QUOTIDIANO DI POLITICA, CULTURA E INFORMAZIONE ANNO II - N.343/96 euro 1 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 - DRCB ROMA LE REGOLE DA DIFENDERE SONO QUELLE VANTAGGIOSE PER I CITTADINI DI ANTONIO DI PIETRO parco buoi, noi gestiamo i soldi che entrano dalle bollette, dalle tariffe’. Come dicevo, in questo caso è solo il 15 per cento che viene ceduto. Dov’è la furbata? Perchè dico che ci troviamo di fronte a un’altra "furbizia del quartierino"? Perchè Tronchetti Provera vende il suo 15 per cento al "messicano strano strano" a 3 euro per azione, mentre il valore di mercato è 2,2 euro per azione. Vi chiederete: ‘come mai c’è chi compra qualcosa che costa 2,2 euro a 3?’. Proprio perchè, come ho avuto modo di dire più e più volte, Tronchetti vendendo la sua quota conferisce all’acquirente il controllo su tutta Telecom. È vero che viene sborsato quasi un euro in più per azione, ma è anche vero che basta comprare una piccola percentuale dell’azienda per controllarla tutta. Se la comprasse sul mercato dovrebbe lanciare un’OPA ad almeno 2,6 2,7 euro per azione, ma su più del 50 per cento delle azioni. Immaginate quanti soldi dovrebbe spendere. Invece la paga un po’ di più, ne compra solo il 15 per cento e controlla tutta l’azienda. Chi ci rimette? Pantalone, ovvero i cittadini italiani. Innanzitutto i piccoli risparmiatori: se fosse lanciata un’OPA sulle azioni Telecom questi potrebbero vedere le proprie a 2,6 - 2,7 euro. In secondo luogo tutti gli utenti: mettendo la rete in mano a chi la vuole controllare solo per interessi personali sarà sviluppata solo dove rende economicamente. Questo è un affare privato portato avanti con grande spregiudicatezza, soltanto per fini finanziari, dove c’è qualcuno che vende a beneficio proprio senza dare al mercato la possibilità di stabilire il giusto prezzo. Tutti quelli che mi vengono a raccontare che il mio comportamento, il comportamento di uno che vuole solo applicare le regole, vìola in corso di trattativa il libero mercato sono fuori strada. Sono loro che vìolano il libero mercato. Il mercato vorrebbe che le azioni fluttuassero grazie a un’OPA aperta a tutti, mentre questo è un affare nelle mani di pochi. Chi vìola le regole del mercato, sul piano sostanziale anche se non su quello formale, è questa furbizia e non le regole che io come Ministro e noi di Italia dei Valori vogliamo difendere nell’interesse dei cittadini Eliseo, una sfida all’ultimo voto Per la stampa francese sarà fondamentale il consenso delle periferie PARIGI - Una Francia incerta è quella che si reca oggi alle urne per il primo turno delle presidenziali, in quelle che saranno ricordate come le elezioni più combattute della “Quinta Repubblica”. I tre candidati principale, l’ex ministro dell’Interno dell’Ump Nicolas Sarkozy, la leader socialista Segolene Royal e il centrista Bayrou, sono appaiati e la Royal e Bayrou si contenderanno il ruolo di sfidante di “Sarko” al ballottaggio. Gia nei giorni scorsi, a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale, tutti i contendenti nella “corsa all’Eliseo” hanno cercato negli ultimi sondaggi un elemento di sicurezza o almeno una indicazione. Il quadro, infatti, negli ultimi giorni si è fatto molto più incerto e soprattutto più differenziato. I diversi sondaggi danno infatti indicazioni e risultati talvolta omogenei ma talora anche decisamente differenti. Prendendo in considerazione gli ultimi quattro studi elaborati dalle agenzie di indagine demoscopia transalpine, fatti tra il 17 ed il 19 aprile, gli scarti che emergono sono forti e le tendenze talora contraddittorie. Al primo turno Sarkozy ha registrato tra il 27 per cento ed il 30 per cento delle intenzioni di voto, la Royal tra il 22,5 per cento e il 26 per cento, Bayrou tra il 15 per cento e il 20 per cento. E non bisogna dimenticare il candidato di rottura, l’ultranazionalista Jean-marie Le Pen che si attesterebbe tra il 13 per cento e il 16 per cento. I responsabili dei centri di eleborazione e di ricerca hanno loro stessi diverse valutazioni. Secondo alcuni si va verso la direzione sperata dalla Royal, una radicalizzazione dello scontro destra-sinistra che privilegerebbe la candidata socialista consentendole di arrivare al secondo turno. L’irrompere sulla scena di Francois Bayrou, il grande evento di questa prima parte della campagna per le elezioni per l’Eliseo, sembra essere all’origine di tanta Ok dell’Ue: parte del tesoretto potrà essere destinato allo sviluppo ed al welfare BERLINO - Il disavanzo accumulato dal Belpaese èp duiventato il primo pensiero dei politici italiani e dei ministri del governo Prodi. Ognuno, infatti, cerca di far destinare una parte del tesoretto al proprio ministero per assicurare servizi migliori. Ma secondo quanto riferisce il titolare di Via XX Settembre, l’Italia può spendere per sviluppo e Welfare parte del suo ‘tesoretto’, a condizione che il Paese mantenga l’impegno del rientro dello 0,5 per cento del deficit strutturale, come previsto dalle raccomandazioni Ue. Questa certezza arriva dall’Eurogruppo, che ha concesso il via libera a PadoaSchioppa per l’utilizzo dei 2,5 miliardi di ‘tesoretto’. Il ministro dell’Economia, recatosi a Berlino per l’Ecofin informale con lo scopo anche di sensibilizzare l’Europa sulle intenzioni del Paese sull’extra gettito, incassa dal presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, il via libera. “Siamo tutti d’accordo a utilizzare le maggiori entrate fiscali per ridurre il debito pubblico” ha detto il premier lussemburghese a conclusione della riunione dell’Eurogruppo illustrando l’accordo tra i ministri di Eurolandia. Un’intesa cara all’Italia, alle prese con il dibattitto sull’extragettito, per cui pero’ c’e’ da fare un distinguo: “Le entrate fiscali devono essere utilizzate in assoluta priorita’ per la riduzione del debito - precisa Juncker - mentre quelle strutturali non devono avere per forza la stessa destinazione”. L’importante resta comunque il rispetto dello 0,5 per cento dopo di che tutto il resto “puo’ essere speso. Non c’e’ quindi, aggiunge Juncker rispondendo alle recenti preoccupazioni espresse dal premier Romano Prodi, nessun rischio di uccidere il paese, “non si uccide il paese se si riduce il debito noi abbiamo la responsabilità del risanamento per garantire le generazioni future: Né Prodi né l’Italia sono in pericolo”. AUTOCRITICA DEGLI USA: “ABBIAMO COMMESSO ERRORI SULLA QUESTIONE DELLO SCUDO STELLARE” A PAGINA 4 BANGLADESH, I MILITARI AL POTERE STANNO ESILIANDO GLI OPPOSITORI POLITICI A PAGINA 4 Dalla lotta alla fame nel mondo ai restauri ecco dove finisce l’8 per mille devoluto dagli italiani nelle denunce dei redditi Molti sono gli interveti che sono stati fatti grazie alla donazione dell’otto per mille del reddito che gli italiani annualmente devolvono ad Enti ed Associazioni. Dalla lotta alla fame nel mondo al restauro di chiese e conventi, dalla catalogazione di libri a interventi per archivi fotografici, all'accoglienza e integrazione di rifugiati, sono stati 55 i progetti finanziati nel 2005 con i fondi dell'otto per mille dell’Irpef. Circa 11 milioni di euro in tutto, di cui oltre la metà (6,3 milioni circa) destinati ai 47 progetti di conservazione dei beni culturali (9 nel Lazio, 5 in Campania ed Emilia Romagna, 3 in Veneto, Abruzzo e Umbria). I dati sono 22 APRILE 2007 Segolene Royal, Francois Bayrou e “Sarko” in parità nei sondaggi di opinione L’EDITORIALE In questi giorni si sono svolti i Congressi di DS e Margherita e tanti altri incontri politici. Sono i giorni della politica parlata, dunque non si può fare il Consiglio dei Ministri. Però accadono ugualmente tante cose e tante decisioni sono da prendere. Permettetemi di tornare sulla questione Telecom: da tempo sostengo che la rete telefonica, quella dell’acqua, delle autostrade, delle ferrovie, cioè le più importanti per il Paese, non possono essere trattate come mele e pere. Se una rete è in mano a un privato, questo la gestisce in funzione dei propri interessi, investendo solo dove gli è più conveniente: se non ha introiti sufficienti dalle bollette non porta l’acqua in un certo paese, se non frutta sufficienti profitti non porta la banda larga e così via. Capite che quando si parla di servizi che servono a tutti le regole del mercato, spesso evocate, non sono sufficienti se non garantiscono ogni cittadino. Stabilito il principio che Telecom gestisce una rete fondamentale, perchè senza rete delle comunicazioni non si possono passare le informazioni dunque manca la democrazia, come mai se ne discute tanto in questi giorni? Perchè si dice che Tronchetti Provera sta vendendo Telecom Italia. Non è vero! Non è Telecom che si vende. Telecom è una società costituita dal 100 per cento delle azioni: Tronchetti Provera vende solo il controllo del 15 per cento. Non sussisterebbe il problema se avessimo una legge normale, ma attualmente è previsto che chi ha la maggioranza relativa delle azioni può controllare la società, in quanto la maggioranza dell’azionariato diffuso non può essere presente alle assemblee. Quindi, in realtà, attraverso il controllo di una piccola percentuale, il 15 per cento, si controlla il 100 per cento decidendo quali investimenti fare, come distribuire gli utili, chi eleggere nel Consiglio di Amministrazione, quando e come vendere la propria quota e, in questo caso, dove portare o meno la banda larga. Avete mai visto controllare una società col 15 per cento? In Italia succede. Non per tutte le società, però: solo per quelle che gestiscono servizi per tutti i cittadini. Si dice ai cittadini ‘comprate le azioni e fate il DOMENICA contenuti nella relazione trasmessa dalla presidenza del Consiglio dei ministri alla Camera. Per quanto riguarda i fondi per la conservazione dei beni culturali, si va dagli 810.000 euro erogati a favore della soprintendenza dei beni architettonici di Salerno e Avellino per il restauro e la musealizzazione della Ss. Trinità di Cava de' Tirreni ai 15.000 euro assegnati al comune di Aymavilles (Aosta) per il restauro dell’acquedotto romano. Oltre 2,8 milioni sono stati utilizzati, invece, per la realizzazione di opere, o interventi per la pubblica incolumita' a seguito di calamita' naturali, di incendi, o di movimenti del suolo. Circa mezzo milione degli 11 destinati allo Stato con l'8 per mille dell'Irpef e' andato a programmi volti a migliorare la sicurezza alimentare principalmente in Paesi dell'Africa subsahariana. Piu' nel dettaglio, 230.000 euro sono stati assegnati a Sant'Egidio per la lotta alla malnutrizione infantile in Mozambico, 150.000 al Coe per la creazione di un centro nutrizionale nel Congo e 90.000 all'Ovisc per iniziative di sostegno al centro Tumaini per bambini sieropositivi orfani in Kenya. A 570.000 euro, infine ammontano le risorse erogate per assicurare, a coloro cui sia stato riconosciuto lo status di rifugiato, l'accoglienza, la sistemazione, l'assistenza sanitaria. turbolenza e anche la causa di una situazione di grande incertezza. ‘’Accompagnando e alimentando una fluidità nuova di un elettorato diventato particolarmente diffidente - scrive Le Monde - il candidato del centro ha svolto il ruolo del guastafeste, al punto di concentrare su di se’ i principali interrogativi’’. Un terzo dell’elettorato francese sembra ancora incerto ma anche tra chi afferma di aver scelto, le contraddizioni non mancano. Se l’82 per cento di chi dice di scegliere Le Pen è sicuro della propria scelta, questo dato scende al 71 per cento per Royal, al 69 per cento per Sarkozy e al 39 per cento per Bayrou. Ecco perché il candidato centrista viene valutato la vera origine di tanta instabilità: i suoi elettori sono volatili al 61 per cento e questo, assieme all’altro 33 per cento di incerti, rende il puzzle del voto difficilmente decifrabile. SERVIZIO A PAGINA ECONOMIA Per combattere gli sprechi il governo impone un freno alle spese ROMA - Dopo il freno imposto dal governo sui contratti integrativi dei dipendenti del pubblico impiego, una nuova iniziativa coinvolge le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato. Il titolare del ministero dell'economia, Luigi Padoa Schioppa, in una circolare emanata nei giorni scorsi, invita a non incrementare i livelli fissati dalla legge finanziaria. In sostanza, le amministrazioni pubbliche dovranno adottare un comportamento "costruttivo e consapevole", evitando proposte di aumenti di spesa "non compensate e 4 vagliate con severità, usando un efficiente criterio selettivo". Dalla sede di via XX Settembre si è preferito giocare d'anticipo sui tempi, soprattutto su quelli relativi all'assestamento del bilancio dello Stato di fine giugno. Paventando una probabile richiesta di aggiornamento degli stanziamenti fissati dalla legge finanziaria e che saranno probabilmente formalizzati, tra qualche settimana, dai singoli ministeri in primo luogo, il ministro dell'economia ha emanato precise direttive che fissano più di un paletto difficile da scavalcare. SERVIZIO A PAGINA 2 Minacce all’ambasciata americana a Berlino, secondo la stampa tedesca sarebbe opera degli islamici BERLINO - L’incubo di nuovi attacchi terroristici in Europa dilaga e questa volta colpisce la Germania della cancelliera Angela Merkel. L’appello dell’ambasciata Usa a Berlino, che ha messo in guardia i cittadini americani e rafforzato il livello di allerta per consolati, basi militari e tutte le altre istituzioni Usa in Germania, sarebbe stato dettato dalla scoperta di piani concreti per attentati da parte di organizzazioni irachene, sembra attraverso intercettazioni telefoniche. Ad informare di questi piani è il quotidiano “Sueddeutsche Zeitung”, di Monaco di Baviera, che sulla prima pagina di ieri scrive che esistono indicazioni molto attuali di progetti di terroristi islamici decisi a compiere un attentato contro istituzioni americane in Germania. I servizi segreti avrebbero intercettato conversazioni in materia che avrebbero indotto gli esperti di sicurezza, secondo il giornale, a parlare di un salto di qualità nel livello di pericolo. Ma non è l’unica testata giornalistica a mettere in guardia i cittadini: infatti anche il quotidiano di Berlino “Tagesspiegel”, nell’edizione di ieri riporta che dietro ai progetti di attentati ci sarebbe l’organizzazione terroristica irachena “Ansar al-Sunna’’. Questa cellula conterebbe, secondo il giornale, circa cento membri che sarebbero presenti soprattutto in Germania meridionale dove avrebbero già tenuto sotto osservazione istituzioni americane. Inoltre i quotidiani ricordano che a Stoccarda e Monaco di Baviera sono attualmente sotto processo alcuni presunti esponenti di Ansar al-Sunna, che prima si chiamava Ansar al-Islam. La graduatoria degli obiettivi sensibili a rischio per gli attacchi terroristici, stilata dalla polizia federale tedesca, vede al primo posto le rappresentanze degli Stati Uniti e di Israele, seguite da quelle della Gran Bretagna. Gli immobili che appartengono a questi Paesi a rischio, già dall’autunno 2001, vengono protetti con grandi misure di sicurezza e sono controllati dalla polizia 24 ore su 24. Intorno alle ambasciate americane e britanniche nella capitale tedesca sono state addirittura chiuse al traffico le strade circo- stanti, in modo che nessun attentatore suicida possa lanciarsi a tutta velocità contro gli edifici con un automezzo trasformato in bomba. La polizia federale tedesca a marzo scorso aveva già messo in guardia sull’aumentato rischio di attentati terroristici in Germania. All’epoca era comparso un video con minacce per attentati contro i governi tedesco e austriaco, nel caso essi non avessero ritirato le loro truppe dall’Afghanistan. Il governo tedesco è anche convinto che la tedesca Hannelore Krause e il figlio (sequestrati a Baghdad il 6 febbraio scorso ed attualmente ancora in mano ai rapitori ndr) sono stati rapiti in Iraq da terroristi. red est L’ INCHIESTA / PARTE SECONDA BASILICATA DEI VELENI: USO CRIMINALE DELL’AMIANTO NELL’EDILIZIA, LAVORI DI BONIFICA ECCEPIBILI E DISINFORMAZIONE. INTANTO SONO IN FORTE AUMENTO I CASI DI TUMORE In Basilicata il piano regionale di gestione rifiuti (art. 2 della L.R. n. 6/2001) afferma che "la Regione e gli altri enti sono tenuti a prevenire e ridurre il pericolo derivante da rifiuti pericolosi", tra cui l'asbesto e l'amianto che dopo 25 anni di uso incontrollato nell'edilizia è stato bandito e vietato in quanto classificato nocivo e pericoloso per la salute dell'uomo. In virtù di questa normativa un significato particolare assume la condizione di totale disagio e pericolo che da anni vive un noto quartiere di Potenza, Bucaletto. Sorto all'indomani del terremoto dell'80 con l'obiettivo di dare un casa agli sfollati di quella terribile tragedia, si trova ad ospitare, dopo 26 anni, gran parte di quegli stessi sfollati. La "cittadella" (così viene chiamata dai residenti) di Bucaletto "vanta" ad oggi 700 prefabbricati, dove vivono altrettante famiglie, alcune molto disagiate. Inoltre, come se non bastasse, negli ultimi anni hanno trovato "riparo" nel quartiere abitanti di "seconda e terza generazione": si tratta di ex alcolisti ed extracomunitari. Ma l'emergenza che i residenti di Bucaletto sono costretti a vivere è soprattutto di tipo ambientale: le lastre dei tetti dei prefabbricati sono infatti realizzate in cemento-amianto, o come si chiama comunemente eternit. In pratica una sostanza estremamente nociva, addirittura mortale, per l'uomo. I residenti denunciano "una situazione di assoluto disagio, nonché di estremo pericolo", ormai da anni agli enti competenti, su tutti la regione, senza ottenere nessuna risposta concreta. Al loro fianco sono scese, a turno, numerose associazioni ambientaliste, locali e non, ma niente. Un sopralluogo dell'Asl datato 9/01/2007, ha messo in evidenza la realtà dei fatti. "Si riferisce come i prefabbricati non cor- rispondano ai requisiti igienico-sanitari individuati dal D.M. 5.7.75, per i locali di civile abitazione relativamente alle altezze minime interne, alle superfici dei singoli ambienti, al rapporto superficie abitabile/abitante, alla illuminazione e alla ventilazione. Alcuni ambienti visitati presentano umidità permanente dovuta presumibilemnte a capillarità, condensa e igroscopicità che non si risolvono con normali interventi di manutenzione. Il parametro esterno di alcune strutture contenente amianto presenta lesioni, rotture o crepe…. Le coperture di gran parte dei manufatti in cemento-amianto presentano segni di danneggiamento laddove non è stato attuato alcun intervento di restauro o bonifica dei materiali… Per un numero limitato di coperture è stato scelto l'intervento di rimozione, nella maggior parte dei casi la procedura è stata l'incapsulamento. In molti casi tuttavia l'incapsulante tende a staccarsi dal substrato, ad alterarsi, a danneggiarsi (il trattamento andrebbe ripetuto!). (Tabella A). Un altro sopralluogo dell'Azienda sanitaria locale, datato stavolta aprile 2006, (più di un anno fa), ha messo in guardia i cittadini di Bucaletto dalla presenza di amianto nella struttura portante della scuola elementare del quartiere (tabella B). Il documento, a firma dei dirigenti dell'Asl, afferma quanto segue: "Si fa presente che per esigenze Ispesl non è stato possibile analizzare tutti i campioni prelevati dal nostro servizio. Ciò nonostante e considerato il cattivo stato di conservazione dei materiali da costruzione del plesso, si consiglia prudenzialmente di procedere alla bonifica del sito a tutela della salute pubblica". Risultato: la scuola è stata abbattuta qualche mese fa. Ma c'era davvero bisogno di un sopralluogo dell'Asl per sapere ciò che il blog di Antonio Di Pietro su WWW.ANTONIODIPIETRO.IT tutti sapevano da tempo? Stiamo parlando di una scuola elementare, frequentata da un centinaio di bambini. Una scuola elementare che ad oggi non è ancora stata ricostruita, nonostante le tante rassicurazioni degli enti competenti. E per l'abbattimento (e la successiva realizzazione dei tanto attesi alloggi popolari), dei prefabbricati quanto tempo ancora dovrà passare? Ma cos'è davvero l'amianto? Quali i danni che può provocare alla salute? L'amianto è il nome dato ad un minerale fibroso, molto diffuso in natura. La sua utilità è rappresentata dal fatto che ostacola la trasmissione di suoni e calore; resiste alle alte temperature e protegge dalle fiamme; è leggero e resiste all'attacco corrosivo degli acidi; è estremamente friabile. Ed è questa sua ultima caratteristica che lo rende particolarmente nocivo e pericoloso per la salute. L'amianto è infatti altamente cancerogeno per inalazione. L'esposizione, anche a poche fibre di amianto, persistendo all'interno dei polmoni, può provocare anche a distanza di decenni, cancro e malattie respiratorie. Nella fattispecie, per i prefabbricati della "cittadella", l'amianto è stato inglobato nel cemento per formare il cementoamianto, il cosiddetto eternit. Informazione richieste direttamente all'Arpa e a Legambiente ci hanno fatto capire come lastre, tabulazioni, ecc, di cemento-amianto possano rilasciare fibre se tagliate, abrase, perforate, oppure deteriorate dal tempo o da agenti atmosferici. Il primo documento dell'Asl (tabella A) sottolinea come "il parametro esterno di alcune strutture contenenti amianto del tipo crisotilo o crisotilo e anfiboli presenta lesioni, rotture o crepe". SEGUE A PAGINA 2 Pagina 2 ATTUALITÀ Domenica 22 aprile 2007 Padoa Schioppa invita gli enti locali ad una maggiore diligenza nella gestione dei fondi Per combattere i ‘pubblici sprechi’ il governo mette un freno alla spesa ROMA -Dopo il freno imposto dal governo sui contratti integrativi dei dipendenti del pubblico impiego, una nuova iniziativa coinvolge le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato. Il titolare del ministero dell'economia, Luigi Padoa Schioppa, in una circolare emanata nei giorni scorsi, invita a non incrementare i livelli fissati dalla legge finanziaria. In sostanza, le amministrazioni pubbliche dovranno adottare un comportamento "costruttivo e consapevole", evitando proposte di aumenti di spesa "non compensate e vagliate con severità, usando un efficiente criterio selettivo". Dalla sede di via XX Settembre si è preferito giocare d'anticipo sui tempi, soprattutto su quelli relativi all'assestamento del bilancio dello Stato di fine giugno. Paventando una probabile richiesta di aggiornamento degli stanziamenti fissati dalla legge finanziaria e che saranno probabilmente formalizzati, tra qualche settimana, dai singoli ministeri in primo luogo, il ministro dell'economia ha emanato precise direttive che fissano più di un paletto diffi- cile da scavalcare. Non è escluso che la questione si inserisca nel più ampio dibattito accesosi, nelle ultime settimane, sull'uso dell'extragettito positivo incamerato dallo Stato e annunciato dal governo, il famoso "tesoretto", divenuto, snelle ultime settimane, una sorta di panacea da cui attingere per risolvere tutti i mali economici che affliggono il paese. La "meritata ricompensa", come l'ha definita il premier Romano Prodi, per ora non si tocca: niente interventi immediati, forse una ipotetica ripartizione tra le famiglie meno abbienti (cui andrebbe il 66%) e tra le imprese e le infrastrutture (il 33%). In ogni caso e per il momento, la frase d'ordine è solo una: contenimento delle spese. L'altolà del ministro Padoa Schioppa è solo l'ultima delle frenate, in ordine cronologico, che da mesi tengono sotto controllo il settore pubblico: Durante il periodo pasquale era toccato ai contratti integrativi degli statali subire il contraccolpo della ricerca del mezzo miliardo di euro in più per stringere l'intesa siglata tra governo e sindacati il giorno del venerdì santo. Oggi tocca alla spesa pubblica nel suo insieme ma la stretta sulle amministrazioni statali, centrali e periferiche, ha avuto anche una coda recente, segno di una strategia complessiva messa in piedi dal governo Prodi per limitare la spesa ed il deficit. Nel marzo scorso è infatti stata pubblicata, sulla gazzetta ufficiale della Repubblica, la circolare del ministro della funzione pubblica, Luigi Nicolais, sugli incarichi esterni assegnati dalle pubbliche amministrazioni e sulle collaborazioni continuative e coordinate. Firmata alla fine del dicembre scorso, la circolare contiene le linee di indirizzo in materia di affidamento degli incarichi a personale non interno alle pubbliche amministrazioni:: In quel caso, la decisione del ministro Nicolais ha preso spunto dalla direttiva del Presidente del Consiglio del 6 giugno 2006 in tema di controllo e di monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica: il documento è stato pertanto vincolato ad una stringente applicazione sulle disposizioni per conferire gli incarichi. Le spese relative all'affidamento degli incarichi esterni, del resto, sono già state, negli ultimi anni, oggetto di forti restrizioni da parte del legislatore; il quale non è intervenuto solo ponendo dei tetti di costo ma anche circoscrivendo i casi e le esigenze che possono giustificare il ricorso a collaborazioni di carattere autonomo, che non rientrano nell'ambito delle dotazioni organiche determinate in base alla programmazione triennale del fabbisogno di personale. In sostanza, la circolare evidenzia tre punti cardine. In primo luogo, questo tipo di collaborazione può essere usato solo in casi eccezionali, nel rispetto del divieto di farvi ricorso in modo surrettizio rispetto ai rapporti di lavoro a tempo determinato. In secondo luogo, la circolare tende alla valorizzazione delle professionalità interne della Pubblica Amministrazione, anche per limitare al massimo l'uso spesso distorto dei consulenti. Infine, è stabilito che gli incarichi di consulenza possono essere affidati solo ad esperti di provata competenza per prestazioni di natura temporanea altamente qualificata. claudio filippini Il rapporto di Legambiente partorisce un ddl contro le ecomafie ROMA - La presentazione del rapporto di Legambiente sullo stato in cui si trova il territorio italiano costituisce il momento attraverso il quale si focalizza, con maggiore attenzione, uno dei problemi più scottanti che vive il nostro paese. Lo diciamo subito: dopo quello che è emerso dai dati diffusi dall'associazione ambientalista nei giorni scorsi non c'è da stare molto allegri; la situazione, infatti è preoccupante e rischia, se non vi saranno interventi seri e concreti, di aggravarsi sempre di più nel tempo. Il rapporto 2007, circa quattrocento pagine ricche di dati, grafici e tabelle, è stato presentato lo scorso 17 aprile alla presenza del ministro dell'ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, dal presidente di Legambiente, Roberto Della Seta. Le cifre contenute nel voluminoso dossier mettono subito in risalto la netta spaccatura esistente, ormai endemicamente, tra le due aree geografiche del paese che da tempo sono agli opposti: centro - nord e mezzogiorno d'Italia. A detenere il triste primato degli illeciti ambientali sono, infatti, le regioni meridionali: alle bocciate Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio (con i suoi 1.808 illeciti accertati) si oppongono quelle promosse della Valle d'Aosta, Molise, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Umbria. Se si analizzano i dati relativi ai due blocchi regionali, limitandosi ad una sola operazione aritmetica, sono stati accertati, nel 2006, oltre quattordicimila illeciti ambientali, dei quali circa mille e cinquecento compiuti al centro nord e circa 12.700 nelle regioni che detengono la maglia nera della classifica dei reati. Alla Campania, per il tredicesimo anno consecutivo, spetta il triste record di essere la regione in cui gli illecitii si verificano con maggiore intensità: sono stati ben 3.169, infatti, i reati ambientali accertati su un territorio in cui imperversano principalmente la ormai tragica vertenza rifiuti e l'abusivismo edilizio galoppante. In questa regione vengono praticamente compiuti otto illeciti al giorno, uno ogni tre ore. Un dato allarmante, che ha convinto il governo, caso mai ve ne fosse bisogno, ad intervenire drasticamente per frenare un andamento che rischia di travolgere l'intero assetto ambientale del paese. Il ministro Pecoraro Scanio, infatti, ha annunciato, di rimando, la presentazione di un nuovo disegno di legge con il quale i reati contro l'ambiente non saranno più oggetto di semplici contravvenzioni, come avviene ora, ma veri e propri reati di tipo penale e per questo considerati crimini a tutti gli effetti. L'accordo è già stato raggiunto e sarà formalizzato quanto prima; il disegno di legge recepisce, in sostanza, gli spunti contenuti nella proposta di direttiva elaborata dal commissario europeo alla giustizia Franco Frattini e costituirà una risposta efficace agli attacchi delle ecomafie. Il vero nodo del problema, infatti, è tutto qui: l'affaire ambientale costituisce, da anni, un introito economico gigantesco per le cosche criminali, dalla camorra alla mafia, che imperversano nel paese. Ed è soprattutto nel settore dei rifiuti, specialmente quelli relativi allo smaltimento di sostanze pericolose, che la criminalità ha costruito il suo impero economico; per ogni euro di mercato illegale delle ecomafie, infatti, 53 centesimi arrivano da questo versante e non a caso il business settoriale si è attestato sui circa 6 milioni di euro nel 2006. Un notevole balzo in avanti che si spiega, tanto per fare un esempio, con l'ingente quantitativo di rifiuti speciali scomparso lo scorso anno nel nulla: ben ventisei milioni di tonnellate di rifiuti (una montagna come il Gran Sasso d'Italia, alta 2.600 metri) sono infatti stati inghiottiti dalla malavita organizzata e trasformati in oro colato nelle tasche dei clan. Se le cosche criminali guadagnano, lo fanno anche imprese disoneste che sfuggono alle norme per disfarsi delle scorie illegali: per smaltire illecitamente un container di 15 tonnellate di rifiuti costa, infatti, solo cinquemila euro a fronte dei sessantamila che se ne dovrebbero sborsare in modo legale, ricorrendo a ditte specializzate. Un nuovo problema, comunque, si è già paventato all'orizzonte: il settore degli smaltimenti illegali, che aveva da tempo oltrepassato i confini nazionali per servirsi dei paesi africani, è recentemente approdato in Oriente, Cina in testa, dove tutto quello che arriva viene recuperato perché serve ad essere impiegato nel ciclo produttivo delle fabbriche di quel paese. c.f. Estinzione anticipata del mutuo: finora una missione possibile ROMA - Dal 2 febbraio 2007 le persone fisiche che acquistano o ristrutturano un'abitazione (o un locale da adibire allo svolgimento di attività economica o professionale) con fondi derivanti dall'accensione di un apposito mutuo, hanno un altro buon motivo di serenità. E' infatti stabilito che nei contratti di questi finanziamenti - stipulati dopo il 2 febbraio - non devono essere più contenute clausole penali, da pagare all'istituto mutuante, in caso di estinzione anticipata del mutuo stesso. Si tratta di un divieto importante e non senza effetto sul bilancio familiare, che può così sgravarsi di un peso rilevante. In passato, addirittura, non solo le commissioni di estinzione anticipata avevano un ruolo fondamentale nella scelta del finanziamento di cui farsi carico, ma spesso impedivano di fatto al beneficiario del mutuo il recesso prima della scadenza, costringendolo sostanzialmente a scegliere il minore di due mali: corrispondere al creditore l'onerosa penalità dovuta per l'esercizio della facoltà d'estinzione anticipata oppure continuare a pagare le rate previste dal piano d'ammortamento, comprensive però degli interessi calcolati sull'importo non ancora rimborsato. Adesso, con la conversione in legge del decreto Bersani-bis, si può facilmente uscire dai nuovi contratti di mutuo, senza sostenere spese aggiuntive. Diventa quindi possibile estinguere il finanziamento in ogni suo momento, versando all'ente mutuante una somma corrispondente al debito residuo di quel momento, maggiorato esclusivamente (in caso di rata posticipata) del rateo di interessi maturato sulla rata in corso (maturato cioè dall'ultima scadenza regolarmente pagata). La norma afferma pure che eventuali clausole che fissassero delle penali per l'anticipata estinzione del prestito sono da ritenersi nulle, pur rimanendo il contratto pienamente valido tra le parti. Tale ultima previsione dovrebbe pertanto scoraggiare quelle forme di "compensazione" che alcuni istituti di credito hanno subito approntato per far rientrare dalla porta di servizio la commissione di estinzione anticipata appena uscita dalla porta principale e che non fanno altro che configurare con nomi diversi (e creativi, come p.es. "commissioni di conteggio degli interessi per liquidazione fuori dai termini") gli incassi sostitutivi delle cessate penalità d'estinzione. Il Presidente dell'ABI, Corrado Faissola, ha quantificato il fenomeno dell'estinzione anticipata dei mutui fornendo interessanti cifre. Al momento, dice Faissola, il tasso di estinzione si aggira intorno al 57% annuo dei mutui in essere e non dovrebbe subire un grande incremento in virtù della nuova possibilità di chiusura a costo zero, perché i prestiti in esecuzione sono stati erogati a tassi più favorevoli di quelli attuali, soprattutto per quel che riguarda il comparto dei tassi fissi. In particolare, circa il 70% dei mutui in essere è a tasso variabile, il 10% è a tasso fisso e la restante parte è strutturata in modo "misto", ovvero con finanziamenti comprensivi sia di elementi fissi che variabili. La normativa voluta dal Ministro Bersani non si limita però a vietare le penali d'estinzione per i nuovi contratti di prestito, ma disciplina anche i vecchi contratti di mutuo, quelli cioè perfezionati anteriormente al 2 febbraio 2007. A tale proposito la legge delega all'ABI ed alle associazioni dei consumatori di definire, entro tre mesi dall'entrata in vigore del provvedimento e quindi entro il prossimo 2 maggio, le regole generali di "riconduzione ad equità" dei vecchi contratti di mutuo. Quest'ultima disposizione è peraltro affiancata dal complementare divieto, a carico degli istituti mutuanti, di rifiutare la rinegoziazione del mutuo stipulato prima dell'entrata in vigore del decreto legge, attribuendo ai mutuatari l'onere di chiedere la rinegoziazione prima di procedere all'estinzione anticipata con penale ridotta. Nel rispetto della manovra Bersani, l'Istituto centrale delle banche italiane e dodici associazioni dei consumatori hanno per l'appunto avviato in questi giorni un confronto destinato alla conclusione di un accordo sul livello massimo della penale (d'estinzione anticipata) per i mutui erogati prima del 2 febbraio scorso. Sembra pure che già ci sia tra le parti la convergenza verso un'ipotesi d'accordo che limiti la commissione in parola al valore massimo dello 0,50% per tutti i mutui accesi prima del 2001 e che si azzera negli ultimi tre anni del mutuo, mentre per i soli mutui a tasso fisso, sottoscritti dopo il 2001, il valore soglia dovrebbe aggirarsi, sempre secondo la piattaforma d'accordo, tra l'1,50 e l'1,95 per cento e sempre con l'azzeramento negli ultimi tre anni del piano d'ammortamento. E' importante comunque sottolineare che è la prima volta che la legge attribuisce all'ABI ed alle associazioni dei consumatori il potere di negoziare un accordo che si applicherà in seguito a tutti i mutuanti (non solo alle banche) ed a tutti i beneficiari di mutui (non solo a quelli iscritti alle associazioni di categoria). Le disposizioni riguardanti l'eliminazione di commissioni per anticipata estinzione devono inoltre essere lette in parallelo con quelle (contenute nell'art. 8 del decreto sulle liberalizzazioni) relative alla cosiddetta "portabilità" del mutuo. Con una norma che molto probabilmente alimenterà notevolmente la concorrenza tra azienda di credito, si stabilisce infatti che il beneficiario di un mutuo, ma anche di un'apertura di credito o di altro tipo di finanziamento ha la possibilità di trasferire il suo debito ad altro Istituto (disposto a riconoscergli condizioni più favorevoli) senza il consenso del precedente ente sovvenzionante, surrogando così il nuovo creditore al vecchio. Ciò può avvenire anche con una semplice scrittura privata e il debitore non perde in questo passaggio i benefici fiscali riconosciuti dall'ordinamento tributario. Il nuovo istituto mutuante subentra nelle garanzie precedentemente rilasciate e, nell'ipotesi che queste siano di natura reale, il cambiamento del creditore ipotecario è annotato nei registri immobiliari dietro semplice presentazione all'Agenzia del Territorio di copia autentica dell'atto di surrogazione. Anche in questo caso, infine, è nullo ogni patto che impedisca o renda oneroso per il debitore l'esercizio della facoltà di surrogazione e tale nullità non comporta comunque la nullità dell'intero contratto. stefano rotond L’INCHIESTA/LA BASILICATA DEI VELENI Uso criminale dell’amianto nell’edilizia, lavori di bonifica eccepibili, disinformazione: e intanto aumenta sia l’incidenza della patologia oncologica che la mortalità SEGUE DALLA PRIMA Altra nota dolente riguarda i lavori di manutenzione che, estremamente a rilento, vengono effettuati "per salvaguardare la salute dei residenti". Nelle ultime settimane, in particolare, il comitato di quartiere e l'Ola (l'organizzazione lucana ambientalista) hanno denunciato "una grave situazione di invivibilità che mette a repentaglio la salute dei residenti". Secondo l'Ola l'iter dei lavori di abbattimento di alcuni prefabbricati non terrebbe conto dei criteri di inizio lavori che prevedono l'individuazione del responsabile della bonifica o messa in sicurezza e un piano di lavoro per la rimozione di materiale contenente amianto allo stato compatto, (delimitazione area e segnalazione con idonea cartellonistica, rimozione delle lastre di eternit con bagnatura con acqua e collanti, verniciatura, asportazione di polveri in bagno dalle grondaie, smontaggio, movimentazione e confezionamento, stoccaggio provvisorio, rispettivi dispositivi di protezione previsti dalle leggi). Altra nota dolente riguarda i valori limite di concentrazione di amianto nei luoghi di lavoro. Essi sono definiti dal D. Leg. 277/92: - 0,6 fibre/cm3 per il crisotilo - 0,2 fibre/cm 3 per le altre forme. A prima vista tali limiti potrebbero apparire contraddittori con il divieto di produzione e lavorazione dell'amianto. Il legislatore vuole invece regolamentare: - quelle attività, quali demoli- zioni, bonifica di siti contaminati e imprese di smaltimento dell'amianto, ove, se mal condotte, possono rappresentare fonti di inquinamento; - le imprese soggette a rischio amianto derivante dallo stato di conservazione dei capannoni, delle lastre in cementoamianto, dei macchinari o dei prodotti contenenti amianto che, in caso di rilascio di fibre di amianto nell'aria, potrebbero arrecare un danno al lavoratore esposto. Ove vi sia rischio amianto, gli obblighi del datore di lavoro sono sintetizzati nella tabella in basso. La vigilanza sul rispetto dei limiti di concentrazione spetta alle Asl. Presso le Asl è istituito un registro nel quale vengono riportati tutti gli edifici, pubblici e privati, che presentano amianto libero (il cui rilascio di fibre nell'aria è già in atto) o in matrice friabile (cioè materiali talmente deteriorati che sono riducibili in polvere con manipolazione manuale). Tale registro tenuto presso le Asl consente alle imprese di manutenzione e bonifica di acquisire informazioni sugli edifici contaminati. Hanno priorità di bonifica gli edifici pubblici, le scuole, gli ospedali. L'intervento è ripartito nelle seguenti fasi: a) Valutazione del rischio La presenza di materiali contenenti amianto non implica di per sé condizione di pericolo per gli occupanti. Se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso è certamente improbabile che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di amianto. b) Metodi di bonifica Decoibentazione - rimozione dei materiali contenenti amianto. E' il metodo di bonifica più utilizzato in quanto elimina il problema alla radice. Produce però rifiuti comportando costi di smaltimento abbastanza elevati. L'elevato inquinamento che causa nell'ambiente di lavoro, durante la bonifica, richiede personale altamente specializzato e tecnologie adeguate. Incapsulamento - copertura del materiale che contiene amianto con prodotti penetranti e inglobanti così da determinare una pellicola protettiva tra l'ambiente e la fibra di amianto. Non produce rifiuti e il rischio per i lavoratori addetti è generalmente minore rispetto alla rimozione. Il principale inconveniente è che il materiale contenente amianto rimane nell'edificio, e ne consegue la necessità di un programma di controllo e manutenzione costante. Confinamento - creazione di una barriera che separa il materiale contenente amianto dalla parte abitata dell'edificio. Il costo è più contenuto rispetto ai precedenti. Il rilascio delle fibre avviene all'interno del confinamento. Rispetto all'incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti. Occorre un programma di controllo e manutenzione costante, al fine di mantenere la barriera installata sempre in buone condizioni. c) Restituibilità dell'ambiente bonificato Al termine dei lavori di bonifica, la ASL dovrà, a spese di chi commissiona i lavori, valutare la restituibilità dell'area (valutare cioè se la zona è stata bonificata correttamente e non presenta amianto libero nell'aria). Le procedure da seguire per la certificazione di restituibilità sono: - ispezione visiva al fine di accertare l'assenza di residui di cemento-amianto nell'area bonificata; - campionamento dell'aria al fine di accertare l'assenza di fibre di amianto aerodisperse. Il problema specifico di Bucaletto è che non è dato conoscere con esattezza, nonostante l'esistenza di apposito registro presso l'Asl, quale sia la concentrazione di fibre di amianto presente in ogni prefabbricato. Questo perché il registro riporta tutti gli edifici pubblici (per i quali è stato effettuato un censimento negli anni '90) e privati contenenti amianto allo stato libero o friabile, quelli per cui il rilascio di fibre nell'aria è già in atto o per cui i materiali sono talmente deteriorati da essere riconducibili in polvere con manipolazione manuale. A sentire l'Asl Potenza/2 l'amianto presente nei prefabbricati di Bucaletto sarebbe di tipo compatto, per questo motivo tali strutture non sono inserite nel registro. Strano visto che nel mese di gennaio (tabella A) un sopralluogo dell'Asl aveva messo in evidenza come "le lastre di amianto dei prefabbricati in qualche caso presentano lesioni, rotture o crepe…si sottolinea la necessità di predisporre un programma di controllo, manutenzione e custodia". Preso atto dell'esistenza di questo documento risulta difficile pensare che l'amianto presente nei prefabbricai sia di tipo compatto e non libero e friabile. L'Asl ha comunque informato il Comune, proprietario degli immobili in questione, della situazione di pericolo in cui versa la cittadella. Da alcune settimane sono in atto i lavori di bonifica. Il problema resta quello di capire se i lavori di rimozione delle lastre di eternit vengono effettuati nella maniera giusta, se i residenti sono forniti dell'attrezzatura adatta a non correre pericoli, se i normali controlli vengono svolti con le esatte cadenze, tutto ciò, val la pena ripeterlo, in assenza di dati certi sulla concentrazione di fibre di amianto presente in ogni prefabbricato. alessandro foresta DOCUMENTO A DOCUMENTO B Pagina 3 CULTURA Restaurato “Il segno di Venere” : la Philip Morris regala al pubblico cinema d’autore Lunedì 16 aprile presso la Casa del Cinema abbiamo rivisto uno accanto all'altra Dino Risi e Franca Valeri, in occasione della presentazione del restauro del film ‘Il Segno di Venere’, girato nel 1955 e recuperato dall'Associazione Philip Morris Progetto Cinema, nata nel 1991. Il negativo originale del film è stato così duplicato, regalandoci l'opportunità irripetibile di rivedere i grandi risultati della commedia italiana degli anni '50 e un cast d'eccezione, tra cui una prorompente Sophia Loren, una bravissima Franca Valeri nella sua particolare ironia, l'indimenticabile Vittorio De Sica, il grande Alberto Sordi, allora solo 35enne. Il film è ambientato a Roma, verso cui Dino Risi rivolge lo sguardo e la sua acuta attenzione. Cesira e Agnese sono due cugine che vivono insieme in un quartiere popolare; la prima è una sognatrice alla ricerca del vero amore ma purtroppo viene puntualmente sovrastata dal sex appeal della seconda (Agnese è la bellissima Sophia), che attira su di sé le attenzioni di tutti gli uomini. Cesira consulta così un'indovina. Questa le rivela che gli astri sono a lei favorevoli perché la collocano nel segno di Venere e dunque particolarmente disposta a incontrare l'uomo della sua vita, tra cui spicca l'indifferente Romolo, un giovane scapestrato che non sembra molto interessato alla ragazza (Alberto Sordi) e che ci regala la sua inimitabile comicità e il distinto Alessio Spano, in realtà un truffatore, impersonato dal grande De Sica. "In origine eravamo due sorelle - dice la Valeri - ma con Sophia ovviamente era impossibile" aggiunge con umorismo. Mentre Dino Risi dice "basta con i film"e riceve il Nastro d'argento alla carriera, l'Associazione Philip Morris Progetto Cinema si congeda dal grande pubblico con questo restauro, interrompendo la sua attività dopo 16 anni "per motivi aziendali". Ad essa la nostra ammirazione per aver promosso con i suoi lavori lo straordinario patrimonio storico del cinema italiano. red int Viaggio nella storia dell’arte cinese PREZZI ALLE STELLE NELLA CAPITALE CULTURALE DELL’ASIA: A “FARE IL MERCATO” SONO SOPRATTUTTO LE ASTE. Il record spetta forse a Zhang Lan, proprietaria della catena di ristornati South Beauty, che ha comprato un quadro del pittore Liu Xiaodong per 2,7 milioni di dollari. Zhang si è ''fatta da sola'' ed è diventata ricchissima con i suoi ristoranti che offrono lo speziato cibo del Sichuan; è una donna eccentrica ma esperta nella gestione dei mezzi di comunicazione di massa, prova ne sia il fatto che il suo nuovo ristorante di Pechino è stato completamente arredato dal designer Philippe Starck. Ma il fenomeno dei prezzi delle opere d'arte cinesi che vanno alle stelle è generale: l' anno scorso le grandi case di aste Sotheby e Christie's hanno venduto opere d' arte asiatica contemporanea (in gran parte cinese) per 190 milioni di dollari in quelle che il New York Times ha definito ''una serie di aste da record a New York, Londra ed Hong Kong''. E come sempre quando si parla di Cina - sia che si tratti della Borsa di Shanghai o dei prezzi delle case a Pechino - le opinioni si dividono tra chi grida alla ''bolla'' e chi vi vede un fenomeno di lungo periodo. ''Bolla? Sono gli invidiosi che lo dicono'', sostiene l' americana Meg Maggio, proprietaria e direttrice della galleria Fine Arts di Pechino e pioniera nell' esplorazione dei selvaggi territori dell' arte contemporanea Leggere tutti Proprio in questi giorni, quando stiamo assistendo alla nascita dopo lunga e tribolata gestazione, del Partito Democratico, mi è capitato fra le mani un libretto, edito Laterza, di Marc Lazar, noto ai più per i suoi assidui editoriali su "La Repubblica", professore e studioso francese, appartenente a quella schiera di cosiddetti intellettuali di sinistra. Si tratta di un breve saggio sulla politica italiana degli ultimi quindici anni circa, in pratica sull'Italia dell'era Berlusconi. In poco più di cento pagine ci viene riassunta la parabola berlusconiana, tra successi e fallimenti e, accanto, l'intera storia dei costumi italici, che dal risorgimento ad oggi hanno modellato il tessuto sociale e hanno definito il nostro legame con la nazione, e che secondo l'autore hanno creato quell'humus necessario per l'avvento di Berlusconi. Una buona occasione insomma per capire come noi italiani siamo visti dagli altri, in questo caso dall'osservatorio privilegiato di un vicino d'eccezione. Cosa emerge quindi? Che cosa, secondo questa analisi, ha posto le basi per un caso Berlusconi, unico nel suo genere in una democrazia occidentale? Ma soprattutto, se è vero che il fondatore di Forza Italia ha imboccato il viale del tramonto politico, il berlusconismo, ossia quel modello sociale, culturale e politico che si è diffuso in questi anni, sopravviverà al suo creatore? Il testo avrebbe la pretesa iniziale di fornirci queste risposte, in realtà dopo una cronaca degli ultimi anni e una più Il 23 aprile le Biblioteche della Camera dei Deputati e del Senato, nel complesso architettonico della Minerva, si aprono al pubblico. Sarà infatti possibile visitare i locali e consultare qualche testo. L'iniziativa, denominata "Biblioteche a porte aperte" e che si incastra a pieno nella Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore organizzata dall'Unesco, quest'anno presenta una novità: già da febbraio infatti le sedi delle Biblioteche del Senato e della Camera, nei due palazzi contigui della Minerva e del Seminario, sono comunicanti, e pertanto sarà consentita la libera circolazione dei lettori. Quest'anno il tema scelto dalla Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco è la diversità culturale, in tutte le sue complesse sfaccettature. Molte inoltre sono le iniziative in programma a livello mondiale. Le più importanti città hanno infatti organizzato escursioni e rappresentazioni nelle più grandi biblioteche. A Milano, ad esempio, i festeggiamenti inizieranno un giorno prima: domenica 22 aprile, allo Spazio Toti del Museo della Scienza Domenica 22 aprile 2007 di matteo corposa digressione dal Risorgimento ai nostri giorni, passando per il Fascismo e il dopoguerra, non è che resti molto altro. Dal nostro breve passato nazionale Lazar farebbe nascere la debolezza del nostro senso dello Stato e della nostra stessa democrazia, e questo potrebbe pure essere vero, ma questo non basta a dimostrare l'ascesa indisturbata e anzi favorita di un uomo dal passato quanto meno torbido. Non basta soprattutto a spiegare quel fenomeno di completa dissoluzione del rispetto delle regole che va al di là delle sole leggi dello Stato, arrivando a toccare quella quotidianità di rapporti interpersonali e quel metodo che abbiamo definito berlusconismo. Intendo riferirmi al diffuso individualismo ed edonismo che, diversamente che in altre culture, ha da noi profondamente attecchito distorcendo quella che era stata una anche necessaria liberalizzazione dei costumi dalla fine degli anni sessanta ad oggi, e i fatti di vallettopoli sono davanti ai nostri occhi. Lazar si mostra cinese, per i quali scorrazza da una ventina d' anni. ''Dobbiamo capire che i tempi dell' eurocentrismo sono finiti, anche nell'arte'', prosegue Meg. ''Molti si sorprendono dei prezzi. Io no, semplicemente è un mercato diverso, un mercato che adesso ha una sua vita autonoma, non dipende più né dall' Europa né dagli Stati Uniti''. ''Oggi a Pechino - secondo Meg - c'è una massa critica di artisti e di pubblico che non c'è mai stata in Asia, neanche a Tokyo e a Seul ai tempi della loro ascesa verso la status di metropoli internazionali''. Nell' immediato futuro ci sono i Giochi Olimpici del 2008, che sono già un successo di comunicazione ancor prima di essere iniziati. ''Su questo terreno il governo di Pechino sta facendo una politica castellarin molto intelligente, la politica di promuovere la città non solo come capitale di infine piuttosto scettico di un paese che si sta arricfronte al coinvolgimento della chendo, come capitale del cosiddetta società civile nella business, ma anche come vita politica del paese, anche capitale culturale se ammette che l'esperimento dell'Asia'', sottolinea la delle Primarie 2005 non ha gallerista americana. precedenti in Europa, resta da Monica Piccioni e Rosario vedere però se i partiti vorranScarpato, fondatori e no proseguire su una strada curatori della galleria d'arpartecipativa, lui intanto ci te ''offiCina'' di Pechino, dice di confidare in certa clashanno un visione piu' crise dirigente che già sta ai tica: ''siamo arrivati al posti di comando…cosa sarà, un benvenuto a questo Partito Democratico delle dirigenze DS e Margherita che alcuni sondaggi già danno sotto al 25%? punto nel quale una scrematura è inevitabile'', afferma Rosario. Monica aggiunge che a ''fare il mercato'' sono soprattutto le aste, che per molti acquirenti cinesi non sono tanto diverse dal gioco d'azzardo''. Monica e Rosario ricordano i tempi, dopo il massacro di piazza Tiananmen del 1989, quando le mostre si facevano clandestinamente, negli appartamenti privati e se si veniva scoperti dall'onnipresente polizia si era costretti a chiuderle. Poi è venuta l'apertura e con essa hanno cominciato a dettare legge collezionisti e galleristi stranieri. Poi il mercato interno ha cominciato la sua inarrestabile crescita a partire dalla Triennale di Guangzhou del 2002. E ora è il momento delle aste. Wang Jianwei, uno degli artisti cinesi contemporanei più quotati, ha smesso di dipingere otto anni fa e ora si dedica alle opere multimediali, quelle nelle quali, come spiega lui stesso ''si usano diverse tecnologie combinandole insieme''. Wang concorda con la diagnosi di Monica e Rosario: ''dopo quella della rivoluzione, oggi c'è una nuova ideologia, quella del consumo''. ''Non so dire se è un bene o un male, ora tutti sanno cos'è un'opera d' arte. Capiscono che ha un valore commerciale, un valore come investimento, il grande pubblico vuole sapere quanto costano le opere''. ''Non capisco - prosegue Wang perché alcune opere abbiano valutazioni cosìalte. Gli stranieri vanno al 798 (la exfabbrica costruita da un' impresa dell'exGermania Orientale diventata oggi il centro della vita culturale di Pechino) e comprano, prima cercavano gli artisti, cercavano di capire cosa stavano facendo. Penso che oggi le opere d'arte debbano esprimere la follia di questa situazione. Tutti comprano cose cinesi e i cinesi comprano cose di tutto il mondo. I cinesi non sono mai stati così fiduciosi, non so quanto può durare, perchè la fiducia è basata sulla convinzione che sia possibile innovare all'infinito, ma sembra che non abbiano mai dubbi su se stessi, sulla strada che hanno intrapreso'', conclude l'artista. red int CINEPENSIERI Celebrando Andrea Parodi, la voce scomparsa dei Tazenda che resta aggrappata all’anima "Un amico che è dovuto proprio partire, altrimenti la mattina del 18 ottobre 2006, a Flumini di Quartu nella chiesetta di Sant'Andrea, avrebbe sicuramente voluto cantare". Questa appena riportata è la chiosa di 'un amico' di Andrea Parodi, Luigi Martinelli, chiosa a dei versi ricchi di passione per una persona cara - che a detta sua sarebbe stata cara a chiunque avesse avuto dal tempo la concessione di conoscerlo - persona cara fisicamente perduta. Il 18 ottobre 2006 Andrea Parodi muore ai piedi di una malattia che non ha voluto lasciarlo in pace. E che però, in un certo senso, lo ha graziato. È strano e commovente: in una intervista rilasciata qualche mese prima della morte Andrea diceva che la notizia del tumore allo stomaco era stata una mazzata perché pensava che sotto i ferri gli avrebbero tagliato il diaframma e non avrebbe più potuto cantare, ma era stato giudicato non operabile; la chemio gli aveva perciò tolto quei lunghissimi capelli, quella barba che regalava una figura da asceta, ma non la voce, e lui di questo era straordinariamente felice: "Dev'essere che qualcuno mi ha ascoltato". Due settimane prima della morte la sua voce è tornata a liberarsi nell'aria della gente di Cagliari, per l'ultima volta. È probabile che fra chi legge molti si chiedano chi fosse questo Andrea Parodi, ed è ancor più probabile che altrettanti lo abbiano riconosciuto nella foto qui accanto ed abbiano attivato immediatamente un collegamento mentale con un gruppo sardo resosi noto per un 'Sanremo' di diversi anni fa, i 'Tazenda' (allora insieme ad un altro illustre scomparso: Pierangelo Bertoli). Andrea ha collaborato per diverso tempo con i 'Tazenda', ma da nove anni era uscito dal gruppo, perché, diceva, non era più soddisfatto: troppi "inquinamenti esterni", una eccessiva asfissia costretta dalla chiusura in unico genere che stava diventando sempre più pop (con l'accezione peggiore di questo termine, accezione da 'Top of the Pop'). Andrea era un pescatore (eccellente, a detta di amici), amava il mare, la sua terra, la sua gente ("era un bel po' comunista" ricorda Martinelli) e cantava per loro, nella lingua della sua terra, e cantava in tutto il mondo.Il suo curriculum vanta delle collaborazioni eccezionali: lo si è potuto vedere in giro con artisti come Noa, Mauro Pagani, ma soprattutto con Al Di Meola - lo volle con sé dopo aver visto un suo concerto che lo portò a dire: "Hai la voce più incredibile che abbia mai sentito" - e con Fabrizio De André, con il quale (e ci si chieda se è un caso) condivideva l'amore doppio per Sardegna e Liguria, nonché la provenienza (il padre di Andrea Parodi era savonese). Andrea Parodi è rimasto quello che era fino alla fine: la voce gli si è aggrappata all'anima, ed è bello immaginare che dovunque sia andato (lui, dall'inclinazione così fortemente spirituale) se l'è portata con sé. "Un amico che ha perso il combattimento in modo epico: con la spada in mano", ha scritto Martinelli. sebastiano ambra ... non solo popcorn di grazia ippolito NOTE BIBLIOGRAFICHE “UNA SCOMODA VERITÀ” Democrazia alla prova L’Italia dopo Berlusconi di Marc Lazar Ed. Laterza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" tutti coloro che si presenteranno con un libro e l'invito distribuito da Fnac, partner dell'evento, potranno accedere gratuitamente. Una volta entrati nel museo, si potrà partecipare allo scambio di copia lasciando il libro portato da casa nella biblioteca di scambio per portarsene via un altro, o registrando un video-testimonianza sul proprio libro preferito. Le migliori dichiarazioni d'amore saranno poi trasmesse nei negozi Fnac e nello stand che la stessa Fnac avrà alla Fiera internazionale del libro di Torino. Obiettivo della Giornata Mondiale del Libro, fissata nella data della scomparsa (nel 1616) di Miguel de Cervantes, William Shakespeare e dell'Inca Garcilazo de la Vega, é stimolare l'opinione pubblica sull'importanza di creare politiche nazionali a tutela del libro e del diritto d'autore e promuovere la diffusione della lettura come insostituibile strumento di arricchimento personale e sociale. mariella ottieri La Giornata mondiale del Libro: porte aperte in biblioteca È un documentario che vede in prima persona Al Gore, l'ex vicepresidente durante i due mandati di Bill Clinton e in seguito sconfitto alle dubbie elezioni del 2000 dall'attuale presidente Usa Gorge W. Bush. Gore dopo le contestate elezioni ha deciso di dedicarsi totalmente ad un argomento che gli è sempre stato a cuore, sin dai tempi dei sui studi ad Harvard, cioè il surriscaldamento della terra dovuto all'inspessimento dell'atmosfera che è una conseguenza della massiccia produzione da parte dell'uomo di anidride carbonica. Da anni l'ex vicepresidente si occupa di questa problematica, consultando scienziati e verificando i dati che gli pervengono da tutto il mondo, già nel già nel 1992 aveva pubblicato il libro Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit sul quale si basa la sua attuale "predicazione". Infatti il documentario non è altro che la ripresa, integrata con alcuni inserti in cui Gore parla della sua vita e della su famiglia, della sua "conferenza" tipo su quest'argomento, conferenza che da anni porta con dedizione in ogni angolo della terra. Gore espone con chiarezza dati e argomentazioni molto significative e piuttosto allarmanti, il nodo fondamentale è il rischio derivante dallo scioglimento dei ghiacciai nell'Artide e nell'Antartide, le cui calotte di ghiaccio hanno la fondamentale funzione di specchio per il 90% delle radiazioni provenienti dal sole, ma negli ultimi 40 anni hanno perso il 40% dello spessore. Il futuro prefigurato sulla base di questi eventi è catastrofico e vede una netta e nefasta incidenza da parte dell'uomo sulla ciclicità delle ere glaciali del pianeta, che hanno consentito alla terra di sopravvivere. Purtroppo, denuncia il senatore, questa verità scientifica così allarmante non viene presentata all'opinione pubblica in quanto tale, anzi viene messa costantemente in dubbio da pseudo scienziati che fanno gli interessi delle potenze mondiali del petrolio, le quali sono le maggiori responsabili della spropositata produzione di anidride carbonica. Il problema è che l'American Petroleum Institute ha avuto dall'amministrazione l'incarico di occuparsi delle politiche ambientali. Non potendo però lavorare contro se stessi, sono proprio i colossi dell'oro nero e dell'automobile a sostenere "il dubbio come prodotto da vendere" all'opinione pubblica per screditare risultati scientifici allarmanti. Anche i governi fanno finta di non vedere, la denuncia di Gore è diretta soprattutto alla amministrazione degli Stati Uniti che sembra non voler fare niente per risol- v e r e questa problematica, è da ricordare che gli Usa è l'unico stato tra quelli economicamente potenti, insieme all'Australia, a non aver firmato il trattato di Kyoto sulla regolazione dell'emissione di gas serra. Il documentario ha il merito riuscire a divulgare ad un pubblico più esteso le argomentazioni della conferenza di Al Gore, tecnicamente la conferenza è supportata soprattutto da grafici mentre i filmati e le animazioni hanno soprattutto al funzione di drammatizzare o stemperare i temi trattati. Ciò che non convince è il rischio di un eccessivo accentramento sulla personalità di Al Gore, sulla falsa riga della politica americana che ha bisogno di leader carismatici. Stonano a questo proposito gli inserti che riguardano la vita familiare dell'ex vicepresidente, che fanno leva su un facile sentimentalismo. In ogni caso l'obiettivo che si prefiggeva quest'opera, parlare di questa scomoda verità, è stato raggiunto, ne è testimone la vittoria agli ultimi Oscar come Miglior Documentario. CIAK, SI GIRA “Mio fratello è figlio unico” Accio è la disperazione dei suoi genitori, scontroso e attaccabrighe, un istintivo col cuore in gola che vive ogni battaglia come una guerra. Suo fratello Manrico è bello, carismatico, amato da tutti, ma altrettanto pericoloso... Nella provincia italiana degli anni '60 e '70, i due giovani corrono su opposti fronti politici, amano la stessa donna e attraversano, in un confronto senza fine, una stagione fatta di fughe, di ritorni, di botte e di grandi passioni. E' un racconto di formazione dove sfilano quindici anni di storia d'Italia attraverso le avventure di Accio e Manrico, due fratelli diversi, ma non troppo. Come nell'omonima canzone di Rino Gaetano, l'attestazione d'amore fraterno è il tramite per parlare di società e politica, in questo caso a partire dal romanzo autobiografico "il fasciocomunista" di Antonio Pennacchi. Daniele Luchetti compone un ritratto originale di neofascista, ne fa un monello problematico. “Il mio paese” L'Italia vista da nord a sud, il presente segnato dalla crisi economica e dalla perdita di competitività internazionale. Questo è il racconto di un paese che tuttavia cerca di cambiare pelle. L'Italia pensa a se stessa e cerca di trovare una nuova consapevolezza. Un film ispirato da un documentario, ma anche da quel Viaggio in Italia di Rossellini, un film di cui c'era bisogno. Non c'è desolazione nel viaggio di Vicari, ma voglia di rinascita. Ogni episodio, ogni tappa si chiude con i propositi per un futuro migliore, perché dopotutto noi italiani siamo il popolo dell'ingegno, di chi non si da mai per vinto, ma cerca di cavarsela sempre in qualche modo. Le immagini delle fabbriche dimesse, dei lavoratori che si recano agli uffici di collocamento a cinquantuno anni sono sempre seguite da una nuova visione, positiva, del tutto (la donna si vede infatti poi men- tre lavora in fabbrica). E così la canzone di Nada che chiude il film ci ricorda quanto il resto del mondo ci sia vicino e che l'Italia dopotutto ci rimarrà sempre attaccata. Basta rimboccarsi le maniche e puntare su noi stessi. “The good shepherd L’ombra del potere” potere” L'ombra del potere - The good shepherd, racconta l'inedita storia della nascita della CIA. Edward Wilson, un patriota che conosce il significato e il valore della parola segretezza, e che ha fatto della discrezione la sua ragione di vita, nel 1939, quando era ancora un bravo e sensibile studente che frequentava l'università di Yale, era stato scelto per entrare a far parte della società segreta degli Skull and Bones, una sorta di confraternita molto chiusa il cui obiettivo è produrre i futuri leader mondiali. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il giovane idealista viene assunto presso l'Ufficio Servizi Strategici (OSS), antesignano della CIA. Essendo uno dei fondatori della CIA, e lavorando nel cuore dell'organizzazione dove la doppiezza è una dote fondamentale e dove nulla è quello che sembra, l'idealismo di Wilson verrà lentamente eroso dalla sua natura sempre più sospettosa che rispecchia un mondo che sta per entrare nella decennale paranoia della Guerra Fredda. La devozione di Wilson verso il suo paese comincia ad esigere un prezzo troppo alto ma né le preoccupazioni crescenti della moglie Margaret Clover, né il suo adorato figlio riusciranno ad allontanarlo da una strada che lo porterà a sacrificare tutto quello che ha per il lavoro. “Il piacere piacere e l’amore” l’amore” Isa e Bahar si sono amati profondamente ma, dopo il matrimonio, le nubi hanno offuscato il loro rapporto. Professore universitario lui e produttrice televisiva lei nella Istanbul di oggi, dovrebbero superare l'incomunicabilità che sta devastando la loro unione. Invece entrambi reagiscono alla crisi in maniera infantile e prevedibile. Il marito trova consolazione fra le braccia di una e x mare e del vento nonostante tutti i suoi sforzi. Poi, all'improvviso, appaiono due dragoni dai nuvoloni neri, che si stanno divorando a vicenda. Per i dragoni che vivono nell'occidente più profondo, apparire nelle zone orientali abitate dall'uomo e mangiarsi uno con l'altro è qualcosa di impensabile: l'equilibrio del mondo sta crollando... Ged è in viaggio, alla ricerca della causa che provoca i mali del mondo. Da ragazzo era un pastore impetuoso e arrogante; ora è un uomo maturo... ed è il più grande dei maghi. Nel corso dei suoi viaggi, incontra Arren, Principe di Enland, perse- amante, la moglie si rinchiude in uno stato d'animo prossimo alla depressione. Lucido, essenziale nei dialoghi, geniale nel messaggio e nella forma: "Iklimler" è un esempio di cinema maturo dall'autore che le sale italiane hanno già ospitato con "Uzak". Non si tratta semplicemente del solito esempio di solitudine umana, d'incomunicabilità tra le persone, Ceylan tratteggia con la semplicità - apparente - con cui cambiano le stagioni, l'allontanamento di due anime che cercano disperatamente di unire il loro cammino alla ricerca di una felicità che nella realtà, semplicemente non esiste. “I racconti di Terramare” erramare” Un veliero naviga nel mare in tempesta. Il capitano ordina all'Uomo del Tempo di calmare il mare, ma l'uomo del tempo non riesce a ricordare il vero nome del guitato da una misteriosa "ombra", la forza disastrosa che sta distruggendo l'equilibrio del mondo e sta facendo impazzire la gente. “Shooter” Bob Lee Swagger, un uomo amareggiato, che ha lasciato per sempre il suo lavoro nei Marines, dopo aver subito un terribile tradimento, abile tiratore scelto, viene erroneamente accusato di voler assassinare il Presidente degli Stati Uniti. Incastrato da una serie di eventi vorticosi che giocano a suo sfavore, quest'uomo inizia una disperata corsa contro il tempo per riuscire a dimostrare la sua innocenza, cercando di sfuggire a una misteriosa e oscura organizzazione che gli sta dando la caccia allo scopo di distruggere i segreti da lui scoperti. La pellicola diretta da Antoine Fuqua si caratterizza per una trama fanciullesca nello svolgimento e quasi incomprensibile negli snodi. A questo si uniscono spunti di critica politica che rendono la vicenda intera grottesca piuttosto che inquietante. “Sunshine” In un futuro non troppo lontano, l'umanità rischia l'estinzione perchè il sole, la stella che ha permesso la nascita di ogni forma di vita sulla terra, sta esaurendo la sua energia. Una navicella spaziale con a bordo otto astronauti, viene spedita verso l'astro per cercare, con uno strumento, di evitarne la morte, ma durante il viaggio non saranno pochi gli imprevisti. Nelle intenzioni di Danny Boyle, Sunshine voleva essere "un viaggio psicologico. Siamo formati da particelle di stelle esplose, e il Sole è la stella da cui proviene la vita". Al regista piacciono fantascienza elegante e bellezza scientifica, perciò ha cercato da un lato la verosimiglianza in consulenze qualificate e in una preparazione tecnica che ha coinvolto tutto il cast, e dall'altro l'inventiva in una fotografia (Alwin Kuchler) con lenti anamorfiche, in esterni realizzati al computer interamente in CGI dalla Moving Picture Company, in scenografie (Mark Tildesley, designer Richard Seymour) ispirate a sottomarini nucleari, impianti di trivellazione petrolifera, missioni NASA e ricostruite in otto teatri di posa con set anche a dimensioni reali. “Svalvolati on the road” road” Quattro amici, abituati alla vita da città, stufi dei soliti problemi quotidiani, degli inconvenienti e dello stress, decidono di prendersi un week-end di relax. Decidono così di fare un piccolo viaggio "on the road" a bordo di quattro motociclette all'insegna dell'avventura. Tutto fila liscio sino a quando non incontrano una vera e numerosa banda di motociclisti che si fanno chiamare i "Del Fuegos", rozzi, duri e poco socievoli. Pagina 4 ESTERI Domenica 22 aprile 2007 I tre candidati principali, Sarkozy, Royal e Bayrou, sono molto vicini nei sondaggi Una Francia indecisa si reca oggi alle urne Il voto delle periferie potrebbe alla fine rivelarsi decisivo in breve... IRAQ/GATES AVVERTE AL MALIKI: “NON RESTEREMO PER SEMPRE NEL PAESE” Il segretario alla Difesa americano, Robert Gates, ha esortato oggi il premier iracheno, Nouri Al Maliki, a cercare la riconciliazione nazionale e ha avvertito che le truppe Usa non combatteranno nel Paese per sempre. ''Il nostro impegno in Iraq è a lungo termine, ma non è un impegno che prevede che i nostri giovani uomini e donne pattuglino le strade irachene a tempo indeterminato'', ha detto Gates ai giornalisti dopo aver incontrato Maliki nella Zona Verde di Baghdad. Gates ha spiegato di aver parlato con il premier sciita della necessità di ''dialogare con i sunniti'' e di avergli detto che il recente rinforzo di truppe americane è mirato a ottenere un progresso politico, non solo a mettere fine al conflitto. ''L'aumento del numero di truppe è una strategia per prendere tempo per ottenere progressi verso la giustizia e la riconciliazione in Iraq'', ha precisato, riconoscendo tuttavia che la recente serie di attacchi bomba ha rappresentato una battuta d'arresto. Gates ha incontrato anche gli alti generali Usa e il suo collega iracheno, il ministro della Difesa, Abdel Qader Jassim Mohammed, e successivamente ha difeso la strategia dell'aumento delle truppe contro i critici al di fuori dell'Iraq che la considerano un fallimento. USA/TERRORISMO, WASHINGTON AUMENTA LA SICUREZZA IN TUTTE LE AMBASCIATE Gli Stati Uniti hanno innalzato la sicurezza in tutte le loro sedi diplomatiche all'estero, comprese quelle italiane e tedesche. La missione di Berlino ha emesso un avviso ai cittadini americani che vivono in Germania, avvertendoli che le minacce per la loro sicurezza sono aumentate e chiedendo loro di "prendere le misure appropriate" per salvaguardare la propria incolumità personale. La decisione di aumentare la sicurezza è stata presa dal dipartimento di Stato a seguito delle continue minacce terroristiche contro cittadini e interessi americani nel mondo. L'ultimo provvedimento del genere risale all'11 ottobre del 2006 ed era durato un anno, ma la recente escalation di violenza in molte regioni ha portato Washington a rivederlo e a implementarlo nuovamente. In base alle informazioni a disposizione del dipartimento di Stato, Al Qaeda e le organizzazioni affiliate continuano a pianificare attentati contro interessi degli Stati Uniti in Europa, Asia, Africa e Medio Oriente. Secondo Washington gli attacchi potrebbero essere portati con diverse tipi di tecniche incluso omicidi, rapimenti, dirottamenti e attentati dinamitardi. Sul sito del ministero degli Esteri Usa si legge che "gli eventi in corso in Iraq e più in generale in Medio Oriente sono sfociati in dimostrazioni e violenza in molti Paesi. I cittadini americani sono avvertiti che sommosse possono avvenire senza preavvisi". Riguardo il pericolo derivato da estremisti, "questi potrebbero usare armi convenzionali o non convenzionali e attaccare sia obiettivi privati sia pubblici". In particolare il dipartimento di Stato identifica i soft target, cioè tutti quei bersagli facili da colpire ma che danno un elevato risultato in termini di vittime e quindi di visibilità sui media. PARIGI - La Francia è oggi chiamata al voto per il primo turno delle presidenziali, in quella che si preannuncia l'elezione più incerta degli ultimi dieci anni. I candidati principali sono tre, Nicolas Sarkozy, l' "enfant prodige" dell'Ump ex ministro dell'Interno, la leader socialista Segolene Royal ed il centrista Francois Bayrou, capo dei liberali dell'Udf. Secondo gli ultimi sondaggi, Sarkozy passerà sicuramente al secondo turno mentre lo scontro sarà tra la Royal e Bayrou. A questo punto la parola passa all'elettorato francese, dopo una campagna che è stata una delle più combattute nella storia della "Quinta Repubblica". È possibile, però, azzardare delle previsioni su quello che sarà l'esito del primo turno. Per prima cosa, questa elezioni sono così incerte per- ché i due candidati favoriti hanno degli antagonisti che, pur non avendo speranze di arrivare al ballottaggio, possono togliere voti ai candidati più importanti della loro area di riferimento politico. Nel caso di Sarkozy il "guastatore" è Jean-Marie Le Pen, il leader della destra estremista del Fronte Nazionale già autore dello straordinario exsploit alle elezioni del 2002, quando riuscì incredibilmente ad arrivare al secondo turno al posto del premier Lionel Jospin, turbando per alcune settimane i sonni delle cancellerie europee. Il voto per Le Pen, infatti, rappresenta un voto contro il sistema politico, un po', per fare un parallelo, come nei primi anni novanta era in Italia il voto per la Lega Nord. Il candidato ultranazionalista, quindi, potrebbe intercettare quel voto di protesta che c'è sempre nel primo turno delle presidenziali transalpine. Non è un caso, infatti, che Sarkozy, con il progetto di istituire il ministero per la Nazionalità, intenda evitare la dispersione dei voti a destra, che sarebbe per lui sicuramente un problema. Nella stessa situazione si trova anche Segolene Royal, che deve fare i conti con i candidati provenienti dall'area ambientalista e della cosiddetta "sinistra antagonista". Si tratta di quei voti che impedirono a Jospin di andare al ballottaggio e che adesso la Royal cerca di accaparrarsi sfruttando l'idea di una modifica alla Costituzione europea. La candidata socialista, infatti, ha lanciato il progetto di diluire l'impronta neo-liberista della Legge fondamentale dell'Ue, impronta che ha talmente spaventato i francesi da spingerli a votare "no" al referendum con cui se ne chiedeva l'approvazione. Paradossalmente, quindi, ad essere favorito per il secondo turno si trova l' "illustre sconosciuto" Francois Bayrou dell'Udf, lo storico Partito liberale francese al potere fino all'avvento del genera- le De Gaulle. Bayrou, infatti, è l'unico che non si trova nella situazione di essere bersagliato dal "fuoco amico", che non ha cioè candidati che facciano riferimento alla propria area in grado di rubargli voti. In secondo luogo, nonostante non sia il candidato preferito dalle banlieu, potrebbe intercettare il consenso delle periferie. Il suo programma sociale, infatti, è molto simile a quello della Royal e prevede un maggiore investimento dello Stato negli ammortizzatori sociali ed in politiche a favore delle classi più disagiate. C'è poi un altro fattore poco considerato ma ugualmente importante. Secondo tutti i sondaggi fatti negli ultimi mesi, infatti, al ballottaggio Sarkozy batterebbe agevolmente la Royal mentre perderebbe contro Bayrou. È possibile, quindi, che il voto anti-Sarkozy delle banlieu, che ancora non hanno digerito le frasi pronunciate durante la rivolta delle periferie del 2005, si orientino alla fine verso il candidato centrista ritenendo che abbia più possibilità di battere l'esponente dell'Ump. attilio nardi Il voto anti- Sarkozy delle periferi francesi potrebbe orientarsi verso Bayrou, che secondo i sondaggi avrebbe più probabilità di battere al ballottaggio il candidato Ump rispetto alla Royal Il Pentagono ammette di aver gestito male la questione a livello diplomatico Gli Stati Uniti: “Abbiamo commesso errori sul progetto dello scudo stellare” La Russia continua ad opporsi allo schieramento del sistema antimissile WASHINGTON - Gli Stati Uniti fanno autocritica sulla gestione della questione relativa allo "scudo stellare", il sistema di difesa antimissile che dovrà essere installato in alcuni Paesi dell'est europeo e che ha provocato reazioni poco entusiaste non solo in Russia, ma anche tra alcuni partner europei degli Usa. "C'è stata una mancanza di informazioni di cui noi siamo parzialmente responsabili, forse non abbiamo fatto il giro delle capitali come avremmo dovuto fare", ha riconosciuto Eric Edelman, sottosegretario alla Difesa, rispondendo ad una domanda sulle riserve espressa dai socialdemocratici tedeschi e da Paesi come Austria e Lussemburgo. Il progetto Usa, che prevede l'istallazione di dieci missili intercettori in Polonia e di una base radar in Repubblica ceca, dovrebbe essere operativo "entro il 2013", ha spiegato il tenente generale Henry Obering, direttore dell'Agenzia nazionale di difesa missilistica USA, parlando accanto a Edelman in una conferenza stampa al termine del Consiglio nordatlantico e del Consiglio Nato-Russia che si sono tenuti oggi a Bruxelles. Lo scudo lascerà "scoperti" da possibili attacchi di missili iraniani a lunga gittata un'area dell'Europa sudorientale che comprende Grecia, Turchia e parte di Romania e Bulgaria, troppo vicine a Teheran per essere colpite da missili di quella gittata. Non l'Italia meridionale, come si credeva in un primo momento. Lo scudo "copre tutta l'Italia", hanno assicurato sia Obering che Edelman. A difendere dai missili a media e corta gittata ci penserà un sistema antimissilistico Nato che si "attaccherà" allo scudo Usa e che, riferiscono fonti del quartier generale di Bruxelles dell'Alleanza Atlantica, inizierà a funzionare nel 2010 e sarà "pienamente operativo nel 2015". La delegazione Usa ha assicurato che i due sistemi saranno "compatibili" e "interoperabili", spiegando che gli Stati Uniti ricorreranno alla "stessa architettura tecnologica" dei loro partner Nato. Per quanto riguarda i negoziati con Polonia e Varsavia, che dovranno ospitare le installazioni Usa, Edelman ha riferito che "la nostra speranza e obiettivo è di chiudere entro l'inizio dell'autunno". Con la Russia, invece, i rapporti sono più difficili. Il vicesegretario del Dipartimento di Stato John Rood, che martedì era a Mosca per proporre alla Russia "nuove idee" di cooperazione, ha ribadito che Washington è "pronta a cooperare con la Russia su tutto lo spettro della difesa missilistica". Rood ha preferito non reagire alle dichiarazioni del primo vicepremier di Mosca Sergei Ivanov, il quale ha detto di "non vedere motivo" di cooperare con gli Usa. "Siamo assolutamente pronti a lasciare che i nostri amici russi abbiano il tempo per esaminare le nostre proposte", ha commentato il vice di Condoleeza Rice in breve... GAZA/HANIYEH: “IL PIANODI SICUREZZA NON INDEBOLIRÀ I GRUPPI ARMATI” Il nuovo governo di unità nazionale palestinese ha approvato un piano di sicurezza che da un lato intende mettere fine alla anarchia armata interna, ma dall' altro non prevede limitazioni nelle attività dei gruppi armati della intifada contro Israele. Lo ha precisato ieri, secondo la agenzia di stampa palestinese Maan, il premier Ismail Haniyeh, del movimento estremista Hamas. ''Non intendiamo colpire la resistenza, le sue armi, o le sue formazioni'', ha detto Haniyeh al termine delle preghiere del venerdì. Il suo governo, nato dall’accordo con Al Fatah e con altri gruppi palestinesi raggiunto a Gedda, in Arabia Saudita, intende invece combattere contro ''la proliferazione incontrollata delle armi, contro le lotte fra i clan familiari, contro i depositi di armi di quei clan e della malavita''. ''Occorre anche mettere fine alle aggressioni contro i beni dei cittadini'', ha aggiunto. ''L'attuale stato di caos non può continuare, né può essere ignorato''. Per raggiungere risultati positivi il governo necessiterà comunque il ''sostegno di tutti'' ha detto ancora Haniyeh. KOSOVO/LA STAMPA SERBA LODA LE PAROLE DI LAVROV CONTRO IL PIANO AHTISAARI Entusiasmo sulla stampa serba di oggi per le parole con cui ieri il capo della diplomazia russa, Serghiei Lavrov, ha definito a Belgrado ''praticamente fallita'' la proposta di "indipendenza sorvegliata" per la provincia albanofona del Kosovo avanzata dal mediatore Martti Ahtisaari. Le frasi del ministro russo, il quale ha ribadito ieri mattina dal Montenegro di non condividere il sostegno americano ad Ahtisaari e a ''una soluzione imposta uniltarelamente'' alla Serbia, campeggiano in prima pagina su tutti i giornali belgradesi. ''Il piano Ahtisaari è fallito'', titolano all'unisono tabloid come Blic o Glas e fogli paludati come Politika, vicino al premier Vojislav Kostunica. Mentre lo stesso Kostunica esalta oggi la ''comune opposizione russo-serba a proposte che violano la Carta dell'Onu''. Danas, quotidiano liberale, preferisce un'altra citazione: ''La sicurezza degli uni non può essere l'insicurezza degli altri''. Convinzione che ieri Lavrov ha argomentato spiegando come ogni decisione sullo status sia quanto meno prematura poiché a giudizio di Mosca la situazione nella provincia non risponde ai criteri preliminari di stabilizzazione indicati dal Consiglio di sicurezza Onu con la risoluzione 1244 all'indomani dei bombardamenti Nato del '99, della cacciata delle forze di repressione dell'allora regime di Slobodan Milosevic (caduto poi nel 2000) e dell'imposizione di una forma di tutela internazionale sul Kosovo. E denunciando in particolare il mancato rientro dei profughi, l'assenza di piena libertà di movimento nella regione e la minaccia di nuove ritorsioni contro ciò che resta delle minoranze serba e rom. Il piano Ahtisaari ha avuto sin dall'inizio il consenso albanese e il rifiuto serbo. FOCUS ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DEL PARTITO ITALIA DEI VALORI Iscrizione Reg. Stampa n.113/2006 del 7 marzo 2006 DIRETTORE POLITICO NELLO FORMISANO DIRETTORE RESPONSABILE DELIA CIPULLO [email protected] REDAZIONE: Roma - via della Vite, 3 - 00187 tel.: 06 6781312 / 06 69292226 fax:06/69380656 WWW. ITALIADEIVALORI . INFO [email protected] INFO ABBONAMENTI : [email protected] fax: 06 69294745 EDIZIONI EDITRICE MEDITERRANEA S.r.l. AMMINISTRATORE UNICO ANTONIO LAVITOLA [email protected] STAMPA Litosud Srl Via C. Pesenti 130 00156 Roma DISTRIBUZIONE SER srl Via Stadera, 76 80143 - Napoli PUBBLICITÀ POSTER PUBBLICITÀ via Tomacelli, 146 - Roma tel. 06/68896911 edizione chiusa alle ore 18 Bangladesh, i militari al potere esiliano gli oppositori politici DACCA- La settimana scorsa, la notizia che il governo militare del Bangladesh aveva promesso elezioni politiche entro il 2008 e il conseguente passaggio di potere al nuovo Esecutivo democraticamente eletto, aveva fatto ben sperare per un ritorno alla democrazia nel Paese. La crisi e il conseguente ribaltamento del processo democratico era iniziata nell'ottobre dello scorso anno, quando a conclusione del mandato del governo guidato dal partito nazionalista del Bangladesh (Bnp) i 14 partiti dell'opposizione, capeggiati dall'Awami League (Al), di Sheikh Hasina Wajed, avevano organizzato frequenti manifestazioni e scioperi, sfociati poi in scontri con le forze dell'ordine e con attivisti della parte avversa, durante i quali avevano perso la vita almeno 35 persone, per protestare contro un processo elettorale che a loro giudizio non dava garanzie di equità e correttezza. Il governo ad interim allora aveva risposto facen- do uso dei militari. L'opposizione allora, aveva anche più volte chiesto le dimissioni della Commissione elettorale, la verifica delle liste elettorali e il rinvio della data delle elezioni previste per il 22 gennaio scorso, accusando inoltre Iajuddin Ahmed di parzialità nel suo ruolo di capo dell'amministrazione ad interim rivestiva dal mese di novembre dello scorso anno, infine lo scorso gennaio, aveva dichiarato anche il boicottaggio del voto. All'indomani poi delle dimissioni di Ahmed dall'incarico di capo dell'autorità provvisoria e del rinvio delle elezioni, l'atmosfera nel Paese sembrava essere tornata alla calma. La crisi politica innescata rischiava di aprire una nuova pagina drammatica per un Paese di 144 milioni di abitanti che aveva conosciuto due colpi di stato e decenni di dittature militari dall'indipendenza dal Pakistan ottenuta nel 1971 e le libere elezioni del 1991 vinte dal Partito nazionali- sta del Bangladesh (Bnp), guidato dal premier uscente Begum Khaleda Zia, altra donna forte del Paese. Lo stesso Onu profondamente preoccupato per il deteriorarsi della situazione nel Paese, avevano deciso di sospendere il suo appoggio tecnico al processo elettorale, chiudendo anche il suo ufficio internazionale di coordinazione degli osservatori elettorali ed aveva esortato tutte le parti ad evitare di ricorrere alla violenza. Anche l'Ue aveva sospeso la missione elettorale denunciando che il processo elettorale non era conforme alle norme democratiche internazionali. Invece, da quel momento in poi, la repressione politica nel Paese non si era più arrestata. Dal 12 gennaio il Bangladesh passava sotto la guida di un governo provvisorio di tecnici guidato da Fakhruddin Ahmed, sostenuto dai militari, con l'incarico di organizzare nuove elezioni legislative, istaurando nel Paese uno stato di emergenza. Da allora ci sono stati decine di migliaia di arresti, denuncie di torture ed esecuzioni sommarie, oltre a tentativi di censura dei mezzi di comunicazione. Situazione che ha poi registrato, addirittura un'impennata nei primi giorni di questo mese, quando la polizia ha accusato ben 56 leader politici, tra i quali l'ex premier Sheikh Hasina, ora all'opposizione, di aver ucciso numerose persone durante i moti del 28 ottobre scorso. Quando è stato spiccato il mandato d'arresto la leader del Al, si trovava in vacanza negli Usa dove vi è rimasta. Tra i politici coinvolti nell'accusa di omicidio, figurano anche Matiur Rahman, laeder del partito Jamaat-e-islami e altri nove politici ai vertici del partito. In concomitanza con quest'azione, anche al premier uscente Zia, è stata posta agli arresti domiciliari, limitandone di fatto, la libertà di movimento. Si veniva così a configurare il piano che il governo filo milita- re stava attuando, una massiccia campagna di repressione e epurazione contro l'elite politica del Paese, mascherata da una presunta campagna anti-corruzione volta a preparare elezioni democratiche trasparenti e con cui si stanno imprigionando tutti gli esponenti politici delle passate legislature. Per oggi era prevista la prima udienza del processo per Hasina, incriminata per l'omicidio di 4 avversari politici ed estorsione, che però si trova ancora negli Stati Uniti, in quanto sebbene volesse rientrare in patria, per difendersi dalle accuse, il governo le ha ripetutamente chiesto di posticipare il suo rimpatrio. Fonti locali hanno però riferito che sebbene le autorità le abbiano chiesto di non tornare prima del 23 aprile, ora le chiederanno di non tornare affatto. Intanto, la sua storica rivale Khaleda Zia oggi dovrebbe partire con la famiglia per l'Arabia Saudita, ufficialmente con un visto di un mese per l'umrah, il pellegrinaggio alla Mecca, ma in realtà sarà un esilio volontario, dopo aver ceduto alle pressioni del governo provvisorio. In effetti avrebbe concordato con le autorità la sua partenza in cambio del rilascio dei due figli. Il minore, Arafat Rahman Koko, arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di frode e Tarik Rahman, che era vice segretario del partito della madre, il Bnp, arrestato il 7 marzo scorso. Di fatto in un solo colpo, sono state allontanate dal Paese le due principali protagonisti della scena politica nazionale, che negli anni '80 lottarono contro la dittatura e che dal 1991 hanno governato nel Paese. Oltre al figlio della Khaleda Zia, nei quotidiani raid anti corruzione, nei giorni scorsi la polizia ha arrestato altre 160 persone, tutte appartenenti ad entrambi gli schieramenti politici bengalesi. Questa sorta di campagna di pulizia sta avvenendo con il tacito appoggio di Usa e India. ferdinando pelliccia