Giornale dell'Isola 33
®
Ottobre 2002
PERIODICO D'INFORMAZIONE DEI COMUNI FRA L'ADDA ED IL BREMBO
OFFRO/CERCO LAVORO ISOLA
“Un’iniziativa del Giornale dell’Isola per avvicinare le aziende del territorio ai potenziali collaboratori”
La Redazione e l’Editore declinano ogni responsabilità civile e penale sia in materia di privacy sia in materia di diffusione di informazioni e notizie di carattere riservato, pubblicando - in ogni caso esclusivamente le “Richieste” e le “Offerte” che saranno corredate da informazioni complete in tutti i requisiti previsti dall’apposito modulo pubblicato sulla presente pagina, anche se spediti per e-mail.
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TEL. 035/621618-FAX 035/332301
e-mail: [email protected]
NdR.: riceviamo da un nostro concittadino dell’Isola un interessante contributo sul problema della formazione che presentiamo molto volentieri. L’elaborato è, però, piuttosto articolato e complesso e richiede una pubblicazione integrale per
essere compreso pienamente; per ragioni di spazio siamo costretti a pubblicarlo in due diverse uscite
Iter evolutivo della formazione lombarda e nuovo indirizzo riformista
Le risorse umane sono una delle componenti discriminanti su cui poggia il successo di un sistema produttivo.
Lʼimprenditoria bergamasca solo recentemente ha preso consapevolezza dellʼimportanza di investire proprie fonti finanziarie in tale
direzione, cercando di reperire o riqualificare manodopera specializzata in senso tecnico, attraverso la quale poter competere nei rispettivi
mercati. Il capitale umano ha pertanto il merito indiscutibile di essere
latore del c.d. valore aggiunto, tuttavia affinché si possa perseguire
questo fine occorre disporre di strutture e strumenti coordinati, che
sappiano fornire figure professionali ad hoc. Premesso ciò, si può asserire che attraverso i mass-media lʼopinione pubblica è sufficientemente informata del travaglio riformista che sta interessando il mercato
del lavoro, finalizzato ad imprimere una sua ristrutturazione radicale;
stessa sorte tocca al sistema scolastico della scuola media superiore e
dellʼUniversità, a lungo rimasto cristallizzato a concezioni e moduli
ormai obsoleti. Ma il mercato della formazione professionale, che si
colloca in una posizione mediana non poteva esimersi da ristrutturazioni, tale riformismo però è in capo alle Regioni e forse per questo
poco pubblicizzato. Vero è che proprio la contingenza evolutiva e del
sistema scolastico e di quello del mercato del lavoro ha permesso
di riqualificare quello professionale, svilito a canale secondario ma
interrelato, sollevandolo dalle pastoie strutturali in forza anche di un
accresciuto e non meno consistente potere legislativo dellʼistituzione
locale, capace di riordinare solo di recente gli indubbi sforzi esperiti
in precedenza.
Infatti per capire meglio il significato di questa affermazione è utile
ripercorrere una breve cronistoria sul progressivo decentramento dallo
Stato alla Regione. Si è verificata una fase di start-up encomiabile,
ma confusa in termini di decentramento di politiche del lavoro, impiego, orientamento, in cui si ritrova un fiorire di modelli e soluzioni
sperimentali che hanno appunto appesantito la strumentazione in
dotazione al sistema formativo, creando così organismi, strutture e
moduli “doppioni”, poco coordinati tra loro e talvolta sovrapponibili.
Il tutto ha frammentato in modo eccessivo lʼofferta senza che esistesse
una lineare politica di sviluppo aggressiva ed efficace contro il gap tra
istituzione scolastica e mondo produttivo. Considerato che di fatto il
sistema regionale della formazione professionale ha il compito precipuo di colmare questo gap strutturale, tale status di insoddisfazione è
stato sempre più percepito dalle categorie produttive nonché dalle diverse generazioni di neo-diplomati e neo-laureati, che hanno appunto
incontrato delle barriere dʼingresso al mercato del lavoro. Sebbene ci
fosse una sempre più crescente autonomia gestionale della Regione,
attraverso lʼapertura di più canali o la creazione di più strumenti attuativi, tuttavia come controaltare le finalità operative erano disattese,
poco incisive o di tampone. A tale proposito è divenuto necessario
intervenire direttamente sul sistema formativo nella sua evoluzione
disorganica, lungo una direttrice di maggiore decentramento dei poteri
istituzionali costituita da molteplici leggi e provvedimenti, che trovano appunto nella L.845/78 il dispositivo pionieristico che ha governato
lo squilibrio a lungo, per poi transitare attraverso il D.Lgs. 469/97, le
L.R. 95/80, 1/95, 1/99,1/2000. La stessa CE, oggi UE, ha conferito nel
tempo risorse finanziarie capaci di sostenere il mastodontico complesso formativo attraverso diverse iniziative, tra cui la più nota è il F.S.E.
(Fondo Sociale Europeo).
Sovvenzioni comunitarie queste, indirizzate a lenire problematiche
riferite a disoccupazione giovanile, categorie svantaggiate, crisi occupazionali, lavoratori in CIGS, abbandoni scolastici e via discorrendo.
Quindi come ben si può intuire è stato il concatenarsi di diversi fattori
esogeni ed endogeni a partorire il tentativo di coadiuvare la gestione
ottimale del coacervo di opportunità, figlie della legislazione nazionale, comunitaria e regionale, necessitanti appunto di un indirizzo lineare
capace di orientare sia gli Enti operatori sia i potenziali beneficiari;
lʼassenza dellʼauspicata riorganizzazione avrebbe paradossalmente
cancellato o depauperato lʼefficacia dei vari dispositivi e portato al
sicuro fallimento di ogni politica orientata allo sviluppo in un sistema
definibile farraginoso e complesso. Il recente e crescente decentramento amministrativo a favore della Regione Lombardia in termini di
politiche per lʼimpiego (attività di collocamento, preselezione, incontro domanda e offerta), di servizi allʼorientamento (supporto ad operare scelte coerenti con le aspirazioni della persona e lʼevoluzione del
mercato del lavoro), di politiche formative (I° inserimento lavorativo,
formazione continua, reinserimento lavorativo, formazione superiore),
di politiche del lavoro (rivolte allʼoccupazione giovanile, ai lavoratori
in difficoltà occupazionali, la promozione dellʼautoimprenditorialità,
il sostegno alle categorie deboli, le pari opportunità per le donne lavoratrici), ha sempre più consentito agli amministratori locali di operare
scelte efficaci, supportandole con strumenti idonei che hanno trovato
un substrato finalmente più compatibile con le innovazioni. Attualmente la Regione mira a definire un Masterplan delle attività, cercando di ordinare la molteplicità delle offerte disaggregate e concepite in
quellʼottica dʼintervento dapprima disorganica.
La Regione mira a creare un Fondo Unico della Formazione, disciplinato secondo norme semplici, facendovi convogliare qualsivoglia forma di finanziamento che abbia inerenza con le politiche per lʼimpiego,
per lʼorientamento, per la formazione e per il lavoro. Inoltre la Regio-
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ne, così come lo Stato conferì in passato deleghe alle società private
di lavoro interinale per servizi dapprima di solo dominio pubblico,
cercherà di avvalersi sempre più del supporto anche di strutture private
nellʼespletamento delle proprie competenze di cui sopra. La Regione
ha il compito di delineare gli indirizzi, lʼesecutività verrà realizzata
e da strutture pubbliche e da quelle private debitamente accreditate e
non solo convenzionate. Le funzioni sviluppate in tal senso sono molteplici, già i privati hanno avuto operatività anche nel recente passato,
ma ora saranno maggiormente coinvolti nelle politiche di sviluppo, dal
collocamento, allʼorientamento, ai tirocini formativi, alla formazione
degli apprendisti, alla formazione tecnica-superiore, alle borse di lavoro, allʼaccompagnamento al lavoro, agli incentivi alle imprese per
lʼassunzione di giovani, alla formazione di giovani con CFL, ai sostegni ai lavoratori in difficoltà occupazionali, allʼassistenza e consulenza
per lʼavvio di nuove imprese, alle ricerche ed indagini per prevenire la
disoccupazione, alla riqualificazione di lavoratori espulsi dal mercato,
al sostegno ed incentivi per lavoratori extra-comunitari, portatori di
handicap, tossicodipendenti, carcerati, in CIGS, alle donne per lʼincremento dellʼoccupazione femminile. LʼAssessorato Regionale alla
Formazione, Istruzione e Lavoro, è lʼorgano deputato a realizzare
questa riforma e si pone sinteticamente tali obiettivi:
1- Riordinare, riqualificare e riconvertire i C.F.P.(Centri di Formazione
Professionale, ora già sotto la giurisdizione della Provincia, eccetto 4
Centri alberghieri ritenuti di interesse regionale);
2- Accreditare le strutture formative pubbliche e private;
3- Creare un sistema di certificazione degli skills e dei crediti formativi (con lʼintroduzione del c.d. libretto formativo del cittadino, in cui
saranno annotati il curriculum, le competenze professionali acquisite
ed i crediti formativi)
4- Istituire nuove forme di fomazione individualizzata e percorsi
personalizzati di crescita professionale attraverso i c.d. voucher formativi;
5- Creare un sistema integrato di interventi volti a garantire le persone
in condizioni di debolezza nella ricerca e mantenimento del posto di
lavoro;
6- Sperimentare metodologie flessibili per quei settori ad elevato contenuto innovativo (high-technology).
Quindi lʼutente è posto al centro dellʼattenzione, cercando di creare
una reale integrazione tra formazione-istruzione-lavoro, resa possibile anche con i crediti acquisiti nei corsi formativi spendibili sia nel
sistema della formazione che in quello dellʼistruzione, consentendo
lo switch dallʼuno allʼaltro con la possibilità anche per chi già si
trova nel sistema lavoro di rientrare per aggiornarsi o riqualificarsi
(Tecnica LIFELONG LEARNING). Sebbene il decentramento di
governo delle funzioni descritte dallo Stato alla Regione sia stato
quasi completato, la Regione intende a cascata delegare o coinvolgere anche le Province, cercando di capillarizzare ancor più la sua
azione riformatrice ed operativa; il partenariato privatistico inoltre
garantisce lʼapporto di un valore aggiunto in termini esecutivi, con
esso si cercherà di istituire percorsi integrati tra scuola e formazione
professionale per sostenere anche lo sviluppo dei Centri di Eccellenza (Incubatori dellʼinnovazione: presso di noi esiste quello di
Dalmine), veri e propri laboratori di R&S del mondo produttivo e
palestra per le risorse umane altamente qualificate. Quindi si scardina anche in tale sistema formativo la concezione statalistica e fortemente rigida della preparazione professionale delle risorse umane.
Ovviamente i formatori privati che in passato hanno potuto accedere
in modo quasi indiscriminato alla rete dei finanziamenti, visto lʼalto
compito istituzionale che andranno a svolgere di riflesso dovranno
certamente possedere dei requisiti specifici per avere accesso ai fondi. La Regione intende valutare periodicamente gli operatori ritenuti
idonei, poiché questa schiera di Enti dovrà garantire il collegamento
tra impresa ed individui beneficiari degli interventi attuati.
Infatti i Formatori idonei saranno classificati in fasce ed a seconda
della collocazione dopo lʼoperazione di filtro, sarà consentito loro
espletamento di specifiche funzioni: una sorta di graduatoria meritocratica con possibilità di promozione o declassamento. Riassumendo,
gli interventi regionali in tale settore saranno sempre più effettuati in
una sorta di concertazione con enti ed istituzioni locali, Provincia, UE,
Amministrazione Statale e Parti Sociali secondo una programmazione
di sviluppo territoriale; si identificheranno altresì gli standard dei profili professionali, si creerà una banca dati informatizzata delle competenze on line ed un portale esclusivo per il lavoro.
Si ricorrerà altresì a forme di accesso ai finanziamenti con evidenza
pubblica, garantendo maggiore trasparenza ed elevata professionalità.
Ovviamente i propositi sono molto alti, mi auguro che lʼarchitettura
del sistema possa ben presto realizzarsi nella sua interezza, sebbene
alcuni processi siano già in fieri. A mio avviso tale indirizzo finalmente
potrebbe sopperire a lacune gravi che hanno ingessato da tempo un
sistema formativo dotato potenzialmente di risorse ma deficitario non
di competenze, ma soprattutto di poteri istituzionali capaci di avviare
una reale, sostanziale, efficace ed efficiente riforma settoriale.
Massimo Parroni
(ConsulenteAgenzia Regionale per il Lavoro Regione Lombardia)
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