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Test Balistica - Canna rigata
di Franco Antonelli ([email protected]) - Foto S. Fattori
Benelli
Crio 20/76
Franco Antonelli presenta ai lettori
di Caccia + un fucile davvero speciale
come il Benelli Crio in calibro 20,
un vero e proprio gioiellino.
Ecco questo piccolo grande fucile semiautomatico,
che come gli altri della Casa di Urbino presenta
caratteristiche tecniche davvero uniche, a partire
dal funzionamento inerziale.
opra, sopraaa...”
Stavo guardando in direzione della città lontana, verso
ovest, in cerca di un movimento di penna, qualcosa che
entrasse a tiro e invece... dò un’occhiata sopra la mia testa, ringraziando Francesco dell’avvertimento; un branchetto di
storni si sta apprestando a valicare il torrente Bure, gli sparo
tre colpi nel mezzo, senza neanche stare a guardare tanto per
il sottile, senza mirarne uno, non c’è tempo...
Il semiauto è velocissimo nell’azione, un uccello casca, ferito,
gli altri si alzano a perpendicolo, forse discepoli della Pattuglia
Acrobatica dell’Aeronautica, in un amen sono a cento metri.
“Sopra un accidenti” rispondo,” potevi dire sotto... ma alle
nuvole! Perchè non gli hai tirato te?”
“E che ne so? ho visto che hai portato un fucile nuovo da
provare.”
Sono in parata insieme a un amico caro; ieri presso l’Armeria
Florensport di Firenze ho ritirato il Benelli Crio in 20/76 e oggi
me lo sto palleggiando tra le mani, lo guardo e godo; sono,
meglio dire ero, un ventista e ho qualche fucile di questo
calibro in casa, in diverse tipologie, ma questo di oggi, così
chic... voglio dire, li batte tutti per eleganza e finiture.
Benelli ci ha abituati a un catalogo con una gamma vastissima
di fucili in produzione, non esiste un’altra azienda che offra
una linea di schioppi semiauto a canna liscia così completa,
S
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mancava il Crio in assetto di minor calibro, un 20... eccolo.
Raccatto lo storno, guardo intorno, per aria, e ne vedo altri
venire verso di me alla spicciolata. Il padrone del podere non
ha colto le olive e le piante rappresentano per gli uccelli un
Fast-Food seducente e facile se non ci fossimo io e Francesco
in trincea a rispondere agli attacchi del ‘nemico’.
Sparo con frequenza senza riuscire a dare una connotazione
reale al fucile e alle cartucce. Senz’altro perchè sono preso
dalla caccia e dal tiro: ho voglia di bersagli e, soprattutto, sono
preso dal desiderio di sparare di nuovo con un 20. La verità è
che l’ho usato per anni, ma l’ho quasi abbandonato da quando
le tipologie di caccia sono cambiate e il colombaccio è
diventato il mio uccello di riferimento. Che sia perchè rappresenta una preda tosta o perchè a nessuno piace rimanere
indietro cacciando con gli amici, io sono via via scivolato verso
il calibro maggiore con l’uso normale e continuo di baby
magnum con 42 grammi di piombo del 5.
Ormai sono anni che mi diletto con piccioni e volantini, stampi
e colombacci elettromeccanici di penna che battono le ali su
ordine del mio telecomando.
Oggi mi sembra di ringiovanire e più che il fucile mi accorgo
che sto mettendo alla prova me stesso, per capire se sono
sempre all’altezza dello sparacchiatore che fui, tempi di
calibro 20 e cariche di 24, 25, 27 grammi, tempi di fringuelli,
lodole, pispole, tordi e mazzi colorati.
Ma il mondo va avanti, questo di oggi è un semiauto 20
addobbato di camera magnum che consente di farsela con i
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grammi precipui del fratellone 12 e cioè i 32, 35, anche 40
grammi. Badate bene, però, sul mercato sono arrivate queste
maxisventole Cheddite da 40 grammi, ma sul Libretto Benelli
d’istruzioni è particolarmente vietato l’uso di cartucce oltre i
36 grammi, pena il venir meno della garanzia.
Meditate, meditate... supermagnumisti; e leggiamolo il
libretto, è fatto bene e utile.
Verso le 11 non se ne vede più, gli European Starlings ne
hanno avuto abbastanza di immolarsi per un pugno di
olive, in carniera abbiamo quasi
quaranta neri predoni, ma non so dare un giudizio. Condensando la mattinata di sparatoria, penso dentro di me: ho fatto
parecchi morti, ma anche diversi feriti e non so se incolpare le
cartucce - ma ne ho cambiate diversi tipi - il fucile o il mio
occhio.
Si sa che si darebbe la colpa a tutto fuorchè a noi stessi, noi
veniamo buon ultimi nella lista delle responsabilità. Io sono
fatto così, e voi?
Stiamo per andare via soddisfatti del mazzo di uccelli; mentre
Francesco rimette gli uccelli nel gabbione e si dà da fare per
piegare la bresciana, io riguardo il Crio, lo infilo nella custodia
e la chiudo. Contemporaneamente vedo un uccello lontano
venire verso di noi, è grosso, tiro fuori in fretta il fucile che
avevo lasciato con l’otturatore aperto, prendo una corazzata
all’estrema sinistra della cartucciera, il cuore batte, temo di
non fare a tempo, guardo solo che non sia a palla, è una gialla
Federal Magnum, intanto dò una voce a Francesco che stia
fermo, ho l’uccello sopra, è un piccione? no è un colombaccio,
I Benelli Crio si smontano in un attimo e grazie al castello
asportabile, sono rese molto facili sia le operazioni di
smontaggio del gruppo otturatore che quelle di pulizia.
guarda che coda lunga ha...solo come un eremita, lo incanno,
è sullo Zenith, coup du rois, cazzo com’è alto... i colori non si
distinguono, l’anticipo e sparo. Viene giù secco fiammifero,
come si dice dalle mie parti. Minaccia pioggia, è un inverno
caldo, tempo da GM3, ci affrettiamo.
“Se volevi sapere come spara, ora lo sai...”
Mi dice Francesco mentre raccatto
l’uccello caduto dietro la parata. Sangue dal becco,
un pallino ha tranciato le penne grosse delle ali, un altro ha
spezzato una gamba.
“Avrà un pallino in gola...”rispondo, ma vedo che è morto
bene; a casa conterò tre pallini addosso. Piombo n° 4. Non vi
posso dire a quanti metri fosse, perchè per aria si stima male
senza riferimenti, comunque era una distanza da limite - e
forse oltre - di tiro anche per un calibro 12 caricato con le BabyMagnum.
Questo è il biglietto da visita del Crio 20 Magnum, sono contento per il tiro, abbastanza incacchiato per la pioggia che
comincia a venire giù a goccioloni.
RIPASSATINA DI TECNICA BENELLI
Quando la Benelli partorì il Montefeltro dette luogo a una vera
novità tecnica, modificando la chiusura, passata dal puntone
obliquo oscillante alla testina rotante assiale. Sistema che è poi
stato adottato per tutti i semiauto della casa marchigliana,
compreso il Crio che sto provando.
La testina otturatrice presenta due tenoni, tangenti il suo diametro, che in chiusura impegnano due mortise ricavate nel
prolungamento di culatta della canna. L’attuazione di svincolo
è determinata da un perno su camma scanalata che consente
alla testina mobile un movimento rotatorio-traslativo di
chiusura.
Tanto la descrizione è complicata e incasinatissima, quanto il
funzionamento del Crio si fregia di semplicità, scioltezza e
velocità. Dal punto di vista dei materiali questo fucile
dispone di ottimo acciaio, bindella in carbonio, leggera e
robusta e di castello e copri castello in Ergal.
Mi sento in dovere di parlare della tecnologia della canna
che è un’innovazione precipua Benelli Crio, fiore all’occhiello del Research and Development marchigiano.
Brevemente le cose stanno così: tutti gli acciai hanno bisogno
di un trattamento di bonifica, di tempera per disporre delle
caratteristiche di durezza ed elasticità necessarie. Benelli le
scalda a 180/200° come tutti, ma, al contrario degli altri
produttori, porta le sue canne a 100° sotto zero, unico modo
per far sì che le tensioni molecolari e l’austenite residua spariscano del tutto. L’austenite è robaccia che potrebbe deteriorare
l’impianto strutturale delle particelle che compongono l’acciaio; non mi viene il mal di testa se penso a quanta austenite
avrò negli altri miei fucili in rastrelliera, però è un fatto che
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Benelli Crio 20/76
Un bel particolare del gruppo bascula, guardia
e grilletto del piccolo grande Crio 20, un fucile
che anche chi preferisce il calibro 12 dovrebbe
assolutamente provare.
questo trattamento criogenico è il top per quanto riguarda la
perfezione nell’essenza di una canna per fucile.
Sono contento che questa tecnica, finora riservata a elementi
aerospaziali e chirurgici, sia stata brevettata da tecnici italiani
per fucili italiani di pregio. Beh... tutti sanno come funziona il
semiautomatismo dei Benelli; molti non lo sanno ma sparano
ugualmente con soddisfazione e io non vi assillerò più di
tanto.
Comunque - altrimenti qualcuno mi dice ma che tester sei...aggiungo che l’energia cinetica scatenata dallo sparo provoca
marcia indietro all’arma, che in questo movimento comprime
la molla, la famosa molla, presente dentro l’otturatore e sblocca
la testina di chiusura, che estrae il bossolo. Un’altra molla nel
calcio è deputata alla marcia avanti dell’azione che immette la
cartuccia carica in camera.
Il modus è talmente veloce che consente lo sparo di cinque
colpi in meno di un secondo; se qualcuno non ci crede, Tom
Knapp è lì a dimostrarvelo; se a voi non riesce... non vi resta
che andare a scuola dall’americano, a lui non parrà vero. E’
sempre un bello spettacolo, al Game Fair, vedergli gettare in
aria nove piattelli e riuscire a spaccarli con un Benelli senza
che uno riesca a cadere in terra intero.
Scomponendo il Crio 20, ho apprezzato l’estrema finitura dei
suoi componenti intestini, l’arma è bella fuori e dentro, si
avverte che alla Benelli vogliono bene al loro prodotto. Il cane
brilla come quello del Cosmi rivelando rivestimento di cromo
duro a spessore; il grilletto, che ha un po’ di gioco laterale, è
tutt’uno con la leva di aggancio, semplifica l’acciarino e consente scatto sul chilo e novecento grammi.
Due parole sulla sicura. Sapeste come mi rompe i didimi ritro-
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varmi il fucile in sicura quando ho un uccello davanti al mirino
e vorrei sparare! Ma tutti i semiauto hanno questo tipo disgraziato di sicura, un cilindretto traslante che ha la caratteristica di
andare in sicura quando meno ce lo aspettiamo. Anche alla
Benelli hanno adottato questo sciagurato sistema, però devo
dire che in caccia vagante ho portato il fucile alla spalla, ad
altezza di fianco dove avevo la cartucciera e non mi è andato
mai in sicura senza che lo volessi.
La spiegazione c’è: al contrario di altri semiauto il Crio ha un
riparo, una piccola tettoia sul castello dalla parte sinistra che
protegge il bottoncino.
Grazie Benelli, mi hai salvato dall’iniettare una goccia di
Loctite sul cilindretto, operazione che effettuo sugli altri
semiauto presenti in rastrelliera.
SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME...
“Sì, sei tu il più bello del reame...”
Mi pare di sentire lo specchio che risponde senza esitare al Crio
20 che si pavoneggia davanti a lui, rimirandosi e rigirandosi,
vero Narciso dei fucili.
Gaudenzi - dal latino gaudeo, es, gavisus sum, gaudere - è il
nome dell’architetto che ha disegnato il Crio, facendoci...
godere.
Ormai è passato qualche annetto dal momento in cui ci stupì
con queste linee ardite; io stesso presi tempo per giudicare: il
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castello e la guardia rappresentarono uno shock per gli occhi e
il gusto stabilizzati per anni in merito di design di fucili.
L’architetto Gaudenzi rivoluzionò il castello, già molto bello in
casa Benelli, disegnando sulle parti laterali delle linee tonde e
morbide, una concava, l’altra convessa, che si uniscono a disegnare una forma simile ad una parentesi graffa orizzontale con
i rebbi asimmetrici. Il target riguardava il segmentare la superficie del castello per far sì che non apparisse massiccia e rozza.
Secondo me la soluzione è brillante e riuscita.
Diverso il problema riguardante la guardia. Dico subito che
all’inizio non mi piaceva, ma gli anni hanno avuto ragione
della mia ritrosìa, facendomela apprezzare. Tutti i produttori
sentono sul collo il fiato del Generale Tempo che avanza e tutti
vogliono cambiare, adeguarsi alla moda, aspetto-padrone non
solo dell’abbigliamento, ma anche degli oggetti della vita di
tutti i giorni. Date un’occhiata ai televisori 2007 e a quelli di
dieci anni fa...
Mentre i fucilai di derivazione anglosassone sono rimasti sul
classico e pratico, neppure azzardandosi a disegnare e stravolgere castelli e guardie, in Italia il geniaccio locale si è
posto il problema e ha sfornato linee diverse nei castelli,
ma anche nelle guardie: Benelli, Fabarm, Beretta,
Franchi, hanno disegnato e fatto del nuovo, stilisticamente parlando, affidando a valenti designer il
compito di aggiornare e fare del bello. L’unica risposta
straniera efficace pare finora solo quella del Browning
Cinergy.
L’architetto Gaudenzi non ha sfarfallato, niente voli
pindarici: ha coniugato forma e volume di guardia
con le linee tonde e morbide scolpite sulle regioni
laterali del castello costringendo la massa ad una
garbata anoressia che definisce l’intero sviluppo
della centralità del Crio.
Un binomio indissolubile di forma e funzione: la
bellezza sempre si lega alla validità funzionale;
difficile che un oggetto bello non abbia dentro di
sè valenza di uso superiore, sarebbe come voler
separare l’anima dall’identità. Fateci caso,
quando un oggetto è brutto, spesso lascia a desiderare anche nell’uso: legge di natura.
La finitura chiara del castello convive felicemente con l’aspetto ricco dello sceltissimo
legno di noce cui Benelli ci ha abituato da anni.
SPARARE È VIVERE... PER NOI
Tra le mani ho sentito la brandeggiabilità del
Crio 20. Al peso del mio amico farmacista
denuncia kg.2,552; un welter... no, un
leggero...ma che dico, in ambiente ring e
guantoni sarebbe un peso piuma.
Tolto il castello, la chiavetta di
armamento ed il gruppo otturatore
ecco come si presenta la bascula
del Benelli Crio calibro 20.
Un fucile camerato magnum
che può essere impiegato
con successo in ogni
situazione di caccia...
Ragguaglia e ci ricorda la sensazione ponderale dei semiauto
Franchi 20 48AL del buon tempo che fu.
Ho sparato volentieri col Crio 20 e l’ho portato facilmente a
giro in una giornata di scaccia a tordi e merli in quel di Manciano, a Grosseto, con gli amici giusti.
Ognuno di noi ha le sue fisime in fatto di fucili, io non mi
accontento mai: se sono pesi mi paiono delle incudini da legare
al collo degli ingegneri che fanno i fucili e non vanno a caccia,
se sono troppo leggeri critico ugualmente perchè mi fanno ‘
strappare ‘ oltrepassando il bersaglio nel movimento di
schiena, di swing.
E chi mi contenta?
Non statemi a sentire, però ve lo
voglio dire: io ho individuato
un peso aureo, un peso giusto
sotto il quale non andare nè
con i 20 nè con alcun altro
fucile anche di minor calibro,
tipo 28 e .410. Remington
produce dei 20, 28 e .410
semiauto con pesi notevoli, sui
kg.3,000 circa. Ecco, questo
secondo me non va bene,
troppo pesanti portarseli dietro;
se uno di noi sceglie di andare a
caccia con un 20 lo fa anche per
non sobbarcarsi delle inerzie da
ernia sicura.
Ecco perchè io mi trovo bene con
i 20 che ingaggiano pesi da
kg.2,650 a 2,750: leggeri e performanti per quanto riguarda anche
rinculo garbato e un giusto
swing.
Specialmente oggi che abbiamo a
disposizione cartucce nel 20 che
hanno un range di peso elevato,
fino ai 36 grammi in opzione
Magnum, e al limite dei 35 in
veste di bossolo di 70, beh... un
po’ di spalla in più non fa male.
Ho sparato delle 32 grammi dell’armeria Innocenti di Montemurlo e delle Magnum Fiocchi
con 35 grammi di Fiocchi; poi
delle RC Supermagnum con 35
grammi in bossolo di 70; delle
B&P Mithos Valle con 32 grammi
in bossolo di 70 e ancora delle RC
20 T3 con 28 grammi di 9 1/2.
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Benelli Crio 20/76
Gli zigrini sono ben fatti e
grippanti ed i legni, come vuole
da sempre Benelli, sono di noce
di ottima qualità. Nella foto
un particolare dello zigrino.
Quest’ultime le ho sventagliate a tordi, insieme alla 32 grammi
di Innocenti. Alla spalla non si sentono e mi hanno consentito
dei buoni tiri, anche se è dura scendere dal predellino del
calibro 12.
Le altre le ho tirate dal palco aereo, non molte, mi sono
divertito poco a colombacci quest’anno. Sembrava si facesse
apposta a non incontrarsi; quando finalmente a fine gennaio si
sono decisi a pasturare sugli alberi con edera ed elleri, la caccia
ha chiuso i battenti.
Ma la mia consolidata ignoranza di cacciatore fondamentalista dodicista non mi farà in futuro preferire il miglior
20 al peggiore dei 12, anche se il Crio mi ha concesso qualche
buon tiro, ma senza giudizio finale, animali a tiro...pochi: però
ha incrinato la mia altezzosa e integralista presunzione.
Mi sono rimaste particolarmente impresse le Federal Magnum
con oz.1 1/4 ovvero 35 grammi di piombo del 4 e le RC20 T3
con 28 grammi di 9 1/2; ma anche le cartucce di Innocenti di
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Montemurlo, detto Dindina, non scherzano. Oggi la grammatura normale di una cartuccia del 20 è di 28 grammi e non
più 24,25; per questa linea di lancio il Crio è perfetto, consentendo di doppiare il primo colpo con facilità, a tordi ho goduto
come un rospo.
Non sono andato a infierire su fagiani di riserva, opzione venatoria che sta dirigendosi in direzione contraria ai miei desideri,
ma credo che i 28, i 32 e i 35 grammi siano sufficienti per un
colchico di gabbione, se sono stati bastevoli per le pennacce
ribadite con rivetti d’acciaio dei colombacci.
Nella valigetta in cui viene consegnato il Crio 20/76 ho trovato
uno strozzatore di quattro stelle, mentre in volata era avvitato
il tre.
Questa modalità Benelli mi è sembrata leggermente strana:
avrei preferito in dotazione uno strozzatore largo e uno stretto,
un quattro e un due stelle, per potermi dedicare a diversi tipi
di caccia e usare differenti cartucce. Altolà...! avete forse
creduto che il Crio nella sua magnificenza formale e operativa
non avesse bisogno dalla mia riconosciuta e consolidata fama
di maicontento rompididimi come detto sopra?
Ebbene... volete sapere come sarebbe il vestito del mio virtuale
Il Crio è un fucile in grado di doppiare il secondo colpo
con facilità, senza nessun problema nel riallineamento
della preda. Sopra, un bel particolare dell’arma.
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio l’Armeria Florensport di Indicatore
di Signa (FI) per avermi disposto l’arma
tel. 055 / 8997777.
Sono molti oggi i cacciatori
che prediligono utilizzare
il calibro 20 al posto
dell’universale calibro 12...
Crio 20 se mia moglie non fosse quell’ avveduta amministratrice che è? Boccaccia mia statti zitta... Lunghezza calcio 35 cm.
Piega tallone mm.57. Nasello 35. 15 mm.deviato destro.
Grammi 50 di piombo sotto la canna nel serbatoio, nella zona
del fermo cartucce, grammi 100 nel calcio. Totale kg.2,700.
Sarebbe la perfezione terrena per quanto riguarda un calibro
20 semiauto tra i primissimi della classe, che può diventare il
vostro preferito partner venatorio per euro 1800, da scontare
naturalmente...
Un ultimo avvertimento... non cercate di avvelenare vostra
moglie, di solito basta dirle che avete avuto un culo incredibile
a trovare un fucile usato che sembra nuovo; la mia non l’ho
mai trovata intenta ad aggiornarsi sui listini...
Abbiamo sparato con...
CACCIA+3-4- 032-037
Crio 20
www.Benelli.it
Scarponi mimetici www.Redrock.it
Giaccone GU 76
www.Beretta.it
Cappello BE 60“
Stampi elettromeccanici
www.Nanninitecnica.com
Cartucce
www.Florensport.com
Fiocchi
www.Fiocchigfl.it
Romagna Caccia
www.RC-cartridges.com
Federal
www.Federalpremium.com
Baschieri&Pellagri
www.Baschieri-Pellagri.com
Armeria Innocenti
www.Armeriainnocenti.it
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