QUOTIDIANO DI POLITICA, CULTURA E INFORMAZIONE
ANNO II - N.343/96 euro 1
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 - DRCB ROMA
LE REGOLE DA DIFENDERE
SONO QUELLE VANTAGGIOSE
PER I CITTADINI
DI ANTONIO DI PIETRO
parco buoi, noi gestiamo i
soldi che entrano dalle
bollette, dalle tariffe’.
Come dicevo, in questo
caso è solo il 15 per cento
che viene ceduto. Dov’è
la furbata? Perchè
dico che ci troviamo di fronte a
un’altra "furbizia del quartierino"? Perchè
Tronchetti
Provera vende
il suo 15 per
cento al "messicano strano strano" a 3 euro per
azione, mentre il
valore di mercato è 2,2
euro per azione. Vi chiederete: ‘come mai c’è chi
compra qualcosa che
costa 2,2 euro a 3?’.
Proprio perchè, come ho
avuto modo di dire più e
più volte, Tronchetti vendendo la sua quota conferisce all’acquirente il
controllo
su
tutta
Telecom.
È vero che viene sborsato
quasi un euro in più per
azione, ma è anche vero
che basta comprare una
piccola percentuale dell’azienda per controllarla
tutta.
Se la comprasse sul mercato dovrebbe lanciare
un’OPA ad almeno 2,6 2,7 euro per azione, ma
su più del 50 per cento
delle azioni. Immaginate
quanti soldi dovrebbe
spendere.
Invece la paga un po’ di
più, ne compra solo il 15
per cento e controlla tutta
l’azienda.
Chi ci rimette? Pantalone,
ovvero i cittadini italiani.
Innanzitutto i piccoli
risparmiatori: se fosse
lanciata un’OPA
sulle azioni Telecom questi potrebbero vedere le
proprie a 2,6 - 2,7 euro.
In secondo luogo tutti gli
utenti: mettendo la rete in
mano a chi la vuole controllare solo per interessi
personali sarà sviluppata
solo dove rende economicamente.
Questo è un affare privato portato avanti con
grande spregiudicatezza,
soltanto per fini finanziari, dove c’è qualcuno che
vende a beneficio proprio
senza dare al mercato la
possibilità di stabilire il
giusto prezzo.
Tutti quelli che mi vengono a raccontare che il mio
comportamento, il comportamento di uno che
vuole solo applicare le
regole, vìola in corso di
trattativa il libero mercato sono fuori strada. Sono
loro che vìolano il libero
mercato.
Il mercato vorrebbe che
le azioni fluttuassero grazie a un’OPA aperta a
tutti, mentre questo è un
affare nelle mani di
pochi.
Chi vìola le regole del
mercato,
sul
piano
sostanziale anche se non
su quello formale, è questa furbizia e non le regole che io come Ministro e
noi di Italia dei Valori
vogliamo difendere nell’interesse dei cittadini
Eliseo, una sfida all’ultimo voto
Per la stampa francese sarà fondamentale il consenso delle periferie
PARIGI - Una Francia incerta è
quella che si reca oggi alle urne
per il primo turno delle presidenziali, in quelle che saranno ricordate come le elezioni più combattute della “Quinta Repubblica”.
I tre candidati principale, l’ex
ministro dell’Interno dell’Ump
Nicolas Sarkozy, la leader socialista Segolene Royal e il centrista
Bayrou, sono appaiati e la Royal e
Bayrou si contenderanno il ruolo
di sfidante di “Sarko” al ballottaggio. Gia nei giorni scorsi, a poche
ore dalla chiusura della campagna
elettorale, tutti i contendenti nella
“corsa all’Eliseo” hanno cercato
negli ultimi sondaggi un elemento
di sicurezza o almeno una indicazione. Il quadro, infatti, negli ultimi giorni si è fatto molto più
incerto e soprattutto più differenziato. I diversi sondaggi danno
infatti indicazioni e risultati talvolta omogenei ma talora anche
decisamente differenti. Prendendo
in considerazione gli ultimi quattro studi elaborati dalle agenzie di
indagine demoscopia transalpine,
fatti tra il 17 ed il 19 aprile, gli
scarti che emergono sono forti e le
tendenze talora contraddittorie. Al
primo turno Sarkozy ha registrato
tra il 27 per cento ed il 30 per
cento delle intenzioni di voto, la
Royal tra il 22,5 per cento e il 26
per cento, Bayrou tra il 15 per
cento e il 20 per cento. E non
bisogna dimenticare il candidato
di rottura, l’ultranazionalista
Jean-marie Le Pen che si attesterebbe tra il 13 per cento e il 16 per
cento. I responsabili dei centri di
eleborazione e di ricerca hanno
loro stessi diverse valutazioni.
Secondo alcuni si va verso la direzione sperata dalla Royal, una
radicalizzazione dello scontro
destra-sinistra che privilegerebbe
la candidata socialista consentendole di arrivare al secondo turno.
L’irrompere sulla scena di
Francois Bayrou, il grande evento
di questa prima parte della campagna per le elezioni per l’Eliseo,
sembra essere all’origine di tanta
Ok dell’Ue: parte del tesoretto
potrà essere destinato
allo sviluppo ed al welfare
BERLINO - Il disavanzo
accumulato dal Belpaese èp
duiventato il primo pensiero
dei politici italiani e dei ministri
del governo Prodi. Ognuno,
infatti, cerca di far destinare
una parte del tesoretto al proprio ministero per assicurare
servizi migliori. Ma secondo
quanto riferisce il titolare di Via
XX Settembre, l’Italia può
spendere per sviluppo e
Welfare parte del suo ‘tesoretto’, a condizione che il Paese
mantenga l’impegno del rientro
dello 0,5 per cento del deficit
strutturale, come previsto dalle
raccomandazioni Ue.
Questa
certezza
arriva
dall’Eurogruppo, che ha concesso il via libera a PadoaSchioppa per l’utilizzo dei 2,5
miliardi di ‘tesoretto’.
Il ministro dell’Economia,
recatosi a Berlino per l’Ecofin
informale con lo scopo anche
di sensibilizzare l’Europa sulle
intenzioni del Paese sull’extra
gettito, incassa dal presidente
dell’Eurogruppo, Jean Claude
Juncker, il via libera. “Siamo
tutti d’accordo a utilizzare le
maggiori entrate fiscali per
ridurre il debito pubblico” ha
detto il premier lussemburghese a conclusione della riunione
dell’Eurogruppo illustrando
l’accordo tra i ministri di
Eurolandia.
Un’intesa cara all’Italia, alle
prese con il dibattitto sull’extragettito, per cui pero’ c’e’ da
fare un distinguo: “Le entrate
fiscali devono essere utilizzate
in assoluta priorita’ per la riduzione del debito - precisa
Juncker - mentre quelle strutturali non devono avere per forza
la
stessa
destinazione”.
L’importante resta comunque il
rispetto dello 0,5 per cento
dopo di che tutto il resto “puo’
essere speso.
Non c’e’ quindi, aggiunge
Juncker rispondendo alle
recenti preoccupazioni espresse dal premier Romano Prodi,
nessun rischio di uccidere il
paese, “non si uccide il paese se
si riduce il debito noi abbiamo
la responsabilità del risanamento per garantire le generazioni
future: Né Prodi né l’Italia sono
in pericolo”.
AUTOCRITICA DEGLI USA:
“ABBIAMO COMMESSO
ERRORI SULLA QUESTIONE
DELLO SCUDO STELLARE”
A PAGINA
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BANGLADESH,
I MILITARI AL POTERE
STANNO ESILIANDO
GLI OPPOSITORI POLITICI
A PAGINA
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Dalla lotta alla fame nel mondo ai restauri ecco dove finisce
l’8 per mille devoluto dagli italiani nelle denunce dei redditi
Molti sono gli interveti che sono stati
fatti grazie alla donazione dell’otto per
mille del reddito che gli italiani annualmente devolvono ad Enti ed Associazioni.
Dalla lotta alla fame nel mondo al restauro di chiese e conventi, dalla catalogazione di libri a interventi per archivi fotografici, all'accoglienza e integrazione di rifugiati, sono stati 55 i progetti finanziati nel
2005 con i fondi dell'otto per mille
dell’Irpef. Circa 11 milioni di euro in
tutto, di cui oltre la metà (6,3 milioni
circa) destinati ai 47 progetti di conservazione dei beni culturali (9 nel Lazio, 5 in
Campania ed Emilia Romagna, 3 in
Veneto, Abruzzo e Umbria). I dati sono
22 APRILE 2007
Segolene Royal, Francois Bayrou e “Sarko” in parità nei sondaggi di opinione
L’EDITORIALE
In questi giorni si
sono svolti i Congressi di
DS e Margherita e tanti
altri incontri politici.
Sono i giorni della politica parlata, dunque non si
può fare il Consiglio
dei Ministri.
Però accadono ugualmente tante
cose e tante
decisioni
sono
da
prendere.
Permettetemi
di tornare sulla
questione
Telecom:
da
tempo sostengo che la
rete telefonica, quella
dell’acqua, delle autostrade, delle ferrovie, cioè le
più importanti per il
Paese, non possono essere trattate come mele e
pere. Se una rete è in
mano a un privato, questo
la gestisce in funzione dei
propri interessi, investendo solo dove gli è più
conveniente: se non ha
introiti sufficienti dalle
bollette non porta l’acqua
in un certo paese, se non
frutta sufficienti profitti
non porta la banda larga e
così via.
Capite che quando si
parla di servizi che servono a tutti le regole del
mercato, spesso evocate,
non sono sufficienti se
non garantiscono ogni
cittadino.
Stabilito il principio che
Telecom gestisce una rete
fondamentale,
perchè
senza rete delle comunicazioni non si possono
passare le informazioni
dunque manca la democrazia, come mai se ne
discute tanto in questi
giorni? Perchè si dice che
Tronchetti Provera sta
vendendo Telecom Italia.
Non è vero! Non è
Telecom che si vende.
Telecom è una società
costituita dal 100 per
cento
delle
azioni:
Tronchetti Provera vende
solo il controllo del 15
per cento.
Non sussisterebbe il problema se avessimo una
legge normale, ma attualmente è previsto che chi
ha la maggioranza relativa delle azioni può controllare la società, in
quanto la maggioranza
dell’azionariato diffuso
non può essere presente
alle assemblee.
Quindi, in realtà, attraverso il controllo di una
piccola percentuale, il 15
per cento, si controlla il
100 per cento decidendo
quali investimenti fare,
come distribuire gli utili,
chi
eleggere
nel
Consiglio
di
Amministrazione, quando e come vendere la propria quota e, in questo
caso, dove portare o
meno la banda larga.
Avete mai visto controllare una società col 15 per
cento? In Italia succede.
Non per tutte le società,
però: solo per quelle che
gestiscono servizi per
tutti i cittadini.
Si dice ai cittadini ‘comprate le azioni e fate il
DOMENICA
contenuti nella relazione trasmessa dalla
presidenza del Consiglio dei ministri alla
Camera. Per quanto riguarda i fondi per la
conservazione dei beni culturali, si va
dagli 810.000 euro erogati a favore della
soprintendenza dei beni architettonici di
Salerno e Avellino per il restauro e la
musealizzazione della Ss. Trinità di Cava
de' Tirreni ai 15.000 euro assegnati al
comune di Aymavilles (Aosta) per il
restauro dell’acquedotto romano. Oltre
2,8 milioni sono stati utilizzati, invece,
per la realizzazione di opere, o interventi
per la pubblica incolumita' a seguito di
calamita' naturali, di incendi, o di movimenti del suolo. Circa mezzo milione
degli 11 destinati allo Stato con l'8 per
mille dell'Irpef e' andato a programmi
volti a migliorare la sicurezza alimentare
principalmente in Paesi dell'Africa subsahariana. Piu' nel dettaglio, 230.000 euro
sono stati assegnati a Sant'Egidio per la
lotta alla malnutrizione infantile in
Mozambico, 150.000 al Coe per la creazione di un centro nutrizionale nel Congo
e 90.000 all'Ovisc per iniziative di sostegno al centro Tumaini per bambini sieropositivi orfani in Kenya. A 570.000 euro,
infine ammontano le risorse erogate per
assicurare, a coloro cui sia stato riconosciuto lo status di rifugiato, l'accoglienza,
la sistemazione, l'assistenza sanitaria.
turbolenza e anche la causa di una
situazione di grande incertezza.
‘’Accompagnando e alimentando
una fluidità nuova di un elettorato
diventato particolarmente diffidente - scrive Le Monde - il candidato del centro ha svolto il ruolo
del guastafeste, al punto di concentrare su di se’ i principali
interrogativi’’. Un terzo dell’elettorato francese sembra ancora
incerto ma anche tra chi afferma
di aver scelto, le contraddizioni
non mancano. Se l’82 per cento di
chi dice di scegliere Le Pen è
sicuro della propria scelta, questo
dato scende al 71 per cento per
Royal, al 69 per cento per
Sarkozy e al 39 per cento per
Bayrou. Ecco perché il candidato
centrista viene valutato la vera
origine di tanta instabilità: i suoi
elettori sono volatili al 61 per
cento e questo, assieme all’altro
33 per cento di incerti, rende il
puzzle del voto difficilmente
decifrabile.
SERVIZIO A PAGINA
ECONOMIA
Per combattere gli sprechi
il governo impone un freno alle spese
ROMA - Dopo il freno imposto dal governo sui contratti
integrativi dei dipendenti del
pubblico impiego, una nuova
iniziativa coinvolge le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato.
Il titolare del ministero dell'economia, Luigi Padoa
Schioppa, in una circolare
emanata nei giorni scorsi,
invita a non incrementare i
livelli fissati dalla legge
finanziaria.
In sostanza, le amministrazioni pubbliche dovranno adottare
un
comportamento
"costruttivo e consapevole",
evitando proposte di aumenti
di spesa "non compensate e
4
vagliate con severità, usando
un efficiente criterio selettivo". Dalla sede di via XX
Settembre si è preferito giocare d'anticipo sui tempi,
soprattutto su quelli relativi
all'assestamento del bilancio
dello Stato di fine giugno.
Paventando una probabile
richiesta di aggiornamento
degli stanziamenti fissati
dalla legge finanziaria e che
saranno probabilmente formalizzati, tra qualche settimana,
dai singoli ministeri in primo
luogo, il ministro dell'economia ha emanato precise direttive che fissano più di un
paletto difficile da scavalcare.
SERVIZIO A PAGINA
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Minacce all’ambasciata americana a Berlino,
secondo la stampa tedesca sarebbe opera degli islamici
BERLINO - L’incubo di
nuovi attacchi terroristici in
Europa dilaga e questa volta colpisce la Germania della cancelliera Angela Merkel.
L’appello dell’ambasciata Usa a
Berlino, che ha messo in guardia
i cittadini americani e rafforzato
il livello di allerta per consolati,
basi militari e tutte le altre istituzioni Usa in Germania, sarebbe
stato dettato dalla scoperta di
piani concreti per attentati da
parte di organizzazioni irachene,
sembra attraverso intercettazioni
telefoniche. Ad informare di questi piani è il quotidiano
“Sueddeutsche Zeitung”, di
Monaco di Baviera, che sulla
prima pagina di ieri scrive che
esistono indicazioni molto attuali
di progetti di terroristi islamici
decisi a compiere un attentato
contro istituzioni americane in
Germania. I servizi segreti avrebbero intercettato conversazioni in
materia che avrebbero indotto gli
esperti di sicurezza, secondo il
giornale, a parlare di un salto di
qualità nel livello di pericolo.
Ma non è l’unica testata giornalistica a mettere in guardia i cittadini: infatti anche il quotidiano di
Berlino “Tagesspiegel”, nell’edizione di ieri riporta che dietro ai
progetti di attentati ci sarebbe
l’organizzazione terroristica irachena “Ansar al-Sunna’’.
Questa cellula conterebbe, secondo il giornale, circa cento membri
che sarebbero presenti soprattutto
in Germania meridionale dove
avrebbero già tenuto sotto osservazione istituzioni americane.
Inoltre i quotidiani ricordano che
a Stoccarda e Monaco di Baviera
sono attualmente sotto processo
alcuni presunti esponenti di
Ansar al-Sunna, che prima si
chiamava Ansar al-Islam.
La graduatoria degli obiettivi
sensibili a rischio per gli attacchi
terroristici, stilata dalla polizia
federale tedesca, vede al primo
posto le rappresentanze degli
Stati Uniti e di Israele, seguite da
quelle della Gran Bretagna.
Gli immobili che appartengono a
questi Paesi a rischio, già dall’autunno 2001, vengono protetti con
grandi misure di sicurezza e sono
controllati dalla polizia 24 ore su
24. Intorno alle ambasciate americane e britanniche nella capitale
tedesca sono state addirittura
chiuse al traffico le strade circo-
stanti, in modo che nessun attentatore suicida possa lanciarsi a
tutta velocità contro gli edifici
con un automezzo trasformato in
bomba. La polizia federale tedesca a marzo scorso aveva già
messo in guardia sull’aumentato
rischio di attentati terroristici in
Germania. All’epoca era comparso un video con minacce per
attentati contro i governi tedesco
e austriaco, nel caso essi non
avessero ritirato le loro truppe
dall’Afghanistan.
Il governo tedesco è anche convinto che la tedesca Hannelore
Krause e il figlio (sequestrati a
Baghdad il 6 febbraio scorso ed
attualmente ancora in mano ai
rapitori ndr) sono stati rapiti in
Iraq da terroristi.
red est
L’ INCHIESTA / PARTE SECONDA
BASILICATA DEI VELENI: USO CRIMINALE DELL’AMIANTO NELL’EDILIZIA,
LAVORI DI BONIFICA ECCEPIBILI E DISINFORMAZIONE.
INTANTO SONO IN FORTE AUMENTO I CASI DI TUMORE
In Basilicata il piano regionale di
gestione rifiuti (art. 2 della L.R. n.
6/2001) afferma che "la Regione e gli
altri enti sono tenuti a prevenire e ridurre
il pericolo derivante da rifiuti pericolosi",
tra cui l'asbesto e l'amianto che dopo 25
anni di uso incontrollato nell'edilizia è
stato bandito e vietato in quanto classificato nocivo e pericoloso per la salute dell'uomo. In virtù di questa normativa un
significato particolare assume la condizione di totale disagio e pericolo che da
anni vive un noto quartiere di Potenza,
Bucaletto. Sorto all'indomani del terremoto dell'80 con l'obiettivo di dare un
casa agli sfollati di quella terribile tragedia, si trova ad ospitare, dopo 26 anni,
gran parte di quegli stessi sfollati. La "cittadella" (così viene chiamata dai residenti) di Bucaletto "vanta" ad oggi 700 prefabbricati, dove vivono altrettante famiglie, alcune molto disagiate. Inoltre,
come se non bastasse, negli ultimi anni
hanno trovato "riparo" nel quartiere abitanti di "seconda e terza generazione": si
tratta di ex alcolisti ed extracomunitari.
Ma l'emergenza che i residenti di
Bucaletto sono costretti a vivere è soprattutto di tipo ambientale: le lastre dei tetti
dei prefabbricati sono infatti realizzate in
cemento-amianto, o come si chiama
comunemente eternit. In pratica una
sostanza estremamente nociva, addirittura
mortale, per l'uomo. I residenti denunciano "una situazione di assoluto disagio,
nonché di estremo pericolo", ormai da
anni agli enti competenti, su tutti la regione, senza ottenere nessuna risposta concreta. Al loro fianco sono scese, a turno,
numerose associazioni ambientaliste,
locali e non, ma niente. Un sopralluogo
dell'Asl datato 9/01/2007, ha messo in
evidenza la realtà dei fatti.
"Si riferisce come i prefabbricati non cor-
rispondano ai requisiti igienico-sanitari
individuati dal D.M. 5.7.75, per i locali di
civile abitazione relativamente alle altezze minime interne, alle superfici dei singoli ambienti, al rapporto superficie abitabile/abitante, alla illuminazione e alla
ventilazione. Alcuni ambienti visitati presentano umidità permanente dovuta presumibilemnte a capillarità, condensa e
igroscopicità che non si risolvono con
normali interventi di manutenzione. Il
parametro esterno di alcune strutture contenente amianto presenta lesioni, rotture o
crepe…. Le coperture di gran parte dei
manufatti in cemento-amianto presentano
segni di danneggiamento laddove non è
stato attuato alcun intervento di restauro o
bonifica dei materiali… Per un numero
limitato di coperture è stato scelto l'intervento di rimozione, nella maggior parte
dei casi la procedura è stata l'incapsulamento. In molti casi tuttavia l'incapsulante tende a staccarsi dal substrato, ad alterarsi, a danneggiarsi (il trattamento
andrebbe ripetuto!). (Tabella A).
Un altro sopralluogo dell'Azienda sanitaria locale, datato stavolta aprile 2006,
(più di un anno fa), ha messo in guardia i
cittadini di Bucaletto dalla presenza di
amianto nella struttura portante della
scuola elementare del quartiere (tabella
B). Il documento, a firma dei dirigenti
dell'Asl, afferma quanto segue: "Si fa presente che per esigenze Ispesl non è stato
possibile analizzare tutti i campioni prelevati dal nostro servizio.
Ciò nonostante e considerato il cattivo
stato di conservazione dei materiali da
costruzione del plesso, si consiglia prudenzialmente di procedere alla bonifica
del sito a tutela della salute pubblica".
Risultato: la scuola è stata abbattuta qualche mese fa. Ma c'era davvero bisogno di
un sopralluogo dell'Asl per sapere ciò che
il blog di Antonio Di Pietro su WWW.ANTONIODIPIETRO.IT
tutti sapevano da tempo? Stiamo parlando
di una scuola elementare, frequentata da
un centinaio di bambini. Una scuola elementare che ad oggi non è ancora stata
ricostruita, nonostante le tante rassicurazioni degli enti competenti.
E per l'abbattimento (e la successiva realizzazione dei tanto attesi alloggi popolari), dei prefabbricati quanto tempo ancora
dovrà passare? Ma cos'è davvero l'amianto?
Quali i danni che può provocare alla salute? L'amianto è il nome dato ad un minerale fibroso, molto diffuso in natura. La
sua utilità è rappresentata dal fatto che
ostacola la trasmissione di suoni e calore;
resiste alle alte temperature e protegge
dalle fiamme; è leggero e resiste all'attacco corrosivo degli acidi; è estremamente
friabile. Ed è questa sua ultima caratteristica che lo rende particolarmente nocivo
e pericoloso per la salute. L'amianto è
infatti altamente cancerogeno per inalazione. L'esposizione, anche a poche fibre
di amianto, persistendo all'interno dei
polmoni, può provocare anche a distanza
di decenni, cancro e malattie respiratorie.
Nella fattispecie, per i prefabbricati della
"cittadella", l'amianto è stato inglobato
nel cemento per formare il cementoamianto,
il
cosiddetto
eternit.
Informazione richieste direttamente
all'Arpa e a Legambiente ci hanno fatto
capire come lastre, tabulazioni, ecc, di
cemento-amianto possano rilasciare fibre
se tagliate, abrase, perforate, oppure deteriorate dal tempo o da agenti atmosferici.
Il primo documento dell'Asl (tabella A)
sottolinea come "il parametro esterno di
alcune strutture contenenti amianto del
tipo crisotilo o crisotilo e anfiboli presenta lesioni, rotture o crepe".
SEGUE A PAGINA
2
Pagina 2
ATTUALITÀ
Domenica 22 aprile 2007
Padoa Schioppa invita gli enti locali ad una maggiore diligenza nella gestione dei fondi
Per combattere i ‘pubblici sprechi’
il governo mette un freno alla spesa
ROMA -Dopo il freno imposto dal
governo sui contratti integrativi dei
dipendenti del pubblico impiego, una
nuova iniziativa coinvolge le amministrazioni centrali e periferiche dello
Stato.
Il titolare del ministero dell'economia, Luigi Padoa Schioppa, in una circolare emanata nei giorni scorsi, invita
a non incrementare i livelli fissati dalla
legge finanziaria.
In sostanza, le amministrazioni pubbliche dovranno adottare un comportamento "costruttivo e consapevole", evitando proposte di aumenti di spesa
"non compensate e vagliate con severità, usando un efficiente criterio selettivo".
Dalla sede di via XX Settembre si è
preferito giocare d'anticipo sui tempi,
soprattutto su quelli relativi all'assestamento del bilancio dello Stato di fine
giugno. Paventando una probabile
richiesta di aggiornamento degli stanziamenti fissati dalla legge finanziaria
e che saranno probabilmente formalizzati, tra qualche settimana, dai singoli
ministeri in primo luogo, il ministro
dell'economia ha emanato precise direttive che fissano più di un paletto diffi-
cile da scavalcare. Non è escluso che la
questione si inserisca nel più ampio
dibattito accesosi, nelle ultime settimane, sull'uso dell'extragettito positivo
incamerato dallo Stato e annunciato dal
governo, il famoso "tesoretto", divenuto, snelle ultime settimane, una sorta di
panacea da cui attingere per risolvere
tutti i mali economici che affliggono il
paese. La "meritata ricompensa", come
l'ha definita il premier Romano Prodi,
per ora non si tocca: niente interventi
immediati, forse una ipotetica ripartizione tra le famiglie meno abbienti (cui
andrebbe il 66%) e tra le imprese e le
infrastrutture (il 33%).
In ogni caso e per il momento, la
frase d'ordine è solo una: contenimento
delle spese.
L'altolà del ministro Padoa Schioppa è
solo l'ultima delle frenate, in ordine
cronologico, che da mesi tengono sotto
controllo il settore pubblico:
Durante il periodo pasquale era toccato ai contratti integrativi degli statali
subire il contraccolpo della ricerca del
mezzo miliardo di euro in più per stringere l'intesa siglata tra governo e sindacati il giorno del venerdì santo.
Oggi tocca alla spesa pubblica nel suo
insieme ma la stretta sulle amministrazioni statali, centrali e periferiche, ha
avuto anche una coda recente, segno di
una strategia complessiva messa in
piedi dal governo Prodi per limitare la
spesa ed il deficit.
Nel marzo scorso è infatti stata pubblicata, sulla gazzetta ufficiale della
Repubblica, la circolare del ministro
della funzione pubblica, Luigi
Nicolais, sugli incarichi esterni assegnati dalle pubbliche amministrazioni e
sulle collaborazioni continuative e
coordinate.
Firmata alla fine del dicembre scorso,
la circolare contiene le linee di indirizzo in materia di affidamento degli incarichi a personale non interno alle pubbliche amministrazioni::
In quel caso, la decisione del ministro
Nicolais ha preso spunto dalla direttiva
del Presidente del Consiglio del 6 giugno 2006 in tema di controllo e di
monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica: il documento è stato pertanto vincolato ad una stringente applicazione sulle disposizioni per conferire
gli incarichi.
Le spese relative all'affidamento degli
incarichi esterni, del resto, sono già
state, negli ultimi anni, oggetto di forti
restrizioni da parte del legislatore; il
quale non è intervenuto solo ponendo
dei tetti di costo ma anche circoscrivendo i casi e le esigenze che possono
giustificare il ricorso a collaborazioni
di carattere autonomo, che non rientrano nell'ambito delle dotazioni organiche determinate in base alla programmazione triennale del fabbisogno di
personale.
In sostanza, la circolare evidenzia tre
punti cardine. In primo luogo, questo
tipo di collaborazione può essere usato
solo in casi eccezionali, nel rispetto del
divieto di farvi ricorso in modo surrettizio rispetto ai rapporti di lavoro a
tempo determinato.
In secondo luogo, la circolare tende
alla valorizzazione delle professionalità
interne
della
Pubblica
Amministrazione, anche per limitare al
massimo l'uso spesso distorto dei consulenti.
Infine, è stabilito che gli incarichi di
consulenza possono essere affidati solo
ad esperti di provata competenza per
prestazioni di natura temporanea altamente qualificata.
claudio filippini
Il rapporto di Legambiente partorisce un ddl contro le ecomafie
ROMA - La presentazione del rapporto di Legambiente sullo stato in cui si
trova il territorio italiano costituisce il
momento attraverso il quale si focalizza, con maggiore attenzione, uno dei
problemi più scottanti che vive il nostro
paese.
Lo diciamo subito: dopo quello che è
emerso dai dati diffusi dall'associazione
ambientalista nei giorni scorsi non c'è
da stare molto allegri; la situazione,
infatti è preoccupante e rischia, se non
vi saranno interventi seri e concreti, di
aggravarsi sempre di più nel tempo.
Il rapporto 2007, circa quattrocento
pagine ricche di dati, grafici e tabelle, è
stato presentato lo scorso 17 aprile alla
presenza del ministro dell'ambiente,
Alfonso Pecoraro Scanio, dal presidente di Legambiente, Roberto Della Seta.
Le cifre contenute nel voluminoso
dossier mettono subito in risalto la netta
spaccatura esistente, ormai endemicamente, tra le due aree geografiche del
paese che da tempo sono agli opposti:
centro - nord e mezzogiorno d'Italia.
A detenere il triste primato degli illeciti ambientali sono, infatti, le regioni
meridionali: alle bocciate Campania,
Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio (con i
suoi 1.808 illeciti accertati) si oppongono quelle promosse della Valle d'Aosta,
Molise, Trentino Alto Adige, Friuli
Venezia Giulia, Umbria.
Se si analizzano i dati relativi ai due
blocchi regionali, limitandosi ad una
sola operazione aritmetica, sono stati
accertati, nel 2006, oltre quattordicimila illeciti ambientali, dei quali circa
mille e cinquecento compiuti al centro nord e circa 12.700 nelle regioni che
detengono la maglia nera della classifica dei reati. Alla Campania, per il tredicesimo anno consecutivo, spetta il triste
record di essere la regione in cui gli
illecitii si verificano con maggiore
intensità: sono stati ben 3.169, infatti, i
reati ambientali accertati su un territorio in cui imperversano principalmente
la ormai tragica vertenza rifiuti e l'abusivismo edilizio galoppante.
In questa regione vengono praticamente compiuti otto illeciti al giorno,
uno ogni tre ore.
Un dato allarmante, che ha convinto il
governo, caso mai ve ne fosse bisogno,
ad intervenire drasticamente per frenare
un andamento che rischia di travolgere
l'intero assetto ambientale del paese.
Il ministro Pecoraro Scanio, infatti, ha
annunciato, di rimando, la presentazione di un nuovo disegno di legge con il
quale i reati contro l'ambiente non
saranno più oggetto di semplici contravvenzioni, come avviene ora, ma
veri e propri reati di tipo penale e per
questo considerati crimini a tutti gli
effetti. L'accordo è già stato raggiunto
e sarà formalizzato quanto prima; il
disegno di legge recepisce, in sostanza,
gli spunti contenuti nella proposta di
direttiva elaborata dal commissario
europeo alla giustizia Franco Frattini e
costituirà una risposta efficace agli
attacchi delle ecomafie.
Il vero nodo del problema, infatti, è
tutto qui: l'affaire ambientale costituisce, da anni, un introito economico
gigantesco per le cosche criminali,
dalla camorra alla mafia, che imperversano nel paese.
Ed è soprattutto nel settore dei rifiuti,
specialmente quelli relativi allo smaltimento di sostanze pericolose, che la criminalità ha costruito il suo impero economico; per ogni euro di mercato illegale delle ecomafie, infatti, 53 centesimi arrivano da questo versante e non a
caso il business settoriale si è attestato
sui circa 6 milioni di euro nel 2006.
Un notevole balzo in avanti che si
spiega, tanto per fare un esempio, con
l'ingente quantitativo di rifiuti speciali
scomparso lo scorso anno nel nulla: ben
ventisei milioni di tonnellate di rifiuti
(una montagna come il Gran Sasso
d'Italia, alta 2.600 metri) sono infatti
stati inghiottiti dalla malavita organizzata e trasformati in oro colato nelle
tasche dei clan.
Se le cosche criminali guadagnano, lo
fanno anche imprese disoneste che
sfuggono alle norme per disfarsi delle
scorie illegali: per smaltire illecitamente un container di 15 tonnellate di rifiuti costa, infatti, solo cinquemila euro a
fronte dei sessantamila che se ne
dovrebbero sborsare in modo legale,
ricorrendo a ditte specializzate.
Un nuovo problema, comunque, si è
già paventato all'orizzonte: il settore
degli smaltimenti illegali, che aveva da
tempo oltrepassato i confini nazionali
per servirsi dei paesi africani, è recentemente approdato in Oriente, Cina in
testa, dove tutto quello che arriva viene
recuperato perché serve ad essere
impiegato nel ciclo produttivo delle
fabbriche di quel paese.
c.f.
Estinzione anticipata del mutuo:
finora una missione possibile
ROMA - Dal 2 febbraio 2007 le persone fisiche
che acquistano o ristrutturano un'abitazione (o
un locale da adibire allo svolgimento di attività
economica o professionale) con fondi derivanti
dall'accensione di un apposito mutuo, hanno un
altro buon motivo di serenità. E' infatti stabilito
che nei contratti di questi finanziamenti - stipulati dopo il 2 febbraio - non devono essere più
contenute clausole penali, da pagare all'istituto
mutuante, in caso di estinzione anticipata del
mutuo stesso. Si tratta di un divieto importante
e non senza effetto sul bilancio familiare, che
può così sgravarsi di un peso rilevante. In passato, addirittura, non solo le commissioni di
estinzione anticipata avevano un ruolo fondamentale nella scelta del finanziamento di cui
farsi carico, ma spesso impedivano di fatto al
beneficiario del mutuo il recesso prima della
scadenza, costringendolo sostanzialmente a
scegliere il minore di due mali: corrispondere al
creditore l'onerosa penalità dovuta per l'esercizio della facoltà d'estinzione anticipata oppure
continuare a pagare le rate previste dal piano
d'ammortamento, comprensive però degli interessi calcolati sull'importo non ancora rimborsato.
Adesso, con la conversione in legge del decreto Bersani-bis, si può facilmente uscire dai
nuovi contratti di mutuo, senza sostenere spese
aggiuntive. Diventa quindi possibile estinguere
il finanziamento in ogni suo momento, versando all'ente mutuante una somma corrispondente
al debito residuo di quel momento, maggiorato
esclusivamente (in caso di rata posticipata) del
rateo di interessi maturato sulla rata in corso
(maturato cioè dall'ultima scadenza regolarmente pagata).
La norma afferma pure che eventuali clausole
che fissassero delle penali per l'anticipata estinzione del prestito sono da ritenersi nulle, pur
rimanendo il contratto pienamente valido tra le
parti. Tale ultima previsione dovrebbe pertanto
scoraggiare quelle forme di "compensazione"
che alcuni istituti di credito hanno subito
approntato per far rientrare dalla porta di servizio la commissione di estinzione anticipata
appena uscita dalla porta principale e che non
fanno altro che configurare con nomi diversi (e
creativi, come p.es. "commissioni di conteggio
degli interessi per liquidazione fuori dai termini") gli incassi sostitutivi delle cessate penalità
d'estinzione.
Il Presidente dell'ABI, Corrado Faissola, ha
quantificato il fenomeno dell'estinzione anticipata dei mutui fornendo interessanti cifre. Al
momento, dice Faissola, il tasso di estinzione si
aggira intorno al 57% annuo dei mutui in essere e non dovrebbe subire un grande incremento
in virtù della nuova possibilità di chiusura a
costo zero, perché i prestiti in esecuzione sono
stati erogati a tassi più favorevoli di quelli attuali, soprattutto per quel che riguarda il comparto
dei tassi fissi. In particolare, circa il 70% dei
mutui in essere è a tasso variabile, il 10% è a
tasso fisso e la restante parte è strutturata in
modo "misto", ovvero con finanziamenti comprensivi sia di elementi fissi che variabili.
La normativa voluta dal Ministro Bersani non si
limita però a vietare le penali d'estinzione per i
nuovi contratti di prestito, ma disciplina anche i
vecchi contratti di mutuo, quelli cioè perfezionati anteriormente al 2 febbraio 2007. A tale
proposito la legge delega all'ABI ed alle associazioni dei consumatori di definire, entro tre
mesi dall'entrata in vigore del provvedimento e
quindi entro il prossimo 2 maggio, le regole
generali di "riconduzione ad equità" dei vecchi
contratti di mutuo. Quest'ultima disposizione è
peraltro affiancata dal complementare divieto, a
carico degli istituti mutuanti, di rifiutare la rinegoziazione del mutuo stipulato prima dell'entrata in vigore del decreto legge, attribuendo ai
mutuatari l'onere di chiedere la rinegoziazione
prima di procedere all'estinzione anticipata con
penale ridotta.
Nel rispetto della manovra Bersani, l'Istituto
centrale delle banche italiane e dodici associazioni dei consumatori hanno per l'appunto
avviato in questi giorni un confronto destinato
alla conclusione di un accordo sul livello massimo della penale (d'estinzione anticipata) per i
mutui erogati prima del 2 febbraio scorso.
Sembra pure che già ci sia tra le parti la convergenza verso un'ipotesi d'accordo che limiti la
commissione in parola al valore massimo dello
0,50% per tutti i mutui accesi prima del 2001 e
che si azzera negli ultimi tre anni del mutuo,
mentre per i soli mutui a tasso fisso, sottoscritti
dopo il 2001, il valore soglia dovrebbe aggirarsi, sempre secondo la piattaforma d'accordo, tra
l'1,50 e l'1,95 per cento e sempre con l'azzeramento negli ultimi tre anni del piano d'ammortamento.
E' importante comunque sottolineare che è la
prima volta che la legge attribuisce all'ABI ed
alle associazioni dei consumatori il potere di
negoziare un accordo che si applicherà in seguito a tutti i mutuanti (non solo alle banche) ed a
tutti i beneficiari di mutui (non solo a quelli
iscritti alle associazioni di categoria).
Le disposizioni riguardanti l'eliminazione di
commissioni per anticipata estinzione devono
inoltre essere lette in parallelo con quelle (contenute nell'art. 8 del decreto sulle liberalizzazioni) relative alla cosiddetta "portabilità" del
mutuo. Con una norma che molto probabilmente alimenterà notevolmente la concorrenza tra
azienda di credito, si stabilisce infatti che il
beneficiario di un mutuo, ma anche di un'apertura di credito o di altro tipo di finanziamento ha
la possibilità di trasferire il suo debito ad altro
Istituto (disposto a riconoscergli condizioni più
favorevoli) senza il consenso del precedente
ente sovvenzionante, surrogando così il nuovo
creditore al vecchio. Ciò può avvenire anche
con una semplice scrittura privata e il debitore
non perde in questo passaggio i benefici fiscali
riconosciuti dall'ordinamento tributario. Il
nuovo istituto mutuante subentra nelle garanzie
precedentemente rilasciate e, nell'ipotesi che
queste siano di natura reale, il cambiamento del
creditore ipotecario è annotato nei registri
immobiliari dietro semplice presentazione
all'Agenzia del Territorio di copia autentica dell'atto di surrogazione. Anche in questo caso,
infine, è nullo ogni patto che impedisca o renda
oneroso per il debitore l'esercizio della facoltà
di surrogazione e tale nullità non comporta
comunque la nullità dell'intero contratto.
stefano rotond
L’INCHIESTA/LA BASILICATA DEI VELENI
Uso criminale dell’amianto nell’edilizia, lavori di bonifica eccepibili, disinformazione:
e intanto aumenta sia l’incidenza della patologia oncologica che la mortalità
SEGUE DALLA PRIMA Altra nota dolente riguarda i
lavori di manutenzione che,
estremamente a rilento, vengono effettuati "per salvaguardare la salute dei residenti".
Nelle ultime settimane, in particolare, il comitato di quartiere e l'Ola (l'organizzazione
lucana ambientalista) hanno
denunciato "una grave situazione di invivibilità che mette
a repentaglio la salute dei residenti". Secondo l'Ola l'iter dei
lavori di abbattimento di alcuni prefabbricati non terrebbe
conto dei criteri di inizio lavori che prevedono l'individuazione del responsabile della
bonifica o messa in sicurezza e
un piano di lavoro per la rimozione di materiale contenente
amianto allo stato compatto,
(delimitazione area e segnalazione con idonea cartellonistica, rimozione delle lastre di
eternit con bagnatura con
acqua e collanti, verniciatura,
asportazione di polveri in
bagno dalle grondaie, smontaggio, movimentazione e confezionamento,
stoccaggio
provvisorio, rispettivi dispositivi di protezione previsti dalle
leggi).
Altra nota dolente riguarda i
valori limite di concentrazione
di amianto nei luoghi di lavoro. Essi sono definiti dal D.
Leg. 277/92:
- 0,6 fibre/cm3 per il crisotilo
- 0,2 fibre/cm 3 per le altre
forme.
A prima vista tali limiti
potrebbero apparire contraddittori con il divieto di produzione e lavorazione dell'amianto. Il legislatore vuole
invece regolamentare:
- quelle attività, quali demoli-
zioni, bonifica di siti contaminati e imprese di smaltimento dell'amianto, ove, se
mal condotte, possono rappresentare fonti di inquinamento;
- le imprese soggette a rischio
amianto derivante dallo stato
di conservazione dei capannoni, delle lastre in cementoamianto, dei macchinari o dei
prodotti contenenti amianto
che, in caso di rilascio di
fibre di amianto nell'aria,
potrebbero arrecare un danno
al lavoratore esposto.
Ove vi sia rischio amianto,
gli obblighi del datore di
lavoro sono sintetizzati nella
tabella in basso.
La vigilanza sul rispetto dei
limiti di concentrazione spetta alle Asl. Presso le Asl è
istituito un registro nel quale
vengono riportati tutti gli edifici, pubblici e privati, che
presentano amianto libero (il
cui rilascio di fibre nell'aria è
già in atto) o in matrice friabile (cioè materiali talmente
deteriorati che sono riducibili
in polvere con manipolazione
manuale).
Tale registro tenuto presso le
Asl consente alle imprese di
manutenzione e bonifica di
acquisire informazioni sugli
edifici contaminati. Hanno
priorità di bonifica gli edifici
pubblici, le scuole, gli ospedali.
L'intervento è ripartito nelle
seguenti fasi:
a) Valutazione del rischio
La presenza di materiali contenenti amianto non implica
di per sé condizione di pericolo per gli occupanti. Se il
materiale è in buone condizioni e non viene manomesso
è certamente improbabile che
esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di
amianto.
b) Metodi di bonifica
Decoibentazione - rimozione
dei materiali contenenti
amianto. E' il metodo di bonifica più utilizzato in quanto
elimina il problema alla radice. Produce però rifiuti comportando costi di smaltimento
abbastanza elevati. L'elevato
inquinamento che causa nell'ambiente di lavoro, durante
la bonifica, richiede personale altamente specializzato e
tecnologie adeguate.
Incapsulamento - copertura
del materiale che contiene
amianto con prodotti penetranti e inglobanti così da
determinare una pellicola
protettiva tra l'ambiente e la
fibra di amianto. Non produce rifiuti e il rischio per i
lavoratori addetti è generalmente minore rispetto alla
rimozione. Il principale
inconveniente è che il materiale contenente amianto
rimane nell'edificio, e ne consegue la necessità di un programma di controllo e manutenzione costante.
Confinamento - creazione di
una barriera che separa il
materiale contenente amianto
dalla parte abitata dell'edificio. Il costo è più contenuto
rispetto ai precedenti. Il rilascio delle fibre avviene all'interno del confinamento.
Rispetto all'incapsulamento,
presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti. Occorre un programma di controllo e manutenzione costante, al fine di
mantenere la barriera installata sempre in buone condizioni.
c) Restituibilità dell'ambiente
bonificato
Al termine dei lavori di bonifica, la ASL dovrà, a spese di
chi commissiona i lavori,
valutare la restituibilità dell'area (valutare cioè se la
zona è stata bonificata correttamente e non presenta
amianto libero nell'aria).
Le procedure da seguire per
la certificazione di restituibilità sono:
- ispezione visiva al fine di
accertare l'assenza di residui
di cemento-amianto nell'area
bonificata;
- campionamento dell'aria al
fine di accertare l'assenza di
fibre di amianto aerodisperse.
Il problema specifico di
Bucaletto è che non è dato
conoscere con esattezza,
nonostante l'esistenza di
apposito registro presso l'Asl,
quale sia la concentrazione di
fibre di amianto presente in
ogni prefabbricato. Questo
perché il registro riporta tutti
gli edifici pubblici (per i
quali è stato effettuato un
censimento negli anni '90) e
privati contenenti amianto
allo stato libero o friabile,
quelli per cui il rilascio di
fibre nell'aria è già in atto o
per cui i materiali sono talmente deteriorati da essere
riconducibili in polvere con
manipolazione manuale. A
sentire
l'Asl
Potenza/2
l'amianto presente nei prefabbricati di Bucaletto sarebbe
di tipo compatto, per questo
motivo tali strutture non sono
inserite nel registro. Strano
visto che nel mese di gennaio
(tabella A) un sopralluogo
dell'Asl aveva messo in evidenza come "le lastre di
amianto dei prefabbricati in
qualche caso presentano
lesioni, rotture o crepe…si
sottolinea la necessità di predisporre un programma di
controllo, manutenzione e
custodia".
Preso atto dell'esistenza di
questo documento risulta difficile pensare che l'amianto
presente nei prefabbricai sia
di tipo compatto e non libero
e friabile. L'Asl ha comunque
informato il Comune, proprietario degli immobili in
questione, della situazione di
pericolo in cui versa la cittadella. Da alcune settimane
sono in atto i lavori di bonifica.
Il problema resta quello di
capire se i lavori di rimozione
delle lastre di eternit vengono
effettuati nella maniera giusta, se i residenti sono forniti
dell'attrezzatura adatta a non
correre pericoli, se i normali
controlli vengono svolti con
le esatte cadenze, tutto ciò,
val la pena ripeterlo, in assenza di dati certi sulla concentrazione di fibre di amianto
presente in ogni prefabbricato.
alessandro foresta
DOCUMENTO A
DOCUMENTO B
Pagina 3
CULTURA
Restaurato “Il segno di Venere” :
la Philip Morris regala al pubblico
cinema d’autore
Lunedì 16 aprile presso la Casa del Cinema abbiamo rivisto uno
accanto all'altra Dino Risi e Franca Valeri, in occasione della presentazione del restauro del film ‘Il Segno di Venere’, girato nel 1955 e
recuperato dall'Associazione Philip Morris Progetto Cinema, nata
nel 1991.
Il negativo originale del film è stato così duplicato, regalandoci l'opportunità irripetibile di rivedere i grandi risultati della commedia italiana degli anni '50 e un cast d'eccezione, tra cui una prorompente
Sophia Loren, una bravissima Franca Valeri nella sua particolare ironia, l'indimenticabile Vittorio De Sica, il grande Alberto Sordi, allora solo 35enne. Il film è ambientato a Roma, verso cui Dino Risi
rivolge lo sguardo e la sua acuta attenzione. Cesira e Agnese sono
due cugine che vivono insieme in un quartiere popolare; la prima è
una sognatrice alla ricerca del vero amore ma purtroppo viene puntualmente sovrastata dal sex appeal della seconda (Agnese è la bellissima Sophia), che attira su di sé le attenzioni di tutti gli uomini.
Cesira consulta così un'indovina. Questa le rivela che gli astri sono a
lei favorevoli perché la collocano nel segno di Venere e dunque particolarmente disposta a incontrare l'uomo della sua vita, tra cui spicca l'indifferente Romolo, un giovane scapestrato che non sembra
molto interessato alla ragazza (Alberto Sordi) e che ci regala la sua
inimitabile comicità e il distinto Alessio Spano, in realtà un truffatore, impersonato dal grande De Sica. "In origine eravamo due sorelle
- dice la Valeri - ma con Sophia ovviamente era impossibile" aggiunge con umorismo.
Mentre Dino Risi dice "basta con i film"e riceve il Nastro d'argento
alla carriera, l'Associazione Philip Morris Progetto Cinema si congeda dal grande pubblico con questo restauro, interrompendo la sua
attività dopo 16 anni "per motivi aziendali". Ad essa la nostra ammirazione per aver promosso con i suoi lavori lo straordinario patrimonio storico del cinema italiano.
red int
Viaggio nella storia dell’arte cinese
PREZZI ALLE STELLE NELLA CAPITALE CULTURALE DELL’ASIA:
A “FARE IL MERCATO” SONO SOPRATTUTTO LE ASTE.
Il record spetta forse a Zhang Lan, proprietaria della catena di ristornati South Beauty,
che ha comprato un quadro del pittore Liu
Xiaodong per 2,7 milioni di dollari. Zhang
si è ''fatta da sola'' ed è diventata ricchissima con i suoi ristoranti che offrono lo speziato cibo del Sichuan; è una donna eccentrica ma esperta nella gestione dei mezzi di
comunicazione di massa, prova ne sia il
fatto che il suo nuovo ristorante di Pechino
è stato completamente arredato dal designer
Philippe Starck. Ma il fenomeno dei prezzi
delle opere d'arte cinesi che vanno alle stelle è generale: l' anno scorso le grandi case
di aste Sotheby e Christie's hanno venduto
opere d' arte asiatica contemporanea (in
gran parte cinese) per 190 milioni di dollari in quelle che il New York Times ha definito ''una serie di aste da record a New
York, Londra ed Hong Kong''.
E come sempre quando si parla di Cina - sia
che si tratti della Borsa di Shanghai o dei
prezzi delle case a Pechino - le opinioni si
dividono tra chi grida alla ''bolla'' e chi vi
vede un fenomeno di lungo periodo.
''Bolla? Sono gli invidiosi che lo dicono'',
sostiene l' americana Meg Maggio, proprietaria e direttrice della galleria Fine Arts di
Pechino e pioniera nell' esplorazione dei
selvaggi territori dell' arte contemporanea
Leggere tutti Proprio
in questi giorni, quando stiamo assistendo alla nascita
dopo lunga e tribolata gestazione,
del
Partito
Democratico, mi è capitato fra
le mani un libretto, edito
Laterza, di Marc Lazar, noto
ai più per i suoi assidui editoriali su "La Repubblica", professore e studioso francese,
appartenente a quella schiera
di cosiddetti intellettuali di
sinistra. Si tratta di un breve
saggio sulla politica italiana
degli ultimi quindici anni
circa, in pratica sull'Italia dell'era Berlusconi.
In poco più di cento pagine ci
viene riassunta la parabola
berlusconiana, tra successi e
fallimenti e, accanto, l'intera
storia dei costumi italici, che
dal risorgimento ad oggi
hanno modellato il tessuto
sociale e hanno definito il
nostro legame con la nazione,
e che secondo l'autore hanno
creato quell'humus necessario
per l'avvento di Berlusconi.
Una buona occasione insomma per capire come noi italiani siamo visti dagli altri, in
questo caso dall'osservatorio
privilegiato di un vicino d'eccezione. Cosa emerge quindi?
Che cosa, secondo questa analisi, ha posto le basi per un
caso Berlusconi, unico nel suo
genere in una democrazia
occidentale? Ma soprattutto,
se è vero che il fondatore di
Forza Italia ha imboccato il
viale del tramonto politico, il
berlusconismo, ossia quel
modello sociale, culturale e
politico che si è diffuso in
questi anni, sopravviverà al
suo creatore?
Il testo avrebbe la pretesa iniziale di fornirci queste risposte, in realtà dopo una cronaca
degli ultimi anni e una più
Il 23 aprile le Biblioteche della Camera
dei Deputati e del Senato, nel complesso architettonico della Minerva, si
aprono al pubblico. Sarà infatti possibile visitare i locali e consultare qualche
testo. L'iniziativa, denominata "Biblioteche a porte aperte" e che si incastra a pieno nella Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore organizzata dall'Unesco, quest'anno presenta una novità: già da febbraio
infatti le sedi delle Biblioteche del Senato e della Camera, nei due palazzi contigui della Minerva e del Seminario, sono comunicanti, e pertanto sarà consentita la libera circolazione dei lettori. Quest'anno il tema
scelto dalla Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco è la diversità
culturale, in tutte le sue complesse sfaccettature. Molte inoltre sono le
iniziative in programma a livello mondiale. Le più importanti città
hanno infatti organizzato escursioni e rappresentazioni nelle più grandi
biblioteche. A Milano, ad esempio, i festeggiamenti inizieranno un giorno prima: domenica 22 aprile, allo Spazio Toti del Museo della Scienza
Domenica 22 aprile 2007
di matteo
corposa digressione dal
Risorgimento ai nostri giorni,
passando per il Fascismo e il
dopoguerra, non è che resti
molto altro.
Dal nostro breve passato
nazionale Lazar farebbe
nascere la debolezza del
nostro senso dello Stato e
della nostra stessa democrazia, e questo potrebbe pure
essere vero, ma questo non
basta a dimostrare l'ascesa
indisturbata e anzi favorita di
un uomo dal passato quanto
meno torbido. Non basta
soprattutto a spiegare quel
fenomeno di completa dissoluzione del rispetto delle
regole che va al di là delle
sole leggi dello Stato, arrivando a toccare quella quotidianità di rapporti interpersonali e
quel metodo che abbiamo
definito
berlusconismo.
Intendo riferirmi al diffuso
individualismo ed edonismo
che, diversamente che in altre
culture, ha da noi profondamente attecchito distorcendo
quella che era stata una anche
necessaria liberalizzazione
dei costumi dalla fine degli
anni sessanta ad oggi, e i fatti
di vallettopoli sono davanti ai
nostri occhi. Lazar si mostra
cinese, per i quali scorrazza da una ventina
d' anni. ''Dobbiamo capire che i tempi dell'
eurocentrismo sono finiti, anche nell'arte'',
prosegue Meg.
''Molti si sorprendono dei prezzi. Io no,
semplicemente è un mercato diverso, un
mercato che adesso ha una sua vita autonoma, non dipende più né dall' Europa né
dagli Stati Uniti''. ''Oggi a Pechino - secondo Meg - c'è una massa critica di artisti e di
pubblico che non c'è mai stata in Asia,
neanche a Tokyo e a Seul ai tempi della loro
ascesa verso la status di metropoli internazionali''. Nell' immediato futuro ci sono i
Giochi Olimpici del 2008, che sono già un
successo di comunicazione ancor prima di essere
iniziati. ''Su questo terreno il governo di Pechino
sta facendo una politica
castellarin
molto intelligente, la politica di promuovere la città
non solo come capitale di
infine piuttosto scettico di
un paese che si sta arricfronte al coinvolgimento della
chendo, come capitale del
cosiddetta società civile nella
business, ma anche come
vita politica del paese, anche
capitale
culturale
se ammette che l'esperimento
dell'Asia'', sottolinea la
delle Primarie 2005 non ha
gallerista
americana.
precedenti in Europa, resta da
Monica Piccioni e Rosario
vedere però se i partiti vorranScarpato, fondatori e
no proseguire su una strada
curatori della galleria d'arpartecipativa, lui intanto ci
te ''offiCina'' di Pechino,
dice di confidare in certa clashanno un visione piu' crise dirigente che già sta ai
tica: ''siamo arrivati al
posti di comando…cosa sarà,
un benvenuto a questo Partito
Democratico delle dirigenze
DS e Margherita che alcuni
sondaggi già danno sotto al
25%?
punto nel quale una scrematura è inevitabile'', afferma Rosario. Monica aggiunge che
a ''fare il mercato'' sono soprattutto le aste,
che per molti acquirenti cinesi non sono
tanto diverse dal gioco d'azzardo''. Monica
e Rosario ricordano i tempi, dopo il massacro di piazza Tiananmen del 1989, quando
le mostre si facevano clandestinamente,
negli appartamenti privati e se si veniva
scoperti dall'onnipresente polizia si era
costretti a chiuderle. Poi è venuta l'apertura
e con essa hanno cominciato a dettare legge
collezionisti e galleristi stranieri. Poi il
mercato interno ha cominciato la sua inarrestabile crescita a partire dalla Triennale di
Guangzhou del 2002. E ora è il momento
delle aste.
Wang Jianwei, uno degli artisti cinesi contemporanei più quotati, ha smesso di dipingere otto anni fa e ora si dedica alle opere
multimediali, quelle nelle quali, come spiega lui stesso ''si usano diverse tecnologie
combinandole insieme''. Wang concorda
con la diagnosi di Monica e Rosario: ''dopo
quella della rivoluzione, oggi c'è una nuova
ideologia, quella del consumo''. ''Non so
dire se è un bene o un male, ora tutti sanno
cos'è un'opera d' arte.
Capiscono che ha un valore commerciale,
un valore come investimento, il grande
pubblico vuole sapere quanto costano le
opere''. ''Non capisco - prosegue Wang perché alcune opere abbiano valutazioni
cosìalte. Gli stranieri vanno al 798 (la exfabbrica costruita da un' impresa dell'exGermania Orientale diventata oggi il centro
della vita culturale di Pechino) e comprano,
prima cercavano gli artisti, cercavano di
capire cosa stavano facendo. Penso che
oggi le opere d'arte debbano esprimere la
follia di questa situazione.
Tutti comprano cose cinesi e i cinesi comprano cose di tutto il mondo. I cinesi non
sono mai stati così fiduciosi, non so quanto
può durare, perchè la fiducia è basata sulla
convinzione che sia possibile innovare
all'infinito, ma sembra che non abbiano mai
dubbi su se stessi, sulla strada che hanno
intrapreso'', conclude l'artista.
red int
CINEPENSIERI
Celebrando Andrea Parodi,
la voce scomparsa dei Tazenda
che resta aggrappata all’anima
"Un amico che è dovuto proprio partire, altrimenti la mattina del 18 ottobre 2006, a Flumini di Quartu nella chiesetta
di Sant'Andrea, avrebbe sicuramente voluto cantare".
Questa appena riportata è la chiosa di 'un amico' di Andrea
Parodi, Luigi Martinelli, chiosa a dei versi ricchi di passione per una persona cara - che a detta sua sarebbe stata cara
a chiunque avesse avuto dal tempo la concessione di conoscerlo - persona cara fisicamente perduta.
Il 18 ottobre 2006 Andrea Parodi muore ai piedi di una
malattia che non ha voluto lasciarlo in pace. E che però, in
un certo senso, lo ha graziato. È strano e commovente: in
una intervista rilasciata qualche mese prima della morte
Andrea diceva che la notizia del tumore allo stomaco era
stata una mazzata perché pensava che sotto i ferri gli avrebbero tagliato il diaframma e non avrebbe più potuto cantare, ma era stato giudicato non operabile; la chemio gli aveva
perciò tolto quei lunghissimi capelli, quella barba che regalava una figura da asceta, ma non la voce, e lui di questo era
straordinariamente felice: "Dev'essere che qualcuno mi ha
ascoltato". Due settimane prima della morte la sua voce è
tornata a liberarsi nell'aria della gente di Cagliari, per l'ultima volta.
È probabile che fra chi legge molti si chiedano chi fosse
questo Andrea Parodi, ed è ancor più probabile che altrettanti lo abbiano riconosciuto nella foto qui accanto ed
abbiano attivato immediatamente un collegamento mentale
con un gruppo sardo resosi noto per un 'Sanremo' di diversi anni fa, i 'Tazenda' (allora insieme ad un altro illustre
scomparso: Pierangelo Bertoli). Andrea ha collaborato per
diverso tempo con i 'Tazenda', ma da nove anni era uscito
dal gruppo, perché, diceva, non era più soddisfatto: troppi
"inquinamenti esterni", una eccessiva asfissia costretta dalla
chiusura in unico genere che stava diventando sempre più
pop (con l'accezione peggiore di questo termine, accezione
da 'Top of the Pop'). Andrea era un pescatore (eccellente, a
detta di amici), amava il mare, la sua terra, la sua gente ("era
un bel po' comunista" ricorda Martinelli) e cantava per loro,
nella lingua della sua terra, e cantava in tutto il mondo.Il suo
curriculum vanta delle collaborazioni eccezionali: lo si è
potuto vedere in giro con artisti come Noa, Mauro Pagani,
ma soprattutto con Al Di Meola - lo volle con sé dopo aver
visto un suo concerto che lo portò a dire: "Hai la voce più
incredibile che abbia mai sentito" - e con Fabrizio De
André, con il quale (e ci si chieda se è un caso) condivideva l'amore doppio per Sardegna e Liguria, nonché la provenienza (il padre di Andrea Parodi era savonese). Andrea
Parodi è rimasto quello che era fino alla fine: la voce gli si
è aggrappata all'anima, ed è bello immaginare che dovunque sia andato (lui, dall'inclinazione così fortemente spirituale) se l'è portata con sé. "Un amico che ha perso il combattimento in modo epico: con la spada in mano", ha scritto Martinelli.
sebastiano ambra
... non solo popcorn
di grazia ippolito
NOTE BIBLIOGRAFICHE
“UNA SCOMODA VERITÀ”
Democrazia alla prova
L’Italia dopo Berlusconi
di
Marc Lazar
Ed. Laterza
e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
tutti coloro che si presenteranno con un
libro e l'invito distribuito da Fnac, partner dell'evento, potranno accedere gratuitamente. Una volta entrati nel museo,
si potrà partecipare allo scambio di copia lasciando il libro portato da
casa nella biblioteca di scambio per portarsene via un altro, o registrando un video-testimonianza sul proprio libro preferito. Le migliori
dichiarazioni d'amore saranno poi trasmesse nei negozi Fnac e nello
stand che la stessa Fnac avrà alla Fiera internazionale del libro di Torino.
Obiettivo della Giornata Mondiale del Libro, fissata nella data della
scomparsa (nel 1616) di Miguel de Cervantes, William Shakespeare e
dell'Inca Garcilazo de la Vega, é stimolare l'opinione pubblica sull'importanza di creare politiche nazionali a tutela del libro e del diritto d'autore e promuovere la diffusione della lettura come insostituibile strumento di arricchimento personale e sociale.
mariella ottieri
La Giornata mondiale del Libro:
porte aperte in biblioteca
È un documentario che vede in prima
persona Al Gore, l'ex vicepresidente
durante i due mandati di Bill Clinton e
in seguito sconfitto alle dubbie elezioni
del 2000 dall'attuale presidente Usa
Gorge W. Bush. Gore dopo le contestate elezioni ha deciso di dedicarsi totalmente ad un argomento che gli è sempre
stato a cuore, sin dai tempi dei sui studi
ad Harvard, cioè il surriscaldamento
della terra dovuto all'inspessimento dell'atmosfera che è una conseguenza della
massiccia produzione da parte dell'uomo di anidride carbonica.
Da anni l'ex vicepresidente si occupa di
questa problematica, consultando scienziati e verificando i dati che gli pervengono da tutto il mondo, già nel già nel
1992 aveva pubblicato il libro Earth in
the Balance: Ecology and the Human
Spirit sul quale si basa la sua attuale
"predicazione". Infatti il documentario
non è altro che la ripresa, integrata con
alcuni inserti in cui Gore parla della sua
vita e della su famiglia, della sua "conferenza" tipo su quest'argomento, conferenza che da anni porta con dedizione
in ogni angolo della terra. Gore espone
con chiarezza dati e argomentazioni
molto significative e piuttosto allarmanti, il nodo fondamentale è il rischio
derivante dallo scioglimento dei ghiacciai nell'Artide e nell'Antartide, le cui
calotte di ghiaccio hanno la fondamentale funzione di specchio per il 90%
delle radiazioni provenienti dal sole, ma
negli ultimi 40 anni hanno perso il 40%
dello spessore.
Il futuro prefigurato sulla base di questi
eventi è catastrofico e vede una netta e
nefasta incidenza da parte dell'uomo
sulla ciclicità delle ere glaciali del pianeta, che hanno consentito alla terra di
sopravvivere. Purtroppo, denuncia il
senatore, questa verità scientifica così
allarmante non viene presentata all'opinione pubblica in quanto tale, anzi
viene messa costantemente in dubbio da
pseudo scienziati che fanno gli interessi delle potenze mondiali del petrolio, le
quali sono le maggiori responsabili
della spropositata produzione di anidride carbonica.
Il problema è che l'American Petroleum
Institute ha avuto dall'amministrazione
l'incarico di occuparsi delle politiche
ambientali. Non potendo però lavorare
contro se stessi, sono proprio i colossi
dell'oro nero e dell'automobile a sostenere "il dubbio come prodotto da vendere" all'opinione pubblica per screditare risultati scientifici allarmanti. Anche
i governi fanno finta di non vedere, la
denuncia di Gore è diretta soprattutto
alla amministrazione
degli
Stati
Uniti che sembra non voler
fare niente per risol- v e r e
questa problematica, è da
ricordare che gli Usa è l'unico stato tra
quelli economicamente potenti, insieme
all'Australia, a non aver firmato il trattato di Kyoto sulla regolazione dell'emissione di gas serra.
Il documentario ha il merito riuscire a
divulgare ad un pubblico più esteso le
argomentazioni della conferenza di Al
Gore, tecnicamente la conferenza è supportata soprattutto da grafici mentre i
filmati e le animazioni hanno soprattutto al funzione di drammatizzare o stemperare i temi trattati. Ciò che non convince è il rischio di un eccessivo accentramento sulla personalità di Al Gore,
sulla falsa riga della politica americana
che ha bisogno di leader carismatici.
Stonano a questo proposito gli inserti
che riguardano la vita familiare dell'ex
vicepresidente, che fanno leva su un
facile sentimentalismo. In ogni caso
l'obiettivo che si prefiggeva quest'opera, parlare di questa scomoda verità, è
stato raggiunto, ne è testimone la vittoria agli ultimi Oscar come Miglior
Documentario.
CIAK, SI GIRA
“Mio fratello è figlio unico”
Accio è la disperazione dei suoi genitori, scontroso e
attaccabrighe, un istintivo col cuore in gola che vive
ogni battaglia come una guerra. Suo fratello Manrico è
bello, carismatico, amato da tutti, ma altrettanto pericoloso... Nella provincia italiana degli anni '60 e '70, i due
giovani corrono su opposti fronti politici, amano la
stessa donna e attraversano, in un confronto senza
fine, una stagione fatta di fughe, di ritorni, di botte
e di grandi passioni. E' un racconto di formazione
dove sfilano quindici anni di storia d'Italia attraverso le avventure di Accio e Manrico, due fratelli diversi, ma non troppo. Come nell'omonima
canzone di Rino Gaetano, l'attestazione d'amore
fraterno è il tramite per parlare di società e politica, in questo caso a partire dal romanzo autobiografico "il fasciocomunista" di Antonio
Pennacchi. Daniele Luchetti compone un ritratto
originale di neofascista, ne fa un monello problematico.
“Il mio paese”
L'Italia vista da nord a sud, il presente segnato
dalla crisi economica e dalla perdita di competitività internazionale. Questo è il racconto di un paese
che tuttavia cerca di cambiare pelle. L'Italia pensa a
se stessa e cerca di trovare una nuova consapevolezza.
Un film ispirato da un documentario, ma anche da quel
Viaggio in Italia di Rossellini, un film di cui c'era bisogno.
Non c'è desolazione nel viaggio di Vicari, ma voglia di
rinascita. Ogni episodio, ogni tappa si chiude con i propositi per un futuro migliore, perché dopotutto noi italiani siamo il popolo dell'ingegno, di chi non si da mai
per vinto, ma cerca di cavarsela sempre in qualche
modo. Le immagini delle fabbriche dimesse, dei lavoratori che si recano agli uffici di collocamento a cinquantuno anni sono sempre seguite da una nuova visione, positiva, del tutto (la donna si vede infatti poi men-
tre lavora in fabbrica). E così la canzone di Nada che
chiude il film ci ricorda quanto il resto del mondo ci sia
vicino e che l'Italia dopotutto ci rimarrà sempre attaccata. Basta rimboccarsi le maniche e puntare su noi
stessi.
“The good shepherd L’ombra del potere”
potere”
L'ombra del potere - The good shepherd,
racconta l'inedita storia della nascita
della CIA. Edward Wilson, un patriota
che conosce il significato e il valore
della parola segretezza, e che ha fatto
della discrezione la sua ragione di
vita, nel 1939, quando era ancora un
bravo e sensibile studente che frequentava l'università di Yale, era
stato scelto per entrare a far
parte della società segreta
degli Skull and Bones,
una sorta di confraternita molto chiusa
il
cui
obiettivo è produrre i futuri leader
mondiali. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il giovane idealista viene assunto presso l'Ufficio Servizi
Strategici (OSS), antesignano della CIA. Essendo uno
dei fondatori della CIA, e lavorando nel cuore dell'organizzazione dove la doppiezza è una dote fondamentale e dove nulla è quello che sembra, l'idealismo di
Wilson verrà lentamente eroso dalla sua natura sempre
più sospettosa che rispecchia un mondo che sta per
entrare nella decennale paranoia della Guerra Fredda.
La devozione di Wilson verso il suo paese comincia ad
esigere un prezzo troppo alto ma né le preoccupazioni
crescenti della moglie Margaret Clover, né il suo adorato figlio riusciranno ad allontanarlo da una strada che
lo porterà a sacrificare tutto quello che ha per il lavoro.
“Il piacere
piacere e l’amore”
l’amore”
Isa e Bahar si sono amati profondamente ma, dopo il
matrimonio, le nubi hanno offuscato il loro rapporto.
Professore universitario lui e produttrice televisiva lei
nella Istanbul di oggi, dovrebbero superare l'incomunicabilità che sta devastando la loro unione. Invece
entrambi reagiscono alla crisi in maniera infantile e
prevedibile. Il marito trova consolazione fra le braccia
di una
e x
mare e del vento nonostante tutti i suoi sforzi. Poi,
all'improvviso, appaiono due dragoni dai nuvoloni
neri, che si stanno divorando a vicenda. Per i dragoni
che vivono nell'occidente più profondo, apparire nelle
zone orientali abitate dall'uomo e mangiarsi uno con
l'altro è qualcosa di impensabile: l'equilibrio del
mondo sta crollando... Ged è in viaggio, alla ricerca
della causa che provoca i mali del mondo. Da ragazzo
era un pastore impetuoso e arrogante; ora è un uomo
maturo... ed è il più grande dei maghi. Nel corso dei
suoi viaggi, incontra Arren, Principe di Enland, perse-
amante, la moglie si rinchiude in uno stato d'animo
prossimo alla depressione. Lucido, essenziale nei dialoghi, geniale nel messaggio e nella forma: "Iklimler"
è un esempio di cinema maturo dall'autore che le sale
italiane hanno già ospitato con "Uzak".
Non si tratta semplicemente del solito esempio di solitudine umana, d'incomunicabilità tra le persone,
Ceylan tratteggia con la semplicità - apparente - con
cui cambiano le stagioni, l'allontanamento di due
anime che cercano disperatamente di unire il loro cammino alla ricerca di una felicità che nella realtà, semplicemente non esiste.
“I racconti di Terramare”
erramare”
Un veliero naviga nel mare in tempesta. Il capitano
ordina all'Uomo del Tempo di calmare il mare, ma l'uomo del tempo non riesce a ricordare il vero nome del
guitato da una misteriosa "ombra", la forza disastrosa
che sta distruggendo l'equilibrio del mondo e sta facendo impazzire la gente.
“Shooter”
Bob Lee Swagger, un uomo amareggiato, che ha
lasciato per sempre il suo lavoro nei Marines, dopo
aver subito un terribile tradimento, abile tiratore scelto,
viene erroneamente accusato di voler assassinare il
Presidente degli Stati Uniti. Incastrato da una serie di
eventi vorticosi che giocano a suo sfavore, quest'uomo
inizia una disperata corsa contro il tempo per riuscire a
dimostrare la sua innocenza, cercando di sfuggire a una
misteriosa e oscura organizzazione che gli sta dando la
caccia allo scopo di distruggere i segreti da lui scoperti. La pellicola diretta da Antoine Fuqua si caratterizza
per una trama fanciullesca nello svolgimento e quasi
incomprensibile negli snodi. A questo si uniscono
spunti di critica politica che rendono la vicenda intera
grottesca piuttosto che inquietante.
“Sunshine”
In un futuro non troppo lontano, l'umanità rischia
l'estinzione perchè il sole, la stella che ha permesso la
nascita di ogni forma di vita sulla terra, sta esaurendo
la sua energia.
Una navicella spaziale con a bordo otto astronauti,
viene spedita verso l'astro per cercare, con uno strumento, di evitarne la morte, ma durante il viaggio non
saranno pochi gli imprevisti. Nelle intenzioni di Danny Boyle, Sunshine voleva essere
"un viaggio psicologico. Siamo formati
da particelle di stelle esplose, e il Sole è
la stella da cui proviene la vita". Al
regista piacciono fantascienza elegante e bellezza scientifica, perciò
ha cercato da un lato la verosimiglianza in consulenze qualificate e
in una preparazione tecnica che
ha coinvolto tutto il cast, e dall'altro l'inventiva in una fotografia (Alwin Kuchler) con lenti
anamorfiche, in esterni realizzati al computer interamente in CGI dalla Moving Picture Company, in scenografie (Mark Tildesley, designer Richard Seymour)
ispirate a sottomarini nucleari, impianti di trivellazione
petrolifera, missioni NASA e ricostruite in otto teatri di
posa con set anche a dimensioni reali.
“Svalvolati on the road”
road”
Quattro amici, abituati alla vita da città, stufi dei soliti
problemi quotidiani, degli inconvenienti e dello stress,
decidono di prendersi un week-end di relax. Decidono
così di fare un piccolo viaggio "on the road" a bordo di
quattro motociclette all'insegna dell'avventura. Tutto
fila liscio sino a quando non incontrano una vera e
numerosa banda di motociclisti che si fanno chiamare
i "Del Fuegos", rozzi, duri e poco socievoli.
Pagina 4
ESTERI
Domenica 22 aprile 2007
I tre candidati principali, Sarkozy, Royal e Bayrou, sono molto vicini nei sondaggi
Una Francia indecisa si reca oggi alle urne
Il voto delle periferie potrebbe alla fine rivelarsi decisivo
in breve...
IRAQ/GATES AVVERTE AL MALIKI:
“NON RESTEREMO PER SEMPRE
NEL PAESE”
Il segretario alla Difesa americano, Robert
Gates, ha esortato oggi il premier iracheno,
Nouri Al Maliki, a cercare la riconciliazione
nazionale e ha avvertito che le truppe Usa
non combatteranno nel Paese per sempre. ''Il
nostro impegno in Iraq è a lungo termine, ma
non è un impegno che prevede che i nostri
giovani uomini e donne pattuglino le strade
irachene a tempo indeterminato'', ha detto
Gates ai giornalisti dopo aver incontrato
Maliki nella Zona Verde di Baghdad. Gates
ha spiegato di aver parlato con il premier sciita della necessità di ''dialogare con i sunniti''
e di avergli detto che il recente rinforzo di
truppe americane è mirato a ottenere un progresso politico, non solo a mettere fine al
conflitto. ''L'aumento del numero di truppe è
una strategia per prendere tempo per ottenere
progressi verso la giustizia e la riconciliazione in Iraq'', ha precisato, riconoscendo tuttavia che la recente serie di attacchi bomba ha
rappresentato una battuta d'arresto. Gates ha
incontrato anche gli alti generali Usa e il suo
collega iracheno, il ministro della Difesa,
Abdel Qader Jassim Mohammed, e successivamente ha difeso la strategia dell'aumento
delle truppe contro i critici al di fuori dell'Iraq
che la considerano un fallimento.
USA/TERRORISMO,
WASHINGTON AUMENTA LA SICUREZZA
IN TUTTE LE AMBASCIATE
Gli Stati Uniti hanno innalzato la sicurezza in
tutte le loro sedi diplomatiche all'estero, comprese quelle italiane e tedesche. La missione di
Berlino ha emesso un avviso ai cittadini americani che vivono in Germania, avvertendoli
che le minacce per la loro sicurezza sono
aumentate e chiedendo loro di "prendere le
misure appropriate" per salvaguardare la propria incolumità personale. La decisione di
aumentare la sicurezza è stata presa dal dipartimento di Stato a seguito delle continue
minacce terroristiche contro cittadini e interessi americani nel mondo. L'ultimo provvedimento del genere risale all'11 ottobre del 2006
ed era durato un anno, ma la recente escalation
di violenza in molte regioni ha portato
Washington a rivederlo e a implementarlo
nuovamente. In base alle informazioni a
disposizione del dipartimento di Stato, Al
Qaeda e le organizzazioni affiliate continuano
a pianificare attentati contro interessi degli
Stati Uniti in Europa, Asia, Africa e Medio
Oriente. Secondo Washington gli attacchi
potrebbero essere portati con diverse tipi di
tecniche incluso omicidi, rapimenti, dirottamenti e attentati dinamitardi. Sul sito del ministero degli Esteri Usa si legge che "gli eventi
in corso in Iraq e più in generale in Medio
Oriente sono sfociati in dimostrazioni e violenza in molti Paesi. I cittadini americani sono
avvertiti che sommosse possono avvenire
senza preavvisi". Riguardo il pericolo derivato
da estremisti, "questi potrebbero usare armi
convenzionali o non convenzionali e attaccare
sia obiettivi privati sia pubblici". In particolare il dipartimento di Stato identifica i soft target, cioè tutti quei bersagli facili da colpire ma
che danno un elevato risultato in termini di vittime e quindi di visibilità sui media.
PARIGI - La Francia è oggi chiamata al voto per il primo turno
delle presidenziali, in quella che si
preannuncia l'elezione più incerta
degli ultimi dieci anni. I candidati
principali sono tre, Nicolas
Sarkozy, l' "enfant prodige"
dell'Ump ex ministro dell'Interno,
la leader socialista Segolene Royal
ed il centrista Francois Bayrou,
capo dei liberali dell'Udf. Secondo
gli ultimi sondaggi, Sarkozy passerà sicuramente al secondo turno
mentre lo scontro sarà tra la Royal
e Bayrou. A questo punto la parola
passa all'elettorato francese, dopo
una campagna che è stata una
delle più combattute nella storia
della "Quinta Repubblica". È possibile, però, azzardare delle previsioni su quello che sarà l'esito del
primo turno. Per prima cosa, questa elezioni sono così incerte per-
ché i due candidati favoriti hanno
degli antagonisti che, pur non
avendo speranze di arrivare al ballottaggio, possono togliere voti ai
candidati più importanti della loro
area di riferimento politico. Nel
caso di Sarkozy il "guastatore" è
Jean-Marie Le Pen, il leader della
destra estremista del Fronte
Nazionale già autore dello straordinario exsploit alle elezioni del
2002, quando riuscì incredibilmente ad arrivare al secondo turno
al posto del premier Lionel Jospin,
turbando per alcune settimane i
sonni delle cancellerie europee. Il
voto per Le Pen, infatti, rappresenta un voto contro il sistema
politico, un po', per fare un parallelo, come nei primi anni novanta
era in Italia il voto per la Lega
Nord. Il candidato ultranazionalista, quindi, potrebbe intercettare
quel voto di protesta che c'è sempre nel primo turno delle presidenziali transalpine. Non è un caso,
infatti, che Sarkozy, con il progetto di istituire il ministero per la
Nazionalità, intenda evitare la
dispersione dei voti a destra, che
sarebbe per lui sicuramente un
problema. Nella stessa situazione
si trova anche Segolene Royal, che
deve fare i conti con i candidati
provenienti dall'area ambientalista
e della cosiddetta "sinistra antagonista".
Si tratta di quei voti che impedirono a Jospin di andare al ballottaggio e che adesso la Royal cerca
di accaparrarsi sfruttando l'idea di
una modifica alla Costituzione
europea. La candidata socialista,
infatti, ha lanciato il progetto di
diluire l'impronta neo-liberista
della Legge fondamentale dell'Ue,
impronta che ha talmente spaventato i francesi da spingerli a votare
"no" al referendum con cui se ne
chiedeva
l'approvazione.
Paradossalmente, quindi, ad essere
favorito per il secondo turno si
trova l' "illustre sconosciuto"
Francois Bayrou dell'Udf, lo storico Partito liberale francese al
potere fino all'avvento del genera-
le De Gaulle. Bayrou, infatti, è
l'unico che non si trova nella situazione di essere bersagliato dal
"fuoco amico", che non ha cioè
candidati che facciano riferimento
alla propria area in grado di rubargli voti. In secondo luogo, nonostante non sia il candidato preferito dalle banlieu, potrebbe intercettare il consenso delle periferie. Il
suo programma sociale, infatti, è
molto simile a quello della Royal e
prevede un maggiore investimento
dello Stato negli ammortizzatori
sociali ed in politiche a favore
delle classi più disagiate. C'è poi
un altro fattore poco considerato
ma
ugualmente
importante.
Secondo tutti i sondaggi fatti negli
ultimi mesi, infatti, al ballottaggio
Sarkozy batterebbe agevolmente
la Royal mentre perderebbe contro
Bayrou.
È possibile, quindi, che il voto
anti-Sarkozy delle banlieu, che
ancora non hanno digerito le frasi
pronunciate durante la rivolta
delle periferie del 2005, si orientino alla fine verso il candidato centrista ritenendo che abbia più possibilità di battere l'esponente
dell'Ump.
attilio nardi
Il voto anti- Sarkozy delle periferi francesi
potrebbe orientarsi verso Bayrou,
che secondo i sondaggi avrebbe più probabilità di battere
al ballottaggio il candidato Ump rispetto alla Royal
Il Pentagono ammette di aver gestito male la questione a livello diplomatico
Gli Stati Uniti: “Abbiamo commesso errori
sul progetto dello scudo stellare”
La Russia continua ad opporsi allo schieramento del sistema antimissile
WASHINGTON - Gli Stati
Uniti fanno autocritica sulla
gestione della questione relativa allo "scudo stellare", il sistema di difesa antimissile che
dovrà essere installato in alcuni
Paesi dell'est europeo e che ha
provocato reazioni poco entusiaste non solo in Russia, ma
anche tra alcuni partner europei
degli Usa.
"C'è stata una mancanza di
informazioni di cui noi siamo
parzialmente
responsabili,
forse non abbiamo fatto il giro
delle capitali come avremmo
dovuto fare", ha riconosciuto
Eric Edelman, sottosegretario
alla Difesa, rispondendo ad una
domanda sulle riserve espressa
dai socialdemocratici tedeschi
e da Paesi come Austria e
Lussemburgo.
Il progetto Usa, che prevede
l'istallazione di dieci missili
intercettori in Polonia e di una
base radar in Repubblica ceca,
dovrebbe essere operativo
"entro il 2013", ha spiegato il
tenente
generale
Henry
Obering, direttore dell'Agenzia
nazionale di difesa missilistica
USA, parlando accanto a
Edelman in una conferenza
stampa al termine del Consiglio
nordatlantico e del Consiglio
Nato-Russia che si sono tenuti
oggi a Bruxelles. Lo scudo
lascerà "scoperti" da possibili
attacchi di missili iraniani a
lunga
gittata
un'area
dell'Europa sudorientale che
comprende Grecia, Turchia e
parte di Romania e Bulgaria,
troppo vicine a Teheran per
essere colpite da missili di
quella gittata. Non l'Italia meridionale, come si credeva in un
primo momento. Lo scudo
"copre tutta l'Italia", hanno
assicurato sia Obering che
Edelman. A difendere dai missili a media e corta gittata ci
penserà un sistema antimissilistico Nato che si "attaccherà"
allo scudo Usa e che, riferiscono fonti del quartier generale di
Bruxelles
dell'Alleanza
Atlantica, inizierà a funzionare
nel 2010 e sarà "pienamente
operativo nel 2015". La delegazione Usa ha assicurato che i
due sistemi saranno "compatibili" e "interoperabili", spiegando che gli Stati Uniti ricorreranno alla "stessa architettura
tecnologica" dei loro partner
Nato. Per quanto riguarda i
negoziati con Polonia e
Varsavia, che dovranno ospitare le installazioni Usa, Edelman
ha riferito che "la nostra speranza e obiettivo è di chiudere
entro l'inizio dell'autunno".
Con la Russia, invece, i rapporti sono più difficili. Il vicesegretario del Dipartimento di
Stato John Rood, che martedì
era a Mosca per proporre alla
Russia "nuove idee" di cooperazione, ha ribadito che
Washington è "pronta a cooperare con la Russia su tutto lo
spettro della difesa missilistica". Rood ha preferito non reagire alle dichiarazioni del
primo vicepremier di Mosca
Sergei Ivanov, il quale ha detto
di "non vedere motivo" di cooperare con gli Usa. "Siamo
assolutamente pronti a lasciare
che i nostri amici russi abbiano
il tempo per esaminare le
nostre proposte", ha commentato il vice di Condoleeza Rice
in breve...
GAZA/HANIYEH:
“IL PIANODI SICUREZZA
NON INDEBOLIRÀ I GRUPPI ARMATI”
Il nuovo governo di unità nazionale palestinese ha approvato un piano di sicurezza che da un lato intende mettere fine
alla anarchia armata interna, ma dall'
altro non prevede limitazioni nelle attività dei gruppi armati della intifada contro
Israele. Lo ha precisato ieri, secondo la
agenzia di stampa palestinese Maan, il
premier Ismail Haniyeh, del movimento
estremista Hamas. ''Non intendiamo colpire la resistenza, le sue armi, o le sue
formazioni'', ha detto Haniyeh al termine
delle preghiere del venerdì. Il suo governo, nato dall’accordo con Al Fatah e con
altri gruppi palestinesi raggiunto a
Gedda, in Arabia Saudita, intende invece
combattere contro ''la proliferazione
incontrollata delle armi, contro le lotte
fra i clan familiari, contro i depositi di
armi di quei clan e della malavita''.
''Occorre anche mettere fine alle aggressioni contro i beni dei cittadini'', ha
aggiunto. ''L'attuale stato di caos non può
continuare, né può essere ignorato''. Per
raggiungere risultati positivi il governo
necessiterà comunque il ''sostegno di
tutti'' ha detto ancora Haniyeh.
KOSOVO/LA STAMPA SERBA
LODA LE PAROLE DI LAVROV
CONTRO IL PIANO AHTISAARI
Entusiasmo sulla stampa serba di oggi per le
parole con cui ieri il capo della diplomazia
russa, Serghiei Lavrov, ha definito a Belgrado
''praticamente fallita'' la proposta di "indipendenza sorvegliata" per la provincia albanofona del Kosovo avanzata dal mediatore Martti
Ahtisaari. Le frasi del ministro russo, il quale
ha ribadito ieri mattina dal Montenegro di
non condividere il sostegno americano ad
Ahtisaari e a ''una soluzione imposta uniltarelamente'' alla Serbia, campeggiano in prima
pagina su tutti i giornali belgradesi. ''Il piano
Ahtisaari è fallito'', titolano all'unisono
tabloid come Blic o Glas e fogli paludati
come Politika, vicino al premier Vojislav
Kostunica. Mentre lo stesso Kostunica esalta
oggi la ''comune opposizione russo-serba a
proposte che violano la Carta dell'Onu''.
Danas, quotidiano liberale, preferisce un'altra
citazione: ''La sicurezza degli uni non può
essere l'insicurezza degli altri''. Convinzione
che ieri Lavrov ha argomentato spiegando
come ogni decisione sullo status sia quanto
meno prematura poiché a giudizio di Mosca
la situazione nella provincia non risponde ai
criteri preliminari di stabilizzazione indicati
dal Consiglio di sicurezza Onu con la risoluzione 1244 all'indomani dei bombardamenti
Nato del '99, della cacciata delle forze di
repressione dell'allora regime di Slobodan
Milosevic (caduto poi nel 2000) e dell'imposizione di una forma di tutela internazionale
sul Kosovo. E denunciando in particolare il
mancato rientro dei profughi, l'assenza di
piena libertà di movimento nella regione e la
minaccia di nuove ritorsioni contro ciò che
resta delle minoranze serba e rom. Il piano
Ahtisaari ha avuto sin dall'inizio il consenso
albanese e il rifiuto serbo.
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n.113/2006 del 7 marzo 2006
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edizione chiusa alle ore 18
Bangladesh, i militari al potere esiliano gli oppositori politici
DACCA- La settimana scorsa,
la notizia che il governo militare del Bangladesh aveva promesso elezioni politiche entro il
2008 e il conseguente passaggio
di potere al nuovo Esecutivo
democraticamente eletto, aveva
fatto ben sperare per un ritorno
alla democrazia nel Paese. La
crisi e il conseguente ribaltamento del processo democratico
era iniziata nell'ottobre dello
scorso anno, quando a conclusione del mandato del governo
guidato dal partito nazionalista
del Bangladesh (Bnp) i 14 partiti dell'opposizione, capeggiati
dall'Awami League (Al), di
Sheikh Hasina Wajed, avevano
organizzato frequenti manifestazioni e scioperi, sfociati poi
in scontri con le forze dell'ordine e con attivisti della parte
avversa, durante i quali avevano
perso la vita almeno 35 persone,
per protestare contro un processo elettorale che a loro giudizio
non dava garanzie di equità e
correttezza. Il governo ad interim allora aveva risposto facen-
do
uso
dei
militari.
L'opposizione allora, aveva
anche più volte chiesto le dimissioni della Commissione elettorale, la verifica delle liste elettorali e il rinvio della data delle
elezioni previste per il 22 gennaio scorso, accusando inoltre
Iajuddin Ahmed di parzialità nel
suo ruolo di capo dell'amministrazione ad interim rivestiva
dal mese di novembre dello
scorso anno, infine lo scorso
gennaio, aveva dichiarato anche
il boicottaggio del voto.
All'indomani poi delle dimissioni di Ahmed dall'incarico di
capo dell'autorità provvisoria e
del rinvio delle elezioni, l'atmosfera nel Paese sembrava essere
tornata alla calma. La crisi politica innescata rischiava di aprire
una nuova pagina drammatica
per un Paese di 144 milioni di
abitanti che aveva conosciuto
due colpi di stato e decenni di
dittature militari dall'indipendenza dal Pakistan ottenuta nel
1971 e le libere elezioni del
1991 vinte dal Partito nazionali-
sta del Bangladesh (Bnp), guidato dal premier uscente Begum
Khaleda Zia, altra donna forte
del Paese. Lo stesso Onu profondamente preoccupato per il
deteriorarsi della situazione nel
Paese, avevano deciso di
sospendere il suo appoggio tecnico al processo elettorale,
chiudendo anche il suo ufficio
internazionale di coordinazione
degli osservatori elettorali ed
aveva esortato tutte le parti ad
evitare di ricorrere alla violenza.
Anche l'Ue aveva sospeso la
missione elettorale denunciando
che il processo elettorale non
era conforme alle norme democratiche internazionali. Invece,
da quel momento in poi, la
repressione politica nel Paese
non si era più arrestata. Dal 12
gennaio il Bangladesh passava
sotto la guida di un governo
provvisorio di tecnici guidato
da Fakhruddin Ahmed, sostenuto dai militari, con l'incarico di
organizzare nuove elezioni legislative, istaurando nel Paese
uno stato di emergenza. Da allora ci sono stati decine di migliaia di arresti, denuncie di torture
ed esecuzioni sommarie, oltre a
tentativi di censura dei mezzi di
comunicazione. Situazione che
ha poi registrato, addirittura
un'impennata nei primi giorni di
questo mese, quando la polizia
ha accusato ben 56 leader politici, tra i quali l'ex premier
Sheikh Hasina, ora all'opposizione, di aver ucciso numerose
persone durante i moti del 28
ottobre scorso. Quando è stato
spiccato il mandato d'arresto la
leader del Al, si trovava in
vacanza negli Usa dove vi è
rimasta. Tra i politici coinvolti
nell'accusa di omicidio, figurano anche Matiur Rahman, laeder del partito Jamaat-e-islami e
altri nove politici ai vertici del
partito. In concomitanza con
quest'azione, anche al premier
uscente Zia, è stata posta agli
arresti domiciliari, limitandone
di fatto, la libertà di movimento.
Si veniva così a configurare il
piano che il governo filo milita-
re stava attuando, una massiccia
campagna di repressione e epurazione contro l'elite politica del
Paese, mascherata da una presunta campagna anti-corruzione
volta a preparare elezioni democratiche trasparenti e con cui si
stanno imprigionando tutti gli
esponenti politici delle passate
legislature. Per oggi era prevista
la prima udienza del processo
per Hasina, incriminata per
l'omicidio di 4 avversari politici
ed estorsione, che però si trova
ancora negli Stati Uniti, in
quanto sebbene volesse rientrare in patria, per difendersi dalle
accuse, il governo le ha ripetutamente chiesto di posticipare il
suo rimpatrio. Fonti locali
hanno però riferito che sebbene
le autorità le abbiano chiesto di
non tornare prima del 23 aprile,
ora le chiederanno di non tornare affatto. Intanto, la sua storica
rivale Khaleda Zia oggi dovrebbe partire con la famiglia per
l'Arabia Saudita, ufficialmente
con un visto di un mese per
l'umrah, il pellegrinaggio alla
Mecca, ma in realtà sarà un esilio volontario, dopo aver ceduto
alle pressioni del governo provvisorio. In effetti avrebbe concordato con le autorità la sua
partenza in cambio del rilascio
dei due figli. Il minore, Arafat
Rahman Koko, arrestato nei
giorni scorsi con l'accusa di
frode e Tarik Rahman, che era
vice segretario del partito della
madre, il Bnp, arrestato il 7
marzo scorso. Di fatto in un
solo colpo, sono state allontanate dal Paese le due principali
protagonisti della scena politica
nazionale, che negli anni '80
lottarono contro la dittatura e
che dal 1991 hanno governato
nel Paese. Oltre al figlio della
Khaleda Zia, nei quotidiani raid
anti corruzione, nei giorni scorsi la polizia ha arrestato altre
160 persone, tutte appartenenti
ad entrambi gli schieramenti
politici bengalesi. Questa sorta
di campagna di pulizia sta avvenendo con il tacito appoggio di
Usa e India.
ferdinando pelliccia
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