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INCHIESTA
5 MAGGIO 2015
IN PROVINCIA di Cuneo se ne parlava ormai da tempo, ma ci è voluta una puntata della nota
trasimissione di Raitre, andata in onda domenica scorsa, per portare il caso alla ribalta nazionale
Vitelli “dopati”, Report toglie il velo
CUNEO
I
n Granda se ne parla da
oltre due anni ma la
questione dei vitellini
dopati è diventato il caso dell’anno solo dopo la
puntata di domenica scorsa
di Report. La “novità” dell’inchiesta condotta dalla
Guardia di Finanza, sotto la
direzione della Procura di
Cuneo, è data dal fatto che
per la prima volta un veterinario dell’asl – quindi una
persona che dovrebbe essere un garante di qualità e salubrità – svuota il sacco raccontando retroscena, mazzette ed operazioni che
“gonfiano” il mercato nero
degli anabolizzanti somministrati in maniera illecita
agli animali. Il veterinario
Giancarlo Rabbia toglie così il velo dell’omertà su un sistema che molto probabilmente è noto a chi lavora
nel mondo della zootecnia
ma è sconosciuto ai consumatori. Le immagini sono
quelle di una natura incontaminata, a 150 chilometri
a nord di Cuneo, dove il paesaggio si riflette nelle acque
limpide dei fiumi del Parco
del Gran Paradiso, ma la domanda è una di quelle che ti
stronca alla prima frase e ti
chiarisce subito che piega
prenderà l'intervista. Ripercorriamo le fasi salienti della nota trasmissione di rai
Tre. "Signor Peracchione, lei
ora vive in questa natura in-
Milena Gabanelli conduttrice di Report
contaminata però fino a poco tempo fa, nelle sue cinquanta stalle, avvelenava i
vitelli". Inizia così il servizio
di Report andato in onda su
Rai 3 dove la giornalista Sabrina Giannini ripercorre le
tappe dell'inchiesta sui bovini dopati nelle stalle cuneesi, che ha portato all'arresto di diverse persone tra
allevatori, veterinari ed e-
sperti zootecnici. Per raccontarvi la storia andata in
onda nella famosa trasmissione d'inchiesta, noi partiamo dalla fine, ossia da
quando, a metà marzo, è
stato condannato a due anni, con la sospensione condizionale della pena, il veterinario (sospeso dall'incarico) dell’Asl Cn 1 Giancarlo
Rabbia, accusato di “Adul-
terazione e contraffazione
di sostanze alimentari”, articolo 440 del codice penale.
Il medico, addetto ai controlli sui bovini da allevamento, è stato arrestato circa due anni fa e poi messo ai
domiciliari (ora è libero) ed
era accusato anche di corruzione e falso. Stesse accuse anche per Ivo Peracchione – torinese e titolare di alcune società di allevamenti, alcune anche nel Cuneese
- che è stato invece condannato a 4 anni più le pene accessorie. Due anni con sospensione condizionale della pena, invece, per il cerverese Claudio Graglia, assolta invece per non aver commesso il fatto Manuela Zampaolo. Per il solo reato di adulterazione di sostanze alimentari - cioè la messa in
vendita delle vacche estrogenate o comunque trattate
con farmaci vietati – era stato indagato l’allevatore veneto Massimo Conforti, condannato ad un anno e sei
mesi, sempre con la sospensione condizionale della pena. Tutti hanno scelto di patteggiare. Per gli imputati
biellesi, Fabio, Mauro e Roberto Botalla Battistina, il
primo è stato condannato a
40 giorni di carcere, trasformati in 10 mila euro,
mentre per gli altri due il
giudice ha deciso per un
“non luogo a procedere”.
Giancarlo Rabbia, difeso dagli avvocati di Cuneo Vitto-
rio Sommacal e Nicola Dottore, fin dall’inizio è stato
molto collaborativo con gli
inquirenti e di questo il giudice ha sicuramente tenuto
conto. All'inizio dell'indagine, il procuratore capo Francesca Nanni, con la guardia
di finanza di Cuneo, ha indagato 8 persone, fatto sequestrare oltre 6400 vitelli a
carne bianca, ritirato 313 flaconi di medicinali e bloccato
707 mila 353 euro su conti
corrente a titolo preventivo.
È da questo dato di fatto che
la giornalista di Report parte
per la sua inchiesta, puntualizzando che: "Se non ci fossero state due inchieste della
magistratura di Cuneo oggi le
carni dopate di migliaia di
vitelli sarebbero finiti sulle
tavole.
E’ bastato corrompere un veterinario della Asl e due grandi allevatori italiani di vitelli
avrebbero potuto fare i loro
sporchi affari sulla pelle degli
ignari consumatori. Eppure
tutti, dai grossisti ai macellatori, sapevano dell’utilizzo
delle siringhe agli anabolizzanti. Ma per scoperchiare il
sistema è stata necessaria
un’indagine degna dell’antimafia, con intercettazioni e
pedinamenti, e questo perché i controlli non avevano
rilevato nessuna anomalia. I
nostri ministri negli anni
hanno decantato un sistema
di controllo efficace che però
efficace non è. E gli allevatori ne sono ben consapevo-
li visto che alcuni di loro sanno come aggirarlo, e anche i
nostri ministri. Gli unici che
non lo devono sapere sono i
consumatori, che anzi, vanno
rassicurati, perché se fossero
informati di come funziona
effettivamente la filiera, non
comprerebbero più". Sabrina Giannini sale fin al Parco del Gran Paradiso per intervistare Ivo Peracchione
che, camicia a quadri e scarponi ai piedi, seduto sui gradini di una baita, gentilmente ma con fermezza, ripete
più volte: "Non le dico proprio niente". Molto meglio,
invece, va con il veterinario
Rabbia che, già molto collaborativo con gli inquirenti,
si lascia intervistare raccontando e svelando quello che
era il sistema che portava a
dopare i vitelli, con una sostanza illegale, iniettata con
una grande siringa che in codice veniva chiamata "zucchero". Anche con coraggio, il
veterinario cuneese - che confessa fin dall'inizio: "Sono un
corrotto ma ho restituito
quello che ho preso”, ossia
circa 120mila euro - racconta le fasi salienti di quei passaggi che hanno portato l'allevatore Peracchione a “comprare a suon di mazzette, la
libertà di dopare i vitelli". Vitelli che, come ricorda la giornalista di Report, sarebbero
finiti poi nei piatti di tutti di
noi, soprattutto - visto il tipo
di carne - in quelli di bambini ed anziani.
Na.Mur.
“Un asino per amico”
torna a Monastero di Vasco
da sabato 9 a lunedì 11 maggio
Il comune di Monastero di Vasco ospita
ogni anno nel mese di maggio “Un asino
per Amico”, una rassegna organizzata in
concomitanza con l’antica fiera di Maggio,
come da tradizione la quinta domenica
dopo Pasqua. Grazie a questa rassegna fin
dall’inizio i più piccini hanno la possibilità
di conoscere da vicino i loro piccoli amici
asini.
All’interno del paese viene allestita anche
una sagra mercatale con bancarelle di prodotti tipici del territorio e un’area dedicata
agli attrezzi agricoli e rurali. Per i più giovani oltre alla presenza del luna-park ci
sarà la possibilità di esercitarsi nel laboratorio dei piccoli falegnami, di cavalcare gli
asinelli messi a disposizione dall’Agriturismo Lungaserra di Chiusa Pesio e molti laboratori creativi.
Quest’anno la rassegna, giunta all’ottava
edizione, si svolgerà da sabato 9 maggio e
lunedì 11 maggio con un ricco calendario di
appuntamenti dalla transumanza con gli
asini per le vie del paese alle mostre. Sarà
possibile nei giorni 10 e 11 pranzare e cenare sotto la tenda. Domenica 10 ci sarà
l’appuntamento con l’approfondimento tematico sull’asino: preparazione del letto di
semina e sistemazione in prose di una superficie coltivata a cura della Cooperativa
“La Masca” di Roccaverano dove parteciperanno gli “Asinari del Monviso” di Paesana.
Tale iniziativa è destinata a mettere in luce
tradizioni locali e promuovere iniziative
anche attraverso l’esposizione di bestiame
di razza equina ed è rivolta escusivamente
agli allevatori di asini, muli, bardotti e cavalle da mulasseria. Durante la fiera gli animali vengono attentamente valutati da una
giuria altamente qualificata. Per la partecipazione alla Fiera da parte degli allevatori
è sufficiente accompagnare gli animali con
il libretto di identificazione degli stessi, la
prova del Coggins annuale non scaduta ed
il certificato mod. 4/rosa compilato e firmato dal proprietario/allevatore.
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