Voci di Corridoio settimanale fraccarotto Anno III Numero XXXIX PAGINA CULTURA SESSUOLOGO CULTURA ?! MARCE RISPONDE Naza a pag. Marce a pag. 8 6 CALCIO E BAGUETTES E’ primavera, gli uccellini cominciano a rompere i coglioni al mattino e il sole comincia a invadere le nostre camerette. Adesso fa davvero caldo, ci si sveglia sudati nel proprio lettino. Questa settimana a dire il vero un po’ meno. Una nevicata di un paio di minuti apre la strada ad un acquazzone che complica le cose un pò a tutti. Il Tonardi è costretto a chiudere la sua leggendaria finestra sempre aperta e la squadra di calcio incespica in un terreno ai limiti della praticabilità e in un golgi preparatissimo. La squadra di volley si allena con più frequenza e noi della redazione ci prepariamo allo sforzo dell’iniziativa editoriale 2006/2007, “Tonardi è costretsiamo sempre più esauri- to a chiudere la ti. La settimana fraccarotsua leggendaria ta alterna momenti di grande euforia collettiva finestra sempre (vedi il secondo gol di aperta” Tinelli) a nuovi esperimenti di intrattenimento che stanno prendendo forma e che per il momento comprendono solo una ristretta nicchia (nuovo cinema Paradiso). Per il resto niente di nuovo, Tozz continua con le sue manie, Allavena continua ad alzarsi alle 14:00, Genova non si è ancora accorto che siamo a Marzo, Como è il solito stupido, Pampa spacca le palle, Cesario taglia i capelli, Mason dice che si può fare tutto, Naza fa tutti gli allenamenti possibili senza mai stancarsi, e Piccinno non viene agli allenamenti e mangia sempre più baguettes. ARRIVA L’ALBUM DI FIGURINE!! 22 marzo 2007 CONCORSI RINOPLASTICA Redazione a pag. 9 Tinellidipendenti In vantaggio dopo 7’ ci facciamo superare fino alla prodezza del n.10 Una partita contro il Golgi non è mai una partita come le altre, soprattutto per chi come me della old generation ci ha visto perdere due finali consecutive. L’anno scorso abbiamo evitato la nostra bestia nera che puntualmente quest’anno ci siamo ritrovati in girone. Arrivavamo da un quattro a zero secco contro il S.Agostino e nelle intenzioni di mister Fatutti alla vigilia dell’incontro, questa partita dovevamo giocarla a viso aperto, con la massima tranquillità e convinzione nei nostri mezzi. Potevamo approfittare dell’occasione di tastare il polso ad una delle favorite senza il timore di un’eliminazione visto che questo match rappresentava solo il secondo dei quattro incontri del girone. Ottima occasione per cominciare a capire e a far capire a tutti coloro che contro il Golgi non avevano mai giocato di che pasta sia fatta una vera squadra. Formazione tipo con l’aggiunta di Juin centrale e Napo a fare il terzino, Mendi al centro e Messina sulla sinistra. A metà campo Naza in copertura con quattro incursionisti di cui due ali, Brigante e Pasquale, e due trequartisti ossia Tinelli e Dushaj; davanti solo Piccinno e in porta il nostro capitano Giuliano. Comincia la partita e dopo sei minuti un lancio illuminato di Naza imbecca il numero 10 che trafigge la difesa e infila il portiere in uscita. Uno a zero, tanto inaspettato quanto piacevole. Si riparte e dopo pochi minuti altra tegola per i golgiani: Mancuso, centrocampista tecnicamente molto dotato, esce infortunato. Ma lentamente i nostri avversari prendono coraggio grazie alla carica emotiva di alcune storiche colonne come Soufiane e il gemello e alla freschezza atletica delle due matricole impiegate, Pezzini a metàcampo e Fanciullo in attacco. Noi al contrario perdiamo metri e nelle poche incursioni offensive soffriamola loro preparazione atletica frutto di allenamenti costanti e affollati (a differenza dei nostri…). In difesa corrono come treni, niente di che coi piedi ma tutti in grado di stoppare, controllare e passare il pallone. I fraccarotti sono senza dubbio più dotati di tecnica e tattica ma forse il gol iniziale frena un po’ la foga agonistica e ci limitiamo a controllare. Il nostro peggior nemico è il terreno: quando è infangato si sa aiuta i più scarsini, soprattutto dal momento che a noi mancano gli scarpini adatti. Comunque limitiamo i danni e a fine primo tempo Macchi è poco impegnato e Segue a pag.2 andiamo a riposo sull’uno a zero per noi. SPORT VIAGGI Vere pagelle Cumasch Se siete tutti così è per questo che ci state sul calzo! Como a pag. 2 Il Fraccaro vince due volte Jacopo Ortis a pag. 3 Casa Plinio Yoda a pag. 4 Hi people. I’here to tell you a story. Johnny a pag.11 APUNTES DE VIAJE - MANUALE DI SOPRAVVIVENZA IN TERRA IBERICA Nicolaus (Yoghi) Plinio omnibusque suis salutem dicit. Yoghi a pag. 4 2 Sport Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 “VERE PAGELLE CÙMASCH” Gugu Doll : voto 7.5 Quasi perfetto in tutto quello che fa, ci salva il culo in più occasioni con sicurezza da capitano. Tutto questo senza però tralasciare quello che conta veramente : IL LOOK. Sfoggia una maglia gialla, abbinata a una collana di perle che gli sta d'incanto e soprattutto fa risaltare la sua bellezza scandinava. Troppo trendy... CULATINA Juppo: voto 8 Concentrato da far schifo, fa vedere alle ennesime “nuove punte stra-forti” del golgi che in questo torneo ci sono difensori che se vogliono cagano in testa anche a Yoghi. Un applauso.. REDIVIVO Napo: voto 7 Si meriterebbe molto di più, soprattutto per la semplicità con cui annulla il suo assistito, ma la posizione non proprio a lui consona, il nervosismo ingiustificato e le scarpe rotte da piccola fiammiferaia con calzino fuori di mezzo metro, falsano la sua prestazione. Comunque ragazzi i suoi livelli sono sempre altissimi.. +CHE FONDAMENTALE Messina: voto 6 Non fa stronzate di quelle che fanno male, ma i piedi sono quelli che sono. Si salva grazie al suo fisico da accalappiacani, che gli permette di recuperare sugli errori. Da affinare come minimo... GAMBA DI LEGNO (non me ne voglia gamba) Mendy Ingherman: voto 6.5 Un po' svampito all'inizio recupera + o – bene. Resta in difficoltà però in fase di impostazione, per la precisione ci mette una mezzoretta a coordinarsi per fare un passaggio. Comunque nell'uno contro uno apre i culi... PARRUCCHIERE The Nazza: voto 8.5 Inizia facendo un lancio che provoca uno sbrodolamento generale e manda in in gol il nano. Continua dominando il campo letteralmente da solo e conclude incredulo per un 2 a 2 forse insperato dopo il loro secondo gol. Per far comprendere meglio il suo livello annunciamo che ILIE del golgi ha annunciato il ritiro dicendo : “ già l'invidia per il suo chignon TINELLIDIPENDENTI da japponauta basterebbe a rendermi inutile, ma dopo una prestazione cosi, è meglio che smetta”... ROBERTO BAGGIO Sbrinante: voto 7 Corre tanto e di continuo, avesse la rabbia dell'anno scorso sarebbe devastante. Purtroppo patisce un po' i giganti avversari ma ha buoni margini di miglioramento. Peccato che l'unica cosa che ha in testa sono i premi per la rino plastica... GRILLO Enver: voto 6 Sono buono e gli do la sufficienza, anche se questa volta è proprio tiratissima. Non ha il guizzo della prima partita e si muore nelle ombre del campo col passare del tempo. Sappiamo tutti però che l'infortunio che lui stenta ad ammettere lo condiziona molto. Tanta voglia.. IMMOLATO Pascualito: voto 7.5 Un po' asettico, tatticamente parlando, si riabilita dispensando namber da serie A a chiunque gli passi vicino, compagni compresi. La solita testaccia gli fa rischiare l'espulsione dopo un'ammonizione per fallo inesistente. IL giudizio però è unanime: MASSICCIO Piccionno: voto 6Voto di protesta questo. Si meriterebbe anche lui qualcosina in + ma non molto. Si sbatte tantissimo e si vede che ci tiene alla squadra, a dispetto dei cori un po' ingrati che a volte lo ingiuriano. Il problema è che è solo l'ombra del fenomeno capace di dribblare anche lo Spirito Santo in persona. Spero sia solo un ritardo di forma e nulla più, perché se no la perdita non sarebbe grande solo per il collegio ma soprattutto per il calcio... INCOMPRESO (- SOVRAPPESO :) Tranelli: voto 2 Ultimo nella lista non a caso; infatti si vanta di aver fatto 2 gol da campione e una prestazione a dir poco stratosferica, solo grazie a se stesso e al suo impegno quotidiano quando sa benissimo da dove deriva la sua fortuna...da un bacio datogli in silenzio, con la tenerezza di un sorriso, dal fantasma dell'ormai defunto Como. BASTARDO CULTURISTA DI MERDA ( scherzo ti voglio bene.. 8.5 :) Como Segue dalla prima Nello spogliatoio poche parole nell’aria, solo la certezza che così facendo sia il risultato l’aspetto migliore. Anche quello cambia dopo tre minuti dal fischio d’inizio del secondo tempo quando su calcio d’angolo Gemma segna di testa da due passi. Il Golgi esulta e tra i biancorossi comincia a serpeggiare un po’ di timore. Il secondo tempo viaggia sulla falsa riga del primo e vede i Biancoverdi giocare prevalentemente nella nostra metàcampo: vanno anche al tiro due volte nelle quali il nostro biondo capitano si esalta deviando in corner in entrambe le circostanze. Proprio sugli sviluppi del calcio d’angolo battuto verso il centro dell’area Fanciullo svetta e colpisce di testa infilando sul primo palo. Due a uno e mancano sette minuti, fraccarotti distrutti, nessuno ci crede più. La loro superiorità di gambe e fiato sembra averci irrimediabilmente piegato. È proprio a questo punto che l’indole del campione esce e si mostra a tutti. Tinelli prende palla, la pone sul cerchio di centrocampo, se la fa passare e dalla linea fa’ partire un tiro diretto alla porta. Nessuno si aspetta che entri anche perché non è proprio un bolide, il portiere non è pressato e sembra solo il tentativo inutile di un giocatore testardo, più per stizza che per reale intenzione di segnare. Maratona segnò così, il suo unico erede mondiale ci prova. Il portiere sbadatamente lascia rimbalzare la palla nella propria area convinto di arrivarci. Il pallone però lo scavalca e si insacca. È delirio, in campo come sugli spalti e in panchina. Un gol così dal vivo lo vedi una volta nella vita. A Stefano auguro di segnarlo mille altre volte ma a me basta. Basta al Fraccaro per non uscire battuto da quella che da oggi è giusto ritenere la bestia nera. Semmai dovremo ritrovarla nel proseguo del torneo dovremo avere più gamba e più testa. E non essere per una volta Tinelli-dipendenti. PampaNatale 3 Sport Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 VOLLEY: IL FRACCARO VINCE DUE VOLTE Un Fraccaro rimaneggiato riesce nell’impresa di vincere la prima partita del torneo intercollegiale di volley. La squadra pluricampione è priva delle bande titolari, Perellino e Juanita, e di Strippi palleggiatore con qualità superiore ed esperienza in campo. La squadra nonostante i pochi allenamenti è fiduciosa e scende in campo per ottenere il risultato. Di sicuro si poteva arrivare con una preparazione più adeguata, visto che l’avversario era quel Ghislieri finalista e semifinalista rispettivamente due anni fa e l’anno scorso. L’ultimo allenamento guidato da coach Riky serve per metterci in campo con sicurezza e organizzare al meglio la difesa. E’ l’ora della partita. La squadra aspetta a bordo campo il termine della prima gara della serata, Golgi – Maino. I campioni di Pavia assistono ad una sonante ma mai così gustosa sconfitta del Golgi, che gioca male e fa fatica a mettere una palla a terra contro un Maino organizzato e molto migliorato rispetto all’anno scorso. I bianco verdi fanno una pessima figura e se ne tornano nella “residenza” con la coda tra le gambe. E’ il nostro turno. Inizia il riscaldamento mentre sopraggiungono in palestra i primi supporters. Tutti i componenti si riscaldano nel prepartita. Inizia la gara. Il ghislieri sembra avere la solita buona squadra ma non può minimamente impensierirci. Il Fraccaro schiera Oda (capitano) in palleggio, Tony e Naza in banda, Geusa e Franz i due centrali, Giuly libero, Verby opposto. Nella prima parte del primo set sprechiamo tutto quello che riusciamo a costruire e regaliamo di fatto al Ghislieri un buon vantaggio. In ricezione siamo imprecisi e la concretezza in attacco è un’altra cosa. Sul finire del primo set Il coach effettua due cambi: Perellone in palleggio sostituisce Yoda, Kapa in banda sostituisce Tony. Il set non è ancora perso ma i nostri sono un po’ frastornati e la prima frazione va al Ghislieri. Il Mister in panchina è una furia: da la carica alla squadra, sistema la difesa, squote gli uomini importanti. Questi qui devono uscire dal campo piangendo. La seconda frazione di gioco parte bene per il Fraccaro. C’è più sicurezza in ricezione e l’attacco spreca molti palloni in meno. Verby, Franz, Kapa e il solito DemoneNaza danno al Fraccaro un vantaggio rassicurante. Giuly in difesa non fa cadere più un pallone e il nostro muro fa il suo dovere contro lo sterile attaccante di banda del Ghisllieri. C’è ancora qualche errore di troppo. Concediamo dei punti preziosi in battuta e arriviamo alla fine del set con l’acqua alla gola. Per fortuna Verby mette da parte la tensione iniziale e spara delle bordate che ci portano sull’uno a uno. Il terzo ed ultimo set è un tie break. Il mister conferma la formazione del secondo set e ci da ancora qualche indicazione su come e su chi indirizzare il servizio. La squadra recepisce e conduce agilmente per tutta la durata del tie break. Con orgoglio e abnegazione il Fraccaro porta a casa questa vittoria importantissima per proseguire il torneo con maggiore tranquillità. Ora che siamo nel bel mezzo della stagione gli allenamnti si sono fatti più assidui e c’è tanta voglia di impegnarsi e migliorarsi. Per la cronaca lunedì scorso c’è stata un’amichevole con il Cardano. I quattro set disputati sono serviti per rodare i meccanismi nelle varie fasi di gioco e per dare un po’ di sicurezza in più ai giocatori in campo. La squadra è già lanciata verso il terzo titolo, ma tra i vari infortuni e impegni di alcuni importanti componenti e gli agguerritissimi avversari la conquista del terzo intercollegiale consecutivo non è poi così scontata. Jacopo Ortis EST: Pavia-Miradolo-Pavia: NELLE LANDE DEL MAIOCCHI Eccoci giunti al quarto e ultimo appuntamento con le amate due ruote. Gli itinerari che ho proposto in precedenza non prevedevano una vera e propria meta, e il loro fascino era disseminato lungo gran parte dei chilometri percorsi. Questa volta è diverso: la bicicletta diventa un mezzo come un altro (solo più ecologico) per raggiungere Miradolo Terme (25-30 km da Pv), un tranquillo paesino della bassa. Lì avrete modo di trascorrere momenti indimenticabili in compagnia di un nativo del luogo, il nostro Gio Maioc- chi; prevedete di arrivare in tarda mattinata, in una bella giornata di sole, lasciate che sia Gio a condurvi e ne sarete certamente soddisfatti della gita. Dopo una breve visita al centro e alle terme (un tempo rinomate, attualmente in crisi ma ancora vi si tiene il congresso di Forza Nuova) si viene calorosamente accolti in casa Maiocchi, per un lauto pranzo della domenica; i vicini si uniscono per bere il caffè, poi tutto è pronto per una passeggiata digestiva. I luoghi sono quelli dell’infanzia e dell’adolescenza del nostro: la collina con la vigna, il deposito di sabbia, la chiesa dei pellegrini, la torre diroccata, un exseminario in rovina, tanti campi e infine il Po. Ogni angolo e ogni persona che si incontra trabocca di storie e aneddoti: chiedete e Gio non vi deluderà; a Pavia siamo un po’ tutti immigrati: è bello conoscersi nei luoghi d’origine. Nel frattempo il pranzo è digerito e si può passare a salutare i parenti, che premurosi vi offriranno la merenda...ormai il pomeriggio è inoltrato, giunta è l’ora dell’addio... Pedalando sulla via del ritorno sentirete una certa pesantezza di stomaco, ma insieme una grande serenità. Un abbraccio a tutti e, mi raccomando, sempre in sella! Pede 4 Sport Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 NULLA È CAMBIATO. La seconda settimana dell’intercollegiale di calcio è agli sgoccioli e ciò che si è visto non offre grandi sorprese, in attesa della partita di oggi pomeriggio, che sancisce l’esordio del Cardano. Completata la seconda giornata per il girone B, nonostante sia solo una la partita che si possa definire giocata: Valla-Griziotti, terminata 3 a 2 per i vececampioni, ancora orfani di Randisi. Ora il Griziotti avrà di che lottare per guadagnarsi un posto per i quarti di finale, visto lo 0 in classifica dopo 2 partite. Obbiettivo non impossibile data le prestazioni delle dirette concorrenti al quarto posto. Settimana di dormite, infatti, per i collegi di merito; mentre il Sant’Agostino riposa e il Don Bosco attende il Cardano per il girone A, sull’altro lato Borromeo e Ghislieri offrono prestazioni oniriche dopo il derby ricco di emozioni della scorsa settimana, vinto dai secondi per 4-2, con un’incredibile rimonta nei 20 minuti finali sullo 0-2. I borromaici incassano un poker dai cairolotti (merde, nda) senza una minima resistenza mantenendo inviolata per la seconda giornata la porta giallo-nera. Sembrerebbero più agguerriti i ghislieriani che costringono uno Spallanzani brutto da vedere (per gli elementi e per il gioco) sul 2-2 a fine primo tempo. Il calo fisico nella seconda frazione però, regala, oltre ai 3 punti, altri 5 gol ai bianco-blu che portano così la loro differenza reti a +8, mantenendo la testa della classifica davanti ai nostri fetidi “cugini”. Una sola partita si è giocata per il girone A, ed è anche la maggiormente degna di nota: la sfida tra teste di serie Fraccaro-Golgi. Mancata la scorsa stagione all’intercollegiale, in passato ci ha visti più volte protagonisti negativi, ma questa volta si è conclusa con un pareggio. Un punto a testa che accontenta entrambi, per un match che ha visto in vantaggio le due squadre, per poi concludersi con un 2-2. Una X in schedina che evidenzia l’equivalenza dei due organici, nonostante il fisico abbia vinto sul lato bianco-verde. Tra i nostri, infatti, hanno corso i soliti 5-6; puntalizzazione fatta a fine partita dai due mister, sollecitando la presenza di tutti agli allenamenti, per migliorare laddove ancora manca qualcosa. Sugli spalti vince il tifo fraccarotto; ai golgiani serve l’arrivo degli altri collegi per riuscire, a fine primo tempo, a cambiare il loro monotono coro. Appuantamento con i colori bianco-rossi Lunedì 26/03 alle 16:00 per la sfida contro il Don Bosco. Casa Plinio vi aspetta invece sul prossimo numero di VdC, per continuare la galoppata lungo il torneo. IDEM VELLE. Il maestro Yoda, economo cintura nera terzo dan. DAL DIARIO DI SPONGY 21-3-07 Intrapresi così la strada che conduceva alla gloria e alla ricchezza con l' unica volontà di dominare sul mio prossimo. Quando mi parlarono del circolo lo fecero in termini rilassati e disinteressati, con la speranza di trascinarvi una vittima sacrificale. Mi mostrarono coppe e calici di giada e porcellana, ricche spade dai mille rubini incastonati, montagne di monete e piatti d' oro lucentissimo, sculture lignee intarsiate negli ebani più preziosi: Il miraggio di quella abbondanza,credevano, mi avrebbe trascinato alla loro tavola rotonda di folle cupidigia. Inizialmente mi scrutarono con benevolenza, mentre mi offrivano occasioni di banali vittorie, sorridendomi ipocriti per ammansirmi. Ma a causa della mia riluttanza ad essere un povero sconfitto o al più un umile socio in realtà servo del demagogo di turno, scoprirono le loro carte e la loro vera essenza malefica. Non mi restò che chiamare forte, nella speranza che qualcuno dall' ombra si sottomettesse a me e facendo il mio gioco in cambio di qualche guadagno favorisse la mia ascesa al potere. I più anziani ed esperti notando la mia indomablie indole iniziarono ad odiarmi e ad osteggiarmi in ogni modo. Il più vecchio tra loro, forse appagato dopo cento anni di dominio si limitava alla invettiva, probabilmente perchè privo di forze fisiche e mentali vista la veneranda età. Il più acceso mio nemico si dimostrò colui il quale era stato dichiarato sommo maestro di quella società dopo una “scriteriata” notte di sanguinose lotte in- testine. Il più violento tra loro tentò di intimidirmi col dolore fisico, ma poi abbandonò questa strada convinto che i tempi fossero maturi perchè gli equilibri di potere in quel circolo fossero ribaltati ,magari proprio a suo favore (illuso). L' architetto misericordioso e l' ingegnere fecero solo il loro interesse arraffando quando potevano e strisciando alla corte del più forte quando dovevano. L' esule generale di mille battaglie vinte fu il primo ad alzare bandiera bianca, e lo fece dopo essere stato bastonato e trafitto da più e più spade, riempiendo col suo sangue la coppa alla quale attingo il mio potere. Un nuovo ordine è ormai vicino,la fortezza nella quale si erano arroccati da tempo i vetusti signori di questa arcana associazione si è dimostrata essere un misero castello di carte che non mi resta che soffiare via, il che sono certo non richiederà più di poche settimane. Ho ancora troppi assi nelle mie maniche perchè la fortuna mi volti le spalle, e alla peggio li calerò tutti assieme al grido di “carichi!”. Spongy Viaggi e vecchiaia Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 VALE LA PENA DI EVADERE! SERATISSIMA SIGNORI E SIGNORE. Giovedì 22 Marzo. Ore 22. Sala Comune. Insomma una buona occasione per stare un po’ assieme... ok la scusa è una riunione su due o tre cose standard, però non tiriamola per le lunghe: c’è da festeggiare!!! Ebbene si, anche io invecchio, anche se sta faccina senza un pelo non lo direbbe, ho un quarto secolo. Andiamo! Cmq mi raccomando non voglio che nessuno manchi. FRACCARO assieme, e sarà una serata stupenda, di quelle che si ricordano. Ho un po’ di idee, tutte a base di Alcool ovviamente. Si parla di ballerine per tutti i gusti e i Centocelle per Allavena e Cesario(ovviamente disponibili a tutto), come ospiti musicali ho pensato ad Rolling Stones, cui cantante è mio cugino (e questo è vero), poi celebrità varie. Corona ha l’eslusiva per le foto, e la figlia di Berlusconi si è fatta la ceretta apposta per la serata. L’esperto di mondanità Valeriano non dubita a definire ciò che si accinge ad avvenire “La serata del SECOLO”, l’opinionista Alf non dubbio a bollare l’evento con un secco e illuminante “Uh?”, l’analista di femminame Idro senza sforzo esprime la sua approvazione con un inappellabile “E io non gioco più!”. Ragazzi, non so in che altro modo dirvelo: dovete esserci!! E non prendete come una minaccia il fatto che oggi due delle colonne Fraccarotte come Marzio “Down there’s the Legend” Macchi e Generale “Comescopoionessunomai” Turconi mi hanno concesso il permesso di allagare le camere delle matricole che non saranno presenti (mi han detto che a Seattle fan dei gommoni bellissimi), e io non sono uno che se lo fa ripetere: chiedete a Tosattissimo per la conferma... vuole solo esser una promessa! Quindi poche altre parole: questa sera tutti presenti, non ci sono scuse. Vi prometto che se il giorno dopo avete lezioni/impegni, sarete a letto sufficemente presto... e io non sono uno che fa promesse da marinaio. PASSO! Quindi ragazzi, mi raccomando, vi voglio tutti presenti perchè... come dice il titolo... VALE LA PENA DI EVADERE!!!! APUNTES DE VIAJE - MANUALE DI SOPRAVVIVENZA IN TERRA IBERICA Nicolaus (Yoghi) Plinio omnibusque suis salutem dicit. Da dove cominciare, cari fraccarotti, il necessario resoconto dei mesi che ho passato lontano dal collegio, a Salamanca? Non è facile ripercorrere in forma sintetica, a beneficio dei miei lettori, un periodo che ora mi sembra interminabile, ripensando alla montagna di cose che bisognerebbe raccontare in occasioni come questa. Per facilitarmi il compito, spero di non annoiarvi passando subito agli elementi caratterizzanti dell'esperienza: botellones y fiesta. Spiegandomi meglio, dirò che io sono arrivato in Spagna senza la minima idea di dove stessi andando, e mi e- sprimevo con largo uso della gestualità più elementare; poi ho deciso di migliorare perché mi hanno spiegato che nessuna spagnola si sarebbe lasciata intortare col linguaggio dei segni. Tormentato da questi pensieri, mi sono applicato di buona lena al fine di possedere la cultura indigena. Nel corso del lungo apprendistato, grazie ai tanti amici conosciuti (vivevo in una residenza abitata quasi esclusivamente da spagnoli) e alla pazienza che tutti hanno dimostrato nel parlarmi a rallentatore per non lasciarmi solo in un universo ispanohablante, sono molto cambiato, come se un nuovo e iberico Yoghi avesse visto la luce a poco a poco affiancandosi all'originale. Ho conosciuto le usanze di un paese finora noto solo per la paella, los toros y la movida madrileña. Ho vissuto a lungo seguendo il medesimo fuso orario di un mio amico bocconiano in scambio in Texas. Per questo mi sento di mettervi in guardia: se in una compagnia di spagnoli si lancia l'idea di fare un giretto in città, non si rivedranno di sicuro prima delle 6 del mattino. Perchè il giorno dopo devono andare a scuola, “¡joder, que tengo clase practica!”. Io, nonostante reiterati e profondi sforzi, non ho mai superato il coprifuoco delle 8 del mattino (esclusi i casi di afterhour), mentre alcuni miei mentori hanno tagliato il traguardo del ritorno alle 11, per poi abbandonarsi al sonno dei giusti. L'unica forma di uscita serale conosciuta laggiù consiste nell'ubriacarsi preventivamente, raggiungere il luogo del devasto, (un quartiere che a salamanca probabilmente non superava il chilometro quadro, ma signori, che movida!) e ribere ballare & combinare un macello. Altra cosa contro la quale è necessario che siate avvisati: i bar/discopub che offrono chupitos in strabilianti varietà contro un misero prezzo di €0.50/.70/.90 rappresentano una possibilità molto allettante, ma anche un serio rischio per la salute (o perlom e n o stando alla esperienza del vostro narratore). A questo punto mi devo interrompere e mi chiedo se sia riuscito almeno un pochino a riportare a casa 5 mesi di vita spagnola. Rileggo. Dico ma cazzo proprio non ci siamo, non c'entra un benemerito con quello che volevo dire. Vabbè, tanto è solo la prima parte. (va a ser continuado...) 5 6 Pagina MetaCulturale Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 CULTURA?! La nozione di cultura appartiene alla storia occidentale. In sintesi, la cultura può essere vista come l'identità di un popolo (comprendendo la lingua, i costumi, la religione, la moneta ecc.), tuttavia si possono anche distinguere due concezioni fondamentalmente diverse: • Una concezione umanistica o classica presenta la cultura come la formazione individuale, un’attività che consente di “coltivare” l’animo umano (deriva infatti dal verbo latino colere). • Una concezione antropologica o moderna presenta la cultura come il variegato insieme dei costumi, delle credenze, degli atteggiamenti, dei valori, degli ideali e delle abitudini delle diverse popolazioni o società del mondo. Concerne sia l’individuo sia le collettività di cui egli fa parte. Esistono quindi diversi significati del concetto di cultura: • Secondo una concezione classica la cultura consiste nel processo di sviluppo e mobilitazione delle facoltà umane che è facilitato dall’assimilazione del lavoro di autori e artisti importanti e legato al carattere di progresso dell’età moderna. • Secondo una concezione antropologica la cultura - o meglio la civiltà - presa nel suo più ampio significato etnografico è “quell'insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra competenza e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società” secondo la nota definizione dell’antropologo inglese Edward Tylor (da Cultura primitiva, 1871). La cultura in senso antropologico consiste in: • Sistemi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più o meno formalizzati. • Costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi le azioni ordinarie della vita quotidiana. • Artefatti delle attività umane, dalle opere d’arte vere e proprie agli oggetti di uso quotidiano e tutto quanto fa riferimento alla cultura materiale, al sapere necessario per vivere. Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione descrittiva dell’antropologia sono principalmente tre: • La cultura è appresa e non è riducibile alla dimensione biologica dell'uomo. Ad esempio il colore della pelle non è un tratto culturale bensì una caratteristica genetica. • La cultura rappresenta la totalità dell'ambiente sociale e fisico che è opera dell'uomo. • La cultura è condivisa all'interno di un gruppo o di una società. Essa è distribuita in maniera omogenea all'interno di tali gruppi o società. Perché un'azione o un tratto possano essere definiti "culturali" occorre quindi che siano condivisi da un gruppo. Ciò però non significa che un fenomeno "culturale" debba essere obbligatoriamente condiviso dalla totalità della popolazione: è necessario lasciare spazio per la normale variabilità individuale. Anche per quanto riguarda le variazioni di comportamento tra individuo ed individuo all'interno di una società, però, è possibile individuarne dei limiti circoscritti proprio dalle norme sociali che regolano quel determinato gruppo. Frequentemente gli individui appartenenti ad una determinata cultura non percepiscono la loro condotta regolata da tali norme che impongono quale comportamento sia consentito e quale no. In antropologia l'insieme di queste norme sociali (comunemente chiamate "ideali") vengono definite modelli culturali ideali. Influenzata dagli studi dell’antropologia culturale, la sociologia si dedica con particolare attenzione allo studio della cultura. Émile Durkheim, ponendosi il problema del perché la società mantenga un livello minimo di coesione, ritiene che ogni società si stabilisce e permane solo se si costituisce come comunità simbolica. Nel suo studio, e in quello dei suoi allievi, hanno una grande importanza le rappresentazioni collettive, cioè insiemi di norme e credenze condivise da un gruppo sociale, sentite dagli individui come obbligatorie. Esse sono considerate da Durkheim vere e proprie istituzioni sociali che costituiscono il cemento della società, consentendo la comunicazione tra i suoi membri e mutando con il cambiamento sociale. Gli autori legati alla Scuola di Chicago sono interessati alla vita culturale nelle città americane e studiano i nuovi processi di integrazione, di comunicazione e mobilità sociale delle realtà urbane. Il sociologo William Thomas studia gli immigrati nelle società statunitensi e ritiene che le differenze di integrazione siano legate alla cultura e che la cultura abbia un carattere interattivo e processuale. Dopo anni di scarso interesse da parte dei sociologi, Talcott Parsons riprende il tema della cultura e la considera come uno dei sottosistemi del suo sistema generale dell'azione (lo schema AGIL). Parsons afferma che la cultura è costituita da sistemi strutturali o ordinati di simboli (che sono gli oggetti dell'orientamento all'azione), da componenti interiorizzate della personalità degli individui e da modelli istituzionalizzati dei sistemi sociali (Sistema sociale, 1951). Parsons distingue quattro dimensioni idealtipiche principali della cultura: • Coerenza/incoerenza. Le proposizioni culturali costituiscono un insieme in cui sono individuabili dei principi ordinatori e non un agglomerato di elementi tra loro sconnessi. Il grado interno di coerenza è tuttavia variabile. Il conflitto (fra gruppi, nel gruppo e/o nell'individuo) per esempio può non essere fattore di disgregazione, ma di ordine. Maggiore è la complessità culturale, più difficile è mantenere conformità e coerenza. • Pubblico/privato. La cultura è pubblica nel senso che le proposizioni da cui è costituita sono codificate entro simboli e linguaggi collettivi all'interno di gruppi sociali e accessibili da tutti. • Oggettività/soggettività. La cultura è un fatto oggettivo, nel senso che va al di là degli individui per occupare uno spazio e una rilevanza sociale autonoma. Esiste infatti un lato soggettivo della cultura, costituito dalle interpretazioni che di questa danno gli individui • Esplicito/implicito. La cultura può essere manifesta, esplicitata, più o meno elaborata teoricamente, o può essere tacita, non tematizzata. In questo caso gli individui la condividono senza saperla necessariamente giustificare (il WikiNaza senso comune). Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 Valeriano Docet 7 Falstaff di Giuseppe Verdi Libretto: Arrigo Boito Tratto da: la commedia The merry Wives of Windsor e il dramma The History of Henry the Fourth di Shakespeare Prima: Milano, Teatro alla Scala, 9 febbraio 1893 Nel frattempo nella casa di Ford le comari stanno organizzando la burla: tutti si danno da fare, al di fuori di Nannetta, disperata per aver appreso che il padre intende darla in sposa al dottor Cajus. La madre promette il suo appoggio e subito dopo ecco avvicinarsi Falstaff. Presentatosi galantemente, John sta raccontando all'amata dei tempi in cui era magro (“Quand'ero paggio del duca di Norfolk”), quand'ecco irrompere in scena Ford a capo di un nutrito gruppo di uomini intenzionato a vendicare l'onore tradito. Appena in tempo Falstaff si ritrae dietro un paravento, dopodiché Ford fa bloccare ogni uscita e comincia un'accurata perquisizione della casa. Non appena gli uomini si allontanano dalla stanza per perquisire le altre, le comari fanno uscire Falstaff dal suo nascondiglio per infilarlo (peraltro con notevole fatica) in una cesta di panni sporchi di già controllata. Dietro al paravento vanno invece Nannetta e Fenton, pronti a cogliere ogni possibile momento di felicità. Ford rientra e viene insospettito dai sospiri provenienti dal paravento...e proprio mentre scopre la tresca dei due ragazzi, le comari rovesciano la cesta contenente Falstaff nel fossato dietro la finestra. E' facile a questo punto il chiarimento fra uomini e donne, entrambi soddisfatti del trattamento riservato al grasso approfittatore. ANGOLO DEI LIBRI ...di Nazareno Fatutti EUREKA STREET Robert McLiam Wilson Un ritratto graffiante e commovente della Belfast contemporanea. Genuino e toccante. Memorabile SENZA PERDERE LA TENEREZZA Paco Ignazio Taibo II La vita di Ernesto ‘Che’ Guevara raccontata dallo scrittore spagnolo con intensità e poesia. Prima di tutto, la storia di un uomo straordinario. DELITTO E CASTIGO Fedor Dostoevskij Un romanzo perfetto. Una capacità introspettiva allucinante in un’indagine sull’animo dell’uomo, sulle sue istanze più nobili contrapposte alla miseria quotidiana. DIARIO DI UN KILLER SENTIMENTALE Luis Sepulveda Una piccola perla piena di parolacce e afa. Delirante e corrosivo. Esaltante. Il terzo atto si apre su un Falstaff cupo e amareggiato dal salto nel fossato, intento a inveire contro il mondo intero mentre sosta appena fuori dalla taverna (“Mondo ladro, mondo rubaldo”). Ma basta un bicchier di vino offerto dall'oste per risollevare l'umore. Gli fa ancora visita Quickly in veste di ambasciatrice: Alice gli offre un nuovo appuntamento presso la quercia di Herne, imponendogli la condizione di presentarsi travestito da cacciatore nero: è infatti tradizione che in quel luogo si diano appuntamento le fate e gli spiriti del bosco. Ancora una volta il grasso cavaliere casca nel tranello e tutto gongolante rientra nella taverna per prepararsi. Questa volta la burla è stata ordita di comune accordo fra uomini e donne: tutti gli abitanti di Windsor si travestiranno da spiriti e folletti, mentre Nannetta interpreterà la regina delle fate. Ford e Cajus si mettono d'accordo: il dottore offrirà il suo braccio a Nannetta, rammentandone il travestimento, e il padre benedirà le nozze. Ma Quickly ha origliato di nascosto: le comari di Windsor, capeggiate da Alice sapranno prendere le dovute contromisure. Un cambio di scena ci introduce nel parco della cittadina. Per primo giungono Fenton e Nannetta, che inneggiano al loro amore (“Dal labbro il canto estasiato vola”;”Bocca baciata non perde ventura”). Rrompe Alice che modifica i travestimenti ad hoc, per sventare i piani del marito. A mezzanotte in punto ecco arrivare Falstaff, vestito da cavaliere nero con due enormi corna in testa. Tenta ripetutamente di abbracciare Alice, poi l'arrivo di Meg dà inizio alla tregenda. Al suono del canto intonato dalla regina delle fate (“Sul fil d'un soffio etesio”), le fate cominciano una danza vorticosa e al nostro povero cavaliere non resta che gettarsi a terra e coprirsi il volto con le mani: le leggende popolari dicono infatti che chi incrocia lo sguardo di uno spirito paga il fio con la morte! Ridotto all'impotenza, Falstaff è costretto a subire le angherie dei compaesani: punture, bastonate, insulti, nonché ubna violente ingiunzione a pentirsi. Ma nella foga Bardolfo perde il cappuccio, l'ex padrone lo riconosce e riprende un po' di coraggio, dopo aver confessato le proprie colpe. Frattanto le astute donne mettono il velo della regina a Bardolfo, che viene avvicinato da Cajus, e congiungono Fenton e Nannetta: due coppie vengono quindi presentate a Ford, il quale, ingenuo, le benedisce entrambe, sancendo con le proprie mani la sua sconfitta. L'apoteosi finale è il trionfo delle donne e dell'amore, mentre è amaro per Falstaff, Ford e il dottor Cajus. A mo' di licenza, un coro termina l'opera (“Tutto nel mondo è burla”). Commenti: “Falstaff” è l'opera testamento di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi operisti di tutti i tempi, nato dal sodalizio con Arrigo Boito che già aveva dato alla luce “Otello”, pochi anni prima. L'operato di Boito è stato decisivo per il successo dell'opera: è merito suo infatti se il maestro di Busseto ha potuto lavorare su un libretto che si può considerare come un gioiello letterario vero e proprio, fatto di preziosismi linguistici incastoni alla perfezione in una brillante sagoma drammatica. Per la prima volta, Verdi non apportò modifica alcuna al testo originale del librettista, trovandosi perfettamente a suo agio nel trasporre in musica i versi del Boito (che, ricordiamolo, non era solo un letterato ma anche un musicista – vedi la sua opera più importante, “Mefistofele”). Mancava a Verdi un grande successo nell'opera buffa (la genesi sfortunata de “Un giorno di regno” aveva condannato al fiasco il suo unico altro tentativo): con Falstaff, Verdi propone una partitura indiavolata sin dalle prime battute, volta a rendere la vitalità dell'azione buffa rappresentata. Il declamato melodico di questo capolavoro, che incarna l'ideale della “parola musicale”, rappresenta la sola valida alternativa del melodramma italiano al dramma totale wagneriano. Per concludere vorrei sottolineare come l'opera si chiuda con un brano, ”Tutto nel mondo è burla”, inaspettato all'interno di un'opera, per di più buffa: si tratta infatti di una fuga, composta secondo i canoni più severi del genere, per capirci lo stesso tipo di composizione che J.S.Bach aveva portato alla perfezione formale circa 150 anni prima: una fusione di tradizione e di innovazione che non poteva che chiudere in bellezza la sfavillante carriera del maestro Giuseppe Verdi. IL CAMMELLO SELVATICO Philippe Jaeneda Mille e una peripezia di uno sfigato cronico. Squinternato e onirico. Da leggere (se lo trovate!). Con quest'opera si chiude il ciclo di articoli dedicati a Giuseppe Verdi. Dal prossimo numero mi dedicherò a un altro grande operista dell'Ottocento: Gioacchino Rossini 8 Sex&Chuck Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 RISPONDE IL SESSUOLOGO - a cura di Marce Caro Sessuologo, penso di avere un problema. Avendo un cellulare che oltre alle sue mille funzioni fa anche da torcia, ho preso il vizio di controllare periodicamente con la pila accesa lo stato di integrità del mio profilattico durante i rapporti. Fin qui tutto bene, ma quando l’ho raccontato ai miei amici hanno riso come se non ci fosse un domani. Perché mi prendono in giro? Violenza Caro Andrea, tanta gente pratica il salto della quaglia per il poco romanticismo nell’atto di porre il profilattico. Tu sei il re dei romantici che ogni 3 colpi controlli se è integro. Fortunata la tua donna ma conoscendo i tuoi problemi di rottura, mi chiedo se non hai della carta vetrata sul pise. Oh mio fantastico e bellissimo Sessuologo. Durante la mia esperienza Erasmus in Finlandia ho scoperto che loro sono campioni del mondo di Stone Face (ndr vedi vecchie rubriche). Quindi non potendo esimermi dal portar alto l’onore italiano, ho battuto ogni record. Adesso però i miei condili mandibolari sono lussati perennemente e quando sbadiglio devo chiudermi la bocca con le mani. Se sba- diglio di notte è un casino. Come posso ovviare a questo mio problema? Ale from Turku Così preoccupato ho subito sottolineato che “alla pecorina” non sono abituato. Come mai questo lapsus? Bovo Cara Ale, complimenti e grazie per aver tenuto alto l’onore italiano in quelle lande desolate. Immagino che tu abbia conquistato il rispetto di quella popolazione ma ricorda che non devi fare questi gioco quando sei raffreddata, che se non respiri dal naso è un casino in quei momenti. Per quanto riguarda la tua lussazione conosco un pranoterapeuta con la sola imposizione delle mani come il mago Oronzo può ridurti il tuo problema: JR Castagnoli 3487067400. Una sera durante una cena tra amici condita con un po’ di vino, un rossino ha preparato un’ottimo minestrone. Alla mia domanda su cosa ci fosse dentro, lui rispose con un secco “Del pecorino”. WE LOVE CHUCK NORRIS Un giorno Chuck Norris è andato dal dentista per l'estrazione di un dente. Lo ha vinto, ora ne ha 33. Chuck Norris ha uno yo-yo wireless. Per ristabilire le giuste proporzioni, Chuck Norris è stato costretto a farsi le extensions ai peli pubici. Chuck Norris ha interrotto una nota "catena" di mail su internet. Ed è morto. Sant'Antonio. Alcune persone sostengono che Chuck Norris abbia il potere di rendere la gente suscettibile e volgare. Ebbene, quei froci di merda se la possono anche andare a prendere nel culo. Andrea Violetto E’ passato più di un mese dalla consegna degli almanacchi. Purtroppo questi, affollano ancora la camera dell’esimio direttore. Tutti coloro che devono ancora ritirare questo fantastico gadget sono pregati di farsi vedere alla 13. Se gli interessati non si faranno vivi entro venerdì 23 perderanno il loro almanacco gratuito che sarà venduto ai numerosi ex collegiali che ne stanno facendo richiesta. Ma studi beni culturali o fai il pastone? Lascia stare le pecore! Non le capisci. Caro Sessuologo. Sono ancora la ragazza finlandese. Durante la mia esperienza nordica, ho fatto una classica sauna con 5 miei amici: ovviamente completamente nudi, come la tradizione baltica impone ho dovuto soddisfare almeno due su cinque. Non ho neanche tirato a caso, sono andata a colpo sicuro. Il problema è che gli altri tre adesso non mi parlano. Ale from Turku Come posso capirli! Immagino che non abbia soddisfatto tutti e cinque i ragazzoni per non essere –ONI in altre parti. E’ il caso di conoscersi, ho diversi questioni da porti. Tutti pazzi per PapaRatzi!!! Domenica 22 Aprile il pontefice celebrerà la santa messa all’interno del cortile Teresiano. Per chi volesse assistere all’evento l’ISU mette a disposizione tre3 pass gratuiti. Chi fosse interessato può rivolgersi all’inquilino della cam n.13, quel democristiano! La richiesta va consegnata in forma scritta tra la ore 13.00 e le 14.00 di venerdì p.v. No tipe, no truzzi, no perditempo Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 Perdono 9 PERDONO MENDIETA Eccoci giunti all’immancabile appuntamento settimanale con il perdono. Quante persone avete perdonato questa settimana? Vi siete fatti perdonare almeno una volta? Mendieta perdona quasi sempre. Se siete attanagliati dal rimorso, se siete nei guai e non trovate le parole per uscirne, Mendieta può ispirarvi, può infondere nel vostro cuore un po’ di quel coraggio di cui avete bisogno, Mendieta può perdonarvi… Ciao Ivan, mi chiamo Jennifer, ho17 anni e scrivo dalla provincia di Pescara. L’altro giorno mi hanno presentato quel gran figo di Coletti della VB e me ne sono subito innamorata. Ma è proprio figo, ke figo, ke figo, ke figo, ke figo…insomma è proprio un figo. Il punto è un altro. Il punto è ke la Vane, ke poi è la mia amica del cuore vuole rubarmelo a tutti i costi, e ci credo è proprio un figo..quindì ieri si è chiusa con lui nello stanzino della palestra durante la conpresenza di ed. fisica. Cosa avranno mai fatto? Quella puttanella li vuole tutti per lei. Avrà usato tutte le sue armi segrete per farselo. La odio quando fa così, ma è pur sempre la mia migliore amica. Insieme abbiamo passato mille momenti bellissimi: il concerto di Gigi D’alessio e poi quella volta ke ci siamo ubriacate in classe…Non so proprio cosa fare. Vorrei ucciderla per avere Coletti solo per me, ma vorrei anche mantenere la sua amicizia. Illuminami Mendy! P.S. Anche tu sei un gran figo!!! Di certo uccidere la tua amica non penso sia la soluzione migliore, anche perché poi non è che puoi costringere Coletti a stare insieme a te. Magari non sei il suo tipo. Comunque potresti agire d’astuzia, ovvero quando sei da sola con la tua amica cerca di parlare male e disprezzare il tipo così da farle passare la cotta. Vedrai che ci riuscirai ed una volta che Coletti rimarrà senza ragazza tu potrai sfoderare tutte le tue armi per conquistare il suo cuore… Non ti amareggiare in caso di esito negativo avrai con te sempre il mio Perdono a consolarti. P.S. Se proprio sei disperata chiamami, magari saprò consolarti meglio di persona. Caro Mendy, mi chiamo Mariolino ho sette anni e vivo in provincia di Pescara. Frequento la scuola elementare G. Garibaldi e sono in seconda elementare. Ti leggo sempre con estrema attenzione e le tue risposte sono, spesso, argomento di discussione durante la ricreazione. I miei compagni, beoti del lieto fine e adulatori di “reality”? RINO P LASTI CA show sono sempre contenti ad ogni tuo perdono. Io, invece sostengo che il perdono incondizionato verso qualsiasi atto o situazione, sia eticamente sbagliato, in quanto diseducativo e fuorviante. Specie alcuni casi particolari del rapporto amoroso. Tu cosa ne pensi? Perdoneresti la tua ragazza che è scappata dicendo che andava a comprare le sigarette e che non si è fatta vedere per i seguenti sette anni? Perdoneresti una donna che ha concepito un figlio con te tenendotelo nascosto per sette anni? Si Mendy hai capito bene io sono tuo figlio!!!! Nella vita per essere ed avere rapporti tranquilli con tutti, bisogna saper perdonare…Così non ti creerai antipatie e vivrai in armonia con chiunque. Sempre che sia io il padre, anche se non ricordo di essere stato a Pescara, saprei perdonare la tua mamma e sarei felice di accoglierti tra le mie braccia. Anche perché se non ricordo di essere stato con una tipa di Pescara vorrà dire che io potrei essere stato vittima dell’ alcol. Cosa molto probabile. Quindi anche io avrei avuto le mie colpe. Comunque anche se non avessi avuto colpe avrei perdonato tua madre. Bisogna saper perdonare chiunque! Ricordatelo! Siccome nessuno ha indovinato questa settimana il premio rimane lo stesso! Forza, non è difficile!! L redazione P.S. Non è quel bastardo traditore di Ronaldo! 10 Politica Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 IL PUNTO POLITICO a cura di Cesario delle Donne Gli stupefacenti risultati della Legge 49: il Tar boccia la Turco La bocciatura da parte del Tar del Lazio del decreto Turco ha riaperto il dibattito parlamentare sull'uso di sostanze stupefacenti. Al di là delle polemiche sollevate, la sentenza del tribunale regionale non entra in realtà nel merito della scelta politica ma si limita a dichiarare l'impossibilità da parte del governo di modificare con un semplice decreto i limiti massimi di droga che possono essere detenuti senza incorrere in sanzioni penali. La discrezionalità riconosciuta dal testo unico sulle sostanze stupefacenti (dpr 309/90) al decreto interministeriale consiste infatti soltanto in una scelta tecnica, soprattutto per quanto attiene alle competenze del ministero della Salute, che non sono certo idonee ad intervenire in ambito penale. Ed invece il provvedimento varato ad agosto dal ministro Livia Turco non è stato, secondo i giudici, supportato da alcuna istruttoria tecnica in grado di giustificare il raddoppio della soglia massima detenibile, che è passata da 500 a 1000 milligrammi. La bocciatura del decreto riporta ovviamente la discussione sulla validità della legge FiniGiovanardi, con gli ormai triti allarmismi che rappresentano la legge varata dal centrodestra come repressiva e destinata a riempire di giovani scapestrati carceri. Ma è veramente così? I dati diffusi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario dalla corte di Cassazione in realtà dicono che tra luglio 2005 e giugno 2006 il numero complessivo di reati in materia di stupefacenti si è ridotto di oltre 4 punti percentuali rispetto al precedente. Sommata agli effetti della legge sull'indulto la FiniGiovanardi ha finito quindi per produrre, contrariamente a quanto si crede, una diminuzione tra il 2005 e il 2006 della popolazione carceraria condannata per traffico di droga da 36 mila a 20.631 unità, equivalente, in termini di percentuale, a un - 37,3%! Ma ad un'analisi più approfondita delle tante accuse mosse alla Fini-Giovanardi quella della galera-facile non è l'unica a cadere. Il mese scorso un'inchiesta del Sole 24 Ore, condotta tra gli stessi operatori della giustizia, ha riscontrato per esempio la particolare efficacia della nuova normativa anche nell'agevolare le indagini a tutela sia della legalità che dell'indagato. Se è vero infatti che la “parificazione” per gli illeciti legati a tutti i tipi di droghe aggrava la sanzioni legate ad hashish e marijuana, non va dimenticato che l'intento del legislatore è stato quello di punire non la mera detenzione ma la detenzione che risulta destinata allo spaccio. L'aggravamento della pena, insomma, non riguarda il ragazzo sorpreso a fumare uno spinello ma lo spacciatore. Lo strumento per favorire quest'obiettivo è stato individuato in una serie di parametri indiziari che spostano sull'indagato l'onere di dimostrarne l'infondatezza. Quel che però non va trascurato è che si tratta pur sempre di parametri “indiziari” dai quali pertanto non scaturisce il tanto incriminato automatismo. Al giudice spetta comunque la valutazione finale di tutti gli elementi prodotti da accusa e difesa per emettere una sentenza di condanna che vada oltre «ogni ragionevole dubbio». Il maldestro decreto d'agosto della Turco nasce proprio da quest'equivoco, dall'ignorare cioè che con la Fini-Giovanardi il superamento della “soglia” non è da solo idoneo a produrre una sentenza di condanna. Ed infatti anche a fronte di un quantitativo inferiore alla soglia altri elementi, quali la suddivisione in dosi o le circostanze del sequestro, possono comunque portare ad accertare la destinazione della droga per spaccio e quindi ad una sentenza di condanna. Il decremento dei detenuti per illeciti legati alla droga infine conferma anche la bontà delle misure alternative volte al recupero e alla riabilitazione che la legge 49 ha introdotto, consentendo al giudice di evitare il carcere in molti casi. Innanzitutto con una serie di deroghe è stato ridotto drasticamente il ricorso alla custodia cautelare rispetto a quanto era previsto nel testo unico del 1990. Ma la novità di maggior rilievo ha riguardato la facoltà, riconosciuta al giudice che accerti «la lieve entità» del fatto, di sostituire la pena detentiva o pecuniaria con l'assegnazione ai servizi di pubblica utilità. Insomma, oltre la soglia dei 500 milligrammi, una ricognizione obiettiva sulla Fini-Giovanardi offre dei risultati “stupefacenti” rispetto ai danni attribuitigli dai suoi detrattori. Ma forse più stupefacenti sono le menzogne di chi si ostina a rappresentare la nuova normativa come repressiva ed inefficace. Da questa visione distorta della realtà prendono le mos- se le iniziative legislative avanzate dalla maggioranza e dal governo. Già da un anno il deputato dei Verdi Marco Boato ha presentato un testo che dovrebbe demolire tutta la struttura sanzionatoria impostata dal centrodestra. La proposta però, pur sostenuta da moltissimi esponenti di maggioranza, sembra destinata a restare ancora a lungo ferma nelle commissioni Giustizia e Affari sociali. Il tema, infatti, è un altro di quelli che scottano per la tenuta stessa dell'Unione; di qui il tentativo di aggirare il passaggio parlamentare puntando tutto sul provvedimento governativo ora annullato dal Tar. Ancora una volta l'azione di governo entra in conflitto con un programma preelettorale che anche sulla droga aveva evitato di definire una linea precisa d'azione , limitandosi a farsi portavoce di principi di alto valore morale, etico, ma privi di una scelta politica concreta: educare, prevenire, curare, non carcerare. Ed infatti è bastata la provocazione del ministro dell'Interno, Giuliano Amato, sui test antidroga nelle scuole per scatenare i “profeti” della repressione zero, dal ministro Paolo Ferrero al sottosegretario Paolo Cento, che ha addirittura rilanciato la legalizzazione come alternativa migliore dell'antidoping. Così la stessa litigiosità della maggioranza potrebbe alla fine diventare il migliore trampolino di lancio della Fini-Giovanardi, modificabile come tutte le norme ma tutt'altro che inefficace. Cesario Delle Donne Voci di Corridoio Fondato nel 2005 Direttore responsabile: Pellegrin Simone Vicedirettori: Ferrari Elia, Ferrari Giovanni Art Director: Mason Giovanni Pagina Culturale: Fatutti Nazareno Amanuense: Delle Donne Cesario Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 11 Viaggi SE SIETE TUTTI COSÌ.. È PER QUESTO CHE CI STATE SUL CALZO!! Hi people. I’here dietro il muto tell you a story. ro quando I’ts a story of a voltò la testa man… a children di scatto, from your land min guardò, wich has raped di nuovo (stuprato) me. sbraitando e But let me the nello sbriltime to tell you luccichio who I was: my delle sue n a m e i s fauci viddi la bekerovka, a very mia anima.. funny distilled but era morta, not aged. I was eppure io born in Czech Rec’ero ancopublick, in Prague ra! Solo in exactly and I was seguito ne died in Maragliavrein comano’s stomach preso il siway. gnificato. Is not an happy Ora pensavo end.. but not for me,.. for him. But a mia sorella, mai più rivista, né avuto maybe you have understood nothing sue notizie.. pietà per il suo corpicino, of my bad English.. so I try to speak almeno, dato che l’anima già se l’era your language, the language of my succhiata. Raper.. oh, so difficoult. Ma la storia non finisce qui. Tuto comincio un mercoledì quadno Avevo già dimenticato i fatstavo tranquilla insieme alle mie sorel- tacci della mattina (grazie ai le a casa. Avevamo un potso al terzo miei Spiriti) e pregustavo i scafallle di un nego zio in Feldrktzsim- raggi del tramonto che mi steingrovkygz, una viuzza del centro avrebbero trapassato donanPrague. domi color d’ambrosia. La Sì mi ricordo era proprio un mercole- pace era ormai tornata a redì.. La mattina mentre la mia mamma gnare nella terra di bacco (cinese tra l’altro) stava appollaiata tabacco cartoline e affini sul bancone di cassa a sorvegliare quando quel presentimento attentamente le mosse astute ed im- ormai vago si ripresentò di prevedibili di un paio di italiani che nuovo forte e diventò certezerano irrotti irruentemente irsuti e irati za allo strider di certe voci con urla belialiche e occhi di fuoco, un che pipù o meno mi ricord… terzo italiano non meno animalo, s’av- cazzzzzzzooooo oh caaazvicinò a noi e mi afferrò violentemen- zzoo…… Belial Maragliano e i suoi te. Con la bava alla bocca mi alzò al tananai.. cielo mostrandomi [ maronna ggeai compari come novàà.. cheddiun trofeo. Già stasci johohnny a vo intuendo la mia pigghiamo n’atra fine.. povera me… pe ‘sta sira?!!!!!!] Ma ad un gesto Pochi secondi: dei piccoli aiutanti dentro, diretto di Satanasso queverso di me, sto mi ripose ed m’afferrò al colafferò la mia solo, altre (160) rellina. Capite la pataccorone e mia sorellina..!!! via. Becky da 50 cc.. Qua la mia stoPorgendo a mia ria diventa un madre in cambio po’ confusa perqualche pataccochèp son stata rona se la mise bendata, o forse nel taschino e Ecco Maragliano che suona il proverbiale zufolo malefico, compagno di diresse verso numerose notti brave nella capitale del regno cecoslovacco, Praghislava. l’uscio. Stava Si narra che dallo strumento in legno escano melodie in grado di esumaper scomparire re mostri spaventosi come ad esempio gli alfo-alla (animaletti bicefali con un volto di Alfonso Rocca e uno di Allavena). inserita nella tasca interna.. cmq dopo avermi fatto lo scalpo sono stataaspirata con violenza e ho perso i sensi. Al mio risveglio, ad occhio e croce mezz’ora dopo, mi trovai in una stanza: c’era il mio rapitore che mi teneva per il collo (ero oramai dissanguata completamente) mentre un tananai, jhohhonnyie credo, cercava di contrattare qualcosa con un altro che però parlava la mia lingua. Faticai a dare un senso a ciò che accadeva perché si muoveva tutto scompostamente. Risate diaboliche uscivano dalla faccia sudata di Belzebù..rideva piano.. poi con uno scatto si avvicinò al bancone dove c’era il tananai e il ceco., si piegò fino a terra e mi ripose cercando intanto di districarsi da quelle cento e cento borse di plastica che gli legavano le mani. Mentre con la destra afferrava un panino la sinistra lasciava una borsa che si vuotò sul pavimento, poi la sinistra afferrò il cibo a terra mentre dalla borsa destra, rivoltata da un altro scatto spastico, rotolavano a terra arance (probabilmente rubate nell’eden). O r a arance e affett a t i n o n posssono stare a terr a … no?! Allora e n trambe le mani lasciarono la presa sui sacchetti per riafferrare il cibo, cos’ facendo tutto finì sulla moquette.. AAAAAAAAAAAgggggghhhhhhhhhhhhhh hhhhhhhHHHHh Resosi conto dell’operazione infelice che stava compiendo (sempre durante la contrattazione dei presenti che osservavano a tratti perplessi) cercò in un ultimo slancio di ilarità di afferrare la baguette che ESPLOSE letteralmente su tutto il pavimento.. TERREMOTO E TRAGGEDIA Tra singhiozzi e copiose lacrime sgorgavano gli insulti in siculo.. E cosa pensate, che fossero diretti al fato? Alla stupidità? Ai presenti umani?...NOO erano per meeeeee.. ma io dico: cosa ce ne potei io.. oramai in punto di morte????? Johnny 12 Allenamento!! Voci di Corridoio | XXXIX | 22 marzo 2007 L’ OVERTRAINING L’overtraining è una sindrome caratterizzata da un complessivo stato di esaurimento organico-funzionale. Questa descrive un peggioramento della prestazione come risultato di uno squilibrio tra stimoli allenanti e recupero. L’overtrai- ning coinvolge l’ipotalamo, il quale coordina e dirige i sistemi ormonale e nervoso: via ipotalamo.simpatico-midollare surrenale e via ipotalamo-ipofisicorticosurrene. Questa patologia, però, spesso non è causata solo da inadeguata somAllenamento ministrazione dei carichi in allena- Carichi incremenmento, bensì an- tati troppo veloceche da: problemi mente personali, esami Poco riposo all’università, paura di fallire, caren- Intensità o volume ze alimentari, fat- troppo elevati tori ambientali Tempi inadeguati che provocano di recupero dopo malattie infettive, infortunio o malatreazione allergi- tia che, ecc. Per verificare o rilevare lo stato di overtraining si rapporta il livello di Testosterone/ Cortisolo ed è misurabile con gli esami del sangue. I sintomi che interessano la via ipotalamo-simpatico-midollare (o overtraining simpatico) sono essenzialmente: la Frequenza Cardiaca si riesce a recuperare parzialmente, quindi la FC resta alta in fase di riposo; una maggiore affaticabilità e quindi scarse prestazioni fisiche. E poi ancora: instabilità emotiva , perdita di concentrazione, diminuzione dell’entusiasmo nell’allenamento, aumento dei rischi di infortuni ecc. L’overtraining parasimpatico, invece comporta oltre ad una scarsa performance sportiva, depressione, bassa FC a riposo, stanchezza bassa pressione sanguigna ed ipoglicemia. Nel caso di overtraining cronico, infine, il corpo smette di lottare perché comproGare Stili di vita messo dai livelli ormonali bassi, dal sistema simpatico ridotto, quindi propenso ad infortuni; il soggetto non prova più divertimento nella pratica sportiva. Trattamento consigliato: significativa riduzione dell’intensità di allenamento oppure RIPOSO COMPLETO. Taluni atleti sovrallenati necessitano di mesi per recuperare. Ed inoltre: concedersi riposo “mentale”, attività ricreative, passeggiate all’aria aperta, alimentazione ricca in vitamine, massaggi, bagni, sauna, niente gare per qualche settimana. Quando i sintomi sono spariti: ricominciare allenamenti prima aumentando volume poi intensità. Quando atleta torna ad allenarsi alla giusta intensità può riprendere a gareggiare. Italo Aurucci Contesto sociale Salute Scarso riposo/ sonno prima di un evento Vita irregolare Tensioni in famiglia Anemia, febbre, diarrea, problemi digestivi Troppe gare Sonno insufficiente Lavoro/università Malattie infettive Paura di perdere Infiammazioni croniche Infezioni virali e Mononucleosi Qui sopra sono elencate le cause che portano ad overtraining Tornano le figurine! VdC sta preparando per voi e solo per voi il fantastichevole album di figurine 2006/2007. Abbiamo bisogno di voi e delle vostre belle faccione. Fatevi belli, ingellatevi i capelli, spalmatevi di fondotinta e schiacciatevi tutti i brufoli. Giovedì 22 ore 14 - 15, abbiamo bisogno di: Allavena, Bordoni, Calderaro, De Benedetto, Fatutti, Gotta, Lanza, Macchi Marcello, Maiocchi, Pitzolu, Violetto. Venerdì 23 ore 14 - 15, abbiamo bisogno di: Bernieri, Cappio, Carrozzo, D’Antuono, Delle Donne, Grizzanti, Lupi, Maragliano, Paolo, Piralla, Rodari, Romano, Sarcinelli, Tinelli, Trinca, Rizzi. Le suddette persone sono tenute a presentarsi indipendemente dalle foto già fatte. Ritrovo: sala comune La corale del Fraccaro riapre i battenti. Tutti i coristi sono avvisati e sono pregati di scaldare la voce… Stasera 22 marzo, durante la riunione generale in biblioteca D.Z., si affronterà il problema e verranno rese note le date delle prove.