Diocesi di Verona Scuola di formazione all’impegno sociale e politico DISCERNIMENTO E DSC Verona, 6 novembre 2008 Avv. Vincenzo Corona I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per il paese, né per la lingua, né per il vestito. Non abitano città che siano loro proprie, … Essi si distribuiscono nelle città greche e in quelle barbare secondo la sorte toccata ad ognuno; Si conformano agli usi locali per quanto riguarda il vestito, cibo e modo di vivere, pur manifestando le leggi straordinarie e veramente paradossali della loro cittadinanza. In una parola, quello che l’anima è nel corpo, questo sono i cristiani nel mondo. L’anima è diffusa in tutte le membra del corpo come lo sono i cristiani nelle città del mondo. L’anima abita nel corpo e tuttavia non è del corpo, come i cristiani abitano nel mondo ma non sono del mondo. (Lett. Diogneto) La DSC «… nasce alla luce della Parola di Dio e del Magistero autentico, dalla presenza dei cristiani in seno alle situazioni mutevoli del mondo, a contatto con le sfide che da esse provengono». «La Chiesa è esperta in umanità, infatti ha la sua parola da dire di fronte a determinate situazioni umane, e ciò la spinge a estendere necessariamente la sua missione religiosa ai diversi campi in cui uomini e donne dispiegano le loro attività» (CA5). La DSC … non è •La Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire . •Essa, infatti, non propone sistemi o programmi economici e politici, nè manifesta preferenze per gli uni o per gli altri, purchè la dignità dell'uomo sia debitamente rispettata e promossa ed a lei stessa sia lasciato lo spazio necessario per esercitare il suo ministero nel mondo. (SRS41) La DSC Per la Chiesa insegnare e diffondere la dottrina sociale appartiene alla sua missione evangelizzatrice e fa parte essenziale del messaggio cristiano, perché tale dottrina ne propone le dirette conseguenze nella vita della società (CA5) La Chiesa infatti, ha la sua parola da dire di fronte a determinate situazioni umane, individuali e comunitarie, nazionali e internazionali, per le quali formula una vera dottrina, un “corpus”, che le permette di analizzare le realtà sociali, di pronunciarsi su di esse e di indicare orientamenti per la giusta soluzione dei problemi che ne derivano. (CA5) DSC e POLITICA 1 • La persona umana è fondamento e fine della convivenza politica. Ciò significa che per l'uomo, creatura naturalmente sociale e politica, «la vita sociale non è qualcosa di accessorio» bensì un'essenziale ed ineliminabile dimensione. • La comunità politica persegue il bene comune che è il suo fine DSC e POLITICA 2 • Ciò che caratterizza in primo luogo un popolo è la condivisione di vita e di valori, che è fonte di comunione a livello spirituale e morale. • La convivenza umana... deve essere considerata anzitutto come un fatto spirituale: una condivisione di valori nei quali trovano il loro orientamento di fondo le espressioni culturali, sociali, politiche, economiche in cui si articola e si esprime la convivenza nel suo evolversi incessante. DSC e POLITICA 3 • Il significato profondo della convivenza civile e politica non emerge immediatamente dall'elenco dei diritti e dei doveri della persona. Tale convivenza acquista tutto il suo significato se basata sull'amicizia civile e sulla fraternità. L'uomo è una persona, non solo un individuo. • Con il termine « persona » si indica una natura dotata di intelligenza e di volontà libera: è dunque una “realtà” ben superiore a quella di un soggetto che si esprime nei bisogni prodotti dalla mera dimensione materiale. ANTIGONE: Sì, perché questo editto non Zeus proclamò per me, né Dike... No, essi non hanno sancito per gli uomini queste leggi; né avrei attribuito ai tuoi proclami tanta forza che un mortale potesse violare le leggi non scritte, incrollabili, degli dei, che non da oggi né da ieri, ma da sempre sono in vita, né alcuno sa quando vennero alla luce. Io non potevo, per paura di un uomo arrogante, attirarmi il castigo degli dei. Sapevo bene - cosa credi? - che la morte mi attende, anche senza i tuoi editti. Ma se devo morire prima dei tempo, io lo dichiaro un guadagno: chi, come me, vive immerso in tanti dolori, non ricava forse un guadagno a morire? Affrontare questa fine è quindi per me un dolore da nulla; dolore avrei sofferto invece, se avessi lasciato insepolto il corpo di un figlio di mia madre; ma di questa mia sorte dolore non ho. IL DISCERNIMENTO POLITICO discernimento = giudizio GIUDIZIO è ATTO PROPRIO della COSCIENZA Il giudizio avviene per DISTINZIONE – SEPARAZIONE VERO - BENE - BELLO FALSO - MALE - BRUTTO SEPARA IL DISCERNIMENTO POLITICO Ogni scelta politica, ogni programma contiene una “VISIONE”: in essa occorre DISTINGUERE 1. Valori dominanti e Valori trattabili Valori ultimi, fondanti; e valori accessori 2. Valori indisponibili alla discussione: fino a che punto è possibile mediare?” C’è un limite oltre il quale non si può? 3. Un’idea di PERSONA, di SOCIETA’, di PATTO SOCIALE IL DISCERNIMENTO POLITICO • Il discernimento politico fa riferimento al BENE POSSIBILE, RAGGIUNGIBILE • Nessuno fa tutto il BENE, ma tutti possono fare il BENE POSSIBILE qui e ora • C’è una costante PRETESA di BENE nelle nostre azioni: ma ciò nonostante facciamo solo il bene possibile • Il BENE POSSIBILE non è una parte debole e tiepida di bene: è TUTTO il Bene Possibile IL DISCERNIMENTO POLITICO • BENE COMUNE = attiene alla “antropologia relazionale”: uomo è soggetto di relazione; e dunque la società è una realtà intrinseca all’Uomo • INTERESSE GENERALE = attiene alla “antropologia individualista”: uomo è un individuo, un singolo; dunque la società è una sovrastruttura, alle cui regole l’uomo deve sottostare per non soccombere, e dove la dimensione egoistica (interesse) si assomma a quella dell’altro divenendo un unicum METODO di DISCERNIMENTO 1. Definire il TEMA, LA QUESTIONE in gioco Qual è? È una o sono più? Quale tema interessa? 2. Definire i VALORI in gioco, i BENI di riferimento come obiettivo dell’azione politica 3. Ci sono BENI e VALORI in CONFLITTO? 4. Quali i BENI ultimi, non NEGOZIABILI? 5. Definire l’OBIETTIVO politico: c’è L’AVVERSARIO politico? Chi è? 6. Definire la STRATEGIA usata 7. Definire l’APPROCCIO usato: politico, populista, statistica, moralistico … Educare alla cittadinanza CONVEGNO di VERONA • La Chiesa Italiana riprende il “primato dell’evangelizzazione” e la “coscienza missionaria” mantenendo il senso della «distanza» creatasi tra la fede cristiana e la mentalità moderna. • Tale distanza è un’opportunità che rilancia l’originalità, di più: la novità della speranza cristiana. (Card. Tettamanzi) • Mostrare la fede come il grande “sì” di Dio in Gesù. (Benedetto XVI) Il conflitto culturale • La persona è solo INDIVIDUO, senza relazioni; • Il BENE è solo privato, “privato” appunto dell’altro; la libertà individuale è senza responsabilità • I DIRITTI sono dell’individuo; • La CONVIVENZA CIVILE è una pura convenzione, un contratto; • La VITA COMUNE è buona a patto che vi si entri senza alcuna identità forte; • La convivenza è degli “INDIFFERENTI”; Il conflitto culturale • Il BENE COMUNE consiste nella TOLLERANZA: nel rispetto come neutralizzazione di ogni conflitto ideale; • Unica condizione: non violare i diritti degli altri; • L’unica “violazione” (“forzatura”, “coercizione”) ammessa è dello STATO, del potere pubblico: è lo Stato che decide cosa è FAMIGLIA, BENE, VITA, MORTE … è lo lo Stato che ha il compito di comporre gli interessi, i DIRITTI in conflitto.