CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Libretto di
campo
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
FILO ROSSO
L’Azione Cattolica ha come fine fondamentale la formazione cristiana delle
coscienze. La coscienza, ogni giorno, si confronta con la vita. E la nostra
vita, evidentemente, non è solo mondo interiore. Anzi, essa consiste per la
massima parte di relazioni, luoghi e tempi che condividiamo con altre
persone. La ricerca del bene comune, dunque, non può essere il “pallino”
di pochi. L’esistenza stessa ci impone una costante cura della convivenza
civile. È la centralità dell’altro, perno della vita credente, che ci impone di
occuparci di un bene più ampio di quello personale.
È per questo motivo che l’Azione Cattolica ha l’ambizione di non
marginalizzare, nei percorsi formativi, i temi della cittadinanza e della
partecipazione. Non solo: l’AC desidera suscitare ampie e generose
vocazioni al servizio, che possono concretizzarsi, secondo i talenti di
ciascuno, nel servizio educativo, caritatevole, sociale, culturale, politico…
Non possiamo però nasconderci che spesso si fa fatica a portare in gruppo,
e in associazione, contenuti e tematiche che guardano al territorio locale,
alla vita del Paese, alle grandi domande etiche. Si fa fatica ad appassionare
le giovani generazioni a temi che apparentemente sembrano lontani dalla
fede, ma che in realtà ne rappresentano il banco di prova. Scoraggiati da
queste analisi, talvolta non si ha nemmeno il coraggio di osare. Ma per
l’Azione Cattolica l’attenzione al bene comune si inscrive in quell’idea di
laico corresponsabile della Chiesa e della società alla quale è impossibile
rinunciare.
Per questo motivo, il campo Giovani sarà caratterizzato da due
atteggiamenti: un positivo senso del dovere («non possiamo più eludere
questi temi») e un altrettanto positivo entusiasmo («la Chiesa e il Paese ci
chiedono di essere protagonisti e artefici del nostro presente e del nostro
domani»). Ci poniamo nel solco degli “Appunti per una Regola di vita
spirituale”, che ci incitano ad una testimonianza coerente, fondata sulla
preghiera, formata nelle relazioni ed espressa in modo maturo e
consapevole nei luoghi della vita.
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Tenendo fede allo stile associativo, che prima di tracciare bilanci, analisi e
soluzioni ci impone di porci di fronte al Signore con la nostra nuda vita,
partiremo dal tema del discernimento. Una prassi personale e comunitaria
che troviamo ampiamente nell’Antico e nel Nuovo Testamento,
patrimonio per lunghi secoli della cristianità, ma che oggi ha un bisogno
evidente di nuovo slancio. La capacità di guardarsi dentro, e di guardare al
mondo insieme agli altri, è un bene prezioso che non si può dilapidare. Da
questo punto di vista, l’esperienza associativa, se ben fatta, ci pone su un
binario privilegiato. Già nella preghiera della prima sera ci interrogheremo
su cosa significa discernere in una dinamica personale, mentre nella prima
mattinata padre Francesco Occhetta sj, redattore di Civiltà Cattolica, ci
aiuterà a comprendere la matrice biblica del discernimento comunitario.
Seguiranno, nella giornata, esercizi pratici per riabituarci all’arte – e alle
difficoltà - del decidere nella prospettiva della comunione.
Nel secondo giorno pieno di campo, la presenza di un vescovo, di un laico
credente e di un laico proveniente da altre esperienze culturali e religiose,
ci aiuteranno a definire meglio il concetto di bene comune, i punti
fondamentali su cui verte la formazione delle giovani generazioni, le sfide
concrete che sono dinanzi alla Chiesa e alla società. La tavola rotonda,
siamo certi, metterà molta carne a cuocere, e sarà un patrimonio che
sapremo valorizzare nei giorni successivi. Conosceremo mons. Francesco
Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, il presidente della Commissione di
vigilanza Rai Sergio Zavoli e il giudice Roberta Zizanovich, ora impegnata
presso il Consiglio Superiore della Magistratura. Storie diverse,
accomunate da una medesima passione per la città dell’uomo.
Il confronto con i relatori riporta inevitabilmente alla vita associativa.
Siamo chiamati nel pomeriggio che segue la tavola rotonda ad un grande
sforzo laboratoriale perché la formazione al bene comune non sia uno
“spuntino” nella vita dei gruppi, né un’attività da farsi in subordine ad altre
di natura “più religiosa”. Vogliamo scoprire anche che per l’AC interessarsi
al bene comune è una delle strade maestre per aprire le porte
dell’associazione e dei gruppi ad altre persone e, nel nostro caso, ad altri
giovani. Nonostante tante analisi che registrano apatia e disinteresse,
osserviamo direttamente che nelle nuove generazioni sono sempre accese
la fiamma della giustizia, della pace, della verità, del merito… E sta a noi
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
mostrare il volto di un’AC e di gruppi che parlano alla vita, e che sanno
farsi plasmare dalla vita stessa.
Di tutto questo parleremo, la mattina seguente, con il presidente Franco
Miano, all’inizio di un anno che l’AC dedica completamente al bene
comune e alla luce dell’imminente Settimana sociale dei cattolici italiani
(Reggio Calabria, 14-17 ottobre). Ancora più significativo sarà ribadire, con
il presidente, il significato profondamente democratico e civile che assume
l’anno assembleare dell’AC, con il rinnovo – non formale – delle
responsabilità e delle motivazioni al servizio.
In questo “filo rosso” che ci presenta il campo, siamo già giunti al meritato
pomeriggio di riposo. Visteremo i luoghi di San Benedetto e l’eremo di San
Biagio sul monte Taleo, per impregnarci di quella spiritualità che è piena
immersione - e non distacco – nel mondo. L’“uscita” non è sganciata dal
percorso generale, ma ci immerge pienamente nella storia e nei territori
che ospitano il campo nazionale.
La ripresa, nell’ultimo giorno pieno di campo, ci porterà a confrontarci sul
“nodo associativo” che deriva dal tema della formazione al bene comune:
la cura e la proposta di gruppi Giovani che siano luoghi aperti, in cui si
cercano e si incontrano diverse sensibilità ed esperienze. Un gruppo
Giovani che non si riduca ad un gruppo di educatori e responsabili, ma che
abbia un respiro ampio, che sappia essere attraente per le relazioni che
propone, per la comunione che si respira, per la ricchezza e completezza
dei contenuti formativi, per le esperienze concrete che propone.
Chiederemo ai responsabili diocesani una grande attenzione e un notevole
sforzo per mettere la proposta per i giovani al centro del nuovo anno
associativo. Cosa tanto più significativa nell’anno che ci porta a “C’è di
più”, in cui protagonisti saranno i giovanissimi e i ragazzi dell’Acr. Se il 30
ottobre esalta il protagonismo dei più piccoli dell’associazione,
desideriamo che l’intero anno 2010/2011 possa essere dedicato,
nell’impegno ordinario, ad una forte proposta per i Giovani.
L’ultimo pomeriggio sarà dedicato alla presentazione dei cammini
formativi 2010/2011, al bel cammino che stiamo compiendo con l’Acr e
tutta l’associazione in preparazione a “C’è di più”, e all’impegno
dell’Azione Cattolica per la Settimana sociale dei cattolici di Reggio
Calabria.
Come ormai tradizione, nell’ultima mattinata, prima dei saluti e delle
conclusioni, desideriamo metterci nelle mani di un testimone di santità.
Don Giuseppe Livatino ci introdurrà nella figura esemplare di Rosario, il
“giudice ragazzino” ucciso dalla mafia, che con la ricchezza del suo servizio
alla giustizia ci indica, nel concreto, la strada e lo stile del bene comune.
Sentiremo al nostro fianco l’affetto della Chiesa: ci farà visita nell’ultimo
giorno l’assistente nazionale, mons. Domenico Sigalini, incontreremo il
vescovo di Tivoli mons. Mauro Parmeggiani, e sarà presente don Domenico
Beneventi, aiutante di studio del Servizio nazionale di Pastorale Giovanile,
a lui e don Nicolò, direttore della Pastorale giovanile nazionale, vanno la
nostra gratitudine per i tanti segni di stima e di incoraggiamento rivolti ai
giovani di Azione Cattolica. Inoltre, avvertiremo la vicinanza concreta della
delegazione regionale di AC del Lazio, nonché dell’associazione diocesana
di Tivoli.
Infine, una scelta: accompagnare ogni giorno con frasi della Christifideles
laici, esortazione apostolica post-sinodale scritta da papa Giovanni Paolo II
nel 1988. Ci serviranno per tenere a mente l’obiettivo del campo: essere e
formare laici a tutto tondo, innamorati di Cristo, della Chiesa e della Città.
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Il compito del magistrato è quello
quello di decidere. Decidere è
scegliere e, a volte, scegliere fra numerose cose o strade o
soluzioni; e scegliere è una delle cose più difficili che l’uomo
sia chiamato a fare […
[… ]. Ma è proprio in questo scegliere per
decidere, decidere per ordinare, che il magistrato credente può
trovare un rapporto con Dio: un rapporto diretto, perché il
rendere giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di
sé a Dio. [R. Livatino]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Venerdì 30 Luglio
Sabato 31 Luglio
16.00: Arrivi e accoglienza
18.00: LUCI SULLA CITTÀ
CITTÀ
...
Introduzione e benvenuto al
campo a cura dei Vicepresidenti
del Settore Giovani
19.00: Saluto di dom Mauro Meacci,
Meacci
OSB, Abate di Subiaco
20.00: Cena
21.30: DIO NON È NEUTRALE. MAI!
Celebrazione iniziale
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO
COMUNITARIO
Incontro con padre Francesco Occhetta sj,
sj
redattore di Civiltà Cattolica
12.00: Celebrazione eucaristica
13.00: Pranzo
15:00: D ISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO…
INSIEME!
Giochi di ruolo
18.00: Conclusioni sul gioco
18.30: AC E PASTORALE GIOVANILE
GIOVANILE
Incontro con don Domenico Beneventi,
Beneventi
Servizio nazionale di Pastorale giovanile
della CEI
19.30: Vespri
20.00: Cena
21.30: Animazione
La vita secondo lo Spirito, il cui frutto è la santif icazione, suscita ed
esige da tutti e da ciascun battezzato la sequela e l’imitazione di Gesù
Cristo, nell’accoglienza delle sue beatitudini, nell’ascolto e nella
Il «discernimento», di cui parla più volte l'apostolo Paolo, non è solo
meditazione della parola di Dio. [Christif ideles Laici, n.11]
valutazione delle realtà e degli avvenimenti alla luce della fede; è anche
decisione concreta e impegno operativo, non solo nell'ambito della Chiesa
ma anche in quello della società umana. [Christif ideles Laici, n.51]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO
Padre
Francesco
Comodo pensare da soli, decidere da soli, agire da soli: si risparmia tempo,
si seguono le proprie priorità, i propri metodi… e poi i meriti, nel caso vada
tutto bene, sono miei, i demeriti di chi non mi segue…
Occhetta
Ma se vogliamo davvero essere parte attiva nella costruzione del bene
comune, nella vita dell’associazione, nella Chiesa, nei territori, dobbiamo
imparare quell’“insieme” che richiede fatica, tempi, anche conflitti. Un
“insieme” che spesso richiede passi indietro personali, e passi avanti
collettivi…
Ma il valore più grande dell’“insieme” è un altro: permette di inquadrare le
questioni da diversi punti di vista, di moltiplicare le possibili soluzioni, di
tenere conto di tutte le esigenze e le sensibilità.
Specie quando il discorso riguarda un bene superiore a quello personale, è
necessario assumere lo stile e la pratica del “discernimento comunitario”.
Uno stile e una prassi che troviamo ampiamente nella Parola, un’eredità
feconda che viene dalla storia stessa della Chiesa. Non solo: i migliori
momenti del nostro Paese (si pensi alla Costituzione) sono frutto di un
ampio e complesso “discernimento comunitario” che ha visto riconoscersi
reciprocamente culture ed esperienze diverse.
Oggi vogliamo imparare l’arte del discernimento: la mattina incontreremo
un amico che ci guiderà nella comprensione di questa pratica, ancorandola
alle Sacre Scritture, nel pomeriggio ci cimenteremo in casi concreti
attraverso i quali sperimenteremo tutte le fatiche, e tutte le soddisfazioni,
del “decidere insieme”.
L’indipendenza del giudice non è solo nella propria coscienza,
nella libertà morale e nella fedeltà ai principi, ma anche nella
trasparenza della sua condotta, anche fuori del suo ufficio,
nella libertà e normalità delle sue relazioni, nella sua
indisponibilità a affari. [R. Livatino]
Buon discernimento!
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Nato a Novara il 26 maggio 1970, è gesuita dal 1996. Dal
1990 al 1995 è stato consigliere comunale del Comune di
Romentino.
Laureato in Giurisprudenza, ha conseguito il
baccalaureato in filosofia. Dall'ottobre 2000 al settembr e
2002 ha svolto due anni di lavoro nel comitato di
redazione della rivista Aggiornamenti Sociali, prestando
servizio di volontariato nel carcere di San Vittore.
Ha conseguito nella facoltà di Scienze Politiche
dell'Università di Padova una specializzazione in Diritti
Umani con una tesi sulle nuove immigrazioni, e
dall'ottobre del 2002 al settembr e del 2005 ha studiato
teologia alla Pontificia Università Gregoriana vivendo nel
teologato del Collegio Internazionale del Gesù di Roma,
svolgendo volontariato al Centro Astalli e all'ospedale
"Bambino Gesù" di Roma. Dall'ottobre del 2005 al
settembre 2007 si è specializzato in teologia morale
all'università Comillas di Madrid. Dal 2002 è iscritto
all'albo dei giornalisti pubblicisti.
Dall'ottobre 2007 è membro del Collegio degli scrittori
della rivista La Civiltà Cattolica, si occupa di questioni
sociali e di diritto e ha conseguito il dottorato in teologia
morale presso la Pontificia Università Gregoriana.
Assistente nazionale dell'Unione Stampa Cattolica
Italiana UCSI, dal gennaio 2010. Per ulteriori
informazioni visitate: www.francescoocchetta.it
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Azione Cattolica e Pastorale giovanile:
DISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO…
prospettive di lavoro comune
INSIEME!
Sulla base dei questionari relativi al rapporto tra Azione cattolica e
Pastorale giovanile, sui quali le equipe diocesane hanno lavorato
recentemente, abbiamo individuato tre nodi significativi che vogliamo
mettere al centro del confronto del pomeriggio:
•
la centralità della consulta di Pastorale giovanile che l’Ac sostiene e
alla quale partecipa, impegnandosi per la comunione, cercando
l’equilibrio tra pensiero e azione e curando la chiarezza dei rapporti;
•
la cura della formazione degli educatori di gruppi giovanili come
impegno da condividere, cercando l’ equilibrio tra momenti per tutti e
i necessari momenti di formazione associativa finalizzati a illustrare i
fini del progetto formativo, le specifiche modalità di
accompagnamento dell'Ac, il profilo dell'educatore associativo;
•
condividere e lavorare insieme per il fine della formazione associativa
all’interno della Pastorale giovanile delle nostre Chiese: formare laici
consapevoli, capaci di una testimonianza autentica non solo “ad intra”,
ma nella vita ordinaria e nei luoghi che abitiamo.
Don Domenico Beneventi
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Già responsabile regionale della Pastorale
Giovanile per la Basilicata e incaricato
diocesano per l'Arcidiocesi di Acerenza, nel
2009 è stato nominato aiutante di studio del
Servizio nazionale per la Pastorale giovanile
della CEI. E' assistente regionale giovani
dell'Azione Cattolica italiana per la Basilicata.
Discernimento comunitario: nodi, modalità, strumenti
Il discernimento comunitario si delinea come espressione dinamica della
comunione ecclesiale e metodo di formazione spirituale, di lettura della
storia e di progettazione pastorale.
Richiede, affinché sia autentico, che ogni cristiano si muova nell’umile
ricerca della volontà di Dio, nell’ascolto fedele della Parola,
nell’interpretazione dei segni dei tempi alla luce del Vangelo, nella
valorizzazione dei carismi nel dialogo fraterno, nella creatività spirituale,
missionaria, culturale e sociale.
Così inteso, il discernimento comunitario diventa una scuola di vita
cristiana, una via per sviluppare l’amore reciproco, la corresponsabilità,
l’inserimento nel mondo a partire dal proprio territorio. Edifica la Chiesa
come comunità di fratelli e di sorelle, di pari dignità, ma con doni e compiti
diversi, plasmandone una figura, che senza deviare in impropri
democraticismi e sociologismi, risulta credibile nell’odierna società
democratica.
[CEI, Con il dono della ca rità den tro la storia.
La Chiesa in Italia dopo il Convegno di Palermo, 21]
Obiettivi
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Far emergere l'idea di un bene comune "concreto" e non teorico,
contestualizzato in un territorio, in una cultura, nelle storie di vita
di coloro che ne sono parte e, dunque, responsabili;
Sperimentare il metodo del discernimento comunitario come stile
di vita ordinario e come modalità privilegiata per leggere la realtà,
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Domenica 1 Agosto
i segni dei tempi, e per affrontare, insieme agli altri, questioni
importanti per la crescita e lo sviluppo delle persone e delle
comunità;
Confrontarsi con i propri limiti (che talvolta diventano un vero e
proprio ostacolo nella relazione con gli altri) maturando alcuni
atteggiamenti quali:
insieme piuttosto che da soli (l'altro aggiunge qualcosa a
me, l'altro mi è indispensabile);
l’importanza di trovare punti di convergenza mettendo in
discussione se stessi, accogliendo la diversità dell’altro
tenendo ben presente l’orizzonte comune verso cui
tendere, insieme;
la necessità di arrivare a scelte/azioni concrete affinché
questo esercizio di discernimento non sia uno sterile
parlarci addosso
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.30: FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI
GENERAZIONI AL
BENE COMUNE.
Tavola rotonda con:
mons. Francesco Cacucci,
Cacucci Arcivescovo di BariBitonto
Roberta Zizanovich, Ufficio Studi e
Documentazione del Consiglio Superiore
della Magistratura
Sergio Zavoli,
Zavoli giornalista, presidente della
Commissione parlamentare di vigilanza Rai
11.30: Dibattito
12.15: Celebrazione eucaristica
13.30: Pranzo
15.30: GIOVANI E BENE COMUNE.
COMUN E. NODI E
OPPORTUNITÀ.
OPPORTUNITÀ
18.00: Partenza per Tivoli
19.00: Celebrazione del Vespro nel duomo di Tivoli,
presiede mons. Mauro Parmeggiani,
Parmeggiani vescovo di
Tivoli
20.00: Cena e animazione a cura della Presidenza
diocesana di Tivoli e della Delegazione
regionale del Lazio
Modalità
Attraverso il coinvolgimento dei partecipanti in simpatiche situazioni sia di
vita personale che associativa, il laboratorio vuole essere un concreto
banco di prova in cui mettere in gioco quelle qualità (e anche i limiti) che
consentono (o impediscono…) la risoluzione di questioni problematiche o
di veri e propri conflitti sociali.
Le situazioni presentate sono legate a esperienze/questioni che un giovane
affronta nella sua vita personale, nel servizio associativo e nell’impegno
sociale e politico.
Per animare cristianamente l’ordine temporale, nel senso di servire la persona
Tempi
-
e la società, i f edeli laici non possono aff atto abdicare alla partecipazione alla
Introduzione al gioco e divisione in gruppi: 15 min
Gioco di ruolo: 45 min
Pausa: 15 min
Confronto in gruppo: 30 min
Confronto in plenaria: 30 min
“politica”, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa,
amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e
istituzionalmente il bene comune. [Christif ideles Laici, n.42]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI AL
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
riescono meglio nella loro esecuzione proprio perché uniscono i suoni dei
loro strumenti…
BENE COMUNE.
(cfr. A.M. QUINTAS, Analisi del ben e co mune, Bulzoni, Roma 1979, pp. 95-99).
E se dalla metafora volessimo passare alla realtà? Quali strumenti usare
per partecipare al concerto, oggi? Quali “concerti” possiamo conoscere
attorno a noi? Quali siamo chiamati ad interpretare?
Quali prassi per la ricerca in comune del bene?
Tra i c.d. “principi permanenti” della Dottrina sociale della Chiesa (DSC)
(oltre alla dignità della persona umana, alla solidarietà e alla sussidiarietà)
troviamo il “bene comune”.
Tra tutti è forse quello più citato in ambito pubblico e allo stesso tempo è
quello con l’identità meno definita. Eppure il Concilio Vaticano II pare
chiaro nell’indicare che per bene comune si intende «l’insieme di quelle
condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli
membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più
celermente» (Gaudium et spes, 26).
La domanda di fondo, però, rimane: «quali sono “quelle condizioni”?».
Il Compendio della DSC prova a declinare l’argomento specificando che «il
bene comune non consiste nella semplice somma dei beni particolari di
ciascun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e
rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile
raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro»
(Compendio, 164).
Qualche indicazione in aggiunta così ce l’abbiamo, ma si tratta soprattutto
di suggerimenti sul metodo. Rimane da domandarsi: «quale è il
contenuto?». E come possiamo riconoscerlo sia nell’esperienza quotidiana
sia nelle scelte che riteniamo più importanti per la nostra vita e per la vita
di tutta la comunità in cui siamo stati chiamati a vivere?
Un autore ha cercato di spiegare il “bene comune” e individuare quel “di
più” che dona ad ogni persona tramite la metafora del “concerto” dove
l’armonia dell’esecuzione è di certo superiore (non in quantità forse, ma di
certo in qualità) ai suoni prodotti dai singoli strumenti e i suonatori
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Ospiti della tavola rotonda
Mons. Francesco Cacucci
Nato a Bari il 26 aprile 1943 e ordinato sacerdote il 29
giugno 1966, è laureato in Teologia alla Pontificia
Università Gregoriana ed in Scienze politiche all’università
di Bari.
Eletto alla Chiesa titolare di Castel Mediano e nominato
ausiliare di Bari-Bitonto il 16 aprile 1987, viene poi
ordinato vescovo il 13 giugno 1987. Promosso alla sede
arcivescovile di Otranto l’8 aprile 1993, trasferito a BariBitonto il 3 luglio 1999, ha fatto il suo ingresso l’8 settembre 1999.
Il 29 giugno 2000, nella solennità degli Apostoli Pietro e Paolo, ha ricevuto
il Pallio di Metropolita dal Santo Padre Giovanni Paolo II.
Attualmente è presidente della Conferenza episcopale pugliese, Gran
cancelliere della Facoltà teologica pugliese, moderatore del Tribunale
ecclesiastico regionale pugliese e delegato pontificio per la basilica di San
Nicola in Bari.
Roberta Zizanovich
Roberta Zizanovich, nata il 2 novembre 1971, coniugata, è una dei più
giovani Mgistrati d’Italia. Nel 1998 vince il concorso di Magistrato e viene
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
assegnata come magistrato al Tribunale di Vallo della Lucania. Dal 2007 è
stata trasferita all’Ufficio Studi del Consiglio Superiore della Magistratura a
Roma. Negli stessi anni (1998-2002) è anche Vicepresidente diocesana del
Settore Giovani, dopo esser stata Segretaria diocesana del Msac dal 1996
al 1992 e Incaricata regionale per il Settore giovani dal 1992 al 1998.
Attualmente è iscritta presso la parrocchia Santa Maria Immacolata della
diocesi di Salerno – Campagna – Acerno.
Sergio Zavoli
Nasce a Ravenna il 21 settembre 1923, anche se la sua
città di adozione è Rimini, della quale è anche cittadino
onorario. Comincia a lavorare nella neonata Rai come
giornalista radiofonico nel 1947, al giornale radio diretto
da Antonio Piccone Stella, e diventa uno dei promotori
della scuola del documentario italiano, da Scartamento
ridotto a Notturno a Cnosso, con cui si aggiudica il
Premio Italia nel 1954.
Negli anni Sessanta passa alla tv, dove conduce diverse trasmissioni, anche
di notevole successo, e realizza decine di inchieste. Viene nominato
presidente della Rai nel 1980, carica che ricopre per sei anni. Dalla seconda
metà degli anni Ottanta riprende la sua carriera televisiva come
conduttore e autore di alcune tra le più belle inchieste della storia della tv:
Viaggio intorno all'uomo (1987), Viaggio nel Sud (1992) e La notte della
Repubblica (1989) dedicata al caso Moro. Nel 1994 decide di impegnarsi in
politica, si schiera con i Democratici di Sinistra e viene eletto senatore nel
2001, nelle liste dell'Ulivo nel 2006 e nel Partito Democratico due anni
dopo. Nel 2007 riceve dalla facoltà di Lettere e filosofia dell'università di
Tor Vergata la laurea honoris causa in "Editoria, comunicazione
multimediale e giornalismo", per lo "straordinario contributo apportato
alla causa del giornalismo italiano". Nella sua lectio magistralis, il precetto
che ha guidato la sua lunga carriera: "primum informare". Il 4 febbraio
2009 è stato eletto alla presidenza della Commissione di vigilanza Rai.
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
GIOVANI E BENE COMUNE
Nodi e opportunità
Obiettivi del pomeriggio
- Acquisire la consapevolezza che il bene comune è un tema
centrale per l’Ac per la formazione dei giovani
- Acquisire consapevolezza, come responsabili diocesani, che per
formare integralmente le coscienze, la formazione proposta in
diocesi non può prescindere da questo tema
- Dare concretezza al progetto formativo che l’Ac ha sui giovani,
formando giovani cristiani che portano la loro testimonianza nella
città dell’uomo.
Introduzione ai lavori strutturata che presenta, recuperando i lavori della
mattina, gli strumenti che esprimono la centralità della formazione al bene
comune come parte integrante della formazione delle coscienze e quindi
della proposta formativa di Ac (15-20’)
Lavori di gruppo (2h30’)
Prima parte (1h)
Risonanze sulla tavola rotonda del mattino considerando la dimensione
personale dell’essere giovane, la responsabilità associativa e il ruolo
dell’associazione.
Per riflettere…
-
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Sei consapevole dell’importanza della formazione al bene
comune?
Quali elementi della formazione al bene comune hai vissuto o non
hai vissuto? Questo sia nella vita che in associazione
In che modo trovi questi contenuti espressi in associazione e come
vivi la formazione al bene comune in Ac?
Quali contenuti sono mancati nella tua esperienza associativa?
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
-
-
Sei consapevole dell’importanza di inserire l’attenzione al bene
comune nei percorsi di formazione ordinaria?
Secondo te esiste nei giovani un bisogno di formazione al bene
comune?
Secondo la tua esperienza e i contenuti usciti dalla tavola rotonda
della mattinata, quali sono i contenuti fondamentali che devono
essere proposti in un percorso di formazione al bene comune?
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Lunedì 2 Agosto
08.00:
08.30:
09.00:
Colazione
Preghiera
L
AC CHE FORMA AL BENE
BENE COMUNE.
Incontro con il Presidente nazionale
Franco Miano
12.15: Celebrazione eucaristica
13:00 Pranzo
14.00: VISITA SUI LUOGHI DI SAN
BENEDETTO
con la presenza di dom Mauro Meacci,
Meacci
OSB, Abate di Subiaco
20.00: Cena
21.30: Animazione
Come l’Ac diocesana stimola i giovani verso il tema del bene
comune?
Quali proposte/iniziative sono buone esperienze/prassi per tale
scopo?
Quali attenzioni rivolge l’Associazione diocesana al tema del bene
comune?
Quali tematiche e contenuti l’Ac non può non considerare riguardo
la formazione al bene comune?
Seconda parte (1h)
Confronto su come i contenuti sul bene comune possono diventare
percorsi di formazione.
Per riflettere…
-
-
Come e dove questi temi/contenuti possono essere inseriti,
possono diventare percorsi di formazione per il gruppo giovani?
Come l’Associazione può rendere la formazione al bene comune
sempre più parte del percorso ordinario di formazione dei giovani
e non solo oggetto di iniziative specifiche?
Quali strumenti sono necessari per declinare la formazione al bene
comune?
In quali ambiti possiamo testimoniare questa attenzione
dell’associazione?
Tra le diverse forme apostoliche dei laici che hanno un particolare rapporto con
la Gerarchia i Padri sinodali hanno esplicitamente ricordato vari movimenti e
associazioni di Azione Cattolica, in cui «i laici si associano liberamente in forma
organica e stabile, sotto la spinta dello Spirito Santo, nella comunione con il
Vescovo e con i sacerdoti, per poter servire, nel modo proprio della loro
vocazione, con un particolare metodo, all'incremento di tutta la comunità
cristiana, ai progetti pastorali e all'animazione evangelica di tutti gli ambiti della
Terza parte (15’)
Sintesi del lavoro di gruppo individuando una questione che è emersa
durante il pomeriggio.
vita, con f edeltà e operosità»(117). [Christif ideles Laici, n.31]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
L’AC CHE FORMA AL BENE COMUNE
San Benedetto a Subiaco
Sulla scorta di quanto sentito e condiviso fino a questo punto del campo,
entriamo in questa mattinata nello specifico della nostra associazione in
un confronto amichevole con il presidente nazionale Franco Miano.
A partire, in particolare, da quanto emerso dai laboratori di ieri
pomeriggio, seguiamo tre vie di ragionamento:
• Che cosa significa bene comune? Il punto di vista del presidente
alla luce del lavoro per le prossime settimane sociali di Reggio
Calabria.
• Qual è lo specifico a cui è chiamata l’associazione in questo
ambito? Basta migliorare sempre più l’azione educativa
tradizionale oppure occorre considerare nuove attenzioni?
• Come l’AC forma al bene comune? Spunti concreti a partire dal
ruolo di educatori e responsabili.
Materiali introduttivi
Intervento di Oscar Luigi Scalfaro, Roma, 1997
Vittorio Bachelet, L’AC alla luce del Concilio
Una giovane educatrice ci parla del bene comune, Dvd Giovani 2010
Franco Miano
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Presidente dell’Azione Cattolica Italiana dal maggio
2008. Campano, 49 anni, vive a Pomigliano d’Arco,
provincia di Napoli e diocesi di Nola. Sposato e padre di
due figli, è ordinario di Filosofia morale presso
l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
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Quando San Benedetto giunse a
Subiaco la popolazione era già
cristiana; la chiesa parrocchiale era
probabilmente dedicata a San
Lorenzo e il parroco si chiamava
Fiorenzo. La vita monastica vi era
conosciuta. San Gregorio Magno
ricorda il monastero non lontano da
Subiaco, i cui monaci invitarono San
Benedetto come loro superiore, e
quello vicinissimo allo Speco, governato da Adeodato. Forse il giovane ne
aveva sentito parlare; comunque, salendo il Talèo, sulla riva destra
dell'Aniene, s'imbatté nel monaco Romano, che gli indicò un'orrida grotta
situata nella zona sottostante al suo monastero. Nello Speco San
Benedetto restò tre anni, ignoto a tutti, eccetto a Dio e a Romano. Questi,
dall'orlo della roccia, calava al giovane eremita, mediante una lunga corda,
quel che poteva sottrarre al suo alimento. Nella zona costituì dodici
monasteri, composti ciascuno di dodici monaci oltre il superiore ed egli
andò a stabilirsi in un fabbricato della villa imperiale, che era ancora in
buone condizioni. Questo primo monastero si chiamò San Clemente. Qui
San Benedetto dimorò oltre un
ventennio e pian piano perfezionò
quel tipo di vita monastica, che ci
viene presentato nella sua Regola, la
cui prima redazione risale agli anni di
permanenza nel cenobio sublacense.
L'alta valle dell'Aniene, già chiamata
Valle Neroniana, si meritò il nome di
"Valle Santa".
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Eremo di San Biagio
I Benedettini di Subiaco
La struttura della Famiglia monastica sublacense, a differenza di altre
Comunità benedettine, presenta una fisionomia sua propria, per lo Statuto
particolare che tiene uniti i due monasteri: il Santuario del Sacro Speco e il
Monastero di Santa Scolastica sono due case distinte di una sola comunità.
Il monaco di Subiaco, pertanto, in forza del voto di stabilità, appartiene ad
ambedue i monasteri. La permanenza dei monaci nell'uno o nell'altro di
essi dipende esclusivamente dall'Abate. Tale situazione, di fatto,
condiziona non solo i rapporti giuridici, ma la vita stessa della Comunità.
Attualmente la Comunità si compone di 20 membri: 11 monaci sacerdoti e
9 monaci non sacerdoti. A Santa Scolastica risiede il maggior numero dei
monaci; è, pertanto possibile la vita ordinaria e un'osservanza più fedele
della Regola, al Sacro Speco non sempre questo avviene, non solo per il
numero esiguo dei monaci residenti (3-4), ma soprattutto per la continua
assistenza turistico-religiosa ai visitatori–pellegrini.
San Biagio è un piccolo eremo posto sul monte santo fondato da San
Benedetto, è un luogo di preghiera e di accoglienza, di pace e silenzio, un
ambiente di semplicità ed essenzialità, in cui si vive la continua ricerca di
Dio. È una CASA ABITATA da una famiglia: una comunità di Suore, Figlie di
Maria Ausiliatrice.
Una Casa di Preghiera e di Accoglienza si pone, oggi, come ambiente
alternativo a quello creato dalla società tecnologico-consumista che non
cerca Dio.
"Perché sono qui?".
E' la domanda di fondo di chi
vi abita.
"Sono qui per cercare Dio,
per alimentare la mia sete di
Lui, per vivere la nuzialità
della mia chiamata".
Questa è la PRIORITA'
ASSOLUTA. Apostolato e
attività tipiche di questo
ambiente: tutto è secondario nei confronti dell'obiettivo centrale. La
nostra presenza è per essere "viventi a Dio in Cristo Gesù" (Rm), dentro
una dinamica di conversione permanente di cui il protagonista- maestro è
lo Spirito Santo e lo strumento principe è la Parola di Dio.
Impegnato
Impe gnato nell’Azione Cattolica, assiduo all’eucaristia
domenicale, discepolo del crocifisso. (Dall’omelia di mons. Carmelo
Ferraro alle esequie di Rosario Livatino)
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
GRUPPI GIOVANI... MISSION IMPOSSIBILE?
Martedì 3 Agosto
Obiettivi della mattina
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.30: GRUPPI GIOVANI… MISSION
MISSION
IMPOSSIBLE?
13.00: Pranzo
15.30: UNO SGUARDO AL PROSSIMO
PROSSIMO ANNO
- C7è di più, incontro nazionale Acr e
Giovanissimi
- Presentazione della proposta formativa
2010/2011
- Preparazione dell7Ac alla Settimana
sociale dei cattolici italiani
19.00: Celebrazione eucaristica presieduta da
mons. Domenico Sigalini,
Sigalini Assistente
ecclesiastico generale dell7Azione Cattolica
Italiana
20.00: Cena
21.30: Serata conclusiva
-
-
Affrontare in chiave propositiva alcuni nodi problematici che
riguardano la nascita e il cammino dei gruppi giovani
Riflettere insieme sul valore e sull’essere gruppo giovani di Ac, e
sulle modalità concrete per vivere l’esperienza e il cammino di
gruppo giovani
Mettere a fuoco il ruolo e le funzioni che le equipe diocesane
possono svolgere per affrontare i nodi problematici
Riflettere insieme sulla formazione degli educatori e su come
mettere in moto le sinergie in associazione
Esperienze (30-45’)
In plenaria, racconto di alcuni giovani che hanno vissuto l’attenzione al
bene comune con il proprio gruppo giovani di Ac.
Risonanze sulle esperienze.
Laboratori (1h45’/2h)
I giovani non devono essere considerati semplicemente come l'oggetto della
sollecitudine pastorale della Chiesa: sono di f atto, e devono venire
incoraggiati ad esserlo, sogge tti attivi, protagonisti dell'evangelizzazione e
artef ici del rinnovamento sociale. La giovinezza è il tempo di una scoperta
particolarmente intensa del proprio «io» e del proprio «progetto di vita», è il
tempo di una crescita che deve avvenire «in sapienza, età e grazia davanti a
Dio e agli uomini» (Lc 2, 52). [Christif ideles Laici, n.46]
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Immaginatevi di essere l’equipe della vostra diocesi che si trova a riflettere
e discernere su due/tre nodi problematici molto concreti che riguardano la
situazione dei vostri gruppi giovani a cui siete chiamati a dare delle
risposte alle parrocchie.
I diversi nodi recupereranno sia le questioni che riguardano la nascita di
gruppi giovani, sia le dinamiche di gruppo giovani già avviato che abbia una
formazione che comprenda tutte le dimensioni (interiorità – fraternità –
responsabilità – ecclesialità).
Per ciascuna situazione il gruppo deve individuare e scrivere le 3 “carte
vincenti” per l’equipe diocesana per aiutare a risolvere il nodo
problematico proposto.
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
L’insieme delle azioni propositive verranno poi raccolte in uno strumento
agile per la diocesi che possa aiutare i responsabili a promuovere e
sostenere i gruppi giovani.
Incontro Nazionale dei
Ragazzi e dei Giovanissimi
dell’Azione Cattolica
Pausa (15’)
Roma, 30 Ottobre 2010
Plenaria (45’/1h)
Ritorno in plenaria, viene fatta sintesi dell’intera mattinata sulla tematica
dei gruppo giovani.
Risonanze.
Nel ‘78, a ventisei anni, può coronare il suo sogno. Sulla
propria agenda quel giorno scrive con la penna rossa, in bella
evidenza: “Ho prestato
prestato giuramento;
giuramento; da oggi sono in
Magistratura“. E poi, a matita, vi aggiunge: “Che Iddio mi
accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a
comportarmi nel modo che l’educazione, che i miei genitori
gen itori mi
hanno impartito, esige“. [R. Livatino]
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L’incontro nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, previsto per il 30
ottobre 2010, si inserisce in una tradizione che ha visto nei decenni passati
convenire sulla città di Roma ragazzi giovani e adulti dell’Azione Cattolica.
Il tema dell’incontro è riassunto dallo slogan “C’è di più. Diventiamo
grandi insieme!”. Si tratta, in sintesi, di un appuntamento che si pone
come passaggio importante nel percorso associativo dell’AC nazionale, che
fa proprio il tema della cura educativa delle giovani generazioni.
L’incontro, inoltre, si colloca all’inizio del decennio che i vescovi della
Chiesa Italiana intendono dedicare alla “sfida educativa”. L’AC assume
questo invito coinvolgendo in prima persona le nuove generazioni, con
un’attenzione particolare alla fascia dei preadolescenti. Un segno concreto
che richiama la responsabilità della “trasmissione della vita ai più piccoli”.
L’AC per il suo essere “tra piazze e campanili”, vede in questa sfida
un’occasione per la formazione dei ragazzi nella loro vita di fede, che non è
però disgiunta dal loro essere cittadini del mondo, protagonisti della
comunità cristiana e civile che abitano. Lo slogan invita a guardare alle
giovani generazioni andando oltre i luoghi comuni, e vuole essere un
impegno, detto in prima persona dai ragazzi stessi, per crescere nella
responsabilità e nell’impegno, a partire da tutte le potenzialità positive
presenti in ciascuno di loro, nell’orizzonte della santità.
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
essere nella Chiesa, e confermare il loro impegno per un cammino verso la
Santità e per la costruzione del bene comune.
STRUTTURA DELLA GIORNATA
L’incontro nazionale prevede due momenti. Il primo, al mattino, da
svolgersi in Vaticano (piazza S. Pietro), ed il secondo, nel pomeriggio, da
svolgersi in due luoghi (piazza di Siena per i ragazzi e piazza del Popolo per
i giovanissimi) capaci di accogliere i ragazzi e i giovanissimi, che
concluderanno separatamente la festa: questi due momenti, caratteristici
anche dei passati incontri nazionali, sottolineano non solo l’aspetto
prettamente ecclesiale del ritrovarsi intorno al S. Padre, ma anche
l’attenzione civile e l’apertura verso la cittadinanza.
SCHEMA DI MASSIMA DELLA GIORNATA
ore 7.00 arrivi
ore 8.00 arrivi e ingresso “da programma” in piazza S. Pietro
ore 9.30 inizio animazione in piazza S. Pietro
ore 11.00 incontro con il S. Padre Benedetto XVI
ore 12.00 inizio partenza da piazza S. Pietro - breve sosta per il pranzo
ore 14.30 inizio animazione in piazza del Popolo e piazza di Siena
ore 17.30 (circa) conclusione e partenze
FESTA GIOVANISSIMI – PIAZZA DEL POPOLO
Nel momento di settore, attraverso musica, testimoni ed esperienze, i
ragazzi saranno invitati a riflettere sul “di +” delle nostre vite: l’incontro
personale con il Signore che cambia il nostro modo di amare gli altri e il
mondo attorno a noi.
Dopo un momento di accoglienza in piazza , incontreremo protagonisti del
mondo del cinema, della danza, della musica, dello sport e uomini che si
impegnano ogni giorno per il bene comune che ci racconteranno il “di +”
che vivono nella loro esperienza. Concluderemo con un concerto finale.
GLI ACCOMPAGNATORI
INCONTRO CON IL S. PADRE BENEDETTO XVI
L’incontro con il S. Padre Benedetto XVI rappresenta per i ragazzi e i
giovanissimi dell’Azione Cattolica il momento centrale dell’incontro
nazionale del 30 ottobre.
Al termine di un cammino preparatorio svolto nelle parrocchie e nelle
diocesi, durante il quale hanno riflettuto su quali siano i “di più” (nelle
persone, nella quotidianità, nello stare insieme, nella comunità,
nell’incontro con Gesù, nella responsabilità), i ragazzi e i giovanissimi di AC
consegnano il proprio impegno al S. Padre e accolgono ciò che egli avrà da
dire loro. Questo sarà un passaggio fondamentale per celebrare il loro
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Riteniamo sia importante approfondire la tematica degli accompagnatori
e la presenza degli educatori all’Incontro nazionale per portare chiarezza
rispetto alle modalità di partecipazione.
Naturalmente è indispensabile che i ragazzi e i giovanissimi siano
accompagnati da persone maggiorenni e responsabili: potranno essere gli
educatori maggiorenni Acr, gli educatori Giovanissimi, i genitori dei
partecipanti, altri giovani e adulti della parrocchia, il sacerdote o altre
figure che si mettono a disposizione per questa responsabilità.
I giovanissimi che durante l’anno svolgono anche un servizio per l’Acr sono
fortemente invitati a vivere nel pomeriggio la “festa giovanissimi”, in
piazza del Popolo, con i loro coetanei. È importante che le diocesi e le
parrocchie permettano ai giovanissimi che svolgono un servizio nell’Acr di
non rinunciare ad un momento dedicato alla loro formazione,
assicurandosi che gli acierrini siano accompagnati in Villa Borghese da un
numero sufficiente di giovani e adulti. Invitiamo dunque le diocesi e le
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
parrocchie ad iscriverli non come accompagnatori, ma come partecipanti
giovanissimi, e di spiegare le motivazioni di tale scelta.
È necessario che il numero degli accompagnatori sia adeguato al numero
degli iscritti, evitando così sproporzioni sia in eccesso sia in difetto
(potrebbe essere un buon equilibrio un accompagnatore ogni cinque
ragazzi o ogni cinque giovanissimi).
I giovani e gli adulti che vorranno prendere parte all’evento e non
potranno essere accompagnatori, potranno dare la loro disponibilità come
volontari per l’organizzazione dell’evento. Il termine di iscrizione è già
scaduto, ma per dare maggior possibilità a tanti di partecipare come
volontari a questo evento, abbiamo deciso di allungare il termine di
volontari scadenza al 1° settembre. Sul sito ci sono tutte le indicazioni di
cosa significa concretamente e i moduli per effettuare la richiesta.
NOTE TECNICHE
Scadenze per le iscrizioni e relative quote:
1. 30 maggio, quota € 8,00.
2. 15 settembre, quota € 10,00.
3. per le iscrizioni che arriveranno dopo il 15 settembre la quota sarà
di € 12,00.
Per questioni organizzative i partecipanti che si iscriveranno dopo il 30
settembre dovranno ritirare i vari materiali direttamente il giorno
dell’incontro.
Questa scansione di tempo vale anche in caso di iscrizioni effettuate in
diversi momenti: in sostanza una stessa diocesi potrà ritrovarsi a pagare 3
quote diverse in base alle date in cui le comunica e le integra.
Le iscrizioni potranno essere effettuate solo ed esclusivamente attraverso
il referente diocesano per l’incontro diocesano, scelto dalla Presidenza
diocesana, e unica interfaccia con l’organizzazione nazionale. Ovviamente,
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
è il riferimento unico sia per l'Acr sia per il settore Giovani. Al referente
diocesano è chiesto di stimolare e raccogliere le adesioni delle associazioni
parrocchiali di Ac, dei gruppi non associativi, dei gruppi appartenenti ad
altre associazioni, movimenti, istituti religiosi, scuole ecc.
Per quanto riguarda invece il pernottamento per i gruppi diocesani più
lontani, che necessariamente dovranno sostare una o due notti a Roma,
l’organizzazione sarà competenza delle diocesi stesse. Tuttavia, per
facilitare la partecipazione, è stato siglato un accordo con l’Opera Romana
Pellegrinaggi (ORP, l’organismo istituzionale del Vicariato di Roma che
opera per la promozione e organizzazione di pellegrinaggi). In base a tale
accordo, l’ORP si occuperà di individuare diverse possibili sistemazioni in
strutture ricettive, più o meno economiche e più o meno vicine a seconda
delle esigenze delle diocesi. Potete scrivere a: [email protected].
Per sistemazioni più “spartane” - palestre, scuole, strutture polifunzionali,
ecc. - , è possibile, invece, rivolgersi alla Delegazione regionale dell’Azione
Cattolica del Lazio scrivendo a [email protected] La Delegazione
regionale, infatti, si è resa disponibile per fare da ponte con le opportunità
che saranno offerte nelle diocesi.
Navigare nel sito http://cedipiu.azionecattolica.it per:
- informazioni sui compiti del referente diocesano e i contatti
- inno dell'Incontro nazionale
- reclutamento volontari
- tutte le newsletter informative
- assicurazione
- interattività per i partecipanti alla festa
- gadget dell’incontro
- materiale promozionale
Per qualsiasi informazione, scrivete a: [email protected].
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
PRESENTAZIONE PROPOSTA FORMATIVA
2010-2011
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
testimonianze visibili e “credibili”, autorevoli perché autentiche. A ben
poco, infatti, servono proclami solenni di convinzioni astratte se queste non
sanno calarsi in un vissuto umanissimo che testimoni di quella speranza
nella vita più forte della morte.
[Enzo Bianchi]
Cammini formativi… e missionari!
Spunti per la condivisione
Dunque, non possiamo sottrarci a questa missione. Come figli della luce,
non possiamo accontentarci della gioia che ci dà la chiarezza della luce del
Cristo; e neppure limitarci ad accogliere quella chiarezza come lucerna per i
nostri passi: «lucerna pedibus meis verbum Tuum». Siamo chiamati a
irradiare quella luce. Se non lo facessimo, saremmo inutili come una
lampada posta sotto il moggio; anzi si può dire che se siamo veramente
accesi dalla luce di Cristo non possiamo non irradiarla: «non potest civitas
abscondi supra montem posita». I modi di questa irradiazione, le risposte
concrete a questa vocazione di figli della luce potranno essere
diverse:missionari in terre pagane, o in paesi di antica civiltà cristiana;
catechisti in terra di missione, o alla periferia di Roma o di Milano, nelle
fabbriche, nelle scuole, nelle cascine; testimoni con il martirio o con la
propria vita di ogni giorno, familiare, professionale e sociale; monaci o
«militanti» di Azione Cattolica: ma sempre, in ogni caso lampade accese
per Dio e per il mondo.
[Vittorio Bachelet]
Penso comunque che la nostra riflessione guadagnerebbe in chiarezza se
non ci fermassimo alla domanda sul “perché”, ma indagassimo anche
sull’“affinché”, sullo spazio della finalità. Il credente, infatti, non dovrebbe
porsi solo il problema dei motivi del proprio credere – con il rischio di
ridurre la domanda a una questione di un calcolo di costi e benefici – e
nemmeno delle “radici”, ma anche quello dei frutti, del sapere che ne ha
fatto, che ne fa ogni giorno della propria fede, che “segno” pone di una
realtà invisibile che gli altri uomini possono percepire solo attraverso
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34
•
I due brani citati evidenziano la comune vocazione dei cristiani alla
missione, che deve essere alimentata dalla formazione. Nei
cammini formativi i gruppi si soffermano più sul perché o più
sull’affinché, più sull’accoglienza della chiarezza o sull’irradiazione
della luce? Sanno generare testimonianze autorevoli perché
autentiche, lampade accese per Dio e per il mondo?
•
Il modulo della fraternità del sussidio giovani propone quest’anno
un’esperienza concreta di evangelizzazione, da realizzare in diversi
passi sia personali che di gruppo. Pensi sia un’esperienza attuabile
nei nostri gruppi? Quali potrebbero essere le maggiori difficoltà?
Come superarle?
•
Spesso i gruppi giovani tendono ad assottigliarsi nel corso degli
anni piuttosto che ad aggregare nuovi giovani. Cosa manca ai
nostri gruppi perché siano più attrattivi? Le esperienze rivolte
all’esterno del gruppo (comunità, territorio, ecc.) proposte negli
ultimi anni nei sussidi sono uno strumento utile in tal senso?
•
«Siamo missionari con le nostre comunità, aiutandole ad aprirsi, ad
accogliere, a rendersi più sensibili alla vita delle persone» (dal
Progetto Formativo, par. 4.1). Cosa manca alle nostre comunità
per essere accoglienti nei confronti dei giovani? In che modo il
gruppo giovani di Ac può contribuire?
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Mercoledì 4 Agosto
Mons. Domenico Sigalini
Nato a Dello, nella diocesi di Brescia, il 7
giugno 1942, ha compiuto gli studi liceali
e teologici nel Seminario di Brescia e ha
ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 23
aprile 1966. Nel 1971 si è laureato in
Matematica all'Università degli Studi di
Milano e nel 1991 è stato chiamato a
Roma come Responsabile del Servizio
Nazionale per la pastorale giovanile della
CEI, incarico che ha mantenuto fino al
2001, quando è stato nominato ViceAssistente
Ecclesiastico
Generale
dell'Azione Cattolica Italiana; il 24 marzo
2005 è stato eletto alla sede vescovile di
Palestrina e ordinato vescovo il 15 maggio
dello stesso anno; dal 3 novembre del
2007 è assistente ecclesiastico generale
dell'Azione Cattolica Italiana e di recente
è stato nominato presidente della
Commissione episcopale per il laicato.
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: TESTIMONI DI SANTITÀ:
Rosario Livatino.
Incontro con don Giuseppe
Livatino
11.00: Conclusioni dei Vicepresidenti
nazionali
11.30: Celebrazione eucaristica
12.30: Pranzo e partenze
La dignità dei fedeli laici ci si rivela in pienezza se consideriamo la prima e
fondamentale vocazione che il Padre in Gesù Cristo per mezzo dello Spirito
rivolge a ciascuno di loro: la vocazione alla santità, ossia alla perfezione della
carità. Il santo è la testimonianza più splendida della dignità conf erita al
discepolo di Cristo. [Christif ideles Laici, n.16]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
“NON CI SARÀ CHIESTO SE SIAMO STATI
CREDENTI, MA CREDIBILI”
Rosario Livatino
Rosario Livatino: un giovane, un giudice, un
cristiano. Non un santo a tutti i costi, non un
superuomo, ma un uomo come mille altri.
Innamorato della vita, della giustizia, della
verità. L’Italia lo conobbe dalle pagine dei
giornali soltanto all’indomani della sua morte,
avvenuta il 21 settembre 1990, mentre
percorreva la statale 640 per recarsi al lavoro
presso il Tribunale di Agrigento.
Giovanni Paolo II, il 9 maggio 1993, in occasione
della sua visita pastorale in Sicilia, dopo aver
incontrato ad Agrigento i genitori di Livatino, lo definirà “martire della
giustizia e indirettamente della fede”.
Rosario Livatino è nato a Canicattì il 3 ottobre 1952, dal papà Vincenzo,
laureato in legge e pensionato dell'esattoria comunale, e dalla mamma
Rosalia Corbo. Rosario conseguì la laurea in Giurisprudenza all'Università di
Palermo il 9 luglio 1975 a 22 anni col massimo dei voti e la lode. Il
conseguimento della laurea, alla prima sessione utile, era solo la
momentanea conclusione di una brillantissima carriera scolastica iniziata
alla scuola elementare De Amicis, proseguita alla scuola media Verga e
conclusa al Liceo Classico Ugo Foscolo di Canicattì sempre con voti e giudizi
ottimi, compreso un lusinghiero "dieci" in matematica; sono anche gli anni
dell’impegno in Azione Cattolica.
Il 21 aprile '90 conseguì con la lode il diploma universitario di
perfezionamento in Diritto regionale.
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Giovanissimo entra nel mondo del lavoro vincendo il concorso per
vicedirettore in prova presso la sede dell'Ufficio del Registro di Agrigento
dove restò dal 1° dicembre 1977 al 17 luglio 1978. Nel frattempo però
partecipa con successo al concorso in magistratura e superatolo lavora a
Caltanissetta quale uditore giudiziario passando poi al Tribunale di
Agrigento, dove per un decennio, dal 29 settembre '79 al 20 agosto '89,
come Sostituto Procuratore della Repubblica, si occupò delle più delicate
indagini antimafia, di criminalità comune ma anche (nell'85) di quella che
poi negli anni '90 sarebbe scoppiata come la "Tangentopoli siciliana". Fu
proprio Rosario Livatino, assieme ad altri colleghi, ad interrogare per primo
un ministro dello Stato. Dal 21 agosto '89 al 21 settembre '90 Rosario
Livatino prestò servizio presso il Tribunale di Agrigento quale giudice a
latere e della speciale sezione misure di prevenzione. Dell'attività
professionale di Rosario Livatino sono pieni gli archivi del periodo non solo
del Tribunale di Agrigento ma anche degli altri uffici gerarchicamente
superiori.
La mafia che la mattina del 21 settembre
1990 tese sul viadotto Gasena lungo la SS
640 Agrigento-Caltanissetta il mortale
agguato a Rosario Livatino, mentre - senza
scorta e con la sua Ford Fiesta amaranto - si
recava in Tribunale, stroncò una lucida
intelligenza e fermò per sempre un
generoso cuore, che si era costantemente
prodigato per "dare alla legge un'anima". Questo doveva essere, infatti,
secondo Livatino, il primario compito del giudice: dare un volto umano
all'astratto comando della legge, come ebbe solennemente ad affermare
in una sua dotta conferenza, tenuta a Canicattì il 30 aprile 1986,
conferenza in cui pose a suggello questa emblematica affermazione: "Il
sommo atto di giustizia è necessariamente sommo atto di amore se è
giustizia vera, e viceversa se è amore autentico".
Fu questo il principio che lo guidò costantemente nelle sue funzioni di
magistrato, convinto com'era che la legge andava applicata con il
contributo e la partecipazione delle doti della mente e del cuore. Per dirla
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
con le parole di Giuseppe Livatino: “Cristo non ha mai detto che
soprattutto bisogna essere ‘giusti’, anche se in molteplici occasioni ha
esaltato la virtù della giustizia. Egli ha, invece, elevato il comandamento
della carità a norma obbligatoria di condotta perché è proprio questo salto
di qualità che connota il cristiano”.
sigla che nel Medioevo si usava apporre sui documenti per chiedere la
divina assistenza per certi uffici pubblici sentiti come delicati.
Fare il proprio mestiere per Livatino ha significato entrare in una logica di
fede, maturata nell’Azione Cattolica, all’interno della quale si era formato.
“Impegnato nell’Azione Cattolica, assiduo all’eucaristia domenicale,
discepolo del crocifisso”, sintetizzò nell’omelia delle esequie mons.
Carmelo Ferraro, fotografandolo con pochi rapidi tratti.
Il lavoro e la famiglia furono i due poli di maggiore impegno della sua vita.
Quando terminava il suo lavoro al Palazzo di Giustizia, continuava a casa
l'esame e l'approfondimento delle carte e dei fascicoli giudiziari. E spesso
fino a tarda notte, seduto alla scrivania del suo austero studio, sulla quale
teneva sempre una copia del Vangelo, restava chino sugli atti processuali,
rimettendoci il riposo e il sonno. Era invero un magistrato a tempo pieno. E
quando i momenti di sconforto lo angosciavano, come si rileva dal suo
diario personale, grande sollievo gli dava lo stare vicino ai suoi diletti
genitori, dott. Vincenzo e Rosalia Corbo, verso i quali nutriva un affetto
infinito. Bastava talvolta una breve gita in auto con loro per fargli
esclamare nel suo diario: "Bella giornata trascorsa con i genitori!".
Rosario non volle mai far parte di club o associazioni di qualsiasi genere e
molto rari furono gli interventi pubblici così come le immagini. Gli unici
interventi pubblici, fuori dalle aule giudiziarie, che costituiscono una sorta
di testamento sono rappresentati da "Il ruolo del Giudice in una società
che cambia" del 7 aprile 1984 e "Fede e diritto" del 30 aprile 1986 (i
documenti integrali sono consultabili nel libro “Il piccolo giudice. Fede e
Giustizia in Rosario Livatino” di Ida Abate per Editrice Ave mentre
l'Associazione sta valutando l'utilità di ristamparli e diffonderli soprattutto
tra i Magistrati).
Dal 1993 il Vescovo di Agrigento ha incaricato Ida Abate, che del giudice fu
insegnante, di raccogliere testimonianze per la causa di beatificazione di
Rosario Livatino e il 6 maggio 2010 la Chiesa di Agrigento ha aperto il
processo diocesano di canonizzazione.
Bibliografia
-
Ma ci sono anche nel suo diario annotazioni che
rivelano la sua sofferenza di uomo consapevole
dei gravi rischi cui ogni giorno andava incontro
nell'assiduo compimento del proprio dovere.
Questo suo umano soffrire ce lo fa sentire molto
vicino, affratellato a noi dalla comune tristezza
della condizione umana, come ce lo fa sentire
vicino anche la semplicità cui egli ispirava
quotidianamente la sua condotta di vita, che lo
portava ad evitare ogni ostentazione della propria autorità. Sulla sua
agenda scriverà “STD”: “Sub tutela Dei”, sotto la protezione di Dio. Era la
39
-
Ida Abate, Il piccolo giudice. Fede e giustizia in Rosario Livatino,
AVE, 2005
Maria Di Lorenzo, Rosario Livatino. Martire della giustizia, Paoline
Editoriale Libri, 2000
Ida Abate, Rosario Livatino. Eloquenza della morte di un piccolo
giudice, Siciliano, 1999
Ida Abate, Il piccolo giudice. Profilo di Rosario Livatino, Siciliano,
1997
Nando Dalla Chiesa, Il giudice ragazzino, Einaudi, 1992
Film
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Il giudice ragazzino, regia di Alessandro Di Robilant (1994)
Testimone a rischio, regia di Pasquale Pozzessere (1996)
Luce verticale. Rosario Livatino.Il Martirio, film documentario,
regia di Salvatore Presti (2007)
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
PER UNA BIBLIOGRAFIA MINIMA…
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Solo se il giudice realizza in se stesso queste condizioni, la
società può accettare che gli abbia sugli altri un potere così
grande
nde come quello che ha..
gra
ha.. Chi domanda giustizia deve poter
credere che le sue ragioni saranno ascoltate con attenzione e
serietà; che il giudice potrà ricevere ed assumere come se
fossero sue e difendere davanti a chiunque. [R. Livatino]
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Augé Ma rc, L’immaginario della città. Dalla storia alla globalizzazione (Lezione
magistrale), Fes ti val Filosofia , Modena 2009, (Paginette)
Bianchi Enzo, L’altro siamo noi, Einaudi , Torino 2010, pp. 82
Bianchi Enzo, Cristiani nella società, BUR, Milano 2003, pp. 202
Caselli Lorenzo, Globalizzazione e bene comune. Le ragioni dell’etica e della
partecipazione, La voro, Roma 2007, pp. 166
Col ombo Ghera rdo, Sulle regole, Feltri nelli, Milano 2008, pp. 156
Comi ta to Scienti fi co e Organizza tore delle Settimane Sociali dei Ca ttoli ci Italiani,
Cattolici nell’Italia di oggi. Un’Agenda di speranza per il futuro del Paese. Documento
preparatorio per la 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Reggio Calabria, 14-17
ottobre 2010, Dehoniane, Bologna 2010, pp. 56
Dalla Torre Giuseppe, Miano Franco, Truffelli Ma tteo (a cura di), Cittadinanza e
partecipazione, AVE, Roma 2003, pp. 176 (Polis , 15)
Di Santo Luigi , Tanza rella Sergio (a cura di), Lorenzo Milani. Memoria e risorsa per una
nuova cittadinanza, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2009, pp. 208
Fa bris Adriano, TeorEtica. Filosofia della relazione, Morcelliana, Brescia 2010, pp. 192
Galiero Ma rco, Educare per una cittadinanza globale. Costruire un mondo giusto a
partire dalla scuola, EMI, Bologna 2009, pp. 176
Is ti tuto “Vi ttori o Ba chelet” (a cura dell’), Percorsi della cittadinanza. Materiali per la
formazione, AVE, Roma 2000, pp. 128
La zza ti Giuseppe, Chiesa, cittadinanza e laicità, a cura dell ’Azi one Ca ttoli ca
Ambrosiana , In Dialogo, Milano 2009, pp. 96
Ma zzocchio Fabio (a cura di), Ripartire dalla città. La politica luogo di profezia e
speranza, AVE, Roma 2006, pp. 228 (Polis , 19)
Ma zzocchio Fabio, Vellani Ila ria (a cura di), A che servono questi talenti? I giovani e la
politica, una riflessione a partire a Vittorio Bachelet, AVE, Roma 2006, pp. 160 (Sul
sentiero di Isaia)
Ri cucci Roberta , Italiani a metà. Giovani stranieri crescono, Il Mulino, Bologna 2010,
pp. 228
Tettamanzi Dionigi , Cristiani in politica. Tutti responsabili di tutti, Centro Ambrosiano,
Milano 2010
Va cca ri Fra nco, Portici. Politica vecchia nuova passione, prefa zione di Sergio Valza nia,
postfa zione di Rodolfo Cetoloni , AVE, Roma 2007, pp. 96 (Le tessere e il mosaico)
Za magni Stefano, Crisi economica, crisi antropologica. L’uomo al centro del lavoro e
dell’impresa, Il Cerchio, Rimini 2010, pp. 48
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
PROGRAMMA
Venerdì 30 luglio
16.00: Arrivi e accoglienza
18.00: LUCI SULLA CITTÀ...
Introduzione e benvenuto al campo
19.00: saluto di dom Mauro Meacci,
20.00: Cena
21.30: DIO NON È NEUTRALE. MAI!
Celebrazione iniziale
Sabato 31 luglio
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO
Incontro con padre Francesco
Occhetta sj
12.00: Celebrazione eucaristica
13.00: Pranzo
15.30: DISCERNERE IL BENE E
PERSEGUIRLO… INSIEME!
18.00: Conclusioni sul gioco
18.30: AC e Pastorale giovanile.
Incontro con don Domenico
Beneventi
19.30: Vespri
20.00: Cena
21.30: Animazione
Domenica 1 agosto
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI
AL BENE COMUNE.
Tavola rotonda con: mons.
Francesco Cacucci,
Roberta Zizanovich.
Sergio Zavoli.
11.30: Dibattito
12.15: Celebrazione eucaristica
13.30: Pranzo
15.00: GIOVANI E BENE COMUNE. NODI E
OPPORTUNITÀ
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19.00: Celebrazione del Vespro nel duomo
di Tivoli, presiede mons. Mauro
Parmeggiani
20.00: Cena e animazione a cura della
diocesi di Tivoli e della Delegazione
regionale del Lazio
Lunedì 2 agosto
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: L’AC CHE FORMA AL BENE COMUNE.
Incontro con il presidente nazionale
Franco Miano
12.15: Celebrazione eucaristica
13:00: Pranzo
15.00: VISITA SUI LUOGHI DI SAN BENEDETTO
19.00: Visita e preghiera presso l’eremo di
San Biagio sul monte Taleo
20.30: Cena
21.30: Animazione
Martedì 3 agosto
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: GRUPPI GIOVANI… MISSION
IMPOSSIBLE?
13.00: Pranzo
16.00: UNO SGUARDO AL PROSSIMO ANNO
19.00: Celebrazione eucaristica presieduta
da mons. Domenico Sigalini
20.00: Cena
21.30: Serata conclusiva
Mercoledì 4 agosto
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: TESTIMONI DI SANTITÀ: Rosario
Livatino
Incontro con don Giuseppe Livatino.
11.00: Conclusioni dei vicepresidenti
nazionali
11.30: Celebrazione eucaristica
12.30: Pranzo e partenze
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