9 771591 042007 50215 Domenica 15 febbraio 2015 ANNO L NUMERO 40 EURO 1,40* La Libia è esplosa L’Isis dichiara guerra all’Italia Il nostro Paese nella lista dei nemici. Minacce al ministro Gentiloni dopo l’annuncio che siamo pronti a intervenire nell’ex colonia, dove gli jihadisti conquistano i terminali di petrolio e gas. Con l’obiettivo di tagliarci i rifornimenti Vignette, killer islamico spara a Copenaghen: un morto di CARLO PANELLA «Carte false dalla banca del papà della Boschi» Dieci domande a Renzi VIENI A TROVARCI ANCHE SUL SITO di MAURIZIO BELPIETRO Qualche giorno fa abbiamo suggerito al presidente del Consiglio di spiegare in Parlamento perché a metà gennaio abbia avuto tanta fretta di varare per decreto la riforma delle banche popolari. In un Paese dove in nome della Costituzione si è negata l’urgenza di intervenire per impedire che qualcuno staccasse la spina a una donna, decretandone la morte, può essere ritenuta prioritaria una norma per trasformare gli istituti di crediti cooperativi in società per azioni? A noi sembrava di no e dunque ci sarebbe piaciuto che il capo del governo illustrasse le ragioni che lo hanno condotto a firmare il provvedimento. In particolare ci incuriosiva la tempistica del decreto, varato proprio nel momento in cui il presidio del capo dello Stato era vacante, nonostante di cambiare le regole delle Popolari si discuta da anni. Tuttavia, oltre a chiarire perché abbia voluto intervenire per decreto su una materia tanto complessa e discussa (al punto che (...) segue a pagina 7 In Libia, un Califfato sempre più forte punta a bloccare completamente l'estrazione e l'esportazione di gas e petrolio: questo preoccupa il governo italiano (...) segue a pagina 2 ANTONELLI, GAIANI, GIACALONE MORIGI e STEFANINI da pagina 2 a pagina 5 Sinistra, giornali, televisioni: i complici italiani del Califfo di MASSIMO DE’ MANZONI Noi l'avevamo detto. Sì, lo so: una frase così non si dovrebbe scrivere mai. Ma poiché quelli che hanno codificato questa regola sono proprio coloro (...) segue a pagina 3 di GIAMPAOLO PANSA L’Aventino di Brunetta non fermerà il Royal Baby Renato Brunetta, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, è un politico che se non esistesse bisognerebbe inventarlo. Il perché mi appare chiaro: è un tipo umano molto diverso da quelli che frequentano i piani alti della Casta. Per cominciare, è uno che sa di che cosa parla e di ciò che scrive. È un esperto di questioni economiche, (...) segue a pagina 10 Morto a 89 anni l’imprenditore Michele Ferrero Si è chiuso il Festival: ecco il podio delle polemiche L’uomo che ci ha regalato la Nutella La rosicata spaziale di Fabio Fazio IERI IL CONCISTORO S’infittisce il mistero delle dimissioni di papa Ratzinger di ANTONIO SOCCI a pagina 15 di NINO SUNSERI di SELVAGGIA LUCARELLI Che mondo sarebbe senza la Nutella? La figlia prediletta ha compiuto cinquant’anni nel 2014. Suo papà, Michele Ferrero, ha fatto appena in tempo a festeggiare. È morto ieri a 89 anni assistito dalla moglie e dal figlio Giovanni. L’altro, Pietro, il più grande è morto nel 2011 per infarto durante una missione (...) Visto che il vero podio, a Sanremo, non lo occupano né le canzoni né i cantanti,ecco a voi l’unica vera classifica che interessidavvero a qualcuno in ogni Sanremo che si rispetti: quella delle polemiche. Primo posto: Spazio-gate. Premesso che Samantha Cristoforetti è a 450 chilometri dalla Terra, (...) segue a pagina 17 segue a pagina 27 * Con: "IL TEATRO DELLE MASCHERE" € 11,00; "50 SUPERALIMENTI" € 9,00; "IL PICCOLO PRINCIPE" € 7,00. BERLUSCONI RESTA Il Milan è in vendita ma non ai tailandesi Arrivano i cinesi di BIASIN e PERUGINI a pagina 29 Prezzo all’estero: CH - Fr 3.50 / MC & F - € 2.40 2 PRIMO PIANO __Domenica 15 febbraio 2015__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ polveriera Libia L’ATTACCO Il nostro responsabile degli Esteri definito «ministro crociato». Confermato lo sgozzamento dei 21 cristiani copti rapiti a Capodanno L’Isis minaccia Gentiloni L’Italia è già in guerra Lo Stato islamico lancia l’offensiva per conquistare i pozzi e Tripoli sospende l’estrazione del petrolio. Roma pronta al conflitto ma non ha ancora identificato alleati e avversari ::: segue dalla prima CARLO PANELLA (...) - più ancora delle sue bandiere nere che sventolano su Sirte - e lo spinge a ipotizzare un intervento militare. Ieri, una bomba ha interrotto la pipeline di Saris, i pozzi di Sidra sono fermi e alcuni attentati hanno colpito le pipeline anche a Makruk e Bahi. Non basta: nel terminale di al Bahy è in corso un violento attacco delle milizie del Califfato, che probabilmente coinvolgeranno poi altri terminali della costa da Ras Lanuf fino a Aydabyi. L'attacco è tanto radicale che la Nioc (agenzia energetica di Stato) ha annunciato che probabilmente fermerà tutte le operazioni di estrazione e trasporto. Anche se sinora ridotto a 200mila barili al giorno (domani a zero), contro 1.600.000, prima della caduta di Gheddafi, il petrolio e il gas sono l'unica ricchezza del Paese.A causa della politica dissennata che accomuna i Paesi arabi petroliferi, la Libia non ha industrie, agricoltura e, ovviamente, turismo. Unica altra risorsa è il traffico dei clandestini, che viene ormai valutato il 10% del Pil, sempre più sotto controllo del Califfato o di altre milizie. Proprio a causa di questa emergenza energetica (e dei clandestini), Paolo Gentiloni venerdì ha evocato la possibilità che l'Italia si impegni in una operazione militare in Libia,naturalmente sotto l'insegna dell'Onu, ed è stato subito messo nel mirino dal Califfato come «ministro dell'Italia Crociata». Il tutto in un contesto in cui il Califfato ha dato inizio anche al suo atroce jihad contro i cristiani. È stata infatti confermata la notizia che i 21 cristiani copti egiziani le cui immagini in tuta arancione erano state postate su Internet giovedì, sono stati tutti sgozzati. Dunque, il risultato della dissennata guerra di Libia, sarà anche il dispiegarsi a 200 miglia dall’Italia,di quella feroce persecuzione dei cristiani - crocefissioni incluse - che abbiamo già visto nei mesi scorsi nel nord dell'Iraq. Il governo Renzi, dunque, ragiona in terminidiintervento militare Onu, subordinandolo però al raggiungimento di un qualche accordo politico,quantomeno tra gli islamistidel governo di Tripoli(considerato illegale dalla comunità internazionale) e i "laici" del governo di Tobruk (riconosciuto come unico legittimo), appoggiati rispettiva- mente dalle milizia diMisurata e dalle milizie di Zintan e dall'esercito del generale Khalifa al Haftar.Il non piccolo problema è che questo accordo, a cui lavora da mesi l'inviato dell'Onu Bernardino Leon, è ben lungidall'essere alle viste.La ragione di questa impasse è semplice, ma non viene mai detta. Oltre alla logica di accaparramento jihadista a cui si ispirano i due fronti, oltre all'esistenza di una miriade di altre milizie autonome, incontrollate e incontrollabili, i due "governi" (che non governano affatto) subiscono una fortissima ingerenza da parte della Turchia, del Qatar, dell'Arabia Saudita e dell'Egitto. Non solo, Qatar e Turchia, esercitano anche il comando politico diretto su alcune milizie armate. In questo confusissimo quadro, nello scontro di faglia tra queste tensioni telluriche, si sono inserite le milizie del Califfato che dimostrano di saperne profittare per una avanzata che appare travolgente e mirata alla “giugulare energetica”, indispensabile all'Italia. Dunque, il problema dell'Italia e dell'Onu è semplice: fare la guerra appoggiando quale referente politico libico "legittimo" e combattendo quale nemico? La risposta, a oggi, non è disponibile. Non si sa quali forze politico-militari siano in grado di esercitare un domanila sovranità nazionale in Libia,ammesso - e non concesso - che l'intervento militare Onu riesca a debellare le milizie del Califfato. In questo contesto, in cui i tentativi di trovare una mediazione politica tra le parti hanno fatto solo perdere tempo e hanno favorito l'avanzata del Califfato, la strategia va capovolta. Vanno definiti gliinteressipri- DALLA SIRIA CON TERRORE Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni nel mirino dello Stato Islamico in Siria e Iraq. Dopo la presa di Sirte il ministro ha ventilato la possibilità di un intervento italiano in Libia per fermare l’avanzata dei terroristi: siamo pronti a combattere, ha detto, sotto l’egida dell’Onu [Ansa] mari dell'Italia, vanno mandati segnali ultimativi e Turchia, Qatar e Arabia Sauditae l'intervento militare va subordinato solo a questi nostri interessi. In seguito si vedrà chi governa la Libia, o quel che ne resta. Il primo è facilmente praticabile: vanno oc- cupati manu militari e con l'appoggio di elicotteri, blindati e dell'aviazione tutti i terminalie i giacimentipetroliferi. Operazione a cui deve seguire una mossa forte: i proventi delle vendite del petrolio vanno gestiti da una Agenzia o Fondazione ad hoc del- l’Onu, non devono essere a disposizione delle varie fazioni libiche. Vanno quindi usati in modo "ricattatorio" per ottenere il disarmo delle loro milizie. Infine, le coste della Libia vanno presidiate da una flotta Nato, che deve smettere di occuparsi - male - solo dell'Ucraina e deve bloccare il traffico di clandestini e accogliere i richiedenti asilo in campi profughi gestiti dall'Onu stessa. Questo è il quadro di un intervento che abbia senso. Se no, si va incontro a un’altra Adua. I conti dell’eventuale missione L’intervento ci costerebbe mezzo miliardo l’anno Ipotizzabile un impiego di mezzi simile a quello in Afghanistan e un dispendio di munizioni come nella guerra contro Gheddafi ::: GIANANDREA GAIANI ■■■ L’Italia è «pronta a combattere» lo Stato Islamico in Libia perché «non possiamo accettare che a poche ore di navigazione dall'Italia ci sia una minaccia terroristica attiva» ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. In attesa di comprendere quali misure militari Roma intende prendere e che tipo di intervento militare intenda varare vale la pena fare il punto sui costi di un conflitto che si preannuncia difficile e potenzialmente lungo. L’Italia ha progressivamente ridotto negli ultimi anni non solo le spese per la Difesa ma anche quelle per le missioni all’estero con stanziamenti passati da 1.6 miliardi nel 2011 (oltre 7 mila militari impegnati oltremare) a un miliardo nel 2014 (4 mila soldati all’estero) mentre per i primi nove mesi di quest’anno il governo ha varato un decreto che stanzia 542 milioni di euro per i primi nove mesi dell’anno: in media di poco più di 60 milioni al mese con una previsione di 722,6 milioni per l’intero anno. Un’eventuale intervento in Libia aprirebbe un nuovo capitolo di spe- l’Italia può esprimere in Libia, teatro sa le cuidimensioni sono difficilmen- operativo in cui le ridotte distanze te quantificabili senza conoscere la dalla Penisola limiterebbero glielevaconsistenza numerica e la tipologia ti costi logistici imposti invece dalle di mezzi e reparti assegnati. Nel con- operazioni in Afghanistan. flitto libico del 2011 sette mesi di opeUn ipotetico contingente italiano razioniaeree condotte da una quindi- in Libia di 4/5 mila militari con una cina di velivoli italiani e da una mez- ventina di elicotteri, altrettanti velivoza dozzina di navi inli e una mezza dozzina clusa la portaerei Cadi unità navali potrebvour costarono poco be costare almeno 500 più di202 milionidieumilioniall’anno.Una taro senza contare il cole missione diverrebbe sto dei 712 ordigni la più costosa tra le vensganciati tra bombe e tina già in atto tra cuiogmissili: ogni bomba a gila più onerosa è l’Opeguida laser o Gps costa razione “Prima Parthimediamente tra i 30 ca” (dal nome di una lemila e 50 mila euro gione romana costituimentre un missile da ta in Siria nel II secolo) crociera Storm Sha- Roberta Pinotti [Ansa] che mobilita in Kuwait dow costa quasiun mie Kurdistan 7 aerei e lione. droni, altrettanti elicotteri e 500 miliCome paragone può essere utile ri- tari di esercito e aeronautica nell’amcordare che in quello stesso anno bito della Coalizione conto lo Stato 4.200 militari in Afghanistan con una Islamico a un costo previsto di 133 trentina di aerei ed elicotteri costaro- milioni fino a settembre e i circa 180 no 811 milioni. L’impiego di una for- previsti nell’intero anno. Pur trattanza di simili dimensioni rientra nelle dosi di una missione non di combatcapacità di “proiezione militare” che timento (i nostri velivoli non sgancia- no ordigni e i militari dell’esercito addestrano e supportano le milizie curde) quella contro lo Stato Islamico supera di poco i costi delle operazioni in Afghanistan e Libano che tra gennaio e settembre ci costeranno quest’anno rispettivamente 126 e 119 milioni. A determinare o meno un incremento anche consistente dei costi dell’operazione in Libia contribuiranno gli aspetti bellici e logistici. Un completo coinvolgimento nelle azioni di guerra contro i miliziani dell’Isis comporterà maggiori costi per l’impiego e ilconsumo di armie munizioni e la necessità di mettere in campo capacità sanitarie e di evacuazione dei feriti su vasta scala. Molto dipenderà da quanti e quali Paesi aderiranno a una campagna contro il Califfato in Libia. Una coalizione che veda la presenza di soldati di altri Paesi europei consentirebbe di mettere a punto sinergie sul fronte logistico riducendo in parte i costi mentre contingenti provenienti da Sahel e Nord Africa (Algeria? Egitto?) potrebbero costituire un ulteriore onere logistico per il contingente italiano. 3 PRIMO PIANO __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it ABBATTERE I RAIS Non mettevamo in dubbio che Gheddafi o Assad fossero dittatori. Ma era chiaro che quel che sarebbe venuto dopo di loro sarebbe stato peggio polveriera Libia Tv, giornali e sinistra Ecco i complici del Califfo Quattro anni fa politici e opinionisti ci trascinarono in una folle avventura a favore della “primavera araba”. Solo noi avevamo avvisato che così avremmo aiutato i terroristi ::: segue dalla prima MASSIMO DE’ MANZONI Le nostre imprese Gli imprenditori evacuati: ora Tripoli ci chiede aiuto ::: CLAUDIO ANTONELLI ■■■ A giugno dello scorso anno in Libia, a Tripoli, c’erano 80 imprenditori italiani pronti a restare per stringere rapporti di affari soprattutto nel settore dell’edilizia e trovarsi in rampa di lancio per salire sul treno di una eventuale ripresa economica. Garantita al 100%. Ma solo dopo la firma di un qualunque accordo di pace. Che al momento è fantascienza. «In Italia», spiegava a Rai news in occasione della Fiera annuale Lybia Build Marco Pintus, direttore dell'Istituto del Commercio Estero di Tripoli, «il settore delle costruzioni in Italia è talmente in crisi che la Libia è un mercato che attrae moltissimo». Così nei mesi successivi il numero di aziende italiane nell’ex terradi Gheddafi è arrivato a 200. Tra queste alcune Pmi, un buon numero di medie imprese, colossi dell’energia e big delle Tlc. Per Salini-Impegilo, nel 2013 aggiudicataria (come da accordi del 2009) della maxi commessa dell'autostrada costiera (400 chilometri per una forza lavoro di 2 mila persone e un valore di 963 milioni di euro) al momento è tutto fermo. Bonatti, Dietsmann e Augusta Maritime Service restano operativi solo con personale locale. Idem per Sirti che attraverso la Joint Venture Sirt, società partecipata al 55% da Sirti e dal 45% da Lptic (Libyan post, telecommunication & information technology company), nel 2012 ha ripreso le attività previste dai contratti interrotti nel primo periodo bellico. Recentemente Sirti ha conquistato una gara d’appalto relativa anche alla posa del cosiddetto ultimo miglio dal valore addirittura di 1 miliardo di euro. A indicare che l’enorme massa di appalti promessi dalla riconciliazione tra Gheddafi e Berlusconi, datata 2008, non era andata del tutto persa. Allora si parlava addirittura di Greenstream, il terzo gasdotto destinato a Gela e un piatto di investimenti tripolitani da circa 150 miliardi. In ballo c’era la riorganizzazione del sistema sanitario e illancio di un imponente piano casa. Certo la recente avanzata dell'Isis fino a Sirte rigetta tali progetti nella storia lontana e arriva come una tremenda doccia fredda. Che non solo congela le prospettive, ma impone un drastico cambiamento d’approccio. Il che non significa dimenticare le potenzialità della Libia. Alcontrario, non dare l’economia d’oltre mare per persa. Un imprenditore italiano che opera a Tripoli spiega a Libero che l'intervento di una forza multinazionale in questo momento sarebbe ben visto da gran parte della classe dirigente libica. Su entrambe i fronti in guerra. Probabilmente anche quello dei Fratelli musulmani. Fino all’autunno scorso ivertici politici libici non avrebbero accettato intromissione militari in modo aperto. Adesso le cose sono cambiate e c’è chi si aspetta che a investire adesso sia l’intera Europa. Anche militarmente. (...) che non ce l'avevano detto, ma anzi ci avevano raccontato l'esatto contrario, i corifei della teoria che ci ha portati sull'orlo dell'abisso, gli aedi delle "primavere arabe" da appoggiare a prescindere da ogni buon senso e da qualsivoglia interesse nazionale in nome dell'ideologia suprema; ecco, visto che questi sono i custodi delle regole, allora all'inferno le regole. Adesso che la Libia si è trasformata nel prevedibile incubo jihadista alle nostre porte, è venuto il momento di denunciare i responsabili di questo orrore. E tra di loro, in prima fila, ci sono i nostri politici di sinistra, Napolitano in testa,e ilcodazzo conformista di quotidiani e televisioni che davano fiato alle trombe per incensare l'invincibile armata che andava ad appoggiare le "rivoluzioni popolari" e a deporre a suon di bombe più o meno deficienti il"pericolosissimo tiranno" Muhammar Gheddafi. Quattroanni fa, quando questo avveniva, noi di Libero in solitudine pressoché perfetta titolammo: «Guerra da matti». Così come quando il coro del giornalismo unico accompagnava i proclami del Nobel della pace Obama a favore delconflitto "umanitario" contro Assad, noi soli in Italia avvertimmo della demenza del proposito, evidenziando come i nemici diDamasco fossero i nostri peggioriavversari, quegli integralisti islamici che ora formano la spina dorsale dell'Isis. Sì, proprio quelli che sgozzano, crocifiggono, decapitano, bruciano vivi gli ostaggi. Quelli che ci minacciano di morte e distruzione. Quelli che sparano e uccidono nelle nostre città. Quelli che ora tutti esecrano, ma fino a pochi mesi fa appoggiavano, eccitati come ragazzini, al grido di "dàgli al tiranno". Perché la nostra sinistra, politica e giornalistica, è così. Basta che qualcuno vada in piazza per trovarsi automaticamente dalla parte della ragione. A meno che, ovviamente, non lo faccia contro un regime comunista illegalmente costituito: quindi la regola non valeva in caso di movimenti popolari ungheresi negli anni Cinquanta, nella Praga di Dubcek, nella Cuba di Castro, nella Tienanmen del glorioso partito maoista, eccetera. Ma insomma, a parte queste eccezioni, chiunque riempia le strade e "protesti", per le nostre maîtresse a penser è sempre da sostenere. Che abbiano torto o che addirittura siano fanaticisanguinari non ha la minima importanza. È sufficiente che il loro bersaglio in qualche modo si possa definire un dittatore (fascista, certo: quelli di sinistra sono "guide del popolo") e via coltifo: viva Khomeini, viva i Fratelli musulmani, viva il Diavolo. Basta che sia "rivoluzionario". Tanto,quando poisi scopre chi sono realmente gli "eroi" che abbiamo appoggiato, oplà: basta una piroetta e il gioco è fatto. Ed ecco i nostri politici, i nostri intellettuali, i nostri opinion leader che spiegano in tv e sui giornali come e qualmente siano stati commessi imperdonabili errori, glissando con incredibile faccia di tolla sul TITOLI CONTRO Alcuni esempi di prime pagine e articoli pubblicati nel 2011 da “Libero”, critici sulla guerra in Libia scatenata per aiutare i ribelli a destitutire il rais il graffio Prodi in ritardo Sulla situazione in Libia si è espresso anche l’ex presidente del Consiglio e ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi. Che non ci è andato troppo per il sottile: «Non poteva esserci diversa conseguenza di una guerra sciagurata voluta sconsideratamente dalla Francia e che l’Italia ha seguito in modo folle e incomprensibile.Non avevo maivisto un Paese che paga una guerra fatta contro di lui». Sarebbe stato utile se l’autorevole voce diRomano Prodi sifosse levata anche all’epoca, quando invece la sua parte politica rimproverava al governo Berlusconi non di seguire «in modo folle e incomprensibile» la guerra voluta dalla Francia, ma di essere troppo vicino a quel Gheddafi che ora tutti rimpiangono. fatto che loro erano gli sponsor entusiasti diquegli "imperdonabili errori" e i fustigatori implacabili di chi, come noi, li faceva notare per tempo. Noi per loro eravamo i servi di Berlusconi che timidamente aveva cercato di opporsi alla guerra di Libia e poi aveva ceduto, venendo da Libero attaccato per questo. Negli stessi giorni, giusto per fare un esempio tra i mille, il direttore di Repubblica Ezio Mauro scriveva: “Qualcuno spieghi a Berlusconi che quando i popoli possono riconquistare la loro libertà, l’Occidente ha un dovere preciso che viene prima di tutto: stare dalla loro parte”. Ma si sa: questo è un Paese senza memoria. Cerchiamo di rinfrescargliela. Ricordate la retorica della democrazia dal basso? Gli appassionati reportage tra i giovaniarabi che organizzavano la rivoluzione via Twitter? Le dotte disquisizioni sul dovere morale di aiutarli? I dibattiti sulla necessità, in questo caso, di mettere da parte il sacrosanto pacifismo e impugnare le armi? Tutta roba a reti e stampa unificate. Ecco, Libero scriveva l'esatto contrario.Quando Parlamento, Rai, La7,Mediaset demonizzavano Assad e invocavano il suo "democratico" rovesciamento, Libero metteva in guardia sulle fratellanze musulmane che stavano impadronendosi della rivolta siriana, prodromo al Califfato dell'Isis. Quando Pd, Corriere, Repubblica, Stampa si accodavano come cagnoliniscodinzolanti airoboanti proclami anti Gheddafi di francesi e inglesi e di quel monumento all'incompetenza che risponde al nome di Barack Obama, Libero e pochissimi altri organi di stampa indipendenti ammonivano che il vero obiettivo degli "alleati" era mascherare i loro fallimenti interni e fregarci gli affari su gas e petrolio in Libia. E scrivevamo che sì, Gheddafi era brutto sporco e cattivo ma ci garantiva controllo sull'invasione di clandestini e regolare flusso di carburante. Che sì, Gheddafi faceva schifo, ma quelli che avrebbero riempito il posto lasciato libero da lui e dai suoi sgherri ce lo avrebbero fatto amaramente rimpiangere. Che sì, sotto il suo tallone non fioriva certo la democrazia, ma era un Eden al confronto di quel che sarebbe venuto dopo. E che quindiun minimo di sana real politik e di cura degli interessi nazionali avrebbe consigliato di tenerlo al suo posto, anziché farlo fuori senza avere neppure uno straccio di idea su come muoversi un minuto dopo. Ed eccoci qui: tutto quello che avevamo previsto e scritto più e più volte, con più e più firme, per più e più mesi si è puntualmente verificato. E non è questione di appuntarsi medaglie al petto: non era poi cosìdifficile decodificare in maniera corretta quello che stava accadendo. Ma proprio per questo non è tollerabile vedere,ascoltare e leggere quelliche quattro anni fa ci trattavano con disprezzo rinnegare senza pudore tutto ciò che avevano detto facendo finta di non averlo mai detto. È andata in un altro modo: giusto perché si sappia. 4 PRIMO PIANO __Domenica 15 febbraio 2015__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ polveriera Libia NUOVO SCENARIO La durezza del fronte esterno (la politica estera) comporta un atteggiamento diverso sul fronte interno. Tocca all’esecutivo cambiare rotta Ilpremierdevedecidersi: o parla di guerra o di elezioni Renzi sta studiando l’intervento armato in Libia. Giusto, ma sarà possibile farlo solo con un governo nel pieno delle sue funzioni. E con un Parlamento il più possibile unito ::: DAVIDE GIACALONE ■■■ Non si può, contempo- scassare lo Stato. Come sostenevamo. L’opposizione usa l’arma retorica del sorgente dispotismo e della fine della democrazia, che trova conferma nei voti notturni e nella soppressione del dibattito, ma è smentita dal buon senso. Specialmente per quelli che inorridiscono per ciò che votarono. In queste condizioni non si va da nessuna parte. Ripetemmo alla nausea che il Nazareno poteva reggere se si fosse allargato ai temi dell’economia, mentre, invece,s'è perso in quelli istituzio- nali. Ma tutto questo non può mica svolgersi come se non esistesse il fronte esterno. Tocca al governo cambiare rotta: l’ipotesi dell’intervento armato comporta il ricompattamento interno. Se non lo fa, e subito, è segno Dal 2011 le milizie libiche si contendono il territorio [Reuters] che quella disegnata è una rotta di collisione. Una furbata incosciente: usare le crisi per forzare la mano. Una dottrina che rende responsabili non solo quelliche la praticano, ma anche quelli che tacciono e fanno finta di non vederla. raneamente, parlare di guerra ed elezioni. Prima il presidente del Consiglio ha esposto ai colleghi europei la necessità di «fare di più», per la Libia. Poi il ministro degli Esteri ha parlato esplicitamente di guerra, richiamando la necessità di un mandato Onu. Al tempo stesso, però, Matteo Renzi afferma che sulle riforme costituzionali intende procedere autonomamente, soffiando sul fuoco degli scontri parlamentari e ricordando agli eletti della maggioranza che se le cose non vanno come lui vuole è da mettersi nel conto che si vada a votare. Le due cose non possono convivere. In Libia sono stati commessi errori gravissimi. Ha cominciato il presidente statunitense, andando in Egitto a far le fusa ai Fratelli musulmani. Hanno continuato francesi e inglesi, trascinandoci in una guerra che ha sì detronizzato Gheddafi, riregolando (a nostro danno) i rapporti petroliferi, ma ha lasciato la Libia in un caos che consente l’espandersi del califfato. Per rimediare si deve usare l’Egitto odierno come sponda, così smentendo sia l’improvvida posizione americana che mesi di sciocchezze sulle primavere arabe. Un disastro politico. Ma ci siamo, non potendo escludere, anzi esplicitamente mettendo in conto la necessità di un intervento armato. La durezza di questo fronte esterno (e il cielo ci assista a che possa essere affrontato solo con le Rafforzata la sorveglianza dei luoghi a rischio. Intanto gli stati maggiori studiano le ipotesi di offensiva armivolanti) comporta un at::: ANDREA MORIGI che e politiche», spiega il titolare della terrorismo non ha segnalazioni di «un teggiamento diverso sul fronFarnesina perché il Paese nordafricano possibile attentato» nel nostro Paese. te interno. Perché alla guerra ■■■ Il fronte del jihad avanza da Sirte e è «a poche ore di navigazione» dalle coSiccome l’Isis non ha l’abitudine di avsi va il più uniti possibile. punta alMediterraneo. L’Italia è sulla di- ste italiane. Quindi il nostro Paese deve visare le proprie vittime prima di ucciRenzi usa l’arma retorica fensiva, per ora. A parole, perfino quelle «avere un ruolo particolare nell’area del derle, le basi militari italiane sono in aldelle riforme, senza accettadi un ministro degli Esteri ex democri- Mediterraneo». lerta e si intensifica la vigilanza degli re mediazioni e discussioni. stiano come Paolo Gentiloni, «siamo Invece, la controffensiva armata pare obiettivi sensibili sul territorio. Nell’elenHa un suo fascino, ma contiepronti a combattere». Rie- ancora lontana. I corpi speciali, i paraca- co dei 13.421 luoghi sottoposti a speciale ne una menzocheggiano le parole di Gio- dutisti,gli incursori del Col Moschin, fre- sorveglianza in Italia, fra i quali 8.069 gna: le riforme vanni Pascoli in occasione mono per scendere in battaglia. Questa considerati a rischio, compaiono minicostituzionali si della campagna di Libia nel volta potrebbe essere quella buona per steri,sedigovernative e ambasciate,mulsono fatte, ecco1911: «la grande proletaria si mettere a frutto il loro addestramento tinazionali e gruppi finanziari, basi Name, anche nel è mossa». per difendere la patria e l’Occidente, to, scuole, compagnie aeree, ma anche recente passaGentiloni intanto deve non l’Afghanistan o l’Iraq. Così, gli stati luoghidi aggregazione, aeroporti, stazioto,ma quelle geconvincere i suoi compagni maggiorimilitari e ilCoi (Comando Ope- ni ferroviarie e della metropolitana, simnerate con quedi partito che la Libia «deve rativo Interforze) studiano diverse ipote- boli culturali ed edifici religiosi (sopratsto approccio si diventare una priorità» per la sidi intervento per prepararsi a un’even- tutto le sinagoghe). Ai quali si aggiungosono rivelate comunità internazionale e tuale operazione internazionale in Libia no l’Expo di Milano e tutti i siti individuadei danni. Così «l’Italia è il Paese che ha la sotto l’egida dell’Onu. ti in seguito alla circolare del Viminale ai fu stravolto il tiresponsabilità di sollecitare Si muove anche l’intelligence italiana, prefetti dopo gli attentati di gennaio in tolo quinto del- Sbarchi in Sicilia [LaPr.] questa priorità». Ci prova al che ha attivato da tempo tutta la sua rete Francia, comprese le «redazioni di orgala Costituzione. convegno «Come cambia il mondo» or- informativa in Nord Africa e ora, dopo la ni di informazione ritenute a rischio». Si fece anche il referendum ganizzato dalPd a Roma per approfondi- presa di Sirte da parte dei terroristi islaIntanto, presidiamo malissimo i conficonfermativo, che non è una re i diversi scenari globali e la proiezione mici dell’Isis, ha rafforzato il monitorag- ni nazionali. C’è ancora un esercito di scoperta dei giovani sopraginternazionale del nostro Paese. «Non gio sul posto per prevenire attentati. Al clandestini, pronti a partire dalla Libia in giunti. Peccato che poi se ne possiamo sottrarci alle nostre responsa- momento, nonostante l’accelerazione fiamme, fra i quali potrebbe nasconderriconobbe la follia, capace sobilità per ragioni di sicurezza, economi- degli eventia ovest della Cirenaica, l’anti- si chi vuol mettere a ferro e fuoco l’Italia. lo di far buchi nei bilanci e Come ci prepariamo 007 allertati, è allarme-sbarchi IL LEADER IRANIANO Khamenei a Obama «Collaboriamo contro il Califfo» Khamenei [Ansa] La Guida suprema della Rivoluzione iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha inviato una lettera segreta al presidente Usa Barack Obama per esprimergli la volontà di collaborare contro la minaccia dello Stato Islamico. Secondo quanto riporta il «Wall Street Journal», Khamenei ha risposto a una missiva inviata da Obama a ottobre. Il leader iraniano avrebbe legato la collaborazione contro l’Is al raggiungimento di un accordo sul programma nucleare di Teheran. «La lettera della Guida Suprema è stata rispettosa ma non ha preso nessun impegno», ha riferito un diplomatico iraniano, citato dal «Wall Street Journal». E che Khamenei spinga per la linea diplomatica lo dimostra il consiglio rivolto al ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, di controllarsi durante i colloqui con il segretario di Stato americano John Kerry sul programma nucleare iraniano. A rivelarlo è stato lo stesso Zarif in un’intervista a un giornale, ammettendo di aver spesso alzato la voce durante i colloqui avuti con Kerry. Qualche volta, ha confessato, ha anche avuto paura che le guardie del corpo facessero irruzione nella stanza dei negoziati. Il capo della diplomazia iraniana ha quindi spiegato che l’Ayatollah Khamenei gli ha consigliato di parlare a bassa voce e di sorridere, come fa quando si trova in pubblico. 5 PRIMO PIANO __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it L’OBIETTIVO Il disegnatore era nel mirino dei fanatici da tempo, aveva cercato di esporre le sue opere in Svezia ma tutte le mostre gli avevano chiuso le porte per paura questo è l’islam Agguato islamico al vignettista: un morto Sparatoria in un caffè di Copenaghen durante un convegno sulla libertà di espressione, nell’anniversario della fatwa contro Rushdie Feriti tre poliziotti, illesi Lars Vilks (autore di caricature di Maometto), l’ambasciatore francese e una Femen. Attentatore in fuga ::: MAURIZIO STEFANINI ■■■ Un convegno che metteva assieme i 25 anni dalla fatwa di Khomeini contro Salman Rushdie, un disegnatore di vignette contro Maometto e il ricordo di Charlie Hebdo: troppe cose tutte assieme, perché l’ennesimo jihadista pazzo non si sentisse provocato. E infatti si è sparato nel mucchio: almeno 30 colpi, ma c’è chi ne conta 50, che hanno fatto un morto e tre feriti. Il tutto in Danimarca. Là dove era iniziata la storia delle caricature del Profeta, contro le quali nel 2005 si era scatenata una sommossa a livello mondiale. Là dove adesso ilterrore torna,dopo che l’anno era iniziato con la strage a quel Charlie Hebdo che siera fatto odiare daijihadisti proprio per aver ripubblicato quelle vignette ed avercene aggiunte altre. «Arte, blasfemia e libertà di espressione» si chiamava il convegno che era in corso ieri alKrudttønden cafe diCopenaghen, noto come abituale location di concerti jazz. Promotore: un Lars Vilks Committee che la giornalista danese Helle Merete Brix ha costituito nel 2012, apposta per sostenere l’artista svedese già nel mirino degli estremisti aver fatto anche lui una vignetta su Maometto. Dopo che lo scorso ottobre il Comitato aveva dato un premio proprio a Charlie Hebdo, questo evento era stato organizzato per ricordare i 25 anni dalla condanna khomeinista ai Versetti satanici. Con Lars Vilks e Helle Merete Brix c’erano anche l’ambasciatore francese in Danimarca François Zimeray, la nota attivista delle Femen Inna Shevchenko, la promotrice del Passion for Freedom Arts festivalAgnieszka Kolek, il giornalista membro del Comitato Niels Ivar Larsen. Mentre si parlava, alle 16 una persona all’improvviso ha aperto il fuoco contro la vetrina del caffè, proprio mentre l’ambasciatore stava presentando l’evento: almeno una trentina di pallottole secondo i buchi che hanno lasciato, che hanno ucciso uno spettatore delconvegno, e hanno ferito tre poliziotti che erano accorsi, tra cui uno in borghese. La vittima è un quarantenne, al momento di scrivere queste righe non ancora identificato. «Gli attaccanti puntavano a Vilks», ha testimoniato Helle Meret Brix, anche se for- LA FOTO DEL KILLER A sinistra, la foto del killer diffusa dalla polizia di Copenaghen e il caffè teatro della sparatoria. Uno degli obiettivi era Lars Vilks (in basso), di cui pubblichiamo una vignetta [Ansa] tunatamente il disegnatore non è stato colpito. «Ci hanno sparato addosso dall’esterno. Avevano le stesse intenzioni che con Charlie Hebdo, salvo che non sono riusciti a entra- re», ha raccontato l’ambasciatore francese, autore di un tweet «siamo ancora vivi». Sempre l’ambasciatore ha detto che secondo lui le pallottole erano state almeno 50,ma aveva sen- tito la polizia parlare di almeno 200. L’attentatore è poi fuggito: in serata la polizia ne ha diffuso l’immagine tratta da una telecamera di sicurezza e diramato questo identikit: un uomo dai «tratti arabi» tra i 25 e i 30 anni, di circa 1,85 metri, corporatura atletica, pelle chiara, capelli chiari. L’uomo teneva coperta la parte inferiore del viso con un fazzoletto e aveva un’arma automatica. «I proiettili sono entrati attraverso gli ingressi e ci siamo tuttigettati a terra», è ancora il racconto dell’ambasciatore. «Siamo riusciti a lasciare la stanza e ora siamo chiusi dentro perché è ancora pericoloso» 68 anni,Lars EndelRoger Vilks iniziò a mettersi nei guai quando raffigurò Maometto come un cane randagio. Quella e altre vignette avrebbero dovuto inizialmente essere esposte ad una mostra in Svezia nel luglio del 2007, ma vennero rimosse dagli organizzatori poco prima dell’inaugurazione. Per ragioni di sicurezza o dipaura, a seconda di come si vuole rigirare la frittata. Vilks provò a presentare quei disegni ad altre gallerie svedesi: ma le rifiutarono tutte. Solo il 18 agosto del 2008 accettò infine di pubblicarle il giornale Nerikes Allehanda, a corredo di un editoriale sulla censura e la libertà di religione. La pubblicazione scatenò le proteste della comunità musulmana in Svezia ma anche la condanna di numerosi Paesi arabi e musulmani, mentre l’Organizzazione della conferenza islamica chiedeva al governo di Stoccolma di intraprendere contro Vilks «azioni punitive». Da allora vive costantemente sotto protezione, avendo ricevuto anche numerose minacce di morte. Nel 2009 venne sventato un complotto per ucciderlo del quale erano stati accusati tre cittadini americani: "Jihad Jane" Colleen LaRose,Mohammad Hassas Khalid e Jamie Paulin Ramirez. L’anno successivo vennero arrestate in Irlanda altre sette persone, accusate a loro volta divoler assassinare ildisegnatore. E il 10 settembre del 2011 tre uomini vennero fermati con il sospetto di preparare un attacco contro di lui a Göteborg. Va da sé che anche lui stava nella famosa lista degli obiettivi da colpire per aver «insultato l’Islam» redatta da al-Qaida. Insieme al vignettista francese Stephane "Charb" Charbonnier, ucciso lo scorso 7 gennaio insieme ad altre 11 persone nell’attacco alla rivista Charlie Hebdo. E insieme anche ai disegnatori del giornale danese Jyllands-Posten Kurt Westergaard, Carsten Juste e Flemming Rose: autori anche loro di contestate vignette di Maometto. «La Danimarca è stata colpita oggi da un’azione di cinica violenza», ha commentato con un comunicato il primo ministro Helle Thorning-Schmidt. «Tutto porta a credere che la sparatoria sia stata un attentato politico e che si tratti di un atto diterrorismo».«L’attentato conferma che la minaccia terrorista contro la Danimarca è ancora elevata», dicono i Servizi.«L’Europa non sarà intimidita», ha scritto Federica Mogherini,assicurando la vicinanza «dell’Ue alla Danimarca nella difesa della libertà di parola». Mentre Hollande, tirato in ballo dal fatto che c’era di mezzo il suo ambasciatore, ha annunciato l’arrivo a Copenaghen del ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, «ilpiù presto possibile». 6 ITALIA __Domenica 15 febbraio 2015__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ ::: FINANZA ROSSA «Documenti occultati a Bankitalia» Tre procure setacciano la banca di papà Boschi per cercare carte false Dopo Roma e Arezzo, che indaga sulla precedente gestione dell’Etruria, si aggiungono anche i pm di Milano. Ipotesi di reato: insider trading e ostacolo alla vigilanza ::: SANDRO IACOMETTI ■■■ Tre procure e tre filoni di indagine. La Banca popolare dell’Etruria e del Lazio è praticamente sotto assedio. Con buona pace del ministro Maria Elena Boschi,che cerca diminimizzare la bufera, l’istituto aretino si trova sempre più al centro dell’offensiva giudiziaria che ha travolto le popolari quotate. Per quanto riguarda l’inchiesta principale, e cioè ilfascicolo aperto dalla procura di Roma in seguito alle denunce in Parlamento della Consob sugli andamenti di Borsa legati all’annuncio della riforma da parte del governo, gli sviluppi vedono una duplicazione sia degli uffici giudizari coinvolti sia delle ipotesi di reato. Ancora non c’è alcuna indagine formale, ma la procura di Milano, competente per gli illeciti che riguardano Piazza Affari, è in costante collegamento con i pm romani Giuseppe Pignatone e Nello Rossi. Se dagli accertamenti in corso di Piazzale Clodio, a cui stanno lavorando Consob e Gdf, dovessero emergere fatti rilevanti, la task force guidata da Francesco Greco è pronta ad aprire un fascicolo parallello. Gli inquirenti, fanno sapere fonti vicine al Palazzo di giustizia milanese, stanno «valutando la situazione». Anche i possibili reati, però, aumentano. Oltre alle ipotesi inizialidi insider trading (rivelazione di notizie riservate) o aggiotaggio (manipolazione del mercato azionario), i magistrati stanno indagando anche sulle eventualità diostacolo alla vigilanza e false comunicazioni sociali.In tutte le fattispecie previste Banca Etruria è nell’occhio del ciclone. Da una parte c’è l’andamento di Borsa, con le azioni della popolare che vede Pierluigi Boschi alla vicepresidenza che nelperiodo incriminato hanno subito il balzo più clamoroso di tutto il settore coinvolto dalla riforma. Dalle prime indiscrezioni del 3 gennaio il titolo, ora sospeso a tempo indeterminato a Piazza Affari, ha guadagnato circa il 57%, a fronte di un 8% complessivo dei bancari. Passando dal minimo storico di 0,36 euro agli 0,58 su cui si è congelata la chiusura di giovedì, giorno del commissariamento della Banca d’Italia. In termini di capitalizzazione la banca è passata da 79 milioni del 16 gennaio (data del primo annuncio del governo) a circa 127 milioni di euro. Dall’altra c’è la questione della mancata trasparenza, che riguarda tutte le popolari quotate, ma che sembrerebbe puntare principalmente su Banca Etruria. Gli inquirenti avrebbero infatti già chiesto a Bankitalia l’acquisizione di tutta la documentazione relativa al commissariamento dell’istituto per valutare se ci siano state operazioni occulte ricollegabilialle recenti oscillazioni azionarie. E qui le indagini potrebbero incrociarsi con quelle condotte dalla procura di Arezzo sul vecchio cda. L’inchiesta per mala gestio, che dovrebbe essere alle battute finali, parte dall’i- il graffio Questione di coerenza Fassina (22 gennaio 2015):«Il patto che Renzi ha fatto da tempo con Berlusconi sulle riforme si è trasformato nelpartito unico delNazareno, Renzi ha scambiato con Berlusconi la possibilità di avere i nominati, con ilpremio alla lista». Fassina dopo la rottura del Patto (14 febbraio 2015): «Abbiamo inziato l’iter delle riforme riconoscendo l’errore di centrosinistra e poi del centrodestra nella scrittura unilaterale della Costituzione...Ora cerchiamo un dialogo con le opposizioni». Quando si dice, la coerenza è tutto. spezione della Banca centrale alla fine del 2013 e per ora vede iscritti nel registro degli indagatiper falso in bilancio gli ex amministratori e dirigenti Giuseppe Fornasari, Luca Bronchi e David Canestri. L’attività divigilanza di Palazzo Koch, però, è quella che ha portato alle sanzioni da 2,5 milioni di euro complessivi comminate lo scorso settembre. E tra i 18 «puniti» non c’erano solo i vecchi amministratori, ma anche alcuni confermati dall’assemblea lo scorso maggio e attualmente in carica come Alfredo Berni, Andrea Orlandi, Luciano Nataloni e il papà della Boschi, Pierluigi, all’epoca membro del cda. Non è escluso, quindi, che per la famiglia del ministro la situazione possa complicarsi ulteriormente. Per ora, comunque, fonti vicine ai magistrati di Arezzo fanno sapere che non ancora c’è stato alcun contatto tra i pm e i commissari di Bankitalia Riccardo Sora e Antonio Pironti.Quest’ultimi stanno nel frattempo lavorando al risanamento della banca, con un occhio anche a possibili profili di responsabilità dell’attuale management. Ripulire i conti e accertare eventuali episodi di malagestione per rendere di nuovo l’istituto disponibile per una fusione: questo l’obiettivo dei commissari, che tra i primi nodida sciogliere sioccuperanno anche del piano di tagli su cui solo una settimana fa era stato raggiunto l’accordo coi sindacati. L’incontro con le sigle per discutere della chiusura di 30 filiali e di circa 250 esuberi e previsto per mercoledì. twitter@sandroiacometti Furbate tecniche sui titoli L’inchiesta sulle Popolari si aggrava Opzioni «call» anomale già da agosto ■■■ Le date,i fondi, le plusvalenze. I magistra- ti romani stanno cercando di decifrare il puzzle delle operazioni borsistiche che hanno permesso ai «furbetti» delle popolari di guadagnare, come ha spiegato il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, circa 10 milioni di euro in poco più di un mese. Scommesse facili se, come ipotizzano gli inquirenti e lo stesso organismo di controllo del Mercato, qualcuno da Palazzo Chigi ha spifferato con un po’di anticipo le intenzioni del governo di spingere verso le aggregazioni bancarie con la riforma delle popolari più grandi in spa. L’intreccio non è facile da dipanare. Secondo Vegas la giostra parte comunque prima del decreto vero e proprio, portato in Consiglio dei ministri il 20 gennaio. La giostra sarebbe partita il 3 gennaio con le prime indiscrezioni di stampa. È in quel periodo che la Consob ha rilevato «la presenza di alcuni intermediari con un’operatività potenzialmente anomala, in grado di generare margini di profitti». In particolare, «i soggetti hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio», giorno in cui Matteo Renzi anticipa la riforma, «vendendo poi la settimana successiva». Secondo alcune analisi tecniche gli acquisti, tanto per confondere un po’ le carte, sarebbero avvenuti non direttamente, ma attraverso opzioni put (vendita) e call (acquisto). Procedure di Borsa con cui si prenota ad un prezzo stabilito in anticipo la cessione o l’acquisizione di un determinato pacchetto di titoli ad una data prestabilita. Meccanismi sofisticati per i non addetti ai lavori ma che costituiscono il pane quotidiano per i fondi, perlopiù stranieri, che frequentano le sale operative delle principali piazze finanziarie. Sotto i riflettori ci sono principalmente le operazioni più rilevanti avvenute nei primi giorni presi in considerazione. I rialzi successivi al 20 sono infatti consideratiuna sorta di strascico del fenomeno, provo- cato da piccoli investitori che hanno deciso di scommettere legittimamente sul possibile risiko bancario provocato dalla riforma. L’attenzione della Consob, e ora dei pm, si stanno rivolgendo, ad esempio ai tre intermediari italiani che hanno operato tra il 2 e il 16 gennaio sul titolo Bpm, ottenendo plusvalenze potenziali di 1,4 milioni, 800mila euro e 1,05 milioni. Al vaglio anche il titolo Ubi, con altri due intermediari che hanno guadagnato agevolmente 760mila e 300mila euro. Più sostanzioso invece il bottino ricavato con il Banco Popolare. In questo caso si tratterebbe di tre investitori che hanno guadagnato rispettivamente 3,5 milioni, un milione e 300mila euro. La posizione da 3,5 milioni, uno dei pacchetti più cospicui su cui sta indagando la procura, sarebbe stata chiusa tra il 19 e il 23 gennaio. Le operazioni effettuate attraverso put e call, però, ci portano anche più indietro nel tempo, prospettando, se si dovessero individuare responsabilità, scenari di diffusione di informazioni riservate ben più gravi di quello finora messe in campo. Su Ubi banca, ad esempio, c’era un’opzione callin scadenza a marzo aperta addirittura a fine agosto. Mentre sul Banco Popolare, sempre ad agosto con scadenza marzo, sono stati sottoscritti 12mila contratti di opzione di mille titoli ciascuno. Vicende dalle complessità tecniche elevate che, giusto o no, riportano l’attenzione sul finanziere Davide Serra. L’ideatore del fondo londinese Algebris, la cui vicinanza a Renzi non è messa in discussione da nessuno, ha negato di aver acquistato titoli delle popolari tra il primo e il 19 gennaio. Resta però da chiarire cosa lo abbia spinto a vendere, nello stesso periodo, 5,25 milioni di azioni del Banco Popolare, con una perdita di 21,3 milioni. Forse era l’unico a non sapere della riforma. S.IAC. 7 ITALIA __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: FINANZA ROSSA Troppe ambiguità Dieci domande al premier Renzi Matteo ha il dovere di chiarire il pasticcio sui tempi e modi del decreto e i suoi rapporti con Serra ::: segue dalla prima PADOAN MAURIZIO BELPIETRO Il premier Matteo Renzi e il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi nell’occhio del ciclone per le indagini sugli andamenti anomali delle Popolari in Borsa [Ansa] ADUSBEF «Rischi rallentamenti se indaga anche la procura di Milano» «È necessario che anche la procura di Milano apra un’inchiesta sulle banche popolari?». È quanto si chiede il presidente di Adusbef, Elio Lannutti, che teme il solito duello di competenza a scapito del proseguimento rapido ed efficace delle indagini. Secondo l’associazione, che è stata la prima a depositare un esposto-denuncia alla Procura di Roma il 26 gennaio 2015, ipotizzando il reato di insider trading sui titoli di alcune banche popolari quotate, «un conflitto di attribuzione tra le due principali Procure nel contendersi la titolarità del reato di insider trading, che in base alla giurisprudenza avviene dove si effettuano gli scambi azionari sui mercati, potrebbe avere l’effetto di rallentare il corso delle indagini». (...) il ministro Padoan ha accennato qualche perplessità),il premier farebbe bene a svelare altri misteri. A cominciare da quante persone fossero a conoscenza di ciò che si preparava nel retrobottega di Palazzo Chigi. Quanti sono i ministri e i funzionari di governo che hanno avuto tra le mani la bozza del decreto? Saperlo per lo meno ci consentirebbe di circoscrivere i sospetti su una vicenda che ha visto forti speculazioni sui titoli della banche popolari e che ha generato un’inchiesta per insider trading della Procura di Roma. Non solo: forse sarebbe anche il caso di dire se il provvedimento sia stato sollecitato dalla Bce, se cioè ci sia stato un intervento esterno e comunque tale da giustificare l’accelerazione del normale iter di riforma. È stato Francoforte a chiederlo? E allora perché non rendere tutto noto e trasparente? Soprattutto perché non fare un normale disegno di legge, che avendo un percorso meno frettoloso avrebbe consentito non solo un più accurato approfondimento delle norme,ma avrebbe anche evitato speculazioni. Proprio a questo proposito, Renzi avrebbe detto che un ddl avrebbe impattato sull’andamento dei titoli delle banche, ma con il senno di poi si è visto che a far schizzare in Borsa le azioni (oltre il sessanta per cento nel caso della Popolare dell’Etruria, la banca vice presieduta dal papà del ministro Boschi) è stato proprio il decreto. Uno sbaglio? Un errore di valutazione? E quanto è costata ai risparmiatori questa svista? Ma soprattutto, quanto hanno guadagnato alcuni investitori? Certo, sugli anomali profitti c’è un’inchiesta della magistratura, ma forse anche una interna a Palazzo Chigi non guasterebbe, perché consentirebbe al presidente del Consiglio di dare risposte più chiare e certe sui modi e i tempi con cui si è giunti al decreto. Anche perché, lo diciamo senza intenzione di alimentare so- «Le speculazioni non c’entrano nulla con la riforma» spetti, un’indagine amministrativa permetterebbe di conoscere la parte avuta dal ministro Boschi nella faccenda. Sapeva delle misure che si stavano cucinando a Palazzo Chigi? Ha mai avuto tra le mani una bozza del decreto? E il 20 gennaio era in Parlamento o altrove? Già che ci siamo aggiungiamo anche qualche altro quesito cui il premier dovrebbe rispondere, il principale dei quali è il seguente: qual è la natura dei rapporti di Matteo Renzi con il finanziere Davide Serra? L’uomo d’affari in passato fu tra i finanziatori della Leopolda, ma adesso è tra le persone informate dei fatti che la Consob e anche i pm vogliono ascol- tare per chiarire eventuali fughe di notizie sulle Popolari. Dunque non sarebbe meglio anticipare l’audizione e chiarire se in questa faccenda Serra ha avuto un ruolo? Ultima ma non meno importante domanda: corrisponde al vero ciò che avrebbe fatto intendere il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, cioè che il decreto potrebbe essere rivisto? Come abbiamo visto il provvedimento ha fatto abbastanza pasticci e generato parecchi dubbi e sospetti. Dunque, anche per non alimentarne altri, rispondere non sarebbe solo cortesia ma un dovere. [email protected] @BelpietroTweet «Io mi auguro che la magistratura e la Consob facciano tutta la chiarezza necessaria, quindi non sono per nulla preoccupato. Spero che questa cosa sia chiarita il più presto possibile». È quanto ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in un’intervista al «Sole 24 Ore», sottolineando che questa speculazione non c’entra nulla col provvedimento di riforma del settore. «L’effetto del decreto è tutt'altro», ha detto. E sul decreto si recuperano, a partire da domani, le audizioni saltate questa settimana per la seduta fiume di Montecitorio sulle riforme. Il 16 le commissioni Finanze e Attività produttive della Camera sentiranno Federcasse, l’associazione delle Bcc, mentre giovedì, ultimo giorno di audizioni, sarà la volta di Assopopolari. CAPEZZONE (FI) «Troppisilenzi dal governo Se fossimo in Usa...» «Sia chiaro: da assoluto garantista, non parlo di vicende giudiziarie. Me ne guardo bene. Ma pongo un tema tutto politico, di responsabilità politica, di accountability politica: cosa accadrebbe al governo di un altro Paese occidentale, ad esempio in America, se anche solo la metà delle ipotesi in corso di accertamento da parte della Consob (e spiegate questa settimana dal presidente Vegas alla nostra commissione) risultassero per caso confermate?». Così commenta il presidente della Commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone (FI), secondo cui «per ora è solo un’ipotesi, nella doverosa attesa del completamento degli accertamenti. Ma è una ipotesi su cui occorre discutere. E i silenzi o le mezze parole del governo non depongono bene». 8 ITALIA __Domenica 15 febbraio 2015__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ ::: I GUAI DEL GOVERNO Riforme a rischio Renzi tira dritto. E si perde mezzo Pd La minoranza chiede di coinvolgere l’opposizione. Grillo ai suoi: dimettetevi. Ma loro se ne fregano ::: ELISA CALESSI ■■■ «Non ci fermiamo, né rallentiamo». Nonostante l’Aventino delle opposizioni, con quell’Aula semideserta nella quale si sono concluse le votazioni della riforma costituzionale, scena che non è piaciuta nemmeno a molti del Pd, Matteo Renzi è più determinato che mai. Il «cavallo», come lo chiamano isuoi, dove l’espressione completa è “cavallo pazzo”, procede come un cingolato. «Non possiamo sciupare questa occasione, abbiamo l’urgenza di approvare le riforme strutturali,perché l’Italia riparta in fretta», scrive su Facebook di prima mattina. Per questo, non si ferma. «I gufi se ne dovranno fare una ragione. Chi vuole farci vedere i sorci verdi, animato da odio e risentimento personale, faccia pure: noi lavoriamo per l’Italia, non contro di loro». Ma le ragioni di questa quinta ingranata, si intuiscono soprattutto in un altro passaggio. «Da giorni», scrive ancora, «vediamo segnalidiripresa,timidima costanti. Allo stesso tempo il QE, ilpiano diinvestimenti di Juncker,le comunicazioni sulla flessibilità e il cambio dollaro/euro ci fanno guardare ai prossimi mesi con più fiducia». Renzi spera in una ripresa. Scommette sul fatto che i segnali timidi - che si vedono, possano rafforzarsi e invertire la marcia. Non a caso sempre nel post su Facebook annuncia che al prossimo consiglio dei ministri sarà approvato il decreto sulle partite Iva e altri decreti attuativi del jobs act che riguardano l’eliminazione delle vecchie tipologie contrattuali e le tutele sulla maternità. La prossima settimana comincerà poi a girare l’Italia, a partire da Melfi. E a marzo metterà mano alla Rai. Comincia, insomma, la fase due del governo. Quella nella quale si dovrebbe cominciare a incassare qualche dividendo delle riforme fatte. Ma per farlo, ha bisogno di mettere in sicurezza le riforme istituzionali. Per dedicarsi alle riforme che su gli elettori lo giudicheranno.Ma senza il primo, l’edificio (la legislatura) crolla. Ecco perché ha costretto il Parlamento a una marcia senza precedenti. La minaccia di andare le elezioni, risuonata l’altra notte e che ancora sarà evocata all’occorrenza, è un’arma. Ma il «cavallo» non ci pensa nemmeno lontanamente ad andare al voto Anzi, è convinto che questo caos generale lo avvantaggia: «Forza Italia è spappolata, l’asse con la Lega sulle riforme di fatto non esiste, i grillini non esistono e al Senato i voti, se mancano, arriveranno, vedrete», spiega ai suoi. Piuttosto, la tentazione del voto ce l’hanno i suoi avversari:Forza Italia, la minoranza interna e persino il Movimento 5 Stelle, o per meglio dire Beppe Grillo che ieri sul blog ha proposto ai suoi di dimettersi. Per il motivo opposto a quello per cui Renzi vuole andare avanti: se incrocia la ripresa e riesce a far ripartire almeno un po’ l’economia, chi lo ferma più? Questo non significa che, per il premier, siano tutte rose e fiori. «Il clima è brutto», ammettono i suoi. Con le opposizioni, ma anche dentro il Pd. Per questo lunedì, alla direzione nazionale, cercherà di serrare le fila del partito. Ma non è affatto detto che ci riesca. La minoranza interna, in questi giorni, è stata leale. Ma con un disagio crescente. E la pace che dei giorni dell’elezione del presidente della Repubblica è un ricordo. Le conseguenze si vedranno. Su tutto. Stefano Fassina, per dire, ha già chiesto che i decreti attuativi sul jobs act che andanno al prossimo consiglio dei ministri siano cambiati. «Il cammino delle riforme è sempre più accidentato», avvertiva ieri Cesare Damiano. E chiedeva a Renzi di «fare in modo che si recuperi il dialogo con quei partiti che, pur nella durezza del confronto,non intendono impedire un percorso riformatore». Lo stesso dice Alfredo D’Attorre: «Ieri tanti deputati del Pd sono rimasti in Aula per garantire il numero legale, per evitare il definitivo naufragio delle riforme. Ma ora chiediamo che Renzi assuma una iniziativa politica già nelle prossime ore». Intanto Grillo lancia aiparlamentari delle opposizioni la proposta di dimettersi tutti. Lo fa dal suo blog, spiegando che difficilmente un presidente della Repubblica appena eletto scioglierà le Camere. Non ha senso, allora, puntare sul Quirinale, come hanno fatto le opposizioni ne l’altro giorno chiedendo un incontro che, comunque,cisarà martedi.Secondo Grillo, è meglio «creare le precondizioni per uno scioglimento attraverso una richiesta congiunta ditutte le opposizionieventualmente supportata dalle dimissioni dei parlamentaridiminoranza (e vediamo se anche quelli della sinistra Pd ci stanno, almeno in parte)». Se accadesse anche in uno solo dei due rami del Parlamento, «sarebbe pressoché automatico lo scioglimento di quella Camera e, a ricaduta, dell’altra». Peccato che i suoi parlamentari sono i primi a non esserne convinti. «Noi siamo sempre pronti a dimetterci se possiamo far cadere un Parlamento che non rappresenta più nessuno», spiega Roberto Fico, deputato del M5S e membro del direttorio, «ma questi sono più sogni che realtà». Certo che siamo pronti a dimettersi, ha detto Alfondo Bonafede, M5S, ma «questo ha un senso se tutte le opposizioni lo fanno». Ovvero, no. Battaglia sulle modifiche La Consulta giudicherà l’Italicum Passa l’emendamento della sinistra dem: ci sarà il controllo preventivo dei giudici sulla legge elettorale ■■■ Nel caos dell’altra notte a Montecitorio non c’è uno solo vincitore. È vero che Matteo Renzi è riuscito a portare a casa, nei tempi che voleva, la seconda lettura della riforma che supera il bicameralismo perfetto e riscrive il Titolo V. Ma anche la minoranza del Pd ha vinto la sua piccola battaglia. È riuscita, infatti, a farsi approvare due emendamenti di un certo peso. Entrambi presentati dal bersaniano Andrea Giorgis, professore di Diritto costituzionale, e firmati da tutta l’area di minoranza. Il primo prevede il controllo preventivo di legittimità da parte della Corte Costituzionale sulle legge elettorali, comprese quelle nel frattempo approvate. Significa che, quando la riforma costituzionale entrerà in vigore, si potrà chiedere che la Consulta esprima un parere sull’Italicum. Anche se dovesse essere stato già approvato. Nella minoranza si dice che Renzi abbia dato l’ok a questo emendamento dopo aver verificato che la Consulta non è contraria all’Italicum. Intanto, però, questa norma c’è. Ed è una spada di Damocle sull’Italicum. C’è poi un altro cambiamento. La richiesta potrà essere fatta da un quarto dei componenti (non un terzo). L’altro emendamento approvato è che per dichiarare lo stato di guerra sarà necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Camera, non più quella semplice. Per il resto, l’architrave della riforma che supera il bicameralismo, abolisce il Cnel e riordina le competenze tra Stato e Regioni è quello uscito dal Senato. La Camera ha fatto solo due modifiche. Ha abolito il voto bloccato, quello per cui il governo, oltre ad avere avere CANDIDATO IN REGIONE? Cantonein Campania Matteo pressa, lui resiste Pd in crisi di nervi in Campania. Matteo Renzi estrae l’ennesima carta pur di evitare le primarie per la scelta del candidato governatore. Il nome, stavolta, è quello di Raffaele Cantone, capo dell’Autorità per l’Anticorruzione. Cantone metterebbe d’accordo tutti, Pd ed Ncd, e creerebbe non pochi problemi al centrodestra dove il presidente uscente, Stefano Caldoro, non ha ancora sciolto la riserva per la ricandidatura. Cantone, per ora, resiste. Non solo. Nel Pd non è da trascurare il fattore De Luca, signore dei voti. «Ritirarmi dalla competizione?», ha detto, «sarebbe come chiedere a Maradona di andare in panchina?». E poi c’è l’ex Sel Gennaro Migliore. Pure lui in campo dal 22 febbraio. Oltre ad Andrea Cozzolino, Di Nardo (Idv) e Di Lello (Psi). Partita apertissima. tempi certi sulla votazione di disegni di legge, poteva blindarne il contenuto. Non è più così. I tempi dovranno essere rispettati, ma il Parlamento potrà intervenire anche sul contenuto dei disegni di legge governativi. In sostanza, segna un punto chi vuole difendere le prerogative del Parlamento, ridimensionando i poteri del governo. Il secondo cambiamento riguarda il quorum per l’elezione del presidente della Repubblica. Nelle prime tre votazioni resta pari ai due terzi dei componenti. Dalla quarta si abbassa ai tre quinti e dalla settima passa ai tre quinti dei votanti. Ora il prossimo passaggio è ai primi di marzo. Finiti di esaminare articoli ed emendamenti, resta il voto finale. Solo allora il testo passerà al Senato che, però, potrà intervenire solo sulle modifiche fatte alla Camera dei deputati. L’obiettivo del governo è concludere la quarta lettura entro l’estate. Ma perché tutto fili liscio bisogna che la maggioranza a Palazzo Madama, dove i numeri sono ridotti, sia compatta. In particolare, che lo sia il Pd. Per capirlo, bisogna vedere cosa accadrà fra poche settimane alla Camera, quando arriverà in Aula l’Italicum, che è il vero bersaglio su cui punta la minoranza interna. Basterà modificare anche solo una virgola e il testo dovrà tornare al Senato, dove la minoranza potrà strappare molto di più, essendo determinate. EL.CA. 9 ITALIA __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: I GUAI DEL GOVERNO Sinistra senza limiti Abusivie in un’Aulasemivuota Il Colle tace,loro rifanno la Carta Saltate le larghe intese, il Rottamatore prova a riscrivere la Costituzione con 310 deputati, dei quali 133 eletti con un premio di maggioranza «illegale».Il presidente deve intervenire ::: FAUSTO CARIOTI ■■■ Si può cambiare la Costi- tuzione con maggioranze risicate: ci riuscì l’Ulivo nel 2001, cavandone fuori un obbrobrio alquale si cerca ancora di rimediare, e tentò di farlo la Casa delle Libertà nel 2006, andandosi a schiantare contro il referendum. Due precedenti poco fortunati. Stavolta, però, siamo parecchio oltre: Matteo Renzi sta cambiando la Costituzione con il voto decisivo di oltre 130 parlamentari che stanno lì grazie a una norma dichiarata incostituzionale. Sergio Mattarella, che di quella sentenza è uno degli autori, sinora non ha avuto nulla da ridire: la speranza è che cambi idea e si faccia sentire presto, anche se le voci che filtrano dal Quirinale sostengono il contrario. Qualche numero può essere utile a capire: alle ultime votazioni con le quali l’aula ha approvato ilnuovo testo della Carta erano presenti appena 310 deputati. Quasi metà di questi nuovi padri costituenti sono “abusivi”: sono i 126 del Pd, i DURO LAVORO Ritmi serrati per le riforme: gli esponenti pd stramazzano sui banchi [Ansa] cinque del Centro democratico e i due della Südtiroler Volkspartei entrati in Parlamento con quel premio di maggioranza che Mattarella e gli altri giudici costituzionali affossarono il graffio Mattarella sbugiarda il premier Un volo di linea Alitalia ha portato Sergio Mattarella a Palermo. Tutti hanno lodato la sua sobrietà, eppure la notizia sarebbe un’altra: quando Renzi andò in ferie con un volo di Stato si giustificò accampando «motivi di sicurezza» per le alte cariche. O Mattarella non è un’alta carica oppure ha sbugiardato il premier. Braccio di ferro continuo La sfida del Cav: pronto pure al voto Gli azzurri vogliono proseguire col Vietnam parlamentare. Ma Silvio è in ansia per le tensioni con Fitto ::: BRUNELLA BOLLOLI ROMA ■■■ «Bene, bravi, continuiamo così. Opposizione netta ma responsabile. Non cifacciamo certo mettere all’angolo dal dittatorello diFirenze». Silvio Berlusconi è soddisfatto. Pronto a riprendersi la scena. Da Arcore ha seguito con un certo godimento le nottate turbolente della Camera, le tensioni dentro al Pd, le scazzottate a sinistra, la decisione deigruppi di minoranza di uscire dall’Aula e non votare il ddl Boschi, e ora attende solo di vedere come si comporterà il premier la prossima settimana. E cosa dirà l’uomo nuovo del Colle, Sergio Mattarella, alle delegazioni che saliranno al Quirinale per essere ascoltate. Quel che è certo, ragionano i fedelissimi del Cav, è che «Berlusconi ha vinto. Ha detto di no alla prepotenza del Partito democratico, ha denunciato la rottura del patto riformatore con Renzi. Silvio ha vinto e si riaffaccia un sentore di democrazia». Ma «Aventino un par di balle», ha precisato ieri Il Mattinale, house organ del gruppo parlamentare di Forza Italia, «qui nessuno si ritira né si esilia. Al tempo di Mussolini quella scelta fu una esibizione disperata e nobile di impotenza. Nel nostro caso possiamo contare su un Arbitro, che siamo certi non somiglia al re sabaudo. E abbiamo i numeri. La maggioranza di Renzi non tiene», pronosticano gli azzurri, che mandano un avvertimen- to chiaro all’esecutivo: «La riforma costituzionale nel suo passaggio al Senato,se mai supererà indenne il voto finale di marzo, riceverà un’accoglienza letale». Non bastasse questo, alla Camera sono in scadenza tre decreti sul milleproroghe, sulle banche popolari, sulla politica estera. E ilgoverno, ha ribadito ilvulcanico capogruppo Renato Brunetta, «vedrà i sorci verdi». Dunque, la linea è decisa. Fi è libera dai vincoli del Nazareno, non ha paura delle minacce di Renzi e sembra accantonare i dissidi interni, cioè il caso Fitto, per marciare unita contro la deriva autoritaria del Pd. Paradossalmente, ragionano i lealisti, l’atteggiamento da bullo del presidente del Consiglio è servito a ricompattarci. Dall’Aula, infatti, sono usciti tutti gli azzurri, solo Saverio Romano ha resistito un paio d’ore dentro con i dem. «Abbiamo sempre chiesto che Forza Italia tornasse a un ruolo di vera opposizione senza patti che i nostri elettori non capivano», spiega un senatore pugliese vicino a Fitto, «siamo sempre stati contro le barzellette delle riforme di Renzi. Adesso chiediamo un processo interno più democratico e non vogliamo dare spazio alla Lega di Salvini». I fittiani si vedranno sabato 21 a Roma per poi partire in un tour che toccherà Veneto, Calabria, Campania, Piemonte e Basilicata, per altro al- A UN CONVEGNO La Bonino in pubblico dopo la chemio Emma Bonino [web] Emma Bonino ha partecipato al convegno organizzato dal Pd, dal titolo «Come cambia il mondo» e indossava un turbante perché si sta sottoponendo alla chemioterapia. L’annuncio della sua malattia fu dato in diretta dall’emittente di casa, Radio Radicale, a gennaio e senza troppi giri di parole: «Emma Bonino, 66 anni, ha un cancro ai polmoni». Emma aveva poi spiegato: «Non ho intenzione di rinunciare all’attività politica: io non sono la mia malattia». Tanto che il suo nome è circolato tra i possibili candidati al Quirinale. la vigilia delle Regionali. Un’operazione che Berlusconi vede come «un’opa» sulla sua leadership e che è motivo ditensioni con ilcapo dei frondisti, sebbene il Cav abbia fatto sapere che lui non caccia nessuno. «Semplicemente la minoranza deve adeguarsi alla maggioranza. In democrazia funziona così». Fitto e i suoi insistono: «Noi non ce ne andiamo da Fi. Però si proceda a un azzeramento degli incarichi». Le fibrillazioni interne, insomma, rimangono, alpunto che Gianfranco Rotondi suggerisce al Cav di rifondare Fi e chiamare Casini, perché «siamo allo sbando». Così come tra gli azzurrirestano i nodi aperti sulle alleanze con la Lega di Salvini o il rapporto con Ncd di Alfano, che auspica la riapertura del dialogo sulle riforme con gli ex compagni del Pdl, anche in vista del voto in Campania. «Qui non è in gioco il futuro del partito», sottolinea il senatore Nitto Francesco Palma, lontano da ogni corrente. «Io sono molto preoccupato per questo Parlamento succube dell’esecutivo. Renzi sta stravolgendo le regole istituzionali, vuole votare le riforme senza il contributo delle opposizioni e di parte del Pd. Il sistema sta saltando», denuncia l’ex Guardasigilli. «A questo punto è auspicabile andare alvoto con ilConsultellum. Non importa chi sarà eletto, ma bisogna evitare che il Parlamento si trasformi da organo di legittimante controllo dell’esecutivo a suo umiliante zerbino». nel dicembre del 2013, poiché esso determinava «un’alterazione del circuito democratico definito dalla Costituzione». Da un punto di vista formale Renzi può farlo. La stessa Corte, per impedire un terremoto istituzionale, ha stabilito che la sentenza «produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale». Pure il presidente del Consiglio, però, si era reso conto che usare un Parlamento incostituzionale per riscrivere la Costituzione ha un che di indecente. Tanto da avere pensato lui stesso ai modi per sanare il vulnus. Il primo strumento erano le larghe intese: se la Costituzione è riscritta da una maggioranza ampia, nella quale gli “abusivi” non hanno un peso decisivo, l’operazione risulta corretta sotto l’aspetto politico e quello morale. Ma le larghe intese non ci sono più. Resta il secondo lavacro, peraltro obbligato, visto che a questo punto la maggioranza dei due terzi Renzi se la sogna: il referendum popolare. La legittimazione che non può avere da un Parlamento incostituzionale il premier punta ad ottenerla dagli elettori, chiamati ad approvare il nuovo testo della Carta. Probabile che la spunti, ma sarebbe comunque una presa in giro: la voglia di cambiare degli italiani è tale che voterebbero qualunque revisione della Costituzione faccia dimagrire il Parlamento, e molto probabilmente apprezzerebbero di più un testo che prevedesse un vero sistema monocamerale anziché l’accrocco di Renzi, che trasforma il Senato in una Camera (rossa) zeppa di rappresentanti delle Regioni. A questo punto, visto l’incarognirsi di Renzi nell’andare avanti a colpi di maggioranza, tale da imbarazzare pure i suoi compagni di partito, l’unico che può farlo rinsavire è Mattarella, che da martedì incontrerà i rappresentantidelle opposizioni.Ilpresidente della Repubblica ha promesso di essere «un arbitro imparziale», ma questo non vuol dire che debba essere silente. Tra gli strumenti a disposizione ha infatti quella moral suasion della quale certi suoi predecessori hanno fatto sfoggio: un discorso, pubblico o privato, con le parole giuste per far capire al premier che sta esagerando. È da questo battesimo del fuoco che si capirà di che pasta è fatto davvero Mattarella, quanto saprà essere indipendente da quel premier che, pur di non far salire Romano Prodi o Giuliano Amato sul Quirinale, ha preferito portarci lui. 10 ITALIA __Domenica 15 febbraio 2015__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ ::: LE SFIDE DEL CENTRODESTRA Il Bestiario ::: segue dalla prima GIAMPAOLO PANSA (...) per usare una definizione un po’ generica.E ha una mostruosa capacità di lavoro. Tutti i giorni fa uscire Il Mattinale, il foglio interno del gruppo forzista. Sempre ogni giorno, o quasi, scrive un articolo per il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. E infine s’immerge nella fatica, che non gli invidio, di guidare il suo gruppo a Montecitorio. Chi sostiene che tutti i politici siano pelandroni e lavativi ignoranti, dovrebbe chiedere scusa almeno a lui. Infine Brunetta, veneziano, 65 anni a maggio, ha una qualità in più. Non ha mai creduto che il premier attuale, Matteo Renzi, sia un messo del Padreterno inviato in Italia per salvare ilnostro paese e la democrazia. Per capirci, non appartiene alla schiera dei tanti che ritengono Renzi una specie di figlio naturale di Berlusconi. Il Royal Baby, il monarca in fasce, adorato anche da un Giuliano Ferrara di solito più smaliziato. L’ex direttore del Foglio gli ha dedicato un libretto gonfio di passione che un giorno servirà agli storici per comprendere come l’amore conti in politica almeno quanto il sesso. Tra gli innamorati di Renzi il più illustre, e il più travolto dal desiderio, c’è stato a lungo ilCavaliere. I lettori di Libero sanno tutto di questa coppia innaturale, nata sul famoso Patto del Nazareno. Un tempo gli amanti si giovavano dell’aiuto di qualche anziana signora che favoriva i loro incontri di letto. In questo caso, la signora, di solito classificata come mezzana, è stato un’eccellenza del partito guidato dal Cavaliere: Denis Verdini,fiorentino come Renzi. Ma è una storia che sembra finita per sempre, dopo l’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella, scelto dal premier su consiglio di Giorgio Napolitano senza coinvolgere Silvio. Morale: il leader di Forza Italia ha rotto ogni legame con il Royal Baby e tra i due il clima è diventato di guerra. Adesso la guerra a Renzi è al calor bianco. E vede in prima fila proprio Brunetta che ha promesso al premier sorci verdi, vendette, maledizioni e torture. La guerra è appena iniziata e il primo atto è stato l’abbandono di Montecitorio da parte delle opposizioni. Mentre scrivo questo “Bestiario”,nessuno sa quanto continuerà lo scontro e come si evolverà. Esiste una sola certezza: se Berlusconi avesse dato ascolto a Brunetta, tutti noi non ci troveremmo nel terribile pasticcio odierno. E soprattutto il Cav riuscirebbe a dormire senza essere assediato da una folla di incubi, ciascuno più orrendo deglialtri. Ilprimo incubo diSilvio, reso pesante dal senso di colpa Non basterà l’Aventino di Brunetta a fermare la scalata del Royal Baby Ilcapogruppo azzurro è coraggioso e non si è mai lasciato ammaliare dal premier. Ma gli unici che possono impedire la nascita di un regime sono i parlamentari del Pd. Ci proveranno? Difficile Renato Brunetta mentre conferma la decisione del suo partito di abbandonare l'aula [Ansa] per aver sbagliato troppe mosse, è quello di dover presto fare i conti con un regime di tipo nuovo, costruito da Renzi a propria immagine e somiglianza. Oggi è impossibile prevedere quale struttura avrà il Renzismo senza avversari. Ma alcuni caratteri stanno affiorando. Il potere andrà per intero a un blocco solo, il Partito della Nazione, una struttura sconosciuta nell’Italia odierna. Una vera super casta politica e insieme affaristica,senza pietà per gliavversari. Del resto, Renzi è fatto co- sì. Rappresenta l’esatto contrario della «calma forza tranquilla»,come si definiva il presidente francese Francois Mitterrand. Il nostro premier è un giovin signore vendicativo, esperto di pugnali intrisi nel veleno, circondato da una turba di yes man e di yes woman pronti a ubbidire. Con il pretesto che le riforme necessarie all’Italia vanno fatte in velocità e senza paura di far scorrere il sangue, Renzi ci prepara un avvenire dove la vita sarà difficile per chi non si inchina dinanzi al suo potere. L’arma letale per affermare il Renzismo sarà la nuova leggere elettorale, nota come Italicum. Se ilParlamento dovesse approvarla secondo lo schema previsto, le opposizioni non esisterebbero più. Diventeremmo una nazione a partito unico, un caso che non si presenta in nessun paese democratico dell’Occidente. I regimi liberali si reggono sempre sul confronto fra sinistra e destra. Ma se la destra decide di suicidarsi, per esempio votando l’Italicum, la libertà anche personale di chi non si schiera con ilvincitore non durerà in eterno. Ecco uno degli incubi che perseguitano le notti diBerlusconi. Sia pure con molto ritardo, si è deciso a parlare di deriva autoritaria del piano di guerra renziano. È il minimo che Silvio poteva dire di fronte alle mosse del Royal Baby. La più aggressiva è quella di accogliere sotto le Resa dei conti La Liga Veneta contro Zaia e Salvini: sì alla Lista Tosi, no a patti con Fi e Ncd ■■■ Flavio Tosi conferma i pronostici della vigilia: domani, al vertice con Luca Zaia e Matteo Salvini, arriverà con un documento pesantissimo che suona come una vera e propria dichiarazione di guerra. Ma se prima di ieri i toni della battaglia erano affidati a interviste o dichiarazioni, ora sono certificati. Nero su bianco. È successo che il consiglio della Liga Veneta, che nella terra di San Marco è guidata dal sindaco scaligero, ha votato un documento che Tosi sventolerà sotto il naso di Zaia e Salvini. «Nessun congresso federale prima delle regionali», e quindi niet a possibili modifiche dello statuto per depotenziare i dirigenti sul territorio. «No a decisioni da Milano»: Salvini stia a cuccia. «La Lega dovrà allearsi con liste civiche», che significa dare spazio alla lista Tosi - oltre alla lista Zaia - e niente accordi con Forza Italia o Nuovo centrodestra «che stan- no appoggiando il governo Renzi». Poi, «nessun limite di due mandati per i candidati». Salvini lo vorrebbe, ma così parecchi tosiani sarebbero fuori dai giochi. E nel documento della Liga Veneta si spiega che «essendoci le preferenze, saranno i cittadini a confermare o meno gli amministratori». Su 18 votanti, in 14 sono stati a favore. Più tre astenuti e un contrario. Risultato. Tosi, dimostrando di avere in mano il partito, insisterà per avere l’ultima parola sulle trattative delle Regionali. In caso di risposta negativa, è pronto ad accusare la Lega «Milano-centrica» che mette il becco a Venezia e dintorni. Uno schema che non piace a Salvini e neanche a Zaia. Quest’ultimo rivendica di poter avere l’ultima parola, visto che la faccia in campagna elettorale e nella Regione ce la mette lui. Peraltro, non sembra entusiasta della gestione del partito fatta dal sindaco di Verona. Matteo Salvini [Ansa] Accusato dai rivali interni di aver imbavagliato chi non la pensava come lui a suon di commissariamenti ed espulsioni. Salvini si trova in mezzo a questo terremoto. Arriva al vertice con la speranza che Tosi e Zaia trovino la quadra da soli. In caso contrario, interverrà. Anche con le brutte. E quello che gli preme di più è tutelare la candidatura di Zaia. «Sto fuori dalle polemiche politiche» ha affermato ieri il governatore. «Qui non si tratta di capire chi sta con Tosi ma chi sta con il Veneto. E sta con il Veneto chi difende l’autonomia della Liga Veneta. La lista la si decide in Veneto» ringhia Tosi. Salvini è tornato da poche ore dalla Russia. A Mosca, per continuare i colloqui con personalità politiche, culturali e imprenditoriali, sono rimasti i suoi fedelissimi Gianluca Savoini e Claudio D’Amico. M.PAN. proprie tende parlamentari eletti in altri partiti, ma che si stanno schierando ai suoi ordini. Molti italiani non se ne sono resi conto. Ma esiste ormaiuna Legione straniera accorsa in aiuto del premier. È uno spettacolo indecente che rivela la vergogna nascosta in molti senatori e deputati. Si sono fatti eleggere in clan politici diversi o lontani dal Pd, eppure risultano pronti a cambiare casacca senza dimettersi dal Parlamento. Qualcuno sostiene che l’Italicum sia una legge gemella della riforma elettorale ideata nel 1923 da Giacomo Acerbo per favorire l’affermazione del fascismo, andato al potere l’anno precedente con la marcia su Roma. Prevedeva l’abolizione del sistema proporzionale.E nelle elezioni politiche assegnava i due terzi dei seggi della Camera alla lista di maggioranza relativa. Nella discussione a Montecitorio per l’assegnazione del premio di maggioranza,Mussolini, ponendo la questione di fiducia, ottenne che il quorum per il premio venisse fissato al 25 per cento dei voti raccolti. Mentre le opposizioni chiedevano che fosse alzato al 40 per cento o almeno al 33 per cento. La legge venne approvata il 23 luglio 1923,così come la voleva il Duce. Ecco perché il principe degli analisti politici, Stefano Folli, scrive a proposito della strategia del plebiscito che ha in testa Renzi. Non tanto sulla riforma costituzionale quanto su se stesso. Ci aspettano tempi cupi. E Brunetta lo ha capito prima di tanti altri, a cominciare dai suoiamici di partito. Nessuno è in grado di prevedere quanto durerà l’uscita dall’aula di Montecitorio. Ma se qualcuno parla di un nuovo Aventino, tocco ferro. Quello vero fu deciso nel giugno 1924 dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti. I deputati delle opposizioni al fascismo, guidati da Giovanni Amendola e da Filippo Turati, abbandonarono Montecitorio. Gli unici che non li seguirono furono i comunisti che speravano in un’insurrezione delle masse popolari. La protesta fallì. Dopo qualche mese i deputati aventiniani ritornarono in Parlamento alla spicciolata. E molti vennero manganellati dai fascisti. Certo,Brunetta va ammirato per il coraggio e per il caratteraccio che sorprende sempre. Purtroppo la verità a me sembra un’altra. Gli unici che possono fermare Renzi nella sua corsa folle a costruire un regime personale sono i parlamentari del Partito democratico. Avranno il coraggio di farlo, se non altro per il rispetto che devono ai propri elettori e a se stessi? La mia previsione è tetra: non tenteranno neppure. 11 ITALIA __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: I NOSTRI SOLDI Lo studio di ImpresaLavoro Bluff sui debiti della Pa: la metà è ancora da pagare Renzidoveva saldare gli arretratidel 2013 cinque mesi fa. Ma mancano 37 miliardi.E con le fatture del 2014 siamo al punto di partenza ::: STEFANO RE ■■■ Allarme per le imprese italiane: malgrado le promesse fatte da Matteo Renzi, che il 13 marzo, a Porta a Porta,siera impegnato a saldare tutti i debiti della Pubblica amministrazione entro settembre, gli ultimi dati dicono che i debiti pagati dalla pubblica amministrazione sono ancora meno della metà del dovuto. Lo stock del debito, intanto, resta inchiodato attorno a quota 75 miliardi. Venerdì il governo ha annunciato un ulteriore passo avanti nello smaltimento dei debiti scaduti delle Pubbliche amministrazioni, comunicando di aver erogato ai creditori, al 30 Gennaio 2015, 36,5 miliardi di euro, con un incremento di 4 miliardi rispetto all’ultimo monitoraggio effettuato a fine ottobre. Tutto bene, dunque? Non proprio. Intanto perché questi pagamenti si riferiscono ai debiti maturati fino al 31 dicembre 2013 e non ai ritardi che la Pubblica amministrazione ha accumulato in tutto il 2014. E comunque, anche limitandosi ai debiti accumulati sino al 2013, i calcoli fatti da ImpresaLavoro su dati Eurostat e Intrum Justitia dicono che sinora è stato pagato meno della metà di quanto dovuto sino ad allora. I debiti commerciali maturati dalla Pubblica amministrazione al 2013, infatti, ammontano a 74,2 miliardi dieuro: devono dunque essere pagati dal governo altri 37,7 miliardi. ::: LA SCHEDA I CONTI Il governo ha annunciato di aver erogato ai creditori della Pa, al 30 Gennaio, 36,5 miliardi, con un incremento di 4 miliardi rispetto all’ultimo monitoraggio. Però i debiti maturati dalla Pa al 2013 ammontano a 74,2 miliardi: devono dunque essere pagati altri 37,7 miliardi DEBITO COMPLESSIVO ImpresaLavoro stima che nel 2014 siano stati consegnati alla Pa beni e servizi per circa 158 miliardi e che, in forza dei tempi medi di pagamento, lo stock complessivo del debito sia ancora pari a circa 75 miliardi ma che nel 2014 siano già stati consegnati alla Pubblica amministrazione beni e servizi per un valore di circa 158 miliardi di euro e che, in forza dei tempi medi di pagamento della nostra Pa, lo stock complessivo del debito è pari a circa 75 miliardi: di poco superiore, dunque, a quello di fine 2013. Si tratta, peraltro, di stime prudenziali, che non tengono conto di altri debiti commerciali, tra cui quelli delle imprese partecipate dallo Stato e dagli enti locali. L’u- niverso di società che vedono nel proprio capitale sociale la partecipazione di amministrazioni pubbliche locali e centrali contribuiscono infatti ad aumentare in misura rilevante lo stock dei debiti commerciali della nostra Pa, per una quota difficile da stimare. Secondo uno studio condotto dal Cerved sui dati del 2013, le imprese partecipate da Regioni e Autonomie locali registrano pessime performance in termini di fatture non pagate sullo scaduto. Si stima che a giugno 2013 le partecipate regionali non abbiano pagato addirittura l’82,2% delle fatture scadute, registrando un forte peggioramento rispetto agli anni precedenti. SAN MATTEO Secondo il presidente del centro studi ImpresaLavoro, Massimo Blasoni, «sono gli stessi dati che il governo comunica a certificare che Renzi non ha mantenuto la promessa di saldare tutti i debiti della pubblica ammi- nistrazione entro il 21 Settembre dello scorso anno. Il presidente del Consiglio aveva garantito di saldare tutto il pregresso entro San Matteo: 146 giorni dopo siamo anche a meno di metà del percorso. La Pubblica amministrazione onora i propri impegni in tempi lunghissimi, 170 giorni: il governo, per non essere da meno, sembra adeguarsi a questi tempi nel mantenere le sue promesse. Le imprese, però,non possono più permettersi di aspettare». TEMPI MEDI Lo stock di debito complessivo che la Pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese private resta peraltro ingentissimo. I debiti commerciali infatti si rigenerano con frequenza, dal momento che beni e servizi vengono forniti di continuo. Liquidare i debiti pregressi di per sé non riduce quindi lo stock complessivo: questo può avvenire soltanto nel caso in cui i nuovi debiti creatisi nel frattempo risultano inferioria quelli oggetto di liquidazione. Una condizione che non potrà crearsi fino a quando il livello di spesa della pubblica amministrazione e i suoi tempi medi di pagamento (che al momento sono di 170 giorni) non subiranno una drastica diminuzione. Purtroppo nessun indicatore, avverte ImpresaLavoro, permette di dire che vi è stata una diminuzione dei tempi di pagamento. Ciò significa che l’intervento del governo è servito soltanto ad impedire che lo stock aumentasse. Il centro studi sti- ■■■ Le Regioni a statuto ordinario del Nord danno oltre 100 miliardi di euro all’anno di solidarietà al resto del Paese. Ovvero versano molto di più di quanto ricevono, evidenzia una ricerca della Cgia di Mestre. Ildato emerge da un calcolo sul residuo fiscale di ogni Regione italiana, cioè la differenza tra le entrate complessive regionalizzate (fiscali e contributive) e le spese complessive regionalizzate (al netto di quelle per interessi) delle Amministrazioni pubbliche. In testa alla classifica virtuosa si piazza la Lombardia, con un residuo fiscale annuo positivo pari a 53,9 miliardi di euro, che in valore procapite è pari a 5.511 euro. Questo vuol dire che ognicittadino lombardo (neonati e ultracentenaricompresi) versa in solidarietà al resto del Paese oltre 5.500 euro all’anno. Il Veneto, invece, presenta un saldo positivo pari a 18,2 miliardi di euro che si traduce in 3.733 euro conferiti da ciascun residente. L’Emilia Romagna, con un residuo di 17,8 miliardi di euro, devolve ben 4.076 euro per ciascun abitante. In Piemonte, che nel rapporto dare-avere I dati della Cgia di Mestre Ogni lombardo dà 5.500 euro l’anno per aiutare le regioni più povere elargisce agli altri territori 10,5 miliardi di euro, il residuo fiscale medio per abitante è di 2.418 euro all’anno. La Liguria, infine, dà al resto del Paese un miliardo di euro, pari a 701 euro per ogni cittadino ligure. Nonostante sia più contenuto ri- spetto al dato riferito alle realtà del profondo Nord, anche il residuo fiscale di tutte le Regioni del Centro è sempre positivo. La Toscana ha un saldo di 8,3 miliardi di euro, il Lazio di 7,3, le Marche di 2,5 e l’Umbria di 1,1 miliardi. Se,invece, osserviamo i risultati del- il graffio Vendola a bordo ring Dice Nichi Vendola: «Noi andremo martedì da Mattarella a rappresentare la situazione di disagio, l’umiliazione del nostro Parlamento, ridotto a votificio, a ring di pugilato, una delle più brutte pagine della storia della Repubblica italiana». Verissimo. Il problema è che i protagonisti della rissa alla Camera, insieme ai deputati del Pd, sono stati proprio quelli di Sel. Forse Vendola vuole andare da Mattarella per cercare un arbitro imparziale in vista del prossimo round. le Regioni meridionali, la situazione cambia completamente di segno. Tutte presentano un residuo fiscale negativo: vale a dire, ricevono di più di quanto versano. Ilsaldo peggiore tra tutte le 20 Regioni d’Italia spetta alla Sicilia: in termini assoluti è pari a -8,9 miliardi di euro, che si traduce in un dato procapite pari a 1.782 euro. In Calabria, invece, il residuo è pari a -4,7 miliardi di euro (-2.408 euro procapite), in Sardegna a -4,2 miliardi (- 2.566 euro ogni residente), in Campania a -4,1 miliardi (-714 euro per ciascun abitante) e in Puglia a -3,4 miliardi di euro (- 861 euro procapite). I dati sono riferiti al2012 (ultimo anno in cui è possibile confrontare le entrate e le spese di ciascuna Regione). Tuttavia, avverte la Cgia,se si ricostruisce l’andamento registrato negli ultimi4-5 anni,la situazione, rimane molto stabile per la gran parte delle Regioni: pertanto, è verosimile ritenere che non vi siano state delle significative variazioni anche negli anni successivi al 2012. A. M. 12 ESTERI __Domenica 15 febbraio 2015__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ Il premier greco Alexis Tsipras, l’uomo nuovo del panorama politico europeo. Tra poche ore si saprà se è anche in grado di mantenere le promesse [Ansa] PACE IMPOSSIBILE Scatta la tregua Ma in Ucraina si combatte ancora ::: CARLO PELANDA ■■■ Il compromesso tra Eurozona e Grecia dipenderà non da fattori tecnici, ma geopolitici.La questione greca, infatti, ha rilievo non per l'importanza di questa nazione e nemmeno per l'entità del suo debito a rischio di insolvenza, ma per l'effetto sia globale sia regionale che il suo esito potrà provocare. Dopo la fine dell'Impero americano (1945 - 2008) che aveva sospeso la normalità storica, imponendo una pax (monopolio della violenza) che impediva ad altre nazioni ambizioni di conquista, ora la storia è tornata, in particolare, destabilizzando i confini dell'ordine internazionale precedente.La Russia punta all'inclusione di Grecia e Cipro nella sua area di influenza, combinando millenarismo panslavista e compattazione dei cristiani ortodossi, motivo di eccitato consenso interno. La speranza strategica di Mosca ricalca l'antico progetto imperiale zarista: espansione ad ovest con sbocco nel Mediterraneo, dominio dell'Asia centrale, per esempio il riassorbimento in atto del Kazakistan, posizione di deterrenza nell'estremo oriente, per esempio la recente alleanza con la Corea del Nord in quanto i suoi missili nucleari possono essere puntati non solo su Tokyo o Los Angeles, ma anche su Pechino. La Russia, infatti, sa che la strategia cinese di lungo termine è di annettere la Siberia e siprepara. Ma,prima di questo, Pechino e Mosca hanno l'interesse dicostruire un blocco euroasiatico, includendo la Ue dopo averla indebolita e frammentata. La Russia vorrà includere la Grecia anche per rinforzarsi sul piano simbolico: Mosca, Seconda Roma, è il vero centro dell'Occidente erede di Atene, meglio dire Sparta, e Costantinopoli e non Washington, Terza Roma. La Cina, con un'inclinazione strategica più pragmatica, vorrà dominare gli europei, compresi i russi alla fine, Verso una soluzione La trattativa sul debito greco è un’occasione per l’Italia Per evitare che Atene finisca in mano a Russia e Cina, la Merkel dovrà per forza scendere a compromessi anche col nostro aiuto. In cambio possiamo chiedere molto non con i simboli, ma con i comprendere perché l'Amerisoldi. Per esempio, sta pre- ca abbia imposto a Merkel mendo, con successo, per la una posizione di manteniconferma dell'acquisizione mento della Grecia nell'euro del porto del Pireo, così come a tutti i costi. Da un lato, il costa insinuandosi con capitale sto economico sarebbe gestiin tutti gli snodi bile senza groseconomici rilesi problemi. vanti dell'EuroDall'altro, le pa. In sintesi, conseguenze per ambedue politiche di un un'uscita della cedimento ecGrecia dall'euro cessivo alle risarebbe un vanchieste del gotaggio strategiverno neoperoco, amplificato nista greco sadalfatto che Aterebbero destabine non potreblizzanti: (a) la be essere più un Angela Merkel [Ansa] percezione di membro norun regalo ad male della Ue e, soprattutto, Atene farebbe crescere molto della Nato. Sarebbe un segna- il partito neonazionalista eule di inizio della fine per l'Occi- rocontrario “Alternativa per dente americocentrico. Que- la Germania”, depotenziansta analisi - qui ho semplifica- do il centrodestra cristiano to quella in corso in parecchi guidato da Merkel che, pur think tank tra cui il mio - fa germanista, vuole mantenere Ue ed Eurozona; (b) il cedimento incentiverebbe Podemos in Spagna, simile a Syriza, creando, dopo le elezioni del prossimo settembre, un megaproblema tecnico in quanto il debito di Madrid è sul trilione di euro e la sua eventuale insolvenza avrebbe scala per innescare una crisi globale nonché la fine dell'euro; (c) preoccupazione simile riguarda anche l'Italia, pur molto meno. Per inciso, in questo scenario l'Italia ha un potenziale vantaggio in quanto Merkel ha bisogno che Roma converga per fare massa politica. Al momento sembra che Renzi non lo abbia colto perché indulge in invocazioni di generico euroflessibilismo. Speriamo che a porte chiuse voglia, e sappia, ben machiavellare perché è il momento perfetto per “triangolare” con Berlino e Washington ed otte- La proposta del governo inglese Cameron toglie il sussidio di disoccupazione agli obesi: perdano peso ::: MAURIZIO STEFANINI ■■■ Ultimatum del premier Cameron ai ciccioni: o si mettono a dieta, o taglierà loro i fondi. Employment and Support Allowance (Esa) si chiama il sussidio istituito dal governo britannico il 27 ottobre 2008 per rimpiazzare i pre-esistenti Incapacity Benefits e Income Support. Comunque, si tratta di una somma che viene data a tutte le persone di età compresa tra i16 e i 61 anni la cui capacità lavorativa sia compromessa da problemi di salute. La cifra pagata è di 108,15 sterline a settimana. E anche l'obesità rientra nel pacchetto: su circa 100.000 cittadini britannici che chiedono l'Esa per ragioni di salute, 6000 non possono lavorare proprio perché in sovrappeso. Nel 2009 ad esempio i giornali segnalarono il caso di un'intera famiglia, padre di 53 anni e 153 chili, madre di 57 e 153 chili, figlia di 21 anni e 114 chili e altra figlia da 19 anni e 107 chili, che cumulando le quattro indennità riceveva ogni anno senza pagare 22.508 sterline. Oltre 30.000 euro. Secondo il premier, almeno 500 milioni di sterline che lo Stato paga ogni anno a chi ha patologie inabilitanti potrebbe essere risparmiato: una cifra preziosa, se si pensa ai 12 miliardi di tagli al welfare che i conservatori hanno in programma. L'idea è dunque che si devono curare. I ciccioni mettersi a dieta, gli alcolisti o tossicodipendenti disintossicarsi, e così via. O se no la loro indennità verrebbe tolta. «C'è gente che ha problemi di droga e alcool, ma rifiuta il trattamento», ha detto Cameron. «Non è giusto chiedere a indefessi lavoratori che sono onesti contribuenti di finanziare i benefici a gente che rifiuta di accettare l'appoggio e il trattamento che potrebbero riportarli a una vita di lavoro». nere in cambio sollievi economici nonché un ingaggio delle riluttanti America ed Europa per una iniziativa di sicurezza, vitale per l'interesse italiano, in Libia e dintorni. In conclusione, visti questi fattori dello scenario, ci sarà un punto di compromesso? Probabilmente sì, per esempio uno sconto sugli interessi del debito greco, qualche soldo veicolato via Fmi e liquidità extra alle banche greche (già assicurata dalla Bce), queste azioni sia travestibili come continuità del rigore sia ingoiabili dal governo greco. Ma prima di arrivarci, America ed Europa dovranno individuare una leva di dissuasione nei confronti di Tsipras, cioè fargli vedere la sua fine se continuerà a divergere e a fare occhiolino a Mosca e a Pechino. Solo dopo questa azione vi sarà la soluzione tecnica. Nonostante la “tregua” in vigore, in teoria, dalla mezzanotte fra ieri e oggi, nell’Est dell’Ucraina ribelli russofoni e truppe governative si contendono ogni zolla di terra. Guerra attorno a Debaltseve, dove da 5000 a 8000 soldati ucraini sono circondati. Il capo della repubblica ribelle di Donetsk, Zacharchenko, ha spiegato: «Debaltseve non è stata nominata negli accordi di Minsk. Stroncheremo i tentativi di sfondare». La polizia ucraina lamenta la «distruzione della città» da parte dei ribelli con razzi Grad. L’esercito ucraino ha perso nell’ultima giornata 7 soldati uccisi e 23 feriti. Le forze di Kiev hanno infierito con l’artiglieria sull’aeroporto di Donetsk e sulla città di Horlivka, uccidendo 4 civili e ferendone 12. Attorno alla strategica Mariupol s’è lottato con carri armati e colpi di obice. Da domani l’accordo di Minsk prevederebbe l’inizio del ritiro delle armi pesanti, ma tutto pare in forse. Il presidente ucraino Poroshenko resta pessimista anche dopo aver sentito per telefono i colleghi americano e tedesca Obama e Merkel. Agita l’introduzione della legge di guerra nell’intera Ucraina: «Già prima del vertice di Minsk valutavo d’introdurre la legge marziale non solo a Donetsk e Lugansk, ma in tutto il Paese. Se la tregua non tiene, lo farò». Da ieri il capo di Kiev conta su un “consigliere” bizzarro, l’ex-presidente georgiano Saakashvili, nemico giurato di Mosca, che dopo aver condotto la Georgia a cozzare con la Russia nella disastrosa guerra del 2008, ha vissuto protetto in America, che rifiuta di estradarlo in patria, dove è ricercato per abuso di potere e corruzione. L’Ucraina inizia anche a temere per la tenuta economica, dopo che Fitch ne ha paventato ieri il rischio di bancarotta. MI.MOL. Il premier britannico David Cameron non ha dichiarato guerra solo agli obesi, ma anche agli alcolisti, ai tossicodipendenti e in genere a tutti quelli che con il loro stile di vita “approfittano” del welfare [Ansa] __Domenica 15 febbraio 2015__ 13 14 ATTUALITÀ __Domenica 15 febbraio 2015__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ «Ingiustizia senza fine, per noi familiari è sempre più dura» STATUA «FASCISTA» Marò, una vergogna italiana Da tre anni ostaggi dell’India Il sindaco di Salò chiede il Bigio «per il nostro museo» Niente processo né un capo d’accusa definito: Girone di fatto recluso in ambasciata, Latorre in attesa di sapere se dovrà tornare a New Delhi. E dal governo tutto tace ::: CHIARA GIANNINI ■■■ Tre anni, ovvero millenovantacinque giorni stretti nella morsa di un incubo che pare interminabile. Avvolti da questa cappa di silenzio imposto dall’ennesimo governo che dice «lasciateci lavorare», ma che poi, di fatto, non fa niente per arrivare alla definitiva risoluzione di una vicenda ormai assurda. Paradossale fino in fondo, perché non si possono scontare tre anni di reclusione senza processo - di più, senza neanche un ben definito capo d’accusa. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono vittime dello Stato, prima che dell’ingiustizia indiana. Solo per aver avuto la sfortuna, quel 15 febbraio del 2012,di trovarsi a bordo della Enrica Lexie, il mercantile sul quale erano operativi assieme ad altri quattro fucilieri del San Marco che componevano il team antipirateria. I pirati arrivarono, come capita di frequente nelle acque dell’Oceano Indiano. Qualche colpo di avvertimento partì dalla nave, gli aggressori fuggirono. Ore dopo la Guardia costiera indiana li richiamò in porto a Kochi:«Hanno ucciso due pescatori del St Antony», questa l’accusa. Peccato che quel barchino, dalla Lexie, non lo avessero mai visto, e che in un andirivieni di versioni fornite e poi ritrattate, l’armatore Freddy Bosco corresse più e più volte quanto dichiarato inizialmente. Ovvero che l’incidente era avvenuto in un orario completamente diverso da quello poi riportato da Salvatore Girone, 37 anni, e Massimiliano Latorre, 47 [Ansa] tutti: dall’Imo (International marittime organization), dalla Marina militare, dall’armatore della nave italiana, dagli stessi marò. Così Max e Salvo, come tutti sono ormai abituati a chiamarli, da tre lunghi anni vivono da prigionieri in mano straniera. Vero, Latorre ora è a Taranto, e però in attesa di capire se ad aprile, una volta scaduto il permesso concesso dall’India per motivi di salute, dovrà far rientro a New Delhi. Girone vive invece là, all’interno dell’ambasciata italiana. Entrambi di fatto abbandonati dalla politica, ma certo non dai cittadini comuni, dalle associazioni combat- ::: LA SCHEDA IL FATTO Era il 15 febbraio 2012 quando, al largo della costa del Kerala (India sud occidentale), due fucilieri di Marina italiani, imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie come nuclei militari di protezione, rimasero coinvolti in uno scontro a fuoco con dei pirati. Le autorità indiane li accusarono invece di aver ucciso due pescatori del luogo. Da allora Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono di fatto costretti a restare in India in attesa del processo (Latorre è ora in Italia per curarsi dopo un ictus, in attesa di sapere se dovrà tornare in India). INDAGINI E DIRITTO La ricostruzione delle autorità indiane è stata più volte smentita da elementi che invece accreditano la versione dei marò. Peraltro, secondo il diritto marittimo, essendo l’incidente avvenuto in acque internazionali, i militari dovrebbe essere processato in Italia. tentistiche e d’arma e da moltiesponentidelmondo militare. Resta il fatto che tre ministri della Difesa e cinque degli Esteri non sono riusciti a riportarli a casa. Non c’è riuscito l’inviato speciale Staffan de Mistura, non c’è riuscita l’Europa, non gli ambasciatori. Solo qualche brillante generale è stato capace di trattare per farli rientrare a votare, a febbraio 2013. Ma i giochi politici che portarono anche alle dimissioni dell’ex ministro Giulio Terzi completarono il quadro dell’incapacità diplomatica dell’Italia e i due marò dovettero far rientro a New Delhi. Girone, da allora, non ha più messo piede sul suolo patrio, Latorre solo per curarsi dopo l’ictus che lo ha colpito a fine agosto, ma vive una vita in attesa. «Che cosa volete che dica? Mi auguro che tutto questo finisca presto - spiega a Libero Paola Moschetti, compagna di Massimiliano -. E incredibile, sono passati tre anni, oraentriamo nel quarto: per noi familiari è sempre più dura. Più che altro è quest’aria di incertezza. È un’ingiustizia che continua, il silenzio non aiuta». Prende fiato, poi prosegue: «Massimiliano migliora lentamente, sta seguendo le terapie all’ospedale militare. Abbiamo preso un cane, un piccolo carlino che ha un mese e che abbiamo chiamato Napoleone. Perché? Perché Giuseppina Bonaparte aveva proprio un carlino, l’unico che sapesse tener testa alll’imperatore, che riuscivaa spodestarlo dalla sua sedia e mandarlo fuori dalla stanza. Ci ha fatto simpatia, Max lo adora». Mentre all’Inddia il nostro governo ha dimostrato di non sapere tener davvero testa. «Tre anni di sofferenza, vergogna, dolore e malattia - aggiunge Marco Cicala, del Cocer Interforze - che due cittadini italianie due servitori dello Stato si trovano ad affrontare solo per aver servito ilproprio Paese.Ma non sono soli, tutte le donne e gli uomini in uniforme sono con loro». Concetto ribadito da Terzi, da Elio Vito (Fi),Ignazio Larussa (Fdl), così come dal Gianluca Pini (Lega Nord), che parla di «tre anni di fallimenti di governi che meriterebbero di finire a processo per alto tradimento». Certamente quello dei marò, visto che dopo tanto tempo ancora non si vede la fine. Il malvivente visto in paese nei giorni precedenti l’assalto, forse per un sopralluogo Il Bigio, stampa d’epoca SALÒ (BRESCIA) Il Bigio, colosso fascista nato dal genio di Arturo Dazzi, potrebbe trovare rifugio sulle rive del lago di Garda nel seicentesco chiostro di Santa Giustina a Salò, già capitale della repubblica sociale. A proporlo è il sindaco della città gardesana, il forzista Giampiero Cipani, pronto a chiedere il “prestito” al sindaco pd di Brescia, Emilio Del Bono, che invece non vuole riposizionare la statua per ragioni ideologiche. «Portare il Bigio a Salò non avrebbe intenti celebrativi - ha spiegato il sindaco -. Ricostruirla non significa condividerla». Una scelta per metterebbe fine a polemiche decennali, con il Comune di Brescia che ha detto no al riposizionamento in piazza della Vittoria previsto dall’ex sindaco di centrodestra Adriano Paroli. “L’Era fascista” (così è denominata la poderosa scultura, 7,5 metri di altezza, inaugurata nel 1932 da Mussolini) a Salò potrebbe essere “musealizzata” e spiegata a visitatori e studenti, nel contesto dei percorsi storici della Rsi. GIUSEPPE SPATOLA ti davanti al negozio a bordo di una Renault Laguna. Poco distante avevano nascosto un’Audi A8, pronta per la fuga. Quest’ultima vettura, qualche minuto dopo la sparatoria stata vista sfrecciare in autostraSi moltiplicano le manifestazioni di vicinanza al benzinaio indagato per aver sparato al bandito. E la sottoscrizione supera gli 11mila euro era da: non è ancora stata ritrovata, co::: ALESSANDRO GONZATO serpentone di auto lo ha commos- mento degli accertamenti obiettivi: me del resto non ci sono tracce dei VICENZA so. Stacchio ha ringraziato tutti, uno la mancata convocazione potrebbe malviventi che erano a bordo. a uno, con educazione e senza la- essere un segno dell’evoluzione poIntanto continua a far discutere ■■■ Non si fermano le manifestasciarsi mai scappare una parola fuo- sitiva dell’indagin proprio in ordine l’atteggiamento di parenti e amici zioni di solidarietà nei confronti di ri posto nei confronti dei familiari alla poizione di Stacdi Cassol, l’altro giorGraziano Stacchio. Ieri mattina, daldel bandito rimasto ucciso. L’inizia- chio. Nelle ultime ore no accorsi nel Trevil’apertura fino a mezzogiorno e tiva di ieri mattina era stata lanciata è poi spuntata la testigiano in più di 300 da mezzo, nel suo distributore - a Pondalla Lega (domani sarà a Ponte di monianza di un abidiverse province per il te di Nanto (Vicenza) - è stato un Nanto anche il segretario Salvini), tante di Ponte di Nanfunerale. Umano e andirivieni di automobilisti che, pama l’adesione è andata ben oltre to: due giorni prima comprensibile dolore, zientemente,hanno aspettato ilprol’appartenenza politica. E a fare ben- dell’assalto alla gioielintendiamoci,ma nesprio turno per fare il pieno. Il benzizina in una delle quattro pompe di leria Zancan avrebbe suno che abbia in naio, indagato per eccesso colposo Stacchio sono arrivati pure da fuori visto Cassol aggirarsi qualche modo preso di legittima difesa dopo la morte del Vicenza. Peraltro, prosegue senza per il paese in compale distanze dall’attività giostraio pluripregiudicato Albano sosta la raccolta fondi promossa da gnia di alcuni bambidi rapinatore della vitCassol, era regolarmente al suo poConfcommercio Vicenza e sostenu- ni e di due donne, di tima. D’altro canto, sto, come tutti i giorni: divisa grigia ta da Libero per coprire le spese le- cui una incinta (la ve- Albano Cassol [Ansa] Stacchio ha espresso e cappellino in testa per difendersi gali del 65 enne: la gente ha già do- dova del nomade è in profondo dispiacere e dal freddo. È ancora visibilmente nato 11 mila euro. gravidanza). Il racconto è dettaglia- commozione neiconfronti deifamiscosso dalla sparatoria del 3 febbraPassando alle indagini, c’è da sot- to e pare sia stato ritenuto credibile. liari del delinquente morto: in tutta io, vive e lavora sotto scorta. Però tolineare come Stacchio non sia an- Se la testimonianza trovasse confer- risposta, dall’altra parte sono arrivanon vuole che la gente lo consideri cora stato ascoltato in Procura. Evi- ma, quello potrebbe essere stato il te frasi rancorose tipo «doveva farsi un eroe: solo un uomo come tanti, dentemente l pm, prima dell’audi- sopralluogo prima dell’assalto. I i c… suoi». Due universi troppo lonche ha agito per salvare delle vite. Il Graziano Stacchio zione, vuole aspettare il completa- banditi, lo ricordiamo, erano arriva- tani. Tutti in fila da Stacchio, un pieno di solidarietà 15 ATTUALITÀ __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it Nominati da Francesco venti nuovi cardinali ::: ANTONIO SOCCI ■■■ «Ho conosciuto personalmente numerosipreti internati nelle prigioni e nei gulag staliniani. Sacerdoti che sono tuttavia rimasti fedelialla Chiesa… conducendo una vita degna alla sequela di Cristo, loro divino Maestro». Si presenta così l’arcivescovo cattolico Jan Pawel Lenga, vescovo emerito di Karaganda (Kazakhistan) in una lettera accorata che in queste ore rimbalza su vari siti cattolici dall’America all’Italia. «Io stesso» prosegue «ho compiuto gli studi in un seminario clandestino nell’Unione Sovietica, lavorando con le mie mani per guadagnarmi il pane quotidiano. Sono stato ordinato prete in segreto, di notte, da un Vescovo che aveva a sua volta sofferto a causa della sua fede. Dopo il mio primo anno di sacerdozio sono stato espulso dal Tagikistan ad opera del Kgb». Monsignor Lenga, che ha partecipato a due Sinodi con Giovanni Paolo II, sente il dovere di esprimersi «circa la crisi attuale della Chiesa Cattolica». E ha scelto «la forma della lettera aperta, dato che qualsiasi altro metodo di comunicazione si scontrerebbe con un muro di silenzio totale e con la volontà di ignorare». Rinunciapermotividisalute? Macché,Ratzingersta benissimo Il Papa emerito presenzia al Concistoro, abbraccia Bergoglio e appare in gran forma I dubbi dell’arcivescovo Lenga: «Difficile credere che abbia lasciato in piena libertà» LA LETTERA Il vescovo precisa: «Sono del tutto cosciente delle possibili reazioni alla mia lettera aperta. Ma la voce della mia coscienza non mi permette di tacere, mentre l’opera di Dio viene oltraggiata». Egli ricorda infatti la lezione degli apostoli martiri, per cui bisogna «obbedire a Dio piuttosto che agli uomini». Spiega che «oggi diventa sempre più evidente come in Vaticano attraverso la Segreteria di Stato si è intrapresa la via del politicamente corretto». E che si propaga il «modernismo» cosicché gli stessi vescovi non hanno più voce «per difendere la fede e la morale». E aggiunge: «In tutti i settori della Chiesa si nota una significativa riduzione del “sacrum”. È lo “spirito del mondo” che conduce i pastori». Eppure «i pastori sono tenuti - che piaccia loro o no ad insegnare tutta la verità su Dio e sull’uomo». Ma - si chiede - dove sono oggi quelli «che annunciano alle genti chiaramente ed in modo comprensibile i pericoli,minacciosi, che scaturiscono dalla perdita della fede e da quella della salvezza?» Sono rari perché, secondo questo pastore, la scelta «di nuovi vescovi e persino di cardinali, a volte rispecchia più i criteri di una certa ideologia o anche gli imperativi di gruppi molto distanti dalla Chiesa. Allo stesso modo la benevolenza dei mass media sembra essere un criterio importante». Bisogna essere da loro ritenuti «aperti e moderni» e non «troppo santi». Purtroppo neanche Benedetto XVI, in cui il vescovo Lenga sperava, è riuscito a invertire questa rotta disastrosa. LA RINUNCIA Egliaggiunge queste parole: «È difficile credere che Papa Benedetto XVI abbia rinunciato in piena libertà al suo compito di successore di Pietro. Questo papa è stato il capo della Chiesa, ma i suoi collaboratori praticamente non hanno applicato il suo insegnamento, anzi sono state passate sotto silenzio o bloccate le sue iniziative». Così oggi, conclude l’eroico vescovo, la Chiesa si trova in una situazione drammatica. Papa Francesco mentre stringe le mani al Papa Emerito Benedetto XVI al Concistoro [Ansa] Non è un caso che sia un uomo che ha vissuto le persecuzioni comuniste ad avere il coraggio di esprimere pubblicamente dubbi sulla piena libertà della «rinuncia» di Benedetto XVI. Parole dirompenti che mettono inevitabilmente in discussione la validità della stessa rinuncia (che ha proprio la libertà come requisito essenziale). Questi dubbi circolano sempre di più in tutte le curie e a volte emergono a sorpresa. Come il 7 gennaio scorso quando il quotidiano dei vescovi, Avvenire, sempre sorvegliatissimo, a pagina 2 pubblicò una stupefacente lettera dove si puntava il dito contro quegli «ambienti che, per i soliti motivi di potere e sopraffazione, hanno tradito e congiurato per eliminare papa Ratzinger, pur riconosciuto “fine teologo”, e l’hanno “ ■ Anche per l’arcivescovo Lenga, che ha vissuto le persecuzioni comuniste, «è difficile credere che Papa Benedetto XVI abbia rinunciato in piena libertà al suo compito» ■ Dice il suo segretario, padre Georg, che il Papa emerito sta bene in salute e «la sua mente è formidabile»: non è credibile che abbia rinunciato perché le forze gli venivano meno Lutto a Libero Tutta la redazione di Libero si stringe al collega Enrico Paoli per la perdita della sua amata mamma. Un abbraccio fortissimo, Enrico. spinto alla rinuncia». Il mistero di quella rinuncia e della decisione di Ratzinger di restare tuttavia «papa emerito» - cosa mai accaduta in duemila anni e cosa mai spiegata sotto il profilo teologico e canonistico - si è riproposto visivamente anche ieri, al Concistoro in San Pietro (guarda caso papa Benedetto viene chiamato a presenziare ad ogni atto che implica la giurisdizione pontificia…). Pur in là con gli anni il papa emerito è apparso in forma. Le sue buone condizioni del resto erano già state illustrate giovedì scorso, con un’intervista al Corriere della sera, dal suo segretario, monsignor Georg Gaenswein che è anche Prefetto della Casa pontificia di Francesco. Gaenswein,per far apparire «normale» una situazione che invece è totalmente anomala, ha ribadito (o ha dovuto ribadire) di nuovo una sorta di «excusatio non petita», cioè che il papa «ha preso la sua decisione in modo libero, senza alcuna pressione». E poi ha ripetuto che si è dimesso perché «le forze del corpo e dell’animo venivano meno». Non è per nulla credibile che (a meno di fortissime pressioni) vengano meno le forze dell’animo in un uomo di Dio come Benedetto il quale fin dall’inizio ha confessato pubblicamente la sua certezza nell’aiuto di Dio («non sono solo, chi crede non è mai solo…Dio mi sostiene e mi porta»). Il Vicario di Cristo poi gode di un’assistenza straordinaria del Cielo. LE CONTRADDIZIONI Ma è anche assurdo dire che si sia dimesso per la banale diminuzione delle forze fisiche. Anzitutto perché lo stesso Gaenswein si contraddice in quella medesima intervista dove spiega che il papa emerito, a due anni dalla rinuncia, sta sempre bene in salute (salvo «qualche fastidio alle gambe, ogni tanto») e «la sua mente è formidabile»: legge, scrive, studia, prega, sbriga la corrispondenza, riceve persone, fa ogni giorno la sua passeggiata e suona il pianoforte. Cosicché non si vede come possa essersi dimesso per ragioni fisiche. Peraltro invecchiare è normale per ogni papa e il Dio dei cristiani - ci ha insegnato Ratzinger - si compiace di vincere la forza del mondo con l’ap- parente debolezza dei suoi apostoli. Del resto è naturale attendersi da un papa che lasci a Dio la scelta di quando chiamarlo a sé, come ha testimoniato Giovanni Paolo II. Infine Ratzinger sa benissimo che nella tradizione della Chiesa la rinuncia per invecchiamento non si è mai verificata ed è anche gravata da un giudizio morale molto negativo. IlcardinalFagiolo,canonista di fiducia di Giovanni Paolo II, sentenziò: «Di certo in maniera tassativa e assoluta ilPapa non potrà mai dimettersi a motivo della sola età». Tutti ribadiscono che occorre un motivo gravissimo per la rinuncia altrimenti l’atto, pur valido, è moralmente colpevole. Secondo il canonista Carlo Fantappiè la rinuncia al Papato può avvenire solo «in casi davvero eccezionali e per il bene superiore della Chiesa». Questa è «la condizione per rinunciare all’ufficio senza cadere in colpa grave davanti a Dio». Dunque per buon senso e per rispetto verso Benedetto XVI non si può ridurre la ragione della sua rinuncia all’invecchiamento. DUBBI E DOMANDE Proprio il fatto che sia stato lui stesso a dare questa (debole) motivazione ufficiale dovrebbe indurre a porsi delle domande, visto che egli non ignora di certo il diritto canonico. Del resto se aveva subito pressioni non poteva certo dirlo in maniera esplicita visto che così avrebbe invalidato l’atto a cui era costretto. E poi egli ha anche dichiarato che era «ben consapevole della gravità di questo atto» e non poteva certo definirlo «grave» se fosse stato un normale pensionamento. Si ricordi che fin dal suo insediamento Benedetto aveva affermato: «Pregate per me perché io non fugga per paura davanti ai lupi». È lecito chiederci chi fossero i «lupi» e cosa volessero. Però sarebbe un grossolano errore pensare che il papa sia fuggito: egli ha scelto di autorecludersi in Vaticano, dichiarando che «la mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo». Infatti è rimasto «papa emerito» perché - ebbe a dire in un’altra intervista Gaenswein - «ritiene che questo titolo corrisponda alla realtà». www.antoniosocci.com Il sindacato che non capisce il lavoro Suicidio Fiom: a Pomigliano sciopera lo 0,3% Nello stabilimento Fca si astengono solo 5 addetti su 1478. Flop della protesta dei metalmeccanici della Cgil contro la richiesta dell’azienda di far fronte urgente alle richieste per la Panda. Vittoria definitiva di Marchionne ::: TOBIA DE STEFANO ■■■ Cosa dovrebbe fare un sindacato che proclama uno sciopero e raccoglie 5 adesioni (peraltro dei suoi rappresentanti in azienda) su 1.478? Probabilmente ripensare la propria linea e capire che se ci si ostina a rifiutare il lavoro nelle terre dove il lavoro non c’è non si va da nessuna parte. Ma scommettiamo che non sarà così e che la Fiom, o sarebbe meglio dire il suo leader Landini, continuerà per la strada che ha portato i metalmeccanicidella Cgil alla Caporetto di Pomigliano e all’ennesima sconfitta nell’eterna sfida con Sergio Marchionne che sta mantenendo la sua promessa di investire e mantenere i posti di lavoro in Italia. I fatti dicono che la Fiat Chrysler (Fca) ha ricevuto nuove richieste per circa 2.000 nuove Panda. Richieste congiunturali e non strutturaliin un mercato che finalmente mostra segnali di ripresa ma che continua a muoversi a singhiozzo. Insomma, di fronte alla necessità di aumentare la produzione l’azienda ha deciso di annullare la giornata di cassa integrazione del 23 febbraio e di fare straordinari per tre sabati di seguito (14, 21 e 28 febbraio). Gocce d’acqua nel deserto lavorativo del Mezzogiorno. Tutti si sono affrettati a benedirle, tranne i sindacalisti della Fiom. Motivi? I metalmeccanici di Landini dicono che fare gli straordinari mentre ci sono lavoratori in solidarietà è «immorale». E che invece, con i turni notturni sarebbe possibile impiegare anche in colleghiin Cds. Posizione strumentale. Innanzitutto perché i colleghi in Cds dovrebbero essere formati e poi perché i turni di notte costerebbero di più a un’azienda che sta rispondendo a una domanda estemporanea e non certo definitiva. Non lo diciamo noi, ma i 1.473 lavoratori (appena l’0,3% ha aderito allo sciopero) che ieri sono andati in fabbrica snobbando la linea della Fiom. E lo dicono anche i comportamenti diametralmente opposti della stessa sigla sindacale in altre grandi aziende limitrofe. A Pomigliano, tanto per restare nella città della discordia, c’è la Alenia Aermacchi, e qui i rappresentanti dei metalmeccanici della Cgil hanno accettato senza ::: CGIL, DEM, NO GLOBAL IN PIAZZA PER TSIPRAS Commento Capitaliall’estero e poca produttività finché si usano metodidittatoriali ::: GIORGIO OLDOINI Inni ad Atene e uova alla polizia Fassina e Camusso hanno partecipato con Landini e Vendola al corteo «Cambia la Grecia cambia l’Europa». I no global per l’occasione hanno lanciato uova e pomodori alle forze di polizia [Ansa] troppi problemi i sabati lavorativi. Mentre nella vicina Nola hanno firmato un accordo che prevede i 21 turni. Tanto che il sospetto sorge spontaneo. Non è che la Fiom (Landini) vuole sfruttare l’eco mediatico di un’azien- da come la Fiat che quando si muove fa sempre tanto rumore? «Proclamando lo sciopero - sottolinea il segretario generale Fim-Cisl della Campania, Giuseppe Terracciano la Fiom si è voluta isolare ancora di più, non tanto dagli al- tri sindacati, quanto dai lavoratori che non hanno voluto condividere una linea politica suicida. Non ci stancheremo mai di invitare la Fiom a smetterla con la propaganda mediatica e tornare a fare sindacato». Ma probabilmente non la pensa così la «riformista» Susanna Camusso, che non ha mosso un dito contro questo sciopero e che ieri, a proposito di politica e sindacato, era in piazza con Vendola, Fassina e Landini per manifestare a favore della Grecia... L’anti-franchising Le agenzie immobiliari si mettono in rete per rispondere alle dismissioni bancarie ■■■ Parte da Pordenone un gesto rivoluzionario destinato a cambiare le prospettive delle agenzie immobiliari. Ventiquattro uffici di Real Estate,sparsi in altrettante città, sisono riuniti alla presenza di un notaio per creare una rete di agenzie mirata a sondare i bandi nazionali per dismissione patrimonio pubblico e privato. Cogliere le opportunità delle future cessioni e delle operazioni immobiliari degli istituti di credito. European Real Estate Connection si pone l'obiettivo in chiave anti franchising didiventare il partner privilegiato di enti pubblici o grosse società nazionali che cercano una elevata professionalità e a tempo stesso una radicata presenza territoriale. La forza di questa rete è puntare sulla radicalità del territorio al contrario del franchising», commenta Alberto Marchiori presidente del nascente network di agenzie. «Il nostro obiettivo è rendere dinamico un settore da troppi anni immobile cercando al tempo stesso di elevare la professionalità con partnership internazionali». I prossimi due step saranno infatti quelli di inglobare nelle rete un'altra ventina di agenzie italiane fino a raggiungere la copertura delle principali città e cittadine italiane. Poi sarà la volta di un gemellaggio con una rete straniera che tocchi almeno le principali capitali europei. In primis Parigi. la riunione è stata ospitata nella sede della locale Bcc. E non a caso. Il direttore Gianfranco Pilosio - come riporta un quotidiano lcoale - ha tenuto a spiegare dal punto di vista bancario l’iniziativa. «Per le banche», ha detto, «oggi è un grande problema quello degli immobili pignorati a chi non riesce a far fronte agli impegni finanziari. Le aste vanno spesso deserte e le abitazioni perdono valore». Una rete di agenzie al contrario sarebbe anche in grado di intervenirte prima che l’immobile vada all’asta razionalizzando le attività di recupero crediti e le relative procedure. Da Pordenone dove ogni anno arrivano almeno 250 notifiche di pignoramento fanno presente che anche il Tribunale fallimentare si troverebbe interlocutori istituzionalizzati e qualificati. Lo stesso vale nel resto d’Italia. Chissà che l’iniziativa non riesca davvero a dare una scossa al comparto. C.A. ■■■ Pinochet costringeva gli operai a estrarre carbone dalle miniere, utilizzava guardie per impedire sabotaggi e la riduzione dei ritmi produttivi. Le democrazie sidifferenziano dalle dittature perché adottano il sistema degli «incentivi» destinato a chi deve avere l'interesse economico a tenere i soldi in patria, a pagarvi le tasse, a insediarvi un'impresa anziché trasferirla all'estero. In un sistema di mercato, l'unico modo per raggiungere l'obbiettivo è quello di creare un ambiente che procuri incentivi efficaci per la creazione di nuove aziende e lo sviluppo delle vecchie. I nostri player politici non hanno ancora compreso cosa significhi «competizione»: parlano di concorrenza tra manodopera e datore di lavoro, tra consumatori e produttori. La Fiat è in concorrenza con la Mercedes, non con i propri fornitori,lavoratori o con l'Erario; essa ha il dovere di insediarsi nella parte del mondo dove paga meno tasse e contributi, dove trova la manodopera più efficiente e le materie prime meno costose.Del resto, l'italiano compra le auto a prescindere dalla nazionalità delproduttore.Per garantire salari elevati bisognerebbe proteggere le aziende nazionali, ma chi lo fa esce dall'Europa.È inoltre reato gravissimo, perseguito con accanimento dai nostri giudici, molto più di quanto avviene in altri Paesi, la "dazione" propiziatoria per aggiudicarsi una commessa internazionale, perché questa pratica va contro i principi della libera «concorrenza», in un mondo che premia i «migliori» . E poiché ogni impresa è un mondo a sé ed ha problemi «unici e irripetibili», la trattativa sindacale può essere solo aziendale. Per mantenere i capitali in «patria» , non serve la coercizione o la «demonizzazione mediatica»: quando le prospettive sono catastrofiche, la gente mette i soldi al sicuro. La norma sulla «voluntary disclosure» avrà effetti limitati, nonostante le pesanti sanzioni previste per il mancato rimpatrio; i capitali resteranno all'estero in modo «legittimo» o scapperanno fra qualche mese in «sempre» nuovi paradisi fiscali. Il fatto è che la gente teme una patrimoniale, pensa che la ripresa economica sia effimera e che la spartizione delle rendite, finita la paura, riprenderà come prima. Non ha tutti i torti, perché le condizioni per produrre in Italia sono ancora punitive rispetto a quelle di altri Paesi. Per diventare competitivi, bisognerebbe ridurre i costi del lavoro, le gabelle locali e le imposte, migliorare gli standard delle burocrazie e della giustizia. Il che non è alla portata dei governi, i quali devono avere la forza di proporre un nuovo patto sociale, condiviso dalla "classe produttiva". Cittadini, si dovrebbe dire, vi chiediamo uno sforzo eccezionale che peserà suipatrimoni. In cambio otterrete: sentenze secondo i migliori standard europei, aumento dei salari a fronte di produttività reale, un sistema fiscale che determini la convenienza a pagare le tasse in Italia. Vi propongo una legge elettorale che permetta di realizzare questo programma, una Costituzione che tuteli il profitto d'impresa. Un timido tentativo in questa direzione è stato fatto con il patto del Nazareno, che ha comportato il sacrificio del centrodestra, arrivato a far finta di non volere Mattarella per evitare la perdita dei voti della sinistra radicale. Una cosa si può ancora fare per ridurre il senso di claustrofobia che attanaglia il Paese: ottenere che questa legislazione di emergenza, abbia la durata massima di due o tre anni. __Domenica 15 febbraio 2015__ 17 @ commenta su www.liberoquotidiano.it LE ORIGINI Michele Ferrero è nato a Dogliani, in provincia di Cuneo, il 26 aprile 1925 da Pietro Ferrero e Piera Cillario. Il padre, classe 1898, ha diverse esperienze lavorative a Dogliani, ad Alba e a Torino, con una pasticceria nella centralissima via Berthollet. È lui che il 14 maggio del 1946 crea la Ferrero che cresce in modo costante e veloce negli anni anche grazie alla capacità imprenditoriale di Michele, che a soli 20 anni collabora alla sua conduzione. ::: LA STORIA DELLA FAMIGLIA PRODOTTI A 32 anni Michele, dopo la morte dello zio, si trova a guidare l’azienda in piena fase di sviluppo. Il 2 giugno 1971 viene nominato Cavaliere del Lavoro. Michele è anche l’inventore dei più famosi prodotti che da Mon Chéri (1956) a Kinder Cioccolato (1968), da Nutella (1964) a Tic Tac (1969), da Kinder Sorpresa (1974) a Ferrero Rocher (1982). I FIGLI A fine anni Settanta, periodo dei sequestri di persona per estorsione, manda i due figli Pietro (nella foto Ansa a sinistra) e Giovanni (nella foto Ansa a destra) a studiare a Bruxelles. Quando Michele lascia la carica di ad, va a vivere a Montecarlo, e dal giugno 1997 alla guida dell’azienda subentrano Pietro e Giovanni come Chief Executive Officer. IL DRAMMA Nell’aprile 2011 il figlio Pietro scompare in seguito ad un arresto cardiaco avvenuto durante una missione nell’Impresa Sociale in Sudafrica, così Giovanni va al vertice del gruppo come unico amministratore delegato. Per volontà di Michele Ferrero nel 1983 è nata la Fondazione Ferrero, con sede ad Alba. Nel 2005 ha creato le imprese sociali Ferrero, attive in India, Sud Africa e Camerun. Sempre nel 2005, Ciampi gli conferisce il titolo di Cavaliere di Gran Croce. Maestro di riservatezza ::: segue dalla prima NINO SUNSERI (...) umanitaria in Sudafrica. Già da diversi anniaveva lasciato il timone dell’azienda che rappresenta una delle poche multinazionali esistenti nel nostro Paese. Più di otto miliardi di fatturato presente in 53 Paesi con oltre 34.000 collaboratori e 20 stabilimenti produttivi e 9 aziende agricole. Era l’uomo più ricco d’Italia e il numero ventinove al mondo con un patrimonio che Bloomberg ha stimato in 23,4 miliardi. Di lui, però, non esistono interviste recenti e in questo era molto simile a Enrico Cuccia di cui è stato molto amico. Tuttavia dalla Borsa e dalla finanza è sempre rimasto ai margini. L’unica volta che le cronache economiche si occuparono di lui fu nellontano 1985 quando, insieme a Pietro Barilla, un altro patriarca dell’industria alimentare italiana, aveva costruito una cordata per rilevare la Sme ancora di proprietà dell’Iri. Si era contrapposto a Carlo De Benedetti. Poi le cose andarono come andarono e l’operazione sfumò in un diluvio di polemiche e di carte bollate. Forse scottato da quella esperienza decise che mai più avrebbe mescolato il nome della sua azienda con il listino di Piazza Affari e, soprattutto, con la politica. Nel 2009 rinunciò al colosso inglese del cioccolato Cadbury e più tardi, per la sua mancata partecipazione impedì la costruzione della cordata italiana che Corrado Passera, ancora amministratore delegato di Banca Intesa, voleva mettere insieme per tenere in Italia la proprietà della Parmalat. Forse i figli sarebbero anche stati disponibili al richiamo del banchiere e futuro ministro. Ma il vecchio patriarca si oppose e l’operazione sfumò. La Ferrero è diventata un colosso senza aver mai fatto un’acquisizione come si conviene alle imprese Addio a Michele Ferrero Senza di lui niente Nutella Ci lascia a 89 anni l’uomo più ricco d’Italia il cui motto era «Lavorare, creare e donare» Ha costruito un colosso senza Borsa o acquisizioni. Assaggiava e dava l’ok a tutti i suoi prodotti molto consapevoli della propria forza. La Toyota rivaleggia con Volkswagen per il primo posto nella classifica mondiale dei costruttori di auto senza mai aver comprato un concorrente: i marchi se li è costruiti in casa e liha affermati nel mercato internazionale. Altrettanto la Ferrero: è presente in tutto il mondo solo con la forza dei suoi prodotti. Solo per la capacità imprenditoriale di Michele. Solo per la sua straordinaria intuizione nel cogliere i gusti del pubblico. Racconta la leggenda, ma forse non si tratta nemmeno tanto di una leggenda,che provasse personalmente tutte le innovazioni e solo quelle che incontravano il suo Michele Ferrero il giorno del funerale del figlio Pietro [Ansa] gradimento andassero in commercio. L’episodio è raccontato da Gigi Padovani nel saggio «Nutella» (Rizzoli 2004) parlando delcosiddetto «gioco deltrenino» che Michele Ferrero faceva con i suoi collaboratori: sedutiattorno a un tavolo si trovavano davanti i vagoncini del piccolo convoglio con i nuovi prodotti da testare. Il capo distribuiva la pagellina per i giudizi dopo l’assaggio e si poteva dare un voto da 6 a 9, come a dire: comunque non andiamo sotto la sufficienza e la perfezione non esiste. Alla fine il discor- so di Ferrero era sostanzialmente sempre lo stesso: «Se c’è qualcosa da cambiare, si cambia.I milionidi clientiche ciaffidano i loro soldi devono essere contenti e tornare ad acquistare i nostri prodotti». Giuseppe Rossetto, sindaco di Alba per un decennio, ricorda che il patron della Ferrero si recava periodicamente nei supermercati per osservare da vicino i comportamenti della gente che compra. La storia racconta di un imprenditore come in Italia non se ne vedono molti. Sempre lontano dai riflettori, mai sul palcoscenico. Giornalisti e microfoni ben lontani dal quartier generale di Alba. A parlare Autotrasportatori a Taranto L’indotto dell’Ilva non cede al governo e dichiara sciopero ■■■ Ci ha provato, ma senza suc- cesso. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha tentato di convincere agli autotrasportatori che lavorano con l’Ilva a fermare la protesta. Con parole e promesse. Soprattutto, con un appuntamento. «Chiedo di sospendere le agitazioni previste per lunedì prossimo. Ho convocato gli autotrasportatori per mercoledì al ministero e in quell’incontro potremo verificare lo stato dei lavori della commissione parlamentare sul decreto per l’Ilva di Taranto e valutare insieme eventuali nuove ini- ziative in merito. Voglio rassicurare gli autotrasportatori che il governo è direttamente impegnato, il presidente del Consiglio in prima persona, per la soluzione del caso, e sono certo che, insieme, la troveremo». Un tentativo di addolcire la posizione di chi protesta ormai da quasi quattro settimane e minaccia di chiudere lo stabilimento, lavoratori che da otto mesi non percepiscono lo stipendio e pretendono il pagamento cash almeno di una parte dei crediti vantati (complessivamente 15 milioni di euro). E che, ora, non intendono abbassare la guardia nemmeno dopo le risposte del governo e l’annunciata dote di2 miliardi di euro su cui l’Ilva in amministrazione straordinaria potrà contare non appena il Parlamento convertirà in legge il decreto “Salva-Ilva”. Lupi ci ha provato, ma senza successo. Perché dopo il vertice di ieri a Roma gli autotrasportatori sono tornati a presidiare il varco C dello stabilimento di Taranto e, anzi, da domani, nonostante l’appello del ministro,inaspriranno la protesta: sarà ridotto da 20 a 10 il numero dei tir a erano solo i prodotti. Una profonda fede religiosa che lo portava sui trenibianchi dipellegrini in viaggio per Lourdes. Nel 1983 aveva dato vita alla Fondazione Ferrero, che oltre ad occuparsidegliex dipendenti promuove iniziative culturali e artistiche. «Lavorare, creare, donare», le tre parole che compaiono nel logo della Fondazione del Gruppo,neldna delquale è impressa la responsabilità sociale,un valore su cui Michele Ferrero ha insistito per tutta la vita. Fu proprio Michele a inventare i più famosi prodotti della Ferrero: da Mon Chéri (1956) a Kinder Cioccolato (1968), da Nutella (1964) a Tic Tac (1969), da Kinder Sorpresa (1974) a Ferrero Rocher (1982). Michele Ferrero era nato il 26 aprile del 1925 a Dogliani, piccolo comune di circa cinquemila abitanti in provincia diCuneo ad una trentina dichilometri da Alba. Suo padre Pietro apre nel 1942, proprio Alba in via Rattazzi, un laboratorio di pasticceria nel quale inizia a sperimentare la creazione di nuove golosità. La madre, Piera, conduce una rinomata pasticceria sempre in città. Michele inizia così, anche se alla morte del padre, il timone dell’azienda, che ormai è consolidata, passa nelle mani dello zio paterno e della madre. Prende le redini dell’azienda solo al finire degli anni ’50 e da allora il successo non avrà più termine. Come canale di comunicazione privilegiato sceglie lo sport. I testimonial sono tutti campioni prestigiosi: da Sandro Mazzol negli anni ’70 a Gullit, Vialli, Cabrini, Matthëus, Ruben Sosa, testimonial di «Vinci Campione» promozione legata ai Mondiali d’Italia 90 fino a Cesare Prandelli. Con ilmarchio Kinder,la pallacanestro di Bologna vive i suoi anni più importanti. Ma nell’immaginario collettivo il nome di Ferrero significa una sola cosa:la Nutella. La storia della Nutella inizia nel 1964, quando dalla fabbrica di Alba uscì la prima confezione. L'intuizione di Michele Ferrero fu quella di cambiare nome alla «Supercrema» prodotta neldopoguerra da suo padre che utilizzò le nocciole come pragmatica risposta alla carenza di cacao e di zucchero. E ne migliorò la formula, a talpunto da farla diventare la più famosa crema spalmabile alle nocciole e cacao del mondo.Per celebrarne i 50 anni le Poste hanno stampato anche un francobollo. Come si conviene quando bisogna celebrare l’Italia nel mondo. Una vecchia manifestazione davanti a Montecitorio per l’Ilva [Ansa] cui sarà consentito il passaggio per rifornire di materie prime l’Ilva. Lo hanno deciso i rappresentanti degli autotrasportatori nel corso di una riunione che si è svolta nel pomeriggio, a cui hanno partecipato tutte le sigle sindacali. «Siamo insoddisfatti delle risposte che ci sono state date e non sospendiamo l’agitazione ha spiegato Giacinto Fallone, uno dei tre portavoce della protesta degli autotrasportatori dell'indotto Ilva Martedì forse saremo a Roma con i nostri tir e non è escluso che bloccheremo i rifornimenti all’Ilva». 18 __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it A tu per tu di MATTIAS MAINIERO ::: lelettere [email protected] Le lettere via e-mail vanno inviate sottolineando nell’oggetto: “lettere“. Via posta vanno indirizzate a: Libero - viale L. Majno 42 - 20129 Milano, via fax al n. 02.999.66.264. RENZI/1 Matteo non è uno statista Per favore, non disturbate il conducente Buongiorno, caro amico. Stabilito che il naufragio Concordia ha trovato i suoi colpevoli, mi chiedo: ma la compagnia armatrice che parte ci fa? Come minimo risulta l’affidamento di un gigante dei mari ad una pletora di incapaci nemmeno in grado, non avendo una lingua comune, di passarsi un ordine elementare. Signor Mainiero, queste navi a chi sono in mano? Meno male che soffro il mal di mare. Buon lavoro e a rileggerla sempre con grande stima. Giampiero Evoldi Mantova *** A chi sono affidate le navi? E le auto? E i Comuni, le Province, le Regioni, il governo? Una volta sugli autobus c’era un cartello: non disturbate il conducente. Ovvio, il conducente (qualsiasi conducente) era impegnato a condurci. Doveva essere concentrato. Oggi pare che il conducente (molti conducenti) non vada disturbato perché ha altri importanti compiti. Importanti? Ma che dico: vitali. Il conducente deve intrattenere i suoi ospiti e le sue ospiti. Deve cenare e brindare. E chi siamo noi per arrogarci il diritto di disturbarlo? Il conducente deve parlare al cellulare. E possiamo noi, umili condotti, dirgli: «Ehi, bel tizio, laggiù c’è una curva, attento»? Il conducente deve condurre in porto gli affari personali e dei propri amici: poltrone da sistemare, consigli di amministrazione da controllare, qualche leggina per favorire questo o quello. E possiamo noi, condotti senza conducenti, ricordargli che lì al Comune, lì in Provincia, alla Regione o al governo, bisognerebbe condurre ben altre cose? Il conducente di oggi conduce se stesso verso la meta agognata, fa e disfa accordi, crea maggioranze che non esistono, le sfrutta, le sbriciola e ne crea altre. Il conducente di oggi (tanti conducenti) non ha neppure la patente popolare per condurre. Il conducente ci porterà al naufragio, e poi chiederà a noi chi era quel pazzo che conduceva, ditemi chi è che devo punirlo. E in tanti di noi purtroppo si inchinano, come quella nave lì, quel conducente lì, quel naufragio lì che è il naufragio di tutti noi. E il mal di mare non ci salverà. Aumenterà solo la nausea. [Reuters] [email protected] segui la rubrica anche su www. L’abbandono dell’aula di Montecitorio da parte delle opposizioni dimostra finalmente la dimensione provinciale del soggetto Renzi, inadeguato al ruolo che ricopre senza elezione. Marco Morbidelli e.mail Pagare il bollo auto è un’odissea La mia società nel 2014 ha acquistato una autovettura immatricolata a gennaio.Da bravo cittadino a inizio di febbraio, il mese successivo a quello di immatricolazione, cerco di pagare il bollo tramite la mia banca, ma non è possibile. Dopo vari tentativi infruttuosi, mi reco alla sede Aci di Milano in corso Venezia con il libretto. Mi dicono che occorre anche la visura della Camera di Commercio e il Certificato di Proprietà. Faccio presente che quest’ultimo è emesso da loro, quindi dovrebbero già averlo. No: mi dicono che è emesso dal Pra. Faccio presente che nell’intestazione e nell’ologramma è indicato Aci. Quello è Aci Italia, mi dicono, loro sono la delegazio- Copiamo i Paesi più evoluti Adesso basta con questi politicanti da strapazzo, la cui unica preoccupazione è la conquista del potere! Non se ne può più di leggere articoli in cui si parla esclusivamente di maneggi, di ricatti, di minacce,di scouting e di altre nauseanti strategie per racimolare voti da elettori disorientati. Se questi ciarlatani dedicassero la metà del tempo che impiegano nelle loro beghe da cortile, per affrontare i problemi dell’Italia, non spremendosi neanche troppo le meningi, ma limitandosia copiare quello che fanno i Paesi più evoluti (Gran Bretagna e Usa), forse potrebbero dare un impulso positivo alla nostra realtà. LOTTO Francesco Calini e.mail LA NEONATA MORTA/1 L’emergenza in clinica Nel caso della morte in ambulanza della neonata catanese, quello che trovo incredibile è che ci siano strutture private che non abbiano capacità e competenza per gestire le emergenze. Si fanno pagare l’intervento e poi scaricano i problemiagli ospedali pubblici. Troppo comodo, mi sembra. Roberto Zanella e.mail RENZI/3 Così ha deluso Berlusconi Credo che, in occasione della elezione del presidente della Repubblica, Berlusconi non sia stato ingannato da Renzi ma piuttosto deluso. Mi sono fatto l’idea che il Cavaliere credesse in Renzi e volesse fargli avere quello che lui non ha mai avuto: governare da moderato senza la palla al piede degli alleati di governo. Solo così mi spiego le sue ultime mosse “autolesioniste” dal punto di vista dell'interesse di partito come quella di accettare il premio alla lista e non alla BUROCRAZIA POLITICI Ma ora il premier è più forte Estrazione del 14/02/2015 BARI 58 35 17 37 30 CAGLIARI 12 49 FIRENZE 84 45 85 74 27 GENOVA 73 42 62 17 72 MILANO 15 25 16 83 55 67 9 CRISI ECONOMICA Toccato il fondo Istat: 14 trimestri a crescita zero ma la caduta si è arrestata. Certo, siamo arrivati in fondo. Livio Cepollina e.mail EUROPA La Mogherini ignorata Non sono un fan della Mogherini e della sua parte politica, ma un po’ di italico decoro ce l'ho ancora. D'altra parte la signora pesc è stata eletta da tutti i rappresentanti dell’Europa; ora perché per l'Ucraina si attivano la Merkel e l'Hollande in rappresentanza di tutti noi? Con un minimo d'orgoglio dovremmo ritirare tutto il nostro personale militare in giro per il mondo, e come noi dovrebbero farlo gli spagnoli, polacchi, cechi, ecc... lasciando tale compito a tedeschi e francesi. Penso che risparmieremmo non pochi euro e la cosa sarà possibile se saremmo tutti uniti. Molto probabilmente si riuscirà a creare una mentalità di Europa unita. 32 72 NAPOLI 8 PALERMO 29 69 68 25 49 ROMA 34 59 48 90 70 TORINO 80 VENEZIA 17 70 NAZIONALE 70 46 50 10 89 7 4 Antonio Giuliani e.mail 37 17 22 37 4 7 20 2 10eLOTTO N. oro 58 Roberto Nuara e.mail 7 8 12 15 17 25 29 34 35 42 45 49 58 59 67 69 70 73 80 84 LA NEONATA MORTA/2 I tagli alla sanità ne di Milano. Evidentemente l’Aci Italia non si fida di loro. Torno con tutta la documentazione, ma non è possibile pagare perché vi è un errore nel sistema (?). Mi dicono di recarmi presso la nuova sede della Regione Lombardia, Ufficio Tributi, in via Melchiorre Gioia (dall’altra parte di Milano) per sistemar il tutto. Dopo di che tornare da loro e finalmente effettuare il pagamento. Naturalmente il mio tempo e il mio disagio non contano niente: sono un suddito. E se invece di pagare avessi dovuto riscuotere cosa mai si sarebbero inventati? Pasquale Mirante Sessa Aurunca (Ce) Pierluigi Pittoni Pavia RENZI/2 Sono un elettore di centrodestra ex Fi e dico che quello che sta avvenendo può rafforzare Renzi. Di fronte alla popolazione italiana quello che appare è un premier, Renzi, che sta cercando di imporre una linea politica di riforme anche se in realtà la gente non entra nel merito di questo, gli basta l'entusiasmo del giovanotto perché pensa che comunque queste riforme sono meglio di quello che ci sta ora. La gente non capisce Fi e Berlusconi. Il cambio di passo è un equivoco. Il Nazareno non ci doveva essere perché Renzi si sapeva avrebbe sfruttato il percorso con Berlusconi e poi se ne sarebbe andato da solo. Il ragazzo è tosto e politico che sa dove vuole arrivare. Tanto che l’Aventino delle Opposizioni apparirà ridicolo alla maggioranza degli italiani, perché gli italiani vogliono in questo momento un uomo solo al comando. guenze dei tagli apportati, anche alla Sanità! coalizione.Ma Renzi ha dimostrato di non meritare tanta considerazione ed ora siamo ricadutinella palude delle meschine piccinerie del teatrino della politica. Peccato! Non ne usciremo bene. SUPERENALOTTO La combinazione vincente Fulvio Bellani e.mail 13 - 31 - 32 - 57 - 60 - 79 Numero jolly: 90 Sulla morte della neonata in Sicilia, il presidente Mattarella,esprime incredulità,il ministro della Sanità, invia gli ispettori e due Procure della Repubblica aprono delle inchieste. C’è necessità di assicurare un responsabile all’opinione pubblica. Si evita accuratamente di parlare delle conse- Numero SuperStar: 10 QUOTE SUPERENALOTTO • Nessun ”6” (jackpot 3.439.189,89) • All’unico ”5+1” vanno € 333.230,85 • Ai 5 ”5” vanno € 49.984,63 • Ai 605 “4” vanno € 424,13 • Ai 22.209 ”3” vanno € 22,80. QUOTE SUPERSTAR • Nessun “5 stella” • Ai 4 “4 stella” vanno € 42.413,00 • Ai 104 “3 stella” vanno € 2.280,00 • Ai 1.900 “2 stella” vanno € 100,00 • Ai 14.417 “1 stella” vanno € 10,00 • Ai 33.952 “0 stella” vanno € 5,00. • Montepremi: € 1.666.154,24 DISTRIBUTORE PER L’ITALIA E L’ESTERO PRESS-DI Distribuzione Stampa e Multimedia Srl STAMPA DIRETTORE RESPONSABILE Maurizio Belpietro LITOSUD SRL - Via Aldo Moro 2- Pessano con Bornago (MI) VICE DIRETTORI Massimo de’ Manzoni (vicario) - Franco Bechis Fausto Carioti - Pietro Senaldi L’UNIONE SARDA S.p.A. Centro stampa - Via Omodeo, 5 - 09030 Elmas (CA) LITOSUD SRL - Via Carlo Pesenti 130 - Roma S.t.s. S.p.A. - Strada V zona industriale, 35 - Catania LIBIA/1 L’Isis sul Mediterraneo Adesso che l’Isis è arrivata in Libia a Sirte, sul Mediterraneo, spero che quel che rimane di Mare Nostrum eviterà di andare in soccorso dei ter- EDITORIALE LIBERO S.r.l. SEDE LEGALE: Viale Luigi Majno, 42 - 20129 Milano CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PRESIDENTE: Arnaldo Rossi CONSIGLIERI: Carlo Lancella - Stefano Cecchetti CERTIFICATO N. 7376 DEL 10/12/2012 ISSN 1591-0423 DIRETTORE GENERALE Stefano Cecchetti REDAZIONE MILANO e AMMINISTRAZIONE Viale L. 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Si aggiunga, come ciliegina, l’aforisma diMontanelli: nella pubblica amministrazione tutto è difficile, la buona volontà è sgradita, la correttezza sospetta! Il nostro cancro si chiama Stato. Diamoci una mossa... Alessandro Giusti – via mail *** Caro Giordano, l’ho ascoltata interessato e divertito in Virus e gli argomenti sono stati vitali e significativi. La pubblica amministrazione rappresenta sempre la cronica nota dolens e Luttwak è stato un perfetto assist! Ma ho appena ottemperato alle disposizioni relative ai detentori di armi che rappresentano un piccolo campione di burocrazia. Per non tediare,sintetizzo e riassumo (dimostrabile nel dettaglio): ore cinque e mezzo di code varie, 81 euro costi diretti, tralascio gli spostamenti e le varie tiritere telefoniche. E, se vuole, attualizzi estendendo all’universo italico! Conclusione ovvia ma, roristi per portarli direttamente in Italia. se che ci sarebbero state appena pochi mesi dopo. La Libia, caduto Gheddafi è oggi una roccaforte dei tagliagole dell’Isis e un Paese allo sbando, da cui le nostre aziende devono scappare. Chissà se il compagno ex presidente Napolitano oggi darebbe ancora il permesso di bombardare quel Paese, facendo decollare gli aerei dalle basi nazionali. La sinistra italiana ha il potere di capire gli scenari sempre e costantemente in ritardo. Roberto Nuara e.mail LIBIA/2 L’arma dei barconi L’Isis mira a gestire il traffico degli esseri umani. I barconi sono utilizzati per far arrivare in Europa potenziali terroristi. Giorgio Fraschini e.mail Marco Sacchi Lecco LIBIA/3 La sinistra faccia «mea culpa» Sembra ieri quando la sinistra scendeva in piazza per l’uccisione di Gheddafi e colpevolizzava Berlusconi, definito un dittatore auspicandone la medesima fine (se non altro politica) per esserne "amico" e per aver chiuso accordi commerciali con il Rais. Al canto di "o bella ciao" i militanti di sinistra, miopi e intrisi di ideologia, non si rendevano conto delle amare sorpre- Cinque ore e mezzo di code per un porto d’armi? Mi sembra davvero poco, caro Giusti. Lei dev’essere un uomo fortunato. Consideri che, secondo gli ultimi dati Istat ogni italiano passa in media davanti allo sportello 400 ore l’anno, cioè 16 giorni. Avete capito bene: 16 giorni della nostra vita, ogni anno, vengono bruciati sull’altare della burocrazia per un equivalente monetario di circa 40 miliardi di euro. E le cose stanno peggiorando: negli ultimi dieci anni, infatti, secondo la Cgia di Mestre, la percentuale di FOIBE Aboliamo il giorno del ricordo Vorrei chiedere al presidente della Repubblica di cancellare la giornata della memoria perché certe commemorazioni è come se uccidessero per la seconda volta quelle povere vittime. Avere visto la presidente della Camera ricordare le vittime delle foibe senza mai dire che sono state vittime dei partigiani comunisti slavi e dei loro compagni ita- coloro che attendono più di 20 minuti davanti allo sportello dell’anagrafe è aumentato del 43,7 per cento. Presentare una dichiarazione dei redditi richiede 250 ore contro le 50 ore circa degli altri Paesi. E, alla faccia della semplificazione, negli ultimi sei anni sono state introdotte ben 629 norme fiscali, cioè una ogni tre giorni (sabato, domenica, Ferragosto e Natale compresi). Chi vuol fare impresa, poi, è spacciato. Secondo uno specifico rapporto della Banca Mondiale, è più facile aprire un’azienda in Botswana, Ruanda, Armenia e nelle isole Tonga piuttosto che in Italia. Da noi ci vogliono 234 giorni per ottenere un permesso di costruzione, mentre la media europea è sotto i 100 giorni. Il costo degli adempimenti amministrativi per le imprese italiane supera i 27 miliardi di euro: avviarne una nuova costa 2.700 euro contro una media europea di 370 euro. Vi pare poco? Io sono contento quando, come l’altra sera a Virus, incontro persone ottimiste e positive. Ma un conto è essere ottimisti, un conto è farsi prendere per il sedere… liani è stata l'ennesima pugnalata. Non parliamo poi della Rai che ha mandato in onda un programma che aveva lo scopo di giustificare l'operato degli slavi. Giorgio Boreggio e.mail sonaggi politicamente affidabili e presunte umoriste a base di ammiccamenti sessuali e scatologici. Carlo Xavier e.mail SANREMO/2 L’arte di far ridere SANREMO/1 Contento per Carlo Conti Non sono uno di quelli che aspetta tutto l’anno il Festival di Sanremo, ma due cifre le so leggere ed interpretare. E queste dicono che gli ascolti del buon Carlo Conti stracciano di gran lunga quellidell’anno scorso, quando al timone c’era lo scodinzolante Fazio, che solo perché fa il programma più intelligente di Rai 3 (così dicono), seguito come da ordini di partito, può eccellere in tutto. Comunque sono contento per il bravo conduttore toscano, capace di dimostrare che la professionalità, al netto di vestiti da incubo, comici così-così e vallette inadeguate e bisognose di corsi di dizione, va ben oltre a per- Molte voci contro la comicità di questigiorni all’Ariston, dove il Festival di Sanremo offre ottime canzoni ma soffre di umorismo. In effetti questo tentativo di far ridere o sorridere indugiando su schemi comici piuttosto inadeguati, è piaciuto assai poco. Ma perché inadeguati? Forse perché si ride quando c’è immediatezza e intelligenza. Troppe sottigliezze o, al contrario, troppe prevedibilità, spiazzano chi ti ascolta. La battuta deve essere ingegnosa ma diretta, celebrata in un contesto dove pause e mimica si amalgamano a creare il sorriso. Insomma, un bell’esercizio di pura arte. Fabio Sìcari Bergamo NORD: Ancora maltempo al Nordest con molte nubi e precipitazioni diffuse nevose oltre i 600-800m. Nuvoloso inizialmente anche al Nordovest con residui fenomeni tra alto Piemonte, Lombardia, Emilia. CENTRO: A tratti ancora instabile tra Toscana, Umbria ed alto Lazio, schiarite altrove. Torna tuttavia a peggiorare entro sera su Sardegna occidentale e settentrionale nonché su medio-alto versante tirrenico. SUD: Residuo maltempo tra bassa Campania, Calabria, Basilicata e Salento con fenomeni in graduale esaurimento da Ovest con ampie schiarite; qualche fenomeno anche sulla Sicilia occidentale. NORD: Prosegue il maltempo al Nordest con precipitazioni sparse, nevose sino in collina. Discreto al Nordovest ma con nubi di nuovo in aumento serale con nuovi fenomeni sparsi. CENTRO: Perturbazione in transito con fenomeni in marcia da Nord a Sud, nevosi oltre i 800-1100m. Migliora a fine giornata sulle Tirreniche. Temperature in diminuzione. SUD: Tempo di nuovo in peggioramento con fenomeni in estensione dalle Tirreniche ai restanti settori, nevosi in appennino dai 11001300m. Temperature di nuovo in calo. NORD: Ancora una giornata con instabilità diffusa su tutti i settori. Piogge e rovesci sparsi su settori di Nord-Est. Più asciutto su basso Piemonte e Liguria. .CENTRO: Il maltempo continua ad interessare tutte le regioni con maggiore instabilità sui settori adiratici. Migliora su Toscana e Lazio con cieli parzialmente nuvolosi. SUD: Coperto con pioggia deboli sui litorali e dorsale campana. Piogge e rovesci anche su Puglia, Molise e Calabria. Più soleggiato su Sicilia con qualche possibile fenomeno. Temperature previste oggi PUBBLICITÀ NAZIONALE Direzione Generale: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel. 02.3022 1/3837/3820 - Fax 02.30223214 e-mail: [email protected] Per le filiali di competenza territoriale: www. system24. ilsole24ore.com PUBBLICITÀ LOCALE Viale Milanofiori Strada 3, Palazzo B10 20090 Assago (Milano) Tel. 02. 57577.605/640 - [email protected] PUBBLICITÀ ONLINE Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel. 02 30223003 - Fax 02 30223058 e-mail: [email protected] www. websystem. ilsole24ore . com Abbonamenti nazionali ● 12 mesi: 6 giorni ● 6 mesi: 6 giorni ● 3 mesi: 6 giorni ● 12 mesi: 5 giorni ● 6 mesi: 5 giorni ● 3 mesi: 5 giorni ● 12 mesi: 4 giorni ● 6 mesi: 4 giorni ● 3 mesi: 4 giorni .....................................€ 290 .....................................€ 155 .....................................€ 85 .....................................€ 250 .....................................€ 130 .....................................€ 70 .....................................€ 205 .....................................€ 105 .....................................€ 60 Il versamento dovrà essere intestato a: Editoriale Libero S.r.l. 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Majno, 42 20129 Milano CAGLIARI CAMPOBASSO FIRENZE GENOVA L'AQUILA MILANO 5 -1 4 5 6 2 6 5 -1 5 11 7 13 10 14 9 13 10 7 7 MIN MAX NAPOLI PALERMO PERUGIA POTENZA PRATO ROMA FIUMICINO TORINO TRENTO TRIESTE VENEZIA 8 11 6 1 6 6 2 3 7 6 13 15 9 7 13 13 6 6 10 8 SPECIALI __Domenica 15febbraio2015__ QUOTIDIANO 20 La Società Italiana di Diabetologia il giorno di S. Valentino Parla Renzo Canetta, “guru” della ricerca oncologica BMS Il nuovo portale della SID “Oggi guarire è più facile per informare sul diabete grazie all’immunoterapia” «Per il lancio del nuovo portale della Società Italiana di Diabetologica, totalmente rinnovato nei contenuti e nella veste grafica - sottolinea il professor Enzo Bonora, presidente della SID - abbiamo scelto il giorno di S. Valentino, proprio a simboleggiare il sentimento che la nostra società scientifica nutre per le persone con diabete e per chi, a vario titolo, partecipa alla loro cura». Nel portale, visibile nella sua nuova veste all’indirizzo www.siditalia.it, possono essere reperite informazioni utili sia alle persone con diabete e i loro familiari che ai circa 2000 soci della SID, a tutti i medici e agli operatori sanitari che collaborano tutti insieme alla gestione del diabete, ai decisori in sanità (tecnici e politici) e a tutti coloro che sono interessati a conoscere la malattia, per curarla e per prevenirla. Ecco, più in dettaglio, i contenuti del sito che riguardano il pubblico, pazienti compresi. Nella sezione ‘DIVULGAZIONE’ - una sorta di ‘diabete dalla A ALLA Z’ - si trovano una serie di informazioni sulla diagnosi e il trattamento di questa condizione, dall’automonitoraggio alle te- ANDREA SERMONTI rapie utilizzate, dalla dieta all’attività fisica fino alla gestione dell’ipoglicemia. Questa sezione contiene anche un test per scoprire se si è a rischio di diabete, un glossario, il decalogo e una breve storia del diabete dal 1500 a.C. ad oggi. Nello spazio ‘INFORMAZIONE’ i lettori possono trovare l’elenco di tutti i centri diabetologici italiani e dei diabetologi, quelli delle associazioni pazienti, ma anche le norme legislative che interessano le persone con dia- bete (dalla legge 115/87, alle normative per la patente di guida) e il manifesto dei diritti della persona con diabete. Cliccando su ‘A TAVOLA CON IL DIABETE’, si trovano tabelle nutrizionali con indicazione sul contenuto di carboidrati, grassi, proteine e calorie dei più comuni alimenti e numerose ricette per godere della buona cucina in modo salutare. Qualche esempio? Gnocchetti sardi con zucchine e pesce spada, risotto ai tre cereali con straccetti di pollo, radicchio rosso e mela verde, alici al cartoccio con dadini di verdure. Ma il diabete si può imparare a conoscere anche attraverso un gioco che in una sezione dedicata propone una serie di quiz. Dottor Canetta, oggi è cambiata molto la terapia del tumore Prima di tutto, conoscendo i nostri malati e le terapie disponibili, ci siamo resi conto che era necessario fare un salto di qualità, proprio dal punto di vista metodologico e della comprensione della biologia. Inizialmente ci eravamo dedicati allo studio del sistema immunitario, e non avevamo in mente come obiettivo il cancro ma le malattie autoimmuni. Poi imparando a conoscere i meccanismi di funzionamento del sistema immunitario, abbiamo deciso di prendere questo grosso rischio e di reintrodurre l’immunologia - ancora vittima in oncologia di una cattiva fama - con nuovi criteri. Un ‘grosso’ rischio, ma i risultati direi che stanno pagando: siamo davvero di fronte ad una trasformazione epocale. In che senso? Non solo perché i risultati sono buoni, ma anche perché dal punto di vista delle conoscenze biologiche abbiamo in mano strumenti che ci consentono di offrire terapie molto diverse da quelle classiche, sia in termini di tossicità che in termini di efficacia. E con la possibilità di su- perare un ostacolo enorme biamo dovuto imparare di nuodell’oncologia, lo sviluppo della vo come utilizzare queste teraresistenza del tumore alle tera- pie, ma anche gli amministrapie. Che con le terapie immu- tori debbono valutare che tali nologiche, fortunatamente, non risultati producono risparmi abbiamo ancora riscontrato. nelle cure e nel recupero di atE questo ci consentirà di usare tività lavorativa di molti malati. la parola ‘guarire’ anche in on- E questo non sono vantaggi ancologia? che economici? Sono sempre molto cauto pri- E che speranze nutre per il doma di usare il termine ‘guarigio- mani? ne’: sicuramente, avendo svi- Più abbiamo approfondito la luppato farmaci come il cispla- conoscenza dei meccanismi di tino ed altri possiamo parlare funzionamento del sistema imdi guarigione per questo tipo di munitario, più abbiamo trovato patologia, nei tumori solialtre modalità di trattadi. Per l’immunologia mento che ci consenposso dire che sulla tono di associare base dei dati di cui farmaci immudisponiamo abnologici diversi. biamo lunghe soPer ora abbiamo pravvivenze in solo dati ‘prelipazienti che aveminari’, ma in rivano metastasi difma voglio dire… fuse in organi vitali. ‘spettacolari’! È Anche di dieci anni. Renzo Canetta possibile combinare E non sono guariti? farmaci immunologici in Onestamente non mi sento di maniera appropriata senza indirlo: di sicuro vivono bene, crementare la tossicità ma ausenza terapia e hanno recupe- mentando l’efficacia. I primi rato una funzionalità completa dati pubblicati della combinae una vita normale. zione di nivolumab e ipilimuProprio oggi che disponiamo mab sono, appunto, ‘spettacofinalmente di terapie innova- lari’: parlano di una sopravvitive ci accorgiamo di non ave- venza ad un anno dell’89% dei re i soldi per pagarle pazienti e del 79% a due anni. Siamo di fronte a problemi Nessuno dei due farmaci da so‘epocali’: noi come medici ab- lo arriva a questi risultati. BREVI Malattie infiammatorie intestinali Dolore/1 ‘Tocca’ 15 milioni di italiani “Ora che mi ci fai pensare” Il ‘vademecum sul dolore’ ORA CHE MI CI FAI PENSARE è un progetto promosso da AMICI onlus, realizzato in collaborazione di IG-IBD ed EFCCA con il sostegno incondizionato di MSD, per far conoscere la vita quotidiana delle persone che convivono con la Colite Ulcerosa o la Malattia di Crohn, Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (MICI). AMICI onlus ha deciso di raccontare le nuove prospettive che si sono aperte per le persone che convivono con la Colite Ulcerosa o la malattia di Crohn e ha scelto di farlo in un modo originale: attraverso i video realizzati direttamente dai pazienti, montati in un unico cortometraggio. Un racconto collettivo per immagini, un mosaico composto con le scene migliori dei video, selezionate e montate da Marco Costa, giovane regista e sceneggiatore emergente. L’invito rivolto a tutti i pazienti e ai loro familiari è quindi quello di armarsi di smartphone o videocamera per catturare momenti significativi della loro quotidianità e raccontare progetti, sogni, speranze. L’obiettivo potrà essere puntato su un oggetto, una persona, un luogo: qualsiasi cosa aiuti altre persone a capire meglio cosa significa convivere con una MICI e non rinunciare a vivere la propria vita. Dall’11 febbraio al 30 aprile 2015, i pazienti con MICI e i loro familiari potranno caricare i loro video, di durata non superiore ai 15 minuti, sul sito www.orachemicifaipensare.it dove si trovano inoltre il regolamento e tutte le altre informazioni utili per partecipare all’iniziativa. (L. LUC.) Federconsumatori, insieme a Fondazione ANT Italia ONLUS e IMPACT Proactive, e con il patrocinio del Ministero della Salute, ha lanciato una capillare campagna nazionale di sensibilizzazione con l’obiettivo di rendere più informati e consapevoli i cittadini sugli strumenti legislativi e medici per combattere il dolore. Dall’impegno congiunto dei tre enti è nato così un apposito “Vademecum sul dolore”, esaustivo e di facile consultazione, per informare il più ampio numero possibile di cittadini: per poter riconoscere il dolore e saper valutare i propri sintomi, per conoscere i farmaci, ma soprattutto per sapere a chi rivolgersi, dove sono ubicati i centri di terapia del dolore e i centri di cure palliative, e quali sono i diritti dei cittadini garantiti dalla Legge 38/2010. Il ‘Vademecum sul dolore’, accompagnato da una locandina, sarà a disposizione dei cittadini negli oltre 1000 sportelli di Federconsumatori e nelle 120 Delegazioni di Fondazione ANT dislocate su tutto il territorio italiano, e sarà distribuito a tutti i partner coinvolti; sarà inoltre scaricabile dai tre siti di Federconsumatori, ANT e IMPACT proactive. Per restare più vicini ai cittadini, a distanza di due mesi dal lancio della campagna sarà diffuso, con la stessa capillarità del materiale informativo, un questionario per cogliere le reali esigenze, appunto, del cittadino. (F. MAR.) Dai malati un appello ai Deputati Dolore/2 Realtà sottodiagnosticata Sanità una e indivisibile Progetto ‘6 D.E.I. nostri?’ Un appello ai Deputati per la modifica del titolo V della Costituzione “irripetibile opportunità di fare recuperare allo Stato centrale il diritto a esercitare i poteri sostitutivi nei confronti delle Regioni inadempienti nell’attuazione dei LEA” è stato promosso dalla Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) e sottoscritto dalle più importanti federazioni ombrello o associazioni di malati di rilevanza nazionale di quasi tutte le patologie al fine di tutelare il diritto alla salute: Ass. Nazionale Emodializzati Dialisi e trapianto (Aned) - Diabete Forum, giovani ed adulti, uniti per il diabete - Federazione delle Associazioni Emofilici (Fedemo) - Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA) – Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR) - Associazione Pro Immunodeficienze Primitive Italiane (Pro Idpi) - Federazione italiana incontinenti e disfunzioni del pavimento pelvico (FincoPP) - Duchenne Parent Project - Associazione Persone con Malattie Reumatiche (APMAR) - Associazione per la Lo tta all’Ictus cerebrale (A.L.I.Ce Italia) - Associazione Italiana Malformazioni Ano Rettali AIMAR) - Gruppo italiano per la lotta alla sclerodermia (GILS) - Associazione Malati Ipertensione Polmonare (AMIP) - Associazione famiglie di soggetti con deficit dell’ormone della crescita e altre patologie (A.Fa.D.O.C.) - Associazione Italiana Pazienti BPCO - Associazione Italiana Malformazione di Chiari AIMA Child. (I. SER.) Il Dolore Episodico Intenso (D.E.I.) è quel ‘picco’ di sofferenza che insorge all’improvviso in pazienti che già soffrono di dolore da cancro e che colpisce tra il 30 e il 50 percento di questi malati oncologici. Nonostante sia causa di una importante compromissione della qualità della vita, il D.E.I. è una realtà clinica ancora sottostimata e sottodiagnosticata, spesso trattata con farmaci non appropriati. A Napoli il convegno ‘Ascolto e relazione nel percorso di cura: 6 D.E.I. nostri?’, promosso dall’azienda farmaceutica Angelini, ha fatto il punto su come migliorare la gestione di questa patologia, identificando il rapporto tra medico e paziente quale fattore essenziale per il successo del percorso di cura. Capacità di ascolto e di dialogo risultano di particolare valore in un contesto, quale è quello oncologico, complesso e ricco di implicazioni culturali e psicologiche, che costituiscono la chiave per un’alleanza terapeutica efficace. L’evento partenopeo segna l’inizio di un percorso che coinvolgerà i terapisti del dolore in prima persona e culminerà nella pubblicazione di un volume con le più belle storie di “straordinaria” comunicazione medico-paziente. Presentata inoltre una nuova opzione farmacologica per la terapia del D.E.I.: una formulazione di fentanyl citrato sublinguale caratterizzata da elevata rapidità d’azione e flessibilità posologica. (P. MON.) Redazione: [email protected] SPECIALI 21 Numero 155 __Domenica 15 febbraio 2015__ SETTIMANALE DI SATIRA AUTARCHICA a cura di Francesco Borgonovo e Alessio Di Mauro Scontro Sel-Pd: la guerra degli insulti Frocetto vs Fascista di Massimiliano Ciarrocca DEP. PD “Comunista di merda!” DEP. SEL “Comunista a chi? Partigiano!” DEP. PD “Partigiano a me? Brutto leninista schifoso!” DEP. SEL “Ah sì? Allora tu sei uno stalinista da quattro soldi!” DEP. PD “Sai che ti dico? Trotskista morto di fame!” DEP. SEL “Come?” DEP. PD “Trotskista! Ho detto che sei un trotskista!” DEP. SEL “Cos’è un trotskista?” DEP. PD “Boh? Lo dicevano certi amici a mio zio.” DEP. SEL “E tuo zio per chi teneva?” DEP. PD “Per la Juve.” DEP. SEL “No, intendo politicamente. Come si professava?” DEP. PD “Mi pare fosse leninista.” DEP. SEL “E dire trotskista a un leninista era un insulto?” DEP. PD “Lui ci si incazzava a morte, quindi credo di sì.” DEP. SEL “Stasera controllo su Wikipedia.” DEP. PD “Bravo, poi fammi sapere.” DEP. SEL “Ok!” DEP. PD “Grazie frocetto!” DEP. SEL “Come ti permetti?” DEP. PD “Fro-ce-tto! Fro-ce-tto!” DEP. SEL “Nichi, questo qui mi ha detto frocetto!” VENDOLA “Beh, è vero che fei frocio!” Sergio Mattarella 50 sfumature di grigio DEP. SEL “Frocio è politicamente scorretto però come insulto!” VENDOLA “In un’ottica del paffato fì, ma in linea di maffima frocio è folo una connotazione fimpatica della noftra condizione di omofeffualità, quindi, effendo noi veramente omofeffuali non poffiamo proteftare contro chi ci dice frocio.” DEP. SEL “E va bene. Allora sai cosa ti dico amico del PD? Che voi siete solo degli sporchi fascisti!” DEP. PD “Beh, grazie!” DEP. SEL “Come grazie?” DEP. PD “Sono anni che aspetto di sentirmelo dire. Quindi, grazie amico mio frocetto comunista!” DEP. SEL “Allora è vero che siete fascisti! Lo hai ammesso!” DEP. PD “E che c’era bisogno di ammetterlo? Ci manca solo di ammazzare il capo dell’opposizione…” DEP. SEL “Non ne avete le palle eh?” DEP. PD “No, amico mio comunista ricchioncello. Il problema è che l’opposizione non esiste. Chi ammazziamo, scusa?” DEP. SEL “E allora perché stai litigando con me, se l’opposizione non esiste?” DEP. PD “Perché le risse fanno audience anche se voi non siete nessuno. E adesso scappo che c’è Sanremo. Ciao ricchione!” LEI (Davanti al cinema con lui): Finammente una bella serata di cuttura. A me mi piaciono i fimm dei libbri, a tipo Via col vento... (resta così, non gliene viene in mente un altro) Una pedata per San Valentino di Ottavio Cappellani LUI: Batman... e infilami ne cinima. LEI: Bravo, Batman! I film dei libbri sono più di cuttura, che tu esci e ti senti più intelliggente. LUI (Le dà una pedata). LUI (Le apre la porta del cinema) LEI: Ma che sei pazzooooo? Ma non ti fare vedere che mi fai le gentilezze, prima che ci prendono per arrampicatori socialnet. Dammi una pedata, dai dai, dammi una pedata LEI (Abbolando all’interno del cinema e urtando una signora): Scusi signora, ma il mio fidanzato mi ha appena dato una pedata. LA SIGNORA: Uh che cariiiiiiiino! Guaddi anche a me, per San Valentino, guardi che bello livido mi ha fatto mio marito. LEI: Ma troooooppo trendy signora! Me lo posso fare un seffi col suo livido. CLICK LA SIGNORA: Come si vede che lei ha guardato il libbro prima di leggersi i fimm! LEI: A ci pare che sono senza le elementari. Come a queste che ora da domani ci pare che sono tutte fascion blogger solo perché le pigliano a tumpulate! Mio marito mi prende a colpi di sedia dalla prima edizione di Sfumature puntata una. DOPO LA PROIEZIONE. GLI SPETTATORI ESCONO IN STRADA. COMMENTI: “Andiamo a mecchidonads e mi strichi tutto il crispy ’n della testa?”. “Mi potti al bouling e mi usi come palla?”. “Andiamo in discoteca e mi lasci chiusa nella macchina mentre tu vai a divertirti con le altre, ma solo per maltrattarmi perché si vede che mi pensi?”. “Mi potti a pronto soccosso a guaddare le vetrine delle ingessature nuove?”. SPECIALI __Domenica 15febbraio2015__ C aro Maurizio Milani, ti sto scrivendo a nome di tutte le donne famose alle quali sono indirizzate le tue splendide lettere d’amore finalmente catalogate per essere consegnate alla Storia in questo splendido volume appena pubblicato da Wingsbert e intitolato Lettere d’amore. Perché le donne vogliono l’uomo che nel parlare esagera, pagg. 224, € 14. Anna Tatangelo, Edvige Fenech, Pink, Britney Spears, Monica Bellucci eccetera, insomma tutte le donne vip che sono state baciate dalla fortuna S P E C I A L E 22 Lettera a Milani di Gemma Gaetani d’esser destinatarie di una tua lettera d'amore, si sono riunite per parlare di cosa fare con te. Non è stato facile, per esse, superare la gelosia che le ha colte nel momento in cui hanno capito che nessuna di loro era la proprietaria esclusiva del tuo cuore grafomane. Ma poi sono riuscite. Il maschio, si sa, è seriale... E noi, per un maschio come te, siamo pronte ad accettare di condividerti. Ciò che noi ti proponiamo, infatti, è d’intessere una relazione con tutte noi, perché tutto il tuo amore non vada sprecato, non resti inascoltato. Ti chiederai come mi permetto di mettermi anch’io nel gruppo delle indirizzatarie delle tue lettere... Mi andò male quando m’innamorai d’un altro che non era mio marito. Ma stavolta confido in un esito positivo, perché tu non sei un truce panettiere, ma un intellettuale e un gentiluomo. Ti stimo moltissimo. Tua Pina Fantozzi Demi Moore La giornata di... Marianna Madia di Simone Morano Ore 10.00 In vista di un eventuale rimpasto di governo, spiega a Renzi che gradirebbe il ministero degli Esteri, “perché ho fatto Parigi, Londra e Barcellona, ma mi mancano ancora Berlino e Madrid. E poi vorrei tornare a Mykonos”. Ore 11.30 Rivela che lei in occasione della prima votazione per il nuovo presidente della Repubblica aveva scelto Magalli: “Ero curiosa di sapere se come first lady avrebbe scelto Adriana Volpe o Demo Morselli. Per la seconda votazione, invece, ho scelto Imposimato, solo perché volevo vedere Rita Dalla Chiesa ministro della Giustizia”. Ore 11.59 In qualità di ministro della Semplificazione, annuncia che dall’anno prossimo il testo dell’Inno di Mameli sarà modificato in: “Fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Italia. Fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Italia. Fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Ità. Fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Italia, fratelli d’Ità!”. Ore 14.40 Regala a Pippo Civati il dvd del suo film preferito, Scinder List. Ore 15.50 Convoca una conferenza stampa per spiegare che “uno dei più grandi problemi dell’Italia è la burocrazia: pensate che io ci ho messo 33 anni per diventare ministro”. Poi aggiunge: “Bisogna velocizzare i tempi, snellire le procedure, eliminare la carta: da oggi per pagare mazzette e tangenti si potrà usare il Bancomat. Inoltre, spazio alla posta elettronica certificata: le e-mail Enlarge Your Penis non arriveranno più da qualche sconosciuto principe nigeriano, ma dagli assessori regionali. Infine, ogni amministrazione locale dovrà avere un profilo su Facebook, su Twitter, su Instagram e su Youporn. Ah, dite che è un sito con immagini pornografiche? Va bene, allora niente Instagram”. Gentilissima Demi, mi chiedo spesso perché le scrivo tutti i giorni da quindici anni. Non certo perché mi sento solo. Sono felicemente sposato con una cantante lirica tedesca di trentacinque anni. Abbiamo una bellissima famiglia con due giovanotti di quindici e quindici anni e mezzo (il secondo è nato in provetta). La verità, gentile Demi, è una: sono innamorato come uno scemo di lei. Ho piombato tutti i canali musicali di modo da non poterla più vedere. Ma non è servito a niente. In edicola c’era un magazine speciale su di lei. Ebbene sì, li ho comprati tutti: dieci nella mia edicola e altri milleottocento facendo il giro delle edicole di Milano. Sì, voglio dirlo, sono geloso che qualcun altro abbia in casa delle tue foto. Demi, amore! Puoi mandarmi una tua foto con un bacio sulla foto stessa? (che si vede tramite rossetto). Non mi importa se lo fai tu o il tuo ufficio stampa. Basta che me lo mandi. Ieri la mia ditta ha chiuso. Per me ha fatto bene. Parlo contro il mio interesse, ma su venti dipendenti che lavoravano erano in cinque. Gli altri (compreso me) stavano tutto il giorno imboscati nel magazzino (che nessuno, nemmeno il padrone, sa che c’è). Tante volte mi chiedo: ma perché i nomadi a Milano non si trovano un bar. Tavola calda? Io come cliente ci andrei, sia a colazione che a prendermi un toast. Forse si aspettano che il bar glielo compri il comune? Per me sarebbe giusto. In fondo per il comune cosa sono centocinquantamila euro per ritirare una licenza di bar e darla in gestione a noi nomadi? Demi, adesso ti devo lasciare per motivi vari. Ti scrivo ancora domani... È già domani. Demi, amore, sono stato tutto il giorno a pensare a cosa scriverti oggi. Non mi è venuto in mente niente, per cui tieni buona la lettera di ieri. Bene o male i concetti espressi sono questi: “Amore” “Ti amo” “Voglio baciarti” “Sto diventando scemo per te” Volevo chiederti una cosa, se puoi. Demi, amore, tu, Rihanna, Beyoncé, Keisha Pixie Lott potreste cantare nel coro della Scala? La data è oggi pomeriggio alle cinque. Nicole Minetti Gentile Nicoletta, ieri sono corso a Ibiza per vederti. Avevo letto su Visto che hai aperto un ristorante. Tu non c’eri. Dalla delusione d’amore ho finanziato una lista civica che si presenta alle pros- D d siamo Dc). Ieri ho mangiato un delfino. Ero in gita all’estero e lì c’è quella tradizione. All’inizio non volevo, poi si. È abbastanza buono. Il console italiano del posto è venuto a sapere che un suo concittadino ha mangiato un delfinetto e mi ha dato la multa. Non c’è problema. La pagherò con comodo. Alla fine cosa ho fatto? Voglio dirti la verità: tu Claudia sei il massimo che un uomo possa avere come morosa. Però oggi il mio sogno sarebbe di fidanzarmi con una donna medico di trentun anni. Anche perché c’è una così che forse mi prende come fidanzato, mentre tu è impossibile che ti fidanzi con me. Comunque ti penserò sempre anche quando bacerò la donna medico di trentun anni. Anzi, penserò di baciare te. A lei non lo dico sennò si offende. Carlo, tuo per sempre. sime elezioni per il sindaco di Ibiza. Dovremmo vincere. Poi tutto il consiglio comunale farà quello che dico io, di riflesso quello che dici tu se mi sposi, ma anche solo se ti fidanzi con me. Ti amo tanto. Tengo nei miei ricordi più cari la foto in costume dove sfili nella settimana della moda. È la foto più bella della storia della moda. Sei bellissima. Romantica: Senatrice Maria Rosaria, lei è la più bella parlamentare italiana. Tanti sono innamorati di lei, sia al Parlamento che nel Paese. Ancora un saluto. Firmato: un falso cabarettista. Maria Sharapova Gentilissima Maria Sharapova, la amo e basta! Il mio sogno sarebbe fare un set con lei in un campetto di periferia a Milano (superficie veloce). La gente passa, vede due che giocano a tennis ma non fa caso a noi. Non sanno che c’è la più bella e brava tennista della storia. P.S.: Fine lettera d’amore. Claudia Schiffer Gentilissima Claudia, l’innamoramento potentissimo che avevo negli anni Ottanta verso di lei era scomparso. Finché me la vedo all’improvviso in ogni canale, a ogni ora. Adesso nella pubblicità che fa è ancora più bella di allora, che era impossibile. Claudia, amore, farò tutto quello che dice lei. Comprerò quell’auto, quel telefonino, quel deodorante. Tutto! Tutto! Tutto! Tutto! Farò e comprerò tutto quello tu, Claudia, dici. Anche votare Ppe (che poi lo voto già). A proposito, Claudia, cosa ne dici di appoggiare la candidatura di Gabriele Albertini a sindaco di Milano? Se in campagna elettorale lo sostieni lui vince. Per me è il miglior sindaco possibile, poi la pensa come noi due (tu e io, Claudia, Maria Rosaria Rossi Gentile dottoressa, sono un operaio di sessantacinque anni. Ho sempre votato Forza Italia (anche quando si chiamava Dc). Ma ho saputo dalla stampa che il movimento è in crisi finanziaria. Mi permetta di donare 99.000 euro a mio nome, 99.000 euro a nome di mio zio e altri 792.000 euro divisi per altri otto parenti. Non per vantarmi, ma ho una rendita di buoni fruttiferi postali che mi permette tutto ciò. Mi permetta un appunto, perché non facciamo anche noi come la sinistra? Gli artisti legati a questo carrozzone sono pagati moltissimo. Loro per riconoscenza versano il 50 per cento dei guadagni. Perché non formiamo un bel carrozzone anche noi? Alcuni miei amici di Forza Italia mi dicono: “Non ho mai detto di essere del Ppe però se mi danno un milione di euro di ingaggio sono ben lieto di girarne 950.000 al partito. Non per mancare di rispetto, ma io con 50.000 l’anno vivo bene. La casa ce l’ho. Nel salutarla cordialmente mi permetta la divagazione. Barbara D’Urso Inizio: Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore!Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Amore! Questa per me è la lettera d’amore più importante. Le altre sono scherzi. A SPECIALI è i o e i n e è . ò o i u e o e . o n n ì e __Domenica 15 febbraio 2015__ Dopo l’exploit di Conchita Wurst Una ballerina calva a Sanremo 2016 di Giuseppe Pollicelli I l grande successo di pubblico ottenuto dall’ultimo Sanremo ha persuaso gli organizzatori che alcuni dei contenuti di quest’anno vadano ripresi e potenziati in vista dell’edizione del 2016. Un caso emblematico è rappresentato dall’austriaco Tom Neuwirth, meglio noto come Conchita Wurst, cantante austriaco ormai famoso a livello internazionale un po’ per la bella voce e molto perché abbina abiti e movenze femminili a una barba di sette giorni. Visto il gradimento riscosso da Conchita Wurst, per l’anno venturo sono già stati individuati tre artisti in grado di non farlo rimpiangere. Ecco chi sono. a vestirsi con abiti da donna molto scollati sia davanti che dietro, tanto la sua schiena quanto il suo petto sono ricoperti da un fitto strato di peli che Charquero non si fa problemi a mostrare. Ashley Gabbidon Fenomenale trapezista gallese di 25 anni, ha un fisico da pin-up e un favoloso stacco di gambe ma, a dispetto delle apparenze, è un uomo. Particolare che Pedro Charquero Quarantenne uruguayano, è un eccezionale suonatore di mandolino e, in patria, i suoi concerti fanno sempre il tutto esaurito. La sua più notevole caratteristica è che, malgrado l’aspetto estremamente effeminato e l’abitudine l’artista rimarca adornando il proprio viso con due lunghissimi mustacchi che, abilmente annodatili al trapezio, utilizza per dondolarsi avanti e indietro, suscitando così l’entusiasmo dei suoi tanti ammiratori di tutte le età. Corneel Balkestein Questo formidabile ballerino di forró, nato a Rotterdam 34 anni or sono, pur essendo un individuo di sesso maschile percepisce se stesso come una donna e si regola di conseguenza. Il suo modo di fare e il suo timbro di voce, non a caso, sono giudicati fra i più irresistibilmente femminili dei nostri giorni, e qualche mese fa Corneel è stato addirittura proclamato la donna più sexy del mondo dalla rivista americana Inspire. Che il suo segreto sia nell’avanzatissima calvizie che sfoggia con assoluta nonchalance e imprevedibili effetti seduttivi? e a , n o i o è o i o . , i e e i n é e i o o . l i i i o o e r n a Aridatece Baffone di Giovannino Guareschi (a cura di Egidio Bandini) PROGRESSI DEL VIDEO SANREMO SHOW - È una cannonata! Lei riceve contemporaneamente primo e secondo canale e, facendo funzionare solo il video del primo e l’audio del secondo o viceversa, può ottenere finalmente dei programmi originali, intelligenti e divertenti. - Secondo me lo spettacolo sarebbe risultato più interessante lasciando un intervallo fra i vari gruppi di canzoni. - Ancora meglio lasciando una sola canzone fra i vari gruppi d’intervalli. i ! a SETTIMANALE DI SATIRA AUTARCHICA Fondato da Francesco Borgonovo e Alessio Di Mauro COLLABORANO Egidio Bandini, Ottavio Cappellani, Massimiliano Ciarrocca, Silvio Di Giorgio, Dragan, Gemma Gaetani, Flavio Gipo, LaFont, Walter Leoni, Maurizio Milani, Adelmo Monachese, Simone Morano, Panif, Giuseppe Pellegrini, Stefano Pisani, Giuseppe Pollicelli, Renato Santin, Scronda CONTATTI [email protected] - twitter @liberoveleno Dopo l’Eur a luci rosse, le altre iniziative di Marino Il Tevere congelato di Gemma Gaetani I l progetto dell’Eur quartiere a luci rosse, molto amato dal sindaco romano, ha ricevuto il niet del Pd. Che barbosi... A nulla è valso il tentativo di Ignazio di confondere coloro che nel partito gli sono ostili: “Qual increscioso e tristo fraintendimento! Volevo l’Eur quartiere delle zoccole nel senso di grossi ratti, pantecane! Ma cos’avete inteso mai? Orsù...”. A nostro avviso il Pd commette un grande errore castrando le fantastiche idee di Marino per trasformare Roma in una capitale europea, anzi mondiale, all’avanguardia della civiltà. Oltre alla tutela del diritto dell’uomo al sesso mercenario, che purtroppo non gli è riuscita, eccovene in anteprima altre due. EUTANASIA STRADALE Marino ha pensato di coniugare il rinomato traffico romano e la difesa del diritto all’eutanasia di chi tanto schiatterà a causa di una malattia incurabile sostituendo i rettangoli bianchi delle strisce pedonali con i corpi (sedati, perché non si oppongano) dei malati, onde farli passare a miglior vita con un semplice ma gentile investimento. CONGELARE CHIMICAMENTE IL TEVERE Ciò trasformerebbe il fiume in una strada alternativa che attraversa la città, da utilizzare facilmente grazie a sci, bob e sacchi dell’immondizia (per i poveri) da porre semplicemente sotto al culo e scivolare, tutti forniti dal Comune. IL SANPIETRINO PORTACHIAVI AUTODIFENSIVO Ovvero rimuovere ovunque i sanpietrini, fornirne uno ad ogni cittadino perché lo utilizzi come pratico portachiavi ben difficile da non trovare e, al contempo, da utilizzare per spaccare la faccia a qualsiasi malintenzionato gli si ponga davanti. Speriamo che almeno queste il geniale riesca a realizzarle. 23 24 __Domenica 15 febbraio 2015__ L’ex ministro Xavier Darcos è il nuovo «Immortale di Francia» Agli Uffizi la prima monografica dedicata a Gherardo delle Notti Lo scrittore e storico della letteratura Xavier Darcos, 67 anni, è il nuovo «Immortale di Francia». L’ex ministro dell’Educazione (2007-2009) ha fatto il suo ingresso solenne nell’Académie Française, prendendo il posto dello scrittore Pierre-Jean Remy (scomparso nel 2010) e pronunciandone l’elogio. Ex professore di letteratura comparata alla Sorbona, Darcos è autore di oltre venti libri, tra cui un’antologia della poesia francese e una storia della letteratura francese. La Galleria degli Uffizi apre la stagione espositiva di «Firenze 2015. Un anno ad arte» con la prima mostra monografica (fino al 24 maggio), a cura di Gianni Papi, dedicata al pittore caravaggesco di origine olandese Gerrit van Honthorst (1592-1656), più noto al pubblico italiano come Gherardo delle Notti per la particolarità di ritrarre scene a lume di notte, con suggestivi effetti luministici, generati dall'intenso chiarore della luce di candela, contrapposti alle ombre. L’iniziativa di «Libero» Così la tiranna Oriana mi ha insegnato la libertà In edicola da martedì con il nostro quotidiano il libro autobiografico di Attala Perazzini, per alcuni mesi assistente della Fallaci: donna terribile ma incredibilmente affascinante «Giordano» di Caterini Il guardiano notturno sepolto vivo in garage Storia di un fallito ::: PIER MARIO FASANOTTI ■■■ Un giovane scrittore (1981) da tenere d’oc- ::: PAOLO BIANCHI ■■■ Una tiranna bisbetica. Decisamente antipatica. Eppure. È il ritratto di Oriana Fallaci così come dipinto da Elena Attala Perazzini, autrice de I miei giorni con Oriana Fallaci (Barney Edizioni, pp. 128), il libro che sarà in edicola con Libero a partire da martedì 17 febbraio,a soli5,60 euro (più il prezzo del quotidiano). La narrazione procede da un fatto vero, autobiografico. Chi racconta è stata assistente della scrittrice e giornalista toscana, a New York, per alcuni mesi dell’inverno 1998-1999. Un'esperienza forte e che ha lasciato il segno. Sono tempi, questi, di grandi rievocazioni della Fallaci. Pare volersi compiere la sua apocalittica profezia di un’Europa mite e indolente, soccombente di fronte all’offensiva islamica, così come ipotizzato ne La rabbia e l’orgoglio, il pamphlet pubblicato nel 2001 e seguìto tre anni dopo dall’altrettanto vigoroso La forza della ragione. Lunedì e martedì prossimi, 16 e 17 febbraio, Raiuno trasmetterà una fiction in due puntate dedicata alla sua vita. Mentre proseguono le ristampe della sua opera, saggi,romanzi e reportage realizzati ai quattro angoli del mondo dove lei, prima donna italiana a fare l’inviata di guerra, era solita intervistare i grandi della storia, provocandoli con domande e atteggiamenti ISOLATA A NEW YORK La scrittrice e giornalista fiorentina Oriana Fallaci (1929-2006), a New York. A sinistra, la copertina del libro di Elena Attala Perazzini [LaPresse-Archivio Oggi] del tutto fuori dal comune. Un esempio: togliersi davanti a un inorridito Khomeini, padrone dell’Iran, il velo imposto a tutte le donne. Il libro di Attala Perazzini ci immerge in un’atmosfera di puro terrore reverenziale. Dal 1990 Oriana Fallaci aveva lasciato l’Italia e si era ritirata a New York, in un villino dell’Upper East Side di Manhattan. Aveva anche un ufficio nella sede locale della Rizzoli, ma non ci andava mai. Si avvaleva della collaborazione di assistenti, o «segretari», come preferiva venissero chiamati, che trattava in maniera tanto dispotica da indurli ad alzare i tacchi ben presto, quando non era lei stessa a licenziarli. La chiave narrativa di questo libro è proprio questa: risiede nella tensione della protagonista nel trovarsi di fronte a una personalità tanto complessa e temibile. Ma, ça va sans dire, profondamente affascinante. Attratta dallo slancio vitalistico di una città inarrivabile, in quel momento non ancora colpita dagli attentati e dunque considerata il centro onnipotente della civiltà occidentale, la giovane Elena è dotata di grinta e resistenza. Grazie all’ottimo curriculum,e a un breve e inquietante colloquio, viene assunta. I diktat però sono da subito pesanti e ben presto si moltiplicano. La ragazza non dovrà dire a nessuno diessere stata reclutata a servizio della Signora. Dovrà fungere da filtro verso l’esterno, usando modi e formule anche linguistiche ben specificate. Senza sgarrare di un minuto o di una parola. Imparerà a essere redarguita, offesa e derisa, senza poter ribattere. Epperò, in tutto questo, vivrà momenti di intensa soddisfazione. Quelli in cui la Signora finalmente le aprirà qualche spiraglio, ammettendola al suo cospetto in momenti d’intimità in cui, tra una coppa di champagne e un assaggio di fragole e lamponi, le parlerà a tu per tu. Il Fallaci pensiero, si sa, non è mai stato tenero o sentimentale. Per la Signora, per giunta gravata da un cancro ai polmoni che lei chiamava l’Alieno e a cui dichiarò una lotta furente, la vita non era altro che uno scontro tra violenze. «Ho inseguito l’ingiustizia, ho inseguito l’uomo nella sua essenza più vera:quando è disperato, quando è ridotto a un animale, nella sua nudità. Mi interessava quello. Non mi interessa l’uomo allineato, quello conforme, quello che sta comodo dove sta. E quando un uomo è disperato c’è terreno fertile per studiarlo (...). Nella disperazione deve affrontare se stesso, la propria verità, non solo i suoi oppressori. Se l’oppressore è lui, deve affrontare la disperazione di essere destabilizzato, oppure, rare volte, il mostro della propria coscienza. La disperazione è una condizione intrigante, fruttuosa. Per questo ho dovuto aggirarmi solo per luoghi pericolosi». Così, Elena impara. Impara la fragilità dei rapporti, il doppio volto dell’amore, la lotta per sopravvivere e per ottenere rispetto. Si forma. Comprende una lezione di libertà. E l'immagine forse più bella di questo strano e tormentoso rapporto con la Signora le resta per sempre incisa nella memoria: «Mi accompagnò alla porta e mi salutò con scostante amabilità, capace, com’era solo lei, di contenere due contrari nello stesso sorriso». chio si chiama Andrea Caterini, ed è anche un critico letterario. Il suo romanzo, Giordano (Fazi, pp. 126, euro 15), è ben lontano dalla solita mediocre palude. La sua è la storia di un uomo fallito, di Giordano il fabbro, raccontata dal figlio Diego, che con feroce lucidità fa la radiografia di un essere che, dopo un ictus (per un tracollo psico-fisico), si nasconde dietro il mestiere di guardiano di un garage sotterraneo. Da qui Giordano non vede mai la luce. Il garage diventa la sua grotta, popolata da ricordi, immagini che freneticamente si muovono sotto il cielo del disgusto. Sbanda tra le auto che attendono i proprietari, si macera con dubbi, rimpianti e rancori. E dilania le proprie carni come una tigre che si è costretta a vivere la penombra e la solitudine. Giordano ha deciso un tempo di dare le dimissione dalla fabbrica e di mettersi in proprio, nel garage del condominio. S’indebita, s’inebetisce col lavoro, ostinatamente. Poi il tracollo economico. L’ictus pone fine a tutte le sue illusioni. Tra queste c’è anche quella che riguarda la moglie: che non ha mai creduto alla sua azzardata impresa di libertà e ha dato chiari segni di tradimento accettando le occhiate complici del miglior amico del marito. Giordano,in quel ventre dilatta dove ha trovato isolamento e disperazione, sicrogiola con certe foto che dimostrerebbero l’allontanamento della moglie. Ricorda di quando, verso l’alba, tornava a casa e si buttava sfinito sul divano. Lì s’augurava un breve sonno ristoratore, avendo già abbandonato l’idea di dormire con una moglie critica, acidamente lontana dalla voglia di indipendenza d’un ex operaio. Dimesso dall’ospedale ha scelto il suo “sottoterra”, sporco e umido, una sorta di museo funebre molto simile a quell’anfratto che in Cina contiene un esercito di terracotta. Giordano ne è il lugubre imperatore, ondeggiante tra tristi umori, al riparo dal mondo, ma perseguitato da se stesso. Il nulla lo inghiotte sbranandolo con invisibili mani unghiate. Si sente soffocare, si meraviglia quando qualche cliente automobilista gli rivolge la parola, ma nello stesso tempo timoroso nel dare una risposta. È convinto di non averla mai. Il figlio, chissà da dove, cerca di vivisezionare le ossessioni del padre. E inevitabilmente immagina anche i migliori giorni della vita dei suoi genitori, le loro notti di gioia. Squilla il cellulare: è Sandro, il suo migliore amico. Giordano è spiazzato da una semplice domanda: perché tu e tua moglie avete abbandonato un figlio? L’autore presta una frase-chiave a Giordano: «Forse il mio problema è che non so vedere altro da ciò che mi riguarda, non so immaginare nulla se non me stesso». È diventato, dunque, lo specchio di un problema. Per uno scatto istintuale s'avvia là dove si può vedere e toccare la pioggia. Il Purgatorio è finalmente alle sue spalle. 26 SPETTACOLI __Domenica 15 febbraio 2015__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ Audience alle stelle BANALE MA VINCENTE Sanremo si chiude con Will Smith e Panariello E Conti si lascia andare: «Confesso tifavo per Raf» ::: LEONARDO IANNACCI ■■■ La domanda è: cosa re- sterà del Sanremo 2015 di Carlo Conti, nuovo re dell’Ariston, sospinto da folate di audience che non si registravano da un decennio (9.8 milioni con 47.8% di share per la quarta serata) e da un’insostenibile leggerezza dell’essere normale? Innanzittutto lui, Mister Eredità che ha centrato laddove Don Fabio Fazio aveva l’anno scorso fallito. «Dopo il Festival di Fazio c’era il bisogno di tornare a un’atmosfera meno sperimentale», spiegava ieri Giancarlo Leone, il direttore di Rai1. Nel segno di una perfetta revisione del Festival che fu, si arriva così alla ovvia conclusione di un bis per l’anno che verrà: «Conti bis? Conti bischero», scherzava il conduttore che più tale e quale non si può. E che si è abbandonato persino a una confessione impropria per chi conduce la messa dell’Ariston:«Venerdìsono stati eliminati Anna Tatangelo, Lara Fabian, Biggio e Mandelli e Raf, che ha proposto la canzone più bella del Festival». Dicevamo: cos’altro resterà impresso nei nostri ricordi di questo Festival? Poco. Salviamo Virginia Raffaele, presto star di Rai1 («Lei e Il Volo saranno coinvolti in nostri show», ha detto Leone, facendo capire che i due tenoretti (+ un baronetto) saranno le cartolinesche teste di ponte per l’Eurovisione Song di Roma 2016); poi i mini-show di Tiziano Ferro e Biagio Antonacci; gli sketch dei finti-giornalisti Boiler e di Rocco Tanica; ci teniamo stretta anche la testimonianza di un ragazzino al quale abbiamo voluto tutti un gran bene, ovvero Sammy, affetto dalla sindrome di invecchiamento precoce; infine la freschezza di Giovanni Caccamo, ultimo gioiellino uscito dalla Sugar di Caterina Caselli. Costui, siculo e vicino a Franco Battiato e Fiorello,non solo ha vinto tra le nuove proposte con Ritornerò da te ma è anche co-autore del brano di Malika Ayane. A proposito di Malika, stufi di ripetere che Adesso e qui è, con il neo-Coldplay Nek, tra i pochi big in gara ad avere una canzone vera e una capacità interpretativa degna di tal nome, siamo felici che abbia fatto suo ilpremio della critica,ilterzo da quando questa ragazza milanese con apparecchio nei denti e sangue marocchino frequenta l’Ariston. Aperta dai ragazzi di Braccialetti Rossi e dalla PFM che, accompagnata dalla banda dell’esercito, ha maltrattato l’overture del Nabucco, la serata ha visto i 16 big ridursi a 3, prima del count-down finale quando le giurie - quella demoscopia, quella degli esperti in sala e i televotanti - hanno il graffio Festival in corsia Un lazzareto a Sanremo. Arisa si è infortunata il ginocchio ed è andata in onda imbottita di antidolorifici. Raf è andato all’ospedale per una fortissima bronchite e ha cantato lo stesso con un aspetto davvero pessimo. Massimo Ranieri doveva duettare con Gianna Nannini ma ha annullato la performance per la febbre molto alta. Più che il Festival di Sanremo sembrava una puntata di E.R. incoronato l’erede di Arisa. Le lucidell’ultima serata sono state accese da super-ospiti ben diversi tra loro: Enrico Ruggeri con la sua Tre signori dedicata a Gaber-Jannacci-Faletti, Gianna Nannini (giù di voce ne L’immensità di Don Backy e nella sua Sei nell’anima) e, soprattutto, Will Smith, Ed Sheeran e Panariello. Quest’ultimo, sfortunato conduttore del Sanremo 2006 quando fu trafitto da ascolti bassi e critiche feroci, è tornato sul luogo del delitto: si è ripreso con l’iffefrenabile imitazione di Renato Zero e con successive frecciate a Berlusca e Renzi, a Schettino e alla Merkel, facendo pensare («Ma perché le Madonne, nelle processioni, si inchinano ai boss?») e ridere parecchio, come alcune esibizioni di big (Bianza Atzei, per esempio). Super anche Ed Sheeran, il 23enne golden-boy inglese che ha venduto 10 milioni di dischi, con 20 milioni di followers e un miliardo (!) di visualizzazioni su Youtube: all’Ariston ha proposto la celebre Sing e Thinking out and, due ballate Doc che hanno fatto impallidire i gorgheggi altrui, quasi tutti impegnati in gridolini isterici e testi astrusi (abbiamo sentito anche un «… smettila di smetterla…» by Masini). Infine Will Smith, sbarcato all’Ariston con la conturbante Margot Robbie per spruzzare un po’ di Hollywood per il lancio del film Niente è come sembra. Travolgente nella sua capacità di inserirsi, da star, in un contesto piallato come quello sanremese, ci ha detto: «Non sono venuto qui per dire banalità del tipo: amo l’Italia, gli spaghetti e la pizza. Tuttavia da bambino, nella mia casa di Filadelfia, ascoltavo in continuazione Volare. Piaceva a nonna… La musica ce l’ho nel sangue: amo il reggae, la personalità di Bob Marley e mi diverto a partecipare a session con Kanje West. Tornerò a lavorare per Gabriele Muccino ma il ruolo più toccante è stato quello che ho interpretato nei panni di Muhammed Alì, una icona. Anni fa cenai, in Mozambico, con lui e Nelson Mandela: e quella sera ho compreso ilsignificato della vita». Tutte storie di una settimana che ha cercato, invano, di trovare un senso a una cosa che senso non ha. Cioè il Festival. Ritratto di Rosalba Pippa Parla di cacca, si infortuna, caccia lo staff Psico-Arisa:tra il comico e lo sconnesso ::: ALESSANDRA MENZANI ■■■ Per qualcuno è la vera comica di Sanremo. Per altri è drammaticamente svalvolata. Per altri ancora è semplicemente inadeguata. Arisa forse è tutte e tre le cose insieme, e gli antidolorifici presi dopo l’infortunio al ginocchio, probabilmente mischiati a Tavol ed Lsd, non sono gli unici responsabili delle sue gaffe, visto che già il secondo giorno, alle 12.30 del mattino in conferenza stampa, ufficialmente sobria, parlava del suo ciclo e della cacca che «fanno tutti». Il che è anche vero, ed è anche vero che le donne in quelperiodo hanno sbalzi d’umore, ma non è tutte si trasformano in Ace Ventura. Trentadue anni, vissuta a Potenza, ex estetista esplosa a Sanremo con Sincerità quando ancora aveva abiti da cartone animato, occhialoni e aria da Calimero, ex giudice di X Factor,ha vinto lo scorso Festival con Controvento. È una cantante (bravissima) che vuole a tutti i costifare la showgirl, dal talent di Sky alle partecipazioni da Victoria Cabello, ma anche la pittrice e l’attrice (e la comica, pare). È stata lei stessa a telefonare a Carlo Conti pregandolo di farle fare la valletta. E forse per lo stress festivaliero, forse perché i capricci da diva sono spesso un modo per vincere l’insicurez- za, dopo due giorni ha licenziato la sua addetta stampa. Nessuna lite, nessuna spiegazione, forse la sua amicizia con Emma (di cui in precedenza curava la comunicazione), fatto sta che non ha più voluto con sé la pierre che se ne è tornata a Milano. Da lì le voci di dissapori con la co-valletta. Dicono che al Festival fosse vestita male.Ma se paragoniamo il suo dress code alla sua lucidità ne esce come Anna Wintour. L’apice è stato del giovedì. Rosalba Pippa, vero nome di Arisa, arriva sul palco zoppicante e non scende la scalinata. Durante i festeggiamenti della sera prima - dice si è frantumata un ginocchio sulle scale. In diretta inizia a ridere in modo isterico. «Ildottore di Sanremo mi ha dato un anestetico, e sta facendo effetto». «Non un anestetico, vo- levi dire un antidolorifico». «Sì, un antidolorifico. Ma anestetico ed antidolorifico non sono la stessa cosa?». Infine: «Lo consiglio a tutti!».Fa smorfie e facce tra il dolore e lo strafatto, mostra la mano sinistra in cui si è scritta il nome del medico che le ha consigliato l’antidolorifico che probabilmente ha mixato con due Mojto a stomaco vuoto, fatto sta che su Twitter tutti chiedevano il nome del dottore per farsi prescrivere la stessa cosa presa dalla showgirl. Racconta nelle interviste di aver sostituito i tarocchi all’analista, e le carte dicono che ha una questione irrisolta dentro di sè. «Forse sono bisex», azzardò. Anche venerdì sera non appare in grande forma. Tra l’avvinazzato e il molesto. Ci «prova» con Nesli: appena finisce di leggere il gobbo, dice: «Voglio dargli un bacio». Non la il graffio Un Cecchetto, due opinioni «Alla radio trasmetterei solo 3 o 4 dei brani in gara», dice Claudio Cecchetto in un’intervista al Corriere. Non è un giudizio molto positivo, anzi, quello del presidente della Giuria degli esperti di Sanremo sui brani in gara. Eppure, venerdì sera in diretta tv, Cecchetto aveva avuto solo parole gentili. Interpellato da Carlo Conti, ha tessuto le lodi degli artisti in gara: «Molto alto il livello di tutti i finalisti». A quale Cecchetto dobbiamo credere? 27 SPETTACOLI __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it LA HIT DELLE POLEMICHE Carlo fa più ascolti di Fazio. Che rosica Emma permalosa, Siani nel buco nero, Rocio e i mariti delle altre: il podio delle liti più gustose ::: Commento Cirilli peggio di Siani e Pintus Alle canzoni do dal 5 al 5+ Tranne Nek che merita 6 ::: CRISTIANO MALGIOGLIO ::: segue dalla prima SELVAGGIA LUCARELLI FACCE DA ARISTON Da sinistra gli attori Will Smith e Margot Robbie; Carlo Conti e Giorgio Panariello e Arisa. Ospiti di ieri anche Gianna Nannini e Ed Sheeran [Ansa] sente nessuno, forse solo Conti, che fa finta di nulla. Lei insiste: «Voglio dargli un bacio». Conti: «Non puoi baciare Nesli, è un concorrente in gara». Arisa fa spallucce e gli manda un bacio. «Se la fuoranza di Arisa la stanno scrivendo gli autori, è ilmomento del riscatto», commentano su Twitter. Ieri mattina il tracollo. La cantante ha disertato la conferenza stampa. Motivo ufficiale: «dolore al ginocchio». Ma considerando che Raf ha cantato con la bronchite e che Barbara D’Urso conduce con 39 di febbre, la motivazione non regge. Anche perché in conferenza stampa devi parlare, mica correre una mezza maratona. Parlare, appunto... forse i responsabili della Rai hanno fatto un favore alla cantante e le hanno impedito di ripetere l’expliot della cacca. E ieri sera ha esordito con un poco incoraggiante «Oddio non capisco più un cavolo».Arisa è talmente ai confini della realtà che le agenzia di stampa, che di solito riportano ogni minimo particolare, si rifiutano di batterne le sue strambe dichiarazioni. «C’è un linea sottilissima che separa la simpatica goffaggine dall’imbarazzante inadeguatezza. E qualcuno dovrebbe spiegarlo ad Arisa», scrive il Fatto Quotidiano. La prossima volta fatela cantare di più. O fatela cantare e basta. (...) viaggia alla velocità di 28.000 km orari e sta in tv più di Salvini, bisogna riconoscere che la polemica sulla finta diretta durante la sua intervista con Carlo Conti, è decisamente surreale. Il 7 febbraio Samantha è ospite di Fazio a Che tempo che fa e fin qui nulla di strano, visto che Fazio ha un livello di ingrifamento per l’argomento «spazi»" che neanche Balotelliper quello «gnocca». Potesse, Fazio, intervisterebbe pure il satellite di Meteosat. Venerdì sera decide di intervistarla anche Carlo Conti, ma la Nasa dà l’ok per le 16.30, quindi Conti registra lo scambio di battute con Samantha e lo ripropone in diretta mandando Samantha a tutto schermo e rimanendo lui di spalle, in modo da poter fingere di fare le domande live. La loschissima vicenda (io dopo queste menzogne, a Conti farei anche l’antidoping, l’esame del capello e un accertamento fiscale, mi raccomando) viene smascherata su Twitter, Conti si giustifica dicendo che è normale, Fazio ci tiene a specificare che però da lui l’amica Sam era in diretta per poi twittare che la sera della finale sanremese sarà ospite a Che tempo che fa Marco Mengoni, vincitore del Festival 2013. Insomma, questa cosa che Conti abbia fatto più ascolti di lui senza convocare tutta l’Armata rossa a Fazio non è andata giù, per cui se 46 anni fa russie americani facevano a gara per chi avrebbe messo per primo la bandiera sulla Luna, ora i conduttori di Sanremo fanno a gara per chi mette per primo la bandiera sull’astronauta. Seconda posizione: Emmagate. Dei due milioni circa di tweet partoriti con hashtag #Sanremo2015, un milione e novecentomila erano sui suoi outfit onestamente poco azzeccati. Irestanti centomila erano sulla scarsa dimestichezza con la conduzione. Secondo fonti vicine alla bella salentina, Emma non avrebbe vissuto con leggerezza le critiche. Dopo due giorni dall’inizio del Festival ha avuto un’incomprensione col suo stylist Andrea Amara (già stylist di Paola Barale e molte altre) e lui se ne è tornato a Milano. Francesco Scognamiglio, che l’ha vestita la prima sera (l’unica in cui gli abiti le donavano, in effetti), quando sere dopo l’ha notata vestita di pizzo rosso ed è stato sommerso da tweet di fan che lo criticavano RADICAL Fabio Fazio e Luciana Littizzetto hanno condotto Sanremo due anni. La seconda edizione è stata un flop. In alto, Emma [Ansa] per la scelta, ha scritto su Twitter un messaggio a caratteri cubitali: «Emma era vestita Scognamiglio solo la prima sera.Spero possiate tacere ora». Come a dire «Non è colpa mia». Insomma, una Emma e il suo entourage molto nervosi. Del resto, Emma, sul suo Instagram, ha postato una foto del suo look accostato a quello delle gemelline di Shining accompagnato dalla frase «io rido da qui e voi sul divano», a cui mancava solo un «gne-gnegne» finale. In conferenza stampa, a chi le chiedeva come vivesse le critiche ha risposto con un tono che tradiva parecchio nervosismo: «Il Festival serve a far scrivere persone che durante l’anno non lo fanno abbastanza». Insomma. La prossima volta, se si è così sensibili a banali commenti su outfit e pettinature, sarebbe il caso di non accettare Sanremo, ma rimanere a casa a twittare sulle stecche di Plati- Rocio Munoz, 26 anni [Ansa] nette. Terza posizione: Arisa-gate. Licenzia la sua addetta stampa colpevole di aver stretto eccessiva amicizia con Emma. Gli effetti del licenziamento si sono fatti sentire repentinamente: due giorni dopo, in conferenza stampa, a briglie sciolte, ha informato tutti delsuo ciclo mestruale e della sua regolarità in bagno. Pare che poi in hotel avesse chiesto della carta intestata per fare un comunicato Ansa sulla sua secchezza vaginale, ma il fidanzato l’abbia convinta a desistere. Quarta posizione: Siani-gate. Dopo la sua battuta sul bambino grasso, pare che Siani stia meditando di farsi sparare nello spazio a mo’ di donna cannone per lasciarsi inghiottire da un buco nero dove il tempo è schiacciato su se stesso e tramite paradosso temporale tornare a quel momento in cuiConti gli ha chiesto: «Che ne diresti di esibirti a Sanremo?». Per rispondere educatamente: «Col cazzo». Quinta posizione: fisco-gate. Si era detto «evitare la presenza di ospiti che abbiano evaso le tasse o sottratto beni che non gli appartenevano». Nonostante ciò, Rocio Munos Morales è rimasta per ben cinque giorni su quel palco. ■■■ «Comunque vada sarà un successo», diceva Chiambretti. E Carlo Conti, l’impiegato della Rai,come viene definito da qualche critico maligno, di successo in questo serate di Sanremo ne ha avuto a palate. Auditel record, gruppi d’ascolto, commenti acidissimi che sono poi il pepe del Festival. E il termometro del successo della manifestazione. È stato un grande padrone di casa anche se a molti è sembrato privo di emozioni. Vi posso assicurare che Carlo sa nascondere molto bene le sue sensazioni, e meno male. Al successo, ahimé, hanno contribuito anche le tre vallette, le peggiori mai viste all’Ariston. Se Pingitore avesse in mente di rifare il Bagaglino sarebbero di sicuro al posto giusto. A confronto Pamela Prati sarebbe una specie di Marilyn Monroe, Gene Russel e Rita Levi Montalcini messe insieme. La fortuna di questo Sanremo è che non c’è stato niente di radical chic. Il buon Carlo come faceva, poi, a starsene lontano da Cirilli, davvero insopportabile con il suo “Evviva Carlo Conti”. Il comico vi ha fatto ridere? Vi ha lasciato qualcosa? Vi ha impressionato? Forse pensava di essere a Tale e Quale,e se questa era la sua impresa ci è riuscito. Peggio di Siani e Pintus. Questo è anche stato il Festival senza le grandi signore della musica.A parte la presenza di Ornella Vanoni, anche se era soC. Malgioglio lo l’imitazione poco rispettosa della brava Virginia Raffaele. Come la conturbante Tatangelo, la superba Zilli, la sensuale Malika e la burrosa Atzei, che però era in mutande. Anche se la più sexy mi è sembrata la direttora d’orchestra Carolina Bubbico. Pazzesco il suo vestito da rete da pescatore. Che fine abbia fatto la musica di questo festival e di quelli che lo hanno preceduto? Boh. Tra i Giovani ha vinto Giovanni Caccamo. Dicono che sia straordinario. Con il tempo vedremo. E pensare che il ragazzo era stato scartato ad X Factor da Mara Maionchi e poi per miracolo ripescato. Un appello a Emma: cara Emma, ce l’hai messa tutta, ma la verità è sotto gli occhi di tutti. Riprendi il microfono e ritorna a cantare il più presto possibile. Arisa, ai miei occhi, apparirà dopo questo Festival sempre come una aliena, nel bene e nel male. Compresa la sua pettinatura terribile alla Star Trek. Mi chiedete di stilare una pagella sulle canzoni. Ne ho dati tanti di voti, a cominciare dalla fortunata trasmissione dei Raccomandati che mi ha reso protagonista insieme a Carlo. Adesso la voglia non c’è più. Ma se insistete, direi che tutte le canzoni si meritano dal 5 al 5+. Solo una raggiunge la sufficienza, quella di Nek. Il brano vincitore l’avevo intuito dall’inizio. Bravo quel critico che dopo il mio tweet ha scritto che il brano di Chiara aveva una somiglianza lontana con una canzone di Pupo. Idem la somiglianza con tre ben brani di successo del brano Nek: non si è risparmiato. Ora scenda il silenzio come nei corridoi di Shining, vedi vestito oro di Emma: terrore. 28 PALINSESTI __Domenica 15febbraio2015__ RAI UNO RAI DUE RAI TRE CANALE 5 ITALIA UNO RETE QUATTRO LA 7 6.00 8.05 8.45 6.00 7.55 8.00 8.00 8.45 8.50 8.10 7.40 7.55 8.30 9.00 7.00 6.30 9.50 11.30 12.00 12.20 13.30 14.00 16.30 16.35 20.00 20.35 21.30 23.30 0.35 1.00 2.15 2.45 Rai Parlamento Punto Europa UnoMattina In Famiglia. Condotto da Tiberio Tiberi e Ingrid Muccitelli Roma. Basilica di San Pietro Santa Messa di Papa Francesco con i nuovi Cardinali A sua immagine Recita dell’Angelus Linea verde “La buona terra” TG1 In diretta dal Teatro Ariston di Sanremo L’Arena “Speciale Festival”. Condotto da Massimo Giletti TG1 - Che tempo fa In diretta dal Teatro Ariston di Sanremo Domenica in “Tra gli ospiti Paolo Limiti, Iva Zanicchi, Fabio Canino e Marino Bartoletti”. Condotto da Paola Perego e Pino Insegno TG1 Affari tuoi. Condotto da Flavio Insinna Novità - Prima tv Braccialettti rossi 2 “Prima puntata” Speciale TG1 Settimanale del TG1 TG1 Notte Che tempo fa Applausi “Teatro e arte” Settenote “Musica e musiche” Sottovoce 10.00 10.45 11.30 13.00 13.30 13.40 13.45 15.30 17.05 17.10 18.10 19.35 20.30 21.00 21.45 22.40 1.00 1.20 1.50 1.55 2.00 Delitti in paradiso “Seconda stagione, episodio 3” “Seconda stagione, episodio 4” con Ben Miller Il re della giungla Cronache animali Mezzogiorno in famiglia TG2 TG2 Motori Meteo 2 Quelli che aspettano Quelli che il calcio “Tra gli ospiti: Luca Argentero, Claudio Amendola, Anna Foglietta” TG2 L.I.S. - Meteo 2 RaiSport Stadio Sprint Rai Sport 90° Minuto Squadra Speciale Cobra 11 “Inferno sulla A4 - seconda parte” con Erdogan Atalay TG2 - 20.30 N.C.I.S. “Sabato di pace” con Mark Harmon Sesta stagione - Prima tv N.C.I.S.: Los Angeles “Un grande problema - seconda parte” con Chris O‚Donnell La Domenica Sportiva TG2 Protestantesimo Meteo 2 Appuntamento al cinema Sci alpino, Mondiali 2015 Da Vail - Beaver Creek Slalom Speciale Maschile (Differita) 10.25 11.10 11.30 12.00 12.25 12.55 13.00 14.00 14.15 14.30 15.00 15.05 15.45 18.55 19.00 19.30 20.00 20.10 21.45 23.30 23.45 0.45 Cameriera bella presenza offresi (Commedia, 1951) con Elsa Merlini. Regia di Giorgio Pastina. Community - L’altra Italia TGR Estovest “Ospite: Lucio Caracciolo” TGR RegionEuropa “Il “local” italiano” TG3 - TG3 Fuori linea -TG3 persone “La bottega della musica”Meteo 3 TGR Mediterraneo Nuova edizione FIGU Album di persone notevoli “Franz Beckenbauer” Tiziano Terzani: Una vita sopra le righe TG Regione - Meteo TG3 In 1/2 h TG3 L.I.S. Kilimangiaro - Il borgo dei borghi Kilimangiaro - Ci divertiremo un mondo Meteo 3 TG3 TG Regione - Meteo Blob Che tempo che fa “Tra gli ospiti Monica Bellucci” Presa diretta “Nutrire il pianeta”. Condotto da Riccardo Iacona TG3 - TG Regione Gazebo “I fatti della settimana” Il candidato - Zucca Presidente “Il rapimento” 10.10 11.10 12.00 13.00 13.40 14.00 18.45 19.55 20.00 20.40 21.10 23.20 23.50 0.50 1.35 2.15 4.35 5.15 Prima Pagina Traffico Meteo.it TG5 Mattina TGCom Le frontiere dello spirito Mondo Sommerso “Africa” Le storie di Melaverde Melaverde TG5 - Meteo.it L’arca di Noè Domenica Live. Condotto da Barbara D’Urso Avanti un altro. Condotto da Gerry Scotti TG5 - Prima Pagina TG5 - Meteo.it Paperissima Sprint. Condotto da Juliana Moreira con il Gabibbo Prima tv Il segreto “Raimundo affronta Francisca” L’isola dei famosi X-Style Motori TG5 Notte - Meteo.it Paperissima Sprint. Condotto da Juliana Moreira con il Gabibbo Seta (Drammatico, 2007) con Keira Knightley, Michael Pitt, Sei Ashina. Regia di François Girard. TGCom - Meteo.it (all’interno) Grey’s Anatomy “Diamo una possibilità alla pace” con Ellen Pompeo TG5 - Meteo.it SATELLITI FILM SPORT 19.15 Yuppies 2 Con Christian De Sica SCC 19.15 Racconti Incantati Con Adam Sandler SCF 19.15 Henry Poole - Lassù qualcuno ti ama Con Luke Wilson SCU 19.25 London Zombies Con Rasmus HardikerSCM 19.25 Mediterraneo Con D. Abatantuono SCH 20.15 Johnny Tsunami Un surfista sulla neve Con Cary-Hiroyuki Tagawa DY 21.00 A ruota libera Con Sabrina Ferilli SCC 21.00 Battle of the Year La vittoria è in ballo Con Josh Holloway SCF 21.00 Amistad Con M. Freeman SCU 21.00 Cash - Paga o muori Con Sean Bean SCM 21.00 Prima tv Anna Nicole Una vita da playmate Con Agnes Bruckner SCP 21.10 Prima tv Hercules: La leggenda ha inizio Con Kellan Lutz SC1 21.10 Prima tv Lei Con Joaquin Phoenix SCH 22.35 Jackass presenta: Nonno cattivo Con Johnny Knoxville SCC 22.35 Stoker Con M. Wasikowska SCP 22.55 Supercuccioli - I veri supereroi Con Trey Loney SCF 22.55 Smetto quando voglio Con Edoardo Leo SC1 22.55 Machete Kills Con Danny Trejo SCM LEGENDA C CN D ES DY Cult Cartoon Network Discovery Chan. HD Eurosport HD Disney Channel 14.15 Biathlon, Coppa del Mondo Oslo: staffetta 4x7,5 km M (D) ES 15.00 Calcio, Serie A Atalanta - Inter (Diretta) SP1 15.30 Calcio, Bundesliga Hertha Berlino - Friburgo (Diretta) SP3 15.45 Salto con gli sci, Coppa del mondo Vikersund: HS 225 (Diretta) ES 17.00 Basket, NBA All Star Saturday 2015 (Replica) SP2 17.30 Calcio, Bundesliga Hannover 96 - Paderborn (Diretta) SP3 17.45 Sci alpino, Mondiali Slalom speciale maschile - 1a manche (Diretta) ES 20.45 Calcio, Serie A Cesena Juventus (Diretta) SP1 21.00 Golf, US PGA Tour AT&T Pebble Beach: giornata finale (Diretta) SP3 22.15 Sci alpino, Mondiali Slalom speciale maschile - 2a manche (Diretta) ES 2.30 Basket, NBA All Star Game 2015 (Diretta) SP2 HD 12.25 13.00 13.55 14.10 16.35 18.30 19.00 19.55 20.30 21.25 0.20 1.20 1.45 10.00 10.50 11.30 12.00 12.05 13.55 14.45 15.20 18.55 19.35 20.30 21.15 23.20 23.25 0.45 1.10 7.30 7.50 7.55 9.45 11.00 11.40 13.30 14.00 14.40 18.05 19.45 20.00 20.35 21.10 0.00 0.15 Omnibus Rassegna Stampa TG La7 Meteo Omnibus L’aria che tira Il Diario. Condotto da Myrta Merlino Otto e mezzo. Condotto da Lilli Gruber (Repl.) Monsieur Batignole (Drammatico, 2002) con Jules Sitruk, Gérard Jugnot, Michèle Garcia. Regia di Gérard Jugnot. TG La7 TG La7 Cronache. Condotto da Bianca Caterina Bizzarri Joséphine, ange gardien “Il tocco di Rougier” “Una madre in affitto” con Mimie Mathy L’ispettore Barnaby “Uccelli da preda” con John Nettles Meteo TG La7 Domenica nel Paese delle Meraviglie. Condotto da Maurizio Crozza La Gabb bia. Condotto da Gianluigi Paragone (Diretta) TG La7 Kitchen Stories - Racconti di cucina (Commedia, 2003) con Joachim Calmeyer, Bjørn Floberg, Tomas Norstrom. Regia di Bent Hamer. CLASS TV TELEFILM Rai 4 Rai 5 20.45 The Strain “L’arrivo” F 20.50 I Thunderman NCK 21.05 N.C.I.S. “Occhi azzurri” FC 21.10 The White Queen “War at First Hand” SKA 21.35 Life Bites DY 21.50 Sabrina vita da strega DY 21.55 N.C.I.S. “Bikini” FC 22.05 The Walking Dead “Non è finita” F 22.10 The White Queen “Love and Death” SKA 22.20 Cyber Girls DY 22.45 In Tour DY 22.50 N.C.I.S. “La teoria della cospirazione” FC 22.55 Doggywood DY 23.10 Life Bites DY 23.15 Boardwalk Empire 5 “Devil You Know” SKA 23.20 Prima tv New Girl “Nessuna regola” F 23.35 The Avatars DY 23.40 Annika: Crime reporter “Studio Sex” FC 23.50 Le regole del delitto perfetto F 21.10 Prima tv Doctor Who 8 “Time Heist” 22.00 Agents of S.H.I.E.L.D. “A occhi chiusi” 22.50 Jeepers Creepers 2 (Horror, 2003) con Ray Wise. Regia di Victor Salva. 21.15 I grandi fenomeni della natura 22.15 Europa tra le righe 23.20 L’amante inglese (Dram., 2009) con K. Scott Thomas. Regia di C. Corsini. (Canale 507 di Sky) Cielo Class Horse DOCUMENTARI RAGAZZI 19.10 19.35 19.50 20.10 20.15 20.40 21.30 21.45 21.55 22.10 Teen Titans Go! CN Clarence CN Regular Show CN Disney Topolino DY Regular Show CN Lo straordinario mondo di Gumball CN Regular Show CN La leggenda di Korra NCK Regular Show CN La leggenda di Korra NCK Canale disponibile anche in alta definizione NGC SC1 SCC SCF SCH 10.30 Mediashopping Super partes Magnifica Italia Terra!. Condotto da Toni Capuozzo (Repl.) Santa Messa Le storie di viaggio a... TG4 - Meteo.it Ieri e oggi in tv Walker Texas Ranger “Pioggia di fuoco” con Chuck Norris Prima tv Donnavventura Ieri e oggi in tv L’uomo della carità Don Luigi di Liegro (Biografico, 2006) con Giulio Scarpati, Carlo Giuseppe Gabardini, Simone Gandolfo. Regia di Alessandro Di Robilant. TG4 - Meteo.it The Mentalist “Distintivo rosso” con Simon Baker Tempesta d’amore Chisssà perché... capitano o tutte a me (Commedia, 1980) con Bud Spencer, Cary Guffey, Ferruccio Amendola. Regia di Michele Lupo. I bellissimi di R4 Tutto può succedere (Commedia, 2003) con Jack Nicholson, Diane Keaton, Amanda Peet. Regia di Nancy Meyers. TG4 Night News Ciak Speciale “Le leggi del desiderio” CANALI FREE DIGITALE TERRESTRE 20.55 Stupidi al quadrato NGC 21.00 Addestrati per uccidere THC 21.00 Il viaggio di Sammy FL 21.00 Come è Fatto: Supercar D 21.10 Prima Tv Ink Master: tatuaggi in gara SKU 21.25 Stupidi al quadrato NGC 21.30 Il viaggio di Sammy FL F Fox HD FC-FL Fox Crime HD Fox Life SKA Sky Atlantic MGM Metro Goldwyn Mayer NCK Nickelodeon 8.35 Una spada per Lady Oscar Heidi torna sui monti (Animazione, 1977) Regia di Isao Takahata. Amore con interessi (Commedia, 1993) con Michael J. Fox, Gabrielle Anwar, Anthony Higgins. Regia di Barry Sonnenfeld. Studio Aperto Meteo.it Sport Mediaset - XXL L’Isola dei Famosi Sheena, regina della giungla (Avventura, 1984) con Ted Wass, Tanya Roberts, Trevor Thomas. Regia di John Guillermin. Tiger Team Der Berg der 1000 Drachen (Avventura, 2010) con Helena Siegmund-Schultze, Bruno Schubert, Justus Kammerer. Regia di Peter Gersina. Studio Aperto Meteo.it Transporter The Series “Un solo prototipo” con Chris Vance L’isola dei famosi Transporter The Series “La figlia del Generale” con Chris Vance Wild - Oltrenatura Infested Via da questa casa Sport Mediaset Studio Aperto La Giornata National Geo.HD Cinema 1 HD Cinema Comedy HD Cinema Family HD Cinema Hits HD SCM Cinema Max HD SCP Cinema Passion HD SP1-2-3 Sky Sport 1-2-3 HD SKU Sky Uno THC The History Channel Rai Storia Class Cnbc 14.00 16.15 17.00 18.30 21.30 Class Life Art TV My Tech Top Lot Ride&Drive (Canale 221 di Sky) 20.50 Il tempo e la storia 21.30 Binario Cinema Il mondo nuovo (Storico, 1982) con Jean-Louis Barrault. Regia di Ettore Scola. 0.05 Il tempo e la storia 21.05 The Karate Kid - La leggenda continua (Avventura, 2010) con Jackie Chan. Regia di Harald Zwart. 23.40 Sharknado (Horror, 2013) con Ian Ziering. Regia di Anthony C. Ferrante. Rai Movie Iris (Canale 180 di Sky) 21.15 The Woman in Black (Horror, 2012) con Daniel Radcliffe Regia di James Watkins. 22.55 Crash “Il gioco delle parti” “Los Angeles” 21.00 Il figlio più piccolo (Dram., 2010) con Christian De Sica. Regia di Pupi Avati. 23.20 Magnificat (Drammatico, 1993) con Luigi Diberti. Regia di Pupi Avati. 17.50 Special Class: Il GP di Vermezzo 2015 20.55 Special Class: Andrew Nicholson 0.25 Class Horse TG Weekend Class TV Moda 16.00 17.00 18.00 18.15 21.00 22.00 Models New York Ladies Fashion Dream Full Fashion Designer Breakout Full Fashion Designer CANALI PREMIUM DIGITALE TERRESTRE Joi Action Mya 19.35 Dr. House - Medical Division “Bambini precoci” “Una lezione per House” 21.15 The Big Bang Theory “L’impermanenza del celibato” “L’accelerazione del lancio” con Johnny Galecki 22.05 Mom 22.55 Royal Pains 19.30 Transporter - The Series “Punto morto” con Chris Vance 20.25 Supernatural “Morsi” con Jared Padalecki 21.15 I signori della fuga “Follia omicida” con Domenick Lombardozzi 22.00 I signori della fuga “Le regole della banda” 19.30 Hemlock Grove “Peter non può farne a meno” “La cattura” 21.15 Hemlock Grove “Il prezzo” “Figli della notte” con Famke Janssen 22.55 Eva Luna 0.35 Una mamma per amica “Il party” Premium Cinema Studio Universal Premium Calcio 21.15 Buona giornata (Commedia, 2012) con Diego Abatantuono, Lino Banfi, Christian De Sica. Regia di Carlo Vanzina. 22.55 Sapore di te (Commedia, 2013) con Vincenzo Salemme, Serena Autieri, Maurizio Mattioli. Regia di Carlo Vanzina. 21.15 The illusionist - L’illusionista (Fantastico, 2007) con Edward Norton, Paul Giamatti, Jessica Biel. Regia di Neil Burger. 23.10 Ellie Parker (Commedia, 2005) con Naomi Watts, Jennifer Syme, Greg Freitas. Regia di Scott Coffey. 0.50 A noi piace corto 17.05 17.20 18.25 19.00 19.30 20.45 Highlights serie A Serie A Live Serie A Live Highlights serie A Serie A Live Calcio, Serie A 2014/2015 Cesena Juventus (Posticipo 23a giornata) (Diretta) 22.40 Serie A Live Torneo di Viareggio, finale Inter-Verona Tennis, Luca Vanni in finale a San Paolo Slittino, bronzo mondiale per gli azzurri Sotto la pioggia e su un campo al limite, Inter e Verona si guadagnano la finale di domani del torneo di Viareggio. Poker nerazzurro sulla Roma (in 8), 4-0 firmato Steffè, Bonazzoli e Appiah (doppietta); scaligeri in rimonta 2-1 sulla Fiorentina. L’aretino Luca Vanni, 29 anni, n˚ 149 del mondo, che fino a 7 giorni fa non aveva mai vinto un match sul circuito Atp, è in finale al “Brasil Open” a San Paolo (montepremi di 443.000 euro su terra rossa). Stasera affronterà l’uruguaiano Cuevas. Christian Oberstolz e Patrick Gruber conquistano la medaglia di bronzo nel doppio di slittino ai mondiali di Sigulda in Lettonia. L’oro è andato ai tedeschi Wendl/Arlt, che hanno preceduto gli austriaci Penz/Fischler di 136 millesimi. ::: IlpallonediLuciano L’iradiLotito,ildisastro Parma e gli effetti dell’«amata» Calciopoli ::: LUCIANO MOGGI ■■■ Nel maggio 2006, quando l’Inquisizione decise di far fuori i dirigenti della Juve, l’allora ad Giraudo dichiarò: «Noi lasciamo questo calcio, chi resta o verrà dopo farà di tutto per farci rimpiangere». Si sta avverando la profezia. Quello ante 2006 era il calcio in cui l’Italia diventava Campione del mondo (con i giocatori della Juve), vinceva le Champions e attirava i big esteri: era un calcio stimato, che riempiva gli stadi per godere di Ibra, Zidane, Emerson, Del Piero, Vieira, Nedved, i gol di Trezeguet, le parate di Buffon, la qualità di difensori come Montero, Cannavaro e Ferrara, gli slalom di Camoranesi e Davids. Era l’epoca in cui tre juventini vincevano il Pallone d’oro (Zidane, Nedved e Cannavaro). Poi il 2006 ha cancellato tutto, oggi è solo un continuo scontro fra presidenti rei di scelte sbagliate e continue liti per la spartizione dei poteri. Avevano promesso di non far passare più gli errori arbitrali come facenti parte di un complotto a favore di qualcuno, ma non hanno resistito:hanno sempre rivendicato i presunti torti, mai i favori, e adesso litigano addirittura per linee che non sono parallele (vedi Galliani che però non ricorda l’ira di Pozzo per un gol fantasma in Milan-Udinese). Ha tuonato Lotito perché l’arbitro di Lazio-Genoa gli ha fischiato contro un rigore espellendo (da regolamento) il portiere: «Voglio il sorteggio totale», come se fosse la panacea. Lotito ha trovato anche il tempo per avvertire che il presidente della Lega, Beretta, non conta niente, che comanda lui perché la maggioranza dei presidenti è al suo seguito e che il Carpi in A sarebbe una iattura. De Laurentiis ha detto di una quaterna arbitrale esibitasi al San Paolo: «Vanno tenuti fermi a lungo». Garcia si lamenta ancora dell’arbitro Rocchi per il 3-2 con la Juve, dimenticando i favori avuti in casa con Sassuolo ed Empoli, oltre al fatto di essere a -7. Un Far West in cui chi fa la voce più grossa ha quasi sempre ragione: nessuno che pensa però a migliorare la qualità del gioco. E meno male che se n’è andato Cellino, che in Inghilterra al Leeds è stato squalificato subito: in Italia era perfino consigliere federale, fra coloro quindi che potevano decidere le sorti del calcio, nonostante abbia “sostato” nelle patrie galere per ben due volte. È stato sostituito da Lotito, che di questi “infortuni” ne ha avuto uno solo. C’è di tutto in questo calcio malato ed è proprio per questo che i tifosi si allontanano. Addirittura due calciatori giocano regolarmente nonostante siano rei confessi di aver alterato le partite e l’attuale team manager della nazionale è stato condannato dalla Giustizia Ordinaria per aver falsificato un passaporto. Di più non si può, vanno presi provveddimentie deve farlo Malagò, presidente del Coni. Fino al 2006 il calcio si poteva considerare spettacolo, con 7 squadre che potevano contendersi la leadership: è sopravvissuta la Juve e in parte la Roma.Di chi è colpa? Dei dirigenti ma soprattutto di chi deve controllarli. La situazione in cui versa il Parma è colpa di chi non lo ha fatto. Che vergogna: facile dire che Giraudo aveva ragione. Ai sostenitori di Calciopoli ricordiamo poi che Moggi e Giraudo sono stati protagonisti di campionati regolari (stabilito in sede di processo sportivo e ordinario), delle comunicazioni esclusive con i designatori la smentita è venuta addirittura da Moratti. Spesso mi viene chiesto se sento la mancanza del calcio: è più facile che questo calcio senta la mia mancanza. Diavolocinese Silvio e Barbara Berlusconi davanti a Casa Milan [LaPresse] Venti d’Oriente soffiano sul Milan, a tentare Berlusconi l’entrata di un partner di Pechino collegato ad un importante studio legale italiano. Silvio è in cerca di un azionista, ma il presidente resterà comunque lui. Smentito l’accordo con fantomatici tailandesi ::: FABRIZIO BIASIN FRANCESCO PERUGINI ■■■ Parli del Diavolo e spuntano le smentite. E le smentite delle smentite. E le mezze smentite che non smentiscono un bel niente e, anzi, alimentano il pissi-pissi. Un grande classico quando si tratta l’argomento «cessione del Milan a questo o quell’altro gruppo di falcoltosi». Dopo gli arabi, i russi, gli americani, vostro cugino, nostra zia e chi più ne ha più ne metta, da qualche tempo è il turno dei «mandorlati», intesi come i nababbi dagli occhi a mandorla, indicati dai più come probabili soccorritori dei rossoneri al verde. Proprio così, venti d’Oriente agitano il presente del Milan, atteso oggi da un Empoli che all’ora di pranzo rischia di risultare indigesto. Lo sbarco del gruppo Wanda in Italia (vedi acquisto di Infront) ha aperto le porte all’invasione dei capitali asiatici in Serie A e i paperoni dell’altro mondo sembrano avere grandi piani per il nostro povero pallone. Wang Jianlin, per dire, secondo uomo più ricco di Cina,«non è escluso» che voglia investire nello stadio rossonero. Parole e musica diMarco Bogarelli, novello braccio destro dello stesso Wang che nei giorni scorsi ha fatto capire quanta potenziale trippa ci sia per i nostri gatti rinsecchiti. Secondo Repubblica, invece, dietro al «vendi tu che compro io» di via Aldo Rossi ci sarebbe un gruppo tailandese: preaccordi già firmati ad Arcore, chiusura dell’affare a giorni, subentro totale ai Berlusconi in tre anni dopo l’ingresso al 30%. Prezzo? Un miliardo di euro. Una cifra da strabuzzare gli occhi e certamente esagerata, visto che il reale valore del club si aggira attorno ai 750-800 milioni di euro (forse qualcosa meno). Immediata o quasi è arrivata la risposta di Fininvest che, pur confermando i molti interessamenti, «smentisce categoricamente che esistano colloqui diqualche concretezza e tantomeno preaccordi scritti» o «incontri decisivi in agenda». Fonti interne al club ci fanno sapere che molti sono i dubbi a proposito di un interessamento del misterioso gruppo thai. Republica omette il nome, ma si tratterebbe del già discusso Bee Taechaubol. Ceo di Thai Prime, società che acquista società non quotate in borsa, ha portato in giro per l’Asia nei mesi scorsi vari ex campioni tra cui Fabio Cannavaro. Che il Milan sia in vendita da tempo non è un mistero, la banca Lazard fu incaricata di cercare potenziali azionisti già un anno fa quando circolavano voci sul presunto ingresso di capitali arabi. Azionisti, appunto, non nuovi proprietari, perché Silvio e Barbara Berlusconi non hanno mai nascosto di voler continuare a occuparsi della squadra nonostante l’impossibilità di massicci investimenti. Ecco perché la ricerca di un partner forte, ma non di maggioranza, ha richiesto più tempo del normale, soprattutto per evitare di cadere nei tranelli di tanti personaggi in cerca solo dipubblicità come accaduto in passato ad esem- ROSSONERI CONTRO L’EMPOLI (12.30) Inzaghi: «Siamo inc... e vogliamo vincerle tutte» Sfida fra Vio e Sarri, i «maghi» dei calci piazzati MILANO Chissà se disegnavano schemi tra un’operazione e l’altra in filiale. Maurizio Sarri e Gianni Vio sono accomunati dal passato in banca e dai calci piazzati. Il secondo si è guadagnato l’appellativo di «mago dei calci piazzati», ma il vero maestro sembra proprio il tecnico dell’Empoli. Dieci gol segnati dai toscani sugli sviluppi di un calcio piazzato. «Sarri ha l’esperienza che mi manca», ammette Inzaghi. «Ma noi dobbiamo essere incazzati per la classifica che abbiamo». Non va altrettanto bene a Vio che - mentre la Fiorentina dopo il suo addio è in testa alla classifica dell’efficacia su palla inattiva - con quello di Antonelli totalizza solo tre centri nella sua specialità. E tante ironie per la doppia barriera di Milan-Atalanta. F.PER. pio alla Roma con il famigerato «sceicco di Perugia». Ma la ricerca potrebbe essere alla stretta finale. In salsa di soia sì, ma cinese. Ilnoto studio legale “Ripa di Meana e associati” si starebbe occupando da vicino della pratica che sembra essere in pole nel gradimento dei vertici rossoneri. Soldi veri, un solido piano di partnership e l’interesse a sviluppare il marchio Milan in Oriente. Contattati da Libero,gli avvocati non hanno rilasciato dichiarazioni, ma a parlare per loro è il passato: merger&acquisition concluse per 9 miliardi di euro, operazioni di assetto gestionale per 24 miliardi di euro. Insomma, il partner ideale per una trattativa che dovrebbe portare capitali freschi lasciando maggioranza e gestione ai Berlusconi. Anche perché ilpatron ha dimostrato di voler tornare a occuparsi della squadra, investendo in «giocatori giovani e italiani» e nel nuovo stadio. E anche se i passaggi burocratici da superare sono molti, resta la fiducia per la corsa all’area dell’ex Fiera. Con i finanziamenti asiatici, si potrebbe consolidare il progetto e completare il piano di sviluppo con la costruzione di altre Casa Milan in giro per il mondo. «Berlusconi? Non lo vedo lontano dal Milan. Sarebbe una grave perdita», ha confermato ieri Inzaghi, «vuole tornare a vincere. Quando le cose vanno bene pretende di più, quando vanno male è sempre vicino. La sua carica è la nostra forza». Magari accompagnata da due involtini primavera. 30 SPORT __Domenica 15 febbraio 2015__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ Salah e doppio Babacar: la Fiorentina travolge il Sassuolo 3-1 ::: REGGIO EMILIA emiliani gol di Berardi nella ripresa. ■■■ Una ottima Fiorentina batte fuori Salah bacia la fascia a lutto [web] casa il Sassuolo 3-1 e si insedia da sola al quarto posto. Primo gol per l’egiziano Salah (con il lutto al braccio per i 30 tifosi di calcio morti al Cairo una settimana fa) poi la doppietta di Babacar. Per gli SASSUOLO-FIORENTINA 1-3 RETI: 30’ pt Salah, 32’ pt e 16’ st Babacar, 22’ st Berardi SASSUOLO (4-3-3): Consigli 6.5; Gazzola 5.5, Cannavaro 5.5, Acerbi 5.5, Longhi 6 (35’ st Missiroli sv); Biondini 5.5, Magnanelli 5.5, Brighi 5.5 (17’ Floccari 6); Berardi 6.5, Zaza 5.5, Sansone 5.5 (29’ st Floro Flores 6). All. Di Francesco. FIORENTINA (4-3-3): Tatarusanu 6; Richards 6.5, Savic 6.5, G. Rodriguez 6, Alonso 5.5; Kurtic 5.5, Pizarro 6.5, M. Fernandez 6 (23’ st Aquilani 6); Diamanti 6, Babacar 7.5 (27’ st Gilardino 6), Salah 7 (37’ st Ilicic sv). All. Montella. ARBITRO: Doveri. NOTE: ammoniti Longhi, Alonso, Zaza, Savic. AL BARBERA 3-1 I cannoli di Palermo fanno male al Napoli Vazquez e Dybala, i gioielli di Zamparini [Ansa] Lazaar (papera di Rafael),Vazquez e Rigoni frenano la rincorsa di Benitez al 2˚posto. Hamsik va ko. Oggi la Roma può scappare ::: GIAMPIERO DE CHIARA PALERMO-NAPOLI 3-1 PALERMO Il Palermo travolge in casa un pessimo Napoli (3-1). I rosanero, con Lazaar (14’) e Vazquez (36’), chiudono i giochi già nel primo tempo. Rigoni (20’ st, al 5˚ gol stagionale) mette poi a segno la terza rete. Gli uomini di Benitez (a segno nel finale con Gabbiadini) frenano così la loro corsa verso il secondo posto della Roma e devono ora guardarsi dalla Fiorentina che è a meno 4 punti. PALERMO (4-3-2-1) Sorrentino 6:serata tranquilla per il portiere rosanero. Bello un suo intervento su un tiro di Higuain Rispoli 6: soffre all’inizio quando il Napoli attacca spesso dalle sue parti, migliora col passare dei minuti. Andelkovic 6: governa la difesa con tranquillità. Terzi 6: l’ex della partita offre una prestazione sempre convincente. Lazaar 7: il marocchino sblocca la partita con un tiro dalla trequarti. Gioca con scioltezza e si propone spesso in attacco. Bolzoni 5.5: si divora un gol che ancora grida vendetta. Rigoni 6.5: dirige la squadra con tranquillità. Pecca un po’ nel chiudere in difesa. Segna la terza rete che è da manuale del calcio, per come è stata costruita. Diffidato salterà la sfida con la Lazio. Barreto 6: solita grinta a centrocampo. Troppo falloso (dal 41’ st Jajalo sv). RETI: 14’ pt Lazaar, 36’ st Vazquez, 20’ st Rigoni, 37’ st Gabbiadini. PALERMO (4-3-2-1): Sorrentino; Rispoli, Andelkovic, Terzi, Lazaar; Bolzoni, Rigoni, Barreto (41’ st Jajalo); Quaison (23’ st Chochev), Vazquez; Dybala. All. Iachini. NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Britos, Strinic; Jorginho, David Lopez (23’ st Gargano); Callejon, Hamsik (9’ st Gabbiadini), De Guzman; Higuain (29’ st Zapata). All. Benitez. ARBITRO: Mazzoleni. NOTE: ammoniti Jorginho, Higuain, Rigoni, Bolzoni. Quaison 6: incerto all’inizio, dà poi il via all’azione del 2-0 (dal 23’ st Chochev sv). Vazquez 7.5:un gol(è ilsettimo in campionato), un assist vincente e tante giocate di classe (dal 33’ st Belotti sv). Dybala 7: quando ha la palla tra i piedi è impossibile rubargliela. Inventa sempre qualcosa. Fornisce l’assist per il gol di Vazquez. Da una sua grande intuizione nasce il 3-0. NAPOLI (4-2-3-1) Rafael 4.5: la papera sul primo gol è da comiche. Maggio 5.5: si fa vedere in attacco solo dopo il 2-0. Albiol 5: soffre Dybala che spesso lo fa innervosire. Britos 5.5: è il meno peggio nella disastrosa serata della difesa napoletana. Strinic 5: impreciso nei passaggi e confusionario quando deve dettare il pas- SERIE B, 26ª GIORNATA Carpi e Bologna pari, Livorno ok Risultati 26ª di Serie B: Perugia-Modena 2-0 (giocata venerdì); Avellino-Frosinone 3-0; Bari-Vicenza 0-1; Bologna-Ternana 0-0; Carpi-Spezia 0-0; Entella-Trapani 1-1; Lanciano-Brescia 2-0; Latina-Pescara 2-0; Pro Vercelli-Cittadella 0-1; Varese-Livorno 0-1. Catania-Crotone (domani ore 20.30). LA CLASSIFICA: Carpi 51 punti, Bologna 45, Livorno 43, Avellino 42, Vicenza 40, Frosinone 38, Lanciano 37, Spezia 36, Ternana 35, Pescara, Perugia e Pro Vercelli 33, Trapani 32, Bari, Modena e Cittadella 30, Brescia Entella 29, Catania, Varese e Latina 27, Crotone 24. saggio. Jorginho 5: preoccupante la sua involuzione, rispetto al bel giocatore visto l’anno scorso. David Lopez 5.5: non entra mai nel vivo del gioco. Deficitario anche nel fare da diga in mezzo al campo (dal 23’ st Gargano sv) Callejon 5: si impegna,corre, ma è evanescente. Sembra diventato un corpo estraneo rispetto alla squadra. Hamsik 5.5: ha spazio per poter inventare gioco, ma non è mai concreto. Esce per un problema fisico (dal 9’ st Gabbiadini 6: segna di tacco il suo decimo gol in campionato). De Guzman 5.5: inconcludente quando c’è da creare la superiorità numerica in attacco. Higuain 5: nervoso e poco pericoloso in attacco. Diffidato salterà la sfida con il Sassuolo (dal 29’ st Zapata 6: volenteroso). ARRIVA IL PARMA Gervinho-Doumbia Roma tutta nuova per stare con la Juve Per la Roma la rincorsa alla Juventus passa per la gara col Parma. E Garcia non vuole distrazioni: «Abbiamo solo un risultato utile, vincere». Contro i ducali il tecnico dovrà fare a meno di Totti e Maicon (non convocati). Potrà però contare sul nuovo arrivato Doumbia: «È pronto per giocare, non ci sono problemi». Il tecnico della Roma vuole concentrazione: «Questa partita è fondamentale, non voglio sentire niente di giovedì col Feyenoord e ancora meno del 2 marzo ovviamente (la sfida con la Juve, ndr)». L’allenatore francese si affiderà anche a Gervinho, appena rientrato dalla Coppa d’Africa: «Nessun mio giocatore è indispensabile, ma ognuno serve alla collettività». BERGAMO TABÙ L’Inter a tutto Icardi In casa dell’Atalanta non vince dal 2008 1-3 3-1 Juve Roma Napoli* Fiorent.* Samp Lazio Palermo* Torino Genoa Inter 53 46 42 38 35 34 33 31 29 29 Milan Sassuolo* Udinese Verona Empoli Atalanta Chievo Cagliari Cesena Parma (-1) 29 29 28 24 23 23 21 19 15 9 Oggi l’Atalanta, giovedì il Celtic. In cinque giorni Mancini si gioca un bel pezzo di stagione. «Per il momento è più importante l’Atalanta, dare continuità al nostro rendimento. Non c’è bisogno di far riposare dei giocatori», ha spiegato, «vengono da una sconfitta immeritata, sono una squadra molto solida». Su Icardi: «Non credo possa rifiatare. Sta molto bene e spero che continui a segnare». Sogno terzo posto: «Non bisogna mai mollare». Mancini sprona i suoi ragazzi convinto che siano sulla strada giusta. «Stanno migliorando e mi danno sempre delle garanzie». L’Atalanta è la bestia nera dei nerazzurri l’ultimo allenatore interista ad aver vinto a Bergamo è stato proprio Mancini nel 2008. 31 SPORT __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it CI MERITIAMO IL 6 NAZIONI? È poco azzurro il futuro dell’Italrugby L’Inghilterra ci stende 47-17, ma il vero guaio è la mancanza di giovani di livello: Under 20 ko 61-0 ::: MISKA RUGGERI INGHILTERRA-ITALIA 47-17 ■■■ Alla vigilia i media in- glesi ci erano andati giù pesante, tanto che pure il prestigioso Times, agghiaccianti cifre alla mano, si è interrogato sull’opportunità di riservare un posto agli azzurri nel Sei Nazioni e non darlo, per esempio, alle emergenti Georgia o Romania. Poi ieri pomeriggio, nel Tempio di Twickenham, il match è finito più o meno secondo previsioni: 47-17 e sei mete a tre. Epperò l’Italrugby ha tirato fuori gli attributi, è partita alla grande con una bella meta di capitan Parisse, ha dominato per una ventina di minuti con l’estremo Brown andato a sbattere sul Gran Sasso (Masi), è capitolata su un’azione confusa (gli arbitricerto non ci sono mai favorevoli: in dubio pro Anglia, nunc et semper), ha subito il bis, ma ha reagito bene (peccato il piede fallimentare di Haimona: 0 su 4) e, insomma, nel primo tempo è stata all’altezza. Eccome. Nella ripresa, ovviamente, dopo un ottimo guizzo di Morisi (il primo della storia a fare il bis contro l’Inghilterra) è venuta fuori la superiorità di Joseph e compagni e amen. C’è comunque di L’inglese Joseph si invola inseguito da Masi, dopo aver eluso il placcaggio di Haimona [Ansa] che accontentarsi, soprattutto ripensando al brutto incontro casalingo contro l’Irlanda. «Con un po’ di fortuna sui calci», spiega il ct Brunel, «potevamo arrivare all’intervallo in parità. Abbiamo sbagliato, ma abbiamo avuto l’impressione di poter sfidare questa squadra in modo interessante. Nel secondo tempo però abbiamo fatto due-tre errori in difesa che hanno cambiato la partita. Realizzare tre mete a Twickenham non è facile: questa è una delle cose che voglio salvare». «Abbiamo imboccato la strada giusta», gli fa eco Parisse, «vogliamo fare mete e divertirci, non possiamo solo difendere. Ora mi auguro che a Edimburgo,tra due settimane, il risultato sia diverso». Tuttavia, il vero problema del nostro rugby, ormai da 15 anni sul punto di fare un salto di qualità che non arriva mai, si è palesato venerdì sera a Plymouth, do- MARCATORI: pt 5’ m. Parisse; 21’ cp Ford; 24’ m. Vunipola; 28’ m. Joseph tr. Ford; st 6’ cp Ford; 10’ m. Morisi; 15’ m. Youngs, tr. Ford; 18’ cp Ford; 21’ m. Joseph, tr. Ford; 24’ m. e tr. Cipriani; 29’ m. Easter; 38’ m. Morisi, tr. Allan. INGHILTERRA: Brown (12’ pt Twelfetrees); Watson, Joseph, Burrell, May; Ford (23’ st Cipriani), B. Youngs (27’ st Wigglesworth); B. Vunipola, Robshaw, Haskell (23’ st Croft); Kruis, Attwood (11’ st Easter); Cole (19’ st Brookes), Hartley (19’ st T. Youngs), Marler (23’ st M. Vunipola). Ct. Lancaster. ITALIA: McLean; Sarto (32’ st Bisegni), Morisi, Masi, Venditti; Haimona (30’ st Allan), Gori (30’ st Palazzani); Parisse, Bergamasco (19’ st Vunisa), Minto (29’ st Vunisa, 38’ st Minto); Bortolami (7’ st Furno), Biagi; Castrogiovanni (19’ st Chistolini), Ghiraldini (19’ st Manici), De Marchi (19’ st Aguero). Ct. Brunel. NOTE: Irlanda-Francia 18-11; oggi (16) Scozia-Galles ve la nostra Under 20 è stata schiantata dai Bianchi pari età 61-0 (nove mete a zero): i giovani non sono all’altezza. Bene o male - questione di opinioni - nel Sei Nazioni, dove siamo approdati grazie alla straordinaria generazione dei Domínguez, dei Troiani, dei Cuttitta e dei Vaccari, dal 2000 a oggi ce la siamo cavata, tra cucchiai di legno (ma la Francia per la prima vittoria del Torneo ha dovuto aspettare il 1956...) e qualche rag- gio di luce (da ricordare soprattutto il 2013 con il successo sui cugini transalpini). Ma cosa accadrà quando gli ultimi vecchi leoni da Mauro Bergamasco a Marco Bortolami, da Andrea Masi allo stesso 31enne Parisse - appenderanno gli scarpini al chiodo? Chi ci sarà a rimpiazzare questo gruppo? I dolori veri, ahimé, nonostante l’esperienza delle coppe europee e gli sforzi della Fir, sono dietro l’angolo... MONDIALI DI SCI Razzoli e Gross ultime chance per evitare il flop Ultima spiaggia per l’Italia ai Mondiali di Vail. Gli azzurri si presentano al cancelletto dello speciale maschile che chiuderà la competizione ancora a quota zero medaglie, con le ultime speranze nelle mani, o meglio negli sci, dei quattro slalomisti al via oggi (prima manche alle 18.15, seconda alle 22.15, diretta RaiSport ed Eurosport). Nella sfortuna poteva andare peggio, visto che ci affidiamo a chi come Stefano Gross arriva da un’ottima prima parte di Coppa del Mondo, con tre podi di cui una vittoria ad Adelboden. «Sono tranquillo e molto sereno, si tratta solamente di sciare come sono capace», le parole al sito della Fisi del 28enne fassano. In grande crescita anche Giuliano Razzoli, uno che se ne intende di “salvataggi” in extremis, avendo già tolto lo 0 dalle caselle medaglie dello sci ai Giochi di Vancouver 2010, mentre outsider saranno Moelgg e Thaler. Favoriti come al solito Hirscher e Neureuther, ma il manto nevoso della Birds of Prey è stato “barrato” (cioè ghiacciato) e una neve più dura può giocare a favore dei nostri. MATTEO SPAZIANTE 32 __Domenica 15 febbraio 2015__ L’ALLARME DI GARAVAGLIA (LEGA) «A Roma vanno troppi soldi Serve maggiore autonomia» Servizio a pagina 36 LA SVOLTA I NUMERI DI IERI ::: 8 Borseggi ::: 22 Scippi ::: 3 Rapine ::: 17 Truffe ::: 7 Furti in appartamenti e negozi ::: 15 Furti di autovetture ::: 21 Furti a bordo di autovetture ::: 3 Arresti A Cremona il centrosinista dà lo sfratto ai centri sociali Servizio a pagina 39 Redazione cronaca: viale Majno 42, 20129 Milano; telefono 02.999666; fax 02.99966227; email: [email protected]. Pubblicità: SpeeD Società pubblicità editoriale e Digitale, Viale Milanofiori Strada 3, Palazzo B10 - 20090 Assago (Milano); tel. 02.57577.605/640 ::: Commento EccoperchéLambrate nonpuòessere lasciataairom ::: TOMMASO LABRANCA ■■■ Nadia, una mia amica romana, non perdeva un sit-in organizzato da Rutelli a difesa dei rom. Finché un giorno, sulla Metro A, due rom non le strapparono una catenina d’oro. Da allora Nadia si è posta a destra di Gentilini. Chissà quante altre catenine sono state strappate, visto che il sostegno aiRom sta scemando. Ricorderete il casermone-ricetto di via Adda, difeso dalle signore-bene in gonnellona che abitano all’Isola e che oggi paiono svanite. Solo Vendola (insieme alla sua exclave a Palazzo Marino) urlicchia ancora dei nostri fratelli rom. Tanto lui a Milano non c’è e non sa che qui i rom si comportano come la chiazza di sangue del Fantasma di Canterville. Otis la cancella, il fantasma la fa riapparire. Le forze dell’ordine eseguono gli sgomberi, i rom riappaiono subito dopo. A volte Salvini non fa nemmeno in tempo a togliersi la felpa usata nella manifestazione che loro hanno già rioccupato l'edificio murato di fresco. E non si tratta più solo delle periferie, il problema tocca ormai anche zone storiche, come Lambrate. Per testimonianze e foto vi rimando a un sito, lambrateinforma.com, curato dai cittadini che vivono un vero assedio e che non sono legati a nessuna delle forze politiche che, di volta in volta, organizzano inutili sfilate autopromozionali. Lambrate, vittima diun degrado inarrestabile, segnata dalla ruggine della grande fabbrica di cui resta solo lo scheletro.Scomparsi glioperai e tutto il piccolo mondo descritto da Iannacci che qui era nato. Eppure il quartiere cerca di resistere: da anni il Fuorisalone di Lambrate è più interessante di quello in Tortona. Poi, spente le luci, tornano il degrado e la sensazione di essere prigionieri. Strade usate come latrine, episodi odiosi di anziani costretti a pagare per potersi sedere sulle panchine, auto che si parcheggiano senza la certezza di ritrovarle intere. Arriva la volante, fa murare l’ingresso della casa abbandonata, i rom la picconano e ne tornano padroni. Grazie al Comune che non prende mai una decisione sulle migliaia di metri abbandonati in città. Lambrate non è la sola zona a soffrire così. Ci sono le strutture abbandonate in fondo a via Toffetti occupate da punkabbestia, il vergognoso bivacco di latinos ubriachi in Porta Venezia e tante altre terre di nessuno. Dirlo non consola, lo so. Fa solo montare ancora di più la rabbia. La giunta che non ama i milanesi Pisapia bis e Area C allargata Le carte del Pd per perdere Il sindaco verso la ricandidatura. Nel programma l’ampliamento del ticket. I suoi: è il nostro punto di forza ■■■ Un Pisapia-bis e l’allargamento di Area C alla circonvallazione esterna. Così la sinistra milanese si prepara a perdere le elezioni del 2016. la ricandidatura dell’attuale sindaco è un’ipotesi che sta riprendendo quota nelle ultime ore. Quello che invece appare certa è l’intenzione di allargare la zona di congestion charge e di farlo a ridosso delle elezioni. Non tutti a sinistra, però, la pensano allo stesso modo. Per un Monghuzzi (Pd) che plaude all’inizitiva, c’è un Mazzali (Sel) che frena preoccupato per la possibile emorragia di consensi. E il centrodestra si dice pronto a fare le barricate. Il rave party del liceo «bene» tiene in scacco un quartiere di G. VENEZIANI a pagina 34 Il cavalcavia del quartiere Isola fa infuriare persino la sinistra di R. PROCACCINI a pagina 35 MARIANNA BAROLI a pagina 35 IL SONDAGGIO La lista Maroni con Fi e Ncd ■■■ «Un partito moderato che si occupi della questione del Nord? Mi sembra un’apertura interessante». A parlare è Stefano Bruno Galli, capogruppo in Regione della Lista Maroni.E il fronte deimoderati lanciato ieri da esponenti di Ncd e Fi si allarga alla formazione civica del presidente. FABIO RUBINI a pagina 36 BANDE, TAG E VENDETTE La guerra dei writers ■■■ Sulle serrande, sulle auto in sosta, sui monumenti e sui muri che sembrano imbrattati senza una logica. C’è una piccola guerra che si combatte ogni giorno in città con bombolette e pennarelli, ma può accorgersene solo chi ha pazienza e attenzione. Le scritte e i disegni che ricoprono i muri diMilano sono una sorta di geroglificimoderniche se decifrati rivelano una rete di messaggi e talvolta di minacce. La guerra dei writer si combatte da anni, le sfide avvengono con il “crossing”, ovvero coprendo la firma (tag) o il murales (pezzo) di un rivale che spesso appartiene a un altro gruppo (crew). S. GARZILLO a pagina 34 Il quartiere del Cerutti Gino Moda, mostra e locali. La rinascita del Giambellino ::: ROBERTO COALOA ■■■ Come scoprire la rinascita di una storica semiperiferia di Milano, il Giambellino? Noi, flâneurs di lungo corso, abbiamo come maestro lo scrittore russo Anton Cechov, che consigliava due semplici cose per fare un reportage: buone scarpe e un taccuino per gli appunti. Con questo spirito abbiamo passeggiato lungo via Giambellino, via Gorki, via Tolstoi e piazza Berlinguer, alla ricerca di persone, animali, negozi, ristoranti, spazi verdi e, ovviamente, di un immobiliarista: per far luce sul mercato delle abitazioni. Questa indagine nasce dalla curiosità innescata dal successo di un recente libro che racconta il quartiere: “20146. Storie” di Paola Pignatelli ed Ennio Vicario (Tep Arti Grafiche, pagg. 98, € 16). “20146”, come il codice di avviamento postale del Giambellino. Il volume è straordinario e fa apparire questa zona di Milano come una piccola New York, melting pot di grande valore sociale,economico e culturale.Una galleria di quaranta ritratti,alcuni noti, altri da scoprire, come quelli della coppia di librai Tosca e Danilo, animatori di “Gogol & Company”, uno dei luoghi (...) segue a pagina 39 34 CRONACA __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it Inutile la protesta dei residenti di zona Fiera Rave party del liceo «perbene» Un quartiere tenuto in ostaggio Finale di «cogestione» col botto per il Severi. Una settimana fa ospitò la lezione di Pisapia ::: GIANLUCA VENEZIANI ■■■ Ora capiamo a cosa al- ludesse Giuliano Pisapia quando, appena eletto nel 2011, aveva parlato di «restituire entusiasmo» alla città di Milano. Il neosindaco si riferiva alla traduzione inglese del termine «entusiasmarsi»: rave, da cui rave party. Non a caso questa settimana ha partecipato da superospite al periodo di cogestione svoltosi presso il liceo scientifico Severi-Correnti di Milano, conclusosi due giorni fa con un mega ritrovo rave all’aperto. Vi lasciamo immaginare com’è andata:strade chiuse, casse che pompavano musica a palla, schiamazzi, bevute, casi di ubriachezza, decibel ai limiti del consentito e, soprattutto, residenti infuriati. «Intorno alle 8 di sera», ci racconta uno di loro, «400-500 ragazzi si sono radunati in via Alcuino, davanti al cortile della scuola. Hanno iniziato a muoversi al ritmo di musica techno ed elettronica, fino a oltre mezzanotte.Noi che abitiamo in zona ci sentivamo impotenti: la strada era stata chiusa al traffico, con relativi problemi alla viabilità, ma soprattutto il volume era altissimo. Siamo andati a protestare con i vigili, ma ci hanno detto che non potevano intervenire, perché - assurdo a dirsi - la manifestazione era stata autorizzata...». Nessuno, soprattutto dalla questura, forse si aspettava che una manifestazione scolastica si concludesse con un rave. L’allegra cerimonia non è stata un episodio isolato, ma la degna conclusione di una tre giorni di cogestione, in cui sono stati organizzati a scuola dagli studenti (con il consenso dei prof) corsi “ad alto livello formativo”. Si è iniziato mercoledì 11 febbraio con la fondamentale lezione di «storia della canapa», verosimilmente con insegnamenti ad hoc su come produrre cannabis; quindi spazio all’emergenza sfratti grazie alla lectio magistralis dei rappresentanti del Centro Sociale Cantiere, gli stessi, per capirci, che teorizzano il motto «organizzati e lotta»: dopo aver occupato le case, devono aver pensato bene di occupare anche le scuole. Ma nella mezza settimana autogestita del Severi non sono mancate neppure le guest star politiche, orientate, va da sé, solo da una parte:prima il consigliere comunale di Sel Mirko Mazzali, che ha illuminato gli studenti sul G8 (visto dalla parte dei no global),e poi il sindaco Pisapia, che ha spiegato ai ragazzi dell’istituto la rava (o forse, la rave) e la fava di Expo 2015. Alla fine dell’incontro il primo cittadino si è detto soddisfatto e ha voluto condividere questo «entusiasmo» su Facebook, commentando: «È stimolante e interessante confrontarsi con le ragazze e i ragazzi.Trovo sempre in loro grande maturità. Stavolta abbiamo affrontato con loro il tema della legalità». E meno male, dato che due giorni dopo i giovani dell’istituto lo hanno preso in parola, organizzando un bel rave party. E chissà che non sia il primo passo per partecipare il 30 aprile prossimo, insieme agli studenti degli altri istituti superiori milanesi facenti capo al gruppo NoExpo, al corteo contro la manifestazione, all’insegna dello slogan rassicurante: «Expo fa male». Nessuno pensi però che, nei corsi messi a punto al Se- veri, si sia trascurato il tema succulento dei «diritti», tanto caro a questa amministrazione: ecco allora la presenza di Emergency, che ha parlato di «diritti umani», e soprattutto l’appuntamento con Arcigay Milano che non ci crederete - ha discusso dei diritti degli omosessuali, nell'imperdibile lezione «Ti presento mamma e mamma (o papà e papà)», con tanti saluti a quegli studenti (cioè tutti) che pure sono figli di una mamma e di un papà. Stavolta però, va detto, è andata meglio rispetto agli anni scorsi. Nel 2010, durante un’altra autogestione, al Severi erano stati rubati dei computer e il preside, infuriato, aveva chiesto l’intervento immediato della Polizia. Non ce n’è stato bisogno questa volta, visto che l’attuale dirigente scolastico Mario Un’immagine del rave organizzato dal liceo Severi-Correnti Agostino Donato Zeni,in prima persona, ha appoggiato e sostenuto l’iniziativa di cogestione. E pensare che nell’istituto sarebbe attivo un rigoroso «codice comportamentale e disciplinare» che prevederebbe richiamo scritto, se non ammonizione o diffida, per «tutti quegli studenti che possono intralciare il normale svolgimento dell'attività didattica». Vale sempre ovviamente, tranne che nella cogestione. Come dire: Severi di nome, ma non di fatto. LA SFIDA DEGLI IMBRATTATORI Nelle foto alcune immagini di muri sporcati dai writers milanesi. In questi giorni sarebbe in atto una vera e propria guerra per accaparrarsi gli spazi (pochi) ancora «liberi» [Salgar] ::: SALVATORE GARZILLO ■■■ Sulle serrande, sulle auto in sosta, sui monumenti e sui muri che sembrano imbrattati senza una logica. C’è La città imbrattata una piccola guerra che si combatte ogni giorno in città con bombolette e pennarelli,ma può accorgersene solo chi ha pazienza e at- in Italia sul fenomeno e rappretenzione. Le scritte e i disegni che sentante milanese dell’Associaricoprono i muri di Milano (in re- zione nazionale antigraffiti - tra altà di tutto il mondo) sono una writer e street artist, tra writer di sorta di geroglifici moderni che se crew diverse, tra writer e cittadini. decifrati rivelano una rete di mes- Nell’ultimo caso gli scambi possosaggi e talvolta di minacce. La no essere anche molto esilaranguerra dei writer si combatte da ti». anni, le sfide avvengono con il Così, se il proprietario di una ca“crossing”, ovvero coprendo la fir- sa in centro appende un cartello ma (tag) o il murales (pezzo) di con scritto: «Caro imbrattamuri un rivale che spesso appartiene a se fosse arte la compreremmo e un altro gruppo (crew). «Esistono invece dovremo pagare per cantre tipi di battaglie - spiega Fabio- cellarla»; il writer gli risponde sul la Minoletti, tra i massimi esperti muro con la bomboletta spray: membro della crew CTO (“Check this out”, ovvero “beccalo”) e sembra sia una sua peculiarità provocare gli altri cancellando il loro nome. Come Dru, altro writer con la passione per il crossing. È stato il primo a scrivere la propria tag sulla Madonna di Guadalupe ritratta sul portone di corso di Porta Ticinese 22 da Retna (Marquis Lewis) ed El Mac (Miles MacGregor), due artisti di Los Angeles conosciuti in tutto il mondo per la loro maestria. Nel bon ton del writing sarebbe un affronto Nella nuova Galleria anche una biblioteca e un polo museale In Galleria Vittorio Emanuele II aprirà una biblioteca. L’annuncio è stato dato ieri dall’assessore al Demanio Daniela Benelli. Lo spazio culturale aperto alla città verrà inaugurato nell’hotel Seven Stars Galleria che ha vinto il bando che assegna per i prossimi 18 anni gli spazi che si sviluppano su 6 livelli (a partire dall’ingresso su via Pellico). «Siamo molto contenti del progetto presentato dall’albergo – commenta l’assessore al Demanio Daniela Benelli – che ha saputo coniugare le esigenze di una struttura ricettiva di eccellenza alla possibilità di aprire questi spazi all’utenza pubblica. Tra le varie funzioni previste, verrà infatti realizzata una biblioteca che sarà polo culturale dedicato a incontri letterari e corsi sul linguaggio rivolti ai bambini. Nello spazio, poi, verrà anche realizzato un museo dedicato alla storia della Galleria». L’albergo pagherà al comune un canone annuo di 1.001.000 euro. gravissimo imbrattare un’opera di qualità, eppure da qualche anno sta prendendo il sopravvento la deriva vandalica che accetta anzi apprezza - queste azioni. «Ci sono diversi modi per punire chinon rispetta le regole - continua la Minoletti - Se le minacce fisiche non bastano si passa alla vendetta con la bomboletta». Si scrive sulla firma del rivale “Fuck” o “Toys” (“Trouble On Your System”, c’è un problema nel tuo sistema, che nello slang equivale a indicare un principiante). «Così è stato punito Humen, colpevole di aver esagerato con la bomboletta nella zona delle colonne di S. Lorenzo e anche il giovane Eton di zona Corvetto». Tutti marchiati per le loro scorribande fuori dalla propria area. Come dire, chi di spray ferisce... Bande, minacce e vendette... Scoppia la guerra dei writers «Continuate a cancellare, noi continueremo a sporcare!». Se il primo cerca di arginare ridipingendo di bianco la facciata, l’altro gli scrive per dispetto «che bel muro bianco» oppure «scrivere sui muri è un reato». I toni usati non sono sempre ironici.Se qualcuno si azzarda a crossare un pezzo più volte rischia di finire davvero male, come avverte un graffitaro con una frase scritta accanto alla sua firma coperta per l’ennesima volta: «Riva ti ammazzo come un cane». Riva è IL PROGETTO CRONACA __Domenica 15 febbraio 2015__ 35 @ commenta su www.liberoquotidiano.it La giunta che non ama i milanesi Area C: la carta di Pisapia per perdere le elezioni Lo smog si impenna ma per Monguzzi e molti del Pd il ticket è un successo, va esteso e giocato da jolly. Persino i vigili insorgono: una follia ::: MARIANNA BAROLI ■■■ Un asso nella manica (per perdere meglio) - l’ampliamento di Area C - e una ricandidatura,quella di Giuliano Pisapia al posto di primo cittadino, che in questi ultimi giorni sembra riprendere quota. Le prospettive per Milano sembrano tingersi di tristi sfumature di grigio rispetto all’arancione a cui siamo stati abituati negli ultimi anni. Secondo indiscrezioni il sindaco avrebbe un piano ben preciso per tenersi stretta la città che potrebbe però tagliare per sempre il suo nome dall’olimpo dei sindaci: ampliare Area C. La sua carta vincente, infatti,potrebbe rivelarsi l’esatto contrario e spegnere per sempre il tanto discusso vento delcambiamento. Perché sebbene ilsindaco, durante un’intervista, abbia ammesso che «per cambiare veramente, un mandato non basta», ilsuo nome è nella rosa dei candidati perfetti a prendere il posto del neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’interno della Corte Costituzionale. Tanti indizi, tante voci, e la quasi certezza dei suoi più stretti collaboratori, vogliono Pisapia ben lontano da Milano nel futuro prossimo. Ma c’è una buona fetta del Pd che all’addio non crede proprio. Il nervosismo è tangibile. «Dice, non dice, si candida, non si cadida», racconta un alto esponente piddino.«Di fatto l’impressione è che la tiri in lungo per arrivare a dire “mi candido perché me lo chiede il partito e la città”... Tipico di questi personaggi prestati alla politica.Forse pensa che così facendo avrà maggior libertà di manovra e più autonomia dal partito». Qualunque sia la decisione ultima di Pisapia, la tanto discussa Area C dovrebbe essere, secondo il centro sinistra, la mossa strategica per riconquistare la fetta di elettori delusidal primo mandato. Milano, tuttavia, non sembra pronta ad affrontare una nuova tassa. Per quanto fonti della sinistra si prodighino a sostenere il contrario: «Ne hanno parlato in giunta dell’ampliamento diArea C,certo andrebbe ben inquadrato in un contesto di completamento della M4 e M5, ma potrebbe essere un buona promessa elettorale. D’altronde per noi è Area C è un successo. I milanesi, anche se lentamente, l’hanno digerita, in giro nessuno più se ne lamenta e i benefici ci sono stati». A far tornare in campo con prepotenza la tanto disapprovata sostituta dell’Ecopass morattiano gli ultimi studi sullo smog a Milano, soprattutto i dati trasmessi nei giorni scorsi da Legambiente riguardo i livelli di smog e inquinamento in città. Il Pm10 è infatti tornato sopra la soglia di allarme toccando lo scorso mercoledì il livello di 118 microgrammi per metro cubo di aria. Livelli così alti non si registravano dal 31 ottobre dello scorso anno e proprio per questo motivo Legambiente è tornata a far suonare il campanello d’allarme. Secondo gli esperti, chiamati a puntare ildito contro un colpevole, non ci sarebbero dubbi: l’alto numero di automobili utilizzate in città che scaricano le loro polveri nell’aria milanese. Con il ritorno della bandiera antiinquinamento sventola- ta da Legambiente è così tornata in auge l’utilità o meno di Area C. Per Carlo Monguzzi, consigliere del Pd e presidente della commissione Mobilità e Ambiente, non ci sono dubbi: «Giuliano Pisapia deve fare un atto di coraggio e coerenza e ampliare Area C». Monguzzi non ha mai nascosto di essere favorevole allo spostamento del raggio di azione del ticket fino alla circonvallazione esterna: «Area C andrebbe ampliata anche ora» ha spiegato «tecnicamente i lavori potrebbero partire anche ora» e sicuramente «prima delle elezioni». Una mossa strategica che da una parte potrebbe riconfermare a Pisapia i favori, e quindi i voti, della sinistra radical chic ma che, dall’altra, de- sta qualche preoccupazione. Cauto ilcapogruppo diSel,Mirko Mazzali. «Ci sono altri modi per far diminuire lo smog» ha spiegato «come per esempio agire sul riscaldamento. Area C serviva per decongestionare, ed è quello che ha fatto». Contrario all’ampliamento Daniele Vincini, segretario regionale Suplm deivigili, secon- MANIFESTAZIONE ALL’OTTAGONO Lenzuola bianche per i morti in mare Erano circa 200 le persone che ieri hanno aderito al flash mob di Radio Popolare per protestare contro la strage di migranti al largo di Lampedusa. Tra questi erano presenti anche alcuni esponenti dell’amministrazione comunale e della Cgil. Tutti muniti di lenzuolo bianco per protestare contro «il macabro conteggio dei morti nel Mediterraneo. Ormai è un bollettino di guerra» si leggeva ieri sul sito di Radio Popolare. I partecipanti, una volta giunti in Galleria, si sono sdraiati coperti dalle lenzuola. do cui «Milano finirebbe alcollasso» se Area C aumentasse la sua portata. «Eravamo contrari durante la sua introduzione e lo siamo ora» ha spiegato Vincini «Milano è troppo piccola, mancano i mezzi di trasporto pubblico, le metropolitane, le corsie preferenziali per gli autobus e soprattutto mancano parcheggi di corrispondenza non a pagamento». Anche per Fabrizio de Pasquale, consigliere di Forza Italia,«ampliare Area C sarebbe un errore enorme». Per De Pasquale, la preoccupazione è anche che «la giunta potrebbe anche fare qualcosa di più e pensare di intervenire anche sulle vecchie automobili e sui camion aggiungendo ulteriori misure restrittive». A sperare che «Pisapia prenda la strada di ampliare Area C molto di corso» è Riccardo De Corato, consigliere di Fratelli d’Italia ed ex vice sindaco durante i mandati di centrodestra per cui «la gabella di 5 euro è stato ilfallimento per eccellenza di Pisapia e della sinistra». «Forse in questo modo saremmo in grado di vincere a mani basse le elezioni e di dire addio per sempre agli arancioni», ha commentato De Corato secondo cui «ampliando Area C, l’amministrazione otterrebbe l’effetto disastroso di far arrabbiare quei milanesi che ancora non si sono accorti del tutto della loro incapacità di governare». Rivolta all’Isola Il cavalcavia che fa infuriare la sinistra radical chic Parte da corso Como l’attacco al Comune per la sopraelevata che toglierà 400 posti auto. La gallerista: assurdo, ci offrano servizi alternativi L’ATTACCO DI DE CORATO «Sul bilancio la Balzani ci sta prendendo in giro» Il bilancio di previsione non sbarca in Consiglio e Riccardo De Corato (Fdi) alza i toni della polemica. Lo fa con un comunicato durissimo nel quale accusa Palazzo Marino di «brancolare nel buio. Perfino Roma ha già approvato a fine dicembre il bilancio preventivo. A Milano invece, la Giunta non sa come chiuderlo perché mancherebbero all’appello circa cento milioni di euro». De Corato se la prende anche con l’assessore al Bilancio Francesca Balzani che «è andata a far visita al Ministro dell’Economia Padoan per reclamare quegli 89 milioni di euro che da Roma non arrivano e la cui mancanza mette a dura prova i conti già sballati di Palazzo Marino», evidentemente senza successo. «Ma la cosa più grave - chiude il consigliere - è la mancanza di chiarezza sullo stato dei conti da parte della Giunta nei confronti del Consiglio Comunale, lasciato in disparte». ::: ROBERTO PROCACCINI ■■■ La giunta arancione è riuscita a inimicarsi anche la Milano radical chic,quella che più spesso vota a sinistra e che nel2011 ha preferito in buona misura la candidatura di Pisapia. I venti di guerra contro Palazzo Marino spirano da corso Como e da Isola. A turbare gli animiè ilprogetto dirifacimento del cavalcavia Bussa, la soprelevata che scavalca i binari della stazione di Porta Garibaldi collegando idue quartieri.È un’arteria di scorrimento e, soprattutto, una superficie che ospita fino a 400 parcheggi. Bene: il Comune intende chiuderlo alle auto per farci un giardino pensile con piste ciclabili e spazi per la socialità. La giunta non ha fatto i conti, però, con la circostanza che anche creativi ed innovatori badano ai servizi e alla viabilità.Col risultato che nella cosiddetta “Chelsea milanese” monta il malumore. Per capire l’origine del problema, dobbiamo tornare alla scorsa estata. Vince il concorso per progetti indetto da Palazzo Marino il concept “Guardami” di Eliana Saracino: con un investimento complessivo di 9 milioni di euro quella che oggi è una strada si trasformerà in un parco verde. Nelle intenzioni della giunta arancione l’intervento sul tessuto urbanistico deve essere condiviso. Alle ultime riunioni di consiglio di zona, però, pare che di Il rendering di come dovrebbe diventare il quartiere Isola assessorinon se ne vedano più. Superata la fase delle idee, e avvicinatasi quella delle azioni, i nodi sono venuti alpettine. Innanzitutto non sono previsti interventi per controbilanciare la perdita di posti auto. Poi i flussi di traffico che ora assorbe il cavalcavia Bussa si divideranno tra via Farini e via Melchiorre Gioia,congenstionandone la viabilità. Chi è su tutte le furie, ad esempio, è Paola Colombari, gallerista di livello internazionale e dal 2005 presidente dell’associazione Area Maroncelli. «Non siamo contrari al progetto in sé - spiega -, ma sì se fatto in assenza di servizi alternativi per i cittadini e quando ci sono altri problemi da risolvere». L’associazione, che riunisce eccellenze nel design e nell’arte con sede in via Maroncelli, è stata impegnata fino al 2008 in una battaglia per la legalità. «Qui era una zona di spaccio - continua - e ora sta tornando insicura, in mano agli stranieri: perché il Comune non interviene prima sulla videosorveglianza, sull’arredo urbano e sull’illuminazione?». «Progetto condiviso? - chiede Fabrizio De Pasquale, consigliere di Forza Italia - sì, solo dalla giunta e dai suoi amici. I cittadini non l’avrebbero mai permesso. Buttano via i soldi, quando le priorità sono altre». 36 CRONACA __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it Pivetti outsider del sondaggio di «Libero» GARAVAGLIA (LEGA) La lista Maroni si schiera: «Sì al patto con Fi e Ncd per il partito del Nord» «Troppisoldi a Roma Alla Lombardia serve l’autonomia» Stefano Bruno Galli: pronti a discuterne, le divisioni di Roma vanno superate. Il voto sul referendum? La base da cui possiamo partire ::: FABIO RUBINI ■■■ Mentre prosegue il nostro sondaggio per dare un nome al candidato ideale che strappi Milano al centrosinistra,in Regione si discute sul futuro del centrodestra. «Un partito moderato che si occupi della questione delNord? Mi sembra un’apertura interessante». A parlare è Stefano Bruno Galli, capogruppo in Regione della Lista Maroni, ma soprattutto accademico e profondo conoscitore delle problematiche del Nord. Pare allargarsi il fronte dei moderati che non siriconoscono nella politica bipartisan delle riforme romane. Ieri abbiamo raccontato di un’intesa trasversale che comprende Ncd e Forza Italia. Oggi anche la Lista Maroni sembra accogliere l’invito a discuterne. «Attenzione però - ammonisce Galli - quest’idea non è nuovissima e fin qui non ha avuto molta fortuna. Ricordo, ad esempio, “Verso Nord”, il partito di Massimo Cacciari e dell’ex leghista Alessandro Cè, che però è stata un’esperienza fallimentare. Quella di Carugo mi sembra un’apertura interessante - spiega Galli- a patto che non sirisolva in proclami sterili». La cosa certa, secondo il capogruppo che ha tra le sue fila il presidente della Regione Ro- berto Maroni,è che «questa crisi sta enfatizzando la questione del Nord». La risposta potrebbe arrivare martedì con la votazione del referendum per la Lombardia autonoma. «Quel voto potrebbe essere una base di partenza per tornare a parla- re di questi temi». Galli non ne fa nemmeno una questione di partiti: «Quella del Nord è una situazione che va affrontata in maniera trasversale. Ho già detto di Cacciari, ma nel Pd ci sono altri che sono profondamente convinti che esiste una questione-Nord. Anche qui in Lombardia ci sono persone che martedì faranno fatica a non votare il referendum. Per parlare di Nord nel Pd - prosegue Galli - così come nell’Ncd, però, devono prima risolvere i loro conflitti interni. I democraticilombardi devono fare i con- ti con il partito della Nazione di Renzi, che vorrebbe centralizzare tutto. Tra i centristi, invece, lo scontro è tra il partito qui al Nord e la leadership rivolta alSud dei variAlfano e Quagliariello». Parole,quelle di Stefano Bruno Galli, che fanno intendere come il progetto che si sta facendo strada tra i corridoi del Pirellone possa essere anche preso in considerazione: «Diciamo che registro la proposta con soddisfazione. Vediamo cosa succederà dopo martedì». Si avvicina il voto sul referendum per una Lombardia a Statuto speciale e Massimo Garavaglia, assessore al bilancio del Pirellone, commenta i dati della Cgia di Mestre che spiegano come dei 100 miliardi di residuo fiscale ben 53,9 provengano dalle casse lombarde. Così come è emerso che un cittadino lombardo paga 11.386 euro di tasse all’anno contro gli 8.824 della media nazionale. «Questi dati devono far riflettere - spiega Garavaglia - alla vigilia del voto sul referendum che avrà un doppio beneficio: far partire il dibattito sull’autonomia della Lombardia e unire tutte le forze politiche che, davanti a numeri così, dovrebbero far cadere le barriere tra destra e sinistra». C’è poi un altro punto sul quale Garavaglia focalizza la sua analisi: «Il problema di questi numeri, però, non risiede nella quantità della spesa pubblica, che in Italia è in linea con quella degli altri Paesi europei, ma nella qualità della stessa. Il modello in questo senso è la Lombardia. Se tutti facessero come noi, lo Stato risparmierebbe 60 miliardi all’anno. F.RUB. __Domenica 15 febbraio 2015__ 37 38 CRONACA __Domenica 15 febbraio 2015__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it TuttoMilano Mercati I PISANI DOSSI - Via Pisani Dossi - zona 3 I EUSTACHI - Via Eustachi - zona 3 Domani I PONTI ETTORE - Via Ponti Ettore - zona 6 I FAUCHE' - Via Fauchè - zona 8 I SAN MARCO - Via San Marco - zona 1 I GARIGLIANO - Piazza Minniti - zona 9 I ARPINO - Via Ferrieri - zona 7 I SANTA TERESA - Via Santa Teresa - zona 5 I CAMBI - Via Cambini - zona 2 I TRECHI - Via Trechi - zona 9 I CESARIANO - Viale Elvezia - zona 1 I ZAMAGNA - Via Zamagna - zona 7 I DE PREDIS - Via J. da Tradate - zona 8 Martedì I GHINI - Via Ghini - zona 5 I A. VENEGONi - Via A. Venegoni - zona 7 I KRAMER - Via Goldoni-Via Kramer - zona 3 I BARIGOZZI - Via A. Mazzucotelli - zona 4 I SAN MINIATO - Via San Miniato - zona 9 I MORETTO DA BRESCIA - Via Reni - zona 1 I B. MARCELLO - Via B. Marcello - zona 3 I STROZZI - Via Strozzi - zona 6 I PALMI - Via Forze Armate - zona 7 I BONOLA - Via A. Cechov - zona 8 I VASARI - Via Vasari - zona 4 ::: le lettere I GRATOSOGLIO SUD - Via Saponaro - zona 5 I MOMPIANI - Via Panigarola - zona 4 I PAPINIANO - Piazza Sant’Agostino - zona 1 I PASCARELLA - Via Pascarella - zona 8 Chiusura al traffico: Viale Lodovico Scarampo: rallentamenti causa lavori stradali per M5 secondo tratto. Termine previsto per il l’inizio del 2015. Alzaia Naviglio Grande (tratto da via Valenza al civico 98): chiusura al traffico della strada nell'ambito dei lavori Expo 2015. Termine lavori previsto: 31 marzo 2015. Piazza 24 Maggio: chiusura di corso di Pt. Ticinese all'altezza con piazza 24 Maggio e chiusura dell'attraversamento della piazza da c.so San Gottardo a c.so di Porta Ticinese. Termine lavori previsto: 28 febbraio 2015. Via Don Gnocchi dal civ.3 a Piazza Axum: Chiusura al traffico della semicarreggiata lato Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi VIABILITÀ Massacrati dagli autovelox Gennaro Tolli Buccinasco Commenta anche su Fb e Twitter @liberomilano FESTA Oggi 15 febbraio in piazza Portello (zona Viale Certosa–Piazzale Accursio) dalle 15 alle 18 grande festa di Carnevale veneziano tra coriandoli, musica e colori.L’appuntamento vede protagonista l’orchestra sinfonica Casanova Venice Ensemble, che si esibirà in eleganti costumi Veneziani del 700 in un grande spettacolo musicale con un ricco repertorio di brani dal sapore barocco. Grandi e piccini si immergeranno nella magica e affascinante atmosfera delCarnevale della Serenissima, i cui natali risalgono all’XI secolo. A rendere ancora più speciale la giornata sarà la presenza di 40 figuranti del gruppo “Amici del Carnevale di Venezia”, che coinvolgeranno il pubblico con maschere tradizionali. Oggi, dalle 15 Piazza Portello, Milano Caro direttore sono un’assidua lettrice del vostro giornale e ho letto con interessa di questo progetto di chiudere al traffico il corso Buenos Aires per tutte le domeniche di Expo. Francamente mi trovo d’accordo con i poveri commercianti del corso. Ho avuto anch’io anni fa un piccolo negozietto in provincia di Milano. Era una piccola cartoleria e funzionava abbastanza bene, con il suo giro di clienti ben consolidato. La gestivamo io e mio marito. La gente del posto l’apprezzava perché si trovava nel centro del paese, era accogliente e ben tenuta, ed era proprio vicino a una gelateria. Spesso le famigliole che andavano a comprare i gelati per i loro bimbi facevano una capatina dentro. Poi il comune ha cambiato le carte in tavola. Ha iniziato a organizzare eventi su eventi. Piccole cose di paese, diceva, che varrebbero riqualificato la zona e portato un bell’afflusso di persone. Il passo successivo è stato chiudere quella piccoca stradina al traffico. Beh posso dirle che io e mio marito in pochi mesi abbiamo dovuto chiudere. E di quel negozietto non c’è più traccia. Grazie per l’attenzione. Antonia Bisca Milano La teoria del tutto The Imitation Game Turner MILANO ANTEO SPAZIOCINEMA ELISEO MULTISALA VIA MILAZZO, 9 - TEL. 026597732 The Imitation Game 15.30-17.50-20.10-22.30 Barry Lyndon 10.30 Il nome del figlio 15.00-16.50-18.40-20.35-22.30 Il sale della terra 11.00 Selma - La strada per la liberta’ 11.00-15.00-17.30-20.00-22.30 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 15.10-17.30-20.10-22.30 Boxtrolls - Le scatole magiche 11.00 APOLLO SPAZIOCINEMA GALL. DE CRISTOFORIS 3 - TEL. 02780390 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 12.40-15.30-17.50-20.10-22.30 Turner 12.45-15.00-17.00-19.45-22.00 Timbuktu 13.00-15.00-17.50-20.00-22.30 Whiplash 13.00-15.30-17.50-20.10-22.30 Gemma Bovery 12.30-14.30-18.15 Minuscule, La valle delle formiche perdute 16.30 La teoria del tutto 20.15-22.30 ARCOBALENO FILMCENTER VIALE TUNISIA 11 - TEL. 199208002 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 15.10-17.00-19.20-21.30 Non sposate le mie figlie! 15.10-17.20-21.30 The Imitation Game 19.20 Turner 15.00-17.50-21.00 ARIOSTO SPAZIOCINEMA VIA ARIOSTO, 16 - TEL. 026597732 Still Alice ARLECCHINO 15.00-17.00-19.00-21.00 VIA S. PIETRO ALL’ORTO, 9 - TEL. 0276001214-899678903 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 15.00-17.30-20.00-22.30-V.O.SOTT. BELTRADE VIA OXILIA, 10 - TEL. 0226820592 La storia della Principessa Splendente Sul vulcano Banana La danza della realta’ Love Is All CENTRALE MULTISALA CINEMAX SAN CARLO COLOSSEO Timbuktu 15.30-17.50-20.20-22.30 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 15.00-17.30-20.00-22.30 Selma - La strada per la liberta’ 15.00-17.30-20.00-22.30 Turner 15.30-22.00 La teoria del tutto 19.30 GLORIA MULTISALA CORSO VERCELLI 18 - TEL. 0248008908 Cinquanta sfumature di grigio Asterix e il regno degli Dei Mune - Il guardiano della luna American Sniper Cinquanta sfumature di grigio 15.00-17.30-20.00-22.30 11.10 11.00-14.25-16.15 18.00-22.45 20.30 MEXICO VIA SAVONA, 57 - TEL. 0248951802 Romeo & Juliet ODEON - THE SPACE CINEMA 15.00-17.10-19.20-21.30 VIA SANTA RADEGONDA, 8 - TEL. 892111 Cinquanta sfumature di grigio 13.00-16.00-19.00-22.00 Cinquanta sfumature di grigio 12.00-15.00-18.00-21.15 Selma - La strada per la libera’ 13.20-16.10-19.00-21.40 Non sposate le mie figlie! 12.30-15.00-17.20-19.45-22.10 Mune - Il guardiano della luna 12.20-14.30-16.40 The Imitation Game 19.20-22.00 Jupiter - Il destino dell’universo 13.20-19.00 Jupiter - Il destino dell’universo (3D) 16.10-21.50 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 11.50-14.05-16.25 American Sniper 18.40-21.30 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 12.50-15.00-17.15 Italiano medio 19.40-22.10 Taken 3 - L’ora della verita’ 12.00-14.30-17.05-19.40-22.15 Cinquanta sfumature di grigio 20.30 ORFEO MULTISALA Shaun, Vita da Pecora - Il Film 15.00 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 16.45-18.45 Cinquanta sfumature di grigio 21.15 Non sposate le mie figlie! 14.45-16.40-18.35-20.30-22.30 Cinquanta sfumature di grigio 15.00-17.30-20.00-22.30 PALESTRINA 15.30-17.15 19.00-21.00 V.LE MONTE NERO, 84 - TEL. 0259901361-899678903 Cinquanta sfumature di grigio 15.00-17.30-20.00-22.30 The Imitation Game 15.15-17.40-22.30 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 15.00-17.30-20.00-22.30 Non sposate le mie figlie! 15.30-17.50-20.20-22.30 Il nome del figlio 15.00-16.50-18.40-20.30-22.30 DUCALE MULTISALA PIAZZA NAPOLI 27 - TEL. 199208002 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 14.50-17.00-19.20-21.30 Cinquanta sfumature di grigio 14.45-16.50-19.10-21.30 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 15.00 Triangle Difret - il coraggio per cambiare Il sale della terra PLINIUS MULTISALA Cinquanta sfumature di grigio 11.30-15.30-18.15-21.00 Taken 3 - L’ora della verita’ 11.15-15.00-17.40-20.10-22.40 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 19.50-22.30 Mune - Il guardiano della luna 11.10-14.40-17.00 La teoria del tutto 19.50 Non c’e’ 2 senza te 15.15-17.25-22.25 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 11.25 Romeo & Juliet 11.20-14.50-17.25-20.00-22.35 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 11.10-14.30 The Iceman 22.20 The Imitation Game 17.10-19.45 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 15.00-17.30-19.45-22.00 Paddington 11.20 Non sposate le mie figlie! 15.05-17.30-20.05-22.20 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 14.15-16.30-18.30 Unbroken 21.15 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 14.50-17.20 Exodus: Dei e Re 21.30 Mune - Il guardiano della luna 19.20 American Sniper 16.30-19.15-22.05 Minuscule, La valle delle formiche perdute 14.45 Italiano medio 14.55-17.15-20.10-22.40 Cinquanta sfumature di grigio 16.30-19.15-22.10 Paddington 14.30 Cinquanta sfumature di grigio 15.00-17.45-20.30 Asterix e il regno degli Dei 14.10 Cinquanta sfumature di grigio 16.00-18.45-21.30 Selma - La strada per la libera’ 14.30-17.10-19.50-22.25 UCI CINEMAS CERTOSA VIA STEPHENSON, 29 - TEL. 892960 Cinquanta sfumature di grigio 19.55-22.40 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 11.20-14.45-17.15 Cinquanta sfumature di grigio 22.10 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 11.30-14.30-17.20-19.45 Cinquanta sfumature di grigio 11.20-14.10-17.00-19.45-22.30 Cinquanta sfumature di grigio 12.00-15.00-18.00-21.00 Selma - La strada per la libera’ 11.30-14.15-17.00-19.40-22.20 Mune - Il guardiano della luna 11.40-14.15-17.00 Taken 3 - L’ora della verita’ 19.40-22.20 Jupiter - Il destino dell’universo 19.40-22.30 Non sposate le mie figlie! 11.50-15.00-17.20-20.00 Italiano medio 22.40 Taken 3 - L’ora della verita’ 11.40-14.30-17.30 SPAZIO OBERDAN CINETECA ITALIA VIALE VITTORIO VENETO 2 - TEL. 0277406300 VIA PALESTRINA, 7 - TEL. 0287241925 14.30-17.00-19.30-22.00 14.30-17.00-19.30-22.00 VIA ENRICO MOROZZO DELLA ROCCA, 12 - TEL. 02 48199689 Mune - Il guardiano della luna Italiano medio VIA TORINO 64 - TEL. 0272008219-899678903 VIALE CONI ZUGNA, 50 - TEL. 0289403039 11.00-15.00 13.30 17.20-21.10 18.50-V.O.SOTT. 22.40-V.O.SOTT. VIA TORINO 30/32 - TEL. 02874826 Pride Big Eyes 19.10 17.00-21.30 15.00-17.50-21.00 18.00 16.00 21.00 Pina Qissa La montagna dell’amore La grande Scala. Vintage VIALE ABRUZZI, 28/30 - TEL. 0229531103 Cinquanta sfumature di grigio 15-17.30-20-22.30 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 15.30-17.50-20.10-22.30 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 15-17-19 Cinquanta sfumature di grigio 21 Selma - La strada per la libera’ 15-17.30-20.10-22.30 Mune - Il guardiano della luna 15 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 16.40 Il nome del figlio 20.10 Italiano medio 22.30 La teoria del tutto 15-17.30-20.10-22.30 UCI CINEMAS BICOCCA VIALE SARCA, 336 - TEL. 892960 Jupiter - Il destino dell’universo Cinquanta sfumature di grigio civici dispari di (dir. Stadio), diventando così "strada a fondo chiuso”. Termine dei lavori: 28 febbraio 2015. Via Bagutta: nel tratto compreso tra Via Sant'Andrea e Via Baguttino. Termine lavori previsto: 17 febbraio 2015 ore 17:00. Via Cristina Belgioioso e via G.B. Grassi - Lavori Expo 2015: chiusura al traffico (definitiva) di via Cristina Belgioioso, con deviazione di tutto il traffico veicolare in entrata e uscita da Milano sulla Strada Statale n° 233 "Varesina" Traffico difficoltoso in: Via Gallarate, Molino Dorino: traffico difficoltoso verso Pero e Tang. Ovest, per modifica della viabilità, ambito lavori Expo 2015. Un po’ di Venezia al Portello Buenos Aires chiusa Caro direttore qualcuno faccia qualcosa, vi prego. Ho appena pagato due multe da 130 e 55 euro per essere passato in due giorni successivi nelle vie Missaglia e Famagosta a una velocità di poco superiore ai 50 km orari. E come me ho conosciuto decine di persone. Non discuto della necessità di moderare la velocità lungo le strade a lunga percorrenza, ma non si possono massacrare in questo modo gli automobilisti per una manciata di chilometri orari oltre il limite. Anche perché gli avvisi sono piccoli e posizionati in pochiposti. Così non si può proprio andare avanti. 11.25-14.20-17.10-20.00-22.45 14.15-17.02-19.45-22.30 (dalle ore 8,30 alle ore 21,00) 14.00 17.00 19.00 21.00 HINTERLAND ASSAGO VIALE MILANOFIORI - TEL. 892960 Turno diurno I CENTRO p.za Missori, 3; v. Broletto, 30; v. Cesare Correnti, 2; v. Vincenzo Monti, 56; p.za Principessa Clotilde, 1; v.le Montenero, 37. I NORD v.le Certosa, 282; v. T. di Ravel, 19; v. Carli, 14; v. Ornato 13/a; v. Arbe, 65. I SUD p.za Angilberto II, 10; v. Pezzotti, 61; v. G. Govone, 29; v. Saponaro, 34. I EST v. Spallanzani, 15/2; v. F.lli Lumière, 2; v. Celentano, 1; v.le Abruzzi angolo v. Sansovino, 1; v. Pordenone, 1; v. Modena, 25; v. Cima, 7; c.so. XXII Marzo, 52/7; v.le Monte Nero, 37. I OVEST c.so Colombo, 1; v. Lorenteggio, 22; v. Inganni, 81; v. San Michele del Carso, 26; p.za de Angeli, 1; p.za Rosa Scolari, 3; v. Vigevano, 45; v. Canonica, 6. (dalle ore 21 alle ore 8,30) Turno notturno p.za Clotilde, 1; p.za Cinque Giornate, 6; c.so S. Gottardo, 1; v.le Zara, 38; v. R. Di Lauria, 22. Aperte 24h: Via Boccaccio, 26; V.le Famagosta, 36; Stazione Garibaldi (P.za S, Freud); p.le Stazione Porta Genova 5/3 ang. via Vigevano 45; v.le Lucania, 6; Corso Magenta, 96; v.le Testi, 90 ::: appuntamenti Le lettere via e-mail vanno inviate a: [email protected] Via posta vanno indirizzate a: LiberoMilano - viale L. Majno 42, 20129 Milano. TRAFFICO Farmacie UCI CINEMAS FIORI Cinquanta sfumature di grigio 17.25-22.45 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 14.40-20.15 Una meravigliosa stagione fallimentare 11.00 Cinquanta sfumature di grigio 11.00-15.20-18.10-21.00 Selma - La strada per la libera’ 11.20-14.10-17.00-19.35-22.15 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 22.35 Non sposate le mie figlie! 17.20 Romeo & Juliet 11.20-14.30-19.50 Cinquanta sfumature di grigio 11.20-14.10-17.00-19.45-22.30 Taken 3 - L’ora della verita’ 11.40-14.40-17.20-20.00-22.35 Mune - Il guardiano della luna 11.40-14.40-17.20 Festa dell’8 marzo Omaggio al bed and breakfast a «Charlie Hebdo» WEEKEND Al via anche quest’anno la Nona Edizione della Giornata Nazionale del B&B: il B&B Day. In occasione della festa della donna dell’8 marzo, infatti, migliaia di bed and breakfast in tutta Italia offriranno gratis la notte del 7 marzo a quanti prenoteranno un weekend, di due o più giorni, all’insegna dell’ospitalità familiare. Siano B&B nei centri storici delle città d'arte o dei borghi italiani, siano dimore di charme e design, ville antiche o casali in campagna ibed and breakfast italiani aderiscono con entusiasmo all'evento del B&B Day, un modo per festeggiare e per diffondere una dimensione dell'ospitalità più intima e familiare. La giornata è ideata da www. bed-and-breakfast.it. Dal 6 all’8 marzo www.bed-and-breakfast.it Non sposate le mie figlie! 20.10-22.25 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 19.50 Italiano medio 17.00-22.30 Non sposate le mie figlie! 11.40-14.40 Cinquanta sfumature di grigio 14.40 Jupiter - Il destino dell’universo 19.40-22.25 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 11.30-17.25 Cinquanta sfumature di grigio 20.10 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 22.45 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 11.35-15.00-17.20 CERRO MAGGIORE THE SPACE CERRO MAGGIORE VIA TURATI, 62 - TEL. 892111 Cinquanta sfumature di grigio 12.25-15.25-18.25-21.25 Non sposate le mie figlie! 14.20-16.45-19.10-21.35 Jupiter - Il destino dell’universo 12.50-15.50-18.45 Jupiter - Il destino dell’universo (3D) 21.40 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 16.15-19.05-22.55 Mune - Il guardiano della luna 11.40-14.05 Selma - La strada per la libera’ 12.50-15.45-18.40-21.35 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 11.35-14.00 Cinquanta sfumature di grigio 16.15-19.10-22.10 Cinquanta sfumature di grigio 18.45-21.45 Italiano medio 13.00-15.30 American Sniper 18.00 Cinquanta sfumature di grigio 21.00 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 12.05-14.35-17.00-19.25 Non c’e’ 2 senza te 21.50 Taken 3 - L’ora della verita’ 14.35-19.15-21.50 Mune - Il guardiano della luna 12.30-14.45-17.00 Italiano medio 19.45-22.15 Unbroken 15.35 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 12.15-17.20 MELZO ARCADIA MULTIPLEX VIA MARTIRI DELLA LIBERTA` - TEL. 0295416444 Taken 3 - L’ora della verita’ 15.10-17.40-20.20-22.40 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 14.50-17.20-20.10-22.10 Jupiter - Il destino dell’universo 19.50-22.20 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 14.40-16.20 Mune - Il guardiano della luna 15.20-18.00 Non sposate le mie figlie! 17.10 Cinquanta sfumature di grigio 15.00-17.30-20.00-21.00-22.30 PADERNO DUGNANO LE GIRAFFE VIA BRASILE, 4 - TEL. 0291084250 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 11-14.30-16.30-18.15 American Sniper 20-22.30 John Wick 10.30-14.20-16.20-18.20-20.20-22.20 Mune - Il guardiano della luna 11-14.30-16.30 Unbroken 18.30-21 Mune - Il guardiano della luna 14.40-16.20 La teoria del tutto 10.50-18.15-20.40-22.50 Taken 3 - L’ora della verita’ 10.50-15.15-17.20-19.30-21.40 Italiano medio 10.40-15-17-19-21 Selma - La strada per la libera’ 10.40-14-16.30-19-21.20 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 11-14.20-16.20-18.15-20.15 Cinquanta sfumature di grigio 22.15 Non c’e’ 2 senza te 10.30-15.30-17.30-19.30-21.40 Exodus: Dei e Re 16.30-19.20 Cinquanta sfumature di grigio 10.50-14-22.30 Cinquanta sfumature di grigio 14.30-17.30-20.20-22.50 Jupiter - Il destino dell’universo 10.50-15-17.30-20.15-22.40 Cinquanta sfumature di grigio 15.30-18.30-21.30 PIOLTELLO UCI CINEMAS PIOLTELLO VIA SAN FRANCESCO, 33 - TEL. 892960 Italiano medio Non sposate le mie figlie! 11.20-14.50-17.20-19.50-22.20 11.15-14.00-16.10-18.20-20.30-22.40 MOSTRA Fino al 15 marzo allo Spazio Wow di viale Campania 12, a Milano, “Siamo tutti Charlie”, mostra-omaggio dedicata a Chiarlie Hebdo. «Per ognimatita spezzata, cento matite si stanno affilando»: con questo appello, lanciato all’indomanidella strage a Charlie Hebdo, il direttore di Wow spazio fumetto Luigi Bona aveva invitato gli illustratori italiani a fare un omaggio ai colleghi uccisi a Parigi. Alla chiamata hanno aderito in 200. I disegni sono stati realizzati da 150 fumettisti e vignettistiitalianie più di70 stranieri. Tra gli altri anche Silver, Bruno Bozzetto, Leo Ortolani, Don Alemanno, Adriano Carnevali, Giacomo Bevilacqua, Sio, Fabio Celoni e Silvia Ziche. Fino al 15 marzo Ingresso gratuito Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 11.05-15.00-17.30-20.00-22.20 Jupiter - Il destino dell’universo | Imax (3D) 11.00-15.30-18.30-21.30 Cinquanta sfumature di grigio 13.20-16.20-19.10-22.00 Selma - La strada per la libera’ 11.10-14.10-17.00-19.40-22.20 Cinquanta sfumature di grigio 14.00-17.00-19.45-22.30 Cinquanta sfumature di grigio 15.40-18.30-21.20 Romeo & Juliet 11.15-14.30-17.10-19.45-22.20 American Sniper 22.35 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 11.05-15.00-17.30 Unbroken 19.40 Cinquanta sfumature di grigio 11.15-14.30-17.30-20.30 Taken 3 - L’ora della verita’ 11.00-14.15-17.20-19.45-22.15 Mune - Il guardiano della luna 11.00-15.00-17.15 Non c’e’ 2 senza te 19.40-22.10 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 11.15-14.30-17.00-19.40-22.15 ROZZANO THE SPACE CINEMA ROZZANO C.SO PERTINI, 20 - TEL. 892111 Cinquanta sfumature di grigio 16.00-19.00-22.00 Taken 3 - L’ora della verita’ 14.35-17.10-19.45-22.30 Mune - Il guardiano della luna 13.55-16.25-18.45 Selma - La strada per la libera’ 15.30-18.30-21.35 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 14.35-15.00-16.50-19.00 Exodus: Dei e Re 21.15 Non c’e’ 2 senza te 15.10-17.30-19.50-22.15 Mune - Il guardiano della luna 14.30 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 16.35-19.15-22.05 Cinquanta sfumature di grigio 17.15-20.15 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 14.30-17.00 Italiano medio 19.20-21.50 Jupiter - Il destino dell’universo 14.00-16.45-19.35-22.25 Non sposate le mie figlie! 14.45-17.00-19.15-21.40 Cinquanta sfumature di grigio 16.30-19.30-21.00-22.30 Cinquanta sfumature di grigio 15.30-18.30-21.30 SAN GIULIANO MILANESE MOVIE PLANET S.S. 9 VIA EMILIA, ANGOLO VIA TOLSTOJ - TEL. 899 552578 (PREN.) Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 17,20-19,40 Mune - Il guardiano della luna 15,00 Non sposate le mie figlie! 20,20-22,40 Cinquanta sfumature di grigio 14,50-17,20-19,50-22,30 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 15,00-17,30 Cinquanta sfumature di grigio 21,40 Taken 3 - L’ora della verita’ 14,50-17,20-19,50-22,30 Mune - Il guardiano della luna 15,00 Jupiter - Il destino dell’universo 17,00-19,40-22,30 SESTO SAN GIOVANNI C/O CENTRO SARCA - TEL. 0224860547 SKYLINE MULTIPLEX Asterix e il regno degli Dei 11.15 Birdman o (l’Imprevedibile Virtù dell’Ignoranza) 14.50-17.20-19.50-22.20 Selma - La strada per la libera’ 14.20-17.00-19.40-22.20 Shaun, Vita da Pecora - Il Film 11.15-14.35 Cinquanta sfumature di grigio 16.30-19.15-22.00 Cinquanta sfumature di grigio14.40-17.20-18.30-20.00-21.30-22.40 Non c’e’ 2 senza te 20.00-22.15 Cinquanta sfumature di grigio 11.15-13.00-15.40 Taken - La vendetta 14.50-17.20-19.50-22.20 Big Hero 6 11.15 Mune - Il guardiano della luna 11.15-14.00-16.00-18.00 Non sposate le mie figlie! 11.15-14.00-16.05-18.10-20.20-22.30 Notte al museo 3 - Il segreto del faraone 11.15-14.00-16.10-18.20-20.30-22.40 Jupiter - Il destino dell’universo | Imax (3D) 14.00-16.45-19.30-22.15 CRONACA __Domenica 15 febbraio 2015__ 39 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Tutto iniziò con una mostra fotografica DOPO GLI SCONTRI DEL 24 Moda, librerie e un codice postale Rinasce il Giambellino del Cerutti Gino A un passo dalle case popolari, ristoranti e negozidi tendenza. I residenti non scappano più:«Qui sivive bene» ::: segue dalla prima ROBERTO COALOA (...) più nuovi e sorprendenti di Milano. Vicario è uno dei grandi fotografi italiani. Le sue immagini sono bellissime, non banali: dei primissimi piani degli abitanti del quartiere, con una cifra stilistica di semplicità, la più difficile. Una documentazione rigorosa e asciutta, in bianco e nero, che richiama il lavoro colossale fatto da August Sander con “Face of our Time”. Ma torniamo al nostro reportage. Armati di taccuino e di buone scarpe, camminiamo per via Tolstoi. Un tempo questa zona era una periferia malfamata, pericolosa. Recentemente l’ambasciatore Alberto Indelicato, in un suo libro di memorie sulla Guerra Fredda, ci ha ricordato «la spia del Lorenteggio»: l’infiltrato ungherese a Milano, Ferenc Budai. Ma questa è un’altra storia… Ora il quartiere è davvero à la page, con alcuni luoghi che rammentano un passato da non buttare via, come il bar della canzo- ::: LA SCHEDA IL LIBRO “20146. Storie” è il libro appena uscito di Paola Pignatelli ed Ennio Vicario (Tep Arti Grafiche, pagg. 98, € 16). “20146”, come il codice di avviamento postale del Giambellino. Il volume è straordinario e fa apparire questa zona di Milano come una piccola New York. Una galleria di quaranta ritratti, alcuni nomi noti, altri da scoprire e indagare, come quelli della coppia di librai Tosca e Danilo, animatori di “Gogol & Company”. Ogni fotografia una storia a parte. ne di Gaber, quella del Cerutti Gino (c’è ancora il biliardo e Carmen, la barista, apre la claire alle 5.30 del mattino). Nuovi ristoranti, come Officina 37, accanto alle vetrine della leggendaria Harley-Davidson. Sembra davvero di essere a New York. Vecchi edifici sono stati trasformati nel regno di agenzie di pubblicità. Si notano dei personaggi degni della serie televisiva Mad Men. Ora ci troviamo in piaz- Il celebre bar del Cerutti Gino cantato da Giorgio Gaber za Berlinguer, con al centro un elegante edificio Liberty. C’è la libreria “Gogol” e vediamo le vetrine di «Più piani. Servizi immobiliari creativi». Entriamo. Ad accoglierci è l’immobiliarista Mauro, di origine veneta,trasferitosi a Milano proprio grazie al fascino del nuovo Giambellino: «Ero in questa piazza, attirato da uno spettacolo di Paolo Boggiani, esponente della street art, un artista con una lunga esperienza a New York. Era vestito da Minotauro e tra le vie, coperto di fuoco, faceva la sua performance intitolata “Labirinto della Metropoli”. Fu così che notai il quartiere, da sempre una fucina di idee e arte in una città che altrove ha perso la sua identità e il suo spirito. Qui c'è molta aggregazione e si vedono i nonni che accompagnano i bambini nel vicino giardino dedicato alla giornalista Anna Del Bo Boffino. Uno spazio verde ideale anche per i cani. Più in là si arriva al naviglio con la Chiesa diSan Cristoforo. Oggiquesta zona è molto richiesta, chi ci abita vuole rimanerci. È adatta alle persone anziane e alle coppie con bambini». I prezzi? «In Via Tolstoi un appartamento di 120 metri quadrati, con box, costa 480 mila euro». Svolta a Cremona Il Pd sfratta i centri sociali Intenzione seria o proclama per lavarsi la coscienza? Dopo averli coccolati per anni, il centrosinistra al governo di Cremona ha sfrattato i due centri sociali della città, ospitati in stabili di proprietà del Comune. Il Dordoni e il Kavarna sono stati travolti dalle polemiche scatenate dalla manifestazione violenta del 24 gennaio: il primo, gravitante nell’area antagonista, paga un affitto di 4.600 euro all'anno: il secondo, di ispirazione anarchica, di 3.000. Il consiglio comunale, sposando la linea dura del sindaco Gianluca Galimberti, ha approvato la mozione con cui il Pd e i suoi alleati spingono perché i contratti non siano rinnovati. Ha votato a favore anche Sel, nonostante una sua delegazione fosse in prima fila nel corteo. Sono in corso indagini in tutta Italia per dare un nome ai protagonisti degli incidenti. Facile prevedere che gli “inquilini” si opporranno allo sgombero. Un assaggio di quello che potrebbe accadere si è avuto ieri, con il sit-in del Kavarna che ha detto: «Difenderemo gli spazi sociali con i nostri corpi». Ci si chiede se la giunta ci passerà (metaforicamente) sopra. GIU.OL. __Domenica 15 febbraio 2015__