SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006
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DIVORZIO DIFFICILE
CHIUDERE
IL
CONTO
CORRENTE È UN’IMPRESA DIFFICILE E COSTOSA
GRAZIE PER COLPA DELLE
BANCHE, CHE IN QUESTO
MODO OSTACOLANO LA
LIBERA CONCORRENZA E
MANTENGONO ALTI I COSTI DEI SERVIZI BANCARI.
LA
NOSTRA INCHIESTA
SUI COSTI DI USCITA DELLE PRINCIPALI BANCHE
ITALIANE.
BANCA:
UNA GABBIA SENZA USCITA
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SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006
BANCA:
UNA GABBIA SENZA USCITA
LE BARRIERE ALL’USCITA DELLE
La Banca d’Italia non vigila e gli istituti bancari
fanno il bello e il cattivo tempo con i clienti,
mantenendo elevati i costi dei conti correnti (tra
i più costosi al mondo) e impedendo il divorzio
a suon di spese di uscita esorbitanti. In questo
modo i correntisti vengono fortemente scoraggiati dal cercare sul mercato conti correnti più
convenienti e questo impedisce il gioco della
concorrenza, che resta ancora un’estranea nel
nostro sistema bancario. È il risultato della
nostra inchiesta in 36 delle principali banche
italiane che mostra che, per tenere in gabbia i
correntisti, le banche impongono spese elevate
senza giustificazione. Barriere costituite dalle
spese di chiusura conto, costi per l’estinzione
del deposito titoli e per il trasferimento dei
titoli a un’altra banca, che si spiegano solo con
la chiara volontà delle banche di impedire al
cliente di cercare sul mercato offerte migliori.
Dalla nostra inchiesta emerge che la chiusura
del conto può arrivare a costare fino a 60 euro
(Credem) e il trasferimento titoli da una banca
a un’altra, che ha un costo zero per l’istituto di
credito (in pratica, si tratta di una semplice operazione informatica), viene fatta pagare per il
profilo di correntista considerato da un minimo
di 19,90 euro (Banca Fineco) a un massimo di
625 euro (Credem). Abbiamo verificato, banca
per banca, quanto costa l’abbandono. Ecco nel
dettaglio le principali barriere all’uscita.
Spese di estinzione del conto. Per punire il
cliente che la vuole abbandonare, la banca gli
affibbia costi di chiusura del tutto ingiustificati:
in media si sborsano circa 30 euro. Ma c’è anche chi chiede il doppio: si tratta di Credem che,
tra le principali banche del nostro campione,
pretende la cifra più alta (60 euro). Da segnalare Antonveneta, che ha dimezzato il costo del
divorzio rispetto al 2004, ma lo lascia comunque alto: 50 euro. Oltre alle spese di estinzione,
al momento della chiusura la banca vi addebiterà anche le spese di tenuta conto, dall’inizio
dell’anno fino al momento della disdetta e le
spese di invio dell’estratto conto finale. Se avete
un deposito titoli ci sono alcune banche che vi
fanno pagare la chiusura: Banca Popolare di
Milano e We Bank (30 euro), Banca di Legnano
(27,50 euro), Banca Generali (massimo 25 euro)
e Banca Popolare di Vicenza (12 euro).
Trasferimento titoli. Su questo fronte le banche mettono in atto una vera e propria pratica
anticoncorrenziale, chiedendo importi di centinaia di euro per fare una semplice comunicazione al Monte Titoli, che non comporta costi.
Un esempio concreto ci aiuta a darvi l’idea di
quale salasso comporti trasferire i titoli. Il profilo considerato è quello del Signor Rossi, che
ha 20.000 euro di titoli italiani (3 codici titolo,
1 specie e 2 nominativi) e 10.000 euro in titoli
esteri (2 codici titolo, 1 specie e 1 nominativo).
Per questo profilo il costo del trasferimento va
da un minimo di 19,90 euro di Banca Fineco a
un massimo di 625 euro di Credem (da segnalare anche i 425 euro chiesti dal Credito Bergamasco). In media si devono sborsare 142,20
euro. Bisogna dire che rispetto all’anno scorso
il costo medio per lo stesso profilo è diminuito
(nel 2004 era pari a 171,91 euro), ma di certo
questo miglioramento non basta.
Attenzione, il trasferimento titoli è un’operazione che ha costi applicati in maniera diversa
da banca a banca: costo una tantum per l’operazione di trasferimento; costo per ogni codice
titolo (questo codice identifica un titolo sul mercato: ad esempio ogni tipo di azione ha un suo
codice e allo stesso modo ogni titolo di Stato ha
un suo codice, anche se della stessa specie ad
esempio 2 Btp, potrebbero essere identificati da
due diversi codici titolo; costo per nominativo.
(ad esempio se si hanno azioni tutte della stessa
società si paga il costo una sola volta); costo
per “specie” titolo (ad esempio si paga un tot
per tutte le azioni e un tot per tutti i Btp); una
percentuale sul valore di mercato o sul valore
nominale dei titoli.
Altri ostacoli sulla via di uscita
Lasciare la propria banca significa anche sistemare altri carichi legati al possesso della carta
di credito, all’eventuale mutuo o prestito personale, ai fondi comuni... E sono ancora costi.
Carta di credito. Ci sono carte di credito che
sono emesse solo a favore dei correntisti di una
determinata banca: quindi quando si chiude il
conto, non si ha più diritto alla carta. Il pericolo
è di pagare un doppio canone: uno per la vecchia e uno per la nuova carta. Tutte le carte di
credito infatti sono a rinnovo automatico, per
cui, in ogni caso, se si cambia conto, bisogna
sempre comunicare la disdetta della carta entro
un certo tempo prima della scadenza, pena il
rinnovo automatico e il pagamento del canone
annuale. Se, invece, avete una carta di credito co-branded (come la carta Altroconsumo)
dovrete solo comunicare all’ente emittente le
coordinate del nuovo conto corrente.
Mutui e prestiti. La maggior parte delle banche concede mutui o prestiti personali solo ai
propri correntisti. Quindi chi ha un mutuo o un
prestito ancora da rimborsare deve mantenere
per forza quel conto corrente fino alla restituzione della somma finanziata. Anche questa
pratica è un ostacolo alla concorrenza. In realtà,
non ci sarebbero problemi per il rimborso di
questi finanziamenti che può avvenire anche
dopo la chiusura del conto, tramite bonifico o
Rid da un altro conto corrente bancario. Le banche vogliono tenere sotto controllo la rischiosità
del debitore attraverso il conto osservando i
movimenti? Non è necessario, perché sono già
tutelate dall’ipoteca sulla casa, nel caso del
mutuo, e dalla fideiussione di un terzo per il
prestito personale.
Fondi comuni. Spesso la sottoscrizione di
fondi comuni è subordinata all’apertura di un
conto corrente. In questo caso se cambiate
banca dovrete rimborsare anche i fondi comuni
e sottoscriverne altri nella nuova banca. Questo
significa spese: commissioni di rimborso dei
vecchi fondi e di sottoscrizione dei nuovi. Anche
in questo caso l’operazione potrebbe essere
fatta tramite Rid o assegni. Gli stessi ostacoli
ingiustificati sono messi in atto per i Pac.
Viacard e Telepass. Se si ha un contratto Telepass, prima di chiuderlo con la vecchia banca,
bisogna aprire un contratto con la nuova e
chiedere a un Punto blu Autostrade di trasferire
l’addebito dei pedaggi sul nuovo conto. Solo dopo si può chiudere il vecchio contratto Telepass.
Stesso discorso per la tessera Viacard, ma in
più dovete mettere in conto il costo della quota
associativa della nuova tessera (15,49 euro).
Perdita di costi fissi. Ci sono spese legate al
conto corrente che si pagano una volta all’anno,
come il canone del bancomat o della carta di
credito... Se chiudete il conto dovrete comunque
pagare queste spese, anche se di fatto potrete
usufruire del servizio solo fino al momento della
chiusura. Sarebbe più corretto che la banca
restituisse il rateo inutilizzato.
SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006
PRINCIPALI BANCHE ITALIANE
I COSTI DI ESTINZIONE DEL C/C, DEL DEPOSITO TITOLI E DI TRASFERIMENTO TITOLI (OTTOBRE 2005)
Costi di estinzione (€)
Banca
conto
corrente
deposito
titoli
Banca Antonveneta
50
0
Banca Carige
50
0
max 26
0
51,65
max 25
0
0
Banca di Legnano
max 45 euro
27,50
Banca di Roma
Banca Fideuram
max 52 euro
0
0
0
Banca Intesa /Conto Intesa
0
0
Banca Popolare dell'Emilia Romagna
0
0
Banca Popolare di Bergamo
0
0
Banca Popolare di Milano
30
30
Banca Popolare di Puglia e Basilicata
25
0
Banca Popolare di Vicenza
50
12
Banca Sella / Conto azzurro
16
0
Banca Toscana
25
0
Banco di Brescia
50
0
0
50
max 51,65
15
50
60
50
60
25
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Credito Bergamasco
0
0
Deutsche bank
52
0
Fineco
Interbanca
0
0
0
0
Iwbank
0
0
30
50
zero (2)
0
0
0
30
30
25
0
Banca Generali
Banca delle Marche
Banca del Monte di Parma
Banco di Sardegna
Banco di Sicilia
Bipop Carire
BNL/Conto per Te Light
Cassa di risparmio di Bologna
Cassa di risparmio di Firenze
Cassa di risparmio di Padova e Rovigo
Credem
Credito Artigiano
MPS
San Paolo IMI
Unicredit banca / Conto Genius
We bank
Xelion banca
MEDIA
29,98
Costi di trasferimento titoli
titoli italiani verso altre banche
titoli esteri
0,10% su valore nominale titolo o su
valore di mercato azioni, min. 90€ e
max 300€
Obbligazioni: 1,55 per ogni 516,46€
(min. 103,29; max 774,69).
Azioni: 25,82€ per codice titolo
(min 103,29 e max 774,69€)
per titolo: 35€
per titolo: 15,49€
50€ per codice titolo
Costo di
trasferimento per
profilo tipo (1) (€)
0,10% su valore nominale titolo o su
valore di mercato azioni, min. 90€ e
90
max 300€
Obbligazioni: 1,55€ per ogni 516,46€
(min. 103,29; max 774,69).
129,10
Azioni: 25,82€ per codice titolo
(min. 103,29 e max 774,69€)
per titolo 52€
209
per ogni titolo 15,49€
77,45
75€ per codice titolo
300
per ogni titolo 25€ (min. 115, max
per titolo: 25€ (min. 115, max 550€)
125
550€)
per titolo 25€ (max 250€)
per ogni titolo 30€ (max 250€)
135
in totale anche per titoli esteri 25€
in totale con titoli italiani 25€
25
per richiesta 20€ + 10€ per codice per richiesta 20€ + 15€ per codice
80
titolo
titolo
per disposizione di trasferimento
per disposizione di trasferimento
25,82
25,82€
25,82€
per ogni codice titolo 25,82€ , max
per ogni codice titolo 25,82€ , max
129,10
258,23€
258,23€
minimo per disposizione 115€ , per
minimo per disposizione 115€ per
170
ogni ulteriore titolo 25€, max 550€
ogni ulteriore titolo 25€ max 550€
5€ per ogni 500€ (min. 30€; max
5€ per ogni 500€ (min. 30€; max
140
140€)
140€)
35€ per titolo
70€ per titolo
245
per pratica 20€ (insieme a Italia)
per pratica 20€ + 15€. Spese totali
+ 15€ Uem; + 15€ Usa; + 25€
60
max 258,23€
extraUem. Spese massime 258,23€
per specie di titolo 15,49€
per specie di titolo 15,49€
30,98
per ogni codice titolo 30,99€ max
per ogni codice titolo 30,99€ max
154,95
387,34€ per valuta
387,34€ per valuta
25,82 €
25,82 €
25,82
per specie di titolo 25€; minimo 50€ per ogni specie 55€ min 110 €
160
per ogni codice 50€
per ogni codice 75€
300
per partita titoli 40€
per partita titoli 40€
200
per titolo 25,82€
per titolo 25,82€
129,10
per codice titolo 30€
per codice titolo 30€
150
per titolo 25,82€
per titolo 25,82€
129,10
per codice 105€
per codice 155€
625
per codice 26€
per codice 26€
130
per codice 75€ (max insieme a estero per codice 100€ (max con Italia
425
1.000€)
1.000€)
per disposizione di trasferimento 80€
per ogni strumento 26€
116
+ 10€ per strumento
per ogni strumento 9,95€
per ogni strumento 9,95€
19,90
0
0
0
Banking: 25€ per titolo. Trading: 15€ Banking: 25 € per titolo. Trading: 15€ banking 125 euro;
per titolo
per titolo
trading 75 euro
per operazione 12,91€
per operazione: 25,82€
38,73
per titolo 25,82€
per titolo 25,82€
129,10
per titolo 25€ (min. 50, max 260€)
per titolo 25€ (min. 50, max 260 €)
125
minimo per disposizione 115€, per
minimo per disposizione 115€, per
140
ogni ulteriore titolo 25€, max 550€
ogni ulteriore titolo 25€, max 550€
10€ per titolo, max 100€ per
10€ per titolo, max 100€ per
50
trasferimento
trasferimento
142,20
(1) Il profilo considerato è il seguente: 20.000 euro titoli italiani (3 codici titolo, 1 specie e 2 nominativi) + 10.000 euro di titoli esteri (2 codici titolo, 1 specie, 1 nominativo)
(2) 60 euro se il conto è aperto da meno di sei mesi
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SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006
BANCA:
UNA GABBIA SENZA USCITA
CONTI CORRENTI: SCEGLIERE PER
Per aiutarvi a risparmiare abbiamo individuato, attraverso la nostra banca dati, i migliori conti correnti per cinque
all'anno scorso la situazione è migliorata, ma i costi dei conti correnti restano comunque ancora troppo elevati.
Bisogna scegliere il conto corrente tenendo conto dei costi
e per questo motivo abbiamo messo a vostra disposizione
una banca dati che raccoglie le condizioni dei principali
conti correnti e vi consente di individuare il conto migliore
per le vostre caratteristiche ed esigenze (vedi il riquadro
Altroconsumo.it a pag. 12). Nelle tabelle qui a lato trovate
i conti migliori per cinque profili tipo di correntista. Per
motivi di spazio in queste pagine abbiamo indicato i cinque
migliori conti correnti, ma il risparmio medio che abbiamo
calcolato per ciascun profilo rispetto al 2004 si riferisce a un
campione più ampio, che include i dieci migliori conti sul
mercato (sul nostro sito trovate l'elenco completo). Rispetto
ai conti migliori individuati nel 2004 (vedi SD 79, novembre
2005) i costi sono diminuiti. Dal confronto tra i conti migliori di quest’anno e quelli dell’anno scorso emerge che il costo
si è ridotto per tutti i profili presi in considerazione tranne
che per il profilo 2, che ha registrato invece un aumento del
13,47%. Ma allora le banche hanno diminuito i costi? Non
è un dato che si può generalizzare, perché la nostra media
si basa sui conti più convenienti individuati sul mercato e
basta guardare la tabella per notare che i conti migliori non
sono quelli tradizionali, ma quelli online (non accessibili a
tutti). La realtà è che i correntisti italiani restano tra i più
spremuti al mondo, visto che per esempio spendono per tenere i soldi in banca circa il 72% in più rispetto ai Paesi della
zona euro. E a rincarare il conto ci si è messo anche lo Stato
che nel 2005 ha aumentato del 33% l’imposta di bollo sul
conto corrente e sul deposito titoli (da 25,56 a 34,20 euro).
ALTROCONSUMO CARD: COSTA MENO
PROFILO 1
45 anni, sposato, moglie impiegata, casa
di proprietà, mutuo aperto, 25.000 euro
investiti in strumenti di lungo periodo,
2 carte di credito
– 42,43%
RISPETTO
AL 2004
PROFILO 2
30 anni, single, 50.000 euro investiti in
azioni italiane e estere, una carta di
credito.
+ 13,47%
RISPETTO
AL 2004
PROFILO 3
Pensionato, sposato, moglie casalinga, casa di proprietà, mutuo estinto,
100.000 euro investiti in titoli di stato,
nessuna carta di credito.
– 27,52%
RISPETTO
AL 2004
PROFILO 4
55 anni, sposato moglie casalinga, casa
di proprietà,mutuo estinto, box in affitto, liquidità investita in Conto Arancio,
una carta di credito
– 21,31%
RISPETTO
AL 2004
PROFILO 5
La carta Altroconsumo migliora sempre di più le condizioni per
i soci (è il nostro Miglior Acquisto per i cinque profili esaminati). Rispetto al 2004 diminuiscono i costi: il canone annuale
è passato da 16 euro a 10 euro (con un risparmio del 37%),
le spese di invio dell’estratto conto sono scese da 1,03 euro
a 0,90 euro (meno 13% circa) e la commissione di anticipo
contanti è passata da 3,5% al 2,50%.
30 anni, sposato, moglie impiegata, casa
di proprietà, mutuo aperto, liquidità
investita in Conto Arancio, 2 carte di
credito.
– 27,35%
RISPETTO
AL 2004
SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006
RISPARMIARE
profili-tipo di correntista. Si risparmia soprattutto scegliendo i conti online al posto di quelli tradizionali. Rispetto
Banca
Conto + carta di credito
BPM - We@bank
BPM - We@bank
Bipielle Net
Bipielle Net
Unicredit Banca
Conto @me banking forfait (1) + Altroconsumo card
Conto@me (1) + Altroconsumo card
Family Trade (1) + Altroconsumo card
Zero Trade (1) + Altroconsumo card
Genius One (2) + Altroconsumo card
(1) Conto online
Conto + carta di credito
Xelion
Xelion
Xelion
Xelion
Banca Fideuram
Banking (1) + Altroconsumo card
Direct Banking (1) + Altroconsumo card
Banking Plus (1) + Altroconsumo card
Direct Banking Plus (1) + Altroconsumo card
Conto (2) + Altroconsumo card
Conto
Banca della Rete
Bipielle Net
Iwbank
Iwbank
RAS Bank
Conto Tecnico (1)
Family Trade (1)
Conto Trading (1)
Conto Banking (1)
Vedo 3 Zero Spese (2)
Conto + carta di credito
BPM - We@bank
Iwbank
BPM - We@bank
Unicredit Banca
Bipielle Net
Conto@me (1) + Altroconsumo card
Conto Banking (1) + Altroconsumo card
Conto @me banking forfait (1) + Altroconsumo card
Genius One (2) + Altroconsumo card
Family Trade (1) + Altroconsumo card
Costo annuo
(in euro)
80,60
83,60
87,40
89,00
98,40
Il conto migliore è Conto Tecnico di Banca della Rete, per un costo
annuo di 80,60 euro. Rispetto al 2004, prendendo in considerazione i
primi dieci conti correnti della nostra banca dati, il costo medio è sceso
da 97,22 euro del 2004 ai 134,13 euro del 2005. In un anno si è avuta
quindi una diminuzione del 27,52%. Tra il primo conto della tabella e il
quinto c’è una differenza di 17,80 euro l’anno.
Costo annuo
(in euro)
36,66
42,90
54,66
58,81
70,80
Il conto migliore è Conto@me di BPM We@bank, abbinato alla carta
di credito Altroconsumo, per un costo annuo di 36,66 euro. Rispetto
al 2004, prendendo in considerazione i primi dieci conti correnti della
nostra banca dati, il costo medio è sceso da 87,14 euro del 2004 ai
68,57 euro del 2005. In un anno si è avuta quindi una diminuzione del
21,31%. Scegliendo il primo conto della nostra banca dati anziché il
quinto si risparmiano 34,14 euro l’anno.
(2) Canone mensile
Banca
Conto + carta di credito
Bipielle Net
BPM - We@bank
BPM - We@bank
RAS Bank
Banca Generali
Zero Trade (1) + Altroconsumo card
Conto@me banking forfait (1) + Altroconsumo card
Conto@me (1) + Altroconsumo card
Vedo Start (2) + Altroconsumo card
Fast (1) + Altroconsumo card
(1) Conto online
494,08
503,78
554,08
558,78
701,79
Il conto migliore è Conto Banking di Xelion Banca abbinato alla carta
di credito Altroconsumo, per un costo annuo di 494,08 euro. Rispetto al
2004 si registra un aumento del 13,47% considerando il costo medio
dei primi dieci conti correnti della nostra banca dati che nel 2004 era
pari a 664,31 euro ed è sceso nel 2005 a 585,47 euro. Attenzione: tra
il primo conto indicato in tabella e il quinto c’è una differenza di ben
207,71 euro l’anno.
(2) Famiglia
Banca
(1) Conto online
Costo annuo
(in euro)
(2) Famiglia
Banca
(1) Conto online
54,66
55,26
73,80
76,50
78,81
Il conto migliore è Conto@me banking forfait di Bpm-Webank abbinato alla carta di credito Altroconsumo, per un costo annuo di 54,66
euro. Rispetto al 2004, prendendo in considerazione i primi dieci conti
correnti della nostra banca dati, il costo medio è sceso da 138,10 euro
del 2004 ai 79,50 euro del 2005. In un anno quindi c’è stata una diminuzione del 42,43%. Scegliendo il primo conto della lista anziché il
quinto si risparmiano 24,15 euro l’anno.
(2) Canone mensile
Banca
(1) Conto online
Costo annuo
(in euro)
(2) Famiglia
Costo annuo
(in euro)
76,50
80,94
81,54
86,70
86,70
Il conto migliore è Zero Trade di Bipielle net, abbinato alla carta di
credito Altroconsumo, per un costo annuo di 76,50 euro. Rispetto al
2004, prendendo in considerazione i primi dieci conti correnti della
nostra banca dati, il costo medio è sceso da 126,19 euro del 2004 ai
91,68 euro del 2005. In un anno si è avuta quindi una diminuzione
del 27,35%. Tra il primo conto indicato in tabella e il quinto, c’è una
differenza di 10,20 euro l’anno.
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BANCA:
SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006
ALTROCONSUMO.IT
Sul nostro sito trovate una serie di
strumenti per aiutarvi a risparmiare,
cambiando banca e innescando il sano
meccanismo della concorrenza.
• Una banca dati dove abbiamo
UNA GABBIA SENZA USCITA
archiviato tutte le tipologie di conto
corrente delle principali banche italiane:
inserendo il proprio profilo di utilizzo
potete individuare il conto corrente
migliore per voi. Dall’homepage andate
su Servizi online e cliccate su prezzi e
tariffe.
• Sul sito trovate la lettera tipo da
spedire alla banca per la chiusura del
conto corrente e quella per segnalare
all’Antitrust l'eventuale comportamento
scorretto della vostra banca: in
homepage, sezione Lettere tipo.
segue da pag. 6
che aveva chiuso il conto in seguito a un peggioramento
delle condizioni. Questa è solo una delle tante barriere
che impediscono ai correntisti più tartassati del mondo
di cercare alternative meno onerose. Secondo una recente
indagine di CapGemini (World Retail Banking Report 2005),
che ha esaminato i conti correnti di 19 Paesi del mondo (vedi tabella a pag. 6), nessuno spende quanto noi per tenere i
soldi depositati in banca, farsi accreditare lo stipendio, fare
un bonifico... Gli italiani spendono in media 252 euro all’anno contro i 34 euro degli olandesi, i 64 euro degli inglesi, i
circa 100 euro di francesi, spagnoli e portoghesi. E restiamo
fanalino di coda anche guardando fuori d’Europa: i cinesi
pagano cinque volte meno di noi (54 euro), gli americani
esattamente la metà (126 euro). Solo i tedeschi si avvicinano al nostro caro-conto corrente (223 euro). L’indagine di
CapGemini ha suscitato una reazione dell’Abi (Associazione
bancaria italiana), che ha contestato lo studio sostenendo
che il prezzo medio pagato dai correntisti italiani è di 65
euro (sulla base di un’indagine commissionata a Mercer
Oliver Wyman). Secondo l’Abi, infatti, nella sua indagine
CapGemini avrebbe incluso nei costi considerati anche
l’imposta di bollo (che va allo Stato) e non avrebbe considerato a favore gli interessi sul conto pagati dalla banca.
Se la matematica non è un’opinione, però, queste obiezioni
sono facilmente smontabili: CapGemini non ha incluso
l’imposta di bollo mentre il tasso di interesse offerto sulle
giacenze del conto corrente è pari a uno 0,32% netto (dato
di Bankitalia), una miseria tale da non poter spiegare certo
le differenze di costo emerse dalle due indagini. Di fronte
al tentativo di arrampicarsi sugli specchi dell’Abi si staglia
la realtà dei costi elevati dei conti correnti che emerge anche dalla nostra banca dati, che raccoglie i principali conti
correnti presenti sul mercato (vedi riquadro qui sopra). A
seconda del profilo di utilizzo del conto e considerando
pure i conti meno costosi si arriva fino a quasi 500 euro annui (vedi i cinque profili individuati a pag. 10). Ci sono costi
elevati anche se si vuole cambiare banca. È quanto emerge
dalla nostra inchiesta nelle principali banche italiane per
individuare i costi di estinzione del conto e quelli di trasferimento di eventuali titoli in deposito: centinaia di euro, che
il correntista è costretto a regalare alle banche senza alcuna
contropartita in termini di servizi (vedi inchiesta a pag. 8).
Il tutto contribuisce a mantenere un mercato bancario dai
costi elevati, perché viziato dalla mancanza di concorrenza.
Purtroppo finora Bankitalia non ha fatto nulla per eliminare
queste barriere (vedi il riquadro Vieni avanti concorrenza
a pag. 6), quindi non ci resta che denunciarle ancora una
volta e darvi gli strumenti per individuare i comportamenti
scorretti e risparmiare attraverso la nostra banca dati.
•
Liberi finalmente
Chiudere il conto e trasferire eventuali titoli sono operazioni facili e veloci, che le
banche trasformano in procedure difficili
e costose. Tenere prigionieri i clienti con
spese, balzelli e burocrazia è contrario
alle leggi sulla libera concorrenza. Grazie
a questi ostacoli le banche tengono alti i
costi dei servizi bancari. Qualcosa però
si muove e il comportamento anticoncorrenziale delle banche nostrane è ora
anche all’attenzione della Commissione
europea. È importante non perdere le
poche vie di uscita offerte dalla legge.
Solo in un caso infatti è possibile evitare
di pagare le spese di estinzione: se la
banca cambia in peggio le condizioni
economiche del conto è tenuta a darne
comunicazione sulla Gazzetta Ufficiale e
il correntista ha 15 giorni di tempo a partire da tale pubblicazione per chiudere il
conto (sul nostro sito nella sezione lette-
re tipo trovate la lettera da utilizzare in
questo caso, vedi riquadro qui sopra). In
questo caso il cliente ha il diritto di chiudere il conto senza penalità e di avere la
liquidazione del conto alle vecchie condizioni. Purtroppo, la legge non prevede
una comunicazione personale di tali variazioni e di sicuro la Gazzetta Ufficiale
non è una delle letture più frequenti
nella vita quotidiana di ciascuno di noi.
Se decidete di cambiare, ricordatevi che
prima di chiudere un conto è sempre
meglio averne già aperto un altro, su cui
trasferire la maggior parte del denaro. In
questo modo potete controllare l’effettiva operatività del nuovo conto e del bancomat, per evitare il rischio di rimanere
senza soldi; potrete anche verificare la
nuova domiciliazione delle utenze (gas,
luce...), la carta di credito, gli eventuali
Viacard o Telepass. Se il conto corrente
non è “in rosso”, potete chiuderlo quando volete, senza alcuna giustificazione,
facendo una richiesta scritta alla banca,
allegando il libretto con gli assegni non
utilizzati, la tessera bancomat e la carta
di credito tagliate in due e indicando la
destinazione della somma che resta sul
conto dopo che la banca ha accreditato
gli interessi attivi ed addebitato le spese
di gestione, le spese di invio dell’estratto
conto finale, le spese di estinzione ed
eventuali interessi passivi. Attenzione:
se il conto ha un saldo negativo la banca
non procederà alla chiusura.
Per valutare la convenienza del cambiamento, consultate la nostra banca dati
che vi aiuta a scegliere il conto corrente
più conveniente per il vostro profilo.
Potete farlo online (vedi riquadro in alto)
o telefonando al numero 02.6961580 (dal
lunedì al venerdì, orario: 9-13/14-18).
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BANCA: UNA GABBIA SENZA USCITA