L’ITALIA IN OPERA 2013/2014
THE RAKE’S PROGRESS
(La carriera di un libertino) Opera in tre atti Musica: Igor Stravinskij Libretto: Wystan Hugh Auden e Chester Simon Kallman Prima rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice 11 settembre 1951 IN BIBLIOTECA SPIGOLATURE TRAMA
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THE RAKE’S PROGRESS
Oltre al libretto vi proponiamo alcune letture di approfondimento che potete trovare presso la Biblioteca del CRAL o reperire presso altre biblioteche: SULL’OPERA: SUL COMPOSITORE:
‐ Aldo Nicastro (a cura di), Guida al teatro d’opera, 2011, pagg. 486‐490 ‐ The rake's progress: favola in tre atti / libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman; musica di Igor Stravinskij, Torino: Teatro Regio, stampa 1999 ‐ Piero Gelli (a cura di), Dizionario dell’opera, 1996 pagg. 1034‐
1037 ‐ Michele Porzio (a cura di), Dizionario dell’opera lirica, 1991, pagg. 681‐683 ‐ Elisabetta Fava (a cura di), Un ritratto in The rake's progress: favola in tre atti / libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman; musica di Igor Stravinskij, Torino: Teatro Regio, stampa 1999 ‐ Alberto Basso (diretto da), Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, Le biografie, vol. VII, 1988, pagg. 543‐562 ‐ René Leibowitz, L’opera nel XX secolo in Storia dell’opera, 1966, pagg. 349‐350 NARRATIVA E DINTORNI: ‐ Thekla Clark, «Mio due, mio doppio». Storia di W.H. Auden e Chester Kallman, 1999 http://bct.comperio.it/ ‐ Eric Walter White, Stravinskij, A. Mondadori, 1983 http://bct.comperio.it/ SULLA FONTE DEL LIBRETTO: ‐ Marco Vallora, Il caso e il metodo del libertino pittore in The rake's progress (La carriera di un libertino): favola in tre atti / libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman; musica di Igor Stravinskij, Torino: Teatro Regio, stampa 1999 ALL’INIZIO
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THE RAKE’S PROGRESS
SPIGOLATURE 1/5 The Rake’s Progress di Hogarth: una storia per immagini “Sulla genesi del Libertino, tutto ha raccontato e copiosamente documentato lo stesso Stravinskij: nei suoi Dialoghi con Robert Craft egli ricorda che nel 1947, visitando a Chicago una mostra proveniente da Londra, nella quale figurava un ciclo di otto incisioni settecentesche di argomento moralistico di William Hogarth, intitolato La carriera di un libertino, il compositore decise immediatamente che quello sarebbe stato un ottimo spunto per il genere di soggetto d'opera che già aveva in mente.” (1) “La grande invenzione di Hogarth fu […] quella di portare nell'asfittica tradizione inglese, […] questa 'trovata' spettacolare, questo vero coup de théâtre della sequenza dipinta, della commedia per immagini. Non che fosse la sua un'invenzione assoluta: certo il colto pittore […] conosceva gli antichi cicli medievali, che decoravano di moralità le pareti dei castelli, e poi i grandi teleri di Rubens […] o quelli di Le Brun nella Grande Galerie di Versailles, grandi 'finestre' dipinte aperte sugli accadimenti memorabili del mondo, quasi dei reportages dipinti. Ma la sua è una meditazione differente: nelle sue storie 'a puntate', […] che si tratti della Carriere di una prostituta o della Carriera di un libertino, nelle sue sequenze di racconto, da buon patito del teatro dell'epoca, […] Hogarth inserisce nella sua pittura il fattore decisivo della suspense, o per lo meno dell'evoluzione narrativa, dell'intreccio romanzesco, che cola e deborda da una tela nell'altra, quasi si dovesse attendere l'epilogo di un plot, che è sempre sinistro, ammonitorio, moralistico. […] Ogni 'stanza' del suo novellare pittorico apporta qualche nuova informazione, illumina qualche aspetto inatteso e spesso anche contraddittorio del suo eroe, che cosi riceve una densità complessa: di vero personaggio, anche se velocemente schizzato di colori. Quello che probabilmente attirò il poeta Auden e il suo compagno librettista Kallman, quando si accinsero a manipolare il ciclo pittorico per trarne una vera storia e offrire a Stravinskij la base fantasiosa per la grandiosa operazione di revival neo‐
settecentesco. […] Hogarth […] sapeva mescolare i caratteri, fondere insieme i temperamenti più diversi, era uno straordinario osservatore del cangiantismo non soltanto dei colori della natura ma anche degli umori degli umani. Spesso, nei suoi quadri, […] proprio da una scena concatenata all'altra, com'è per la Carriera di un libertino, noi vediamo evolvere un personaggio, mutargli il carattere, davvero noi assistiamo al dannarsi di un'anima. E questo non è di tutta la pittura.” (2) _____ (1) Piero Gelli (a cura di), Dizionario dell’opera, Baldini Castoldi Dalai, 2005 (2) Marco Vallora, Il caso e il metodo del libertino pittore in The rake's progress (La carriera di un libertino): favola in tre atti / libretto di Wystan Hugh Auden e Chester Kallman; musica di Igor Stravinskij, Torino: Teatro Regio, stampa 1999 ALL’INIZIO
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SPIGOLATURE 2/5 L’incontro di Stravinskij con il librettista Wystan Hugh Auden “Scelsi Auden su raccomandazione del mio buon amico e vicino Aldous Huxley […]. Quando descrissi a Huxley il tipo d'opera in versi che volevo scrivere egli mi assicurò che Auden era il poeta adatto con cui collaborare. Di conseguenza nell'ottobre del 1947 scrissi a Auden dicendogli della mia idea sulla Carriera del libertino. […] Lo invitai […] a venire a casa mia in California dove avremmo potuto lavorare insieme. Il 24 ottobre ricevetti da lui il seguente telegramma: MOLTE GRAZIE PER TELEGRAMMA ET GENEROSA OFFERTA SFACCIATAMENTE ACCETTATA. PENSO LASCIARE NEW YORK 1O NOVEMBRE SE LE FA COMODO. WYSTAN AUDEN. Arrivò di sera con una valigetta e un'enorme coperta di pelle di mucca, che mi portava in regalo da parte di un amico argentino. Mia moglie si era preoccupata che il nostro unico letto in più, un divano letto, potesse non essere abbastanza lungo per lui, ma quando dal nostro portico lo vedemmo spuntare alto, biondo, con l'aria da segugio intellettuale (non era ancora passata un'ora dal suo arrivo che ci accorgemmo sarebbe stato un cortese e amabile segugio quantunque super‐intellettuale) ci rendemmo conto che non ci eravamo preoccupati abbastanza. Dormì con il corpo sul sofà e con i piedi, protetti da una coperta tenuta ferma con dei libri, su una sedia vicina […]. La mattina seguente di buon'ora, incoraggiati dal caffè e dal whisky, incominciammo a lavorare alla Carriera del libertino.” (1) _____ (1) Igor’ Stravinsky e Robert Craft, Colloqui con Stravinsky, Einaudi, 1977 ALL’INIZIO
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SPIGOLATURE 3/5 «The Rake's Progress»: un’opera in stile «italiano‐mozartiano» “Fin dall'inizio, il principio che guidò Stravinskij nella composizione fu quello di scrivere un'opera in ciò che egli chiama stile «italiano‐mozartiano». Spiegò […] come intendeva elaborare il libretto di Auden. «Imprigionerò ogni Aria in uno stretto busto» disse. Il legame con Mozart era stretto. Mentre Auden si trovava con lui a Hollywood nell'autunno 1947, assistettero a una esecuzione con due pianoforti di Così fan tutte; mentre componeva la partitura poi, l'unica musica che ascoltava, al pianoforte o per dischi, apparteneva a quest'opera. Ci sono anche parecchi punti di contatto con il Don Giovanni. Il sentimento di orrore soprannaturale nella scena notturna nel cortile della chiesa, quando il Libertino e il diavolo giuocano a carte l'anima di Rakewell, è simile all'atmosfera del cimitero quando Don Giovanni e Leporello si trovano davanti alla statua del Commendatore; il quintetto dell'Epilogo richiama il sestetto alla fine del Don Giovanni. Nel corso di un'intervista […] appena prima della première, Stravinskij espresse il punto di vista secondo il quale il libretto di Auden‐Kallman per The Rake's Progress è alla stessa altezza, se non migliore, di quello di Lorenzo da Ponte per il Don Giovanni. Veramente un grande segno di stima!” (1) _____ (1) Eric Walter White, Stravinskij, A. Mondadori, 1983
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SPIGOLATURE 4/5 La prima di «The Rake's Progress» va in scena a Venezia “Grande interesse suscitò la notizia che Stravinskij stava scrivendo un'opera in inglese e molti grandi teatri d'opera, compreso il Metropolitan Opera House di New York e il Royal Opera House, Covent Garden, desideravano ottenere il diritto di rappresentarla per la prima volta. Fin dall'inizio, però, il compositore aveva concepito The Rake's Progress come un'opera da camera, con una piccola orchestra, un piccolo coro e un numero limitato di solisti – come Così fan tutte ‐ e gli sembrava più giusto che fosse eseguita in prima esecuzione in un ambiente meno grandioso. Alla fine si decise che la ‘prima’ sarebbe stata data nel Teatro La Fenice, a Venezia, durante il quattordicesimo Festival di Musica Contemporanea organizzato da Ferdinando Ballo. Poiché La Fenice non aveva un'orchestra stabile, furono presi accordi con il Teatro alla Scala di Milano perché fornisse coro e orchestra, mentre i ruoli principali furono assegnati ai migliori cantanti disponibili. Stravinskij stesso si assunse la direzione. Il compositore e la moglie giunsero in Europa durante l'estate e la prima prova ebbe luogo alla Scala verso la fine di agosto. Più tardi, orchestra, coro e cantanti si trasferirono a Venezia in tre vetture ferroviarie appositamente prenotate. La prima alla Fenice, l'11 settembre 1951, fu un'occasione esaltante.” (1) Resoconto della prima “Robert Craft ha scritto un vivacissimo resoconto della ‘prima’ […]: «Quando le luci si abbassarono e Stravinskij entrò nella buca dell'orchestra, l'applauso che lo salutò era diviso in tre zone: tutto il teatro lo applaudiva per la sua grandezza di compositore (quello che egli avrebbe chiamato le sue "credenziali"); dai posti più costosi veniva poi il riconoscimento per un evento mondano d'eccezione; dal loggione, c'era l'applauso nato dall'aspettativa di un grande maestro, che con le sue enormi possibilità presentava la sua opera più estesa. Stravinskij diresse con la solita dignità, e con una fermezza e un'intensità che nessun altro direttore è in grado di conferire alle sue opere. Questo fu il più importante carattere di una esecuzione che ‐ data l'insufficiente preparazione di sole tre settimane ‐ era tutt'altro che ideale ... Verso la fine del secondo atto c'erano nell'aria un'eccitazione e un entusiasmo perfettamente adeguati alla prima esecuzione di una grande opera. Le scene del cimitero e quella di Bedlam sono fra le più commoventi che siano mai state scritte, e non mancarono di toccare quel primo uditorio ... Stravinskij ottenne un'ovazione. Solo all'una il teatro fu sgombro e andammo a letto alle sei del mattino».” (1) _____ (1) Eric Walter White, Stravinskij, A. Mondadori, 1983 ALL’INIZIO
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SPIGOLATURE 5/5 Ekaterina Gabrielovna Nossenko, moglie e “sorella” “La madre di Ekaterina, Marja Nossenko, era la sorella maggiore della madre di Stravinskij: di conseguenza i due giovani erano cugini di primo grado. Ekaterina, che aveva un anno più di Igor,ne divenne ben presto l'amica e la compagna di giochi. Così scrisse molti anni più tardi il compositore […]: «Fin dal primo momento che passammo insieme fu come se entrambi ci rendessimo conto che un giorno ci saremmo sposati (o così almeno ci dicemmo l'uno all'altra in seguito). Forse siamo sempre stati più come fratello e sorella. lo ero un bambino profondamente solo e avevo bisogno di una sorella tutta per me. Ekaterina ... entrò nella mia vita come una specie di sorella a lungo desiderata, quando avevo dieci anni. Da allora, fino al giorno della sua morte rimanemmo estremamente uniti, più uniti di quanto a volte non siano due amanti, giacché due amanti possono essere estranei l'uno all'altra, nonostante vivano insieme e si amino per tutta la vita». […] Nell'ottobre [1905] venne annunciato dalla famiglia Nossenko il […] fidanzamento [di Igor Stravinskij] con Ekaterina Nossenko […]. Le preoccupazioni che affliggevano in quel momento il giovane compositore […] [erano causate da] uno statuto imperiale [che] proibiva il matrimonio tra cugini di primo grado. Gli occorreva dunque […] trovare un sacerdote che officiasse la cerimonia senza troppo cavillare sui documenti da presentare[…]. Trovò infine il prete che cercava in un villaggio […] non lontano da Pietroburgo, e il matrimonio poté così essere celebrato a mezzogiorno dell'11 gennaio (24 gennaio) del 1906. Non vi assistette alcun parente e i soli presenti furono i testimoni Andrej e Vladimir Rimskij‐Korsakov.” (1) _____ (1) Eric Walter White, Stravinskij, A. Mondadori, 1983 ALL’INIZIO
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TRAMA 1/2 Atto I Scena I In Inghilterra, durante il XVIII secolo. Nel giardino della sua casa di campagna, il facoltoso Trulove prospetta al futuro genero Tom Rakewell la possibilità di essere assunto presso un'importante banca della città. Ma il giovane rifiuta, desideroso di raggiungere felicità e ricchezza senza fatica, tanto più che ha appreso di essere divenuto erede di una sostanziosa fortuna a seguito della morte di un lontano zio. Chi lo ha informato dell'insperata fortuna è un misterioso personaggio, Nick Shadow, con il quale egli parte per Londra, dopo aver comunicato alla fidanzata Anne lo straordinario evento. Scena II La vita nella metropoli ha cambiato radicalmente Tom: Anne è dimenticata ed egli è caduto in potere di Nick che l'ha trascinato sulla strada del vizio; diviene ospite fisso della casa equivoca di Mother Goose, dalle cui mature grazie si lascia sedurre fra gli scherni delle ospiti e degli altri frequentatori della casa. Atto II Scena I Nel suo appartamento di Londra Tom si sta rendendo conto della vanità della sua attuale vita, ma, a troncare il malessere che l'invade, provvede Nick, che lo spinge ad un'altra avventura: prendere in moglie Baba la turca, una donna con la barba, esposta alla fiera di un vicino villaggio. Le nozze costituirebbero un evento clamoroso e a Tom deriverebbero fama e ricchezza; il giovane accetta senza esitare, ignaro delle conseguenze del suo gesto. Scena II Anne è appena giunta dinanzi alla casa di Tom, quando da una sfarzosa portantina discende il suo antico innamorato che, riconosciuta quella che un tempo era la sua donna, cerca di tenerla lontana, ma poi è costretto a rivelare che colei che lo accompagna è sua moglie. Anne fugge disperata, mentre Tom, pur consapevole dell'errore commesso, avverte di non poter contrastare il proprio destino. Scena III La vita in comune fra Tom e Baba è diventata impossibile, a causa dei frequenti litigi; dopo un ennesimo alterco, in preda ad una violenta emozione, il giovane si assopisce, ma è destato da Nick che gli mostra una macchina meravigliosa, in grado di trasformare in pane qualsiasi cosa vi si introduca. Tom prevede la felicità che può arrecare, anche se si rende conto della necessità di reperire ingenti mezzi finanziari, ma Nick lo esorta alla fiducia, assicurandolo di aver trovato soci disposti a sostenere l'impresa. ALL’INIZIO
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TRAMA 2/2 Atto III Scena I Per realizzare il progetto Tom è caduto in miseria e cerca di vendere all'asta tutti gli oggetti che gli adornavano la casa. Anche Anne si aggira tra la folla dei compratori, tentando di rivedere il suo Tom: chi l'avvicina, intenerita della sua costanza è la stessa Baba, che la incita a proseguire le ricerche di Tom: soltanto il suo amore e la sua dedizione potranno salvarlo dalla definitiva rovina. Scena II Nick ha condotto Tom in un cimitero e qui esige il compenso per i servigi resi; ma non vuole denari, egli pretende l'anima dell'amico. Questi si rifiuta risolutamente, ed ottiene di poter affrontare con le carte la propria sorte. Tom, smarrito invoca Anne e tanto intensa è la sua preghiera che il tragico gioco ha per lui esito favorevole. Nick sprofonda nelle viscere della terra, ma, prima di scomparire, colpisce Tom con la sua vendetta: il giovane trascorrerà il resto della sua esistenza in preda alla follia. Scena III Tom ha perduto del tutto la ragione ed è stato rinchiuso in un manicomio; la sola Anne gli è vicina e cerca di alleviarne le sofferenze. Il giovane non la riconosce e, ritenendosi il mitico Adone, crede di scorgere in lei le sembianze di Venere. In preda al delirio, si abbatte sfinito a terra inseguendo i fantasmi della sua mente irrimediabilmente malata. Epilogo. ‐ Ricompaiono tutti i personaggi, ognuno dei quali trae la morale della storia appena conclusa; tutti però concordano nell'affermare che il diavolo trova esca facile in chi trascorre la vita in ozio. _______ da: Aldo Nicastro (a cura di), Guida al teatro d’opera, Zecchini, 2011 ALL’INIZIO
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