A STA M P L’OTTICA di Donati Angela Piazza Libertà, 11 38014 Gardolo tel. 0461.992105 e-mail [email protected] a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo Anno XIX - dicembre 2008 - n. 3 Bimestrale di cultura - politica - attualità Elezioni provinciali a Gardolo a Circoscrizione di Gardolo ha manifestato nelle elezioni provinciali del 9 novembre scorso una consistente vittoria della coalizione del centro sinistra trentino, guidata dal compaesano Lorenzo Dellai. Vi era molta attesa per i risultati di Gardolo in queste elezioni, perché alcuni partiti, ma in particolare la Lega Nord, si sono molto impegnati sul nostro territorio, hanno concentrato qui diverse iniziative con una presenza pressante (con vivaci gazebo in piazza alla presenza dei leader provinciali). Si è creato un clima di scontro e di tensione. Oltretutto alle elezioni politiche dell’aprile scorso, questo partito aveva avuto qui un notevole successo, con il raddoppio quasi dei voti. Anche altri parti- L ti pensavano di ottenere risultati eclatanti nel nostro paese. Purtroppo Gardolo è considerato, e lo è per molti versi, una periferia urbana degradata in difficoltà, un Bronks, con una percentuale di immigrati decisamente più elevata della media provinciale con conseguenti difficoltà di integrazione e di convivenza e con una forte tensione sociale che ogni tanto esplode. Per questo molti si aspettavano un profondo rivolgimento politico, dei risultati sensazionali che ribaltassero i tradizionali [continua in pagina 2] Via S. Anna, 2 - Gardolo (TN) tel. 0461.960772 Necessità di integrazione l progetto “Scenari sulla sicurezza. Tra sicurezza reale e sicurezza percepita” è uno studio condotto da Transcrime a cura del Servizio Autonomie Locali della Provincia Autonoma di Trento. Come si può vedere dalla tavola di seguito riportata, in questo studio viene analizzata la criminalità “trentina” negli anni che vanno dal 1995 al 2006. Statistiche e dati possono sicuramente essere letti in molte chiavi, ma in questo caso poiché sono valutati gli andamenti I (crescita o calo) rispetto al territorio nazionale, crediamo siano di lettura corretta. All’interno del lavoro viene valutata l’incidenza della presenza straniera sulla criminalità: poiché nella Circoscrizione di Gardolo è presente un numero rilevante di extracomunitari, credo sia corretto riportare una sintesi delle considerazioni che alcuni esperti hanno fatto (Dott. Mazza, Commissario del Governo per la PAT, Dott. Lino Giacomoni, Comandante Polizia Municipale di Trento, Dott. Ascolani, Università degli Studi di Trento ed altri). Nel complesso la situazione in Trentino risulta molto buona, anche se spesso nell’immaginario collettivo l’immigrazione viene vissuta come un fattore di instabilità e di [continua in pagina 3] In occasione delle prossime festività la redazione augura ai lettori e sponsor i migliori auguri di Buon Natale e Felice anno nuovo 38100 Trento - Via Brennero, 171/1 (Canova Bassa) tel. 0461.824895 - fax 0461.428392 e-mail [email protected] a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 2 [continua da pagina 1] Roncafort “Yes, we can” Elezioni provinciali a Gardolo equilibri. Invece non c’è stato nessun sconquasso: la coalizione di centro sinistra con a capo Dellai ha superato qui il 54% dei voti, contro il 41% del centro destra. Una consistente maggioranza che si richiama ai tradizionali valori della gente trentina: seri, prudenti, riflessivi, solidali, tendenzialmente moderati che però guardano a sinistra (come diceva De Gasperi). In tutte le 10 sezioni elettorali di Gardolo, il primo posto come consensi spetta al Partito Democratico - PD con il 25,7 dei voti. Un “gardolot” su 4 (ben 1631) ha votato per il partito riformista, profondamente democratico che ha nel suo DNA i principi della pace e della convivenza, che si oppone ad ogni sorta di razzismo, che valorizza il merito e le capacità individuali. Ma un notevole successo (15,8%) qui ha avuto anche l’Unione per il Trentino UpT nata solo tre mesi fa, diretta erede per la verità della “Civica Margherita”, che recupera la parte più moderata e tradizionale dell’elettorato gardoloto, che però si rivolge alla coalizione di sinistra. Con i suoi toni di scontro intransigente, la linea populista di protesta della Lega si è fermata al 16,8% dei voti. Altri piccoli partiti, ma di antica tradizione (estrema sinistra, Leali, Verdi, ecc.) sono stati assorbiti da questa polarizzazione destra-sinistra che anche qui per diversi motivi ha funzionato. La coalizione di centro sinistra vincitrice, in particolare il Partito Democratico, dovrà adesso assumersi le proprie responsabilità definendo delle ben precise proposte e programmi, prima di tutto in Circoscrizione, ma poi anche nel Comune di Trento. Auguri.★ FABIO GIACOMONI Il direttivo Presidente Vice Presidente Segretario Tesoriere Consiglieri Mussi Anna Nicolini Luisa Conotter Rinaldo Baldo Gianni Borriello Antonio, Capossela Bruno, Faes Franco, Gardumi Massimo, Giacomoni Fabio, Mattedi Alberto, Middonti Rina “A NORD di Trento” - Periodico bimestrale iscritto al Registro Stampa n. 1367 del Tribunale di Trento, in data 31.07.2008 Proprietà Associazione culturale “IL GRUPPO” via Caproni 15, Roncafort (TN) e-mail: [email protected] Direttore responsabile Ugo Bosetti (0461.826729) Responsabile pubblicità Gianni Angelini (0461.993046) In redazione Alberto Mattedi, Anna Mussi, Fabio Giacomoni, Franco Faes, Giorgio Boscolo, Luisa Nicolini, Moreno Marighetti, Orlando Lasci, Rina Middonti Tiratura/diffusione 6.000 copie Realizzazione grafica e stampa Publistampa Arti grafiche - Pergine Valsugana (TN) Tel. 0461.511000 carta ecologica con cellulosa proveniente da foreste amministrate, sbiancata senza uso di cloro i sembra che questo slogan, coniato per ben più complesse situazioni di riscatto sociale, possa interpretare con efficacia lo spirito con il quale Roncafort deve mettersi in cammino per recuperare la sua identità di comunità. Identità di comunità, che negli ultimi anni ha ceduto il posto a quella di quartiere dormitorio, di periferia anonima e talvolta degradata da interventi urbanistici laceranti. Come ritrovare questa identità? Recuperando un confronto critico ma costruttivo tra la popolazione, la Circoscrizione e il Comune per indirizzare le future scelte urbanistiche verso un miglioramento della qualità della vita del nostro quartiere. Questa lettera aperta ai residenti di Roncafort vuole essere una occasione di informazione per avviare appunto questo confronto attraverso questa e altre forme di dibattito e partecipazione attiva. Credo che le premesse per intraprendere una dialettica propositiva sul futuro del nostro territorio possano, prima di tutto, scorgersi nel Piano Regolatore del Comune di Trento, recentemente entrato in vigore nella sua variante 2004. In questo fondamentale strumento di pianificazione urbana si riconosce a Roncafort da un lato la significativa peculiarità legata agli spazi agricoli ancora presenti nel suo territorio ma anche la carenza di spazi pubblici e aggregativi e di servizi. Sulla base di tale affermazione il PRG, limitando le nuove costruzioni alle sole zone di completamento, garantisce la permanenza di spazi agricoli e individua, nell’area, soggetta a piano di attuazione, compresa tra l’edificato esistente, la linea ferroviaria del Brennero e la strada della Valsugana, un idoneo luogo destinato ad attività sportivo-ricreative con una piccola rete ciclabile che consenta il collegamento di queste attrezzature con le parti residenziali del sobborgo. Tale previsione, se verrà perseguita, assicurerà il rispetto della vocazione agricola del nostro territorio sottraendola alla speculazione e garantirà al contempo la futura realizzazione di servizi sportivi e ricreativi. Per quanto riguarda il comparto C4 ITEA che comprende: • il Centro Civico con piccolo market, spazi per le associazioni e sale pubbliche; M Progetto futura piazza di Roncafort • la piazza e relativo parco pubblico; • il nuovo asilo nido ITEA s.p.a. ha programmato di appaltare i lavori nel prossimo anno. Mentre per il sottopasso ciclo-pedonale di collegamento con Canova, il Comune definirà nel prossimo anno le procedure di esproprio e nel 2010 inizierà i lavori. La realizzazione di tali interventi, secondo un’impostazione coerente con le necessità della comunità di Roncafort, è dovuta oltre che alla Circoscrizione anche all’impegno di numerosi residenti che, attraverso l’unica associazione presente sul territorio (“Il Gruppo”) e il contributo di un comitato civico spontaneo, hanno saputo sollecitare opportunamente l’Amministrazione comunale. Continuando con le realizzazioni in programma per il 2009 è previsto anche lo spostamento dell’attuale capolinea dell’autobus in posizione più a nord in corrispondenza di una nuova rotonda di prossima realizzazione. Ciò consentirà di sgravare la rotonda attuale, dove confluiscono cinque strade che rendono caotico il traffico e le manovre, nonché di aumentare la sicurezza dei pedoni. A quanto sopra si aggiunge la possibilità, recentemente raggiunta, per tutti i residenti di accedere, previa stipulazione di un contratto con uno dei gestori di rete autorizzati, al servizio ADSL attraverso la rete winet da poco ultimata. Più problematica risulta la realizzazione di altri servizi pubblici. Tra questi, fondamentale, la farmacia che è stata attribuita recentemente al nostro quartiere e già assegnata ad un titolare, attraverso apposito concorso. Se non si riusciranno a trovare idonei locali, anche questo servizio non potrà essere attivato, come già avvenuto per il mercatino che doveva trovare collocazione nello spazio appositamen- te creato lungo Via Caneppele, poco più a nord dell’incrocio con Via Caproni. In quest’ ultimo caso dopo che il Comune ha provveduto alla realizzazione delle piazzole per la sosta, gli ambulanti non si sono più fatti vivi. Tra le altre prospettive avviate dal Comune di Trento su Roncafort importante risulta quella relativa alla ciclabile di collegamento con Via Maccani, intervento del quale è stato redatto uno studio di massima appena approvato, con alcune osservazioni, dalla Circoscrizione. Un problema aperto rimane inoltre quello del senso unico in Via dell’Asilo, strada che risulta attualmente a doppio senso, con una sezione insufficiente a garantire la sicurezza nel transito di veicoli e pedoni. Su tale aspetto la Circoscrizione, pur essendo intervenuta, si è scontrata con l’indifferenza dei residenti della zona, che interpellati mediante un sondaggio scritto, non hanno espresso, per larga parte, la loro opinione in merito. Ultimo, ma non meno importante, il collegamento autobus con Gardolo, attualmente affidato ad una navetta, ma che dovrebbe trovare organica soluzione con il prolungamento della linea che serve Roncafort, come più volte richiesto dalla Circoscrizione all’Amministrazione comunale. Anche se fondamentali, non sono solo le infrastrutture e i servizi che creano comunità, specie nelle nostre città, dove significativo è l’inserimento di numerosi nuclei famigliari stranieri. Bisognerà proporre e creare situazioni d’incontro e promuovere cultura dell’accoglienza, nei confronti dei nuovi residenti. Solo così Roncafort potrà trasformarsi da dormitorio a comunità. Per questo è necessario il contributo di tutti: cittadini ed istituzioni, nessuno escluso. ★ PAOLO CASTELLI Consigliere Circoscrizionale di Gardolo a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 3 Un Natale al risparmio eri vagavo sconsolata tra le scansie di un supermercato di un centro commerciale di Trento. Avevo bisogno di una bottiglia per fare un piccolo presente. Luci, confezioni imbrillantinate, folla impaziente, code, carta patinata. Soldi e pacchettini. Sono uscita scura in volto. Penso che ci sia un bisogno urgente di prendere coscienza del grande potere che ognuno di noi ha nel momento in cui opera tante piccole scelte, tira tanti piccoli fili invisibili che però alla fine possono modificare il nostro stile di vita. Mi riferisco soprattutto ad un ambito, in cui al singolo è lasciata, almeno apparentemente, la libertà di scelta: i consumi. Dall’acquisto di beni all’uso di energia, la scelta di un tipo di consumo piuttosto che un altro può fare la differenza. Purtroppo spesso ci lasciamo in- I fluenzare da modelli e stili di vita che ci vengono proposti come gli unici possibili. Attenzione, grossa è la posta in gioco, lo spettacolo delle marionette rende bene, e i vari Mangiafuoco lo sanno. Tendendo i loro fili invisibili ma robusti, ci fanno credere che abbiamo bisogno di comprare, usare, consumare a pieno ritmo, per poi gettare ciò che si rompe e ricomprarlo. Il mio è un appello a riflettere sulla necessità di adottare stili di vita più virtuosi e morigerati. Decrescita (dei consumi), autoproduzione (alimentare, artigianale, artistica ed energetica) e scambio (di prodotti, di beni e di emozioni) sono alla base, a mio parere, dell’unico sistema sostenibile a lungo termine. Quante volte buttiamo cose che siamo stufi di vedere o che potrebbero essere aggiustate? Il cassonetto non sempre è una buona soluzione, credetemi! Le Feste del Riuso, i Mercatini dell’Usato sono ottimi. Parlando di consumi domestici, ci sono poi mille piccoli accorgimenti per risparmiare risorse in casa (l’acqua, la luce, il riscaldamento…) e fuori (andiamo in bicicletta!!!). Si può prendere qualche spunto dal sito di didattica ambientale www.mostramida.it., oppure in appuntamenti come il Lentofestival in Toscana (www.lentofestival.it) o in fiere come Fa’ la Cosa Giusta! (a Trento i primi giorni di novembre)… Le cose da cambiare sono tante; soprattutto in questo mese di corse sfrenate all’acquisto, pensiamoci… Il nostro futuro è appeso a un filo, manovriamo bene le nostre marionette!★ LUISA NICOLINI Qualche idea per autoprodurre un regalo di Natale: Dona alla mamma un fiore sempreverde! Dipingi un fiore su un sasso, basta un pennello, colori acrilici e un po’ di pazienza! Ci sono dei libri che insegnano come fare*, ne uscirà un regalo da apprezzare! Costruisci uno strumento musicale per il tuo bimbo utilizzando materiale di recupero! Per un tamburo basta un vaso in terracotta, un pezzo di pelle, dello spago! Per una piccola percussione un cavicc (un pezzo di legno fatto ad elle), dello spago fissato alle estremità in cui avrete infilato dei tappi a corona, bucati in mezzo! Io ho fatto un concerto improvvisato con strumenti improbabili! È divertente!** Regala una maglietta personalizzata! Ci puoi copiare un simbolo, una scritta, un disegno che faranno sicuramente piacere a chi la riceve (soprattutto se fa ridere!). E non scoraggiarti se non sei un Giotto. Secondo me non c’è niente di più bello di un regalo fatto a mano, soprattutto se è un adulto a farlo!! * Lin Wellford, DIPINGERE I FIORI SUI SASSI, Fabbri Editori. ** Rossana Rossena, RICICLA IN MUSICA, Demetra. [continua da pagina 1] insicurezza soprattutto dove la presenza di un maggior numero di case in affitto a prezzi più bassi porta ad un più alto rischio di emarginazione e potenziali conflitti. Questa percezione è dovuta, oltre alla paura del diverso, anche all’influenza dell’equazione immigrazione-criminalità sempre enfatizzata dai mass-media. In realtà senza i lavoratori stranieri avremmo crescenti problemi a coprire una serie di mansioni e lavori molto umili e non graditi ai nostri giovani, lavori peraltro indispensabili per accrescere la ricchezza ed il benessere del Trentino. Non solo: il fatto che le coppie trentine abbiano sempre meno figli porta ad un invecchiamento demografico crescente. Conseguenza diretta è una forza lavoro esigua rispetto al numero di anziani: in questo senso l’immigrazione può solo contribuire a rallentare la tendenza in atto con giovamento dell’economia e dello sviluppo. Occorre quindi un’informazione più attenta sugli immigrati “regolari” visto che in Italia, e in Trentino in particolare, gli Necessità di integrazione extracomunitari commettono reati in misura minore rispetto agli autoctoni. Per contro gli immigrati clandestini hanno un livello di criminalità più elevato della media nazionale e trentina. È logico pensare che il disagio, inteso come mancanza di lavoro, casa, denaro, porta più facilmente a risentimento, frustrazione e rabbia che più facilmente sfociano in azioni criminose. Per contro stabilità ed integrazione sociali sono deterrenti che portano a comportamenti corretti per non perdere tutto ciò che faticosamente si è conquistato. È quindi molto importante proseguire nel processo di integrazione degli immigrati e sorvegliare che le condizioni di impiego siano conformi alle leggi. Non dobbiamo infatti dimenticare che il lavoratore straniero è spesso il più richiesto proprio perché risulta essere il più facilmente ricattabile.★ ANNA MUSSI Presidente de “IL GRUPPO” Criminalità in Trentino Omicidi Lesioni dolose Violenze sessuali < media nazionale = media nazionale > media nazionale Totale furti < media nazionale (ad eccezione dei furti su auto in % > all’Italia) Totale rapine < media nazionale Composizione demografica e strutture familiari Popolazione residente crescita in % maggiore del resto d’Italia Popolazione straniera residente crescita in % maggiore del resto d’Italia Saldo naturale migliore dell’Italia Nuzialità e Divorzio Trentino peggio dell’Italia Famiglie monogenitoriali tassi più alti dell’Italia Economia e Occupazione Sportelli bancari Disoccupazione Disoccupazione giovanile tassi superiori alla media nazionale andamento decrescente e roseo rispetto alla realtà italiana andamento decrescente e roseo rispetto alla realtà italiana Istruzione Laureati: Trentino in linea con l’andamento nazionale Consumo di alcol Consumo in media con l’Italia del nord-est i cui valori sono ampiamente superiori a quelli della media nazionale a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 4 Celebrazioni del 4 novembre e i caduti dimenticati l 4 novembre scorso si è celebrato il 90° della fine della Prima guerra mondiale. Si è assistito ad un elogio della vittoria italiana contro il nemico austro-ungarico. Per l’Italia la “Grande Guerra” è diventata la quarta guerra d’indipendenza che completa l’unità d’Italia, con la I conquista di Trento e Trieste. Per l’Austria la fine del grande impero plurinazionale. Quest’anno nell’occasione è anche riemerso un certo tono nazionalistico, un encomio alla Patria per la quale “siam pronti alla morte”. Non possiamo però dimenticare, che la “Grande Guerra” è stata un Occhio agli appuntamenti Il gruppo Donne Ernesta Bittanti Battisti organizza marzo - aprile 2009 Corso di HARDANGER SERATE DI LABORATORIO PER CREARE E SOCIALIZZARE presso la Sede - piazzale L. Groff - Gardolo (sopra gli Alpini) tel. Cristina 0461 991318 - tel. Renza 0461 993468 cell. 347 1548211. L’Associazione Il Gruppo organizza in gennaio “LABORATORIO TEATRALE” condotto dall’insegnante Annalisa Morsella corso della durata di 12 incontri per ragazzi tra i 10 e 20 anni tel. 0461 420577 Anna cell. 339 7242285. La Filo “La Logeta” presenta Sala Teatro di Gardolo Sabato 10 gennaio ore 20.45 E LA POVERA MILLY!? Compagnia “Gustavo Modena” di Mori Domenica 11 gennaio ore 16.00 L’AMORE DELLE TRE MELARANCE I burattini di Luciano Gottardi Sabato 24 gennaio ore 20.45 L’EQUIVOCO La Filodrammatica di Olle Sabato 7 e sabato 14 febbraio ore 20.45 TOP SECRET “I Cantoni de La Logeta” di Gardolo terribile flagello, una catastrofe spaventosa che ha provocato milioni (!!) di morti e tragedie immani. Noi trentini e in particolare noi gardoloti dobbiamo ricordare che, fino al 1918, la nostra terra faceva parte del grande Impero Austro-ungarico, e che i nostri soldati – quasi 60.000! – fin dal 1914, combatterono con la divisa austriaca principalmente sui fronti della Galizia e della Russia. 10.501 di loro morirono in quelle terre lontane combattendo nell’Imperial Regio Esercito e furono per lungo tempo dimenticati, come si fa di solito per i vinti. Invece una minoranza di “irredentisti” trentini (meno di mille) rifugiati in Italia, che combatterono nell’esercito italiano, divennero per la storiografia italiana celebrati “eroi”. Alcuni di essi diedero la vita per redimere Trento e Trieste all’Italia, come Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi ed ebbero giusti riconoscimenti postumi. Per i 10.501 trentini caduti in Galizia e Russia, calò l’oblio e vennero rimossi dalla nostra memoria collettiva. Solamente nella città di Trento e sobborghi (allora Comuni), i caduti con la divisa austro-ungarica furono 1000. In loro ricordo finalmente, qualche mese fa (luglio 2008), è stata posta una lapide sul palazzo del Municipio in Via Belenzani, che recita: «A PERENNE MEMORIA DEI 1000 SUOI FIGLI, SOLDATI DELL’IMPERIAL REGIO ESERCITO AUSTRO UNGARICO CADUTI NEL CONFLITTO MONDIALE 1914 - 1918 AFFINCHÉ NON VENGANO DIMENTICATI». Tra questi 1000 caduti vi sono anche 95 gardoloti che qui vogliamo ricordare uno ad uno: Andreolli Angelo, Anesi Giuseppe, Baldessari Fortunato, Battistata Albino, Battistata Cirillo, Battistata Guglielmo, Bonvecchio Erardo, Brugna Valentino, Cagol Camillo, Camin Giovanni, Cappelletti Romano, Casagrande Cassiano, Casagrande Giovanni, Cestari Enrico, Cestari Guido, Cestari Gustavo, Cestari Vittorio, Chiogna Federico, Conci Giovanni, Conci Giulio, Conci Giuseppe, Cortelletti Emilio, Cortelletti Giovanni, Coser Luigi, Costa Settimo, Dallapiccola Dionigio, Debiasi Attilio, Dellai Beniamino, Dellai Giuseppe, Dorigatti Cirillo, Dorigatti Giuseppe, Ferrari Giovanni, Furlani Ferdinando, Garzetti Luigi, Giani Annibale, Giani Giuseppe, Giani Luigi, Giani Noè, Gozzer Giovanni, Lucchi Attilio, Lucchi Celeste, Lucchi Massimo, Lucchi Pancrazio, Lucin Giuseppe, Malpaga Emanuele, Marchetti Angelo, Margonari Bonatto, Mariz Cornelio, Mattedi Angelo, Mattedi Augusto, Mattedi Enrico, Mattedi Fortunato, Mattedi Lino, Mattedi Lucillo, Merler Annibale, Merler Cassiano, Merler Cesare, Merler Tranquillo, Merzi Massimo, Molinari Giovanni, Moltrer Augusto, Moltrer Gervasio, Mosna Agostino, Mosna Giovanni, Mosna Giuseppe, Osti Vittorio, Paisan Delfino, Paisan Mario, Pedrolli Oscar, Pegoretti Giacomo, Pegoretti Pietro, Pisetta Beniamino, Pisetta Egidio, Pisetta Mansueto, Prighel Giovanni, Pucher Giuseppe, Pucher Lodovico, Rizzi Arcangelo, Rizzi Battista, Rizzi Giuseppe, Sench Luigi, Sester Albino, Stefani Federico, Stefani Oscar, Stenech Vigilio, Tomasi Arcangelo, Tomasi Quirino, Uber Augusto, Uber Lodovico, Vedovelli Mario, Zadra Antonio, Zaiotti Angelo, Zaiotti Biagio, Zaiotti Modesto, Zatelli Eligio.★ FABIO GIACOMONI FAUSTINI Renzo & Arcangelo 38014 Roncafort - Gardolo (TN) tel. 0461.993272 - 992003 - fax 0461.993272 RIPARAZIONE MACCHINE AGRICOLE E INDUSTRIALI - COSTRUZIONI IN FERRO a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 5 Racconti di Natale: una visita particolare negozi hanno le serrande chiuse ma nelle vetrine le luminarie natalizie continuano a lampeggiare pigramente. Gli addobbi d’oro e d’argento che prima della Festività lanciavano il loro magnetico richiamo al viandante hanno perso ora la loro lucentezza, la loro vivacità. È il 26 dicembre di un anno particolare. L’aria del mattino è pungente. Durante la notte il termometro deve essere sceso sotto lo zero. Le rare persone che incontro lungo la strada che porta all’Ospedale, procedono frettolose, con le mani affondate nelle tasche e le spalle raccolte intorno al collo incassato sui baveri alzati. Nei volti è scomparsa l’ansia che si riscontra nei giorni che precedono la Festività. Ora vi leggo una certa malinconia, quasi una tristezza, non come chi abbia di recente vissuto un momento di serenità interiore ma piuttosto di chi si è liberato da un peso, di un appuntamento al quale si sarebbe volentieri sottratto. Salgo le scale che conducono al reparto. Entro ed è subito forte il contrasto dell’aria fresca che si respira all’esterno con questa, stagnante, che odora di stantio. Percorrendo il lungo corridoio lo sguardo indaga nelle stanze ed incrocia quello rassegnato e malinconico di chi ha trascorso la Ricorrenza in quei letti, lon- I tano dagli affetti. Questa volta in modo diverso dalle molte altre che vi sono state, e per qualcuno forse, l’ultima. Nell’ultima stanza, in fondo al corridoio, mi soffermo sull’uscio e nel letto accanto alla finestra riconosco a fatica, nella penombra, la sua figura: ha gli occhi chiusi, respira lievemente con la bocca aperta. Dorme di un sonno leggero. Sulla testa il berretto di lana bianco abbassato sulla fronte. Mi avvicino e cercando di non far rumore mi accosto al letto. Osservo le mani ossute, il pallore del volto ed i solchi profondi che il tempo ha scavato nella fronte. Una struggente commozione mi assale. La figura scarna, rimpicciolita, inerte, eppure un tempo così piena di vigore e di forza, riporta alla mia mente visioni di un passato ormai molto lontano, eppure ancora così vivo: «Ti ricordi papà quand’ero bambino e tu giovane e pieno di vita. Quando mi sapevi trasmettere tutta la tua sicurezza e solo udire il tono della tua voce faceva svanire ogni mia paura di bimbo? Ti ricordi quando mi insegnavi a portare la barca e partivamo al tramonto io e te, soli, sul mare. A pesca per tutta la notte? Pulsava in me la frenesia per la magica avventura che mi accingevo a vivere e mentre ti aiutavo a portar le fiocine ed i remi già la mia fantasia correva sulle sec- che lontane dove, nascoste tra le alghe, ci aspettavano, ignare, le anguille. Quelle notti immense, piene di stelle. E poi i colori magici dell’alba, i gabbiani a volo radente sull’acqua, in cerca di cibo. E gli odori che portava il mare al sorgere del sole. Era vera felicità poterti stare accanto e dimostrarti che anch’io volevo, come ogni bimbo vuole, farti sentire che ero parte di te, che il mio cuore batteva all’unisono con il tuo, farti partecipe del mio sentirmi accanto a te immenso, invincibile, eterno. Quanti lunghi anni sono passati da quelle felicità! Non sapevo ancora, a quel tempo, degli affanni, delle angosce, delle lacerazioni che ci attendono lungo il cammino della vita. Forse anche tu, in questo momento, nei tuoi sogni, stai ripercorrendo quella passata virile stagione e senti ancora nelle narici il profumo salmastro dell’aria e negli orecchi il placido sciabordio della marea accarezzare lievemente i fianchi della tua barca. Eppure nonostante siano trascorsi molti anni e la vita, nella rigida tirannia delle sue regole, abbia allontanato le nostre esistenze, ancora la tua vicinanza riesce ad infondermi un senso di pacata sicurezza». Quasi stesse ascoltando i miei pensieri, apre gli occhi, raggrinza la fronte, solleva il capo dal cuscino e stringe le palpebre per meglio mettere a fuoco il volto della persona che gli sta accanto, poi la bocca si atteggia ad un confortante sorriso che mi comunica tutto il piacere che prova nel rivedermi. «Passato un buon Natale, papà?» Mi rendo subito conto della banale e ridicola sortita ma questo mi consente di guadagnare il tempo per mascherare lo sconforto che provo nel leggere nel profondo dei suoi occhi l’angoscia, lo smarrimento e, forse per la prima volta, una nuova inconsapevole paura. Cerco di rassicurarlo sulle sue condizioni riferendogli quanto mi aveva riferito il medico. Qualche giorno ancora, poi lo avrebbero dimesso. Si lamenta di quanto sono lunghe le notti a passare lì dentro, del suo desiderio di tornarsene presto a casa, nel suo letto, tra le sue cose, le sue abitudini, rivedere i lunghi tramonti sul mare, respirare nuovamente l’aria che sa di salmastro. Di ritornare alla vita. Ci congediamo un po’ più risollevati nell’animo ma nello sguardo v’è la consapevolezza che è immodificabile l’equilibrio che governa il sempiterno andirivieni delle maree. Fuori s’è alzato il vento. Respiro a pieni polmoni l’aria frizzante e mi avvio di buon passo verso casa. Ancora, dalle vetrine dei negozi, gli addobbi di Natale lanciano il loro richiamo intermittente e scialbo.★ GIORGIO BOSCOLO Cruciverba di Ugo e Carlo Proponiamo un cruciverba con un mix di parole in italiano e dialetto di Trento Gardolo. Le definizioni in dialetto sono evidenziate con un asterisco (*). La soluzione del cruciverba è riportata in ultima pagina. 1 2 3 4 5 16 7 9 21 22 23 28 32 33 35 43 50 36 59 53 15 31 55 47 56 39 48 57 58 66 70 74 45 L’Associazione dei magistrati 48 Cuoio* 50 Nota radio locale 52 Pezzo di tronco segato* 55 Cosa irrealizzabile, castello in aria, desiderio 58 Ravenna 59 Tutolo, regge i chicchi del mais* 61 Filo ingarbugliato* 62 Dito senza vocali 63 Sterco di bovino* 64 Nome del cantante Sorrenti 65 Il “così sia” a fine messa 66 Il santo di Petrelcina 67 Giare, grossi recipienti 68 Nel baule di tutte le auto 69 Chiusura per... botteghe* 72 Si fa in un zic e… 73 Suono da campanello 74 Non confessionale 75 Il neopresidente Usa 77 Affanno, trepidazione 78 Chi la taglia, chi la mangia, chi se la fuma… 79 Capitale italiana del turismo estivo 41 62 69 78 40 49 65 73 14 26 30 46 54 68 ORRIZZONTALI 1 Spaccatina, michetta* 5 Frazione di Gardolo verso Trento 9 Macchina manuale per trattamenti anticrittogamici* 16 Impugnatura per spade 17 A Trento il più noto è il Prati 18 Mezzo di trasporto su rotaia 19 L’ente di assistenza ai lavoratori 20 Ragazza bruttina e antipatica 22 Pubblico ludibrio, berlina 24 Prepararsi, predisporsi* 26 Il Roberto famoso centrocampista del Bayern 27 Scuola professionale di Villazzano 28 Appuntito, affusolato 30 Orologio da arrivati 32 Albergo, pensione, locanda 33 Arrotino* 34 La società sportiva dedicata a Battisti 35 A volte si aprono nei muri 38 Trento 39 Poesia, canto 42 Taranto 44 Un saluto sardo 25 38 64 77 13 61 63 72 12 34 60 67 24 29 45 52 11 19 37 44 51 10 18 27 42 8 17 20 Trento - Via Guardini, 46 - tel. 0461.824050 Rovereto - Via Maioliche, 137 - tel. 0464.433190 Malé - Via Frattaglia, 1 - tel. 0463.901376 6 75 71 76 79 VERTICALI 1 Piccolo aiutante del prete* 2 Nome dell’ex onorevole Cicciolina 3 Cimiteri di guerra 4 Pugno, cazzotto* 5 Briciole* 6 Risonanza, rimbombo 7 Vincolo, relazione 8 Classico intingolo della cucina trentina* 9 Non mancano mai con polenta, puntine e scodeghe* 10 Haile Selassie lo era degli Etiopi 11 Li nascondono le esche 12 Medica piccole ferite* 13 Enna 14 Lancette* 15 Zanotelli, il difensore degli ultimi 21 Essere ai vertici, al top 23 Noto antidolorifico 25 Nello sport è il colore degli Olandesi 29 Teramo 31 Coso, conseno, affare, mister…* 36 Cose, oggetti 37 Cosino, affarino* 40 Giavellotti, frecce 41 Livido blu sottopelle 43 Lana pregiata o gatto 44 Alberi spinosi di scarso valore 45 Alessandria 46 Erba altamente allergica 47 Il fumigare di legna umida o di fuoco senza fiamma* 49 Moana senza testa e coda 51 Colorante bianco a base di piombo 53 Simile alla foca 54 Celebre caramella al mooh 56 Specie di roccolo primitivo* 57 La signora Fantozzi 59 Fortuna ma anche saccoccia* 60 Salerno 66 Quello di Corones è un paradiso per sciatori 68 Croce rossa 69 Il Bao albero africano 70 Etnia di zingari 71 Supermercato del fai da te in via Brennero 73 Trasmissione sportiva della domenica notte 74 Conduttore televisivo di programmi letterari 76 Milano a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 6 Sabato 29 novembre è stato messo in scena al teatro di Gardolo ad opera dell’Ass. IL GRUPPO lo spettacolo “DE-GENERATION”, ultimo lavoro del laboratorio teatrale della Filo S. Genesio. Ideazione e regia di Annalisa Morsella. Ma noi non vorremmo essere così Quando è l’adolescenza a raccontare se stessa ull’adolescenza si è scritto e detto fin troppo, tanto più che ormai l’argomento non è forse nemmeno considerato tra i più attraenti. In fondo non c’è niente di nuovo sotto il sole e torna comodo liquidare la questione con poche frasi di circostanza, convinti che si tratti pur sempre di un fenomeno limitato nel tempo della vita di una persona. Della serie: abbiate pazienza, è una cosa che dopo passa da sola! Come un raffreddore. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Siamo sicuri che l’argomento meriti così poca attenzione? S Segnaliamo il libro Adolescenti e filosofi «Se è vero, come scrive Umberto Galimberti con Nietzsche e Heidegger, che il nichilismo è oggi l’ospite più inquietante nella casa dei giovani, di fronte alla “morte di Dio” e al tramonto dei valori tradizionali, viene da sé la domanda su che cosa possano realmente fare la scuola e la filosofia per le generazioni del futuro. Secondo l’autore si può fare molto, a partire dall’abbandono di una modalità di insegnamento nozionistica e astratta e da un cambio radicale di prospettiva, ponendosi dal punto di vista delle esigenze concrete degli alunni, partendo cioè dalla loro soggettività. […] Ma quali strumenti proporre a adolescenti e studenti per offrire loro un’interpretazione della vita e del mondo? L’autore traccia sei percorsi tematici per il triennio dei licei, articolati in moduli ricorrenti… Un libro per insegnanti, genitori, studenti di filosofia e scienze umane. Loris Taufer è insegnante di filosofia al Liceo sociopsico-pedagogico “A. Rosmini” di Trento e giornalista pubblicista. Loris Taufer, Adolescenti e filosofi - Le risposte della filosofia alle domande dei ragazzi. Prefazione di Marco Dallari, Edizioni Erickson, Trento 2008, pp. 271 € 20,00 Dopo lo spettacolo messo in scena dai ragazzi del laboratorio teatrale della Filo S. Genesio, qualche dubbio viene. Quello che arriva allo spettatore è un messaggio forte e chiaro, un messaggio che, attraverso la griglia delle diverse sensibilità presenti in sala, si scompone e personalizza a misura della ricettività di ciascuno, coetaneo o adulto, compagno o genitore che sia. Ed è un messaggio credibile. Lo è perché scevro da contaminazioni ed intermediazioni razionali del mondo adulto. Gli adolescenti parlano degli adolescenti, si raccontano e raccontano la loro realtà, il loro mondo, con il loro linguaggio. È un linguaggio che si inserisce alla perfezione in quello del teatro, nato dall’uomo e per l’uomo proprio perché l’uomo potesse esprimersi toto corde. Parlano le voci, ma soprattutto i corpi, le immagini, le smorfie e i sospiri. Sono i rumori del turbinare dei sentimenti, della affannosa ricerca di un’identità, del disorientamento sofferto e dell’aiuto che non arriva dal mondo adulto. Non sono tutti uguali, gli adolescenti. C’è il ribelle, il secchione, la donna copertina, la svampita, il teppista. C’è quello dall’animo più sensibile, perché maschio e anche un po’ femmina, incapace di trovare una sua collocazione. C’è la pazza, quella che vive chiusa nel suo mondo, nella sua stanza immaginaria, che è uguale a tutte quelle degli altri, solo che è senza fi- nestre. C’è infine chi non è niente di tutto ciò o lo è solo in parte, lo sfigato. Sfigato perché privo di un’identificazione totale con questo o quel modello. È colui che riesce a scostarsi di un passo, allargare la prospettiva e raccontare quel mondo. Gli attori non interpretano se stessi, ma interpretano un sentire che è a loro noto. Si percepisce la cognizione di causa attraverso la loro teatralità naturale e spontanea, per quanto indiscutibilmente organizzata e ben istruita. Insomma, degli attori preparati, che sanno quello che stanno comunicando. Non c’è scena né costumi. O meglio, la scena è il palcoscenico vuoto (il palcoscenico della vita) dove sullo sfondo si proietta un mix di immagini tratte da film famosi, che danno supporto e forza al messaggio. Sono sequenze mescolate, interrotte, proposte e riproposte, dove torna periodicamente quello che forse è l’emblema del sentimento di fondo: un tunnel dentro il quale ci si muove in skateboard verso quell’uscita che però sembra non si raggiunga mai. Le musiche, sempre ad alto volume, riempiono il vuoto del palcoscenico come se fosse la vita di ciascuno di questi ragazzi, talvolta quasi coprendo ciò che hanno da dire. I costumi non sono altro che il variegato assortimento scelto da ciascuno per esprimere ciò che è, o ciò che vorrebbe essere. I ragazzi in sala si identificano con tutto ciò che si vede sulla scena, mentre gli adulti vedono ciò che sono stati e rimangono a chiedersi se davvero non valga la pena di ascoltare i segnali che giungono da quel mondo, cercando magari di offrire modelli solo un attimo più coerenti. In fondo è proprio questo che chiedono i ragazzi: “ma noi non vorremmo essere così”. Vorremmo che ci si accettasse per quello che siamo e non che si facesse di tutto per farci diventare quello che altri vorrebbero che fossimo. Vorremmo guardare avanti e vedere che quello che viene dopo è buono. A spettacoli come questo ci si rende conto che il teatro è soprattutto comunicazione e partecipazione. E in esso si attua il paradosso della finzione che serve a svelare la realtà. Il laboratorio teatrale si conferma un’iniziativa preziosa. Tanto si deve all’ideatrice e regista di De-Generation, Annalisa Morsella, che segue e prepara i ragazzi da qualche anno. Con il suo lavoro ha reso possibile la messinscena di spettacoli che, anno dopo anno, si confermano di alta qualità. Il fatto poi che i ragazzi stessi siano i promotori di queste iniziative, scegliendo i temi su cui lavorare, la dice lunga su quanto questo tipo di formazione possa beneficiare alla società. Ed anche al teatro, che, di questo passo, non può che avere un futuro assicurato.★ PAOLO CORSI a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 7 “Cuciniamo insieme”: incontri di “altra” cucina rascorrere un sabato pomeriggio in compagnia tra donne: casalinghe, impiegate, studentesse; tutte con la voglia di imparare, altre solo per il desiderio di veder fare, o magari di esserci. Fare la spesa, cucinare, spiegare quello che si fa, prendere appunti, assaggiare, ridere insieme. E intanto approcciare, conoscersi, raccontarsi l’un l’altra, la donna araba, la pakistana, la sudanese, la trentina… Trascorrere piacevolmente due ore, che poi diventano tre ed anche più per chi si ferma ad aiutare a rimettere tutto in T ordine. “Cuciniamo insieme”, incontri di cucina multietnica organizzati dalla Commissione Smile della Circoscrizione di Gardolo, nel corso dei quali donne italiane e straniere si sono cimentate nella preparazione di cibi dalle diverse provenienze (Sudan, Marocco, Romania, Bulgaria, Pakistan, Martinica, Serbia, Algeria, Italia), è stata un’occasione di conoscenza reciproca, di scambi, di approfondimenti su tematiche che hanno spaziato oltre l’arte culinaria. Attorno ai temi dell’integrazione e della convivenza si discute molto, ci si in- terroga su quali possono essere i temi e i valori su cui fondare il rapporto tra di noi e tra quanti provengono da culture e tradizioni diverse dalla nostra. Noi siamo partiti da piccole cose, come questa. Non abbiamo la pretesa di dare la soluzione a tutti i problemi, solo l’ambizione e l’impegno per rendere un po’ più facile e un po’ meno istituzionale un percorso di comprensione e avvicinamento tra le varie “anime” di questa comunità. Cogliamo l’occasione per ringraziare i ragazzi del Muretto per l’ospitalità e tutte le donne che hanno ani- mato questi pomeriggi di spensieratezza ed allegria, tutti insieme per sottolineare che solo aprendosi alla conoscenza dell’altro si evitano situazioni di rigetto, di discriminazione o di diffidenza che sono eticamente riprovevoli ed alla base delle quali c’è un problema di non conoscenza delle dimensioni e della realtà del fenomeno migratorio. ★ NADIA ZADRA Presidente Commissione Smile Circoscrizionale di Gardolo I diritti umani? Rimasti sulla carta L’impegno di TrentinoSolidale rentinoSolidale onlus ha varato un denso programma d’iniziative da realizzare con la collaborazione di enti, istituzioni, associazioni di volontariato, scuole e Comuni per interrogarsi sullo stato di applicazione o meglio di non applicazione della Carta sui Diritti Umani al 60° dalla sua promulgazione e della Carta sui Diritti del Fanciullo, a un anno dal 50° anniversario della sua promulgazione. È questa un’occasione per lavorare in rete con tutte le altre associazioni che hanno programmato delle attività sui “Diritti umani”, come il Forum Trentino per la Pace - Associazione Robert Kennedy - Amnesty International - Lions T Club - Acav, ecc. Le azioni programmate: 1. invito a tutte le scuole di ogni ordine e grado del Trentino a fare del tema dei Diritti Umani oggetto di trattazione durante l’anno scolastico; 2. la messa a disposizione di volontari in grado di trattare la materia con cognizione di causa; 3. la messa a disposizione del video: “I Diritti Umani? Solo sulla Carta”, realizzato da Carlo Bridi; 4. azione coordinata tra Consorzio Comuni del Trentino e TrentinoSolidale per lanciare un appello ai Sindaci affinché si facciano promotori di un Odg su questi temi: • concorso a premi riservato a scolari e studenti delle scuole di ogni ordine grado sul tema dei Diritti Umani, con scadenza il 30 aprile 2009; • organizzazione di incontri e dibattiti sul territorio avvalendosi della rete degli oltre 100 gruppi che fanno riferimento a TS; • la realizzazione di una serie di trasmissioni televisive sul tema dei Diritti Umani; • la realizzazione di una serie di puntate sullo stesso tema sulle radio locali; • uscita di uno speciale sui Diritti Umani sui quotidiani: Trentino, L’Adige, Vita Trentina; • distribuzione di un libretto tascabile realizzato in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Provinciale dal titolo: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”. TrentinoSolidale, educato e formato dagli incontri con gli ultimi, in questo nostro tempo in cui l’educazione rimane “l’emergenza più grande del mondo giovanile” lancia questo forte appello alle scuole, alle istituzioni e a tutte le persone di buona volontà, come una proposta educativa che miri al confronto fra le generazioni. ★ CARLO BRIDI Una storia di non molti anni fa na serata autunnale nella sala civica di Roncafort, più di quindici anni fa, uno dei famosi incontri con la popolazione, presente l’assessore del Comune di Trento geom. Silvano Grisenti accompagnato da alcuni tecnici comunali. Oggetto dell’assemblea: la costruzione del “cavalcaferrovia”, soluzione finale alle ormai famose code al passaggio a livello e relativa sosta al vecchio bar di Roncafort. Tanta gente, tante perplessità sull’opera con Il Gruppo che si fa portavoce del dissenso della popolazione, la proposta di discussione è di costruire un sottopasso ritenendo troppo impattante l’opera prevista: un serpentone di cemento e asfalto nel cuore U del paese. In alternativa, “sussistendo dei problemi irrisolvibili di natura idrogeologica” (peraltro risolti tranquillamente in altri luoghi: Sanseverino, Nave S. Felice!) l’invito è di posizionare più a nord quel manufatto inquietante. Ma in quegli anni più di adesso, i margini per una discussione democratica e la reale volontà di ascoltare il parere dei residenti erano “ZERO”. Un bellissimo “rendering” illustrava l’opera mettendo in risalto uno splendido arredo di verde: aiuole di rose fiorite, tanti alberi ed un’erba da far invidia all’Irlanda. Anche la pendenza non era pendenza, sembrava una dolce collina toscana. Che fantastico strumento sto “rendering”! Tante proteste da chi non ha dime- [email protected] - www.giulianimmobiliare.it Sede legale e amministrativa 38100 Trento - Via Torre Verde, 7 - tel. 0461.237233 - fax 0461.237751 Ufficio periferico 38014 Gardolo (Tn) - Via Soprasasso, 64 - tel. 0461.992428 - fax 0461.991691 stichezza di questo straordinario strumento che ti fa vedere l’opera ancora prima che sia costruita, e te la fa vedere uguale e identica alla realtà! Fra i tanti che non sono d’accordo e non si fidano, due vecchietti del paese si alzano in piedi e con voce ossequiosa: «Signor Assessore, ci scusi, ma noi siamo legati a Gardolo da sempre, abbiamo fatto la scuola a Gardolo, andiamo a messa a Gardolo da quando c’era don Motter, anzi anche prima, come faremo la domenica a fare quel “pont cossì ert”?». Dall’altra parte, con un sorriso ironico che i più non capivano, o meglio interpretavano come tutto fuor che ironia: «Esagerati, e poi, un po’ di salita fa bene alla salute!». I due anziani si sedettero con la tipica rassegnazione vecchia di tanti anni di doverosa obbedienza a qualsiasi forma di autorità. Ancora adesso, transitando sopra quel cavalcavia senza alberi, senza rose e con l’erba che non si taglia per la troppa pendenza delle terre armate, ogni tanto ripenso a quell’assemblea. Alla fine l’hanno costruito come e dove volevano, uno dei tanti scempi di Roncafort, una bruttura in più fra le tante, un dispiacere in più per chi vuol bene a questo paese… e i due vecchietti che non conoscevano il “rendering” non ci sono più… uno era mio padre. ★ FRANCO FAES a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 8 Salute e benessere a… Gardolo er persone sofferenti, anziani, mamme con bambini o carrozzine muoversi, andare da uno specialista è spesso un problema in più. Lo è maggiormente quando lo spostamento avviene dalla periferia visto che spesso gli “specialisti” sono solo in città. Finalmente qualcuno di loro ha voluto ricordarsi anche di questi ammalati ed hanno deciso di aprire i loro studi nella nostra circoscrizione. Parliamo di professionisti che si rivolgono soprattutto a coloro che hanno problemi di postura (in particolare giovani, ma non solo) e di riflessologia plantare. Lasciamo dunque a loro la parola, anzi… lo scritto. «Ricordo che avevo dodici anni quando il dottore disse a mia madre che avevo la schiena storta, serviva una visita specialistica e anche una radiografia. Nella sala d’aspetto dello specialista alle pareti c’erano appesi cartelli che indicavano: “GINNASTICA CORRETTIVA DAI 4 GRADI AI 12 GRADI” mi pare, “DAI 12 AI 27 BUSTO, DAI 27 IN POI INTERVENTO”. Speravo di averne meno di dodici, ho pregato: “almeno meno di ventisette!” Il dottore decretò: “trentadue”, dopo che aveva guardato le lastre a lungo e le aveva misurate. Poi mi ha guardata spogliata davanti ai miei genitori e squadrata continuando a ripetere che ero storta e incurvata. Avevo un briciolo di seno e già mi vergognavo. Dopo la visita mi sono sentita una “merda”, volevo sparire. I miei genitori viaggiavano tra un senso di colpa e uno sguardo verso di me, “la vergogna della famiglia”. La cosa che oggi realizzo è che nessuno mi ha chiesto niente, parlavano della mia schiena senza guardarmi come se io non fossi lì, senza il diritto di esistere anche “storta”, diritto che ora rivendico con tutta me stessa, e chi non mi accetta non sa cosa perde». Questo ricordo è l’eco di molte testimonianze di varie ragazze e ragazzi che P hanno scelto di non portare busti, di non fare ginnastiche, di non fare interventi, ma che hanno scelto una via difficile, a volte contro tutti ma che li ha fatti crescere, maturare l’idea di poter esistere, di poter stare nelle loro emozioni senza sentirsi sbagliati, di poter sentire gioie e dolori, di poter ridere, piangere, urlare (anche la rabbia), sentirsi vivi in ogni parte compresa la schiena, senza costrizioni di sorta, senza freni, e senza vergogne. Per noi che li seguiamo, che facciamo terapia con loro è stata una ricchezza scoprire che nascoste nelle loro corazze (muscoli) ci sono persone entusiaste della vita, felici di occuparne gli “spazi”, sensibili, con una “fame” di affettività, di relazione, di parole, di abbracci sinceri, di voglia di camminare insieme, di mettersi in gioco. Ci confrontiamo spesso con il gruppo di lavoro di cui fanno parte: un dentista, due optometristi comportamentali, un osteopata, un omeopata, fisioterapisti, una psicologa, che ci aiuta anche con il metodo Tomatis per l’ascolto, ed una fisiatra. Il gruppo è così assortito perché vi è una relazione tra la postura, la vista, l’udito e la masticazione. Le discussioni sono accese e c’è un vivo interesse per le evoluzioni ed i progressi che i ragazzi fanno, e nei momenti difficili c’è un sostegno forte e reale a chi se ne affida. Volevamo chiudere con due righe scritte da un bambino di nove anni, poesia che anima il nostro operato. Se tu mi tocchi con dolcezza e tenerezza, se tu mi guardi e mi sorridi, se qualche volta prima di parlare mi ascolti, io crescerò, crescerò veramente. (Un bambino di 9 anni) 1 Per informazioni c/o Poliambulatori Via Aeroporto 1, Gardolo Dott. Gianmoena, cell. 328 4494221 a riflessologia plantare è lo studio di uno specifico massaggio che trova applicazione ai piedi: è un sistema semplice, naturale ed efficace. La funzione di questa tecnica è di mantenere in salute il corpo e ricreare l’equili- L brio energetico, qualora situazioni di stress o vari sforzi fisici abbiano creato disturbi vari, da quelli più banali a quelli più difficili. Il massaggio vero e proprio consente lo stimolo dei centri nervosi che a loro volta “trasmettono” il messaggio direttamente all’organo o alla parte interessata. Nei nostri piedi troviamo, in forma ridotta, tutto il nostro organismo, ogni parte di noi. I vari punti di riflesso non sono disposti solo sulla pianta dei piedi, come molti credono, ma si distribuiscono sia sul dorso che sui lati interni ed esterni delle nostre radici. Nei nostri piedi troviamo una specie di carta geografica del nostro organismo che si distribuisce in modo equilibrato: nel piede destro organi della nostra parte destra (fegato, appendice), nel sinistro organi della parte sinistra (cuore, milza). Gli organi doppi (reni, polmoni ecc.) e quelli situati sull’asse centrale del corpo si trovano su entrambi i piedi. La conoscenza dei vari punti energetici, la dislocazione dei diversi organi nel piede, accomunati ad una certa manualità, potrà consentirvi ad operare su voi stessi e sugli altri. La riflessologia però non si ferma qui, ma anzi inizia da qui. Infatti con l’analisi dettagliata dei piedi, osservandone la forma globale, quella delle dita, le rughe, l’odore, le parti secche, le parti molli ecc. possiamo “capire” la persona che ci sta davanti dal punto di vista caratteriale, emozionale ed il suo stile di vita, tutti elementi che influenzano la salute dell’individuo. Per informazioni Federica, cell. 347 5163827 Sono previsti anche corsi di formazione alla riflessologia. Elettrauto - Riparazione vetri Pre-revisioni mezzi pesanti Ricarica climatizzatori con igienizzazione impianto Via Crosare, 62 - 38014 Gardolo (TN) tel. 0461.991906 1 Pietro Lombardo, AFFETTIVITÀ NUTRIMENTO DEL CUORE, Ed. Vita Nuova, Verona 2004, pag. 21 a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 9 Merry Christmas Le poesie di Uga Estate Da quel ramo del Monte Calisio Si gode gioiosa Gardol paese, scruta le ore del suo campanile una bianca casa che profuma di cielo; a me sembra un agnello adagiato sul fronte o la mia gioventù che non vuole morire; il sole gagliardo abbaglia i suoi occhi che sono per me un richiamo d’amore. Sto rincasando, la mia corsa è folle il dì s’è vestito di azzurro sfumato vorrei tanto fermar questo dolce momento a cento il cuor mio pulsare io sento, ma più forte di me è guardare lassù l’intrepido faro o stella a mezz’aria di quella casa nel suo Paradiso. Oh, quanto l’amo! Le poesie di Uga Felicità Ieri in filo di ferro spinato, più brillante oggi e sofisticata, volentieri ferisce senza timore chi ad ogni costo la vuole impalmare. Il tempo e la vita, misteriosi e concreti assieme parlano solo d’amore, si metton d’accordo su quando partire, e stringono i denti pel nostro avvenire. Benigni afferma: c’è niente da dire, la vita è bella in ogni sua forma; cliccar di continuo il sito cielo e separare il falso dal vero, contemplare sul nascer la luna e le stelle quelle (s)cadenti son le più belle, ed il perché, infine, cercar di scoprire la felicità fa tanto soffrire. Scherzare va bene, ma fino a ’sto punto Però voglio dire quello che sento: con tutta me stessa, di felicità auguro a tutti metà più metà. abbo Natale non è sempre stato così come lo conosciamo adesso. Il primo “donatore di regali” di cui si ha memoria fu San Nicola nel 300 d.C. a Myra (l’attuale Turchia). Nato da una ricca famiglia rimase orfano quando i genitori morirono di peste. Fu allevato da un monastero e all’età di 17 anni divenne uno dei più giovani preti dell’epoca. Molte storie vengono ancora raccontate sulla sua generosità, soprattutto perché regalò a poco a poco tutta la sua ricchezza ai bambini poveri della sua città natale. Le leggende raccontano che era solito donare grandi sacchi di oro o addirittura gettarli dalla finestra nella strada sottostante dove venivano raccolti dai poveri del quartiere. Qualche anno più tardi divenne arcivescovo, ma un arcivescovo senza i paramenti ufficiali: solo una lunga barba bianca e un cappello rosso in testa. Dopo la sua morte fu fatto Santo. In quei periodi la Chiesa Cattolica festeggiava la nascita di Cristo e San Nicola fu inserito in calendario. Quando ci fu lo scisma tra la Chiesa Cattolica e quella Protestante quest’ultimi non desiderarono più festeggiare San Nicola quale esempio di generosità e carità cristiana, troppo legato alla Chiesa Cattolica, così ogni nazione inventò il proprio “Babbo Natale”. Per i francesi era “Pere Noel”, in Inghilterra “Father Christmas” (sempre dipinto con ramoscelli di agrifo- B Per gentile concessione del sito: www.ilpaesedeibambinichesorridono.it Lettera dalla Moldova a Babbo Natale Caro Babbo Natale, lo so che in questi giorni riceverai tantissime lettere dai bambini di tutto il mondo. Però so anche che lavorando giorno e notte riuscirai a leggerle tutte, perciò sono certa che leggerai anche la mia. Gli altri anni ti scrivevo, credendo che per essere felice bastassero solo giocattoli. Ora che sono un po’ più cresciuta capisco che per me non è così, i giocattoli non fanno più la mia felicità. Ciò che più mi manca, quello a cui penso sempre, colei di cui più sento la mancanza è la mia mamma… Non credere però che non sia più al mondo… Lei c’è. Solo che è tanto lontano. Lei è andata a lavorare in Italia, perché nel nostro paese non si trova lavoro. Lo so che la sua scelta non è stata facile, lo so che tutto quello che fa lo fa per noi, per il nostro futuro. So che anche per lei non è facile stare lontano da noi. Prima che partisse ci mancavano molte cose e invidiavo i bambini che potevano avere giocattoli. Ora però incomincio a capire che nella vita ci sono cose molto più importanti dei regali e dei giocattoli. Quest’anno ti chiedo, a Natale, per piacere, portami a casa la mia mamma. Questo sarebbe il regalo più grande e più bello che aspetto da te. Ti ringrazio in anticipo. ★ IRINA bimba moldava di 11 anni SERVIZIO RAPIDO GAS GOOD LUCK DISTRIBUZIONE E SERVIZIO A DOMICILIO organizza • • • • CASAGRANDE ALDO via Monte Calisio • Gardolo cell. 333.8373452 glio, edera e vischio) e la Germania aveva “Weihnachtsmann” (l’uomo del natale). Quando i comunisti presero il potere in Russia e rifiutarono la Chiesa Cattolica vollero avere anch’essi il loro “Babbo Natale” e lo chiamarono “Il Grande Padre del Gelo”, ma invece del consueto abito rosso lo vestirono di blu. Per gli olandesi fu “Sinterklaas” che a causa di una cattiva pronuncia da parte degli americani divenne “Santa Claus”. Tutte queste figure natalizie si differenziavano fondamentalmente per il colore delle proprie vesti, chi blu, chi nero, chi rosso; ma le uniche cose che avevano in comune erano la lunga barba bianca e il loro regalare doni. Babbo Natale, così come lo conosciamo noi, risale all’anno 1823, quando Clement C. Moore scrisse “A Visit from St. Nicholas” (Una visita da San Nicola) dove lo descrive come un “vecchio elfo paffuto e grassottello”. L’ultima e più importante incarnazione di Babbo Natale la si ha dal 1931 al 1966 quando Haddon Sundblom disegnò la famosa immagine di Babbo Natale per la pubblicità della Coca Cola. Questo è il Babbo Natale che anche noi conosciamo, con la sua lunga barba bianca, il suo inconfondibile abito rosso, degli stivali, la cinta di cuoio e un immancabile sacco carico di doni. ★ corsi base di riflessologia plantare - primo livello secondo livello il metodo Fitzgerald in sole 20 ore scoprirete i segreti della riflessologia plantare conoscerete i 10 apparati del corpo umano massaggiandone i punti riflessi nei piedi traendone benefici Per ulteriori informazioni telefonare al 347/5163827 a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 10 Concetti di vuoto nello spazio espositivo l vuoto in Occidente o in Oriente è inteso e percepito in modo diametralmente opposto. Ma dove si trova il vuoto e quanto è considerato? In ogni cosa che si osserva, intorno a noi, dappertutto c’è il vuoto, ma lo sentiamo come un’entità o come nulla? Proviamo a chiarire questo concetto: immaginiamoci di stare osservando un vecchio albero imponente, diciamo un faggio, concentriamoci sulla sua forma, inizialmente vedremo un tronco e una grande massa di foglie, poi piano piano il nostro sguardo riuscirà a penetrare nel suo interno, vedrà le forme dei rami, quella che sembrava una massa di verde è distinta in masse più o meno grandi, dove ognuna avrà un proprio spazio. Inconsciamente abbiamo attraversato con la vista dei vuoti, ma se noi andassimo oltre e se pur non vedendole, ci immaginiamo le faggiole, oppure uno scoiattolo che salta tra i rami o la pianta spoglia che ci ricorda l’autunno, oppure una pianta contorta che ci porta con la mente in un ambiente alpino tra le rupi. Ecco che allora quei vuoti li abbiamo riempiti, con la nostra immaginazione e con quanto è nella nostra conoscenza. L’importanza del concetto di vuoto è nella cultura orientale in ogni forma d’arte, nel bonsai, che io pratico, nell’ikebana, nella danza, nella ceramica, nella musica; pensate al suono di una campana, quell’attimo di silenzio tra un rintocco e l’altro. Quindi dobbiamo definire il vuoto non più come nulla o niente, ma uno spazio fondamentale dove collocare la nostra conoscenza, senza riempirlo di cose inutili. In conclusione è più importante ciò che non c’è di quello che c’è. Nel titolo ho accennato allo spazio espositivo, perché alcune arti, come il bonsai, l’ikebana, la scrittura, ecc. vengono inserite in uno spazio, detto TOKONOMA, per valorizzarne l’esposizione, isolandole da qualsiasi forma di disturbo. In questo spazio che può avere dimensioni diverse, legate alla misura del tatami (stuoia 180 x 90), il vuoto è fondamentale. Dopo aver inserito il soggetto che si vuole esporre, accompagnato da uno o due componenti, che possono essere un’erba o un rotolo di scrittura, una pietra ecc., quello che rimane è un grande spazio vuoto, questo per dare a chi osserva la possibilità di poter individuare la propria visione delle cose. Armonia ed essenzialità devono coesistere ed insieme suggeriscono immagini e serenità, dettate dall’osservazione della natura. ★ I DIEGO RIGOTTI Filodrammatica “La Logeta” un anno da incorniciare a Filodrammatica “La Logeta” chiude l’anno 2008 con grande soddisfazione dei suoi componenti per le molteplici occasioni avute nel mettersi in luce nel variegato mondo del teatro amatoriale trentino. È ancora presente il successo avuto con il laboratorio teatrale tenutosi nei primi mesi dell’anno con la messa in scena di un lavoro molto accattivante e divertente “Cenerentola in cerca d’autore” ed alcune delle partecipanti, con grande entusiasmo, sono entrate a far parte della compagnia per la messa in scena del nuovo lavoro “Shopping” che debutterà presumibilmente nella tarda primavera 2009. “La Logeta” ha continuato a portare in scena in diversi teatri provinciali la commedia “La Maga Zenobia”, molto apprezzata dal pubblico per la divertente trama e per la grande ilarità che sprigiona durante il suo svolgimento. E “I 4 Cantoni”?… stanno preparando uno spettacolo degno della loro fama “Top L Secret”, un cabaret da strappare le risate che debutterà il 7 febbraio 2009 con replica la settimana dopo il 14; nel frattempo anche questo gruppo ha calcato teatri provinciali portando in scena sketch esilaranti che hanno deliziato il pubblico strappando applausi e risate. L’obiettivo che la Filodrammatica persegue è provare nuovi lavori da mettere in scena, cercando di incontrare il favore del pubblico con un applauso, una risata, magari una lacrima che ci spinga a portare in teatro la nostra grande passione. Un arrivederci in teatro e buone feste a tutti. ★ FEDERICO GOZZER Il Presidente P.S. la porta della Filodrammatica “La Logeta” è sempre aperta, se qualcuno/a volesse mettersi in gioco, bussi a quella porta, noi la apriremo! a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 11 Rischio alcol in Trentino alcol è ampiamente presente nel nostro contesto di vita, è accettato, è legale è spesso reclamizzato sotto diverse forme e con modalità più o meno esplicite; dall’altro lato esso rappresenta uno dei problemi più urgenti e sentiti per le conseguenze negative che il consumo non moderato provoca alla salute, sui comportamenti “devianti” e sulle relazioni sociali. L’alcol rappresenta un rischio sia per la salute individuale sia per i costi sociali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS ha più volte sottolineato che gli effetti sull’organismo dell’alcol hanno una rilevanza diretta ed indiretta, su oltre il 60% delle cirrosi epatiche, il 45% di tutti gli incidenti (domestici, sul lavoro, stradali), il 40% degli omicidi, il 10% dei ricoveri in strutture ospedaliere, l’8% dei decessi e poco meno del 7% delle disabilità registrate in un anno. Nelle morti per incidente stradale l’alcol sembra essere presente come potenziale elemento d’influenza in circa il 50% dei casi. Il consumo moderato di alcol, collegato ai pasti e senza eccessi occasionali, entro limiti indicati dalla stessa OMS delle 2-3 unità al giorno per gli uomini (max 40 gr di alcol) e di 1-2 uni- L’ tà per le donne (max 25 gr al giorno), non rappresenta un rischio per l’uomo e la donna in buona salute. Il rischio può esserci se si tratta di adolescenti che effettuano il consumo in un’unica soluzione e fuori pasto e che poi si mettono alla guida di uno scooter o di un’auto. È proprio quest’ultima tendenza a creare una forte preoccupazione. Come concordano i dati di numerose e diversificate indagini, il fenomeno in crescita tra i giovani è quello chiamato del binge drinking, ovvero del bere per ubriacarsi, per cercare lo sballo. Il Trentino - Alto Adige è la regione dove il fenomeno è più marcato, con una percentuale di bevitori alla ricerca dello sballo, tra gli 11 ed i 18 anni, pari al 12,8% (oltre il doppio della media nazionale). I dati permettono di fare un raffronto con realtà circostanti e mostrano che il Trentino ha una percentuale più che doppia (36%) di bevitori a rischio rispetto alla media nazionale (17%), preceduto però dall’Alto Adige con il 40% e seguito dal Veneto col 29%. Anche il fenomeno del binge drinking appare più marcato nella provincia di Bolzano (21%) rispetto alla provincia di Trento (14%) e al Veneto (12%) e ben al sopra della media nazionale (8%), così come la categoria “forti bevitori” che rappresentano il 9% della popolazione dell’Alto Adige, l’8% di quella del Trentino e del Veneto e il 6% di quella nazionale. La constatazione che si può trarre dai dati è che la realtà trentina risulta particolarmente esposta alla problematica dell’alcol, sia nelle forme più tradizionali di consumo alimentare e ricreativo, con possibili effetti degenerativi di dipendenza cronica, sia nelle forme, emergenti da circa un decennio, di un consumo fuori pasto e di abuso occasionale con effetti episodici di etilismo acuto. La sfida è quella di contribuire a realizzare un clima culturale costruttivo verso orientamenti valoriali e normativi in grado di distinguere chiaramente l’utile, il piacevole e il dannoso che convivono nella sostanza chiamata alcol e di favorire comportamenti ad essi congruenti. ★ BRUNO BERTELLI Docente di sociologia della devianza presso l’Università di Trento Gardolo (TN) - Via Feininger, 7 Top center (TN) - Via Brennero, 320 Millennium center - Via del Garda - Rovereto tel. 0461.960686 tel. 0461.824750 tel. 0464.486771 L’angolo della storia di Alberto Mattedi Il Ponte dei Vodi l viadotto ferroviario per attraversare la foce dell’Avisio fu chiamato “Ponte dei Vodi”. Vodi perché era il luogo dove veniva accatastato e lavorato da parecchie segherie il legname fluitato dalla Valle di Fiemme e dalla Val di Cembra. Qui c’era anche il dazio. Fu costruito dagli austriaci iniziando i lavori il 24 ottobre 1856. Nel 1959 I di altre fabbriche. Nell’estate del 1944, vista la difficoltà delle riparazioni fu creata una linea secondaria a circa 500 mt. ad est dello stesso, in un punto molto più stretto dell’Avisio. Questo ponte provvisorio con piloni in legno cedette al passaggio di un treno carico di feriti proveniente da Bolzano nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 1944 alle 3 di mat- 1944-1945: effetto di uno dei tanti bombardamenti ci fu l’inaugurazione della linea ferroviaria del Brennero. La sua lunghezza totale è di circa 920 mt. Sorretto da 36 piloni, le sue arcate sono 35 con una luce di 25 mt. Fu soprannominato dagli anglo-americani “Ponte del Diavolo” e subì circa 240 bombardamenti dal 15 dicembre 1943 al 19 aprile 1945 (in questo giorno si susseguirono a più riprese circa 300 bombardieri). A causa di questi martellanti bombardamenti venne coniata una frase, tutt’oggi ricordata, che cita così “Magna, bevi e godi ma sta lontan dal Pont dei Vodi”. Per tenere in efficienza la linea del Brennero e in special modo il viadotto ci lavoravano diversi operai della Todt con l’aggiunta del personale della Caproni e tina causando circa 70 morti e numerosi feriti. Il Ponte dei Vodi uscì dalla guerra con circa 2/3 delle arcate distrutte (precisamente 22). Nell’immediato dopoguerra il viadotto venne completamente rifatto alzandolo di un mt circa tenendo come buone le basi dei piloni. I piastroni di marmo che servivano per il camminamento a sbalzo da ambo le parti vennero recuperati e fu creato a Trento il parapetto di una parte di Via Marco Apuleio e Lung’Adige Leopardi. La prima linea fu aperta nell’ottobre del 1949 e il 31 gennaio 1950 anche la seconda linea (costo della ricostruzione 400 milioni di lire). ★ ALBERTO MATTEDI Gardolo più di un semplice ricordo nticipiamo con questa uscita del giornale che l’inaugurazione del libro “Gardolo più di un semplice ricordo” di Alberto Mattedi e Mario Moser (dedicato ai caduti, profughi e prigionieri della Prima guerra mondiale) si terrà nel periodo fine gennaio - inizi febbraio 2009 (la data precisa ve la comunicheremo con la prossima uscita). A a NORD di Trento e… in piazza a Gardolo | dicembre 2008 n. 3 12 Il panettone i narra che alla vigilia di Natale, nella corte del Duca Ludovico il Moro, Signore di Milano, si tenne un gran pranzo. Per quell’occasione il capo della cucina aveva predisposto un dolce particolare, degno di chiudere con successo il fastoso banchetto. Accortosi che il dolce era bruciato durante la cottura, il panico colse l’intera cucina. Per rimediare alla mancanza, uno sguattero della cucina, detto Toni, propose un dolce che aveva preparato per sé, usando degli ingredienti che aveva trovato a disposizione tra gli avanzi della precedente preparazione. Il capo cuoco, non avendo altro da scegliere, decise di rischiare il tutto per tutto, servendo l’unico dolce che aveva a S disposizione. Un “pane dolce” inconsueto fu presentato agli invitati del Duca, profumato di frutta candita e burro, con una cupola ben brunita, fu accolto da fragorosi applausi e, in un istante, andò a ruba. Un coro di lodi si levò unanime e gli ospiti chiesero al padrone di conoscere il nome e l’autore di questo straordinario pane dolce. Toni si fece avanti dicendo di non avergli ancora dato nessun nome. Il Duca allora lo battezzò con il nome del suo creatore e da quel momento tutti mangiano e festeggiano con il “pan del Toni”, ossia il panettone, famoso ormai in tutto il mondo. Molte ricette tradizionali vengono associate a storie simili, ma sicuramente questa è la più bella. ★ Buche de Noel (Francia) È il dolce più famoso in Francia ed è conosciuto in tutto il mondo. “Buche de Noel” significa ciocco di Natale. Ingredienti: 6 uova 140 g di zucchero a velo 100 g di farina 34 g di fecola 1 bustina di vaniglia sale 1 bicchierino di rhum 300 g di marron glacé 30 g di zucchero 2 dl di panna da montare 1 cucchiaino di cacao amaro 20 g di burro 20 g di cioccolato fondente Preparazione: Montate i tuorli con lo zucchero a velo, e gli albumi a neve con un pizzico di sale. Setacciate insieme la farina, la fecola e la vaniglia ed incorporatele alla crema di uova. Aggiungete delicatamente gli albumi montati a neve. Versate il composto in uno stampo a cassetta di 1,5 l già imburrato ed infarinato e fate cuocere in forno caldo a 190°. Sformate e lasciate raffreddare. In una casseruola fate bollire lo zucchero in mezzo bicchiere d’acqua per 5 minuti, fate raffreddare e aggiungete la metà del rhum. Dopo aver schiacciato i marrons glacés e aver incorporato il rhum rimasto, unite 2 cucchiai di panna ed il cacao, quindi montate la rimanente panna e unitela delicatamente. Tagliate le estremità del dolce preparato e dividetelo in 3 parti orizzontalmente. Dopo aver bagnato ogni strato con lo sciroppo, spalmate con la crema e ricomponete il dolce. Lavorate il burro con ½ cucchiaini di zucchero a velo ed una presa di cacao e spalmate con questo composto le estremità del dolce. Ricoprite tutta la superficie con la crema di marron glacé, cospargete con zucchero a velo e decorate con riccioli di cioccolato. ★ Cranbe fruit nut bread - USA C R I O T A R I A E P I R O L I N E L A C M E L L I C E G O G O A L M R E I O B E L R N A L T O N C O B A B A T A U T L E I N M U G R A R I A T A M A C C R A O T I M O T E G A R A R A S I A I Z E R A M E N A L I A R Z E R O L E X A T A T N O D E C O R A M P I A R A I O N D T N P I O A R O L M O B A M A M I N I In una ciotola capiente setacciate insieme la farina, il lievito e il sale. C I O P A E L S A R O S P A E N A I P G A R N I O I C T A I C A S Z E I D N S Cottura: 55 minuti Lasciate riposare per qualche minuto, quindi sformate e trasferite il dolce su una gratella. Fatelo raffreddare completamente prima di servirlo. ★ B I A C C A Preparazione: 25 minuti Incorporate l’uovo sbattuto, 40 g di burro ammorbidito a temperatura ambiente, lo zucchero, il succo e la scorza d’arancia. Quando il composto risulterà ben amalgamato, aggiungete, senza mai smettere di mescolare, le noci tritate e i mirtilli. Preparate uno stampo rettangolare di 23x13 cm, imburratelo e versatevi il composto. Fate quindi cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 55 minuti. Verificate la cottura con uno stecchino o con l’apposito cake tester e sfornate. A N G O R A Ingredienti: per 1 pane per 6-8 persone 1 cucchiaio di scorza d’arancia grattugiata 180 g di mirtilli 70 g di noci 1 pizzico di sale 200 g di farina 00 150 g di zucchero semolato 8 g di lievito in polvere per dolci (1/2 bustina) 60 g di burro 180 ml di succo d’arancia 1 uovo S B O Z A P ane di frutta ai mirtilli e noci, molto profumato e ricco di sapore, un classico per il Natale e il giorno del Ringraziamento.