CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Libretto di campo 2 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC FILO ROSSO L’Azione Cattolica ha come fine fondamentale la formazione cristiana delle coscienze. La coscienza, ogni giorno, si confronta con la vita. E la nostra vita, evidentemente, non è solo mondo interiore. Anzi, essa consiste per la massima parte di relazioni, luoghi e tempi che condividiamo con altre persone. La ricerca del bene comune, dunque, non può essere il “pallino” di pochi. L’esistenza stessa ci impone una costante cura della convivenza civile. È la centralità dell’altro, perno della vita credente, che ci impone di occuparci di un bene più ampio di quello personale. È per questo motivo che l’Azione Cattolica ha l’ambizione di non marginalizzare, nei percorsi formativi, i temi della cittadinanza e della partecipazione. Non solo: l’AC desidera suscitare ampie e generose vocazioni al servizio, che possono concretizzarsi, secondo i talenti di ciascuno, nel servizio educativo, caritatevole, sociale, culturale, politico… Non possiamo però nasconderci che spesso si fa fatica a portare in gruppo, e in associazione, contenuti e tematiche che guardano al territorio locale, alla vita del Paese, alle grandi domande etiche. Si fa fatica ad appassionare le giovani generazioni a temi che apparentemente sembrano lontani dalla fede, ma che in realtà ne rappresentano il banco di prova. Scoraggiati da queste analisi, talvolta non si ha nemmeno il coraggio di osare. Ma per l’Azione Cattolica l’attenzione al bene comune si inscrive in quell’idea di laico corresponsabile della Chiesa e della società alla quale è impossibile rinunciare. Per questo motivo, il campo Giovani sarà caratterizzato da due atteggiamenti: un positivo senso del dovere («non possiamo più eludere questi temi») e un altrettanto positivo entusiasmo («la Chiesa e il Paese ci chiedono di essere protagonisti e artefici del nostro presente e del nostro domani»). Ci poniamo nel solco degli “Appunti per una Regola di vita spirituale”, che ci incitano ad una testimonianza coerente, fondata sulla preghiera, formata nelle relazioni ed espressa in modo maturo e consapevole nei luoghi della vita. 3 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Tenendo fede allo stile associativo, che prima di tracciare bilanci, analisi e soluzioni ci impone di porci di fronte al Signore con la nostra nuda vita, partiremo dal tema del discernimento. Una prassi personale e comunitaria che troviamo ampiamente nell’Antico e nel Nuovo Testamento, patrimonio per lunghi secoli della cristianità, ma che oggi ha un bisogno evidente di nuovo slancio. La capacità di guardarsi dentro, e di guardare al mondo insieme agli altri, è un bene prezioso che non si può dilapidare. Da questo punto di vista, l’esperienza associativa, se ben fatta, ci pone su un binario privilegiato. Già nella preghiera della prima sera ci interrogheremo su cosa significa discernere in una dinamica personale, mentre nella prima mattinata padre Francesco Occhetta sj, redattore di Civiltà Cattolica, ci aiuterà a comprendere la matrice biblica del discernimento comunitario. Seguiranno, nella giornata, esercizi pratici per riabituarci all’arte – e alle difficoltà - del decidere nella prospettiva della comunione. Nel secondo giorno pieno di campo, la presenza di un vescovo, di un laico credente e di un laico proveniente da altre esperienze culturali e religiose, ci aiuteranno a definire meglio il concetto di bene comune, i punti fondamentali su cui verte la formazione delle giovani generazioni, le sfide concrete che sono dinanzi alla Chiesa e alla società. La tavola rotonda, siamo certi, metterà molta carne a cuocere, e sarà un patrimonio che sapremo valorizzare nei giorni successivi. Conosceremo mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, il presidente della Commissione di vigilanza Rai Sergio Zavoli e il giudice Roberta Zizanovich, ora impegnata presso il Consiglio Superiore della Magistratura. Storie diverse, accomunate da una medesima passione per la città dell’uomo. Il confronto con i relatori riporta inevitabilmente alla vita associativa. Siamo chiamati nel pomeriggio che segue la tavola rotonda ad un grande sforzo laboratoriale perché la formazione al bene comune non sia uno “spuntino” nella vita dei gruppi, né un’attività da farsi in subordine ad altre di natura “più religiosa”. Vogliamo scoprire anche che per l’AC interessarsi al bene comune è una delle strade maestre per aprire le porte dell’associazione e dei gruppi ad altre persone e, nel nostro caso, ad altri giovani. Nonostante tante analisi che registrano apatia e disinteresse, osserviamo direttamente che nelle nuove generazioni sono sempre accese la fiamma della giustizia, della pace, della verità, del merito… E sta a noi 4 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC mostrare il volto di un’AC e di gruppi che parlano alla vita, e che sanno farsi plasmare dalla vita stessa. Di tutto questo parleremo, la mattina seguente, con il presidente Franco Miano, all’inizio di un anno che l’AC dedica completamente al bene comune e alla luce dell’imminente Settimana sociale dei cattolici italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre). Ancora più significativo sarà ribadire, con il presidente, il significato profondamente democratico e civile che assume l’anno assembleare dell’AC, con il rinnovo – non formale – delle responsabilità e delle motivazioni al servizio. In questo “filo rosso” che ci presenta il campo, siamo già giunti al meritato pomeriggio di riposo. Visteremo i luoghi di San Benedetto e l’eremo di San Biagio sul monte Taleo, per impregnarci di quella spiritualità che è piena immersione - e non distacco – nel mondo. L’“uscita” non è sganciata dal percorso generale, ma ci immerge pienamente nella storia e nei territori che ospitano il campo nazionale. La ripresa, nell’ultimo giorno pieno di campo, ci porterà a confrontarci sul “nodo associativo” che deriva dal tema della formazione al bene comune: la cura e la proposta di gruppi Giovani che siano luoghi aperti, in cui si cercano e si incontrano diverse sensibilità ed esperienze. Un gruppo Giovani che non si riduca ad un gruppo di educatori e responsabili, ma che abbia un respiro ampio, che sappia essere attraente per le relazioni che propone, per la comunione che si respira, per la ricchezza e completezza dei contenuti formativi, per le esperienze concrete che propone. Chiederemo ai responsabili diocesani una grande attenzione e un notevole sforzo per mettere la proposta per i giovani al centro del nuovo anno associativo. Cosa tanto più significativa nell’anno che ci porta a “C’è di più”, in cui protagonisti saranno i giovanissimi e i ragazzi dell’Acr. Se il 30 ottobre esalta il protagonismo dei più piccoli dell’associazione, desideriamo che l’intero anno 2010/2011 possa essere dedicato, nell’impegno ordinario, ad una forte proposta per i Giovani. L’ultimo pomeriggio sarà dedicato alla presentazione dei cammini formativi 2010/2011, al bel cammino che stiamo compiendo con l’Acr e tutta l’associazione in preparazione a “C’è di più”, e all’impegno dell’Azione Cattolica per la Settimana sociale dei cattolici di Reggio Calabria. Come ormai tradizione, nell’ultima mattinata, prima dei saluti e delle conclusioni, desideriamo metterci nelle mani di un testimone di santità. Don Giuseppe Livatino ci introdurrà nella figura esemplare di Rosario, il “giudice ragazzino” ucciso dalla mafia, che con la ricchezza del suo servizio alla giustizia ci indica, nel concreto, la strada e lo stile del bene comune. Sentiremo al nostro fianco l’affetto della Chiesa: ci farà visita nell’ultimo giorno l’assistente nazionale, mons. Domenico Sigalini, incontreremo il vescovo di Tivoli mons. Mauro Parmeggiani, e sarà presente don Domenico Beneventi, aiutante di studio del Servizio nazionale di Pastorale Giovanile, a lui e don Nicolò, direttore della Pastorale giovanile nazionale, vanno la nostra gratitudine per i tanti segni di stima e di incoraggiamento rivolti ai giovani di Azione Cattolica. Inoltre, avvertiremo la vicinanza concreta della delegazione regionale di AC del Lazio, nonché dell’associazione diocesana di Tivoli. Infine, una scelta: accompagnare ogni giorno con frasi della Christifideles laici, esortazione apostolica post-sinodale scritta da papa Giovanni Paolo II nel 1988. Ci serviranno per tenere a mente l’obiettivo del campo: essere e formare laici a tutto tondo, innamorati di Cristo, della Chiesa e della Città. 5 Il compito del magistrato è quello quello di decidere. Decidere è scegliere e, a volte, scegliere fra numerose cose o strade o soluzioni; e scegliere è una delle cose più difficili che l’uomo sia chiamato a fare [… [… ]. Ma è proprio in questo scegliere per decidere, decidere per ordinare, che il magistrato credente può trovare un rapporto con Dio: un rapporto diretto, perché il rendere giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di sé a Dio. [R. Livatino] 6 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Venerdì 30 Luglio Sabato 31 Luglio 16.00: Arrivi e accoglienza 18.00: LUCI SULLA CITTÀ CITTÀ ... Introduzione e benvenuto al campo a cura dei Vicepresidenti del Settore Giovani 19.00: Saluto di dom Mauro Meacci, Meacci OSB, Abate di Subiaco 20.00: Cena 21.30: DIO NON È NEUTRALE. MAI! Celebrazione iniziale 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO COMUNITARIO Incontro con padre Francesco Occhetta sj, sj redattore di Civiltà Cattolica 12.00: Celebrazione eucaristica 13.00: Pranzo 15:00: D ISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO… INSIEME! Giochi di ruolo 18.00: Conclusioni sul gioco 18.30: AC E PASTORALE GIOVANILE GIOVANILE Incontro con don Domenico Beneventi, Beneventi Servizio nazionale di Pastorale giovanile della CEI 19.30: Vespri 20.00: Cena 21.30: Animazione La vita secondo lo Spirito, il cui frutto è la santif icazione, suscita ed esige da tutti e da ciascun battezzato la sequela e l’imitazione di Gesù Cristo, nell’accoglienza delle sue beatitudini, nell’ascolto e nella Il «discernimento», di cui parla più volte l'apostolo Paolo, non è solo meditazione della parola di Dio. [Christif ideles Laici, n.11] valutazione delle realtà e degli avvenimenti alla luce della fede; è anche decisione concreta e impegno operativo, non solo nell'ambito della Chiesa ma anche in quello della società umana. [Christif ideles Laici, n.51] 7 8 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO Padre Francesco Comodo pensare da soli, decidere da soli, agire da soli: si risparmia tempo, si seguono le proprie priorità, i propri metodi… e poi i meriti, nel caso vada tutto bene, sono miei, i demeriti di chi non mi segue… Occhetta Ma se vogliamo davvero essere parte attiva nella costruzione del bene comune, nella vita dell’associazione, nella Chiesa, nei territori, dobbiamo imparare quell’“insieme” che richiede fatica, tempi, anche conflitti. Un “insieme” che spesso richiede passi indietro personali, e passi avanti collettivi… Ma il valore più grande dell’“insieme” è un altro: permette di inquadrare le questioni da diversi punti di vista, di moltiplicare le possibili soluzioni, di tenere conto di tutte le esigenze e le sensibilità. Specie quando il discorso riguarda un bene superiore a quello personale, è necessario assumere lo stile e la pratica del “discernimento comunitario”. Uno stile e una prassi che troviamo ampiamente nella Parola, un’eredità feconda che viene dalla storia stessa della Chiesa. Non solo: i migliori momenti del nostro Paese (si pensi alla Costituzione) sono frutto di un ampio e complesso “discernimento comunitario” che ha visto riconoscersi reciprocamente culture ed esperienze diverse. Oggi vogliamo imparare l’arte del discernimento: la mattina incontreremo un amico che ci guiderà nella comprensione di questa pratica, ancorandola alle Sacre Scritture, nel pomeriggio ci cimenteremo in casi concreti attraverso i quali sperimenteremo tutte le fatiche, e tutte le soddisfazioni, del “decidere insieme”. L’indipendenza del giudice non è solo nella propria coscienza, nella libertà morale e nella fedeltà ai principi, ma anche nella trasparenza della sua condotta, anche fuori del suo ufficio, nella libertà e normalità delle sue relazioni, nella sua indisponibilità a affari. [R. Livatino] Buon discernimento! 9 Nato a Novara il 26 maggio 1970, è gesuita dal 1996. Dal 1990 al 1995 è stato consigliere comunale del Comune di Romentino. Laureato in Giurisprudenza, ha conseguito il baccalaureato in filosofia. Dall'ottobre 2000 al settembr e 2002 ha svolto due anni di lavoro nel comitato di redazione della rivista Aggiornamenti Sociali, prestando servizio di volontariato nel carcere di San Vittore. Ha conseguito nella facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Padova una specializzazione in Diritti Umani con una tesi sulle nuove immigrazioni, e dall'ottobre del 2002 al settembr e del 2005 ha studiato teologia alla Pontificia Università Gregoriana vivendo nel teologato del Collegio Internazionale del Gesù di Roma, svolgendo volontariato al Centro Astalli e all'ospedale "Bambino Gesù" di Roma. Dall'ottobre del 2005 al settembre 2007 si è specializzato in teologia morale all'università Comillas di Madrid. Dal 2002 è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti. Dall'ottobre 2007 è membro del Collegio degli scrittori della rivista La Civiltà Cattolica, si occupa di questioni sociali e di diritto e ha conseguito il dottorato in teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana. Assistente nazionale dell'Unione Stampa Cattolica Italiana UCSI, dal gennaio 2010. Per ulteriori informazioni visitate: www.francescoocchetta.it 10 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Azione Cattolica e Pastorale giovanile: DISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO… prospettive di lavoro comune INSIEME! Sulla base dei questionari relativi al rapporto tra Azione cattolica e Pastorale giovanile, sui quali le equipe diocesane hanno lavorato recentemente, abbiamo individuato tre nodi significativi che vogliamo mettere al centro del confronto del pomeriggio: • la centralità della consulta di Pastorale giovanile che l’Ac sostiene e alla quale partecipa, impegnandosi per la comunione, cercando l’equilibrio tra pensiero e azione e curando la chiarezza dei rapporti; • la cura della formazione degli educatori di gruppi giovanili come impegno da condividere, cercando l’ equilibrio tra momenti per tutti e i necessari momenti di formazione associativa finalizzati a illustrare i fini del progetto formativo, le specifiche modalità di accompagnamento dell'Ac, il profilo dell'educatore associativo; • condividere e lavorare insieme per il fine della formazione associativa all’interno della Pastorale giovanile delle nostre Chiese: formare laici consapevoli, capaci di una testimonianza autentica non solo “ad intra”, ma nella vita ordinaria e nei luoghi che abitiamo. Don Domenico Beneventi CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Già responsabile regionale della Pastorale Giovanile per la Basilicata e incaricato diocesano per l'Arcidiocesi di Acerenza, nel 2009 è stato nominato aiutante di studio del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile della CEI. E' assistente regionale giovani dell'Azione Cattolica italiana per la Basilicata. Discernimento comunitario: nodi, modalità, strumenti Il discernimento comunitario si delinea come espressione dinamica della comunione ecclesiale e metodo di formazione spirituale, di lettura della storia e di progettazione pastorale. Richiede, affinché sia autentico, che ogni cristiano si muova nell’umile ricerca della volontà di Dio, nell’ascolto fedele della Parola, nell’interpretazione dei segni dei tempi alla luce del Vangelo, nella valorizzazione dei carismi nel dialogo fraterno, nella creatività spirituale, missionaria, culturale e sociale. Così inteso, il discernimento comunitario diventa una scuola di vita cristiana, una via per sviluppare l’amore reciproco, la corresponsabilità, l’inserimento nel mondo a partire dal proprio territorio. Edifica la Chiesa come comunità di fratelli e di sorelle, di pari dignità, ma con doni e compiti diversi, plasmandone una figura, che senza deviare in impropri democraticismi e sociologismi, risulta credibile nell’odierna società democratica. [CEI, Con il dono della ca rità den tro la storia. La Chiesa in Italia dopo il Convegno di Palermo, 21] Obiettivi - 11 12 Far emergere l'idea di un bene comune "concreto" e non teorico, contestualizzato in un territorio, in una cultura, nelle storie di vita di coloro che ne sono parte e, dunque, responsabili; Sperimentare il metodo del discernimento comunitario come stile di vita ordinario e come modalità privilegiata per leggere la realtà, CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC - CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Domenica 1 Agosto i segni dei tempi, e per affrontare, insieme agli altri, questioni importanti per la crescita e lo sviluppo delle persone e delle comunità; Confrontarsi con i propri limiti (che talvolta diventano un vero e proprio ostacolo nella relazione con gli altri) maturando alcuni atteggiamenti quali: insieme piuttosto che da soli (l'altro aggiunge qualcosa a me, l'altro mi è indispensabile); l’importanza di trovare punti di convergenza mettendo in discussione se stessi, accogliendo la diversità dell’altro tenendo ben presente l’orizzonte comune verso cui tendere, insieme; la necessità di arrivare a scelte/azioni concrete affinché questo esercizio di discernimento non sia uno sterile parlarci addosso 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.30: FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI GENERAZIONI AL BENE COMUNE. Tavola rotonda con: mons. Francesco Cacucci, Cacucci Arcivescovo di BariBitonto Roberta Zizanovich, Ufficio Studi e Documentazione del Consiglio Superiore della Magistratura Sergio Zavoli, Zavoli giornalista, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai 11.30: Dibattito 12.15: Celebrazione eucaristica 13.30: Pranzo 15.30: GIOVANI E BENE COMUNE. COMUN E. NODI E OPPORTUNITÀ. OPPORTUNITÀ 18.00: Partenza per Tivoli 19.00: Celebrazione del Vespro nel duomo di Tivoli, presiede mons. Mauro Parmeggiani, Parmeggiani vescovo di Tivoli 20.00: Cena e animazione a cura della Presidenza diocesana di Tivoli e della Delegazione regionale del Lazio Modalità Attraverso il coinvolgimento dei partecipanti in simpatiche situazioni sia di vita personale che associativa, il laboratorio vuole essere un concreto banco di prova in cui mettere in gioco quelle qualità (e anche i limiti) che consentono (o impediscono…) la risoluzione di questioni problematiche o di veri e propri conflitti sociali. Le situazioni presentate sono legate a esperienze/questioni che un giovane affronta nella sua vita personale, nel servizio associativo e nell’impegno sociale e politico. Per animare cristianamente l’ordine temporale, nel senso di servire la persona Tempi - e la società, i f edeli laici non possono aff atto abdicare alla partecipazione alla Introduzione al gioco e divisione in gruppi: 15 min Gioco di ruolo: 45 min Pausa: 15 min Confronto in gruppo: 30 min Confronto in plenaria: 30 min “politica”, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune. [Christif ideles Laici, n.42] 13 14 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI AL CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC riescono meglio nella loro esecuzione proprio perché uniscono i suoni dei loro strumenti… BENE COMUNE. (cfr. A.M. QUINTAS, Analisi del ben e co mune, Bulzoni, Roma 1979, pp. 95-99). E se dalla metafora volessimo passare alla realtà? Quali strumenti usare per partecipare al concerto, oggi? Quali “concerti” possiamo conoscere attorno a noi? Quali siamo chiamati ad interpretare? Quali prassi per la ricerca in comune del bene? Tra i c.d. “principi permanenti” della Dottrina sociale della Chiesa (DSC) (oltre alla dignità della persona umana, alla solidarietà e alla sussidiarietà) troviamo il “bene comune”. Tra tutti è forse quello più citato in ambito pubblico e allo stesso tempo è quello con l’identità meno definita. Eppure il Concilio Vaticano II pare chiaro nell’indicare che per bene comune si intende «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente» (Gaudium et spes, 26). La domanda di fondo, però, rimane: «quali sono “quelle condizioni”?». Il Compendio della DSC prova a declinare l’argomento specificando che «il bene comune non consiste nella semplice somma dei beni particolari di ciascun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro» (Compendio, 164). Qualche indicazione in aggiunta così ce l’abbiamo, ma si tratta soprattutto di suggerimenti sul metodo. Rimane da domandarsi: «quale è il contenuto?». E come possiamo riconoscerlo sia nell’esperienza quotidiana sia nelle scelte che riteniamo più importanti per la nostra vita e per la vita di tutta la comunità in cui siamo stati chiamati a vivere? Un autore ha cercato di spiegare il “bene comune” e individuare quel “di più” che dona ad ogni persona tramite la metafora del “concerto” dove l’armonia dell’esecuzione è di certo superiore (non in quantità forse, ma di certo in qualità) ai suoni prodotti dai singoli strumenti e i suonatori 15 Ospiti della tavola rotonda Mons. Francesco Cacucci Nato a Bari il 26 aprile 1943 e ordinato sacerdote il 29 giugno 1966, è laureato in Teologia alla Pontificia Università Gregoriana ed in Scienze politiche all’università di Bari. Eletto alla Chiesa titolare di Castel Mediano e nominato ausiliare di Bari-Bitonto il 16 aprile 1987, viene poi ordinato vescovo il 13 giugno 1987. Promosso alla sede arcivescovile di Otranto l’8 aprile 1993, trasferito a BariBitonto il 3 luglio 1999, ha fatto il suo ingresso l’8 settembre 1999. Il 29 giugno 2000, nella solennità degli Apostoli Pietro e Paolo, ha ricevuto il Pallio di Metropolita dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Attualmente è presidente della Conferenza episcopale pugliese, Gran cancelliere della Facoltà teologica pugliese, moderatore del Tribunale ecclesiastico regionale pugliese e delegato pontificio per la basilica di San Nicola in Bari. Roberta Zizanovich Roberta Zizanovich, nata il 2 novembre 1971, coniugata, è una dei più giovani Mgistrati d’Italia. Nel 1998 vince il concorso di Magistrato e viene 16 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC assegnata come magistrato al Tribunale di Vallo della Lucania. Dal 2007 è stata trasferita all’Ufficio Studi del Consiglio Superiore della Magistratura a Roma. Negli stessi anni (1998-2002) è anche Vicepresidente diocesana del Settore Giovani, dopo esser stata Segretaria diocesana del Msac dal 1996 al 1992 e Incaricata regionale per il Settore giovani dal 1992 al 1998. Attualmente è iscritta presso la parrocchia Santa Maria Immacolata della diocesi di Salerno – Campagna – Acerno. Sergio Zavoli Nasce a Ravenna il 21 settembre 1923, anche se la sua città di adozione è Rimini, della quale è anche cittadino onorario. Comincia a lavorare nella neonata Rai come giornalista radiofonico nel 1947, al giornale radio diretto da Antonio Piccone Stella, e diventa uno dei promotori della scuola del documentario italiano, da Scartamento ridotto a Notturno a Cnosso, con cui si aggiudica il Premio Italia nel 1954. Negli anni Sessanta passa alla tv, dove conduce diverse trasmissioni, anche di notevole successo, e realizza decine di inchieste. Viene nominato presidente della Rai nel 1980, carica che ricopre per sei anni. Dalla seconda metà degli anni Ottanta riprende la sua carriera televisiva come conduttore e autore di alcune tra le più belle inchieste della storia della tv: Viaggio intorno all'uomo (1987), Viaggio nel Sud (1992) e La notte della Repubblica (1989) dedicata al caso Moro. Nel 1994 decide di impegnarsi in politica, si schiera con i Democratici di Sinistra e viene eletto senatore nel 2001, nelle liste dell'Ulivo nel 2006 e nel Partito Democratico due anni dopo. Nel 2007 riceve dalla facoltà di Lettere e filosofia dell'università di Tor Vergata la laurea honoris causa in "Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo", per lo "straordinario contributo apportato alla causa del giornalismo italiano". Nella sua lectio magistralis, il precetto che ha guidato la sua lunga carriera: "primum informare". Il 4 febbraio 2009 è stato eletto alla presidenza della Commissione di vigilanza Rai. CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC GIOVANI E BENE COMUNE Nodi e opportunità Obiettivi del pomeriggio - Acquisire la consapevolezza che il bene comune è un tema centrale per l’Ac per la formazione dei giovani - Acquisire consapevolezza, come responsabili diocesani, che per formare integralmente le coscienze, la formazione proposta in diocesi non può prescindere da questo tema - Dare concretezza al progetto formativo che l’Ac ha sui giovani, formando giovani cristiani che portano la loro testimonianza nella città dell’uomo. Introduzione ai lavori strutturata che presenta, recuperando i lavori della mattina, gli strumenti che esprimono la centralità della formazione al bene comune come parte integrante della formazione delle coscienze e quindi della proposta formativa di Ac (15-20’) Lavori di gruppo (2h30’) Prima parte (1h) Risonanze sulla tavola rotonda del mattino considerando la dimensione personale dell’essere giovane, la responsabilità associativa e il ruolo dell’associazione. Per riflettere… - 17 18 Sei consapevole dell’importanza della formazione al bene comune? Quali elementi della formazione al bene comune hai vissuto o non hai vissuto? Questo sia nella vita che in associazione In che modo trovi questi contenuti espressi in associazione e come vivi la formazione al bene comune in Ac? Quali contenuti sono mancati nella tua esperienza associativa? CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC - - Sei consapevole dell’importanza di inserire l’attenzione al bene comune nei percorsi di formazione ordinaria? Secondo te esiste nei giovani un bisogno di formazione al bene comune? Secondo la tua esperienza e i contenuti usciti dalla tavola rotonda della mattinata, quali sono i contenuti fondamentali che devono essere proposti in un percorso di formazione al bene comune? CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Lunedì 2 Agosto 08.00: 08.30: 09.00: Colazione Preghiera L AC CHE FORMA AL BENE BENE COMUNE. Incontro con il Presidente nazionale Franco Miano 12.15: Celebrazione eucaristica 13:00 Pranzo 14.00: VISITA SUI LUOGHI DI SAN BENEDETTO con la presenza di dom Mauro Meacci, Meacci OSB, Abate di Subiaco 20.00: Cena 21.30: Animazione Come l’Ac diocesana stimola i giovani verso il tema del bene comune? Quali proposte/iniziative sono buone esperienze/prassi per tale scopo? Quali attenzioni rivolge l’Associazione diocesana al tema del bene comune? Quali tematiche e contenuti l’Ac non può non considerare riguardo la formazione al bene comune? Seconda parte (1h) Confronto su come i contenuti sul bene comune possono diventare percorsi di formazione. Per riflettere… - - Come e dove questi temi/contenuti possono essere inseriti, possono diventare percorsi di formazione per il gruppo giovani? Come l’Associazione può rendere la formazione al bene comune sempre più parte del percorso ordinario di formazione dei giovani e non solo oggetto di iniziative specifiche? Quali strumenti sono necessari per declinare la formazione al bene comune? In quali ambiti possiamo testimoniare questa attenzione dell’associazione? Tra le diverse forme apostoliche dei laici che hanno un particolare rapporto con la Gerarchia i Padri sinodali hanno esplicitamente ricordato vari movimenti e associazioni di Azione Cattolica, in cui «i laici si associano liberamente in forma organica e stabile, sotto la spinta dello Spirito Santo, nella comunione con il Vescovo e con i sacerdoti, per poter servire, nel modo proprio della loro vocazione, con un particolare metodo, all'incremento di tutta la comunità cristiana, ai progetti pastorali e all'animazione evangelica di tutti gli ambiti della Terza parte (15’) Sintesi del lavoro di gruppo individuando una questione che è emersa durante il pomeriggio. vita, con f edeltà e operosità»(117). [Christif ideles Laici, n.31] 19 20 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC L’AC CHE FORMA AL BENE COMUNE San Benedetto a Subiaco Sulla scorta di quanto sentito e condiviso fino a questo punto del campo, entriamo in questa mattinata nello specifico della nostra associazione in un confronto amichevole con il presidente nazionale Franco Miano. A partire, in particolare, da quanto emerso dai laboratori di ieri pomeriggio, seguiamo tre vie di ragionamento: • Che cosa significa bene comune? Il punto di vista del presidente alla luce del lavoro per le prossime settimane sociali di Reggio Calabria. • Qual è lo specifico a cui è chiamata l’associazione in questo ambito? Basta migliorare sempre più l’azione educativa tradizionale oppure occorre considerare nuove attenzioni? • Come l’AC forma al bene comune? Spunti concreti a partire dal ruolo di educatori e responsabili. Materiali introduttivi Intervento di Oscar Luigi Scalfaro, Roma, 1997 Vittorio Bachelet, L’AC alla luce del Concilio Una giovane educatrice ci parla del bene comune, Dvd Giovani 2010 Franco Miano CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Presidente dell’Azione Cattolica Italiana dal maggio 2008. Campano, 49 anni, vive a Pomigliano d’Arco, provincia di Napoli e diocesi di Nola. Sposato e padre di due figli, è ordinario di Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. 21 Quando San Benedetto giunse a Subiaco la popolazione era già cristiana; la chiesa parrocchiale era probabilmente dedicata a San Lorenzo e il parroco si chiamava Fiorenzo. La vita monastica vi era conosciuta. San Gregorio Magno ricorda il monastero non lontano da Subiaco, i cui monaci invitarono San Benedetto come loro superiore, e quello vicinissimo allo Speco, governato da Adeodato. Forse il giovane ne aveva sentito parlare; comunque, salendo il Talèo, sulla riva destra dell'Aniene, s'imbatté nel monaco Romano, che gli indicò un'orrida grotta situata nella zona sottostante al suo monastero. Nello Speco San Benedetto restò tre anni, ignoto a tutti, eccetto a Dio e a Romano. Questi, dall'orlo della roccia, calava al giovane eremita, mediante una lunga corda, quel che poteva sottrarre al suo alimento. Nella zona costituì dodici monasteri, composti ciascuno di dodici monaci oltre il superiore ed egli andò a stabilirsi in un fabbricato della villa imperiale, che era ancora in buone condizioni. Questo primo monastero si chiamò San Clemente. Qui San Benedetto dimorò oltre un ventennio e pian piano perfezionò quel tipo di vita monastica, che ci viene presentato nella sua Regola, la cui prima redazione risale agli anni di permanenza nel cenobio sublacense. L'alta valle dell'Aniene, già chiamata Valle Neroniana, si meritò il nome di "Valle Santa". 22 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Eremo di San Biagio I Benedettini di Subiaco La struttura della Famiglia monastica sublacense, a differenza di altre Comunità benedettine, presenta una fisionomia sua propria, per lo Statuto particolare che tiene uniti i due monasteri: il Santuario del Sacro Speco e il Monastero di Santa Scolastica sono due case distinte di una sola comunità. Il monaco di Subiaco, pertanto, in forza del voto di stabilità, appartiene ad ambedue i monasteri. La permanenza dei monaci nell'uno o nell'altro di essi dipende esclusivamente dall'Abate. Tale situazione, di fatto, condiziona non solo i rapporti giuridici, ma la vita stessa della Comunità. Attualmente la Comunità si compone di 20 membri: 11 monaci sacerdoti e 9 monaci non sacerdoti. A Santa Scolastica risiede il maggior numero dei monaci; è, pertanto possibile la vita ordinaria e un'osservanza più fedele della Regola, al Sacro Speco non sempre questo avviene, non solo per il numero esiguo dei monaci residenti (3-4), ma soprattutto per la continua assistenza turistico-religiosa ai visitatori–pellegrini. San Biagio è un piccolo eremo posto sul monte santo fondato da San Benedetto, è un luogo di preghiera e di accoglienza, di pace e silenzio, un ambiente di semplicità ed essenzialità, in cui si vive la continua ricerca di Dio. È una CASA ABITATA da una famiglia: una comunità di Suore, Figlie di Maria Ausiliatrice. Una Casa di Preghiera e di Accoglienza si pone, oggi, come ambiente alternativo a quello creato dalla società tecnologico-consumista che non cerca Dio. "Perché sono qui?". E' la domanda di fondo di chi vi abita. "Sono qui per cercare Dio, per alimentare la mia sete di Lui, per vivere la nuzialità della mia chiamata". Questa è la PRIORITA' ASSOLUTA. Apostolato e attività tipiche di questo ambiente: tutto è secondario nei confronti dell'obiettivo centrale. La nostra presenza è per essere "viventi a Dio in Cristo Gesù" (Rm), dentro una dinamica di conversione permanente di cui il protagonista- maestro è lo Spirito Santo e lo strumento principe è la Parola di Dio. Impegnato Impe gnato nell’Azione Cattolica, assiduo all’eucaristia domenicale, discepolo del crocifisso. (Dall’omelia di mons. Carmelo Ferraro alle esequie di Rosario Livatino) 23 24 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC GRUPPI GIOVANI... MISSION IMPOSSIBILE? Martedì 3 Agosto Obiettivi della mattina 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.30: GRUPPI GIOVANI… MISSION MISSION IMPOSSIBLE? 13.00: Pranzo 15.30: UNO SGUARDO AL PROSSIMO PROSSIMO ANNO - C7è di più, incontro nazionale Acr e Giovanissimi - Presentazione della proposta formativa 2010/2011 - Preparazione dell7Ac alla Settimana sociale dei cattolici italiani 19.00: Celebrazione eucaristica presieduta da mons. Domenico Sigalini, Sigalini Assistente ecclesiastico generale dell7Azione Cattolica Italiana 20.00: Cena 21.30: Serata conclusiva - - Affrontare in chiave propositiva alcuni nodi problematici che riguardano la nascita e il cammino dei gruppi giovani Riflettere insieme sul valore e sull’essere gruppo giovani di Ac, e sulle modalità concrete per vivere l’esperienza e il cammino di gruppo giovani Mettere a fuoco il ruolo e le funzioni che le equipe diocesane possono svolgere per affrontare i nodi problematici Riflettere insieme sulla formazione degli educatori e su come mettere in moto le sinergie in associazione Esperienze (30-45’) In plenaria, racconto di alcuni giovani che hanno vissuto l’attenzione al bene comune con il proprio gruppo giovani di Ac. Risonanze sulle esperienze. Laboratori (1h45’/2h) I giovani non devono essere considerati semplicemente come l'oggetto della sollecitudine pastorale della Chiesa: sono di f atto, e devono venire incoraggiati ad esserlo, sogge tti attivi, protagonisti dell'evangelizzazione e artef ici del rinnovamento sociale. La giovinezza è il tempo di una scoperta particolarmente intensa del proprio «io» e del proprio «progetto di vita», è il tempo di una crescita che deve avvenire «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2, 52). [Christif ideles Laici, n.46] 25 Immaginatevi di essere l’equipe della vostra diocesi che si trova a riflettere e discernere su due/tre nodi problematici molto concreti che riguardano la situazione dei vostri gruppi giovani a cui siete chiamati a dare delle risposte alle parrocchie. I diversi nodi recupereranno sia le questioni che riguardano la nascita di gruppi giovani, sia le dinamiche di gruppo giovani già avviato che abbia una formazione che comprenda tutte le dimensioni (interiorità – fraternità – responsabilità – ecclesialità). Per ciascuna situazione il gruppo deve individuare e scrivere le 3 “carte vincenti” per l’equipe diocesana per aiutare a risolvere il nodo problematico proposto. 26 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC L’insieme delle azioni propositive verranno poi raccolte in uno strumento agile per la diocesi che possa aiutare i responsabili a promuovere e sostenere i gruppi giovani. Incontro Nazionale dei Ragazzi e dei Giovanissimi dell’Azione Cattolica Pausa (15’) Roma, 30 Ottobre 2010 Plenaria (45’/1h) Ritorno in plenaria, viene fatta sintesi dell’intera mattinata sulla tematica dei gruppo giovani. Risonanze. Nel ‘78, a ventisei anni, può coronare il suo sogno. Sulla propria agenda quel giorno scrive con la penna rossa, in bella evidenza: “Ho prestato prestato giuramento; giuramento; da oggi sono in Magistratura“. E poi, a matita, vi aggiunge: “Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione, che i miei genitori gen itori mi hanno impartito, esige“. [R. Livatino] 27 L’incontro nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, previsto per il 30 ottobre 2010, si inserisce in una tradizione che ha visto nei decenni passati convenire sulla città di Roma ragazzi giovani e adulti dell’Azione Cattolica. Il tema dell’incontro è riassunto dallo slogan “C’è di più. Diventiamo grandi insieme!”. Si tratta, in sintesi, di un appuntamento che si pone come passaggio importante nel percorso associativo dell’AC nazionale, che fa proprio il tema della cura educativa delle giovani generazioni. L’incontro, inoltre, si colloca all’inizio del decennio che i vescovi della Chiesa Italiana intendono dedicare alla “sfida educativa”. L’AC assume questo invito coinvolgendo in prima persona le nuove generazioni, con un’attenzione particolare alla fascia dei preadolescenti. Un segno concreto che richiama la responsabilità della “trasmissione della vita ai più piccoli”. L’AC per il suo essere “tra piazze e campanili”, vede in questa sfida un’occasione per la formazione dei ragazzi nella loro vita di fede, che non è però disgiunta dal loro essere cittadini del mondo, protagonisti della comunità cristiana e civile che abitano. Lo slogan invita a guardare alle giovani generazioni andando oltre i luoghi comuni, e vuole essere un impegno, detto in prima persona dai ragazzi stessi, per crescere nella responsabilità e nell’impegno, a partire da tutte le potenzialità positive presenti in ciascuno di loro, nell’orizzonte della santità. 28 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC essere nella Chiesa, e confermare il loro impegno per un cammino verso la Santità e per la costruzione del bene comune. STRUTTURA DELLA GIORNATA L’incontro nazionale prevede due momenti. Il primo, al mattino, da svolgersi in Vaticano (piazza S. Pietro), ed il secondo, nel pomeriggio, da svolgersi in due luoghi (piazza di Siena per i ragazzi e piazza del Popolo per i giovanissimi) capaci di accogliere i ragazzi e i giovanissimi, che concluderanno separatamente la festa: questi due momenti, caratteristici anche dei passati incontri nazionali, sottolineano non solo l’aspetto prettamente ecclesiale del ritrovarsi intorno al S. Padre, ma anche l’attenzione civile e l’apertura verso la cittadinanza. SCHEMA DI MASSIMA DELLA GIORNATA ore 7.00 arrivi ore 8.00 arrivi e ingresso “da programma” in piazza S. Pietro ore 9.30 inizio animazione in piazza S. Pietro ore 11.00 incontro con il S. Padre Benedetto XVI ore 12.00 inizio partenza da piazza S. Pietro - breve sosta per il pranzo ore 14.30 inizio animazione in piazza del Popolo e piazza di Siena ore 17.30 (circa) conclusione e partenze FESTA GIOVANISSIMI – PIAZZA DEL POPOLO Nel momento di settore, attraverso musica, testimoni ed esperienze, i ragazzi saranno invitati a riflettere sul “di +” delle nostre vite: l’incontro personale con il Signore che cambia il nostro modo di amare gli altri e il mondo attorno a noi. Dopo un momento di accoglienza in piazza , incontreremo protagonisti del mondo del cinema, della danza, della musica, dello sport e uomini che si impegnano ogni giorno per il bene comune che ci racconteranno il “di +” che vivono nella loro esperienza. Concluderemo con un concerto finale. GLI ACCOMPAGNATORI INCONTRO CON IL S. PADRE BENEDETTO XVI L’incontro con il S. Padre Benedetto XVI rappresenta per i ragazzi e i giovanissimi dell’Azione Cattolica il momento centrale dell’incontro nazionale del 30 ottobre. Al termine di un cammino preparatorio svolto nelle parrocchie e nelle diocesi, durante il quale hanno riflettuto su quali siano i “di più” (nelle persone, nella quotidianità, nello stare insieme, nella comunità, nell’incontro con Gesù, nella responsabilità), i ragazzi e i giovanissimi di AC consegnano il proprio impegno al S. Padre e accolgono ciò che egli avrà da dire loro. Questo sarà un passaggio fondamentale per celebrare il loro 29 Riteniamo sia importante approfondire la tematica degli accompagnatori e la presenza degli educatori all’Incontro nazionale per portare chiarezza rispetto alle modalità di partecipazione. Naturalmente è indispensabile che i ragazzi e i giovanissimi siano accompagnati da persone maggiorenni e responsabili: potranno essere gli educatori maggiorenni Acr, gli educatori Giovanissimi, i genitori dei partecipanti, altri giovani e adulti della parrocchia, il sacerdote o altre figure che si mettono a disposizione per questa responsabilità. I giovanissimi che durante l’anno svolgono anche un servizio per l’Acr sono fortemente invitati a vivere nel pomeriggio la “festa giovanissimi”, in piazza del Popolo, con i loro coetanei. È importante che le diocesi e le parrocchie permettano ai giovanissimi che svolgono un servizio nell’Acr di non rinunciare ad un momento dedicato alla loro formazione, assicurandosi che gli acierrini siano accompagnati in Villa Borghese da un numero sufficiente di giovani e adulti. Invitiamo dunque le diocesi e le 30 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC parrocchie ad iscriverli non come accompagnatori, ma come partecipanti giovanissimi, e di spiegare le motivazioni di tale scelta. È necessario che il numero degli accompagnatori sia adeguato al numero degli iscritti, evitando così sproporzioni sia in eccesso sia in difetto (potrebbe essere un buon equilibrio un accompagnatore ogni cinque ragazzi o ogni cinque giovanissimi). I giovani e gli adulti che vorranno prendere parte all’evento e non potranno essere accompagnatori, potranno dare la loro disponibilità come volontari per l’organizzazione dell’evento. Il termine di iscrizione è già scaduto, ma per dare maggior possibilità a tanti di partecipare come volontari a questo evento, abbiamo deciso di allungare il termine di volontari scadenza al 1° settembre. Sul sito ci sono tutte le indicazioni di cosa significa concretamente e i moduli per effettuare la richiesta. NOTE TECNICHE Scadenze per le iscrizioni e relative quote: 1. 30 maggio, quota € 8,00. 2. 15 settembre, quota € 10,00. 3. per le iscrizioni che arriveranno dopo il 15 settembre la quota sarà di € 12,00. Per questioni organizzative i partecipanti che si iscriveranno dopo il 30 settembre dovranno ritirare i vari materiali direttamente il giorno dell’incontro. Questa scansione di tempo vale anche in caso di iscrizioni effettuate in diversi momenti: in sostanza una stessa diocesi potrà ritrovarsi a pagare 3 quote diverse in base alle date in cui le comunica e le integra. Le iscrizioni potranno essere effettuate solo ed esclusivamente attraverso il referente diocesano per l’incontro diocesano, scelto dalla Presidenza diocesana, e unica interfaccia con l’organizzazione nazionale. Ovviamente, 31 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC è il riferimento unico sia per l'Acr sia per il settore Giovani. Al referente diocesano è chiesto di stimolare e raccogliere le adesioni delle associazioni parrocchiali di Ac, dei gruppi non associativi, dei gruppi appartenenti ad altre associazioni, movimenti, istituti religiosi, scuole ecc. Per quanto riguarda invece il pernottamento per i gruppi diocesani più lontani, che necessariamente dovranno sostare una o due notti a Roma, l’organizzazione sarà competenza delle diocesi stesse. Tuttavia, per facilitare la partecipazione, è stato siglato un accordo con l’Opera Romana Pellegrinaggi (ORP, l’organismo istituzionale del Vicariato di Roma che opera per la promozione e organizzazione di pellegrinaggi). In base a tale accordo, l’ORP si occuperà di individuare diverse possibili sistemazioni in strutture ricettive, più o meno economiche e più o meno vicine a seconda delle esigenze delle diocesi. Potete scrivere a: [email protected]. Per sistemazioni più “spartane” - palestre, scuole, strutture polifunzionali, ecc. - , è possibile, invece, rivolgersi alla Delegazione regionale dell’Azione Cattolica del Lazio scrivendo a [email protected] La Delegazione regionale, infatti, si è resa disponibile per fare da ponte con le opportunità che saranno offerte nelle diocesi. Navigare nel sito http://cedipiu.azionecattolica.it per: - informazioni sui compiti del referente diocesano e i contatti - inno dell'Incontro nazionale - reclutamento volontari - tutte le newsletter informative - assicurazione - interattività per i partecipanti alla festa - gadget dell’incontro - materiale promozionale Per qualsiasi informazione, scrivete a: [email protected]. 32 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC PRESENTAZIONE PROPOSTA FORMATIVA 2010-2011 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC testimonianze visibili e “credibili”, autorevoli perché autentiche. A ben poco, infatti, servono proclami solenni di convinzioni astratte se queste non sanno calarsi in un vissuto umanissimo che testimoni di quella speranza nella vita più forte della morte. [Enzo Bianchi] Cammini formativi… e missionari! Spunti per la condivisione Dunque, non possiamo sottrarci a questa missione. Come figli della luce, non possiamo accontentarci della gioia che ci dà la chiarezza della luce del Cristo; e neppure limitarci ad accogliere quella chiarezza come lucerna per i nostri passi: «lucerna pedibus meis verbum Tuum». Siamo chiamati a irradiare quella luce. Se non lo facessimo, saremmo inutili come una lampada posta sotto il moggio; anzi si può dire che se siamo veramente accesi dalla luce di Cristo non possiamo non irradiarla: «non potest civitas abscondi supra montem posita». I modi di questa irradiazione, le risposte concrete a questa vocazione di figli della luce potranno essere diverse:missionari in terre pagane, o in paesi di antica civiltà cristiana; catechisti in terra di missione, o alla periferia di Roma o di Milano, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle cascine; testimoni con il martirio o con la propria vita di ogni giorno, familiare, professionale e sociale; monaci o «militanti» di Azione Cattolica: ma sempre, in ogni caso lampade accese per Dio e per il mondo. [Vittorio Bachelet] Penso comunque che la nostra riflessione guadagnerebbe in chiarezza se non ci fermassimo alla domanda sul “perché”, ma indagassimo anche sull’“affinché”, sullo spazio della finalità. Il credente, infatti, non dovrebbe porsi solo il problema dei motivi del proprio credere – con il rischio di ridurre la domanda a una questione di un calcolo di costi e benefici – e nemmeno delle “radici”, ma anche quello dei frutti, del sapere che ne ha fatto, che ne fa ogni giorno della propria fede, che “segno” pone di una realtà invisibile che gli altri uomini possono percepire solo attraverso 33 34 • I due brani citati evidenziano la comune vocazione dei cristiani alla missione, che deve essere alimentata dalla formazione. Nei cammini formativi i gruppi si soffermano più sul perché o più sull’affinché, più sull’accoglienza della chiarezza o sull’irradiazione della luce? Sanno generare testimonianze autorevoli perché autentiche, lampade accese per Dio e per il mondo? • Il modulo della fraternità del sussidio giovani propone quest’anno un’esperienza concreta di evangelizzazione, da realizzare in diversi passi sia personali che di gruppo. Pensi sia un’esperienza attuabile nei nostri gruppi? Quali potrebbero essere le maggiori difficoltà? Come superarle? • Spesso i gruppi giovani tendono ad assottigliarsi nel corso degli anni piuttosto che ad aggregare nuovi giovani. Cosa manca ai nostri gruppi perché siano più attrattivi? Le esperienze rivolte all’esterno del gruppo (comunità, territorio, ecc.) proposte negli ultimi anni nei sussidi sono uno strumento utile in tal senso? • «Siamo missionari con le nostre comunità, aiutandole ad aprirsi, ad accogliere, a rendersi più sensibili alla vita delle persone» (dal Progetto Formativo, par. 4.1). Cosa manca alle nostre comunità per essere accoglienti nei confronti dei giovani? In che modo il gruppo giovani di Ac può contribuire? CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Mercoledì 4 Agosto Mons. Domenico Sigalini Nato a Dello, nella diocesi di Brescia, il 7 giugno 1942, ha compiuto gli studi liceali e teologici nel Seminario di Brescia e ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 23 aprile 1966. Nel 1971 si è laureato in Matematica all'Università degli Studi di Milano e nel 1991 è stato chiamato a Roma come Responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della CEI, incarico che ha mantenuto fino al 2001, quando è stato nominato ViceAssistente Ecclesiastico Generale dell'Azione Cattolica Italiana; il 24 marzo 2005 è stato eletto alla sede vescovile di Palestrina e ordinato vescovo il 15 maggio dello stesso anno; dal 3 novembre del 2007 è assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica Italiana e di recente è stato nominato presidente della Commissione episcopale per il laicato. 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: TESTIMONI DI SANTITÀ: Rosario Livatino. Incontro con don Giuseppe Livatino 11.00: Conclusioni dei Vicepresidenti nazionali 11.30: Celebrazione eucaristica 12.30: Pranzo e partenze La dignità dei fedeli laici ci si rivela in pienezza se consideriamo la prima e fondamentale vocazione che il Padre in Gesù Cristo per mezzo dello Spirito rivolge a ciascuno di loro: la vocazione alla santità, ossia alla perfezione della carità. Il santo è la testimonianza più splendida della dignità conf erita al discepolo di Cristo. [Christif ideles Laici, n.16] 35 36 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC “NON CI SARÀ CHIESTO SE SIAMO STATI CREDENTI, MA CREDIBILI” Rosario Livatino Rosario Livatino: un giovane, un giudice, un cristiano. Non un santo a tutti i costi, non un superuomo, ma un uomo come mille altri. Innamorato della vita, della giustizia, della verità. L’Italia lo conobbe dalle pagine dei giornali soltanto all’indomani della sua morte, avvenuta il 21 settembre 1990, mentre percorreva la statale 640 per recarsi al lavoro presso il Tribunale di Agrigento. Giovanni Paolo II, il 9 maggio 1993, in occasione della sua visita pastorale in Sicilia, dopo aver incontrato ad Agrigento i genitori di Livatino, lo definirà “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Rosario Livatino è nato a Canicattì il 3 ottobre 1952, dal papà Vincenzo, laureato in legge e pensionato dell'esattoria comunale, e dalla mamma Rosalia Corbo. Rosario conseguì la laurea in Giurisprudenza all'Università di Palermo il 9 luglio 1975 a 22 anni col massimo dei voti e la lode. Il conseguimento della laurea, alla prima sessione utile, era solo la momentanea conclusione di una brillantissima carriera scolastica iniziata alla scuola elementare De Amicis, proseguita alla scuola media Verga e conclusa al Liceo Classico Ugo Foscolo di Canicattì sempre con voti e giudizi ottimi, compreso un lusinghiero "dieci" in matematica; sono anche gli anni dell’impegno in Azione Cattolica. Il 21 aprile '90 conseguì con la lode il diploma universitario di perfezionamento in Diritto regionale. 37 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Giovanissimo entra nel mondo del lavoro vincendo il concorso per vicedirettore in prova presso la sede dell'Ufficio del Registro di Agrigento dove restò dal 1° dicembre 1977 al 17 luglio 1978. Nel frattempo però partecipa con successo al concorso in magistratura e superatolo lavora a Caltanissetta quale uditore giudiziario passando poi al Tribunale di Agrigento, dove per un decennio, dal 29 settembre '79 al 20 agosto '89, come Sostituto Procuratore della Repubblica, si occupò delle più delicate indagini antimafia, di criminalità comune ma anche (nell'85) di quella che poi negli anni '90 sarebbe scoppiata come la "Tangentopoli siciliana". Fu proprio Rosario Livatino, assieme ad altri colleghi, ad interrogare per primo un ministro dello Stato. Dal 21 agosto '89 al 21 settembre '90 Rosario Livatino prestò servizio presso il Tribunale di Agrigento quale giudice a latere e della speciale sezione misure di prevenzione. Dell'attività professionale di Rosario Livatino sono pieni gli archivi del periodo non solo del Tribunale di Agrigento ma anche degli altri uffici gerarchicamente superiori. La mafia che la mattina del 21 settembre 1990 tese sul viadotto Gasena lungo la SS 640 Agrigento-Caltanissetta il mortale agguato a Rosario Livatino, mentre - senza scorta e con la sua Ford Fiesta amaranto - si recava in Tribunale, stroncò una lucida intelligenza e fermò per sempre un generoso cuore, che si era costantemente prodigato per "dare alla legge un'anima". Questo doveva essere, infatti, secondo Livatino, il primario compito del giudice: dare un volto umano all'astratto comando della legge, come ebbe solennemente ad affermare in una sua dotta conferenza, tenuta a Canicattì il 30 aprile 1986, conferenza in cui pose a suggello questa emblematica affermazione: "Il sommo atto di giustizia è necessariamente sommo atto di amore se è giustizia vera, e viceversa se è amore autentico". Fu questo il principio che lo guidò costantemente nelle sue funzioni di magistrato, convinto com'era che la legge andava applicata con il contributo e la partecipazione delle doti della mente e del cuore. Per dirla 38 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC con le parole di Giuseppe Livatino: “Cristo non ha mai detto che soprattutto bisogna essere ‘giusti’, anche se in molteplici occasioni ha esaltato la virtù della giustizia. Egli ha, invece, elevato il comandamento della carità a norma obbligatoria di condotta perché è proprio questo salto di qualità che connota il cristiano”. sigla che nel Medioevo si usava apporre sui documenti per chiedere la divina assistenza per certi uffici pubblici sentiti come delicati. Fare il proprio mestiere per Livatino ha significato entrare in una logica di fede, maturata nell’Azione Cattolica, all’interno della quale si era formato. “Impegnato nell’Azione Cattolica, assiduo all’eucaristia domenicale, discepolo del crocifisso”, sintetizzò nell’omelia delle esequie mons. Carmelo Ferraro, fotografandolo con pochi rapidi tratti. Il lavoro e la famiglia furono i due poli di maggiore impegno della sua vita. Quando terminava il suo lavoro al Palazzo di Giustizia, continuava a casa l'esame e l'approfondimento delle carte e dei fascicoli giudiziari. E spesso fino a tarda notte, seduto alla scrivania del suo austero studio, sulla quale teneva sempre una copia del Vangelo, restava chino sugli atti processuali, rimettendoci il riposo e il sonno. Era invero un magistrato a tempo pieno. E quando i momenti di sconforto lo angosciavano, come si rileva dal suo diario personale, grande sollievo gli dava lo stare vicino ai suoi diletti genitori, dott. Vincenzo e Rosalia Corbo, verso i quali nutriva un affetto infinito. Bastava talvolta una breve gita in auto con loro per fargli esclamare nel suo diario: "Bella giornata trascorsa con i genitori!". Rosario non volle mai far parte di club o associazioni di qualsiasi genere e molto rari furono gli interventi pubblici così come le immagini. Gli unici interventi pubblici, fuori dalle aule giudiziarie, che costituiscono una sorta di testamento sono rappresentati da "Il ruolo del Giudice in una società che cambia" del 7 aprile 1984 e "Fede e diritto" del 30 aprile 1986 (i documenti integrali sono consultabili nel libro “Il piccolo giudice. Fede e Giustizia in Rosario Livatino” di Ida Abate per Editrice Ave mentre l'Associazione sta valutando l'utilità di ristamparli e diffonderli soprattutto tra i Magistrati). Dal 1993 il Vescovo di Agrigento ha incaricato Ida Abate, che del giudice fu insegnante, di raccogliere testimonianze per la causa di beatificazione di Rosario Livatino e il 6 maggio 2010 la Chiesa di Agrigento ha aperto il processo diocesano di canonizzazione. Bibliografia - Ma ci sono anche nel suo diario annotazioni che rivelano la sua sofferenza di uomo consapevole dei gravi rischi cui ogni giorno andava incontro nell'assiduo compimento del proprio dovere. Questo suo umano soffrire ce lo fa sentire molto vicino, affratellato a noi dalla comune tristezza della condizione umana, come ce lo fa sentire vicino anche la semplicità cui egli ispirava quotidianamente la sua condotta di vita, che lo portava ad evitare ogni ostentazione della propria autorità. Sulla sua agenda scriverà “STD”: “Sub tutela Dei”, sotto la protezione di Dio. Era la 39 - Ida Abate, Il piccolo giudice. Fede e giustizia in Rosario Livatino, AVE, 2005 Maria Di Lorenzo, Rosario Livatino. Martire della giustizia, Paoline Editoriale Libri, 2000 Ida Abate, Rosario Livatino. Eloquenza della morte di un piccolo giudice, Siciliano, 1999 Ida Abate, Il piccolo giudice. Profilo di Rosario Livatino, Siciliano, 1997 Nando Dalla Chiesa, Il giudice ragazzino, Einaudi, 1992 Film 40 Il giudice ragazzino, regia di Alessandro Di Robilant (1994) Testimone a rischio, regia di Pasquale Pozzessere (1996) Luce verticale. Rosario Livatino.Il Martirio, film documentario, regia di Salvatore Presti (2007) CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC PER UNA BIBLIOGRAFIA MINIMA… • • • • • • Solo se il giudice realizza in se stesso queste condizioni, la società può accettare che gli abbia sugli altri un potere così grande nde come quello che ha.. gra ha.. Chi domanda giustizia deve poter credere che le sue ragioni saranno ascoltate con attenzione e serietà; che il giudice potrà ricevere ed assumere come se fossero sue e difendere davanti a chiunque. [R. Livatino] • • • • • • • • • • • • 41 42 Augé Ma rc, L’immaginario della città. Dalla storia alla globalizzazione (Lezione magistrale), Fes ti val Filosofia , Modena 2009, (Paginette) Bianchi Enzo, L’altro siamo noi, Einaudi , Torino 2010, pp. 82 Bianchi Enzo, Cristiani nella società, BUR, Milano 2003, pp. 202 Caselli Lorenzo, Globalizzazione e bene comune. Le ragioni dell’etica e della partecipazione, La voro, Roma 2007, pp. 166 Col ombo Ghera rdo, Sulle regole, Feltri nelli, Milano 2008, pp. 156 Comi ta to Scienti fi co e Organizza tore delle Settimane Sociali dei Ca ttoli ci Italiani, Cattolici nell’Italia di oggi. Un’Agenda di speranza per il futuro del Paese. Documento preparatorio per la 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010, Dehoniane, Bologna 2010, pp. 56 Dalla Torre Giuseppe, Miano Franco, Truffelli Ma tteo (a cura di), Cittadinanza e partecipazione, AVE, Roma 2003, pp. 176 (Polis , 15) Di Santo Luigi , Tanza rella Sergio (a cura di), Lorenzo Milani. Memoria e risorsa per una nuova cittadinanza, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2009, pp. 208 Fa bris Adriano, TeorEtica. Filosofia della relazione, Morcelliana, Brescia 2010, pp. 192 Galiero Ma rco, Educare per una cittadinanza globale. Costruire un mondo giusto a partire dalla scuola, EMI, Bologna 2009, pp. 176 Is ti tuto “Vi ttori o Ba chelet” (a cura dell’), Percorsi della cittadinanza. Materiali per la formazione, AVE, Roma 2000, pp. 128 La zza ti Giuseppe, Chiesa, cittadinanza e laicità, a cura dell ’Azi one Ca ttoli ca Ambrosiana , In Dialogo, Milano 2009, pp. 96 Ma zzocchio Fabio (a cura di), Ripartire dalla città. La politica luogo di profezia e speranza, AVE, Roma 2006, pp. 228 (Polis , 19) Ma zzocchio Fabio, Vellani Ila ria (a cura di), A che servono questi talenti? I giovani e la politica, una riflessione a partire a Vittorio Bachelet, AVE, Roma 2006, pp. 160 (Sul sentiero di Isaia) Ri cucci Roberta , Italiani a metà. Giovani stranieri crescono, Il Mulino, Bologna 2010, pp. 228 Tettamanzi Dionigi , Cristiani in politica. Tutti responsabili di tutti, Centro Ambrosiano, Milano 2010 Va cca ri Fra nco, Portici. Politica vecchia nuova passione, prefa zione di Sergio Valza nia, postfa zione di Rodolfo Cetoloni , AVE, Roma 2007, pp. 96 (Le tessere e il mosaico) Za magni Stefano, Crisi economica, crisi antropologica. L’uomo al centro del lavoro e dell’impresa, Il Cerchio, Rimini 2010, pp. 48 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC PROGRAMMA Venerdì 30 luglio 16.00: Arrivi e accoglienza 18.00: LUCI SULLA CITTÀ... Introduzione e benvenuto al campo 19.00: saluto di dom Mauro Meacci, 20.00: Cena 21.30: DIO NON È NEUTRALE. MAI! Celebrazione iniziale Sabato 31 luglio 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO Incontro con padre Francesco Occhetta sj 12.00: Celebrazione eucaristica 13.00: Pranzo 15.30: DISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO… INSIEME! 18.00: Conclusioni sul gioco 18.30: AC e Pastorale giovanile. Incontro con don Domenico Beneventi 19.30: Vespri 20.00: Cena 21.30: Animazione Domenica 1 agosto 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI AL BENE COMUNE. Tavola rotonda con: mons. Francesco Cacucci, Roberta Zizanovich. Sergio Zavoli. 11.30: Dibattito 12.15: Celebrazione eucaristica 13.30: Pranzo 15.00: GIOVANI E BENE COMUNE. NODI E OPPORTUNITÀ 43 44 19.00: Celebrazione del Vespro nel duomo di Tivoli, presiede mons. Mauro Parmeggiani 20.00: Cena e animazione a cura della diocesi di Tivoli e della Delegazione regionale del Lazio Lunedì 2 agosto 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: L’AC CHE FORMA AL BENE COMUNE. Incontro con il presidente nazionale Franco Miano 12.15: Celebrazione eucaristica 13:00: Pranzo 15.00: VISITA SUI LUOGHI DI SAN BENEDETTO 19.00: Visita e preghiera presso l’eremo di San Biagio sul monte Taleo 20.30: Cena 21.30: Animazione Martedì 3 agosto 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: GRUPPI GIOVANI… MISSION IMPOSSIBLE? 13.00: Pranzo 16.00: UNO SGUARDO AL PROSSIMO ANNO 19.00: Celebrazione eucaristica presieduta da mons. Domenico Sigalini 20.00: Cena 21.30: Serata conclusiva Mercoledì 4 agosto 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: TESTIMONI DI SANTITÀ: Rosario Livatino Incontro con don Giuseppe Livatino. 11.00: Conclusioni dei vicepresidenti nazionali 11.30: Celebrazione eucaristica 12.30: Pranzo e partenze