo terra alterata,&pofla in
arme,& li chriftiani anche affai perturbati. Et
finalmente ogni cofaridottaàtal termine che era
befi
1°
dendoh io de li abufi nefandi, con darti raghni efii
caci, non giovo niente ; anzi erano tant0 indurati
ne ipeccati,chefiridevanodi qvel ch'io li dicevo,
filtro inconveniente è che s'accofla tanto la gente
al fuo proprio giudicio & parere, oltre d effere
in fi amatori del honore, & d'andar qmfìfempre
in Guerra : che difficilmente con quefte in quietudi
muì fi può predicar hro l'emngeìio fiero. E ben
uero che la itteffa riputatione che hanno di fi , li
potrio caufar per altra parte alcuna occafione di
bene : perchefirianopiù corittanti netta fede,qvan
do la riceueffero. Vn'altro impedimento è, chèli
l{èdi quefte parti, non fono B^e proprij, ma ti*
ranni, attiquali lifudditi non fono tanto obedienti
ne tengono tribunal alcuno ne genere digiuttitio:
Donde nafee che l'uno con l'altro fi rubbanb &fi
fanno mah; uendicandofì chi può, & chi non ho
facientia; per la qual cofa la terra non èfteura &
ogni bora àfono tumulti : ma contra tutti quetti
& ogni altro male, prevale il preciofo fangm di
Chriftg TsfpflroSignore cheoperanelle anime degli predettimti la falutefoto:perche quaficgni di
fi convertono. Tenendo con hro li padri qmtto mo
do di procedere: cheprimagli dìmoftrano tvttigli
inganni dette fette del Giapon, & del Demonio.et
quando quefto ben conofeono, & intendono , che
erano ingannati; li provano configuentemente come eh Iddio,& come lanima ì immortale,nel che
G u
fa modo chefifanno fnolti chriftiani. In Bungo
& fuoi confina faranno odeffo in grande numero
Vanirne battizate: lequdi nonlafiianopaffar Domenica alcuna,che non uengono àudirja meffa et
predico che lì fanno ti fratelli Gioan Femande^
& Duorte di Silva : liquali parlano affai bene lo
lingua Giaponefi. Conuerte il Signore i pouerì,&
glinfermhlafciando netta fia oftinatione & igno*
ronza lifuperbi Bonzi V contiricchi,& altri che
molto Stimanofimedefimi. Gli quali pur tenendo meglior giudicìo de ifemplici,fefi conuertiffino, fario più faldo ilfruttodel Giapon. Gli chrittiani d'Amagucci erano di gente più honorataet
dimiglior giudicio & di buonafferanzafidi nuo
uofi riuniffero in un corpo & una chiefa. Ogni co*
faconfideratanonfipvò negare che il frutto del
Giapon è molto grande, uedendofi affai manifesto
la diuina bontà in quella terra, fecondo la gran
forza della gratta che opera contro la refiflenza,
& fiottili aflutie del Demonio, & contro gì'enormifiimi peccati ,(pecialmente comedi, che li fi
forno ,& effendo per li Bonzi approbati& ufati
pel credito & ueneratione che lì tengono ,fì bufi*
tono di chi li dice il contrario. TS^on hauerei cre~
dutoche nel mondo fi trouaffe gente tanto cieca di
lume d'intelletto ,fe non l'haueffi io ifteffò veduto:
perche andai ad un monafterio di Bonzi> gli quali
mi ufcirnoà parlare circondati di putti,& riprm
ée li rettornofi diedero tanto olieffercitìo di quel
la,che già ui haueuanofatto molto progreffo,quan
do mi partì di là. Spero nel Signor T^pSìro che
li ha d'aivtar molto, per la falvte dette anime di
quelli B^egni. Svbito ch'orrimmmo à Bvngò prò
curammo d'haver avdienza & familiarità col I{e
pèrche in qvette terre il tvtto depende dalli capi.
Et cofi oltre de prefentarglì le cofe che con noi li
portavamo ; con molte ragioni cercai moverlo àpi
gliar offettione allafede nofiro : ma Stando lui re*
tirato in qvellafiomontagna : &ìnpeccatì,qua*
li fa che effendo chrifliano gli converrio lafciare :
& oltre di qvetto, temendo che fi fi convertefii
l'ammazzarianopivpreflo lifioi,privandolodel
I{egno,& effendo dettipivpoffedvti dal Demonh,
perche è d'una fetta fra quelle detti Giaponefi fimi
léatta epicurea ;poca efficacia hebbero in lui le ra
giorii. Iddio Tsloftro Signore gli dia lume 'perche
conia conuer fon fuafegvitarebbe gran frutto. li
Signori principali quando di ciò li parlavo, fi fufauano col fuo Ridicendo chef luififaceffe chriftiano anche efiififarebbono, ma quanto maggior
fruttofi(pera detta converfìon di coftoro, tantopiu
pare che il Demonio l'impedifia. Ci affaticammo
molto col I{è detto acciò faceffe venir innanzi di
fi ,& detti Signori della terra, alcuni Bonzi detti piv fivij per udirne con qvetti: acciò che noi altri
gli moflrafiimofioi errori ,&la verità della fi**
G tu
anche effendo^efiibeninflrutti,li danno ad interi*
dereil mitter'io della incarnatione de Chritto JN(Oftro Signore, &come fu neceffario : & xofi tutti
gl'altri mtfterij di noftrafinta fede ; etiam della
fantifiimo trinità. &fibbito che tutto quefio ere
dono li battezzano .-tenendo dopo molta cura di
conferuarli; predicandoli ogni Domenica infirnUn
gua Giaponefi, & dicendoli mefia: & già alcuni fi
cominciano à confeffare. lodatofioIddio ddquale
ognibenprocede. <v • :fc 7 ,>.& v 477 * v•:••..
lÌTodre Baldaffar Gagoè andato à Firondo,
& menòficoil fratello Duarte di Silva , & un
chriftiano di Bungo,che ha (pecialdonodifaper di
uérfe lingue,acciò che lui & ilfratelloDuarte pre
dicaffero ciò che il Tadrè dicefie, atta gente dipi*
ìrando,& corferuafferò molte centenaia di chriftia
ni che la fon conuertiti àgli quali faceffero chiefa
per ilficrificiodiurno & predicanone.Era detto
Tadre Baldaffar affai defiderato da quella gente:
& etiam del BJ loroJlqualha promeffofarfì chri
Biano : pertiche (feriamo foralo molto frutto!
il Tadre Cofìmo di Torres & anche il fratello
Cioanfernandezfcheè unaperfuna rara& ha fin
golar gratta in predicarerittiGiaponefi ) ftanno
in Bungo. s'è dato ordine s'effercitino nettatine
guo Giapponefe in cafa quelli,che ho menato meco
perche fenza effa,pocopotrianofare. Et cofi il Ta
dre Gaffarouilellal& gl'altri tre fratelli nuom
tà,con laqvale vedeva procedere il detto padre con
qual fi voglia, etiam principali signori. Anzi dicena cpiettofratello,che pareva effo andam à cerT
cardi morire ,per la fede & honor di Chritto 2\£
Signore.molte volte li pvtti fibvrlamno di lui,dì~
cendoli parole ingiuriofe, & tirandoli dettififii:
ma il faldo & constante fervo de Iddio, quanto
maggiori difficultà & trauagli gì'accadeuano,tan
tofì uedeua più allegro & contento.Vna uolta riprefi con tanto zelo il B^e d'Amangucci del nefan
do peccato che pafiò gran pericoh. Alcuni Signori del Giapon li portauovo nétta lor propria lingvo
& Ivi ordinavo alfratelloIoan Ferhandezjhe nel
la medefimo liparlaffe; alche tremando & offet*
tondo il coltello ubediva : perche diceva il Tadre
chefiqvetti nonfaceffero di Ivipiùfilmoche filettano far di lor Bonzi (agli quali efii portamno
grande honore) era molto impofiibìle crederli ne
ricevere fia dottrino rnellaqualcofa li moftraua
Ivi affai il diffreggio detta prefente vita, & anco*
ta odeffo lo tengono molti Giaponefi per finto : &
io rifiatando la freddezza mia con leffempiofuo
deliberai pigliare alcuna efferienza detta terra.
Et cofi ondai colfratelloGioan Fernandezpiu den
tro il paefi congfade confolatione>uedendo li molti
cheficonvertivano.Ma non meritando io tanto be
ne, m'amalai con li trìfii cibi, & letti, di quette
parthcbefino unattora&un legno per capezza*
G iiij
de di Cbritto'ltyìro Signore, Etbenché"bobbio
lui promeffo dìfarlo ^; contuttala nottra diligenza in richiederlo, nìai l'ha potto in ejficutione «
Sono li Bonzi parenti detti principali Signori di
quefta terra ,per cuicvnfigtto ilB^efigouerna:&
nefinotanto confrarij,perchefcopriamo fue malignità, & errori al popolo & dicono tante, bugie*
contro di no'hciila gente,che non uedo nel rGiapon
cofapiu contraria de hro all'emngelio, anzi pare
fannofeggiochel'ifiefii demonij. QueSU etiam
erafio li maggiori inimici eh'el padre maeftro Fra
cefo haueffe : & benché lui non h dicefie,ho io intefo odeffo, chepatinel Giapon molti tramgli&n
dando à piede do Tanazuma a Meaco nel tempo
che di la Stette, predicando in ogni luogo, etiam
in cafa degl'ittefii Bonzi* & Signori; facendo w~,
taapoftalica mangiando quel che gli Giaponefifogliono* che era più tofto penitentia che cibo : ciò è
èerte radice d'berbe. Et netti granfreddiportava
ueftita una come fchiauina:& molte volte andava
comeftaffiere de Signori Giapponofi per poter cofi
faffarfenza perìcolo di ladri^lcunipafii, correa*
do conto fchiavinòaddoffò drieto à coloro con li
quali s'era accompagnato. Ero il benedetto padre
tantofeuero in reprendere lì peccati & idolatrie
degli Giaponefi, che ilfratelloGioxaFemondeZj
(che era fuo interprete,& quetto minarrauà) di*
teua chetremam lui itteffo di paura;per la liber*
,.
.
.
.
1*
fenza dubio mifarìa Stato di gran contento non ha
ver hauuto à tornar nell'India. T^ìentedimeno è
flato ben uenìruì, nonfiloper uederli, & accio
che diffoneffiro detta perfino mia come li pareffe
in Domino: ma anche per darli uera relatione della China &_ Giappon, ò almeno dette terre nette
quali fon ttato, & delfruttochefipuò indi fierare & che modo uè di poterfruttificarein quette
bande. Et parfiatta finta ubidienza mandarmi
qui in Coccin, doue odeffo mi trovo predicando &
confeffando & procurando aiutar l'anime con II al
tri mezzi fotiti atta compagnia nottra., Tiaccia a
DioTS^. Signore darmi grada di ben adoperarmi
in aiuto loro & mio ; in modo che fruendolo in
quefia uita fecondo la fua finta & diuina uohntà,
arriuiamo nell'altra a godere limmortal fiaglor*
tia amen. Di Coccin àotto dì Gennaio. 1558.
Servo indegno in lefu Chritto,
Melchior TStygneZs
'tei come il mangiare è delrififenzabutiro, né cofi alcuna che lidia fapore • Andò tanto innanzi
l'infermità che bìfognòin unocoualcaturo mi por
taffero non fenzafatica a Bungo: doue Stetti tre
mefi con lafibrecontinola &freddo,tanto male*
ch'io haueuopocafferanzadetta uita : quale pero
il Signor uolfi concedermi : ma uedendo dm canto che per leguerre & inquietudini di quette par
ti per odeffo pocofruttohouerei potuto qui fare i
& d'altro, l'obligoche per riff etto detta mio cura di prouinciale teneua di tornar all'Indiami fu
neceffario cofi infermo imbarcdrmiin una-naue*
che andaua aliIndio inetto quale paffammo una
fi gran tempettafrail Giapon & la China ,chè
inaila uiddi, ne penfaì poteua uederfìfìmìle:pèr^;
che cinque giorni intieri andammo comeperfì: ne
i quali èrano tanto alte &frequentileuod a Dio
che in quefta parte nefentiuo io moka confolatione uedendo che fua diuina bontà ufauotoli mezzi
perprouocarcì ad inuocarh,& confeguentemente
ad emendarci &figuitar le fuefante ueftigia.Be->
nedettofìa ilfuofintonome che nell'istante detto
morte,accrefie le confilationìfieffìritualià quelli che defìderano feruìrh. Ts{el camino hebbi una
nova detta venuta detti padri Don Gonzalo & Fra
ceffo B^pdriguezjconia curo detta proutrida,&
anche degl'altri cheprima di loro erano giunti *
Et fi tal nuoua m'haueffefipragiuntonelGiapon >
54
etiam in molte parti dell'India, c'è grande emendatane nel uiuere ; tenendofi lo verta, & il vàrio
per uitio, il che nonfifolem,che è una grande mu
totionè dextera excelfi.v
Al tornar di qua nel regno di Travancor,vennero meco il Tadre Ioanni di Mezchita & il Tadre Michael Barvi mandati per tapefiaria : conti
qmli molto mi fino conflato. llTadre Mezchita ha di far refideza in Tunicate per predicare al
Gouernatore & Tortoghefì che fanno refidenza
in quella terra de chrittiani che è grande,&< anche
bodouifitar altre terre d'intorno. Similmente il
Tadre Michaele farà refìdentia in altri Ivoghifi
no anche altri quattro de noflrì,quali con grande
(tento vjr merito s'affaticano in quetta uigna.Due
ài hro già poffonofenza interprete parlare netta
lingua del paefe. Sariano ancora più d'altre tanti
affai neceffàrij per tener curo di tante terre che paf
fono ^o.Tur nett'infignar della dottrina chrittiana in tutti quelli ce qualche buon ordine, come se
già fcritto, tenendovi ahuni huomini detta terra
di molte buone partì fecondo la capacita di quetta.
Dio ci mandi molto detti tali, acciò che almeno in
ogni terra cifra qualchuno •
Molto defidero ueder facerdoti che imparino lo
lingua della terra accio poffanofentir lor confifiio
nhdalleqvali pende tanto l'aiuto hroffiritmle. Io
per le molte occupationi non poffo confeff orli. - - •,
I
CAVATO
D'V VÌA
LETTE\jt
- del Tadre Anriqve Anriquez^ fcritta in™\
Uanaccari, nel regno di ( Travancor
\
7 à 13.di Gennaio del^58.al 7
Generale détta compa^
' gnia di lefu;%~
> : ,.••
Er ordine del Tadre Don Gonz*
lo fon venvto à Coccin , in tanto
cheìlTadreFroncefco Terez^ft
mandavo ai Capo di Commurin
_
per affettare certe inimìcitie grò
ui, che eranofrachriftiani, mi occupai in detto
citta di Coccin tre mefi in mìriittrar li ficr amenti
fanti detto confefiìone & commmione & in predi
care atti chriftiani detto terra per interprete le Do
meniche &fefle. perche lo lingua dì là è "differii
tedi qvetta.è cofadìmoltorìngratìarelddiono*
Siro Signóre, uedere quanto s'bobbio aiutata quel
la citta, con la dottrina & fanto effempio di qveU
li padri che ui fanno refìdenza. /
Frequentano le chiefe & predicationì con gran
de concorfo, & molte perfine fi confiffano, & fi
accottano alfantifiimo facromento dello evcharifiiaffeffir.che mipan fìpuo dir per quelli,Confiteor tibi pater Domine'cali & terra quoniam ab
fondisti h.QC à fapientibus &prudetibm & reue
latti eaparuulis: & non filamenti in Coccin ma
èkuni di lorofigliuòlidi perfine honorate & prin
ripali fra lorofferamo nellauenire debbia refilltar molto piùfruttodi loro, perche facilmente uer
ranno à tener il governo detti altri: & cofi pò tran
no non poco aiutargli.
Vetta provincia dellaTefcariad'hvominigran
di moiono pochi : & de piccoli è il maggior numeriche in parteè grande confolatione pernoi,uedendo che inflatodinnocentia li piglia Iddio K(pftro Signore,per il regno che lucifero & li fioi figuaci perfi per fio fuperbìa : •
' Li chrittiani chiamati Tarabas,& €areas,tta
no affaiinanzjinfaper le cefi che li convengono,
&frequentanoaffai le chiefe & molti di lorofanno ben render raggiane detta incarnatwne di Chritto Tslottro Signore . Li Macuenonfifono tan*
io aiutati,maè dafferareche Dio TS(oflro Signore
gli ai Mara.Finalmente quantunchefiadebole nel
(pirito la genie,in quefta India, & hauemo affai
"impedimenti, & pochi aiuti, tuttaviafifa qualche cofa dibuono fer la bontà de Iddio,& molto
più ffératrio fi Iddio nottro Signore apreffi la via
acciòrionfofiinoli chriftianifiggetti aB^e Gentili
& Mori. Qucttaprouincia deUaqvalehabbiamo curo cominciando duna terra che fi-chiama
Touar infirnà B^emanangor cheèà canto de certi
luoghi baffi, nominati de Chilao poffano 6 o leghj
^r è affai mala Strada . Doue iofioadeffo fi ch'io-
Molti ami fono. cViohaueuo animo dìfirivere al-,
cune cofi per la dottrina de chriftiani netta lingua
Malouar, oltre de alcune che già ho fatte, &per
le dette occupationi non ho potutofarle infino adef
fi. Vorrei etiam che le orationi che ho cavate in
quetto lingua chiamata Tamul (quale è la mi~
glio'(e?& motto fi eftende) fìcomfiino etiam nello lingua maleane, laquale parlano in Caulon,&^
Coccin , & cofifrali altri chriftiani di San Tbomafo,^ ^Ure parti. Vero è che mancanoparole
in quefte lingue & bifogno ufar circvmloqvij, ò
lafiiarle fior in latino:& quefto fatto con autto-,
rità detti Tr elatifipotrio cavar più frvtto dello
dòttrina-cbriftiana. \* •;$\;,•"*$>
< ,
t\,
* Con la venvta di quefti padri m'è crefiivto il
defìderio dìfirivere molte proprietà di quefia Tro
lància, dovefon flati undeci anni, dicendo ilmode,
che reputo più conveniente per conuer far li padri~
nottri con quefta gente. Lo condìtione di quella ,
come uuol effere trattatoci mancamenti loro pim
ordinari], il modo chefipuò tenere per il caftigo
& emendationloro, & altre cofe diqueftaqualità . acciò qual fi voglia! de inottri,che di nououer*
rà in quefte bande pòffa intendere in breve quel
che à me m'ha infignato l'efferientia longo.
Li giouani che fono flati infignati nel collegio
di Goa, &in quetto diCaulan,fonogiaffarfì per
alcune terre di quetta provincia : & perciò7^-t
terre giadette habitano etiam alami Gentili&,
Mori feparati . \
. % .
Due grandi impedimenti tengono quefti chrittiani, uno la conuerfatione con Gentili : altro che
fio li medici hro à fatica fi truoua chi curi con me
diana : ma più prefto con parole douefipuò pensare che nomi ufaranno. Et quel che è peggio fogliono attribuir l'infermità, à efferefiatiuifti do
qualche demonio,ò qualche anima, ò cofe fimili,
JLt che è neceffario offerirli danari, ò qualche ficrificio. Dio l^pftro Signorerimouatanta gran
pefte di quefta terra. E gran bene in quefte parti
quandoficonverte atta fede una generatone infieme perche meglio fi conferuano & aiutano : che
quando uengono alcuni d'ogni generazione.
Battizzammo ^fìtiwà paffoti in Tunicale al
cuna gente venuta duna provincia cheficbiataa
Tricbinamale.Et quel che è gouernatore ò principalfra loro è giouane et impara nel collegio nottro
di Goa .fi hauefiimo gente di mandar là; tufi pòtrio far granfrutto,&c.
^
mail regno di Trauancor&amm appreffo il c#
pò di Commurin uifto unageneratione de chriftìo
ni conuertiti & battezzati per il Tadre maettro
Francefco chiamati Macue ; che fi efterideno per
12. terre: & arriuano infimo ad una terra de Tarauos: quali fono detta generatione delli altri dellapefiaria: & drieto a quetto fono due altre pur
di Macue: & l ultima è quefta de Manacuri.Tvt
ti Stanno preffò al mare & vivono di pefiare fino
de debole intettetto:&finoanche mal trattati dal
fuo B^e infideh & da gli officiali di effo: &fi hanno à far bene bifogna Stiano con hro alcuni hvomini principali à chi temano che fi chiamano Totangatins : che fono come capi de hro luoghi. E
neceffario in quetta provìncia un huomo chefiaco
mepadre detti chriftiani che haueffeficoalcuni fil
doti & un Ts{auilio pagato àffefe del i^e di Tortogatto & quetto battarebbe per tenerli in dìfiiplino. La terra maggiorfichiamaVnion.
Ermo Mori prima chefufiino battezzati in due
di quette terredi altri erano de Gentili. 7/ 7
Cominciando dal capo di Commurinfinootto ò
noue terre de Taravi, tuttipefiatori, pur migliori chriSiiani che li Macue:figuitanoaltri undeci
luogh detta medefimo generatione de Taravi qua
Vi pefcono perle i& queftifinoanche piv obedienti. Detta terra di Bembar comincia altra generatane nelle terre di Gentili ffarfi » Benché nette
57
to io in Coccin ( chefv al principio di fettembré)
fi ne parti per lapefcaria,perche ci parfi neceffario procurarrimedioà certe inimicitie ò parti,
in qvella chriftiariità s'erano levate qvattro ò cinque anni fa . Et cercando fi diverfi mezzi in qvefto
tempo fenza effctto,mandaifinalmentedetto Ta
dre Francefo Terezjiccio s'informaffe perfettamente delle cofi : & volfi Iddio che laccettaffero
molto bene, ma non ficceffe altro fi non rettar
detto. Tadre in gran credito & benevolentia di
qvetti chrittiani : & de informar fi bene & tornò
da me conlinformatione : andando pur innanzi il
tumulto, lo mandai la feconda uolta: & volfe Iddio che per fio mezzp Iodio fu eflinto :& ilfème
dette difiordie.Et uenne quella gente ad una tranquillita & concordia inff erata : tagliandofi l inzucchiate &ffeffi volterinouatenemicitie: &per
mettere l'ultima mano arriuando io à Goa, negociai col Gouernatore mandaffero una perfino prin
cip (de ; &di molta auttorità, & bona confcientia: & cofifieroche le radici con gli rami di tutti di quette nemicitie fi eftirparanno : &fifpia
V\\. chefinirfiquetto negocio cofi è Stata una
delle grafie grandi che Iddio Ts[. Signore ha fatto
atta nottra compagna in quefie partì &ldi gran
mifericordiaper quetta gente.V* i^. laudi a Iddio per loro & per noi. Tafiò (beffe uolte noftro
benedetto Tadre maettro Francefo per quella
H
CJtVATO
D'VT^JilTB^A
DEI
Tadre don Confale Trouinciale detta 7 ^
)% • 7 compagnia di lefu nell'India.
' Andito miain Goccin oltre dì
procurar alcun rimedio contro
quel Vefiouo Armenio heretico
ha fruito ancora di che e'hanno
applicata la chiefa detta madonna dette grafie'al miglior modo che fi poteua &
di poi s'è molto migliorata d'ornamenti & uofì fo
cri : & col metterui il fantifiimoficramento, come l'hauemofatto in Tanaa, &Bazzain douefigui grande diuotione & emulatiònefintadi altre
chiefe & popolidoue non c'era il fantifiimo facrar
mento 1 & odeffo fi tiene con molto gloria de Iddio ; & confolatione & aumento differanzanette
anime, & cuttodia delle medefìme terre & s'è
cominciata àfrequentarla detta chiefa nofira di
molte confefìioni,&> commuriionì con grande frut-r
to detta gente Tortoghefa, & Ai quella detta terra. Si fece anche quetta Inuematagran copia del
uerbo divino & dottrina chrittiana : &fi sé uiflo
negli effetti gran frutto fiirituale netta gente, hauemo etiam accommodata la cafa nofiro d'habita
rione per noi & d'un horto chefiuà facendo &fi
toper continouar l edificio conueniente.
il Tadre Francefo Terezjtopoi chefono uenu*
toh
. 58
Battiamo tutti in molto grand'obligo àv. B^.
perhauerci mandato con tanta charità il Tadre.
Tredicatore Ioanni di Mefchitaper medico dette
anime nottre & confolatione di quelli che ttauano come la terra fenza aqua. & rendemo molte
gratie & laudi à Dio 2s(. Signore Omnìpotente:
che douefiauamo difinenficati di noi medefimi, fi
ricordò di noi prouedendo atti bifogni nottri mandandoci chi con molto gran zelo di nofirafalute ci
predicò fua finta parola,& ci diffe molto chiaramente & con molta charità tutte le uerità che
erano neceffane & falutifere per la emendazione
r
de ogni uno dinota *
•• Hauemo etiam fcritto à V. B^per farli intendere quanto abandonati&fionfolatierano tutti
prima che detto Tadre qua ueriiffe, cheueramente li certifichiamo che poco mancauaper non effer
noi conofiiuti chrittiani non ci rettando altro che
li nomi & habiti de chriftiani effendo tutto il retto fmenticato,& con affai tepidezza reteneuamo
alcune ufanze non per altro che per hauerle ufite
nottri anteceffori, & dauano tanto mal eff empio
déttarittanottra : & tenemmo tanto poca cura
delle anime nottre & del feruigio divino, che li
pagani che ci uedeuano, piupreflo s'obflinavana
netta fua cecità chefimouefiinoper conuer tirfialla finta fede.
Hauemo gran bifogno de chi ci dica la uerità
H ij
,.
v
••••,
provincia & credo che habbino quelli differii gran
de parte delle coronefie,&nel buono odore di firn
apostolica iato.
•
i-i.
CAVA-T0
D*VTs£A
LETTELA
;- * detti cittadini di Dio,overo Calicvt,
m per il Tadre Don Gonzalo prò
« vinciate deWIndio.
Zi habitatori di qvetta fortCT^
Za & città de Dio, mandamo à
dir àV.B^& infieme al fanto
Collegiofuo difan Tauh, che la
pace diTs^.S. Iddio Omnipotentefìafempre con loro & con tutte le fie cofe &
con molto amore pregamo lefu Chrifto crucififfò,
che fempre li dia fuafintagraria per far con quel
la femp re fuoferuitiofinto,<& accrefiere fua fonia & uera fede per ?naggior fua laude& gloria,
amen : & cofi preghiamo la Vergine facrata fua
benedetta madre, che preghi ilfiofigliuolo & re
dentor nofiro confimi & faccia fempre durare
quella fonta cafa & compagnia apoflolica accio
che di quella efia la confolatione per li buoni, &
etiam per li mali che uiuono nella qfcurità & igno
rantia,&riefia la dottrina & lume detto legge
emngelka,amen.
novi detta terra :& tomi per amor del Signore
auanti che noi ci raffreddiamo del caldo fanto che
ci lafciò,& ci torniamo àfmenticare di noi ittefii
& ad imbrattarci nel fango delle noftre miferie,
&per le piage facratifiime di lefu Chritto li torniamo à domandar medico per nottre infermità:
& guardi. V. B^. che fi non ce lo manda potria ef
fere che Dio li mettefii àfuo conto li nottri peccati
perche anche noifiamofiopopolo & chrittiani &
fiamo appreffò di doue Stanno li predicatori che fono obligati à curar liferiti effendo chiamatì,& an
che fenza effer chiamati glifogliono cercare.uengano adunche ad aiutarci che in un catur ò una fu
fia in quindici di fi può di Goa venir in qm.
Dopò quefta finita hoggi chefiamoà%\ .d'Ago
fto 15 5 7 .arriuò à quetto porto la prima naue del
(iretto di Mecca,&per la gratta de Dio ci da buo
ne noue che li Barrii ouero Turchi non fono ufcithma che c'è molta guerra fra il Turcho & Bj
dEthiopia & c'era morta gran gente d'una banda & altra: pur, che il I{e di Ethiopia era reftatofuperiore & quefto dice la prima Tslaue & che
altre la feguitano.
A
^7A
A ££
I L
F 1
J^E.
*
4*
.
In Fenetiaper Michele Tramezzino.
M D L I X.
(beffe volte &checimottri
noftri errori, &
peccati,&ci con)efiy&ci faccia far penitenza:
& ci admonifca : perche il f/nemicarci noi di Dio
oltra di noftra malitianafce etiam di non haver
chi c'infegni. Dice Chrifto Ts[oflro Signore,doman
date & vifarà dato,battete & vi farà aperto, &
cofi noi come feriti domandiamo à V. ]{.ci mandi curareh& come moleflati da li nemici domandiamo cifaccia aprir', accio non fiamo ammazzati fuora del par adifi,& per l'honor dellaficratifiima morte & pafiione de Chrifto crvcifixo Dio omnipotentepreghiamo àv. B^. ci mandi uri altrofratellodi quelfinto collegio per infegnare à quettopopoh, accio che -effendo noi infiggati diamo anche buono effempio alpopolo paga*
no . Et con la gratto del Signore s'aumentarà fuo
fanto fede & de noi &dehrona(cerà molto frut
to : & Dio Sottro Signore darà il premio à chi
manda femìnare,& al medefimo che femina, il
quale domandiamofioil medefimo padre Ioanne
di Mefihita che tiene efferientia già di noi & del
la terra & coftumi di quetta.li diciamo etiam in
bona uerità che neffuno pappiamo chepoffa venire
che li faccia vantaggio nellafintaet bonetto vita,
& tvtte le virtù religiofe : ne chi meglio & più
chiaramente ci dica qvel che conviene : ne piv affi duo netta predicanone, confefiioni& dottrino
chriftiana d'ogni di,per li fancivlli & chriftiani
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