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Domenica 15 febbraio 2015
ANNO L NUMERO 40 EURO 1,40*
La Libia è esplosa
L’Isis dichiara guerra all’Italia
Il nostro Paese nella lista dei nemici. Minacce al ministro Gentiloni dopo l’annuncio che siamo pronti a intervenire
nell’ex colonia, dove gli jihadisti conquistano i terminali di petrolio e gas. Con l’obiettivo di tagliarci i rifornimenti
Vignette, killer islamico spara a Copenaghen: un morto
di CARLO PANELLA
«Carte false dalla banca
del papà della Boschi»
Dieci domande a Renzi
VIENI A TROVARCI ANCHE SUL SITO
di MAURIZIO BELPIETRO
Qualche giorno fa abbiamo suggerito al presidente del Consiglio di spiegare in Parlamento perché a metà gennaio abbia avuto
tanta fretta di varare per decreto la riforma
delle banche popolari. In un Paese dove in
nome della Costituzione si è negata l’urgenza di intervenire per impedire che qualcuno
staccasse la spina a una donna, decretandone la morte, può essere ritenuta prioritaria
una norma per trasformare gli istituti di crediti cooperativi in società per azioni? A noi
sembrava di no e dunque ci sarebbe piaciuto che il capo del governo illustrasse le
ragioni che lo hanno condotto a firmare il provvedimento. In particolare ci incuriosiva la tempistica del decreto, varato
proprio nel momento in cui il presidio del
capo dello Stato era vacante, nonostante di
cambiare le regole delle Popolari si discuta da anni.
Tuttavia, oltre a chiarire
perché abbia voluto
intervenire per decreto su una materia tanto complessa e discussa (al
punto che (...)
segue a pagina 7
In Libia, un Califfato sempre più forte punta a bloccare completamente l'estrazione
e l'esportazione di gas e petrolio: questo
preoccupa il governo italiano (...)
segue a pagina 2
ANTONELLI, GAIANI, GIACALONE
MORIGI e STEFANINI
da pagina 2 a pagina 5
Sinistra, giornali, televisioni:
i complici italiani del Califfo
di MASSIMO DE’ MANZONI
Noi l'avevamo detto. Sì, lo so: una frase così non si dovrebbe scrivere mai. Ma poiché quelli che hanno codificato questa regola sono proprio coloro (...)
segue a pagina 3
di GIAMPAOLO PANSA
L’Aventino di Brunetta
non fermerà il Royal Baby
Renato Brunetta, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, è un
politico che se non esistesse bisognerebbe inventarlo. Il perché mi
appare chiaro: è un tipo umano molto diverso da quelli che frequentano i piani alti
della Casta. Per cominciare, è uno
che sa di che cosa
parla e di ciò che scrive. È un esperto di
questioni economiche, (...)
segue a pagina 10
Morto a 89 anni l’imprenditore Michele Ferrero
Si è chiuso il Festival: ecco il podio delle polemiche
L’uomo che ci ha regalato la Nutella
La rosicata spaziale di Fabio Fazio
IERI IL CONCISTORO
S’infittisce il mistero
delle dimissioni
di papa Ratzinger
di ANTONIO SOCCI
a pagina 15
di NINO SUNSERI
di SELVAGGIA LUCARELLI
Che mondo sarebbe senza la Nutella? La figlia prediletta ha compiuto
cinquant’anni nel 2014. Suo papà,
Michele Ferrero, ha fatto appena in
tempo a festeggiare. È morto ieri a
89 anni assistito dalla moglie e dal
figlio Giovanni. L’altro, Pietro, il più
grande è morto nel 2011 per infarto
durante una missione (...)
Visto che il vero podio, a Sanremo,
non lo occupano né le canzoni né i
cantanti,ecco a voi l’unica vera classifica che interessidavvero a qualcuno in ogni Sanremo che si rispetti:
quella delle polemiche.
Primo posto: Spazio-gate. Premesso che Samantha Cristoforetti è
a 450 chilometri dalla Terra, (...)
segue a pagina 17
segue a pagina 27
* Con: "IL TEATRO DELLE MASCHERE" € 11,00; "50 SUPERALIMENTI" € 9,00; "IL PICCOLO PRINCIPE" € 7,00.
BERLUSCONI RESTA
Il Milan è in vendita
ma non ai tailandesi
Arrivano i cinesi
di BIASIN e PERUGINI
a pagina 29
Prezzo all’estero: CH - Fr 3.50 / MC & F - € 2.40
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polveriera Libia
L’ATTACCO Il nostro responsabile degli Esteri definito
«ministro crociato». Confermato lo sgozzamento dei 21
cristiani copti rapiti a Capodanno
L’Isis minaccia Gentiloni
L’Italia è già in guerra
Lo Stato islamico lancia l’offensiva per conquistare i pozzi e Tripoli sospende l’estrazione
del petrolio. Roma pronta al conflitto ma non ha ancora identificato alleati e avversari
::: segue dalla prima
CARLO PANELLA
(...) - più ancora delle sue bandiere nere che sventolano su
Sirte - e lo spinge a ipotizzare
un intervento militare. Ieri,
una bomba ha interrotto la pipeline di Saris, i pozzi di Sidra
sono fermi e alcuni attentati
hanno colpito le pipeline anche a Makruk e Bahi. Non basta: nel terminale di al Bahy è
in corso un violento attacco
delle milizie del Califfato, che
probabilmente coinvolgeranno poi altri terminali della costa da Ras Lanuf fino a Aydabyi. L'attacco è tanto radicale
che la Nioc (agenzia energetica di Stato) ha annunciato
che probabilmente fermerà
tutte le operazioni di estrazione e trasporto. Anche se sinora ridotto a 200mila barili al
giorno (domani a zero), contro 1.600.000, prima della caduta di Gheddafi, il petrolio e
il gas sono l'unica ricchezza
del Paese.A causa della politica dissennata che accomuna
i Paesi arabi petroliferi, la Libia non ha industrie, agricoltura e, ovviamente, turismo.
Unica altra risorsa è il traffico
dei clandestini, che viene ormai valutato il 10% del Pil,
sempre più sotto controllo
del Califfato o di altre milizie.
Proprio a causa di questa
emergenza energetica (e dei
clandestini), Paolo Gentiloni
venerdì ha evocato la possibilità che l'Italia si impegni in
una operazione militare in Libia,naturalmente sotto l'insegna dell'Onu, ed è stato subito messo nel mirino dal Califfato come «ministro dell'Italia Crociata». Il tutto in un
contesto in cui il Califfato ha
dato inizio anche al suo atroce jihad contro i cristiani. È
stata infatti confermata la notizia che i 21 cristiani copti egiziani le cui immagini in tuta
arancione erano state postate su Internet giovedì, sono
stati tutti sgozzati. Dunque, il
risultato della dissennata
guerra di Libia, sarà anche il
dispiegarsi a 200 miglia dall’Italia,di quella feroce persecuzione dei cristiani - crocefissioni incluse - che abbiamo
già visto nei mesi scorsi nel
nord dell'Iraq.
Il governo Renzi, dunque,
ragiona in terminidiintervento militare Onu, subordinandolo però al raggiungimento
di un qualche accordo politico,quantomeno tra gli islamistidel governo di Tripoli(considerato illegale dalla comunità internazionale) e i "laici"
del governo di Tobruk (riconosciuto come unico legittimo), appoggiati rispettiva-
mente dalle milizia diMisurata e dalle milizie di Zintan e
dall'esercito del generale
Khalifa al Haftar.Il non piccolo problema è che questo accordo, a cui lavora da mesi
l'inviato dell'Onu Bernardino Leon, è ben lungidall'essere alle viste.La ragione di questa impasse è semplice, ma
non viene mai detta. Oltre alla logica di accaparramento
jihadista a cui si ispirano i
due fronti, oltre all'esistenza
di una miriade di altre milizie
autonome, incontrollate e incontrollabili, i due "governi"
(che non governano affatto)
subiscono una fortissima ingerenza da parte della Turchia, del Qatar, dell'Arabia
Saudita e dell'Egitto. Non solo, Qatar e Turchia, esercitano anche il comando politico
diretto su alcune milizie armate. In questo confusissimo quadro, nello scontro di
faglia tra queste tensioni telluriche, si sono inserite le milizie del Califfato che dimostrano di saperne profittare per
una avanzata che appare travolgente e mirata alla “giugulare energetica”, indispensabile all'Italia. Dunque, il problema dell'Italia e dell'Onu è
semplice: fare la guerra appoggiando quale referente
politico libico "legittimo" e
combattendo quale nemico?
La risposta, a oggi, non è disponibile. Non si sa quali forze politico-militari siano in
grado di esercitare un domanila sovranità nazionale in Libia,ammesso - e non concesso - che l'intervento militare
Onu riesca a debellare le milizie del Califfato. In questo
contesto, in cui i tentativi di
trovare una mediazione politica tra le parti hanno fatto solo perdere tempo e hanno favorito l'avanzata del Califfato, la strategia va capovolta.
Vanno definiti gliinteressipri-
DALLA SIRIA CON TERRORE
Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni nel
mirino dello Stato Islamico in Siria e Iraq. Dopo la
presa di Sirte il ministro ha ventilato la possibilità di
un intervento italiano in Libia per fermare l’avanzata
dei terroristi: siamo pronti a combattere, ha detto,
sotto l’egida dell’Onu [Ansa]
mari dell'Italia, vanno mandati segnali ultimativi e Turchia, Qatar e Arabia Sauditae l'intervento militare va subordinato solo a questi nostri
interessi. In seguito si vedrà
chi governa la Libia, o quel
che ne resta. Il primo è facilmente praticabile: vanno oc-
cupati manu militari e con
l'appoggio di elicotteri, blindati e dell'aviazione tutti i terminalie i giacimentipetroliferi. Operazione a cui deve seguire una mossa forte: i proventi delle vendite del petrolio vanno gestiti da una Agenzia o Fondazione ad hoc del-
l’Onu, non devono essere a
disposizione delle varie fazioni libiche. Vanno quindi usati in modo "ricattatorio" per
ottenere il disarmo delle loro
milizie. Infine, le coste della
Libia vanno presidiate da
una flotta Nato, che deve
smettere di occuparsi - male
- solo dell'Ucraina e deve
bloccare il traffico di clandestini e accogliere i richiedenti
asilo in campi profughi gestiti dall'Onu stessa. Questo è il
quadro di un intervento che
abbia senso. Se no, si va incontro a un’altra Adua.
I conti dell’eventuale missione
L’intervento ci costerebbe mezzo miliardo l’anno
Ipotizzabile un impiego di mezzi simile a quello in Afghanistan e un dispendio di munizioni come nella guerra contro Gheddafi
::: GIANANDREA GAIANI
■■■ L’Italia è «pronta a combattere» lo Stato Islamico in Libia perché
«non possiamo accettare che a poche ore di navigazione dall'Italia ci
sia una minaccia terroristica attiva»
ha detto il ministro degli esteri Paolo
Gentiloni. In attesa di comprendere
quali misure militari Roma intende
prendere e che tipo di intervento militare intenda varare vale la pena fare il
punto sui costi di un conflitto che si
preannuncia difficile e potenzialmente lungo.
L’Italia ha progressivamente ridotto negli ultimi anni non solo le spese
per la Difesa ma anche quelle per le
missioni all’estero con stanziamenti
passati da 1.6 miliardi nel 2011 (oltre
7 mila militari impegnati oltremare)
a un miliardo nel 2014 (4 mila soldati
all’estero) mentre per i primi nove
mesi di quest’anno il governo ha varato un decreto che stanzia 542 milioni di euro per i primi nove mesi dell’anno: in media di poco più di 60 milioni al mese con una previsione di
722,6 milioni per l’intero anno.
Un’eventuale intervento in Libia
aprirebbe un nuovo capitolo di spe- l’Italia può esprimere in Libia, teatro
sa le cuidimensioni sono difficilmen- operativo in cui le ridotte distanze
te quantificabili senza conoscere la dalla Penisola limiterebbero glielevaconsistenza numerica e la tipologia ti costi logistici imposti invece dalle
di mezzi e reparti assegnati. Nel con- operazioni in Afghanistan.
flitto libico del 2011 sette mesi di opeUn ipotetico contingente italiano
razioniaeree condotte da una quindi- in Libia di 4/5 mila militari con una
cina di velivoli italiani e da una mez- ventina di elicotteri, altrettanti velivoza dozzina di navi inli e una mezza dozzina
clusa la portaerei Cadi unità navali potrebvour costarono poco
be costare almeno 500
più di202 milionidieumilioniall’anno.Una taro senza contare il cole missione diverrebbe
sto dei 712 ordigni
la più costosa tra le vensganciati tra bombe e
tina già in atto tra cuiogmissili: ogni bomba a
gila più onerosa è l’Opeguida laser o Gps costa
razione “Prima Parthimediamente tra i 30
ca” (dal nome di una lemila e 50 mila euro
gione romana costituimentre un missile da
ta in Siria nel II secolo)
crociera Storm Sha- Roberta Pinotti [Ansa]
che mobilita in Kuwait
dow costa quasiun mie Kurdistan 7 aerei e
lione.
droni, altrettanti elicotteri e 500 miliCome paragone può essere utile ri- tari di esercito e aeronautica nell’amcordare che in quello stesso anno bito della Coalizione conto lo Stato
4.200 militari in Afghanistan con una Islamico a un costo previsto di 133
trentina di aerei ed elicotteri costaro- milioni fino a settembre e i circa 180
no 811 milioni. L’impiego di una for- previsti nell’intero anno. Pur trattanza di simili dimensioni rientra nelle dosi di una missione non di combatcapacità di “proiezione militare” che timento (i nostri velivoli non sgancia-
no ordigni e i militari dell’esercito addestrano e supportano le milizie curde) quella contro lo Stato Islamico supera di poco i costi delle operazioni
in Afghanistan e Libano che tra gennaio e settembre ci costeranno quest’anno rispettivamente 126 e 119 milioni.
A determinare o meno un incremento anche consistente dei costi
dell’operazione in Libia contribuiranno gli aspetti bellici e logistici. Un
completo coinvolgimento nelle azioni di guerra contro i miliziani dell’Isis
comporterà maggiori costi per l’impiego e ilconsumo di armie munizioni e la necessità di mettere in campo
capacità sanitarie e di evacuazione
dei feriti su vasta scala. Molto dipenderà da quanti e quali Paesi aderiranno a una campagna contro il Califfato in Libia. Una coalizione che veda
la presenza di soldati di altri Paesi europei consentirebbe di mettere a
punto sinergie sul fronte logistico riducendo in parte i costi mentre contingenti provenienti da Sahel e Nord
Africa (Algeria? Egitto?) potrebbero
costituire un ulteriore onere logistico
per il contingente italiano.
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ABBATTERE I RAIS Non mettevamo in dubbio che
Gheddafi o Assad fossero dittatori. Ma era chiaro che quel
che sarebbe venuto dopo di loro sarebbe stato peggio
polveriera Libia
Tv, giornali e sinistra
Ecco i complici del Califfo
Quattro anni fa politici e opinionisti ci trascinarono in una folle avventura a favore
della “primavera araba”. Solo noi avevamo avvisato che così avremmo aiutato i terroristi
::: segue dalla prima
MASSIMO DE’ MANZONI
Le nostre imprese
Gli imprenditori evacuati:
ora Tripoli ci chiede aiuto
::: CLAUDIO ANTONELLI
■■■ A giugno dello scorso anno in Libia, a Tripoli, c’erano
80 imprenditori italiani pronti
a restare per stringere rapporti
di affari soprattutto nel settore
dell’edilizia e trovarsi in rampa di lancio per salire sul treno
di una eventuale ripresa economica. Garantita al 100%.
Ma solo dopo la firma di un
qualunque accordo di pace.
Che al momento è fantascienza.
«In Italia», spiegava a Rai
news in occasione della Fiera
annuale Lybia Build Marco
Pintus, direttore dell'Istituto
del Commercio Estero di Tripoli, «il settore delle costruzioni in Italia è talmente in crisi
che la Libia è un mercato che
attrae moltissimo». Così nei
mesi successivi il numero di
aziende italiane nell’ex terradi
Gheddafi è arrivato a 200. Tra
queste alcune Pmi, un buon
numero di medie imprese, colossi dell’energia e big delle
Tlc. Per Salini-Impegilo, nel
2013 aggiudicataria (come da
accordi del 2009) della maxi
commessa dell'autostrada costiera (400 chilometri per una
forza lavoro di 2 mila persone
e un valore di 963 milioni di
euro) al momento è tutto fermo. Bonatti, Dietsmann e Augusta Maritime Service restano operativi solo con personale locale. Idem per Sirti che attraverso la Joint Venture Sirt,
società partecipata al 55% da
Sirti e dal 45% da Lptic (Libyan
post, telecommunication &
information
technology
company), nel 2012 ha ripreso
le attività previste dai contratti
interrotti nel primo periodo
bellico. Recentemente Sirti ha
conquistato una gara d’appalto relativa anche alla posa del
cosiddetto ultimo miglio dal
valore addirittura di 1 miliardo di euro.
A indicare che l’enorme
massa di appalti promessi dalla riconciliazione tra Gheddafi
e Berlusconi, datata 2008, non
era andata del tutto persa. Allora si parlava addirittura di Greenstream, il terzo gasdotto destinato a Gela e un piatto di investimenti tripolitani da circa
150 miliardi. In ballo c’era la
riorganizzazione del sistema
sanitario e illancio di un imponente piano casa.
Certo la recente avanzata
dell'Isis fino a Sirte rigetta tali
progetti nella storia lontana e
arriva come una tremenda
doccia fredda. Che non solo
congela le prospettive, ma impone un drastico cambiamento d’approccio. Il che non significa
dimenticare
le
potenzialità della Libia. Alcontrario, non dare l’economia
d’oltre mare per persa. Un imprenditore italiano che opera
a Tripoli spiega a Libero che
l'intervento di una forza multinazionale in questo momento
sarebbe ben visto da gran parte della classe dirigente libica.
Su entrambe i fronti in guerra.
Probabilmente anche quello
dei Fratelli musulmani. Fino
all’autunno scorso ivertici politici libici non avrebbero accettato intromissione militari in
modo aperto. Adesso le cose
sono cambiate e c’è chi si
aspetta che a investire adesso
sia l’intera Europa. Anche militarmente.
(...) che non ce l'avevano detto, ma anzi ci
avevano raccontato l'esatto contrario, i corifei della teoria che ci ha portati sull'orlo
dell'abisso, gli aedi delle "primavere arabe" da appoggiare a prescindere da ogni
buon senso e da qualsivoglia interesse nazionale in nome dell'ideologia suprema;
ecco, visto che questi sono i custodi delle
regole, allora all'inferno le regole. Adesso
che la Libia si è trasformata nel prevedibile incubo jihadista alle nostre porte, è venuto il momento di denunciare i responsabili di questo orrore. E tra di loro, in prima fila, ci sono i nostri politici di sinistra,
Napolitano in testa,e ilcodazzo conformista di quotidiani e televisioni che davano
fiato alle trombe per incensare l'invincibile armata che andava ad appoggiare le
"rivoluzioni
popolari" e a
deporre
a
suon di bombe più o meno deficienti
il"pericolosissimo tiranno" Muhammar Gheddafi.
Quattroanni fa, quando
questo avveniva, noi di Libero in solitudine pressoché perfetta titolammo: «Guerra da matti». Così come quando il coro del giornalismo unico accompagnava i proclami del
Nobel della pace Obama a favore delconflitto "umanitario" contro Assad, noi soli
in Italia avvertimmo della demenza del
proposito, evidenziando come i nemici
diDamasco fossero i nostri peggioriavversari, quegli integralisti islamici che ora formano la spina dorsale dell'Isis. Sì, proprio
quelli che sgozzano, crocifiggono, decapitano, bruciano vivi gli ostaggi. Quelli che
ci minacciano di morte e distruzione.
Quelli che sparano e uccidono nelle nostre città. Quelli che ora tutti esecrano,
ma fino a pochi mesi fa appoggiavano,
eccitati come ragazzini, al grido di "dàgli
al tiranno".
Perché la nostra sinistra, politica e giornalistica, è così. Basta che qualcuno vada
in piazza per trovarsi automaticamente
dalla parte della ragione. A meno che, ovviamente, non lo faccia contro un regime
comunista illegalmente costituito: quindi
la regola non valeva in caso di movimenti
popolari ungheresi negli anni Cinquanta,
nella Praga di Dubcek, nella Cuba di Castro, nella Tienanmen del glorioso partito
maoista, eccetera. Ma insomma, a parte
queste eccezioni, chiunque riempia le
strade e "protesti", per le nostre maîtresse
a penser è sempre da sostenere. Che abbiano torto o che addirittura siano fanaticisanguinari non ha la minima importanza. È sufficiente che il loro bersaglio in
qualche modo si possa definire un dittatore (fascista, certo: quelli di sinistra sono
"guide del popolo") e via coltifo: viva Khomeini, viva i Fratelli musulmani, viva il
Diavolo. Basta che sia "rivoluzionario".
Tanto,quando poisi scopre chi sono realmente gli "eroi" che abbiamo appoggiato,
oplà: basta una piroetta e il gioco è fatto.
Ed ecco i nostri politici, i nostri intellettuali, i nostri opinion leader che spiegano in
tv e sui giornali come e qualmente siano
stati commessi imperdonabili errori, glissando con incredibile faccia di tolla sul
TITOLI CONTRO
Alcuni esempi
di prime pagine
e articoli
pubblicati nel
2011 da
“Libero”, critici
sulla guerra in
Libia scatenata
per aiutare i
ribelli a
destitutire il rais
il graffio
Prodi
in ritardo
Sulla situazione in Libia si è
espresso anche l’ex presidente
del Consiglio e ex presidente della Commissione Ue Romano
Prodi. Che non ci è andato troppo per il sottile: «Non poteva esserci diversa conseguenza di una
guerra sciagurata voluta sconsideratamente dalla Francia e che l’Italia ha seguito in modo folle e incomprensibile.Non avevo maivisto un Paese che paga una guerra
fatta contro di lui». Sarebbe stato
utile se l’autorevole voce diRomano Prodi sifosse levata anche all’epoca, quando invece la sua parte
politica rimproverava al governo
Berlusconi non di seguire «in modo folle e incomprensibile» la
guerra voluta dalla Francia, ma di
essere troppo vicino a quel Gheddafi che ora tutti rimpiangono.
fatto che loro erano gli sponsor entusiasti
diquegli "imperdonabili errori" e i fustigatori implacabili di chi, come noi, li faceva
notare per tempo. Noi per loro eravamo i
servi di Berlusconi che timidamente aveva cercato di opporsi alla guerra di Libia e
poi aveva ceduto, venendo da Libero attaccato per questo. Negli stessi giorni, giusto per fare un esempio tra i mille, il direttore di Repubblica Ezio Mauro scriveva:
“Qualcuno spieghi a Berlusconi che
quando i popoli possono riconquistare la
loro libertà, l’Occidente ha un dovere preciso che viene prima di tutto: stare dalla
loro parte”.
Ma si sa: questo è un Paese senza memoria. Cerchiamo di rinfrescargliela. Ricordate la retorica della democrazia dal
basso? Gli appassionati reportage tra i giovaniarabi che organizzavano la rivoluzione via Twitter? Le dotte disquisizioni sul
dovere morale di aiutarli? I dibattiti sulla
necessità, in questo caso, di mettere da
parte il sacrosanto pacifismo e impugnare le armi? Tutta roba a reti e stampa unificate. Ecco, Libero scriveva l'esatto contrario.Quando Parlamento, Rai, La7,Mediaset demonizzavano Assad e invocavano il
suo "democratico" rovesciamento, Libero metteva in guardia sulle fratellanze musulmane che stavano impadronendosi
della rivolta siriana, prodromo al Califfato
dell'Isis. Quando Pd, Corriere, Repubblica, Stampa si accodavano come cagnoliniscodinzolanti airoboanti proclami anti
Gheddafi di francesi e
inglesi e di quel monumento all'incompetenza che risponde al nome di Barack Obama,
Libero e pochissimi altri organi di stampa indipendenti ammonivano che il vero obiettivo
degli "alleati" era mascherare i loro fallimenti interni e fregarci gli affari su gas e petrolio in
Libia. E scrivevamo che sì, Gheddafi era
brutto sporco e cattivo ma ci garantiva
controllo sull'invasione di clandestini e regolare flusso di carburante. Che sì, Gheddafi faceva schifo, ma quelli che avrebbero riempito il posto lasciato libero da lui e
dai suoi sgherri ce lo avrebbero fatto amaramente rimpiangere. Che sì, sotto il suo
tallone non fioriva certo la democrazia,
ma era un Eden al confronto di quel che
sarebbe venuto dopo. E che quindiun minimo di sana real politik e di cura degli
interessi nazionali avrebbe consigliato di
tenerlo al suo posto, anziché farlo fuori
senza avere neppure uno straccio di idea
su come muoversi un minuto dopo.
Ed eccoci qui: tutto quello che avevamo previsto e scritto più e più volte, con
più e più firme, per più e più mesi si è
puntualmente verificato. E non è questione di appuntarsi medaglie al petto: non
era poi cosìdifficile decodificare in maniera corretta quello che stava accadendo.
Ma proprio per questo non è tollerabile
vedere,ascoltare e leggere quelliche quattro anni fa ci trattavano con disprezzo rinnegare senza pudore tutto ciò che avevano detto facendo finta di non averlo mai
detto. È andata in un altro modo: giusto
perché si sappia.
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polveriera Libia
NUOVO SCENARIO La durezza del fronte esterno (la
politica estera) comporta un atteggiamento diverso sul
fronte interno. Tocca all’esecutivo cambiare rotta
Ilpremierdevedecidersi:
o parla di guerra o di elezioni
Renzi sta studiando l’intervento armato in Libia. Giusto, ma sarà possibile farlo solo
con un governo nel pieno delle sue funzioni. E con un Parlamento il più possibile unito
::: DAVIDE GIACALONE
■■■ Non si può, contempo-
scassare lo Stato. Come sostenevamo.
L’opposizione usa l’arma
retorica del sorgente dispotismo e della fine della democrazia, che trova conferma
nei voti notturni e nella soppressione del dibattito, ma è
smentita dal buon senso.
Specialmente per quelli che
inorridiscono per ciò che votarono. In queste condizioni
non si va da nessuna parte.
Ripetemmo alla nausea che
il Nazareno poteva reggere
se si fosse allargato ai temi
dell’economia, mentre, invece,s'è perso in quelli istituzio-
nali. Ma tutto questo non
può mica svolgersi come se
non esistesse il fronte esterno.
Tocca al governo cambiare rotta: l’ipotesi dell’intervento armato comporta il ricompattamento interno. Se
non lo fa, e subito, è segno
Dal 2011 le milizie libiche si contendono il territorio [Reuters]
che quella disegnata è una
rotta di collisione. Una furbata incosciente: usare le crisi
per forzare la mano. Una dottrina che rende responsabili
non solo quelliche la praticano, ma anche quelli che tacciono e fanno finta di non vederla.
raneamente, parlare di guerra ed elezioni. Prima il presidente del Consiglio ha esposto ai colleghi europei la necessità di «fare di più», per la
Libia. Poi il ministro degli
Esteri ha parlato esplicitamente di guerra, richiamando la necessità di un mandato Onu. Al tempo stesso, però, Matteo Renzi afferma che
sulle riforme costituzionali
intende procedere autonomamente, soffiando sul fuoco degli scontri parlamentari
e ricordando agli eletti della
maggioranza che se le cose
non vanno come lui vuole è
da mettersi nel conto che si
vada a votare. Le due cose
non possono convivere.
In Libia sono stati commessi errori gravissimi. Ha
cominciato il presidente statunitense, andando in Egitto
a far le fusa ai Fratelli musulmani. Hanno continuato
francesi e inglesi, trascinandoci in una guerra che ha sì
detronizzato Gheddafi, riregolando (a nostro danno) i
rapporti petroliferi, ma ha lasciato la Libia in un caos che
consente l’espandersi del califfato. Per rimediare si deve
usare l’Egitto odierno come
sponda, così smentendo sia
l’improvvida posizione americana che mesi di sciocchezze sulle primavere arabe. Un
disastro politico. Ma ci siamo, non potendo escludere,
anzi esplicitamente mettendo in conto la necessità di un
intervento armato. La durezza di questo fronte esterno (e
il cielo ci assista a che possa
essere affrontato solo con le
Rafforzata la sorveglianza dei luoghi a rischio. Intanto gli stati maggiori studiano le ipotesi di offensiva
armivolanti) comporta un at::: ANDREA MORIGI
che e politiche», spiega il titolare della terrorismo non ha segnalazioni di «un
teggiamento diverso sul fronFarnesina perché il Paese nordafricano possibile attentato» nel nostro Paese.
te interno. Perché alla guerra
■■■ Il fronte del jihad avanza da Sirte e è «a poche ore di navigazione» dalle coSiccome l’Isis non ha l’abitudine di avsi va il più uniti possibile.
punta alMediterraneo. L’Italia è sulla di- ste italiane. Quindi il nostro Paese deve visare le proprie vittime prima di ucciRenzi usa l’arma retorica
fensiva, per ora. A parole, perfino quelle «avere un ruolo particolare nell’area del derle, le basi militari italiane sono in aldelle riforme, senza accettadi un ministro degli Esteri ex democri- Mediterraneo».
lerta e si intensifica la vigilanza degli
re mediazioni e discussioni.
stiano come Paolo Gentiloni, «siamo
Invece, la controffensiva armata pare obiettivi sensibili sul territorio. Nell’elenHa un suo fascino, ma contiepronti a combattere». Rie- ancora lontana. I corpi speciali, i paraca- co dei 13.421 luoghi sottoposti a speciale
ne una menzocheggiano le parole di Gio- dutisti,gli incursori del Col Moschin, fre- sorveglianza in Italia, fra i quali 8.069
gna: le riforme
vanni Pascoli in occasione mono per scendere in battaglia. Questa considerati a rischio, compaiono minicostituzionali si
della campagna di Libia nel volta potrebbe essere quella buona per steri,sedigovernative e ambasciate,mulsono fatte, ecco1911: «la grande proletaria si mettere a frutto il loro addestramento tinazionali e gruppi finanziari, basi Name, anche nel
è mossa».
per difendere la patria e l’Occidente, to, scuole, compagnie aeree, ma anche
recente passaGentiloni intanto deve non l’Afghanistan o l’Iraq. Così, gli stati luoghidi aggregazione, aeroporti, stazioto,ma quelle geconvincere i suoi compagni maggiorimilitari e ilCoi (Comando Ope- ni ferroviarie e della metropolitana, simnerate con quedi partito che la Libia «deve rativo Interforze) studiano diverse ipote- boli culturali ed edifici religiosi (sopratsto approccio si
diventare una priorità» per la sidi intervento per prepararsi a un’even- tutto le sinagoghe). Ai quali si aggiungosono rivelate
comunità internazionale e tuale operazione internazionale in Libia no l’Expo di Milano e tutti i siti individuadei danni. Così
«l’Italia è il Paese che ha la sotto l’egida dell’Onu.
ti in seguito alla circolare del Viminale ai
fu stravolto il tiresponsabilità di sollecitare
Si muove anche l’intelligence italiana, prefetti dopo gli attentati di gennaio in
tolo quinto del- Sbarchi in Sicilia [LaPr.]
questa priorità». Ci prova al che ha attivato da tempo tutta la sua rete Francia, comprese le «redazioni di orgala Costituzione.
convegno «Come cambia il mondo» or- informativa in Nord Africa e ora, dopo la ni di informazione ritenute a rischio».
Si fece anche il referendum
ganizzato dalPd a Roma per approfondi- presa di Sirte da parte dei terroristi islaIntanto, presidiamo malissimo i conficonfermativo, che non è una
re i diversi scenari globali e la proiezione mici dell’Isis, ha rafforzato il monitorag- ni nazionali. C’è ancora un esercito di
scoperta dei giovani sopraginternazionale del nostro Paese. «Non gio sul posto per prevenire attentati. Al clandestini, pronti a partire dalla Libia in
giunti. Peccato che poi se ne
possiamo sottrarci alle nostre responsa- momento, nonostante l’accelerazione fiamme, fra i quali potrebbe nasconderriconobbe la follia, capace sobilità per ragioni di sicurezza, economi- degli eventia ovest della Cirenaica, l’anti- si chi vuol mettere a ferro e fuoco l’Italia.
lo di far buchi nei bilanci e
Come ci prepariamo
007 allertati, è allarme-sbarchi
IL LEADER IRANIANO
Khamenei a Obama
«Collaboriamo
contro il Califfo»
Khamenei [Ansa]
La Guida suprema della
Rivoluzione iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei,
ha inviato una lettera segreta al presidente Usa
Barack Obama per esprimergli la volontà di collaborare contro la minaccia dello Stato Islamico.
Secondo quanto riporta
il «Wall Street Journal»,
Khamenei ha risposto a
una missiva inviata da
Obama a ottobre. Il leader iraniano avrebbe legato la collaborazione
contro l’Is al raggiungimento di un accordo sul
programma nucleare di
Teheran. «La lettera della Guida Suprema è stata
rispettosa ma non ha preso nessun impegno», ha
riferito un diplomatico
iraniano, citato dal
«Wall Street Journal». E
che Khamenei spinga
per la linea diplomatica
lo dimostra il consiglio rivolto al ministro degli
Esteri Mohammad Javad
Zarif, di controllarsi durante i colloqui con il segretario di Stato americano John Kerry sul programma nucleare iraniano. A rivelarlo è stato lo
stesso Zarif in un’intervista a un giornale, ammettendo di aver spesso alzato la voce durante i colloqui avuti con Kerry. Qualche volta, ha confessato,
ha anche avuto paura
che le guardie del corpo
facessero irruzione nella
stanza dei negoziati. Il capo della diplomazia iraniana ha quindi spiegato
che l’Ayatollah Khamenei gli ha consigliato di
parlare a bassa voce e di
sorridere, come fa quando si trova in pubblico.
5
PRIMO PIANO
__Domenica 15 febbraio 2015__
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L’OBIETTIVO Il disegnatore era nel mirino dei fanatici
da tempo, aveva cercato di esporre le sue opere in Svezia
ma tutte le mostre gli avevano chiuso le porte per paura
questo è l’islam
Agguato islamico al vignettista: un morto
Sparatoria in un caffè di Copenaghen durante un convegno sulla libertà di espressione, nell’anniversario della fatwa contro Rushdie
Feriti tre poliziotti, illesi Lars Vilks (autore di caricature di Maometto), l’ambasciatore francese e una Femen. Attentatore in fuga
::: MAURIZIO STEFANINI
■■■ Un convegno che metteva assieme i 25 anni dalla fatwa di Khomeini contro Salman Rushdie, un disegnatore
di vignette contro Maometto e
il ricordo di Charlie Hebdo:
troppe cose tutte assieme, perché l’ennesimo jihadista pazzo non si sentisse provocato. E
infatti si è sparato nel mucchio: almeno 30 colpi, ma c’è
chi ne conta 50, che hanno fatto un morto e tre feriti. Il tutto
in Danimarca. Là dove era iniziata la storia delle caricature
del Profeta, contro le quali nel
2005 si era scatenata una sommossa a livello mondiale. Là
dove adesso ilterrore torna,dopo che l’anno era iniziato con
la strage a quel Charlie Hebdo
che siera fatto odiare daijihadisti proprio per aver ripubblicato quelle vignette ed avercene
aggiunte altre.
«Arte, blasfemia e libertà di
espressione» si chiamava il
convegno che era in corso ieri
alKrudttønden cafe diCopenaghen, noto come
abituale location di
concerti jazz. Promotore: un Lars Vilks Committee che
la giornalista danese Helle Merete
Brix ha costituito
nel 2012, apposta
per sostenere l’artista svedese già nel
mirino degli estremisti aver fatto anche lui una vignetta
su Maometto. Dopo che lo scorso ottobre il Comitato aveva dato un premio
proprio a Charlie Hebdo, questo evento era stato organizzato per ricordare i 25 anni dalla
condanna khomeinista ai Versetti satanici. Con Lars Vilks e
Helle Merete Brix c’erano anche l’ambasciatore francese in
Danimarca François Zimeray,
la nota attivista delle Femen Inna Shevchenko, la promotrice
del Passion for Freedom Arts
festivalAgnieszka Kolek, il giornalista membro del Comitato
Niels Ivar Larsen. Mentre si
parlava, alle 16 una persona all’improvviso ha aperto il fuoco
contro la vetrina del caffè, proprio mentre l’ambasciatore stava presentando l’evento: almeno una trentina di pallottole secondo i buchi che hanno lasciato, che hanno ucciso uno
spettatore delconvegno, e hanno ferito tre poliziotti che erano accorsi, tra cui uno in borghese. La vittima è un quarantenne, al momento di scrivere
queste righe non ancora identificato. «Gli attaccanti puntavano a Vilks», ha testimoniato
Helle Meret Brix, anche se for-
LA FOTO
DEL KILLER
A sinistra, la foto del killer
diffusa dalla polizia di
Copenaghen e il caffè
teatro della sparatoria.
Uno degli obiettivi era
Lars Vilks (in basso),
di cui pubblichiamo una
vignetta [Ansa]
tunatamente il disegnatore
non è stato colpito. «Ci hanno
sparato addosso dall’esterno.
Avevano le stesse intenzioni
che con Charlie Hebdo, salvo
che non sono riusciti a entra-
re», ha raccontato l’ambasciatore francese, autore di un tweet «siamo ancora vivi». Sempre
l’ambasciatore ha detto che secondo lui le pallottole erano
state almeno 50,ma aveva sen-
tito la polizia parlare di almeno 200. L’attentatore è poi fuggito: in serata la polizia ne ha
diffuso l’immagine tratta da
una telecamera di sicurezza e
diramato questo identikit: un
uomo dai «tratti arabi» tra i 25
e i 30 anni, di circa 1,85 metri,
corporatura atletica, pelle chiara, capelli chiari. L’uomo teneva coperta la parte inferiore del
viso con un fazzoletto e aveva
un’arma automatica.
«I proiettili sono entrati attraverso gli ingressi e ci siamo tuttigettati a terra», è ancora il racconto dell’ambasciatore. «Siamo riusciti a lasciare la stanza
e ora siamo chiusi dentro perché è ancora pericoloso»
68 anni,Lars EndelRoger Vilks iniziò a mettersi nei guai
quando raffigurò Maometto
come un cane randagio. Quella e altre vignette avrebbero dovuto inizialmente essere esposte ad una mostra in Svezia nel
luglio del 2007, ma vennero rimosse dagli organizzatori poco prima dell’inaugurazione.
Per ragioni di sicurezza o dipaura, a seconda di come si vuole rigirare la frittata. Vilks provò
a presentare quei disegni ad altre gallerie svedesi: ma le rifiutarono tutte. Solo il 18 agosto
del 2008 accettò infine di pubblicarle il giornale Nerikes Allehanda, a corredo di un editoriale sulla censura e la libertà
di religione. La pubblicazione
scatenò le proteste della comunità musulmana in Svezia ma
anche la condanna di numerosi Paesi arabi e musulmani,
mentre l’Organizzazione della
conferenza islamica chiedeva
al governo di Stoccolma di intraprendere contro Vilks «azioni punitive». Da allora vive costantemente sotto protezione,
avendo ricevuto anche numerose minacce di morte. Nel
2009 venne sventato un complotto per ucciderlo del quale
erano stati accusati tre cittadini americani: "Jihad Jane" Colleen LaRose,Mohammad Hassas Khalid e Jamie Paulin Ramirez. L’anno successivo vennero arrestate in Irlanda altre
sette persone, accusate a loro
volta divoler assassinare ildisegnatore. E il 10 settembre del
2011 tre uomini vennero fermati con il sospetto di preparare un attacco contro di lui a
Göteborg. Va da sé che anche
lui stava nella famosa lista degli obiettivi da colpire per aver
«insultato l’Islam» redatta da
al-Qaida. Insieme al vignettista francese Stephane "Charb"
Charbonnier, ucciso lo scorso
7 gennaio insieme ad altre 11
persone nell’attacco alla rivista
Charlie Hebdo. E insieme anche ai disegnatori del giornale
danese Jyllands-Posten Kurt
Westergaard, Carsten Juste e
Flemming Rose: autori anche
loro di contestate vignette di
Maometto.
«La Danimarca è stata colpita oggi da un’azione di cinica
violenza», ha commentato
con un comunicato il primo
ministro Helle Thorning-Schmidt. «Tutto porta a credere
che la sparatoria sia stata un attentato politico e che si tratti di
un atto diterrorismo».«L’attentato conferma che la minaccia
terrorista contro la Danimarca
è ancora elevata», dicono i Servizi.«L’Europa non sarà intimidita», ha scritto Federica Mogherini,assicurando la vicinanza «dell’Ue alla Danimarca nella difesa della libertà di parola». Mentre Hollande, tirato in
ballo dal fatto che c’era di mezzo il suo ambasciatore, ha annunciato l’arrivo a Copenaghen del ministro dell’Interno
Bernard Cazeneuve, «ilpiù presto possibile».
6
ITALIA
__Domenica 15 febbraio 2015__
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::: FINANZA ROSSA
«Documenti occultati a Bankitalia»
Tre procure setacciano
la banca di papà Boschi
per cercare carte false
Dopo Roma e Arezzo, che indaga sulla precedente gestione dell’Etruria, si aggiungono
anche i pm di Milano. Ipotesi di reato: insider trading e ostacolo alla vigilanza
::: SANDRO IACOMETTI
■■■ Tre procure e tre filoni di
indagine. La Banca popolare
dell’Etruria e del Lazio è praticamente sotto assedio. Con
buona pace del ministro Maria
Elena Boschi,che cerca diminimizzare la bufera, l’istituto aretino si trova sempre più al centro dell’offensiva giudiziaria
che ha travolto le popolari quotate. Per quanto riguarda l’inchiesta principale, e cioè ilfascicolo aperto dalla procura di Roma in seguito alle denunce in
Parlamento della Consob sugli
andamenti di Borsa legati all’annuncio della riforma da parte del governo, gli sviluppi vedono una duplicazione sia degli uffici giudizari coinvolti sia
delle ipotesi di reato. Ancora
non c’è alcuna indagine formale, ma la procura di Milano,
competente per gli illeciti che
riguardano Piazza Affari, è in
costante collegamento con i
pm romani Giuseppe Pignatone e Nello Rossi. Se dagli accertamenti in corso di Piazzale
Clodio, a cui stanno lavorando
Consob e Gdf, dovessero emergere fatti rilevanti, la task force
guidata da Francesco Greco è
pronta ad aprire un fascicolo
parallello. Gli inquirenti, fanno
sapere fonti vicine al Palazzo di
giustizia milanese, stanno «valutando la situazione».
Anche i possibili reati, però,
aumentano. Oltre alle ipotesi
inizialidi insider trading (rivelazione di notizie riservate) o aggiotaggio (manipolazione del
mercato azionario), i magistrati stanno indagando anche sulle eventualità diostacolo alla vigilanza e false comunicazioni
sociali.In tutte le fattispecie previste Banca Etruria è nell’occhio del ciclone.
Da una parte c’è l’andamento di Borsa, con le azioni della
popolare che vede Pierluigi Boschi alla vicepresidenza che
nelperiodo incriminato hanno
subito il balzo più clamoroso
di tutto il settore coinvolto dalla riforma. Dalle prime indiscrezioni del 3 gennaio il titolo,
ora sospeso a tempo indeterminato a Piazza Affari, ha guadagnato circa il 57%, a fronte di
un 8% complessivo dei bancari. Passando dal minimo storico di 0,36 euro agli 0,58 su cui si
è congelata la chiusura di giovedì, giorno del commissariamento della Banca d’Italia. In
termini di capitalizzazione la
banca è passata da 79 milioni
del 16 gennaio (data del primo
annuncio del governo) a circa
127 milioni di euro.
Dall’altra c’è la questione
della mancata trasparenza,
che riguarda tutte le popolari
quotate, ma che sembrerebbe
puntare principalmente su
Banca Etruria. Gli inquirenti
avrebbero infatti già chiesto a
Bankitalia l’acquisizione di tutta la documentazione relativa
al commissariamento dell’istituto per valutare se ci siano state operazioni occulte ricollegabilialle recenti oscillazioni azionarie. E qui le indagini potrebbero incrociarsi con quelle condotte dalla procura di Arezzo
sul vecchio cda. L’inchiesta per
mala gestio, che dovrebbe essere alle battute finali, parte dall’i-
il graffio
Questione
di coerenza
Fassina (22 gennaio
2015):«Il patto che Renzi ha fatto da tempo
con Berlusconi sulle riforme si è trasformato
nelpartito unico delNazareno, Renzi ha scambiato con Berlusconi la
possibilità di avere i nominati, con ilpremio alla lista». Fassina dopo
la rottura del Patto (14
febbraio 2015): «Abbiamo inziato l’iter delle riforme riconoscendo
l’errore di centrosinistra e poi del centrodestra nella scrittura unilaterale della Costituzione...Ora cerchiamo un
dialogo con le opposizioni». Quando si dice,
la coerenza è tutto.
spezione della Banca centrale
alla fine del 2013 e per ora vede
iscritti nel registro degli indagatiper falso in bilancio gli ex amministratori e dirigenti Giuseppe Fornasari, Luca Bronchi e
David Canestri. L’attività divigilanza di Palazzo Koch, però, è
quella che ha portato alle sanzioni da 2,5 milioni di euro
complessivi comminate lo
scorso settembre. E tra i 18 «puniti» non c’erano solo i vecchi
amministratori, ma anche alcuni confermati dall’assemblea
lo scorso maggio e attualmente in carica come Alfredo Berni, Andrea Orlandi, Luciano
Nataloni e il papà della Boschi,
Pierluigi, all’epoca membro
del cda.
Non è escluso, quindi, che
per la famiglia del ministro la
situazione possa complicarsi
ulteriormente. Per ora, comunque, fonti vicine ai magistrati di
Arezzo fanno sapere che non
ancora c’è stato alcun contatto
tra i pm e i commissari di
Bankitalia Riccardo Sora e Antonio Pironti.Quest’ultimi stanno nel frattempo lavorando al
risanamento della banca, con
un occhio anche a possibili profili di responsabilità dell’attuale management. Ripulire i conti e accertare eventuali episodi
di malagestione per rendere di
nuovo l’istituto disponibile per
una fusione: questo l’obiettivo
dei commissari, che tra i primi
nodida sciogliere sioccuperanno anche del piano di tagli su
cui solo una settimana fa era
stato raggiunto l’accordo coi
sindacati. L’incontro con le sigle per discutere della chiusura
di 30 filiali e di circa 250 esuberi
e previsto per mercoledì.
twitter@sandroiacometti
Furbate tecniche sui titoli
L’inchiesta sulle Popolari si aggrava
Opzioni «call» anomale già da agosto
■■■ Le date,i fondi, le plusvalenze. I magistra-
ti romani stanno cercando di decifrare il puzzle delle operazioni borsistiche che hanno permesso ai «furbetti» delle popolari di guadagnare, come ha spiegato il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, circa 10 milioni di euro
in poco più di un mese. Scommesse facili se,
come ipotizzano gli inquirenti e lo stesso organismo di controllo del Mercato, qualcuno da
Palazzo Chigi ha spifferato con un po’di anticipo le intenzioni del governo di spingere verso
le aggregazioni bancarie con la riforma delle
popolari più grandi in spa. L’intreccio non è
facile da dipanare. Secondo Vegas la giostra
parte comunque prima del decreto vero e proprio, portato in Consiglio dei ministri il 20 gennaio. La giostra sarebbe partita il 3 gennaio
con le prime indiscrezioni di stampa. È in quel
periodo che la Consob ha rilevato «la presenza
di alcuni intermediari con un’operatività potenzialmente anomala, in grado di generare
margini di profitti». In particolare, «i soggetti
hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio», giorno in cui Matteo Renzi anticipa la riforma, «vendendo poi la settimana successiva».
Secondo alcune analisi tecniche gli acquisti,
tanto per confondere un po’ le carte, sarebbero avvenuti non direttamente, ma attraverso
opzioni put (vendita) e call (acquisto). Procedure di Borsa con cui si prenota ad un prezzo
stabilito in anticipo la cessione o l’acquisizione
di un determinato pacchetto di titoli ad una
data prestabilita. Meccanismi sofisticati per i
non addetti ai lavori ma che costituiscono il
pane quotidiano per i fondi, perlopiù stranieri,
che frequentano le sale operative delle principali piazze finanziarie. Sotto i riflettori ci sono
principalmente le operazioni più rilevanti avvenute nei primi giorni presi in considerazione. I rialzi successivi al 20 sono infatti consideratiuna sorta di strascico del fenomeno, provo-
cato da piccoli investitori che hanno deciso di
scommettere legittimamente sul possibile risiko bancario provocato dalla riforma.
L’attenzione della Consob, e ora dei pm, si
stanno rivolgendo, ad esempio ai tre intermediari italiani che hanno operato tra il 2 e il 16
gennaio sul titolo Bpm, ottenendo plusvalenze
potenziali di 1,4 milioni, 800mila euro e 1,05
milioni. Al vaglio anche il titolo Ubi, con altri
due intermediari che hanno guadagnato agevolmente 760mila e 300mila euro. Più sostanzioso invece il bottino ricavato con il Banco Popolare. In questo caso si tratterebbe di tre investitori che hanno guadagnato rispettivamente
3,5 milioni, un milione e 300mila euro. La posizione da 3,5 milioni, uno dei pacchetti più cospicui su cui sta indagando la procura, sarebbe
stata chiusa tra il 19 e il 23 gennaio.
Le operazioni effettuate attraverso put e call,
però, ci portano anche più indietro nel tempo,
prospettando, se si dovessero individuare responsabilità, scenari di diffusione di informazioni riservate ben più gravi di quello finora
messe in campo. Su Ubi banca, ad esempio,
c’era un’opzione callin scadenza a marzo aperta addirittura a fine agosto. Mentre sul Banco
Popolare, sempre ad agosto con scadenza marzo, sono stati sottoscritti 12mila contratti di opzione di mille titoli ciascuno. Vicende dalle
complessità tecniche elevate che, giusto o no,
riportano l’attenzione sul finanziere Davide
Serra. L’ideatore del fondo londinese Algebris,
la cui vicinanza a Renzi non è messa in discussione da nessuno, ha negato di aver acquistato
titoli delle popolari tra il primo e il 19 gennaio.
Resta però da chiarire cosa lo abbia spinto a
vendere, nello stesso periodo, 5,25 milioni di
azioni del Banco Popolare, con una perdita di
21,3 milioni. Forse era l’unico a non sapere della riforma.
S.IAC.
7
ITALIA
__Domenica 15 febbraio 2015__
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::: FINANZA ROSSA
Troppe ambiguità
Dieci domande al premier Renzi
Matteo ha il dovere di chiarire il pasticcio sui tempi e modi del decreto e i suoi rapporti con Serra
::: segue dalla prima
PADOAN
MAURIZIO BELPIETRO
Il premier Matteo Renzi
e il ministro per le
Riforme Maria Elena
Boschi nell’occhio del
ciclone per le indagini
sugli andamenti
anomali delle Popolari
in Borsa [Ansa]
ADUSBEF
«Rischi rallentamenti
se indaga anche
la procura di Milano»
«È necessario che anche
la procura di Milano
apra un’inchiesta sulle
banche popolari?». È
quanto si chiede il presidente di Adusbef, Elio
Lannutti, che teme il solito duello di competenza
a scapito del proseguimento rapido ed efficace delle indagini. Secondo l’associazione, che è
stata la prima a depositare un esposto-denuncia
alla Procura di Roma il
26 gennaio 2015, ipotizzando il reato di insider
trading sui titoli di alcune banche popolari quotate, «un conflitto di attribuzione tra le due
principali Procure nel
contendersi la titolarità
del reato di insider trading, che in base alla giurisprudenza avviene dove si effettuano gli scambi azionari sui mercati,
potrebbe avere l’effetto
di rallentare il corso delle indagini».
(...) il ministro Padoan ha accennato
qualche perplessità),il premier farebbe bene a svelare altri misteri. A cominciare da quante persone fossero
a conoscenza di ciò che si preparava
nel retrobottega di Palazzo Chigi.
Quanti sono i ministri e i funzionari
di governo che hanno avuto tra le
mani la bozza del decreto? Saperlo
per lo meno ci consentirebbe di circoscrivere i sospetti su una vicenda
che ha visto forti speculazioni sui titoli della banche popolari e che ha generato un’inchiesta per insider trading della Procura di Roma. Non solo: forse sarebbe anche il caso di dire
se il provvedimento sia stato sollecitato dalla Bce, se cioè ci sia stato un
intervento esterno e comunque tale
da giustificare l’accelerazione del
normale iter di riforma. È stato Francoforte a chiederlo? E allora perché
non rendere tutto noto e trasparente? Soprattutto perché non fare un
normale disegno di legge, che avendo un percorso meno frettoloso
avrebbe consentito non solo un più
accurato approfondimento delle norme,ma avrebbe anche evitato speculazioni.
Proprio a questo proposito, Renzi
avrebbe detto che un ddl avrebbe impattato sull’andamento dei titoli delle banche, ma con il senno di poi si è
visto che a far schizzare in Borsa le
azioni (oltre il sessanta per cento nel
caso della Popolare dell’Etruria, la
banca vice presieduta dal papà del
ministro Boschi) è stato proprio il decreto. Uno sbaglio? Un errore di valutazione? E quanto è costata ai risparmiatori questa svista? Ma soprattutto, quanto hanno guadagnato alcuni
investitori?
Certo, sugli anomali profitti c’è
un’inchiesta della magistratura, ma
forse anche una interna a Palazzo
Chigi non guasterebbe, perché consentirebbe al presidente del Consiglio di dare risposte più chiare e certe
sui modi e i tempi con cui si è giunti
al decreto. Anche perché, lo diciamo
senza intenzione di alimentare so-
«Le speculazioni
non c’entrano nulla
con la riforma»
spetti, un’indagine amministrativa
permetterebbe di conoscere la parte
avuta dal ministro Boschi nella faccenda. Sapeva delle misure che si stavano cucinando a Palazzo Chigi? Ha
mai avuto tra le mani una bozza del
decreto? E il 20 gennaio era in Parlamento o altrove?
Già che ci siamo aggiungiamo anche qualche altro quesito cui il premier dovrebbe rispondere, il principale dei quali è il seguente: qual è la
natura dei rapporti di Matteo Renzi
con il finanziere Davide Serra? L’uomo d’affari in passato fu tra i finanziatori della Leopolda, ma adesso è tra
le persone informate dei fatti che la
Consob e anche i pm vogliono ascol-
tare per chiarire eventuali fughe di
notizie sulle Popolari. Dunque non
sarebbe meglio anticipare l’audizione e chiarire se in questa faccenda
Serra ha avuto un ruolo?
Ultima ma non meno importante
domanda: corrisponde al vero ciò
che avrebbe fatto intendere il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, cioè che il decreto potrebbe essere rivisto? Come abbiamo visto il
provvedimento ha fatto abbastanza
pasticci e generato parecchi dubbi e
sospetti. Dunque, anche per non alimentarne altri, rispondere non sarebbe solo cortesia ma un dovere.
[email protected]
@BelpietroTweet
«Io mi auguro che la magistratura e la Consob
facciano tutta la chiarezza necessaria, quindi
non sono per nulla preoccupato. Spero che questa cosa sia chiarita il
più presto possibile». È
quanto ha affermato il
ministro dell’Economia,
Pier Carlo Padoan, in
un’intervista al «Sole 24
Ore», sottolineando che
questa
speculazione
non c’entra nulla col
provvedimento di riforma del settore. «L’effetto del decreto è tutt'altro», ha detto. E sul decreto si recuperano, a
partire da domani, le audizioni saltate questa settimana per la seduta fiume di Montecitorio sulle
riforme. Il 16 le commissioni Finanze e Attività
produttive della Camera sentiranno Federcasse, l’associazione delle
Bcc, mentre giovedì, ultimo giorno di audizioni,
sarà la volta di Assopopolari.
CAPEZZONE (FI)
«Troppisilenzi
dal governo
Se fossimo in Usa...»
«Sia chiaro: da assoluto
garantista, non parlo di
vicende giudiziarie. Me
ne guardo bene. Ma pongo un tema tutto politico, di responsabilità politica, di accountability politica: cosa accadrebbe
al governo di un altro Paese occidentale, ad
esempio in America, se
anche solo la metà delle
ipotesi in corso di accertamento da parte della
Consob (e spiegate questa settimana dal presidente Vegas alla nostra
commissione) risultassero per caso confermate?». Così commenta il
presidente della Commissione Finanze della
Camera, Daniele Capezzone (FI), secondo cui
«per ora è solo un’ipotesi, nella doverosa attesa
del completamento degli accertamenti. Ma è
una ipotesi su cui occorre discutere. E i silenzi o
le mezze parole del governo non depongono
bene».
8
ITALIA
__Domenica 15 febbraio 2015__
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::: I GUAI DEL GOVERNO
Riforme a rischio
Renzi tira dritto. E si perde mezzo Pd
La minoranza chiede di coinvolgere l’opposizione. Grillo ai suoi: dimettetevi. Ma loro se ne fregano
::: ELISA CALESSI
■■■ «Non ci fermiamo, né
rallentiamo». Nonostante l’Aventino delle opposizioni, con
quell’Aula semideserta nella
quale si sono concluse le votazioni della riforma costituzionale, scena che non è piaciuta
nemmeno a molti del Pd, Matteo Renzi è più determinato
che mai. Il «cavallo», come lo
chiamano isuoi, dove l’espressione completa è “cavallo pazzo”, procede come un cingolato. «Non possiamo sciupare
questa occasione, abbiamo
l’urgenza di approvare le riforme strutturali,perché l’Italia riparta in fretta», scrive su Facebook di prima mattina. Per
questo, non si ferma. «I gufi se
ne dovranno fare una ragione.
Chi vuole farci vedere i sorci
verdi, animato da odio e risentimento personale, faccia pure: noi lavoriamo per l’Italia,
non contro di loro». Ma le ragioni di questa quinta ingranata, si intuiscono soprattutto in
un altro passaggio. «Da giorni», scrive ancora, «vediamo
segnalidiripresa,timidima costanti. Allo stesso tempo il QE,
ilpiano diinvestimenti di Juncker,le comunicazioni sulla flessibilità e il cambio dollaro/euro ci fanno guardare ai prossimi mesi con più fiducia». Renzi spera in una ripresa. Scommette sul fatto che i segnali timidi - che si vedono, possano rafforzarsi e invertire la marcia. Non a caso sempre nel
post su Facebook annuncia
che al prossimo consiglio dei
ministri sarà approvato il decreto sulle partite Iva e altri decreti attuativi del jobs act che
riguardano l’eliminazione delle vecchie tipologie contrattuali e le tutele sulla maternità. La
prossima settimana comincerà poi a girare l’Italia, a partire
da Melfi. E a marzo metterà
mano alla Rai.
Comincia, insomma, la fase
due del governo. Quella nella
quale si dovrebbe cominciare
a incassare qualche dividendo
delle riforme fatte. Ma per farlo, ha bisogno di mettere in sicurezza le riforme istituzionali. Per dedicarsi alle riforme
che su gli elettori lo giudicheranno.Ma senza il primo, l’edificio (la legislatura) crolla. Ecco perché ha costretto il Parlamento a una marcia senza precedenti. La minaccia di andare le elezioni, risuonata l’altra
notte e che ancora sarà evocata all’occorrenza, è un’arma.
Ma il «cavallo» non ci pensa
nemmeno lontanamente ad
andare al voto Anzi, è convinto che questo caos generale lo
avvantaggia: «Forza Italia è
spappolata, l’asse con la Lega
sulle riforme di fatto non esiste, i grillini non esistono e al
Senato i voti, se mancano, arriveranno, vedrete», spiega ai
suoi.
Piuttosto, la tentazione del
voto ce l’hanno i suoi avversari:Forza Italia, la minoranza interna e persino il Movimento
5 Stelle, o per meglio dire Beppe Grillo che ieri sul blog ha
proposto ai suoi di dimettersi.
Per il motivo opposto a quello
per cui Renzi vuole andare
avanti: se incrocia la ripresa e
riesce a far ripartire almeno
un po’ l’economia, chi lo ferma più?
Questo non significa che,
per il premier, siano tutte rose
e fiori. «Il clima è brutto», ammettono i suoi. Con le opposizioni, ma anche dentro il Pd.
Per questo lunedì, alla direzione nazionale, cercherà di serrare le fila del partito. Ma non
è affatto detto che ci riesca. La
minoranza interna, in questi
giorni, è stata leale. Ma con un
disagio crescente. E la pace
che dei giorni dell’elezione del
presidente della Repubblica è
un ricordo. Le conseguenze si
vedranno. Su tutto. Stefano
Fassina, per dire, ha già chiesto che i decreti attuativi sul
jobs act che andanno al prossimo consiglio dei ministri siano cambiati. «Il cammino delle riforme è sempre più accidentato», avvertiva ieri Cesare
Damiano. E chiedeva a Renzi
di «fare in modo che si recuperi il dialogo con quei partiti
che, pur nella durezza del confronto,non intendono impedire un percorso riformatore».
Lo stesso dice Alfredo D’Attorre: «Ieri tanti deputati del Pd
sono rimasti in Aula per garantire il numero legale, per evitare il definitivo naufragio delle
riforme. Ma ora chiediamo
che Renzi assuma una iniziativa politica già nelle prossime
ore».
Intanto Grillo lancia aiparlamentari delle opposizioni la
proposta di dimettersi tutti. Lo
fa dal suo blog, spiegando che
difficilmente un presidente
della Repubblica appena eletto scioglierà le Camere. Non
ha senso, allora, puntare sul
Quirinale, come hanno fatto
le opposizioni ne l’altro giorno
chiedendo un incontro che,
comunque,cisarà martedi.Secondo Grillo, è meglio «creare
le precondizioni per uno scioglimento attraverso una richiesta congiunta ditutte le opposizionieventualmente supportata dalle dimissioni dei parlamentaridiminoranza (e vediamo se anche quelli della sinistra Pd ci stanno, almeno in
parte)». Se accadesse anche in
uno solo dei due rami del Parlamento, «sarebbe pressoché
automatico lo scioglimento di
quella Camera e, a ricaduta,
dell’altra». Peccato che i suoi
parlamentari sono i primi a
non esserne convinti. «Noi siamo sempre pronti a dimetterci se possiamo far cadere un
Parlamento che non rappresenta più nessuno», spiega Roberto Fico, deputato del M5S e
membro del direttorio, «ma
questi sono più sogni che realtà». Certo che siamo pronti a
dimettersi, ha detto Alfondo
Bonafede, M5S, ma «questo
ha un senso se tutte le opposizioni lo fanno». Ovvero, no.
Battaglia sulle modifiche
La Consulta giudicherà l’Italicum
Passa l’emendamento della sinistra dem: ci sarà il controllo preventivo dei giudici sulla legge elettorale
■■■ Nel caos dell’altra notte a Montecitorio non c’è uno solo vincitore. È vero che Matteo Renzi è riuscito a portare
a casa, nei tempi che voleva, la seconda lettura della riforma che supera il bicameralismo perfetto e riscrive il Titolo
V. Ma anche la minoranza del Pd ha
vinto la sua piccola battaglia. È riuscita,
infatti, a farsi approvare due emendamenti di un certo peso. Entrambi presentati dal bersaniano Andrea Giorgis,
professore di Diritto costituzionale, e firmati da tutta l’area di minoranza. Il primo prevede il controllo preventivo di
legittimità da parte della Corte Costituzionale sulle legge elettorali, comprese
quelle nel frattempo approvate. Significa che, quando la riforma costituzionale entrerà in vigore, si potrà chiedere
che la Consulta esprima un parere sull’Italicum. Anche se dovesse essere stato già approvato. Nella minoranza si dice che Renzi abbia dato l’ok a questo
emendamento dopo aver verificato
che la Consulta non è contraria all’Italicum. Intanto, però, questa norma c’è.
Ed è una spada di Damocle sull’Italicum. C’è poi un altro cambiamento. La
richiesta potrà essere fatta da un quarto dei componenti (non un terzo). L’altro emendamento approvato è che per
dichiarare lo stato di guerra sarà necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Camera, non più quella
semplice.
Per il resto, l’architrave della riforma
che supera il bicameralismo, abolisce
il Cnel e riordina le competenze tra Stato e Regioni è quello uscito dal Senato.
La Camera ha fatto solo due modifiche. Ha abolito il voto bloccato, quello
per cui il governo, oltre ad avere avere
CANDIDATO IN REGIONE?
Cantonein Campania
Matteo pressa, lui resiste
Pd in crisi di nervi in Campania.
Matteo Renzi estrae l’ennesima carta pur di evitare le primarie per la
scelta del candidato governatore. Il
nome, stavolta, è quello di Raffaele
Cantone, capo dell’Autorità per
l’Anticorruzione. Cantone metterebbe d’accordo tutti, Pd ed Ncd, e
creerebbe non pochi problemi al
centrodestra dove il presidente
uscente, Stefano Caldoro, non ha
ancora sciolto la riserva per la ricandidatura. Cantone, per ora, resiste.
Non solo. Nel Pd non è da trascurare il fattore De Luca, signore dei voti. «Ritirarmi dalla competizione?»,
ha detto, «sarebbe come chiedere a
Maradona di andare in panchina?». E poi c’è l’ex Sel Gennaro Migliore. Pure lui in campo dal 22 febbraio. Oltre ad Andrea Cozzolino,
Di Nardo (Idv) e Di Lello (Psi). Partita apertissima.
tempi certi sulla votazione di disegni di
legge, poteva blindarne il contenuto.
Non è più così. I tempi dovranno essere rispettati, ma il Parlamento potrà intervenire anche sul contenuto dei disegni di legge governativi. In sostanza, segna un punto chi vuole difendere le
prerogative del Parlamento, ridimensionando i poteri del governo. Il secondo cambiamento riguarda il quorum
per l’elezione del presidente della Repubblica. Nelle prime tre votazioni resta pari ai due terzi dei componenti.
Dalla quarta si abbassa ai tre quinti e
dalla settima passa ai tre quinti dei votanti.
Ora il prossimo passaggio è ai primi
di marzo. Finiti di esaminare articoli ed
emendamenti, resta il voto finale. Solo
allora il testo passerà al Senato che, però, potrà intervenire solo sulle modifiche fatte alla Camera dei deputati. L’obiettivo del governo è concludere la
quarta lettura entro l’estate. Ma perché
tutto fili liscio bisogna che la maggioranza a Palazzo Madama, dove i numeri sono ridotti, sia compatta. In particolare, che lo sia il Pd. Per capirlo, bisogna vedere cosa accadrà fra poche settimane alla Camera, quando arriverà in
Aula l’Italicum, che è il vero bersaglio
su cui punta la minoranza interna. Basterà modificare anche solo una virgola e il testo dovrà tornare al Senato, dove la minoranza potrà strappare molto
di più, essendo determinate.
EL.CA.
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ITALIA
__Domenica 15 febbraio 2015__
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::: I GUAI DEL GOVERNO
Sinistra senza limiti
Abusivie in un’Aulasemivuota
Il Colle tace,loro rifanno la Carta
Saltate le larghe intese, il Rottamatore prova a riscrivere la Costituzione con 310 deputati,
dei quali 133 eletti con un premio di maggioranza «illegale».Il presidente deve intervenire
::: FAUSTO CARIOTI
■■■ Si può cambiare la Costi-
tuzione con maggioranze risicate: ci riuscì l’Ulivo nel 2001,
cavandone fuori un obbrobrio
alquale si cerca ancora di rimediare, e tentò di farlo la Casa
delle Libertà nel 2006, andandosi a schiantare contro il referendum. Due precedenti poco
fortunati. Stavolta, però, siamo
parecchio oltre: Matteo Renzi
sta cambiando la Costituzione
con il voto decisivo di oltre 130
parlamentari che stanno lì grazie a una norma dichiarata incostituzionale. Sergio Mattarella, che di quella sentenza è uno
degli autori, sinora non ha avuto nulla da ridire: la speranza è
che cambi idea e si faccia sentire presto, anche se le voci che
filtrano dal Quirinale sostengono il contrario.
Qualche numero può essere
utile a capire: alle ultime votazioni con le quali l’aula ha approvato ilnuovo testo della Carta erano presenti appena 310
deputati. Quasi metà di questi
nuovi padri costituenti sono
“abusivi”: sono i 126 del Pd, i
DURO LAVORO
Ritmi serrati per le
riforme: gli
esponenti pd
stramazzano sui
banchi [Ansa]
cinque del Centro democratico e i due della Südtiroler Volkspartei entrati in Parlamento
con quel premio di maggioranza che Mattarella e gli altri giudici costituzionali affossarono
il graffio
Mattarella sbugiarda il premier
Un volo di linea Alitalia ha portato Sergio Mattarella a Palermo. Tutti hanno lodato la sua sobrietà, eppure la notizia
sarebbe un’altra: quando Renzi andò in ferie con un volo
di Stato si giustificò accampando «motivi di sicurezza» per
le alte cariche. O Mattarella non è un’alta carica oppure ha
sbugiardato il premier.
Braccio di ferro continuo
La sfida del Cav: pronto pure al voto
Gli azzurri vogliono proseguire col Vietnam parlamentare. Ma Silvio è in ansia per le tensioni con Fitto
::: BRUNELLA BOLLOLI
ROMA
■■■ «Bene, bravi, continuiamo così.
Opposizione netta ma responsabile.
Non cifacciamo certo mettere all’angolo dal dittatorello diFirenze». Silvio Berlusconi è soddisfatto. Pronto a riprendersi la scena. Da Arcore ha seguito
con un certo godimento le nottate turbolente della Camera, le tensioni dentro al Pd, le scazzottate a sinistra, la decisione deigruppi di minoranza di uscire dall’Aula e non votare il ddl Boschi, e
ora attende solo di vedere come si comporterà il premier la prossima settimana. E cosa dirà l’uomo nuovo del Colle,
Sergio Mattarella, alle delegazioni che
saliranno al Quirinale per essere ascoltate. Quel che è certo, ragionano i fedelissimi del Cav, è che «Berlusconi ha
vinto. Ha detto di no alla prepotenza
del Partito democratico, ha denunciato la rottura del patto riformatore con
Renzi. Silvio ha vinto e si riaffaccia un
sentore di democrazia». Ma «Aventino
un par di balle», ha precisato ieri Il Mattinale, house organ del gruppo parlamentare di Forza Italia, «qui nessuno si
ritira né si esilia. Al tempo di Mussolini
quella scelta fu una esibizione disperata e nobile di impotenza. Nel nostro caso possiamo contare su un Arbitro, che
siamo certi non somiglia al re sabaudo.
E abbiamo i numeri. La maggioranza
di Renzi non tiene», pronosticano gli
azzurri, che mandano un avvertimen-
to chiaro all’esecutivo: «La riforma costituzionale nel suo passaggio al Senato,se mai supererà indenne il voto finale di marzo, riceverà un’accoglienza letale». Non bastasse questo, alla Camera sono in scadenza tre decreti sul milleproroghe, sulle banche popolari, sulla politica estera. E ilgoverno, ha ribadito ilvulcanico capogruppo Renato Brunetta, «vedrà i sorci verdi».
Dunque, la linea è decisa. Fi è libera
dai vincoli del Nazareno, non ha paura
delle minacce di Renzi e sembra accantonare i dissidi interni, cioè il caso Fitto,
per marciare unita contro la deriva autoritaria del Pd. Paradossalmente, ragionano i lealisti, l’atteggiamento da
bullo del presidente del Consiglio è servito a ricompattarci. Dall’Aula, infatti,
sono usciti tutti gli azzurri, solo Saverio
Romano ha resistito un paio d’ore dentro con i dem. «Abbiamo sempre chiesto che Forza Italia tornasse a un ruolo
di vera opposizione senza patti che i
nostri elettori non capivano», spiega
un senatore pugliese vicino a Fitto, «siamo sempre stati contro le barzellette
delle riforme di Renzi. Adesso chiediamo un processo interno più democratico e non vogliamo dare spazio alla Lega di Salvini». I fittiani si vedranno sabato 21 a Roma per poi partire in un tour
che toccherà Veneto, Calabria, Campania, Piemonte e Basilicata, per altro al-
A UN CONVEGNO
La Bonino in pubblico dopo la chemio
Emma Bonino [web]
Emma Bonino ha partecipato al convegno
organizzato dal Pd, dal titolo «Come cambia il mondo» e indossava un turbante perché si sta sottoponendo alla chemioterapia.
L’annuncio della sua malattia fu dato in diretta dall’emittente di casa, Radio Radicale,
a gennaio e senza troppi giri di parole: «Emma Bonino, 66 anni, ha un cancro ai polmoni». Emma aveva poi spiegato: «Non ho intenzione di rinunciare all’attività politica: io
non sono la mia malattia». Tanto che il suo
nome è circolato tra i possibili candidati al
Quirinale.
la vigilia delle Regionali. Un’operazione che Berlusconi vede come «un’opa» sulla sua leadership e che è motivo
ditensioni con ilcapo dei frondisti, sebbene il Cav abbia fatto sapere che lui
non caccia nessuno. «Semplicemente
la minoranza deve adeguarsi alla maggioranza. In democrazia funziona così». Fitto e i suoi insistono: «Noi non ce
ne andiamo da Fi. Però si proceda a un
azzeramento degli incarichi».
Le fibrillazioni interne, insomma, rimangono, alpunto che Gianfranco Rotondi suggerisce al Cav di rifondare Fi e
chiamare Casini, perché «siamo allo
sbando». Così come tra gli azzurrirestano i nodi aperti sulle alleanze con la
Lega di Salvini o il rapporto con Ncd di
Alfano, che auspica la riapertura del
dialogo sulle riforme con gli ex compagni del Pdl, anche in vista del voto in
Campania. «Qui non è in gioco il futuro del partito», sottolinea il senatore
Nitto Francesco Palma, lontano da
ogni corrente. «Io sono molto preoccupato per questo Parlamento succube
dell’esecutivo. Renzi sta stravolgendo
le regole istituzionali, vuole votare le riforme senza il contributo delle opposizioni e di parte del Pd. Il sistema sta
saltando», denuncia l’ex Guardasigilli.
«A questo punto è auspicabile andare
alvoto con ilConsultellum. Non importa chi sarà eletto, ma bisogna evitare
che il Parlamento si trasformi da organo di legittimante controllo dell’esecutivo a suo umiliante zerbino».
nel dicembre del 2013, poiché
esso determinava «un’alterazione del circuito democratico
definito dalla Costituzione».
Da un punto di vista formale
Renzi può farlo. La stessa Corte, per impedire un terremoto
istituzionale, ha stabilito che la
sentenza «produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione
di una nuova consultazione
elettorale». Pure il presidente
del Consiglio, però, si era reso
conto che usare un Parlamento incostituzionale per riscrivere la Costituzione ha un che di
indecente. Tanto da avere pensato lui stesso ai modi per sanare il vulnus.
Il primo strumento erano le
larghe intese: se la Costituzione è riscritta da una maggioranza ampia, nella quale gli “abusivi” non hanno un peso decisivo, l’operazione risulta corretta
sotto l’aspetto politico e quello
morale. Ma le larghe intese
non ci sono più.
Resta il secondo lavacro, peraltro obbligato, visto che a questo punto la maggioranza dei
due terzi Renzi se la sogna: il
referendum popolare. La legittimazione che non può avere
da un Parlamento incostituzionale il premier punta ad ottenerla dagli elettori, chiamati ad
approvare il nuovo testo della
Carta. Probabile che la spunti,
ma sarebbe comunque una
presa in giro: la voglia di cambiare degli italiani è tale che voterebbero qualunque revisione della Costituzione faccia dimagrire il Parlamento, e molto
probabilmente apprezzerebbero di più un testo che prevedesse un vero sistema monocamerale anziché l’accrocco di Renzi, che trasforma il Senato in
una Camera (rossa) zeppa di
rappresentanti delle Regioni.
A questo punto, visto l’incarognirsi di Renzi nell’andare
avanti a colpi di maggioranza,
tale da imbarazzare pure i suoi
compagni di partito, l’unico
che può farlo rinsavire è Mattarella, che da martedì incontrerà i rappresentantidelle opposizioni.Ilpresidente della Repubblica ha promesso di essere
«un arbitro imparziale», ma
questo non vuol dire che debba essere silente. Tra gli strumenti a disposizione ha infatti
quella moral suasion della quale certi suoi predecessori hanno fatto sfoggio: un discorso,
pubblico o privato, con le parole giuste per far capire al premier che sta esagerando.
È da questo battesimo del
fuoco che si capirà di che pasta
è fatto davvero Mattarella,
quanto saprà essere indipendente da quel premier che, pur
di non far salire Romano Prodi
o Giuliano Amato sul Quirinale, ha preferito portarci lui.
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ITALIA
__Domenica 15 febbraio 2015__
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::: LE SFIDE DEL CENTRODESTRA
Il Bestiario
::: segue dalla prima
GIAMPAOLO PANSA
(...) per usare una definizione
un po’ generica.E ha una mostruosa capacità di lavoro.
Tutti i giorni fa uscire Il Mattinale, il foglio interno del gruppo forzista. Sempre ogni giorno, o quasi, scrive un articolo
per il quotidiano diretto da
Alessandro Sallusti. E infine
s’immerge nella fatica, che
non gli invidio, di guidare il
suo gruppo a Montecitorio.
Chi sostiene che tutti i politici
siano pelandroni e lavativi
ignoranti, dovrebbe chiedere
scusa almeno a lui.
Infine Brunetta, veneziano, 65 anni a maggio, ha una
qualità in più. Non ha mai
creduto che il premier attuale, Matteo Renzi, sia un messo del Padreterno inviato in
Italia per salvare ilnostro paese e la democrazia. Per capirci, non appartiene alla schiera dei tanti che ritengono
Renzi una specie di figlio naturale di Berlusconi. Il Royal
Baby, il monarca in fasce,
adorato anche da un Giuliano Ferrara di solito più smaliziato. L’ex direttore del Foglio
gli ha dedicato un libretto
gonfio di passione che un
giorno servirà agli storici per
comprendere come l’amore
conti in politica almeno
quanto il sesso.
Tra gli innamorati di Renzi
il più illustre, e il più travolto
dal desiderio, c’è stato a lungo ilCavaliere. I lettori di Libero sanno tutto di questa coppia innaturale, nata sul famoso Patto del Nazareno. Un
tempo gli amanti si giovavano dell’aiuto di qualche anziana signora che favoriva i loro incontri di letto. In questo
caso, la signora, di solito classificata come mezzana, è stato un’eccellenza del partito
guidato dal Cavaliere: Denis
Verdini,fiorentino come Renzi. Ma è una storia che sembra finita per sempre, dopo
l’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella, scelto dal premier su consiglio di Giorgio
Napolitano senza coinvolgere Silvio. Morale: il leader di
Forza Italia ha rotto ogni legame con il Royal Baby e tra i
due il clima è diventato di
guerra.
Adesso la guerra a Renzi è
al calor bianco. E vede in prima fila proprio Brunetta che
ha promesso al premier sorci
verdi, vendette, maledizioni
e torture. La guerra è appena
iniziata e il primo atto è stato
l’abbandono di Montecitorio
da parte delle opposizioni.
Mentre scrivo questo “Bestiario”,nessuno sa quanto continuerà lo scontro e come si
evolverà. Esiste una sola certezza: se Berlusconi avesse
dato ascolto a Brunetta, tutti
noi non ci troveremmo nel
terribile pasticcio odierno. E
soprattutto il Cav riuscirebbe
a dormire senza essere assediato da una folla di incubi,
ciascuno più orrendo deglialtri.
Ilprimo incubo diSilvio, reso pesante dal senso di colpa
Non basterà l’Aventino di Brunetta
a fermare la scalata del Royal Baby
Ilcapogruppo azzurro è coraggioso e non si è mai lasciato ammaliare dal premier. Ma gli unici
che possono impedire la nascita di un regime sono i parlamentari del Pd. Ci proveranno? Difficile
Renato Brunetta mentre
conferma la decisione
del suo partito di
abbandonare l'aula
[Ansa]
per aver sbagliato troppe
mosse, è quello di dover presto fare i conti con un regime
di tipo nuovo, costruito da
Renzi a propria immagine e
somiglianza. Oggi è impossibile prevedere quale struttura avrà il Renzismo senza avversari. Ma alcuni caratteri
stanno affiorando. Il potere
andrà per intero a un blocco
solo, il Partito della Nazione,
una struttura sconosciuta nell’Italia odierna. Una vera super casta politica e insieme affaristica,senza pietà per gliavversari.
Del resto, Renzi è fatto co-
sì. Rappresenta l’esatto contrario della «calma forza tranquilla»,come si definiva il presidente francese Francois
Mitterrand. Il nostro premier
è un giovin signore vendicativo, esperto di pugnali intrisi
nel veleno, circondato da
una turba di yes man e di yes
woman pronti a ubbidire.
Con il pretesto che le riforme
necessarie all’Italia vanno fatte in velocità e senza paura di
far scorrere il sangue, Renzi
ci prepara un avvenire dove
la vita sarà difficile per chi
non si inchina dinanzi al suo
potere.
L’arma letale per affermare il Renzismo sarà la nuova
leggere elettorale, nota come
Italicum. Se ilParlamento dovesse approvarla secondo lo
schema previsto, le opposizioni non esisterebbero più.
Diventeremmo una nazione
a partito unico, un caso che
non si presenta in nessun paese democratico dell’Occidente. I regimi liberali si reggono sempre sul confronto
fra sinistra e destra. Ma se la
destra decide di suicidarsi,
per esempio votando l’Italicum, la libertà anche personale di chi non si schiera con
ilvincitore non durerà in eterno.
Ecco uno degli incubi che
perseguitano le notti diBerlusconi. Sia pure con molto ritardo, si è deciso a parlare di
deriva autoritaria del piano
di guerra renziano. È il minimo che Silvio poteva dire di
fronte alle mosse del Royal
Baby. La più aggressiva è
quella di accogliere sotto le
Resa dei conti
La Liga Veneta contro Zaia e Salvini:
sì alla Lista Tosi, no a patti con Fi e Ncd
■■■ Flavio Tosi conferma i pronostici
della vigilia: domani, al vertice con Luca
Zaia e Matteo Salvini, arriverà con un documento pesantissimo che suona come
una vera e propria dichiarazione di guerra. Ma se prima di ieri i toni della battaglia erano affidati a interviste o dichiarazioni, ora sono certificati. Nero su bianco. È successo che il consiglio della Liga
Veneta, che nella terra di San Marco è
guidata dal sindaco scaligero, ha votato
un documento che Tosi sventolerà sotto
il naso di Zaia e Salvini.
«Nessun congresso federale prima
delle regionali», e quindi niet a possibili
modifiche dello statuto per depotenziare i dirigenti sul territorio. «No a decisioni da Milano»: Salvini stia a cuccia. «La
Lega dovrà allearsi con liste civiche», che
significa dare spazio alla lista Tosi - oltre
alla lista Zaia - e niente accordi con Forza Italia o Nuovo centrodestra «che stan-
no appoggiando il governo Renzi». Poi,
«nessun limite di due mandati per i candidati». Salvini lo vorrebbe, ma così parecchi tosiani sarebbero fuori dai giochi.
E nel documento della Liga Veneta si
spiega che «essendoci le preferenze, saranno i cittadini a confermare o meno
gli amministratori». Su 18 votanti, in 14
sono stati a favore. Più tre astenuti e un
contrario. Risultato. Tosi, dimostrando
di avere in mano il partito, insisterà per
avere l’ultima parola sulle trattative delle
Regionali. In caso di risposta negativa, è
pronto ad accusare la Lega «Milano-centrica» che mette il becco a Venezia e dintorni. Uno schema che non piace a Salvini e neanche a Zaia. Quest’ultimo rivendica di poter avere l’ultima parola, visto
che la faccia in campagna elettorale e
nella Regione ce la mette lui. Peraltro,
non sembra entusiasta della gestione
del partito fatta dal sindaco di Verona.
Matteo Salvini [Ansa]
Accusato dai rivali interni di aver imbavagliato chi non la pensava come lui a
suon di commissariamenti ed espulsioni. Salvini si trova in mezzo a questo terremoto. Arriva al vertice con la speranza
che Tosi e Zaia trovino la quadra da soli.
In caso contrario, interverrà. Anche con
le brutte. E quello che gli preme di più è
tutelare la candidatura di Zaia.
«Sto fuori dalle polemiche politiche»
ha affermato ieri il governatore. «Qui
non si tratta di capire chi sta con Tosi ma
chi sta con il Veneto. E sta con il Veneto
chi difende l’autonomia della Liga Veneta. La lista la si decide in Veneto» ringhia
Tosi. Salvini è tornato da poche ore dalla
Russia. A Mosca, per continuare i colloqui con personalità politiche, culturali e
imprenditoriali, sono rimasti i suoi fedelissimi Gianluca Savoini e Claudio D’Amico.
M.PAN.
proprie tende parlamentari
eletti in altri partiti, ma che si
stanno schierando ai suoi ordini.
Molti italiani non se ne sono resi conto. Ma esiste ormaiuna Legione straniera accorsa in aiuto del premier. È
uno spettacolo indecente
che rivela la vergogna nascosta in molti senatori e deputati. Si sono fatti eleggere in
clan politici diversi o lontani
dal Pd, eppure risultano
pronti a cambiare casacca
senza dimettersi dal Parlamento.
Qualcuno sostiene che l’Italicum sia una legge gemella della riforma elettorale ideata nel 1923 da Giacomo
Acerbo per favorire l’affermazione del fascismo, andato al
potere l’anno precedente
con la marcia su Roma. Prevedeva l’abolizione del sistema proporzionale.E nelle elezioni politiche assegnava i
due terzi dei seggi della Camera alla lista di maggioranza relativa.
Nella discussione a Montecitorio per l’assegnazione del
premio di maggioranza,Mussolini, ponendo la questione
di fiducia, ottenne che il quorum per il premio venisse fissato al 25 per cento dei voti
raccolti. Mentre le opposizioni chiedevano che fosse alzato al 40 per cento o almeno al
33 per cento. La legge venne
approvata il 23 luglio 1923,così come la voleva il Duce.
Ecco perché il principe degli analisti politici, Stefano
Folli, scrive a proposito della
strategia del plebiscito che ha
in testa Renzi. Non tanto sulla riforma costituzionale
quanto su se stesso. Ci aspettano tempi cupi. E Brunetta
lo ha capito prima di tanti altri, a cominciare dai suoiamici di partito. Nessuno è in grado di prevedere quanto durerà l’uscita dall’aula di Montecitorio. Ma se qualcuno parla
di un nuovo Aventino, tocco
ferro.
Quello vero fu deciso nel
giugno 1924 dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti. I
deputati delle opposizioni al
fascismo, guidati da Giovanni Amendola e da Filippo Turati, abbandonarono Montecitorio. Gli unici che non li seguirono furono i comunisti
che speravano in un’insurrezione delle masse popolari.
La protesta fallì. Dopo qualche mese i deputati aventiniani ritornarono in Parlamento
alla spicciolata. E molti vennero manganellati dai fascisti.
Certo,Brunetta va ammirato per il coraggio e per il caratteraccio che sorprende sempre. Purtroppo la verità a me
sembra un’altra. Gli unici
che possono fermare Renzi
nella sua corsa folle a costruire un regime personale sono
i parlamentari del Partito democratico. Avranno il coraggio di farlo, se non altro per il
rispetto che devono ai propri
elettori e a se stessi? La mia
previsione è tetra: non tenteranno neppure.
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ITALIA
__Domenica 15 febbraio 2015__
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::: I NOSTRI SOLDI
Lo studio di ImpresaLavoro
Bluff sui debiti della Pa: la metà è ancora da pagare
Renzidoveva saldare gli arretratidel 2013 cinque mesi fa. Ma mancano 37 miliardi.E con le fatture del 2014 siamo al punto di partenza
::: STEFANO RE
■■■ Allarme per le imprese italiane: malgrado le promesse fatte da Matteo Renzi, che il 13 marzo, a Porta a
Porta,siera impegnato a saldare tutti i debiti della Pubblica amministrazione entro settembre, gli ultimi dati
dicono che i debiti pagati
dalla pubblica amministrazione sono ancora meno
della metà del dovuto. Lo
stock del debito, intanto, resta inchiodato attorno a quota 75 miliardi.
Venerdì il governo ha annunciato un ulteriore passo
avanti nello smaltimento
dei debiti scaduti delle Pubbliche amministrazioni, comunicando di aver erogato
ai creditori, al 30 Gennaio
2015, 36,5 miliardi di euro,
con un incremento di 4 miliardi rispetto all’ultimo monitoraggio effettuato a fine
ottobre. Tutto bene, dunque? Non proprio. Intanto
perché questi pagamenti si
riferiscono ai debiti maturati fino al 31 dicembre 2013 e
non ai ritardi che la Pubblica amministrazione ha accumulato in tutto il 2014. E
comunque, anche limitandosi ai debiti accumulati sino al 2013, i calcoli fatti da
ImpresaLavoro su dati Eurostat e Intrum Justitia dicono
che sinora è stato pagato
meno della metà di quanto
dovuto sino ad allora. I debiti commerciali maturati dalla Pubblica amministrazione al 2013, infatti, ammontano a 74,2 miliardi dieuro: devono dunque essere pagati
dal governo altri 37,7 miliardi.
::: LA SCHEDA
I CONTI
Il governo ha annunciato di aver
erogato ai creditori della Pa, al 30
Gennaio, 36,5 miliardi, con un incremento di 4 miliardi rispetto all’ultimo monitoraggio. Però i debiti
maturati dalla Pa al 2013 ammontano a 74,2 miliardi: devono dunque
essere pagati altri 37,7 miliardi
DEBITO COMPLESSIVO
ImpresaLavoro stima che nel 2014
siano stati consegnati alla Pa beni e
servizi per circa 158 miliardi e che,
in forza dei tempi medi di pagamento, lo stock complessivo del debito
sia ancora pari a circa 75 miliardi
ma che nel 2014 siano già
stati consegnati alla Pubblica amministrazione beni e
servizi per un valore di circa
158 miliardi di euro e che, in
forza dei tempi medi di pagamento della nostra Pa, lo
stock complessivo del debito è pari a circa 75 miliardi:
di poco superiore, dunque,
a quello di fine 2013.
Si tratta, peraltro, di stime
prudenziali, che non tengono conto di altri debiti commerciali, tra cui quelli delle
imprese partecipate dallo
Stato e dagli enti locali. L’u-
niverso di società che vedono nel proprio capitale sociale la partecipazione di
amministrazioni pubbliche
locali e centrali contribuiscono infatti ad aumentare in
misura rilevante lo stock dei
debiti commerciali della nostra Pa, per una quota difficile da stimare. Secondo uno
studio condotto dal Cerved
sui dati del 2013, le imprese
partecipate da Regioni e Autonomie locali registrano
pessime performance in termini di fatture non pagate
sullo scaduto. Si stima che a
giugno 2013 le partecipate
regionali non abbiano pagato addirittura l’82,2% delle
fatture scadute, registrando
un forte peggioramento rispetto agli anni precedenti.
SAN MATTEO
Secondo il presidente del
centro studi ImpresaLavoro, Massimo Blasoni, «sono
gli stessi dati che il governo
comunica a certificare che
Renzi non ha mantenuto la
promessa di saldare tutti i
debiti della pubblica ammi-
nistrazione entro il 21 Settembre dello scorso anno. Il
presidente del Consiglio aveva garantito di saldare tutto
il pregresso entro San Matteo: 146 giorni dopo siamo
anche a meno di metà del
percorso. La Pubblica amministrazione onora i propri impegni in tempi lunghissimi, 170 giorni: il governo, per non essere da meno,
sembra adeguarsi a questi
tempi nel mantenere le sue
promesse. Le imprese, però,non possono più permettersi di aspettare».
TEMPI MEDI
Lo stock di debito complessivo che la Pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese private
resta peraltro ingentissimo.
I debiti commerciali infatti
si rigenerano con frequenza, dal momento che beni e
servizi vengono forniti di
continuo. Liquidare i debiti
pregressi di per sé non riduce quindi lo stock complessivo: questo può avvenire soltanto nel caso in cui i nuovi
debiti creatisi nel frattempo
risultano inferioria quelli oggetto di liquidazione. Una
condizione che non potrà
crearsi fino a quando il livello di spesa della pubblica
amministrazione e i suoi
tempi medi di pagamento
(che al momento sono di
170 giorni) non subiranno
una drastica diminuzione.
Purtroppo nessun indicatore, avverte ImpresaLavoro, permette di dire che vi è
stata una diminuzione dei
tempi di pagamento. Ciò significa che l’intervento del
governo è servito soltanto
ad impedire che lo stock aumentasse. Il centro studi sti-
■■■ Le Regioni a statuto ordinario
del Nord danno oltre 100 miliardi di
euro all’anno di solidarietà al resto del
Paese. Ovvero versano molto di più di
quanto ricevono, evidenzia una ricerca della Cgia di Mestre.
Ildato emerge da un calcolo sul residuo fiscale di ogni Regione italiana,
cioè la differenza tra le entrate complessive regionalizzate (fiscali e contributive) e le spese complessive regionalizzate (al netto di quelle per interessi)
delle Amministrazioni pubbliche.
In testa alla classifica virtuosa si piazza la Lombardia, con un residuo fiscale annuo positivo pari a 53,9 miliardi
di euro, che in valore procapite è pari
a 5.511 euro. Questo vuol dire che
ognicittadino lombardo (neonati e ultracentenaricompresi) versa in solidarietà al resto del Paese oltre 5.500 euro
all’anno. Il Veneto, invece, presenta
un saldo positivo pari a 18,2 miliardi
di euro che si traduce in 3.733 euro
conferiti da ciascun residente.
L’Emilia Romagna, con un residuo
di 17,8 miliardi di euro, devolve ben
4.076 euro per ciascun abitante. In Piemonte, che nel rapporto dare-avere
I dati della Cgia di Mestre
Ogni lombardo dà 5.500 euro l’anno
per aiutare le regioni più povere
elargisce agli altri territori 10,5 miliardi
di euro, il residuo fiscale medio per
abitante è di 2.418 euro all’anno. La
Liguria, infine, dà al resto del Paese un
miliardo di euro, pari a 701 euro per
ogni cittadino ligure.
Nonostante sia più contenuto ri-
spetto al dato riferito alle realtà del profondo Nord, anche il residuo fiscale di
tutte le Regioni del Centro è sempre
positivo. La Toscana ha un saldo di 8,3
miliardi di euro, il Lazio di 7,3, le Marche di 2,5 e l’Umbria di 1,1 miliardi.
Se,invece, osserviamo i risultati del-
il graffio
Vendola a bordo ring
Dice Nichi Vendola: «Noi andremo martedì da Mattarella a rappresentare la situazione di disagio, l’umiliazione del nostro Parlamento, ridotto a votificio, a ring di pugilato, una delle più brutte pagine della storia
della Repubblica italiana». Verissimo. Il problema è che i protagonisti
della rissa alla Camera, insieme ai deputati del Pd, sono stati proprio
quelli di Sel. Forse Vendola vuole andare da Mattarella per cercare un
arbitro imparziale in vista del prossimo round.
le Regioni meridionali, la situazione
cambia completamente di segno. Tutte presentano un residuo fiscale negativo: vale a dire, ricevono di più di
quanto versano.
Ilsaldo peggiore tra tutte le 20 Regioni d’Italia spetta alla Sicilia: in termini
assoluti è pari a -8,9 miliardi di euro,
che si traduce in un dato procapite pari a 1.782 euro. In Calabria, invece, il
residuo è pari a -4,7 miliardi di euro
(-2.408 euro procapite), in Sardegna a
-4,2 miliardi (- 2.566 euro ogni residente), in Campania a -4,1 miliardi (-714
euro per ciascun abitante) e in Puglia
a -3,4 miliardi di euro (- 861 euro procapite).
I dati sono riferiti al2012 (ultimo anno in cui è possibile confrontare le entrate e le spese di ciascuna Regione).
Tuttavia, avverte la Cgia,se si ricostruisce l’andamento registrato negli ultimi4-5 anni,la situazione, rimane molto stabile per la gran parte delle Regioni: pertanto, è verosimile ritenere che
non vi siano state delle significative variazioni anche negli anni successivi al
2012.
A. M.
12
ESTERI
__Domenica 15 febbraio 2015__
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Il premier greco
Alexis Tsipras,
l’uomo nuovo del
panorama politico
europeo. Tra poche
ore si saprà se è
anche in grado di
mantenere le
promesse [Ansa]
PACE IMPOSSIBILE
Scatta la tregua
Ma in Ucraina
si combatte ancora
::: CARLO PELANDA
■■■ Il compromesso tra Eurozona e Grecia dipenderà
non da fattori tecnici, ma geopolitici.La questione greca, infatti, ha rilievo non per l'importanza di questa nazione e
nemmeno per l'entità del suo
debito a rischio di insolvenza,
ma per l'effetto sia globale sia
regionale che il suo esito potrà provocare. Dopo la fine
dell'Impero americano (1945
- 2008) che aveva sospeso la
normalità storica, imponendo una pax (monopolio della
violenza) che impediva ad altre nazioni ambizioni di conquista, ora la storia è tornata,
in particolare, destabilizzando i confini dell'ordine internazionale precedente.La Russia punta all'inclusione di Grecia e Cipro
nella sua area di influenza, combinando
millenarismo panslavista e compattazione
dei cristiani ortodossi,
motivo di eccitato
consenso interno. La
speranza strategica di
Mosca ricalca l'antico
progetto imperiale zarista: espansione ad
ovest con sbocco nel
Mediterraneo, dominio dell'Asia centrale,
per esempio il riassorbimento in atto del
Kazakistan, posizione
di deterrenza nell'estremo
oriente, per esempio la recente alleanza con la Corea del
Nord in quanto i suoi missili
nucleari possono essere puntati non solo su Tokyo o Los
Angeles, ma anche su Pechino. La Russia, infatti, sa che la
strategia cinese di lungo termine è di annettere la Siberia
e siprepara. Ma,prima di questo, Pechino e Mosca hanno
l'interesse dicostruire un blocco euroasiatico, includendo
la Ue dopo averla indebolita e
frammentata. La Russia vorrà
includere la Grecia anche per
rinforzarsi sul piano simbolico: Mosca, Seconda Roma, è
il vero centro dell'Occidente
erede di Atene, meglio dire
Sparta, e Costantinopoli e
non Washington, Terza Roma. La Cina, con un'inclinazione strategica più pragmatica, vorrà dominare gli europei, compresi i russi alla fine,
Verso una soluzione
La trattativa sul debito greco
è un’occasione per l’Italia
Per evitare che Atene finisca in mano a Russia e Cina, la Merkel dovrà per forza
scendere a compromessi anche col nostro aiuto. In cambio possiamo chiedere molto
non con i simboli, ma con i comprendere perché l'Amerisoldi. Per esempio, sta pre- ca abbia imposto a Merkel
mendo, con successo, per la una posizione di manteniconferma dell'acquisizione mento della Grecia nell'euro
del porto del Pireo, così come a tutti i costi. Da un lato, il costa insinuandosi con capitale sto economico sarebbe gestiin tutti gli snodi
bile senza groseconomici rilesi
problemi.
vanti dell'EuroDall'altro,
le
pa. In sintesi,
conseguenze
per ambedue
politiche di un
un'uscita della
cedimento ecGrecia dall'euro
cessivo alle risarebbe un vanchieste del gotaggio strategiverno neoperoco, amplificato
nista greco sadalfatto che Aterebbero destabine non potreblizzanti: (a) la
be essere più un Angela Merkel [Ansa]
percezione di
membro norun regalo ad
male della Ue e, soprattutto, Atene farebbe crescere molto
della Nato. Sarebbe un segna- il partito neonazionalista eule di inizio della fine per l'Occi- rocontrario “Alternativa per
dente americocentrico. Que- la Germania”, depotenziansta analisi - qui ho semplifica- do il centrodestra cristiano
to quella in corso in parecchi guidato da Merkel che, pur
think tank tra cui il mio - fa germanista, vuole mantenere
Ue ed Eurozona; (b) il cedimento incentiverebbe Podemos in Spagna, simile a Syriza, creando, dopo le elezioni
del prossimo settembre, un
megaproblema tecnico in
quanto il debito di Madrid è
sul trilione di euro e la sua
eventuale insolvenza avrebbe
scala per innescare una crisi
globale nonché la fine dell'euro; (c) preoccupazione simile
riguarda anche l'Italia, pur
molto meno. Per inciso, in
questo scenario l'Italia ha un
potenziale vantaggio in quanto Merkel ha bisogno che Roma converga per fare massa
politica. Al momento sembra
che Renzi non lo abbia colto
perché indulge in invocazioni
di generico euroflessibilismo.
Speriamo che a porte chiuse
voglia, e sappia, ben machiavellare perché è il momento
perfetto per “triangolare” con
Berlino e Washington ed otte-
La proposta del governo inglese
Cameron toglie il sussidio di disoccupazione agli obesi: perdano peso
::: MAURIZIO STEFANINI
■■■ Ultimatum del premier Cameron
ai ciccioni: o si mettono a dieta, o taglierà
loro i fondi. Employment and Support
Allowance (Esa) si chiama il sussidio istituito dal governo britannico il 27 ottobre
2008 per rimpiazzare i pre-esistenti Incapacity Benefits e Income Support. Comunque, si tratta di una somma che viene data a tutte le persone di età compresa tra i16 e i 61 anni la cui capacità lavorativa sia compromessa da problemi di salute. La cifra pagata è di 108,15 sterline a
settimana. E anche l'obesità rientra nel
pacchetto: su circa 100.000 cittadini britannici che chiedono l'Esa per ragioni di
salute, 6000 non possono lavorare proprio perché in sovrappeso. Nel 2009 ad
esempio i giornali segnalarono il caso di
un'intera famiglia, padre di 53 anni e 153
chili, madre di 57 e 153 chili, figlia di 21
anni e 114 chili e altra figlia da 19 anni e
107 chili, che cumulando le quattro indennità riceveva ogni anno senza pagare 22.508 sterline. Oltre 30.000 euro.
Secondo il premier, almeno 500 milioni di sterline che lo Stato paga ogni anno
a chi ha patologie inabilitanti potrebbe
essere risparmiato: una cifra preziosa, se
si pensa ai 12 miliardi di tagli al welfare
che i conservatori hanno in programma. L'idea è dunque che si devono curare. I ciccioni mettersi a dieta, gli alcolisti
o tossicodipendenti disintossicarsi, e così via. O se no la loro indennità verrebbe
tolta.
«C'è gente che ha problemi di droga e
alcool, ma rifiuta il trattamento», ha detto Cameron. «Non è giusto chiedere a
indefessi lavoratori che sono onesti contribuenti di finanziare i benefici a gente
che rifiuta di accettare l'appoggio e il trattamento che potrebbero riportarli a una
vita di lavoro».
nere in cambio sollievi economici nonché un ingaggio delle riluttanti America ed Europa per una iniziativa di sicurezza, vitale per l'interesse italiano, in Libia e dintorni. In
conclusione, visti questi fattori dello scenario, ci sarà un
punto di compromesso? Probabilmente sì, per esempio
uno sconto sugli interessi del
debito greco, qualche soldo
veicolato via Fmi e liquidità
extra alle banche greche (già
assicurata dalla Bce), queste
azioni sia travestibili come
continuità del rigore sia ingoiabili dal governo greco. Ma
prima di arrivarci, America ed
Europa dovranno individuare una leva di dissuasione nei
confronti di Tsipras, cioè fargli vedere la sua fine se continuerà a divergere e a fare occhiolino a Mosca e a Pechino.
Solo dopo questa azione vi sarà la soluzione tecnica.
Nonostante la “tregua” in
vigore, in teoria, dalla
mezzanotte fra ieri e oggi,
nell’Est dell’Ucraina ribelli russofoni e truppe governative si contendono ogni
zolla di terra. Guerra attorno a Debaltseve, dove da
5000 a 8000 soldati ucraini sono circondati. Il capo
della repubblica ribelle di
Donetsk, Zacharchenko,
ha spiegato: «Debaltseve
non è stata nominata negli accordi di Minsk. Stroncheremo i tentativi di sfondare». La polizia ucraina
lamenta la «distruzione
della città» da parte dei ribelli con razzi Grad. L’esercito ucraino ha perso
nell’ultima giornata 7 soldati uccisi e 23 feriti. Le
forze di Kiev hanno infierito con l’artiglieria sull’aeroporto di Donetsk e sulla
città di Horlivka, uccidendo 4 civili e ferendone 12.
Attorno alla strategica Mariupol s’è lottato con carri
armati e colpi di obice. Da
domani l’accordo di Minsk prevederebbe l’inizio
del ritiro delle armi pesanti, ma tutto pare in forse.
Il presidente ucraino Poroshenko resta pessimista anche dopo aver sentito per telefono i colleghi
americano e tedesca Obama e Merkel. Agita l’introduzione della legge di
guerra nell’intera Ucraina: «Già prima del vertice
di Minsk valutavo d’introdurre la legge marziale
non solo a Donetsk e Lugansk, ma in tutto il Paese. Se la tregua non tiene,
lo farò». Da ieri il capo di
Kiev conta su un “consigliere” bizzarro, l’ex-presidente
georgiano
Saakashvili, nemico giurato di Mosca, che dopo
aver condotto la Georgia
a cozzare con la Russia
nella disastrosa guerra
del 2008, ha vissuto protetto in America, che rifiuta
di estradarlo in patria, dove è ricercato per abuso di
potere e corruzione. L’Ucraina inizia anche a temere per la tenuta economica, dopo che Fitch ne
ha paventato ieri il rischio
di bancarotta.
MI.MOL.
Il premier
britannico
David Cameron
non ha
dichiarato
guerra solo agli
obesi, ma anche
agli alcolisti, ai
tossicodipendenti e in genere a
tutti quelli che
con il loro stile
di vita
“approfittano”
del welfare
[Ansa]
__Domenica 15 febbraio 2015__
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14
ATTUALITÀ
__Domenica 15 febbraio 2015__
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«Ingiustizia senza fine, per noi familiari è sempre più dura»
STATUA «FASCISTA»
Marò, una vergogna italiana
Da tre anni ostaggi dell’India
Il sindaco di Salò
chiede il Bigio
«per il nostro museo»
Niente processo né un capo d’accusa definito: Girone di fatto recluso in ambasciata,
Latorre in attesa di sapere se dovrà tornare a New Delhi. E dal governo tutto tace
::: CHIARA GIANNINI
■■■ Tre anni, ovvero millenovantacinque giorni stretti
nella morsa di un incubo che
pare interminabile. Avvolti
da questa cappa di silenzio
imposto dall’ennesimo governo che dice «lasciateci lavorare», ma che poi, di fatto, non
fa niente per arrivare alla definitiva risoluzione di una vicenda ormai assurda. Paradossale fino in fondo, perché
non si possono scontare tre
anni di reclusione senza processo - di più, senza neanche
un ben definito capo d’accusa. Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone sono vittime dello Stato, prima che dell’ingiustizia indiana. Solo per
aver avuto la sfortuna, quel
15 febbraio del 2012,di trovarsi a bordo della Enrica Lexie,
il mercantile sul quale erano
operativi assieme ad altri
quattro fucilieri del San Marco che componevano il team
antipirateria. I pirati arrivarono, come capita di frequente
nelle acque dell’Oceano Indiano. Qualche colpo di avvertimento partì dalla nave,
gli aggressori fuggirono. Ore
dopo la Guardia costiera indiana li richiamò in porto a
Kochi:«Hanno ucciso due pescatori del St Antony», questa
l’accusa. Peccato che quel
barchino, dalla Lexie, non lo
avessero mai visto, e che in
un andirivieni di versioni fornite e poi ritrattate, l’armatore Freddy Bosco corresse più
e più volte quanto dichiarato
inizialmente. Ovvero che l’incidente era avvenuto in un
orario completamente diverso da quello poi riportato da
Salvatore Girone,
37 anni, e
Massimiliano
Latorre, 47 [Ansa]
tutti: dall’Imo (International
marittime organization), dalla Marina militare, dall’armatore della nave italiana, dagli
stessi marò.
Così Max e Salvo, come tutti sono ormai abituati a chiamarli, da tre lunghi anni vivono da prigionieri in mano
straniera. Vero, Latorre ora è
a Taranto, e però in attesa di
capire se ad aprile, una volta
scaduto il permesso concesso dall’India per motivi di salute, dovrà far rientro a New
Delhi. Girone vive invece là,
all’interno dell’ambasciata
italiana. Entrambi di fatto abbandonati dalla politica, ma
certo non dai cittadini comuni, dalle associazioni combat-
::: LA SCHEDA
IL FATTO
Era il 15 febbraio 2012 quando, al
largo della costa del Kerala (India
sud occidentale), due fucilieri di
Marina italiani, imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie come nuclei
militari di protezione, rimasero
coinvolti in uno scontro a fuoco
con dei pirati. Le autorità indiane
li accusarono invece di aver ucciso due pescatori del luogo. Da allora Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono di fatto costretti a restare in India in attesa del
processo (Latorre è ora in Italia
per curarsi dopo un ictus, in attesa di sapere se dovrà tornare in
India).
INDAGINI E DIRITTO
La ricostruzione delle autorità indiane è stata più volte smentita
da elementi che invece accreditano la versione dei marò. Peraltro,
secondo il diritto marittimo, essendo l’incidente avvenuto in acque internazionali, i militari dovrebbe essere processato in Italia.
tentistiche e d’arma e da moltiesponentidelmondo militare. Resta il fatto che tre ministri della Difesa e cinque degli
Esteri non sono riusciti a riportarli a casa. Non c’è riuscito l’inviato speciale Staffan de
Mistura, non c’è riuscita l’Europa, non gli ambasciatori.
Solo qualche brillante generale è stato capace di trattare
per farli rientrare a votare, a
febbraio 2013. Ma i giochi politici che portarono anche alle dimissioni dell’ex ministro
Giulio Terzi completarono il
quadro dell’incapacità diplomatica dell’Italia e i due marò
dovettero far rientro a New
Delhi.
Girone, da allora, non ha
più messo piede sul suolo patrio, Latorre solo per curarsi
dopo l’ictus che lo ha colpito
a fine agosto, ma vive una vita
in attesa. «Che cosa volete
che dica? Mi auguro che tutto
questo finisca presto - spiega
a Libero Paola Moschetti,
compagna di Massimiliano -.
E incredibile, sono passati tre
anni, oraentriamo nel quarto: per noi familiari è sempre
più dura. Più che altro è quest’aria di incertezza. È un’ingiustizia che continua, il silenzio non aiuta».
Prende fiato,
poi prosegue:
«Massimiliano
migliora lentamente, sta seguendo le terapie all’ospedale
militare. Abbiamo preso un cane, un piccolo
carlino che ha
un mese e che
abbiamo chiamato Napoleone. Perché? Perché Giuseppina
Bonaparte aveva proprio un
carlino, l’unico
che sapesse tener testa alll’imperatore, che
riuscivaa spodestarlo dalla sua
sedia e mandarlo fuori dalla
stanza. Ci ha fatto simpatia,
Max lo adora». Mentre all’Inddia il nostro governo ha dimostrato di non sapere tener davvero testa. «Tre anni di sofferenza, vergogna, dolore e malattia - aggiunge Marco Cicala, del Cocer Interforze - che
due cittadini italianie due servitori dello Stato si trovano ad
affrontare solo per aver servito ilproprio Paese.Ma non sono soli, tutte le donne e gli uomini in uniforme sono con loro». Concetto ribadito da Terzi, da Elio Vito (Fi),Ignazio Larussa (Fdl), così come dal
Gianluca Pini (Lega Nord),
che parla di «tre anni di fallimenti di governi che meriterebbero di finire a processo
per alto tradimento». Certamente quello dei marò, visto
che dopo tanto tempo ancora non si vede la fine.
Il malvivente visto in paese nei giorni precedenti l’assalto, forse per un sopralluogo
Il Bigio, stampa d’epoca
SALÒ (BRESCIA) Il Bigio, colosso fascista nato dal genio di Arturo Dazzi, potrebbe trovare rifugio sulle rive del lago di Garda
nel seicentesco chiostro
di Santa Giustina a Salò,
già capitale della repubblica sociale. A proporlo è il
sindaco della città gardesana, il forzista Giampiero Cipani, pronto a chiedere il “prestito” al sindaco
pd di Brescia, Emilio Del
Bono, che invece non vuole riposizionare la statua
per ragioni ideologiche.
«Portare il Bigio a Salò
non avrebbe intenti celebrativi - ha spiegato il sindaco -. Ricostruirla non significa
condividerla».
Una scelta per metterebbe fine a polemiche decennali, con il Comune di Brescia che ha detto no al riposizionamento in piazza
della Vittoria previsto dall’ex sindaco di centrodestra Adriano Paroli. “L’Era fascista” (così è denominata la poderosa scultura, 7,5 metri di altezza,
inaugurata nel 1932 da
Mussolini) a Salò potrebbe essere “musealizzata”
e spiegata a visitatori e studenti, nel contesto dei percorsi storici della Rsi.
GIUSEPPE SPATOLA
ti davanti al negozio a bordo di una
Renault Laguna. Poco distante avevano nascosto un’Audi A8, pronta
per la fuga. Quest’ultima vettura,
qualche minuto dopo la sparatoria
stata vista sfrecciare in autostraSi moltiplicano le manifestazioni di vicinanza al benzinaio indagato per aver sparato al bandito. E la sottoscrizione supera gli 11mila euro era
da: non è ancora stata ritrovata, co::: ALESSANDRO GONZATO
serpentone di auto lo ha commos- mento degli accertamenti obiettivi: me del resto non ci sono tracce dei
VICENZA
so. Stacchio ha ringraziato tutti, uno la mancata convocazione potrebbe malviventi che erano a bordo.
a uno, con educazione e senza la- essere un segno dell’evoluzione poIntanto continua a far discutere
■■■ Non si fermano le manifestasciarsi mai scappare una parola fuo- sitiva dell’indagin proprio in ordine l’atteggiamento di parenti e amici
zioni di solidarietà nei confronti di
ri posto nei confronti dei familiari alla poizione di Stacdi Cassol, l’altro giorGraziano Stacchio. Ieri mattina, daldel bandito rimasto ucciso. L’inizia- chio. Nelle ultime ore
no accorsi nel Trevil’apertura fino a mezzogiorno e
tiva di ieri mattina era stata lanciata è poi spuntata la testigiano in più di 300 da
mezzo, nel suo distributore - a Pondalla Lega (domani sarà a Ponte di monianza di un abidiverse province per il
te di Nanto (Vicenza) - è stato un
Nanto anche il segretario Salvini), tante di Ponte di Nanfunerale. Umano e
andirivieni di automobilisti che, pama l’adesione è andata ben oltre to: due giorni prima
comprensibile dolore,
zientemente,hanno aspettato ilprol’appartenenza politica. E a fare ben- dell’assalto alla gioielintendiamoci,ma nesprio turno per fare il pieno. Il benzizina in una delle quattro pompe di leria Zancan avrebbe
suno che abbia in
naio, indagato per eccesso colposo
Stacchio sono arrivati pure da fuori visto Cassol aggirarsi
qualche modo preso
di legittima difesa dopo la morte del
Vicenza. Peraltro, prosegue senza per il paese in compale distanze dall’attività
giostraio pluripregiudicato Albano
sosta la raccolta fondi promossa da gnia di alcuni bambidi rapinatore della vitCassol, era regolarmente al suo poConfcommercio Vicenza e sostenu- ni e di due donne, di
tima. D’altro canto,
sto, come tutti i giorni: divisa grigia
ta da Libero per coprire le spese le- cui una incinta (la ve- Albano Cassol [Ansa]
Stacchio ha espresso
e cappellino in testa per difendersi
gali del 65 enne: la gente ha già do- dova del nomade è in
profondo dispiacere e
dal freddo. È ancora visibilmente
nato 11 mila euro.
gravidanza). Il racconto è dettaglia- commozione neiconfronti deifamiscosso dalla sparatoria del 3 febbraPassando alle indagini, c’è da sot- to e pare sia stato ritenuto credibile. liari del delinquente morto: in tutta
io, vive e lavora sotto scorta. Però
tolineare come Stacchio non sia an- Se la testimonianza trovasse confer- risposta, dall’altra parte sono arrivanon vuole che la gente lo consideri
cora stato ascoltato in Procura. Evi- ma, quello potrebbe essere stato il te frasi rancorose tipo «doveva farsi
un eroe: solo un uomo come tanti,
dentemente l pm, prima dell’audi- sopralluogo prima dell’assalto. I i c… suoi». Due universi troppo lonche ha agito per salvare delle vite. Il Graziano Stacchio
zione, vuole aspettare il completa- banditi, lo ricordiamo, erano arriva- tani.
Tutti in fila da Stacchio, un pieno di solidarietà
15
ATTUALITÀ
__Domenica 15 febbraio 2015__
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Nominati da Francesco venti nuovi cardinali
::: ANTONIO SOCCI
■■■ «Ho conosciuto personalmente numerosipreti internati nelle prigioni e nei
gulag staliniani. Sacerdoti
che sono tuttavia rimasti fedelialla Chiesa… conducendo una vita degna alla sequela di Cristo, loro divino Maestro».
Si presenta così l’arcivescovo cattolico Jan Pawel
Lenga, vescovo emerito di
Karaganda (Kazakhistan) in
una lettera accorata che in
queste ore rimbalza su vari
siti cattolici dall’America all’Italia.
«Io stesso» prosegue «ho
compiuto gli studi in un seminario clandestino nell’Unione Sovietica, lavorando
con le mie mani per guadagnarmi il pane quotidiano.
Sono stato ordinato prete in
segreto, di notte, da un Vescovo che aveva a sua volta
sofferto a causa della sua fede. Dopo il mio primo anno
di sacerdozio sono stato
espulso dal Tagikistan ad
opera del Kgb».
Monsignor Lenga, che ha
partecipato a due Sinodi
con Giovanni Paolo II, sente
il dovere di esprimersi «circa la crisi attuale della Chiesa Cattolica». E ha scelto «la
forma della lettera aperta,
dato che qualsiasi altro metodo di comunicazione si
scontrerebbe con un muro
di silenzio totale e con la volontà di ignorare».
Rinunciapermotividisalute?
Macché,Ratzingersta benissimo
Il Papa emerito presenzia al Concistoro, abbraccia Bergoglio e appare in gran forma
I dubbi dell’arcivescovo Lenga: «Difficile credere che abbia lasciato in piena libertà»
LA LETTERA
Il vescovo precisa: «Sono
del tutto cosciente delle possibili reazioni alla mia lettera aperta. Ma la voce della
mia coscienza non mi permette di tacere, mentre l’opera di Dio viene oltraggiata».
Egli ricorda infatti la lezione degli apostoli martiri, per
cui bisogna «obbedire a Dio
piuttosto che agli uomini».
Spiega che «oggi diventa
sempre più evidente come
in Vaticano attraverso la Segreteria di Stato si è intrapresa la via del politicamente
corretto».
E che si propaga il «modernismo» cosicché gli stessi vescovi non hanno più voce «per difendere la fede e la
morale».
E aggiunge: «In tutti i settori della Chiesa si nota una significativa riduzione del “sacrum”. È lo “spirito del mondo” che conduce i pastori».
Eppure «i pastori sono tenuti - che piaccia loro o no ad insegnare tutta la verità
su Dio e sull’uomo».
Ma - si chiede - dove sono
oggi quelli «che annunciano alle genti chiaramente
ed in modo comprensibile i
pericoli,minacciosi, che scaturiscono dalla perdita della
fede e da quella della salvezza?»
Sono rari perché, secondo questo pastore, la scelta
«di nuovi vescovi e persino
di cardinali, a volte rispecchia più i criteri di una certa
ideologia o anche gli imperativi di gruppi molto distanti dalla Chiesa. Allo stesso
modo la benevolenza dei
mass media sembra essere
un criterio importante».
Bisogna essere da loro ritenuti «aperti e moderni» e
non «troppo santi».
Purtroppo neanche Benedetto XVI, in cui il vescovo
Lenga sperava, è riuscito a
invertire questa rotta disastrosa.
LA RINUNCIA
Egliaggiunge queste parole: «È difficile credere che Papa Benedetto XVI abbia rinunciato in piena libertà al
suo compito di successore
di Pietro. Questo papa è stato il capo della Chiesa, ma i
suoi collaboratori praticamente non hanno applicato
il suo insegnamento, anzi
sono state passate sotto silenzio o bloccate le sue iniziative».
Così oggi, conclude l’eroico vescovo, la Chiesa si trova in una situazione drammatica.
Papa Francesco mentre
stringe le mani al Papa
Emerito Benedetto XVI
al Concistoro [Ansa]
Non è un caso che sia un
uomo che ha vissuto le persecuzioni comuniste ad avere il coraggio di esprimere
pubblicamente dubbi sulla
piena libertà della «rinuncia» di Benedetto XVI.
Parole dirompenti che
mettono inevitabilmente in
discussione la validità della
stessa rinuncia (che ha proprio la libertà come requisito essenziale).
Questi dubbi circolano
sempre di più in tutte le curie e a volte emergono a sorpresa. Come il 7 gennaio
scorso quando il quotidiano dei vescovi, Avvenire,
sempre sorvegliatissimo, a
pagina 2 pubblicò una stupefacente lettera dove si
puntava il dito contro quegli
«ambienti che, per i soliti
motivi di potere e sopraffazione, hanno tradito e congiurato per eliminare papa
Ratzinger, pur riconosciuto
“fine teologo”, e l’hanno
“
■ Anche per
l’arcivescovo
Lenga, che ha
vissuto le
persecuzioni
comuniste, «è
difficile credere che
Papa Benedetto
XVI abbia
rinunciato in
piena libertà al suo
compito»
■ Dice il suo
segretario, padre
Georg, che il Papa
emerito sta bene in
salute e «la sua
mente è
formidabile»: non
è credibile che
abbia rinunciato
perché le forze gli
venivano meno
Lutto a Libero
Tutta la redazione di Libero si stringe
al collega Enrico Paoli
per la perdita della sua amata mamma.
Un abbraccio fortissimo, Enrico.
spinto alla rinuncia».
Il mistero di quella rinuncia e della decisione di Ratzinger di restare tuttavia «papa emerito» - cosa mai accaduta in duemila anni e cosa
mai spiegata sotto il profilo
teologico e canonistico - si è
riproposto visivamente anche ieri, al Concistoro in San
Pietro (guarda caso papa Benedetto viene chiamato a
presenziare ad ogni atto che
implica la giurisdizione pontificia…).
Pur in là con gli anni il papa emerito è apparso in forma. Le sue buone condizioni del resto erano già state
illustrate giovedì scorso, con
un’intervista al Corriere della sera, dal suo segretario,
monsignor Georg Gaenswein che è anche Prefetto
della Casa pontificia di Francesco.
Gaenswein,per far apparire «normale» una situazione che invece è totalmente
anomala, ha ribadito (o ha
dovuto ribadire) di nuovo
una sorta di «excusatio non
petita», cioè che il papa «ha
preso la sua decisione in modo libero, senza alcuna pressione».
E poi ha ripetuto che si è
dimesso perché «le forze del
corpo e dell’animo venivano meno».
Non è per nulla credibile
che (a meno di fortissime
pressioni) vengano meno le
forze dell’animo in un uomo di Dio come Benedetto
il quale fin dall’inizio ha confessato pubblicamente la
sua certezza nell’aiuto di
Dio («non sono solo, chi crede non è mai solo…Dio mi
sostiene e mi porta»). Il Vicario di Cristo poi gode di
un’assistenza straordinaria
del Cielo.
LE CONTRADDIZIONI
Ma è anche assurdo dire
che si sia dimesso per la banale diminuzione delle forze fisiche.
Anzitutto perché lo stesso
Gaenswein si contraddice
in quella medesima intervista dove spiega che il papa
emerito, a due anni dalla rinuncia, sta sempre bene in
salute (salvo «qualche fastidio alle gambe, ogni tanto»)
e «la sua mente è formidabile»: legge, scrive, studia, prega, sbriga la corrispondenza, riceve persone, fa ogni
giorno la sua passeggiata e
suona il pianoforte.
Cosicché non si vede come possa essersi dimesso
per ragioni fisiche. Peraltro
invecchiare è normale per
ogni papa e il Dio dei cristiani - ci ha insegnato Ratzinger - si compiace di vincere
la forza del mondo con l’ap-
parente debolezza dei suoi
apostoli.
Del resto è naturale attendersi da un papa che lasci a
Dio la scelta di quando chiamarlo a sé, come ha testimoniato Giovanni Paolo II.
Infine Ratzinger sa benissimo che nella tradizione
della Chiesa la rinuncia per
invecchiamento non si è
mai verificata ed è anche
gravata da un giudizio morale molto negativo.
IlcardinalFagiolo,canonista di fiducia di Giovanni Paolo II, sentenziò: «Di certo in
maniera tassativa e assoluta
ilPapa non potrà mai dimettersi a motivo della sola
età».
Tutti ribadiscono che occorre un motivo gravissimo
per la rinuncia altrimenti
l’atto, pur valido, è moralmente colpevole.
Secondo il canonista Carlo Fantappiè la rinuncia al
Papato può avvenire solo
«in casi davvero eccezionali
e per il bene superiore della
Chiesa». Questa è «la condizione per rinunciare all’ufficio senza cadere in colpa
grave davanti a Dio».
Dunque per buon senso e
per rispetto verso Benedetto XVI non si può ridurre la
ragione della sua rinuncia all’invecchiamento.
DUBBI E DOMANDE
Proprio il fatto che sia stato lui stesso a dare questa
(debole) motivazione ufficiale dovrebbe indurre a
porsi delle domande, visto
che egli non ignora di certo
il diritto canonico.
Del resto se aveva subito
pressioni non poteva certo
dirlo in maniera esplicita visto che così avrebbe invalidato l’atto a cui era costretto. E poi egli ha anche dichiarato che era «ben consapevole della gravità di questo atto» e non poteva certo
definirlo «grave» se fosse stato un normale pensionamento.
Si ricordi che fin dal suo
insediamento Benedetto
aveva affermato: «Pregate
per me perché io non fugga
per paura davanti ai lupi».
È lecito chiederci chi fossero i «lupi» e cosa volessero. Però sarebbe un grossolano errore pensare che il
papa sia fuggito: egli ha scelto di autorecludersi in Vaticano, dichiarando che «la
mia decisione di rinunciare
all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo».
Infatti è rimasto «papa
emerito» perché - ebbe a dire in un’altra intervista Gaenswein - «ritiene che questo titolo corrisponda alla realtà».
www.antoniosocci.com
Il sindacato che non capisce il lavoro
Suicidio Fiom: a Pomigliano sciopera lo 0,3%
Nello stabilimento Fca si astengono solo 5 addetti su 1478. Flop della protesta dei metalmeccanici della Cgil
contro la richiesta dell’azienda di far fronte urgente alle richieste per la Panda. Vittoria definitiva di Marchionne
::: TOBIA DE STEFANO
■■■ Cosa dovrebbe fare un
sindacato che proclama uno
sciopero e raccoglie 5 adesioni (peraltro dei suoi rappresentanti in azienda) su 1.478?
Probabilmente ripensare la
propria linea e capire che se ci
si ostina a rifiutare il lavoro
nelle terre dove il lavoro non
c’è non si va da nessuna parte. Ma scommettiamo che
non sarà così e che la Fiom, o
sarebbe meglio dire il suo leader Landini, continuerà per la
strada che ha portato i metalmeccanicidella Cgil alla Caporetto di Pomigliano e all’ennesima sconfitta nell’eterna
sfida con Sergio Marchionne
che sta mantenendo la sua
promessa di investire e mantenere i posti di lavoro in Italia.
I fatti dicono che la Fiat
Chrysler (Fca) ha ricevuto
nuove richieste per circa
2.000 nuove Panda. Richieste
congiunturali e non strutturaliin un mercato che finalmente mostra segnali di ripresa
ma che continua a muoversi
a singhiozzo. Insomma, di
fronte alla necessità di aumentare la produzione l’azienda
ha deciso di annullare la giornata di cassa integrazione del
23 febbraio e di fare straordinari per tre sabati di seguito
(14, 21 e 28 febbraio).
Gocce d’acqua nel deserto
lavorativo del Mezzogiorno.
Tutti si sono affrettati a benedirle, tranne i sindacalisti della Fiom. Motivi? I metalmeccanici di Landini dicono che
fare gli straordinari mentre ci
sono lavoratori in solidarietà
è «immorale». E che invece,
con i turni notturni sarebbe
possibile impiegare anche in
colleghiin Cds. Posizione strumentale. Innanzitutto perché
i colleghi in Cds dovrebbero
essere formati e poi perché i
turni di notte costerebbero di
più a un’azienda che sta rispondendo a una domanda
estemporanea e non certo definitiva.
Non lo diciamo noi, ma i
1.473 lavoratori (appena
l’0,3% ha aderito allo sciopero) che ieri sono andati in fabbrica snobbando la linea della Fiom. E lo dicono anche i
comportamenti diametralmente opposti della stessa sigla sindacale in altre grandi
aziende limitrofe. A Pomigliano, tanto per restare nella città della discordia, c’è la Alenia
Aermacchi, e qui i rappresentanti dei metalmeccanici della Cgil hanno accettato senza
:::
CGIL, DEM, NO GLOBAL IN PIAZZA PER TSIPRAS
Commento
Capitaliall’estero e poca produttività
finché si usano metodidittatoriali
::: GIORGIO OLDOINI
Inni ad Atene e uova alla polizia
Fassina e Camusso hanno partecipato con Landini e Vendola al corteo «Cambia la Grecia cambia
l’Europa». I no global per l’occasione hanno lanciato uova e pomodori alle forze di polizia [Ansa]
troppi problemi i sabati lavorativi. Mentre nella vicina Nola hanno firmato un accordo
che prevede i 21 turni.
Tanto che il sospetto sorge
spontaneo. Non è che la
Fiom (Landini) vuole sfruttare l’eco mediatico di un’azien-
da come la Fiat che quando si
muove fa sempre tanto rumore? «Proclamando lo sciopero
- sottolinea il segretario generale Fim-Cisl della Campania, Giuseppe Terracciano la Fiom si è voluta isolare ancora di più, non tanto dagli al-
tri sindacati, quanto dai lavoratori che non hanno voluto
condividere una linea politica
suicida. Non ci stancheremo
mai di invitare la Fiom a smetterla con la propaganda mediatica e tornare a fare sindacato».
Ma probabilmente non la
pensa così la «riformista» Susanna Camusso, che non ha
mosso un dito contro questo
sciopero e che ieri, a proposito di politica e sindacato, era
in piazza con Vendola, Fassina e Landini per manifestare
a favore della Grecia...
L’anti-franchising
Le agenzie immobiliari si mettono in rete
per rispondere alle dismissioni bancarie
■■■ Parte da Pordenone un gesto rivoluzionario destinato a cambiare le prospettive delle
agenzie immobiliari. Ventiquattro uffici di Real Estate,sparsi in altrettante città, sisono riuniti alla presenza di un notaio per creare una
rete di agenzie mirata a sondare i bandi nazionali per dismissione patrimonio pubblico e
privato. Cogliere le opportunità delle future
cessioni e delle operazioni immobiliari degli
istituti di credito.
European Real Estate Connection si pone
l'obiettivo in chiave anti franchising didiventare il partner privilegiato di enti pubblici o grosse società nazionali che cercano una elevata
professionalità e a tempo stesso una radicata
presenza territoriale. La forza di questa rete è
puntare sulla radicalità del territorio al contrario del franchising», commenta Alberto Marchiori presidente del nascente network di
agenzie. «Il nostro obiettivo è rendere dinamico un settore da troppi anni immobile cercando al tempo stesso di elevare la professionalità
con partnership internazionali». I prossimi
due step saranno infatti quelli di inglobare nelle rete un'altra ventina di agenzie italiane fino
a raggiungere la copertura delle principali città e cittadine italiane. Poi sarà la volta di un
gemellaggio con una rete straniera che tocchi
almeno le principali capitali europei. In primis
Parigi. la riunione è stata ospitata nella sede
della locale Bcc. E non a caso. Il direttore Gianfranco Pilosio - come riporta un quotidiano
lcoale - ha tenuto a spiegare dal punto di vista
bancario l’iniziativa. «Per le banche», ha detto,
«oggi è un grande problema quello degli immobili pignorati a chi non riesce a far fronte
agli impegni finanziari. Le aste vanno spesso
deserte e le abitazioni perdono valore».
Una rete di agenzie al contrario sarebbe anche in grado di intervenirte prima che l’immobile vada all’asta razionalizzando le attività di
recupero crediti e le relative procedure. Da
Pordenone dove ogni anno arrivano almeno
250 notifiche di pignoramento fanno presente
che anche il Tribunale fallimentare si troverebbe interlocutori istituzionalizzati e qualificati.
Lo stesso vale nel resto d’Italia. Chissà che l’iniziativa non riesca davvero a dare una scossa al
comparto.
C.A.
■■■ Pinochet costringeva
gli operai a estrarre carbone
dalle miniere, utilizzava
guardie per impedire sabotaggi e la riduzione dei ritmi
produttivi. Le democrazie
sidifferenziano dalle dittature perché adottano il sistema degli «incentivi» destinato a chi deve avere l'interesse economico a tenere i soldi in patria, a pagarvi le tasse, a insediarvi un'impresa
anziché trasferirla all'estero. In un sistema di mercato, l'unico modo per raggiungere l'obbiettivo è quello di creare un ambiente
che procuri incentivi efficaci per la creazione di nuove
aziende e lo sviluppo delle
vecchie.
I nostri player politici non
hanno ancora compreso cosa significhi «competizione»: parlano di concorrenza tra manodopera e datore
di lavoro, tra consumatori e
produttori. La Fiat è in concorrenza con la Mercedes,
non con i propri fornitori,lavoratori o con l'Erario; essa
ha il dovere di insediarsi nella parte del mondo dove paga meno tasse e contributi,
dove trova la manodopera
più efficiente e le materie
prime meno costose.Del resto, l'italiano compra le auto a prescindere dalla nazionalità delproduttore.Per garantire salari elevati bisognerebbe proteggere le
aziende nazionali, ma chi
lo fa esce dall'Europa.È inoltre reato gravissimo, perseguito con accanimento dai
nostri giudici, molto più di
quanto avviene in altri Paesi, la "dazione" propiziatoria per aggiudicarsi una
commessa internazionale,
perché questa pratica va
contro i principi della libera
«concorrenza», in un mondo che premia i «migliori» .
E poiché ogni impresa è un
mondo a sé ed ha problemi
«unici e irripetibili», la trattativa sindacale può essere solo aziendale. Per mantenere i capitali in «patria» , non
serve la coercizione o la «demonizzazione mediatica»:
quando le prospettive sono
catastrofiche, la gente mette i soldi al sicuro. La norma
sulla «voluntary disclosure»
avrà effetti limitati, nonostante le pesanti sanzioni
previste per il mancato rimpatrio; i capitali resteranno
all'estero in modo «legittimo» o scapperanno fra
qualche mese in «sempre»
nuovi paradisi fiscali. Il fatto
è che la gente teme una patrimoniale, pensa che la ripresa economica sia effimera e che la spartizione delle
rendite, finita la paura, riprenderà come prima. Non
ha tutti i torti, perché le condizioni per produrre in Italia sono ancora punitive rispetto a quelle di altri Paesi.
Per diventare competitivi,
bisognerebbe ridurre i costi
del lavoro, le gabelle locali e
le imposte, migliorare gli
standard delle burocrazie e
della giustizia. Il che non è
alla portata dei governi, i
quali devono avere la forza
di proporre un nuovo patto
sociale, condiviso dalla
"classe produttiva". Cittadini, si dovrebbe dire, vi chiediamo uno sforzo eccezionale che peserà suipatrimoni.
In cambio otterrete: sentenze secondo i migliori
standard europei, aumento
dei salari a fronte di produttività reale, un sistema fiscale che determini la convenienza a pagare le tasse in
Italia. Vi propongo una legge elettorale che permetta
di realizzare questo programma, una Costituzione
che tuteli il profitto d'impresa. Un timido tentativo in
questa direzione è stato fatto con il patto del Nazareno, che ha comportato il sacrificio del centrodestra, arrivato a far finta di non volere Mattarella per evitare la
perdita dei voti della sinistra radicale. Una cosa si
può ancora fare per ridurre
il senso di claustrofobia che
attanaglia il Paese: ottenere
che questa legislazione di
emergenza, abbia la durata
massima di due o tre anni.
__Domenica 15 febbraio 2015__
17
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LE ORIGINI
Michele Ferrero è nato a Dogliani, in provincia di Cuneo, il 26 aprile 1925 da Pietro Ferrero e Piera Cillario. Il padre, classe 1898, ha
diverse esperienze lavorative a Dogliani, ad
Alba e a Torino, con una pasticceria nella
centralissima via Berthollet. È lui che il 14
maggio del 1946 crea la Ferrero che cresce
in modo costante e veloce negli anni anche
grazie alla capacità imprenditoriale di Michele, che a soli 20 anni collabora alla sua
conduzione.
::: LA STORIA DELLA FAMIGLIA
PRODOTTI
A 32 anni Michele, dopo la morte dello zio,
si trova a guidare l’azienda in piena fase di
sviluppo. Il 2 giugno 1971 viene nominato
Cavaliere del Lavoro. Michele è anche l’inventore dei più famosi prodotti che da Mon
Chéri (1956) a Kinder Cioccolato (1968), da
Nutella (1964) a Tic Tac (1969), da Kinder
Sorpresa (1974) a Ferrero Rocher (1982).
I FIGLI
A fine anni Settanta, periodo dei sequestri
di persona per estorsione, manda i due figli
Pietro (nella foto Ansa a sinistra) e Giovanni
(nella foto Ansa a destra) a studiare a Bruxelles. Quando Michele lascia la carica di ad,
va a vivere a Montecarlo, e dal giugno 1997
alla guida dell’azienda subentrano Pietro e
Giovanni come Chief Executive Officer.
IL DRAMMA
Nell’aprile 2011 il figlio Pietro scompare in
seguito ad un arresto cardiaco avvenuto durante una missione nell’Impresa Sociale in
Sudafrica, così Giovanni va al vertice del
gruppo come unico amministratore delegato. Per volontà di Michele Ferrero nel 1983
è nata la Fondazione Ferrero, con sede ad
Alba. Nel 2005 ha creato le imprese sociali
Ferrero, attive in India, Sud Africa e Camerun. Sempre nel 2005, Ciampi gli conferisce
il titolo di Cavaliere di Gran Croce.
Maestro di riservatezza
::: segue dalla prima
NINO SUNSERI
(...) umanitaria in Sudafrica.
Già da diversi anniaveva lasciato il timone dell’azienda che
rappresenta una delle poche
multinazionali esistenti nel nostro Paese. Più di otto miliardi
di fatturato presente in 53 Paesi con oltre 34.000 collaboratori e 20 stabilimenti produttivi e
9 aziende agricole. Era l’uomo
più ricco d’Italia e il numero
ventinove al mondo con un patrimonio che Bloomberg ha stimato in 23,4 miliardi.
Di lui, però, non esistono interviste recenti e in questo era
molto simile a Enrico Cuccia di
cui è stato molto amico. Tuttavia dalla Borsa e dalla finanza è
sempre rimasto ai margini. L’unica volta che le cronache economiche si occuparono di lui
fu nellontano 1985 quando, insieme a Pietro Barilla, un altro
patriarca dell’industria alimentare italiana, aveva costruito
una cordata per rilevare la Sme
ancora di proprietà dell’Iri. Si
era contrapposto a Carlo De
Benedetti. Poi le cose andarono come andarono e l’operazione sfumò in un diluvio di polemiche e di carte bollate. Forse scottato da quella esperienza decise che mai più avrebbe
mescolato il nome della sua
azienda con il listino di Piazza
Affari e, soprattutto, con la politica. Nel 2009 rinunciò al colosso inglese del cioccolato Cadbury e più tardi, per la sua mancata partecipazione impedì la
costruzione della cordata italiana che Corrado Passera, ancora amministratore delegato di
Banca Intesa, voleva mettere
insieme per tenere in Italia la
proprietà della Parmalat. Forse
i figli sarebbero anche stati disponibili al richiamo del banchiere e futuro ministro. Ma il
vecchio patriarca si oppose e
l’operazione sfumò. La Ferrero
è diventata un colosso senza
aver mai fatto un’acquisizione
come si conviene alle imprese
Addio a Michele Ferrero
Senza di lui niente Nutella
Ci lascia a 89 anni l’uomo più ricco d’Italia il cui motto era «Lavorare, creare e donare»
Ha costruito un colosso senza Borsa o acquisizioni. Assaggiava e dava l’ok a tutti i suoi prodotti
molto consapevoli della propria forza. La Toyota rivaleggia
con Volkswagen per il primo
posto nella classifica mondiale
dei costruttori di auto senza
mai aver comprato un concorrente: i marchi se li è costruiti
in casa e liha affermati nel mercato internazionale. Altrettanto la Ferrero: è presente in tutto
il mondo solo con la forza dei
suoi prodotti. Solo per la capacità imprenditoriale di Michele. Solo per la sua straordinaria
intuizione nel cogliere i gusti
del pubblico. Racconta la leggenda, ma forse non si tratta
nemmeno tanto di una leggenda,che provasse personalmente tutte le innovazioni e solo
quelle che incontravano il suo
Michele Ferrero il
giorno del funerale del
figlio Pietro [Ansa]
gradimento andassero in commercio. L’episodio è raccontato da Gigi Padovani nel saggio
«Nutella» (Rizzoli 2004) parlando delcosiddetto «gioco deltrenino» che Michele Ferrero faceva con i suoi collaboratori: sedutiattorno a un tavolo si trovavano davanti i vagoncini del
piccolo convoglio con i nuovi
prodotti da testare. Il capo distribuiva la pagellina per i giudizi dopo l’assaggio e si poteva
dare un voto da 6 a 9, come a
dire: comunque non andiamo
sotto la sufficienza e la perfezione non esiste. Alla fine il discor-
so di Ferrero era sostanzialmente sempre lo stesso: «Se c’è
qualcosa da cambiare, si cambia.I milionidi clientiche ciaffidano i loro soldi devono essere
contenti e tornare ad acquistare i nostri prodotti».
Giuseppe Rossetto, sindaco
di Alba per un decennio, ricorda che il patron della Ferrero si
recava periodicamente nei supermercati per osservare da vicino i comportamenti della
gente che compra.
La storia racconta di un imprenditore come in Italia non
se ne vedono molti. Sempre
lontano dai riflettori, mai sul
palcoscenico. Giornalisti e microfoni ben lontani dal quartier generale di Alba. A parlare
Autotrasportatori a Taranto
L’indotto dell’Ilva non cede al governo e dichiara sciopero
■■■ Ci ha provato, ma senza suc-
cesso. Il ministro delle Infrastrutture
Maurizio Lupi ha tentato di convincere agli autotrasportatori che lavorano con l’Ilva a fermare la protesta.
Con parole e promesse. Soprattutto,
con un appuntamento. «Chiedo di
sospendere le agitazioni previste
per lunedì prossimo. Ho convocato
gli autotrasportatori per mercoledì
al ministero e in quell’incontro potremo verificare lo stato dei lavori
della commissione parlamentare
sul decreto per l’Ilva di Taranto e valutare insieme eventuali nuove ini-
ziative in merito. Voglio rassicurare
gli autotrasportatori che il governo è
direttamente impegnato, il presidente del Consiglio in prima persona, per la soluzione del caso, e sono
certo che, insieme, la troveremo».
Un tentativo di addolcire la posizione di chi protesta ormai da quasi
quattro settimane e minaccia di
chiudere lo stabilimento, lavoratori
che da otto mesi non percepiscono
lo stipendio e pretendono il pagamento cash almeno di una parte dei
crediti vantati (complessivamente
15 milioni di euro). E che, ora, non
intendono abbassare la guardia
nemmeno dopo le risposte del governo e l’annunciata dote di2 miliardi di euro su cui l’Ilva in amministrazione straordinaria potrà contare
non appena il Parlamento convertirà in legge il decreto “Salva-Ilva”.
Lupi ci ha provato, ma senza successo. Perché dopo il vertice di ieri a
Roma gli autotrasportatori sono tornati a presidiare il varco C dello stabilimento di Taranto e, anzi, da domani, nonostante l’appello del ministro,inaspriranno la protesta: sarà ridotto da 20 a 10 il numero dei tir a
erano solo i prodotti. Una profonda fede religiosa che lo portava sui trenibianchi dipellegrini in viaggio per Lourdes. Nel
1983 aveva dato vita alla Fondazione Ferrero, che oltre ad occuparsidegliex dipendenti promuove iniziative culturali e artistiche.
«Lavorare, creare, donare»,
le tre parole che compaiono
nel logo della Fondazione del
Gruppo,neldna delquale è impressa la responsabilità sociale,un valore su cui Michele Ferrero ha insistito per tutta la vita.
Fu proprio Michele a inventare i più famosi prodotti della
Ferrero: da Mon Chéri (1956) a
Kinder Cioccolato (1968), da
Nutella (1964) a Tic Tac (1969),
da Kinder Sorpresa (1974) a
Ferrero Rocher (1982).
Michele Ferrero era nato il
26 aprile del 1925 a Dogliani,
piccolo comune di circa cinquemila abitanti in provincia
diCuneo ad una trentina dichilometri da Alba. Suo padre Pietro apre nel 1942, proprio Alba
in via Rattazzi, un laboratorio
di pasticceria nel quale inizia a
sperimentare la creazione di
nuove golosità. La madre, Piera, conduce una rinomata pasticceria sempre in città.
Michele inizia così, anche se
alla morte del padre, il timone
dell’azienda, che ormai è consolidata, passa nelle mani dello
zio paterno e della madre.
Prende le redini dell’azienda
solo al finire degli anni ’50 e da
allora il successo non avrà più
termine. Come canale di comunicazione privilegiato sceglie lo sport. I testimonial sono
tutti campioni prestigiosi: da
Sandro Mazzol negli anni ’70 a
Gullit,
Vialli,
Cabrini,
Matthëus, Ruben Sosa, testimonial di «Vinci Campione»
promozione legata ai Mondiali
d’Italia 90 fino a Cesare Prandelli.
Con ilmarchio Kinder,la pallacanestro di Bologna vive i
suoi anni più importanti.
Ma nell’immaginario collettivo il nome di Ferrero significa
una sola cosa:la Nutella. La storia della Nutella inizia nel 1964,
quando dalla fabbrica di Alba
uscì la prima confezione. L'intuizione di Michele Ferrero fu
quella di cambiare nome alla
«Supercrema» prodotta neldopoguerra da suo padre che utilizzò le nocciole come pragmatica risposta alla carenza di cacao e di zucchero. E ne migliorò la formula, a talpunto da farla diventare la più famosa crema spalmabile alle nocciole e
cacao del mondo.Per celebrarne i 50 anni le Poste hanno
stampato anche un francobollo. Come si conviene quando
bisogna celebrare l’Italia nel
mondo.
Una vecchia manifestazione
davanti a Montecitorio per
l’Ilva [Ansa]
cui sarà consentito il passaggio per
rifornire di materie prime l’Ilva. Lo
hanno deciso i rappresentanti degli
autotrasportatori nel corso di una
riunione che si è svolta nel pomeriggio, a cui hanno partecipato tutte le
sigle sindacali. «Siamo insoddisfatti
delle risposte che ci sono state date
e non sospendiamo l’agitazione ha spiegato Giacinto Fallone, uno
dei tre portavoce della protesta degli
autotrasportatori dell'indotto Ilva Martedì forse saremo a Roma con i
nostri tir e non è escluso che bloccheremo i rifornimenti all’Ilva».
18
__Domenica 15 febbraio 2015__
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A tu per tu
di MATTIAS MAINIERO
::: lelettere
[email protected]
Le lettere via e-mail vanno inviate sottolineando nell’oggetto: “lettere“. Via posta vanno indirizzate a: Libero - viale L. Majno 42 - 20129 Milano, via fax al n. 02.999.66.264.
RENZI/1
Matteo non è
uno statista
Per favore,
non disturbate
il conducente
Buongiorno, caro amico. Stabilito
che il naufragio Concordia ha trovato i suoi colpevoli, mi chiedo: ma la
compagnia armatrice che parte ci
fa? Come minimo risulta l’affidamento di un gigante dei mari ad una
pletora di incapaci nemmeno in grado, non avendo una lingua comune, di passarsi un ordine elementare. Signor Mainiero, queste navi a
chi sono in mano? Meno male che
soffro il mal di mare. Buon lavoro e a
rileggerla sempre con grande stima.
Giampiero Evoldi
Mantova
***
A chi sono affidate le navi? E le
auto? E i Comuni, le Province, le
Regioni, il governo? Una volta sugli autobus c’era un cartello: non
disturbate il conducente. Ovvio, il
conducente (qualsiasi conducente) era impegnato a condurci. Doveva essere concentrato. Oggi pare che il conducente (molti conducenti) non vada disturbato perché
ha altri importanti
compiti. Importanti? Ma che dico: vitali. Il conducente deve intrattenere i suoi ospiti e
le sue ospiti. Deve
cenare e brindare.
E chi siamo noi
per arrogarci il diritto di disturbarlo? Il conducente deve parlare
al cellulare. E possiamo noi, umili
condotti, dirgli: «Ehi, bel tizio, laggiù c’è una curva, attento»? Il conducente deve condurre in porto
gli affari personali e dei propri
amici: poltrone da sistemare, consigli di amministrazione da controllare, qualche leggina per favorire questo o quello. E possiamo
noi, condotti senza conducenti, ricordargli che lì al Comune, lì in
Provincia, alla Regione o al governo, bisognerebbe condurre ben
altre cose? Il conducente di oggi
conduce se stesso verso la meta
agognata, fa e disfa accordi, crea
maggioranze che non esistono, le
sfrutta, le sbriciola e ne crea altre.
Il conducente di oggi (tanti conducenti) non ha neppure la patente
popolare per condurre. Il conducente ci porterà al naufragio, e
poi chiederà a noi chi era quel
pazzo che conduceva, ditemi chi
è che devo punirlo. E in tanti di
noi purtroppo si inchinano, come
quella nave lì, quel conducente lì,
quel naufragio lì che è il naufragio di tutti noi. E il mal di mare
non ci salverà. Aumenterà solo la
nausea. [Reuters]
[email protected]
segui la rubrica anche su
www.
L’abbandono dell’aula di
Montecitorio da parte delle
opposizioni dimostra finalmente la dimensione provinciale del soggetto Renzi, inadeguato al ruolo che ricopre
senza elezione.
Marco Morbidelli
e.mail
Pagare il bollo auto
è un’odissea
La mia società nel 2014 ha acquistato una autovettura immatricolata a gennaio.Da bravo cittadino a inizio di febbraio, il mese successivo a quello
di immatricolazione, cerco di
pagare il bollo tramite la mia
banca, ma non è possibile.
Dopo vari tentativi infruttuosi, mi reco alla sede Aci di Milano in corso Venezia con il
libretto. Mi dicono che occorre anche la visura della Camera di Commercio e il Certificato di Proprietà. Faccio presente che quest’ultimo è emesso
da loro, quindi dovrebbero
già averlo. No: mi dicono che
è emesso dal Pra. Faccio presente che nell’intestazione e
nell’ologramma è indicato
Aci. Quello è Aci Italia, mi dicono, loro sono la delegazio-
Copiamo
i Paesi più evoluti
Adesso basta con questi politicanti da strapazzo, la cui unica preoccupazione è la conquista del potere! Non se ne
può più di leggere articoli in
cui si parla esclusivamente di
maneggi, di ricatti, di minacce,di scouting e di altre nauseanti strategie per racimolare
voti da elettori disorientati. Se
questi ciarlatani dedicassero
la metà del tempo che impiegano nelle loro beghe da cortile, per affrontare i problemi
dell’Italia, non spremendosi
neanche troppo le meningi,
ma limitandosia copiare quello che fanno i Paesi più evoluti (Gran Bretagna e Usa), forse
potrebbero dare un impulso
positivo alla nostra realtà.
LOTTO
Francesco Calini
e.mail
LA NEONATA MORTA/1
L’emergenza
in clinica
Nel caso della morte in ambulanza della neonata catanese,
quello che trovo incredibile è
che ci siano strutture private
che non abbiano capacità e
competenza per gestire le
emergenze. Si fanno pagare
l’intervento e poi scaricano i
problemiagli ospedali pubblici. Troppo comodo, mi sembra.
Roberto Zanella
e.mail
RENZI/3
Così ha deluso
Berlusconi
Credo che, in occasione della
elezione del presidente della
Repubblica, Berlusconi non
sia stato ingannato da Renzi
ma piuttosto deluso. Mi sono
fatto l’idea che il Cavaliere credesse in Renzi e volesse fargli
avere quello che lui non ha
mai avuto: governare da moderato senza la palla al piede
degli alleati di governo. Solo
così mi spiego le sue ultime
mosse “autolesioniste” dal
punto di vista dell'interesse di
partito come quella di accettare il premio alla lista e non alla
BUROCRAZIA
POLITICI
Ma ora il premier
è più forte
Estrazione del 14/02/2015
BARI
58 35 17 37 30
CAGLIARI
12 49
FIRENZE
84 45 85 74 27
GENOVA
73 42 62 17 72
MILANO
15 25 16 83 55
67
9
CRISI ECONOMICA
Toccato
il fondo
Istat: 14 trimestri a crescita zero ma la caduta si è arrestata.
Certo, siamo arrivati in fondo.
Livio Cepollina
e.mail
EUROPA
La Mogherini
ignorata
Non sono un fan della Mogherini e della sua parte politica,
ma un po’ di italico decoro ce
l'ho ancora. D'altra parte la signora pesc è stata eletta da tutti i rappresentanti dell’Europa; ora perché per l'Ucraina si
attivano la Merkel e l'Hollande in rappresentanza di tutti
noi? Con un minimo d'orgoglio dovremmo ritirare tutto il
nostro personale militare in giro per il mondo, e come noi
dovrebbero farlo gli spagnoli,
polacchi, cechi, ecc... lasciando tale compito a tedeschi e
francesi. Penso che risparmieremmo non pochi euro e la
cosa sarà possibile se saremmo tutti uniti. Molto probabilmente si riuscirà a creare una
mentalità di Europa unita.
32 72
NAPOLI
8
PALERMO
29 69 68 25 49
ROMA
34 59 48 90 70
TORINO
80
VENEZIA
17 70
NAZIONALE
70 46 50 10 89
7
4
Antonio Giuliani
e.mail
37 17
22 37
4
7
20
2
10eLOTTO N. oro 58
Roberto Nuara
e.mail
7 8 12 15 17 25 29 34 35 42
45 49 58 59 67 69 70 73 80 84
LA NEONATA MORTA/2
I tagli
alla sanità
ne di Milano. Evidentemente
l’Aci Italia non si fida di loro.
Torno con tutta la documentazione, ma non è possibile
pagare perché vi è un errore
nel sistema (?). Mi dicono di
recarmi presso la nuova sede
della Regione Lombardia, Ufficio Tributi, in via Melchiorre
Gioia (dall’altra parte di Milano) per sistemar il tutto. Dopo
di che tornare da loro e finalmente effettuare il pagamento. Naturalmente il mio tempo e il mio disagio non contano niente: sono un suddito. E
se invece di pagare avessi dovuto riscuotere cosa mai si sarebbero inventati?
Pasquale Mirante
Sessa Aurunca (Ce)
Pierluigi Pittoni
Pavia
RENZI/2
Sono un elettore di centrodestra ex Fi e dico che quello
che sta avvenendo può rafforzare Renzi. Di fronte alla popolazione italiana quello che
appare è un premier, Renzi,
che sta cercando di imporre
una linea politica di riforme
anche se in realtà la gente
non entra nel merito di questo, gli basta l'entusiasmo del
giovanotto perché pensa che
comunque queste riforme sono meglio di quello che ci sta
ora. La gente non capisce Fi e
Berlusconi. Il cambio di passo è un equivoco. Il Nazareno
non ci doveva essere perché
Renzi si sapeva avrebbe sfruttato il percorso con Berlusconi e poi se ne sarebbe andato
da solo. Il ragazzo è tosto e politico che sa dove vuole arrivare. Tanto che l’Aventino delle
Opposizioni apparirà ridicolo
alla maggioranza degli italiani, perché gli italiani vogliono
in questo momento un uomo
solo al comando.
guenze dei tagli apportati, anche alla Sanità!
coalizione.Ma Renzi ha dimostrato di non meritare tanta
considerazione ed ora siamo
ricadutinella palude delle meschine piccinerie del teatrino
della politica. Peccato! Non
ne usciremo bene.
SUPERENALOTTO
La combinazione vincente
Fulvio Bellani
e.mail
13 - 31 - 32 - 57 - 60 - 79
Numero jolly: 90
Sulla morte della neonata in
Sicilia, il presidente Mattarella,esprime incredulità,il ministro della Sanità, invia gli ispettori e due Procure della Repubblica aprono delle inchieste. C’è necessità di assicurare un responsabile all’opinione pubblica. Si evita accuratamente di parlare delle conse-
Numero SuperStar: 10
QUOTE SUPERENALOTTO
• Nessun ”6” (jackpot 3.439.189,89) • All’unico ”5+1” vanno € 333.230,85 • Ai 5 ”5” vanno € 49.984,63 • Ai 605 “4” vanno € 424,13
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QUOTE SUPERSTAR
• Nessun “5 stella” • Ai 4 “4 stella” vanno
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€ 10,00 • Ai 33.952 “0 stella” vanno € 5,00.
• Montepremi: € 1.666.154,24
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STAMPA
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LIBIA/1
L’Isis
sul Mediterraneo
Adesso che l’Isis è arrivata in
Libia a Sirte, sul Mediterraneo, spero che quel che rimane di Mare Nostrum eviterà
di andare in soccorso dei ter-
EDITORIALE LIBERO S.r.l.
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CONSIGLIERI: Carlo Lancella - Stefano Cecchetti
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DEL 10/12/2012
ISSN 1591-0423
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nº 40 anno L
Registrazione nº 8/64 del 22/12/1964 - Tribunale di Bolzano
La tiratura di domenica 15 febbraio 2015
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__Domenica 15 febbraio 2015__
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Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi.
Posta prioritaria
DI MARIO GIORDANO
Alla burocrazia sacrifichiamo 400 ore l’anno
ne sono convinto, sarebbe un grosso errore
nonché ingenuità, attribuire il tutto a negligenza e/o ottusità. È proprio il contrario: ci campano, e bene! Si aggiunga, come ciliegina, l’aforisma diMontanelli: nella pubblica amministrazione tutto è difficile, la buona volontà è sgradita, la correttezza sospetta! Il nostro cancro si
chiama Stato. Diamoci una mossa...
Alessandro Giusti – via mail
***
Caro Giordano, l’ho ascoltata interessato e divertito in Virus e gli argomenti sono stati vitali
e significativi. La pubblica amministrazione
rappresenta sempre la cronica nota dolens e
Luttwak è stato un perfetto assist! Ma ho appena ottemperato alle disposizioni relative ai detentori di armi che rappresentano un piccolo
campione di burocrazia. Per non tediare,sintetizzo e riassumo (dimostrabile nel dettaglio):
ore cinque e mezzo di code varie, 81 euro costi
diretti, tralascio gli spostamenti e le varie tiritere telefoniche. E, se vuole, attualizzi estendendo all’universo italico! Conclusione ovvia ma,
roristi per portarli direttamente in Italia.
se che ci sarebbero state appena pochi mesi dopo. La Libia,
caduto Gheddafi è oggi una
roccaforte dei tagliagole dell’Isis e un Paese allo sbando, da
cui le nostre aziende devono
scappare. Chissà se il compagno ex presidente Napolitano
oggi darebbe ancora il permesso di bombardare quel
Paese, facendo decollare gli
aerei dalle basi nazionali. La
sinistra italiana ha il potere di
capire gli scenari sempre e costantemente in ritardo.
Roberto Nuara
e.mail
LIBIA/2
L’arma
dei barconi
L’Isis mira a gestire il traffico
degli esseri umani. I barconi
sono utilizzati per far arrivare
in Europa potenziali terroristi.
Giorgio Fraschini
e.mail
Marco Sacchi
Lecco
LIBIA/3
La sinistra
faccia «mea culpa»
Sembra ieri quando la sinistra scendeva in piazza per
l’uccisione di Gheddafi e colpevolizzava Berlusconi, definito un dittatore auspicandone la medesima fine (se non
altro politica) per esserne
"amico" e per aver chiuso accordi commerciali con il Rais.
Al canto di "o bella ciao" i militanti di sinistra, miopi e intrisi
di ideologia, non si rendevano conto delle amare sorpre-
Cinque ore e mezzo di code per un porto
d’armi? Mi sembra davvero poco, caro Giusti. Lei dev’essere un uomo fortunato. Consideri che, secondo gli ultimi dati Istat ogni
italiano passa in media davanti allo sportello 400 ore l’anno, cioè 16 giorni. Avete capito bene: 16 giorni della nostra vita, ogni anno, vengono bruciati sull’altare della burocrazia per un equivalente monetario di circa 40 miliardi di euro. E le cose stanno peggiorando: negli ultimi dieci anni, infatti, secondo la Cgia di Mestre, la percentuale di
FOIBE
Aboliamo
il giorno del ricordo
Vorrei chiedere al presidente
della Repubblica di cancellare la giornata della memoria
perché certe commemorazioni è come se uccidessero per
la seconda volta quelle povere vittime. Avere visto la presidente della Camera ricordare
le vittime delle foibe senza
mai dire che sono state vittime dei partigiani comunisti
slavi e dei loro compagni ita-
coloro che attendono più di 20 minuti davanti allo sportello dell’anagrafe è aumentato del 43,7 per cento. Presentare una dichiarazione dei redditi richiede 250 ore
contro le 50 ore circa degli altri Paesi. E,
alla faccia della semplificazione, negli ultimi sei anni sono state introdotte ben 629
norme fiscali, cioè una ogni tre giorni (sabato, domenica, Ferragosto e Natale compresi). Chi vuol fare impresa, poi, è spacciato. Secondo uno specifico rapporto della
Banca Mondiale, è più facile aprire un’azienda in Botswana, Ruanda, Armenia e
nelle isole Tonga piuttosto che in Italia. Da
noi ci vogliono 234 giorni per ottenere un
permesso di costruzione, mentre la media
europea è sotto i 100 giorni. Il costo degli
adempimenti amministrativi per le imprese italiane supera i 27 miliardi di euro: avviarne una nuova costa 2.700 euro contro
una media europea di 370 euro. Vi pare
poco? Io sono contento quando, come l’altra sera a Virus, incontro persone ottimiste
e positive. Ma un conto è essere ottimisti,
un conto è farsi prendere per il sedere…
liani è stata l'ennesima pugnalata. Non parliamo poi della
Rai che ha mandato in onda
un programma che aveva lo
scopo di giustificare l'operato
degli slavi.
Giorgio Boreggio
e.mail
sonaggi politicamente affidabili e presunte umoriste a base di ammiccamenti sessuali
e scatologici.
Carlo Xavier
e.mail
SANREMO/2
L’arte
di far ridere
SANREMO/1
Contento
per Carlo Conti
Non sono uno di quelli che
aspetta tutto l’anno il Festival
di Sanremo, ma due cifre le
so leggere ed interpretare. E
queste dicono che gli ascolti
del buon Carlo Conti stracciano di gran lunga quellidell’anno scorso, quando al timone
c’era lo scodinzolante Fazio,
che solo perché fa il programma più intelligente di Rai 3
(così dicono), seguito come
da ordini di partito, può eccellere in tutto. Comunque sono
contento per il bravo conduttore toscano, capace di dimostrare che la professionalità,
al netto di vestiti da incubo,
comici così-così e vallette inadeguate e bisognose di corsi
di dizione, va ben oltre a per-
Molte voci contro la comicità
di questigiorni all’Ariston, dove il Festival di Sanremo offre
ottime canzoni ma soffre di
umorismo. In effetti questo
tentativo di far ridere o sorridere indugiando su schemi
comici piuttosto inadeguati, è
piaciuto assai poco. Ma perché inadeguati? Forse perché
si ride quando c’è immediatezza e intelligenza. Troppe
sottigliezze o, al contrario,
troppe prevedibilità, spiazzano chi ti ascolta. La battuta deve essere ingegnosa ma diretta, celebrata in un contesto
dove pause e mimica si amalgamano a creare il sorriso. Insomma, un bell’esercizio di
pura arte.
Fabio Sìcari
Bergamo
NORD: Ancora maltempo al Nordest con molte nubi e precipitazioni
diffuse nevose oltre i 600-800m. Nuvoloso inizialmente anche al
Nordovest con residui fenomeni tra alto Piemonte, Lombardia, Emilia.
CENTRO: A tratti ancora instabile tra Toscana, Umbria ed alto Lazio,
schiarite altrove. Torna tuttavia a peggiorare entro sera su Sardegna occidentale e settentrionale nonché su medio-alto versante tirrenico.
SUD: Residuo maltempo tra bassa Campania, Calabria, Basilicata e
Salento con fenomeni in graduale esaurimento da Ovest con ampie
schiarite; qualche fenomeno anche sulla Sicilia occidentale.
NORD: Prosegue il maltempo al Nordest con precipitazioni sparse,
nevose sino in collina. Discreto al Nordovest ma con nubi di nuovo in
aumento serale con nuovi fenomeni sparsi.
CENTRO: Perturbazione in transito con fenomeni in marcia da Nord a
Sud, nevosi oltre i 800-1100m. Migliora a fine giornata sulle Tirreniche.
Temperature in diminuzione.
SUD: Tempo di nuovo in peggioramento con fenomeni in estensione
dalle Tirreniche ai restanti settori, nevosi in appennino dai 11001300m. Temperature di nuovo in calo.
NORD: Ancora una giornata con instabilità diffusa su tutti i settori.
Piogge e rovesci sparsi su settori di Nord-Est. Più asciutto su basso
Piemonte e Liguria.
.CENTRO: Il maltempo continua ad interessare tutte le regioni con maggiore instabilità sui settori adiratici. Migliora su Toscana e Lazio con cieli
parzialmente nuvolosi.
SUD: Coperto con pioggia deboli sui litorali e dorsale campana. Piogge e rovesci anche su Puglia, Molise e Calabria. Più soleggiato su Sicilia
con qualche possibile fenomeno.
Temperature previste oggi
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BARI
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copie dell’ultimo anno. € 3,00 cad. con richiesta scritta, accompagnata
dall’importo in valori bollati, indirizzata a Libero - Uff. Arretrati Viale L. Majno, 42 20129 Milano
CAGLIARI
CAMPOBASSO
FIRENZE
GENOVA
L'AQUILA
MILANO
5
-1
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2
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MIN MAX
NAPOLI
PALERMO
PERUGIA
POTENZA
PRATO
ROMA FIUMICINO
TORINO
TRENTO
TRIESTE
VENEZIA
8
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13
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6
6
10
8
SPECIALI
__Domenica 15febbraio2015__
QUOTIDIANO
20
La Società Italiana di Diabetologia il giorno di S. Valentino Parla Renzo Canetta, “guru” della ricerca oncologica BMS
Il nuovo portale della SID “Oggi guarire è più facile
per informare sul diabete grazie all’immunoterapia”
«Per il lancio del nuovo
portale della Società Italiana di
Diabetologica, totalmente rinnovato nei contenuti e nella veste grafica - sottolinea il professor Enzo Bonora, presidente
della SID - abbiamo scelto il
giorno di S. Valentino, proprio
a simboleggiare il sentimento
che la nostra società scientifica
nutre per le persone con diabete e per chi, a vario titolo, partecipa alla loro
cura». Nel portale, visibile nella sua nuova veste
all’indirizzo www.siditalia.it, possono essere reperite informazioni utili
sia alle persone con diabete e i loro familiari che
ai circa 2000 soci della
SID, a tutti i medici e agli
operatori sanitari che collaborano tutti insieme alla gestione del diabete, ai decisori
in sanità (tecnici e politici) e a
tutti coloro che sono interessati
a conoscere la malattia, per curarla e per prevenirla. Ecco, più
in dettaglio, i contenuti del sito
che riguardano il pubblico, pazienti compresi. Nella sezione
‘DIVULGAZIONE’ - una sorta
di ‘diabete dalla A ALLA Z’ - si
trovano una serie di informazioni sulla diagnosi e il trattamento di questa condizione,
dall’automonitoraggio alle te-
ANDREA SERMONTI
rapie utilizzate, dalla dieta all’attività fisica fino alla gestione
dell’ipoglicemia. Questa sezione contiene anche un test per
scoprire se si è a rischio di diabete, un glossario, il decalogo
e una breve storia del diabete
dal 1500 a.C. ad oggi. Nello
spazio ‘INFORMAZIONE’ i lettori possono trovare l’elenco di
tutti i centri diabetologici italiani e dei diabetologi, quelli
delle associazioni pazienti, ma
anche le norme legislative che
interessano le persone con dia-
bete (dalla legge 115/87,
alle normative per la patente di guida) e il manifesto dei diritti della
persona con diabete.
Cliccando su ‘A TAVOLA
CON IL DIABETE’, si trovano tabelle nutrizionali
con indicazione sul contenuto di carboidrati, grassi,
proteine e calorie dei più comuni alimenti e numerose ricette per godere della buona
cucina in modo salutare. Qualche esempio? Gnocchetti sardi
con zucchine e pesce spada, risotto ai tre cereali con straccetti
di pollo, radicchio rosso e mela
verde, alici al cartoccio con dadini di verdure. Ma il diabete si
può imparare a conoscere anche attraverso un gioco che in
una sezione dedicata propone
una serie di quiz.
Dottor Canetta, oggi è
cambiata molto la terapia del
tumore
Prima di tutto, conoscendo i
nostri malati e le terapie disponibili, ci siamo resi conto che
era necessario fare un salto di
qualità, proprio dal punto di vista metodologico e della comprensione della biologia. Inizialmente ci eravamo dedicati allo
studio del sistema immunitario,
e non avevamo in mente come
obiettivo il cancro ma le malattie autoimmuni. Poi imparando
a conoscere i meccanismi di
funzionamento del sistema immunitario, abbiamo deciso di
prendere questo grosso rischio
e di reintrodurre l’immunologia
- ancora vittima in oncologia di
una cattiva fama - con nuovi
criteri. Un ‘grosso’ rischio, ma i
risultati direi che stanno pagando: siamo davvero di fronte ad
una trasformazione epocale.
In che senso?
Non solo perché i risultati sono
buoni, ma anche perché dal
punto di vista delle conoscenze
biologiche abbiamo in mano
strumenti che ci consentono di
offrire terapie molto diverse da
quelle classiche, sia in termini
di tossicità che in termini di efficacia. E con la possibilità di su-
perare un ostacolo enorme biamo dovuto imparare di nuodell’oncologia, lo sviluppo della vo come utilizzare queste teraresistenza del tumore alle tera- pie, ma anche gli amministrapie. Che con le terapie immu- tori debbono valutare che tali
nologiche, fortunatamente, non risultati producono risparmi
abbiamo ancora riscontrato.
nelle cure e nel recupero di atE questo ci consentirà di usare tività lavorativa di molti malati.
la parola ‘guarire’ anche in on- E questo non sono vantaggi ancologia?
che economici?
Sono sempre molto cauto pri- E che speranze nutre per il doma di usare il termine ‘guarigio- mani?
ne’: sicuramente, avendo svi- Più abbiamo approfondito la
luppato farmaci come il cispla- conoscenza dei meccanismi di
tino ed altri possiamo parlare funzionamento del sistema imdi guarigione per questo tipo di munitario, più abbiamo trovato
patologia, nei tumori solialtre modalità di trattadi. Per l’immunologia
mento che ci consenposso dire che sulla
tono di associare
base dei dati di cui
farmaci immudisponiamo abnologici diversi.
biamo lunghe soPer ora abbiamo
pravvivenze in
solo dati ‘prelipazienti che aveminari’, ma in rivano metastasi difma voglio dire…
fuse in organi vitali.
‘spettacolari’! È
Anche di dieci anni. Renzo Canetta
possibile combinare
E non sono guariti?
farmaci immunologici in
Onestamente non mi sento di maniera appropriata senza indirlo: di sicuro vivono bene, crementare la tossicità ma ausenza terapia e hanno recupe- mentando l’efficacia. I primi
rato una funzionalità completa dati pubblicati della combinae una vita normale.
zione di nivolumab e ipilimuProprio oggi che disponiamo mab sono, appunto, ‘spettacofinalmente di terapie innova- lari’: parlano di una sopravvitive ci accorgiamo di non ave- venza ad un anno dell’89% dei
re i soldi per pagarle
pazienti e del 79% a due anni.
Siamo di fronte a problemi Nessuno dei due farmaci da so‘epocali’: noi come medici ab- lo arriva a questi risultati.
BREVI
Malattie infiammatorie intestinali
Dolore/1 ‘Tocca’ 15 milioni di italiani
“Ora che mi ci fai pensare” Il ‘vademecum sul dolore’
ORA CHE MI CI FAI PENSARE è un progetto
promosso da AMICI onlus, realizzato in collaborazione
di IG-IBD ed EFCCA con il sostegno incondizionato
di MSD, per far conoscere la vita quotidiana delle persone che convivono con la Colite Ulcerosa o la Malattia di Crohn, Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (MICI). AMICI onlus ha deciso di raccontare
le nuove prospettive che si sono aperte per le persone
che convivono con la Colite Ulcerosa o la malattia di
Crohn e ha scelto di farlo in un modo originale: attraverso i video realizzati direttamente dai pazienti, montati in un unico cortometraggio. Un racconto collettivo
per immagini, un mosaico composto con le scene migliori dei video, selezionate e montate da Marco Costa,
giovane regista e sceneggiatore emergente. L’invito
rivolto a tutti i pazienti e ai loro familiari è quindi quello di armarsi di smartphone o videocamera per catturare momenti significativi della loro quotidianità e
raccontare progetti, sogni, speranze. L’obiettivo potrà
essere puntato su un oggetto, una persona, un luogo:
qualsiasi cosa aiuti altre persone a capire meglio cosa
significa convivere con una MICI e non rinunciare a
vivere la propria vita. Dall’11 febbraio al 30 aprile 2015,
i pazienti con MICI e i loro familiari potranno caricare
i loro video, di durata non superiore ai 15 minuti, sul
sito www.orachemicifaipensare.it dove si trovano inoltre il regolamento e tutte le altre informazioni utili per
partecipare all’iniziativa. (L. LUC.)
Federconsumatori, insieme a Fondazione
ANT Italia ONLUS e IMPACT Proactive, e con il
patrocinio del Ministero della Salute, ha lanciato
una capillare campagna nazionale di sensibilizzazione con l’obiettivo di rendere più informati
e consapevoli i cittadini sugli strumenti legislativi
e medici per combattere il dolore. Dall’impegno
congiunto dei tre enti è nato così un apposito
“Vademecum sul dolore”, esaustivo e di facile
consultazione, per informare il più ampio numero possibile di cittadini: per poter riconoscere il
dolore e saper valutare i propri sintomi, per conoscere i farmaci, ma soprattutto per sapere a
chi rivolgersi, dove sono
ubicati i centri di terapia del dolore e i centri
di cure palliative, e
quali sono i diritti dei
cittadini garantiti dalla Legge 38/2010. Il
‘Vademecum sul dolore’, accompagnato
da una locandina,
sarà a disposizione
dei cittadini negli
oltre 1000 sportelli di Federconsumatori e nelle
120 Delegazioni di Fondazione ANT dislocate su
tutto il territorio italiano, e sarà distribuito a tutti
i partner coinvolti; sarà inoltre scaricabile dai tre
siti di Federconsumatori, ANT e IMPACT proactive. Per restare più vicini ai cittadini, a distanza
di due mesi dal lancio della campagna sarà diffuso, con la stessa capillarità del materiale informativo, un questionario per cogliere le reali esigenze, appunto, del cittadino. (F. MAR.)
Dai malati un appello ai Deputati
Dolore/2 Realtà sottodiagnosticata
Sanità una e indivisibile
Progetto ‘6 D.E.I. nostri?’
Un appello
ai Deputati per la
modifica del titolo
V della Costituzione “irripetibile opportunità di fare
recuperare allo
Stato centrale il diritto a esercitare i poteri sostitutivi nei confronti
delle Regioni inadempienti nell’attuazione dei
LEA” è stato promosso dalla Federazione delle
Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO)
e sottoscritto dalle più importanti federazioni
ombrello o associazioni di malati di rilevanza nazionale di quasi tutte le patologie al fine di tutelare
il diritto alla salute: Ass. Nazionale Emodializzati
Dialisi e trapianto (Aned) - Diabete Forum, giovani ed adulti, uniti per il diabete - Federazione
delle Associazioni Emofilici (Fedemo) - Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA) – Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR)
- Associazione Pro Immunodeficienze Primitive
Italiane (Pro Idpi) - Federazione italiana incontinenti e disfunzioni del pavimento pelvico (FincoPP) - Duchenne Parent Project - Associazione
Persone con Malattie Reumatiche (APMAR) - Associazione per la Lo tta all’Ictus cerebrale (A.L.I.Ce
Italia) - Associazione Italiana Malformazioni Ano
Rettali AIMAR) - Gruppo italiano per la lotta alla
sclerodermia (GILS) - Associazione Malati Ipertensione Polmonare (AMIP) - Associazione famiglie di soggetti con deficit dell’ormone della crescita e altre patologie (A.Fa.D.O.C.) - Associazione
Italiana Pazienti BPCO - Associazione Italiana
Malformazione di Chiari AIMA Child. (I. SER.)
Il Dolore Episodico Intenso (D.E.I.) è quel
‘picco’ di sofferenza che insorge all’improvviso
in pazienti che già soffrono di dolore da cancro
e che colpisce tra il 30 e il 50 percento di questi
malati oncologici. Nonostante sia causa di una
importante compromissione della qualità della
vita, il D.E.I. è una realtà clinica ancora sottostimata e sottodiagnosticata, spesso trattata con
farmaci non appropriati. A Napoli il convegno
‘Ascolto e relazione nel percorso di cura: 6 D.E.I.
nostri?’, promosso dall’azienda farmaceutica Angelini, ha fatto il punto su come migliorare la gestione di questa patologia, identificando il rapporto tra medico e
paziente quale fattore essenziale per
il successo del percorso di cura. Capacità di ascolto e
di dialogo risultano
di particolare valore in un contesto, quale è quello oncologico,
complesso e ricco di implicazioni culturali e psicologiche, che costituiscono la chiave per un’alleanza terapeutica efficace. L’evento partenopeo
segna l’inizio di un percorso che coinvolgerà i
terapisti del dolore in prima persona e culminerà
nella pubblicazione di un volume con le più belle
storie di “straordinaria” comunicazione medico-paziente. Presentata inoltre una nuova opzione farmacologica per la terapia del D.E.I.: una
formulazione di fentanyl citrato sublinguale caratterizzata da elevata rapidità d’azione e flessibilità posologica. (P. MON.)
Redazione: [email protected]
SPECIALI
21
Numero 155
__Domenica 15 febbraio 2015__
SETTIMANALE DI SATIRA AUTARCHICA a cura di Francesco Borgonovo e Alessio Di Mauro
Scontro Sel-Pd: la guerra degli insulti
Frocetto vs Fascista
di Massimiliano Ciarrocca
DEP. PD “Comunista di merda!”
DEP. SEL “Comunista a chi? Partigiano!”
DEP. PD “Partigiano a me? Brutto
leninista schifoso!”
DEP. SEL “Ah sì? Allora tu sei uno
stalinista da quattro soldi!”
DEP. PD “Sai che ti dico? Trotskista
morto di fame!”
DEP. SEL “Come?”
DEP. PD “Trotskista! Ho detto che
sei un trotskista!”
DEP. SEL “Cos’è un trotskista?”
DEP. PD “Boh? Lo dicevano certi
amici a mio zio.”
DEP. SEL “E tuo zio per chi teneva?”
DEP. PD “Per la Juve.”
DEP. SEL “No, intendo politicamente. Come si professava?”
DEP. PD “Mi pare fosse leninista.”
DEP. SEL “E dire trotskista a un
leninista era un insulto?”
DEP. PD “Lui ci si incazzava a morte, quindi credo di sì.”
DEP. SEL “Stasera controllo su
Wikipedia.”
DEP. PD “Bravo, poi fammi sapere.”
DEP. SEL “Ok!”
DEP. PD “Grazie frocetto!”
DEP. SEL “Come ti permetti?”
DEP. PD “Fro-ce-tto! Fro-ce-tto!”
DEP. SEL “Nichi, questo qui mi ha
detto frocetto!”
VENDOLA “Beh, è vero che fei frocio!”
Sergio Mattarella
50 sfumature di grigio
DEP. SEL “Frocio è politicamente
scorretto però come insulto!”
VENDOLA “In un’ottica del paffato
fì, ma in linea di maffima frocio è
folo una connotazione fimpatica
della noftra condizione di omofeffualità, quindi, effendo noi
veramente omofeffuali non poffiamo proteftare contro chi ci dice
frocio.”
DEP. SEL “E va bene. Allora sai
cosa ti dico amico del PD? Che voi
siete solo degli sporchi fascisti!”
DEP. PD “Beh, grazie!”
DEP. SEL “Come grazie?”
DEP. PD “Sono anni che aspetto di
sentirmelo dire. Quindi, grazie
amico mio frocetto comunista!”
DEP. SEL “Allora è vero che siete
fascisti! Lo hai ammesso!”
DEP. PD “E che c’era bisogno di
ammetterlo? Ci manca solo di
ammazzare il capo dell’opposizione…”
DEP. SEL “Non ne avete le palle
eh?”
DEP. PD “No, amico mio comunista ricchioncello. Il problema è
che l’opposizione non esiste. Chi
ammazziamo, scusa?”
DEP. SEL “E allora perché stai litigando con me, se l’opposizione
non esiste?”
DEP. PD “Perché le risse fanno
audience anche se voi non siete
nessuno. E adesso scappo che c’è
Sanremo. Ciao ricchione!”
LEI (Davanti al cinema
con lui): Finammente
una bella serata di cuttura. A me mi piaciono
i fimm dei libbri, a tipo
Via col vento... (resta
così, non gliene viene in
mente un altro)
Una pedata
per San Valentino
di Ottavio Cappellani
LUI: Batman...
e infilami ne cinima.
LEI: Bravo, Batman! I
film dei libbri sono più
di cuttura, che tu esci e
ti senti più intelliggente.
LUI (Le dà una pedata).
LUI (Le apre la porta del
cinema)
LEI: Ma che sei pazzooooo? Ma non ti fare
vedere che mi fai le
gentilezze, prima che ci
prendono per arrampicatori socialnet.
Dammi una pedata, dai
dai, dammi una pedata
LEI (Abbolando all’interno del cinema e urtando
una signora): Scusi
signora, ma il mio
fidanzato mi ha appena
dato una pedata.
LA SIGNORA: Uh che
cariiiiiiiino! Guaddi
anche a me, per San
Valentino, guardi che
bello livido mi ha fatto
mio marito.
LEI: Ma troooooppo
trendy signora! Me lo
posso fare un seffi col
suo livido.
CLICK
LA SIGNORA: Come
si vede che lei ha guardato il libbro prima di
leggersi i fimm!
LEI: A ci pare che sono
senza le elementari.
Come a queste che ora
da domani ci pare che
sono tutte fascion blogger solo perché le
pigliano a tumpulate!
Mio marito mi prende a
colpi di sedia dalla prima edizione di Sfumature puntata una.
DOPO LA PROIEZIONE. GLI SPETTATORI
ESCONO IN STRADA.
COMMENTI: “Andiamo a mecchidonads e
mi strichi tutto il crispy
’n della testa?”.
“Mi potti al bouling e
mi usi come palla?”.
“Andiamo in discoteca
e mi lasci chiusa nella
macchina mentre tu vai
a divertirti con le altre,
ma solo per maltrattarmi perché si vede che
mi pensi?”.
“Mi potti a pronto soccosso a guaddare le
vetrine delle ingessature nuove?”.
SPECIALI
__Domenica 15febbraio2015__
C
aro Maurizio Milani, ti sto scrivendo a nome di tutte le donne
famose alle quali sono indirizzate le tue splendide lettere d’amore
finalmente catalogate per essere consegnate alla Storia in questo splendido
volume appena pubblicato da Wingsbert
e intitolato Lettere d’amore. Perché le
donne vogliono l’uomo che nel parlare
esagera, pagg. 224, € 14. Anna Tatangelo, Edvige Fenech, Pink, Britney Spears, Monica Bellucci eccetera,
insomma tutte le donne vip che
sono state baciate dalla fortuna
S P E C I A L E
22
Lettera a Milani
di Gemma Gaetani
d’esser destinatarie di una tua lettera
d'amore, si sono riunite per parlare di
cosa fare con te. Non è stato facile, per
esse, superare la gelosia che le ha colte
nel momento in cui hanno capito che
nessuna di loro era la proprietaria
esclusiva del tuo cuore grafomane. Ma
poi sono riuscite. Il maschio, si sa, è
seriale... E noi, per un maschio come te,
siamo pronte ad accettare di condividerti. Ciò che noi ti proponiamo, infatti, è
d’intessere una relazione con tutte noi,
perché tutto il tuo amore non vada sprecato, non resti inascoltato. Ti chiederai
come mi permetto di mettermi anch’io
nel gruppo delle indirizzatarie delle tue
lettere... Mi andò male quando m’innamorai d’un altro che non era mio marito. Ma stavolta confido in un esito positivo, perché tu non sei un truce panettiere, ma un intellettuale e un gentiluomo.
Ti stimo moltissimo.
Tua Pina Fantozzi
Demi Moore
La giornata di...
Marianna Madia
di Simone Morano
Ore 10.00 In vista di un eventuale rimpasto
di governo, spiega a Renzi che gradirebbe il
ministero degli Esteri, “perché ho fatto
Parigi, Londra e Barcellona, ma mi mancano ancora Berlino e Madrid. E poi vorrei tornare a Mykonos”.
Ore 11.30 Rivela che lei in occasione della
prima votazione per il nuovo presidente
della Repubblica aveva scelto Magalli: “Ero
curiosa di sapere se come first lady avrebbe
scelto Adriana Volpe o Demo Morselli. Per
la seconda votazione, invece, ho scelto
Imposimato, solo perché volevo vedere
Rita Dalla Chiesa ministro della Giustizia”.
Ore 11.59 In qualità di ministro della Semplificazione, annuncia che dall’anno prossimo il testo dell’Inno di Mameli sarà modificato in: “Fratelli d’Italia, fratelli d’Italia,
fratelli d’Italia, fratelli d’Italia. Fratelli
d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Italia,
fratelli d’Italia. Fratelli d’Italia, fratelli
d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Ità. Fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Ità!”.
Ore 14.40 Regala a Pippo Civati il dvd del
suo film preferito, Scinder List.
Ore 15.50 Convoca una conferenza stampa
per spiegare che “uno dei più grandi problemi dell’Italia è la burocrazia: pensate
che io ci ho messo 33 anni per diventare
ministro”. Poi aggiunge: “Bisogna velocizzare i tempi, snellire le procedure, eliminare la carta: da oggi per pagare mazzette e
tangenti si potrà usare il Bancomat. Inoltre, spazio alla posta elettronica certificata: le e-mail Enlarge Your Penis non arriveranno più da qualche sconosciuto principe
nigeriano, ma dagli assessori regionali.
Infine, ogni amministrazione locale dovrà
avere un profilo su Facebook, su Twitter, su
Instagram e su Youporn. Ah, dite che è un
sito con immagini pornografiche? Va bene,
allora niente Instagram”.
Gentilissima Demi,
mi chiedo spesso perché le scrivo tutti i giorni da quindici
anni. Non certo perché mi sento
solo. Sono felicemente sposato
con una cantante lirica tedesca
di trentacinque anni. Abbiamo
una bellissima famiglia con due
giovanotti di quindici e quindici anni e mezzo (il secondo è
nato in provetta). La verità,
gentile Demi, è una: sono innamorato come uno scemo di lei.
Ho piombato tutti i canali
musicali di modo da non poterla più vedere. Ma non è servito
a niente. In edicola
c’era un magazine speciale
su di lei.
Ebbene sì,
li ho comprati tutti:
dieci nella
mia edicola e
altri milleottocento facendo il
giro delle edicole di Milano. Sì,
voglio dirlo, sono geloso che
qualcun altro abbia in casa delle
tue foto.
Demi, amore! Puoi mandarmi
una tua foto con un bacio sulla
foto stessa? (che si vede tramite
rossetto). Non mi importa se lo
fai tu o il tuo ufficio stampa.
Basta che me lo mandi. Ieri la
mia ditta ha chiuso. Per me ha
fatto bene.
Parlo contro il mio interesse,
ma su venti dipendenti che
lavoravano erano in cinque. Gli
altri (compreso me) stavano
tutto il giorno imboscati nel
magazzino (che nessuno, nemmeno il padrone, sa che c’è).
Tante volte mi chiedo: ma perché i nomadi a Milano non si
trovano un bar. Tavola calda?
Io come cliente ci andrei, sia a
colazione che a prendermi un
toast. Forse si aspettano che il
bar glielo compri il comune?
Per me sarebbe giusto.
In fondo per il comune cosa
sono centocinquantamila euro
per ritirare una licenza di bar e
darla in gestione a noi nomadi?
Demi, adesso ti devo lasciare
per motivi vari. Ti scrivo ancora domani...
È già domani. Demi, amore,
sono stato tutto il giorno a pensare a cosa scriverti oggi. Non
mi è venuto in mente niente,
per cui tieni buona la lettera di
ieri. Bene o male i concetti
espressi sono questi: “Amore”
“Ti amo” “Voglio baciarti”
“Sto diventando scemo per te”
Volevo chiederti una cosa, se
puoi. Demi, amore, tu, Rihanna, Beyoncé, Keisha Pixie Lott
potreste cantare nel coro della
Scala? La data è oggi pomeriggio alle cinque.
Nicole Minetti
Gentile Nicoletta,
ieri sono corso a Ibiza per
vederti. Avevo letto su Visto
che hai aperto un ristorante. Tu
non c’eri. Dalla delusione
d’amore ho finanziato una lista
civica che si presenta alle pros-
D
d
siamo Dc). Ieri ho mangiato un
delfino. Ero in gita all’estero e
lì c’è quella tradizione. All’inizio non volevo, poi si. È abbastanza buono.
Il console italiano del posto è
venuto a sapere che un suo concittadino ha mangiato un delfinetto e mi ha dato la multa.
Non c’è problema. La pagherò
con comodo. Alla fine cosa ho
fatto?
Voglio dirti
la verità: tu
Claudia
sei il massimo che
un uomo
possa avere
come morosa.
Però oggi il mio
sogno sarebbe di fidanzarmi con
una donna medico di trentun
anni. Anche perché c’è una così
che forse mi prende come fidanzato, mentre tu è impossibile
che ti fidanzi con me.
Comunque ti penserò sempre
anche quando bacerò la donna
medico di trentun anni. Anzi,
penserò di baciare te. A lei non
lo dico sennò si offende.
Carlo, tuo per sempre.
sime elezioni per il sindaco di
Ibiza. Dovremmo vincere. Poi
tutto il consiglio comunale farà
quello che dico io, di riflesso
quello che dici tu se mi sposi,
ma anche solo se ti fidanzi con
me. Ti amo tanto.
Tengo nei miei ricordi più cari
la foto in costume dove sfili nella settimana della moda. È la
foto più bella della storia della
moda. Sei bellissima. Romantica: Senatrice Maria Rosaria, lei
è la più bella parlamentare italiana. Tanti sono innamorati di
lei, sia al Parlamento che nel
Paese. Ancora un saluto. Firmato: un falso cabarettista.
Maria Sharapova
Gentilissima Maria Sharapova,
la amo e basta! Il mio
sogno sarebbe
fare un set con
lei in un campetto di periferia a Milano (superficie
veloce). La
gente passa,
vede due che giocano a tennis ma non
fa caso a noi. Non sanno che c’è
la più bella e brava tennista della storia.
P.S.: Fine lettera d’amore.
Claudia Schiffer
Gentilissima Claudia,
l’innamoramento potentissimo
che avevo negli anni Ottanta
verso di lei era scomparso. Finché me la vedo all’improvviso
in ogni canale, a ogni ora.
Adesso nella pubblicità che fa
è ancora più bella di allora,
che era impossibile. Claudia, amore, farò tutto
quello che dice lei. Comprerò quell’auto, quel telefonino, quel deodorante.
Tutto! Tutto! Tutto! Tutto!
Farò e comprerò tutto quello tu,
Claudia, dici. Anche votare Ppe
(che poi lo voto già).
A proposito, Claudia, cosa
ne dici di appoggiare la
candidatura di Gabriele
Albertini a sindaco di
Milano? Se in campagna
elettorale lo sostieni lui
vince. Per me è il miglior
sindaco possibile, poi la pensa
come noi due (tu e io, Claudia,
Maria Rosaria Rossi
Gentile dottoressa,
sono un operaio di sessantacinque anni. Ho sempre votato
Forza Italia (anche quando si
chiamava Dc). Ma ho saputo
dalla stampa che il movimento è
in crisi finanziaria. Mi permetta di donare 99.000 euro a mio
nome, 99.000 euro a nome di
mio zio e altri 792.000 euro
divisi per altri otto parenti.
Non per vantarmi,
ma ho una rendita di buoni
fruttiferi
postali che
mi permette
tutto ciò. Mi
permetta un
appunto, perché
non facciamo anche
noi come la sinistra? Gli artisti
legati a questo carrozzone sono
pagati moltissimo.
Loro per riconoscenza versano
il 50 per cento dei guadagni.
Perché non formiamo un bel
carrozzone anche noi? Alcuni
miei amici di Forza Italia mi
dicono: “Non ho mai detto di
essere del Ppe però se mi danno
un milione di euro di ingaggio
sono ben lieto di girarne
950.000 al partito. Non per
mancare di rispetto, ma io con
50.000 l’anno vivo bene. La
casa ce l’ho.
Nel salutarla cordialmente mi
permetta la divagazione.
Barbara D’Urso
Inizio:
Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore!
Amore! Amore! Amore!
Amore! Amore!Amore! Amore! Amore! Amore! Amore!
Amore! Amore! Amore!
Questa per me è la lettera
d’amore più importante.
Le altre sono scherzi.
A
SPECIALI
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__Domenica 15 febbraio 2015__
Dopo l’exploit di Conchita Wurst
Una ballerina calva a Sanremo 2016
di Giuseppe Pollicelli
I
l grande successo di pubblico ottenuto dall’ultimo Sanremo ha persuaso
gli organizzatori che alcuni dei contenuti di quest’anno vadano ripresi e
potenziati in vista dell’edizione del 2016.
Un caso emblematico è rappresentato
dall’austriaco Tom Neuwirth, meglio
noto come Conchita Wurst, cantante
austriaco ormai famoso a livello internazionale un po’ per la bella voce e molto
perché abbina abiti e movenze femminili
a una barba di sette giorni. Visto il
gradimento riscosso da Conchita
Wurst, per l’anno venturo sono già
stati individuati tre artisti in grado di
non farlo rimpiangere. Ecco chi sono.
a vestirsi con abiti da donna molto scollati sia davanti che dietro, tanto la sua
schiena quanto il suo petto sono ricoperti da un fitto strato di peli che Charquero
non si fa problemi a mostrare.
Ashley Gabbidon
Fenomenale trapezista gallese di 25
anni, ha un fisico da pin-up e un favoloso stacco di gambe ma, a dispetto delle
apparenze, è un uomo. Particolare che
Pedro Charquero
Quarantenne uruguayano, è un eccezionale suonatore di mandolino e, in
patria, i suoi concerti fanno sempre il
tutto esaurito. La sua più notevole
caratteristica è che, malgrado l’aspetto
estremamente effeminato e l’abitudine
l’artista rimarca adornando il proprio
viso con due lunghissimi mustacchi che,
abilmente annodatili al trapezio, utilizza
per dondolarsi avanti e indietro, suscitando così l’entusiasmo dei suoi tanti
ammiratori di tutte le età.
Corneel Balkestein
Questo formidabile ballerino di forró,
nato a Rotterdam 34 anni or sono, pur
essendo un individuo di sesso maschile
percepisce se stesso come una
donna e si regola di conseguenza.
Il suo modo di fare e il suo timbro
di voce, non a caso, sono giudicati
fra i più irresistibilmente femminili dei nostri giorni, e qualche
mese fa Corneel è stato addirittura proclamato la donna più sexy
del mondo dalla rivista americana
Inspire. Che il suo segreto sia
nell’avanzatissima calvizie che
sfoggia con assoluta nonchalance
e imprevedibili effetti seduttivi?
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Aridatece Baffone
di Giovannino Guareschi (a cura di Egidio Bandini)
PROGRESSI DEL VIDEO
SANREMO SHOW
- È una cannonata! Lei riceve contemporaneamente primo
e secondo canale e, facendo funzionare solo il video del primo
e l’audio del secondo o viceversa, può ottenere finalmente
dei programmi originali, intelligenti e divertenti.
- Secondo me lo spettacolo sarebbe risultato più interessante
lasciando un intervallo fra i vari gruppi di canzoni.
- Ancora meglio lasciando una sola canzone
fra i vari gruppi d’intervalli.
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SETTIMANALE DI SATIRA AUTARCHICA Fondato da Francesco Borgonovo e Alessio Di Mauro
COLLABORANO Egidio Bandini, Ottavio Cappellani, Massimiliano Ciarrocca, Silvio Di Giorgio, Dragan, Gemma Gaetani,
Flavio Gipo, LaFont, Walter Leoni, Maurizio Milani, Adelmo Monachese, Simone Morano, Panif, Giuseppe Pellegrini, Stefano
Pisani, Giuseppe Pollicelli, Renato Santin, Scronda CONTATTI [email protected] - twitter @liberoveleno
Dopo l’Eur a luci rosse,
le altre iniziative di Marino
Il Tevere congelato
di Gemma Gaetani
I
l progetto dell’Eur quartiere a luci rosse,
molto amato dal sindaco romano, ha ricevuto il niet del Pd. Che barbosi... A nulla è
valso il tentativo di Ignazio di confondere
coloro che nel partito gli sono ostili: “Qual
increscioso e tristo fraintendimento! Volevo
l’Eur quartiere delle zoccole nel senso di grossi ratti, pantecane! Ma cos’avete inteso mai?
Orsù...”.
A nostro avviso il Pd commette un grande
errore castrando le fantastiche idee di Marino
per trasformare Roma in una capitale europea, anzi mondiale, all’avanguardia della
civiltà. Oltre alla tutela del diritto dell’uomo
al sesso mercenario, che purtroppo non gli è
riuscita, eccovene in anteprima altre due.
EUTANASIA STRADALE Marino ha pensato di
coniugare il rinomato traffico romano e la
difesa del diritto all’eutanasia di chi tanto
schiatterà a causa di una malattia incurabile
sostituendo i rettangoli bianchi delle strisce
pedonali con i corpi (sedati, perché non si
oppongano) dei malati, onde farli passare a
miglior vita con un semplice ma gentile investimento.
CONGELARE CHIMICAMENTE IL TEVERE Ciò trasformerebbe il fiume in una strada alternativa che attraversa la città, da utilizzare facilmente grazie a sci, bob e sacchi dell’immondizia (per i poveri) da porre semplicemente sotto al culo e scivolare, tutti forniti dal Comune.
IL SANPIETRINO PORTACHIAVI AUTODIFENSIVO
Ovvero rimuovere ovunque i sanpietrini, fornirne uno ad ogni cittadino perché lo utilizzi
come pratico portachiavi ben difficile da non
trovare e, al contempo, da utilizzare per spaccare la faccia a qualsiasi malintenzionato gli
si ponga davanti. Speriamo che almeno queste il geniale riesca a realizzarle.
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__Domenica 15 febbraio 2015__
L’ex ministro Xavier Darcos è il nuovo «Immortale di Francia»
Agli Uffizi la prima monografica dedicata a Gherardo delle Notti
Lo scrittore e storico della letteratura Xavier Darcos, 67 anni, è il nuovo «Immortale di Francia».
L’ex ministro dell’Educazione (2007-2009) ha fatto il suo ingresso solenne nell’Académie Française, prendendo il posto dello scrittore Pierre-Jean Remy (scomparso nel 2010) e pronunciandone
l’elogio. Ex professore di letteratura comparata alla Sorbona, Darcos è autore di oltre venti libri, tra
cui un’antologia della poesia francese e una storia della letteratura francese.
La Galleria degli Uffizi apre la stagione espositiva di «Firenze 2015. Un anno ad arte» con la
prima mostra monografica (fino al 24 maggio), a cura di Gianni Papi, dedicata al pittore caravaggesco di origine olandese Gerrit van Honthorst (1592-1656), più noto al pubblico italiano
come Gherardo delle Notti per la particolarità di ritrarre scene a lume di notte, con suggestivi
effetti luministici, generati dall'intenso chiarore della luce di candela, contrapposti alle ombre.
L’iniziativa di «Libero»
Così la tiranna Oriana mi ha insegnato la libertà
In edicola da martedì con il nostro quotidiano il libro autobiografico di Attala Perazzini,
per alcuni mesi assistente della Fallaci: donna terribile ma incredibilmente affascinante
«Giordano» di Caterini
Il guardiano notturno
sepolto vivo in garage
Storia di un fallito
::: PIER MARIO FASANOTTI
■■■ Un giovane scrittore (1981) da tenere d’oc-
::: PAOLO BIANCHI
■■■ Una tiranna bisbetica. Decisamente antipatica. Eppure. È
il ritratto di Oriana Fallaci così
come dipinto da Elena Attala
Perazzini, autrice de I miei
giorni con Oriana Fallaci
(Barney Edizioni, pp. 128), il
libro che sarà in edicola con Libero a partire da martedì 17 febbraio,a soli5,60 euro (più il prezzo del quotidiano). La narrazione procede da un fatto vero, autobiografico. Chi racconta è stata assistente della scrittrice e
giornalista toscana, a New York,
per alcuni mesi dell’inverno
1998-1999. Un'esperienza forte
e che ha lasciato il segno.
Sono tempi, questi, di grandi
rievocazioni della Fallaci. Pare
volersi compiere la sua apocalittica profezia di un’Europa mite
e indolente, soccombente di
fronte all’offensiva islamica, così come ipotizzato ne La rabbia
e l’orgoglio, il pamphlet pubblicato nel 2001 e seguìto tre anni
dopo dall’altrettanto vigoroso
La forza della ragione.
Lunedì e martedì prossimi,
16 e 17 febbraio, Raiuno trasmetterà una fiction in due puntate dedicata alla sua vita. Mentre proseguono le ristampe della sua opera, saggi,romanzi e reportage realizzati ai quattro angoli del mondo dove lei, prima
donna italiana a fare l’inviata di
guerra, era solita intervistare i
grandi della storia, provocandoli con domande e atteggiamenti
ISOLATA A NEW YORK
La scrittrice e giornalista
fiorentina Oriana Fallaci
(1929-2006), a New York.
A sinistra, la copertina
del libro di Elena Attala
Perazzini [LaPresse-Archivio Oggi]
del tutto fuori dal comune. Un
esempio: togliersi davanti a un
inorridito Khomeini, padrone
dell’Iran, il velo imposto a tutte
le donne.
Il libro di Attala Perazzini ci
immerge in un’atmosfera di puro terrore reverenziale. Dal 1990
Oriana Fallaci aveva lasciato l’Italia e si era ritirata a New York,
in un villino dell’Upper East Side di Manhattan. Aveva anche
un ufficio nella sede locale della
Rizzoli, ma non ci andava mai.
Si avvaleva della collaborazione
di assistenti, o «segretari», come
preferiva venissero chiamati,
che trattava in maniera tanto dispotica da indurli ad alzare i tacchi ben presto, quando non era
lei stessa a licenziarli.
La chiave narrativa di questo
libro è proprio questa: risiede
nella tensione della protagonista nel trovarsi di fronte a una
personalità tanto complessa e
temibile. Ma, ça va sans dire,
profondamente affascinante. Attratta dallo slancio vitalistico di
una città inarrivabile, in quel
momento non ancora colpita
dagli attentati e dunque considerata il centro onnipotente della civiltà occidentale, la giovane
Elena è dotata di grinta e resistenza. Grazie all’ottimo curriculum,e a un breve e inquietante colloquio, viene assunta.
I diktat però sono da subito
pesanti e ben presto si moltiplicano. La ragazza non dovrà dire
a nessuno diessere stata reclutata a servizio della Signora. Dovrà fungere da filtro verso l’esterno, usando modi e formule anche linguistiche ben specificate.
Senza sgarrare di un minuto o
di una parola. Imparerà a essere redarguita, offesa e derisa,
senza poter ribattere. Epperò, in
tutto questo, vivrà momenti di
intensa soddisfazione. Quelli in
cui la Signora finalmente le aprirà qualche spiraglio, ammettendola al suo cospetto in momenti d’intimità in cui, tra una coppa di champagne e un assaggio
di fragole e lamponi, le parlerà a
tu per tu.
Il Fallaci pensiero, si sa, non è
mai stato tenero o sentimentale. Per la Signora, per giunta gravata da un cancro ai polmoni
che lei chiamava l’Alieno e a cui
dichiarò una lotta furente, la vita non era altro che uno scontro
tra violenze. «Ho inseguito l’ingiustizia, ho inseguito l’uomo
nella sua essenza più vera:quando è disperato, quando è ridotto
a un animale, nella sua nudità.
Mi interessava quello. Non mi
interessa l’uomo allineato, quello conforme, quello che sta comodo dove sta. E quando un uomo è disperato c’è terreno fertile per studiarlo (...). Nella disperazione deve affrontare se stesso, la propria verità, non solo i
suoi oppressori. Se l’oppressore
è lui, deve affrontare la disperazione di essere destabilizzato,
oppure, rare volte, il mostro della propria coscienza. La disperazione è una condizione intrigante, fruttuosa. Per questo ho dovuto aggirarmi solo per luoghi
pericolosi».
Così, Elena impara. Impara la
fragilità dei rapporti, il doppio
volto dell’amore, la lotta per sopravvivere e per ottenere rispetto. Si forma. Comprende una lezione di libertà. E l'immagine
forse più bella di questo strano e
tormentoso rapporto con la Signora le resta per sempre incisa
nella memoria: «Mi accompagnò alla porta e mi salutò con
scostante amabilità, capace,
com’era solo lei, di contenere
due contrari nello stesso sorriso».
chio si chiama Andrea Caterini, ed è anche un
critico letterario. Il suo romanzo, Giordano (Fazi, pp. 126, euro 15), è ben lontano dalla solita
mediocre palude. La sua è la storia di un uomo
fallito, di Giordano il fabbro, raccontata dal figlio
Diego, che con feroce lucidità fa la radiografia di
un essere che, dopo un ictus (per un tracollo
psico-fisico), si nasconde dietro il mestiere di
guardiano di un garage sotterraneo. Da qui Giordano non vede mai la luce.
Il garage diventa la sua grotta, popolata da ricordi, immagini che freneticamente si muovono sotto il cielo del disgusto. Sbanda tra le auto
che attendono i proprietari, si macera con dubbi, rimpianti e rancori. E dilania le proprie carni
come una tigre che si è costretta a vivere la penombra e la solitudine. Giordano ha deciso un
tempo di dare le dimissione dalla fabbrica e di
mettersi in proprio, nel garage del condominio.
S’indebita, s’inebetisce col lavoro, ostinatamente. Poi il tracollo economico. L’ictus pone fine a
tutte le sue illusioni. Tra queste c’è anche quella
che riguarda la moglie: che non ha mai creduto
alla sua azzardata impresa di libertà e ha dato
chiari segni di tradimento accettando le occhiate complici del miglior amico del marito.
Giordano,in quel ventre dilatta dove ha trovato isolamento e disperazione, sicrogiola con certe foto che dimostrerebbero l’allontanamento
della moglie. Ricorda di quando, verso l’alba, tornava a casa e si buttava sfinito sul divano. Lì s’augurava un breve sonno ristoratore, avendo già
abbandonato l’idea di dormire con una moglie
critica, acidamente lontana dalla voglia di indipendenza d’un ex operaio. Dimesso dall’ospedale ha scelto il suo “sottoterra”, sporco e umido,
una sorta di museo funebre molto simile a quell’anfratto che in Cina contiene un esercito di terracotta. Giordano ne è il lugubre imperatore, ondeggiante tra tristi umori, al riparo dal mondo,
ma perseguitato da se stesso. Il nulla lo inghiotte
sbranandolo con invisibili mani unghiate.
Si sente soffocare, si meraviglia quando qualche cliente automobilista gli rivolge la parola,
ma nello stesso tempo timoroso nel dare una
risposta. È convinto di non averla mai. Il figlio,
chissà da dove, cerca di vivisezionare le ossessioni del padre. E inevitabilmente immagina anche
i migliori giorni della vita dei suoi genitori, le loro
notti di gioia. Squilla il cellulare: è Sandro, il suo
migliore amico. Giordano è spiazzato da una
semplice domanda: perché tu e tua moglie avete abbandonato un figlio? L’autore presta una
frase-chiave a Giordano: «Forse il mio problema
è che non so vedere altro da ciò che mi riguarda,
non so immaginare nulla se non me stesso». È
diventato, dunque, lo specchio di un problema.
Per uno scatto istintuale s'avvia là dove si può
vedere e toccare la pioggia. Il Purgatorio è finalmente alle sue spalle.
26
SPETTACOLI
__Domenica 15 febbraio 2015__
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Audience alle stelle
BANALE MA VINCENTE
Sanremo si chiude con Will Smith e Panariello
E Conti si lascia andare: «Confesso tifavo per Raf»
::: LEONARDO IANNACCI
■■■ La domanda è: cosa re-
sterà del Sanremo 2015 di Carlo Conti, nuovo re dell’Ariston, sospinto da folate di audience che non si registravano da un decennio (9.8 milioni con 47.8% di share per la
quarta serata) e da un’insostenibile leggerezza dell’essere
normale? Innanzittutto lui,
Mister Eredità che ha centrato
laddove Don Fabio Fazio aveva l’anno scorso fallito. «Dopo
il Festival di Fazio c’era il bisogno di tornare a un’atmosfera
meno sperimentale», spiegava ieri Giancarlo Leone, il direttore di Rai1. Nel segno di
una perfetta revisione del Festival che fu, si arriva così alla
ovvia conclusione di un bis
per l’anno che verrà: «Conti
bis? Conti bischero», scherzava il conduttore che più tale e
quale non si può. E che si è
abbandonato persino a una
confessione impropria per chi
conduce la messa dell’Ariston:«Venerdìsono stati eliminati Anna Tatangelo, Lara Fabian, Biggio e Mandelli e Raf,
che ha proposto la canzone
più bella del Festival».
Dicevamo: cos’altro resterà
impresso nei nostri ricordi di
questo Festival? Poco. Salviamo Virginia Raffaele, presto
star di Rai1 («Lei e Il Volo saranno coinvolti in nostri
show», ha detto Leone, facendo capire che i due tenoretti
(+ un baronetto) saranno le
cartolinesche teste di ponte
per l’Eurovisione Song di Roma 2016); poi i mini-show di
Tiziano Ferro e Biagio Antonacci; gli sketch dei finti-giornalisti Boiler e di Rocco Tanica; ci teniamo stretta anche la
testimonianza di un ragazzino al quale abbiamo voluto
tutti un gran bene, ovvero
Sammy, affetto dalla sindrome di invecchiamento precoce; infine la freschezza di Giovanni Caccamo, ultimo gioiellino uscito dalla Sugar di Caterina Caselli. Costui, siculo e vicino a Franco Battiato e Fiorello,non solo ha vinto tra le nuove proposte con Ritornerò da
te ma è anche co-autore del
brano di Malika Ayane. A proposito di Malika, stufi di ripetere che Adesso e qui è, con il
neo-Coldplay Nek, tra i pochi
big in gara ad avere una canzone vera e una capacità interpretativa degna di tal nome,
siamo felici che abbia fatto
suo ilpremio della critica,ilterzo da quando questa ragazza
milanese con apparecchio
nei denti e sangue marocchino frequenta l’Ariston.
Aperta dai ragazzi di Braccialetti Rossi e dalla PFM che,
accompagnata dalla banda
dell’esercito, ha maltrattato
l’overture del Nabucco, la serata ha visto i 16 big ridursi a 3,
prima del count-down finale
quando le giurie - quella demoscopia, quella degli esperti
in sala e i televotanti - hanno
il graffio
Festival
in corsia
Un lazzareto a Sanremo. Arisa si è infortunata il ginocchio ed è
andata in onda imbottita di antidolorifici.
Raf è andato all’ospedale per una fortissima bronchite e ha
cantato lo stesso con
un aspetto davvero
pessimo. Massimo
Ranieri doveva duettare con Gianna Nannini ma ha annullato
la performance per la
febbre molto alta.
Più che il Festival di
Sanremo sembrava
una puntata di E.R.
incoronato l’erede di Arisa. Le
lucidell’ultima serata sono state accese da super-ospiti ben
diversi tra loro: Enrico Ruggeri
con la sua Tre signori dedicata
a
Gaber-Jannacci-Faletti,
Gianna Nannini (giù di voce
ne L’immensità di Don Backy
e nella sua Sei nell’anima) e,
soprattutto, Will Smith, Ed
Sheeran e Panariello.
Quest’ultimo, sfortunato
conduttore del Sanremo 2006
quando fu trafitto da ascolti
bassi e critiche feroci, è tornato sul luogo del delitto: si è ripreso con l’iffefrenabile imitazione di Renato Zero e con
successive frecciate a Berlusca e Renzi, a Schettino e alla
Merkel, facendo pensare
(«Ma perché le Madonne, nelle processioni, si inchinano ai
boss?») e ridere parecchio, come alcune esibizioni di big
(Bianza Atzei, per esempio).
Super anche Ed Sheeran, il
23enne golden-boy inglese
che ha venduto 10 milioni di
dischi, con 20 milioni di followers e un miliardo (!) di visualizzazioni su Youtube: all’Ariston ha proposto la celebre Sing e Thinking out and,
due ballate Doc che hanno fatto impallidire i gorgheggi altrui, quasi tutti impegnati in
gridolini isterici e testi astrusi
(abbiamo sentito anche un
«… smettila di smetterla…» by
Masini).
Infine Will Smith, sbarcato
all’Ariston con la conturbante
Margot Robbie per spruzzare
un po’ di Hollywood per il lancio del film Niente è come sembra. Travolgente nella sua capacità di inserirsi, da star, in
un contesto piallato come
quello sanremese, ci ha detto:
«Non sono venuto qui per dire banalità del tipo: amo l’Italia, gli spaghetti e la pizza. Tuttavia da bambino, nella mia
casa di Filadelfia, ascoltavo in
continuazione Volare. Piaceva a nonna… La musica ce
l’ho nel sangue: amo il reggae,
la personalità di Bob Marley e
mi diverto a partecipare a session con Kanje West. Tornerò
a lavorare per Gabriele Muccino ma il ruolo più toccante è
stato quello che ho interpretato nei panni di Muhammed
Alì, una icona. Anni fa cenai,
in Mozambico, con lui e Nelson Mandela: e quella sera ho
compreso ilsignificato della vita».
Tutte storie di una settimana che ha cercato, invano, di
trovare un senso a una cosa
che senso non ha. Cioè il Festival.
Ritratto di Rosalba Pippa
Parla di cacca, si infortuna, caccia lo staff
Psico-Arisa:tra il comico e lo sconnesso
::: ALESSANDRA MENZANI
■■■ Per qualcuno è la vera
comica di Sanremo. Per altri è
drammaticamente svalvolata.
Per altri ancora è semplicemente inadeguata. Arisa forse
è tutte e tre le cose insieme, e
gli antidolorifici presi dopo
l’infortunio al ginocchio, probabilmente mischiati a Tavol
ed Lsd, non sono gli unici responsabili delle sue gaffe, visto che già il secondo giorno,
alle 12.30 del mattino in conferenza stampa, ufficialmente
sobria, parlava del suo ciclo e
della cacca che «fanno tutti». Il
che è anche vero, ed è anche
vero che le donne in quelperiodo hanno sbalzi d’umore,
ma non è tutte si trasformano
in Ace Ventura.
Trentadue anni, vissuta a
Potenza, ex estetista esplosa a
Sanremo con Sincerità quando ancora aveva abiti da cartone animato, occhialoni e aria
da Calimero, ex giudice di X
Factor,ha vinto lo scorso Festival con Controvento. È una
cantante (bravissima) che
vuole a tutti i costifare la showgirl, dal talent di Sky alle partecipazioni da Victoria Cabello,
ma anche la pittrice e l’attrice
(e la comica, pare). È stata lei
stessa a telefonare a Carlo
Conti pregandolo di farle fare
la valletta. E forse per lo stress
festivaliero, forse perché i capricci da diva sono spesso un
modo per vincere l’insicurez-
za, dopo due giorni ha licenziato la sua addetta stampa.
Nessuna lite, nessuna spiegazione, forse la sua amicizia
con Emma (di cui in precedenza curava la comunicazione), fatto sta che non ha più
voluto con sé la pierre che se
ne è tornata a Milano. Da lì le
voci di dissapori con la co-valletta.
Dicono che al Festival fosse
vestita male.Ma se paragoniamo il suo dress code alla sua
lucidità ne esce come Anna
Wintour. L’apice è stato del
giovedì. Rosalba Pippa, vero
nome di Arisa, arriva sul palco
zoppicante e non scende la
scalinata. Durante i festeggiamenti della sera prima - dice si è frantumata un ginocchio
sulle scale. In diretta inizia a
ridere in modo isterico. «Ildottore di Sanremo mi ha dato
un anestetico, e sta facendo effetto». «Non un anestetico, vo-
levi dire un antidolorifico».
«Sì, un antidolorifico. Ma anestetico ed antidolorifico non
sono la stessa cosa?». Infine:
«Lo consiglio a tutti!».Fa smorfie e facce tra il dolore e lo strafatto, mostra la mano sinistra
in cui si è scritta il nome del
medico che le ha consigliato
l’antidolorifico che probabilmente ha mixato con due
Mojto a stomaco vuoto, fatto
sta che su Twitter tutti chiedevano il nome del dottore per
farsi prescrivere la stessa cosa
presa dalla showgirl. Racconta nelle interviste di aver sostituito i tarocchi all’analista, e le
carte dicono che ha una questione irrisolta dentro di sè.
«Forse sono bisex», azzardò.
Anche venerdì sera non appare in grande forma. Tra l’avvinazzato e il molesto. Ci «prova» con Nesli: appena finisce
di leggere il gobbo, dice: «Voglio dargli un bacio». Non la
il graffio
Un Cecchetto, due opinioni
«Alla radio trasmetterei solo 3 o 4 dei brani in gara», dice
Claudio Cecchetto in un’intervista al Corriere. Non è
un giudizio molto positivo, anzi, quello del presidente
della Giuria degli esperti di Sanremo sui brani in gara.
Eppure, venerdì sera in diretta tv, Cecchetto aveva avuto solo parole gentili. Interpellato da Carlo Conti, ha tessuto le lodi degli artisti in gara: «Molto alto il livello di
tutti i finalisti». A quale Cecchetto dobbiamo credere?
27
SPETTACOLI
__Domenica 15 febbraio 2015__
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LA HIT DELLE POLEMICHE
Carlo fa più ascolti di Fazio. Che rosica
Emma permalosa, Siani nel buco nero, Rocio e i mariti delle altre: il podio delle liti più gustose
:::
Commento
Cirilli peggio di Siani e Pintus
Alle canzoni do dal 5 al 5+
Tranne Nek che merita 6
::: CRISTIANO MALGIOGLIO
::: segue dalla prima
SELVAGGIA LUCARELLI
FACCE
DA ARISTON
Da sinistra gli
attori Will Smith e
Margot Robbie;
Carlo Conti e
Giorgio Panariello
e Arisa. Ospiti di
ieri anche Gianna
Nannini e Ed
Sheeran [Ansa]
sente nessuno, forse solo Conti, che fa finta di nulla. Lei insiste: «Voglio dargli un bacio».
Conti: «Non puoi baciare Nesli, è un concorrente in gara».
Arisa fa spallucce e gli manda
un bacio. «Se la fuoranza di
Arisa la stanno scrivendo gli
autori, è ilmomento del riscatto», commentano su Twitter.
Ieri mattina il tracollo. La
cantante ha disertato la conferenza stampa. Motivo ufficiale: «dolore al ginocchio». Ma
considerando che Raf ha cantato con la bronchite e che Barbara D’Urso conduce con 39
di febbre, la motivazione non
regge. Anche perché in conferenza stampa devi parlare, mica correre una mezza maratona. Parlare, appunto... forse i
responsabili della Rai hanno
fatto un favore alla cantante e
le hanno impedito di ripetere
l’expliot della cacca. E ieri sera
ha esordito con un poco incoraggiante «Oddio non capisco
più un cavolo».Arisa è talmente ai confini della realtà che le
agenzia di stampa, che di solito riportano ogni minimo particolare, si rifiutano di batterne le sue strambe dichiarazioni. «C’è un linea sottilissima
che separa la simpatica goffaggine dall’imbarazzante inadeguatezza. E qualcuno dovrebbe spiegarlo ad Arisa», scrive il
Fatto Quotidiano.
La prossima volta fatela cantare di più. O fatela cantare e
basta.
(...) viaggia alla velocità di 28.000
km orari e sta in tv più di Salvini,
bisogna riconoscere che la polemica sulla finta diretta durante
la sua intervista con Carlo Conti,
è decisamente surreale. Il 7 febbraio Samantha è ospite di Fazio
a Che tempo che fa e fin qui nulla
di strano, visto che Fazio ha un
livello di ingrifamento per l’argomento «spazi»" che neanche Balotelliper quello «gnocca». Potesse, Fazio, intervisterebbe pure il
satellite di Meteosat.
Venerdì sera decide di intervistarla anche Carlo Conti, ma la
Nasa dà l’ok per le 16.30, quindi
Conti registra lo scambio di battute con Samantha e lo ripropone in diretta mandando Samantha a tutto schermo e rimanendo lui di spalle, in modo da poter
fingere di fare le domande live.
La loschissima vicenda (io dopo
queste menzogne, a Conti farei
anche l’antidoping, l’esame del
capello e un accertamento fiscale, mi raccomando) viene smascherata su Twitter, Conti si giustifica dicendo che è normale,
Fazio ci tiene a specificare che
però da lui l’amica Sam era in
diretta per poi twittare che la sera della finale sanremese sarà
ospite a Che tempo che fa Marco
Mengoni, vincitore del Festival
2013.
Insomma, questa cosa che
Conti abbia fatto più ascolti di lui
senza convocare tutta l’Armata
rossa a Fazio non è andata giù,
per cui se 46 anni fa russie americani facevano a gara per chi
avrebbe messo per primo la bandiera sulla Luna, ora i conduttori
di Sanremo fanno a gara per chi
mette per primo la bandiera sull’astronauta.
Seconda posizione: Emmagate. Dei due milioni circa di
tweet partoriti con hashtag #Sanremo2015, un milione e novecentomila erano sui suoi outfit
onestamente poco azzeccati. Irestanti centomila erano sulla scarsa dimestichezza con la conduzione. Secondo fonti vicine alla
bella salentina, Emma non
avrebbe vissuto con leggerezza
le critiche. Dopo due giorni dall’inizio del Festival ha avuto un’incomprensione col suo stylist Andrea Amara (già stylist di Paola
Barale e molte altre) e lui se ne è
tornato a Milano. Francesco Scognamiglio, che l’ha vestita la prima sera (l’unica in cui gli abiti le
donavano, in effetti), quando sere dopo l’ha notata vestita di pizzo rosso ed è stato sommerso da
tweet di fan che lo criticavano
RADICAL
Fabio Fazio e Luciana
Littizzetto hanno
condotto Sanremo due
anni. La seconda
edizione è stata un flop.
In alto, Emma [Ansa]
per la scelta, ha scritto su Twitter
un messaggio a caratteri cubitali: «Emma era vestita Scognamiglio solo la prima sera.Spero possiate tacere ora». Come a dire
«Non è colpa mia». Insomma,
una Emma e il suo entourage
molto nervosi. Del resto, Emma,
sul suo Instagram, ha postato
una foto del suo look accostato a
quello delle gemelline di Shining accompagnato dalla frase
«io rido da qui e voi sul divano»,
a cui mancava solo un «gne-gnegne» finale. In conferenza stampa, a chi le chiedeva come vivesse le critiche ha risposto con un
tono che tradiva parecchio nervosismo: «Il Festival serve a far
scrivere persone che durante
l’anno non lo fanno abbastanza». Insomma. La prossima volta, se si è così sensibili a banali
commenti su outfit e pettinature, sarebbe il caso di non accettare Sanremo, ma rimanere a casa
a twittare sulle stecche di Plati-
Rocio Munoz, 26 anni [Ansa]
nette.
Terza posizione: Arisa-gate.
Licenzia la sua addetta stampa
colpevole di aver stretto eccessiva amicizia con Emma. Gli effetti del licenziamento si sono fatti
sentire repentinamente: due
giorni dopo, in conferenza stampa, a briglie sciolte, ha informato
tutti delsuo ciclo mestruale e della sua regolarità in bagno. Pare
che poi in hotel avesse chiesto
della carta intestata per fare un
comunicato Ansa sulla sua secchezza vaginale, ma il fidanzato
l’abbia convinta a desistere.
Quarta posizione: Siani-gate. Dopo la sua battuta sul bambino grasso, pare che Siani stia
meditando di farsi sparare nello
spazio a mo’ di donna cannone
per lasciarsi inghiottire da un buco nero dove il tempo è schiacciato su se stesso e tramite paradosso temporale tornare a quel
momento in cuiConti gli ha chiesto: «Che ne diresti di esibirti a
Sanremo?». Per rispondere educatamente: «Col cazzo».
Quinta posizione: fisco-gate. Si era detto «evitare la presenza di ospiti che abbiano evaso le
tasse o sottratto beni che non gli
appartenevano». Nonostante
ciò, Rocio Munos Morales è rimasta per ben cinque giorni su
quel palco.
■■■ «Comunque vada sarà un successo», diceva Chiambretti. E Carlo Conti, l’impiegato
della Rai,come viene definito da qualche critico maligno, di successo in questo serate di
Sanremo ne ha avuto a palate. Auditel record,
gruppi d’ascolto, commenti acidissimi che sono poi il pepe del Festival. E il termometro del
successo della manifestazione. È stato un
grande padrone di casa anche se a molti è
sembrato privo di emozioni.
Vi posso assicurare che Carlo sa nascondere molto bene le sue sensazioni, e meno male. Al successo, ahimé, hanno contribuito anche le tre vallette, le peggiori mai viste all’Ariston. Se Pingitore avesse in mente di rifare il
Bagaglino sarebbero di sicuro al posto giusto.
A confronto Pamela Prati sarebbe una specie
di Marilyn Monroe, Gene Russel e Rita Levi
Montalcini messe insieme. La fortuna di questo Sanremo è che non c’è stato niente di radical chic. Il buon Carlo come faceva, poi, a starsene lontano da Cirilli, davvero insopportabile con il suo “Evviva Carlo Conti”. Il comico vi
ha fatto ridere? Vi ha lasciato qualcosa? Vi ha
impressionato? Forse
pensava di essere a
Tale e Quale,e se questa era la sua impresa
ci è riuscito. Peggio di
Siani e Pintus.
Questo è anche stato il Festival senza le
grandi signore della
musica.A parte la presenza di Ornella Vanoni, anche se era soC. Malgioglio
lo l’imitazione poco rispettosa della brava
Virginia Raffaele. Come la conturbante Tatangelo, la superba Zilli, la sensuale Malika e
la burrosa Atzei, che però era in mutande.
Anche se la più sexy mi è sembrata la direttora d’orchestra Carolina Bubbico. Pazzesco il suo vestito da rete da pescatore.
Che fine abbia fatto la musica di questo festival e di quelli che lo hanno preceduto? Boh.
Tra i Giovani ha vinto Giovanni Caccamo.
Dicono che sia straordinario. Con il tempo vedremo. E pensare che il ragazzo era stato scartato ad X Factor da Mara Maionchi e poi per
miracolo ripescato.
Un appello a Emma: cara Emma, ce l’hai
messa tutta, ma la verità è sotto gli occhi di
tutti. Riprendi il microfono e ritorna a cantare
il più presto possibile. Arisa, ai miei occhi, apparirà dopo questo Festival sempre come
una aliena, nel bene e nel male. Compresa la
sua pettinatura terribile alla Star Trek.
Mi chiedete di stilare una pagella sulle canzoni. Ne ho dati tanti di voti, a cominciare dalla fortunata trasmissione dei Raccomandati
che mi ha reso protagonista insieme a Carlo.
Adesso la voglia non c’è più. Ma se insistete,
direi che tutte le canzoni si meritano dal 5 al
5+. Solo una raggiunge la sufficienza, quella
di Nek.
Il brano vincitore l’avevo intuito dall’inizio.
Bravo quel critico che dopo il mio tweet ha
scritto che il brano di Chiara aveva una somiglianza lontana con una canzone di Pupo.
Idem la somiglianza con tre ben brani di successo del brano Nek: non si è risparmiato.
Ora scenda il silenzio come nei corridoi di
Shining, vedi vestito oro di Emma: terrore.
28
PALINSESTI
__Domenica 15febbraio2015__
RAI UNO
RAI DUE
RAI TRE
CANALE 5
ITALIA UNO
RETE QUATTRO
LA 7
6.00
8.05
8.45
6.00
7.55
8.00
8.00
8.45
8.50
8.10
7.40
7.55
8.30
9.00
7.00
6.30
9.50
11.30
12.00
12.20
13.30
14.00
16.30
16.35
20.00
20.35
21.30
23.30
0.35
1.00
2.15
2.45
Rai Parlamento Punto
Europa
UnoMattina
In Famiglia. Condotto
da Tiberio Tiberi e
Ingrid Muccitelli
Roma. Basilica di
San Pietro Santa
Messa di Papa
Francesco con i nuovi
Cardinali
A sua immagine
Recita dell’Angelus
Linea verde “La buona
terra”
TG1
In diretta dal Teatro
Ariston di Sanremo
L’Arena “Speciale
Festival”. Condotto da
Massimo Giletti
TG1 - Che tempo fa
In diretta dal Teatro
Ariston di Sanremo
Domenica in
“Tra gli ospiti Paolo
Limiti, Iva Zanicchi,
Fabio Canino e Marino
Bartoletti”. Condotto
da Paola Perego e
Pino Insegno
TG1
Affari tuoi. Condotto
da Flavio Insinna
Novità - Prima tv
Braccialettti rossi 2
“Prima puntata”
Speciale TG1
Settimanale del TG1
TG1 Notte Che tempo fa
Applausi
“Teatro e arte”
Settenote
“Musica e musiche”
Sottovoce
10.00
10.45
11.30
13.00
13.30
13.40
13.45
15.30
17.05
17.10
18.10
19.35
20.30
21.00
21.45
22.40
1.00
1.20
1.50
1.55
2.00
Delitti in paradiso “Seconda stagione, episodio 3” “Seconda
stagione, episodio 4”
con Ben Miller
Il re della giungla
Cronache animali
Mezzogiorno in
famiglia
TG2
TG2 Motori
Meteo 2
Quelli che aspettano
Quelli che il calcio
“Tra gli ospiti: Luca
Argentero, Claudio
Amendola, Anna Foglietta”
TG2 L.I.S. - Meteo 2
RaiSport Stadio Sprint
Rai Sport 90° Minuto
Squadra Speciale
Cobra 11 “Inferno
sulla A4 - seconda
parte” con Erdogan
Atalay
TG2 - 20.30
N.C.I.S. “Sabato di
pace” con Mark
Harmon
Sesta stagione - Prima
tv N.C.I.S.: Los Angeles “Un grande problema - seconda
parte” con Chris
O‚Donnell
La Domenica Sportiva
TG2
Protestantesimo
Meteo 2
Appuntamento
al cinema
Sci alpino, Mondiali
2015 Da Vail - Beaver
Creek Slalom Speciale
Maschile (Differita)
10.25
11.10
11.30
12.00
12.25
12.55
13.00
14.00
14.15
14.30
15.00
15.05
15.45
18.55
19.00
19.30
20.00
20.10
21.45
23.30
23.45
0.45
Cameriera bella presenza offresi (Commedia, 1951) con Elsa
Merlini. Regia di Giorgio Pastina.
Community - L’altra
Italia
TGR Estovest “Ospite:
Lucio Caracciolo”
TGR RegionEuropa “Il
“local” italiano”
TG3 - TG3 Fuori linea
-TG3 persone “La bottega della musica”Meteo 3
TGR Mediterraneo
Nuova edizione FIGU Album di persone notevoli “Franz Beckenbauer”
Tiziano Terzani: Una
vita sopra le righe
TG Regione - Meteo
TG3
In 1/2 h
TG3 L.I.S.
Kilimangiaro - Il
borgo dei borghi
Kilimangiaro - Ci divertiremo un mondo
Meteo 3
TG3
TG Regione - Meteo
Blob
Che tempo che fa
“Tra gli ospiti Monica
Bellucci”
Presa diretta “Nutrire
il pianeta”. Condotto
da Riccardo Iacona
TG3 - TG Regione
Gazebo “I fatti della
settimana”
Il candidato - Zucca
Presidente “Il rapimento”
10.10
11.10
12.00
13.00
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Seta (Drammatico,
2007) con Keira Knightley, Michael Pitt,
Sei Ashina. Regia di
François Girard.
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(all’interno)
Grey’s Anatomy
“Diamo una possibilità
alla pace” con Ellen
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19.15 Yuppies 2
Con Christian De Sica SCC
19.15 Racconti Incantati
Con Adam Sandler
SCF
19.15 Henry Poole - Lassù
qualcuno ti ama
Con Luke Wilson
SCU
19.25 London Zombies
Con Rasmus HardikerSCM
19.25 Mediterraneo
Con D. Abatantuono SCH
20.15 Johnny Tsunami Un surfista sulla neve
Con Cary-Hiroyuki
Tagawa
DY
21.00 A ruota libera
Con Sabrina Ferilli
SCC
21.00 Battle of the Year La vittoria è in ballo
Con Josh Holloway
SCF
21.00 Amistad
Con M. Freeman
SCU
21.00 Cash - Paga o muori
Con Sean Bean
SCM
21.00 Prima tv Anna Nicole Una vita da playmate
Con Agnes Bruckner SCP
21.10 Prima tv Hercules: La
leggenda ha inizio
Con Kellan Lutz
SC1
21.10 Prima tv Lei
Con Joaquin Phoenix SCH
22.35 Jackass presenta:
Nonno cattivo
Con Johnny Knoxville SCC
22.35 Stoker
Con M. Wasikowska SCP
22.55 Supercuccioli - I veri
supereroi
Con Trey Loney
SCF
22.55 Smetto quando voglio
Con Edoardo Leo
SC1
22.55 Machete Kills
Con Danny Trejo
SCM
LEGENDA
C
CN
D
ES
DY
Cult
Cartoon Network
Discovery Chan. HD
Eurosport HD
Disney Channel
14.15 Biathlon, Coppa del
Mondo Oslo: staffetta
4x7,5 km M (D)
ES
15.00 Calcio, Serie A Atalanta
- Inter (Diretta)
SP1
15.30 Calcio, Bundesliga Hertha Berlino - Friburgo
(Diretta)
SP3
15.45 Salto con gli sci, Coppa
del mondo Vikersund:
HS 225 (Diretta)
ES
17.00 Basket, NBA All Star Saturday 2015 (Replica) SP2
17.30 Calcio, Bundesliga Hannover 96 - Paderborn
(Diretta)
SP3
17.45 Sci alpino, Mondiali Slalom speciale maschile
- 1a manche (Diretta) ES
20.45 Calcio, Serie A Cesena Juventus (Diretta)
SP1
21.00 Golf, US PGA Tour AT&T
Pebble Beach: giornata finale (Diretta) SP3
22.15 Sci alpino, Mondiali Slalom speciale maschile
- 2a manche (Diretta) ES
2.30 Basket, NBA All Star
Game 2015 (Diretta) SP2
HD
12.25
13.00
13.55
14.10
16.35
18.30
19.00
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0.45
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7.30
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14.40
18.05
19.45
20.00
20.35
21.10
0.00
0.15
Omnibus Rassegna Stampa
TG La7
Meteo
Omnibus
L’aria che tira Il Diario. Condotto da
Myrta Merlino
Otto e mezzo.
Condotto da Lilli
Gruber (Repl.)
Monsieur Batignole
(Drammatico, 2002)
con Jules Sitruk, Gérard Jugnot, Michèle
Garcia. Regia di Gérard
Jugnot.
TG La7
TG La7 Cronache.
Condotto da Bianca
Caterina Bizzarri
Joséphine, ange
gardien “Il tocco di
Rougier” “Una madre
in affitto” con Mimie
Mathy
L’ispettore Barnaby
“Uccelli da preda” con
John Nettles
Meteo
TG La7
Domenica nel Paese
delle Meraviglie. Condotto da Maurizio
Crozza
La Gabb
bia. Condotto
da Gianluigi Paragone
(Diretta)
TG La7
Kitchen Stories - Racconti di cucina (Commedia, 2003) con
Joachim Calmeyer,
Bjørn Floberg, Tomas
Norstrom. Regia di
Bent Hamer.
CLASS TV
TELEFILM
Rai 4
Rai 5
20.45 The Strain “L’arrivo” F
20.50 I Thunderman
NCK
21.05 N.C.I.S.
“Occhi azzurri”
FC
21.10 The White Queen
“War at First Hand” SKA
21.35 Life Bites
DY
21.50 Sabrina vita
da strega
DY
21.55 N.C.I.S. “Bikini”
FC
22.05 The Walking Dead
“Non è finita”
F
22.10 The White Queen
“Love and Death”
SKA
22.20 Cyber Girls
DY
22.45 In Tour
DY
22.50 N.C.I.S. “La teoria della
cospirazione”
FC
22.55 Doggywood
DY
23.10 Life Bites
DY
23.15 Boardwalk Empire 5
“Devil You Know”
SKA
23.20 Prima tv New Girl
“Nessuna regola”
F
23.35 The Avatars
DY
23.40 Annika: Crime
reporter “Studio Sex” FC
23.50 Le regole del delitto
perfetto
F
21.10 Prima tv Doctor Who 8
“Time Heist”
22.00 Agents of S.H.I.E.L.D. “A
occhi chiusi”
22.50 Jeepers Creepers 2 (Horror,
2003) con Ray Wise. Regia
di Victor Salva.
21.15 I grandi fenomeni
della natura
22.15 Europa tra le righe
23.20 L’amante inglese (Dram.,
2009) con K. Scott Thomas.
Regia di C. Corsini.
(Canale 507 di Sky)
Cielo
Class Horse
DOCUMENTARI
RAGAZZI
19.10
19.35
19.50
20.10
20.15
20.40
21.30
21.45
21.55
22.10
Teen Titans Go!
CN
Clarence
CN
Regular Show
CN
Disney Topolino
DY
Regular Show
CN
Lo straordinario
mondo di Gumball CN
Regular Show
CN
La leggenda
di Korra
NCK
Regular Show
CN
La leggenda di
Korra
NCK
Canale disponibile anche in alta definizione
NGC
SC1
SCC
SCF
SCH
10.30
Mediashopping
Super partes
Magnifica Italia
Terra!. Condotto da
Toni Capuozzo (Repl.)
Santa Messa
Le storie di viaggio
a...
TG4 - Meteo.it
Ieri e oggi in tv
Walker Texas Ranger
“Pioggia di fuoco”
con Chuck Norris
Prima tv Donnavventura
Ieri e oggi in tv
L’uomo della carità Don Luigi di Liegro
(Biografico, 2006) con
Giulio Scarpati, Carlo
Giuseppe Gabardini,
Simone Gandolfo.
Regia di Alessandro Di
Robilant.
TG4 - Meteo.it
The Mentalist “Distintivo rosso” con Simon
Baker
Tempesta d’amore
Chisssà perché...
capitano
o tutte a me
(Commedia, 1980) con
Bud Spencer, Cary
Guffey, Ferruccio
Amendola. Regia di
Michele Lupo.
I bellissimi di R4
Tutto può succedere
(Commedia, 2003) con
Jack Nicholson, Diane
Keaton, Amanda Peet.
Regia di Nancy Meyers.
TG4 Night News
Ciak Speciale “Le
leggi del desiderio”
CANALI FREE DIGITALE TERRESTRE
20.55 Stupidi al
quadrato
NGC
21.00 Addestrati per
uccidere
THC
21.00 Il viaggio di Sammy FL
21.00 Come è Fatto:
Supercar
D
21.10 Prima Tv Ink Master:
tatuaggi in gara
SKU
21.25 Stupidi al
quadrato
NGC
21.30 Il viaggio di
Sammy
FL
F
Fox HD
FC-FL Fox Crime HD Fox Life
SKA Sky Atlantic
MGM Metro Goldwyn Mayer
NCK Nickelodeon
8.35
Una spada per Lady
Oscar
Heidi torna sui monti
(Animazione, 1977)
Regia di Isao Takahata.
Amore con interessi
(Commedia, 1993) con
Michael J. Fox, Gabrielle Anwar, Anthony
Higgins. Regia di Barry
Sonnenfeld.
Studio Aperto Meteo.it
Sport Mediaset - XXL
L’Isola dei Famosi
Sheena, regina della
giungla (Avventura,
1984) con Ted Wass,
Tanya Roberts, Trevor
Thomas. Regia di John
Guillermin.
Tiger Team Der Berg der 1000
Drachen (Avventura,
2010) con Helena
Siegmund-Schultze,
Bruno Schubert, Justus
Kammerer. Regia di
Peter Gersina.
Studio Aperto Meteo.it
Transporter The Series “Un solo
prototipo” con
Chris Vance
L’isola dei famosi
Transporter The Series “La figlia
del Generale” con
Chris Vance
Wild - Oltrenatura
Infested Via da questa casa
Sport Mediaset
Studio Aperto La Giornata
National Geo.HD
Cinema 1 HD
Cinema Comedy HD
Cinema Family HD
Cinema Hits HD
SCM Cinema Max HD
SCP Cinema Passion HD
SP1-2-3 Sky Sport 1-2-3 HD
SKU Sky Uno
THC The History Channel
Rai Storia
Class Cnbc
14.00
16.15
17.00
18.30
21.30
Class Life
Art TV
My Tech
Top Lot
Ride&Drive
(Canale 221 di Sky)
20.50 Il tempo e la storia
21.30 Binario Cinema Il mondo
nuovo (Storico, 1982) con
Jean-Louis Barrault. Regia
di Ettore Scola.
0.05 Il tempo e la storia
21.05 The Karate Kid - La leggenda continua (Avventura,
2010) con Jackie Chan.
Regia di Harald Zwart.
23.40 Sharknado (Horror, 2013)
con Ian Ziering. Regia di
Anthony C. Ferrante.
Rai Movie
Iris
(Canale 180 di Sky)
21.15 The Woman in Black (Horror, 2012) con Daniel Radcliffe Regia di James
Watkins.
22.55 Crash “Il gioco delle parti”
“Los Angeles”
21.00 Il figlio più piccolo (Dram.,
2010) con Christian De
Sica. Regia di Pupi Avati.
23.20 Magnificat (Drammatico,
1993) con Luigi Diberti.
Regia di Pupi Avati.
17.50 Special Class:
Il GP di Vermezzo 2015
20.55 Special Class:
Andrew Nicholson
0.25 Class Horse TG Weekend
Class TV Moda
16.00
17.00
18.00
18.15
21.00
22.00
Models New York
Ladies
Fashion Dream
Full Fashion Designer
Breakout
Full Fashion Designer
CANALI PREMIUM DIGITALE TERRESTRE
Joi
Action
Mya
19.35 Dr. House - Medical Division “Bambini precoci”
“Una lezione per House”
21.15 The Big Bang Theory
“L’impermanenza del celibato” “L’accelerazione
del lancio” con Johnny
Galecki
22.05 Mom
22.55 Royal Pains
19.30 Transporter - The Series
“Punto morto”
con Chris Vance
20.25 Supernatural “Morsi” con
Jared Padalecki
21.15 I signori della fuga “Follia
omicida” con Domenick
Lombardozzi
22.00 I signori della fuga “Le
regole della banda”
19.30 Hemlock Grove “Peter
non può farne a meno”
“La cattura”
21.15 Hemlock Grove
“Il prezzo” “Figli della
notte” con Famke
Janssen
22.55 Eva Luna
0.35 Una mamma per amica
“Il party”
Premium Cinema
Studio Universal
Premium Calcio
21.15 Buona giornata (Commedia, 2012) con Diego
Abatantuono, Lino Banfi,
Christian De Sica. Regia
di Carlo Vanzina.
22.55 Sapore di te (Commedia,
2013) con Vincenzo Salemme, Serena Autieri,
Maurizio Mattioli. Regia
di Carlo Vanzina.
21.15 The illusionist - L’illusionista (Fantastico, 2007)
con Edward Norton, Paul
Giamatti, Jessica Biel.
Regia di Neil Burger.
23.10 Ellie Parker (Commedia,
2005) con Naomi Watts,
Jennifer Syme, Greg Freitas. Regia di Scott Coffey.
0.50 A noi piace corto
17.05
17.20
18.25
19.00
19.30
20.45
Highlights serie A
Serie A Live
Serie A Live
Highlights serie A
Serie A Live
Calcio, Serie A
2014/2015 Cesena Juventus (Posticipo 23a
giornata) (Diretta)
22.40 Serie A Live
Torneo di Viareggio, finale Inter-Verona
Tennis, Luca Vanni in finale a San Paolo
Slittino, bronzo mondiale per gli azzurri
Sotto la pioggia e su un campo al limite, Inter e Verona si
guadagnano la finale di domani del torneo di Viareggio. Poker nerazzurro sulla Roma (in 8), 4-0 firmato Steffè, Bonazzoli
e Appiah (doppietta); scaligeri in rimonta 2-1 sulla Fiorentina.
L’aretino Luca Vanni, 29 anni, n˚ 149 del mondo, che fino a 7
giorni fa non aveva mai vinto un match sul circuito Atp, è in
finale al “Brasil Open” a San Paolo (montepremi di 443.000
euro su terra rossa). Stasera affronterà l’uruguaiano Cuevas.
Christian Oberstolz e Patrick Gruber conquistano la medaglia di bronzo nel doppio di slittino ai mondiali di Sigulda in
Lettonia. L’oro è andato ai tedeschi Wendl/Arlt, che hanno
preceduto gli austriaci Penz/Fischler di 136 millesimi.
:::
IlpallonediLuciano
L’iradiLotito,ildisastro Parma
e gli effetti dell’«amata» Calciopoli
::: LUCIANO MOGGI
■■■ Nel maggio 2006, quando l’Inquisizione decise di far fuori i dirigenti della Juve, l’allora ad Giraudo dichiarò: «Noi lasciamo questo calcio, chi resta o verrà dopo farà di tutto
per farci rimpiangere». Si sta avverando la
profezia. Quello ante 2006 era il calcio in cui
l’Italia diventava Campione del mondo (con
i giocatori della Juve), vinceva le Champions
e attirava i big esteri: era un calcio stimato,
che riempiva gli stadi per godere di Ibra, Zidane, Emerson, Del Piero, Vieira, Nedved, i gol
di Trezeguet, le parate di Buffon, la qualità di
difensori come Montero, Cannavaro e Ferrara, gli slalom di Camoranesi e Davids. Era l’epoca in cui tre juventini vincevano il Pallone
d’oro (Zidane, Nedved e Cannavaro).
Poi il 2006 ha cancellato tutto, oggi è solo
un continuo scontro fra presidenti rei di scelte sbagliate e continue liti per la spartizione
dei poteri. Avevano promesso di non far passare più gli errori arbitrali come facenti parte
di un complotto a favore di qualcuno, ma
non hanno resistito:hanno sempre rivendicato i presunti torti, mai i favori, e adesso litigano addirittura per linee che non sono parallele (vedi Galliani che però non ricorda l’ira di
Pozzo per un gol fantasma in Milan-Udinese). Ha tuonato Lotito perché l’arbitro di Lazio-Genoa gli ha fischiato contro un rigore
espellendo (da regolamento) il portiere: «Voglio il sorteggio totale», come se fosse la panacea. Lotito ha trovato anche il tempo per avvertire che il presidente della Lega, Beretta,
non conta niente, che comanda lui perché la
maggioranza dei presidenti è al suo seguito e
che il Carpi in A sarebbe una iattura. De Laurentiis ha detto di una quaterna arbitrale esibitasi al San Paolo: «Vanno tenuti fermi a lungo». Garcia si lamenta ancora dell’arbitro
Rocchi per il 3-2 con la Juve, dimenticando i
favori avuti in casa con Sassuolo ed Empoli,
oltre al fatto di essere a -7. Un Far West in cui
chi fa la voce più grossa ha quasi sempre ragione: nessuno che pensa però a migliorare
la qualità del gioco. E meno male che se n’è
andato Cellino, che in Inghilterra al Leeds è
stato squalificato subito: in Italia era perfino
consigliere federale, fra coloro quindi che potevano decidere le sorti del calcio, nonostante abbia “sostato” nelle patrie galere per ben
due volte. È stato sostituito da Lotito, che di
questi “infortuni” ne ha avuto uno solo. C’è
di tutto in questo calcio malato ed è proprio
per questo che i tifosi si allontanano. Addirittura due calciatori giocano regolarmente nonostante siano rei confessi di aver alterato le
partite e l’attuale team manager della nazionale è stato condannato dalla Giustizia Ordinaria per aver falsificato un passaporto.
Di più non si può, vanno presi provveddimentie deve farlo Malagò, presidente del Coni. Fino al 2006 il calcio si poteva considerare
spettacolo, con 7 squadre che potevano contendersi la leadership: è sopravvissuta la Juve
e in parte la Roma.Di chi è colpa? Dei dirigenti ma soprattutto di chi deve controllarli. La
situazione in cui versa il Parma è colpa di chi
non lo ha fatto. Che vergogna: facile dire che
Giraudo aveva ragione. Ai sostenitori di Calciopoli ricordiamo poi che Moggi e Giraudo
sono stati protagonisti di campionati regolari
(stabilito in sede di processo sportivo e ordinario), delle comunicazioni esclusive con i
designatori la smentita è venuta addirittura
da Moratti. Spesso mi viene chiesto se sento
la mancanza del calcio: è più facile che questo calcio senta la mia mancanza.
Diavolocinese
Silvio e Barbara
Berlusconi davanti a
Casa Milan [LaPresse]
Venti d’Oriente soffiano sul Milan, a tentare Berlusconi l’entrata di un partner di Pechino
collegato ad un importante studio legale italiano. Silvio è in cerca di un azionista,
ma il presidente resterà comunque lui. Smentito l’accordo con fantomatici tailandesi
::: FABRIZIO BIASIN
FRANCESCO PERUGINI
■■■ Parli del Diavolo e spuntano
le smentite. E le smentite delle
smentite. E le mezze smentite che
non smentiscono un bel niente e,
anzi, alimentano il pissi-pissi. Un
grande classico quando si tratta
l’argomento «cessione del Milan a
questo o quell’altro gruppo di falcoltosi». Dopo gli arabi, i russi, gli
americani, vostro cugino, nostra
zia e chi più ne ha più ne metta, da
qualche tempo è il turno dei «mandorlati», intesi come i nababbi dagli occhi a mandorla, indicati dai
più come probabili soccorritori
dei rossoneri al verde.
Proprio così, venti d’Oriente agitano il presente del Milan, atteso
oggi da un Empoli che all’ora di
pranzo rischia di risultare indigesto. Lo sbarco del gruppo Wanda
in Italia (vedi acquisto di Infront)
ha aperto le porte all’invasione dei
capitali asiatici in Serie A e i paperoni dell’altro mondo sembrano
avere grandi piani per il nostro povero pallone. Wang Jianlin, per dire, secondo uomo più ricco di Cina,«non è escluso» che voglia investire nello stadio rossonero. Parole
e musica diMarco Bogarelli, novello braccio destro dello stesso
Wang che nei giorni scorsi ha fatto
capire quanta potenziale trippa ci
sia per i nostri gatti rinsecchiti. Secondo Repubblica, invece, dietro
al «vendi tu che compro io» di via
Aldo Rossi ci sarebbe un gruppo
tailandese: preaccordi già firmati
ad Arcore, chiusura dell’affare a
giorni, subentro totale ai Berlusconi in tre anni dopo l’ingresso al
30%. Prezzo? Un miliardo di euro.
Una cifra da strabuzzare gli occhi e certamente esagerata, visto
che il reale valore del club si aggira
attorno ai 750-800 milioni di euro
(forse qualcosa meno). Immediata o quasi è arrivata la risposta di
Fininvest che, pur confermando i
molti interessamenti, «smentisce
categoricamente che esistano colloqui diqualche concretezza e tantomeno preaccordi scritti» o «incontri decisivi in agenda». Fonti interne al club ci fanno sapere che
molti sono i dubbi a proposito di
un interessamento del misterioso
gruppo thai. Republica omette il
nome, ma si tratterebbe del già discusso Bee Taechaubol. Ceo di
Thai Prime, società che acquista
società non quotate in borsa, ha
portato in giro per l’Asia nei mesi
scorsi vari ex campioni tra cui Fabio Cannavaro. Che il Milan sia in
vendita da tempo non è un mistero, la banca Lazard fu incaricata di
cercare potenziali azionisti già un
anno fa quando circolavano voci
sul presunto ingresso di capitali
arabi. Azionisti, appunto, non nuovi proprietari, perché Silvio e Barbara Berlusconi non hanno mai
nascosto di voler continuare a occuparsi della squadra nonostante
l’impossibilità di massicci investimenti. Ecco perché la ricerca di un
partner forte, ma non di maggioranza, ha richiesto più tempo del
normale, soprattutto per evitare di
cadere nei tranelli di tanti personaggi in cerca solo dipubblicità come accaduto in passato ad esem-
ROSSONERI CONTRO L’EMPOLI (12.30)
Inzaghi: «Siamo inc... e vogliamo vincerle tutte»
Sfida fra Vio e Sarri, i «maghi» dei calci piazzati
MILANO Chissà se disegnavano schemi tra un’operazione e l’altra
in filiale. Maurizio Sarri e Gianni Vio sono accomunati dal passato in banca e dai calci piazzati. Il secondo si è guadagnato l’appellativo di «mago dei calci piazzati», ma il vero maestro sembra
proprio il tecnico dell’Empoli. Dieci gol segnati dai toscani sugli
sviluppi di un calcio piazzato. «Sarri ha l’esperienza che mi manca», ammette Inzaghi. «Ma noi dobbiamo essere incazzati per la
classifica che abbiamo». Non va altrettanto bene a Vio che - mentre la Fiorentina dopo il suo addio è in testa alla classifica dell’efficacia su palla inattiva - con quello di Antonelli totalizza solo tre
centri nella sua specialità. E tante ironie per la doppia barriera di
Milan-Atalanta.
F.PER.
pio alla Roma con il famigerato
«sceicco di Perugia».
Ma la ricerca potrebbe essere alla stretta finale. In salsa di soia sì,
ma cinese. Ilnoto studio legale “Ripa di Meana e associati” si starebbe occupando da vicino della pratica che sembra essere in pole nel
gradimento dei vertici rossoneri.
Soldi veri, un solido piano di partnership e l’interesse a sviluppare il
marchio Milan in Oriente. Contattati da Libero,gli avvocati non hanno rilasciato dichiarazioni, ma a
parlare per loro è il passato: merger&acquisition concluse per 9 miliardi di euro, operazioni di assetto
gestionale per 24 miliardi di euro.
Insomma, il partner ideale per
una trattativa che dovrebbe portare capitali freschi lasciando maggioranza e gestione ai Berlusconi.
Anche perché ilpatron ha dimostrato di voler tornare a occuparsi
della squadra, investendo in «giocatori giovani e italiani» e nel nuovo stadio. E anche se i passaggi burocratici da superare sono molti,
resta la fiducia per la corsa all’area
dell’ex Fiera. Con i finanziamenti
asiatici, si potrebbe consolidare il
progetto e completare il piano di
sviluppo con la costruzione di altre Casa Milan in giro per il mondo. «Berlusconi? Non lo vedo lontano dal Milan. Sarebbe una grave
perdita», ha confermato ieri Inzaghi, «vuole tornare a vincere.
Quando le cose vanno bene pretende di più, quando vanno male
è sempre vicino. La sua carica è la
nostra forza». Magari accompagnata da due involtini primavera.
30
SPORT
__Domenica 15 febbraio 2015__
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@
Salah e doppio Babacar: la Fiorentina travolge il Sassuolo 3-1
::: REGGIO EMILIA
emiliani gol di Berardi nella ripresa.
■■■ Una ottima Fiorentina batte fuori
Salah bacia la fascia a lutto [web]
casa il Sassuolo 3-1 e si insedia da sola al
quarto posto. Primo gol per l’egiziano
Salah (con il lutto al braccio per i 30 tifosi di calcio morti al Cairo una settimana
fa) poi la doppietta di Babacar. Per gli
SASSUOLO-FIORENTINA 1-3
RETI: 30’ pt Salah, 32’ pt e 16’ st Babacar, 22’ st Berardi
SASSUOLO (4-3-3): Consigli 6.5; Gazzola 5.5, Cannavaro 5.5, Acerbi 5.5, Longhi 6 (35’ st Missiroli sv);
Biondini 5.5, Magnanelli 5.5, Brighi 5.5 (17’ Floccari
6); Berardi 6.5, Zaza 5.5, Sansone 5.5 (29’ st Floro
Flores 6). All. Di Francesco.
FIORENTINA (4-3-3): Tatarusanu 6; Richards 6.5, Savic 6.5, G. Rodriguez 6, Alonso 5.5; Kurtic 5.5, Pizarro 6.5, M. Fernandez 6 (23’ st Aquilani 6); Diamanti
6, Babacar 7.5 (27’ st Gilardino 6), Salah 7 (37’ st Ilicic
sv). All. Montella.
ARBITRO: Doveri.
NOTE: ammoniti Longhi, Alonso, Zaza, Savic.
AL BARBERA 3-1
I cannoli di Palermo
fanno male al Napoli
Vazquez e
Dybala, i gioielli
di Zamparini
[Ansa]
Lazaar (papera di Rafael),Vazquez e Rigoni frenano la rincorsa
di Benitez al 2˚posto. Hamsik va ko. Oggi la Roma può scappare
::: GIAMPIERO DE CHIARA
PALERMO-NAPOLI
3-1
PALERMO
Il Palermo travolge in casa un pessimo Napoli (3-1). I rosanero, con Lazaar (14’) e
Vazquez (36’), chiudono i giochi già nel primo tempo. Rigoni (20’ st, al 5˚ gol stagionale) mette poi a segno la terza rete. Gli uomini di Benitez (a segno nel finale con Gabbiadini) frenano così la loro corsa verso il
secondo posto della Roma e devono ora
guardarsi dalla Fiorentina che è a meno 4
punti.
PALERMO (4-3-2-1)
Sorrentino 6:serata tranquilla per il portiere rosanero. Bello un suo intervento su un tiro
di Higuain
Rispoli 6: soffre all’inizio
quando il Napoli attacca spesso dalle sue parti, migliora col
passare dei minuti.
Andelkovic 6: governa la difesa con tranquillità.
Terzi 6: l’ex della partita offre
una prestazione sempre convincente.
Lazaar 7: il marocchino
sblocca la partita con un tiro
dalla trequarti. Gioca con scioltezza e si propone spesso in attacco.
Bolzoni 5.5: si divora un gol
che ancora grida vendetta.
Rigoni 6.5: dirige la squadra
con tranquillità. Pecca un po’
nel chiudere in difesa. Segna
la terza rete che è da manuale
del calcio, per come è stata costruita. Diffidato salterà la sfida con la Lazio.
Barreto 6: solita grinta a centrocampo. Troppo falloso
(dal 41’ st Jajalo sv).
RETI: 14’ pt Lazaar, 36’ st Vazquez, 20’ st Rigoni, 37’ st Gabbiadini.
PALERMO (4-3-2-1): Sorrentino; Rispoli, Andelkovic, Terzi, Lazaar;
Bolzoni, Rigoni, Barreto (41’ st Jajalo); Quaison (23’ st Chochev),
Vazquez; Dybala. All. Iachini.
NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Britos, Strinic; Jorginho,
David Lopez (23’ st Gargano); Callejon, Hamsik (9’ st Gabbiadini),
De Guzman; Higuain (29’ st Zapata). All. Benitez.
ARBITRO: Mazzoleni.
NOTE: ammoniti Jorginho, Higuain, Rigoni, Bolzoni.
Quaison 6: incerto all’inizio,
dà poi il via all’azione del 2-0
(dal 23’ st Chochev sv).
Vazquez 7.5:un gol(è ilsettimo in campionato), un assist
vincente e tante giocate di classe (dal 33’ st Belotti sv).
Dybala 7: quando ha la palla
tra i piedi è impossibile rubargliela. Inventa sempre qualcosa. Fornisce l’assist per il gol di
Vazquez. Da una sua grande
intuizione nasce il 3-0.
NAPOLI (4-2-3-1)
Rafael 4.5: la papera sul
primo gol è da comiche.
Maggio 5.5: si fa vedere in
attacco solo dopo il 2-0.
Albiol 5: soffre Dybala che
spesso lo fa innervosire.
Britos 5.5: è il meno peggio nella disastrosa serata
della difesa napoletana.
Strinic 5: impreciso nei
passaggi e confusionario
quando deve dettare il pas-
SERIE B, 26ª GIORNATA
Carpi e Bologna pari, Livorno ok
Risultati 26ª di Serie B: Perugia-Modena 2-0 (giocata
venerdì); Avellino-Frosinone 3-0; Bari-Vicenza 0-1; Bologna-Ternana 0-0; Carpi-Spezia 0-0; Entella-Trapani
1-1; Lanciano-Brescia 2-0; Latina-Pescara 2-0; Pro Vercelli-Cittadella 0-1; Varese-Livorno 0-1. Catania-Crotone (domani ore 20.30).
LA CLASSIFICA: Carpi 51 punti, Bologna 45, Livorno
43, Avellino 42, Vicenza 40, Frosinone 38, Lanciano 37,
Spezia 36, Ternana 35, Pescara, Perugia e Pro Vercelli
33, Trapani 32, Bari, Modena e Cittadella 30, Brescia
Entella 29, Catania, Varese e Latina 27, Crotone 24.
saggio.
Jorginho 5: preoccupante
la sua involuzione, rispetto
al bel giocatore visto l’anno
scorso.
David Lopez 5.5: non entra mai nel vivo del gioco.
Deficitario anche nel fare
da diga in mezzo al campo
(dal 23’ st Gargano sv)
Callejon 5: si impegna,corre, ma è evanescente. Sembra diventato un corpo
estraneo rispetto alla squadra.
Hamsik 5.5: ha spazio per
poter inventare gioco, ma
non è mai concreto. Esce
per un problema fisico (dal
9’ st Gabbiadini 6: segna
di tacco il suo decimo gol in
campionato).
De Guzman 5.5: inconcludente quando c’è da creare
la superiorità numerica in
attacco.
Higuain 5: nervoso e poco
pericoloso in attacco. Diffidato salterà la sfida con il
Sassuolo (dal 29’ st Zapata 6: volenteroso).
ARRIVA IL PARMA
Gervinho-Doumbia
Roma tutta nuova
per stare con la Juve
Per la Roma la rincorsa alla Juventus passa per la gara col Parma. E Garcia
non vuole distrazioni:
«Abbiamo solo un risultato utile, vincere». Contro i
ducali il tecnico dovrà fare a meno di Totti e Maicon (non convocati). Potrà però contare sul nuovo arrivato Doumbia: «È
pronto per giocare, non ci
sono problemi». Il tecnico della Roma vuole concentrazione: «Questa partita è fondamentale, non
voglio sentire niente di
giovedì col Feyenoord e
ancora meno del 2 marzo
ovviamente (la sfida con
la Juve, ndr)». L’allenatore francese si affiderà anche a Gervinho, appena
rientrato dalla Coppa d’Africa: «Nessun mio giocatore è indispensabile, ma
ognuno serve alla collettività».
BERGAMO TABÙ
L’Inter a tutto Icardi
In casa dell’Atalanta
non vince dal 2008
1-3
3-1
Juve
Roma
Napoli*
Fiorent.*
Samp
Lazio
Palermo*
Torino
Genoa
Inter
53
46
42
38
35
34
33
31
29
29
Milan
Sassuolo*
Udinese
Verona
Empoli
Atalanta
Chievo
Cagliari
Cesena
Parma (-1)
29
29
28
24
23
23
21
19
15
9
Oggi l’Atalanta, giovedì il
Celtic. In cinque giorni
Mancini si gioca un bel
pezzo di stagione. «Per il
momento è più importante l’Atalanta, dare continuità al nostro rendimento. Non c’è bisogno di far
riposare dei giocatori»,
ha spiegato, «vengono da
una sconfitta immeritata,
sono una squadra molto
solida». Su Icardi: «Non
credo possa rifiatare. Sta
molto bene e spero che
continui a segnare». Sogno terzo posto: «Non bisogna mai mollare». Mancini sprona i suoi ragazzi
convinto che siano sulla
strada giusta. «Stanno migliorando e mi danno
sempre delle garanzie».
L’Atalanta è la bestia nera
dei nerazzurri l’ultimo allenatore interista ad aver
vinto a Bergamo è stato
proprio Mancini nel 2008.
31
SPORT
__Domenica 15 febbraio 2015__
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CI MERITIAMO IL 6 NAZIONI?
È poco azzurro il futuro dell’Italrugby
L’Inghilterra ci stende 47-17, ma il vero guaio è la mancanza di giovani di livello: Under 20 ko 61-0
::: MISKA RUGGERI
INGHILTERRA-ITALIA
47-17
■■■ Alla vigilia i media in-
glesi ci erano andati giù pesante, tanto che pure il prestigioso Times, agghiaccianti cifre alla mano, si è interrogato sull’opportunità di riservare un posto agli azzurri nel Sei Nazioni e non darlo, per esempio, alle emergenti Georgia o Romania.
Poi ieri pomeriggio, nel
Tempio di Twickenham, il
match è finito più o meno
secondo previsioni: 47-17 e
sei mete a tre. Epperò l’Italrugby ha tirato fuori gli attributi, è partita alla grande
con una bella meta di capitan Parisse, ha dominato
per una ventina di minuti
con l’estremo Brown andato a sbattere sul Gran Sasso
(Masi), è capitolata su un’azione confusa (gli arbitricerto non ci sono mai favorevoli: in dubio pro Anglia,
nunc et semper), ha subito
il bis, ma ha reagito bene
(peccato il piede fallimentare di Haimona: 0 su 4) e, insomma, nel primo tempo è
stata all’altezza. Eccome.
Nella ripresa, ovviamente,
dopo un ottimo guizzo di
Morisi (il primo della storia
a fare il bis contro l’Inghilterra) è venuta fuori la superiorità di Joseph e compagni e
amen. C’è comunque di
L’inglese Joseph si
invola inseguito da
Masi, dopo aver
eluso il placcaggio
di Haimona [Ansa]
che accontentarsi, soprattutto ripensando al brutto
incontro casalingo contro
l’Irlanda.
«Con un po’ di fortuna
sui calci», spiega il ct Brunel, «potevamo arrivare all’intervallo in parità. Abbiamo sbagliato, ma abbiamo
avuto l’impressione di poter sfidare questa squadra
in modo interessante. Nel
secondo tempo però abbiamo fatto due-tre errori in difesa che hanno cambiato la
partita. Realizzare tre mete
a Twickenham non è facile:
questa è una delle cose che
voglio salvare». «Abbiamo
imboccato la strada giusta», gli fa eco Parisse, «vogliamo fare mete e divertirci, non possiamo solo difendere. Ora mi auguro che a
Edimburgo,tra due settimane, il risultato sia diverso».
Tuttavia, il vero problema del nostro rugby, ormai
da 15 anni sul punto di fare
un salto di qualità che non
arriva mai, si è palesato venerdì sera a Plymouth, do-
MARCATORI: pt 5’ m. Parisse; 21’ cp Ford; 24’ m.
Vunipola; 28’ m. Joseph tr. Ford; st 6’ cp Ford; 10’
m. Morisi; 15’ m. Youngs, tr. Ford; 18’ cp Ford; 21’
m. Joseph, tr. Ford; 24’ m. e tr. Cipriani; 29’ m.
Easter; 38’ m. Morisi, tr. Allan.
INGHILTERRA: Brown (12’ pt Twelfetrees); Watson,
Joseph, Burrell, May; Ford (23’ st Cipriani), B. Youngs (27’ st Wigglesworth); B. Vunipola, Robshaw,
Haskell (23’ st Croft); Kruis, Attwood (11’ st Easter);
Cole (19’ st Brookes), Hartley (19’ st T. Youngs),
Marler (23’ st M. Vunipola). Ct. Lancaster.
ITALIA: McLean; Sarto (32’ st Bisegni), Morisi, Masi,
Venditti; Haimona (30’ st Allan), Gori (30’ st Palazzani); Parisse, Bergamasco (19’ st Vunisa), Minto (29’
st Vunisa, 38’ st Minto); Bortolami (7’ st Furno),
Biagi; Castrogiovanni (19’ st Chistolini), Ghiraldini
(19’ st Manici), De Marchi (19’ st Aguero). Ct. Brunel.
NOTE: Irlanda-Francia 18-11; oggi (16) Scozia-Galles
ve la nostra Under 20 è stata
schiantata dai Bianchi pari
età 61-0 (nove mete a zero):
i giovani non sono all’altezza. Bene o male - questione
di opinioni - nel Sei Nazioni, dove siamo approdati
grazie alla straordinaria generazione dei Domínguez,
dei Troiani, dei Cuttitta e
dei Vaccari, dal 2000 a oggi
ce la siamo cavata, tra cucchiai di legno (ma la Francia per la prima vittoria del
Torneo ha dovuto aspettare il 1956...) e qualche rag-
gio di luce (da ricordare soprattutto il 2013 con il successo sui cugini transalpini). Ma cosa accadrà quando gli ultimi vecchi leoni da Mauro Bergamasco a
Marco Bortolami, da Andrea Masi allo stesso 31enne Parisse - appenderanno
gli scarpini al chiodo? Chi ci
sarà a rimpiazzare questo
gruppo? I dolori veri, ahimé, nonostante l’esperienza delle coppe europee e gli
sforzi della Fir, sono dietro
l’angolo...
MONDIALI DI SCI
Razzoli e Gross
ultime chance
per evitare il flop
Ultima spiaggia per l’Italia ai Mondiali di Vail. Gli
azzurri si presentano al
cancelletto dello speciale
maschile che chiuderà la
competizione ancora a
quota zero medaglie, con
le ultime speranze nelle
mani, o meglio negli sci,
dei quattro slalomisti al
via oggi (prima manche
alle 18.15, seconda alle
22.15, diretta RaiSport
ed Eurosport). Nella sfortuna poteva andare peggio, visto che ci affidiamo
a chi come Stefano Gross
arriva da un’ottima prima parte di Coppa del
Mondo, con tre podi di
cui una vittoria ad Adelboden. «Sono tranquillo
e molto sereno, si tratta
solamente di sciare come sono capace», le parole al sito della Fisi del
28enne fassano. In grande crescita anche Giuliano Razzoli, uno che se ne
intende di “salvataggi” in
extremis, avendo già tolto lo 0 dalle caselle medaglie dello sci ai Giochi di
Vancouver 2010, mentre
outsider saranno Moelgg
e Thaler. Favoriti come
al solito Hirscher e Neureuther, ma il manto nevoso della Birds of Prey è
stato “barrato” (cioè
ghiacciato) e una neve
più dura può giocare a favore dei nostri.
MATTEO SPAZIANTE
32
__Domenica 15 febbraio 2015__
L’ALLARME DI GARAVAGLIA (LEGA)
«A Roma vanno troppi soldi
Serve maggiore autonomia»
Servizio a pagina 36
LA SVOLTA
I NUMERI DI IERI
::: 8 Borseggi
::: 22 Scippi
::: 3 Rapine
::: 17 Truffe
::: 7 Furti in appartamenti e negozi
::: 15 Furti di autovetture
::: 21 Furti a bordo di autovetture
::: 3 Arresti
A Cremona il centrosinista
dà lo sfratto ai centri sociali
Servizio a pagina 39
Redazione cronaca: viale Majno 42, 20129 Milano; telefono 02.999666; fax 02.99966227; email: [email protected]. Pubblicità: SpeeD Società pubblicità editoriale e Digitale, Viale Milanofiori Strada 3, Palazzo B10 - 20090 Assago (Milano); tel. 02.57577.605/640
:::
Commento
EccoperchéLambrate
nonpuòessere
lasciataairom
::: TOMMASO LABRANCA
■■■ Nadia, una mia amica romana, non
perdeva un sit-in organizzato da Rutelli a difesa dei rom. Finché un giorno, sulla Metro A,
due rom non le strapparono una catenina
d’oro. Da allora Nadia si è posta a destra di
Gentilini.
Chissà quante altre catenine sono state
strappate, visto che il sostegno aiRom sta scemando. Ricorderete il casermone-ricetto di
via Adda, difeso dalle signore-bene in gonnellona che abitano all’Isola e che oggi paiono
svanite. Solo Vendola (insieme alla sua exclave a Palazzo Marino) urlicchia ancora dei nostri fratelli rom. Tanto lui a Milano non c’è e
non sa che qui i rom si comportano come la
chiazza di sangue del Fantasma di Canterville. Otis la cancella, il fantasma la fa riapparire.
Le forze dell’ordine eseguono gli sgomberi, i
rom riappaiono subito dopo. A volte Salvini
non fa nemmeno in tempo a togliersi la felpa
usata nella manifestazione che loro hanno
già rioccupato l'edificio murato di fresco. E
non si tratta più solo delle periferie, il problema tocca ormai anche zone storiche, come
Lambrate. Per testimonianze e foto vi rimando a un sito, lambrateinforma.com, curato
dai cittadini che vivono un vero assedio e che
non sono legati a nessuna delle forze politiche che, di volta in volta, organizzano inutili
sfilate autopromozionali. Lambrate, vittima
diun degrado inarrestabile, segnata dalla ruggine della grande fabbrica di cui resta solo lo
scheletro.Scomparsi glioperai e tutto il piccolo mondo descritto da Iannacci che qui era
nato. Eppure il quartiere cerca di resistere: da
anni il Fuorisalone di Lambrate è più interessante di quello in Tortona. Poi, spente le luci,
tornano il degrado e la sensazione di essere
prigionieri. Strade usate come latrine, episodi odiosi di anziani costretti a pagare per potersi sedere sulle panchine, auto che si parcheggiano senza la certezza di ritrovarle intere. Arriva la volante, fa murare l’ingresso della casa abbandonata, i rom la picconano e ne
tornano padroni. Grazie al Comune che non
prende mai una decisione sulle migliaia di
metri abbandonati in città. Lambrate non è
la sola zona a soffrire così. Ci sono le strutture
abbandonate in fondo a via Toffetti occupate
da punkabbestia, il vergognoso bivacco di latinos ubriachi in Porta Venezia e tante altre
terre di nessuno. Dirlo non consola, lo so. Fa
solo montare ancora di più la rabbia.
La giunta che non ama i milanesi
Pisapia bis e Area C allargata
Le carte del Pd per perdere
Il sindaco verso la ricandidatura. Nel programma l’ampliamento del ticket. I suoi: è il nostro punto di forza
■■■ Un Pisapia-bis e l’allargamento
di Area C alla circonvallazione esterna.
Così la sinistra milanese si prepara a
perdere le elezioni del 2016. la ricandidatura dell’attuale sindaco è un’ipotesi
che sta riprendendo quota nelle ultime ore. Quello che invece appare certa è l’intenzione di allargare la zona di
congestion charge e di farlo a ridosso
delle elezioni. Non tutti a sinistra, però,
la pensano allo stesso modo. Per un
Monghuzzi (Pd) che plaude all’inizitiva, c’è un Mazzali (Sel) che frena preoccupato per la possibile emorragia di
consensi. E il centrodestra si dice pronto a fare le barricate.
Il rave party del liceo «bene»
tiene in scacco un quartiere
di G. VENEZIANI a pagina 34
Il cavalcavia del quartiere Isola
fa infuriare persino la sinistra
di R. PROCACCINI a pagina 35
MARIANNA BAROLI a pagina 35
IL SONDAGGIO
La lista Maroni
con Fi e Ncd
■■■ «Un partito moderato
che si occupi della questione
del Nord? Mi sembra un’apertura interessante». A parlare è
Stefano Bruno Galli, capogruppo in Regione della Lista
Maroni.E il fronte deimoderati lanciato ieri da esponenti di
Ncd e Fi si allarga alla formazione civica del presidente.
FABIO RUBINI a pagina 36
BANDE, TAG E VENDETTE
La guerra
dei writers
■■■ Sulle serrande, sulle
auto in sosta, sui monumenti e sui muri che sembrano imbrattati senza
una logica. C’è una piccola guerra che si combatte
ogni giorno in città con
bombolette e pennarelli,
ma può accorgersene solo
chi ha pazienza e attenzione. Le scritte e i disegni
che ricoprono i muri diMilano sono una sorta di geroglificimoderniche se decifrati rivelano una rete di
messaggi e talvolta di minacce. La guerra dei writer
si combatte da anni, le sfide avvengono con il “crossing”, ovvero coprendo la
firma (tag) o il murales
(pezzo) di un rivale che
spesso appartiene a un altro gruppo (crew).
S. GARZILLO a pagina 34
Il quartiere del Cerutti Gino
Moda, mostra e locali. La rinascita del Giambellino
::: ROBERTO COALOA
■■■ Come scoprire la rinascita di una storica
semiperiferia di Milano, il Giambellino? Noi,
flâneurs di lungo corso, abbiamo come maestro
lo scrittore russo Anton Cechov, che consigliava
due semplici cose per fare un reportage: buone
scarpe e un taccuino per gli appunti. Con questo
spirito abbiamo passeggiato lungo via Giambellino, via Gorki, via Tolstoi e piazza Berlinguer, alla
ricerca di persone, animali, negozi, ristoranti,
spazi verdi e, ovviamente, di un immobiliarista:
per far luce sul mercato delle abitazioni.
Questa indagine nasce dalla curiosità innescata dal successo di un recente libro che racconta il
quartiere: “20146. Storie” di Paola Pignatelli ed
Ennio Vicario (Tep Arti Grafiche, pagg. 98, € 16).
“20146”, come il codice di avviamento postale
del Giambellino. Il volume è straordinario e fa
apparire questa zona di Milano come una piccola New York, melting pot di grande valore sociale,economico e culturale.Una galleria di quaranta ritratti,alcuni noti, altri da scoprire, come quelli della coppia di librai Tosca e Danilo, animatori
di “Gogol & Company”, uno dei luoghi (...)
segue a pagina 39
34
CRONACA
__Domenica 15 febbraio 2015__
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Inutile la protesta dei residenti di zona Fiera
Rave party del liceo «perbene»
Un quartiere tenuto in ostaggio
Finale di «cogestione» col botto per il Severi. Una settimana fa ospitò la lezione di Pisapia
::: GIANLUCA VENEZIANI
■■■ Ora capiamo a cosa al-
ludesse Giuliano Pisapia
quando, appena eletto nel
2011, aveva parlato di «restituire entusiasmo» alla città
di Milano. Il neosindaco si riferiva alla traduzione inglese
del termine «entusiasmarsi»: rave, da cui rave party.
Non a caso questa settimana ha partecipato da superospite al periodo di cogestione svoltosi presso il liceo
scientifico Severi-Correnti di
Milano, conclusosi due giorni fa con un mega ritrovo rave all’aperto. Vi lasciamo immaginare com’è andata:strade chiuse, casse che pompavano musica a palla, schiamazzi, bevute, casi di ubriachezza, decibel ai limiti del
consentito e, soprattutto, residenti infuriati.
«Intorno alle 8 di sera», ci
racconta uno di loro,
«400-500 ragazzi si sono radunati in via Alcuino, davanti al cortile della scuola. Hanno iniziato a muoversi al ritmo di musica techno ed elettronica, fino a oltre mezzanotte.Noi che abitiamo in zona ci sentivamo impotenti:
la strada era stata chiusa al
traffico, con relativi problemi alla viabilità, ma soprattutto il volume era altissimo.
Siamo andati a protestare
con i vigili, ma ci hanno detto che non potevano intervenire, perché - assurdo a dirsi
- la manifestazione era stata
autorizzata...». Nessuno, soprattutto dalla questura, forse si aspettava che una manifestazione scolastica si concludesse con un rave.
L’allegra cerimonia non è
stata un episodio isolato, ma
la degna conclusione di una
tre giorni di cogestione, in
cui sono stati organizzati a
scuola dagli studenti (con il
consenso dei prof) corsi “ad
alto livello formativo”. Si è
iniziato mercoledì 11 febbraio con la fondamentale lezione di «storia della canapa»,
verosimilmente con insegnamenti ad hoc su come produrre cannabis; quindi spazio all’emergenza sfratti grazie alla lectio magistralis dei
rappresentanti del Centro
Sociale Cantiere, gli stessi,
per capirci, che teorizzano il
motto «organizzati e lotta»:
dopo aver occupato le case,
devono aver pensato bene
di occupare anche le scuole.
Ma nella mezza settimana
autogestita del Severi non sono mancate neppure le
guest star politiche, orientate, va da sé, solo da una parte:prima il consigliere comunale di Sel Mirko Mazzali,
che ha illuminato gli studenti sul G8 (visto dalla parte dei
no global),e poi il sindaco Pisapia, che ha spiegato ai ragazzi dell’istituto la rava (o
forse, la rave) e la fava di
Expo 2015. Alla fine dell’incontro il primo cittadino si è
detto soddisfatto e ha voluto
condividere questo «entusiasmo» su Facebook, commentando: «È stimolante e
interessante
confrontarsi
con le ragazze e i ragazzi.Trovo sempre in loro grande maturità. Stavolta abbiamo affrontato con loro il tema della legalità». E meno male, dato che due giorni dopo i giovani dell’istituto lo hanno
preso in parola, organizzando un bel rave party. E chissà
che non sia il primo passo
per partecipare il 30 aprile
prossimo, insieme agli studenti degli altri istituti superiori milanesi facenti capo al
gruppo NoExpo, al corteo
contro la manifestazione, all’insegna dello slogan rassicurante: «Expo fa male».
Nessuno pensi però che,
nei corsi messi a punto al Se-
veri, si sia trascurato il tema
succulento dei «diritti», tanto caro a questa amministrazione: ecco allora la presenza di Emergency, che ha parlato di «diritti umani», e soprattutto l’appuntamento
con Arcigay Milano che non ci crederete - ha discusso dei diritti degli omosessuali, nell'imperdibile lezione «Ti presento mamma e
mamma (o papà e papà)»,
con tanti saluti a quegli studenti (cioè tutti) che pure sono figli di una mamma e di
un papà.
Stavolta però, va detto, è
andata meglio rispetto agli
anni scorsi. Nel 2010, durante un’altra autogestione, al
Severi erano stati rubati dei
computer e il preside, infuriato, aveva chiesto l’intervento immediato della Polizia. Non ce n’è stato bisogno
questa volta, visto che l’attuale dirigente scolastico Mario
Un’immagine del rave organizzato dal liceo Severi-Correnti
Agostino Donato Zeni,in prima persona, ha appoggiato
e sostenuto l’iniziativa di cogestione. E pensare che nell’istituto sarebbe attivo un rigoroso «codice comportamentale e disciplinare» che
prevederebbe richiamo scritto, se non ammonizione o
diffida, per «tutti quegli studenti che possono intralciare il normale svolgimento
dell'attività didattica». Vale
sempre ovviamente, tranne
che nella cogestione. Come
dire: Severi di nome, ma non
di fatto.
LA SFIDA DEGLI IMBRATTATORI
Nelle foto alcune immagini di muri sporcati dai
writers milanesi. In questi giorni sarebbe in atto
una vera e propria guerra per accaparrarsi gli
spazi (pochi) ancora «liberi» [Salgar]
::: SALVATORE GARZILLO
■■■ Sulle serrande, sulle auto in
sosta, sui monumenti e sui muri
che sembrano imbrattati
senza una logica. C’è La città imbrattata
una piccola guerra che si
combatte ogni giorno in
città con bombolette e
pennarelli,ma può accorgersene solo chi ha pazienza e at- in Italia sul fenomeno e rappretenzione. Le scritte e i disegni che sentante milanese dell’Associaricoprono i muri di Milano (in re- zione nazionale antigraffiti - tra
altà di tutto il mondo) sono una writer e street artist, tra writer di
sorta di geroglifici moderni che se crew diverse, tra writer e cittadini.
decifrati rivelano una rete di mes- Nell’ultimo caso gli scambi possosaggi e talvolta di minacce. La no essere anche molto esilaranguerra dei writer si combatte da ti».
anni, le sfide avvengono con il
Così, se il proprietario di una ca“crossing”, ovvero coprendo la fir- sa in centro appende un cartello
ma (tag) o il murales (pezzo) di con scritto: «Caro imbrattamuri
un rivale che spesso appartiene a se fosse arte la compreremmo e
un altro gruppo (crew). «Esistono invece dovremo pagare per cantre tipi di battaglie - spiega Fabio- cellarla»; il writer gli risponde sul
la Minoletti, tra i massimi esperti muro con la bomboletta spray:
membro della crew CTO (“Check
this out”, ovvero “beccalo”) e sembra sia una sua peculiarità provocare gli altri cancellando il loro nome. Come Dru, altro writer con la
passione per il crossing.
È stato il primo a scrivere la propria tag sulla Madonna di Guadalupe ritratta sul portone di corso
di Porta Ticinese 22 da Retna
(Marquis Lewis) ed El Mac (Miles
MacGregor), due artisti di Los Angeles conosciuti in tutto il mondo
per la loro maestria. Nel bon ton
del writing sarebbe un affronto
Nella nuova Galleria
anche una biblioteca
e un polo museale
In Galleria Vittorio Emanuele II aprirà una biblioteca. L’annuncio è stato
dato ieri dall’assessore al
Demanio Daniela Benelli.
Lo spazio culturale aperto
alla città verrà inaugurato
nell’hotel Seven Stars Galleria che ha vinto il bando
che assegna per i prossimi 18 anni gli spazi che si
sviluppano su 6 livelli (a
partire dall’ingresso su
via Pellico). «Siamo molto contenti del progetto
presentato dall’albergo –
commenta l’assessore al
Demanio Daniela Benelli
– che ha saputo coniugare
le esigenze di una struttura ricettiva di eccellenza
alla possibilità di aprire
questi spazi all’utenza
pubblica. Tra le varie funzioni previste, verrà infatti realizzata una biblioteca che sarà polo culturale
dedicato a incontri letterari e corsi sul linguaggio rivolti ai bambini. Nello spazio, poi, verrà anche realizzato un museo dedicato alla storia della Galleria». L’albergo pagherà al
comune un canone annuo di 1.001.000 euro.
gravissimo imbrattare un’opera
di qualità, eppure da qualche anno sta prendendo il sopravvento
la deriva vandalica che accetta anzi apprezza - queste
azioni.
«Ci sono diversi modi
per punire chinon rispetta le regole - continua la
Minoletti - Se le minacce
fisiche non bastano si passa alla
vendetta con la bomboletta». Si
scrive sulla firma del rivale “Fuck”
o “Toys” (“Trouble On Your System”, c’è un problema nel tuo sistema, che nello slang equivale a
indicare un principiante). «Così è
stato punito Humen, colpevole di
aver esagerato con la bomboletta
nella zona delle colonne di S. Lorenzo e anche il giovane Eton di
zona Corvetto». Tutti marchiati
per le loro scorribande fuori dalla
propria area. Come dire, chi di
spray ferisce...
Bande, minacce e vendette... Scoppia la guerra dei writers
«Continuate a cancellare, noi continueremo a sporcare!». Se il primo cerca di arginare ridipingendo di bianco la facciata, l’altro gli
scrive per dispetto «che bel muro
bianco» oppure «scrivere sui muri è un reato».
I toni usati non sono sempre ironici.Se qualcuno si azzarda a crossare un pezzo più volte rischia di
finire davvero male, come avverte un graffitaro con una frase scritta accanto alla sua firma coperta
per l’ennesima volta: «Riva ti ammazzo come un cane». Riva è
IL PROGETTO
CRONACA
__Domenica 15 febbraio 2015__
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La giunta che non ama i milanesi
Area C: la carta di Pisapia per perdere le elezioni
Lo smog si impenna ma per Monguzzi e molti del Pd il ticket è un successo, va esteso e giocato da jolly. Persino i vigili insorgono: una follia
::: MARIANNA BAROLI
■■■ Un asso nella manica
(per perdere meglio) - l’ampliamento di Area C - e una
ricandidatura,quella di Giuliano Pisapia al posto di primo
cittadino, che in questi ultimi
giorni sembra riprendere quota. Le prospettive per Milano
sembrano tingersi di tristi sfumature di grigio rispetto all’arancione a cui siamo stati abituati negli ultimi anni.
Secondo indiscrezioni il sindaco avrebbe un piano ben
preciso per tenersi stretta la città che potrebbe però tagliare
per sempre il suo nome dall’olimpo dei sindaci: ampliare
Area C. La sua carta vincente,
infatti,potrebbe rivelarsi l’esatto contrario e spegnere per
sempre il tanto discusso vento
delcambiamento. Perché sebbene ilsindaco, durante un’intervista, abbia ammesso che
«per cambiare veramente, un
mandato non basta», ilsuo nome è nella rosa dei candidati
perfetti a prendere il posto del
neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’interno della Corte Costituzionale.
Tanti indizi, tante voci, e la
quasi certezza dei suoi più
stretti collaboratori, vogliono
Pisapia ben lontano da Milano nel futuro prossimo. Ma
c’è una buona fetta del Pd che
all’addio non crede proprio. Il
nervosismo è tangibile. «Dice,
non dice, si candida, non si cadida», racconta un alto esponente piddino.«Di fatto l’impressione è che la tiri in lungo
per arrivare a dire “mi candido perché me lo chiede il partito e la città”... Tipico di questi
personaggi prestati alla politica.Forse pensa che così facendo avrà maggior libertà di manovra e più autonomia dal partito». Qualunque sia la decisione ultima di Pisapia, la tanto
discussa Area C dovrebbe essere, secondo il centro sinistra, la mossa strategica per riconquistare la fetta di elettori
delusidal primo mandato. Milano, tuttavia, non sembra
pronta ad affrontare una nuova tassa. Per quanto fonti della
sinistra si prodighino a sostenere il contrario: «Ne hanno
parlato in giunta dell’ampliamento diArea C,certo andrebbe ben inquadrato in un contesto di completamento della
M4 e M5, ma potrebbe essere
un buona promessa elettorale. D’altronde per noi è Area C
è un successo. I milanesi, anche se lentamente, l’hanno digerita, in giro nessuno più se
ne lamenta e i benefici ci sono
stati».
A far tornare in campo con
prepotenza la tanto disapprovata sostituta dell’Ecopass morattiano gli ultimi studi sullo
smog a Milano, soprattutto i
dati trasmessi nei giorni scorsi
da Legambiente riguardo i livelli di smog e inquinamento
in città. Il Pm10 è infatti tornato sopra la soglia di allarme
toccando lo scorso mercoledì
il livello di 118 microgrammi
per metro cubo di aria. Livelli
così alti non si registravano dal
31 ottobre dello scorso anno e
proprio per questo motivo Legambiente è tornata a far suonare il campanello d’allarme.
Secondo gli esperti, chiamati a
puntare ildito contro un colpevole, non ci sarebbero dubbi:
l’alto numero di automobili
utilizzate in città che scaricano
le loro polveri nell’aria milanese. Con il ritorno della bandiera antiinquinamento sventola-
ta da Legambiente è così tornata in auge l’utilità o meno di
Area C.
Per Carlo Monguzzi, consigliere del Pd e presidente della
commissione Mobilità e Ambiente, non ci sono dubbi:
«Giuliano Pisapia deve fare un
atto di coraggio e coerenza e
ampliare Area C». Monguzzi
non ha mai nascosto di essere
favorevole allo spostamento
del raggio di azione del ticket
fino alla circonvallazione esterna: «Area C andrebbe ampliata anche ora» ha spiegato «tecnicamente i lavori potrebbero
partire anche ora» e sicuramente «prima delle elezioni».
Una mossa strategica che
da una parte potrebbe riconfermare a Pisapia i favori, e
quindi i voti, della sinistra radical chic ma che, dall’altra, de-
sta qualche preoccupazione.
Cauto ilcapogruppo diSel,Mirko Mazzali. «Ci sono altri modi per far diminuire lo smog»
ha spiegato «come per esempio agire sul riscaldamento.
Area C serviva per decongestionare, ed è quello che ha fatto».
Contrario all’ampliamento
Daniele Vincini, segretario regionale Suplm deivigili, secon-
MANIFESTAZIONE ALL’OTTAGONO
Lenzuola bianche
per i morti in mare
Erano circa 200 le persone che ieri hanno aderito al flash mob di Radio
Popolare per protestare
contro la strage di migranti al largo di Lampedusa. Tra questi erano
presenti anche alcuni
esponenti dell’amministrazione comunale e
della Cgil. Tutti muniti
di lenzuolo bianco per
protestare contro «il
macabro conteggio dei
morti nel Mediterraneo. Ormai è un bollettino di guerra» si leggeva
ieri sul sito di Radio Popolare. I partecipanti,
una volta giunti in Galleria, si sono sdraiati coperti dalle lenzuola.
do cui «Milano finirebbe alcollasso» se Area C aumentasse
la sua portata. «Eravamo contrari durante la sua introduzione e lo siamo ora» ha spiegato
Vincini «Milano è troppo piccola, mancano i mezzi di trasporto pubblico, le metropolitane, le corsie preferenziali
per gli autobus e soprattutto
mancano parcheggi di corrispondenza non a pagamento». Anche per Fabrizio de Pasquale, consigliere di Forza
Italia,«ampliare Area C sarebbe un errore enorme». Per De
Pasquale, la preoccupazione
è anche che «la giunta potrebbe anche fare qualcosa di più
e pensare di intervenire anche sulle vecchie automobili e
sui camion aggiungendo ulteriori misure restrittive». A sperare che «Pisapia prenda la
strada di ampliare Area C molto di corso» è Riccardo De Corato, consigliere di Fratelli d’Italia ed ex vice sindaco durante i mandati di centrodestra
per cui «la gabella di 5 euro è
stato ilfallimento per eccellenza di Pisapia e della sinistra».
«Forse in questo modo saremmo in grado di vincere a mani
basse le elezioni e di dire addio per sempre agli arancioni», ha commentato De Corato secondo cui «ampliando
Area C, l’amministrazione otterrebbe l’effetto disastroso di
far arrabbiare quei milanesi
che ancora non si sono accorti del tutto della loro incapacità di governare».
Rivolta all’Isola
Il cavalcavia che fa infuriare la sinistra radical chic
Parte da corso Como l’attacco al Comune per la sopraelevata che toglierà 400 posti auto. La gallerista: assurdo, ci offrano servizi alternativi
L’ATTACCO DI DE CORATO
«Sul bilancio la Balzani
ci sta prendendo in giro»
Il bilancio di previsione non
sbarca in Consiglio e Riccardo
De Corato (Fdi) alza i toni della
polemica. Lo fa con un comunicato durissimo nel quale accusa Palazzo Marino di «brancolare nel buio. Perfino Roma ha
già approvato a fine dicembre
il bilancio preventivo. A Milano
invece, la Giunta non sa come
chiuderlo perché mancherebbero all’appello circa cento milioni di euro». De Corato se la
prende anche con l’assessore
al Bilancio Francesca Balzani
che «è andata a far visita al Ministro dell’Economia Padoan
per reclamare quegli 89 milioni di euro che da Roma non arrivano e la cui mancanza mette
a dura prova i conti già sballati
di Palazzo Marino», evidentemente senza successo. «Ma la
cosa più grave - chiude il consigliere - è la mancanza di chiarezza sullo stato dei conti da
parte della Giunta nei confronti del Consiglio Comunale, lasciato in disparte».
::: ROBERTO PROCACCINI
■■■ La giunta arancione è riuscita a
inimicarsi anche la Milano radical
chic,quella che più spesso vota a sinistra e che nel2011 ha preferito in buona misura la candidatura di Pisapia. I
venti di guerra contro Palazzo Marino spirano da corso Como e da Isola.
A turbare gli animiè ilprogetto dirifacimento del cavalcavia Bussa, la soprelevata che scavalca i binari della
stazione di Porta Garibaldi collegando idue quartieri.È un’arteria di scorrimento e, soprattutto, una superficie che ospita fino a 400 parcheggi.
Bene: il Comune intende chiuderlo
alle auto per farci un giardino pensile
con piste ciclabili e spazi per la
socialità. La giunta non ha fatto i conti, però, con la circostanza che anche
creativi ed innovatori badano ai servizi e alla viabilità.Col risultato che nella cosiddetta “Chelsea milanese”
monta il malumore.
Per capire l’origine del problema,
dobbiamo tornare alla scorsa estata.
Vince il concorso per progetti indetto
da Palazzo Marino il concept “Guardami” di Eliana Saracino: con un investimento complessivo di 9 milioni
di euro quella che oggi è una strada si
trasformerà in un parco verde. Nelle
intenzioni della giunta arancione l’intervento sul tessuto urbanistico deve
essere condiviso. Alle ultime riunioni
di consiglio di zona, però, pare che di
Il rendering di come dovrebbe diventare il quartiere Isola
assessorinon se ne vedano più. Superata la fase delle idee, e avvicinatasi
quella delle azioni, i nodi sono venuti
alpettine. Innanzitutto non sono previsti interventi per controbilanciare
la perdita di posti auto. Poi i flussi di
traffico che ora assorbe il cavalcavia
Bussa si divideranno tra via Farini e
via Melchiorre Gioia,congenstionandone la viabilità.
Chi è su tutte le furie, ad esempio,
è Paola Colombari, gallerista di livello internazionale e dal 2005 presidente dell’associazione Area Maroncelli.
«Non siamo contrari al progetto in sé
- spiega -, ma sì se fatto in assenza di
servizi alternativi per i cittadini e
quando ci sono altri problemi da risolvere». L’associazione, che riunisce eccellenze nel design e nell’arte
con sede in via Maroncelli, è stata impegnata fino al 2008 in una battaglia
per la legalità. «Qui era una zona di
spaccio - continua - e ora sta tornando insicura, in mano agli stranieri:
perché il Comune non interviene prima sulla videosorveglianza, sull’arredo urbano e sull’illuminazione?».
«Progetto condiviso? - chiede Fabrizio De Pasquale, consigliere di Forza
Italia - sì, solo dalla giunta e dai suoi
amici. I cittadini non l’avrebbero mai
permesso. Buttano via i soldi, quando le priorità sono altre».
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CRONACA
__Domenica 15 febbraio 2015__
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Pivetti outsider del sondaggio di «Libero»
GARAVAGLIA (LEGA)
La lista Maroni si schiera:
«Sì al patto con Fi e Ncd
per il partito del Nord»
«Troppisoldi a Roma
Alla Lombardia
serve l’autonomia»
Stefano Bruno Galli: pronti a discuterne, le divisioni di Roma vanno
superate. Il voto sul referendum? La base da cui possiamo partire
::: FABIO RUBINI
■■■ Mentre prosegue il nostro sondaggio per dare un nome al candidato ideale che
strappi Milano al centrosinistra,in Regione si discute sul futuro del centrodestra. «Un partito moderato che si occupi della questione delNord? Mi sembra un’apertura interessante».
A parlare è Stefano Bruno Galli, capogruppo in Regione della
Lista Maroni, ma soprattutto
accademico e profondo conoscitore delle problematiche del
Nord.
Pare allargarsi il fronte dei
moderati che non siriconoscono nella politica bipartisan delle riforme romane. Ieri abbiamo raccontato di un’intesa trasversale che comprende Ncd e
Forza Italia. Oggi anche la Lista
Maroni sembra accogliere l’invito a discuterne. «Attenzione
però - ammonisce Galli - quest’idea non è nuovissima e fin
qui non ha avuto molta fortuna. Ricordo, ad esempio, “Verso Nord”, il partito di Massimo
Cacciari e dell’ex leghista Alessandro Cè, che però è stata
un’esperienza fallimentare.
Quella di Carugo mi sembra
un’apertura interessante - spiega Galli- a patto che non sirisolva in proclami sterili».
La cosa certa, secondo il capogruppo che ha tra le sue fila
il presidente della Regione Ro-
berto Maroni,è che «questa crisi sta enfatizzando la questione
del Nord». La risposta potrebbe arrivare martedì con la votazione del referendum per la
Lombardia autonoma. «Quel
voto potrebbe essere una base
di partenza per tornare a parla-
re di questi temi». Galli non ne
fa nemmeno una questione di
partiti: «Quella del Nord è una
situazione che va affrontata in
maniera trasversale. Ho già detto di Cacciari, ma nel Pd ci sono altri che sono profondamente convinti che esiste una
questione-Nord. Anche qui in
Lombardia ci sono persone
che martedì faranno fatica a
non votare il referendum. Per
parlare di Nord nel Pd - prosegue Galli - così come nell’Ncd,
però, devono prima risolvere i
loro conflitti interni. I democraticilombardi devono fare i con-
ti con il partito della Nazione di
Renzi, che vorrebbe centralizzare tutto. Tra i centristi, invece, lo scontro è tra il partito qui
al Nord e la leadership rivolta
alSud dei variAlfano e Quagliariello».
Parole,quelle di Stefano Bruno Galli, che fanno intendere
come il progetto che si sta facendo strada tra i corridoi del
Pirellone possa essere anche
preso in considerazione: «Diciamo che registro la proposta
con soddisfazione. Vediamo
cosa succederà dopo martedì».
Si avvicina il voto sul referendum per una Lombardia a Statuto speciale e
Massimo Garavaglia, assessore al bilancio del Pirellone, commenta i dati
della Cgia di Mestre che
spiegano come dei 100
miliardi di residuo fiscale
ben 53,9 provengano dalle casse lombarde. Così
come è emerso che un cittadino lombardo paga
11.386 euro di tasse all’anno contro gli 8.824
della media nazionale.
«Questi dati devono far riflettere - spiega Garavaglia - alla vigilia del voto
sul referendum che avrà
un doppio beneficio: far
partire il dibattito sull’autonomia della Lombardia e unire tutte le forze
politiche che, davanti a
numeri così, dovrebbero
far cadere le barriere tra
destra e sinistra». C’è poi
un altro punto sul quale
Garavaglia focalizza la
sua analisi: «Il problema
di questi numeri, però,
non risiede nella quantità della spesa pubblica,
che in Italia è in linea con
quella degli altri Paesi europei, ma nella qualità
della stessa. Il modello in
questo senso è la Lombardia. Se tutti facessero come noi, lo Stato risparmierebbe 60 miliardi all’anno.
F.RUB.
__Domenica 15 febbraio 2015__
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CRONACA
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TuttoMilano
Mercati
I PISANI DOSSI - Via Pisani Dossi - zona 3
I EUSTACHI - Via Eustachi - zona 3
Domani
I PONTI ETTORE - Via Ponti Ettore - zona 6
I FAUCHE' - Via Fauchè - zona 8
I SAN MARCO - Via San Marco - zona 1
I GARIGLIANO - Piazza Minniti - zona 9
I ARPINO - Via Ferrieri - zona 7
I SANTA TERESA - Via Santa Teresa - zona 5
I CAMBI - Via Cambini - zona 2
I TRECHI - Via Trechi - zona 9
I CESARIANO - Viale Elvezia - zona 1
I ZAMAGNA - Via Zamagna - zona 7
I DE PREDIS - Via J. da Tradate - zona 8
Martedì
I GHINI - Via Ghini - zona 5
I A. VENEGONi - Via A. Venegoni - zona 7
I KRAMER - Via Goldoni-Via Kramer - zona 3
I BARIGOZZI - Via A. Mazzucotelli - zona 4
I SAN MINIATO - Via San Miniato - zona 9
I MORETTO DA BRESCIA - Via Reni - zona 1
I B. MARCELLO - Via B. Marcello - zona 3
I STROZZI - Via Strozzi - zona 6
I PALMI - Via Forze Armate - zona 7
I BONOLA - Via A. Cechov - zona 8
I VASARI - Via Vasari - zona 4
::: le lettere
I GRATOSOGLIO SUD - Via Saponaro - zona 5
I MOMPIANI - Via Panigarola - zona 4
I PAPINIANO - Piazza Sant’Agostino - zona 1
I PASCARELLA - Via Pascarella - zona 8
Chiusura al traffico: Viale Lodovico
Scarampo: rallentamenti causa lavori stradali
per M5 secondo tratto. Termine previsto per il
l’inizio del 2015. Alzaia Naviglio Grande (tratto da via Valenza al civico 98): chiusura al traffico della strada nell'ambito dei lavori Expo
2015. Termine lavori previsto: 31 marzo 2015.
Piazza 24 Maggio: chiusura di corso di Pt.
Ticinese all'altezza con piazza 24 Maggio e
chiusura dell'attraversamento della piazza da
c.so San Gottardo a c.so di Porta Ticinese.
Termine lavori previsto: 28 febbraio 2015. Via
Don Gnocchi dal civ.3 a Piazza Axum:
Chiusura al traffico della semicarreggiata lato
Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi
VIABILITÀ
Massacrati dagli autovelox
Gennaro Tolli
Buccinasco
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@liberomilano
FESTA Oggi 15 febbraio in
piazza Portello (zona Viale
Certosa–Piazzale Accursio) dalle 15 alle 18 grande
festa di Carnevale veneziano tra coriandoli, musica e
colori.L’appuntamento vede protagonista l’orchestra
sinfonica Casanova Venice Ensemble, che si esibirà
in eleganti costumi Veneziani del 700 in un grande
spettacolo musicale con
un ricco repertorio di brani
dal sapore barocco. Grandi e piccini si immergeranno nella magica e affascinante atmosfera delCarnevale della Serenissima, i
cui natali risalgono all’XI
secolo. A rendere ancora
più speciale la giornata sarà la presenza di 40 figuranti del gruppo “Amici del
Carnevale di Venezia”, che
coinvolgeranno il pubblico con maschere tradizionali.
Oggi, dalle 15
Piazza Portello, Milano
Caro direttore sono un’assidua lettrice
del vostro giornale e ho letto con interessa di questo progetto di chiudere al traffico il corso Buenos Aires per tutte le domeniche di Expo. Francamente mi trovo
d’accordo con i poveri commercianti del
corso. Ho avuto anch’io anni fa un piccolo negozietto in provincia di Milano. Era
una piccola cartoleria e funzionava abbastanza bene, con il suo giro di clienti ben
consolidato. La gestivamo io e mio marito. La gente del posto l’apprezzava perché si trovava nel centro del paese, era
accogliente e ben tenuta, ed era proprio
vicino a una gelateria. Spesso le famigliole che andavano a comprare i gelati per i
loro bimbi facevano una capatina dentro. Poi il comune ha cambiato le carte in
tavola. Ha iniziato a organizzare eventi
su eventi. Piccole cose di paese, diceva,
che varrebbero riqualificato la zona e portato un bell’afflusso di persone. Il passo
successivo è stato chiudere quella piccoca stradina al traffico. Beh posso dirle che
io e mio marito in pochi mesi abbiamo
dovuto chiudere. E di quel negozietto
non c’è più traccia. Grazie per l’attenzione.
Antonia Bisca
Milano
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MILANO
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Cinquanta sfumature di grigio
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Selma - La strada per la libera’
13.20-16.10-19.00-21.40
Non sposate le mie figlie!
12.30-15.00-17.20-19.45-22.10
Mune - Il guardiano della luna
12.20-14.30-16.40
The Imitation Game
19.20-22.00
Jupiter - Il destino dell’universo
13.20-19.00
Jupiter - Il destino dell’universo (3D)
16.10-21.50
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
11.50-14.05-16.25
American Sniper
18.40-21.30
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
12.50-15.00-17.15
Italiano medio
19.40-22.10
Taken 3 - L’ora della verita’
12.00-14.30-17.05-19.40-22.15
Cinquanta sfumature di grigio
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ORFEO MULTISALA
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
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Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
16.45-18.45
Cinquanta sfumature di grigio
21.15
Non sposate le mie figlie!
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Cinquanta sfumature di grigio
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Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza)
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Taken 3 - L’ora della verita’
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Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza)
19.50-22.30
Mune - Il guardiano della luna
11.10-14.40-17.00
La teoria del tutto
19.50
Non c’e’ 2 senza te
15.15-17.25-22.25
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
11.25
Romeo & Juliet
11.20-14.50-17.25-20.00-22.35
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
11.10-14.30
The Iceman
22.20
The Imitation Game
17.10-19.45
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 15.00-17.30-19.45-22.00
Paddington
11.20
Non sposate le mie figlie!
15.05-17.30-20.05-22.20
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
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Unbroken
21.15
Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza)
14.50-17.20
Exodus: Dei e Re
21.30
Mune - Il guardiano della luna
19.20
American Sniper
16.30-19.15-22.05
Minuscule, La valle delle formiche perdute
14.45
Italiano medio
14.55-17.15-20.10-22.40
Cinquanta sfumature di grigio
16.30-19.15-22.10
Paddington
14.30
Cinquanta sfumature di grigio
15.00-17.45-20.30
Asterix e il regno degli Dei
14.10
Cinquanta sfumature di grigio
16.00-18.45-21.30
Selma - La strada per la libera’
14.30-17.10-19.50-22.25
UCI CINEMAS CERTOSA
VIA STEPHENSON, 29 - TEL. 892960
Cinquanta sfumature di grigio
19.55-22.40
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
11.20-14.45-17.15
Cinquanta sfumature di grigio
22.10
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 11.30-14.30-17.20-19.45
Cinquanta sfumature di grigio
11.20-14.10-17.00-19.45-22.30
Cinquanta sfumature di grigio
12.00-15.00-18.00-21.00
Selma - La strada per la libera’
11.30-14.15-17.00-19.40-22.20
Mune - Il guardiano della luna
11.40-14.15-17.00
Taken 3 - L’ora della verita’
19.40-22.20
Jupiter - Il destino dell’universo
19.40-22.30
Non sposate le mie figlie!
11.50-15.00-17.20-20.00
Italiano medio
22.40
Taken 3 - L’ora della verita’
11.40-14.30-17.30
SPAZIO OBERDAN CINETECA ITALIA
VIALE VITTORIO VENETO 2 - TEL. 0277406300
VIA PALESTRINA, 7 - TEL. 0287241925
14.30-17.00-19.30-22.00
14.30-17.00-19.30-22.00
VIA ENRICO MOROZZO DELLA ROCCA, 12 - TEL. 02 48199689
Mune - Il guardiano della luna
Italiano medio
VIA TORINO 64 - TEL. 0272008219-899678903
VIALE CONI ZUGNA, 50 - TEL. 0289403039
11.00-15.00
13.30
17.20-21.10
18.50-V.O.SOTT.
22.40-V.O.SOTT.
VIA TORINO 30/32 - TEL. 02874826
Pride
Big Eyes
19.10
17.00-21.30
15.00-17.50-21.00
18.00
16.00
21.00
Pina
Qissa
La montagna dell’amore
La grande Scala. Vintage
VIALE ABRUZZI, 28/30 - TEL. 0229531103
Cinquanta sfumature di grigio
15-17.30-20-22.30
Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza)
15.30-17.50-20.10-22.30
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
15-17-19
Cinquanta sfumature di grigio
21
Selma - La strada per la libera’
15-17.30-20.10-22.30
Mune - Il guardiano della luna
15
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
16.40
Il nome del figlio
20.10
Italiano medio
22.30
La teoria del tutto
15-17.30-20.10-22.30
UCI CINEMAS BICOCCA
VIALE SARCA, 336 - TEL. 892960
Jupiter - Il destino dell’universo
Cinquanta sfumature di grigio
civici dispari di (dir. Stadio), diventando così
"strada a fondo chiuso”. Termine dei lavori:
28 febbraio 2015. Via Bagutta: nel tratto
compreso tra Via Sant'Andrea e Via Baguttino.
Termine lavori previsto: 17 febbraio 2015 ore
17:00. Via Cristina Belgioioso e via G.B.
Grassi - Lavori Expo 2015: chiusura al traffico
(definitiva) di via Cristina Belgioioso, con
deviazione di tutto il traffico veicolare in entrata e uscita da Milano sulla Strada Statale n°
233 "Varesina" Traffico difficoltoso in: Via
Gallarate, Molino Dorino: traffico difficoltoso
verso Pero e Tang. Ovest, per modifica della
viabilità, ambito lavori Expo 2015.
Un po’ di Venezia
al Portello
Buenos Aires chiusa
Caro direttore qualcuno faccia qualcosa, vi
prego. Ho appena pagato due multe da 130
e 55 euro per essere passato in due giorni
successivi nelle vie Missaglia e Famagosta a
una velocità di poco superiore ai 50 km orari. E come me ho conosciuto decine di persone. Non discuto della necessità di moderare la velocità lungo le strade a lunga percorrenza, ma non si possono massacrare in
questo modo gli automobilisti per una manciata di chilometri orari oltre il limite. Anche
perché gli avvisi sono piccoli e posizionati
in pochiposti. Così non si può proprio andare avanti.
11.25-14.20-17.10-20.00-22.45
14.15-17.02-19.45-22.30
(dalle ore 8,30 alle ore 21,00)
14.00
17.00
19.00
21.00
HINTERLAND
ASSAGO
VIALE MILANOFIORI - TEL. 892960
Turno diurno
I CENTRO p.za Missori, 3; v. Broletto, 30; v. Cesare Correnti, 2; v.
Vincenzo Monti, 56; p.za Principessa Clotilde, 1; v.le Montenero, 37. I
NORD v.le Certosa, 282; v. T. di Ravel, 19; v. Carli, 14; v. Ornato 13/a; v.
Arbe, 65. I SUD p.za Angilberto II, 10; v. Pezzotti, 61; v. G. Govone, 29;
v. Saponaro, 34. I EST v. Spallanzani, 15/2; v. F.lli Lumière, 2; v. Celentano,
1; v.le Abruzzi angolo v. Sansovino, 1; v. Pordenone, 1; v. Modena, 25; v. Cima,
7; c.so. XXII Marzo, 52/7; v.le Monte Nero, 37. I OVEST c.so Colombo, 1;
v. Lorenteggio, 22; v. Inganni, 81; v. San Michele del Carso, 26; p.za de
Angeli, 1; p.za Rosa Scolari, 3; v. Vigevano, 45; v. Canonica, 6.
(dalle ore 21 alle ore 8,30)
Turno notturno
p.za Clotilde, 1; p.za Cinque Giornate, 6; c.so S. Gottardo, 1; v.le Zara, 38;
v. R. Di Lauria, 22.
Aperte 24h: Via Boccaccio, 26; V.le Famagosta, 36; Stazione Garibaldi (P.za S,
Freud); p.le Stazione Porta Genova 5/3 ang. via Vigevano 45; v.le Lucania,
6; Corso Magenta, 96; v.le Testi, 90
::: appuntamenti
Le lettere via e-mail vanno inviate a: [email protected]
Via posta vanno indirizzate a: LiberoMilano - viale L. Majno 42, 20129 Milano.
TRAFFICO
Farmacie
UCI CINEMAS FIORI
Cinquanta sfumature di grigio
17.25-22.45
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
14.40-20.15
Una meravigliosa stagione fallimentare
11.00
Cinquanta sfumature di grigio
11.00-15.20-18.10-21.00
Selma - La strada per la libera’
11.20-14.10-17.00-19.35-22.15
Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza)
22.35
Non sposate le mie figlie!
17.20
Romeo & Juliet
11.20-14.30-19.50
Cinquanta sfumature di grigio
11.20-14.10-17.00-19.45-22.30
Taken 3 - L’ora della verita’
11.40-14.40-17.20-20.00-22.35
Mune - Il guardiano della luna
11.40-14.40-17.20
Festa dell’8 marzo
Omaggio
al bed and breakfast a «Charlie Hebdo»
WEEKEND Al via anche
quest’anno la Nona Edizione della Giornata Nazionale del B&B: il B&B
Day. In occasione della festa della donna dell’8 marzo, infatti, migliaia di bed
and breakfast in tutta Italia offriranno gratis la notte del 7 marzo a quanti
prenoteranno
un
weekend, di due o più
giorni,
all’insegna
dell’ospitalità familiare. Siano B&B nei centri storici
delle città d'arte o dei borghi italiani, siano dimore
di charme e design, ville
antiche o casali in campagna ibed and breakfast italiani aderiscono con entusiasmo all'evento del B&B
Day, un modo per festeggiare e per diffondere una
dimensione dell'ospitalità
più intima e familiare. La
giornata è ideata da www.
bed-and-breakfast.it.
Dal 6 all’8 marzo
www.bed-and-breakfast.it
Non sposate le mie figlie!
20.10-22.25
Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza)
19.50
Italiano medio
17.00-22.30
Non sposate le mie figlie!
11.40-14.40
Cinquanta sfumature di grigio
14.40
Jupiter - Il destino dell’universo
19.40-22.25
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
11.30-17.25
Cinquanta sfumature di grigio
20.10
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
22.45
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
11.35-15.00-17.20
CERRO MAGGIORE THE SPACE CERRO MAGGIORE
VIA TURATI, 62 - TEL. 892111
Cinquanta sfumature di grigio
12.25-15.25-18.25-21.25
Non sposate le mie figlie!
14.20-16.45-19.10-21.35
Jupiter - Il destino dell’universo
12.50-15.50-18.45
Jupiter - Il destino dell’universo (3D)
21.40
Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 16.15-19.05-22.55
Mune - Il guardiano della luna
11.40-14.05
Selma - La strada per la libera’
12.50-15.45-18.40-21.35
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
11.35-14.00
Cinquanta sfumature di grigio
16.15-19.10-22.10
Cinquanta sfumature di grigio
18.45-21.45
Italiano medio
13.00-15.30
American Sniper
18.00
Cinquanta sfumature di grigio
21.00
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 12.05-14.35-17.00-19.25
Non c’e’ 2 senza te
21.50
Taken 3 - L’ora della verita’
14.35-19.15-21.50
Mune - Il guardiano della luna
12.30-14.45-17.00
Italiano medio
19.45-22.15
Unbroken
15.35
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
12.15-17.20
MELZO
ARCADIA MULTIPLEX
VIA MARTIRI DELLA LIBERTA` - TEL. 0295416444
Taken 3 - L’ora della verita’
15.10-17.40-20.20-22.40
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 14.50-17.20-20.10-22.10
Jupiter - Il destino dell’universo
19.50-22.20
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
14.40-16.20
Mune - Il guardiano della luna
15.20-18.00
Non sposate le mie figlie!
17.10
Cinquanta sfumature di grigio
15.00-17.30-20.00-21.00-22.30
PADERNO DUGNANO
LE GIRAFFE
VIA BRASILE, 4 - TEL. 0291084250
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
11-14.30-16.30-18.15
American Sniper
20-22.30
John Wick
10.30-14.20-16.20-18.20-20.20-22.20
Mune - Il guardiano della luna
11-14.30-16.30
Unbroken
18.30-21
Mune - Il guardiano della luna
14.40-16.20
La teoria del tutto
10.50-18.15-20.40-22.50
Taken 3 - L’ora della verita’
10.50-15.15-17.20-19.30-21.40
Italiano medio
10.40-15-17-19-21
Selma - La strada per la libera’
10.40-14-16.30-19-21.20
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
11-14.20-16.20-18.15-20.15
Cinquanta sfumature di grigio
22.15
Non c’e’ 2 senza te
10.30-15.30-17.30-19.30-21.40
Exodus: Dei e Re
16.30-19.20
Cinquanta sfumature di grigio
10.50-14-22.30
Cinquanta sfumature di grigio
14.30-17.30-20.20-22.50
Jupiter - Il destino dell’universo
10.50-15-17.30-20.15-22.40
Cinquanta sfumature di grigio
15.30-18.30-21.30
PIOLTELLO
UCI CINEMAS PIOLTELLO
VIA SAN FRANCESCO, 33 - TEL. 892960
Italiano medio
Non sposate le mie figlie!
11.20-14.50-17.20-19.50-22.20
11.15-14.00-16.10-18.20-20.30-22.40
MOSTRA Fino al 15 marzo allo Spazio Wow di viale Campania 12, a Milano, “Siamo tutti Charlie”,
mostra-omaggio dedicata a Chiarlie Hebdo. «Per
ognimatita spezzata, cento matite si stanno affilando»: con questo appello,
lanciato all’indomanidella strage a Charlie Hebdo, il direttore di Wow
spazio fumetto Luigi Bona aveva invitato gli illustratori italiani a fare un
omaggio ai colleghi uccisi a Parigi. Alla chiamata
hanno aderito in 200. I disegni sono stati realizzati
da 150 fumettisti e vignettistiitalianie più di70 stranieri. Tra gli altri anche
Silver, Bruno Bozzetto,
Leo Ortolani, Don Alemanno, Adriano Carnevali, Giacomo Bevilacqua, Sio, Fabio Celoni e
Silvia Ziche.
Fino al 15 marzo
Ingresso gratuito
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
11.05-15.00-17.30-20.00-22.20
Jupiter - Il destino dell’universo | Imax (3D)
11.00-15.30-18.30-21.30
Cinquanta sfumature di grigio
13.20-16.20-19.10-22.00
Selma - La strada per la libera’
11.10-14.10-17.00-19.40-22.20
Cinquanta sfumature di grigio
14.00-17.00-19.45-22.30
Cinquanta sfumature di grigio
15.40-18.30-21.20
Romeo & Juliet
11.15-14.30-17.10-19.45-22.20
American Sniper
22.35
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
11.05-15.00-17.30
Unbroken
19.40
Cinquanta sfumature di grigio
11.15-14.30-17.30-20.30
Taken 3 - L’ora della verita’
11.00-14.15-17.20-19.45-22.15
Mune - Il guardiano della luna
11.00-15.00-17.15
Non c’e’ 2 senza te
19.40-22.10
Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza)
11.15-14.30-17.00-19.40-22.15
ROZZANO
THE SPACE CINEMA ROZZANO
C.SO PERTINI, 20 - TEL. 892111
Cinquanta sfumature di grigio
16.00-19.00-22.00
Taken 3 - L’ora della verita’
14.35-17.10-19.45-22.30
Mune - Il guardiano della luna
13.55-16.25-18.45
Selma - La strada per la libera’
15.30-18.30-21.35
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
14.35-15.00-16.50-19.00
Exodus: Dei e Re
21.15
Non c’e’ 2 senza te
15.10-17.30-19.50-22.15
Mune - Il guardiano della luna
14.30
Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 16.35-19.15-22.05
Cinquanta sfumature di grigio
17.15-20.15
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
14.30-17.00
Italiano medio
19.20-21.50
Jupiter - Il destino dell’universo
14.00-16.45-19.35-22.25
Non sposate le mie figlie!
14.45-17.00-19.15-21.40
Cinquanta sfumature di grigio
16.30-19.30-21.00-22.30
Cinquanta sfumature di grigio
15.30-18.30-21.30
SAN GIULIANO MILANESE
MOVIE PLANET
S.S. 9 VIA EMILIA, ANGOLO VIA TOLSTOJ - TEL. 899 552578 (PREN.)
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
17,20-19,40
Mune - Il guardiano della luna
15,00
Non sposate le mie figlie!
20,20-22,40
Cinquanta sfumature di grigio
14,50-17,20-19,50-22,30
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
15,00-17,30
Cinquanta sfumature di grigio
21,40
Taken 3 - L’ora della verita’
14,50-17,20-19,50-22,30
Mune - Il guardiano della luna
15,00
Jupiter - Il destino dell’universo
17,00-19,40-22,30
SESTO SAN GIOVANNI
C/O CENTRO SARCA - TEL. 0224860547
SKYLINE MULTIPLEX
Asterix e il regno degli Dei
11.15
Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza)
14.50-17.20-19.50-22.20
Selma - La strada per la libera’
14.20-17.00-19.40-22.20
Shaun, Vita da Pecora - Il Film
11.15-14.35
Cinquanta sfumature di grigio
16.30-19.15-22.00
Cinquanta sfumature di grigio14.40-17.20-18.30-20.00-21.30-22.40
Non c’e’ 2 senza te
20.00-22.15
Cinquanta sfumature di grigio
11.15-13.00-15.40
Taken - La vendetta
14.50-17.20-19.50-22.20
Big Hero 6
11.15
Mune - Il guardiano della luna
11.15-14.00-16.00-18.00
Non sposate le mie figlie! 11.15-14.00-16.05-18.10-20.20-22.30
Notte al museo 3 - Il segreto del faraone
11.15-14.00-16.10-18.20-20.30-22.40
Jupiter - Il destino dell’universo | Imax (3D)
14.00-16.45-19.30-22.15
CRONACA
__Domenica 15 febbraio 2015__
39
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Tutto iniziò con una mostra fotografica
DOPO GLI SCONTRI DEL 24
Moda, librerie e un codice postale
Rinasce il Giambellino del Cerutti Gino
A un passo dalle case popolari, ristoranti e negozidi tendenza. I residenti non scappano più:«Qui sivive bene»
::: segue dalla prima
ROBERTO COALOA
(...) più nuovi e sorprendenti
di Milano. Vicario è uno dei
grandi fotografi italiani. Le
sue immagini sono bellissime, non banali: dei
primissimi piani degli abitanti del quartiere, con una cifra
stilistica di semplicità, la più difficile.
Una documentazione rigorosa e asciutta, in bianco e nero,
che richiama il lavoro colossale fatto da
August Sander con “Face of
our Time”.
Ma torniamo al nostro reportage. Armati di taccuino e
di buone scarpe, camminiamo per via Tolstoi. Un tempo
questa zona era una periferia
malfamata, pericolosa. Recentemente l’ambasciatore
Alberto Indelicato, in un suo
libro di memorie sulla Guerra Fredda, ci ha ricordato «la
spia del Lorenteggio»: l’infiltrato ungherese a Milano, Ferenc Budai. Ma questa è
un’altra storia… Ora il quartiere è davvero à la page, con
alcuni luoghi che rammentano un passato da non buttare
via, come il bar della canzo-
::: LA SCHEDA
IL LIBRO
“20146. Storie” è il libro appena uscito di Paola Pignatelli ed Ennio Vicario (Tep Arti
Grafiche, pagg.
98,
€
16).
“20146”, come il
codice di avviamento postale del
Giambellino. Il volume è straordinario e fa apparire
questa zona di Milano come una piccola New York.
Una galleria di
quaranta ritratti,
alcuni nomi noti,
altri da scoprire e
indagare, come quelli della
coppia di librai Tosca e Danilo, animatori di “Gogol &
Company”. Ogni fotografia
una storia a parte.
ne di Gaber, quella del Cerutti Gino (c’è ancora il biliardo
e Carmen, la barista, apre la
claire alle 5.30 del mattino).
Nuovi ristoranti, come Officina 37, accanto alle vetrine della leggendaria Harley-Davidson. Sembra davvero di essere a New York. Vecchi edifici
sono stati trasformati nel regno di agenzie di pubblicità.
Si notano dei personaggi degni della serie televisiva Mad
Men. Ora ci troviamo in piaz-
Il celebre bar
del Cerutti
Gino cantato
da Giorgio
Gaber
za Berlinguer, con al centro
un elegante edificio Liberty.
C’è la libreria “Gogol” e vediamo le vetrine di «Più piani.
Servizi immobiliari creativi».
Entriamo.
Ad accoglierci è l’immobiliarista Mauro, di origine veneta,trasferitosi a Milano proprio grazie al fascino del nuovo Giambellino: «Ero in questa piazza, attirato da uno
spettacolo di Paolo Boggiani,
esponente della street art, un
artista con una lunga esperienza a New York. Era vestito da Minotauro e tra le vie,
coperto di fuoco, faceva la
sua performance intitolata
“Labirinto della Metropoli”.
Fu così che notai il quartiere,
da sempre una fucina di idee
e arte in una città che altrove
ha perso la sua identità e il
suo spirito.
Qui c'è molta aggregazione e si vedono i nonni che accompagnano i bambini nel
vicino giardino dedicato alla
giornalista Anna Del Bo Boffino. Uno spazio verde ideale
anche per i cani. Più in là si
arriva al naviglio con la Chiesa diSan Cristoforo. Oggiquesta zona è molto richiesta, chi
ci abita vuole rimanerci. È
adatta alle persone anziane e
alle coppie con bambini». I
prezzi? «In Via Tolstoi un appartamento di 120 metri quadrati, con box, costa 480 mila
euro».
Svolta a Cremona
Il Pd sfratta
i centri sociali
Intenzione seria o proclama per lavarsi la coscienza? Dopo averli coccolati
per anni, il centrosinistra
al governo di Cremona ha
sfrattato i due centri sociali della città, ospitati in stabili di proprietà del Comune. Il Dordoni e il Kavarna sono stati travolti dalle
polemiche scatenate dalla manifestazione violenta del 24 gennaio: il primo, gravitante nell’area
antagonista, paga un affitto di 4.600 euro all'anno:
il secondo, di ispirazione
anarchica, di 3.000. Il consiglio comunale, sposando la linea dura del sindaco Gianluca Galimberti,
ha approvato la mozione
con cui il Pd e i suoi alleati
spingono perché i contratti non siano rinnovati. Ha
votato a favore anche Sel,
nonostante una sua delegazione fosse in prima fila
nel corteo. Sono in corso
indagini in tutta Italia per
dare un nome ai protagonisti degli incidenti. Facile prevedere che gli “inquilini” si opporranno allo sgombero. Un assaggio
di quello che potrebbe accadere si è avuto ieri, con
il sit-in del Kavarna che
ha detto: «Difenderemo
gli spazi sociali con i nostri corpi». Ci si chiede se
la giunta ci passerà (metaforicamente) sopra.
GIU.OL.
__Domenica 15 febbraio 2015__
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