Associazione “Arte e Cultura Schivenoglia”
Breve storia della città
Vicenza fu fondata dai Veneti verso l'VIII sec. a. C. Nel 49 a. C. fu municipio romano e, con la
legge Julia, iscritta alla Tribù Menenia col nome di Vicetia. Per tutta la durata della
dominazione romana, fu una città economicamente prospera.
Con la calata dei barbari, subì devastazioni notevoli, ma si risollevò quando divenne ducato dei
Longobardi, che la arricchirono di chiese e monasteri. Nel 773, quando Carlo Magno, sconfisse
i Longobardi, anche Vicenza fu contea franca.
Nell'899 Vicenza subì la violenza delle invasioni degli ungari e, in seguito ai saccheggi e
devastazioni i vicentini eressero la prima cerchia di mura intorno alla loro città. Con Ottone I la
città fece parte del rinnovato Sacro Romano Impero. Fu affidata alla giurisdizione dei vescovi
che non sempre furono benevoli, anzi alcuni di loro (angariarono!) talmente la popolazione, da
costringerla ad insorgere per scacciarli (1110). Nel 1115 Vicenza era già libero comune con
consoli, magistrati e tribuni della plebe.
Fu nella prima metà di questo secolo che si verificò un notevole mutamento economico e
sociale, che vide la borghesia aumentare sempre più di importanza nei confronti dei feudatari.
Inevitabili rivalità esplosero in violente guerre civili, però esse non impedirono ai vicentini di
ritrovarsi compatti quando venivano minacciati dall'esterno (Padova). Solo quando scese in
Italia il Barbarossa, Vicenza si unì a Verona, Padova e Treviso per scacciare il rappresentante
imperiale (lega veronese del 1158 che si fuse con la lega lombarda nel 1167).
Nel 1236 la città subì nuove devastazioni dalle milizie di Federico II che occupatala la consegnò
alla famiglia degli Ezzelini. Vicenza soffrì sotto la loro tirannia fino al 1259 ma, morto l'ultimo
tiranno, i vicentini si vendicarono contro i suoi discendenti e i sostenitori. Furono così
furibonde le lotte che si accesero in città e in tutto il territorio da indurre un gruppo di esuli in
Verona a chiedere la "tutela" di Padova. "Tutela" che ben presto si mutò in sottomissione e
durò dal 1266 al 1311.
Pose fine ad essa Enrico VII che, sceso in Italia, intervenne contro Padova e incaricò il Vescovo
Aimone, coadiuvato da Cangrande della Scala, di prendere possesso della città. Iniziò così il
dominio Scaligero che fu molto più benevolo di quello padovano (rifiorirono cultura ed arti e
furono elevate nuove mura di difesa e torri di vedetta. Sconfitti gli Scaligeri dai Visconti,
Vicenza passò sotto il loro dominio (1387), che durò solo vent'anni, ma fu gravosissimo per le
continue imposte. Alla morte di Galeazzo Visconti tentò di impadronirsi di Vicenza Novello da
Carrara. Questa volta i vicentini opposero dura resistenza e invocarono l'aiuto della
Serenissima Repubblica di Venezia. Era il 1404: col dominio veneziano iniziava per Vicenza un
periodo di grande prosperità.
La prima metà del 1500 fu ancora funestata da incursioni ora di tedeschi ora di francesi,
nemici di Venezia, ma dalla metà del 1500 a tutto il 1700 (se si escludono le calamità naturali
come le pestilenze e il terremoto del 1595) Vicenza conobbe un periodo veramente aureo in
tutto il suo territorio. Il mercato veneziano, fiorentissimo in Europa e in oriente, assorbiva tutti
i prodotti dell'artigianato vicentino. Il commercio prosperò tanto da arricchire molte famiglie e,
come è naturale, chi si arricchiva desiderava circondarsi di cose belle. In questo clima l'arte e
la cultura raggiunsero il loro massimo splendore, soprattutto per il genio di Andrea Palladio, le
cui opere architettoniche ed insegnamenti diedero un volto nuovo alla città e al territorio.
Verso la fine del 1700 anche Vicenza fu occupata dalle milizie napoleoniche e nel 1797 col
trattato di Campoformio, ceduta all'Austria. Subì un'altalena di dominazioni ora degli austriaci
ora dei francesi e da questi ultimi subì le peggiori ruberie e saccheggi. Il congresso di Vienna
(1814) l'affidò all'Austria.
Agli inizi del 1848 anche i vicentini si sollevarono contro gli austriaci, ma il 10 giugno 1848, per
salvare la città dai bombardamenti minacciati dal generale Radetzky, dovettero capitolare (sia
pure con l'onore delle armi). Il 18 novembre 1866 le truppe di Vittorio Emanuele II di Savoia
liberarono la città dal giogo austriaco.
Durante la I° guerra mondiale, Vicenza fu sede del I° comando d'Armata e il suo territorio fu
teatro della parte più cruenta della guerra (altopiano Asiago, Monte Grappa, Monte Pasubio).
Nella II° guerra mondiale la città subì ripetute e violentissime incursioni aeree che causarono
numerose vittime e danni ingentissimi ai monumenti. A guerra finita, l'amore per la loro città e
la loro tradizionale laboriosità, trovò i vicentini compatti per ridarle il suo vero volto.
ARTE MONUMENTI PALAZZI
Teatro Olimpico.
Progettato da A. Palladio, costruito dal 1580 al 1584, in legno e stucco, ripete le forme dei
teatri classici dell'antichità. La gradinata è ellittica; la scena è fissa con prospettive
architettoniche raffiguranti le "Vie di Tebe" (capolavoro di V. Scamozzi). Il proscenio in forma
di arco trionfale è ricco di statue e stucchi del 1500. Il portale è del 1600.
Palazzo Chiericati.
Opera di A. Palladio iniziata nel 1550. Al piano terreno spazioso portico con colonne doriche,
che reggono il piano nobile e, ai lati di questi vuoti delle logge superiori a colonne ioniche. La
parte terminale, con statue e pinnacoli, è attribuita al Borella. Dall'inizio del 1800 l'edificio è
sede del museo civico con raccolte paletnologiche e archeologiche e una pregevole pinacoteca.
Casa del Palladio.
La facciata è attribuita allo stesso Palladio (1560-70). Al pianterreno presenta una serliana a
quello nobile due lesene che inquadrano una superficie (un tempo affrescata). La sala del
piano nobile ha interessanti affreschi.
Chiesa di S. Corona.
Primo esempio di chiesa gotica nel Veneto. Iniziata nel 1261, a croce latina, con tre navate, ha
subito nei secoli rimaneggiamenti e ampliamenti. Il presbiterio è di Lorenzo da Bologna (1488)
può definirsi una chiesa-galleria d'arte, oltre al bel reliquiario che contiene la S. Spina (opera di
Cesellatori del XIV secolo), la chiesa conserva: "il battesimo di Gesù" di G. Bellini, e
"l'adorazione dei Magi" di P. Veronese, tele di G.B. Pittoni, di A. Maganza, di L. Bassano, di F.
Maffei, di B. Montagna e altri pittori dal '400 al '700. L'altare al centro dell'abside è di marmo
riccamente intarsiato (dei fiorentini Antonio e Domenico Corbelli). Presenti inoltre pregevoli
sculture degli Albanese e dei Marinali. La cappella Valmarana, nella cripta, è opera di A.
Palladio.
Palazzo Zen.
Edificio gotico del 1400 sorto su una preesistente costruzione romanica. La facciata ha due
grandi quadrifore. Bello anche il cortile con scala esterna.
Ca d'oro.
Costruita fra il 1300 e 1400 in gotico veneziano. Conservava fino al secolo scorso affreschi su
fondo oro di G. Dal Toso (1532). Anche i capitelli erano dorati. Distrutta nel 1944 da un
bombardamento aereo, fu ricostruita nel 1950. Ha duplice ordine di balconcini, quadrifore e
finestre disposte in bella simmetria.
Palazzo Trissino.
Ora sede del Municipio, fu progettato nel 1592 da V. Scamozzi. La facciata e il cortile furono
completati dal suo alunno A. Pizzocaro. Un bombardamento aereo distrusse i dipinti del
Dorigny e gli stucchi del Pizzocaro. Restano pochi affreschi di G. Carpioni.
Palazzo Thiene.
Ha due belle facciate: una sulla contrà Porti (di Lorenzo da Bologna) e una sulla via S. Gaetano
(di A. Palladio). Secondo il disegno del grande architetto, l'edificio doveva essere uno dei più
imponenti del mondo, ma di esso ne è stato realizzato soltanto un'ottava parte. All'interno,
pregiati stucchi di A. Vittoria (1524-1608) e di B. Ridolfi (sec. XVI), adornano le sale.
Loggia del Capitanio.
Opera incompiuta di A. Palladio (1571). Costruita come sede del rappresentante della
Serenissima, doveva avere cinque arcate; invece ne ha solo tre. La sala della loggia superiore
ha affreschi della scuola dello Zelotti. Gli stucchi che adornano l'arco verso Contrà del Monte
(vittoria della flotta veneziana a Lepanto nel 1571) sono di Virgilio Rubini.
Basilica Palladiana.
Costruita per rivestire e sostenere la precaria stabilità di un edificio gotico, deve al genio di A.
Palladio l'attuale imponenza. I lavori, iniziati nel 1549, furono ultimati nel 1617 (dopo la morte
dell'architetto). Sul lato destro una scala sale alla loggia, dalla quale si accede al grande salone
gotico con volta a corona. La balaustra è adorna con statue di Albanese, Grazioli, Rubini. Alla
sinistra della basilica svetta la torre (sec. XII) detta dei Bissari, alta 82 mt, il cui pinnacolo è del
1444.
Casa del Pigafetta.
Attribuita a Stefano da Ravenna. Nella originalissima facciata elementi del tardo-goticoveneziano si fondono con quelli dell'incipiente stile rinascimentale. In questa casa nacque A.
Pigafetta, il cronista di Magellano (circumnavigazione 1519-1522).
Ponte di S. Michele.
Elegante ponte ad una sola arcata con spallette a balaustra in pietra bianca (1623).
Oratorio di S. Nicola.
Iniziato nel 1505, fu rinnovato dal 1617 al 1633. Il soffitto è ricco di stucchi attribuiti ad A.
Pizzocaro. L'aula raccoglie una trentina di tele del 1600 (G. Carpioni, F. Maffei ed altri).
Duomo.
Sorse in area romana. La facciata, attribuita a Domenico da Venezia, è datata 1467. Il disegno
della tribuna pare si debba attribuire a Lorenzo da Bologna (1479). I lavori per la sua copertura
furono diretti dal Palladio (1565). Le cappelle conservano quadri pregevoli di A. Maganza, F.
Maffei, G.B. Pittoni e una pala in pietra dipinta di Antonino da Venezia. Al di là della strada che
fiancheggia il Duomo c'è un campanile romanico dell'XI secolo costruito su base romana.
Loggia Zeno (1494-1495).
Si trova all'interno del palazzo vescovile. È la sola parte superstite di un più vasto organismo,
un bel saggio di maniera lombarda. Ha leggere logge impostate su quattro robusti archi ed è
attribuita a Bernardino da Milano.
Tempio di S. Lorenzo.
È una delle più belle chiese gotiche del Veneto. Fu iniziata nei 1280 su una preesistente
chiesetta. Ha la facciata a capanna, divisa in due parti molto diverse fra loro, che però formano
un armonioso insieme. Il portale ricco di sculture, è fiancheggiato da arche sepolcrali. La
chiesa ha pianta a croce latina: le tre navate sono divise da due file di giganteschi fusti rotondi
di pietra. Il presbiterio ha ai lati due cappelle e in una di queste c'è un pregevole gruppo di
Antonino da Venezia. Molto bella la cappella Pojana (1400) con un trittico in pietra, e nella
lunetta, una crocifissione del Montagna. Il tempio custodisce le spoglie di G. Zanella.
Porta Castello.
È ciò che resta di una parta del mille. È sovrastata da un torrione scaligero.
Loggetta Valmarana.
In stile palladiano fu costruita intorno ai 1592.
Basilica di S. Felice e Fortunato.
È uno dei più significativi monumenti dell'arte paleocristiana dell'alta Italia. Iniziata nel 313
sull'area di una necropoli Padana, nello stesso secolo fu ingrandita e divisa in tre navate. Nel V
secolo furono aggiunti il Martyrion e un battistero poligonale. Distrutta dagli Ungari nell'899
(si salvò il Martyrion) fu ricostruita alla fine dei X secolo e consegnata ai Benedettini. Di questo
periodo sono il Battistero nuovo e la Torre. Il campanile fu aggiunto dopo il terremoto del
1117. La merlatura è di opera scaligera. All'interno, nel Martyrion tracce di affreschi del V
secolo. Mosaici paleocristiani nel pavimento (IV secolo). L'abside è affrescata da G. Carpioni.
Una statua della Vergine e un tabernacolo sono di Antonino da Venezia (1429-58). Nella cripta
parecchio materiale romano.
Palazzo Angaran.
Costruito verso la fine del 1400, ha un bellissimo portico che comprende il lato frontale e il
lato che si affaccia sul fiume Bacchiglione.
Arco Basilica di Monte Berico.
Arco delle Scalette Costruito come solenne ingresso alla lunga scalinata che sale a Monte
Berico. Disegnato e iniziato dal Palladio, fu finito dopo la sua morte (1595).
Chiostro di S. Pietro.
È del 1400 ed ha eleganti decorazioni in cotto; fu aggiunto a un preesistente monastero di
benedettine (827). All'interno una statua del Canova (1814). Altri interessanti monumenti
della città.
Chiesa di S. Filippo Neri (Corso Palladio).
Riedificata nel 1730 da Giorgio Massari. La facciata è neoclassica, realizzata da A. Piovene
(1824) su disegno del Calderari (1756).
Chiesa di S. Gaetano Thiene (Corso Palladio).
Eretta da Girolamo Frigimelica (1720-1730).
Palazzo Bonin (Corso Palladio).
Sicuramente del Palladio, fu ultimato da V. Scamozzi.
Palazzo Braschi (Corso Palladio).
In stile gotico del 1400. Ha un bel portico con colonne che poggiano su piedistalli altissimi. Al
primo piano due monofore e una quadrifora. Nel cortile due loggette gotiche sovrapposte.
Palazzo Capra (Corso Palladio).
Risale al 1400, fu restaurato nel 1860 ed è ora sede della Banca Nazionale del Lavoro.
Palazzo Porto-Breganze (Piazza Castello).
Iniziato alla fine del 1500 di V. Scamozzi, su disegno di A. Palladio, rimase incompiuto.
Chiesa di S. Vincenzo (Piazza dei Signori).
L'interno è del 1387, rifatto nel 1499 e poi nel 1706. La facciata (1614-17) è adorna con statue
di G.B. Albanese.
Colonne di Piazza del Signori.
Sono realizzate in marmo di Chiampo, quella di sinistra fu eretta nel 1464 e quella di destra nel
1640.
Monte di Pietà (Piazza dei Signori).
La parte inferiore è del 1400, quella superiore del 1500. Il tempo ha distrutto gli affreschi della
facciata di G.B. Zelotti.
Chiesa di S. Maria dei Servi (piazza Biade).
Iniziata nel 1407 fu ingrandita nel 1490. La facciata del 1710 è attribuita a F. Muttoni. Le statue
sono del Marinali e del Calvi. Il chiostro è del 1400.
Palazzo da Porto (contrà Porti).
Grandioso edificio disegnato da A. Palladio (1570). La facciata ha due ordini: ionico inferiore,
corinzio il superiore. Nel cortile doppio loggiato. La sala del pian terreno è decorata con
stucchi e affreschi della scuola di P. Veronese.
Palazzo Colleoni-Porto (contrà Porti).
Della fine del 1300. La facciata ha una bella quadrifora e finestre con poggioli.
Palazzo Festa-già Iseppo da Porto.
Iniziato nel 1552 dal Palladio, rimase incompiuto. Ha finestre a poggiolo, inquadrate da
colonne ioniche. Nell'attico quattro statue del Rubini (sec. XVI). All'interno sale con splendidi
soffitti; in due di esse ci sono affreschi del Tiepolo.
Palazzo Porto-Breganze (Contrà Porti).
Di stile gotico, ha una grandiosa quadrifora adorna di archi rovesciati. Il portone di marmo
(1481) è attribuito a Lorenzo da Bologna. Molto bello lo scalone.
Palazzo Regarì (via XX Settembre).
Risalente al primo 400 e di forma gotica. Ha la facciata affrescata e bassorilievi nel parapetto
della quadrifora.
Casa Sperotti (Contrà Porti).
Casa gotica della fine del 300. Ha originali balaustre dei poggioli in marmo traforato.
Chiesa di S. Stefano (Piazza S. Stefano).
Del XII secolo fu rifatta tra il 1695 e il 1726. All'interno ha pregevoli tele fra cui due splendide
di G.B. Tiepolo e di L. Palma il Vecchio.
DINTORNI
Basilica di Monte Berico.
Si raggiunge uscendo a Sud e salendo quindi per il viale X Giugno, fiancheggiato da un portico
con cappelle, di F. Muttoni (XVIII sec.). La basilica sorge sopra un colle dominante la città, sul
luogo ove la Vergine apparve a una popolana (1426). L'attuale chiesa, a tre vivaci facciate con
cupola, è del 1688-1703. Nell'interno il presbiterio è formato dal primitivo oratorio gotico, sui
cui altare è la venerata statua della Madonna, del 1444; sull'altare a destra, una Pietà,
capolavoro di B. Montagna (1500), del quale è anche un'altra Pietà ad affresco (riportato), in
Sagrestia. Nell'antico refettorio c'è una grande tela del Veronese, la Cena di S. Gregorio Magno,
la più bella forse delle Cene dipinte dall'artista (1572); chiostro gotico, del 1429.
Dal piazzale della Vittoria che si estende davanti alla basilica, magnifico panorama su Vicenza e
su una vasta zona, che fu teatro di battaglie nella guerra 1915-18.
Villa Guiccioli.
Del 1700, si trova proseguendo sul colle berico, ospita il Museo del Risorgimento. Esso
conserva una vasta raccolta di materiale documentario, soprattutto dell'epoca risorgimentale,
con sezioni dedicate alla la Guerra Mondiale e alla Resistenza.
Villa Valmarana (km 3 circa dalla basilica).
Si raggiunge, a piedi, deviando a metà del viale X Giugno e proseguendo nella via S. Bastiano.
La villa Valmarana del 1668, ha la palazzina e la foresteria decorate da stupendi affreschi di
G.B. Tiepolo e del figlio Gian Domenico (1757). Villa la Rotonda.
Di qui procedendo a piedi si trova poco più avanti, al N. 33 di via della Rotonda, la famosa villa
detta La Rotonda, geniale creazione del Palladio (1550), compiuta dallo Scamozzi (1606), nata,
come luogo di riunioni culturali. È una simmetrica costruzione a pianta quadrata, con quattro
pronai ionici sulle fronti e nell'interno, al centro, una sala circolare sormontata da cupola.
Raggiungibile anche in macchina dalla Riviera berica.
S. Agostino (km 4).
Si raggiunge uscendo dai borgo S. Felice in direzione Sud-Ovest e sottopassando l'autostrada.
Eretta nel sec. XIV in forme romaniche e completata in forme gotiche nella parte absidale,
conserva alle pareti dell'ampia navata affreschi di scuola veneta ed emiliana del sec. XIV e,
all'altare, una Madonna col Bambino e Santi, polittico di Battista da Vicenza (1404).
Visitare la città di Vicenza in un solo giorno
Vicenza, città natale e lavorativa di Andrea Palladio, è una stupenda città con molti edifici ed
attrazioni interessanti. Lungo il Corso Andrea Palladio, si attraversa la città in una bella
passeggiata da ovest ad est, passando davanti ai monumenti più importanti e celebri di
Vicenza. Potrete ammirare la Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico ed il Palazzo Chiericati
oltre ai numerosi palazzi sontuosi sulle strade principali.
Il centro storico di Vicenza racchiude tutte le opere più belle ed importanti di Andrea Palladio.
Per visitare il centro città di Vicenza, si può impiegare mezza giornata.
• L’itinerario parte da Piazza del Castello, dove troverete i resti dell’antico castello Scaligero.
Da qui il percorso conduce lungo il Corso Andrea Palladio, passando davanti al Palazzo Porto
Breganze ed il Palazzo Thiene Bonin Longare.
• Dopo soli 200 metri, lungo i quali passerete davanti ad alcuni bei palazzi, si dirama a sinistra
il Corso Antonio Fogazzaro.
Fermiamoci qui per una breve visita al Palazzo Valmarana Braga Rosa ed alla Chiesa di San
Lorenzo.
• Tornati sul Corso Andrea Palladio, imboccate la Contrà Pasini, ubicata direttamente di fronte
al Corso Antonio Fogazzaro, e proseguite fino a Piazza Duomo dove si trova la Cattedrale di
Vicenza.
• Sul lato est di Piazza Duomo, seguite la strada fino alla Piazza dei Signori con la sua
monumentale Basilica Palladiana. Qui vale la pena soffermarsi per un po' e godere della
splendida atmosfera di Vicenza.
• Tramite la Contrà del Monte raggiungerete nuovamente il Corso Andrea Palladio, che vi
consigliamo di attraversare per dare un rapido sguardo ai bei palazzi della Contrà Porti.
• Proseguite lungo il Corso Andrea Palladio fino alla Chiesa di Santa Corona, che custodisce la
tomba originaria di Palladio così come alcuni bei dipinti di Bellini e Veronese.
• Infine, arriverete in Piazza Matteotti dove sorge il Palazzo Chiericati, al cui interno troverete
la Pinacoteca di Vicenza, ed il Teatro Olimpico.
Corso Antonio Fogazzaro a Vicenza.
Passeggiando sul Corso Andrea Palladio, fate
una scappatina nel Corso Antonio Fogazzaro
con i suoi palazzi rinascimentali e barocchi.
Proprio all'inizio della strada, troverete il
bellissimo Palazzo Valmarana Braga Rosa. Fu
costruito da Palladio e adattato in modo
geniale alle condizioni del sito ed alla stretta
via. Proseguendo un po' più avanti vedrete la
chiesa gotica in mattoni di San Lorenzo, che
saprà sorprendervi con le sue tombe, inserite
nella facciata esterna, e con il bellissimo
interno a tre navate con una volta a crociera.
Chiesa di S. Lorenzo
Corso Andrea Palladio
Il Corso Andrea Palladio prende il nome non solo in onore del
celebre architetto – è anche fiancheggiato da numerosi palazzi
che furono costruiti dal grande maestro o che risalgono per lo
meno a suoi progetti. Questa strada principale e rettilinea corre
lungo l'antica strada romana, Decumanus Maximus, ed
attraversa il centro dal Teatro Olimpico fino a Piazza Castello.
Palazzi palladiani
Partendo da Piazza Castello con la porta cittadina – il Torrione
di Porta Castello, gli ultimi resti di un castello Scaligero risalente
al periodo veronese – raggiungerete lungo il Corso Andrea
Palladio subito due palazzi del maestro: il Palazzo PortoBreganze ed il Palazzo Thiene Bonin Longare con massicce
mezze colonne corinzie, tipiche delle ultime opere di Palladio.
Proseguendo lungo la strada, vedrete il rinascimentale Palazzo
Capra così come i gotici Palazzo Thiene e Palazzo Braschi.
Il Corso
L’odierno municipio di Vicenza, il grande Palazzo Trissino
Baston, con il suo alto porticato sorretto da colonne, appartenne in passato al conte Trissino,
uno dei mecenati più importanti del Palladio. Il palazzo fu costruito ovviamente da Palladio
stesso. Di Palladio è anche l'imponente Palazzo da Schio, che, grazie alla sua facciata esterna
dorata, viene anche chiamato "Ca 'd'Oro". Il Corso Andrea Palladio termina in Piazza Matteotti,
dove potrete ammirare due ulteriori capolavori di Palladio: il Palazzo Chiericati (che ospita la
Pinacoteca di Vicenza) ed il Teatro Olimpico.
Duomo di Vicenza
Edificio in mattoni con una cupola, progetto di Palladio
Il duomo di Vicenza venne costruito nel XV
secolo sulle fondamenta di tre precedenti chiese.
Nonostante i gravi danni subiti durante la
Seconda Guerra Mondiale, la facciata gotica fu
ricostruita seguendo lo schema originale – la
bellissima cupola è inconfondibilmente un’opera
di Palladio. All’interno della semplice cattedrale
si trova un bel polittico di Lorenzo Veneziano
risalente al XIV secolo, oltre ad alcuni dipinti.
Sotto la sacrestia si trovano i resti di una strada
romana. Merita una visita anche l’adiacente
Criptoportico Romano
Museo Diocesano, che può essere visitato con il
Biglietto Unico. Sul lato sud di Piazza Duomo è situato il Palazzo Porti. Sotto il palazzo
troverete un Criptoportico Romano sotterraneo – i resti di un palazzo romano e di una chiesa
paleocristiana.
Ingresso:
Ingresso Museo Diocesano: solo con il Biglietto Unico
Ingresso duomo e criptoportico Romano: gratuito
Basilica Palladiana
Capolavoro monumentale di Andrea Palladio
La Basilica Palladiana è il principale lavoro dell'artista Andrea Palladio ed uno degli edifici più
impressionanti e belli di tutto il Veneto. In origine, questo grande edificio gotico in mattoni
serviva come sala riunione del Gran Consiglio. Ma a causa del suo aspetto poco estetico,
venne indetto un concorso per la ristrutturazione della facciata, che fu vinto da Palladio.
Durante decenni di lavoro, Palladio avvolse le vecchie mura con un portico a due piani con
colonne di marmo, il che lo portò alla fine alla sua svolta artistica.
Fu Palladio stesso a dare all’edificio il nome di “Basilica”, dato che nel XVI secolo il termine
“basilica” non indicava una chiesa, ma piuttosto un'aula di incontro o un’aula del tribunale.
Ma è solo al suo interno che si riesce a percepire l'enorme dimensione dell’imponente edificio.
In particolar modo nella grande sala al primo piano si ha una buona prospettiva delle
dimensioni dell'edificio. Qui vengono ospitate di tanto in tanto delle mostre temporanee che
possono essere visitate.
Contrà Porti
La Contrà Porti, una strada laterale del Corso
Andrea Palladio, merita una visita a tutti i costi. Qui
potrete ammirare alcuni dei palazzi più sontuosi di
Vicenza. Proprio all'inizio della strada troverete il
Palazzo
Cavalloni-Thiene, in stile gotico-veneziano ed il
riccamente decorato Palazzo Thiene con la sua
bella facciata affrescata. Un tipico edificio
palladiano è il Palazzo Barbaran da Porto con la
sua imponente facciata esterna. Ciò che colpisce è
Affreschi esterni sul Palazzo Thiene
l'uso di colonne ioniche al piano terra e di colonne corinzie al primo piano. All'interno del
Palazzo Barbaran da Porto è ospitato il Museo Palladio, che può essere visitato, così come il
CISA, ovvero il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. Anche il bel
porticato del Palazzo Porto-Breganze, con la sua serie di finestre gotiche, è aperto al pubblico.
Altri palazzi nella Contrà Porti sono il Palazzo Iseppo da Porto (n. 21) ed il Palazzo ColleoniPorto , probabilmente il più bel palazzo in stile gotico-veneziano.
Ingresso
Palazzo Barbaran da Porto: € 3
Piazza dei Signori a Vicenza
Una magnifica piazza con il capolavoro di Palladio
La lunga ed assai sontuosa Piazza dei Signori è il centro di
Vicenza. Molti edifici storici intorno alla piazza testimoniano
l’importanza che esercita nella vita pubblica della città. Tutta la
piazza è dominata dalla Basilica Palladiana, il monumentale
capolavoro di Andrea Palladio. La Basilica è affiancata dalla
Torre di Piazza, alta 80 metri. La bella torre, risalente al XII secolo,
si erge sopra l’intera piazza con una leggera pendenza.
Di fronte alla Basilica troverete il Palazzo del Monte di Pietà del
XVI secolo. In passato servì come banco dei pegni ed i suoi edifici
incorniciano la facciata barocca della Chiesa di San Vincenzo. Sul
lato nord della piazza vi è la Loggia del Capitano che fungeva da
sede del governatore veneziano. Iniziata da Palladio nel XVI
secolo, non poté, però, essere mai completata. La facciata,
riccamente ornata con delle figure, merita particolare attenzione.
Sul lato est della Piazza dei Signori sorgono infine due pilastri di
pietra di grandi dimensioni, su cui troneggiano il Redentore e il
Leone veneziano di San Marco.
Torre di Piazza
Chiesa Santa Corona
La chiesa di Vicenza che ospitava la tomba di Palladio.
Santa Corona, una bella chiesa gotica in mattoni,
venne costruita nel XIII secolo e si trova
direttamente presso il Corso Andrea Palladio.
Custodisce non solo una preziosa reliquia – un
pezzo della corona di spine di Cristo – ma anche
altri celebri capolavori, come il “Battesimo di Cristo”
di Giovanni Bellini posto nel quinto altare, e
l’"Adorazione dei Magi" di Paolo Veronese posto
nel terzo altare a destra. Sotto la lapide, presso
l’ultimo pilastro sinistro, si trovava in origine la
tomba di Andrea Palladio e quella della moglie
Chiesa di Santa Corona
prima che fossero trasferiti al cimitero comunale.
Nel vicino chiostro potrete visitare il Museo Naturalistico Archeologico, mentre nel Palazzo
Leoni Montanari si trova l’interessante galleria di icone russe ed opere di maestri veneziani. A
pochi passi da qui sorge la Chiesa di Santo Stefano, dove furono scoperti i dipinti di Tiepolo e
Palma il Vecchio.
Ingresso
Solo con il Biglietto Unico
Palazzo Chiericati a Vicenza
Il Palazzo Chiericati a Vicenza è una delle opere maggiori di Palladio. Il sontuoso palazzo, con
una lunga loggia ed una balaustra decorata con delle statue, ospita la pinacoteca locale di
Vicenza. Qui potrete ammirare la pittura veneta dal Medioevo fino al Manierismo, tra cui
numerosi dipinti di famosi artisti quali Tiepolo, Tintoretto e Veronese.
Ingresso
Solo con il Biglietto Unico
Teatro Olimpico di Vicenza
Il più antico teatro coperto d'Europa
Alla fine del Corso Andrea Palladio troverete il
Teatro Olimpico. Dall'esterno sembra abbastanza
anonimo, eppure è un monumento di importanza
europea. È il più antico teatro coperto d'Europa e
probabilmente dalla fine dell’Impero Romano è il
primo teatro moderno che si regge da solo.
Ovviamente anch’esso è, come molti dei
magnifici edifici a Vicenza, un’opera di Palladio.
Fu però anche il suo ultimo lavoro dato che il
maestro non riuscì a finirlo e venne completato
dal suo allievo Scamozzi. Il grandioso auditorio si
erge, gradino dopo gradino, a semicerchio
Teatro Olimpico
intorno al palco. Venne costruito seguendo il
modello degli antichi teatri greci. Grazie
all’intelligente architettura con la rappresentazione delle sette vie di Tebe e le tre porte, si
crea l’illusione di una profondità prospettica. Fu inaugurato il 3 Marzo 1585 con la
rappresentazione di "Edipo" di Sofocle.
Ingresso
Solo con il Biglietto Unico
Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Novecento
Il secondo capitolo delle esposizioni a Verona e a Vicenza, è dedicato alla storia del
paesaggio in Europa e in America dal Seicento al Novecento. Così, nell’analisi dei
maggiori generi pittorici, alla prima esposizione riservata alla storia dello sguardo e
dunque alla vicenda del ritratto ma anche alla descrizione del corpo, seguirà questa che
intende raccontare lo studio della natura a partire dal XVII secolo, per giungere alle
ninfee dipinte da Claude Monet nella prima parte del Novecento.
Facendo ricorso a una novantina di dipinti provenienti come sempre da alcuni tra i
maggiori musei del mondo, e da alcune preziose collezioni private, la mostra sarà divisa
in sei sezioni, che descriveranno i momenti fondamentali legati alla narrazione della
natura come fatto autonomo e indipendente rispetto all’inserimento delle figure.
Insomma, quella sorta di emancipazione dell’immagine quando il paesaggio non è più
visto come semplice fondale scenografico, ma campeggia quale divinità assoluta e
dominante.
Per questo motivo la mostra prenderà in esame i punti di snodo di una vicenda che
diventerà sempre più centrale nella storia dell’arte, fino a giungere all’Ottocento, che a
buon diritto è stato denominato “il secolo della natura”. Quindi, senza allargarsi a
innumerevoli e frazionate esperienze, starà piuttosto stretta ai cardini fondamentali. E
in questo senso il titolo dell’esposizione sancisce l’idea dell’enorme cambiamento
attuato da Claude Monet a partire dalla seconda metà degli anni sessanta del XIX
secolo, lui impegnato in quel momento a dipingere nella foresta di Fontainebleau.
Monet che trapassa dal senso pur nobile della realtà, che a Corot prima di lui giungeva
da una tradizione secolare – evidenziata in questa mostra –, e si spinge con le ninfee
finali, ma già con le “serie” dell’ultimo decennio dell’Ottocento, verso il campo aperto di
un paesaggio che non dimenticando appunto la realtà si appoggia quasi totalmente
ormai sull’esperienza interiore. Aprendo così ad alcune delle manifestazioni più belle e
nuove della natura dipinta nel corso del Novecento. Monet dunque quale paradigma del
nuovo paesaggio, il punto di attraversamento tra un prima e un poi. Per questo motivo,
la sua presenza coprirà un terzo dell’intera esposizione, con una trentina dipinti. Una
vera e propria mostra nella mostra.
Come detto le sezioni saranno sei, e così si succederanno:
1. IL SEICENTO. IL VERO E IL FALSO DELLA NATURA
2. IL SETTECENTO. L’ETA’ DELLA VEDUTA
3. IL PAESAGGIO ROMANTICO
4. REALISMI
5. L’IMPRESSIONISMO E IL PAESAGGIO
6. MONET E LA NUOVA IDEA DI NATURA
Per cui la mostra trascorrerà dalle esperienze fondamentali di Lorrain e Poussin nel XVII
secolo per documentare il passaggio dal falso al vero della natura, per andare poi
nell’Olanda sempre seicentesca di Van Ruisdael, Van Goyen e Hobbema tra gli altri. Per
incontrare quindi subito alcuni artisti che sono stati pietre miliari per la nuova immagine
della natura. Come diranno bene talune vicende successive, nel Settecento e ancora
nell’Ottocento. Per il Settecento si è scelta prima la sosta su Pannini e poi un suggestivo,
e importante, affondo veneziano tra Canaletto, Bellotto e Guardi a sintetizzare la
meravigliosa età della veduta.
Per entrare poi nel XIX secolo, con le figure imprescindibili di Turner, Constable e
Friedrich, coloro che ridisegnano l’idea della natura entro il nuovo spirito romantico. I
vari realismi porteranno quindi la mostra tra la Francia di Barbizon, la Scandinavia, l’Est
Europa e l’America della Hudson River School. Fino a che giunge Monet a rovesciare,
utilizzando dapprima gli elementi proprio del realismo, il concetto di paesaggio dipinto.
E lasciandosi così affiancare dai compagni impressionisti e post impressionisti, da Renoir
a Sisley, da Pissarro a Caillebotte, da Degas a Manet. Per giungere alle esperienze
fondamentali di Van Gogh, Gauguin e Cézanne.
Van Gogh
Cézanne
Monet
Turner
Canaletto
Ristorante “antica casa della malvasia”
Contrà Delle Morette 5, Vicenza
Menù
- antipasto (baccalà mantecato con polentina).
- bis di primi ( maccheroncini all'anatra - maccheroncini con ragù di maiale al
coltello e sedano).
- un secondo (arista di maialino al latte con patate dorate).
- un dolce (Tortina morbida di cioccolato fondente con panna).
- Acqua, vino e caffè.
Monet
Salvator Rosa
Pissarro
Van Gogh
Canaletto
Arte e Cultura Schivenoglia
marzo 2014
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libretto Vicenza - Associazione Arte e Cultura Schivenoglia