A
STA M P
L’OTTICA
di Donati Angela
Piazza Libertà, 11
38014 Gardolo
tel. 0461.992105
e-mail [email protected]
a NORD
di Trento
e… in piazza a Gardolo
Anno XIX - dicembre 2008 - n. 3
Bimestrale di cultura - politica - attualità
Elezioni provinciali
a Gardolo
a Circoscrizione di Gardolo ha manifestato nelle elezioni provinciali
del 9 novembre scorso una consistente vittoria della coalizione del
centro sinistra trentino, guidata dal compaesano Lorenzo Dellai.
Vi era molta attesa per i risultati di Gardolo in queste elezioni, perché alcuni partiti, ma in particolare la Lega Nord, si sono
molto impegnati sul nostro territorio, hanno concentrato qui diverse iniziative con
una presenza pressante (con vivaci gazebo in piazza alla presenza dei leader provinciali). Si è creato un clima di scontro e
di tensione. Oltretutto alle elezioni politiche dell’aprile scorso, questo partito aveva avuto qui un notevole successo, con il
raddoppio quasi dei voti. Anche altri parti-
L
ti pensavano di ottenere risultati eclatanti nel nostro paese.
Purtroppo Gardolo è
considerato, e lo è per molti versi, una periferia urbana degradata in difficoltà, un Bronks, con
una percentuale di
immigrati decisamente più elevata
della media provinciale
con conseguenti difficoltà di integrazione e di convivenza e con una forte tensione sociale che ogni tanto esplode.
Per questo molti si aspettavano un profondo rivolgimento politico, dei risultati
sensazionali che ribaltassero i tradizionali
[continua in pagina 2]
Via S. Anna, 2 - Gardolo (TN)
tel. 0461.960772
Necessità
di integrazione
l progetto “Scenari
sulla sicurezza. Tra
sicurezza reale e sicurezza percepita”
è uno studio condotto da Transcrime a
cura del Servizio Autonomie Locali della Provincia Autonoma di Trento.
Come si può vedere dalla tavola di seguito riportata, in questo studio viene analizzata la criminalità “trentina” negli anni che vanno dal 1995
al 2006.
Statistiche e dati possono sicuramente
essere letti in molte chiavi, ma in questo
caso poiché sono valutati gli andamenti
I
(crescita o calo) rispetto al territorio nazionale, crediamo siano di lettura corretta. All’interno del lavoro viene valutata l’incidenza della presenza straniera sulla
criminalità: poiché nella Circoscrizione di
Gardolo è presente un numero rilevante di
extracomunitari, credo sia corretto riportare una sintesi delle considerazioni che
alcuni esperti hanno fatto (Dott. Mazza,
Commissario del Governo per la PAT,
Dott. Lino Giacomoni, Comandante Polizia
Municipale di Trento, Dott. Ascolani,
Università degli Studi di Trento ed altri).
Nel complesso la situazione in Trentino
risulta molto buona, anche se spesso nell’immaginario collettivo l’immigrazione viene vissuta come un fattore di instabilità e di
[continua in pagina 3]
In occasione delle prossime festività la redazione augura
ai lettori e sponsor i migliori auguri di
Buon Natale e Felice anno nuovo
38100 Trento - Via Brennero, 171/1 (Canova Bassa)
tel. 0461.824895 - fax 0461.428392
e-mail [email protected]
a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
2
[continua da pagina 1]
Roncafort “Yes, we can”
Elezioni provinciali
a Gardolo
equilibri. Invece non c’è stato nessun
sconquasso: la coalizione di centro sinistra
con a capo Dellai ha superato qui il 54%
dei voti, contro il 41% del centro destra.
Una consistente maggioranza che si richiama ai tradizionali valori della gente
trentina: seri, prudenti, riflessivi, solidali,
tendenzialmente moderati che però guardano a sinistra (come diceva De Gasperi).
In tutte le 10 sezioni elettorali di Gardolo, il primo posto come consensi spetta al
Partito Democratico - PD con il 25,7 dei voti. Un “gardolot” su 4 (ben 1631) ha votato
per il partito riformista, profondamente democratico che ha nel suo DNA i principi
della pace e della convivenza, che si oppone ad ogni sorta di razzismo, che valorizza
il merito e le capacità individuali.
Ma un notevole successo (15,8%) qui
ha avuto anche l’Unione per il Trentino UpT nata solo tre mesi fa, diretta erede per
la verità della “Civica Margherita”, che recupera la parte più moderata e tradizionale dell’elettorato gardoloto, che però si rivolge alla coalizione di sinistra.
Con i suoi toni di scontro intransigente,
la linea populista di protesta della Lega si è
fermata al 16,8% dei voti. Altri piccoli partiti, ma di antica tradizione (estrema sinistra, Leali, Verdi, ecc.) sono stati assorbiti
da questa polarizzazione destra-sinistra che
anche qui per diversi motivi ha funzionato.
La coalizione di centro sinistra vincitrice, in
particolare il Partito Democratico, dovrà
adesso assumersi le proprie responsabilità
definendo delle ben precise proposte e programmi, prima di tutto in Circoscrizione, ma
poi anche nel Comune di Trento. Auguri.★
FABIO GIACOMONI
Il direttivo
Presidente
Vice Presidente
Segretario
Tesoriere
Consiglieri
Mussi Anna
Nicolini Luisa
Conotter Rinaldo
Baldo Gianni
Borriello Antonio,
Capossela Bruno, Faes Franco,
Gardumi Massimo,
Giacomoni Fabio, Mattedi Alberto,
Middonti Rina
“A NORD di Trento” - Periodico bimestrale iscritto al
Registro Stampa n. 1367 del Tribunale di Trento, in
data 31.07.2008
Proprietà
Associazione culturale “IL GRUPPO”
via Caproni 15, Roncafort (TN)
e-mail: [email protected]
Direttore responsabile
Ugo Bosetti (0461.826729)
Responsabile pubblicità
Gianni Angelini (0461.993046)
In redazione
Alberto Mattedi, Anna Mussi, Fabio Giacomoni,
Franco Faes, Giorgio Boscolo, Luisa Nicolini,
Moreno Marighetti, Orlando Lasci, Rina Middonti
Tiratura/diffusione
6.000 copie
Realizzazione grafica e stampa
Publistampa Arti grafiche - Pergine Valsugana (TN)
Tel. 0461.511000
carta ecologica con cellulosa proveniente da foreste amministrate,
sbiancata senza uso di cloro
i sembra che questo slogan,
coniato per ben più complesse situazioni di riscatto sociale, possa interpretare con efficacia lo spirito con il quale Roncafort deve
mettersi in cammino per recuperare la sua
identità di comunità. Identità di comunità,
che negli ultimi anni ha ceduto il posto a
quella di quartiere dormitorio, di periferia
anonima e talvolta degradata da interventi
urbanistici laceranti. Come ritrovare questa
identità? Recuperando un confronto critico ma costruttivo tra la popolazione, la Circoscrizione e il Comune per indirizzare le
future scelte urbanistiche verso un miglioramento della qualità della vita del nostro
quartiere. Questa lettera aperta ai residenti di Roncafort vuole essere una
occasione di informazione per avviare
appunto questo confronto attraverso
questa e altre forme di dibattito e partecipazione attiva. Credo che le premesse
per intraprendere una dialettica propositiva
sul futuro del nostro territorio possano, prima di tutto, scorgersi nel Piano Regolatore
del Comune di Trento, recentemente entrato in vigore nella sua variante 2004. In questo fondamentale strumento di pianificazione urbana si riconosce a Roncafort da un
lato la significativa peculiarità legata agli
spazi agricoli ancora presenti nel suo territorio ma anche la carenza di spazi pubblici
e aggregativi e di servizi. Sulla base di tale
affermazione il PRG, limitando le nuove
costruzioni alle sole zone di completamento, garantisce la permanenza di
spazi agricoli e individua, nell’area, soggetta a piano di attuazione, compresa tra
l’edificato esistente, la linea ferroviaria
del Brennero e la strada della Valsugana,
un idoneo luogo destinato ad attività
sportivo-ricreative con una piccola rete
ciclabile che consenta il collegamento di
queste attrezzature con le parti residenziali del sobborgo. Tale previsione, se verrà perseguita, assicurerà il rispetto della
vocazione agricola del nostro territorio sottraendola alla speculazione e garantirà al
contempo la futura realizzazione di servizi
sportivi e ricreativi. Per quanto riguarda il
comparto C4 ITEA che comprende:
• il Centro Civico con piccolo market,
spazi per le associazioni e sale pubbliche;
M
Progetto futura piazza di Roncafort
• la piazza e relativo parco pubblico;
• il nuovo asilo nido
ITEA s.p.a. ha programmato di appaltare i lavori nel prossimo anno.
Mentre per il sottopasso ciclo-pedonale di collegamento con Canova, il Comune definirà nel prossimo anno le procedure di esproprio e nel 2010 inizierà i
lavori. La realizzazione di tali interventi,
secondo un’impostazione coerente con le
necessità della comunità di Roncafort, è dovuta oltre che alla Circoscrizione anche all’impegno di numerosi residenti che, attraverso l’unica associazione presente sul
territorio (“Il Gruppo”) e il contributo di un comitato civico spontaneo, hanno saputo sollecitare opportunamente l’Amministrazione
comunale. Continuando con le realizzazioni
in programma per il 2009 è previsto anche
lo spostamento dell’attuale capolinea
dell’autobus in posizione più a nord in
corrispondenza di una nuova rotonda di
prossima realizzazione. Ciò consentirà di
sgravare la rotonda attuale, dove confluiscono cinque strade che rendono caotico il traffico e le manovre, nonché di aumentare la sicurezza dei pedoni. A quanto sopra si
aggiunge la possibilità, recentemente
raggiunta, per tutti i residenti di accedere, previa stipulazione di un contratto con
uno dei gestori di rete autorizzati, al servizio ADSL attraverso la rete winet da poco ultimata. Più problematica risulta la realizzazione di altri servizi pubblici. Tra questi,
fondamentale, la farmacia che è stata attribuita recentemente al nostro quartiere
e già assegnata ad un titolare, attraverso
apposito concorso. Se non si riusciranno
a trovare idonei locali, anche questo servizio non potrà essere attivato, come già
avvenuto per il mercatino che doveva trovare collocazione nello spazio appositamen-
te creato lungo Via Caneppele, poco più a
nord dell’incrocio con Via Caproni. In quest’
ultimo caso dopo che il Comune ha provveduto alla realizzazione delle piazzole per la
sosta, gli ambulanti non si sono più fatti vivi.
Tra le altre prospettive avviate dal Comune
di Trento su Roncafort importante risulta
quella relativa alla ciclabile di collegamento con Via Maccani, intervento del quale è
stato redatto uno studio di massima appena
approvato, con alcune osservazioni, dalla Circoscrizione. Un problema aperto rimane inoltre quello del senso unico in Via dell’Asilo,
strada che risulta attualmente a doppio senso, con una sezione insufficiente a garantire
la sicurezza nel transito di veicoli e pedoni.
Su tale aspetto la Circoscrizione, pur essendo intervenuta, si è scontrata con l’indifferenza dei residenti della zona, che interpellati mediante un sondaggio scritto, non hanno
espresso, per larga parte, la loro opinione in
merito. Ultimo, ma non meno importante, il
collegamento autobus con Gardolo, attualmente affidato ad una navetta, ma
che dovrebbe trovare organica soluzione
con il prolungamento della linea che serve Roncafort, come più volte richiesto dalla
Circoscrizione all’Amministrazione comunale. Anche se fondamentali, non sono solo le
infrastrutture e i servizi che creano comunità, specie nelle nostre città, dove significativo è l’inserimento di numerosi nuclei famigliari stranieri. Bisognerà proporre e creare
situazioni d’incontro e promuovere cultura
dell’accoglienza, nei confronti dei nuovi residenti. Solo così Roncafort potrà trasformarsi
da dormitorio a comunità. Per questo è necessario il contributo di tutti: cittadini ed
istituzioni, nessuno escluso. ★
PAOLO CASTELLI
Consigliere Circoscrizionale di Gardolo
a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
3
Un Natale al risparmio
eri vagavo sconsolata tra le scansie di un
supermercato di un centro commerciale di
Trento. Avevo bisogno di una bottiglia per
fare un piccolo presente. Luci, confezioni
imbrillantinate, folla impaziente, code, carta patinata. Soldi e pacchettini. Sono uscita scura in
volto. Penso che ci sia un bisogno urgente di
prendere coscienza del grande potere che
ognuno di noi ha nel momento in cui opera tante piccole scelte, tira tanti piccoli fili invisibili che
però alla fine possono modificare il nostro stile
di vita. Mi riferisco soprattutto ad un ambito, in
cui al singolo è lasciata, almeno apparentemente, la libertà di scelta: i consumi. Dall’acquisto di beni all’uso di energia, la scelta di un
tipo di consumo piuttosto che un altro può fare
la differenza. Purtroppo spesso ci lasciamo in-
I
fluenzare da modelli e stili di vita che ci vengono proposti come gli unici possibili. Attenzione,
grossa è la posta in gioco, lo spettacolo delle
marionette rende bene, e i vari Mangiafuoco lo
sanno. Tendendo i loro fili invisibili ma robusti, ci
fanno credere che abbiamo bisogno di comprare, usare, consumare a pieno ritmo, per poi gettare ciò che si rompe e ricomprarlo. Il mio è un
appello a riflettere sulla necessità di adottare
stili di vita più virtuosi e morigerati. Decrescita
(dei consumi), autoproduzione (alimentare, artigianale, artistica ed energetica) e scambio (di
prodotti, di beni e di emozioni) sono alla base, a
mio parere, dell’unico sistema sostenibile a lungo termine. Quante volte buttiamo cose che
siamo stufi di vedere o che potrebbero essere
aggiustate? Il cassonetto non sempre è una
buona soluzione, credetemi! Le Feste del Riuso, i Mercatini dell’Usato sono ottimi. Parlando
di consumi domestici, ci sono poi mille piccoli
accorgimenti per risparmiare risorse in casa
(l’acqua, la luce, il riscaldamento…) e fuori
(andiamo in bicicletta!!!). Si può prendere qualche spunto dal sito di didattica ambientale
www.mostramida.it., oppure in appuntamenti
come il Lentofestival in Toscana (www.lentofestival.it) o in fiere come Fa’ la Cosa Giusta!
(a Trento i primi giorni di novembre)… Le cose
da cambiare sono tante; soprattutto in questo
mese di corse sfrenate all’acquisto, pensiamoci… Il nostro futuro è appeso a un filo, manovriamo bene le nostre marionette!★
LUISA NICOLINI
Qualche idea per autoprodurre un regalo di Natale:
Dona alla mamma un fiore sempreverde!
Dipingi un fiore su un sasso, basta un pennello, colori acrilici e un po’ di pazienza! Ci
sono dei libri che insegnano come fare*, ne
uscirà un regalo da apprezzare!
Costruisci uno strumento musicale per il
tuo bimbo utilizzando materiale di recupero!
Per un tamburo basta un vaso in terracotta,
un pezzo di pelle, dello spago! Per una piccola percussione un cavicc (un pezzo di
legno fatto ad elle), dello spago fissato alle
estremità in cui avrete infilato dei tappi a
corona, bucati in mezzo! Io ho fatto un concerto improvvisato con strumenti improbabili! È divertente!**
Regala una maglietta personalizzata! Ci
puoi copiare un simbolo, una scritta, un
disegno che faranno sicuramente piacere
a chi la riceve (soprattutto se fa ridere!).
E non scoraggiarti se non sei un Giotto.
Secondo me non c’è niente di più bello di
un regalo fatto a mano, soprattutto se è un
adulto a farlo!!
* Lin Wellford, DIPINGERE I FIORI SUI SASSI, Fabbri Editori.
** Rossana Rossena, RICICLA IN MUSICA, Demetra.
[continua da pagina 1]
insicurezza soprattutto dove la presenza di
un maggior numero di case in affitto a
prezzi più bassi porta ad un più alto rischio
di emarginazione e potenziali conflitti.
Questa percezione è dovuta, oltre alla
paura del diverso, anche all’influenza dell’equazione immigrazione-criminalità sempre enfatizzata dai mass-media.
In realtà senza i lavoratori stranieri
avremmo crescenti problemi a coprire una
serie di mansioni e lavori molto umili e non
graditi ai nostri giovani, lavori peraltro indispensabili per accrescere la ricchezza ed
il benessere del Trentino.
Non solo: il fatto che le coppie trentine
abbiano sempre meno figli porta ad un invecchiamento demografico crescente.
Conseguenza diretta è una forza lavoro
esigua rispetto al numero di anziani: in
questo senso l’immigrazione può solo contribuire a rallentare la tendenza in atto con
giovamento dell’economia e dello sviluppo.
Occorre quindi un’informazione più
attenta sugli immigrati “regolari” visto
che in Italia, e in Trentino in particolare, gli
Necessità di integrazione
extracomunitari commettono reati in
misura minore rispetto agli autoctoni.
Per contro gli immigrati clandestini
hanno un livello di criminalità più elevato
della media nazionale e trentina.
È logico pensare che il disagio, inteso
come mancanza di lavoro, casa, denaro,
porta più facilmente a risentimento, frustrazione e rabbia che più facilmente sfociano in azioni criminose.
Per contro stabilità ed integrazione sociali sono deterrenti che portano a comportamenti corretti per non perdere tutto
ciò che faticosamente si è conquistato.
È quindi molto importante proseguire nel processo di integrazione degli
immigrati e sorvegliare che le condizioni
di impiego siano conformi alle leggi.
Non dobbiamo infatti dimenticare che
il lavoratore straniero è spesso il più richiesto proprio perché risulta essere il più
facilmente ricattabile.★
ANNA MUSSI
Presidente de “IL GRUPPO”
Criminalità in Trentino
Omicidi
Lesioni dolose
Violenze sessuali
< media nazionale
= media nazionale
> media nazionale
Totale furti
< media nazionale
(ad eccezione dei furti su auto in % > all’Italia)
Totale rapine
< media nazionale
Composizione demografica e strutture familiari
Popolazione residente
crescita in % maggiore del resto d’Italia
Popolazione straniera residente
crescita in % maggiore del resto d’Italia
Saldo naturale
migliore dell’Italia
Nuzialità e Divorzio
Trentino peggio dell’Italia
Famiglie monogenitoriali
tassi più alti dell’Italia
Economia e Occupazione
Sportelli bancari
Disoccupazione
Disoccupazione giovanile
tassi superiori alla media nazionale
andamento decrescente e roseo rispetto alla realtà italiana
andamento decrescente e roseo rispetto alla realtà italiana
Istruzione
Laureati: Trentino in linea con l’andamento nazionale
Consumo di alcol
Consumo in media con l’Italia del nord-est i cui valori sono ampiamente superiori a quelli della media
nazionale
a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
4
Celebrazioni del 4 novembre
e i caduti dimenticati
l 4 novembre scorso si è celebrato il
90° della fine della Prima guerra mondiale. Si è assistito ad un elogio della
vittoria italiana contro il nemico austro-ungarico. Per l’Italia la “Grande Guerra” è diventata la quarta guerra d’indipendenza che completa l’unità d’Italia, con la
I
conquista di Trento e Trieste. Per l’Austria
la fine del grande impero plurinazionale.
Quest’anno nell’occasione è anche riemerso un certo tono nazionalistico, un encomio alla Patria per la quale “siam pronti
alla morte”. Non possiamo però dimenticare, che la “Grande Guerra” è stata un
Occhio agli appuntamenti
Il gruppo Donne Ernesta Bittanti Battisti organizza
marzo - aprile 2009
Corso di HARDANGER
SERATE DI LABORATORIO PER CREARE E SOCIALIZZARE
presso la Sede - piazzale L. Groff - Gardolo (sopra gli Alpini)
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cell. 347 1548211.
L’Associazione Il Gruppo organizza in gennaio
“LABORATORIO TEATRALE”
condotto dall’insegnante Annalisa Morsella
corso della durata di 12 incontri per ragazzi tra i 10 e 20 anni
tel. 0461 420577 Anna cell. 339 7242285.
La Filo “La Logeta” presenta
Sala Teatro di Gardolo
Sabato 10 gennaio ore 20.45
E LA POVERA MILLY!?
Compagnia “Gustavo Modena” di Mori
Domenica 11 gennaio ore 16.00
L’AMORE DELLE TRE MELARANCE
I burattini di Luciano Gottardi
Sabato 24 gennaio ore 20.45
L’EQUIVOCO
La Filodrammatica di Olle
Sabato 7 e sabato 14 febbraio ore 20.45
TOP SECRET
“I Cantoni de La Logeta” di Gardolo
terribile flagello, una catastrofe spaventosa che ha provocato milioni (!!) di morti e
tragedie immani.
Noi trentini e in particolare noi gardoloti dobbiamo ricordare che, fino al 1918, la
nostra terra faceva parte del grande Impero Austro-ungarico, e che i nostri soldati –
quasi 60.000! – fin dal 1914, combatterono con la divisa austriaca principalmente sui fronti della Galizia e della Russia.
10.501 di loro morirono in quelle terre
lontane combattendo nell’Imperial Regio
Esercito e furono per lungo tempo dimenticati, come si fa di solito per i vinti.
Invece una minoranza di “irredentisti”
trentini (meno di mille) rifugiati in Italia, che
combatterono nell’esercito italiano, divennero per la storiografia italiana celebrati
“eroi”. Alcuni di essi diedero la vita per redimere Trento e Trieste all’Italia, come Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi
ed ebbero giusti riconoscimenti postumi.
Per i 10.501 trentini caduti in Galizia e
Russia, calò l’oblio e vennero rimossi dalla nostra memoria collettiva. Solamente
nella città di Trento e sobborghi (allora Comuni), i caduti con la divisa austro-ungarica furono 1000. In loro ricordo finalmente, qualche mese fa (luglio 2008), è stata
posta una lapide sul palazzo del Municipio
in Via Belenzani, che recita: «A PERENNE
MEMORIA DEI 1000 SUOI FIGLI, SOLDATI
DELL’IMPERIAL REGIO ESERCITO AUSTRO
UNGARICO CADUTI NEL CONFLITTO MONDIALE 1914 - 1918 AFFINCHÉ NON VENGANO DIMENTICATI». Tra questi 1000 caduti vi sono anche 95 gardoloti che qui
vogliamo ricordare uno ad uno:
Andreolli Angelo, Anesi Giuseppe, Baldessari Fortunato, Battistata Albino, Battistata Cirillo, Battistata Guglielmo, Bonvecchio Erardo, Brugna Valentino, Cagol Camillo, Camin Giovanni, Cappelletti Romano, Casagrande Cassiano, Casagrande Giovanni, Cestari Enrico, Cestari Guido, Cestari Gustavo, Cestari Vittorio, Chiogna Federico, Conci
Giovanni, Conci Giulio, Conci Giuseppe, Cortelletti Emilio, Cortelletti Giovanni, Coser
Luigi, Costa Settimo, Dallapiccola Dionigio, Debiasi Attilio, Dellai Beniamino, Dellai
Giuseppe, Dorigatti Cirillo, Dorigatti Giuseppe, Ferrari Giovanni, Furlani Ferdinando,
Garzetti Luigi, Giani Annibale, Giani Giuseppe, Giani Luigi, Giani Noè, Gozzer Giovanni, Lucchi Attilio, Lucchi Celeste, Lucchi Massimo, Lucchi Pancrazio, Lucin Giuseppe,
Malpaga Emanuele, Marchetti Angelo, Margonari Bonatto, Mariz Cornelio, Mattedi
Angelo, Mattedi Augusto, Mattedi Enrico, Mattedi Fortunato, Mattedi Lino, Mattedi Lucillo, Merler Annibale, Merler Cassiano, Merler Cesare, Merler Tranquillo, Merzi Massimo, Molinari Giovanni, Moltrer Augusto, Moltrer Gervasio, Mosna Agostino, Mosna
Giovanni, Mosna Giuseppe, Osti Vittorio, Paisan Delfino, Paisan Mario, Pedrolli Oscar,
Pegoretti Giacomo, Pegoretti Pietro, Pisetta Beniamino, Pisetta Egidio, Pisetta Mansueto, Prighel Giovanni, Pucher Giuseppe, Pucher Lodovico, Rizzi Arcangelo, Rizzi Battista, Rizzi Giuseppe, Sench Luigi, Sester Albino, Stefani Federico, Stefani Oscar, Stenech Vigilio, Tomasi Arcangelo, Tomasi Quirino, Uber Augusto, Uber Lodovico, Vedovelli
Mario, Zadra Antonio, Zaiotti Angelo, Zaiotti Biagio, Zaiotti Modesto, Zatelli Eligio.★
FABIO GIACOMONI
FAUSTINI
Renzo & Arcangelo
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a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
5
Racconti di Natale:
una visita particolare
negozi hanno le serrande chiuse ma
nelle vetrine le luminarie natalizie
continuano a lampeggiare pigramente. Gli addobbi d’oro e d’argento che
prima della Festività lanciavano il loro magnetico richiamo al viandante hanno perso
ora la loro lucentezza, la loro vivacità. È il
26 dicembre di un anno particolare.
L’aria del mattino è pungente. Durante
la notte il termometro deve essere sceso
sotto lo zero. Le rare persone che incontro
lungo la strada che porta all’Ospedale, procedono frettolose, con le mani affondate
nelle tasche e le spalle raccolte intorno al
collo incassato sui baveri alzati. Nei volti è
scomparsa l’ansia che si riscontra nei giorni che precedono la Festività. Ora vi leggo
una certa malinconia, quasi una tristezza,
non come chi abbia di recente vissuto un
momento di serenità interiore ma piuttosto di chi si è liberato da un peso, di un appuntamento al quale si sarebbe volentieri
sottratto.
Salgo le scale che conducono al reparto. Entro ed è subito forte il contrasto
dell’aria fresca che si respira all’esterno
con questa, stagnante, che odora di stantio. Percorrendo il lungo corridoio lo
sguardo indaga nelle stanze ed incrocia
quello rassegnato e malinconico di chi ha
trascorso la Ricorrenza in quei letti, lon-
I
tano dagli affetti. Questa volta in modo diverso dalle molte altre che vi sono state,
e per qualcuno forse, l’ultima. Nell’ultima
stanza, in fondo al corridoio, mi soffermo
sull’uscio e nel letto accanto alla finestra
riconosco a fatica, nella penombra, la sua
figura: ha gli occhi chiusi, respira lievemente con la bocca aperta. Dorme di un
sonno leggero. Sulla testa il berretto di lana bianco abbassato sulla fronte. Mi avvicino e cercando di non far rumore mi
accosto al letto. Osservo le mani ossute,
il pallore del volto ed i solchi profondi che
il tempo ha scavato nella fronte. Una
struggente commozione mi assale. La figura scarna, rimpicciolita, inerte, eppure
un tempo così piena di vigore e di forza,
riporta alla mia mente visioni di un passato ormai molto lontano, eppure ancora
così vivo: «Ti ricordi papà quand’ero bambino e tu giovane e pieno di vita. Quando
mi sapevi trasmettere tutta la tua sicurezza e solo udire il tono della tua voce
faceva svanire ogni mia paura di bimbo?
Ti ricordi quando mi insegnavi a portare
la barca e partivamo al tramonto io e te,
soli, sul mare. A pesca per tutta la notte?
Pulsava in me la frenesia per la magica
avventura che mi accingevo a vivere e
mentre ti aiutavo a portar le fiocine ed i
remi già la mia fantasia correva sulle sec-
che lontane dove, nascoste tra le alghe,
ci aspettavano, ignare, le anguille. Quelle
notti immense, piene di stelle. E poi i colori magici dell’alba, i gabbiani a volo radente sull’acqua, in cerca di cibo.
E gli odori che portava il mare al sorgere del sole. Era vera felicità poterti stare accanto e dimostrarti che anch’io volevo, come ogni bimbo vuole, farti sentire
che ero parte di te, che il mio cuore batteva all’unisono con il tuo, farti partecipe
del mio sentirmi accanto a te immenso,
invincibile, eterno.
Quanti lunghi anni sono passati da
quelle felicità! Non sapevo ancora, a quel
tempo, degli affanni, delle angosce, delle
lacerazioni che ci attendono lungo il cammino della vita. Forse anche tu, in questo
momento, nei tuoi sogni, stai ripercorrendo quella passata virile stagione e senti
ancora nelle narici il profumo salmastro
dell’aria e negli orecchi il placido sciabordio della marea accarezzare lievemente i fianchi della tua barca.
Eppure nonostante siano trascorsi
molti anni e la vita, nella rigida tirannia
delle sue regole, abbia allontanato le nostre esistenze, ancora la tua vicinanza
riesce ad infondermi un senso di pacata
sicurezza».
Quasi stesse ascoltando i miei pensieri, apre gli occhi, raggrinza la fronte, solleva il capo dal cuscino e stringe le palpebre
per meglio mettere a fuoco il volto della
persona che gli sta accanto, poi la bocca si
atteggia ad un confortante sorriso che mi
comunica tutto il piacere che prova nel rivedermi.
«Passato un buon Natale, papà?»
Mi rendo subito conto della banale e ridicola sortita ma questo mi consente di
guadagnare il tempo per mascherare
lo sconforto che provo nel leggere nel
profondo dei suoi occhi l’angoscia, lo
smarrimento e, forse per la prima volta,
una nuova inconsapevole paura. Cerco di
rassicurarlo sulle sue condizioni riferendogli quanto mi aveva riferito il medico. Qualche giorno ancora, poi lo avrebbero dimesso.
Si lamenta di quanto sono lunghe le
notti a passare lì dentro, del suo desiderio
di tornarsene presto a casa, nel suo letto,
tra le sue cose, le sue abitudini, rivedere i
lunghi tramonti sul mare, respirare nuovamente l’aria che sa di salmastro. Di ritornare alla vita.
Ci congediamo un po’ più risollevati
nell’animo ma nello sguardo v’è la consapevolezza che è immodificabile l’equilibrio
che governa il sempiterno andirivieni delle maree.
Fuori s’è alzato il vento. Respiro a pieni polmoni l’aria frizzante e mi avvio di
buon passo verso casa.
Ancora, dalle vetrine dei negozi, gli addobbi di Natale lanciano il loro richiamo intermittente e scialbo.★
GIORGIO BOSCOLO
Cruciverba di Ugo e Carlo
Proponiamo un cruciverba con un mix di parole in italiano e dialetto di Trento Gardolo. Le definizioni in dialetto sono
evidenziate con un asterisco (*). La soluzione del cruciverba è riportata in ultima pagina.
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57
58
66
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74
45 L’Associazione dei magistrati
48 Cuoio*
50 Nota radio locale
52 Pezzo di tronco segato*
55 Cosa irrealizzabile, castello in aria,
desiderio
58 Ravenna
59 Tutolo, regge i chicchi del mais*
61 Filo ingarbugliato*
62 Dito senza vocali
63 Sterco di bovino*
64 Nome del cantante Sorrenti
65 Il “così sia” a fine messa
66 Il santo di Petrelcina
67 Giare, grossi recipienti
68 Nel baule di tutte le auto
69 Chiusura per... botteghe*
72 Si fa in un zic e…
73 Suono da campanello
74 Non confessionale
75 Il neopresidente Usa
77 Affanno, trepidazione
78 Chi la taglia, chi la mangia, chi se la
fuma…
79 Capitale italiana del turismo estivo
41
62
69
78
40
49
65
73
14
26
30
46
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68
ORRIZZONTALI
1 Spaccatina, michetta*
5 Frazione di Gardolo verso Trento
9 Macchina manuale per trattamenti anticrittogamici*
16 Impugnatura per spade
17 A Trento il più noto è il Prati
18 Mezzo di trasporto su rotaia
19 L’ente di assistenza ai lavoratori
20 Ragazza bruttina e antipatica
22 Pubblico ludibrio, berlina
24 Prepararsi, predisporsi*
26 Il Roberto famoso centrocampista del
Bayern
27 Scuola professionale di Villazzano
28 Appuntito, affusolato
30 Orologio da arrivati
32 Albergo, pensione, locanda
33 Arrotino*
34 La società sportiva dedicata a Battisti
35 A volte si aprono nei muri
38 Trento
39 Poesia, canto
42 Taranto
44 Un saluto sardo
25
38
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77
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Trento - Via Guardini, 46 - tel. 0461.824050
Rovereto - Via Maioliche, 137 - tel. 0464.433190
Malé - Via Frattaglia, 1 - tel. 0463.901376
6
75
71
76
79
VERTICALI
1 Piccolo aiutante del prete*
2 Nome dell’ex onorevole Cicciolina
3 Cimiteri di guerra
4 Pugno, cazzotto*
5 Briciole*
6 Risonanza, rimbombo
7 Vincolo, relazione
8 Classico intingolo della cucina trentina*
9 Non mancano mai con polenta, puntine e
scodeghe*
10 Haile Selassie lo era degli Etiopi
11 Li nascondono le esche
12 Medica piccole ferite*
13 Enna
14 Lancette*
15 Zanotelli, il difensore degli ultimi
21 Essere ai vertici, al top
23 Noto antidolorifico
25 Nello sport è il colore degli Olandesi
29 Teramo
31 Coso, conseno, affare, mister…*
36 Cose, oggetti
37 Cosino, affarino*
40 Giavellotti, frecce
41 Livido blu sottopelle
43 Lana pregiata o gatto
44 Alberi spinosi di scarso valore
45 Alessandria
46 Erba altamente allergica
47 Il fumigare di legna umida o di fuoco
senza fiamma*
49 Moana senza testa e coda
51 Colorante bianco a base di piombo
53 Simile alla foca
54 Celebre caramella al mooh
56 Specie di roccolo primitivo*
57 La signora Fantozzi
59 Fortuna ma anche saccoccia*
60 Salerno
66 Quello di Corones è un paradiso per sciatori
68 Croce rossa
69 Il Bao albero africano
70 Etnia di zingari
71 Supermercato del fai da te in via Brennero
73 Trasmissione sportiva della domenica notte
74 Conduttore televisivo di programmi letterari
76 Milano
a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
6
Sabato 29 novembre è stato messo in scena al teatro di Gardolo ad opera dell’Ass. IL GRUPPO lo spettacolo “DE-GENERATION”,
ultimo lavoro del laboratorio teatrale della Filo S. Genesio. Ideazione e regia di Annalisa Morsella.
Ma noi non vorremmo essere così
Quando è l’adolescenza a raccontare se stessa
ull’adolescenza si è scritto e detto fin troppo, tanto più che ormai
l’argomento non è forse nemmeno considerato tra i più attraenti.
In fondo non c’è niente di nuovo sotto il sole e torna comodo liquidare la questione
con poche frasi di circostanza, convinti che
si tratti pur sempre di un fenomeno limitato nel tempo della vita di una persona. Della serie: abbiate pazienza, è una cosa che
dopo passa da sola! Come un raffreddore.
Ma siamo sicuri che sia proprio così?
Siamo sicuri che l’argomento meriti così
poca attenzione?
S
Segnaliamo il libro
Adolescenti e filosofi
«Se è vero, come scrive Umberto
Galimberti con Nietzsche e Heidegger,
che il nichilismo è oggi l’ospite più inquietante nella casa dei giovani, di
fronte alla “morte di Dio” e al tramonto dei valori tradizionali, viene da sé la
domanda su che cosa possano realmente fare la scuola e la filosofia per
le generazioni del futuro. Secondo l’autore si può fare molto, a partire dall’abbandono di una modalità di insegnamento nozionistica e astratta e da un
cambio radicale di prospettiva, ponendosi dal punto di vista delle esigenze
concrete degli alunni, partendo cioè
dalla loro soggettività. […] Ma quali
strumenti proporre a adolescenti e studenti per offrire loro un’interpretazione
della vita e del mondo? L’autore traccia sei percorsi tematici per il triennio
dei licei, articolati in moduli ricorrenti… Un libro per insegnanti, genitori,
studenti di filosofia e scienze umane.
Loris Taufer è insegnante di filosofia al Liceo sociopsico-pedagogico “A. Rosmini” di Trento e giornalista pubblicista.
Loris Taufer, Adolescenti e filosofi - Le risposte
della filosofia alle domande dei ragazzi. Prefazione
di Marco Dallari, Edizioni Erickson, Trento 2008,
pp. 271 € 20,00
Dopo lo spettacolo messo in scena dai
ragazzi del laboratorio teatrale della Filo
S. Genesio, qualche dubbio viene.
Quello che arriva allo spettatore è un
messaggio forte e chiaro, un messaggio che,
attraverso la griglia delle diverse sensibilità
presenti in sala, si scompone e personalizza
a misura della ricettività di ciascuno, coetaneo o adulto, compagno o genitore che sia.
Ed è un messaggio credibile.
Lo è perché scevro da contaminazioni
ed intermediazioni razionali del mondo
adulto. Gli adolescenti parlano degli adolescenti, si raccontano e raccontano la loro
realtà, il loro mondo, con il loro linguaggio.
È un linguaggio che si inserisce alla
perfezione in quello del teatro, nato dall’uomo e per l’uomo proprio perché l’uomo potesse esprimersi toto corde.
Parlano le voci, ma soprattutto i corpi,
le immagini, le smorfie e i sospiri.
Sono i rumori del turbinare dei sentimenti, della affannosa ricerca di un’identità, del disorientamento sofferto e dell’aiuto che non arriva dal mondo adulto.
Non sono tutti uguali, gli adolescenti.
C’è il ribelle, il secchione, la donna copertina, la svampita, il teppista. C’è quello dall’animo più sensibile, perché maschio e
anche un po’ femmina, incapace di trovare una sua collocazione. C’è la pazza, quella che vive chiusa nel suo mondo, nella
sua stanza immaginaria, che è uguale a
tutte quelle degli altri, solo che è senza fi-
nestre. C’è infine chi non è niente di tutto
ciò o lo è solo in parte, lo sfigato. Sfigato
perché privo di un’identificazione totale
con questo o quel modello. È colui che riesce a scostarsi di un passo, allargare la
prospettiva e raccontare quel mondo.
Gli attori non interpretano se stessi, ma
interpretano un sentire che è a loro noto. Si
percepisce la cognizione di causa attraverso la loro teatralità naturale e spontanea, per
quanto indiscutibilmente organizzata e ben
istruita. Insomma, degli attori preparati, che
sanno quello che stanno comunicando.
Non c’è scena né costumi. O meglio, la
scena è il palcoscenico vuoto (il palcoscenico della vita) dove sullo sfondo si proietta un mix di immagini tratte da film famosi,
che danno supporto e forza al messaggio.
Sono sequenze mescolate, interrotte, proposte e riproposte, dove torna periodicamente quello che forse è l’emblema del
sentimento di fondo: un tunnel dentro il
quale ci si muove in skateboard verso
quell’uscita che però sembra non si raggiunga mai. Le musiche, sempre ad alto
volume, riempiono il vuoto del palcoscenico come se fosse la vita di ciascuno di
questi ragazzi, talvolta quasi coprendo ciò
che hanno da dire. I costumi non sono altro che il variegato assortimento scelto da
ciascuno per esprimere ciò che è, o ciò
che vorrebbe essere.
I ragazzi in sala si identificano con tutto ciò che si vede sulla scena, mentre gli
adulti vedono ciò che sono stati e rimangono a chiedersi se davvero non valga la
pena di ascoltare i segnali che giungono
da quel mondo, cercando magari di offrire
modelli solo un attimo più coerenti.
In fondo è proprio questo che chiedono i
ragazzi: “ma noi non vorremmo essere così”. Vorremmo che ci si accettasse per quello che siamo e non che si facesse di tutto
per farci diventare quello che altri vorrebbero che fossimo. Vorremmo guardare avanti e
vedere che quello che viene dopo è buono.
A spettacoli come questo ci si rende
conto che il teatro è soprattutto comunicazione e partecipazione. E in esso si attua
il paradosso della finzione che serve a svelare la realtà.
Il laboratorio teatrale si conferma
un’iniziativa preziosa. Tanto si deve all’ideatrice e regista di De-Generation,
Annalisa Morsella, che segue e prepara i
ragazzi da qualche anno. Con il suo lavoro
ha reso possibile la messinscena di spettacoli che, anno dopo anno, si confermano
di alta qualità.
Il fatto poi che i ragazzi stessi siano i
promotori di queste iniziative, scegliendo i
temi su cui lavorare, la dice lunga su quanto questo tipo di formazione possa beneficiare alla società. Ed anche al teatro, che,
di questo passo, non può che avere un futuro assicurato.★
PAOLO CORSI
a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
7
“Cuciniamo insieme”: incontri di “altra” cucina
rascorrere un sabato pomeriggio
in compagnia tra donne: casalinghe, impiegate, studentesse; tutte
con la voglia di imparare, altre solo per il desiderio di veder fare, o magari di
esserci. Fare la spesa, cucinare, spiegare
quello che si fa, prendere appunti, assaggiare, ridere insieme. E intanto approcciare, conoscersi, raccontarsi l’un l’altra, la
donna araba, la pakistana, la sudanese, la
trentina… Trascorrere piacevolmente due
ore, che poi diventano tre ed anche più per
chi si ferma ad aiutare a rimettere tutto in
T
ordine. “Cuciniamo insieme”, incontri di
cucina multietnica organizzati dalla Commissione Smile della Circoscrizione di Gardolo, nel corso dei quali donne italiane e
straniere si sono cimentate nella preparazione di cibi dalle diverse provenienze (Sudan, Marocco, Romania, Bulgaria, Pakistan, Martinica, Serbia, Algeria, Italia), è
stata un’occasione di conoscenza reciproca, di scambi, di approfondimenti su tematiche che hanno spaziato oltre l’arte culinaria. Attorno ai temi dell’integrazione e
della convivenza si discute molto, ci si in-
terroga su quali possono essere i temi e i
valori su cui fondare il rapporto tra di noi e
tra quanti provengono da culture e tradizioni diverse dalla nostra. Noi siamo partiti da piccole cose, come questa. Non abbiamo la pretesa di dare la soluzione a tutti
i problemi, solo l’ambizione e l’impegno
per rendere un po’ più facile e un po’ meno istituzionale un percorso di comprensione e avvicinamento tra le varie “anime”
di questa comunità. Cogliamo l’occasione
per ringraziare i ragazzi del Muretto per
l’ospitalità e tutte le donne che hanno ani-
mato questi pomeriggi di spensieratezza
ed allegria, tutti insieme per sottolineare
che solo aprendosi alla conoscenza dell’altro si evitano situazioni di rigetto, di discriminazione o di diffidenza che sono eticamente riprovevoli ed alla base delle quali
c’è un problema di non conoscenza delle
dimensioni e della realtà del fenomeno migratorio. ★
NADIA ZADRA
Presidente Commissione Smile
Circoscrizionale di Gardolo
I diritti umani? Rimasti sulla carta
L’impegno di TrentinoSolidale
rentinoSolidale onlus ha varato un
denso programma d’iniziative da
realizzare con la collaborazione di
enti, istituzioni, associazioni di volontariato, scuole e Comuni per interrogarsi sullo stato di applicazione o meglio
di non applicazione della Carta sui Diritti Umani al 60° dalla sua promulgazione e della Carta sui Diritti del Fanciullo,
a un anno dal 50° anniversario della sua
promulgazione. È questa un’occasione
per lavorare in rete con tutte le altre associazioni che hanno programmato delle
attività sui “Diritti umani”, come il Forum
Trentino per la Pace - Associazione Robert
Kennedy - Amnesty International - Lions
T
Club - Acav, ecc. Le azioni programmate:
1. invito a tutte le scuole di ogni ordine e
grado del Trentino a fare del tema dei
Diritti Umani oggetto di trattazione durante l’anno scolastico;
2. la messa a disposizione di volontari
in grado di trattare la materia con cognizione di causa;
3. la messa a disposizione del video: “I
Diritti Umani? Solo sulla Carta”, realizzato da Carlo Bridi;
4. azione coordinata tra Consorzio Comuni del Trentino e TrentinoSolidale per
lanciare un appello ai Sindaci affinché
si facciano promotori di un Odg su questi temi:
• concorso a premi riservato a scolari e
studenti delle scuole di ogni ordine
grado sul tema dei Diritti Umani, con
scadenza il 30 aprile 2009;
• organizzazione di incontri e dibattiti
sul territorio avvalendosi della rete
degli oltre 100 gruppi che fanno riferimento a TS;
• la realizzazione di una serie di trasmissioni televisive sul tema dei Diritti Umani;
• la realizzazione di una serie di puntate sullo stesso tema sulle radio locali;
• uscita di uno speciale sui Diritti
Umani sui quotidiani: Trentino, L’Adige,
Vita Trentina;
• distribuzione di un libretto tascabile
realizzato in collaborazione con la
Presidenza del Consiglio Provinciale
dal titolo: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”.
TrentinoSolidale, educato e formato dagli incontri con gli ultimi, in questo nostro
tempo in cui l’educazione rimane “l’emergenza più grande del mondo giovanile”
lancia questo forte appello alle scuole, alle istituzioni e a tutte le persone di buona
volontà, come una proposta educativa
che miri al confronto fra le generazioni. ★
CARLO BRIDI
Una storia di non molti anni fa
na serata autunnale nella sala civica di Roncafort, più di quindici
anni fa, uno dei famosi incontri con
la popolazione, presente l’assessore del Comune di Trento geom. Silvano
Grisenti accompagnato da alcuni tecnici comunali. Oggetto dell’assemblea: la costruzione del “cavalcaferrovia”, soluzione finale
alle ormai famose code al passaggio a livello e relativa sosta al vecchio bar di Roncafort. Tanta gente, tante perplessità sull’opera con Il Gruppo che si fa portavoce del
dissenso della popolazione, la proposta di discussione è di costruire un sottopasso ritenendo troppo impattante l’opera prevista: un
serpentone di cemento e asfalto nel cuore
U
del paese. In alternativa, “sussistendo dei
problemi irrisolvibili di natura idrogeologica”
(peraltro risolti tranquillamente in altri luoghi: Sanseverino, Nave S. Felice!) l’invito è
di posizionare più a nord quel manufatto inquietante. Ma in quegli anni più di adesso, i
margini per una discussione democratica e
la reale volontà di ascoltare il parere dei residenti erano “ZERO”. Un bellissimo “rendering” illustrava l’opera mettendo in risalto
uno splendido arredo di verde: aiuole di rose fiorite, tanti alberi ed un’erba da far invidia all’Irlanda. Anche la pendenza non era
pendenza, sembrava una dolce collina toscana. Che fantastico strumento sto “rendering”! Tante proteste da chi non ha dime-
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Sede legale e amministrativa
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Ufficio periferico
38014 Gardolo (Tn) - Via Soprasasso, 64 - tel. 0461.992428 - fax 0461.991691
stichezza di questo straordinario strumento
che ti fa vedere l’opera ancora prima che
sia costruita, e te la fa vedere uguale e identica alla realtà! Fra i tanti che non sono d’accordo e non si fidano, due vecchietti del
paese si alzano in piedi e con voce ossequiosa: «Signor Assessore, ci scusi, ma noi
siamo legati a Gardolo da sempre, abbiamo
fatto la scuola a Gardolo, andiamo a messa
a Gardolo da quando c’era don Motter, anzi
anche prima, come faremo la domenica a
fare quel “pont cossì ert”?». Dall’altra parte, con un sorriso ironico che i più non capivano, o meglio interpretavano come tutto
fuor che ironia: «Esagerati, e poi, un po’ di
salita fa bene alla salute!». I due anziani si
sedettero con la tipica rassegnazione vecchia di tanti anni di doverosa obbedienza a
qualsiasi forma di autorità. Ancora adesso,
transitando sopra quel cavalcavia senza alberi, senza rose e con l’erba che non si taglia per la troppa pendenza delle terre armate, ogni tanto ripenso a quell’assemblea.
Alla fine l’hanno costruito come e dove volevano, uno dei tanti scempi di Roncafort,
una bruttura in più fra le tante, un dispiacere in più per chi vuol bene a questo paese… e i due vecchietti che non conoscevano il “rendering” non ci sono più… uno era
mio padre. ★
FRANCO FAES
a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
8
Salute e benessere a… Gardolo
er persone sofferenti, anziani,
mamme con bambini o carrozzine muoversi, andare da uno specialista è spesso un problema in
più. Lo è maggiormente quando lo spostamento avviene dalla periferia visto che
spesso gli “specialisti” sono solo in città.
Finalmente qualcuno di loro ha voluto
ricordarsi anche di questi ammalati ed
hanno deciso di aprire i loro studi nella nostra circoscrizione.
Parliamo di professionisti che si rivolgono soprattutto a coloro che hanno problemi di postura (in particolare giovani, ma
non solo) e di riflessologia plantare.
Lasciamo dunque a loro la parola, anzi… lo scritto.
«Ricordo che avevo dodici anni quando
il dottore disse a mia madre che avevo la
schiena storta, serviva una visita specialistica e anche una radiografia.
Nella sala d’aspetto dello specialista alle pareti c’erano appesi cartelli che indicavano: “GINNASTICA CORRETTIVA DAI 4
GRADI AI 12 GRADI” mi pare, “DAI 12 AI 27
BUSTO, DAI 27 IN POI INTERVENTO”. Speravo di averne meno di dodici, ho pregato:
“almeno meno di ventisette!”
Il dottore decretò: “trentadue”, dopo
che aveva guardato le lastre a lungo e le
aveva misurate.
Poi mi ha guardata spogliata davanti ai
miei genitori e squadrata continuando a ripetere che ero storta e incurvata. Avevo un
briciolo di seno e già mi vergognavo. Dopo
la visita mi sono sentita una “merda”, volevo sparire. I miei genitori viaggiavano tra
un senso di colpa e uno sguardo verso di
me, “la vergogna della famiglia”.
La cosa che oggi realizzo è che nessuno mi ha chiesto niente, parlavano della
mia schiena senza guardarmi come se io
non fossi lì, senza il diritto di esistere anche “storta”, diritto che ora rivendico con
tutta me stessa, e chi non mi accetta non
sa cosa perde».
Questo ricordo è l’eco di molte testimonianze di varie ragazze e ragazzi che
P
hanno scelto di non portare busti, di non
fare ginnastiche, di non fare interventi, ma
che hanno scelto una via difficile, a volte
contro tutti ma che li ha fatti crescere, maturare l’idea di poter esistere, di poter stare nelle loro emozioni senza sentirsi sbagliati, di poter sentire gioie e dolori, di
poter ridere, piangere, urlare (anche la rabbia), sentirsi vivi in ogni parte compresa la
schiena, senza costrizioni di sorta, senza
freni, e senza vergogne.
Per noi che li seguiamo, che facciamo
terapia con loro è stata una ricchezza scoprire che nascoste nelle loro corazze (muscoli) ci sono persone entusiaste della vita, felici di occuparne gli “spazi”, sensibili,
con una “fame” di affettività, di relazione,
di parole, di abbracci sinceri, di voglia di
camminare insieme, di mettersi in gioco.
Ci confrontiamo spesso con il gruppo di
lavoro di cui fanno parte: un dentista, due
optometristi comportamentali, un osteopata, un omeopata, fisioterapisti, una psicologa, che ci aiuta anche con il metodo
Tomatis per l’ascolto, ed una fisiatra. Il
gruppo è così assortito perché vi è una relazione tra la postura, la vista, l’udito e la
masticazione.
Le discussioni sono accese e c’è un vivo interesse per le evoluzioni ed i progressi che i ragazzi fanno, e nei momenti difficili c’è un sostegno forte e reale a chi se ne
affida.
Volevamo chiudere con due righe scritte da un bambino di nove anni, poesia che
anima il nostro operato.
Se tu mi tocchi
con dolcezza e tenerezza,
se tu mi guardi e mi sorridi,
se qualche volta prima di parlare
mi ascolti, io crescerò,
crescerò veramente.
(Un bambino di 9 anni) 1
Per informazioni
c/o Poliambulatori Via Aeroporto 1, Gardolo
Dott. Gianmoena, cell. 328 4494221
a riflessologia plantare è lo studio
di uno specifico massaggio che trova applicazione ai piedi: è un sistema semplice, naturale ed efficace.
La funzione di questa tecnica è di mantenere in salute il corpo e ricreare l’equili-
L
brio energetico, qualora situazioni di stress
o vari sforzi fisici abbiano creato disturbi vari, da quelli più banali a quelli più difficili.
Il massaggio vero e proprio consente lo
stimolo dei centri nervosi che a loro volta
“trasmettono” il messaggio direttamente
all’organo o alla parte interessata.
Nei nostri piedi troviamo, in forma ridotta, tutto il nostro organismo, ogni parte
di noi.
I vari punti di riflesso non sono disposti
solo sulla pianta dei piedi, come molti credono, ma si distribuiscono sia sul dorso
che sui lati interni ed esterni delle nostre
radici.
Nei nostri piedi troviamo una specie di
carta geografica del nostro organismo che
si distribuisce in modo equilibrato: nel piede destro organi della nostra parte destra
(fegato, appendice), nel sinistro organi della parte sinistra (cuore, milza).
Gli organi doppi (reni, polmoni ecc.) e
quelli situati sull’asse centrale del corpo si
trovano su entrambi i piedi.
La conoscenza dei vari punti energetici, la dislocazione dei diversi organi nel
piede, accomunati ad una certa manualità,
potrà consentirvi ad operare su voi stessi
e sugli altri.
La riflessologia però non si ferma qui,
ma anzi inizia da qui. Infatti con l’analisi
dettagliata dei piedi, osservandone la forma globale, quella delle dita, le rughe,
l’odore, le parti secche, le parti molli ecc.
possiamo “capire” la persona che ci sta
davanti dal punto di vista caratteriale,
emozionale ed il suo stile di vita, tutti elementi che influenzano la salute dell’individuo.
Per informazioni
Federica, cell. 347 5163827
Sono previsti anche corsi di formazione alla riflessologia.
Elettrauto - Riparazione vetri
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1
Pietro Lombardo, AFFETTIVITÀ NUTRIMENTO DEL CUORE, Ed. Vita Nuova, Verona 2004, pag. 21
a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
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Merry Christmas
Le poesie di Uga
Estate
Da quel ramo del Monte Calisio
Si gode gioiosa Gardol paese,
scruta le ore del suo campanile
una bianca casa che profuma di cielo;
a me sembra un agnello adagiato
sul fronte
o la mia gioventù che non vuole
morire;
il sole gagliardo abbaglia i suoi occhi
che sono per me un richiamo d’amore.
Sto rincasando, la mia corsa è folle
il dì s’è vestito di azzurro sfumato
vorrei tanto fermar questo dolce
momento
a cento il cuor mio pulsare io sento,
ma più forte di me è guardare lassù
l’intrepido faro o stella a mezz’aria
di quella casa nel suo Paradiso.
Oh, quanto l’amo!
Le poesie di Uga
Felicità
Ieri in filo di ferro spinato,
più brillante oggi e sofisticata,
volentieri ferisce senza timore
chi ad ogni costo la vuole
impalmare.
Il tempo e la vita, misteriosi
e concreti
assieme parlano solo d’amore,
si metton d’accordo su quando
partire,
e stringono i denti pel nostro
avvenire.
Benigni afferma: c’è niente
da dire,
la vita è bella in ogni sua forma;
cliccar di continuo il sito cielo
e separare il falso dal vero,
contemplare sul nascer la luna e le
stelle
quelle (s)cadenti son le più belle,
ed il perché, infine, cercar di
scoprire
la felicità fa tanto soffrire.
Scherzare va bene, ma fino a ’sto
punto
Però voglio dire quello che sento:
con tutta me stessa, di felicità
auguro a tutti metà più metà.
abbo Natale non è sempre stato
così come lo conosciamo adesso. Il primo “donatore di regali”
di cui si ha memoria fu San Nicola nel 300 d.C. a Myra (l’attuale Turchia).
Nato da una ricca famiglia rimase orfano
quando i genitori morirono di peste. Fu allevato da un monastero e all’età di 17 anni divenne uno dei più giovani preti dell’epoca. Molte storie vengono ancora
raccontate sulla sua generosità, soprattutto perché regalò a poco a poco tutta la sua
ricchezza ai bambini poveri della sua città
natale. Le leggende raccontano che era
solito donare grandi sacchi di oro o addirittura gettarli dalla finestra nella strada
sottostante dove venivano raccolti dai poveri del quartiere. Qualche anno più tardi
divenne arcivescovo, ma un arcivescovo
senza i paramenti ufficiali: solo una lunga
barba bianca e un cappello rosso in testa.
Dopo la sua morte fu fatto Santo. In quei
periodi la Chiesa Cattolica festeggiava la
nascita di Cristo e San Nicola fu inserito in
calendario. Quando ci fu lo scisma tra la
Chiesa Cattolica e quella Protestante quest’ultimi non desiderarono più festeggiare
San Nicola quale esempio di generosità e
carità cristiana, troppo legato alla Chiesa
Cattolica, così ogni nazione inventò il proprio “Babbo Natale”. Per i francesi era “Pere Noel”, in Inghilterra “Father Christmas”
(sempre dipinto con ramoscelli di agrifo-
B
Per gentile concessione del sito:
www.ilpaesedeibambinichesorridono.it
Lettera dalla Moldova a Babbo Natale
Caro Babbo Natale,
lo so che in questi giorni riceverai tantissime lettere dai bambini di tutto il mondo. Però so anche che lavorando giorno e notte riuscirai a leggerle tutte, perciò sono certa che
leggerai anche la mia. Gli altri anni ti scrivevo, credendo che per essere felice bastassero
solo giocattoli. Ora che sono un po’ più cresciuta capisco che per me non è così, i giocattoli non fanno più la mia felicità. Ciò che più mi manca, quello a cui penso sempre, colei di
cui più sento la mancanza è la mia mamma…
Non credere però che non sia più al mondo… Lei c’è. Solo che è tanto lontano. Lei è
andata a lavorare in Italia, perché nel nostro paese non si trova lavoro. Lo so che la sua scelta non è stata facile, lo so che tutto quello che fa lo fa per noi, per il nostro futuro. So che
anche per lei non è facile stare lontano da noi. Prima che partisse ci mancavano molte cose e invidiavo i bambini che potevano avere giocattoli. Ora però incomincio a capire che nella vita ci sono cose molto più importanti dei regali e dei giocattoli. Quest’anno ti chiedo, a
Natale, per piacere, portami a casa la mia mamma. Questo sarebbe il regalo più grande e
più bello che aspetto da te.
Ti ringrazio in anticipo. ★
IRINA
bimba moldava di 11 anni
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glio, edera e vischio) e la Germania aveva
“Weihnachtsmann” (l’uomo del natale).
Quando i comunisti presero il potere in
Russia e rifiutarono la Chiesa Cattolica vollero avere anch’essi il loro “Babbo Natale”
e lo chiamarono “Il Grande Padre del Gelo”, ma invece del consueto abito rosso lo
vestirono di blu. Per gli olandesi fu “Sinterklaas” che a causa di una cattiva pronuncia da parte degli americani divenne “Santa Claus”. Tutte queste figure natalizie si
differenziavano fondamentalmente per il
colore delle proprie vesti, chi blu, chi nero,
chi rosso; ma le uniche cose che avevano
in comune erano la lunga barba bianca e il
loro regalare doni. Babbo Natale, così come
lo conosciamo noi, risale all’anno 1823,
quando Clement C. Moore scrisse “A Visit
from St. Nicholas” (Una visita da San Nicola) dove lo descrive come un “vecchio elfo
paffuto e grassottello”. L’ultima e più importante incarnazione di Babbo Natale la si
ha dal 1931 al 1966 quando Haddon Sundblom disegnò la famosa immagine di
Babbo Natale per la pubblicità della Coca
Cola. Questo è il Babbo Natale che anche
noi conosciamo, con la sua lunga barba
bianca, il suo inconfondibile abito rosso,
degli stivali, la cinta di cuoio e un immancabile sacco carico di doni. ★
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a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
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Concetti di vuoto
nello spazio espositivo
l vuoto in Occidente o in Oriente è inteso e percepito in modo diametralmente opposto. Ma dove si trova il
vuoto e quanto è considerato? In ogni
cosa che si osserva, intorno a noi, dappertutto c’è il vuoto, ma lo sentiamo come
un’entità o come nulla?
Proviamo a chiarire questo concetto:
immaginiamoci di stare osservando un
vecchio albero imponente, diciamo un faggio, concentriamoci sulla sua forma, inizialmente vedremo un tronco e una grande massa di foglie, poi piano piano il nostro
sguardo riuscirà a penetrare nel suo interno, vedrà le forme dei rami, quella che
sembrava una massa di verde è distinta in
masse più o meno grandi, dove ognuna
avrà un proprio spazio.
Inconsciamente abbiamo attraversato
con la vista dei vuoti, ma se noi andassimo
oltre e se pur non vedendole, ci immaginiamo le faggiole, oppure uno scoiattolo
che salta tra i rami o la pianta spoglia che
ci ricorda l’autunno, oppure una pianta
contorta che ci porta con la mente in un
ambiente alpino tra le rupi.
Ecco che allora quei vuoti li abbiamo
riempiti, con la nostra immaginazione e
con quanto è nella nostra conoscenza.
L’importanza del concetto di vuoto è nella
cultura orientale in ogni forma d’arte, nel
bonsai, che io pratico, nell’ikebana, nella
danza, nella ceramica, nella musica; pensate al suono di una campana, quell’attimo
di silenzio tra un rintocco e l’altro.
Quindi dobbiamo definire il vuoto non
più come nulla o niente, ma uno spazio
fondamentale dove collocare la nostra conoscenza, senza riempirlo di cose inutili.
In conclusione è più importante ciò che
non c’è di quello che c’è. Nel titolo ho accennato allo spazio espositivo, perché alcune arti, come il bonsai, l’ikebana, la
scrittura, ecc. vengono inserite in uno spazio, detto TOKONOMA, per valorizzarne
l’esposizione, isolandole da qualsiasi forma di disturbo. In questo spazio che può
avere dimensioni diverse, legate alla misura del tatami (stuoia 180 x 90), il vuoto
è fondamentale. Dopo aver inserito il soggetto che si vuole esporre, accompagnato
da uno o due componenti, che possono essere un’erba o un rotolo di scrittura, una
pietra ecc., quello che rimane è un grande
spazio vuoto, questo per dare a chi osserva la possibilità di poter individuare la
propria visione delle cose. Armonia ed essenzialità devono coesistere ed insieme
suggeriscono immagini e serenità, dettate
dall’osservazione della natura. ★
I
DIEGO RIGOTTI
Filodrammatica “La Logeta”
un anno da incorniciare
a Filodrammatica “La Logeta”
chiude l’anno 2008 con grande
soddisfazione dei suoi componenti per le molteplici occasioni avute
nel mettersi in luce nel variegato mondo
del teatro amatoriale trentino.
È ancora presente il successo avuto
con il laboratorio teatrale tenutosi nei primi mesi dell’anno con la messa in scena di
un lavoro molto accattivante e divertente
“Cenerentola in cerca d’autore” ed alcune
delle partecipanti, con grande entusiasmo,
sono entrate a far parte della compagnia
per la messa in scena del nuovo lavoro
“Shopping” che debutterà presumibilmente nella tarda primavera 2009.
“La Logeta” ha continuato a portare in
scena in diversi teatri provinciali la commedia “La Maga Zenobia”, molto apprezzata dal pubblico per la divertente trama e
per la grande ilarità che sprigiona durante
il suo svolgimento.
E “I 4 Cantoni”?… stanno preparando
uno spettacolo degno della loro fama “Top
L
Secret”, un cabaret da strappare le risate
che debutterà il 7 febbraio 2009 con replica la settimana dopo il 14; nel frattempo
anche questo gruppo ha calcato teatri provinciali portando in scena sketch esilaranti che hanno deliziato il pubblico strappando applausi e risate.
L’obiettivo che la Filodrammatica persegue è provare nuovi lavori da mettere in
scena, cercando di incontrare il favore del
pubblico con un applauso, una risata, magari una lacrima che ci spinga a portare in
teatro la nostra grande passione.
Un arrivederci in teatro e buone feste a
tutti. ★
FEDERICO GOZZER
Il Presidente
P.S. la porta della Filodrammatica “La
Logeta” è sempre aperta, se qualcuno/a
volesse mettersi in gioco, bussi a quella
porta, noi la apriremo!
a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
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Rischio alcol in Trentino
alcol è ampiamente presente nel
nostro contesto di vita, è accettato, è legale è spesso reclamizzato sotto diverse forme e con modalità più o meno esplicite; dall’altro lato
esso rappresenta uno dei problemi più urgenti e sentiti per le conseguenze negative che il consumo non moderato provoca
alla salute, sui comportamenti “devianti” e
sulle relazioni sociali.
L’alcol rappresenta un rischio sia per la
salute individuale sia per i costi sociali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS ha più volte sottolineato che gli effetti sull’organismo dell’alcol hanno una rilevanza diretta ed indiretta, su oltre il 60%
delle cirrosi epatiche, il 45% di tutti gli incidenti (domestici, sul lavoro, stradali), il
40% degli omicidi, il 10% dei ricoveri in
strutture ospedaliere, l’8% dei decessi e
poco meno del 7% delle disabilità registrate in un anno. Nelle morti per incidente stradale l’alcol sembra essere presente
come potenziale elemento d’influenza in
circa il 50% dei casi. Il consumo moderato di alcol, collegato ai pasti e senza eccessi occasionali, entro limiti indicati dalla stessa OMS delle 2-3 unità al giorno per
gli uomini (max 40 gr di alcol) e di 1-2 uni-
L’
tà per le donne (max 25 gr al giorno), non
rappresenta un rischio per l’uomo e la
donna in buona salute. Il rischio può esserci se si tratta di adolescenti che effettuano il consumo in un’unica soluzione e
fuori pasto e che poi si mettono alla guida
di uno scooter o di un’auto. È proprio quest’ultima tendenza a creare una forte preoccupazione.
Come concordano i dati di numerose e
diversificate indagini, il fenomeno in crescita tra i giovani è quello chiamato del
binge drinking, ovvero del bere per ubriacarsi, per cercare lo sballo.
Il Trentino - Alto Adige è la regione dove il fenomeno è più marcato, con una percentuale di bevitori alla ricerca dello sballo, tra gli 11 ed i 18 anni, pari al 12,8%
(oltre il doppio della media nazionale).
I dati permettono di fare un raffronto
con realtà circostanti e mostrano che il
Trentino ha una percentuale più che doppia (36%) di bevitori a rischio rispetto alla
media nazionale (17%), preceduto però
dall’Alto Adige con il 40% e seguito dal Veneto col 29%. Anche il fenomeno del binge drinking appare più marcato nella provincia di Bolzano (21%) rispetto alla
provincia di Trento (14%) e al Veneto (12%)
e ben al sopra della media nazionale (8%),
così come la categoria “forti bevitori” che
rappresentano il 9% della popolazione dell’Alto Adige, l’8% di quella del Trentino e
del Veneto e il 6% di quella nazionale.
La constatazione che si può trarre dai
dati è che la realtà trentina risulta particolarmente esposta alla problematica dell’alcol, sia nelle forme più tradizionali di
consumo alimentare e ricreativo, con possibili effetti degenerativi di dipendenza
cronica, sia nelle forme, emergenti da circa un decennio, di un consumo fuori pasto e di abuso occasionale con effetti episodici di etilismo acuto.
La sfida è quella di contribuire a realizzare un clima culturale costruttivo verso
orientamenti valoriali e normativi in grado
di distinguere chiaramente l’utile, il piacevole e il dannoso che convivono nella sostanza chiamata alcol e di favorire comportamenti ad essi congruenti. ★
BRUNO BERTELLI
Docente di sociologia della devianza
presso l’Università di Trento
Gardolo (TN) - Via Feininger, 7
Top center (TN) - Via Brennero, 320
Millennium center - Via del Garda - Rovereto
tel. 0461.960686
tel. 0461.824750
tel. 0464.486771
L’angolo della storia di Alberto Mattedi
Il Ponte dei Vodi
l viadotto ferroviario per attraversare la
foce dell’Avisio fu chiamato “Ponte dei
Vodi”. Vodi perché era il luogo dove veniva accatastato e lavorato da parecchie segherie il legname fluitato dalla Valle di
Fiemme e dalla Val di Cembra. Qui c’era anche il dazio. Fu costruito dagli austriaci iniziando i lavori il 24 ottobre 1856. Nel 1959
I
di altre fabbriche. Nell’estate del 1944, vista
la difficoltà delle riparazioni fu creata una linea secondaria a circa 500 mt. ad est dello
stesso, in un punto molto più stretto dell’Avisio. Questo ponte provvisorio con piloni
in legno cedette al passaggio di un treno carico di feriti proveniente da Bolzano nella
notte tra il 6 e il 7 ottobre 1944 alle 3 di mat-
1944-1945: effetto di uno dei tanti bombardamenti
ci fu l’inaugurazione della linea ferroviaria
del Brennero. La sua lunghezza totale è di
circa 920 mt. Sorretto da 36 piloni, le sue
arcate sono 35 con una luce di 25 mt. Fu soprannominato dagli anglo-americani “Ponte
del Diavolo” e subì circa 240 bombardamenti dal 15 dicembre 1943 al 19 aprile
1945 (in questo giorno si susseguirono a più
riprese circa 300 bombardieri). A causa di
questi martellanti bombardamenti venne coniata una frase, tutt’oggi ricordata, che cita
così “Magna, bevi e godi ma sta lontan
dal Pont dei Vodi”. Per tenere in efficienza
la linea del Brennero e in special modo il viadotto ci lavoravano diversi operai della Todt
con l’aggiunta del personale della Caproni e
tina causando circa 70 morti e numerosi feriti. Il Ponte dei Vodi uscì dalla guerra con circa 2/3 delle arcate distrutte (precisamente
22). Nell’immediato dopoguerra il viadotto
venne completamente rifatto alzandolo di un
mt circa tenendo come buone le basi dei piloni. I piastroni di marmo che servivano per
il camminamento a sbalzo da ambo le parti
vennero recuperati e fu creato a Trento il parapetto di una parte di Via Marco Apuleio e
Lung’Adige Leopardi. La prima linea fu aperta nell’ottobre del 1949 e il 31 gennaio 1950
anche la seconda linea (costo della ricostruzione 400 milioni di lire). ★
ALBERTO MATTEDI
Gardolo più di un semplice
ricordo
nticipiamo con questa uscita del giornale che l’inaugurazione del libro
“Gardolo più di un semplice ricordo” di Alberto Mattedi e Mario
Moser (dedicato ai caduti, profughi e prigionieri
della Prima guerra mondiale) si terrà nel periodo fine gennaio - inizi febbraio 2009 (la data
precisa ve la comunicheremo con la prossima
uscita).
A
a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3
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Il panettone
i narra che alla vigilia di Natale,
nella corte del Duca Ludovico il
Moro, Signore di Milano, si tenne
un gran pranzo. Per quell’occasione il capo della cucina aveva predisposto un dolce particolare, degno di chiudere
con successo il fastoso banchetto. Accortosi che il dolce era bruciato durante la
cottura, il panico colse l’intera cucina. Per
rimediare alla mancanza, uno sguattero
della cucina, detto Toni, propose un dolce
che aveva preparato per sé, usando degli
ingredienti che aveva trovato a disposizione tra gli avanzi della precedente preparazione. Il capo cuoco, non avendo altro da
scegliere, decise di rischiare il tutto per
tutto, servendo l’unico dolce che aveva a
S
disposizione. Un “pane dolce” inconsueto
fu presentato agli invitati del Duca, profumato di frutta candita e burro, con una cupola ben brunita, fu accolto da fragorosi
applausi e, in un istante, andò a ruba. Un
coro di lodi si levò unanime e gli ospiti
chiesero al padrone di conoscere il nome
e l’autore di questo straordinario pane dolce. Toni si fece avanti dicendo di non avergli ancora dato nessun nome. Il Duca allora lo battezzò con il nome del suo creatore
e da quel momento tutti mangiano e festeggiano con il “pan del Toni”, ossia il panettone, famoso ormai in tutto il mondo.
Molte ricette tradizionali vengono associate a storie simili, ma sicuramente questa
è la più bella. ★
Buche de Noel (Francia)
È
il dolce più famoso in Francia ed
è conosciuto in tutto il mondo.
“Buche de Noel” significa ciocco
di Natale.
Ingredienti:
6 uova
140 g di zucchero a velo
100 g di farina
34 g di fecola
1 bustina di vaniglia
sale
1 bicchierino di rhum
300 g di marron glacé
30 g di zucchero
2 dl di panna da montare
1 cucchiaino di cacao amaro
20 g di burro
20 g di cioccolato fondente
Preparazione:
Montate i tuorli con lo zucchero a velo, e gli
albumi a neve con un pizzico di sale.
Setacciate insieme la farina, la fecola e
la vaniglia ed incorporatele alla crema di
uova.
Aggiungete delicatamente gli albumi montati a neve.
Versate il composto in uno stampo a cassetta di 1,5 l già imburrato ed infarinato e
fate cuocere in forno caldo a 190°.
Sformate e lasciate raffreddare.
In una casseruola fate bollire lo zucchero
in mezzo bicchiere d’acqua per 5 minuti,
fate raffreddare e aggiungete la metà del
rhum.
Dopo aver schiacciato i marrons glacés
e aver incorporato il rhum rimasto, unite
2 cucchiai di panna ed il cacao, quindi
montate la rimanente panna e unitela delicatamente.
Tagliate le estremità del dolce preparato e dividetelo in 3 parti orizzontalmente.
Dopo aver bagnato ogni strato con lo sciroppo, spalmate con la crema e ricomponete il dolce.
Lavorate il burro con ½ cucchiaini di zucchero a velo ed una presa di cacao e spalmate con questo composto le estremità
del dolce.
Ricoprite tutta la superficie con la crema
di marron glacé, cospargete con zucchero a velo e decorate con riccioli di cioccolato. ★
Cranbe fruit nut bread - USA
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In una ciotola capiente setacciate insieme
la farina, il lievito e il sale.
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Cottura: 55 minuti
Lasciate riposare per qualche minuto,
quindi sformate e trasferite il dolce su una
gratella.
Fatelo raffreddare completamente prima
di servirlo. ★
B
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A
C
C
A
Preparazione: 25 minuti
Incorporate l’uovo sbattuto, 40 g di burro
ammorbidito a temperatura ambiente,
lo zucchero, il succo e la scorza d’arancia. Quando il composto risulterà ben
amalgamato, aggiungete, senza mai smettere di mescolare, le noci tritate e i mirtilli. Preparate uno stampo rettangolare di
23x13 cm, imburratelo e versatevi il composto.
Fate quindi cuocere in forno preriscaldato
a 180°C per 55 minuti.
Verificate la cottura con uno stecchino o
con l’apposito cake tester e sfornate.
A
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Ingredienti:
per 1 pane per 6-8 persone
1 cucchiaio di scorza d’arancia
grattugiata
180 g di mirtilli
70 g di noci
1 pizzico di sale
200 g di farina 00
150 g di zucchero semolato
8 g di lievito in polvere per dolci
(1/2 bustina)
60 g di burro
180 ml di succo d’arancia
1 uovo
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ane di frutta ai mirtilli e noci, molto profumato e ricco di sapore, un
classico per il Natale e il giorno
del Ringraziamento.
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pdf - Il Gruppo Roncafort