IL QUOTIDIANO - Sabato 3 Gennaio 2015 LA STORIA I suoi collaboratori confermano: guida da solo dall’inizio, è un pragmatico Il Vescovo è anche «tassista» Monsignor Crociata rinuncia all’autista. La sorpresa ad un posto di blocco on fosse stato per il zelo di un poliziotto della Volante della questura di Latina molti non avrebbero saputo che il Vescovo Mariano Crociata è esattamente uno di quei signori tranquilli che girano in auto per il nord della provincia per arrivare in tempo agli appuntamenti di lavoro, che in questo caso coincidono con funzioni religiose, ritiri spirituali, ma anche cene di auguri nelle parrocchie. Sì, il Vescovo guida la macchina della Diocesi ed è senza autista da sempre, senza segretario e senza più fronzoli del protocollo. Lo ha fatto dal primo giorno tra lo stupore dei collaboratori che pensavano ad un altro stile per un pastore che veniva direttamente dalla Cei ad amministrare una piccola comunità qual è la Diocesi di LatinaPriverno. Nessuno lo sapeva senza autista fino a qualche giorno fa, quando è stato fermato ad un posto di blocco per normali controlli a bordo dell’anonima Peugeot 308 del piccolo parco auto della Diocesi di Latina. «Favorisca patente e libretto», gli ha detto l’agente all’incrocio tra Priverno e Sonnino. Sul titolo di guida c’è scritto: «Crociata Mariano» con tutti dati della motorizzazione. È andata così. Sorpresa tra i poliziotti, poi scambi di auguri e convenevoli e... «buon viaggio Monsignore». Seguono sguardi di sorpresa mentre la Peugeot scompare tra le curve. Lo staff del Vescovo conferma che «da quando è qui a Latina ha N MONSIGNOR MARIANO CROCIATA «SORPRESO» ALLA GUIDA DELL’AUTO DELLA DIOCESI AD UN POSTO DI BLOCCO sempre guidato lui la macchina e non ha voluto né autista né segretario, fa tutto da solo». E «qualche volta accompagna anche noi o i sacerdoti, insomma una sorta di tassista; è successo con il ritiro che tutti i sacerdoti hanno fatto a Cori; alcuni non avevano la macchina e quindi li ha accompa- gnati il Vescovo. Questa sua disponibilità e praticità all’inizio ci ha sorpresi ma adesso è normale vederlo alla guida». L’impronta pragmatica della più alta carica della Chiesa locale, in realtà, si era notata anche in altre occasioni e, in fondo, è confermata nel contenuto dell’ultimo messaggio augurale che si apre con un riferimento diretto, esplicito alla condizione di schiavitù in cui molti braccianti agricoli sono costretti a lavorare nelle campagne pontine. ©RIPRODUZIONE RISERVATA