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Editori, questi scatenati
12 febbraio 2013 |
Filed under: Novità in libreria |
Posted by: Redazione Leggere:tutti
Da sempre sappiamo quanto sia difficile stimare il numero di case editrici in Italia: alle spalle dei
grandi gruppi editoriali, navigano tra mille difficoltà medi e piccoli editori, i microeditori di
qualità, editori a pagamento, editori di book on demand o print on demand , editori factotum che
riveston anche il ruolo di ufficio stampa e magazziniere, ‘editori che pubbblica titoli assurdi con
copertine assurde , invendibili , magari scritti da loro stessi: e visto il momento, una domanda
sorge spontanea: gran parte di loro saranno mica dei pazzi scatenati?
Dopo aver collezionato una serie di esperienze nelle redazioni delle case editrici, Federico di Vita
ripercorrenl’esperienza in un viaggio a ritroso , conversando con personaggi di ogni tipo, restituendo
uno sguardo personale le sul mondo dell’editoria, sui meccanismi interni, il precariato, la
crisi, l’abbassamento della qualità dei libri.
Una nuova edizione di “Pazzi scatenati” (edito già edito nel 2011 con Effequ), una versione
interamente riscritta e integrata con altri capitoli, questa volta da Tic Edizioni. Si parla di tutti:
Editori, editor, redattori. Responsabili dell’ufficio stampa, del commerciale e dei diritti. Tipografi,
distributori, promotori, grossisti. Agenti letterari, critici, librai. Interviste e testimonianze di
protagonisti della filiera, raccolte dentro lo spazio complicato che separa – il più delle volte allontana
– i libri dalle mani dei lettori. “Pazzi scatenati” svelerà per la prima volta i retroscena sugli usi e
abusi del fascinoso mondo dell’editoria.
Libro che potrà essere Discutibile o meno per ciascuno degli addetti ai lavori, ma pur sempre uno
spaccato del nostro mondo.
Pazzi Scatenati
Tic Edizioni, 2012
pp.340, Euro 12,00
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Dieci regole per non impazzire con l’editoria | Solferino 28 anni
29/03/13 19:50
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Corriere della Sera > Blog > Solferino 28 anni > Dieci regole per non impazzire con l’editoria
mar
29
SOLFERINO 28 anni / cerca nel blog
Dieci regole per non impazzire con l’editoria
di La Redazione
Buongiorno, mi chiamo Federico di Vita e mi è stato chiesto di mettere insieme un elenco che
partirà dal punto 2) credo sia per via di Pazzi scatenati (Tic) che mi è stato chiesto “un decalogo
delle dieci cose da non fare per restare impantanati nel mondo editoriale”. La biografia alla fine del
libro dice che sono nato nel 1982 e che negli ultimi sei anni ho lavorato «per due sedicenti
editori, per un negozio di cianfrusaglie e per una libreria». Poi dice che il mio biografo è
stato querelato perché «l’interpretazione era troppo audace e che “lavorato”, in certi ambienti, è
un’offesa a cui proprio non si può passare sopra». A questo punto sarà chiaro come la prima cosa da
fare per non restare impantanati nel mondo editoriale sia
1) non essere me.
3) Il guaio è che per quanto il primo consiglio sia alla portata dei più, anche ad altri sono capitate le mie
disavventure. Vedo abbattersi quella che sospettavo essere una congiura ordita apposta per me contro un
esercito di miei simili (roba che sarebbe anche da rimanerci male). La cospirazione è vasta e i perseguitati
sono tutti quelli che da qualche parte ho trovato descritti così: “Un esercito di laureandi o laureati, ragazzi
che hanno finito l’università nel primo decennio del 2000. Un esercito alla ricerca di un lavoro in un
settore saturo, dove il lavoro non c’è, dentro un meccanismo legalmente collaudato pronto a spremerli a
norma di legge”. E sebbene la questione si potrebbe semplificare fino a chiuderla con
10) basta non lavorare se non si è pagati
SOLFERINO 28 anni / che cos’è?
Un raccoglitore di storie, un moltiplicatore di domande, uno spazio
per riallacciare il dialogo tra generazioni. Solferino 28/anni è un blog
pensato per mettere in circolo le idee dei venti-trentenni e di
chiunque pensi che si riparte da qui, da voi, da noi. Da una
Generazione Punto Zero che accumula un grande capitale umano e
sociale di esperienze e relazioni ma fatica a trovare una direzione
possibile in un sistema bloccato. Diteci che cosa vi sta a cuore e
quali ostacoli incontrate, denunciate quello che non funziona,
raccontateci successi, tentativi, progetti. Nella consapevolezza che
un sistema o modello socio-economico che non riesce a offrire
lavoro e prospettive ai più giovani va ripensato.
"Segui Solferino 28/anni" anche su:
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Oppure scrivi
SOLFERINO 28 anni / crew
4) io capisco chi si è scottato con questa roba, è successo anche a me. Ho provato a stilare un decalogo di
quelli classici, ma mi scappava dalla mani. Se da un lato il punto 10) chiude il discorso, dall’altro la
questione è complessa: chi vuole lavorare nell’editoria è mosso da una passione che lo spinge ad accettare
compromessi che non possono dirsi tali: la schiavitù in quest’ottica vale? Direi di no. Per contro gli editori,
http://solferino28.corriere.it/2013/03/29/dieci-regole-per-non-impazzire-con-leditoria/#more-1852
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Dieci regole per non impazzire con l’editoria | Solferino 28 anni
29/03/13 19:50
e forse soprattutto gli aspiranti tali (quelli molto piccoli e tutti gli stampatori di ogni sorta) non fanno
altro che sfruttare la straordinaria mole di manodopera a bassissimo costo che il mercato
propone. Quelli che erano gli sbocchi delle materie umanistiche (tipo scuola e giornalismo) si sono
prosciugati, tanti hanno cercato lavoro nell’editoria, un settore che non può dar da mangiare a così tanti.
5) L’illusione è il mostro che prostra l’editoria. Il problema è che i piccoli editori che offrono un
“lavoro”, sperando di veder crescere la loro strampalata impresa, credono sinceramente che un giorno
potranno darti uno stipendio. Tu ti convinci che un giorno lo prenderai. Ma non è così. Basti pensare che in
Italia sono attive oltre 7.000 sigle editoriali, e tranne in rari casi i libri di editori così non ci arrivano
nemmeno in libreria. Chi ci prova continua a perdere tempo, il suo “apprendistato” si prolunga in modo
grottesco, il peso della sua “esperienza” è impalpabile (cosa vuoi imparare da uno che magari ne sa meno di
te?), e gli anni passano mentre continuano a mantenerti i tuoi o il lavoretto al pub la sera.
6) Con gli editori grandi spesso succede lo stesso, anche se il meccanismo di sfruttamento è più raffinato.
Prima si passava da infinite serie di contratti a progetto (dove il progetto era indefinito ed eterno: “lavori per
noi 10 ore al giorno a tempo indeterminato e nella tua postazione fissa ma facciamo finta che sei un esterno
e che ti occupi di qualcosa di specifico”) fino a che questo giochetto non è stato vietato. Da quel giorno le
case editrici pretendono la partita IVA da quelli che a tutti gli effetti sono lavoratori a tempo
indeterminato, e che andrebbero trattati come tali (non come liberi professionisti).
7) I miei suggerimenti in fondo sono due: rifiutate condizioni di lavoro non rispettose della vostra
professionalità e non capaci di garantire la vostra sopravvivenza. Questo è un mestiere che ci si porta a casa
la notte, che genera ossessioni, se non basta per mangiare bisogna evitarlo. Spesso si finisce in un vortice di
malintesa solidarietà e si fa finta di non vederle, ma ci sono diverse possibilità per sciogliere il cappio in cui
si è rimasti intrappolati: il tuo editore non paga come dovrebbe te e i tuoi colleghi? Fate vertenza,
chiamate la finanza, rivolgetevi ai sindacati. E se poi chiude? Se questa gente messa di fronte alle
condizioni economiche che deve garantirvi per legge fallisce, be’, allora DEVE chiudere.
8) Il secondo è: Cercate altro. L’editoria vive al di sopra delle sue possibilità (chi si avvicina a questo
settore non se ne rende conto: il libro è la merce con il guadagno inferiore in assoluto per tutti quelli che ci
mettono le mani… in più siamo in un Paese di gente che non legge) rimanere scottati è sin troppo facile.
Esistono eccezioni? Sì, ma sono eccezioni vere, rare. Se io tornassi indietro cercherei un altro lavoro
dall’inizio, ci deve essere una grossa parte di voi che i libri li ama. Forse non vale la pena rovinarsi il
rapporto con una cosa a cui si tiene così tanto.
9) [La postilla la dedico agli autori (il discorso riguarda anche loro): vi consiglio di non pagare per
pubblicare, è stupido. Anche se a volte il self-publishing può avere senso, per esempio nel caso di testi
specialistici che “non hanno mercato”, di solito l'operazione non ne ha. Ma se pure decideste di farlo (pagare
per) per come la vedo io il problema dell'editoria è altrove, è il dramma lavorativo che ha vampirizzato una
generazione – un editore a pagamento ai redattori uno stipendio glielo dà.]
(al centro nella foto Federico di Vita)
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@ Lettore_2748084
29.03 | 18:05 Blastares
..Ci sono passato anch'io..
29.03 | 16:33 epet82
Armellin
29.03 | 14:58 Varasc
Religione?
29.03 | 14:55 Varasc
Ottimo articolo
29.03 | 14:44 Varasc
SOLFERINO 28 anni / archivio post
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..Ci sono passato anch'io..
29.03 | 16:33 epet82
Mi complimento con l’autore del post!Sono stato anch’io lavoratore di case
editrici, nel primo caso con contratto a progetto palesemente irregolare,
con ferie forzate e non pagate d’estate, e soldi in meno in busta paga se ti
assentavi per malattia. In redazione, a Bologna, ci domandavamo che
potessimo fare e girava la voce che gli stessi sindacati avevano gli scaffali
pieni di queste vertenze e, il nome dell’editore, era a loro noto da tempo.
L’editore in questione pubblicava gli inserti di un quotidiano di diffusione
nazionale, ma dal clima che si respirava, e dalle foto esposte nell’ufficio, si
capiva che il soggetto in questione aveva appoggi “politici” moooolto
importanti. Per cui, nel caso che un povero precario avesse portato avanti
una causa, in assenza di sostegni economici di base (per pagare avvocati e
quant’altro), l’impresa diventava un gioco a perdere e molti miei colleghi
http://solferino28.corriere.it/2013/03/29/dieci-regole-per-non-impazzire-con-leditoria/#more-1852
Pagina 2 di 3
Vivere di libri
06/04/13 10:27
Il dovere di informare il diritto ad essere informati
Oggi: 06/04/2013
Aggiornato il: 06/04/2013 01:22:53
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Vivere di libri
di Gaetano Farina
Aprire una libreria e sopravvivere con l’aiuto dei libri rimane un sogno (o un’aspirazione) ancora per molti
italiani, di qualsiasi età, nonostante i segnali scoraggianti provenienti dal mercato editoriale. Del resto, a
dispetto della crisi e delle statistiche, col conforto di alcuni recenti “esperimenti” diffusi sull’intera penisola, si
deve ammettere che, specie quando si è capaci di sviluppare un progetto originale, alternativo e ben calibrato,
preferibilmente specializzato solo su alcuni settori disciplinari, i margini di successo non sono poi così limitati
http://www.articolo21.org/2013/03/vivere-di-libri/
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Vivere di libri
06/04/13 10:27
ed anche questo sogno si può trasformare in realtà. Non esclusivamente tramite il franchising proposto dai
grandi marchi del settore, ma anche, e soprattutto, con iniziative del tutto autonome, slegate dai rigidi vincoli
commerciali (e culturali) imposti dal sistema-franchising e che possono richiedere un budget di avvio attività
(nettamente) inferiore.
Sono già da anni in commercio dei kit multimediali per l’avvio d’impresa anche nel settore librario, ma, dato
che trattiamo proprio di libri, è più appropriato proporre una selezione di guide cartacee utili all’avviamento ed
alla gestione di una rivendita libraria.
In quest’ambito, non si può eludere il ruolo dominante di Editrice Bibliografica, da quasi quarant’anni al
servizio delle biblioteche e degli operatori del libro. Tanto da aver riproposto recentemente, aggiornata all’era
dell’ebook, la guida “Aprire una Libreria” di Alberto Galla e Giovanni Peresson. Un “must”, giunto alla sua
terza edizione, che nasce dall’esperienza didattica dei corsi della “Scuola per librai Umberto ed Elisabetta
Mauri” e che esplora ogni aspetto di quest’affascinante, ma sempre più rischiosa, attività. Da tutti i modelli
possibili di libreria (inclusa quella del franchising) alle attività promozionali, passando per le scelte
localizzative, di arredo, assortimento, dei software gestionali. Una sezione ampia e approfondita è dedicata
anche alla definizione del cosiddetto business plan, strumento imprescindibile per misurare la validità e
sostenibilità economica di ogni idea progettuale.
Ma ai librai e a quelli che lo vogliono diventare possono risultare molto utili anche altri titoli legati alla
promozione del prodotto editoriale. Il più recente è “Comunicare il Libro” di Silvia Frattini, nato
dall’esperienza dei corsi dell’Associazione Italiana Editori, nel quale, sullo sfondo di interviste, esempi, casi
reali, e accanto agli strumenti tradizionali, sono esplorate le nuove potenzialità offerte dalla tecnologia digitale e
dal web: dai cataloghi online alle promozioni sui social network, dai booktrailer ai testi accessibili, ecc.
Consigliabile è anche il lavoro di Fabio Severino “Marketing dei Libri. Teorie e casi di studio” che si fonda su
una ricerca appositamente condotta presso alcuni tra i principali operatori del settore editoriale librario (De
Agostini Libri, Sperling & Kupfer, Mach2 Libri, Newton Compton, RCS Libri).
Un’idea può essere anche quella, per ridurre al minimo i costi partenza, di provare a sviluppare una piattaforma
e-commerce a cui affiancare, solo successivamente, un negozio fisico. A tal fine, ci vengono in aiuto alcuni
titoli di Apogeo, primo fra tutti proprio “Il Manuale dell’E-Commerce” di Roberto Ghislandi che, in 315
pagine, cura qualsiasi aspetto, inclusi quelli legali e fiscali, del commercio virtuale: dalla progettazione alla
logistica, dalla sicurezza alla comunicazione, alle tecniche S.E.O. e alla web analytics, passando per design e
CMS. In versione e-book (a soli € 3.99), è disponibile, poi, “Il Libraio Digitale” in cui Francesco Rigoli, molto
generosamente, svela tutti i segreti della sua attività da librario del web, dato che da anni ormai collabora con
Simplicissimus Book Farm, una dei leader italiani della distribuzione di ebook. Ma nella sezione del catalogo
Apogeo riguardante l’editoria digitale (www.apogeonline.com/argomenti/Editoria%20digitale) si possono
reperire molti altri titoli, a prezzo contenuto, di comprovata utilità anche per gli aspiranti librai.
Prima di avviare un’attività di questo tipo, sarebbe poi raccomandabile fare qualche chiacchierata con chi
sopravvive da anni, se non decenni, grazie al commercio di libri in carta. Si possono trovare alcuni librai
indipendenti parecchio loquaci ed estremamente disponibili (altri un po’ meno) ad affrontare una ricognizione
sulla propria attività commerciale e a provare a tratteggiarne le prospettive future. Per questo segnaliamo la
nuova iniziativa del distributore-editore NdA press che sta immettendo sul mercato una serie di guide che
elencano e promuovono proprio tutte le librerie indipendenti delle città più importanti d’Italia, con tanto di
recensione e profilo storico per ognuna. Peccato solo che le guide non si rivelino del tutto esaustive. Quella di
Torino, ad esempio – la città del libro per antonomasia, non solo perché ospitante il Salone, ma per il numero di
librerie e lettori -, si perde per strada qualche negozio storico o altrettanto meritevole di segnalazione.
Per conoscere meglio il mondo editoriale (incluso il suo sistema distributivo) non sarebbe male, infine,
soffermarsi su qualche capitolo di “Pazzi Scatenati” di Tic Edizioni (e-commerce.ticedizioni.com), seppur la
sua visione di fondo sia pessimistica e l’approccio marcatamente polemico. L’autore, Federico Di Vita,
vantando una lunga esperienza come addetto ai lavori, si dimostra, infatti, estremamente edotto di schemi, usi (e
abusi), tecniche di tutti i mestieri del settore presentando e rielaborando una serie di testimonianze di chi, grazie
ai libri, nonostante tutto, riesce ancora a camparci…Peccato, però, che anche questa seconda edizione
ulteriormente allungata – a dispetto delle ammirevoli competenze di Di Vita non solo in ambito librario – si
http://www.articolo21.org/2013/03/vivere-di-libri/
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Vivere di libri
06/04/13 10:27
confermi un po’ confusionaria già a partire dalla copertina che, riportando scene di soft-porno, più che attirare
l’attenzione del potenziale lettore, come sarebbe negli obiettivi, non chiarisce la collocazione disciplinare
dell’opera. Inoltre, a nostro avviso, per agevolare ed alleggerire la lettura di un testo così corposo, sarebbe stato
meglio riordinare sistematicamente i vari contributi esterni raccolti, sicuramente preziosi, più che riportali
integralmente in forma dialogica. Confidiamo, quindi, in una terza edizione decisamente migliorata…
15 marzo 2013
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L’editoria italiana? Roba da pazzi scatenati | Valigia Blu
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L’editoria italiana? Roba da pazzi scatenati
Come sopravvivere al Papa-mago, a Sherlock a Shangai e ai trattati di
scherma con bastone da passeggio.
Posted by Matteo Pascoletti on 26 marzo 2013 in Post, Recensioni
Ciao a tutti
Autore
Matteo
Pascoletti
Scrivo, non vedo gente, mi
faccio delle cose.
@matteoplatone
Bersani consulti quelli che scrivono
“Rubo!” su Facebook
Il leader PD crede di aver sentito tutti, in questi giorni di
consultazioni. Ma manca ancora qualcuno.
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Se pensate di cercare lavoro nel mondo editoriale, o addirittura sognate di
aprire una casa editrice o una libreria, Pazzi scatenati di Federico Di Vita vi dà
una risposta inequivocabile: «NO!».
Il libro è un’inchiesta presentata in forma satirica: a partire dalla copertina
porno-vintage rielaborata in chiave surreale, dallo strillo «ancora più lungo!»
riferito a questa seconda edizione (la prima è del 2012, con l’editore Effequ) e
dalla dicitura «Il libro marroncino dell’editoria italiana» sul retro. Perché il
libro-verità sull’editoria, insomma, non può essere bianco, o nero, ma deve
rimandare a colori più corporali. Il lettore, in particolare se bazzica o vuole
bazzicare quel mondo – l’editoria, non il porno! – è perciò avvertito: ogni sogno
o idealismo va abbandonato, perché si entra in una realtà che stride con l’aura
mitica che avvolge una parola, Letteratura, la quale non è assolutamente
sinonimo di Editoria.
Il ciclo della notizia sull’elezione del
Papa
Infografica: come rinasce – e rimuore – una notizia.
LOL tv
L’unica cosa che do per certa è il sentimento di un ricatto. L’editoria,
questa roba qui, si tratterebbe di un lavoro affascinante, se lo fosse. O
forse più semplicemente è una di quelle cose che sembrano Sempre
Meglio Di Un Lavoro. Forse. Quanto si è disposti a sacrificare in virtù di
questo fascino? E quante possibilità ci sono di sfangarla?
Il satirico che abbonda nelle pagine di Pazzi scatenati è una conseguenza alla
fine di un percorso, più che un’impostazione a monte. Proviene dall’esperienza
diretta dell’autore come eterno precario del mondo editoriale, di cui c’è traccia
nei fittizi rapporti dell’agente Vero Almont, infiltrato nella casa editrice «Big
BaBol»: una finzione narrativa che evita all’autore potenziali querele e amplifica
il grottesco del proprio vissuto. È forse nell’elenco (reale!) di titoli presenti alla
http://www.valigiablu.it/pazzi-scatenati/
Hotel Universo 5 stelle (Live
Streaming)
In diretta dall’Hotel Universo dove da giorni sono riuniti
i concittadini del Movimento 5 Stelle.
Pagina 1 di 4
L’editoria italiana? Roba da pazzi scatenati | Valigia Blu
fiera Più Libri Più Liberi che si vedono i punti di contatti tra quel mondo e il
porno (che nelle titolazioni regala capolavori linguistici): Psichiatria e
nazismo, Il Papa mago («Purtroppo è un romanzo. Per un saggio era un titolo
bellissimo»), Derive dell’ipnosi: misticismo, ufologia e
giurisprudenza, Sherlock a Shangai, Trattato di scherma col bastone da
passeggio, Energie del cosmo: la vostra inesauribile fonte di potere o Maestro,
perché? (Risposte dall’invisibile). E proviene in dose massiccia dal materiale
raccolto, affidato soprattutto a interviste a diversi professionisti del settore, tra
cui librai, tipografi, editor, uffici stampa, promotori, e corredato da statistiche e
comparazioni con mercati esteri: il quadro richiede un umorismo da resistenza
cognitiva, per non essere travolti dal disincanto o dalla caoticità delle situazioni
personali o dei punti di vista.
È difficile sintetizzare in uno spazio così breve le problematiche che emergono
dal campionario eterogeneo di fonti. Di sicuro alcuni punti individuati da Pazzi
scatenati sono qualcosa con cui chiunque agisca nel settore è chiamato a
confrontarsi, se ha a cuore non tanto la professione, quanto il principio di realtà
– i due aspetti non sempre sembrano dialogare. Ne sottolineo tre.
Il primo è sicuramente il peso delle «Majors» – Mondadori Libri, RCS Libri,
GeMS, Gruppo Giunti, Feltrinelli, che si dividono «il 58,9% del mercato
nazionale» e che estendono «i loro domini attraverso l’intera filiera
editoriale». È il controllo della catena produzione-distribuzione-vendita che
mette in crisi i piccoli editori e le libreria indipendenti, e che minaccia la
bibliodiversità e quindi le politiche culturali, anche perché affiliare la propria
libreria a un grande marchio, divenendo franchising, limita moltissimo la
libertà di scelta: ad esempio, una volta affiliato a Mondadori, «il libraio [...] non
scegliendo più i libri, si limiterà a consigliare ai clienti ciò che considera
migliore tra quelli ricevuti dalla casa madre», a fronte di una penale
sull’invenduto restituito a Mondadori pari al 2% del prezzo di copertina. Questo
meccanismo, fa notare intelligentemente Di Vita, rovescia le responsabilità: «è
la casa editrice che impone alle librerie quali libri esporre e come, ma a pagare il
costo di eventuali errori sarà il libraio. Di Vita riguardo ai meccanismi
distributivi parla esplicitamente di «catena della morte», e leggendo diventa
difficile dargli torto.
Il secondo è il cambio di paradigma che la tecnologia sta ormai imponendo: «il
futuro vince sempre» ricorda il capo di Amazon, Jeff Bezos, per cui sarà
indispensabile nei prossimi anni inquadrare le problematiche connesse al
digitale ed elaborare strategie di sviluppo adeguate. Così come è importante
capire il cambiamento culturale che un formato come l’ebook comporta: lo
spazio della propria libreria che diventa vasto quanto un tablet, il reale possesso
dei libri di cui si dispone, le possibilità creative che il formato dischiude, rispetto
al cartaceo, i processi di disintermediazione e le ricadute sui rapporti di
produzione.
Il terzo è il precariato cognitivo su cui il mondo dell’editoria si appoggia. E
riesce a farlo anche perché esiste una mentalità, di per sé aberrante, per cui
lavorare in campo culturale sembra non essere un vero lavoro. Una mentalità
che, va detto, spesso sono i precari a introiettare ancora prima che il datore di
lavoro provi a trasmetterla, magari sperando che quel non-lavoro sia solo un
Purgatorio da scontare per arrivare al Paradiso del Contratto. Senza contare che
lo sfruttamento e la rotazione degli stagisti, ai quali quasi mai si insegna
qualcosa, finisce per creare circuiti di abbassamenti qualità, e abbassando la
qualità si incentiva l’idea che il libro non sia un oggetto di valore al di là
dell’orizzonte – rigorosamente piatto – della merce.
27/03/13 14:27
Valigia Blu
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democratico e come tale
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fondamentali. Tra questi la
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dove praticamente ogni
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Valigia Blu
valigiablu CIAO A TUTTI > Dite a Cipro
che noi abbiamo risolto bit.ly/ZcJoAO via
@valigiablu
7 days ago · reply · retweet · favorite
valigiablu RT @chedisagio: +++++ È
morto il capo della Polizia, Antonio
Manganelli +++++
7 days ago · reply · retweet · favorite
valigiablu La Struggente Infatuazione
Giornalistica Per Il #Papacool
laprivatarepubblica.com/la-struggente… via @captblicero
6 days ago · reply · retweet · favorite
valigiablu Antifascismo riflessivo:
Join the conversation
Di Vita ha compiuto un lavoro pregevole e accurato nel reperimento fonti; sul
piano delle analisi dimostra coraggio intellettuale (qualità spesso rara o tenuta
nel cassetto, al momento di scrivere) e va dritto al punto. Ad esempio sul
precariato scrive:
Sarebbe sufficiente partire dai siti Internet: quando alla voce CHI SIAMO
delle piccole case editrici figurano cinque, sei, sette, dieci persone, basta
una verifica della finanza. Quella gente sarà tutta in nero, o non sarà
pagata, e quella casa editrice va fatta chiudere, perché è una metastasi del
cancro che sta fiaccando la nostra società.
Sono pregi talvolta offuscati da un’eccessiva verbosità, che si manifesta in
http://www.valigiablu.it/pazzi-scatenati/
Pagina 2 di 4
L’editoria italiana? Roba da pazzi scatenati | Valigia Blu
27/03/13 14:27
particolare nell’imponente apparato di note – in più di un’occasione ho
pensato «mannaggia a David Foster Wallace» – e da soluzioni stilistiche scaltre
che deviano la materia trattata verso il gusto personale: «mi ha messo in mano
una birra (again and again and again)», «una soluzione ferma come l’aria sulla
luna (anzi a pensarci bene l’aria sulla luna non c’è)», «Per il corpo di mille
cyber-balene, ahr». La complessità dell’argomento, insomma, fermo restando il
taglio satirico azzeccatissimo, avrebbe guadagnato in fruibilità con un lavoro di
asciugatura in fase di editing. Ma se qualcuno mi domandasse «sto pensando di
cercare lavoro in campo editoriale, che ne pensi?», la mia risposta non sarebbe
un deciso «NO!»: con piglio fraterno appoggerei una mano sulla spalla, e direi
«sai, c’è un libro che ti consiglio caldamente di leggere… mai sentito parlare di
Pazzi scatenati?».
Tags: Editoria, Federico Di Vita, Pazzi scatenati
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Pazzi%scatenati%+%Usi%e%abusi%dell'editoria
VENERDÌ 21 DICEMBRE 2012 13:58
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Una nuova edizione di "Pazzi scatenati", una versione
interamente riscritta e integrata con altri capitoli, edita
questa volta da Tic Edizioni.
La passione di Federico di Vita per i libri e la loro genesi
diventano parte di una storia più grande, contemporanea.
Un romanzo, un'inchiesta vera, una fotografia della realtà,
un saggio, un reportage narrativo, un deterrente e un
manuale utile per coloro che intendono accostarsi al
mondo dell'editoria o che ne fanno parte.
Dopo aver collezionato una lunga serie di esperienze nelle
case editrici, Federico di Vita ha deciso di rimettersi a
scrivere, percorrendo all'indietro i suoi stessi passi,
tornando nei luoghi, conversando con personaggi di ogni
tipo, restituendo uno sguardo personale autentico e reale
sul mondo dell'editoria, sui meccanismi interni, il
precariato, la crisi, l'abbassamento della qualità dei libri.
Cos'è la "catena della morte", e-book e internet, modelli
informatizzati per una "nuova" gestione dei libri, esperienze concrete di addetti al settore,
considerazioni e analisi sulla mancanza di preparazione di alcuni editori e sullo sfruttamento di interi
eserciti di stagisti, sull'editoria a pagamento, sulla dignità dei testi e il loro diritto alla pubblicazione.
Editori, editor, redattori. Responsabili dell'ufficio stampa, del commerciale e dei diritti. Tipografi,
distributori, promotori, grossisti. Agenti letterari, critici, librai. Interviste e testimonianze di
protagonisti della filiera, raccolte dentro lo spazio complicato che separa - il più delle volte allontana
- i libri dalle mani dei lettori. "Pazzi scatenati" svelerà per la prima volta i retroscena sugli usi e
abusi del fascinoso mondo dell'editoria.
Federico di Vita, nato a Roma nel 1982, ha lavorato per più di cinque anni in piccole case editrici
(tra cui Round Robin e Effequ) e per uno nella libreria Altroquando di Roma. È autore di un
introvabile libro di viaggio e curatore della raccolta "Clandestina" (Effequ). Alla fine del 2011 ha
pubblicato, sempre per Effequ, la prima edizione di "Pazzi scatenati", ora ampiamente aggiornata e
integrata per Tic Edizioni.
Pazzi scatenati - Usi e abusi dell'editoria
Federico di Vita
Tic Edizioni
novembre 2012
brossura
320 pp.
14 euro
ISBN: 978-88-906440-3-0
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Urlo - Cronaca di Roma | Pazzi scatenati - Usi e abusi dell'editoria
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Tic Edizioni | editori indipendenti in movimento | Tropico del Libro
06/04/13 10:24
Eccovi nel Tropico del Libro
Esploriamo per voi l'universo editoriale e letterario
...organizzandolo in categorie (a sinistra)
...offrendovi una rassegna stampa quotidiana (al centro)
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Azienda editoriale cerca a Milano
assistente di redazione con
ottimo inglese ed esperienza
Scritto da Ilaria Mozzi in editori libri stampati il 7 febbraio 2013
http://ticedizioni.com/
Rispondono al nostro questionario “Editori Trasparenti” Alessandro, Andrea,
Emanuele e Valentina.
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Fondazione del marchio editoriale
Il marchio Tic Edizioni è stato fondato a Roma più o meno un anno e mezzo
fa, la casa editrice ha esordito all’edizione del 2011 di Più libri più liberi. I tre
soci fondatori sono Alessandro Alessandroni, Andrea Falegnami ed Emanuele
Kraushaar.
La decisione di aprire una casa editrice
Era nell’aria, Alessandro, Emanuele e Andrea lavoravano già nell’editoria.
Alessandro come proprietario delle librerie Altroquando, Andrea come
scrittore e grafico, Emanuele con la sua free-press “Metromorfosi” e come
scrittore. Da tempo si parlava di aprire una casa editrice. Ma, consapevoli
delle difficoltà, ci si è tenuti alla larga da esperimenti poco meditati e
destinati a colare a picco in un batter d’occhio. Bisognava collezionare una
serie di idee innovative prima di iniziare. Trovare una formula che non
incastrasse la casa editrice nelle solite dinamiche commerciali.
Il progetto editoriale
Il progetto che si andava formando lentamente è quello che al momento
stiamo realizzando: pubblicare pochi libri all’anno, ma che ci piacciano
davvero, senza preclusioni di genere. Poiché per sopravvivere non vogliamo
iper-produrre libri (quantità pseudo-commerciali e poi un paio in cui
crediamo), affianchiamo ai libri la produzione di gadget editoriali, primi fra
tutti le parole magnetiche.
Storia del logo e del nome
Un tic è un movimento incontrollabile, indipendente dalla propria volontà.
Siamo una casa editrice indipendente, persino dalla nostra volontà.
DIETRO LE QUINTE
contenuto & contenitore
EBOOK
Il direttore editoriale
Nessuno in particolare.
ebook gratis
ebook vendita
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editori ebook
editori libri stampati
ENTI E ISTITUZIONI
associazioni di categoria
istituzioni governative
promozione lettura
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fiere fumetto
fiere libro
GIOCHI LINGUISTICI E
LETTERARI
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librerie ebook
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comunicazione
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di esperienza
CONVERTITORE EPUB | agenzia
letteraria
Agenzia letteraria cerca a Roma
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SOSTENIAMO
Firma per difendere pluralismo
e libertà dell'informazione
Firma per difendere
l'accessibilità dei contenuti web
Chi legge e seleziona i testi
Valentina Salvati legge i testi e opera una prima scrematura. Poi sottopone ai
tre soci i testi che le sembrano interessanti o sui quali pensa di dare una
valutazione poco obiettiva.
Criteri per la scelta dei libri
Pubblichiamo quello che ci piace. Che si tratti di un saggio, di un romanzo,
di racconti poca differenza fa. Come non ci interessa di perseguire la strada
di un unico genere. Per ora abbiamo pubblicato un romanzo, Mi faccio vivo
io, di Andrea Falegnami e un saggio inchiesta, Pazzi scatenati – usi e abusi
dell’editoria. Non possono essere paragonati, troppo diversi l’uno dall’altro.
Forse però ciò che li accomuna è l’autonomia dell’autore. Ci piacciono gli
scrittori che hanno una voce autonoma e autentica.
DOVE TROVARCI
Giovedì 18 aprile, ore 16.30
Università Cattolica di Milano,
aula G012, Largo Gemelli 1
Scegli me. Giornalismo
editoriale tra carta e web
Novità pubblicate all’anno; eventuali titoli stranieri di cui acquistate i
diritti
Pubblichiamo due o tre novità nella collana Libri. Nella collana Scripta
Magnet (le parole magnetiche) bah… dipende, quest’anno abbiamo prodotto
quattro nuove confezioni. Quanto ai titoli stranieri, per ora non ne abbiamo
nel nostro piccolo catalogo. Ma non escludiamo di pubblicarne.
Specializzazioni
Pubblichiamo libri e produciamo gadget, ma libri e gadget costituiscono per
noi un unico indissolubile. Le nostre attuali collane sono: la collana Libri (libri
di carta), la collana Scripta Magnet (parole magnetiche), la collana I have a
http://tropicodellibro.it/editori/editori-libri-stampati/tic-edizioni/
Pagina 1 di 4
Tic Edizioni | editori indipendenti in movimento | Tropico del Libro
librerie online
MARKETPLACE EDITORIALI
MATERIALI
NOTIZIE
lo stendipanni
NUMERI EDITORIA
dream (gadget relativi alla nostra metro dei sogni, siamo romani e abbiamo
voluto interpretare un desiderio collettivo dell’urbe); chiudiamo con la
collana Classici sospesi, ovvero delle mensole-libro che diventano invisibili
sulla parete.
Pubblicazione in ebook
No, non pubblichiamo in formato e-book, ma non possiamo escluderlo nel
futuro. Procediamo per piccoli passi, cerchiamo di perfezionare quanto già
facciamo.
SAPER SCRIVERE
Importanza data alle copertine e loro lavorazione
Ehm… secondo voi? (su Pinterest, NdR)
La forma per noi è parte del contenuto. Il design dei gadget, la copertina dei
libri sono essenziali. Se capita un errore a livello formale (e ci è capitato ma
non diciamo dove perché non siamo kamikaze) ci puniamo con un numero di
frustate pari a quello stabilito per errori di contenuto.
SCRITTORI ONLINE
proposte editoriali & autori
RIVISTE
riviste fumetti
riviste letterarie
SERVIZI EDITORIALI
agenzie letterarie
creazione software
cura redazionale
SOCIAL NETWORK
STRAVAGANZE
06/04/13 10:24
Trattamento delle proposte editoriali ricevute
Le leggiamo. Leggiamo le proposte editoriali che ci vengono sottoposte.
Siamo all’inizio e abbiamo bisogno di guardarci intorno. Crediamo nella
possibilità che tra gli allegati che apriamo si possa nascondere un
dattiloscritto che ci farà esclamare: “Sì, è questo!”. In questo momento
stiamo decidendo se pubblicare o meno un dattiloscritto che abbiamo
ricevuto. Non amiamo pubblicare il libro di un signor tal dei tali solo perché
qualcuno riconoscerà quel nome, tal dei tali. Diamo importanza al testo, non
al nome di chi quel testo ha scritto. Ci riproponiamo di valutare i testi
secondo questo criterio anche quando e se avremo l’opportunità di
agganciare nomi cosiddetti importanti.
Investimento economico ed eventuale compartecipazione dell’autore
Dato che ce lo hanno già chiesto, ribadiamo: NO!! NON chiediamo un
contributo agli autori. NON siamo una casa editrice a pagamento. Anzi, se
possibile, ed è accaduto, cerchiamo di dare un anticipo (in proporzione alle
nostre possibilità) all’autore.
comunicazione & lettori
Uso dei social network
Siamo presenti su Facebook, Twitter e Pinterest. Siamo piccoli e non abbiamo
un ufficio stampa interno, tanto meno qualcuno che possa occuparsi
esclusivamente dei social network. Dunque ci siamo, ma non
ossessivamente. Emanuele cura Facebook, Valentina Twitter e Pinterest.
Presentazioni nelle librerie
Non ci piace annoiare la gente. Per il 90% è ciò che si ottiene con una
presentazione. Per il 10% rimanente il risultato è l’applauso di parenti e
amici. Ecco, questo tipo di solipsismo lo rifuggiamo. Pensiamo che niente
debba essere fatto “per forza”. Dunque, la presentazione va bene solo se
accompagnata dall’intuizione che possa essere partecipata, divertente, e non
una farsa. Il contatto con chi ci segue però ci piace, perciò stiamo cercando
di proporre tornei magneTICi: le squadre si sfidano nella composizione di
determinati testi (di volta in volta si sceglie la tipologia testuale) con le
parole magnetiche. Abbiamo sperimentato la formula del torneo magneTICo
in occasione di Più libri più liberi 2012, è stato divertente.
Fiere e festival
Sin ora siamo stati a Più libri più liberi, al Salone internazionale del libro di
Torino, a Marina di Libri e al Pisa Book Festival.
Ulteriori attività di promozione
In primo luogo, rispondiamo ai questionari sulle case editrici. Ma con
parecchio ritardo, perché pare che tirarsela un po’ sia efficace. A parte gli
scherzi, abbiamo chiesto a un ufficio stampa di collaborare per il lancio di
Pazzi scatenati – usi e abusi dell’editoria. Sappiamo che per molti editori è
una promozione “normale”, per noi invece rappresenta un investimento ad
hoc, perché non abbiamo nessuno che si occupi a tempo pieno di contattare
i giornalisti e tuttavia ci rendiamo conto che credere in un libro significa
anche promuoverlo, renderlo visibile, perciò per quanto è possibile lo
facciamo. Contattiamo le librerie che non sono coperte da Medialibri per
proporre i nostri libri e gadget. Cerchiamo di migliorare lentamente ma
senza soluzione di continuità un sito Internet che ci ha fatto dannare.
promozione & distribuzione
Promotore
Siamo promossi regionalmente da Medialibri Diffusione, da pochissimo
tempo, da un paio di mesi.
Distributore
Siamo distribuiti da Medialibri Diffusione, da pochissimo, da un paio di mesi.
http://tropicodellibro.it/editori/editori-libri-stampati/tic-edizioni/
Pagina 2 di 4
Tic Edizioni | editori indipendenti in movimento | Tropico del Libro
06/04/13 10:24
premi & concorsi
Premi come casa editrice
No, abbiamo vinto il bando “Creatività” della Provincia.
Premi vinti dai vostri autori
No, i nostri autori non hanno vinto premi. Federico di Vita, autore di Pazzi
scatenati, ha vinto con la squadra omonima il Primo torneo magnetico della
storia, sconfiggendo Del Vecchio editore, Marcos y Marcos e Neo Edizioni.
Insomma, ora sembrerà pure poca cosa, ma quando verranno compilati gli
annali…
Concorsi indetti da voi
No. Solo un torneo magnetico. Siamo ludici, non lucidi.
partnership & aiuti
Finanziamenti
Abbiamo ricevuto un finanziamento dalla provincia, o meglio, dobbiamo
ancora riceverlo… lo riceveremo.
Partnership o forme di cooperazione con altri attori della filiera
Non possiamo parlare di cooperazione vera e propria, ma ci piace l’idea, ci
sono varie case editrici che ammiriamo, le cui pubblicazioni leggiamo (siamo
lettori!!), ci sono parecchie persone che lavorano nella filiera che ci piacciono
come persone. Ah, non vorremmo sembrasse l’unica cosa che abbiamo fatto
sin qui, ma ritornando al Primo torneo magnetico della storia… ecco quella
serata è stata divertente perché partecipata: Del Vecchio editore, Marcos y
Marcos, e Neo Edizioni hanno contribuito a renderla divertente, scanzonata.
etica lavorativa & ambientale
Composizione dell’organigramma della casa editrice
Tre soci più Valentina Salvati. Valentina ha il mandato di pungolare i tre soci.
I tre soci meditano su tutto e ognuno si occupa di un aspetto particolare:
Alessandro della parte commerciale, Andrea di grafica e del design delle
confezioni, Emanuele del sito. Valentina si occupa della parte più
strettamente redazionale (lettura, editing, bozze), di preventivi, griglie per le
parole magnetiche e, insomma, quel che serve.
Riflessione sulla politica adottata rispetto alle risorse umane
In sintesi: di necessità virtù.
Rapporto numerico tra dipendenti e collaboratori esterni; percentuale di
esterni che collabora con l’azienda in forma continuativa
Per ora l’unica persona che lavora continuativamente per Tic è Valentina, e ci
è capitato di chiedere la collaborazione esterna per Pazzi scatenati a una
impaginatrice e una bravissima addetta all’ufficio stampa (Ciao Ilaria!!). Si
tratta di collaborazioni legate all’impaginazione e alla promozione sulla
stampa di un titolo in particolare.
Modalità di contratto con cui lavorano i componenti dell’organigramma,
sia interni che esterni
A tempo indeterminato.
Politiche di tirocinio/stage
Non abbiamo ancora avuto un’esperienza al riguardo.
Metodi di ecosostenibilità
Avete mai sniffato i nostri magneti?
Proprietà della casa editrice
I proprietari sono i tre soci fondatori.
Note
Grazie per il questionario.
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Alessandro Alessandroni, Andrea Falegnami, editori trasparenti, Emanuele
Kraushaar, Tic Edizioni
Commenti (2)
#1 di tropicani il 7 febbraio 2013 - 13:24
Tic Edizioni ci ha gentilmente chiesto di
integrare il cognome opportunamente
reclamato, e noi l’abbiamo fatto.
http://tropicodellibro.it/editori/editori-libri-stampati/tic-edizioni/
Pagina 3 di 4
Tic Edizioni | editori indipendenti in movimento | Tropico del Libro
06/04/13 10:24
#2 di Alfredo il 7 febbraio 2013 - 12:32
sono un amico di Valentina. E anche un vostro cliente. Ho
comprato il poster “i have a dream”. Ho una domanda: perchè
Valentina, che viene citata sei volte non viene mai citata per
nome e COGNOME.
Ciao . Cambia »
Nome (obbligatorio)
Email (obbligatorio) (non verrà pubblicata)
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tropicani
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Sopravvivere grazie ai libri | Leggere il mondo
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15 March 2013
letteratura / occupazione
Sopravvivere grazie ai libri
Gaetano Farina
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Aprire una libreria e sopravvivere con l’aiuto dei libri rimane un sogno (o un’aspirazione)
ancora per molti italiani, di qualsiasi età, nonostante i segnali scoraggianti provenienti dal
mercato editoriale. Del resto, a dispetto della crisi e delle statistiche, col conforto di alcuni
recenti “esperimenti” diffusi sull’intera penisola, si deve ammettere che, specie quando si è
capaci di sviluppare un progetto originale, alternativo e ben calibrato, preferibilmente
specializzato solo su alcuni settori disciplinari, i margini di successo non sono poi così
limitati ed anche questo sogno si può trasformare in realtà. Non esclusivamente tramite il
franchising proposto dai grandi marchi del settore, ma anche, e soprattutto, con iniziative
del tutto autonome, slegate dai rigidi vincoli commerciali (e culturali) imposti dal sistemafranchising e che possono richiedere un budget di avvio attività (nettamente) inferiore.
Sono già da anni in commercio dei kit multimediali per l’avvio d’impresa anche nel settore
librario, ma, dato che trattiamo proprio di libri, è più appropriato proporre una selezione di
Per la UE, il prossimo 10 luglio (quando compirò
35 anni) avrò superato il “confine della
giovinezza”. Ciononostante, mi sento un papà
giovane visto che riesco ancora a tener testa al
mio scatenato Lorenzo che di anni ne ha solo 5.
E’ una laurea “debole” in Scienze Politiche che mi
ha spinto verso il giornalismo e a collaborare con
numerose testate fra le quali, oltre a Linkiesta,
Affari Italiani, Affari Internazionali, Lettera 43,
Narcomafie, Antimafia Duemila, Giornalettismo,
Calciomercato, Articolo 21, Giudizio Universale: un
percorso affascinante ed appassionante,
sebbene, sinora, per nulla redditizio. Eppur non
mi arrendo e per diventare un giornalista
d’inchiesta continuo a nutrirmi di libri tanto da
essermi costruito una biblioteca che non ha
nulla da invidiare a quelle pubbliche. Del resto,
non ho avuto la possibilità di viaggiare, son
rimasto impiantato sempre a Torino e per
compensare il deficit di esperienza sul campo, mi
metto a leggere qualsiasi tipo di libro. Ma ne sto
scrivendo anche uno io: dopo aver pubblicato
un dossier sulle “case editrici indipendenti”, mi
sono cimentato, infatti, nell’elaborazione di una
guida sull’ “informazione alternativa in Italia”.
Spero che i miei consigli di lettura possano
ritornarvi utili.
guide cartacee utili all’avviamento ed alla gestione di una rivendita libraria.
In quest’ambito, non si può eludere il ruolo dominante di Editrice Bibliografica, da quasi
http://www.linkiesta.it/blogs/leggere-il-mondo/sopravvivere-grazie-ai-libri
Pagina 1 di 4
Sopravvivere grazie ai libri | Leggere il mondo
quarant’anni al servizio delle biblioteche e degli operatori del libro. Tanto da aver
riproposto recentemente, aggiornata all’era dell’ebook, la guida “Aprire una Libreria” di
Alberto Galla e Giovanni Peresson. Un “must”, giunto alla sua terza edizione, che nasce
06/04/13 10:28
Archivio mensile
2012
2013
dall’esperienza didattica dei corsi della “Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri” e
che esplora ogni aspetto di quest’affascinante, ma sempre più rischiosa, attività. Da tutti i
modelli possibili di libreria (inclusa quella del franchising) alle attività promozionali,
passando per le scelte localizzative, di arredo, assortimento, dei software gestionali. Una
sezione ampia e approfondita è dedicata anche alla definizione del cosiddetto business
plan, strumento imprescindibile per misurare la validità e sostenibilità economica di ogni
idea progettuale.
Ma ai librai e a quelli che lo vogliono diventare possono risultare molto utili anche altri titoli
legati alla promozione del prodotto editoriale. Il più recente è “Comunicare il Libro” di Silvia
Frattini, nato dall’esperienza dei corsi dell’Associazione Italiana Editori, nel quale, sullo
sfondo di interviste, esempi, casi reali, e accanto agli strumenti tradizionali, sono esplorate
le nuove potenzialità offerte dalla tecnologia digitale e dal web: dai cataloghi online alle
promozioni sui social network, dai booktrailer ai testi accessibili, ecc. Consigliabile è anche il
lavoro di Fabio Severino “Marketing dei Libri. Teorie e casi di studio” che si fonda su una
ricerca appositamente condotta presso alcuni tra i principali operatori del settore editoriale
librario (De Agostini Libri, Sperling & Kupfer, Mach2 Libri, Newton Compton, RCS Libri).
Un’idea può essere anche quella, per ridurre al minimo i costi partenza, di provare a
sviluppare una piattaforma e-commerce a cui affiancare, solo successivamente, un negozio
fisico. A tal fine, ci vengono in aiuto alcuni titoli di Apogeo, primo fra tutti proprio “Il
Manuale dell’E-Commerce” di Roberto Ghislandi che, in 315 pagine, cura qualsiasi aspetto,
inclusi quelli legali e fiscali, del commercio virtuale: dalla progettazione alla logistica, dalla
sicurezza alla comunicazione, alle tecniche S.E.O. e alla web analytics, passando per design
e CMS. In versione e-book (a soli € 3.99), è disponibile, poi, “Il Libraio Digitale” in cui
Francesco Rigoli, molto generosamente, svela tutti i segreti della sua attività da librario del
web, dato che da anni ormai collabora con Simplicissimus Book Farm, una dei leader italiani
della distribuzione di ebook. Ma nella sezione del catalogo Apogeo riguardante l’editoria
digitale (www.apogeonline.com/argomenti/Editoria%20digitale) si possono reperire molti
altri titoli, a prezzo contenuto, di comprovata utilità anche per gli aspiranti librai.
Prima di avviare un’attività di questo tipo, sarebbe poi raccomandabile fare qualche
chiacchierata con chi sopravvive da anni, se non decenni, grazie al commercio di libri in
carta. Si possono trovare alcuni librai indipendenti parecchio loquaci ed estremamente
disponibili (altri un po’ meno) ad affrontare una ricognizione sulla propria attività
commerciale e a provare a tratteggiarne le prospettive future. Per questo segnaliamo la
nuova iniziativa del distributore-editore NdA press che sta immettendo sul mercato una
serie di guide che elencano e promuovono proprio tutte le librerie indipendenti delle città
più importanti d’Italia, con tanto di recensione e profilo storico per ognuna. Peccato solo che
le guide non si rivelino del tutto esaustive. Quella di Torino, ad esempio - la città del libro
per antonomasia, non solo perché ospitante il Salone, ma per il numero di librerie e lettori -,
si perde per strada qualche negozio storico o altrettanto meritevole di segnalazione.
Per conoscere meglio il mondo editoriale (incluso il suo sistema distributivo) non sarebbe
male, infine, soffermarsi su qualche capitolo di “Pazzi Scatenati” di Tic Edizioni (ecommerce.ticedizioni.com), seppur la sua visione di fondo sia pessimistica e l’approccio
marcatamente polemico. L’autore, Federico Di Vita, vantando una lunga esperienza come
addetto ai lavori, si dimostra, infatti, estremamente edotto di schemi, usi (e abusi), tecniche
di tutti i mestieri del settore presentando e rielaborando una serie di testimonianze di chi,
grazie ai libri, nonostante tutto, riesce ancora a camparci…Peccato, però, che anche questa
seconda edizione ulteriormente allungata - a dispetto delle ammirevoli competenze di Di
Vita non solo in ambito librario - si confermi un po’ confusionaria già a partire dalla
copertina che, riportando scene di soft-porno, più che attirare l’attenzione del potenziale
lettore, come sarebbe negli obiettivi, non chiarisce la collocazione disciplinare dell’opera.
Inoltre, a nostro avviso, per agevolare ed alleggerire la lettura di un testo così corposo,
sarebbe stato meglio riordinare sistematicamente i vari contributi esterni raccolti,
sicuramente preziosi, più che riportali integralmente in forma dialogica. Confidiamo, quindi,
in una terza edizione decisamente migliorata…
http://www.linkiesta.it/blogs/leggere-il-mondo/sopravvivere-grazie-ai-libri
Pagina 2 di 4
Sopravvivere grazie ai libri | Leggere il mondo
06/04/13 10:28
Gaetano Farina
parole chiave: Apogeo / aprire una libreria / bibliografica / comunicare il libro / e-commerce / guida alle
librerie indipendenti / il libraio digitale / marketing dei libri / nda press / pazzi scatenati / tic
argomenti: letteratura / occupazione
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!!!
pazzi scatenati, due volte
di federico di vita
c’è chi sostiene che a dargli fastidio fossero gli assai
dere all’inutile’s Eminenza Grigia che mi ha fatto per
medesima esposti all’inizio del libro: in quella che
era un’inchiesta sul mondo della piccola editoria
mi sarei sentito di tradire me stesso se non avessi
messo sul tavolo per prima cosa le condizioni a cui
desiderata: «Mi piacerebbe leggere un pezzo in cui
uno scrittore che ha pubblicato due edizioni del suo
Pazzi
sto o un altro decise di liquidarmi. Le copie, come
detto, erano fresche di stampa ma non mi era stato
scatenati
zioni ce ne sono diversi e inoltre sin dall’inizio que
sto era quello che volevo fare.
che il trattamento subìto non mi era piaciuto, decisi
che avrei sì siglato un accordo di pubblicazione, ma
alle mie condizioni: mi sarei tenuto tutti i diritti
del libro, all’editore non restava altro che vendere le
copie già stampate, altrimenti sarebbero andate al
malmente si cedono al primo editore e convincere
tore sia disposto a pagare per ripubblicare un libro
zione di Pazzi scatenati uscì.
caso i diritti erano miei e quindi quello che in teoria
è l’ostacolo più grande non c’era: il libro era disponi
cui è uscita la prima edizione di Pazzi scatenati era
16
mi ero ripromesso di approfondire. La verità è che
sapevo di voler ampliare il campo d’indagine quando
sto ha senso. Per spiegare questo interesse bisogna
chiamare in causa la natura stessa di Pazzi scatenati,
la cui prima edizione ha destato qualche attenzione.
È scomodo per me fare valutazioni ma credo che il
merito principale della prima edizione fosse quello
di mettere per la prima volta nero su bianco un certo
numero di considerazioni note agli addetti ai lavori,
ma che sfatavano la percezione comune: in molti casi
i piccoli editori non sono i celebrati paladini della
questa aveva anche un difetto prettamente editoriale:
troppo piccolo per un libro così ricco di note. Pazzi
scatenati, come detto, ha avuto un certo risalto e la
mia speranza di ripubblicarlo è andata in porto gra
indipendente mi ha proposto di pubblicare una nuova
versione del libro, ma a parte che avevo dato la mia
parola a Tic, sono convinto di aver avuto in questo
modo più libertà autoriale a disposizione. La tiratura
sarebbe stata più o meno la stessa ma la dedizione al
testo in questo caso probabilmente è stata maggiore
quanto invece una masnada di dilettanti allo sbara
glio, i protagonisti di quelli che da qualche parte ho
spesso basano la loro produzione sullo sfruttamento
vani che provano a costruirsi un mestiere nell’am
sono i gadget, è normale che quell’unico libro lo curi
che pubblicare con un editore piccolo ma mental
mente libero come il mio, sia attualmente la versione
tranchant
fatto che parlando solo dei piccoli editori il libro evi
tava di trattare una serie di questioni limitrofe che
17
approssimazione di quella formula che al momento
e abusi dell’editoria
Per concludere la mia risposta arrivo al perché.
Ho voluto ripubblicare Pazzi scatenati perché sentivo
di poter dire di più e meglio. E non parlo solo dei dati
in questo mondo, di quanto sia rischioso, e, leggen
dolo tra qualche lustro, di cosa sarà stato il lavoro
editoriale nei primi decenni del terzo millennio.
un anno invecchiano, ma per me questo conta poco
questione non sono i dati, quello che volevo fare con
tanti ruoli che questo ambiente propone. La mia in
ritratto le diverse arti che compongono il lavoro edi
Al
legoria del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti
è perché la situazione lavorativa che mi sono tro
vato di fronte è quella che è. La nuova edizione di
Pazzi scatenati sin dal sottotitolo dimostra un’ambi
Usi e
abusi dell’editoria
Federico di Vita è nato nel 1982. Negli ultimi cinque anni ha lavorato per due sedicenti editori,
per un negozio di cianfrusaglie e per una libreria. Il suo biografo ritiene che in Pazzi scatenati
si parli di tutto ciò, non necessariamente in tale
ordine. Per questo è stato querelato: l’interpretazione era troppo audace, la biografia non autorizzata e poi “lavorato”, in certi ambienti, è un’offesa su cui proprio non si può passare sopra.
18
Presentazione di “Pazzi scatenati” di Federico di Vita | Via dei Serpenti
Informazioni
06/04/13 10:31
Presentazione di “Pazzi scatenati” di Federico di Vita
Articolo scritto il 05 apr
2013, si trova in Eventi.
Oggi
alle
18.15
presso
Mammut
Pigneto
(circonvallazione Casilina 79, Roma), Federico di
Vita presenterà il suo libro Pazzi scatenati. Usi
Tag
e abusi dell’editoria italiana (pubblicato da
Tic Edizioni). Insieme a di Vita interverranno
editoria, presentazioni,
saggistica, tic edizioni
Graziano dell’Anna e Chiara Di Domenico.
«”Io sarò pompiere!” proclamava Grisù alla fine di
ogni
episodio.
meccanico,
la
Il
pompiere,
maestra…
la
cassiera,
qualunque
il
mestiere
appare più ragionevole dell’editore. E allora perché
in
migliaia
continuano
a
provarci?
Perché
altrettanti giovani si ostinano a bussare alle
redazioni di un settore blindatissimo?
“Pazzi scatenati” accelera il processo del disincanto
di aspiranti addetti ai lavori, mormora all’orecchio cosa dice il vicino e nutre il
pettegolezzo, spiega perché scrivere meglio di Faletti non paga mai, soprattutto se non si
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scatenati” di Federico di
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dal dissesto” di
Massimiliano Borelli
è Faletti. In omaggio il tassello dell’editoria, per costruire il grande puzzle dello stivale
04 apr 2013
alla deriva.»
FUORI CAMPO: intervista a
dr.pira
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Pagina 1 di 2
Per il corpo di mille cyber-balene, ahr : minima&moralia
06/04/13 10:19
minima&moralia minimumfax
Cos’è minima & moralia
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Per il corpo di mille cyber-balene, ahr
di Federico di Vita pubblicato giovedì, 21 febbraio 2013 · 4 Commenti
http://www.minimaetmoralia.it/wp/ebook-pirateria/
Pagina 1 di 9
Per il corpo di mille cyber-balene, ahr : minima&moralia
06/04/13 10:19
A dicembre è uscita la nuova edizione di Pazzi scatenati – Usi e abusi dell’editoria, stavolta per Tic, una
minuscola casa editrice che pubblica un libro e mezzo l’anno e si finanzia vendendo parole magnetiche. O
qualcosa del genere. Non mi trovo molto a mio agio a parlare del libro ma un paio di frasi sono nella
condizione di doverle proprio mettere insieme. E sia: per me Pazzi scatenati è uno scritto sulla vanità,
sull’illusione e sulle «odiose velleità» (per dirla con Marco Montanaro) che regolano tanta parte della filiera
editoriale. Circostanze che hanno portato un’abbondante sezione della filiera medesima a prostrare una
generazione di precari, dal canto loro correi di partecipare alla giostra – anche questi si sono illusi col
sudore dei loro anni migliori di poter cambiare qualcosa. Non era vero, non era possibile, o almeno quasi
mai. Ammesso che il libro un merito ce l’abbia è quello di parlare di queste cose con una certa levità.
minima&moralia mi offre l’onore di proporre qualche pagina dalla nuova edizione. Discorrendone un po’ si è
pensato di prendere uno stralcio da un capitolo sui nuovi media. In particolare nel brano qui sotto si parla
degli scan ripper, una delle misconosciute figure che popolano il panorama della cometa che (forse)
stravolgerà il mercato del libro che conosciamo oggi.
***
Nel business editoriale ci sono solo due attori ad avere il futuro garantito: i lettori e gli autori, a cui paghiamo
il 70 per cento dei diritti. Tutti gli altri devono lavorare per assicurarsi un futuro. L’ecosistema che ruota
intorno al libro dovrà adattarsi al nuovo e per farlo bisogna sforzarsi di creare valore aggiunto. Non si vince
mai se si combatte contro il futuro: il futuro vince sempre.
Jeff Bezos
Il capo di Amazon, Jeff Bezos, ci mette in guardia: «Il futuro vince sempre». E una delle partite che il futuro
propone al mercato del libro è quella della pirateria e delle nuove formule di fruizione artistica. Lo abbiamo
visto con la musica, abitudini come quella del peer-to-peer, la pratica di scaricare file piratati su Internet,
fanno presto ad attecchire. Un passo avanti si fa quando si riconosce che in realtà chi si scarica i file altri non è
se non un cliente a cui è negato un servizio. Quale? La possibilità di scaricarsi film, musica, libri – non tanto
http://www.minimaetmoralia.it/wp/ebook-pirateria/
Pagina 2 di 9
Per il corpo di mille cyber-balene, ahr : minima&moralia
06/04/13 10:19
senza pagare – ma in modo libero e senza avere ogni volta l’onere di dover spendere per un prodotto che
ancora non conosce. Perché ormai ci siamo abituati a questa possibilità.
Chi sarà in grado di accettare la scommessa della fruibilità – un sistema che per quanto combattuto da
produttori, editori, tycoon è stato ormai assorbito dall’utenza media al punto che potrebbe essere riconosciuto
come un segno dei tempi, un cambio di paradigma nel campo della ricezione artistica – potrebbe ritrovarsi per
le mani le carte per vincerla. Chi invece si ostinerà ad arroccarsi sulle proprie posizioni, fissando il prezzo di
un e-book a 11,99 euro, sarà seppellito dai tempi [Cfr Roberto Giacobbo, Aldilà, o in altre parole: rip].
«Perché mi devo comprare il disco di Tiziano Ferro rischiando 20 euro senza sapere se mi piace?» si domanda
Andrea Belli, raffinato web designer. «Io voglio scaricarmelo, senza pagare. Ma non perché non voglio dare i
soldi a Tiziano Ferro. Non voglio spendere 20 euro a prescindere da Tiziano Ferro; se invece mi chiedessero
un euro per il suo disco – e io avessi un minimo di interesse – me lo scaricherei, è un euro, sticazzi. Come sta
succedendo nelle applicazioni per iPhone. La gente ne scarica una marea, senza sapere se servono, gli
piacciono perché costano 79 centesimi. C’è un download compulsivo di cose. Io mi scarico di tutto, ci stanno
le applicazioni gratuite, le applicazioni gratuite infarcite di pubblicità (succede il più delle volte su Android).
Esiste questa libertà di scaricarsi la roba senza un onere di prezzo. Ora, in America questa cosa succede già:
paghi un abbonamento a un servizio, 10 o 12 euro al mese. Per esempio c’è Netflix[1]. In realtà ce ne sono
vari, Netflix è il più famoso, è per i film. Per la musica la stessa Amazon ha un servizio di download per
abbonamento».
Per quanto riguarda il mercato editoriale non c’è ancora niente di simile nemmeno negli Stati Uniti, però non è
impossibile immaginare anche per i libri uno scenario di questo tipo. Del resto i file testuali favorirebbero il
peer-to-peer migliore in assoluto: essendo file leggeri si potrebbe godere dell’intero servizio (tutto il libro) in
una frazione di secondo (per musica, serie tv e cinema i tempi di download vanno da qualche minuto a qualche
ora).
«Pagando un fee mensile, cioè una tassa sulla cultura, in America io ho la possibilità non tanto di avere quello
che mi piace – perché per quello che mi piace ce li spendo dodici euro – ma di poter scaricare quello di cui non
sono sicuro. La differenza è questa. Sto pagando un piccolo abbonamento per tutto ciò di cui non sono certo,
che voglio provare.
«Se ci pensi è una tassa sulla cultura. Pago dodici euro al mese e posso accedere a tutto quello che voglio.
Questi dodici euro tu li puoi chiamare abbonamento, ma effettivamente è una tassa. Per cui io ti do dodici euro
per i film, dodici per la musica, dodici euro, un domani, per il mercato dell’editoria. Prima o poi sta cosa
probabilmente diventerà statale. A un certo punto s’arriverà al fatto che tu avrai un account, ok? Avrai un
account, sarà riconosciuto come legale quello – stiamo parlando quasi di fantascienza eh, però sarà più o meno
così – non avrai numero di telefono, carta d’identità, carta di credito, non c’avrai un cazzo: avrai un account a
cui tutto è riferito, e da quell’account potrai pagare una tassa per avere tutto quello che ti pare. Perché i mercati
della musica, del cinema e dell’editoria saranno liberi, dal punto di vista privato. E considera che per quanto
riguarda i film e le serie tv succederà presto. Nell’arco di un anno e mezzo ci sarà Netflix pure in Italia».
Al di là degli scenari più o meno futuribili appena vaticinati, bisogna riconoscere che l’occasione che si
presenta al mercato editoriale è proprio questa: l’opportunità di sapersi avventurare in uno spazio vergine, di
poterlo coltivare. Volendo lanciare un’ipotesi tra le infinite possibili si potrebbe dire che per un gruppo di
editori medio-piccoli non sarebbe nemmeno troppo costoso tirare su una struttura del genere. Si tratterebbe di
organizzare un sistema per cui pagando un abbonamento i lettori avrebbero diritto a scaricarsi in formato ebook tutti i libri che vogliono degli editori aderenti. Sarebbe controproducente? Non credo, piccole e medie
case editrici sfruttando al meglio il meccanismo del rental potrebbero attrarre un pubblico che sinora non
avevano. Tutta quella fascia di lettori che non se la sentiva di acquistare testi di editori sconosciuti, magari
potendo fruirne liberamente e a costi contenuti, si accosterebbe a libri prima trascurati. E leggendoli si
appassionerebbe. E appassionandosi finirebbe per volerli comprare – di carta.
http://www.minimaetmoralia.it/wp/ebook-pirateria/
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Per il corpo di mille cyber-balene, ahr : minima&moralia
06/04/13 10:19
«Io è una vita che non compro un disco, mi scarico tutto ovviamente. Però se qualcuno mi dicesse che con
dodici euro al mese avrei accessibilità tranquilla a quello che scarico, a roba di qualità, senza il rischio di
scaricarmi un porno o un cd compresso male… ma è sicuro che ce li metto dodici euro. Piano piano s’arriverà
a quella cosa che t’ho detto dell’account. Facebook – che è un sistema rudimentale – è comunque un primo
passo verso uno strumento che ti consente di fare tutto. Facebook è integrato già con tutto. Quando si fa un sito
non si usano più i propri account, non si cercano i propri clienti: ci si rivolge a quelli di Facebook e di Google,
che in qualche misura sono certificati da loro. Che poi non si sa mai eh, Internet è una cosa talmente arretrata
che può succedere ancora di tutto. Stiamo all’età della pietra con Internet. Perché si vede che esiste. Il
problema di Internet è che si vede che c’è. La tecnologia è fatta bene quando è invisibile. Col computer tu vedi
ancora i file, ancora vedi la corrente. Un domani tu non vedrai più la corrente, vedrai la luce».
Andrea Belli ci ha fatto notare come chi scarichi illegalmente sia «un cliente a cui è stato negato un servizio»,
a me piace pensare che si tratti di una persona che sente la necessità di soddisfare un bisogno non ancora
percepito. Ed è proprio per soddisfare questo bisogno che è nata la pirateria editoriale. L’affascinante regno
sommerso degli scan ripper è l’ultimo scorcio di asteroide che mi concedo di indagare – la lente ce la fornisce
ancora Luca Calcinai – e, dopo questo, che il masso ci colpisca pure, e vada come vada.
«La pirateria esiste da prima che gli editori iniziassero a pensare agli e-book. Chi legge molto, e ne ha scoperto
le caratteristiche, ha subito apprezzato i vantaggi della lettura digitale. Personalmente ho iniziato “solo” nel
1999, e all’epoca l’offerta legale di libri che non fossero di pubblico dominio era praticamente assente. I lettori
avevano fame di libri e gli editori non venivano incontro a queste esigenze. È nata così la pirateria editoriale,
una pirateria ben diversa da quella di altri settori. Mentre nella musica, nei film e nei videogame i pirati si
limitano a duplicare prodotti digitali già esistenti, in campo editoriale il pirata parte dal libro di carta, lo
scannerizza da cima a fondo, lo passa all’ocr per estrarne il contenuto in forma testuale, lo rilegge per
correggere i frequenti errori di scansione e rimuovere intestazioni e numeri di pagina, e lo reimpagina
editandolo graficamente in modo che rispecchi quanto più possibile l’originale. A volte il pirata ha una propria
linea grafica personale, e in tal caso edita da capo i contenuti perché rispecchino il suo stile. In passato si sono
succeduti diversi gruppi che hanno organizzato i propri lavori in collane, ad esempio La biblioteca del brivido,
una collana realizzata da un piccolo gruppo di scan ripper che si dedicava prevalentemente a thriller, horror,
fantascienza e fantasy; oppure Bluebook che invece prediligeva narrativa e saggistica. Queste persone hanno
cessato l’attività da tempo, ma altri gruppi si sono succeduti. Alcuni si sono dati anche una sorta di “etica”
scannerizzando solo libri fuori catalogo (anche se ancora sotto diritti) o libri usciti da almeno un anno.
«Inoltre da qualche tempo si trovano per i canali del peer–to–peer anche libri prodotti nativamente in digitale
dagli editori, libri che sono stati acquistati da qualcuno e da questo qualcuno liberati dalle protezioni e messi in
circolazione, ma questo genere di copie (peraltro spesso già “disponibili” come scansioni da cartaceo) sono
una minoranza».
Al settembre 2012, sono circa 36.000 i titoli presenti nei cataloghi legali, mentre è ragionevole stimare a circa
70.000 i titoli reperibili illegalmente. È evidente che la pirateria non si ferma con l’applicazione di drm ai libri
digitali, perché comunque la fonte primaria a cui attingono gli scan ripper è la carta, e la carta non si può
proteggere in alcun modo:
«I lettori che si sono avvicinati al mondo digitale hanno sempre attinto al catalogo degli scan ripper, è inutile
negarlo, ma in genere hanno sempre premiato le vie legali quando si sono rese disponibili. Come è possibile
quindi arginare il fenomeno della pirateria? I drm sono inutili e ora [in nota[2], N.d.A.] ti spiego il perché.
Come mai gli editori insistano nell’adottare a tappeto questa falsa protezione, invece di implementare un
watermark[3] (che al contrario è più difficile da rimuovere e più accettabile agli occhi dei lettori) è
incomprensibile, per me come per molti lettori abituali di e-book. Ho chiesto ad alcuni editori tra i più solerti a
implementare il drm perché insistessero, malgrado le indicazioni contrarie anche dell’aie. Le risposte si
possono riassumere in “noi lo elimineremmo, ma gli autori lo esigono”. Ho chiesto ad alcuni autori, tra cui
http://www.minimaetmoralia.it/wp/ebook-pirateria/
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Per il corpo di mille cyber-balene, ahr : minima&moralia
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Carlo Martigli e Marco Buticchi, e mi è stato risposto che quelle cose le decidono gli editori…
«Insomma, se vogliamo rendere inutile la pirateria bisogna batterla sul suo terreno. Un esempio di successo,
come dicevamo prima, sono gli store di Apple: musica e applicazioni sono reperibili in tempo reale a un
prezzo irrisorio. Chi si rivolge al “lato oscuro” per procurarsi da leggere non lo fa solo perché si tratta di
contenuti gratuiti. Il motivo principale è la facilità di reperimento».
[1] Negli Stati Uniti Netflix è stato il primo servizio di rental. È partito affittando tramite abbonamento
mensile cinque film, che venivano inviati all’utente per posta. A restituzione avvenuta, l’abbonato poteva
ordinarne altri cinque. Funzionava così da prima della rete, ed era molto popolare: a fronte di un abbonamento
abbordabile (12 dollari al mese) il cliente godeva di una fruibilità continua. Non rischiava di spendere per un
film che non gli piacesse, era continuamente nella condizione di riceverne di nuovi.
[2] «Un drm cripta i contenuti rendendoli illeggibili. Aprendo un file criptato ti troverai di fronte a
un’accozzaglia di caratteri apparentemente casuali che nulla hanno a che vedere col file originario. Per
decrittare questi contenuti c’è bisogno di una chiave che decodifichi il testo, un po’ come il procedimento
descritto nello Scarabeo d’oro di Edgar Allan Poe: a ogni lettera era associato un diverso simbolo e per
decifrarlo serviva una tabella di corrispondenza. Ma come funziona in pratica? Facciamo l’esempio del drm
Adobe, quello più diffuso sui file ePub e pdf; quello che crea più problemi. Innanzitutto un utente che desidera
acquistare (e leggere!) libri protetti col drm Adobe deve scaricare un’applicazione che si chiama Adobe Digital
Editions disponibile per Windows e per Mac O SX (ma non per Linux). Poi deve installarlo sul proprio
computer. A questo punto ade chiede di “autorizzare” il computer. Se si acconsente, ade chiede una e-mail e
una password e con queste crea la cosiddetta Adobe id (un account che viene generato dai server della Adobe)
e genera la chiave di decrittazione personalizzata che risiederà sul computer stesso. Il computer è autorizzato,
resta da sbloccare il dispositivo di lettura (mica leggerete un romanzo sullo schermo di un pc?). Colleghiamo
l’e-reader, il tablet (o lo smartphone, se avete gli occhi buoni) al pc e nuovamente ade ci chiede se vogliamo
autorizzare il dispositivo collegato. Ne possiamo autorizzare cinque. Tutto ciò va fatto prima di acquistare un
qualsiasi libro protetto, e tutto ciò è quanto normalmente non viene fatto dall’utente ignaro di queste
procedure. Siamo pronti ad acquistare il nostro libro preferito. Andiamo su uno degli store on-line, lo
mettiamo nel carrello, scarichiamo un file. Quel file non è un ePub (o pdf), ma un file con estensione .acsm. Il
lettore che non ha effettuato la prima parte ed è passato subito all’acquisto non sa che farsene. Non c’è verso di
leggerlo e si imbufalisce. Chi invece ha fatto tutta la procedura precedente può accedere al file .acsm. Che non
è altro che la descrizione di ciò che si è acquistato, e che viene inviato (tramite ade) al server Adobe che
accederà al libro richiesto, lo cripterà con le credenziali dell’acquirente e lo scaricherà direttamente nel pc.
Solo in quest’ultima fase riceviamo un file ePub (o pdf) contenente il libro vero e proprio, libro che può essere
letto solo sul pc e sui dispositivi autorizzati».
[3] Con watermark si intende l’inserimento di informazioni personali relative all’acquirente visualizzabili
direttamente all’interno dell’e-book acquistato. Il watermark non impedisce l’accesso al contenuto ma essendo
solitamente posizionato nella zona del frontespizio è comunemente considerato un buon deterrente,
difficilmente verrà infatti commercializzato un libro con su scritto “copia di Tizio”.
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Categorie: editoria · Tag: Amazon, Andrea Belli, Carlo Martigli, drm, eBook, Edgar Allan Poe, Jeff Bezos,
Luca Calcinai, Marco Buticchi, Netflix, pirateria digitale, Roberto Giacobbo, scan ripper, Tiziano Ferro
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Pazzi unchained « Blog senza qualità
06/04/13 10:13
Blog senza qualità
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Pazzi unchained
23 gennaio 2013 eziotarantino Lascia un commento Go to comments
Pazzi scatenati, di Federico di Vita, per i tipi, anzi, per quei bei tipi di
Tic Edizioni, è il libro che vi farà passare la voglia di scrivere un libro (auspicabile), di voler lavorare in
una casa editrice (tanto è impossibile, almeno venendone pagati), di fondare una casa editrice (ovvio), di
aprire una libreria (a meno che non vogliate andare falliti prima di quanto non immaginiate), di entrare in
una libreria (resistete, ha ancora un senso), forse anche di leggere un libro (per lo meno non con la stessa
innocenza di prima).
Pazzi scatenati parla in modo aggiornato, competente, ironico, dissacrante, puntuale del mondo
dell’editoria italiana, e non per caso la copertina (inclusi i risvolti e la quarta) allude (qualcosa di più) al
cinema porno degli anni settanta.
Non si salva (quasi) niente dell’editoria italiana, forse qualche piccolo editore resistente (purché non
troppo piccolo: quelli sono i peggio). Non si salva niente della catena editoriale (dalla creazione, alla
produzione, alla distribuzione, alla vendita, alle leggi che regolano tutto ciò). C’è amarezza profonda
dietro ogni pagina. Non cattiveria, o manie distruttive fini a loro stesse.
Ce n’è per tutti: dai piccoli editori che non pagano mai i loro collaboratori (gli stagisti), che pubblicano
libri invendibili e illeggibili, ai grandi editori, ai giovani scrittori, opinioni raccolte da esperti del settore
(editori medi e grandi, librai, agenti, critici letterari: al vetriolo, per l’appunto le parole di Guido
Vitiello nei confronti dello stato della letteratura italiana e di tutto ciò che la circonda - se vogliamo un po’
generiche e poco argomentate) alle grandi librerie-supermercato.
Un ritratto in sedicesimo del nostro paese, prima ancora che di un suo particolare settore economicofile:///Users/ilaria/Desktop/rassegna%20stampa%20PAZZI%20SCATENATI/Pazzi%20unchained%20«%20Blog%20senza%20qualità.webarchive
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Pazzi unchained « Blog senza qualità
06/04/13 10:13
Finitòria
Chi ha ucciso Nicola Barracco?
E, soprattutto, cosa ha fatto il
gentile, l’amato, il brillante
Nicola per meritare la morte?
Perché Ruggero Sanvitale, zio
della vittima e notabile di
provincia, assume l’avvocato
Pietro Cassisa per condurre
indagini private? E perché
Sanvitale sente di doversi
difendere anche se nessuno
l’accusa di nulla? Lo trovate su
Amazon.it (€ 16,20 la carta, €
7,99 in formato Kindle), e su
Ultima Books, sempre a € 7,99,
in formato EPUB
(http://www.ultimabooks.it/finitoria)
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Pazzi scatenati. Usi e abusi dell’editoria | 10 righe dai libri
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06/04/13 10:21
Copert ine 10 righ e
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Federico di Vita
Pazzi scatenati. Usi e abusi dell’editoria
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Tic Edizioni 2012
Incipit
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È da svitati anche stare qui a parlarne di questa faccenda, è chiaro.
Insomma sì, ieri sguazzavo tra le rovine delle vasche delle
murene di Ventotene, la sera prima facevo la scarpetta con la bufala
nel sugo del guazzetto di scampi, e cazzo: questo è il genere di cose
che si devono fare l’8 agosto.
Il plico con i primi capitoli di questo libro giaceva placido sulla
mensola di una credenza sistemata chissà perché in camera
da letto, si godeva il panorama sull’isola di Santo Stefano che affiora
dalle acque come un capodoglo; per una settimana se l'è spassata
anche lui. [...] Leggi le prime 56 pagine del libro
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dislessici famosi raccontati ai
ragazzi
La città d'oro
isbn 978-88-906440-3-0
Nella vita tutto può cambiare
Primi capitoli del libro di
La signora della tentazione
Federico di Vita, Pazzi scatenati. Usi e abusi dell’editoria, Tic
Edizioni, novembre 2012
101 modi per allenare
l’autostima
Nostalgia dell’ombra
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Il destino di Hartlepool Hall
dal 29/01/2013
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Amore, zucchero e cannella
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Il Mangianomi
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Pazzi Scatenati in giro per la fiera | Ghigliottina.it | Un nuovo taglio all'informazione
06/04/13 10:12
Pazzi Scatenati in giro per la fiera
Posted on 12 dicembre 2012
Un divertente percorso attraverso i temi scottanti dell’editoria
di Giorgia Braico
A prima vista, pazzi scatenati lo sembrano anche
loro, gli ospiti presenti all’incontro sul libro Pazzi
scatenati – usi e abusi dell’editoria italiana, alla
fiera annuale “Più libri più liberi”, a Roma.
C’è
l’autore
Federico
Di
Vita,
c’è
Guido
Vitiello (che ha recensito il volume) presente nei
panni di “critico”, anche se questa osservazione gli
va subito stretta, e, infine, ecco Alessandro
Alessandroni
della
Tic
Edizioni,
e
Marco
Zapparoli, editore della Marcos Y Marcos.
—
fonte immagine: Giorgia Braico
Fin dall’inizio, si capisce che non sarà un evento
come gli altri. Vitiello e Di Vita si dichiarano subito
entusiasti di essere a questa fiera con un libro che
“parla male” della fiera stessa, alludendo ad uno
dei capitoli più divertenti in cui, tra gli altri, viene raccontato l’aneddoto della presenza di almeno un libro di Erri De
Luca in ogni stand.
Scherzi a parte, presentare una nuova pubblicazione è sempre emozionante; provano tutti un certo imbarazzo,
tra risatine e lunghi attimi di silenzio, ma poi il discorso parte e si “interrogano” a vicenda sui vari aspetti di questo
libro, in versione accresciuta e aggiornata rispetto all’uscita dello scorso anno, e con una copertina tutta
nuova, provocatoria, con una grafica ai limiti del grottesco ma che riassume perfettamente il carattere
goliardico, anche se di contenuto serissimo, della pubblicazione.
Federico Di Vita illustra subito le motivazioni principali per la stesura di questo testo, ossia il suo trascorso
non proprio felice nel campo dell’editoria che lo spinge a voler indagare i motivi che rendono così difficoltoso
interfacciarsi con questo “mondo”.
Il libro, attraverso aneddoti, testimonianze ed interviste, mostra, in modo ironico ma scorrevole e ben scritto,
tutto ciò che si cela dietro il meccanismo editoriale italiano: reti di contatti, interessi, difficoltà di distribuzione e
di pubblicazione di libri che nemmeno arrivano sugli scaffali, fino allo sfruttamento dei lavoratori, in special modo
giovani, “ricattati” con la prospettiva di stage in un settore talmente vasto che, per tanti motivi, appassiona ma,
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Pazzi Scatenati in giro per la fiera | Ghigliottina.it | Un nuovo taglio all'informazione
06/04/13 10:12
per altrettanti motivi, non funziona come dovrebbe, e soprattutto non fornisce un ritorno adeguato alla
passione, allo sforzo, ed al grado di qualifica.
Il volume, a detta degli editori, traccia un quadro aggiornato, realistico ma reso in maniera divertente, ed invita
alla “coerenza” editoriale, ossia al rispetto delle promesse fatte non solo ai lettori ma anche agli stessi lavoratori
del settore.
Dopo un ironico suggerimento, da parte degli altri ospiti, a non dipingere il volume e se stesso all’insegna del
“solito lamento del precario”, l’autore viene invitato prima a trovare anche qualche lato positivo in questo
ambiente, ed infine a proporre soluzioni, con il classico gioco “che faresti se fossi l’imperatore dell’editoria?”.
Ma la risposta, tagliente quanto sarcastica, arriva puntuale: far chiudere tutte le case editrici!!
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editoria, Federico Di Vita, fiera, libro, più libri più liberi, più libri più liberi 2012, pubblicazione, roma,
sfruttamento, Tic Edizioni da ghigliottinapuntoit . Aggiungi il permalink
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3 PENSIERI SU “PAZZI SCATENATI IN GIRO PER LA FIERA”
Art1
il 12 dicembre 2012 alle 14:25 scrive:
Ma lo sfruttamento dei lavoratori e i “ricatti” non sono forse cose da
Italia di oggi? Davvero si ritiene che questa cosa sia esclusivamente
circoscritta all’editoria e quindi si vuole far passare questo settore come
“malato”? Per me è malato il paese, purtroppo.
alessandro
il 12 dicembre 2012 alle 14:42 scrive:
certo è vero. Nessuno pensa che la questione sia circoscritta
all’editoria, ma che abbia dei tratti peculiari che valga la pena
approfondire, anche per il fascino che questo settore, già stori‐
camente “povero”, continua a suscitare nelle persone che vor‐
rebbero entrarvi e non ne conoscono minimamente i meccani‐
smi
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Pazzi Scatenati in giro per la fiera | Ghigliottina.it | Un nuovo taglio all'informazione
06/04/13 10:12
Art1
il 12 dicembre 2012 alle 14:52 scrive:
Appunto per questo … non credo che sia mai stato un
mistero la difficoltà che hanno i piccoli editori, qualcuno
si è mai chiesto quali sono i loro bilanci e con che sacri‐
fici si va avanti? Questi dati sarebbero da inchiesta gior‐
nalistica. Invece di dire chiudiamoli tutti, ci si dovrebbe
interrogare sul perché si è in questo stato. Altrimenti eli‐
miniamo tutta la varietà che per fortuna esiste nel nostro
paese, a favore dei grandi gruppi (in qualsiasi settore)
che danno lavoro sfruttando ugualmente e spesso ricat‐
tando. Non ci prendiamo in giro.
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Paolo Bianchi, ''Vi spiego il meccanismo infernale che costringe gli editor…are più di 200milioni di libri l'anno'' . libreriamo.it - recensioni libri
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Paolo Bianchi, ''Vi spiego il meccanismo infernale che
costringe gli editori a pubblicare più di 200milioni di
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Tags: Paolo Bianchi, Libero, editoria, Federico di Vita, Pazzi scatenati. Usi e abusi
dell’editoria, Tic Edizioni, libri, lettura
Il giornalista di Libero illustra il malfunzionamento della filiera editoriale, che
porta a immettere sul mercato un’enorme massa di libri che restano invenduti e
vengono mandati al macero
MILANO – 213 milioni e 163 mila: tanti sono i libri stampati ogni anno dalle
numerosissime case editrici – oltre 7 mila – presenti in Italia, a fronte di una popolazione
composta per il 50% da persone che non leggono nemmeno un libro all’anno. È questa la
paradossale situazione riassunta dal giornalista Paolo Bianchi in un articolo apparso
recentemente su Libero, che fa riferimento a un saggio-inchiesta di Federico di Vita sul
mondo dell’editoria, “Pazzi scatenati. Usi e abusi dell’editoria”. Il giornalista ci aiuta a
comprendere come si è creata questa situazione.
Come si è creata questa situazione?
Il motivo più probabile è un malfunzionamento del sistema: le case editrici, per essere
visibili e poter sopravvivere, devono produrre un certo numero di titoli all’anno, anche
quelle piccole, sicché sono costrette a immettere continuamente novità sul mercato. I
librai li acquistano, ma con diritto di resa. Quando i librai fanno l’ordine, l’editore può
fatturare, e dopo qualche mese incassa i soldi. Una volta però che il libraio gli dà le rese,
l’editore dovrebbe restituirgli i soldi corrispondenti. Per non dover tirare fuori la liquidità
allora, copre il debito con l’invio di altri libri, cioè immette altri titoli sul mercato. Questo
comporta un continuo gettito di libri dalle case editrici, da quelle più grandi, Mondadori,
Rizzoli, il Gruppo Mauri Spagnol, che hanno anche i loro canali distributivi, a quelle medie
e piccole. Si ha così un’iperproduzione di volumi, che per evitare gli alti costi di magazzino
– cui si aggiungono le spese di trasporto e quelle per mantenere il personale che se ne
occupa – spesso vengono mandati al macero, per poi eventualmente essere ristampati. Ci
sono decine di tonnellate di libri che vengono macerati ogni giorno. Tra l’altro ci sono
editori che vengono pagati a 210 giorni: a volte i libri vengono resi ancor prima che il
libraio li abbia pagati, addirittura a volte gli scatoloni tornano dietro intatti. L’unico che ci
guadagna, l’unico che non deve subire perdite, è il distributore, chi di fatto muove questa
massa di carta.
C’è un modo per uscire da questa impasse?
Recentemente alcuni editori, anche piccoli e medio-piccoli, come minimum fax, avevano
proposto una decrescita intelligente: l’idea era quelli di accordarsi per produrre meno titoli
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elezioni regionali, la cultura non c'è.'' E' quanto
... (Letto 329 volte)
Domani a Roma un nuovo appuntamento con
Libera Libri, iniziativa che promuove lo
scambio gratuito di libri tra i cittadini
Un'iniziativa nata per promuovere l'incontro, il
dialogo e lo scambio che ha al suo centro ... (Letto
299 volte)
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Paolo Bianchi, ''Vi spiego il meccanismo infernale che costringe gli editor…are più di 200milioni di libri l'anno'' . libreriamo.it - recensioni libri
all’anno.
Purtroppo non ha funzionato: l’economia immediata è quella che prevale, e se un editore
fa tanti libri ha più possibilità di venderli alle librerie e di incassare. In questo modo ha
l’illusione di poter tirare un po’ il fiato, almeno nel breve periodo. Ma è solo un’illusione,
perché poi i libri torneranno indietro. Prima o poi non avrà più sufficienti ordini per coprire
i debiti, e allora dovrà tirare fuori i soldi di tasca sua. Resistono così quegli editori che
hanno fonti di reddito esterne, che sono abbastanza ricchi da potersi permettere di coprire
i debiti con i propri soldi, i cosiddetti editori per hobby. Gli altri prima o poi falliscono.
A fronte del proliferare di case editrici, titoli pubblicati, giovani che vogliono
lavorare nell’editoria, ci sono sul territorio strutture e servizi adeguati, come
delle buone biblioteche, in grado di portare il libro ai cittadini?
Effettivamente no: le biblioteche sono scarse, anche per questione di costi di personale.
In tanti centri minori e in tanti comuni sempre più poveri, per evitare troppe spese non
sono aperte tutti i giorni, ma solo qualche giorno a settimana, oppure fanno orari
penalizzanti, solo mezza giornata. Questo non incentiva molto la frequentazione e la
lettura.
C’è poi da dire che esistono due tipi di biblioteche: quelle conservative e quelle a scaffale.
In queste ultime il lettore ha a disposizione una serie di libri che può consultare
direttamente. Nelle biblioteche conservative invece, se il lettore vuole consultare un libro
lo deve chiedere agli addetti, e può dover affrontare una lunga attesa prima che gli venga
consegnato, tra la compilazione dei moduli necessari e il tempo che poi il personale
impiega a recuperare il testo. Questo è sicuramente disincentivante e fa sì che quelle
biblioteche siano frequentate solo da studiosi. Un esempio di questo tipo è la Biblioteca
Sormani a Milano. In altri Paesi le biblioteche sono tutte a scaffale, o comunque hanno
sistemi di ricerca molto rapidi, e poi fanno orari più prolungati.
Le scuole poi non sanno spingere i ragazzi a formarsi un’abitudine alla lettura.
Può darsi che il fatto che in Italia si legga poco, o comunque meno di quanto vorrebbero
gli editori, dipenda da questi fattori.
Il silenzio dell'onda
06/04/13 10:12
Carmine Abate
fotografica
Skira
mostra
Editore
Satisfiction
Luce La grotta dei sussurri
Centro per il libro e la lettura
Helmut
Newton
come
Nielsen Company
pubblicare
un
libro
Filippo La Porta The Wrong side –
Living on the Mexican Border
Pasero
Premio
Sardegna
Bancarella
Edoardo
2012
L''Aquila prima e
dopo. Fotografie di Gianni
Berengo Gardin' streaming
Piemme
Bookrepublic
Mondadori
11 gennaio 2013
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Federico Di Vita · Esploratore presso Luna
Salve Paolo,
desidero ringraziarti per l'attenzione che hai dedicato a "Pazzi scatenati", qui e su Libero.
Federico
Il social book magazine per la promozione dei libri e della lettura.
Testata giornalistica Aut. Trib.di Milano n° 168 del 30/03/2012.
Condizioni di utilizzo del sito
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L’editoria italiana? Roba da pazzi scatenati | Indipedia
06/04/13 10:23
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L’editoria italiana? Roba da pazzi scatenati
Published on marzo 26, 2013 by Matteo Pascoletti · No Comments
http://www.indipedia.it/rassegna-blog/l’editoria-italiana-roba-da-pazzi-scatenati
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L’editoria italiana? Roba da pazzi scatenati | Indipedia
06/04/13 10:23
Se pensate di cercare lavoro nel
mondo editoriale, o addirittura sognate di aprire una casa editrice o una libreria, Pazzi scatenati di
Federico Di Vita vi dà una risposta inequivocabile: «NO!».
Il libro è un’inchiesta presentata in forma satirica: a partire dalla copertina porno-vintage riela...
Per approfondimenti rimandiamo alla fonte: http://www.valigiablu.it
Tags: Editoria, Federico Di Vita, Pazzi scatenati, Post, Recensioni
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L’editoria italiana? Roba da pazzi scatenati | Indipedia
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provenienti da altri siti.
http://www.indipedia.it/rassegna-blog/l’editoria-italiana-roba-da-pazzi-scatenati
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Una giornata di studi in onore del filosofo cattolico Spaemann
Pynchon torna a scrivere: nel 2013 uscirà un nuovo romanzo
Domani alle 17, presso la Pontificia Università della Santa Croce (Piazza di Sant’Apollinare 49), si terrà una
giornata di studio in onore di Robert Spaemann, il massimo filosofo cattolico vivente, in occasione della
pubblicazione del volume Fini naturali. Storia e riscoperta del pensiero teleologico (Ares). Con lui interverranno il cardinale Camillo Ruini, monsignor Luis Romera, Sergio Belardinelli e Leonardo Allodi.
Colpo di scena nel mondo della letteratura Usa: torna a scrivere Thomas Pynchon, 75 anni, il più ritroso
dei narratori statunitensi. Del suo prossimo libro, che verrà pubblicato a tre anni di distanza da Vizio di
forma, si sa solo che si intitolerà The Bleeding Edge(Il bordo insanguinato) e uscirà entro la fine del 2013
per Penguin, che è anche la fonte ufficiale di questa notizia. Nulla è stato fatto trapelare sulla trama.
Le follie dell’editoria
Scrivere e vendere libri: mestieri per pazzi
Il 50% degli italiani non legge neppure un volume l’anno, ma se ne pubblicano oltre 210 milioni,
destinati subito al macero. Un meccanismo infernale in cui guadagna solo la grande distribuzione
:::
::: PAOLO BIANCHI
 Duecentotredici milioni e
163mila libri. Tanti ne vengono
stampati, più o meno, ogni anno in
Italia. Avete letto bene: è una cifra
enorme. Tanto più che solo una
piccola percentuale di essi finisce
in mano a un pubblico di lettori.
Nel nostro Paese più di metà della
popolazione non legge neppure
un volume all’anno. Della restante
metà, solo una piccola percentuale, diciamo il 15 per cento, è costituita da lettori forti, lettori che leggono almeno un libro al mese. Si
capisce benissimo perciò qual è la
sorte della stragrande maggioranza di quei volumi: finire al macero.
Un paradosso difficile da spiegare,
così come lo sono molti altri che riguardano il mondo dell’editoria libraria.
Normale quindi che un giovanotto poco più che trentenne, Federico di Vita, volendo scrivere un
saggio documentatissimo sull’argomento, abbia pensato d’intitolarlo Pazzi scatenati. Usi e abusi
dell’editoria (Tic Edizioni, pp.
320, euro 14). In queste pagine,
chiunque abbia abbastanza follia
nella testa da voler aprire una libreria, una casa editrice, o da voler
intraprendere una professione
editoriale, troverà di che scoraggiarsi. E ce n’è anche per gli aspiranti scrittori.
Trappole per dodo
Quando l’autore spiega che
aprire un’ennesima casa editrice
(in Italia ce ne sono oltre 7mila, di
cui circa 5mila inattive) equivale a
mettersi a fabbricare trappole per
dodo (il simpatico uccello non volatore di Mauritius, estinto alla fine
del Seicento) non si può dire che
non parli chiaro. L’affermazione è
motivata da una caterva di dati e
testimonianze da far impallidire.
Ma che gli è preso a tutti? Le case
editrici italiane che fanno il mercato sono cinque: Mondadori,
Rizzoli, Gruppo Mauri-Spagnol e,
distaccate, Feltrinelli e Giunti. Poi
ce ne sono una ventina di medie e
medio-piccole abbastanza conosciute (come la siciliana Sellerio o
la pugliese Laterza) e una spruzzata di piccole, ma combattive, come minimum fax o Meridiano Zero. Tutto il resto è polvere, e solo
un addetto ai lavori potrà distinguere i marchi che offrono almeno
una garanzia di serietà dalle micidiali case editrici a pagamento,
brave solo a raggirare gli autori
gonzi, sempre incredibilmente
numerosi.
Quella che di Vita chiama con
«Guerra di Bicholim»
La topica di Wikipedia
Per sei anni racconta
un conflitto inventato
::: GIORDANO TEDOLDI
espressione vivida ma efficace
«catena della morte» è salda più
che mai. Il sistema economico del
libro si basa su una sequenza di
“pagherò”. Il libro stampato finisce (quando va bene) nelle mani di
un distributore, che lo porta in libreria sulle basi delle prenotazioni
ottenute dai promotori, magari sei
mesi prima. L’editore fattura, ma
deve fare i conti con il diritto di resa
dei librai. I volumi invenduti devono essere rimborsati, o rimpiazzati
con altri volumi-novità. Gli editori,
per non fallire subito, si trovano
costretti a immettere sul mercato
continue novità, o presunte tali,
andando a rimpolpare lo spettro
dei già numerosissimi titoli presenti sui banchi o sugli scaffali.
In realtà, nemmeno le librerie
più grandi e strategicamente meglio posizionate riescono a ospitare più che una piccola parte di
questa offerta spropositata. E il resto? Beh, ci sono migliaia di camion carichi di scatoloni che percorrono l’Italia in lungo e in largo,
da un magazzino all’altro. Gran
parte di quegli scatoloni, anche
ammesso che riescano ad arrivare
in qualche libreria, non vengono
mai aperti.
L’autore, avendo lavorato in
due o tre piccole case editrici e in
una libreria, si è reso ben presto
conto di questo meccanismo deli-
rante, e qui lo sviscera in tutte le
sue componenti presenti e prevedibilmente future. I promotori forse non esisteranno più, sostituiti
dai buyer, dai compratori delle
grandi librerie di catena. Il grosso
del mercato verrà fatto da sempre
meno titoli, alla faccia della bibliodiversità, che è una bella parola e
un bellissimo concetto, che sa
molto di libertà di scelta, ma che
continuerà a esistere solo su Inter-
:::
L’INCHIESTA
VERSIONE RIVISTA
«Pazzi scatenati» (Tic Edizioni,
pp. 320, euro 14) di Federico di
Vita è una versione interamente riscritta e integrata con altri
capitoli dell’edizione uscita per
Effequ alla fine del 2011. Si
tratta di un’inchiesta, con interviste e testimonianze di protagonisti della filiera, e allo stesso tempo di un manuale indispensabile per coloro che intendono accostarsi al mondo
dell’editoria o che ne fanno
parte.
L’AUTORE
Nato a Roma nel 1982, ha lavorato per più di cinque anni in
piccole case editrici (tra cui
Round Robin ed Effequ) e per
uno nella libreria Altroquando
di Roma.
net. Le librerie indipendenti, quelle dove un rapporto con un libraio
competente era ancora possibile,
continueranno a ridursi o a trasformarsi, con la formula del franchising, in ulteriori propaggini
delle grandi catene. L’unico settore a non perderci mai è la distribuzione. E i grandi distributori possono allo stesso tempo spingere
un autore e affossarne un altro, a
loro piacimento.
Stage non pagati
Poi c’è un’altra follia. Quella di
chi pensa di poter lavorare, retribuito, nel settore editoriale. Una
follia che coinvolge migliaia di giovani, in genere laureati in discipline letterarie o in Scienze della comunicazione (qualunque cosa significhi). Nella realtà si fanno stage
non pagati, anche per anni, e senza alcuno sbocco professionale.
Tutto ciò è spiegato benissimo,
anche attraverso le testimonianze
dirette di addetti ai lavori e di persone che sono state triturate
dall’orrido meccanismo. Su tutto
aleggia l’incognita delle nuove tecnologie, come l’ e-book o libro
elettronico, non si sa ancora bene
quanto potenzialmente efficace. È
tutto scritto per filo e per segno in
Pazzi scatenati. Leggetelo, se riuscite a trovarlo.
 Wikipedia è il pozzo della conoscenza a
prezzo gratuito. Vi attingono tutti: scrittori,
giornalisti, studenti alle prese con la tesi di
laurea, senza mai ammettere di averla utilizzata, perché è meglio dire di aver scandagliato
biblioteche praghesi, intervistato intellettuali
a Parigi, combattuto guerre in Corea. Ma proprio per questo, perché nessuno approfondisce da sé, può capitare che l’acqua del pozzo
sia avvelenata. Così una voce di 4.500 parole
sulla «battaglia di Bicholim», totalmente inventata, è rimasta online per cinque anni sulla
versione più autorevole dell’enciclopedia,
quella in inglese.
L’articolo era ben scritto, tanto da essere
votato positivamente con la distinzione di
«Good article» dai redattori di Wikipedia due
mesi dopo essere stato inserito nel luglio
2007. In effetti, l’anonimo estensore ce l’aveva
messa tutta per spiegare nei minimi dettagli
quell’oscuro conflitto - poco noto perché aveva fatto poche vittime, diceva con pregevole
sarcasmo - che, dal 1640 al 1641, aveva visto
«la potenza del Portogallo coloniale contro
l’imponente impero indiano Maratha in una
guerra non dichiarata, che sarebbe stata chiamata Conflitto di Bicholim», dal nome della
città nello Stato indiano di Goa dove (non) si
svolse. L’articolo, che è stato cancellato e
menzionato nella pagina di Wikipedia dedicata alle bufale, era arricchito da foto di edifici
diroccati, mappe, voci correlate e bibliografia
di tre testi rari, così rari da essere reperibili solo nella fantasia dell’autore dell’articolo, che
faceva terminare il conflitto con un trattato di
pace che «avrebbe aiutato a consolidare Goa
come stato indiano indipendente». C’era anche
il
lieto
fine,
insomma.
Ma dopo sette anni di onorata carriera su Wikipedia, è arrivato il guastafeste: un utente del
Missouri, tal ShelfSkewed, che ha scoperto la
bufala e l’ha segnalata per la cancellazione. I
redattori dell’enciclopedia si svegliano e verificano che la guerra del Bicholim tra impero
Maratha e potenza coloniale portoghese è
una panzana, segue rimozione e l’onore delle
armi per il falsario, al quale viene riconosciuto
di aver congegnato una burla assai ben fatta.
Non servivano i fondali di cartapesta della
guerra dal Bicholim per distrarre dal fatto che
le acque di Wikipedia sono piene di granchi;
magari non ci saranno tante bufale come
questa, ma imprecisioni, voli pindarici, commenti a sproposito sì. L’importante non è cercare la verità, ma sapere qualcosa, una qualunque. E guadagnare il plauso dei redattori
della democratica enciclopedia degli ignoranti...
La seconda parte del viaggio di Federico di Vita negli "usi e abusi dell'editoria” - Affaritaliani.it
06/04/13 10:23
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CULTURE
La seconda parte del viaggio di Federico di Vita negli "usi e
abusi dell'editoria”
Tic Edizioni pubblica una versione interamente riscritta e integrata del reportage narrativo
“Pazzi scatenati”
Martedì, 18 dicembre 2012 - 09:15:00
La prima edizione di “Pazzi scatenati”, l'inchiesta di Federico di Vita su
"usi e abusi" dell'editoria (soprattutto quella indipendente), circa un
anno fa era stata un piccolo caso, perché raccontava dall'interno (con
molte testimonianze, anonime e non) situazioni difficili - oltre che precarie che in certe realtà sono la norma.
Ora Tic Edizioni porta in libreria una
versione
interamente
integrata
narrativo.
di
riscritta
questo
Editori,
editor,
LO SPECIALE
e
reportage
redattori.
Scrittori, editori, editor, interviste,
recensioni,
librerie,
e-book,
Responsabili dell’ufficio stampa, del
curiosità,
commerciale e dei diritti. Tipografi,
anticipazioni... Su Affaritaliani.it
distributori, promotori, grossisti. Agenti
tutto (e prima) sull'editoria
letterari, critici, librai. Il libro mette
libraria
retroscena,
numeri,
insieme nuove interviste e testimonianze di protagonisti della filiera,
raccolte dentro lo spazio complicato che separa ​– il più delle volte
Il principe William 'rifiutato' da
una bimba: il video diventa v...
allontana – i libri dalle mani dei lettori.
Uno sguardo personale e reale sul mondo dell’editoria, sui meccanismi interni, il precariato, la crisi,
l’abbassamento della qualità dei libri. Nuovi capitoli. Cos’è la “catena della morte”, e-book e internet, modelli
informatizzati per una “nuova” gestione dei libri, esperienze concrete di addetti al settore, considerazioni e analisi
FOTO
VIDEO
sulla mancanza di preparazione di alcuni editori e sullo sfruttamento di interi eserciti di stagisti, sull’editoria a
pagamento, sulla dignità dei testi e il loro diritto alla pubblicazione.
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Preventivo immediato, ISBN stampa e rilegatura di qualità
4 mi piace, 0 non mi piace
Tags: pazzi scatenati
federico di vita
http://affaritaliani.libero.it/culturaspettacoli/pazzi-scatenati-tic-edizioni.html
Da villa Borghese alle stelle. Così
Galileo unisce i Paesi...
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In un libro inchiesta i soprusi dell'editoria - La Repubblica
06/04/13 10:25
Archivio
Sei in: Archivio > La Repubblica > 2013 > 02 > 14 > In un libro inchiesta i s...
TOPIC CORRELATI
In un libro inchiesta i soprusi
dell'editoria
PERSONE
Un libro-inchiesta sul mondo dell'editoria in Italia, con interviste e
testimonianze. Per smascherane vizi, mostruosità, incompetenze,
sfruttamenti. È Pazzi scatenati (Tic) che l'autore, il romano Federico di Vita,
presenta stasera alla Cité insieme a Gabriele Merlini e Fabiagio Salierno.
Pazzi scatenati accelera il processo del disincanto di aspiranti addetti ai
lavori dell'editoriae della scrittura, mormora all'orecchio cosa dice il vicino e
nutre il pettegolezzo, spiega perché scrivere meglio di Faletti non paga mai,
soprattutto se non si è Faletti. Perché in Italia anche il mondo dei libri è un
tassello del puzzle che raffigura lo stivale alla deriva.
14 febbraio 2013
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Giovani scrittori fiorentini raccontate la fiera delle vanità - Firenze - Repubblica.it
06/04/13 10:30
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Giovani scrittori fiorentini
raccontate la fiera delle vanità
“Selezione naturale” è un’antologia curata da Gabriele Merlini per l’editore Effequ. Otto scrittori della nuova
scena fiorentina raccontano, tra ironia e sconforto, i premi letterari. Con un sarcastico occhio di riguardo per i
salotti cittadini
Qualità dell'aria nel comune di
FIRENZE
di FULVIO PALOSCIA
Lo leggo dopo
Gregorio Magini e Gabriele Merlini
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Premi letterari, Gabriele Merlini, Selezione
naturale
Previsioni meteo nel comune di
FIRENZE
La letteratura riflette sempre più su se stessa. Sui falsi
miti, sui riti polverosi e sui passaggi obbligati a cui uno
scrittore deve sottostare se vuole farsi conoscere ed
acquistare diritto di parola nel dibattito culturale. Vale la
pena citare due recenti pubblicazioni. Pazzi scatenati, del
romano (ma, da qualche mese, fiorentino d’adozione)
Federico Di Vita, un manuale di sopravvivenza che
smaschera la povertà di certo lavoro editoriale. E I
pappagalli, l’ultimo romanzo di Filippo Bologna, che
prende di mira con ironia e sontuoso iperrealismo i premi
letterari e chi vi partecipa. Tema, questo, che ritorna anche
nella raccolta di racconti Selezione naturale (136 pp, 12
euro) che la grossetana Effequ sta per pubblicare e che,
sabato 6 aprile alle 19, sarà presentata da Ibs dall’editore
Francesco Quatraro e dal curatore, il fiorentino Gabriele
Merlini. Il quale ha chiamato a raccolta i colleghi della
nuova scena cittadina perché raccontassero, ognuno con
il proprio stile e il proprio modo di leggere la realtà, insidie,
false promesse e provincialismi delle competizioni
dedicate alla scrittura. A Vanni Santoni, Alessandro Raveggi, Gabriele Merlini, Marco Simonelli, Gregorio
Magini, Francesco D’Isa, Collettivomensa, Valerio Nardoni non sfugge nulla: dalla mania di scrivere degli
italiani alle signore dell’aristocrazia che si autonominano benefattrici della cultura, ai premi come occasione
perduta. O come bufala assoluta.
Merlini, quanto l’idea di questo libro è legata all’opposizione che Firenze delle letterature — collettivo
in cui lei milita — ha fatto al Festival dell’inedito, l’evento letterario che prometteva la pubblicazione
di scrittori esordienti dietro il pagamento di cospicue somme, e che avrebbe dovuto tenersi a
Firenze?
«Questa antologia non è un progetto on demand: prima è venuto l’argomento, poi la ricerca degli autori, non
viceversa. In realtà l’idea del libro dell’editore Francesco Quatraro, che ha trentadue anni e che da tempo
covava l’idea di pubblicare una raccolta sul demone dei premi letterari. Lui non ha partecipato al dibattito
che, in città ma non solo, è divampato sul Festival dell’inedito, ma la portata nazionale della polemica senza
dubbio lo ha rafforzato nella convinzione».
Selezione naturale non è il primo libro che, negli ultimi mesi, riflette su premi, esordienti, promesse
letterarie non mantenute.
«Oggi lo scrittore non può esimersi dal far parte di una comunità di riflessione: sul web si assiste ad una
proliferazione di blog e riviste dove il dibattito culturale ha preso campo in modo forte anche su questo tema,
che è fondante. Internet ha dato libertà d’esprimersi allo stimolo fisiologico che ogni scrittore ha di tutelare il
RISTORANTI E LOCALI A FIRENZE
Firenze
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/04/02/news/giovani_scrittori_fiorentini_raccontate_la_fiera_delle_vanit-55792994/
Mangiare e bere a
Pagina 1 di 4
Giovani scrittori fiorentini raccontate la fiera delle vanità - Firenze - Repubblica.it
06/04/13 10:30
proprio lavoro e di mettere in guardia dalle gabole della case editrici o degli organizzatori culturali. Senza
essere medievali paladini di chissà quale etica».
Tutti scrivono. Troppi. E’ l’allarme lanciato da Alessandro Raveggi nel suo racconto, e da altri
scrittori in antologia. Col rischio di incorrere nell’accusa di snobismo.
«Noi non cerchiamo nessuna élite. Benissimo che gli italiani coltivino l’hobby della scrittura tra le loro pareti
domestiche. Sono i parametri del mercato a risultare sbagliati, folli: se tutti si dilettano nel romanzo o nella
poesia, non è detto che tutti debbano essere sugli scaffali delle librerie con una loro opera. Si deve
pubblicare con coscienza. E inserire l’esordiente il più possibile in un contesto sano. E’ quello che fanno
Vanni Santoni e Gregorio Magini con Sic, Scrittura industriale collettiva, progetto che sta per pubblicare un
romanzo firmato da 150 autori, alcuni con belle carte da giocare. L’antologia, insomma, punta la lente
d’ingrandimento sui meccanismi della letteratura in Italia, non sullo spirito di chi scrive ».
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In Selezione naturale si avverte la grande diversità di voci all’interno della scena fiorentina.
«Più che un tratto comune, c’è un continuo rumore di fondo: nonostante l’età, che ruota intorno ai trent’anni,
gli scrittori coinvolti hanno una buona esperienza nella vita editoriale italiana e quindi parlano con cognizione
di causa».
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Ci sono però un’ironia (fin dal darwiniano titolo) e uno sconforto nei confronti del mondo letterario
italiano che tornano in molti dei racconti.
«L’ironia era necessaria, altrimenti saremmo sprofondati nel buco nero della noia: da quella sottile e
ricercata di Magini o Marco Simonelli alla comicità di Collettivomensa. Lo sconforto? Il mercato non è certo la
cartina di tornasole dell’eccellenza, ma è anche vero che senza una pubblicazione in curriculum il sistema
letterario italiano non ti dà credibilità ».
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Firenze appare in molti racconti. Sia topograficamente (le Piagge di Santoni, il centro di Raveggi) sia
metaforicamente (come non riscontare nel racconto di Marco Simonelli certi vezzi letterari della
buona borghesia fiorentina). Insomma, questa città è vista dagli autori trentenni come un ingombro.
«Qui sopravvivono dinamiche culturali così peculiari che finisci per portartele dentro, anche se ne sei
distante: dai salotti dove ci si occupa di letteratura perché non si ha altro da fare, o dove nobili trattano la
poesia o il romanzo come fossero il vino o l’olio che producono, a questo continuo riferimento agli anni
Ottanta che senza dubbio hanno significato molto, ma su cui c’è ancora chi — non si sa bene come —
continua a campare. E’ l’argomento del mio racconto, perché cercavo un superabusato luogo comune
fiorentino. E dopo il Rinascimento, gli anni della New wave lo sono: ciò che è stato fatto in quegli anni oggi
torna come una scatola vuota, come una rielaborazione di plastica».
(02 aprile 2013)
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Federico di Vita - Pazzi scatenati
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Federico di Vita – Pazzi scatenati
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1 febbraio 2013, In Le cose che leggo | Autore Jacopo Cirillo
http://www.finzionimagazine.it/libri/le-cose-che-leggo/federico-di-vita-pazzi-scatenati/
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Federico di Vita - Pazzi scatenati
06/04/13 10:15
La prima cosa che ti viene in mente quando prendi in mano questo libro è l'assurdità della copertina. Dont'
judge a book by its cover, la fai facile tu, ma cosa devo pensare di una signorina che sotto le mutande ha
replicata la sua faccia? E, in quarta, di un'altra a cui viene spremuta una mammella? Poi apri la prima
pagina e trovi la dedica "A Benedetta Parodi" e cominci a pensare che questo Federico di Vita e questi
della Tic Edizioni non siano solo dei minchioni ma anche dei geni.
Dopo un sacco di riflessioni sulla confezione, l'esperienza di lettura va avanti e cominci a guardare quello
che ci sta scritto dentro. E allora la musica cambia. Perché Federico di Vita, a partire dalla sua pluriennale
esperienza lavorativa, si mette a raccontare tutta la filiera dell'editoria, dalle librerie ai fornitori, dagli
editori agli ebook fino ai lineamenti di teoria economica che stanno dietro al sistema.
http://www.finzionimagazine.it/libri/le-cose-che-leggo/federico-di-vita-pazzi-scatenati/
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Federico di Vita - Pazzi scatenati
06/04/13 10:15
Ora, l'argomento preso così potrebbe pure sembrare
noioso. Per me, personalmente, è interessantissimo, credo che la maggior parte dei lettori invasati
vogliano sapere tutto il dietro le quinte. Non è detto, però, che sia un pensiero condiviso. E allora i ragazzi
della Tic hanno fatto una bella pensata, stravolgendo il vecchio adagio inglese citato qualche paragrafo
più in su: facciamo giudicare il libro dalla sua copertina, dal titolo, dagli ammiccamenti, dalla venerazione
per Benedetta Parodi, e poi piazziamo tutto il resto.
E tutto il resto è anzitutto scritto bene. Tante interviste, tante riflessioni e altrettanti divertimenti che
punteggiano un ragionamento complessivo lungo più di 300 pagine che riesce nel mirabile intento di
descrivere la desolazione di un mercato che sembra già morto (anche se non lo sa) con un tono e un
timbro positivi, di rilancio, di amore verso una filiera bucherellata e traballante.
Federico di Vita non sputa nel piatto in cui mangia. O, meglio, usa lo sputo per pulirlo bene e
ricominciare a riempirlo di nuovo. Con il sorriso sulle labbra e senza Benedetta Parodi.
Federico di Vita – Pazzi scatenati – Tic Edizioni 2012 – 320 pagine – 14 euro
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Tag:editoria, effequ, Federico di Vita, Pazzi scatenati, Tic edizioni
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1 Commento
Autore di questo articolo
Jacopo Cirillo
Jacopo Cirillo non è mai riuscito a spiegare a sua nonna cosa fa nella vita. Prima per colpa della
semiotica, adesso per colpa di Topolino. Ha co-fondato Finzioni solo per poterle dire: faccio il cofondatore di Finzioni, ma anche così non è che la situazione sia migliorata molto. Poi si è messo a scrivere
pure per Serialmente e allora arrivederci.
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Emanuele Kraushaar di Tic Edizioni, ''Pubblichiamo pochi libri all'anno, da trattare come piccoli gioielli'' . libreriamo.it - recensioni libri
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Emanuele Kraushaar di Tic Edizioni, ''Pubblichiamo
pochi libri all'anno, da trattare come piccoli gioielli''
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Tags: Tic Edizioni, Emanuele Kraushaar, editoria indipendente, Andrea Falegnami, Mi
faccio vivo io, Federico Di Vita, Pazzi scatenati usi e abusi dell'editoria, libri, lettura
L’editore presenta l'attività di Tic, piccola casa editrice indipendente di Roma
MILANO – Prodotti curiosi, oggetti particolari legati al mondo dei libri, ma anche autori
selezionati e pubblicati con cura, rapporto diretto con i clienti e creazione di eventi.
Queste le linee guida della casa editrice romana Tic Edizioni: Emanuele Kraushaar, uno
dei fondatori ed editore, ci parla della sua avventura nel mondo dell’editoria. Mostrandoci
una casa editrice indipendente e dall'attività incontrollabile, proprio come un tic.
Può spiegarci com’è nata Tic Edizioni e perché è stato scelto questo nome per la
casa editrice?
Tic Edizioni era nell’aria da un po’. Poi come un tic improvviso ha scatenato una serie di
reazioni editoriali che non siamo stati in grado di fermare. Per questo, Tic Edizioni si
chiama Tic Edizioni.
Qual è il progetto editoriale di Tic Edizioni? Quali sono i titoli e gli autori
maggiormente rappresentativi del suo spirito?
Tic produce molti gadget legati al mondo del libro e della scrittura: per esempio, le parole
magnetiche e le mensole-libri. La nostra idea è quella di affiancarvi la pubblicazione di
pochi libri all’anno, da trattare come dei piccoli gioielli. Al momento, a parte J. Mohr
(autore del best-seller mensola-libro "Resistenza e muri") e l’infinito, eterno Giacomo
Leopardi (in parole magnetiche), gli autori maggiormente rappresentativi del nostro
spirito sono gli unici due che abbiamo pubblicato: Andrea Falegnami ("Mi faccio vivo
io") e Federico Di Vita ("Pazzi scatenati – Usi e abusi dell’editoria").
Come fa una piccola casa editrice indipendente a sopravvivere oggi? Quali sono i
punti di forza di una piccola casa editrice rispetto alle case editrici dei grandi
gruppi? Quali invece le difficoltà che deve affrontare?
Alla prima domanda rispondo in tutta sincerità: ancora non lo so. I punti di forza sono
sicuramente la libertà di scegliere e poter realizzare solo le cose in cui crediamo
fortemente. Le difficoltà sono dovute al fatto di produrre anche oggetti molto particolari,
la cui gestazione è in alcuni casi abbastanza avventurosa.
Attraverso quali canali una piccola casa editrice può far sentire la sua voce?
A parte i canali mediatici, ci teniamo molto ad avere un rapporto diretto con i nostri
lettori, clienti e magnetomaniaci quindi ad essere presenti alle fiere dell’editoria, in
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Emanuele Kraushaar di Tic Edizioni, ''Pubblichiamo pochi libri all'anno, da trattare come piccoli gioielli'' . libreriamo.it - recensioni libri
06/04/13 10:26
mercatini e anche in situazioni create ad hoc (come il Torneo magneTICo che abbiamo
realizzato per la prima volta a Roma a dicembre e che ora verrà replicato in altre città).
Milano Vendetta
Nella presentazione della casa editrice sul sito è scritto “La nostra
programmazione editoriale è da considerarsi fissata sino al 23 dicembre 2046”:
si può avere qualche anticipazione di titoli in uscita prossimamente?
Notizia dell’ultimo minuto: pubblicheremo un libro di Andrea Cosentino. Siamo molto
orgogliosi di questo, perché è un attore ed autore teatrale che apprezziamo molto, ma
soprattutto, per quel che ci riguarda, ha una scrittura lunare e una voce narrativa tutta da
scoprire.
Federculture
29 gennaio 2013
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