20 Venerdì 15 Giugno 2007 Gazzetta del Sud . Cultura Un saggio di Gianna Schelotto illumina il mondo delle “intruse per definizione”, le amanti coinvolte in eterni triangoli Ammaniti è primo L’Altra, la “rovinafamiglie” Premio Strega ecco i cinque romanzi finalisti Quali vissuti intimi si nascondono dietro vicende amare spesso travestite da fiabe Maria Gabriella Scuderi Quando i confini della relazione amorosa si aprono per accogliere una presenza “altra” una sorta di fantasma aleggia nell’intimità della coppia, lasciando tracce più o meno evidenti della sua presenza in spazi solitamente “riservati”. Anche la più consolidata routine matrimoniale avverte così una velata minaccia al legame, che tuttavia nella maggior parte dei casi non si spezza, ma si stabilizza su altri equilibri che inglobano l’elemento “nuovo”, reso in tal modo parte segreta del più ampio sistema “ufficiale” di relazioni. Per cui, sin dalla sua comparsa, la figura dell’amante diventa parte della coppia, terzo vertice di un triangolo all’interno del quale tuttavia gli scambi relazionali propendono a favore del già consolidato, relegando sullo sfondo la presenza “disturbante”. Ciò lascia presagire le future sofferenze di chi, dopo aver scalfito i confini più o meno solidi di un ménage, con lo stesso deve costantemente fare i conti, per contrastare le forze interne che tendono ad espellere chiunque si inserisca nello spazio di vita a due. Tuttavia, nonostante le “storiche” e più volte proclamate difficoltà e frustrazioni inerenti il ruolo di amante, molte donne sentono come una sorta di attrazione verso il “triangolo”, spinte da una “vocazione” apparentemente insensata ma, a ben riflettere, psicologicamente motivata, verso la sofferenza in amore. Creature accomunate da una sete di emozioni forti da agire incondizionatamente, tutte le amanti trovano così nella conquista dell’uomo di un’altra una sorta di “compulsiva” vendetta alla sottrazione d’amore di cui si sentono vittime, ma che inconsciamente credono di meritare. Ed espiando con la marginalità la presunta colpa, accettano quindi una condizione che illude su un futuro “riscatto”. Immaginando scenari sentimentali unici e paradisiaci, la donna-amante vive nella fantasia il sogno di una relazione “perfetta”, che solo circostanze pregresse rendono non attualizzabile a breve termine, in tutte le sue sfumature e nei significati fiabeschi. Vittima di un’illusione “in prospettiva”, ella consuma spesso nelle vicende più o meno conflittuali dell’attesa tutte le energie personali, sottraendole a modalità di realizzazione affettiva più realistiche con uomini liberi di amarla. Leggendo tra le righe delle storie inerenti i classici triangoli amorosi si può infatti cogliere con tutta evidenza come spesso al sogno illusorio dell’ “intrusa” corrisponda la parallela determinazione di un uomo disposto ad amarla “con riserva”, ossia fino al punto in cui non vengano compromessi equilibri familiari consolidati da anni di convivenza. Il sogno di lei, quindi, parallelo il più delle volte al progetto concepito da lui su basi opposte, che finisce fatalmente per infrangersi sul fondamentale equivoco dell’indissolubilità del legame matrimoniale. L’inossidabilità dello stereotipo dell’amante è quindi preservata da “copioni” di relazione che si ripetono inalterati da sempre René Magritte, “La fée ignorante, ou Portrait de Anne-Marie Crowet”, 1956 nella storia, anche in tempi di più tangibile emancipazione femminile. Tra una lei innamorata e sognatrice, e un lui “marito dell’altra”, esperto nell’arte di “esserci e non esserci”, si consuma così un amore imperfetto, in bilico tra due cuori, di cui uno ha l’altra metà “altrove”. Denominate spesso “sfasciafamiglie” o “rubamariti”, le amanti subiscono anche l’onta della squalifica, nonostante la loro eroica abnegazione al partner “già partner”. Eppure quando è l’uomo ad inserirsi nel ménage di una coppia – amando la donna di un altro – costui, giammai “sfasciafamiglie”, viene additato come dongiovanni, colpe- Un imprenditore americano investe in favole “conservatrici” vole spesso più del suo corrispondente femminile della dissoluzione di un legame matrimoniale. Riecheggiando nel titolo una nota canzone di Charles Aznavour, Gianna Schelotto – psicoterapeuta e scrittrice sensibile alle problematiche inerenti il “femminile” – nel suo ultimo libro “E io tra di voi”, edito da Mondatori, dà voce a storie di donne che si sono trovate a vivere la difficile condizione dell’amante, testimoniando – attraverso il racconto delle loro “illusioni d’amore” – come lo stereotipo dell’ “intrusa” continui a rimanere immutato anche in tempi attuali, nonostante l’affer- mazione della donna in più ampi e prestigiosi contesti di vita, e a dispetto di quella libertà sessuale ad alta voce proclamata e poco vissuta in maniera consapevole. Emblematica a tale proposito la storia di Liuba, bilaureata e poliglotta, che per amore del “Capo dei capi” accetta di farsi assumere come baby-sitter nella casa estiva ove costui trascorre le ferie con tutta la famiglia. O ancora la vicenda di Nina, donna segreta del “dottor Schiaffino” che nel giorno in cui gli italiani sono chiamati alle urne per decidere sull’abrogazione della legge sul divorzio, dopo un serrato impegno propagandistico a favore del “no”, non resi- ste all’impulso interno che spinge la sua mano a mettere una croce sul “sì”; decretando così simbolicamente la fine delle sue illusioni, a seguito di un’improvvisa presa di coscienza dell’unilateralità della sua devozione. Per non parlare poi delle donne del “Don” o dell’ “Austero”, o del “Grigio”, tutte capaci di struggersi per un uomo che, ad ogni evidenza, rimarrà “altrove”, ma che forse – come ben osservava l’autrice – in realtà le stesse donne non vogliono affatto, rappresentando costui solo un prodotto della loro idealizzazione, una costruzione immaginativa finalizzata a sanare lontane e profonde ferite. Questi uomini sono, infatti, per le loro amanti solo “illusioni”, simulacri di un ideale che è tutto dentro la loro realtà psicologica. Non a caso la scrittrice indica i protagonisti maschili delle storie con appellativi che ne preservano l’anonimato; mettendo in risalto così il loro ruolo di “figure cristallizzate”, con cui è impossibile stabilire una comunicazione reale. La loro responsabilità nelle vicende sofferte dalle loro amanti non è il più delle volte enorme, come il contenuto dei fatti narrati potrebbe far presagire. Sono, invece, le donne che costruiscono le storie sulle loro manchevolezze, per confermare l’irraggiungibilità di tali modelli. Perché le “amanti”, convinte del fatto che il loro “tesoro” giaccia nascosto sotto la pietra più pesante o in luoghi nascosti e inaccessibili, quasi mai si accorgono di poterci inciampare per caso, luogo il cammino della loro vita. Un accorato “appello” della newyorchese Susan Gilman Cappuccetto rosso e Biancaneve Ma la dieta o il trucco delle star sono troppo... a sinistra? non possono dare la felicità Alessandra Baldini Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Biancaneve hanno il cuore a destra? Un editore di Los Angeles sta costruendo una fortuna sulla scommessa che esiste una nicchia di libri per bambini ispirati al messaggio dei conservatori. Eric Jackson, della World Ahead Publishing, ha venduto 30 mila copie di “Mamma aiuto, c'è un liberal sotto il mio letto!”, la storia di Tommy e Lou, due baby-capitalisti che cercano di guadagnare i soldi per comprare un’altalena vendendo limonate sul marciapiede, ma vengono mandati in rovina dai progressisti a colpi di tasse e regolamenti municipali. Trentamila copie per un libro per bambini che non sia Harry Potter sono un mini-bestseller e il successo riportato al primo esperimento ha convinto Jackson di aver incontrato una miniera d’oro. I liberal, nel libretto firmato da Katherine DeBrecht, sono i cattivi di turno: costringono Tommy e Lou a pagare metà dei loro profitti in imposte, ordinano loro di togliere i ritratti di Gesù che hanno messo sul loro stand e di servire broccoli per ogni bicchiere di limonata richiesto dai clienti. «È una spiritosa alternativa alla solita propaganda progressista che dimostra le vere virtù del capitalismo e l'importanza della libertà di espressione con parole e illustrazioni su cui grandi e picci- Biancaneve secondo Disney ni possono divertirsi assieme», ha spiegato con fervore l’editore al Los Angeles Times. Secondo Jackson, le biblioteche scolastiche della nazione hanno scaffali orientati troppo a sinistra. Ai bambini dell’asilo – dice – vengono letti libri che fanno l’elogio della marijuana per scopi terapeutici e favole in cui due principi si sposano: uno con l’altro. “Daddy's Roommate” (il compagno di stanza di papà) e “Heather ha due mamme” sono ormai classici della lettartura per l’infanzia. La Alyson Books li aveva dati alle stampe nel lontano 1991 per colmare il vuoto di titoli che accostano l’omosessualità al mondo dei piccoli. Oggi, secondo Jackson, è indispensabile sterzare nella direzione opposta e a questo scopo l’editore di Torrence si sta preparando a sparare le prossime cartuccia: dopo “Joey Gonzales, Grande Americano”, la storia di un bimbo ispanico che rifiuta la politica delle quote razziali a scuola perché «i grandi americani non barano», a settembre manderà alle stampe un’altra opera: “The Sky's Not Falling!” (Il cielo non sta cadendo), un pamphlet definito «l'alternativa bilanciata ai profeti di sventura dell’effetto serra». Il libretto anti-verdi «mostra a bambini di 9-12 anni che l'ingegno umano, combinato con lo spirito imprenditoriale, possono condurre a un luminoso futuro per l’ambiente, non a un futuro in cui gli esseri umani rovinano la Terra». Jackson lo stamperà – ha precisato «inizialmente» – in 10 mila copie in contemporanea con la pubblicazione di una “Guida terra terra al Gliobal Warming” del gigante del libro Scholastic. La “Guidà di Scholastic” è a firma di Laurie David, che ha prodotto il documentario premiato con l’Oscar di Al Gore “Una scomoda verità” e “The Sky is not Falling”, dell’esperta in management di risorse naturali Holly Fretwell, si prefigge dunque di far breccia tra «i genitori stanchi di vedere i loro figli indottrinati da ex politici e star di Hollywood». Alessandra Magliaro Testa alta e avanti tutta, senza necessariamente ancheggiare. Basta giornate a pompelmi rosa e radici frullate, basta rincorrere modelli perfetti come Angelina Jolie che tanto nei magazine ritoccano pure lei, basta comprare la stessa crema di Sharon Stone e andare dal chirurgo estetico con la sua foto, basta vittimismo, basta nostalgia per un passato che qualcuno vuole convincerci a vedere sterilmente rosa. Mai come adesso le donne hanno la possibilità di prosperare e trionfare: “Padrona del proprio destino” era il titolo d’una telenovela sudamericana, può essere il titolo delle figlie del baby boom, delle quarantenni di oggi. Esatto: può. A patto che non si compri più Vogue e si sfoglino riviste femminili e si guardi la tv con quel mix di saggezza, buon senso, sano umorismo e tosta energia. La resistenza intelligente ai messaggi che arrivano dai media alle donne può partire, a patto che le donne non si rovinino con le loro mani. Ci sarà un perché al fatto che l’unico retaggio degli anni Settanta che non è tornato di moda è il femminismo? Inutile incolpare la cupola del man power che ci vuole stupide e sexy, lavoratrici ma non abbastanza per conquistare i vertici, se per prime noi donne rinunciamo al dolce per quel mezz'etto in meno che (forse) ci farà, tra qualche tempo, vagamente assomi- gliare a qualche strabella del cinema. Non si tratta, dice l'arguta newyorchese Susan Jane Gilman, nel suo libro “Ragazze non troppo perbene” (Piemme pp. 266, euro 14,90), di criticare la bellezza. Ogni donna vuol sentirsi bella, ma non sottostare ai diktat della bellezza, che sembrano inventati dagli ospiti di un manicomio, può essere una prima azione neofemminista: perché depilarsi le sopracciglia per poi ridisegnarle con una matita? La mania dei “segreti delle star”, su cui esistono ormai canali tv tematici, è folle: le riviste dedicano pagine all’esfoliante usato da Jennifer Love Hewitt. Quando persino Cindy Crawford ha dichiarato: «Ap- pena alzata, neppure io assomiglio a Cindy Crawford... ». Piace alle donne il potere che la bellezza dà, ma sono così votate al martirio da stabilire l’età di questa bellezza: sotto i 40 anni ed entro i 50 chili, chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro. Non parliamo dell’attività fisica, della danza jazz, del bungee jumping e altre diavolerie. Occorre a questo punto ricordare che le bellezze famose sono infelici come tutte, certo aiutate dai massaggi, dai bei vestiti e da un ricco conto in banca si può sopravvivere meglio, ma niente rende immuni dal dolore di essere vive, quanto la bellezza interiore e la felicità che si riescono a trovare apprezzando fondamentalmente se stesse. L'autrice del best seller ricorda alcune regole base: la chirurgia plastica è dolorosa, le “giornate no” sono inevitabili, niente al mondo farà apprezzare di più il corpo che hai quanto il non poterlo usare, nessuno durante il Rinascimento ha dipinto Kate Moss, gli uomini (basta leggere gli annunci erotici) hanno un’estensione molto più ampia di quello che le donne credono in tema di “ideali” fisici e se, invece, mettono rigidi paletti alla passione (caviglie massimo 15 cm, sedere alto e incurvato da bella cubana, anche se non c'è alcun avo della stessa razza, seno rigidamente proiettato verso l’alto anche dopo i 12 anni) c'è qualche problema sessuale, da parte loro. Saranno sicuramente Nicolò Ammaniti e Mario Fortunato, con i loro romanzi entrati in cinquina, al primo e secondo posto, a giocarsi la finale del Premio Strega 2007. Con “Come Dio comanda” di Ammaniti (Mondadori), che ha avuto 72 voti e “I giorni innocenti della guerra” di Fortunato (Bompiani) che ne ha avuti 67, sono in finale, nell’ordine, “Il profumo della neve” di Franco Matteucci (Newton Compton) con 56 voti, “Le stagioni dell’acqua” di Laura Bosio (Longanesi) con 47 voti e “Mal di pietre” di Milena Agus (Nottetempo) con 39 voti. Prima degli esclusi, tra i tredici concorrenti, è risultata Maria Stella Conte con “La casa dei gusci di granchio” (Baldini Castoldi Dalai) che ha avuto 24 voti. Dopo le voci ansiose della vigilia, che all’improvviso avanzavano previsioni diverse e impreviste, tutto è tornato nella normalità secondo quanto si era sempre ipotizzato. Semmai Fortunato a soli cinque voti da Ammaniti può essere considerata una piccola sorpresa e l’autore di “Io non ho paura” alla fine ha abbracciato l’avversario dicendogli scherzosamente: «Poi hai tirato fuori le unghie!». Non è più una sorpresa invece il successo della Agus, vera outsider e scoperta di questa stagione, scoperta dalla piccola casa editrice di Ginevra Bompiani e già entrata anche nella cinquina dei finalisti del Campiello. Bottega editoriale Il corso di editing: ci sono più posti Altri nuovi posti disponibili e un’altra settimana di tempo per iscriversi al “Corso intensivo di Redattore di casa editrice”. Considerate le numerose domande pervenute, “Bottega editoriale”, promotrice del corso in questione, si è impegnata sul piano logistico per aumentare la disponibilità e per non escludere nessuno. Da qui la notizia: c’è ancora tempo per quelli dell’“ultima ora”. Essendo stati riaperti i termini temporali, sarà dunque possibile iscriversi sino al raggiungimento del numero chiuso che, da 10, è stato portato ad un massimo di 20 posti. Il corso intende fornire agli aspiranti redattori gli strumenti professionali per un lavoro di carattere editoriale. In particolare verrà spiegato l’editing, il diritto d’autore, il paratesto, l’organizzazione della realizzazione di un libro, il marketing, la promozione, la distribuzione, l’impaginazione, la grafica. In tutti i casi verranno anche spiegate le piccole “astuzie del mestiere”, come le chiamerebbe qualcuno; si tratterà, comunque, di una full immersion che darà la sensazione di “stare dentro” quel mondo così affascinante che è l’editoria. Gli incontri intensivi nei quali si svilupperà il corso saranno 10, per un totale di 66 ore; il periodo sarà dal 19 al 29 giugno. La domanda va inviata via email a [email protected].