14 INCHIESTA 5 MAGGIO 2015 IN PROVINCIA di Cuneo se ne parlava ormai da tempo, ma ci è voluta una puntata della nota trasimissione di Raitre, andata in onda domenica scorsa, per portare il caso alla ribalta nazionale Vitelli “dopati”, Report toglie il velo CUNEO I n Granda se ne parla da oltre due anni ma la questione dei vitellini dopati è diventato il caso dell’anno solo dopo la puntata di domenica scorsa di Report. La “novità” dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, sotto la direzione della Procura di Cuneo, è data dal fatto che per la prima volta un veterinario dell’asl – quindi una persona che dovrebbe essere un garante di qualità e salubrità – svuota il sacco raccontando retroscena, mazzette ed operazioni che “gonfiano” il mercato nero degli anabolizzanti somministrati in maniera illecita agli animali. Il veterinario Giancarlo Rabbia toglie così il velo dell’omertà su un sistema che molto probabilmente è noto a chi lavora nel mondo della zootecnia ma è sconosciuto ai consumatori. Le immagini sono quelle di una natura incontaminata, a 150 chilometri a nord di Cuneo, dove il paesaggio si riflette nelle acque limpide dei fiumi del Parco del Gran Paradiso, ma la domanda è una di quelle che ti stronca alla prima frase e ti chiarisce subito che piega prenderà l'intervista. Ripercorriamo le fasi salienti della nota trasmissione di rai Tre. "Signor Peracchione, lei ora vive in questa natura in- Milena Gabanelli conduttrice di Report contaminata però fino a poco tempo fa, nelle sue cinquanta stalle, avvelenava i vitelli". Inizia così il servizio di Report andato in onda su Rai 3 dove la giornalista Sabrina Giannini ripercorre le tappe dell'inchiesta sui bovini dopati nelle stalle cuneesi, che ha portato all'arresto di diverse persone tra allevatori, veterinari ed e- sperti zootecnici. Per raccontarvi la storia andata in onda nella famosa trasmissione d'inchiesta, noi partiamo dalla fine, ossia da quando, a metà marzo, è stato condannato a due anni, con la sospensione condizionale della pena, il veterinario (sospeso dall'incarico) dell’Asl Cn 1 Giancarlo Rabbia, accusato di “Adul- terazione e contraffazione di sostanze alimentari”, articolo 440 del codice penale. Il medico, addetto ai controlli sui bovini da allevamento, è stato arrestato circa due anni fa e poi messo ai domiciliari (ora è libero) ed era accusato anche di corruzione e falso. Stesse accuse anche per Ivo Peracchione – torinese e titolare di alcune società di allevamenti, alcune anche nel Cuneese - che è stato invece condannato a 4 anni più le pene accessorie. Due anni con sospensione condizionale della pena, invece, per il cerverese Claudio Graglia, assolta invece per non aver commesso il fatto Manuela Zampaolo. Per il solo reato di adulterazione di sostanze alimentari - cioè la messa in vendita delle vacche estrogenate o comunque trattate con farmaci vietati – era stato indagato l’allevatore veneto Massimo Conforti, condannato ad un anno e sei mesi, sempre con la sospensione condizionale della pena. Tutti hanno scelto di patteggiare. Per gli imputati biellesi, Fabio, Mauro e Roberto Botalla Battistina, il primo è stato condannato a 40 giorni di carcere, trasformati in 10 mila euro, mentre per gli altri due il giudice ha deciso per un “non luogo a procedere”. Giancarlo Rabbia, difeso dagli avvocati di Cuneo Vitto- rio Sommacal e Nicola Dottore, fin dall’inizio è stato molto collaborativo con gli inquirenti e di questo il giudice ha sicuramente tenuto conto. All'inizio dell'indagine, il procuratore capo Francesca Nanni, con la guardia di finanza di Cuneo, ha indagato 8 persone, fatto sequestrare oltre 6400 vitelli a carne bianca, ritirato 313 flaconi di medicinali e bloccato 707 mila 353 euro su conti corrente a titolo preventivo. È da questo dato di fatto che la giornalista di Report parte per la sua inchiesta, puntualizzando che: "Se non ci fossero state due inchieste della magistratura di Cuneo oggi le carni dopate di migliaia di vitelli sarebbero finiti sulle tavole. E’ bastato corrompere un veterinario della Asl e due grandi allevatori italiani di vitelli avrebbero potuto fare i loro sporchi affari sulla pelle degli ignari consumatori. Eppure tutti, dai grossisti ai macellatori, sapevano dell’utilizzo delle siringhe agli anabolizzanti. Ma per scoperchiare il sistema è stata necessaria un’indagine degna dell’antimafia, con intercettazioni e pedinamenti, e questo perché i controlli non avevano rilevato nessuna anomalia. I nostri ministri negli anni hanno decantato un sistema di controllo efficace che però efficace non è. E gli allevatori ne sono ben consapevo- li visto che alcuni di loro sanno come aggirarlo, e anche i nostri ministri. Gli unici che non lo devono sapere sono i consumatori, che anzi, vanno rassicurati, perché se fossero informati di come funziona effettivamente la filiera, non comprerebbero più". Sabrina Giannini sale fin al Parco del Gran Paradiso per intervistare Ivo Peracchione che, camicia a quadri e scarponi ai piedi, seduto sui gradini di una baita, gentilmente ma con fermezza, ripete più volte: "Non le dico proprio niente". Molto meglio, invece, va con il veterinario Rabbia che, già molto collaborativo con gli inquirenti, si lascia intervistare raccontando e svelando quello che era il sistema che portava a dopare i vitelli, con una sostanza illegale, iniettata con una grande siringa che in codice veniva chiamata "zucchero". Anche con coraggio, il veterinario cuneese - che confessa fin dall'inizio: "Sono un corrotto ma ho restituito quello che ho preso”, ossia circa 120mila euro - racconta le fasi salienti di quei passaggi che hanno portato l'allevatore Peracchione a “comprare a suon di mazzette, la libertà di dopare i vitelli". Vitelli che, come ricorda la giornalista di Report, sarebbero finiti poi nei piatti di tutti di noi, soprattutto - visto il tipo di carne - in quelli di bambini ed anziani. Na.Mur. “Un asino per amico” torna a Monastero di Vasco da sabato 9 a lunedì 11 maggio Il comune di Monastero di Vasco ospita ogni anno nel mese di maggio “Un asino per Amico”, una rassegna organizzata in concomitanza con l’antica fiera di Maggio, come da tradizione la quinta domenica dopo Pasqua. Grazie a questa rassegna fin dall’inizio i più piccini hanno la possibilità di conoscere da vicino i loro piccoli amici asini. All’interno del paese viene allestita anche una sagra mercatale con bancarelle di prodotti tipici del territorio e un’area dedicata agli attrezzi agricoli e rurali. Per i più giovani oltre alla presenza del luna-park ci sarà la possibilità di esercitarsi nel laboratorio dei piccoli falegnami, di cavalcare gli asinelli messi a disposizione dall’Agriturismo Lungaserra di Chiusa Pesio e molti laboratori creativi. Quest’anno la rassegna, giunta all’ottava edizione, si svolgerà da sabato 9 maggio e lunedì 11 maggio con un ricco calendario di appuntamenti dalla transumanza con gli asini per le vie del paese alle mostre. Sarà possibile nei giorni 10 e 11 pranzare e cenare sotto la tenda. Domenica 10 ci sarà l’appuntamento con l’approfondimento tematico sull’asino: preparazione del letto di semina e sistemazione in prose di una superficie coltivata a cura della Cooperativa “La Masca” di Roccaverano dove parteciperanno gli “Asinari del Monviso” di Paesana. Tale iniziativa è destinata a mettere in luce tradizioni locali e promuovere iniziative anche attraverso l’esposizione di bestiame di razza equina ed è rivolta escusivamente agli allevatori di asini, muli, bardotti e cavalle da mulasseria. Durante la fiera gli animali vengono attentamente valutati da una giuria altamente qualificata. Per la partecipazione alla Fiera da parte degli allevatori è sufficiente accompagnare gli animali con il libretto di identificazione degli stessi, la prova del Coggins annuale non scaduta ed il certificato mod. 4/rosa compilato e firmato dal proprietario/allevatore.