SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006 7 DIVORZIO DIFFICILE CHIUDERE IL CONTO CORRENTE È UN’IMPRESA DIFFICILE E COSTOSA GRAZIE PER COLPA DELLE BANCHE, CHE IN QUESTO MODO OSTACOLANO LA LIBERA CONCORRENZA E MANTENGONO ALTI I COSTI DEI SERVIZI BANCARI. LA NOSTRA INCHIESTA SUI COSTI DI USCITA DELLE PRINCIPALI BANCHE ITALIANE. BANCA: UNA GABBIA SENZA USCITA 8 SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006 BANCA: UNA GABBIA SENZA USCITA LE BARRIERE ALL’USCITA DELLE La Banca d’Italia non vigila e gli istituti bancari fanno il bello e il cattivo tempo con i clienti, mantenendo elevati i costi dei conti correnti (tra i più costosi al mondo) e impedendo il divorzio a suon di spese di uscita esorbitanti. In questo modo i correntisti vengono fortemente scoraggiati dal cercare sul mercato conti correnti più convenienti e questo impedisce il gioco della concorrenza, che resta ancora un’estranea nel nostro sistema bancario. È il risultato della nostra inchiesta in 36 delle principali banche italiane che mostra che, per tenere in gabbia i correntisti, le banche impongono spese elevate senza giustificazione. Barriere costituite dalle spese di chiusura conto, costi per l’estinzione del deposito titoli e per il trasferimento dei titoli a un’altra banca, che si spiegano solo con la chiara volontà delle banche di impedire al cliente di cercare sul mercato offerte migliori. Dalla nostra inchiesta emerge che la chiusura del conto può arrivare a costare fino a 60 euro (Credem) e il trasferimento titoli da una banca a un’altra, che ha un costo zero per l’istituto di credito (in pratica, si tratta di una semplice operazione informatica), viene fatta pagare per il profilo di correntista considerato da un minimo di 19,90 euro (Banca Fineco) a un massimo di 625 euro (Credem). Abbiamo verificato, banca per banca, quanto costa l’abbandono. Ecco nel dettaglio le principali barriere all’uscita. Spese di estinzione del conto. Per punire il cliente che la vuole abbandonare, la banca gli affibbia costi di chiusura del tutto ingiustificati: in media si sborsano circa 30 euro. Ma c’è anche chi chiede il doppio: si tratta di Credem che, tra le principali banche del nostro campione, pretende la cifra più alta (60 euro). Da segnalare Antonveneta, che ha dimezzato il costo del divorzio rispetto al 2004, ma lo lascia comunque alto: 50 euro. Oltre alle spese di estinzione, al momento della chiusura la banca vi addebiterà anche le spese di tenuta conto, dall’inizio dell’anno fino al momento della disdetta e le spese di invio dell’estratto conto finale. Se avete un deposito titoli ci sono alcune banche che vi fanno pagare la chiusura: Banca Popolare di Milano e We Bank (30 euro), Banca di Legnano (27,50 euro), Banca Generali (massimo 25 euro) e Banca Popolare di Vicenza (12 euro). Trasferimento titoli. Su questo fronte le banche mettono in atto una vera e propria pratica anticoncorrenziale, chiedendo importi di centinaia di euro per fare una semplice comunicazione al Monte Titoli, che non comporta costi. Un esempio concreto ci aiuta a darvi l’idea di quale salasso comporti trasferire i titoli. Il profilo considerato è quello del Signor Rossi, che ha 20.000 euro di titoli italiani (3 codici titolo, 1 specie e 2 nominativi) e 10.000 euro in titoli esteri (2 codici titolo, 1 specie e 1 nominativo). Per questo profilo il costo del trasferimento va da un minimo di 19,90 euro di Banca Fineco a un massimo di 625 euro di Credem (da segnalare anche i 425 euro chiesti dal Credito Bergamasco). In media si devono sborsare 142,20 euro. Bisogna dire che rispetto all’anno scorso il costo medio per lo stesso profilo è diminuito (nel 2004 era pari a 171,91 euro), ma di certo questo miglioramento non basta. Attenzione, il trasferimento titoli è un’operazione che ha costi applicati in maniera diversa da banca a banca: costo una tantum per l’operazione di trasferimento; costo per ogni codice titolo (questo codice identifica un titolo sul mercato: ad esempio ogni tipo di azione ha un suo codice e allo stesso modo ogni titolo di Stato ha un suo codice, anche se della stessa specie ad esempio 2 Btp, potrebbero essere identificati da due diversi codici titolo; costo per nominativo. (ad esempio se si hanno azioni tutte della stessa società si paga il costo una sola volta); costo per “specie” titolo (ad esempio si paga un tot per tutte le azioni e un tot per tutti i Btp); una percentuale sul valore di mercato o sul valore nominale dei titoli. Altri ostacoli sulla via di uscita Lasciare la propria banca significa anche sistemare altri carichi legati al possesso della carta di credito, all’eventuale mutuo o prestito personale, ai fondi comuni... E sono ancora costi. Carta di credito. Ci sono carte di credito che sono emesse solo a favore dei correntisti di una determinata banca: quindi quando si chiude il conto, non si ha più diritto alla carta. Il pericolo è di pagare un doppio canone: uno per la vecchia e uno per la nuova carta. Tutte le carte di credito infatti sono a rinnovo automatico, per cui, in ogni caso, se si cambia conto, bisogna sempre comunicare la disdetta della carta entro un certo tempo prima della scadenza, pena il rinnovo automatico e il pagamento del canone annuale. Se, invece, avete una carta di credito co-branded (come la carta Altroconsumo) dovrete solo comunicare all’ente emittente le coordinate del nuovo conto corrente. Mutui e prestiti. La maggior parte delle banche concede mutui o prestiti personali solo ai propri correntisti. Quindi chi ha un mutuo o un prestito ancora da rimborsare deve mantenere per forza quel conto corrente fino alla restituzione della somma finanziata. Anche questa pratica è un ostacolo alla concorrenza. In realtà, non ci sarebbero problemi per il rimborso di questi finanziamenti che può avvenire anche dopo la chiusura del conto, tramite bonifico o Rid da un altro conto corrente bancario. Le banche vogliono tenere sotto controllo la rischiosità del debitore attraverso il conto osservando i movimenti? Non è necessario, perché sono già tutelate dall’ipoteca sulla casa, nel caso del mutuo, e dalla fideiussione di un terzo per il prestito personale. Fondi comuni. Spesso la sottoscrizione di fondi comuni è subordinata all’apertura di un conto corrente. In questo caso se cambiate banca dovrete rimborsare anche i fondi comuni e sottoscriverne altri nella nuova banca. Questo significa spese: commissioni di rimborso dei vecchi fondi e di sottoscrizione dei nuovi. Anche in questo caso l’operazione potrebbe essere fatta tramite Rid o assegni. Gli stessi ostacoli ingiustificati sono messi in atto per i Pac. Viacard e Telepass. Se si ha un contratto Telepass, prima di chiuderlo con la vecchia banca, bisogna aprire un contratto con la nuova e chiedere a un Punto blu Autostrade di trasferire l’addebito dei pedaggi sul nuovo conto. Solo dopo si può chiudere il vecchio contratto Telepass. Stesso discorso per la tessera Viacard, ma in più dovete mettere in conto il costo della quota associativa della nuova tessera (15,49 euro). Perdita di costi fissi. Ci sono spese legate al conto corrente che si pagano una volta all’anno, come il canone del bancomat o della carta di credito... Se chiudete il conto dovrete comunque pagare queste spese, anche se di fatto potrete usufruire del servizio solo fino al momento della chiusura. Sarebbe più corretto che la banca restituisse il rateo inutilizzato. SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006 PRINCIPALI BANCHE ITALIANE I COSTI DI ESTINZIONE DEL C/C, DEL DEPOSITO TITOLI E DI TRASFERIMENTO TITOLI (OTTOBRE 2005) Costi di estinzione (€) Banca conto corrente deposito titoli Banca Antonveneta 50 0 Banca Carige 50 0 max 26 0 51,65 max 25 0 0 Banca di Legnano max 45 euro 27,50 Banca di Roma Banca Fideuram max 52 euro 0 0 0 Banca Intesa /Conto Intesa 0 0 Banca Popolare dell'Emilia Romagna 0 0 Banca Popolare di Bergamo 0 0 Banca Popolare di Milano 30 30 Banca Popolare di Puglia e Basilicata 25 0 Banca Popolare di Vicenza 50 12 Banca Sella / Conto azzurro 16 0 Banca Toscana 25 0 Banco di Brescia 50 0 0 50 max 51,65 15 50 60 50 60 25 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Credito Bergamasco 0 0 Deutsche bank 52 0 Fineco Interbanca 0 0 0 0 Iwbank 0 0 30 50 zero (2) 0 0 0 30 30 25 0 Banca Generali Banca delle Marche Banca del Monte di Parma Banco di Sardegna Banco di Sicilia Bipop Carire BNL/Conto per Te Light Cassa di risparmio di Bologna Cassa di risparmio di Firenze Cassa di risparmio di Padova e Rovigo Credem Credito Artigiano MPS San Paolo IMI Unicredit banca / Conto Genius We bank Xelion banca MEDIA 29,98 Costi di trasferimento titoli titoli italiani verso altre banche titoli esteri 0,10% su valore nominale titolo o su valore di mercato azioni, min. 90€ e max 300€ Obbligazioni: 1,55 per ogni 516,46€ (min. 103,29; max 774,69). Azioni: 25,82€ per codice titolo (min 103,29 e max 774,69€) per titolo: 35€ per titolo: 15,49€ 50€ per codice titolo Costo di trasferimento per profilo tipo (1) (€) 0,10% su valore nominale titolo o su valore di mercato azioni, min. 90€ e 90 max 300€ Obbligazioni: 1,55€ per ogni 516,46€ (min. 103,29; max 774,69). 129,10 Azioni: 25,82€ per codice titolo (min. 103,29 e max 774,69€) per titolo 52€ 209 per ogni titolo 15,49€ 77,45 75€ per codice titolo 300 per ogni titolo 25€ (min. 115, max per titolo: 25€ (min. 115, max 550€) 125 550€) per titolo 25€ (max 250€) per ogni titolo 30€ (max 250€) 135 in totale anche per titoli esteri 25€ in totale con titoli italiani 25€ 25 per richiesta 20€ + 10€ per codice per richiesta 20€ + 15€ per codice 80 titolo titolo per disposizione di trasferimento per disposizione di trasferimento 25,82 25,82€ 25,82€ per ogni codice titolo 25,82€ , max per ogni codice titolo 25,82€ , max 129,10 258,23€ 258,23€ minimo per disposizione 115€ , per minimo per disposizione 115€ per 170 ogni ulteriore titolo 25€, max 550€ ogni ulteriore titolo 25€ max 550€ 5€ per ogni 500€ (min. 30€; max 5€ per ogni 500€ (min. 30€; max 140 140€) 140€) 35€ per titolo 70€ per titolo 245 per pratica 20€ (insieme a Italia) per pratica 20€ + 15€. Spese totali + 15€ Uem; + 15€ Usa; + 25€ 60 max 258,23€ extraUem. Spese massime 258,23€ per specie di titolo 15,49€ per specie di titolo 15,49€ 30,98 per ogni codice titolo 30,99€ max per ogni codice titolo 30,99€ max 154,95 387,34€ per valuta 387,34€ per valuta 25,82 € 25,82 € 25,82 per specie di titolo 25€; minimo 50€ per ogni specie 55€ min 110 € 160 per ogni codice 50€ per ogni codice 75€ 300 per partita titoli 40€ per partita titoli 40€ 200 per titolo 25,82€ per titolo 25,82€ 129,10 per codice titolo 30€ per codice titolo 30€ 150 per titolo 25,82€ per titolo 25,82€ 129,10 per codice 105€ per codice 155€ 625 per codice 26€ per codice 26€ 130 per codice 75€ (max insieme a estero per codice 100€ (max con Italia 425 1.000€) 1.000€) per disposizione di trasferimento 80€ per ogni strumento 26€ 116 + 10€ per strumento per ogni strumento 9,95€ per ogni strumento 9,95€ 19,90 0 0 0 Banking: 25€ per titolo. Trading: 15€ Banking: 25 € per titolo. Trading: 15€ banking 125 euro; per titolo per titolo trading 75 euro per operazione 12,91€ per operazione: 25,82€ 38,73 per titolo 25,82€ per titolo 25,82€ 129,10 per titolo 25€ (min. 50, max 260€) per titolo 25€ (min. 50, max 260 €) 125 minimo per disposizione 115€, per minimo per disposizione 115€, per 140 ogni ulteriore titolo 25€, max 550€ ogni ulteriore titolo 25€, max 550€ 10€ per titolo, max 100€ per 10€ per titolo, max 100€ per 50 trasferimento trasferimento 142,20 (1) Il profilo considerato è il seguente: 20.000 euro titoli italiani (3 codici titolo, 1 specie e 2 nominativi) + 10.000 euro di titoli esteri (2 codici titolo, 1 specie, 1 nominativo) (2) 60 euro se il conto è aperto da meno di sei mesi 9 10 SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006 BANCA: UNA GABBIA SENZA USCITA CONTI CORRENTI: SCEGLIERE PER Per aiutarvi a risparmiare abbiamo individuato, attraverso la nostra banca dati, i migliori conti correnti per cinque all'anno scorso la situazione è migliorata, ma i costi dei conti correnti restano comunque ancora troppo elevati. Bisogna scegliere il conto corrente tenendo conto dei costi e per questo motivo abbiamo messo a vostra disposizione una banca dati che raccoglie le condizioni dei principali conti correnti e vi consente di individuare il conto migliore per le vostre caratteristiche ed esigenze (vedi il riquadro Altroconsumo.it a pag. 12). Nelle tabelle qui a lato trovate i conti migliori per cinque profili tipo di correntista. Per motivi di spazio in queste pagine abbiamo indicato i cinque migliori conti correnti, ma il risparmio medio che abbiamo calcolato per ciascun profilo rispetto al 2004 si riferisce a un campione più ampio, che include i dieci migliori conti sul mercato (sul nostro sito trovate l'elenco completo). Rispetto ai conti migliori individuati nel 2004 (vedi SD 79, novembre 2005) i costi sono diminuiti. Dal confronto tra i conti migliori di quest’anno e quelli dell’anno scorso emerge che il costo si è ridotto per tutti i profili presi in considerazione tranne che per il profilo 2, che ha registrato invece un aumento del 13,47%. Ma allora le banche hanno diminuito i costi? Non è un dato che si può generalizzare, perché la nostra media si basa sui conti più convenienti individuati sul mercato e basta guardare la tabella per notare che i conti migliori non sono quelli tradizionali, ma quelli online (non accessibili a tutti). La realtà è che i correntisti italiani restano tra i più spremuti al mondo, visto che per esempio spendono per tenere i soldi in banca circa il 72% in più rispetto ai Paesi della zona euro. E a rincarare il conto ci si è messo anche lo Stato che nel 2005 ha aumentato del 33% l’imposta di bollo sul conto corrente e sul deposito titoli (da 25,56 a 34,20 euro). ALTROCONSUMO CARD: COSTA MENO PROFILO 1 45 anni, sposato, moglie impiegata, casa di proprietà, mutuo aperto, 25.000 euro investiti in strumenti di lungo periodo, 2 carte di credito – 42,43% RISPETTO AL 2004 PROFILO 2 30 anni, single, 50.000 euro investiti in azioni italiane e estere, una carta di credito. + 13,47% RISPETTO AL 2004 PROFILO 3 Pensionato, sposato, moglie casalinga, casa di proprietà, mutuo estinto, 100.000 euro investiti in titoli di stato, nessuna carta di credito. – 27,52% RISPETTO AL 2004 PROFILO 4 55 anni, sposato moglie casalinga, casa di proprietà,mutuo estinto, box in affitto, liquidità investita in Conto Arancio, una carta di credito – 21,31% RISPETTO AL 2004 PROFILO 5 La carta Altroconsumo migliora sempre di più le condizioni per i soci (è il nostro Miglior Acquisto per i cinque profili esaminati). Rispetto al 2004 diminuiscono i costi: il canone annuale è passato da 16 euro a 10 euro (con un risparmio del 37%), le spese di invio dell’estratto conto sono scese da 1,03 euro a 0,90 euro (meno 13% circa) e la commissione di anticipo contanti è passata da 3,5% al 2,50%. 30 anni, sposato, moglie impiegata, casa di proprietà, mutuo aperto, liquidità investita in Conto Arancio, 2 carte di credito. – 27,35% RISPETTO AL 2004 SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006 RISPARMIARE profili-tipo di correntista. Si risparmia soprattutto scegliendo i conti online al posto di quelli tradizionali. Rispetto Banca Conto + carta di credito BPM - We@bank BPM - We@bank Bipielle Net Bipielle Net Unicredit Banca Conto @me banking forfait (1) + Altroconsumo card Conto@me (1) + Altroconsumo card Family Trade (1) + Altroconsumo card Zero Trade (1) + Altroconsumo card Genius One (2) + Altroconsumo card (1) Conto online Conto + carta di credito Xelion Xelion Xelion Xelion Banca Fideuram Banking (1) + Altroconsumo card Direct Banking (1) + Altroconsumo card Banking Plus (1) + Altroconsumo card Direct Banking Plus (1) + Altroconsumo card Conto (2) + Altroconsumo card Conto Banca della Rete Bipielle Net Iwbank Iwbank RAS Bank Conto Tecnico (1) Family Trade (1) Conto Trading (1) Conto Banking (1) Vedo 3 Zero Spese (2) Conto + carta di credito BPM - We@bank Iwbank BPM - We@bank Unicredit Banca Bipielle Net Conto@me (1) + Altroconsumo card Conto Banking (1) + Altroconsumo card Conto @me banking forfait (1) + Altroconsumo card Genius One (2) + Altroconsumo card Family Trade (1) + Altroconsumo card Costo annuo (in euro) 80,60 83,60 87,40 89,00 98,40 Il conto migliore è Conto Tecnico di Banca della Rete, per un costo annuo di 80,60 euro. Rispetto al 2004, prendendo in considerazione i primi dieci conti correnti della nostra banca dati, il costo medio è sceso da 97,22 euro del 2004 ai 134,13 euro del 2005. In un anno si è avuta quindi una diminuzione del 27,52%. Tra il primo conto della tabella e il quinto c’è una differenza di 17,80 euro l’anno. Costo annuo (in euro) 36,66 42,90 54,66 58,81 70,80 Il conto migliore è Conto@me di BPM We@bank, abbinato alla carta di credito Altroconsumo, per un costo annuo di 36,66 euro. Rispetto al 2004, prendendo in considerazione i primi dieci conti correnti della nostra banca dati, il costo medio è sceso da 87,14 euro del 2004 ai 68,57 euro del 2005. In un anno si è avuta quindi una diminuzione del 21,31%. Scegliendo il primo conto della nostra banca dati anziché il quinto si risparmiano 34,14 euro l’anno. (2) Canone mensile Banca Conto + carta di credito Bipielle Net BPM - We@bank BPM - We@bank RAS Bank Banca Generali Zero Trade (1) + Altroconsumo card Conto@me banking forfait (1) + Altroconsumo card Conto@me (1) + Altroconsumo card Vedo Start (2) + Altroconsumo card Fast (1) + Altroconsumo card (1) Conto online 494,08 503,78 554,08 558,78 701,79 Il conto migliore è Conto Banking di Xelion Banca abbinato alla carta di credito Altroconsumo, per un costo annuo di 494,08 euro. Rispetto al 2004 si registra un aumento del 13,47% considerando il costo medio dei primi dieci conti correnti della nostra banca dati che nel 2004 era pari a 664,31 euro ed è sceso nel 2005 a 585,47 euro. Attenzione: tra il primo conto indicato in tabella e il quinto c’è una differenza di ben 207,71 euro l’anno. (2) Famiglia Banca (1) Conto online Costo annuo (in euro) (2) Famiglia Banca (1) Conto online 54,66 55,26 73,80 76,50 78,81 Il conto migliore è Conto@me banking forfait di Bpm-Webank abbinato alla carta di credito Altroconsumo, per un costo annuo di 54,66 euro. Rispetto al 2004, prendendo in considerazione i primi dieci conti correnti della nostra banca dati, il costo medio è sceso da 138,10 euro del 2004 ai 79,50 euro del 2005. In un anno quindi c’è stata una diminuzione del 42,43%. Scegliendo il primo conto della lista anziché il quinto si risparmiano 24,15 euro l’anno. (2) Canone mensile Banca (1) Conto online Costo annuo (in euro) (2) Famiglia Costo annuo (in euro) 76,50 80,94 81,54 86,70 86,70 Il conto migliore è Zero Trade di Bipielle net, abbinato alla carta di credito Altroconsumo, per un costo annuo di 76,50 euro. Rispetto al 2004, prendendo in considerazione i primi dieci conti correnti della nostra banca dati, il costo medio è sceso da 126,19 euro del 2004 ai 91,68 euro del 2005. In un anno si è avuta quindi una diminuzione del 27,35%. Tra il primo conto indicato in tabella e il quinto, c’è una differenza di 10,20 euro l’anno. 11 12 BANCA: SOLDI&DIRITTI n.86 gennaio 2006 ALTROCONSUMO.IT Sul nostro sito trovate una serie di strumenti per aiutarvi a risparmiare, cambiando banca e innescando il sano meccanismo della concorrenza. • Una banca dati dove abbiamo UNA GABBIA SENZA USCITA archiviato tutte le tipologie di conto corrente delle principali banche italiane: inserendo il proprio profilo di utilizzo potete individuare il conto corrente migliore per voi. Dall’homepage andate su Servizi online e cliccate su prezzi e tariffe. • Sul sito trovate la lettera tipo da spedire alla banca per la chiusura del conto corrente e quella per segnalare all’Antitrust l'eventuale comportamento scorretto della vostra banca: in homepage, sezione Lettere tipo. segue da pag. 6 che aveva chiuso il conto in seguito a un peggioramento delle condizioni. Questa è solo una delle tante barriere che impediscono ai correntisti più tartassati del mondo di cercare alternative meno onerose. Secondo una recente indagine di CapGemini (World Retail Banking Report 2005), che ha esaminato i conti correnti di 19 Paesi del mondo (vedi tabella a pag. 6), nessuno spende quanto noi per tenere i soldi depositati in banca, farsi accreditare lo stipendio, fare un bonifico... Gli italiani spendono in media 252 euro all’anno contro i 34 euro degli olandesi, i 64 euro degli inglesi, i circa 100 euro di francesi, spagnoli e portoghesi. E restiamo fanalino di coda anche guardando fuori d’Europa: i cinesi pagano cinque volte meno di noi (54 euro), gli americani esattamente la metà (126 euro). Solo i tedeschi si avvicinano al nostro caro-conto corrente (223 euro). L’indagine di CapGemini ha suscitato una reazione dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che ha contestato lo studio sostenendo che il prezzo medio pagato dai correntisti italiani è di 65 euro (sulla base di un’indagine commissionata a Mercer Oliver Wyman). Secondo l’Abi, infatti, nella sua indagine CapGemini avrebbe incluso nei costi considerati anche l’imposta di bollo (che va allo Stato) e non avrebbe considerato a favore gli interessi sul conto pagati dalla banca. Se la matematica non è un’opinione, però, queste obiezioni sono facilmente smontabili: CapGemini non ha incluso l’imposta di bollo mentre il tasso di interesse offerto sulle giacenze del conto corrente è pari a uno 0,32% netto (dato di Bankitalia), una miseria tale da non poter spiegare certo le differenze di costo emerse dalle due indagini. Di fronte al tentativo di arrampicarsi sugli specchi dell’Abi si staglia la realtà dei costi elevati dei conti correnti che emerge anche dalla nostra banca dati, che raccoglie i principali conti correnti presenti sul mercato (vedi riquadro qui sopra). A seconda del profilo di utilizzo del conto e considerando pure i conti meno costosi si arriva fino a quasi 500 euro annui (vedi i cinque profili individuati a pag. 10). Ci sono costi elevati anche se si vuole cambiare banca. È quanto emerge dalla nostra inchiesta nelle principali banche italiane per individuare i costi di estinzione del conto e quelli di trasferimento di eventuali titoli in deposito: centinaia di euro, che il correntista è costretto a regalare alle banche senza alcuna contropartita in termini di servizi (vedi inchiesta a pag. 8). Il tutto contribuisce a mantenere un mercato bancario dai costi elevati, perché viziato dalla mancanza di concorrenza. Purtroppo finora Bankitalia non ha fatto nulla per eliminare queste barriere (vedi il riquadro Vieni avanti concorrenza a pag. 6), quindi non ci resta che denunciarle ancora una volta e darvi gli strumenti per individuare i comportamenti scorretti e risparmiare attraverso la nostra banca dati. • Liberi finalmente Chiudere il conto e trasferire eventuali titoli sono operazioni facili e veloci, che le banche trasformano in procedure difficili e costose. Tenere prigionieri i clienti con spese, balzelli e burocrazia è contrario alle leggi sulla libera concorrenza. Grazie a questi ostacoli le banche tengono alti i costi dei servizi bancari. Qualcosa però si muove e il comportamento anticoncorrenziale delle banche nostrane è ora anche all’attenzione della Commissione europea. È importante non perdere le poche vie di uscita offerte dalla legge. Solo in un caso infatti è possibile evitare di pagare le spese di estinzione: se la banca cambia in peggio le condizioni economiche del conto è tenuta a darne comunicazione sulla Gazzetta Ufficiale e il correntista ha 15 giorni di tempo a partire da tale pubblicazione per chiudere il conto (sul nostro sito nella sezione lette- re tipo trovate la lettera da utilizzare in questo caso, vedi riquadro qui sopra). In questo caso il cliente ha il diritto di chiudere il conto senza penalità e di avere la liquidazione del conto alle vecchie condizioni. Purtroppo, la legge non prevede una comunicazione personale di tali variazioni e di sicuro la Gazzetta Ufficiale non è una delle letture più frequenti nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Se decidete di cambiare, ricordatevi che prima di chiudere un conto è sempre meglio averne già aperto un altro, su cui trasferire la maggior parte del denaro. In questo modo potete controllare l’effettiva operatività del nuovo conto e del bancomat, per evitare il rischio di rimanere senza soldi; potrete anche verificare la nuova domiciliazione delle utenze (gas, luce...), la carta di credito, gli eventuali Viacard o Telepass. Se il conto corrente non è “in rosso”, potete chiuderlo quando volete, senza alcuna giustificazione, facendo una richiesta scritta alla banca, allegando il libretto con gli assegni non utilizzati, la tessera bancomat e la carta di credito tagliate in due e indicando la destinazione della somma che resta sul conto dopo che la banca ha accreditato gli interessi attivi ed addebitato le spese di gestione, le spese di invio dell’estratto conto finale, le spese di estinzione ed eventuali interessi passivi. Attenzione: se il conto ha un saldo negativo la banca non procederà alla chiusura. Per valutare la convenienza del cambiamento, consultate la nostra banca dati che vi aiuta a scegliere il conto corrente più conveniente per il vostro profilo. Potete farlo online (vedi riquadro in alto) o telefonando al numero 02.6961580 (dal lunedì al venerdì, orario: 9-13/14-18).